IL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE Sette ... gestisce lazienda agricola di famiglia,...

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• Anno 19 - Numero 146 - € 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 21 Giugno 2010 9 771120 606304 00621 NELL’INSERTO: GLI ATTI DI DESTINAZIONE PER LA SEPARAZIONE PATRIMONIALE * con cd «Imposte dirette e accertamento» a € 9,90 in più; con cd «Contenzioso e imposte indirette» a € 9,90 in più; con «Manuale iscale vol. 7 - Accertamento, sanzioni, contenzioso» a € 7,90 in più; con guida «Il decreto ingiuntivo» a € 7,90 in più; con «Manuale lavoro vol. 3 - Ritenute alla fonte e contributi previdenziali» a € 7,90 in più; con cd «Formulario per la gestione del personale degli enti locali» a € 9,90 in più; con guida «La manovra 2010» a € 6,00 in più Occupazione al punto di svolta Nel secondo semestre dell’anno è prevista la ripresa, ma resta forte l’asimmetria tra le necessità delle aziende e i profili sul mercato www.italiaoggi.it Sette IL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE DI MARINO LONGONI L a crisi occupazionale è a un punto di svolta. Lo dimostra l’inchie- sta realizzata dalla Fondazione studi del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro per ItaliaOggi Sette. Un’inchiesta-sondaggio alla quale hanno partecipato oltre 2 mila professionisti attraverso la compilazione di un questionario a risposte multiple che aveva l’obiettivo di scandagliare la reale situazione del mercato del lavoro in Italia nella prima metà del 2010 e le prospettive per la seconda parte dell’anno. I dati più significatvi: nel periodo gennaio-giugno di quest’anno il 42% dei consulenti del lavoro segnala un calo occupazionale e solo il 13% una ripresa, ma i valori si invertono nelle previsioni per il secon- do semestre: solo l’11% ipotizza un calo e ben il 38% una crescita. Altro dato interessante: le imprese che stanno cominciando ad as- sumere non sono le grandi società, ma le pmi (3% contro 17%). Ma dall’inchiesta emergono anche preoccupanti anomalie del nostro sistema di reclutamento. In primo luogo l’inefficienza assoluta dei canali pubblici, che riescono a reclutare solo il 2% della forza lavoro, contro l’80% appannaggio del passapa- rola. In secondo luogo l’asimmetria tra l’offerta e la richiesta: esiste un totale scollamento tra i bisogni professionali delle aziende e l’of- ferta formativa pubblica, malata di autoreferenzialità e del tutto scollegata con il mercato del lavoro. Infine i posti vacanti nelle aziende sono paradossalmente spostati verso i mestieri tradizionali. Nell’agricoltura si cercano braccianti, nel manifatturiero saldatori e tornitori, nel turismo camerieri con conoscenza delle lingue straniere, mentre esplode la domanda dei servizi alla persona con la disperata ricerca di badanti, colf e assi- stenti agli anziani. Senza gli extracomunitari solo una minima parte di queste richieste potrebbe essere soddisfatta. Più della disoccupazione l’Italia sembra vittima dell’asimmetria tra le aspirazioni di chi cerca lavoro e le necessità delle imprese. I giovani in particolare cercano un impiego che non li costringa a sporcarsi le mani. Se nel Ventesimo secolo si puntava es- senzialmente allo stipendio, oggi è sempre più importante il posizionamento sociale, il senso di identità che un’attività o una professione aiuta a costruire. Lavoro ergo sum. © Riproduzione riservata L c a l l i p I 4 1 d A s d s c I N E VIDENZA * * * Primo piano/1 - La manovra cambia le regole della riscossio- ne: contribuenti nella morsa della sospen- sione breve Felicioni da pag. 4 Primo piano/2 - Si intensifica la guerra ai paradisi fiscali, mentre dal prossimo G20 partirà la rifor- ma della finanza internazionale Frontoni da pag. 6 Fisco/1 - Interpello con istanze a regola d’arte: al fisco domande dettagliate con la quantificazione del risparmio fiscale Liburdi da pag. 10 Fisco/2 - L’evasione ha più sintomi: dai listini ai questionari, ai clienti, ecco il qua- dro aggiornato degli indizi fonte della prova fiscale Bongi a pag. 12 Impresa - Rifiuti tecnologici: è partito il ritiro uno contro uno dal negoziante, ma resta il problema dello smaltimento Lui a pag. 17 Documenti - La sen- tenza della Cassazione sulla bancarotta www.italiaoggi.it/docio7 D t su Missione Cina per gli studi legali italiani. Tutto pronto per ItalyLaw 2010 da pag. 29 Assicurazioni & web L’Rc auto in un click Con le comparazioni online si dimezzano costi e tempi da pag. 8 Prende piede il welfare aziendale: ecco chi punta sul benessere dei lavoratori a pag. 55 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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• Anno 19 - Numero 146 - € 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 21 Giugno 2010 •

9 771120 606304

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• NELL’INSERTO: GLI ATTI DI DESTINAZIONE PER LA SEPARAZIONE PATRIMONIALE •* con cd «Imposte dirette e accertamento» a € 9,90 in più; con cd «Contenzioso e imposte indirette» a € 9,90 in più; con «Manuale i scale vol. 7 - Accertamento, sanzioni, contenzioso» a € 7,90 in più;

con guida «Il decreto ingiuntivo» a € 7,90 in più; con «Manuale lavoro vol. 3 - Ritenute alla fonte e contributi previdenziali» a € 7,90 in più; con cd «Formulario per la gestione del personale degli enti locali» a € 9,90 in più; con guida «La manovra 2010» a € 6,00 in più

Occupazione al punto di svoltaNel secondo semestre dell’anno è prevista la ripresa, ma resta forte

l’asimmetria tra le necessità delle aziende e i profili sul mercato

www.italiaoggi.it

SetteIL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE

DI MARINO LONGONI

La crisi occupazionale è a un punto di svolta. Lo dimostra l’inchie-sta realizzata dalla Fondazione studi del Consiglio nazionale dei

consulenti del lavoro per ItaliaOggi Sette. Un’inchiesta-sondaggio alla quale hanno partecipato oltre 2 mila professionisti attraverso la compilazione di un questionario a risposte multiple che aveva l’obiettivo di scandagliare la reale situazione del mercato del lavoro in Italia nella prima metà del 2010 e le prospettive per la seconda parte dell’anno. I dati più signifi catvi: nel periodo gennaio-giugno di quest’anno il 42% dei consulenti del lavoro segnala un calo occupazionale e solo il 13% una ripresa, ma i valori si invertono nelle previsioni per il secon-do semestre: solo l’11% ipotizza un calo e ben il 38% una crescita.Altro dato interessante: le imprese che stanno cominciando ad as-sumere non sono le grandi società, ma le pmi (3% contro 17%). Ma dall’inchiesta emergono anche preoccupanti anomalie del nostro sistema di reclutamento. In primo luogo l’ineffi cienza assoluta dei canali pubblici, che riescono a reclutare solo il 2% della forza lavoro,

contro l’80% appannaggio del passapa-

rola. In secondo luogo l’asimmetria tra l’offerta e la richiesta: esiste un totale scollamento tra i bisogni professionali delle aziende e l’of-ferta formativa pubblica, malata di autoreferenzialità e del tutto scollegata con il mercato del lavoro.Infi ne i posti vacanti nelle aziende sono paradossalmente spostati verso i mestieri tradizionali. Nell’agricoltura si cercano braccianti, nel manifatturiero saldatori e tornitori, nel turismo camerieri con conoscenza delle lingue straniere, mentre esplode la domanda dei servizi alla persona con la disperata ricerca di badanti, colf e assi-stenti agli anziani. Senza gli extracomunitari solo una minima parte di queste richieste potrebbe essere soddisfatta.Più della disoccupazione l’Italia sembra vittima dell’asimmetria tra le aspirazioni di chi cerca lavoro e le necessità delle imprese. I giovani in particolare cercano un impiego che non li costringa a sporcarsi le mani. Se nel Ventesimo secolo si puntava es-senzialmente allo stipendio, oggi è sempre più importante il posizionamento sociale, il senso di identità che un’attività o una professione aiuta a costruire. Lavoro ergo sum.

© Riproduzione riservata

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IN EV IDENZA

* * *

Primo piano/1 - La manovra cambia le regole della riscossio-ne: contribuenti nella morsa della sospen-sione breve

Felicioni da pag. 4

Primo piano/2 - Si intensifica la guerra ai paradisi fiscali, mentre dal prossimo G20 partirà la rifor-ma della finanza internazionale

Frontoni da pag. 6

Fisco/1 - Interpello con istanze a regola d’arte: al fisco domande dettagliate con la quantificazione del risparmio fiscale

Liburdi da pag. 10

Fisco/2 - L’evasione ha più sintomi: dai listini ai questionari, ai clienti, ecco il qua-dro aggiornato degli

indizi fonte della prova fiscale

Bongi a pag. 12

Impresa - Rifiuti tecnologici: è partito il ritiro uno contro uno dal negoziante, ma resta il problema

dello smaltimento

Lui a pag. 17

Documenti - La sen-tenza della Cassazione

sulla bancarotta

www.italiaoggi.it/docio7

Dt

su

Missione Cina per gli studilegali italiani. Tutto pronto

per ItalyLaw 2010da pag. 29

Assicurazioni & web

L’Rc auto in un clickCon le comparazionionline si dimezzano

costi e tempida pag. 8

Prende piede il welfareaziendale: ecco chi punta

sul benessere dei lavoratoria pag. 55

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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2 Lunedì 21 Giugno 2010 ITALIAOGGISETTE PREVIEW

AVVOCATIOGGI

* * *

IOLAVORO

* * *

Giovanni Paolino elettopresidente di Avedisco

Giovanni Paolino, direttore generale di Eismann Italia è il nuovo presidente di Avedisco, l’as-sociazione vendite dirette servizio consumatori. E’ stato eletto inoltre il vicepresidente dell’Associazione: è Roberto Saporiti, administrative group manager di Avon Co-smetics. Il rinnovo delle cari-che fa seguito alle dimissioni presentate nei giorni scorsi da Luca Pozzoli e Ciro Si-natra, rispettivamente pre-sidente e vice presidente, e della conseguente uscita da Avedisco delle aziende da loro rappresentate, Tupperware Italia (di cui Pozzoli è amministratore delegato) e Vorwerk Folletto (di cui Sinatra è diret-tore relazioni istituzionali, affari legali e formazione). Contestualmente, anche Jafra Cosmetics, Lux Italia, Nahrin Ita-lia e Vorwerk Contempora hanno abban-donato Avedisco..

Commercialisti, debutta a Milanolo studio MM & Associati

Il panorama professionale milanese si arricchisce di una nuova fi rma. Debutta uffi cialmente, infatti, lo studio MM & As-sociati, fondato da Alessandro Madau e Fabio Massimo Micaludi, che dopo aver condiviso per dieci anni lavoro partner-ship e ideali hanno deciso di unirsi per creare una realtà giovane e dinamica che risponda alle esigenze del cliente in ambito fi scale e societario a 360°. Il team del nuovo studio, con sede in via Cappuc-cini 6, si completa con Federica Fiorani, Giancarlo Dello Preite, Jacopo Lorenzo

Corbella, Luca Damiani e Cesare Nobili.

Stefano Granella nuovo ceo 9Ren

Cambio al vertice del gruppo 9Ren: Stefano Granella, precedente-mente direttore generale, è il nuovo chief executive offi cer. Granella, prima di far parte del gruppo 9Ren, è stato direttore generale energie rinnovabili nel gruppo Erg, direttore del settore energy manage-ment e successivamente direttore pianifi cazione e controllo nel gruppo Enel.

È laureato in ingegneria elettrica e ha stu-diato business management presso Insead e Sda Bocconi.

Luca Marcucci alla guida della Cia di Siena

È Luca Marcucci il nuovo presidente del-la Confederazione italiana agricoltori di Siena. Lo ha eletto l’assemblea della Cia provinciale e si tratta del primo presiden-te agricoltore. Marcucci, agricoltore da sempre, ha 38 anni, è di Sinalunga, dove gestisce l’azienda agricola di famiglia, subentrando al nonno. Le produzioni della sua azienda sono principalmente ortofrutticole, cerealicole, quindi è pro-duttore di vino, olio e contoterzista.

PROFESSIONI IN MOVIMENTO

La nuova stagione ■ del fashion

Dopo un biennio di crisi le aziende della moda ripartono e cercano i gure specializzate.

a pag. 50

Una rete di vendita ■ a regola d’arte

I requisiti del channel marketing manager, impegnato nello svilup-po della distribuzione.

a pag. 51

Si torna ad assumere, ■ma solo nelle pmi

I risultati dell’indagine della Fon-dazione studi dei consulenti del lavoro. Gli operai i più richiesti.

alle pagg. 52 e 53

Contro la crisi ■ rotta sull’innovazione

Le proposte dei dirigenti per l’exit strategy puntano sugli in-vestimenti in creatività e sulle aggregazioni d’imprese.

a pag. 54

Tante opportunità ■ nell’Itc e nella sanità

AlmavivA selezione 1.300 giova-ni. Eures cerca medici e parame-dici, 20 persone per Expedia.

a pag. 56

Missione Cina ■ per le law firm italiane

Oltre 50 tra avvocati e giuristi si recherà a Shanghai dal 26 giu-gno al 3 luglio in cerca di nuove opportunità di lavoro e di scambi professionali.

alle pagg. I, II e III

La crisi mette le mani ■ nelle parcelle

Le tariffe professionali degli studi di tutto il mondo hanno subito, nel corso degli ultimi due anni, una ri-duzione. Viaggio tra le scelte adot-tate nei vari paesi.

a pag. IV

L’avvocato ■ dell’Uomo Ragno

Giorgio Mondini, fondatore dello studio Mondini Rusconi, racconta la sua carriera professionale di esper-to in diritto d’autore ed editoria.

a pag. V

Il grande business ■ della calunnia

Cresce sempre più il numero di ricorsi al giudice da parte di poli-tici e vip nei confronti dei giornali con accuse di diffamazione spes-so infondate.

a pag. VIII

PROFESSIONI IN MOVIMENTOPROFESSIONI IN MOVIMENTO

Gianni, Origoni, Grippo & partner strappa tre soci a Simmons & Simmons

Gianni, Origoni, Grippo & partner raf-forza la propria sede di Padova con l’arrivo dei soci Paolo Brugnera, Paolo Gnignati e Marco Malipiero, provenienti da Simmons & Simmons Italia. Grazie ai nuovi ingressi, passa da due a cinque il numero dei part-ner presenti nella sede veneta dello studio. Brugnera vanta esperienza nelle operazioni straordinarie d’impresa e nella contrattuali-stica commerciale, con particolare riferimen-to ai rapporti para associativi (joint venture, accordi consortili ecc.). Con Paolo Gnignati è stato fondatore nel 1996 di uno studio le-gale indipendente, poi assorbito in Simmons & Simmons Italia di cui era diventato socio nel 2002. Malipiero è esperto in operazioni straordinarie d’impresa e nella contrattuali-stica commerciale, con particolare riferimen-to agli aspetti societari e contrattuali relativi ad operazioni nel settore dell’energia e delle infrastrutture. Gnignati è specializzato nel contenzioso e nella consulenza societaria e fallimentare ad istituzioni finanziarie e so-cietà industriali, cui si aggiunge l’area delle procedure concorsuali e delle operazioni di ri-strutturazione di società in crisi. In Simmons & Simmons, in cui era entrato nel 2002, ave-va ricoperto dal 2004 il ruolo di responsabile del settore contenzioso e dal 2007 quello di co-responsabile del corporate restructuring.

Pedersoli e WilmerHale per l’acquisizione delle barbabietole da zucchero di Maribo

Pedersoli e associati, unitamente alla sede di Francoforte dello studio legale internazio-nale Wilmer Cutler Pickering Hale and Dorr llp, ha assistito Syngenta in relazione all’acquisizione delle attività mondiali del

business barbabietola da zucchero di Maribo Seed (appartenente al gruppo Nordic Sugar

ag). La transa-zione include le attività di produzione e di vendita delle sementi e il marchio Mar ibo in tutta Europa. La transazio-ne è soggetta all’autorizza-zione da parte delle autorità competenti.

Per lo studio ha agito il socio Ascanio Ci-brario con l’ausilio di Giulio Langella, Luca Rossi Provesi e Luigi Maraghini Garrone.

Al via a Roma la prima conferenza mediterranea dell’Iba

Si svolgerà a Roma, dal 23 al 25 giugno, la prima conferenza mediterranea dell’Iba (International bar association), organizza-zione internazionale degli avvocati e del-le associazioni forensi. I temi oggetto del dibattito in questo primo appuntamento, analizzati nell’arco di tre diverse sezioni), sono: le partnership pubblico/private come percorso praticabile per i progetti di infra-strutture nell’area del Mediterraneo; il fu-turo dell’energia: problemi, sviluppi e pro-spettive; le strategie di finanziamento per il debito pubblico, monetizzazione dei crediti e relative strutture. Aprirà i lavori Stefania Craxi, sottosegretario al ministero degli affari esteri e chiuderà l’ultima sessione

Fabrizio Saccomanni, direttore generale Banca d’Italia. Presidente dell’evento, nella sua carica di vice presidente dell’Iba Europe-an Forum, è Gianmatteo Nunziante, socio fondatore dello studio legale Nunziante Magrone.

De Berti Jacchia Franchini Forlani con il gruppo Alcea in Brasile

De Berti Jacchia Fran-chini Forlani, con il socio Cristina Fussi e con il senior associate Claudio Corba Colombo, ha as-sistito Pulverit spa, socie-tà produttrice di vernici in polvere che fa parte del gruppo Alcea srl, nell’ac-quisizione di Finantintas Ltda, società brasiliana attiva nello stesso settore. L’ operazione comporterà la fusione tecnologica e commerciale fra le due aziende.

P&A Legal stringe un accordo con l’ente di certii cazione islamica Ihsan

P&A Legal ha siglato un accordo di collabo-razione con l’ente di certificazione islamica Ihsan (International halal services agency network). L’accordo permetterà allo studio di offrire un modello di consulenza inte-grato in relazione alle problematiche deri-vanti dall’applicazione dei precetti islamici all’importazione e distribuzione di prodotti alimentari del made in Italy in tutti i paesi del Magreb e della penisola arabica.

Gabriele Ventura© Riproduzione riservata

Ascanio Cibrario

Cristina Fussi

La Lega di lotta e di governo colpi-sce ancora. E, rispolverando una verve sindacalistico-proletaria, volta le spalle al Pdl e vota con l’opposizione sull’allun-gamento dei tempi per i ricorsi in caso di licenziamento. È successo martedì, nelle commissioni Affari costituzionali e Lavo-ro del Senato, chiamate a pronunciarsi sugli emendamenti al collegato lavoro che sarà in Aula a luglio. Un colpo di sce-na che ha lasciato di stucco i senatori del centrodestra riusciti a far passare senza fatica, anche togliendo i voti del Carroc-cio raggiungono la maggioranza, la linea del relatore del disegno di legge Maurizio Castro (Pdl). Ma cosa ha fatto irritare quello che il premier Silvio Berlusconi non si stanca di defi nire «l’alleato leale e affi dabile»? La risposta va cercata ai piani alti di Palazzo Madama, dove siede in qualità di vicepresidente Rosi Mauro, brindisina di nascita, milanese per scelta

e dal 1999 segretario del SinPa, il sinda-cato padano. È stata lei, l’inseparabile consigliera di Umberto Bossi, ad aver in-dicato ai colleghi leghisti in commissione la strada da seguire. Obiettivo: far capire che la Lega i lavoratori li vuol difende-re davvero. E che non rinuncia a quella fetta di elettorato (la classe operaia del Nord che una volta si riconosceva nella sinistra), che ha faticosamente conqui-stato. Se, dunque, il governo ha imposto allo sventurato Castro una versione più restrittiva di quella che lui stesso aveva proposto, accorciando di alcuni mesi i ter-mini entro i quali chi è stato licenziato può impugnare il provvedimento davanti al giudice, i fedelissimi di Bossi hanno pensato che era meglio salire sul carro dei paladini dei lavoratori. Il Cipputi del XXI secolo porta il fazzoletto verde nel taschino della giacca?

Moustique

Il fazzoletto verde del novello Cipputi

Giovanni Paolino

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4 Lunedì 21 Giugno 2010 P R I M O P I A N O

LA MANOVRA CORRETTIVA/Come cambiano le procedure tributarie con la riscossione sprint

La morsa della sospensione breveIl termine dei 150 giorni costringe i contribuenti a pagare

Pagina a cura DI ALESSANDRO FELICIONI

La sospensione a tempo degli atti tributari im-pugnati stritola il con-tribuente nella morsa

della riscossione accelerata. La possibilità di chiedere e ot-tenere la sterilizzazione degli effetti riscossivi delle cartelle di pagamento (e ora anche de-gli avvisi di accertamento) per i quali si è attivato il processo tributario non potrà durare più di 150 giorni, con la conseguen-za che se la controversia non si chiuderà (cosa probabile) in tale lasso di tempo, il contribuente sarà costretto a pagare non solo in pendenza di giudizio, ma ad-dirittura, dopo aver ottenuto la sospensione ormai spirata.

È il comma 9 dell’articolo 38 del dl n. 78 del 31 maggio 2010 (la cosiddetta manovra) a ridi-segnare in pejus le modalità già limitative per accedere all’isti-tuto della sospensione giudi-ziale degli effetti degli atti im-pugnati presso le Commissioni tributarie provinciali (articolo 47 dlgs n. 546/92). Testualmen-te, il nuovo comma 1 dell’artico-lo 47 appena citato recita: «Il ri-corrente, se dall’atto impugnato può derivargli un danno grave e irreparabile, può chiedere alla commissione provinciale com-petente la sospensione, per un periodo massimo di150 giorni, dell’esecuzione dell’atto stesso con istanza motivata proposta nel ricorso o con atto separato notifi cato alle altri parti e depo-sitata in segreteria sempre che siano osservate le disposizioni di cui all’articolo 22». Nel suc-

cessivo comma 7, che prevede la cessazione degli effetti del-la sospensione accordata dalla data di pubblicazione della sen-tenza di primo grado, viene co-ordinata la novità prevedendo, appunto, che il decorso dei150 giorni di cui al comma 1 fa ces-sare l’effi cacia della sospensio-ne ancorché non si sia giunti a sentenza.

Peraltro analoghe modifi che sono apportate all’articolo 24 del dlgs n. 46 del 1999, in tema di iscrizione a ruolo dei crediti vantati dagli enti previdenzia-li.

Il fatto che la modifi ca all’ar-ticolo 47 sia inserita, nell’ambi-to della manovra, tra le dispo-sizioni di carattere tributario (articolo 38: altre disposizioni di natura tributaria) non deve ingannare: si tratta, a tutti gli effetti, di una misura che ha ri-fl essi principalmente sulla fase riscossiva dell’attività dell’am-ministrazione fi nanziaria e si

coordina perfettamente con le previsioni acceleratorie di cui all’articolo 29 della stessa ma-novra. Ci si riferisce, in partico-lare, alla disposizione che preve-de ora la possibilità per l’erario di fare decorrere i termini per il pagamento e per l’applicazione di misure cautelari non già dal-la data di notifi ca della cartella di pagamento in cui è contenuta la pretesa, ma dal precedente momento di notifi ca dell’avviso di accertamento. In tal modo si dà, nella sostanza, effi cacia di titolo esecutivo all’avviso di accertamento senza necessità di dover attendere la notifi ca della successiva cartella di pa-gamento.

Tale situazione è particolar-mente delicata nel caso in cui l’atto notifi cato al contribuente (avviso di accertamento o suc-cessiva cartella di pagamento) sia impugnato presso la compe-tente Commissione tributaria provinciale. Di regola, infatti, il

primo atto da cui il contribuen-te ha contezza della pretesa del fi sco è l’avviso di accertamento al quale fa seguito l’iscrizione a ruolo e la notifi ca della cartella di pagamento. Da un punto di vista riscossivo tale avviso di accertamento da titolo all’am-ministrazione di iscrivere a ruo-lo subito gli importi corrispon-denti a metà degli ammontari derivanti dagli imponibili accer-tati (ai sensi dell’articolo 15 del dpr n. 602 del 1973). Di solito si attendevano comunque i ses-santa giorni a disposizione del contribuente per la predisposi-zione del ricorso. Una volta che l’amministrazione fi nanziaria si vedeva notifi cato tale ricor-so procedeva con l’iscrizione a titolo provvisorio di metà delle imposte.

In presenza di un avviso di accertamento, comunque, il contribuente si attiva imme-diatamente per impugnare lo stesso senza, ovviamente, at-tendere l’iscrizione a ruolo a titolo provvisorio. Del resto il ricorso avverso l’avviso di ac-certamento è indispensabile per contestare nel merito le pretese dell’amministrazione fi nanzia-ria, mentre, avverso la cartella di pagamento che fa seguito a un avviso correttamente notifi -cato, l’impugnazione è possibile solo per vizi propri della cartel-la senza poter entrare (più) nel merito delle pretese.

Ciò signifi ca che spesso quan-do ci si accinge a notifi care il ricorso spesso non si ha anco-ra la cartella di pagamento né l’iscrizione a titolo provvisorio; la richiesta di sospensione che viene inserita nel ricorso stesso,

in tali circostanze, si appalesa come una richiesta il cui oggetto non è ancora presente, interes-sando l’eventuale iscrizione a ruolo provvisorio che l’agenzia ha titolo di effettuare in pen-denza di giudizio. Oppure si può attendere, dopo il ricorso, che l’Agenzia notifi chi la car-tella di pagamento derivante dall’iscrizione a titolo provviso-rio è predisporre, separatamen-te, l’istanza di sospensione.

Con le modifi che della mano-vra a lo scenario cambia drasti-camente. Tali passaggi collegati alla limitazione della durata della sospensione e alla antici-pazione dell’effi cacia esecutiva degli avvisi di accertamento determinano una doppia pena-lizzazione: da un lato infatti i termini decorrono dal momento della notifi ca dell’avviso di ac-certamento; ciò signifi ca che lo stesso avviso può dare origine a esecuzione e misure cautelari a prescindere dalla successiva notifi ca della cartella. Quindi da un lato non sarà più pos-sibile attendere l’emissione della cartella (dopo il ricorso) per attivarsi successivamente a presentare istanza di sospen-sione alla commissione tribu-taria perché all’atto del ricorso spesso i termini di pagamento sono già in scadenza e occorre provare a bloccare la riscossio-ne; dall’altro il termine di 150 giorni decorre dall’accoglimen-to della richiesta che potrebbe lasciare pericolosi varchi tem-porali compresi tra la scadenza dei termini di pagamento e la comunicazione dell’avvenuta sospensione.

© Riproduzione riservata

Al di là della sospensione degli atti in sede giudiziale, l’art. 39, comma 1, del dpr 602/73, prevede la possibilità di sospensione della riscossione dei ruoli anche da parte della Direzione regionale delle entrate, in pendenza di ricorso, fi no alla data di pubblica-zione della sentenza della Commissio-ne tributaria provinciale.

