IL PROBLEM SOLVING COME METODO DIDATTICO - LIUC... · 2010. 1. 11. · -Facoltà d’Ingegneria...

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- Facoltà d’Ingegneria – Seminario breve: Tecniche relazionali e comportamenti in azienda. - 13/01/2010 - Michele Titolo - slide n° 1/ 39 IL PROBLEM SOLVING COME METODO DIDATTICO DEF NIZI NI Il problem solving è un approccio didattico teso a sviluppare, sul piano psicologico, comportamentale ed operativo, l'abilità di risoluzione di problemi. Il problem solving viene associato allo sviluppo delle abilità logico-matematiche di risoluzione di problemi. Ma questa non è l’unica area d’impiego. Nell’ottica interdisciplinare, problem solving vuol dire uso corretto dell'abilità di classificazione di situazioni problematiche e capacità di risolvere problemi. Problem setting: fase precedente che definisce il problema in tutti i suoi aspetti. Problem setting e problem solving sono processi articolati e complessi, che si svolgono secondo le modalità di un determinato progetto: il problem setting definisce le incognite e delimita le aree d’incertezza; il project management ne gestisce la soluzione con il problem solving. (Scompone il problema in problemi più piccoli, li affida ai responsabili, pianifica la successione delle operazioni nel tempo e gestisce l’esecuzione delle remedial actions fino alla sua conclusione del progetto. IN INGEGNERIA Ogni società sviluppa il suo approccio al problem solving partendo dall’assioma che: ogni problema è di fatto una opportunità di miglioramento e di esperienza da acquisire”.

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IL PROBLEM SOLVING COME METODO DIDATTICOD

EF

NIZ

I N

I

Il problem solving è un approccio didattico teso a sviluppare, sul piano psicologico, comportamentale ed operativo, l'abilità di risoluzione di problemi.

Il problem solving viene associato allo sviluppo delle abilità logico-matematiche di risoluzione di problemi. Ma questa non è l’unica area d’impiego.

Nell’ottica interdisciplinare, problem solving vuol dire uso corretto dell'abilità di classificazione di situazioni problematiche e capacità di risolvere problemi.

Problem setting: fase precedente che definisce il problema in tutti i suoi aspetti.

Problem setting e problem solving sono processi articolati e complessi, che si svolgono secondo le modalità di un determinato progetto:• il problem setting definisce le incognite e delimita le aree d’incertezza;• il project management ne gestisce la soluzione con il problem solving.

(Scompone il problema in problemi più piccoli, li affida ai responsabili,pianifica la successione delle operazioni nel tempo e gestisce l’esecuzionedelle remedial actions fino alla sua conclusione del progetto.

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Ogni società sviluppa il suo approccio al problem solving partendo dall’assioma che: “ogni problema è di fatto una opportunità di miglioramento e di esperienza da acquisire”.

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PROBLEM SOLVING METACOGNITIVO

Il processo di problem solving è una routine metacognitiva che prevede diversi momenti, durante i quali possono essere sviluppati diversi processi di controllo

ATTIVITA' METACOGNITIVE DI CONTROLLO PROBLEM SOLVING

Prima di lavorare rifletti:

- Quello che vai ad affrontare è proprio un problema?

- Cosa sai su come si fa? - Hai incontrato problemi simili? Comprensione

Prima di lavorare prevedi:

- Chi ti può aiutare?

- Quanto tempo hai? - Di quali/quanti strumenti hai bisogno?

- Qual è l'ambiente in cui svolgerai il compito?

Previsione

Organizzati:- Identifica il problema. - Vuoi/puoi lavorare da solo o in gruppo?

- Reperisci materiali e strumenti.

- Scegli i metodi di rappresentazione dei dati.

- Stabilisci i tempi di lavoro.

Pianificazione

Mentre svolgi il compito risolutivo controlla:

- Sei sulla strada giusta? - Cosa va eliminato o invece salvato?

- Il compito ti sembra facile o difficile? Se non riesci ad andare avanti, cosa fai?

- Quella che hai trovato è la soluzione?

Monitoraggio

Quando hai risolto il problema, guarda indietro:

- Le tue previsioni e la tua pianificazione ti sono stati utili? - Hai lavorato bene?

- Si sarebbe potuto fare in un altro modo? C'è stato un problema insuperabile ?