In un primo momento, con l’intro-duzione della sospensione giudiziale dell’atto, la norma era stata abrogata; successivamente però l’articolo 39 è stato riesumato assicurando, in tal modo, la possibilità di ricorrere a due diversi strumenti di tutela cautelare, esercitabili anche contestualmente, in quanto quello dei due che si attiva con la richiesta di sospensione alla Direzione regionale delle entrate, opera sul piano amministrativo, men-tre quello che invece, si attiva con la richiesta di sospensione alla Commis-sione tributaria provinciale, opera sul piano giurisdizionale.

Occorre tuttavia sottolineare che i due istituti non coincidono né in ordi-ne alla tipologia degli atti sospendibi-li, né in ordine ai presupposti richiesti dalla legge per la loro attuazione.

Intanto per poter richiedere la so-

spensione alla direzione regionale occorre che il contribuente abbia pro-posto ricorso contro un ruolo, ossia contro una cartella di pagamento. In tal modo la Di-rezione regionale delle entrate può concedere la sospensione solamente nel caso in cui sia ammissibile il ricorso contro il ruolo; è il caso in cui que-sto è stato impugnato per vizi propri, ovvero perché è stato impugnato per contestare la fondatezza della pretesa tri-butaria, ma nei soli casi in cui lo stesso ruolo non sia stato preceduto da avviso di accerta-mento). Inoltre, l’amministra-zione ha escluso la possibilità di sospendere la riscossione del terzo (attraverso il citato art. 39), quando il contribuente, oltre all’avviso di ac-certamento, abbia impugnato anche il ruolo adducendo gli stessi motivi nel ricorso contro il ruolo, che sono stati addotti in quello contro l’avviso di accertamento. Peraltro la sospen-sione amministrativa è rimessa, in via di principio, alla discrezionalità tecnica del responsabile della Direzio-ne regionale delle entrate e risponde

ad esigenze diverse rispetto alla tu-tela giurisdizionale di cui all’art. 47

del dlgs 546/92. In realtà, l’interesse dell’amministrazione può andare ben oltre l’interesse dell’istante in quanto primario interesse da tutelare ha da essere quello di buona amministrazio-ne e di economicità dell’azione ammi-nistrativa, in relazione anche agli inte-ressi passivi che verrebbero a gravare sull’Erario per le indebite iscrizioni a ruolo. Tutto ciò sarebbe dimostrato anche dal fatto che, in caso di fondato pericolo per la riscossione, l’autorità

amministrativa è legittimata a revo-care il provvedimento di sospensione

della riscossione. L’autorità ammi-nistrativa, deve valutare si, la coe-sistenza del fumus boni juris e del pregiudizio grave ed irreparabile, su cui si basa l’istanza di sospensione, tuttavia, per motivi di opportunità, anche in assenza di un danno grave ed irreparabile, in ossequio al prin-cipio di buona amministrazione, può sospendere il ruolo. Ciò accade quando si è in attesa che l’Uffi cio provveda ad annullare l’iscrizione palesemente infondata. La sospen-sione amministrativa è dunque ido-nea ad intervenire anche nei casi in cui non è attuabile la tutela giudi-ziale per l’assenza del danno grave

ed irreparabile e nei casi in cui sia in corso un’istruttoria per l’autotutela, da cui potrebbe in teoria, derivare l’annullamento da parte della stessa amministrazione, in tutto o in parte, del provvedimento impugnato.

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Strumenti di tutela su doppio binario: giurisdizionale e amministrativo

Quando sospendere gli atti

Tipologia di atto Periodo di sospensione

Sospensione in commissione tributaria provinciale (articolo 47 dlgs 546/92)

Per un periodo massimo di 150 gg o i no alla data della sentenza

Sospensione amministrativa ordinaria (articolo 39 dpr n. 602/73)

Fino alla data della sentenza di primo grado

Sospensione amministrativa straordinaria (l’art. 39, com-ma 5, del dpr 602/73)

Massimo 12 mesi

Ruoli dei centri di servizio (art. 10 dpr n. 787/1980)

Massimo 6 mesi

terzo del dlgs 546/92 In realtà l’interesse

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5Lunedì 21 Giugno 2010Lunedì 21 GiuP R I M O P I A N O

DI ALESSANDRO FELICIONI

Il termine di150 giorni di validità svuota la funzione della sospensione giudiziale degli atti. Le regole previste

per la concessione della stessa, infatti, risultano incompatibi-li, da un punto di vista logico, con una durata temporanea del provvedimento. Ciò in quanto la sospensione viene concessa o perché c’è il sentore di bontà delle motivazioni addotte dal contribuente o perché la riscos-sione può provocare un danno irreparabile anche in caso di successivo esito favorevole del giudizio. Circostanze queste che non possono essere considerate temporanee.

La limitazione all’efficacia dell’istituto della sospensione giudiziale degli atti si aggiun-ge, in un panorama non certo rassicurante per il contribuen-te, alle diffi coltà che nella prassi si riscontrano per l’ottenimento della stessa.

L’istanza di sospensione può riguardare solamente alcuni tra gli atti impugnabili indi-cati dall’articolo 19 del dlgs n. 546/92. In particolare essa è ammissibile per l’avviso di accertamento dei tributi, nelle sue varie forme di rettifi ca delle dichiarazioni, di accertamento d’uffi cio e di accertamento va-lori, per l’avviso di liquidazione del tributo, per il provvedimen-to che irroga la sanzione, per il ruolo e la cartella di pagamento e per l’avviso di mora. Non sono invece suscettibili di essere so-

spesi il rifi uto espresso o tacito della restituzione di tributi, sanzioni pecuniarie e interessi o altri accessori non dovuti o il diniego o la revoca di agevola-zioni o il rigetto di domande di defi nizione agevolata di rappor-ti tributari.

Condizioni per la concedibili-tà della sospensione della esecu-tività dell’atto impugnato sono il «fumus boni iuris» ossia la circostanza che il ricorso, anche a seguito di una cognizione ne-cessariamente sommaria, deve apparire ammissibile e fondato e il pericolo di danno grave e irreparabile, ossia la circostan-za che l’esecuzione del prov-vedimento può essere sospesa solo se ne derivi concretamente all’istante un danno grave e non più riparabile anche in presen-za di una decisione defi nitiva a lui favorevole.

È evidente quindi che l’acco-glimento della richiesta di so-spensione da parte della com-missione può, in qualche modo, lasciar intravvedere un esito positivo alla controversia, dal momento che, soprattutto lad-dove la richiesta faccia perno sul primo dei due requisiti. Pe-raltro lo stesso comma 6 dell’ar-ticolo 47 precisa che nei casi di concessione della sospensione l’udienza per la discussione del merito della questione vada fi s-

sata entro i 90 giorni successivi al provvedimento di sospensio-ne stesso.

Ora questi 90 giorni sono un termine diffi cilmente rispetta-bile a causa della mole di proce-dimenti pendenti presso le com-missioni tributarie. Ciò rende quindi ancora più indigesta la limitazione temporale della so-spensione eventualmente ac-cordata dal mo-mento che ben difficilmente i150 giorni sa-ranno suffi cienti per ottenere una sentenza.

Cosicché nel momento in cui la sospensione è concessa soprat-tutto in presenza del fumus ci si tro-va di fronte a una situazione quasi pa-radossale per la qua-le i giudici hanno già dato un loro orienta-mento favorevole alla tesi del contribuen- te ma, a causa di circostanze non imputabili né a loro né, tanto meno, al contribuente stesso, possono prendere la decisione solo dopo che l’effetto protettivo della decisione di sospensione sarà venuto meno. Il rischio che l’amministrazione inizi azioni

esecutive o cautelari decorsa la sospensione è alto. Ci si trove-rebbe di fronte, insomma alla esasperazione del principio del solve et repete in base al quale in caso di contestazione, prima occorre pagare il richiesto e poi, eventualmente, richiedere a rimborso la somma indebita-mente versata.

Peraltro la situa-zione non è meno pa-radossale laddove la sospensione venga accordata a seguito della presenza del secondo requisi-to, quello legato al danno grave e irreparabile dell’eventuale ri-scossione. In tale caso il decorso dei termini per l’effi cacia della sospens ione lascerebbe il contribuente nella condi-

zione di poter subire la riscossione quando non solo lui stesso ma anche un organo giu-diziale hanno accertato che da tale esecuzione deriva un dan-no non ripristinabile nemmeno con la successiva sentenza fa-vorevole e il rimborso di quanto versato.

Peraltro la circolare n. 98/E

del 1996, nell’illustrare le mo-tivazioni e le considerazioni che la commissione provinciale deve valutare nel concedere la sospensione si spingeva anche oltre. Si legge che «nella valuta-zione dei presupposti di conce-dibilità della sospensione della esecutività dell’atto impugna-to bisogna tener conto non solo dell’interesse del ricorrente, ma anche di quello dell’am-ministrazione finanziaria o dell’ente locale impositore circa la perdita delle garanzie patrimoniali nelle more della defi nizione del giudizio princi-pale o anche la maggiore diffi -coltà della esazione futura del credito erariale».

Ora è evidente che se anche la Commissione tributaria si preoccupa, nel concedere la sospensione, dell’amministra-zione fi nanziaria, l’istituto in esame risulta svuotato di qua-lunque funzione di tutela del contribuente. Nel momento in cui l’evoluzione normativa ha rafforzato e anticipato i poteri riscossivi dell’amministrazio-ne fi nanziaria, appare chiaro che non può essere investito anche il giudice tributario di una funzione di garanzia per l’erario.

Il tutto, peraltro, senza consi-derare che la sospensione può essere richiesta solo in primo grado, con esclusione, quindi, di qualsiasi tutela nelle fasi successive del giudizio.

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Istanza circoscritta ad alcuni atti

Sì al potenziamento della riscossione, ma affiancato in parallelo da un po-tenziamento della giustizia tributaria. Altrimenti è il caso di abolire il termine temporale di 150 giorni per la sospen-sione eventualmente accordata dal giu-dice. Così Enrico Zanetti, coordinatore dell’Ufficio studi del Cndcec, commen-ta le novità previste dalla manovra in tema di tutele cautelari.Domanda. In occasione dell’audizione in senato sulla manovra, il presiden-te del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti Claudio Siciliotti ha espresso forti perplessità sulle novità che riguardano la concentrazione del-la riscossione nell’accertamento. Non è che come al solito si è tutti contro l’evasione fiscale quando è il momento delle parole e assai meno quando è il momento dei fatti?Risposta. Assolutamente no. La con-centrazione della riscossione nell’ac-certamento è una norma che di per sé saremmo disposti ad accettare, perché il doppio passaggio è sicuramente una garanzia procedurale in più per il contribuente, ma è anche vero che il doppio balletto delle notifiche è un bizantinismo cui si può onestamente rinunciare.D. Qual è il problema allora?R. Il solco sempre più profondo che si sta scavando, con palese noncuranza, tra una riscossione sempre più efficien-te dal punto di vista dello stato e una giustizia tributaria che viceversa vie-

ne lasciata là dove si trova ora, con tempistiche quasi sempre molto, ma davvero molto più lunghe e con una magistratura non professionale lasciata alla bravura di singoli e qualitati-vamente depressa da norme di incompatibilità talebano nei confronti di dottori commer-cialisti ed esperti contabili che, invece, potrebbero contribui-re molto all’innalzamento del livello qualitativo medio dei giudicati di merito.D. In altre parole, secondo il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili dello stato il potenziamento della riscossione è inac-cettabile se non accompagnato da un parallelo potenziamento della giustizia tributaria.R. Per forza, a meno che naturalmente si voglia dire chiaramente che il rappor-to tra fisco e contribuente non è basato sulla giustizia, bensì sulla riscossione. Sarebbe veramente sconfortante, anche se farebbe il paio con una legislazione tributaria palesemente basata sulle esi-genze di gettito, anziché sul principio di capacità contributiva. Si rischia davve-ro di lanciare messaggi molto negativi, anche perché il primo, che dimostra di non credere nella capacità dell’attuale apparato di giustizia tributaria di reg-gere i tempi sempre più rapidi della riscossione, è proprio lo stato.D. In che senso?

R. Nel senso che, paralle-lamente alla c o n c e n t r a -zione della r i scoss ione nell’accerta-mento, viene introdotta una disposizione per ef fetto della quale l ’ eventuale

sospensione dei pagamenti, accordata dal giudice nelle more della sentenza di primo grado, non può comunque ec-cedere i 150 giorni. Come a dire: sicco-me io stato ho fretta di riscuotere, se il giudice ti accorda la sospensione e poi va troppo per le lunghe a causa di un livello di efficienza non adeguato alle novità, passati 150 giorni, cascasse il mondo, tu contribuente paghi e così le eventuali lentezze del mio sistema di giustizia sono fatti tuoi e non miei. Francamente improponibile. E non e tutto.D. Eppure sembrerebbe già più che sufficienteR. Non è tutto perché la manovra si guarda bene dal modificare il comma 6 dell’art. 47 del dlgs 546/1992, ai sen-si del quale «nei casi di sospensione dell’atto impugnato la trattazione del-la controversia deve essere fissata non oltre novanta giorni dalla pronuncia». Capito il quadro che viene in questo

modo costruito? Se, nelle more del giu-dizio di primo grado, il giudice non ac-corda la sospensione dei pagamenti al contribuente, quest’ultimo paga e per il giudizio ci vorranno i tempi che ci vorranno e chi se ne frega. Se invece il giudice accorda la sospensione, allora la fissazione dell’udienza deve essere bella veloce e, se per caso questo termi-ne ordinatorio viene disatteso da una commissione tributaria particolarmen-te ingolfata, scatta comunque la tutela per l’Erario della «sospensione della so-spensione» una volta passati 150 gior-ni. Non ci siamo proprio.D. E quindi cosa chiedono i commer-cialisti?R. Come ha detto il presidente Siciliot-ti, siamo anche disposti a comprendere e accettare le esigenze che rendono op-portuna la concentrazione della riscos-sione nell’accertamento, ma chiediamo che venga eliminato il limite tempo-rale di 150 giorni per la sospensione eventualmente accordata dal giudice e anche che venga previsto un termine ordinatorio entro cui andrebbe fissata l’udienza non soltanto nei casi in cui la sospensione è stata accordata, ma anche e soprattutto nei casi in cui non è stata accordata. Mi auguro che in sede di conversione della manovra il parla-mento si ricordi, nell’interesse di tutti e anche dell’Erario stesso, il vecchio ada-gio secondo cui l’ottimo finisce spesso per essere nemico del buono.

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L’INTERVISTA

Zanetti: oltre alla riscossione si potenzi la giustizia tributaria

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Enrico Zanetti

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6 Lunedì 21 Giugno 2010 P R I M O P I A N O

In un anno di lotta all’evasione internazionale siglate 450 intese di collaborazione fra stati

Guerra ai paradisi al giro di boaDa luglio a dicembre sprint di verifi che sugli accordi fi scali

Pagine a curaDI GABRIELE FRONTONI

«Per il contrasto dell’evasione in-ternazionale è stato fatto di più

negli ultimi 12 mesi che negli ultimi 12 anni». Parola di Jef-frey Owens, numero uno del Dipartimento fiscale dell’Oc-se, il braccio operativo del G20 nella lotta ai centri offshore. E in effetti i numeri snocciolati dall’Organizzazione di Parigi hanno davvero dell’incredibi-le. Nell’ultimo anno, sono stati siglate ben 450 intese fiscali da parte di quei Paesi inseriti a pieno titolo all’interno del-le liste nera e grigia stilate dall’Ocse il 2 aprile del 2009, in occasione del G20 di Londra che ha dato il via alla caccia agli evasori. L’economia aveva da poco iniziato a fare i conti con la crisi, mentre i governi di tutto il mondo si stavano at-trezzando per mettere in campo misure di supporto alle istitu-zioni finanziarie in odore di fal-limento. Servivano soldi, molti soldi per sostenere l’aumento di spesa generato dalle uscite di cassa impreviste. E per questo non poteva più essere tollerata la fuga oltrefrontiera di risorse vitali per la sopravvivenza e la stabilità dei paesi industrializ-zati. Ed ecco allora che, trai-nati dalla determinatezza di Francia e Germania, anche gli Usa si sono uniti alla crociata contro i centri offshore, metten-do al bando qualsiasi forma di tolleranza nei confronti del se-greto bancario. Dalla Svizzera a San Marino, da Monaco alle Cayman, passando per Pana-ma, Macao, le isole Vergini o l’Uruguay, i capi di stato e di go-verno hanno dato la loro parola che non avrebbero fatto sconti di pena ai Paesi complici nella creazione di reti transnazionali per eludere il Fisco.

A queste minacce, non hanno fatto mai seguito, nella realtà, misure concrete di contrasto ai centri offshore. Soltanto an-nunci velati di ritorsioni com-merciali e politiche per coloro che non avrebbero raggiunto il numero minimo di accordi fi scali bilaterali (12) indicato dall’Ocse come strumento di contrasto all’evasione. È scat-tata così la corsa a siglare il maggiori numero possibile di Tiea (Tax information exchan-ge agreement) per oltrepassare in tempi rapidi lo spartiacque tra buoni e cattivi stabilito da Owens e colleghi.

Ma l’Ocse aveva fatto male i conti. Tanto che nel giro di pochi mesi, la lista grigia si è svuotata completamente tra-ghettando 28 giurisdizioni a scarsa trasparenza nell’Olimpo dei Paesi collaborativi sotto il profi lo fi scale. E questo, grazie alla scaltrezza dei governanti dei centri offshore, capaci di cogliere il tallone d’Achille del

regolamento valutativo predi-sposto dall’Organizzazione di Parigi. In altre parole, era suf-fi ciente per un paradiso fi scale arrivare alla fi rma di 12 accordi per lo scambio reciproco infor-mazioni bancarie con altrettan-ti centri offshore per vedersi ripulire la fedina, ottenendo di diritto un posto accanto a Sta-ti Uniti, Francia, Germania o Italia, tanto per citarne alcuni. Come fare per uscire da questo vicolo cieco?

La soluzione è stata raggiunta in Messico, a settembre scorso, in occasione del Global Forum sulla trasparenza e lo scambio di informazioni. Un organismo sovranazionale a cui hanno aderito 91 giurisdizioni, com-presi tutti i membri dell’Ocse, del G20 e la maggior parte dei paradisi fi scali. Al termine di un lungo e acceso dibattito sulle possibili vie d’uscita da questa

situazione di stallo, i membri del Forum hanno concordato sulla necessità di valutare non tanto il numero di accordi sigla-ti, quanto piuttosto la loro qua-lità, dando un colpo di spugna alle velleità dei paradisi fi scali di ottenere sconti di pena.

Ma il processo sarebbe stato lungo e complicato. La prima fase del cammino di revisione degli accordi fi scali ha riguarda-to un gruppo di 18 giurisdizioni (Australia, Barbados, Bermuda, Botswana, Canada, Danimarca, Isole Cayman, India, Irlanda, Giamaica, Jersey, Mauritius, Monaco, Norvegia, Panama, Qatar, Trinidad & Tobago). Ma la vera prova del fuoco si avrà soltanto nel secondo semestre dell’anno quando entreranno nel mirino dell’Ocse i maggiori protagonisti della finanza of-fshore: da luglio a dicembre un comitato di valutatori metterà

a ferro e fuoco il sistema fi scale di Svizzera, Liechtenstein, San Marino, Bahamas, Singapore e Guernsey, tanto per citare i più famosi, andando a verifi ca-re la qualità delle intese fi sca-li sottoscritte in fretta e furia nell’ultimo anno per sfuggire alla tagliola dell’Ocse.

Le ispezioni non riguarderan-no, tuttavia, solamente i centri offshore ma anche i Paesi pro-motori della lotta all’evasione. Dall’Italia agli Stati Uniti, dalla Francia alla Germania, tutte le economie del G20 saranno pas-sate ai raggi X di qui alla fi ne dell’anno. E per vedere la fi ne dei lavori, ci vorranno almeno tre anni di valutazioni, verifi -che, scambi di documenti e ana-lisi incrociate.

In attesa di conoscere i risul-tati della fotografia scattata dall’Ocse al sistema fi scale in-ternazionale, i Paesi industria-

lizzati hanno deciso di muoversi in autonomia, lanciando una se-rie di condoni sui capitali sfug-giti illegalmente all’estero, con esiti più o meno soddisfacenti. L’esempio più virtuoso è certa-mente quello targato Tremonti che, complice il basso livello di sanzioni imposte dal governo, tra il 15 settembre 2009 e il 30 aprile scorso è riuscito a ripor-tare in Italia qualcosa come 104 miliardi di euro. Un vero e pro-prio bottino che ha consentito allo Stato di incassare un extra gettito di 5,6 miliardi di euro.

È andata bene anche agli Stati Uniti nonostante i livelli piuttosto elevati delle penali, comprese tra il 40 e il 60% di quanto detenuto all’estero, ol-tre alle spese legali e a quelle di gestione della pratica. Secondo gli agenti del Fisco a stelle e strisce, questo sistema ha fatto sì che venissero allo scoperto 14.700 evasori riportando in patria diversi miliardi di dolla-ri. Situazione molto simile an-che in Francia. Dopo una prima partenza in sordina, il meccani-smo di regolarizzazione ammi-nistrativa (Regularisation des avoirs à l’etrangèr) ha riscosso un successo crescente. E questo, nonostante le sanzioni pesan-tissime che nel peggiore dei casi potevano arrivare fi no all’80% delle imposte evase. Alla fi ne, complice anche il diffondersi dei timori per la diffusione di liste di evasori del Fisco fi nite nelle mani delle autorità, lo scudo francese si è concluso con 3mila evasori venuti allo scoperto che

hanno rimpatriato 3 miliardi di euro.

Numeri molto simili a quelli registrati in Olanda (5.500 auto-dichiarazioni per un importo totale di 1,5 miliardi di euro), o in Argentina dove lo scu-do fi scale ha restituito al Paese la bellezza di 8,3 miliardi di dollari. Unica cenerentola del-

la situazione, il Regno Unito, che ha archiviato l’operazione di amnistia con il rimpatrio di appena 135 milioni di sterline a differenza dei 2 miliardi pro-nosticati dall’esecutivo. Molto contenuto anche il risultato dei primi tre anni di scudo fi scale proposto dall’Australia che ha portato alla luce 3.200 casi di capitali sfuggiti illegalmente al fi sco, generando un extra getti-to di 65 milioni di dollari. Per non parlare della Grecia, ultimo Paese ad aver attuato la strate-gia dell’amnistia fi scale per fare cassa in un momento di crisi delle fi nanze pubbliche. Nelle scorse settimane, il governo di Atene ha annunciato il varo di un’operazione di amnistia di-segnata sul modello italiano. Lo scudo prevede la possibilità di rimpatriare i capitali entro sei mesi pagando una tassa del 5%.

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regolamento valutativo predi- situazione di stallo i membri a ferro e fuoco il sistema fiscale

Al termine di una lunga bagarre politica du-rata quasi un anno, il Parlamento di Berna ha dato il via libera alla concessione all’Irs (l’Agenzia delle entrate americana), dei no-minativi di 4.450 potenziali evasori del fi sco a stelle e strisce, in possesso di un conto corrente cifrato presso le fi liali elvetiche di Ubs. Un duro colpo per il sistema fi nanziario svizzero, a cui i deputati hanno cercato di far fronte proponendo il coinvolgimento del popolo nella decisione fi nale, quasi a volersi togliere il peso di una decisione storica per la Piazza fi nanziaria elvetica. Ma non c’è stato nulla da fare.Il Comitato di conciliazione ha bocciato la proposta parlamentare spianando la strada all’invio dei dati a Washington entro e non oltre il 19 agosto prossimo, come previsto dall’accordo iniziale sottoscritto un anno fa dal governo svizzero e da quello americano. Sono state messe in salvo, in questo modo, le relazioni diplomatiche tra Berna e Washing-ton, seriamente danneggiate dalla decisione del Tribunale amministrativo federale che a gennaio scorso aveva dichiarato illegittima l’intesa su Ubs sottoscritta dall’esecutivo. Quello con gli Stati Uniti rappresenta, tutta-via, soltanto uno dei fronti diplomatici caldi dell’azione di governo elvetica. Nei mesi scor-

si, i ministri di Berna avevano deciso di in-terrompere in maniera unilaterale il dialogo con la Francia per la defi nizione di un nuovo accordo sulle doppie imposizioni. E questo, in seguito allo scoppio del caso Falciani, un ex dipendente della fi liale ginevrina di Hsbc, entrato in possesso di una lista si 120mila conti segreti legati a operazioni di elusione del Fisco in oltre 80 Paesi di tutto il mondo, ceduti poi al procuratore di Nizza, Eric De Montgolfi er.Tra questi, ci sarebbero anche 8mila ita-liani, attualmente sotto attenta verifi ca da parte della Guardia di Finanza. Per non parlare di altre liste di possibili evasori del Fisco, cedute a caro prezzo ad alcuni Land tedeschi. Ultimo caso, quello della Bassa Sassonia che si è impadro-nita di un CD contenente i nominativi di altri 20 mila detentori di conti segreti in Svizzera, sborsando ap-pena 185 mila euro.

Segreto bancario svizzero sotto assedio

I numeri dei capitali rientrati

Paese Numero scudati

Capitali Rimpatriati

Stime rimpatrio

Italia n.d. 104 miliardi di euro 100 miliardi di euro

Francia - Bouclier fi scal 3.000 3 miliardi di euro n.d.

Stati Uniti (voluntary disclosure) 14.700 persone

Diversi miliardi di dollari

n.d.

Regno Unito 10.000 135 milioni di sterline 2 miliardi di sterline

Olanda 5.500 persone 1,5 miliardi di euro n.d.

Argentina n.d 8,3 miliardi di dollari n.d.

Liechtenstein - UK n.d. n.d.1 miliardo di sterline

entro il 2015

Ecuador 2.000 74 milioni di dollari 50 milioni di dollari

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7Lunedì 21 Giugno 2010Lunedì 21 GiuP R I M O P I A N O

Trovare il giusto equilibrio fra le politiche di stimo-lo alla crescita e il risana-mento dei conti pubblici. È

questa la sfi da a cui saranno chia-mati a dare una risposta i capi di stato e di governo dei maggiori paesi industrializzati nel delicato vertice del G20 di Toronto, in Ca-nada, in programma per il 26 e 27 giugno prossimi. Tutte le attenzio-ni verranno riservate alla riforma del sistema fi nanziario internazio-nale, riportata in primo piano dalle speculazioni che hanno messo in ginocchio l’economia della Grecia, prima di muoversi all’attacco della Spagna.

Il primo passo da compiere in questa direzione, secondo Berlino ma anche per Londra e Parigi, sa-rebbe quello di introdurre una tas-sa sulle banche, capace di sollevare le fi nanze pubbliche dall’onere del sostegno economico agli istituti di credito in diffi coltà, così com’è av-venuto nel corso degli ultimi due anni.

La proposta verrà portata in sede di G20 insieme alla possibile introduzione di una forma di tas-sazione sulle transazioni fi nanzia-rie da applicare a livello globale. «Bisogna tassare chi ha messo a rischio i mercati», ha tagliato corto la Merkel, appoggiata in pieno dal presidente francese, Nicolas Sar-kozy, e un po’ meno dal governo italiano. Le maggiori attenzioni si concentreranno sulle proposte elaborate dal Financial stability board (Fsb) presieduto dal presi-dente della Banca d’Italia, Mario Draghi. «Il 2010 e il 2011 saranno anni critici per gettare le basi dei capitoli più signifi cativi della rifor-ma globale», ha sentenziato l’Fsb,

in una lettera inviata ai ministri dell’economia e delle fi nanze e ai governatori delle banche centrali in occasione dell’approssimarsi del vertice del G20 di Toronto. Quattro i temi caldi che verranno proposti in Canada: la messa a punto di regole nazionali legate a un coordinamento internazionale; un miglioramento nelle strutture fi nanziarie, per evitare i rischi di contagio, in particolare per i cosid-detti prodotti derivati «Over the counter» (Otc), azioni più decise per agevolare il credito alle azien-de dell’economia reale, rafforzando le fonti di fi nanziamento delle ban-che; maggiore trasparenza sugli Otc e più controlli su di essi.

Anche in questo caso, come nella defi nizione di una strategia comu-ne per la tassazione del sistema bancario, l’Europa si è mossa d’an-ticipo rispetto al G20. Nei giorni scorsi il Parlamento Ue ha appro-vato una risoluzione che prevede l’introduzione a livello comunitario di regole più severe per combatte-re la speculazione e assicurare la trasparenza del settore.

La risoluzione precede di poche settimane la pubblicazione, da par-te della Commissione, delle propo-ste legislative per regolamentare il settore che dovranno poi passare al vaglio dell’Europarlamento. «Bisogna abbandonare l’opinio-ne fi nora prevalente secondo cui

questi prodotti non richiedono al-cuna disciplina supplementare, in quanto per lo più riservati a esper-ti e specialisti», hanno sottolineato gli eurodeputati chiedendo che la futura normativa garantisca non solo la trasparenza sui mercati dei prodotti derivati, ma anche una corretta regolamentazione.

Non solo. La nuova legislazione dovrà includere anche una serie di norme sul divieto di eseguire operazioni su materie prime e prodotti agricoli con fi nalità pura-mente speculative. E pertanto, è necessario imporre limiti rigorosi per le transazioni in quei settori, con particolare riferimento ai ge-neri alimentari di prima necessità nei paesi in via di sviluppo e alle quote di emissione dei gas a ef-fetto serra.

Soluzioni condivisibili a livello globale, che non mancheranno tuttavia di creare nuovi scompi-gli in fase di discussione duran-te il vertice di Toronto.

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In vista del G20: in cima agli obiettivi la riforma del sistema i nanziario internazionale

Prodotti speculativinel mirino dei paesi

San Marino si prepara a spostare la partita con l’Italia sul terreno di gioco dell’Europa. La crociata al segreto banca-rio lanciata dal G20 nell’aprile dello scor-so anno si è abbattuta come un macigno sull’economia della Rupe. A farsi carico del ripristino di trasparenza nelle attività del Titano è stato proprio il governo ita-liano che dopo aver parafato i termini del protocollo di modifica dell’accordo contro le doppie imposizioni fiscali nel giugno del 2009, ha deciso di chiudersi a riccio alzando un muro di gomma tra Roma e San Marino.«In tempi brevi e con un intenso lavoro, siamo stati capaci di varare normative interne in grado di garantire la traspa-renza del nostro sistema economico e di sottoscrivere numerose intese bilaterali sullo scambio di informazioni su modello Ocse, ottenendo l’apprezzamento e il rico-noscimento di vari organismi internazio-nali del calibro del Moneyval, del Gafi e

dell’Ocse, per l’appunto, che hanno deciso di annoverare la Repubblica del Titano fra i Paesi collaborativi», hanno spiegato gli esponenti dell’esecutivo sanmarinese. «Nonostante questo, l’Italia si è irrigidita e, attraverso il varo del decreto incentivi, ha unilateralmente superato gli accordi vigenti fra i due Paesi».Come se non bastasse, il governo di Roma si è chiuso in quello che San Marino de-finisce «un imbarazzante silenzio» sulla richiesta, inoltrata da tempo per vie diplo-matiche, di un incontro chiarificatore fra i due esecutivi. «L’atteggiamento italiano, è incomprensibile, se non altro per il fatto che San Marino ha manifestato la chiara volontà di andare incontro alle richieste della controparte italiana per definire insieme e nel reciproco interesse i tempi e i modi di attuazione delle intese», ha spiegato il segretario agli esteri del Ti-tano, Antonella Mularoni. In effetti, l’ap-provazione del pacchetto trasparenza per

mano della Rupe che prevede l’abolizione dell’anonimato societario e l’introduzio-ne del reato di falsa fatturazione, non ha scalfito minimamente l’intenzione di Tre-monti di sradicare l’alone di mistero che ruota ancora attorno al Titano. E ha così rilanciato, facendo richiesta a San Marino per lo scambio automatico di informazio-ni sul modello europeo. In caso contrario, blocco ai rapporti economici tra Italia e il Titano, così come previsto dal decreto in-centivi che entrerà in vigore a partire dal primo di luglio. Una bella mazzata per il governo sanmarinese, rimasto incastrato tra l’incudine di un’economia in affanno dopo il rientro di 5 miliardi di euro in Ita-lia sotto l’ombrello dello scudo fiscale; e il martello di una richiesta politica, difficile da soddisfare in tempi così stretti. Unica soluzione per evitare il blocco delle atti-vità del Paese, fornire assistenza tecnica al mondo delle imprese, ipotizzando la possibilità di appoggiarsi a società com-

missionarie italiane che operino per con-to di aziende sammarinesi committenti. «Si tratta di una misura d’urgenza per evitare lo stallo delle attività economiche a San Marino», ha spiegato il segretario alle finanza, Pasquale Valentini secondo cui il blocco dei rapporti con l’Italia sta generando un effetto a catena su tutto il comparto produttivo del Paese. Per questa ragione, il governo della Rupe ha minacciato di portare il contenzioso con l’Italia in sede internazionale, nella speranza di ottenere dall’Europa quella risposta che non arriva da Roma. Almeno per via diretta. Visto che all’indomani dei clamori sbandierati in piazza dai membri del governo della Rupe, a due passi da Montecitorio, a Roma, il governo italiano ha risposto a modo suo, dando il via a un’operazione internazionale di contra-sto alle frodi carosello che si è conclusa con il coinvolgimento di ben 20 società con sede sul Titano.

IL CONFRONTO CON L’EUROPA

San Marino si prepara a cambiare terreno di gioco

Lo stato dei lavoriper l’uscita dalla lista grigia

Paese Adeguamento a standard Ocse

Numero accordi

Belize 2002 4

Isole Cook 2002 11

Liberia 2007 1

Isole Marshall 2007 3

Montserrat 2002 3

Nauru 2003 0

Niue 2002 0

Panama 2002 1

Vanuatu 2003 2

Altri centri fi nanziariPaese Adeguamento a

standard OcseNumero accordi

Brunei 2009 9

Costa Rica 2009 1

Guatemala 2009 0

Filippine 2009 0

Uruguay 2009 5

Fonte: Dati Ocse al giugno 2010

I paesi della lista bianca dell’Ocse

Andorra Danimarca Giappone St Vincent and the Grenadines

Anguilla Rep Domenicana Jersey Samoa

Antigua & Barbados Estonia Corea del Sud San Marino

Argentina Finlandia Liechtenstein Seychelles

Aruba Francia Lussemburgo Singapore

Australia Malesia Slovacchia

Bahamas Germania Malta Slovenia

Bahrain Gibilterra Mauritius Sudafrica

Barbados Grecia Messico Spagna

Belgio Grenada Monaco Svezia

Bermuda Guernsey Olanda Svizzera

Brasile Ungheria Antille Olandesi Turchia

Isole Vergini Britanniche Islanda Nuova Zelanda Turks and Caicos

Canada India Norvegia Emirati Arabi

Isole Cayman Indonesia Polonia Regno Unito

Cile Irlanda Portogallo Stati Uniti

Cina * Isle of Man Russia Isole vergini Usa

Cipro Israele St Kitts and Nevis

Rep. Ceca Italia St Lucia

* Escluse le Regioni a statuto speciale

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8 Lunedì 21 Giugno 2010 P R I M O P I A N O

ItaliaOggi Sette ha testato i motori di ricerca sul web: ecco dove trovare l’offerta meno cara

L’Rc auto si sceglie con un clickComparando le polizze on-line si dimezzano costi e tempi

Pagine a cura DI MARI PADA

Risparmio fino al 50%, 10 minuti per avere sul tavolo le proposte delle compagnie e il rilascio

della polizza in 24 ore. I motori che comparano on-line l’assicu-razione Rc auto promettono di trovare l’offerta meno cara e più adatta alle esigenze degli auto-mobilisti. I click dei potenziali clienti si concentrano in parti-colare su quattro siti: uno è ge-stito dall’Isvap e dal ministero dello sviluppo economico, «Il tuo preventivatore», e lanciato poco più di un anno fa, affi anca le proposte delle compagnie e ne blocca il prezzo per 60 giorni. Altri sono gestiti da privati e sono veri e propri broker tele-matici che scandagliano i pro-dotti e incrociano le richieste degli utenti. Non solo. Stringono accordi con le compagnie assi-curative e, soltanto su internet, propongono polizze a prezzo di saldo non solo per le auto, ma anche per le moto, la casa, gli infortuni e i viaggi. Solo sette italiani su cento, però, acqui-stano oggi attraverso il canale web e lo fanno per difendere il proprio portafoglio ed evitare di recarsi presso gli sportelli delle agenzie assicurative. Ma il nu-mero, assicurano gli esperti, è destinato ad aumentare.

Chi sceglie il web ci gua-dagna. Secondo l’Isvap (Isti-tuto statale di vigilanza sulle assicurazioni private) come si evince nell’ultima relazione sul 2009, la distribuzione delle co-perture Rc auto non ha subito, nel 2009, sostanziali mutamenti nella sua composizione: il 90,9% delle polizze è stato raccolto at-traverso il canale delle agenzie (91,6% nel 2008); il 5,2% circa attraverso la vendita diretta e quindi anche Internet o telefono (5% nel 2008), il 2,7% attraverso brokers (2,2% nel 2008), l’1,2% attraverso gli sportelli bancari (1,2% nel 2008).

Analizzando il dato dell’Isvap attraverso un’indagine commis-sionata da assicurazione.it, pri-mo comparatore on-line in Ita-lia (su un panel di oltre 1000 individui) si scopre che quasi un milione e mezzo di italiani ha sottoscritto l’assicurazione dopo aver consultato un motore di ricerca e confronto. A naviga-re nei meandri delle clausole e dei siti internet sono maggior-mente gli uomini con meno di 34 anni, residenti nel sud Italia e nelle isole. Si arriva in totale (secondo l’Ania, associazione nazionale delle imprese assi-curative) a oltre 2,5 milioni di assicurati on-line. Chi ha deci-so questa modalità lo ha fatto principalmente per l’opportu-nità di risparmiare sia tempo, sia denaro (84% del campione) e per la comodità di acquistare da casa propria e negli orari pre-feriti (42%). A colpire positiva-mente sono le dichiarazioni di

oltre un milione di italiani che affermano di aver scelto il web per la possibilità di confrontare chiaramente le tariffe proposte dalle compagnie assicurative e che il passaparola sia stato mo-tivo di scelta per oltre 400 mila automobilisti. Niente rispetto al Regno Unito, dove si assicu-ra on-line non il 5% ma il 70%, anche se, come sottolinea, Al-berto Genovese, Ceo di assicu-razione.it, stiamo vivendo «tassi importanti di crescita». Stando ai dati forniti da cercassicura-zioni.it sulla base dell’archivio dati raccolto negli ultimi mesi, il 27% perde qualche minuto alla ricerca di tariffe più basse in Internet ma, in compenso, riesce a risparmiare anche 400 euro l’anno.

Chi ha scelto di non fare la propria polizza on-line dichiara di averlo fatto perché non si fi da dei siti internet (73%) o per una generica «questione di privacy dei dati» (31%). Un milione e mezzo di italiani, invece, perché non ha alcuna dimestichezza con il web.

È guerra aperta tra i «tro-vapolizze». Vince il Preven-tivatore statale. I principali concorrenti on-line che oggi offrono un sistema di compara-

zione tra polizze Rc auto di compagnie dirette o tradizionali e la possibilità di raggiungere livelli di profi lazione altissimi sono assicurazione.it, cercassi-curazioni.it, 6sicuro.it preven-tivatore.sviluppoeconomico.gov.it.

• Rapido, con assistenza. As-sicurazione.it è il primo broker e compara 16 compagnie e per-mette di scegliere anche la po-lizza più adatta per la propria moto. È il più rapido e semplice da usare: non servono partico-lari dati relativi alla persona o all’auto e in 5 minuti garantisce di offrire il meglio disponibile su piazza. Per i meno convinti o i meno pratici con il web, of-fre un call center attivo dalle 9 alle 20 che aiuta nella compila-zione e offre assistenza. E, per invogliare all’acquisto, mette in palio un’auto per chi richie-de il preventivo e poi acquista una polizza entra il 30 giugno 2010.

• Tante compagnie disponibi-li. Cercassicurazioni.it parago-na 18 assicurazioni e mette a disposizione una guida che per-mette agli utenti di comprende-re meglio la normativa. Offre anch’esso un call center attivo fi no alle 18.30, ma necessita di qualche dato in più nella com-

pilazione, tra cui informazioni personali sul guidatore (per esempio la residenza attuale comprensiva di indirizzo) e la targa del veicolo.

• Tradizione e web, con tra-sparenza. 6sicuro.it compara il listino di 16 compagnie e con-sente di acquistare on-line non solo le polizze delle compagnie dirette, ma anche le polizze del-le compagnie tradizionali, che non vendono tramite Internet.

Dopo aver compilato un que-stionario, 6sicuro seleziona le cinque polizze più economiche fra quelle comparate sia per auto che per moto. L’unico che ricorda al momento giusto che la «legge Bersani» permette di usufruire per un veicolo di nuo-va immatricolazione la stessa classe CU (Bonus/Malus) matu-rata da un familiare convivente già assicurato.

• Compilazione laboriosa, ma è il meno caro. Il preventivatore Isvap consente di ricevere sulla propria e-mail i preventivi delle 65 compagnie assicurative che operano in Italia, offre una pa-noramica sulle offerte presenti sul mercato e le rende vincolan-ti per 60 giorni, ma non è pos-sibile acquistare direttamente dal sito dello ministero dello Sviluppo economico. Per ragioni

di semplicità il servizio di pre-ventivazione prende in conside-razione le ipotesi di polizza più comuni e diffuse, ovvero quelle basate su: la formula tariffaria bonus malus, il massimale mini-mo di legge, il caso della «guida libera» (la garanzia dell’impresa opera qualunque sia il soggetto alla guida al momento del sini-stro) e della «guida esperta» (in questo caso se al momento del sinistro è alla guida del veicolo un soggetto di età inferiore a 26 anni, l’impresa può esercitare la rivalsa sull’assicurato). Ma si può scegliere anche diversa-mente. È l’unico sito in cui è ne-cessario registrarsi ed è l’unico che invia la proposta per email. La compilazione è davvero lunga e laboriosa (circa 25 minuti), le etichette meno chiare rispetto alla concorrenza, richiede infor-mazioni specifi che come la vol-tura al Pra dell’auto. Richiede addirittura la provincia dove si circolerà di frequente. Ma i ri-sultati sono migliori rispetto ai broker privati.

© Riproduzione riservata

ItaliaOggi Sette ha sperimen-tato i «cercaprezzi» presenti sul web, testandoli su due tipologie di utente: cinquan-tenne di Milano, avvocato, con fuoristrada appena ac-quistato, box privato dove parcheggiare il mezzo, co-niugato con fi gli, categoria di rischio 3; giovane 23enne di Bari, impiegato, con city car con doppia alimentazio-ne benzina-gpl, che intende utilizzare la categoria di ri-schio di un parente conviven-te, classe CU 1. Il risultato? Il formulario Isvap è il più la-borioso nella sua compilazio-ne. Su circa 200 mila richie-ste di preventivo effettuate in un anno, circa il 25% non è stato portato a compimento. Dopo il test, scopriamo che non tutte le voci, anche se richieste, vanno compilate obbligatoriamente. Ma, dopo tanto lavoro, la buona noti-zia è che le offerte dell’Isvap sono le più vantaggiose. Gli altri motori (soprattutto bro-ker) offrono rapidità d’uti-lizzo, intuitività e offerte ad hoc in convenzione, elementi che fanno impennare i con-tatti mensili. Il maggiore vantaggio è la possibilità di acquistare la polizza con un click, cosa impossibile per il motore Isvap.

Simulazione 1

PROFILOProfessionista 50enne residente a Milano, Classe CU 3, per un SUV del 2009- Garanzie base – guida esclusiva Cercassicurazioni.it

COMPAGNIA PREZZO (euro) NOTE

Quixa 574 Prezzo web

Zurich connect 594 Sconto ulteriore per il sito

Dialogo 604 Prezzo web

Direct line 687 Sconto ulteriore del 15% se si acquista con una settimana di anticipo

Assicurazione.it

COMPAGNIA PREZZO (euro) NOTE

Genialloyd 570,51 Solo con carta di credito o bonii co. Include as-sistenza stradale

Quixa 574,77 Emissione immediata

Dialogo 604 n.p.

Direct line 732, 67 Solo con carta di credito o paypal

6sicuro.it

COMPAGNIA PREZZO (euro) NOTE

Quixa 544,60 n.p.

Genialloyd 552 n.p.

Zurich connect 688,05 n.p.

Direct line 696,91 n.p.

preventivatore ISVAP

COMPAGNIA PREZZO (euro) NOTE

Quixa 479,43 n.p.

Zuritel 568,43 n.p.

Genialloyd 602 n.p.

Dialogo 604,82 n.p.

Ricerca effettuata da ItaliaOggi. Preventivi al 14 giugno 2010 per una polizza da attivare il 21 giugno 2010

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9Lunedì 21 Giugno 2010Lunedì 21 GiuP R I M O P I A N O

In Italia si può spendere fi no a 7 mila euro l’anno per as-sicurare la propria auto. Se-condo le ultime rilevazioni

disponibili relative al 2008, le tariffe Rc auto sono pratica-mente doppie rispetto al resto d’Europa e negli ultimi mesi, dall’ultimo trimestre del 2009 a oggi, le tariffe medie ponderate sono aumentate ulteriormen-te. Lo ha riferito il presidente dell’ Isvap, Giancarlo Gianni, nel corso di un’ audizione in senato del 16 giugno davanti alla commissione straordinaria sul controllo dei prezzi e delle tariffe. Si tratta di «aumenti abbastanza sconcertanti», ha detto Giannini, nonostante un quinquennio, dal 2003 al 2007, di risultati nel ramo Rc auto positivi per le imprese, il 2008 ha segnato una prima in-versione di tendenza (con una perdita di circa 90 milioni) che si è consolidata in negativo nel 2009 (-377 milioni). Un’inver-sione di tendenza alla quale «le imprese assicurative hanno reagito azionando la leva degli aumenti tariffari».

Dai dati del 2008 emerge che «in Italia il premio medio è praticamente doppio che in Germania, Francia e Spagna: 407 euro contro rispettivamen-

te 222, 172 e 229 euro». Inoltre, in base a un monitoraggio tri-mestrale svolto dall’Isvap per diversi profi li di assicurati, al primo gennaio 2010 la tarif-fa per un 40enne nella classe di massimo bonus, cresciuta rispetto a un anno prima in media del 14,4% su base na-zionale, risultava in aumento del 12,1% al Nord, del 12,4% al Centro e del 19% al Sud.

Nel caso di un assicurato 18enne neopatentato, a fronte di un aumento medio naziona-le del 16,2%, gli aumenti sul territorio sono stati rispettiva-mente del 15% al Nord, del 12% al Centro e del 21,2% al Sud.

«In alcune zone del Meridione poi», ha sottolineato Giannini, «si sono riscontrati, in partico-lare per giovani e neopatentati, livelli di premi estremamente elevati, anche oltre 7 mila euro l’anno per assicurare una auto-vettura di media cilindrata».

Le cause? Secondo l’Ania i prezzi sono alti perché i costi sopportati dalle imprese di as-sicurazione sono abnormi. Tra le cause possibili «una legisla-zione che permette di conside-rare permanenti microinvalidi-tà che in tutta Europa non sono considerate tali; un inadegua-to contrasto delle frodi e delle speculazioni che sono sempre

più diffuse; norme sbagliate e distorsive che impediscono il corretto funzionamento del mercato e inspiegabili ritardi nell’attuazione della normati-va prevista dal Codice delle as-sicurazioni per la valutazione dei sinistri più gravi».

Secondo i consumatori, poi, sono «totalmente sottostimate» le cifre fornite dall’Isvap. Gli automobilisti italiani pagano di premi Rc auto 8 miliardi in più del resto d’Europa. Le polizze costerebbero quasi 5 volte rispetto all’Ue . Secondo le stime delle associazioni, dal 1994 a oggi gli assicurati han-no subito rincari del 170%, e oggi una polizza Rc auto costa mediamente tra i 900 e i 1.000 euro annui (si vedano tabelle). A partire da gennaio, hanno re-gistrato, quest’anno, una cre-scita dal 15% al 20%, 179 euro in più solo nell’ultimo anno.

Napoli è la più cara. A Ro-vigo si spende meno. Napoli secondo l’Ania, l’associazione delle assicurazioni, è la città più pericolosa al volante. Gli automobilisti partenopei sono in Italia i più imprudenti, per-ché di ogni 100 auto in circola-zione sulle strade di Napoli e provincia oltre 16 incappano in media in un incidente. All’oppo-sto Rovigo, città dove il rischio incidenti si riduce di due terzi rispetto al napoletano e scende al 5% del parco circolante.

Dopo anni di progressiva ri-duzione la frequenza sinistri è risultata in aumento a partire dal 2007, passando dall’8,47% del 2006 all’8,52% del 2007, all’8,60% nel 2009.

Le province con più inciden-ti nel 2009 (oltre il 10%) sono 17, e di queste 14 sono al Sud. Proprio Napoli si è conferma-ta lo scorso anno la città con la più alta frequenza in Italia (16,41%), con un aumento ri-spetto al 2007 di oltre il 40%. Con una frequenza pari al 12,33% la seconda città a più alto rischio incidenti è stata invece Prato.

S e g u o n o p o i C a s e r t a (+23,5%), Reggio Calabria (+17,9%) e Salerno (+17,1%).

Tutt’altra storia invece nel Nordest del Paese. È proprio tra Veneto e Friuli che si con-centrano le province più sicu-re, in cui guidare sembra mol-to più semplice. Rovigo è stata lo scorso anno la città con la più bassa frequenza sinistri (5,02%), con una diminuzione dal 2007 del 6,4%. Pordenone segue a brevissima distanza, con una frequenza sinistri pari a 5,05%.

Meglio cambiare classe che pagare di tasca propria. Ad aver presentato alle proprie assicurazioni il maggior nume-ro di denunce per incidente con colpa sono stati gli automobi-listi toscani (6,65%) seguiti da quelli laziali (5,88%) e, a brevissima distanza, da quel-li liguri (5,82%). In Toscana la fascia nera spetta alla pro-vincia di Pistoia (oltre il 10% dei pistoiesi cambierà classe di merito); quella di provincia più virtuosa, invece, va a Sie-na (solo il 4% dei senesi dovrà aumentare classe).

Sempre secondo l’analisi dei dati, le categorie professionali che hanno denunciato il mag-gior numero di incidenti sono stati i medici (7.37%) e gli agenti di commercio (5.72%). Imprenditori (4.56%) e ap-partenenti alle Forze Armate (3.59%) quelli che hanno dovu-to fare ricorso alle assicurazioni il minor numero di volte. Valle d’Aosta, Campania e Calabria sono le regioni in cui la minor percentuale di automobilisti cambierà classe di merito (in ciascuna di esse appena il 4% circa).

Il 66% dei guidatori è stato coinvolto in un incidentati e tanti hanno deciso di pagare di tasca propria, anziché ve-dersi aumentato il premio. In media la loro spesa è stata di 237€, quasi il doppio di quan-to sarebbe aumentato il premio cambiando classe di merito.

Cosa resta della «Bersa-ni» a tre anni dal decreto. A tre anni dal decreto Bersa-ni soltanto il 7,5% ne sfrutta i vantaggi.

Il 2 Febbraio del 2007 ve-niva approvato il dl n. 7 del 31/01/2007 che introduceva alcune importanti novità nel settore assicurativo. Prevede-va l’introduzione del risarci-mento diretto, cioè l’obbligo di essere risarcito dalla propria assicurazione che poi si sa-rebbe rivalsa su quella della controparte; che i neopatenta-ti potessero sfruttare la classe di merito del familiare convi-vente; ancora, che l’attestato di rischio, documento indispensa-bile per la sottoscrizione di un contratto Rc auto, mantenga la sua validità per cinque anni anche nel caso in cui si decida di non guidare per un periodo e, quindi, non si assicuri subito un veicolo alla scadenza della polizza.

Se è vero che molti italiani conoscono queste novità, po-chi (appena il 7,5%) ne hanno sfruttato i vantaggi. È questo il valore emerso dall’indagine di Assicurazione.it analizzando i dati di chi ha sottoscritto una polizza nuova o ne ha rinnova-to una negli ultimi sei mesi (su 500 persone). Le donne hanno sfruttato questo risparmio leg-germente più e al Sud, complice anche un periodo di convivenza maggiore fra genitori e fi gli, si arriva a percentuali più alte.

© Riproduzione riservata

Tariffe, sui rincari balletto di cifre

La Banca d’Italia, la Consob, la Covip, l’Isvap e l’Autorità garante della concor-renza e del mercato hanno sottoscritto un Protocollo di intesa in materia di edu-cazione finanziaria finalizzato a promuo-vere e realizzare iniziative congiunte, rafforzare gli strumenti di cooperazione reciproca già esistenti e coordinare atti-vità future. L’intesa tra le cinque Autorità muove dalla consapevolezza dell’importanza dell’educazione finanziaria nel realiz-zare le esigenze di tutela dei cittadini

che utilizzano servizi bancari, finanzia-ri, previdenziali e assicurativi, e dal con-vincimento che un diffuso livello di co-noscenza sui temi fi nanziari sia in grado di apportare benefi ci alla stabilità fi nan-ziaria e alla società nel suo complesso. Le Autorità, quale prima iniziativa da at-tuare congiuntamente in base al Protocollo, predisporranno un portale web comune per presentare in forma organica tutti i mate-riali educativi e i supporti tecnici già esi-stenti e curarne il successivo sviluppo.

© Riproduzione riservata

Authority, l’unione fa la forza

Simulazione 2

PROFILOGiovane 23enne impiegato residente a Bari, Classe CU 1 (da familiare convivente) per una Hyundai i10 nuova 1,1 bifuel gpl - Garanzie base – guida esclusivacercassicurazioni.it

COMPAGNIA PREZZO (euro) NOTEGenialloyd 993 Prezzo web

Directline 1.081 Sconto ulteriore se acquistata con una settimana di anticipo

Rsa 1.178 2 giorni per l’emissione

S.A. - CEBI 1.197 2 giorni per l’emissione

assicurazione.it

COMPAGNIA PREZZO (euro) NOTEDirectline 853,68 Pagamento con carta di credito o paypal

Milano assicurazioni 942 n.p.