- Questa procedura di risoluzione può esserti utile in altri compiti?-

Valutazione

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LA RISOLUZIONE PRATICA DEI PROBLEMI AZIENDALI

La costante ricerca del miglioramento porta all’eccellenza del business

RISOLVILO SUBITO: al più presto possibile (problem solving quickly are solved more easily).Invece, quando si prolungano, le persone si abituano e non li riconoscono più come tali. Allora, i problemi diventano anch’essi molto più resistenti al cambiamento.

NON GIRARE LA COLPA AD ALTRI: i solvers managers accettano direttamente le loro responsabilità, hanno il controllo delle situazioni e prendono le decisioni per risolverli.

I PROBLEMI SONO NORMALI, accadono nella vita e in ogni organizzazione. La differenza è

che nelle aziende eccellenti la maggior parte delle persone lavora seriamente per risolverli. Per

loro i problemi sono opportunità per fare meglio.

I PROBLEMI SI RISOLVONO MEGLIO IN GRUPPO: non servono i cavalieri solitari, eroi

tuttofare. La pluralità d’idee dà un contributo risolutivo alla ricerca delle soluzioni.

HARD CON I PROBLEMI E SOFT CON LE PERSONE: evitare la personalizzazione dei problemi. Concentrarsi sulle soluzioni, non su quanto dannoso appare il problema in sè.

LE DECISIONI INDIVIDUALI risultano migliori quando la risposta richiede immediatezza.

LE SOLUZIONI DAL TEAM sono migliori quando si affrontano problemi complessi che richiedono il contributo plurimo di esperti.

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LE SEI FASI DEL PROCESSO DI PROBLEM SOLVING

1°) Definire il

problema:

descrivendolo

nei termini più chiari especifici possibile edelimitandolo.

2°) Brainstorm delle possibili cause: quali sono i fattori che possono contribuire e quali ti fatti, anche esterni, che possono causare il problema identificato?

In questa fase è importante che tutti i membri del team si focalizzino sulle cause e contribuiscano secondo capacità

3°) Analisi dei dati: il team raccoglie dati e studi sul problema si esaminano le sue cause e si valutano le conseguenze, anche su altri servizi e si stima la portata e magnitudo dell’eventuale rischio.

In questa fase si verifica se veramente esiste un problema tale da dover coinvolgere tutto il team

4°) Brainstorm delle soluzioni possibili: il team deve generare il massimo delle possibili alternative, oltre il giudizio di chi presenta il problema..

Massimizzate in quantità e qualità le possibili, soluzioni e valutare quelle di maggior efficacia e impatto.

5°) Ricerca del consenso alle soluzioni prospettate: si cerca l’unificazione dell’azione del team attraverso la ricerca del consenso. Questo può essere “puro” quando ciascuno arriva a condividere la stessa idea finale o “pratico” quando si concorda di agire insieme, secondo il parere della maggioranza.

6°) Sviluppare un Piano d’Azione: niente è stato fatto se non siprogramma il da farsi.

Il team gestisce sestesso quando trova la soluzione dei problemie produce azioni realistiche per metterlein atto.

L’insoddisfazione creativa è un forte incentivo al problem solving: la consapevolezza del gap fra come siamo oggi e come vorremmo essere in futuro, spinge alla ricerca di come colmarlo con il contributo della creatività di tutti.

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TECNICHE METODOLOGICHE

ESIGENZE STRUMENTI

GENERARE IDEE BRAINSTORMING

STUDIARE LE

RELAZIONI DI

CAUSA-EFFETTO

DIAGRAMMA

DI ISHIKAWA

STRUTTURARE

I DATI PER

SCOPRIRE

ELEMENTI CHE

POSSONO DARE

UNA CHIAVE DI

SOLUZIONE

RACCOLTA

DATI E

TRATIFICAZIONE

PROCEDERE

IN TERMINI

DEI FATTORI

PIÚ

IMPORTANTI

DIAGRAMMI

DI

PARETO

ESIGENZE STRUMENTI

VERIFICARE

DAI DATI

LEGAMI

FRA DUE

PARAMETRI

DIAGRAMMI

DI

CORRELAZIONE

INQUADRAMENTO

STATISTICO

DELLA

VARIABILITÁ DEI

DATI

ISTOGRAMMI,

CARTE DI

CONTROLLO

Di queste tecniche daremo soltanto

alcune definizioni e nozioni basilari

al solo scopo di illustrate i metodi

pratici d’utilizzo in azienda.