Sai fondiaria 942 n.p.

Allianz Ras 986,72 n.p.

6sicuro.it

COMPAGNIA PREZZO (euro) NOTEToro 1.573,23 Tariffa valida i no al 30 giugno 2010.

Direct line 1.617,47 n.p.

Linear 2.271,12 n.p.

Zurich connect 2.881,31 n.p.

Preventivatore Isvap

COMPAGNIA PREZZO (euro) NOTEAlleanza toro 593,57 n.p

Groupama assicurazioni 597,65 n.p.

Augusta assicurazione 619,36 n.p.

Le assicurazioni di Roma 709,33 n.p.

Ricerca effettuata da ItaliaOggi. Preventivi al 14 giugno 2010 per una polizza da attivare il 21 giugno 2010

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10 Lunedì 21 Giugno 2010 F I S C O

Le indicazioni delle Entrate nella circolare n. 32: un freno alle domande al i sco generiche

Interpello, istanze a regola d’arteVa quantifi cato il risparmio fi scale in caso di risposta positiva

Pagine a cura DI DUILIO LIBURDI

Domande al fi sco solo se precise, motivate e con-tenenti il vantaggio che si conseguirebbe da una

eventuale risposta positiva. Inol-tre, rischio sanzioni per i contri-buenti che, obbligati alla presen-tazione di una richiesta per non applicare alcune disposizioni, omettono la relativa presenta-zione. Fermo restando che, lad-dove in un momento successivo si riesca a dimostrare l’esistenza delle condizioni che consentono la non applicazione della norma stessa, tale rischio potrebbe es-sere estremamente ridotto. Sono molti i messaggi che possono es-sere ricavati dalla lettura della circolare dell’Agenzia delle en-trate n. 32 del 14 giugno scorso in materia di interpello che tenta di fare ordine in una materia che ha conosciuto una stratifi cazione di norme e di direttive rese in precedenza proprio dall’ammi-nistrazione fi nanziaria. Tra le diverse tipologie di interpello, la più nota è sicuramente quella di-sciplinata dall’articolo 11 dello statuto dei diritti del contribuen-te di cui alla legge n. 212 del 2000 che è fi nalizzata a conoscere il pensiero dell’amministrazione fi nanziaria in relazione al cor-retto comportamento da seguire in relazione a un caso concreto che ricorre nei confronti del con-tribuente. Proprio dal riepilogo delle tipologie di interpello parte la circolare dell’amministrazione fi nanziaria evidenziando come, affi ancata all’ipotesi dell’istanza prevista dallo statuto, le ulteriori fattispecie sono da ricondurre a quella prevista dall’articolo 21 della legge n. 413 del 1991 ed all’articolo 37-bis, comma 8, del dpr n. 600 del 1973. La prima è fi nalizzata a conoscere l’orien-tamento dell’amministrazione fi nanziaria in relazione a opera-zioni che sono potenzialmente elusive, quali quelle evidenzia-te nell’articolo 37-bis del dpr n. 600 del 1973, mentre la seconda riguarda la possibilità di richie-dere la disapplicazione di una norma che limita l’applicazione di un regime o impone un cer-to comportamento. In questa seconda casistica ricadono, per esempio, le istanze disapplicati-ve della normativa Cfc ovvero in materia di società non operative. L’Agenzia delle entrate si pre-

mura di delimitare la modalità e il contenuto di una istanza di interpello fornendo delle indica-zioni molto precise su come una istanza debba essere formulata in modo tale che la stessa non sia considerata come inammissibile. In primo luogo, il caso sottoposto all’amministrazione fi nanziaria deve essere concreto e persona-le fornendo tutti gli elementi conoscitivi della fattispecie pre-cisando come la richiesta debba contenere:

- l’indicazione in merito alla tipologia di istanza;

- i dati identifi cativi del con-tribuente;

- la fattispecie sulla quale si richiede il parere dell’ammini-strazione finanziaria. Quindi, l’istanza non può essere gene-rica e non può porre a carico dell’Agenzia l’onere di ricavare dall’eventuale documentazione allegata le informazioni neces-sarie alla compiuta defi nizione della fattispecie medesima. La

circolare ricorda come l’inter-pello è un istituto prettamente fi scale, e, dunque, viene ritenuta inammissibile l’istanza fi naliz-zata a ottenere esclusivamente una pronuncia dell’Agenzia, per esempio, sul trattamento conta-bile ovvero sull’inquadramento civilistico di una determinata questione. Viene osservato come tali qualifi cazioni, qualora pro-dromiche alla definizione del regime fiscale, devono essere fornite peraltro dal contribuen-te adeguatamente motivate e documentate (per esempio, se disponibile, può essere allegato un parere pro veritate). In ogni caso, su questi elementi, l’ammi-nistrazione fi nanziaria può for-nire un diverso orientamento;

- l’indicazione dei valori econo-mici interessati dall’interpello. Nella sostanza, dunque, viene ri-chiesto di quantifi care (in alcuni casi anche evidenziando valori di massima) il risparmio fi scale ottenibile in caso di risposta po-sitiva da parte dell’amministra-zione fi nanziaria.

- la preventività rispetto al comportamento da tenere. In generale, il comportamento che il contribuente deve seguire ri-guarda la dichiarazione a meno che non si tratti di imposte che non prevedono una dichiarazio-ne periodica quale l’imposta di registro. In tali ipotesi, il concet-to di preventività è soddisfatto laddove sia presentata istanza prima, per esempio, di sottopor-re alla registrazione un atto. Va ricordato (si veda la tabella), che ogni tipologia di istanza ha dei tempi di risposta propri e, con riferimento alle istanze di disapplicazione, non è prevista normativamente l’ipotesi del si-lenzio assenso. Peraltro, in rela-zione al periodo di imposta 2009, viene affermato come le istanze di interpello in materia di Cfc ovvero di richiesta di disapplica-zione delle norme in materia di società di comodo possono essere presentate tenendo conto anche dei 90 giorni ulteriori rispetto alla scadenza de termine di pre-sentazione delle dichiarazioni. Quindi, per esempio, la richiesta di disapplicazione delle norme in materia di società non operati-ve, potrà essere proposta entro il prossimo 30 settembre 2010. In ogni caso, il concetto di pre-ventività dell’istanza deve essere valutato rispetto al momento di presentazione della dichiarazio-ne, a nulla rilevando il termine di versamento delle imposte.

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Tipologie di interpello e tempi per la risposta

Articolo 11 legge n. 212 del 2000

Riguarda la possibilità di conoscere il parere dell’am-ministrazione i nanziaria sulla applicazione della nor-ma in un caso concreto e personale del contribuente. Rientrano in tale ipotesi ad esempio:

le istanze Cfc; • quelle per la continuazione del consolidato; • quelle per il trattamento dei dividendi in alcune • specii che ipotesi.

Nella sostanza, si tratta di un interpello che ha delle i nalità di carattere interpretativo in merito, in partico-lare, a disposizioni di legge di nuova introduzione.

Per la risposta è il termine è di 120 giorni dopo i quali si genera il silenzio-assen-so

Articolo 21 della legge n. 413 del 1991

Il contribuente, anche prima della conclusione di un contratto, di una convenzione o di un atto che può dar luogo all’applicazione delle di cui all’articolo 37, comma 3, del dpr 600 del 1973 , articolo 37-bis del medesimo dpr e articolo 108, comma 2, del Tuir, può richiedere il preventivo parere alla competente direzione generale del Ministero delle i nanze for-nendole tutti gli elementi conoscitivi utili ai i ni della corretta qualii cazione tributaria della fattispecie prospettata. Rientra in questa ipotesi l’istanza per la non applicazione della presunzione in materia di costi black list di cui all’articolo 110 del Testo unico delle imposte sui redditi.

Per la risposta il termine è di 180 giorni dopo i quali si genera il silenzio-assen-so

Articolo 37-bis, comma 8, del dpr n. 600

Sono le istanze con le quali il contribuente richie-de la non applicazione delle norme tributarie che, allo scopo di contrastare comportamenti elusivi, limitano deduzioni, detrazioni, crediti d’imposta o altre posizioni soggettive altrimenti ammesse dall’or-dinamento tributario, possono essere disapplicate qualora il contribuente dimostri che nella particolare fattispecie tali effetti elusivi non potevano verii car-si. A tal i ne il contribuente deve presentare istanza al Direttore regionale delle entrate competente per territorio, descrivendo compiutamente l’operazione e indicando le disposizioni normative di cui chiede la disapplicazione. In questa ipotesi rientra la richiesta di disapplicazione delle norme in materia di società di comodo. Tipico esempio dell’istanza in questione è quella presentata da una società che effettua una operazione di fusione ed intende riportare, succes-sivamente alla operazione stessa, un ammontare di perdite superiore a quanto previsto dall’articolo 172, comma 7, del Tuir.

Il termine per la risposta è di 90 giorni dopo i quali non si for-ma il silenzio-assenso

Le imprese di grandi dimensioni

Per tali imprese, il decreto legge n. 185 del 2008 ha disciplinato una peculiare competenza per la presen-tazione di tutte le tipologie di istanze di interpello

Il concetto di preventività

Per tutte le tipologie di istanze di interpello requisito essenziale è quello della loro preventività rispetto al comportamento che il contribuente deve seguire e che si concretizza, solitamente, nell’ambito della dichiarazione dei redditi. Pertanto, le istanze di inter-pello non incidono su una possibile posticipazione dei versamenti di imposta.

Le risposte dell’amministrazione fi nanziaria

Come chiarito dalla circolare dell’agenzia delle entra-te, tutte le risposte rese da parte dell’amministrazione i nanziaria rappresentano un parere rispetto al quale il contribuente può anche seguire un comportamen-to difforme rispetto a quello che l’amministrazione stessa ritiene corretto e che viene espresso nella risposta. In ogni caso, il diniego non è impugnabile da parte del contribuente.

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La circolare sul sito www.italiaoggi.it/docio7

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11Lunedì 21 Giugno 2010Lunedì 21 Giugno 2010F I S C O

Nella circolare dell’Agen-zia delle entrate, viene osservato come alcune delle istanze di inter-

pello sono a carattere obbliga-torio quali, per esempio, quelle relative alla disapplicazione del regime Cfc o quelle in tema di disapplicazione delle norme in materia di società non operati-ve. Una prima osservazione che può essere formulata su tale de-fi nizione riguarda le norme da cui traggono origine le istanze in questione in quanto, se dalla formulazione letterale dell’arti-colo 167 del Tuir il dato appare incontrovertibile, in merito alle disposizioni di cui all’articolo 30 della legge n. 724 del 1994, la stessa soluzione non appare così scontata, ma deve essere trovata, indirettamente, me-diante il rinvio alle previsioni di cui all’articolo 37-bis, comma 8, del dpr n. 600 del 1973. Ciò posto, la circolare osserva come nel caso in cui il contribuente non adempia alla presentazio-ne di una istanza di interpello «obbligatoria», nel corso dell’at-tività di controllo sarà irrogata la sanzione di cui all’articolo 11, comma 1, del dlgs n. 471 del 1997. Inoltre, laddove sempre in sede di controllo emerga come la posizione del contribuente non sia comunque suscettibile di disapplicazione, sulla mag-giore imposta accertata saran-no applicate le sanzioni massi-me. Da tale previsione discende

il superamento della posizione espressa in passato dall’ammi-nistrazione fi nanziaria in me-rito alla inammissibilità del ri-corso da parte del contribuente che non aveva presentato una istanza di interpello in mate-ria di società non operative. Pertanto, nell’ipotesi in cui una società non operativa non presenti una istanza di disap-plicazione ai sensi dell’articolo 37 bis, comma 8, del dpr n. 600 del 1973:

- in sede di controllo subirà l’irrogazione della sanzione di cui all’articolo 11 del dlgs n. 471 del 1997;

- laddove in sede di accerta-mento o di controllo non sussi-stano elementi sostanziali per il superamento della fattispecie per la quale è richiesto inter-pello obbligatorio, si provvederà alla irrogazione delle sanzioni massime previste dalla legge. Quindi, sulla maggiore imposta per infedeltà della dichiarazio-ne la sanzione sarà di due volte l’imposta.

Una volta delimitato il campo delle istanze di interpello che sono riconducibili al concetto

di obbligatorietà, va comun-que segnalato un passaggio fondamentale della circolare. In una parte del documento di prassi viene affermato come «il comportamento omissivo dei contribuenti che non presenta-no l’istanza, ove obbligatoria, incide, infi ne, anche sulla gra-duazione delle sanzioni ordina-riamente applicabili qualora, in fase di accertamento, l’ammini-strazione rilevi, sulla base della documentazione in possesso del contribuente e del contraddit-torio con quest’ultimo, l’insus-sistenza delle condizioni che legittimano la disapplicazione della disciplina, oggetto dell’in-terpello obbligatorio. Al riguar-do, vale la pena precisare che l’analisi condotta dagli uffici non deve limitarsi alla mera constatazione del mancato ri-spetto di parametri quantitati-vi o di condizioni formali posti dal legislatore, ma deve mira-re a verifi care se gli elementi sostanziali addotti dal contri-buente siano idonei a dimostra-re l’effettiva sussistenza delle circostanze esimenti previste dalle norme di riferimento. In

assenza di tale dimostrazione, considerata la gravità del com-portamento del contribuente che, omettendo la proposizione dell’interpello obbligatorio, ha sottratto al vaglio preventivo dell’amministrazione fattispe-cie che il legislatore tributario ritiene meritevoli di particolare tutela, gli uffi ci applicheranno, in linea di principio, le sanzioni nella misura massima prevista dalla legge».

La lettura di tale passaggio della circolare può generare anche una differente lettura. Infatti, si potrebbe sostenere come laddove il contribuente possa far valere delle circostan-ze oggettive che consentono la non applicazione delle norme quali quella in materia di Cfc o di società di comodo diret-tamente in sede di controllo o di contraddittorio finalizzato all’accertamento, la presenta-zione o meno di una istanza di interpello diverrebbe elemento del tutto irrilevante. Restereb-be, eventualmente, la sanzione di 258 euro che sarebbe comun-que possibile defi nire con il pa-gamento del quarto. Inoltre, a

maggior ragione, tutti gli ele-menti a sostegno della posizio-ne del contribuente potrebbero essere forniti in sede contenzio-sa non potendo essere prevista una limitazione in merito alle circostanze di fatto e di diritto apprezzabili dal giudice. Nella sostanza, dunque, se da un lato l’amministrazione fi nanziaria fornisce delle indicazioni molto precise sia in merito al contenu-to delle istanze di interpello sia in relazione alle ipotesi in cui le stesse debbano essere presen-tate obbligatoriamente, nello stesso documento di prassi si dà atto della possibile difesa spendibile da parte del contri-buente anche nel caso di man-cata presentazione dell’istanza. Pertanto, oltre alla possibilità di comportarsi in modo diver-so rispetto alla risposta fornita dall’amministrazione fi nanzia-ria in quanto la stessa rappre-senta un «semplice» parere, vi è anche la possibilità in sede di contraddittorio di evidenziare quelle circostanze di fatto che non consentono l’applicazione di una norma contenuta nel testo unico delle imposte sui redditi (quale quella sulle Cfc) ovvero quella fi nalizzata a de-terminare un reddito minimo in capo ad una società che non raggiunge il test di operatività come previsto dall’articolo 30 della legge n. 724 del 1994.

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L’omessa richiesta fa scattare sanzioni

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12 Lunedì 21 Giugno 2010 F I S C O

Ricognizione di ItaliaOggi Sette su recenti sentenze della Cassazione in tema di accertamenti

L’evasione fiscale ha più sintomiDai listini ai questionari ai clienti, gli indizi sono molteplici

Pagine a cura DI ANDREA BONGI

Più indizi d’evasione possono costituire una prova. Sembra essere questo il fi lo condutto-

re che lega diverse sentenze emesse negli ultimi mesi dal-la Corte di cassazione (si veda l’elenco riportato nella tabella in pagina). L’attenta lettura delle motivazioni dei giudici del Pa-lazzaccio evidenzia infatti che, oltre all’elemento indiziario più eclatante sulla base del quale gli ispettori del fisco avevano costruito il loro accertamento, a carico del contribuente esisteva-no anche altri elementi sintoma-tici dell’evasione fi scale.

Più indizi fanno dunque una prova e legittimano la ricostru-zione analitico-induttiva del reddito d’impresa o di lavoro autonomo del contribuente in questione.

Molto spesso è lo stesso con-tribuente a fornire spunti per l’azione del fi sco. È il caso del-la sentenza n. 3542 del 16 febbraio 2010 nella quale la Cassazione ha ritenuto legitti-ma la ricostruzione induttiva del reddito di un commerciante (bar) effettuata dall’uffi cio Iva di Macerata basandosi, fra l’al-tro, sul listino dei prezzi esposto al pubblico dallo stesso esercente.

Pur in presenza di una contabilità «formalmente regolare» il ricorso all’ac-certamento induttivo del volume d’affari dell’im-presa, basato anche su «altri documenti» o «dati e notizie» raccolti o desun-ti, deve ritenersi dunque legittimo.

Il listino prezzi esposto al pubblico era soltanto uno de-gli elementi che aveva guidato gli ispettori del fi sco alla rico-struzione del volume d’affari dell’esercente. Al commerciante in questione era stato infatti applicato un accertamento ana-litico induttivo del suo volume d’affari sulla base di elementi certi e defi niti in relazione alle singole merci, attraverso il com-puto delle rimanenze iniziali, degli acquisti in corso d’anno, e delle rimanenze fi nali, nonché attraverso la determinazione del numero delle prestazioni ef-fettuate sulla base delle indica-zioni fornite dallo stesso titolare dell’esercizio in ordine ai singoli quantitativi di merce sommini-strati per ciascuna fornitura. Il listino prezzi dunque è servito solo per «quantifi care» i valori delle singole forniture così rico-struite.

Anche nel caso deciso con la sentenza n. 10148 del 28 apri-le 2010 è stato lo stesso compor-tamento tenuto dal contribuente a guidare la verifi ca dell’uffi cio delle imposte.Qui il contribuen-te aveva abbattuto in maniera clamorosa (dal 110 al 10%) la percentuale di ricarico applica-

ta su alcuni prodotti venduti. Di fronte alle richieste di chia-rimenti del fi sco il commerciante si era giustifi cato richiamando la crisi del settore. Per la Cassazio-ne una tale giustifi cazione non

può essere plausibile. In periodi di crisi, si legge nella sentenza, l’impresa può anche agire sugli utili abbattendo le percentuali di ricarico applicate sui prezzi di vendita, ma se tale comporta-mento non consente neppure di recuperare i costi, allora occorre-rà provare che si è di fronte non a una strategia di vendita ma bensì a una politica liquidatoria dell’attività.

Se poi la verifi ca si basa addi-rittura sui questionari compilati dai clienti di un albergo siamo di fronte a un vero e proprio «autogol» del contribuente. È il caso della sentenza n. 4746 del 26 febbraio 2010 nel quale la Corte di cassazione ha respinto

il ricorso di un contribuente che aveva impugnato un avviso di accertamento basato, anche in questo caso fra gli altri elementi indiziari, sulle risposte ai que-stionari inerenti la qualità dei

servizi forniti dall’al-bergo predisposte dai clienti.

I questionari erano dunque anche in que-sto caso uno degli indizi reperiti dagli ispettori del fi sco. Altri elementi sui quali la ricostruzio-ne dei maggiori incassi percepiti dalla struttu-ra ricettiva erano costi-tuiti da alcune agende

rinvenute dalla Guardia di fi-nanza durante un’ispezione in loco nelle quali erano annotati, giornalmente, gli incassi ri-cevuti e i pa-gamenti effet-tuati. Grazie ai questionari dei clienti era stato dunque possi-bile completare

l’accertamento calcolando il nu-mero delle stanze date in affi tto, il numero delle prestazioni rese per ogni periodo d’imposta e i prezzi mediamente praticati.

Anche il numero dei tovaglioli usati da un ristorante può legit-timare l’accertamento analitico-induttivo del reddito d’impresa. Ma c’è di più. La sentenza n. 18475 del 2009 emessa dalla Corte di cassazione precisa ul-teriormente che l’uso del cosid-detto «tovagliometro» è legittimo anche nell’ipotesi in cui non ven-ga applicata alcuna percentuale di scarto dei tovaglioli utilizzati, avvalorando appieno la tesi che vuole assegnato a ogni tovagliolo un pasto consumato.

Anche in questo caso però il tovagliometro era solo uno degli indizi che avevano spinto l’uffi -cio delle entrate di Bassano del Grappa a emettere l’avviso di accertamento.

Il reddito d’impresa dichiara-to dal ristoratore in questione era infatti apparso incongruen-te anche in rapporto ad altre circostanze quali: gli elevati costi sostenuti per il personale dipendente; l’ubicazione in pie-no centro storico; la notorietà dell’esercizio basata su una ri-nomata tradizione culinaria; le divergenze fra i riscontri conta-bili effettuati e le dichiarazioni rese durante il contraddittorio con l’uffi cio. La presenza di que-sta serie di «indizi di evasione» avevano dunque guidato l’uffi cio alla ricostruzione indiretta dei ricavi del ristorante nella quale il dato oggettivo del numero dei tovaglioli utilizzati costituiva unicamente il parametro per de-terminare il numero dei coperti. La sentenza in commento me-rita comunque una particolare menzione perché si discosta da precedenti prese di posizione della stessa Corte, superandole, in ordine alla non necessità di sottrarre dal numero dei tova-glioli utilizzati una certa percen-tuale a titolo di scarto.

Nei precedenti richiamati la Cassazione aveva invece rite-nuto necessario sottrarre una percentuale di tovaglioli utiliz-zati motivando tale circostanza nella semplice considerazione, di comune buon senso, che un certo numero degli stessi venisse uti-lizzato per scopi diversi e che non fosse giustifi cabile l’assioma che vuole a ogni tovagliolo utiliz-zato, un pasto consumato (Cass. nn. 9884/2002; 12440/2007; 12438/2007; 14871/2008).

Anche i versamenti di assegni sui conti correnti emessi dei soci e dei dipendenti di una società

costituiscono presunzione, grave precisa e concordante di evasio-ne fi scale. Soprattutto quando tali versamenti non trovano al-cun riscontro contabile e fanno quindi presumere che si tratti di somme in nero versate dai clien-ti agli stessi soci e dipendenti.

Sulla base di questi presuppo-sti la Cassazione con la senten-za n. 10584 del 30 aprile 2010 ha riconosciuto la legittimità dell’accertamento analitico-induttivo effettuata dall’uffi cio imposte. Secondo la sentenza in commento la valenza presun-tiva costituita dai versamenti effettuati dai soci e dipendenti della società trae fondamento logico dalla relazione esistente fra il fatto noto, versamento sui conti, e quello ignoto, evasione fi scale della società, che nel caso di specie risulta avvalorato dal rapporto di dipendenza logica esistente fra gli stessi soggetti.

In presenza di un simile qua-dro logico presuntivo, si legge nella sentenza, spetta al contri-buente fornire la prova contra-ria che dovrà essere «… specifi ca e riguardare analiticamente i singoli movimenti bancari», do-vendo altresì dimostrare «..che ciascuna delle operazioni effet-tuate fosse estranea a fatti im-ponibili». Un saldo cassa in rosso costituisce ovviamente un ano-malia contabile a forte indizio di evasione. Anche in questo caso però la cassa negativa non è sta-to il solo indizio di evasione che ha convinto la Cassazione della bontà della ripresa operata dal fi sco. Nella sentenza n. 24509 del 20 novembre 2009 si legge infatti che oltre a tale grave in-dizio alla società in questione erano state imputate anche altre infrazioni quali: la deduzione di spese di viaggio dei dipendenti in assenza dei necessari riscon-tri chilometrici e dell’autoriz-zazione alla trasferta da parte dell’amministratore.

Naturalmente il saldo cassa negativo costituisce l’elemento principe della rettifi ca operata dal fi sco poiché lo stesso, si leg-ge nella sentenza in commento, implica che le voci di spesa siano di entità superiore a quelle degli introiti registrati facendo pre-sumere l’esistenza di ricavi non contabilizzati in misura almeno pari al disavanzo contabile.

La lettura delle sentenze in rassegna conferma quindi che la di là dell’elemento indiziario più eclatante, la ricostruzione analitico-induttiva del reddito d’impresa e/o di lavoro auto-nomo, regge anche al giudicato tributario quando risulta avva-lorata da più indizi di evasione. Tutto ciò conferma il vecchio adagio secondo il quale «più in-dizi fanno una prova».

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Gli indizi di evasione avallati dalla Cassazione

Sentenza Indizio Dispositivo

Cassazione, sent. 3542 del 16/02/2010

Listino prezzi espo-sto al pubblico

Legittimo l’accertamento induttivo del maggior red-dito di un commerciante valutando le somministra-zioni effettuate sulla base del listino prezzi

Cassazione, sent. 10148 del 28/04/2010

Abbattimento del ri-carico per la crisi del settore

La crisi del settore non è sufi ciente per giustii care un clamoroso abbattimento della percentuale di ri-carico. L’accertamento induttivo deve considerarsi legittimo

Cassazione, sent. 4746 del 26/02/2010

Utilizzo dei questio-nari compilati dai clienti di un albergo

Legittimo l’utilizzo dei questionari sul gradimento della struttura ricettiva per calcolare il numero delle stanze afi ttate e delle persone presenti

Cassazione sent. 18475 del 2009

Numero dei tovaglioli utilizzati dal ristoran-te

Ad ogni tovagliolo utilizzato corrisponde la sommi-nistrazione di un pasto senza che si debba consi-derare una percentuale di scarto

Cassazione sent. 10584 del 30/04/2010

Assegni di soci e di-pendenti

Il versamento sul conto della società di assegni non transitati dalla contabilità è presunzione grave pre-cisa e concordante che giustii ca l’accertamento analitico-induttivo

Cassazione sent. 24509 del 20/11/2009

Saldo cassa nega-tivo

E’ legittimo l’accertamento induttivo basato sul gap fra spese e incassi contabilizzati quando il saldo cassa è negativo

Altri articoli sul sito www.italiaoggi.it/tovagliometro

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13Lunedì 21 Giugno 2010Lunedì 21 Giugno 2010F I S C O

Contro la fantasia degli evasori il fisco mette in campo ogni possibi-le arma a sua disposi-

zione. Più elementi potranno essere acquisti dagli ispettori del fi sco durante le attività di verifi ca fi scale e più probabilità di successo, anche in contenzio-so, potrà avere l’accertamento (si veda altro articolo a fi anco). Ecco allora che per stanare le possibili evasioni ed elusioni d’imposta il fi sco utilizza im-magini satellitari, foto scatta-te durante una manifestazione sportiva, quantità dei cocktail serviti da un bar situato pres-so uno stabilimento balneare. Sono questi alcuni degli stra-tagemmi utilizzati dai funzio-nari delle strutture territoriali dell’agenzia delle entrate per scovare evasioni più o meno raffinate poste in essere dai contribuenti.

Un esempio dell’ingegnosità degli 007 del fi sco viene dall’ac-certamento effettuato dalla Di-rezione provinciale di Ravenna sugli stabilimenti balneari del-la riviera romagnola. Dopo aver preventivamente selezionato le posizioni di alcuni stabilimen-ti che presentavano «strane incongruenze» tra i ricavi di-chiarati e gli incassi effettivi, gli agenti del fi sco hanno cer-cato quali potessero essere gli elementi sulla base dei quali

ricostruire l’entità dei ricavi reali conseguiti dagli stabili-menti balneari in oggetto. La ricostruzione analitico indutti-va è stata eseguita prendendo a riferimento: per gli incassi delle attività di spiaggia le attrezzature balneari messe a disposizione della clientela; per il bar annesso allo stabili-mento balneare i consumi del-le materie prime (rum e gin in particolare). Attraverso questa ricostruzione indiretta l’uffi cio ha potuto determinare il nume-ro dei noleggi di ombrelloni e lettini nonché il numero dei cocktail venduti (in particolare

«Cubalibre», «Negroni» e «Gin-tonic»). Anche le associazioni sportive che gestiscono alcune palestre possono indurre più di un sospetto agli occhi del fi sco. Soprattutto quando i soci delle stesse possiedano auto e moto di grossa cilindrata e immobili ubicati in zone prestigiose e in località turistiche rinomate. È il caso delle indagini eseguite dall’Agenzia delle entrate del ponente ligure con la quale si è potuto appurare che in realtà i soci delle associazioni sportive che gestivano le palestre erano anche i soci della società pro-prietaria dei locali e delle at-

trezzature date in affi tto per lo svolgimento dell’attività spor-tiva. Le associazioni sportive erano quindi dei veri e propri soggetti interposti che usufru-ivano dei benefi ci fi scali con-cessi alle organizzazioni senza scopo di lucro senza averne in realtà diritto.

Che il mondo delle manife-stazioni sportive e delle con-nesse sponsorizzazioni sia sotto la lente del fi sco è cosa nota. Spesso però chi organizza queste manifestazioni sembra non tenere in debito conto i risvolti fi scali comportandosi in maniera un po’ troppo di-

sinvolta. È quanto accaduto al titolare di una ditta fi nita sotto la lente dell’uffi cio del-le entrate di Viareggio (Lu). Questo soggetto aveva infatti posto in essere tutta una serie di fatture relative a un’atti-vità di gestione e promozione degli spazi pubblicitari su al-cune auto che partecipavano a manifestazioni sportive (rally automobilistico) rivelatesi poi prive di fondamento.

Per scovare la truffa (si tratta infatti di falsa fattu-razione) l’uffi cio delle entrate ha rintracciato le foto scatta-te durante le manifestazioni sportive per accertare se sulle autovetture che partecipavano ai rally erano effettivamente presenti gli sponsor individuati dalle fatture emesse. In molti casi il riscontro ha fornito esito negativo avvalorando l’ipotesi della totale inesistenza fra le operazioni indicate in fattura e la realtà dei fatti.

Naturalmente le indagini degli ispettori fiscali si sono automaticamente estese dal-la ditta che aveva emesso le fatture di sponsorizzazione, ai soggetti utilizzatori delle stesse che saranno chiamati a rispondere del reato di dichia-razione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per opera-zioni inesistenti.

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Foto o drink serviti: tutto fa prova

Per tornare a guardare con ottimismo al futuro, il Sistema Italia deve far leva su due fondamentali pilastri: famiglie e PMI.L’Industria Assicurativa si adopera già oggi nel supportare le necessità di famiglie e PMI fornendo strumenti e prodotti adeguati. Tuttavia, il difficile contesto economico e una percezione ancora limitata del suo ruolo sociale e di sostegno al sistema economico, impongono una radicale rilessione sulle innovazioni che devono essere ancora attivate per garantire un’adeguata protezione assicurativa e una spesa sostenibile per cittadini e imprese.

Cosa possono rafforzare e innovare le Assicurazioni per servire ancora meglio famiglie e PMI? In che modo Istituzioni e Autorità possono favorire l’incontro tra le esigenze di cittadini, imprese e assicurazioni? Quale partnership tra Stato e Industria Assicurativa può garantire un modello di sviluppo economico e sociale più sostenibile e sicuro?

Intervengono

Su questi temi si confronteranno i vertici delle Istituzioni Assicurative e Conindustriali di mercato, le Authority e i CEO delle principali Compagnie e Gruppi Assicurativi italiani ed Europei per individuare percorsi di innovazione e soluzioni al servizio di cittadini e imprese.

INSURANCE DAY – IX Edizione

Le innovazioni del sistema assicurativo a sostegno di cittadini e imprese

per favorire la ripresa22 settembre 2010 • Milano, Palazzo Clerici, via Clerici 5 • Orario 9.00 -13.30

Presentazione

MF Conference

Via Burigozzo, 5 - 20122 Milano - fax 06.6781314 - e-mail: [email protected] - www.mfconference.it

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LA PARTECIPAZIONE È GRATUITA E AD INVITOVerrà data precedenza alle adesioni in base all’ordine di arrivo.

Saranno avvisati esclusivamente coloro che per motivi di esubero non potranno partecipare

in collaborazione con:

La caccia continua degli 007 del fi sco

Direzione Provinciale di Ravenna – accerta-menti induttivi su stabilimento balneare(maggio 2010)

Ricostruzione dei ricavi reali utilizzando le attrez-zature balneari da spiaggia, il consumo di rum e gin per il bar e la quantità di cocktail venduti

Agenzia Entrate Liguria – controlli su associa-zioni sportive che gestivano palestre (dicembre 2009)

Controlli sui soci delle associazioni che erano anche soci della società commerciale che af-i ttava i locali alle palestre

Agenzia Entrate di Viareggio – controlli su sponsorizzazioni nel mondo del Rally (dicem-bre 2009)

Riscontro fotograi co fra gli adesivi pubblicitari delle auto da corsa e le fatture per sponsoriz-zazione

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14 Lunedì 21 Giugno 2010 F I S C O

La versione dei nitiva di Gerico consente di fare il punto su come comportarsi in dichiarazione

Studi di settore, strategia d’anticipoI motivi indicati nelle annotazioni indispensabili alla difesa

Pagina a curaDI MAURIZIO TOZZI

Studi di settore, occhio all’adeguamento e alla si-tuazione complessiva del contribuente. Redditome-

tro, antieconomicità e situazioni di forte incoerenza nei fattori pro-duttivi chiari elementi di rischio che avallano l’accertamento. Ai fi ni difensivi, sono fondamentali le indicazioni nelle annotazioni per illustrare le motivazioni del mancato adeguamento.

Con l’approvazione degli studi di settore e la versione defi nitiva di Gerico è possibile fare il punto del-la situazione circa i comportamenti da tenere in sede di dichiarazione. In via preliminare, è fondamentale rammentare, seppur brevemente, quanto statuito lo scorso dicembre dalla Cassazione a sezioni riunite, che nelle sentenze 26635 e ss. del 2009 ha stabilito che:

- lo studio di settore rappresenta una presunzione semplice e deve essere supportato con ulteriori ele-menti probatori;

- l’accertamento è nullo se non è preceduto dalla previa attivazione del contraddittorio e la motivazio-ne dell’eventuale avviso di accer-tamento, successivo al contraddit-torio, deve contenere un’adeguata replica alle deduzioni formulate dal contribuente;

- in caso di mancata presenza del contribuente al contradditto-rio o di mancata formulazione di deduzioni a sostegno della corret-tezza di quanto dichiarato, l’Agen-

zia delle entrate è legittimata ad emettere avviso di accertamento esclusivamente sulla base dei dati presuntivi di non congruità nelle proprie mani, mentre la mancata partecipazione del contribuente al contraddittorio non preclude la possibilità di presentare in giudi-zio le medesime eccezioni e giusti-fi cazioni che avrebbe potuto far valere in via anticipata.

Deriva in termini pratici che lo studio di settore, di per sé, non ha la forza di condurre a un ac-certamento, ma sicuramente rap-presenta un ottimo parametro di valutazione, da parte dell’ammi-nistrazione fi nanziaria, di even-tuali situazioni di rischio. Resta quindi prioritario il confronto con l’ammontare di adeguamento chiesto dagli studi di settore, che

si ricorda, a partire da quest’anno in riferimento al periodo d’impo-sta 2009 stabiliscono, per tutte le elaborazioni, la congruità al valore puntuale di riferimento compren-sivo delle maggiorazioni derivanti dai diversi indicatori.

Al riguardo, però, deve anche rammentarsi che lo studio di set-tore è un’elaborazione statistica e individua un intervallo, compreso tra un valore minimo e un valore massimo, di risultati ritenuti at-tendibili, tutti, al 99%.

Secondo quanto affermato dall’Agenzia delle entrate nella circolare n. 5 del 2008, coloro che si collocano «naturalmente» all’in-terno dell’intervallo di confi denza, devono «considerarsi generalmen-te in linea con le risultanze degli studi di settore, in quanto si ritiene

che i valori rientranti all’interno del predetto “intervallo” hanno un’elevata probabilità statistica di costituire il ricavo/compenso fondatamente attribuibile a un soggetto esercente un’attività avente le caratteristiche previste dallo studio di settore». Pertanto, il posizionamento «spontaneo» all’interno dell’intervallo di con-fi denza pone sostanzialmente al riparo dall’eventualità dell’ac-certamento. Ovviamente, ciò a condizione che tale risultato sia conseguito in virtù della corretta applicazione degli studi di settore, senza forzature o «interpretazioni» che magari evidenziano anomalie talmente forti da rendere del tutto inattendibile il risultato raggiunto. Preme comunque sottolineare che in presenza di coerenza ai diver-

si indici dello studio di settore, il mero posizionamento nell’inter-vallo di confi denza non rende il contribuente anche «congruo», in tal modo impedendogli di fruire di alcune agevolazioni, come l’immu-nità dagli accertamenti analitici-induttivi, oppure l’esonero dal test di operatività.

Laddove invece dovesse persi-stere una situazione di non con-gruità, sarà importante analizzare le ragioni sottostanti. In particola-re, è fondamentale procedere alle annotazioni nel modello degli stu-di di settore proprio per indicare le condizioni che hanno impedito il raggiungimento del valore cal-colato da Gerico, nonostante l’ap-plicazione dei diversi correttivi anti-crisi. Sul punto, restano sem-pre fondamentali le indicazioni fornite con le circolari n. 31 e n. 38 del 2007, nonché con il comunicato stampa del 28 giugno 2007, al fi ne di evidenziare eventuali situazioni di «marginalità» nello svolgimento dell’attività, quale ad esempio le ipotesi di contribuenti in età avan-zata che decidono anche di conse-guire risultati contenuti proprio in quanto «in vista» del traguardo dei requisiti per il pensionamento. Nelle annotazioni potranno sem-pre essere indicate le ragioni che hanno impedito il conseguimento dei ricavi congrui, pur se diverse dalle casistiche esemplifi cative elencate dall’amministrazione fi nanziaria, allo scopo di prepa-rare la strada all’idoneo futuro contraddittorio.

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La posizione di non congruità deve poi essere vagliata alla luce dell’eventuale presenza di ulteriori parametri di «rischio»

in capo al contribuente, che potrebbero condurre non solo a una sua selezione, ma anche ad una situazione diffi cilmen-te difendibile. Sul punto deve rammen-tarsi anzitutto la nota interna 4 giugno 2009, prot. 2009/68125, con assunti ri-presi nella circolare n. 20 del 2010, con cui gli uffi ci periferici sono stati solleci-tati ad analizzare la complessiva situa-zione del contribuente, evidenziando sin dall’invito al contraddittorio l’eventuale presenza di:

- forti incongruenza dei ricavi o com-pensi nel tempo, oppure anomalie ripe-tute;

- antieconomicità degli atteggiamenti assunti o dei risultati conseguiti;

- anomalie dei costi personali rispetto ai redditi dichiarati (analisi delle spese familiari, spese di gestione beni, spese ulteriori, sia per gli imprenditori indi-viduali, anche se soci, che per i profes-sionisti).

Facile comprendere quali saranno le diffi coltà della prossima dichiarazione dei redditi, riscontrabili soprattutto in ordine alla credibilità della stessa. Sul

fronte del redditometro, è ormai risapu-to che anche la manovra estiva «punta» in maniera forte su tale strumento di accertamento, sicuramente più equo e giusto. Una eventuale situazione di non congruità confortata anche dalla inido-neità dei redditi dichiarati a far fronte al proprio stile di vita sarà sicuramente diffi cile da scardinare in ottica difensi-va. E tale particolare «equilibrio» deve essere tenuto presente anche nell’ambito dei rapporti soci/società, considerata la numerosa giurisprudenza della Corte di cassazione che nell’ambito dei controlli nei confronti delle società a ristretta base partecipativa ha avallato ripetutamen-te la possibilità per l’A.F. di attribuire in capo ai soci, sotto forma di redditi di capitale non dichiarati, i maggiori ricavi occultati dalla società.

Nel contesto, dunque, di tale «pro-miscuità», il disallineamento dei soci ai rispettivi redditometri, soprattutto nelle situazioni in cui i soci non hanno ulteriori fonti di sostentamento, rap-presenta un chiaro indizio che l’attività imprenditoriale è condotta in maniera evasiva o elusiva. E tenendo presente che il processo tributario è di carattere documentale, o si avranno idonei docu-menti probatori per evidenziare le dispo-

nibilità economiche necessarie, oppure la strada dell’accertamento è, peraltro giustamente, spianata.

L’argomento antieconomicità è a sua volta abbastanza delicato. L’antiecono-micità della conduzione aziendale deve essere valutata sulla base di diverse an-nualità, come più volte ha sottolineato la giurisprudenza della Corte di cassazione che ha avallato tale tipologia di accer-tamento. Ciò appunto per verifi care se trattasi di eventi connessi alle normali strategie aziendali, ovvero di vere e pro-prie anomalie ripetute tali da consentire l’accertamento. Tra le altre, si richiama la sentenza n. 24436 del 2008, che ha ammesso l’accertamento induttivo evi-denziando che «un’impresa che per più anni di seguito dichiara perdite rilevanti presenta una condotta commerciale ano-mala, suffi ciente a giustifi care l’accerta-mento induttivo, soprattutto se “insiste” nell’esercizio dell’attività».

Senza dimenticare che anche la ma-novra estiva punta forte la propria at-tenzione sulle imprese costantemente in perdita. Certo, la linea di confi ne tra «antieconomicità» e situazioni di crisi è abbastanza sottile, ma anche in tal caso saranno i documenti a farla da padrone, nel senso che onere del contribuente è di-

mostrare l’esistenza duratura della crisi, magari anche evidenziando i tentativi posti in essere per uscirne.

Nell’ambito dell’incrocio con altre attività accertative, non bisogna poi dimenticarsi della «spada di Damocle» delle indagini fi nanziarie, rispetto alla cui grossa forza probatoria sembra inutile qualsiasi commento, limitando semplicemente il richiamo della nume-rosa giurisprudenza della Corte di cas-sazione, soprattutto in riferimento alla possibilità di accedere ai conti di «terzi» soggetti rispetto al contribuente sottopo-sto a controllo, comunque conservando l’inversione dell’onere della prova.

Infi ne, nell’ottica di una eventuale se-lezione e accertamento del contribuente non congruo, deve porsi, in sede di di-chiarazione dei redditi, anche l’ulteriore problema della complessiva «coerenza» dei dati contabili dello stesso, in quanto l’eventuale declaratoria di inattendibi-lità della contabilità, aprendo la strada all’utilizzo di presunzioni semplici ex ar-ticolo 39, comma 2, del dpr n. 600/73, rende perfettamente utilizzabile lo studio di settore nell’ambito dell’ac-certamento.

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NON CONGRUITÀ E ACCERTAMENTO

Necessario verificare la presenza di altri parametri di rischio

I chiarimenti della Cassazione

Lo studio di settore

Rappresenta una presunzione semplice: il i sco deve provare che il contribuente rientra nelle medie standard individuate dall’elaborazione statistica; il contribuente deve provare le condizioni e gli elementi che rendono particolare la propria situa-zione

L’accertamento è nullo se non è preceduto dall’attivazione del contraddittorio e la mo-tivazione dell’eventuale avviso di accerta-mento deve contenere un’adeguata replica

alle deduzioni del contribuente

Se il contribuente non partecipa al con- traddittorio o non vengono formulate le deduzioni a sostegno della correttezza di quanto dichiarato, l’Agenzia è legittimata ad emettere avviso di accertamento sulla base dei dati presuntivi di non congruità nelle proprie mani, mentre la mancata partecipazione del contribuente al con-traddittorio non preclude la possibilità di presentare in giudizio le eccezioni e giu-stii cazioni che avrebbe potuto far valere in via anticipata in quella sede

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15Lunedì 21 Giugno 2010Lunedì 21 Giugno 2010F I S C O

I chiarimenti della circolare del Cndcec sulle compravendite effettuate dai professionisti

Immobili, deducibilità archiviataGli acquisti non rilevano ai fi ni di costo e plus/minusvalenze

Pagina a cura DI FRANCESCO CAMPANARI

Addio alla deducibilità delle quote di ammor-tamento o ai canoni di leasing per i professio-

nisti che abbiano comprato, a partire dal 1° gennaio 2010 (o intendano comprare in futuro), un immobile da adibire a bene strumentale per la loro attività. Totale irrilevanza fi scale, inol-tre, delle plusvalenze e delle minusvalenze che dovessero scaturire dalla rivendita dello stesso e in ultimo, sostanziale modifi ca dei criteri di deduzio-ne con riferimento alle spese di manutenzione, ristruttura-zione e ammodernamento dei beni strumentali. Sono queste le maggiori conseguenze in seguito al brusco arresto, con l’avvio del 2010, del processo di adeguamento della disciplina tra reddito di lavoro autonomo e reddito d’impresa. Lo stesso, che era cominciato con ottimi auspi-ci a fi ne 2006 (legge 296/2006) con l’omogeneizzazione del trat-tamento delle plusvalenze e del-le minusvalenze, si è arrestato con l’avvio dell’anno in corso. Il mancato intervento normativo che, per i più, avrebbe dovuto prender forma a fi ne 2009, ha indiscutibilmente sancito un ri-gido stop alla tanto desiderata convergenza.

La circolare del Consiglio nazionale dottori commercia-listi ed esperti contabili n. 19/IR, emanata lo scorso 4 giugno, oltre a evidenziare i vuoti che il legislatore dovrebbe colmare, ha il merito di sottolineare l’ele-vato numero di casi, a differen-te impatto fi scale, nell’ambito del reddito di lavoro autonomo a seconda che si consideri il pe-riodo di acquisto dell’immobile, il fatto che lo stesso venga uti-lizzato esclusivamente o promi-scuamente o che sia acquisito direttamente o mediante un contratto di locazione fi nanzia-ria. Di seguito dunque, cerche-remo di chiarire quanto appena detto.

Ammortamenti e canoni di locazione. Con riferimento agli immobili strumentali, le disposizioni della Finanziaria 2007 (legge 296/2006) avevano disposto la possibilità di poter dedurre le quote di ammorta-mento e i canoni di locazione fi nanziaria per gli immobili ac-quisiti nel periodo dal 1° gen-naio 2007 al 31 dicembre 2009 oltre che per i contratti di loca-zione fi nanziaria stipulati nel medesimo arco temporale.

Al fi ne di mandare a regime tale normativa, era strettamen-te necessario un intervento che ampliasse l’ambito oggettivo di applicazione. L’immobilismo da parte del nostro legislatore ha comportato invece, a partire dall’anno in corso, un regime di totale indeducibilità (come già previsto per gli immobili acquisiti in passato dal 15 giu-

gno 1990 al 31 dicembre 2006). Stessa cosa dicasi per gli immo-bili utilizzati dai professionisti in maniera promiscua, ma con una differenza di fondo. Resta infatti la totale indeducibilità per gli ammortamenti e i canoni di leasing di immobili acquisiti a partire dal 1° gennaio 2010, mentre vige un trattamento asimmetrico per quanto ri-guarda il triennio 2007-2009: risultano deducibili nella mi-sura del 50 % solamente i ca-noni di leasing relativamente a contratti stipulati in tale periodo. Trattamento dunque fortemente penalizzante per chi abbia deciso di acquistare direttamente l’immobile vista l’impossibilità, in questo caso, di dedurre le quote d’ammorta-mento dal proprio reddito.

Plusvalenze e minusvalen-ze. L’indeducibilità delle quote d’ammortamento oltre che dei canoni di leasing sugli acquisti successivi al 1° gennaio 2010 ha comportato un forte cam-biamento anche in termini di plusvalenze tassabili e di minu-svalenze deducibili. Riferendoci per esempio al reddito d’impre-sa, la rilevanza fi scale delle plu-svalenze e delle minusvalenze relativa a immobili strumen-tali trova la propria cartina di tornasole nel riconoscimento fi scale delle quote d’ammorta-mento del corrispondente costo d’acquisto. Sulla base di tale as-sunto, pur essendo la normativa a riguardo poco chiara, sembre-rebbe diffi cile poter rendere ri-levanti le eventuali plusvalen-

ze o minusvalenze scaturenti dall’estromissione di un immo-bile acquisito dopo il 1° genna-io 2010 (esatto contrario dicasi per il triennio 2007-2009).

Il rimando alla tabella in pagina è d’obbligo per com-prendere il trattamento fi scale adottato dall’Agenzia relativa-mente agli acquisti ante 2007.

In particolare, si sottolinea un comportamento asimmetrico con quanto appena affermato: risultano infatti irrilevanti le plusvalenze e le minusvalenze conseguite su beni acquistati prima del gennaio 2007 seppur questi generino ammortamenti deducibili (ci si riferisce, nello specifi co, a quei beni acquisiti

ante 1990).Il riferimento a immobili de-

stinati a uso promiscuo evita invece il problema sin dalla radice: non essendo tali immo-bili considerati beni strumen-tali, viene esclusa a priori la rilevanza fi scale delle eventuali plusvalenze e minusvalenze.

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ze o minusvalenze scaturenti In particolare si sottolinea un ante 1990)

A decorrere dal periodo d’imposta 2007, in seguito alle modifi che introdotte dalla legge 296/2006, non v’è più stata la distinzione tra spese di manutenzione ordinaria e straordi-naria, bensì quella tra spese di manutenzione di natura incrementativa e non. Le seconde fanno riferimento a quelle spese che, per loro caratteristiche, non sono imputabili a un in-cremento di costo, mentre le prime, vicever-sa, sono quelle che andranno capitalizzate sul bene al quale si riferiscono. Differente, evidentemente, anche il tratta-mento fi scale: con riferimento alle spese non incrementative, la deducibilità è limitata, nel periodo d’imposta di sostenimento, al 5% del costo complessivo dei beni materiali ammor-tizzabili risultanti dai registri obbligatori e per l’eccedenza, in quote costanti nei cinque periodi successivi. Le spese incrementative invece, essendo imputabili a incremento del costo, parteciperanno alla deduzione me-diante maggiori quote di ammortamento per gli immobili strumentali acquisiti nel trien-nio 2007-2009. È evidente però che un tale criterio potrà essere applicato solamente a quei periodi in cui il legislatore abbia dato rilevanza fi scale alle quote d’ammortamento e quindi (si veda anche la tabella in pagina), al triennio 2007-2009 e al periodo precedente il giugno del 1990. Rimandando alla lettura

della circolare (si veda altro servizio in pagi-na), per poter comprendere il funzionamento estremamente delicato oltre che complesso dei periodi ante 2007, vediamo in tale sede di dare una risposta sul trattamento di tali spese dopo il 31 dicembre del 2009. Le spese non incrementative sembrerebbe-ro mantenere il loro trattamento origina-rio: limite del 5% dunque rispetto al costo complessivo dei beni ammortizzabili e, per l’eventuale eccedenza, quote costanti nei cinque periodi d’imposta successivi. Le spe-se di natura incrementativa invece, essendo irrilevante da un punto di vista fi scale la loro capitalizzazione, visto il periodo in questione (non sono infatti deducibili le quote d’am-mortamento in considerazione dell’acquisto avvenuto dopo il 1° gennaio 2010), seguiran-no lo stesso trattamento previsto per quelle non incrementative.Per quanto concerne infi ne tali spese soste-nute su immobili a uso promiscuo, non si registrano novità rispetto alla fi nanziaria 2007. Seppur sarebbe auspicabile un inter-vento chiarifi catore da parte del legislatore, la soluzione che viene preferita è la seguen-te: sia per le spese non incrementative che per quelle incrementative, deduzione nella misura del 50%.

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Spese di manutenzione, resta il tetto del 5%

La disciplina degli immobili nel reddito di lavoro autonomo

Immobili strumentali Immobili utilizzati a uso promiscuo

Ammortamenti e canoni di leasing

Plusvalenze e minusvalenze

Ammortamenti e canoni di leasing

Plusvalenze e minusvalenze

A c q u i s i z i o -n e i m m o b i l e dal 1/1/1985 al 14/6/1990

Deducibili le quote di ammortamento o i ca-noni di leasing ad esso relativi

Le plusvalenza e le minusvalenze derivan-ti da una dismissione, risultano irrilevanti per beni acquisti in tale periodo

Deducibilità nella misu-ra del 50% solo per i ca-noni di leasing. No alle deduzioni delle quote d’ammortamento per gli immobili di proprietà

Il bene promiscuo, non aven-te natura di bene strumentale, rende le plusvalenze e le minu-svalenze irrilevanti ai i ni della determinazione del reddito da lavoro autonomo

A c q u i s i z i o n e i m m o b i l e d a l 1 5 / 6 / 1 9 9 0 a l 31/12/2006

Totale indeducibilità delle quote di ammor-tamento o dei canoni di leasing ad esso relativi

Le plusvalenza e le minusvalenze derivan-ti da una dismissione, risultano irrilevanti per beni acquisti in tale periodo

Totale indeducibilità delle quote di ammorta-mento e/o dei canoni di leasing ad esso relativi

Il bene promiscuo, non aven-te natura di bene strumentale, rende le plusvalenze e le minu-svalenze irrilevanti ai i ni della determinazione del reddito da lavoro autonomo

A c q u i s i z i o -n e i m m o b i l e dal 1/1/2007 al 31/12/2009

Deducibili le quote di ammortamento o i ca-noni di leasing ad esso relativi

L’estromissione di beni immobili strumentali genera plusvalenze tassabili e minusvalen-ze deducibili se riferiti ad immobili acquisiti in tale periodo

Deducibilità nella misu-ra del 50% solo per i ca-noni di leasing. No alle deduzioni delle quote d’ammortamento per gli immobili di proprietà

Il bene promiscuo, non aven-te natura di bene strumentale, rende le plusvalenze e le minu-svalenze irrilevanti ai i ni della determinazione del reddito da lavoro autonomo

Acquisizione im-mobile successi-va al 1/1/2010

Totale indeducibilità delle quote di ammor-tamento o dei canoni di leasing ad esso relativi

Per gli immobili ac-quisiti in tale periodo, sembrerebbe sosteni-bile l’irrilevanza i sca-le delle plusvalenze e delle minusvalenze. Auspicabile comun-que un chiarimento normativo

Totale indeducibilità delle quote d’ammorta-mento e/o dei canoni di leasing ad esso relativi

Il bene promiscuo, non aven-te natura di bene strumentale, rende le plusvalenze e le minu-svalenze irrilevanti ai i ni della determinazione del reddito da lavoro autonomo

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16 Lunedì 21 Giugno 2010 I M P R E S A

La giurisprudenza sulla condotta dell’amministratore in caso di dissesto della società

Bancarotta? Bisogna distinguereLinea più soft per l’illecita attribuzione dei compensi da lavoro

Pagina a curaDI DEBORA ALBERICI

Risponde solo di ban-carotta preferenziale, e non del più grave reato di bancarotta

fraudolenta per distrazione, l’amministratore di una socie-tà in dissesto fi nanziario che si attribuisce compensi per il la-voro prestato (congrui rispetto all’attività svolta), senza auto-rizzazione degli organi sociali.