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LA TECNICA DI BRAINSTORMING

È una tecnica creativa che ha l’obiettivo di generare idee riguardo ad un problema o

ad una soluzione, cogliendone tutte le possibili dimensioni.

Il brainstorming è usato per aiutare un gruppo di lavoro a creare il maggior numero

possibile d’idee nel minor tempo possibile.

FA

SE

CR

EA

TIV

AIl

bra

inst

orm

ing p

ess

ere: Strutturato: ogni persona del gruppo deve fornire un’idea quando arriva il

proprio turno in un giro di tavolo, oppure “passare” fino al prossimo giro. Questo metodo forza le persone a partecipare, ma crea una certa pressione non sempre positiva.

Destrutturato: ognuno dei partecipanti propone nuove idee così come gli vengono in mente. Questo metodo tende a produrre un’atmosfera rilassata, ma si corre il rischio che i più “ciarlieri” dominino la riunione.

In entrambi i metodi di brainstorming le regole sono le stesse: non criticare mai le idee immediatamente; trascrivere sulla flip-chart ogni idea: riportando le parole del proponente.

Fare in fretta: 10 / 15 minuti sono il tempo giusto.

FASE ANALITICA: dopo la fase creativa occorre prevedere un momento analitico

per comprendere in dettaglio, criticare, analizzare e selezionare le idee migliori.

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EFFICACIA DEL BRAINSTORMING

È EFFICACE QUANDO:

il modus operandi è consensuale.È stabilito sul momento dal team stesso.

i partecipanti agiscono contando sullareciproca fiducia;

la discussione delle idee è la piùampia possibile;

le idee insolite sono incoraggiate,non osteggiate o peggio tacitate;

i partecipanti ascoltano con attenzione senza pregiudizi;

i progressi del processo creativo sonoregistrati sul momento;

tutti sono coinvolti emotivamente;

NON FUNZIONA QUANDO:

il gruppo è costituito secondo i trattidella struttura piramidale;

il morale è basso e le debolezzepersonali sono coperte;

partecipanti sono agnostici e seguonola discussione senza impegno;

espressamente o tacitamente, sonobanditi alcuni argomenti tabù;

la comunicazione interpersonale nonfunziona o viene fraintesa.

Alcuni autori negano il valore creativo dei brainstorming sostenendo che il prodotto non è altro che il comun denominatore delle opinioni ordinarie dei membri.. “Se effettivamente si manifestano idee originali, queste sarebbero frutto di cogitazioni individuali anteriori alla riunione”.

all’interno del team prevalgono legerarchie aziendali;

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RACCOLTA DATI E STRATIFICAZIONE

Ogni azione di miglioramento deve basarsi sulla raccolta e sulla elaborazione di dati

relativi al fenomeno oggetto dello studio.

Raccolta dati che deve essere preparata ed organizzata in modo scientifico per

rappresentare nel modo piú attendibile il fenomeno in esame.

I dati raccolti

devono

soddisfare

requisiti di :

significativitá, devono avere un’adeguata consistenza numerica;

rappresentativitá, i criteri secondo cui i dati sono stati raccolti devono essere tali da garantire una interpretazione corretta del fenomeno relativamente a quegli aspetti che si devono analizzare.

L’elaborazione dei dati deve essere fatta mediante un impiego corretto degli strumenti statistici.

É necessario abituarsi a discutere un problema sulla base dei dati ed a rispettare cióche essi evidenziano, senza fare illazioni o “manipolazioni” dei dati.

La stratificazione é un metodo di classificazione in gruppi omogenei dei dati relativi

ad un certo fenomeno

Fattori di stratificazione: sono le suddivisioni logiche secondo le quali vengono raggruppati i dati.

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PARETO: LA RICERCA DELLE PRIORITA’

Legge universale delle priorità: in ogni situazione esistono pochi aspetti importanti e

tanti di scarsa rilevanza. Pareto: il 20% delle cause produce circa l’80% degli effetti

DIAGRAMMA DI PARETO: é un metodo di rappresentazione grafica di un

insieme di dati che consente di individuare quali sono gli aspetti prioritari da

affrontare nel fenomeno in esame.