È quanto sancito dalla Corte di cassazione che, con la senten-za n. 21570 del 7 giugno 2010, ha accolto in parte il ricorso di un amministratore di società condannato, con rito abbre-viato, dalla Corte d’appello di L’Aquila, per bancarotta frau-dolenta per distrazione.

Il caso. Amministrava già da qualche anno una piccola società in Abruzzo e non aveva mai percepito dei compensi. Poi l’azienda era entrata in crisi e l’uomo aveva deciso di attri-buirsi anche gli arretrati. Per questo erano scattate le accuse. In particolare secondo la pro-cura il vertice aziendale aveva sottratto dalla casse sociali 42 mila euro, quale compenso di circa sei anni di attività, sen-za alcuna deliberazione sociale. Il Tribunale di Teramo e poi la Corte d’appello di L’Aquila lo avevano condannato, con rito abbreviato (in sentenza non è specifi cata l’entità della pena). Contro questa decisione l’uomo ha presentato ricorso in Cas-sazione e in parte lo ha vinto. Infatti la quinta sezione penale lo ha assolto con rinvio dalle ac-cuse più gravi di bancarotta per distrazione, derubricando il rea-to in bancarotta preferenziale.

Le motivazioni. La decisio-ne della Suprema corte mette in risalto come i crediti di la-voro siano sempre esigibili, è questo uno dei punti fondamen-tali. Non basta. Dalla sentenza emerge anche come, in caso di dissesto societario il più grave reato di bancarotta fraudolen-ta possa essere derubricato in bancarotta preferenziale.

Va subito detto che la legge fallimentare prevede per il pri-mo reato una pena che va da tre a dieci anni e per il secondo da uno a cinque anni. L’importan-za della decisione sta dunque nella misura della pena.

Ma la questione non è così semplice come sembra e so-prattutto non mette tutti d’ac-cordo.

Ancora oggi esiste infatti un contrasto di giurisprudenza.

La quinta sezione penale ha però aderito a una linea inte-pretativa più morbida secondo la quale «l’amministratore che si attribuisce compensi dalla società , di persone o di capitali, in dissesto, per il lavoro presta-to, senza autorizzazione degli organi sociali , non commette

il delitto di bancarotta fraudo-lenta per distrazione, qualora la somma prelevata dalle cas-se sociali dall’amministratore sia congrua rispetto al lavoro prestato (congruità che, eviden-temente deve essere valutata e stabilita dal giudice e non dagli organi societari), ma risponde di bancarotta preferenziale». Ma non è ancora tutto. Un al-tro interessante aspetto messo in rilevo dalla sentenza è quel-lo che per ottenere il compenso l’amministratore non necessita della deliberazione sociale.

Questo perché, hanno spiega-to gli Ermellini, «il credito da lavoro è sempre esigibile e il ti-tolare di tale credito ha sempre la possibilità di insinuarsi nella massa passiva fallimentare».

Insomma, il fatto che manchi «una formale delibera degli or-gani sociali non pregiudica il diritto del lavoratore a perce-pire il suo compenso e , quindi , siffatta irregolarità formale non può costituire un criterio per negare il diritto al prelie-vo e ravvisare il grave delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione».

I termini del contrasto. Alla decisione presa qualche giorno fa dalla Suprema corte se ne sono contrapposte altre, nelle quali i giudici hanno as-sunto una linea più dura, san-cendo che l’amministratore che si attribuisce dei compensi senza una deliberazione degli organi sociali, quando l’azienda è ormai in dissesto fi nanziario, commette il reato di bancarotta fraudolenta.

In particolare con la senten-za 22022 del 2003 la quinta sezione penale ha sancito che «l’amministratore che si attri-buisce compensi dalla socie-tà, di persone o di capitali, in dissesto, per il lavoro prestato, senza autorizzazione degli or-gani sociali commette il delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione, dal momento che si

confi gura un indebito vantag-gio patrimoniale».

Il pagamento dei credi-tori non salva dalla con-danna per bancarotta. Un ulteriore giro di vite segnato dalla Suprema corte in caso di bancarotta fraudolenta si è avuto con la sentenza n. 4247 dell’anno scorso, secondo cui «il delitto di bancarotta frau-

dolenta si consuma con la di-chiarazione di fallimento e gli eventi successivi non incidono sulla sussistenza dell’illecito; il legislatore, infatti, ha inteso colpire la manovra diretta alla sottrazione, con la conseguen-za che resta tutelata anche la

mera possibilità di danno per i creditori; pertanto anche l’in-tegrale pagamento dei crediti ammessi al passivo costituisce un posterius che non riveste in-cidenza sulla fattispecie penale ormai perfetta».

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dolenta si consuma con la di- mera possibilità di danno per i

Fra le sentenza che segnano una vera e propria stretta sulle responsabilità dell’imprenditore in caso di fallimento dell’azienda c’è una decisione di legittimità, la n. 8262 de-positata a marzo di quest’anno, secondo cui il vertice azien-dale risponde di bancarotta anche nel caso in cui non abbia provveduto a ricostruire la contabilità mal tenuta e irrin-tracciabile della gestione che lo ha preceduto. In particolare al quinta sezione penale ha affermato che «non adempie a suffi ciente giustifi cazione né esime l’imprenditore da penale responsabilità l’asserita incompletezza del corredo contabile addebitabile alla gestione che lo ha preceduto nella conduzio-ne amministrativa. Infatti, una volta che egli abbia accertato la irregolarità delle scritture è obbligato in forza della tutela delle ragioni creditorie che al predetto fanno capo, a procedere alla loro ricostituzione o integrazione, ricadendo sul medesimo l’obbligo di legge. Egli può avvalersi dell’opera di terzi o de-legare ad altri la tenuta contabile, ma permane responsabile per l’attività da essi svolta nell’ambito dell’impresa».

D’obbligo ricostituire i contidella gestione precedente

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Il principio applicato

L’amministratore che si attribuisce compensi dalla società , di persone o di capitali, in dissesto, per il lavoro prestato, senza autorizzazione degli organi sociali , non commette il delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione, qualora la somma prelevata dalle casse sociali dall’amministratore sia congrua rispetto al lavoro prestato (congruità che, evidentemente deve essere valutata e stabilita dal giudice e non dagli organi so-cietari), ma risponde di bancarotta preferenziale.

Il contrasto

L’amministratore che si attribuisce compensi dalla società , di persone o di capitali, in dissesto, per il lavoro prestato, senza autorizzazione degli organi sociali commette il delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione, dal momento che si coni gura un indebito vantaggio patrimoniale.

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17Lunedì 21 Giugno 2010Lunedì 21 Giugno 20I M P R E S A

Da venerdì distributori, tecnici e installatori ricevono i tecnorii uti all’acquisto del nuovo

Raee, è partito l’uno contro unoMa restano i problemi delle eco-isole e dello smaltimento

Pagina a curaDI DUILIO LUI

Il sistema di ritiro dei ri-fi uti tecnologici è partito regolarmente venerdì scor-so, ma alcuni dei problemi,

primo su tutti lo smaltimen-to, a fronte di isole ecologiche insuffi cienti in molte località della Penisola, restano irri-solti.

Uno contro uno al de-collo. La situazione dei Raee (acronimo di rifi uti da appa-recchiature elettriche ed elet-troniche) si è sbloccata poche settimane fa dopo due anni di attese e rinvii

Sulla Gazzetta Uffi ciale del 4 maggio (la n. 102) è stato pub-blicato il decreto cosiddetto «uno contro uno» (n. 65/2010) che semplifi ca la gestione e lo smaltimento dei tecnorifi uti, stabilendo la data del 18 giu-gno per l’avvio del ritiro gratu-ito del vecchio (rifi uti prodotti da nuclei domestici) all’acqui-sto del nuovo prodotto elettri-co o elettronico analogo.

Così da venerdì scorso i consumatori che acquistano un nuovo pc o telefonino, elet-trodomestico o ferro da stiro possono pretendere che il pun-to vendita si occupi di ritirare gratuitamente quello vecchio.

L’unica incombenza per il cittadino consiste nella com-pilazione di un modulo di consegna, che accompagna il vecchio prodotto fi no al centro di raccolta fi nale, in modo da tenere una traccia dettaglia-ta dei vari passaggi ed evita-re smaltimenti scorretti dei rifi uti.

Spetta poi ai negozi occu-parsi di gestire, in accordo con i consorzi di smaltimento, la consegna alle isole ecologi-che.

«L’iniziativa è partita senza intoppi», spiega Marco Paga-ni, direttore area legislazione di Federdistribuzione, che rappresenta le voci dei punti vendita.

Un pensiero condiviso da-gli operatori del settore, che tuttavia ritengono prematuro fare un bilancio dell’iniziativa, considerato anche che i consu-matori devono ancora prende-re dimestichezza con la nuova opportunità.

Dello stesso avviso è Ric-cardo Pasini, presidente del consorzio E.li.te, uno dei principali gruppi d’acquisto italiani (nove soci e 116 ne-gozi di proprietà) nei settori dell’elettronica, informatica, telecomunicazioni ed elettro-domestici. «Siamo partiti nel fine settimana, ma occorre tempo per dare i primi nume-ri sulla quantità di materiale consegnato».

Di certo c’è che molti dei problemi rilevati in passato, e che avevano portato a nume-rosi rinvii per il lancio della

disciplina, non sono risolti.Il principale riguarda il

conferimento dei rifiuti, che ciascun distributore dovrà avviare entro un mese presso i centri di raccolta comunali.

Peccato che le isole ecologi-che per la raccolta differenzia-ta siano assenti o insuffi cienti in molte località, soprattutto quelle di piccole dimensioni situate nel Mezzogiorno.

«Con l’aggravante che la normativa prevede sanzioni per tutti gli attori della fi liera

che non rispettano la discipli-na, eccezion fatta proprio per le amministrazioni comunali», aggiunge Pasini.

Nel pomeriggio di venerdì è stato inoltre siglato un ac-cordo tra l’Anci (l’associazione dei comuni italiani), le asso-ciazioni della distribuzione, le associazioni delle imprese di gestione dei servizi ambientali e il Centro di coordinamento Raee per defi nire le modalità operative per il conferimento dei rifi uti presso le isole eco-

logiche.«Ogni comune dovrà pub-

blicare on-line numero e ubi-cazione delle isole ecologiche presenti sul suo territorio, offrendo la disponibilità ad accogliere i rifi uti delle città vicine che ne sono sprovviste», spiega Pasini.

L’accordo trova il plauso di Filippo Bernocchi, delegato Anci per l’energia e i rifi uti, secondo il quale «restano co-munque i problemi di fondo legati a una infrastruttura in-

suffi ciente, dato che ai comu-ni vengono posti in capo nuovi oneri, senza però prevedere le necessarie risorse».

Un problema che dovrebbe essere risolto, almeno in parte, con premi di effi cienza per i comuni più virtuosi.

Oltre all’insufficienza dei centri di smaltimento, c’è un problema di capienza degli stessi, considerato che le piat-taforme sono state defi nite in base al fl usso di rifi uti conferiti dai cittadini e non sulle quan-tità, il che rischia di creare un sovraccarico in prossimità dei grandi negozi di elettronica ed elettrodomestici.

Per Giorgio Arienti, di-rettore generale di Ecodom e presidente del Centro di Co-ordinamento Raee, «è già un successo essere partiti, dopo tanti rinvii. Sul fronte dei con-sorzi di raccolta siamo pronti da tempo, ma occorre superare gli ultimi ostacoli per rendere pienamente effettiva la nuo-va disciplina. Attualmente, gli italiani serviti dai centri di raccolta sono poco più di 51 milioni, per cui è necessario lavorare alacremente per com-pletare la copertura il prima possibile».

Decreto di semplifica-zione verso il restyling? Intanto il mondo della distri-buzione confi da nella possibi-lità di emendare il decreto di semplifi cazione che ha intro-dotto la disciplina «uno contro uno», in particolare in merito alla disposizione che impone alla distribuzione di effettua-re il ritiro con autocarri con una massa non superiore ai 60 quintali: «I mezzi attualmente utilizzati dagli operatori sono prevalentemente quelli da 75 quintali», spiega Pasini. «Mi auguro che nei primi tempi di applicazione della disciplina si mostri buon senso su questo fronte. Non è possibile preve-dere che le aziende rivoluzio-nino in poco tempo il loro parco di camion, considerato anche il diffi cile momento che l’econo-mia sta attraversando».

Infine, l’ultimo punto da chiarire riguarda il commer-cio elettronico: «In mancanza di disposizioni specifi che, val-gono quelle generali», rifl ette Pasini. «Ma se per l’acquisto di un frigo o una lavatrice, il rivenditore on-line si farà ca-rico senza problemi del ritiro, siamo sicuri che lo stesso ac-cadrà in caso di dispositivi di piccole dimensioni come può essere una penna Usb». Tutti dubbi che andranno chiariti al più presto.

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Il primo anno di prelievo organizzato dei ri-fi uti elettronici ha consentito di triplicare il materiale trattato.Il 2009 si è chiuso a quota 3,21 chilogram-mi pro-capite, frutto di un andamento a due velocità nella Penisola: se le regioni set-tentrionali sono molto avanti (il Trentino Alto Adige totalizza 6,43 chili per abitante e l’Emilia-Romagna arriva a 5,31), quello del Centro-Sud arrancano (con la Sicilia a 0,41

chilogrammi pro-capite e la Puglia a quota 1,13). Di strada ne resta, però, da fare consi-derato che il target fi ssato a livello europeo è di 4 chilogrammi per abitante.Secondo i dati del Centro di Coordinamen-to Raee, l’86,3% della popolazione italiana è stata ormai raggiunta dal sistema di raccolta, grazie a 3.044 centri disseminati su tutto il territorio nazionale.

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Superati i 3 kg pro-capite smaltiti

disciplina non sono risolti che non rispettano la discipli- logiche

Bene l’avvio del sistema «uno contro uno», ma occorre presto completare la disciplina, a cominciare dagli aspetti relativi ai control-li. È la posizione di Anie, la federazione che rappresenta le imprese elettriche ed elettro-niche.

«Mancano anco-ra dieci decre-ti attuativi per completare la disciplina, se-condo quanto previsto dal de-creto legislati-vo n. 151/2005», spiega il diret-tore generale dell’associazio-ne Maria Anto-nietta Portaluri.

«L’aspetto più critico riguarda la disciplina per la copertura degli oneri relativi a ispe-zioni, prestazioni e controlli».In sostanza, ci sono le regole sullo smalti-

mento dei rifi uti tecnologici e sono previste sanzioni per chi sgarra, ma non è stato defi -nito come dovranno avvenire i controlli.Con il rischio che qualche operatore, nei fat-ti, dribbli la disciplina rifi utandosi di ritira-re e smaltire i rifi uti. «Attualmente tutto è affi dato alla responsabilità dei produttori», aggiunge Portaluri. «È fondamentale che si proceda presto alla defi nizione di un ente ter-zo per garantire tanto la collettività, quanto i produttori che operano secondo le regole».Quanto al decreto di semplifi cazione, l’Anie rileva un altro fattore di criticità: «I distri-butori possono raggruppare i Raee ritirati dai propri clienti, su mandato del produttore della nuova Aee fornita, presso i locali del proprio punto vendita o presso un altro luo-go», ricorda Portaluri.«È importante che i distributori possano av-valersi di una delle due possibilità in alter-nativa, per evitare le complicazioni derivanti dalla necessità di tracciare i Raee nella fase di trasporto dal raggruppamento presso i pro-pri locali al sito di raggruppamento».

Anie: serve un sistema imparziale per i controlli

Tonnellate di rifi uti elettrici ed elettronici raccolti

Maria Antonietta Portaluri

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18 Lunedì 21 Giugno 2010 A M B I E N T E

Rii uti urbani: a breve i comuni potranno passare al nuovo regime con applicazione dell’Iva

La Tarsu pronta al passo indietroDal 30 giugno via libera all’opzione della tariffa ambientale

DI VINCENZO DRAGANI

Dal prossimo 30 giu-gno 2010, in assenza dell’adozione da parte del Minambiente di un

nuovo decreto in materia, i Comu-ni che ancora non vi hanno prov-veduto saranno liberi di passare dal vecchio regime di tassazione per la gestione dei rifi uti urbani (la c.d. «Tarsu») al nuovo sistema tariffario disegnato dal Codice ambientale (e meglio noto come «Tia»), con connessa applicazio-ne dell’Iva e sottoposizione delle relative controversie al giudice ordinario. A fare chiarezza sull’in-tricato sistema normativo che disciplina il passaggio dalla sto-rica Tarsu alla c.d. Tia (derivante dal combinato disposto del dlgs 152/2006, dei decreti di urgenza che hanno prorogato nel tempo l’entrata in vigore del sistema tariffario e della sentenza della Corte costituzionale 238/2009) è l’ultimissima interpretazione autentica offerta in materia dal dl 78/2010 («Misure urgenti in materia di stabilizzazione fi nan-ziaria e di competitività econo-mica»), decreto che ha espressa-mente dichiarato la natura non tributaria della debuttante tarif-fa introdotta dall’articolo 238 del Codice ambientale, con le relative conseguenze di carattere fi scale e giurisdizionale sopra accennate. Per comprendere la portata di tale ultimo intervento legislativo è però necessario ripercorrere le tappe della normativa sulla ripar-tizione dei costi per la gestione dei rifi uti urbani, percorso che met-te in luce anche come l’acronimo «Tia» sia stato utilizzato, dando adito a confusione, per indicare due diversi istituti.

Tarsu/tariffa rifi uti. La Tar-

su, acronimo di «tassa per la ge-stione dei rifi uti urbani», è stata istituita con dlgs 507/1993 e poi sostituita dalla «tariffa di igiene ambientale» introdotta dal dlgs 22/1997 (c.d. «Decreto Ronchi») e disciplinata nel dettaglio dal dpr 158/1999. A tale tariffa diversi Comuni italiani avevano inizia-to ad adeguarsi mediante propri regolamenti.

Tale adeguamento è stato però bloccato dalla riformulazione della stessa tariffa ad opera del dlgs 152/2006. L’articolo 238 del Codice ambientale, oltre ad aver mutato la defi nizione dell’istitu-to da «tariffa di igiene ambienta-le» a «tariffa per la gestione dei rifiuti urbani» e rivisitatone il meccanismo, ha infatti affi dato ad un emanando decreto del Mi-nambiente la determinazione dei relativi componenti e costi.

La mancata adozione di tale decreto ministeriale ha provo-cato l’emanazione da parte del Legislatore di diversi provvedi-menti d’urgenza (primo di tutti, il dl 208/2008, che ha rideno-minato l’istituto in parola come «tariffa integrata ambientale», dando adito all’ambiguo utilizzo dell’acronimo «Tia», già utilizzato

per la precedente «tariffa di igie-ne ambientale»), provvedimenti d’urgenza mediante i quali è sta-ta congelata la possibilità, da par-te dei Comuni che ancora non vi avessero provveduto, di passare dal sistema della tassa a quello della tariffa. E ciò fi no alla data del 30 giugno 2010.

Il dl 194/2009 (c.d. «milleproro-ghe», ultimo della serie di provve-dimenti d’urgenza in materia) ha infatti seccamente stabilito che a partire dal 30 giugno 2010, se il Dicastero dell’ambiente ancora non avrà emanato il proprio e ci-tato regolamento (in attuazione dell’articolo 238, Codice ambien-tale), i Comuni avranno la facoltà di adottare di propria iniziativa il sistema tariffario in questione a i sensi delle disposizioni vigenti.

La «tariffa» tra Corte costi-tuzionale e interpretazione autentica. Prima ancora del suo decollo, il sistema «tariffa-rio» è stato investito, sia nella sua originaria formulazione ex dlgs 22/1997 sia sotto la sua ri-formulazione ex dlgs 152/2006, da interventi di carattere giuri-sdizionale e legislativo. Sotto il primo profilo, si ricorda che la Corte costituzionale, sottoline-ando le analogie tra la «tariffa di igiene ambientale» ex dlgs 22/1997 e la Tarsu (obbligatorie-tà della prestazione, mancanza del nesso sinallagmatico e del collegamento con la spesa pub-blica) ha con sentenza 24 luglio 2009, n. 238 dichiarato la natura tributaria della tariffa ex dlgs 22/1997, riconducendo di conse-guenza le relative controversie sotto la competenza del giudice tributario ed escludendo il suo assoggettamento (così come la «Tarsu») alla disciplina dell’Iva. Sotto il secondo profi lo invece, è da rimarcare quanto stabilito dal citato dl 31 maggio 2010, n. 78 (S.o. n. 114 alla G.U. 31 maggio 2010 n. 125). Tale decreto legge ha, mediante una interpretazio-ne autentica, sancito che la tariffa ex articolo 238 del dlgs 152/2006 (ossia la «tariffa per la gestione dei rifiuti urbani», oggi meglio nota come «tariffa integrata ambientale») non è (al contrario della tariffa ex dlgs 22/1997) di natura tributaria, aggiungendo che le relative controversie sor-te successivamente alla data di entrata in vigore di esso decreto

legge (coincidente con il 31 mag-gio 2010), rientrano nella giuri-sdizione dell’autorità giudiziaria ordinaria.

La portata di tale interpreta-zione autentica è oltremodo chia-rita dalla relazione di accompa-gnamento allo schema di legge di conversione del dl 78/2010 in pa-rola (il ddl n. 2228, attualmente all’esame del Senato), relazione che sottolinea come la citata sen-tenza 238/2009 del Giudice delle leggi ha riconosciuto natura tri-butaria alla sola tariffa di igiene

ambientale ex dlgs 22/1997, sen-za però toccare la nuova tariffa ex dlgs 152/2006, la quale ha natura (appunto) «tariffaria» e potrà essere adottata dai Comu-ni a partire dal 30 giugno 2010 in mancanza dell’adozione da parte del Dicastero dell’ambiente del ci-tato regolamento.

Cosa cambia per i contri-buenti. Oltre alle questioni re-lative all’applicazione del regime dell’imposta sul valore aggiunto (c.d. «Iva») e alla competenza giurisdizionale in caso di contro-versie, le differenze tra il regime di tassazione e quello tariffario, così come disegnati dalla norma-tiva in vigore, riguardano anche e soprattutto il sistema di calcolo delle somme di denaro dovute da parte dei contribuenti al Comune di competenza.

Il criterio base del calcolo dell’ammontare della Tarsu è infatti fondato sull’estensione della superficie degli immobili e sul loro uso specifi co da parte dei relativi detentori (ossia dei soggetti obbligati al pagamento), ed è determinato in relazione alla quantità dei rifi uti che si ritiene

siano producibili in dette aree combinatamente al costo dello smaltimento da parte del sogget-to pubblico. Ancora, la Tarsu può essere coperta dal Comune anche tramite altre entrate pubbliche.

Più flessibile invece il calco-lo della tariffa, fondata su due componenti: una «fi ssa» (di ca-rattere simile a quella della Tar-su, calcolata dunque in base a superfi cie delle aree, numero di occupanti, costi di smaltimento); una «variabile», fondata su cri-teri oggettivi che consentano di individuare quantità e qualità di rifi uti prodotti dai singoli soggetti obbligati a pagare il corrispettivo per lo smaltimento, con la possi-bilità di ricorrere a metodi pre-suntivi (comunque agganciati a parametri reali, come produzio-ne media pro capite nazionale e tipo di attività esercitata) solo in caso di impossibilità di ricorrere ai suddetti criteri oggettivi. Infi -ne, la tariffa deve coprire tutti i costi di gestione dei rifi uti, senza possibilità per l’Ente comunale di integrare tali costi ricorrendo a fondi provenienti da altre en-trate pubbliche.

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19Lunedì 21 Giugno 2010LunedìA F FA R I I N P I A Z Z A

Inl azione o del azione? Nel dubbio ecco su cosa investire per non farsi trovare impreparati

Asset, l’obbligazione non deludeA tasso fi sso o indicizzati: gli analisti consigliano i bond

Pagina a cura DI DUILIO LUI

Una generale caduta dei prezzi che porterà a una lunga stagnazione delle economie occidentali.

Oppure un’improvvisa fi ammata dei prezzi come conseguenza della politica espansionistica messa a punto dai governi e dalle banche centrali nelle fasi più dure della crisi. Le previsioni degli analisti oscillano tra i due estremi e que-sto spiega l’elevata volatilità che caratterizza i listini nelle ultime settimane.

La defl azione privilegia il reddito fi sso. A preoccupare i mercati è in primo luogo lo spet-tro della defl azione. Dopo la lun-ga recessione, che ha eroso il po-tere d’acquisto delle famiglie, c’è infatti il rischio che la domanda di beni e servizi resti deboli per anni. Soprattutto in Europa, dove l’incubo di un contagio del debi-to greco, sta spingendo i governi ad attuare politiche di austerity, che inevitabilmente peseranno sui consumi. Le imprese, non ri-uscendo a vendere, ridurrebbero i prezzi, ma i consumatori potreb-bero restare freddi contando su un ulteriore calo. Si produrrebbe, quindi, una spirale negativa, da cui sarebbe diffi cile uscire, con consumi fermi e disoccupazione crescente. Qualcosa di simile si è visto in Giappone, colpito dalla defl azione per sei anni, dal 2000 al 2006. Adam Posen, membro del comitato per la politica moneta-ria della Banca d’Inghilterra, di recente ha ricordato come quel fe-nomeno è stato conseguente alla contrazione della spesa pubblica avviata dal governo locale negli anni precedenti, abbinata a una serie di problemi del settore ban-

cario. Condizione analoga a quella in cui oggi si trovano molti paesi occidentali. La defl azione compli-ca, inoltre, la politica monetaria delle banche centrali perché, per stimolare l’economia, bisognereb-be ridurre i tassi, che tuttavia sono già ai minimi storici. Dal punto di vista degli investitori, un eventuale calo dei prezzi dan-neggerebbe soprattutto coloro che hanno investito in titoli azionari perché i profi tti delle aziende ne risentirebbero pesantemente: la maggior parte delle imprese quo-tate si è indebitata per sostenere la crescita e, in caso di defl azione, questa esposizione aumentereb-be il suo valore in termini reali (100 euro di debiti domani pese-rebbero più di quanto non acca-

da oggi). Le obbligazioni a tasso fi sso offrirebbero una protezione in tal senso, anche se il consiglio degli analisti è di concentrarsi su-gli emittenti più affi dabili (stati sovrani e grandi aziende senza particolari problemi di bilancio), che hanno spalle più robuste per resistere a un periodo prolungato di diffi coltà. Questo anche a patto di rinunciare ai maggiori rendi-menti promossi dalle società con minore titolo di credito. Mentre, sul fronte dei consumi sareb-bero salvaguardati i lavoratori con reddito fi sso (e i pensionati) perché crescerebbe il loro potere d’acquisto: in sostanza, con 100 euro si potrebbe acquistare una maggiore quantità di beni rispet-to a oggi. Ma nel medio termine ci

rimetterebbero tutti per il rischio di licenziamenti e chiusure degli stabilimenti produttivi, che ine-vitabilmente peserebbero sulla salute economica delle famiglie.

Attualmente la deflazione è solo un’ipotesi: negli Stati Uniti, ad aprile i prezzi sono cresciuti del 2,2% su base annua, mentre nell’Eurozona dell’1,6%. Tutta-via Albert Edwards, strategist di Société Générale, sottolinea che sia l’America, che l’Eurozona, registrano un progressivo calo dell’infl azione core (depurata da energia e alimentari), oggi al di sotto dell’1% (in Spagna questo indice ad aprile ha segnato un -0,1%).

In caso di infl azione, meglio

i titoli indicizzati. In queste condizioni, non è prospettabile a breve un massiccio rialzo dei prezzi. Eppure non sono pochi gli analisti che mettono in guar-dia dal rischio inflazione nel medio periodo. Se i segnali di ripresa dell’economia troveran-no conferma nei prossimi mesi, infatti, è possibile che le aziende produttrici di beni e servizi alzi-no i prezzi per recuperare par-te dei margini persi durante la recessione. Inoltre, l’euro debole favorisce la crescita dell’infl azio-ne nel Vecchio Continente, che si approvvigiona massicciamente di materia prima dall’America e da paesi che usano il dollaro come materia di riferimento. Nel mondo occidentale, l’inflazione è fondamentale per rendere più sostenibile il debito, ma una sua crescita improvvisa potrebbe ave-re conseguenze devastanti: i lavo-ratori a reddito fi sso vedrebbero ridursi il loro potere d’acquisto e i governi non sarebbero in grado di alzare le retribuzioni per non compromettere i propri conti. La Bce avrebbe spazi di manovra, aumentando i tassi di interesse, ma solo in piccole dosi: un inter-vento brusco potrebbe, infatti, fre-nare la ripresa. L’investitore che prevede una risalita dell’infl azio-ne farebbe bene a puntare sulle obbligazioni indicizzate ai prezzi (cosiddette infl ation-linked) come i BTPi, titoli di stato italiani, che legano il loro rendimento al costo della vita.

Probabilmente l’evoluzione dei mercati seguirà una via interme-dia tra queste ipotesi estreme, ma è importante restare vigili sui segnali che arriveranno nelle prossime settimane per valutare eventuali modifi che di portafo-glio.

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Tra tante opportunità di investimento, il vero vincitore di questa fase è l’oro. Di fronte all’incertezza delle prospettive economiche, gli investitori stanno facendo incetta della mo-neta gialla, che attualmente viaggia oltre quota 1.200 dolla-

ri l’oncia, vicino ai massimi storici. Jim Rogers, guru americano delle commodi-ty, stima un potenziale di crescita nel medio periodo fi no a quota 2 mila dollari. In caso di defl azione, è la sua rifl essione, le quota-zioni dell’oro salirebbero, in quanto scatterebbe una

corsa all’acquisto di attività reali. E lo stesso potrebbe accadere nell’ipotesi di un’impennata dell’infl azione, che spingerebbe gli investitori a cercare un ombrello protettivo nel bene rifugio per eccellenza. Va comunque ricordato che negli ultimi dieci anni le quotazioni della moneta gialla han-no registrato un rialzo del 150%, a fronte di listini azionari che nella maggior parte dei casi sono sui livelli di inizio secolo, se non addirittura in perdita. Un andamento che potrebbe pesare sulle possibilità di ulteriore rivalutazione nel medio periodo, quando le pressioni di queste settimane si saranno attenuate.

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L’oro è il vero vincitore in questa fase di incertezza

A oltre un mese dal sostegno europeo alla Grecia, la situazione delle obbligazioni re-sta pieno di incognita, mentre si prospetta un periodo di ripresa per l’azionario. È que-sto, in estrema sintesi, il succo della nota di strategia elaborata da Pictet Funds, con aggiornamento all’11 giugno. Andrea Delita-la e Marco Piersimoni passano al setaccio le ultime novità del mercato, rilevando che i dif-ferenziali tra i rendimenti delle obbligazioni dei paesi periferici e quelle tedesche sono solo parzialmente stabilizzate, restando al di sotto dei massimi di inizio maggio solo per quei titoli su cui sembra si siano concentra-ti gli acquisti della Bce, vale a dire Grecia, Irlanda e Portogallo. Il mercato è ancora traumatizzato dalla crisi del 2008-2009 e fatica a riprendere fi -ducia in modo stabile, con le notizie negati-ve (iniziative unilate-rali in Europa, belli-cosità della Corea del Nord, Ungheria) che pesano più di quelle positive (quadro ma-

cro e ripresa dell’iniziativa politica). Gli ana-listi di Pictet sottolineano i segnali di ripresa dell’economia che arrivano dall’Asia e dagli Stati Uniti, meno dal Vecchio Continente, che dovrebbe comunque benefi ciare della consi-stente svalutazione dell’euro (a ogni 10% di riduzione delle ragioni di scambio effettive, corrisponde un aumento delle aspettative di profi tto di circa il 6%). Così, pur ribadendo la necessità di insistere sulla diversifi cazio-ne del portafoglio e di sottopesare i titoli fi nanziari, gli analisti confi dano in un recu-pero delle azioni. In particolare l’attenzione è concentrata sulle small cap, che negli ultimi mesi hanno difeso i portafogli degli investito-

ri. In prospettiva, le grandi aziende legate all’export trarranno maggior beneficio dall’indebolimento della valuta unica, per cui potranno con-tribuire positivamen-te alla performance degli indici azionari del Vecchio Conti-nente.© Riproduzione riservata

Pictet: futuro positivo per le azioni

L’infl azione da aprile 2008 ad aprile 2010

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20 Lunedì 21 Giugno 2010 I N F O . E U R O PA

Madrid vara il decreto legge: tra gli obiettivi migliorare la produttività e stabilizzare l’impiego

Spagna, riforma in sette mosseInterventi mirati sul lavoro: dal tfr ai fondi aziendali

DI GABRIELE FRONTONI

Sette interventi mirati per ridare slancio al mercato del lavoro e chiudersi alle spalle un presente fatto di

disoccupazione galoppante, capa-ce di consegnare alla Spagna la maglia nera d’Europa con il 20% di senza lavoro. Al termine di un triennio di tensioni e lacerazioni sindacali, il governo di Madrid ha varato un decreto legge che ribal-ta dall’interno le leggi che hanno regolato il mercato del lavoro du-rante gli anni del sogno economi-co spagnolo, dominato da un’eu-foria immobiliare che di lì a poco si sarebbe tradotta in un castello di carte. «La riforma servirà a mi-gliorare la produttività, a stabiliz-zare l’impiego e ad aumentare la fl essibilità interna delle aziende», ha spiegato il ministro del lavoro di Madrid, Celestino Corbacho, mentre i sindacati proclamava-no uno sciopero generale per il 29 settembre, anniversario della salita al potere del premier Zapa-tero. Molte le novità della nuova ossatura che andrà a regolare i rapporti di lavoro: come prima cosa, il contratto di 33 giorni

per il calcolo della liquidazione da corrispondere al dipendente. D’ora in avanti, ogni lavoratore avrà diritto a un trattamento di fi ne rapporto calcolato sulla base di 33 giorni per ogni anno trascor-so in azienda. Una bella sforbi-ciata rispetto ai 45 giorni previsti dalla legislazione precedente. Punto numero 2 del decreto, la sovvenzio-ne pubblica di otto giorni di tfr direttamente a ca-rico dello stato. Il governo ha stabilito che il Fogasa, ovvero il Fondo di garanzia salariale alimentato dalle contribuzioni dei lavoratori (con in pancia al momento 4 miliardi di euro), si farà carico, in parte, della dif-ferenza tra il vecchio e il nuovo ordinamento al momento del cal-colo della liquidazione, andando a garantire otto giorni l’anno di contributi a tutti i cittadini che verranno licenziati o che cesse-ranno di lavorare. È stato inoltre introdotto il cosiddetto «modello svizzero», che altro non è se non un fondo di risparmio aziendale per ogni dipendente, alimentato da contributi versati direttamen-

te dal datore di lavoro. L’esecutivo spagnolo ha poi allentato i cordo-ni delle regole che stabiliscono i criteri da utilizzare per licenziare un dipendente. Le imprese che si dovessero trovare in uno stato di crisi fi nanziaria, potranno fare

domanda di «licenziamento og-gettivo» arrivando a versare un risarcimento commisurato in 20 giornate lavorative all’anno. Novità in arrivo anche sul fronte della contrattazione collettiva. La nuova legge sul mercato del lavo-ro ha infatti stabilito di aprire il sistema di contrattazione salaria-le alle agenzie di lavoro private che potranno entrare in gioco in fase di determinazione dei salari

dei dipendenti legati non soltan-to al settore privato ma anche al comparto del pubblico impiego. Regole più ferree in arrivo poi sul versante dei contratti a tem-po determinato. Il decreto varato dal governo stabilisce che d’ora in

avanti i lavori temporanei potranno avere una durata massima di 24 mesi, esten-dibili soltanto per altri 12 mesi. Diverso il caso dei contratti a tempo indeter-minato che diventeranno tali allo scadere dei due anni di attività. Previsto anche un piccolo aumento nei giorni di indennizzo riservati ai lavoratori a tempo determinato, alla scadenza del proprio con-

tratto. La nuova normativa stabi-lisce infatti un aumento progres-sivo di questo indennizzo dagli attuali otto giorni l’anno fi no a salire a 12 giorni entro l’arco tem-porale dei prossimi cinque anni. Il testo del nuovo decreto, entra-to in vigore all’indomani dell’ap-provazione da parte del governo, approderà ai banchi del Congreso de los Diputados il 22 giugno per ottenere la ratifi ca fi nale.

Un mix di riforme struttu-rali e aumento delle tasse. È la ricetta messa a punto dal governo francese per evitare il collasso del siste-ma pensionistico statale, segnato da un rosso di bi-lancio di 32 miliardi di euro. E allora, il governo ha mes-so mano a un’impresa epica per livello di impopolarità: alzare l’età pensionabile al di sopra della soglia dei 60 anni, con aumenti scaglio-nati di 4 mesi l’anno fi no ad arrivare ai 62 anni a partire dal 2018. Con l’unica ecce-zione di chi ha iniziato a la-vorare prima dei 18 anni di età e di coloro che svolgono mansioni particolarmente usuranti. Per tutti gli al-tri, nessuna possibilità di sfuggire ai nuovi scaglioni pensionistici. L’aumento dell’età minima pensiona-bile, tuttavia, è soltanto uno dei provvedimenti in-seriti nella bozza di riforma disegnata per consentire al paese di rimanere aggrap-pato al rating di tripla A. Il disegno di legge dovrà pas-sare adesso il vaglio delle parti sociali prima di venir esaminato dal consiglio dei ministri a luglio e dal parlamento, dopo l’estate. Parigi ha messo a punto una serie di riforme collatera-li destinate a migliorare i conti dello stato. Si va da un aumento delle tasse sui capital gain a quelle sulle stock option, senza dimen-ticare i nuovi livelli impo-sitivi pensati per i redditi da altri investimenti. Il progetto prevede inoltre un incremento dei contributi per i funzionari pubblici (oggi al 7,85% del salario), che in 10 anni si porterà sugli stessi livelli applicati ai salari del mondo privato, ovvero il 10,55%. Crescerà il periodo di contribuzione necessario per la pensione piena, più elevata di quella minima che riceve chi va in pensione a 60 anni, pas-sando dagli attuali 164 tri-mestri (41 anni) a 165 nel 2013 e 165 nel 2020. Infi ne, la bozza prevede l’introdu-zione di un prelievo fi scale supplementare dell’1% per gli appartenenti alla fascia di reddito più elevata, assie-me all’aumento di 1 punto dell’aliquota sulle plusva-lenze da cessione immobi-liare e di quella forfetaria liberatoria su dividendi e interessi.

Gabriele Frontoni

Pensioni, Parigi corre

ai ripari

Se un tifoso di calcio italiano viene arrestato in un altro paese europeo avrà diritto all’interpretazione durante gli interrogatori di polizia, le udienze e le comunicazioni con il suo avvocato. L’ha deciso il Parlamento europeo, votando a larga maggioranza la prima direttiva europea che stabi-lisce regole comuni in materia di diritto penale. Il diritto all’interpretazione e alla traduzione si applica dal momento in cui un cittadino europeo è informato di essere sospetta-to o accusato di un reato penale fi no alla conclusione del procedimento. Cioè fi no alla sentenza e alla risoluzione di eventuali appelli. La normativa, inoltre, assicura ai cittadini europei il diritto alla traduzione scritta di tutti i documenti fondamentali, tra cui l’atto contenente i capi d’imputazione. Nonché il diritto all’interpretazione di tutte le udienze, degli interrogatori e dei colloqui con i consulenti legali. Gli

stati membri sosterranno i costi d’inter-pretazione e traduzione de-rivanti dall’ap-plicazione di questa diret-tiva, indipen-d e n t e m e n t e dall’esito dei procedimenti. Le nuove rego-le, approvate con 637 voti in

favore, 21 contrari e 19 astensioni, rispecchiano un accordo in prima lettura fra gli eurodeputati e i governi europei. A questo punto manca solo l’approvazione uffi ciale da parte degli stati membri, ma si tratta più che altro di una forma-lità. Presto la prima bozza di direttiva europea in materia di diritto penale diventerà legge. Dopodiché tutti i paesi europei, a eccezione della Dani-marca, hanno tre anni di tempo per conformarsi alla nuova direttiva. Nei prossimi quattro anni la commissione Ue pro-porrà altre misure in materia. A breve Bruxelles presenterà una seconda proposta di direttiva, volta a garantire agli indagati il diritto all’informazione con una comunicazione dei diritti.

Gianluca Cazzaniga

Processi penali, il traduttore è d’obbligo

Serve un approccio comune per assicurare che l’utilizzo e il funzionamento dei body scanner all’interno degli aeroporti avvenga secondo regole condivise. È questo il senso della co-municazione emanata dalla Commissione europea in risposta a una richiesta di chiarimenti sull’utilizzo dei body scanner. Secondo Bruxelles, «i body scanner possono essere considera-ti un metodo di con-trollo affi dabile ed effi ciente per rile-vare oggetti metal-lici e non metallici trasportati da una persona. E come tali, rappresenta-no una possibile via da seguire per realizzare l’obietti-vo di rafforzare le norme in materia di sicurezza aerea in Europa agevolando allo stesso tempo i viaggi». L’uso dei body scanner è diventato di attualità dopo il grave incidente verifi catosi il 25 dicembre 2009 sul volo partito da Amsterdam e diretto a Detroit, quando un terrori-sta ha cercato di utilizzare dell’esplosivo che si era nascosto addosso, non rilevato dai metal detector. E così, su richiesta del parlamento europeo e degli stati membri, la commissione ha adottato una relazione sull’uso dei body scanner negli aero-porti mettendo in luce i due aspetti più delicati della faccenda: l’impatto dell’uso di questo metodo di controllo in termini di diritti fondamentali e protezione della salute. Diversi stati impiegano già i body scanner negli aeroporti utilizzando tec-nologie e condizioni operative diverse. Con la conseguenza che le regolamentazioni variano oggi da uno stato all’altro. «Anche se i body scanner non sono una panacea, offrono in ogni caso una possibilità concreta per rafforzare la sicurezza dei passeggeri», ha spiegato il vicepresidente della commis-sione Ue, Siim Kallas, responsabile per i trasporti. «Spetta a ogni stato decidere di autorizzare l’uso dei body scanner nei propri aeroporti. Questa situazione non cambierà. Tuttavia, il sistema dovrebbe essere regolamentato da norme valide in tutta l’Ue per quanto riguarda la capacità di rilevamento e da garanzie comuni che assicurino il rispetto delle disposizioni comunitarie in materia di salute e diritti fondamentali».

Gabriele Frontoni

Bruxelles: sì ai body scanner Ma con regole comuni

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21Lunedì 21 Giugno 2010

Si prepara il campo a una riforma del sistema dell’imposta sul reddito delle persone i siche

Cina, stretta fiscale sugli stranieriMonitorati assegni e spostamenti dei lavoratori immigrati

DI GABRIELE FRONTONI

Si profi lano tempi diffi cili per i cittadini stranieri che lavorano in Cina. La State Administration of

Taxation ha dichiarato guerra agli immigrati colpevoli, secondo le autorità di Pechino, di gua-dagnare denaro all’interno del paese, ma di pagare le imposte in altri stati, eludendo in questo modo le leggi locali sulla tassa-zione delle persone fi siche. «L’ali-quota massima prevista per chi vive e lavora in Cina è partico-larmente alta se paragonata a quelle di altri paesi europei o americani», si legge in una cir-colare dell’Agenzia delle entrate cinesi. «Da noi si arriva a pagare un massimo del 45% del reddito prodotto per salari superiori ai 100mila yuan al mese, mentre altrove si può risparmiare un 10% abbondante di tasse». Per questa ragione, il Fisco cinese ha dato ordine ai propri investi-gatori di mettere sotto controllo tutte le banche e le società di cambio valute per monitorare il giro di assegni ritirati o versati dagli stranieri. L’azione della Sta-

te Administration of Taxation è andata oltre, prendendo anche contatto con le autorità dogana-li per predisporre un sistema di monitoraggio degli spostamenti dei cittadini stranieri residenti in Cina, a ridosso delle scadenze fi scali. «Al di là delle nuove dispo-sizioni, è arrivato il momento di

ottimizzare la raccolta delle tasse all’interno del paese per miglio-rare il livello di distribuzione dei redditi», ha spiegato Yue Jin-glun, docente di sociologia presso la Sun Yat-sen University, nella

provincia di Guandong. «L’intero sistema impositivo cinese avreb-be bisogno di venire stravolto e aggiornato alle nuove condizioni economiche e ai nuovi standard internazionali. Ci vorrebbe un si-stema impostato secondo i diversi profi li contributivi presenti oggi in Cina. Che differiscono anni luce da quelli previsti dal siste-ma in vigore». Intanto la Cina sta facendo passi avanti sul ver-sante della promozione fi scale del commercio. Entro questo mese, il governo dovrebbe arrivare alla firma di un’intesa con Taiwan che prevede l’abbattimento delle tariffe doganali su 500 prodotti con l’intento di stimolare i fl ussi commerciali tra i due paesi. In base a indiscrezioni, la storica manovra di abbattimento dei dazi dovrebbe riguardare in una prima fase prodotti tessili, chi-mici, macchinari industriali, pe-trolchimici e parti di automobili. In particolare, le tasse doganali che gravano sul tessile verranno abbattute dell’80%, mentre il pe-trolchimico potrà benefi ciare di una riduzione dei dazi nell’ordine del 60%.

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Imposte dirette

DISAVANZO DA FUSIONE L’affrancamento del disavanzo da fusione può riguardare anche la parte riferibile alle imposte differite (risoluzione dell’Agen-zia delle entrate n. 50/E del 11 giugno 2010)

CONTRIBUTI PUBBLICI

Il contributo pubblico assog-gettato al regolamento Cee n. 1083/2006 non è soggetto a ritenuta d’acconto del 4% (risoluzione dell’Agenzia delle entrate n. 51/E del 11 giugno 2010)

Agevolazioni BENI STRUMENTALI

Agevolazioni per l’acquisto di beni strumentali nelle aree svantaggiate ai sensi della legge n. 388/2000 e n. 296/2006. Conservazione elettronica dei documenti e creazione di timbri virtuali (risoluzione dell’Agen-zia delle entrate n. 52/E del 17 giugno 2010)

Accertamento INTERPELLO/ INAMMISSIBILITÀ

Istanza di interpello. Ulteriori ipotesi di inammissibilità (cir-colare dell’Agenzia delle entrate n. 32/E del 14 giugno 2010)

INTERPELLO/CASI CONCRETI

Istanza di interpello. Definizio-ne del caso concreto e personale affinché l’istanza sia consi-derato ammissibile (circolare dell’Agenzia delle entrate n. 32/E del 14 giugno 2010)

INTERPELLO/ PREVENTIVITÀ

Istanza di interpello. Ridefi-nizione del requisito di pre-ventività affinché l’istanza

sia considerato ammissibile (circolare dell’Agenzia delle entrate n. 32/E del 14 giugno 2010)

INTERPELLO/ DOCUMENTAZIONE

Istanza di interpello. Richieste di documentazione integrativa (circolare dell’Agenzia delle entrate n. 32/E del 14 giugno 2010)

INTERPELLO/CONTROLLI

I riflessi della risposta all’in-terpello sulle fasi successive di controllo e contenzioso (circolare dell’Agenzia delle entrate n. 32/E del 14 giugno 2010)

Altre notizie di rilevante interesse

PROROGA VERSAMENTI

Proroga al 6 luglio per i ver-samenti derivanti da modello Unico per i contribuenti soggetti allo studio di settore. Proroga al 12 luglio per la trasmissione del modello 730/2010 (comunicato stampa n. 91 del ministero dell’economia e delle finanze)

TRATTAMENTO FISCALE IMMOBILI

Trattamento fiscale degli im-mobili nel periodo d’imposta 2010 nella determinazione del reddito da lavoro autono-mo. Interpretazioni (circolare dell’Istituto di ricerca dei dottori commercialisti e degli esperti contabili n. 19/Ir del 4 giugno 2010)

FISCO FLASH

NUOVO REATO

Tunisia, stop ai boicottaggi economiciLinea dura di Tunisi contro gli avversari dello sviluppo econo-mico del paese. Il parlamento ha approvato una normativa che modifica il codice penale inserendo il reato di «incita-zione contro l’investimento nel paese». In altre parole, po-tranno essere condannati a un periodo di reclusione compre-so tra 5 e 12 anni, tutti coloro che sproneranno gli investitori stranieri a stare alla larga dal-la Tunisia, destinando i propri capitali verso altri paesi o sco-raggiando istituzioni fi nanziarie estere dal concedere prestiti ad aziende tunisine per lo sviluppo del proprio business in patria. Rientrano nello spettro d’azio-ne anche i casi di boicottaggio del turismo in Tunisia o quelli di ostruzionismo verso l’otte-nimento dello status di part-ner privilegiato nelle relazioni economiche tra Tunisi e l’Unio-ne europea. L’acquisizione di questo status si tradurrebbe in benefi ci commerciali per l’eco-nomia tunisina come una ridu-zione delle barriere tariffarie, oltre all’accesso a nuovi aiuti e alla cooperazione Ue in materia energetica, scientifi ca e tecno-logica. Per le associazioni uma-nitarie, tuttavia, la legge costi-tuisce una violazione al diritto di libera espressione garantito dalla costituzione tunisina.

Lunedì 21 Giu

ma del sistema dell’imposta sul reddito delle person

I N F O . M O N D O

ottimizzare la raccolta delle tasse

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Il i scol ash in versio-ne integrale è disponi-bile sul sitowww.italiaoggi.it

A cura dello StudioF. Ghiglione e A. Ghio

gli avvocati sul web

L’onda lunga dell’enorme perdita di petrolio che minaccia le coste Usa dall’aprile scorso è arrivata nei tribunali americani. E internet sta dando il suo contributo. Mentre Transocean, la società proprietaria della piattaforma Deepwater Horizon, che il 20 aprile ha causato la fuoriuscita di un’enorme macchia di petrolio e 11 morti, si appella a una legge americana del 1851 sui vascelli affondati, che ne limiterebbe la responsabilità a soli 27 milioni di dollari, a fronte di richieste per miliardi, le class action contro Transocean sono ormai più di 100. E gli studi legali affi lano le armi per i processi e le cause d’indennizzo per la peggiore catastrofe ambientale degli ultimi 20 anni dai tempi dell’incidente occorso alla superpetroliera Exxon Valdez sulle coste dell’Alaska nel marzo 1989. Basta fare un giro on-line per scoprire come, sui blog di vari studi legali d’Oltreoceano, il dibattito sia quantomai acceso. Lo Shipowners Liability Act, la legge del 1851 invocata da Tran-socean, infatti, stabilisce che l’armatore di un vascello affon-dato è responsabile solo per il valore del relitto e del carico in stiva. Ma se l’Act, pensato per garantire la competitività della fl otta mercantile Usa, eliminava il rischio di una responsabili-tà illimitata nel caso di perdite di vite umane per un disastro imprevisto, non la limitava (e non la limiterebbe tuttora) nel caso in cui le azioni o la negligenza dell’armatore avessero contribuito all’incidente e la perdita del vascello. A suonare la carica contro BP e Transocean è la rete. Gli inte-ressi di tutte le categorie coinvolte (pescatori di gamberi, guide turistiche, alberghi, ristoranti), chiedono tutela. Basta cercare «bp oil spill lawyers» per trovare, su Google, 6.270.000 risultati. Le offerte sono tante: ecco la Lavis Law Firm di New Orleans che su bpoilspillawblog.com aggiorna sull’emergenza e offre supporto legale con una chat cui risponde direttamente l’avvo-cato Charles E. Lavis Jr. presente anche su Twitter, il famoso sistema di messaggistica in 140 caratteri. Gulfcoastoildisaster.com offre, oltre alla possibilità di seguire il movimento della macchia di petrolio, un portale per scegliere l’avvocato più vici-no a casa. E infi ne oilslicklawyer.com promette solennemente: «aiuteremo il business a reagire». Intanto il petrolio continua, lento e fangoso, a sporcare la faccia dell’America.

Antonino D’Anna

La marea nera scatena

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22 Lunedì 21 Giugno 2010 P R E V I D E N Z A

Addio al vecchio orientamento: vince l’interpretazione più redditizia per l’istituto previdenziale

Inps-socio di società, due a zeroAmministratore e lavoratore: scatta la doppia contribuzione

Pagine a curaDI DANIELE CIRIOLI

Ritorna la doppia contri-buzione all’Inps per il socio di società, ammi-nistratore e lavorato-

re. Con una norma d’interpre-tazione autentica, infatti, la manovra (dl n. 78/2010) ha ribaltato il consolidato indi-rizzo della giurisprudenza (da ultimo la sentenza della Corte di cassazione a sezioni unite n. 3240/2010) che sosteneva che gli obblighi di iscrizione e di pagamento dei contributi ri-correvano solo per la gestione previdenziale riferita all’at-tività svolta con carattere di abitualità e prevalenza. Vince, così, la tesi dell’Inps (per ra-gioni meramente «di cassa»): l’esclusione della doppia iscri-zione prevista dalla legge n. 662/1996 si applica esclusiva-mente con riferimento ai lavo-ratori autonomi che svolgono più attività come commercian-ti, artigiani o coltivatori diret-ti; e non anche se una delle attività autonome comporti l’iscrizione alla gestione se-parata. L’effi cacia della novità è peraltro retroattiva, con il risultato di vanifi care tutto il contenzioso in corso.