Frequenza

0

20

40

60

80

100

120

140

160

C F H A M ALTRIVoci di Classificazione

10%

100%

E’ una tecnica di supportonel problem-solvingConsiste nell’ordinareper sequenza decrescentei fenomeni rilevati

F

H

A

M

O

C screpolature

soffiature

deformazioni

difetti di finitura

cricche

altri difetti

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ISHIKAWA: DIAGRAMMA CAUSE - EFFETTO

DISATTENZIONE,DISINTERESSE E

SBADIGLI IN AULA

CARENZE DEL

DOCENTE

ARGOMENTIDELLA LEZIONE

AMBIENTE,SISTEMAZIONE

COMUNICAZIONE

INEFFICACE

QUALITA’

DELL’AUDITORIO

STATO FISICO

DEI DISCENTI

Capacità didattica

Logica del discorso

Esposizione

Conoscenza del tema

Interattività

Qualità audivisivi

Barriereidiomatiche Atteggiamento oratorio

Qualità dell’ascolto

Percezione dell’aula

Attrattività del messaggioQualità del messaggio

Troppo tecnici

Troppo generici

Obsoleti

Fuoritema

Conflittivi

Autocelebrativi

Disparità culturale

Formazione carente

Ignoranza dell’inglese

Nessun lavoro di gruppo

Tendenzialmente conflittivi

Scarsamente innovativi

Fortemente demotivati

Illuminazione

Riscaldamento Affollamento

Ventilazione

Rumori

Condizionamento

Visione difficoltosa

Digestione pesante

Stanchezza accumulata

Stress continuativo

Postuminottata

Orarioinsolito

Lezione troppolunga

scarsa esperienza

dispersivo

empatia carente

citazionifuori luogo

presentazione caotica

nessun“fil rouge

superficiale

minuziosa

lenta

piatta monotona

teoricopuro

nessun know how

risposte evasive

scarsa monologo

incompleti

carenti poveri

tecnicismiinutili

lingua:parole inusuali

pronuncia pessima

sguardo

gestualità eccessiva

distanza interpersonale

interferenze semantiche pregiudiziideologici

feed back assente barriere psicologiche

scarsa concentrazione

emozioneassente

ripetitivobanale

tono e volume della voce

molto lento

molto bassomonocorde

alto, enfatico

ritmo

troppo veloce

scarsa

discontinuasbagliata

eccesssivo

assurdo

eccessivo

carente

da lavori in corso

da traffico interno

insufficienterumorosa

spento eccessivo schermo decentrato

proiezione ridotta

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CARENZE DEL

DOCENTE

14 %

COMUNICAZIONE

INEFFICACE

24%

QUALITA’

DELL’AUDITORIO

28%

ARGOMENTIDELLA LEZIONE

20 %8 %AMBIENTE,

SISTEMAZIONE

STATO FISICO

DEI DISCENTI

6%

Interattività

scarsa monologo

Esposizione minuziosa

monotona

Percezione dell’aula

interferenze semantiche

feed back assente barriere psicologicheQualità

dell’ascolto

scarsa concentrazione

Disparità culturale

Formazione carente

Ignoranza dell’inglese

Troppo tecniciAffollamento

eccesssivo

Rumori

da traffico interno

Lezione troppolunga

DISATTENZIONE,DISINTERESSE E

SBADIGLI IN AULA

RISULTATO: lezione troppo tecnica ad un aula non preparata, esposta unilateralmentein un tempo lungo senza curarne l’ascolto, in ambiente affollato con eccessivo via vai.

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UN ULTIMO SUGGERIMENTO, RICORDATI CHE…

OGNI MATTINA IN AFRICA, IL LEONE SI

SVEGLIA E SI PREPARA A CORRERE PER

NON RESTARE DIGIUNO;

OGNI MATTINA, ANCHE LA GAZZELLA

APPENA SVEGLIA SI PREPARA A

SCHIZZARE VELOCEMENTE PER

SOPRAVVIVERE;

OGNI MATTINA, TU CHE TI SVEGLI

IN LOMBARDIA, NON INDUGIARE A

CHIEDERTI SE REALMENTE SEI LEONE

O GAZZELLA: COMINCIA A CORRERE IL

PIÙ VELOCEMENTE CHE PUOI!