La questione. La vicenda ha visto protagonisti, nel tem-po, i soci di società e l’Inps. In particolare, il caso specifico è quello in cui i primi hanno rivestito la carica di ammi-nistratore di una srl (società a responsabilità limitata) e, come tale, si sono iscritti alla gestione separata dell’Inps. A un certo punto, però, avendo cominciato a prestare nella società di cui erano ammini-stratori anche attività lavora-tiva come soci, si sono iscritti pure alla gestione commer-cianti (sempre dell’Inps). In queste situazioni, i soci hanno chiesto all’Inps di mantenere solo l’iscrizione alla gestione separata, dichiarando che la propria attività prevalente era quella di amministratore della società. L’Inps non ha mai accolto questa tesi. Anzi, ritenendo non incompatibili le due iscrizioni (gestione separa-ta per l’attività di amministra-tore e gestione commercianti per quella di socio lavoratore), ha continuato a chiedere il versamento dei contributi per entrambe le gestioni, fino a ricorrere all’iscrizione a ruolo dei debiti contributivi (con suc-cessiva emissione della cartel-la di pagamento). La vicenda è fi nita sul tavolo dei giudici di cassazione.

L’indirizzo giurispruden-ziale. Per appurare se esista o meno tale compatibilità di iscrizioni, la Corte ha analiz-zato le disposizioni di legge ap-plicabili al caso. Tre quelle fon-damentali (si veda tabella). La

prima è quella che ha istituito la gestione separata. L’artico-lo 2, comma 26, della legge n. 335/1995. Di tale disposizione la corte ha rilevato che essa «riguarda i soggetti che eserci-tino, per professione abituale, ancorché non esclusiva, atti-vità di lavoro autonomo». La seconda disposizione è l’arti-colo 1, comma 203, della legge n. 662/1996 che ha sostituito il primo comma dell’articolo 29 della legge n. 160/1975. Di tale disposizione la Corte ha rilevato che essa «riguarda gli esercenti attività commercia-li», ossia una nucleo specifi co di soggetti appartenenti alla più ampia categoria dei lavo-ratori autonomi: insomma, una tipologia di lavoratori autono-mi. Infi ne, la terza disposizione è l’articolo 1, comma 208, della legge n. 662/1996. Di tale di-sposizione la Corte ha rilevato che essa «riguarda i lavoratori autonomi che esercitino con-temporaneamente, anche in

un’unica impresa, varie attivi-tà autonome assoggettabili a diverse forme di assicurazione obbligatoria».

L’attenzione dei giudici di cassazione si è sempre soffer-mata sulla terza delle tre nor-me: l’articolo 1, comma 208, della legge n. 662/1996. Essa disciplina una situazione ge-nerale che, pur riguardando gli esercenti attività commerciale (i «soggetti di cui ai precedenti commi»), coinvolge lo svolgi-mento di attività assoggetta-bili a diverse forme di assicu-razione obbligatorie. In questo ampio spazio vi rientrano pure i soggetti che esercitano per professione abituale, ancorché non esclusiva, attività di lavoro autonomo, ossia gli stessi sog-getti sui quali l’articolo 2, com-ma 26, della legge n. 335/1995 impone l’obbligo dell’iscrizione alla gestione separata.

Con la conseguenza che anche a tali soggetti, nella (e solo nella) specifi ca ipotesi di

concorrenza con un’attività di lavoro autonomo comportante l’obbligo dell’iscrizione alla ge-stione commercianti, è appli-cabile l’articolo 1, comma 208, della legge n. 662/1996: il pre-statore di lavoro ha l’obbligo di iscriversi all’assicurazione previdenziale prevista per l’at-tività alla quale dedica perso-nalmente l’opera professionale in misura prevalente. Secondo l’indirizzo della giurisprudenza tale norma ha avuto la funzio-ne di risolvere «la pluralità… in un unico rapporto assicura-tivo… evitando, con il criterio della prevalenza, una duplica-zione di rapporti assicurativi». In altre parole, i giudici hanno sempre sostenuto che la nor-ma ha il compito di preservare l’unicità del rapporto previ-denziale laddove un lavoratore svolga più attività autonome assoggettabili a diverse forme di assicurazione obbligatorie tra cui quella della gestione commercianti. Per preservare

questa unicità del rapporto previdenziale, la norma eleva il «carattere di prevalenza» a ele-mento discriminante e decisivo dell’unico rapporto assicura-tivo: è quello, infatti, previsto per l’attività a cui il lavoratore dedichi personalmente la sua opera professionale in misura prevalente.

Ritorna la doppia iscri-zione e contribuzione. Da ultimo, con la sentenza delle sezioni unite n. 3240/2010, la Corte di cassazione sembrava avesse messo fi ne alla lunga diatriba tra Inps e ammini-stratori di società. Come è vero che vige la regola generale per cui all’esercizio di due attività lavorativa deve corrispondere la duplicità d’iscrizione e di contribuzione, spiegava questa sentenza, è altrettanto certo che nell’ipotesi specifi ca della doppia attività di lavoro auto-nomo nelle imprese commer-ciali la legge ha previsto una deroga: una sola iscrizione, per l’attività esercitata con preva-lenza. Un principio da appli-carsi in tutti i casi di esercizio di più attività, nella stessa o diverse imprese commerciali, anche quando si trattasse di socio (non unico) di società a responsabilità limitata (non invece nelle società di capita-li).

Una deroga, secondo la Cas-sazione, che intendeva evitare la doppia iscrizione (e la dop-pia contribuzione) per il socio d’opera che, in aggiunta al lavoro prestato per la società, esercitasse altre attività di natura autonoma. In mancan-za della deroga, il lavoratore avrebbe dovuto pagare i con-tributi sia alla gestione com-mercianti (per partecipazione al lavoro aziendale) e sia alla gestione prevista per i ricavi del lavoro di tenuta della con-tabilità (la gestione separata o una cassa professionale).

È’ così, invece, che doveva da sempre essere. Con una norma di interpretazione au-tentica, infatti, la manovra (dl n. 78/2010) ribalta l’indirizzo giurisprudenziale, stabilendo che l’esclusione della doppia iscrizione Inps (socio e lavo-ratore) prevista dalla legge n. 662/1996 si applica esclusiva-mente con riferimento ai lavo-ratori autonomi che svolgono più attività come commercian-ti, artigiani o coltivatori di-retti. L’aspetto peggiore della novità è l’effi cacia retroattiva. Aspetto che vanifica tutto il contenzioso in atto, salvando esclusivamente le sentenze già passate in giudicato.

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Altri articoli sul sito www.italiaoggi.it/manovra+correttiva

La caduta del principio dell’unicità di iscrizione

La gestione separata Inps

A decorrere dal 1° gennaio 1996 sono tenuti all’iscrizione presso un’ap-posita gestione separata, presso l’Inps, e i nalizzata all’assicurazione obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti, i soggetti che esercitino, per professione abituale, ancorché non esclusiva, attività di lavoro autonomo….nonché i titolari di rapporti di collaborazione coor-dinata e continuativa e gli incaricati di vendita a domicilio…. (articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335)

La gestione commercianti dopo la Finanziaria 1997

L’obbligo di iscrizione nella gestione assicurativa degli esercenti atti-vità commerciali …., sussiste per i soggetti che siano in possesso dei seguenti requisiti: a) siano titolari o gestori in proprio di imprese che, a prescindere dal numero dei dipendenti, siano organizzate e/o dirette prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti la famiglia….; b) abbiano la piena responsabilità dell’impresa e assumano tutti gli oneri ed i rischi relativi alla sua gestione…; c) partecipino personalmente al lavoro aziendale con carattere di abitualità e prevalenza; d) siano in possesso… di licenze od autorizzazioni e siano iscritti in albi, registi o ruoli; (articolo 1, comma 203, della legge 23 dicembre 1996, n. 662 di modii ca dell’articolo 29 della legge 3 giugno 1975 n. 160)Qualora i soggetti… esercitino contemporaneamente, anche in un’unica impresa, varie attività autonome assoggettabili a diverse forme di assi-curazione obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti, sono iscritti nell’assicurazione prevista per l’attività alla quale gli stessi dedi-cano personalmente la loro opera professionale in misura prevalente; spetta all’Inps decidere sull’iscrizione nell’assicurazione corrispondente all’attività prevalente (articolo 1, comma 208, della legge 23 dicembre 1996, n. 662)

Il principio dellagiurisprudenza

(…) Colui che nell’ambito d’una società a responsabilità limitata svolta at-tività di socio amministratore e di socio lavoratore ha l’obbligo di chiedere iscrizione nella gestione in cui svolge l’attività con carattere di abitualità e prevalenza; nell’incompatibile coesistenza delle due corrispondenti iscrizioni, è onere dell’Inps decidere sull’iscrizione corrispondente all’at-tività prevalente (Corte di cassazione sentenza n. 20886 del 5 ottobre 2007). L’Inps non può pretendere la doppia iscrizione (commercianti e gestione separata) per i soci di società commerciale, nella forma di srl che, oltre a svolgere personalmente la propria attività in azienda con carattere di abitualità, siano anche amministratori della medesima società, percependo apposito compenso (Corte di cassazione, sezioni unite, sentenza n. 3240 del 12 febbraio 2010)

La norma di interpretazione autentica (dl n. 78/20010)

L’articolo 1, comma 208 della legge 23 dicembre 1996, n. 662 si inter-preta nel senso che le attività autonome, per le quali opera il principio di assoggettamento all’assicurazione prevista per l’attività prevalente, sono quelle esercitate in forma d’impresa dai commercianti, dagli artigiani e dai coltivatori diretti, i quali vengono iscritti in una delle corrispondenti gestioni dell’Inps. Restano, pertanto, esclusi dall’applicazione dell’ar-ticolo 1, comma 208, legge n. 662/96 i rapporti di lavoro per i quali è obbligatoriamente prevista l’iscrizione alla gestione previdenziale di cui all’articolo 2, comma 26, legge 16 agosto 1995, n. 335

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23Lunedì 21 Giugno 2010Lunedì 21 GiugnoS I C U R E Z Z A

Le risposte del ministero sulla vigenza degli obblighi per i rappresentanti dei lavoratori

Formazione non solo per grandi Aggiornamento anche in aziende con meno di 15 dipendenti

L’obbligo di aggiorna-mento periodico della formazione dei rap-presentanti dei lavo-

ratori (Rls) vige anche per le aziende che occupano fino a 15 dipendenti. Quanto al con-tenuto di tale aggiornamento occorre far riferimento alla contrattazione collettiva na-zionale (ccnl), che ne discipli-na anche le modalità, fi ssando comunque una durata minima di 4 ore annue per le imprese che occupano dai 15 ai 50 la-voratori e di 8 ore annue per le imprese che occupano più di 50 lavoratori. Lo precisa il ministero del lavoro in risposta ad appositi quesiti (Faq).

Il rappresentante dei lavoratori. Il T.u. sicurezza (dlgs n. 81/2008) ha aggiorna-to e diviso in tre tipologie la fi gura del «rappresentante dei lavoratori per la sicurezza»: 1) aziendale, 2) territoriale e 3) di sito. Il rappresentate aziendale è la fi gura prevista in tutte le aziende o unità produttive con più di 15 lavoratori. Viene elet-to o designato dai lavoratori nell’ambito delle rappresentan-ze sindacali aziendali; in man-canza di queste ultime, è eletto dai lavoratori dell’azienda al loro interno. Il numero (c’è un limite minimo che va rispetta-to), le modalità di designazione o elezione nonché il tempo di lavoro retributivo e gli stru-menti per l’espletamento delle funzioni vengono stabiliti in sede di contrattazione colletti-va. Il rappresentante aziendale non è fi gura obbligatoria nelle aziende o nelle unità produtti-ve con meno di 16 lavoratori; in tal caso infatti può essere sostituito da un soggetto, in-dividuato e incaricato per più aziende in ambito territoriale o di comparto produttivo (il «rap-presentante territoriale»).

Il rappresentante territoriale esercita le competenze proprie del rappresentante per la sicu-rezza con la particolarità di es-sere impegnato in più aziende o unità produttive (con meno di 16 lavoratori). La sua elezione o designazione avviene con le modalità che saranno fi ssate con accordi collettivi o, in via sostitutiva, con decreto mini-steriale.

Infi ne, il rappresentante di sito è la fi gura obbligatoria, che si aggiunge al rappresentante aziendale o territoriale, in spe-cifi ci contesti produttivi carat-terizzati dalla compresenza di più aziende o cantieri (si veda tabella). E’ individuato, su loro iniziativa, tra i rappresentan-ti dei lavoratori delle aziende operanti nel sito produttivo.

Formazione e informa-zione obbligatori. Gli obbli-ghi dell’informazione e della formazione, non nuovi per la disciplina sulla sicurezza del lavoro, si rivolgono espressa-

mente ai «lavoratori» (artico-li 36 e 37 del T.u. sicurezza). Il datore di lavoro è tenuto a osservarli nei confronti della persona che, indipendentemen-te dal tipo di contratto, svolge attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un dato-re di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche solo al fi ne di apprendere un mestiere, un’arte o una pro-fessione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari.

A tale fi gura sono equipara-ti il socio lavoratore di coop; l’associato in partecipazione; i tirocinanti; gli allievi di istituti di istruzione e universitari e/o i partecipanti ai corsi di forma-zione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, at-trezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fi sici e biologici, comprese le apparecchiature con videoterminali; i volontari del corpo nazionale dei vigili del fuoco e della protezione civile; i lavoratori socialmente utili.

Per espressa previsione del T.u., limitatamente agli obbli-ghi di formazione e informa-zione, al novero dei lavoratori devono aggiungersi anche i lavoranti a domicilio e i lavo-ratori che rientrano nel campo di applicazione del contratto collettivo dei proprietari di fabbricati.

La formazione dei lavoratori deve avvenire in collaborazione con gli organismi paritetici, se presenti nel settore e nel terri-torio in cui si svolge l’attività del datore di lavoro, durante l’orario di lavoro e non può comportare oneri economici a carico dei lavoratori. Le com-petenze acquisite vanno regi-strate nel libretto formativo del cittadino, se concretamen-te disponibile (cioè se attuato a livello regionale). Il contenuto del libretto formativo è consi-derato dal datore di lavoro ai fi ni della programmazione del-la formazione e di esso gli orga-ni di ispezione tengono conto ai fi ni della verifi ca degli obblighi

di vigilanza.

Gli obblighi di formazio-ne per il Rls. Relativamente al rappresentante dei lavorato-ri per la sicurezza (Rls) è stato chiesto al ministero di esplici-tare quali sono gli obblighi di formazione.

Il ministero, in primo luogo, ha evidenziato che la materia della formazione attiene alla competenza delle regioni e del-le province autonome; quindi ha fornito indicazioni solo di carattere generale.

Il T.u., ha spiegato il mini-stero, nel valorizzare la forma-zione dei lavoratori come uno dei principali strumenti di prevenzione e tutela della sa-lute e sicurezza dei lavoratori, detta come principio comune generale in materia di forma-zione dei vari soggetti, quello di adeguatezza e di effi cacia in relazione ai rischi specifi ci con-nessi a ogni attività produttiva e singola posizione lavorativa, sulla base della valutazione dei

rischi effettuata dal datore di lavoro.

In materia di formazione dei Rls, ai sensi dell’articolo 50 let-tera g), questi hanno il diritto (a cui corrisponde l’obbligo del datore di lavoro di provvedervi, sanzionato ai sensi dell’articolo 55, comma 5, lettera a) a rice-vere una formazione adegua-ta e comunque non inferiore a quella prevista dall’articolo 37, senza alcun onere a carico del lavoratore.

In particolare, tale norma prevede che le modalità, la durata e i contenuti specifi ci della formazione dei Rls sono stabiliti in sede di contratta-zione collettiva nazionale, nel rispetto dei contenuti minimi dettati dalla norma stessa, fra i quali si sottolinea in partico-lare la formazione sui rischi specifi ci presenti in azienda e le conseguenti misure di pre-venzione e protezione adottate. Infi ne, il ministero ha sottoli-neato l’imprescindibile rispetto del limite intrinseco derivan-te dal carattere di necessaria adeguatezza ed effettività della formazione stessa, e dalla sua commisurazione ai rischi spe-cifi ci connessi ad ogni realtà produttiva e singola posizione lavorativa, principio che non può ritenersi inverato nel caso di una formazione interamente, o prevalentemente, a distanza, che perderebbe, pertanto, il suo stretto legame con l’ambiente di lavoro e la valutazione del rischio.

L’obbligo di aggiorna-mento periodico della for-mazione del Rls. In risposta ad altro specifi co quesito, re-lativo all’obbligo ed obbligati all’aggiornamento del Rls, il ministero ha richiamato quale fondamento normativo la pre-visione di cui al comma 6 del citato articolo 37, secondo cui «la formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti deve essere periodicamente ripetu-ta in relazione all’evoluzione dei rischi o all’insorgenza dei nuovo rischi».Ai sensi di tale norma, che costituisce diretta emanazione del generale prin-cipio in tema di adeguatezza e di effi cacia della formazione in relazione ai rischi specifi ci con-nessi ad ogni attività produtti-va e singola posizione lavorati-va, sulla base della valutazione dei rischi effettuata dal datore di lavoro, tutte le aziende, indi-pendentemente dal numero di lavoratori occupati, sono tenute a ripetere la formazione suddet-ta al verifi carsi dei presupposti sopra sottolineati. Quindi anche le imprese con un numero di la-voratori inferiore a 16.

Riproduzione riservata

Per quanto riguarda il diverso profilo at-tinente al contenuto dell’aggiornamento, il ministero ha spiegato che occorre far riferimento al comma 11 del medesimo articolo 37, il quale rimette alla contrat-tazione collettiva nazionale le modalità dell’obbligo di aggiornamento periodico, fissando la durata minima dello stesso in 4 ore annue per le imprese che occupano dai 15 ai 50 lavoratori e a 8 ore annue per le imprese che occupano più di 50 lavora-tori. La circostanza che il legislatore abbia espressamente previsto la durata minima dell’aggiornamento unicamente per le im-prese che superino i detti limiti occupazio-nali, ha aggiunto il ministero, non esclude che le parti, nell’ambito della autonomia contrattuale e nel rispetto delle norme vigenti, possano disciplinare le modalità e la durata dei corsi di aggiornamento an-che per le imprese che non raggiungano i suddetti limiti. Infine, quanto ai soggetti competenti a sta-bilire tali contenuti e modalità, il ministe-ro ritiene che ciò possa essere stabilito in sede di contrattazione collettiva naziona-le, anche in considerazione del principio di legalità in materia disciplinata da norme il

cui inadempimento è amministrativamen-te sanzionato. Il ministero ha precisato che la funzione attribuita agli organismi paritetici dal comma 12 dell’articolo 37 non consiste nell’individuazione dei casi in cui sussiste l’obbligo dell’aggiornamen-to periodico della formazione del Rls né del contenuto della stessa, ma nella col-laborazione con il datore di lavoro nello svolgimento della formazione, le cui fonti normative restano comunque la legge, e, nell’ambito della delega da questa opera-ta, la contrattazione collettiva nazionale. Pertanto, l’obbligo di aggiornamento, sal-va una diversa eventuale statuizione della contrattazione collettiva in materia, sussi-ste per le aziende che occupano fino a 15 dipendenti, nei casi previsti dall’articolo 37, comma 6, e cioè in relazione all’evolu-zione dei rischi o all’insorgenza di nuovo rischi, e deve rispondere all’esigenza di assicurare l’imprescindibile rispetto del limite intrinseco derivante dal carattere di necessaria adeguatezza ed effettività della formazione stessa, secondo quanto emerge dalla valutazione del rischio effettuata dal datore di lavoro.

Riproduzione riservata

All’autonomia contrattuale l’ultima parola

LA PARTECIPAZIONE DEI LAVORATORI

Il rappresentante dei lavoratori aziendale (Rls)

È la i gura prevista in tutte le aziende o unità produttive con più di 15 lavoratori, alternativo al rappresentante territoriale. È obbligatorio in tutte le aziende con almeno 16 lavoratori, nel seguente numero minimo:

1 (uno) nelle aziende ovvero unità produttive i no a 200 lavoratori;• 3 (tre) nelle aziende ovvero unità produttive da 201 i no a 1.000 • lavoratori;6 (sei) nelle aziende ovvero unità produttive oltre 1.000 lavoratori •

Il rappresentante dei lavoratori territoriale

È la i gura alternativa al rappresentante aziendale nelle aziende o unità produttive che occupano i no a 15 lavoratori

Il rappresentante dei lavoratori di sito

È obbligatorio, ed è individuato tra i rappresentanti delle aziende che operano in un sito produttivo, nei seguenti contesti in cui vi sia compre-senza di aziende o cantieri: porti; centri intermodali di trasporto; impianti siderurgici; cantieri con almeno 30 mila uomini-giorno; contesti con problematiche di interferenza delle lavorazioni e con oltre 500 addetti

patoridale

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24 Lunedì 21 Giugno 2010 C O N TA B I L I TÀ

I chiarimenti delle Entrate: minusvalenze deducibili dal reddito d’impresa nello stesso esercizio

Il sale and lease back vale doppioDue le rilevanze ai fi ni fi scali: cessione e locazione del cespite

Pagine a curaDI FRANCO CORNAGGIA

E NORBERTO VILLA

Se la minusvalenza da lease back è a valore di mercato e imputata a conto economico la stes-

sa è deducibile dal reddito d’im-presa. Nel corso di un recente forum l’Agenzia ha per la prima volta chiarito il trattamento fi -scale delle minusvalenze da le-ase back. E lo ha fatto confer-mando l’abituale impostazione della prassi nel leggere questo strumento contrattuale: il sale and lease back ai fi ni fi scali è composto da due distinte opera-zioni. Da un lato vi è la cessione del cespite e dall’altro la locazio-ne fi nanziaria dello stesso. Da ciò deriva che, in relazione alla cessione del bene strumentale oggetto del contratto di sale and lease back, trova applicazione la disciplina fi scale a essa ordi-nariamente riferibile e quindi ai fi ni delle imposte sui redditi, la cessione del bene alla società fi nanziaria, avendo a oggetto un bene strumentale, può genera-re (in capo al cedente) una plu-svalenza, imponibile ai sensi dell’articolo 86 del Tuir, ovvero una minusvalenza, deducibile ai sensi dell’articolo 101 del me-desimo Tuir.

Il caso esaminato dalla prassi era il seguente.

Alfa srl cede a una società di leasing un immobile strumen-tale (il cui costo storico residuo risulta pari a 10 milioni di euro) a un prezzo pari a 9 milioni di euro (corrispondente al valore di mercato dello stesso). In tal modo realizza una «minusva-lenza a valore di mercato» di un milione di euro. Da qui la domanda se tale minusvalenza imputata a conto economico, in ragione della corretta applica-zione dei principi contabili na-zionali, potesse ritenersi ai fi ni fi scali interamente deducibile nell’esercizio, oppure se debba essere correlata alla durata del contratto di locazione fi nanzia-ria.

La risposta è stata decisa: «nell’ipotesi in oggetto in cui dall’operazione di lease back emerga una minusvalenza a valore di mercato, nei limiti di quanto imputato a conto econo-mico nell’esercizio di competen-za, si ritiene che la stessa sia deducibile nell’esercizio mede-simo ai sensi del combinato di-sposto degli articoli 101 e 109, comma 2, lettera a) del Tuir».

La stessa si basa sul fatto che tali operazioni (che nella pratica operativa–giuridica) sono consi-derate un unicum sono invece considerate ai fi ni fi scali come composte da due parti ognuna autonoma l’una dall’altra.

In sostanza alla cessione del bene alla società di leasing e alla successiva retro locazione devono applicarsi le ordina-rie regole previste per le due tipologie della vendita e della

locazione (fi nanziaria). Da qui la risposta secondo cui l’even-tuale minusvalenza genera-ta dalla cessione deve essere considerata alla stregue della regola ordinaria di cui all’art. 101 del Tuir.

Tale interpretazione del con-tratto di lease back da parte del-

la prassi era già stato espresso nella circolare n. 218/E del 30 novembre 2000 e anche nella circolari del 13 marzo 2009, n. 8/E e del 19 marzo 2009, n. 11/E con riferimento alla disciplina della rivalutazione dei beni im-mobili relativi all’impresa si era sostenuto che il contratto di sale

and lease back comporta il tra-sferimento giuridico del diritto della proprietà del bene, ossia si concretizzi in un’operazione a tutti gli effetti realizzativa.

È evidente che ciò si scontra oggi con quanto previsto a livel-lo contabile. Infatti l’articolo 16 del dlgs 310/2004 ha introdotto

il comma 4 all’articolo 2425-bis del Codice civile che impone di ripartire le plusvalenze da le-ase back in funzione della du-rata del contratto di locazione. In legislatore civilistico ha in sostanza qualifi cato il contratto di sale and lease back come un contratto complesso di durata, da cui derivano corrispettivi periodici con imputazione per competenza dei risultati dello stesso. Ma secondo la pras-si tale innovazione per cui il regime tributario applicabile alla plusvalenza derivante da un’operazione di sale and lease back deve necessariamente es-sere quello previsto dall’articolo 86 (e dall’articolo 109, comma 2, lettera a) del Tuir (e ora si aggiunge che la minusvalenza deve invece essere regolata in base all’art. 101 del Tuir.

Con riguardo al caso della plusvalenza in linea con quan-to sopra espresso è stata la ri-soluzione 237/E/2009 in cui si è affermato che la plusvalenza concorre integralmente alla for-mazione del reddito imponibile nell’esercizio in cui è realizzata ovvero, qualora ricorrano i pre-supposti previsti dalla legge, in quote costanti nell’esercizio stesso e nei successivi ma non oltre il quarto. Ricordiamo che il codice civile detta il trattamen-to delle plusvalenze emergenti dal lease back, mentre nulla af-ferma in modo esplicito nel caso di emersione di minusvalenza. La soluzione può essere desun-ta dall’interpretazione offerta dall’Oic 12, Appendice 2. L’or-ganismo italiano di contabilità ritiene che non sia stata espli-citata alcuna regola in quanto la soluzione contabile deve dif-ferire rispetto all’ipotesi in cui l’operazione generi una plusva-lenza. Si afferma infatti:

- se la compravendita e il lea-sing sono effettuati a condizio-ni di mercato, la minusvalenza, deve essere imputata a conto economico nell’esercizio in cui emerge;

- se la compravendita e il le-asing non sono effettuati a con-dizioni di mercato la minusva-lenza fi no a concorrenza della differenza tra il valore contabile ed il minor valore di mercato al momento della stipulazione dell’operazione, è interamente imputata al conto economico dell’esercizio1;

- se la compravendita e il leasing sono effettuati a con-dizione non di mercato e se la minusvalenza è correlata al pagamento di canoni inferiori a quelli di mercato, in tal caso va differita, imputandola nei conti economici in proporzione ai canoni stessi, lungo la durata del contratto.

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Il caso

Le differenti regole civilistiche e i scali impongono comportamenti difformi ai contribuenti. Ecco i casi che si possono presentare.Si esemplii ca questo caso:

vendita di un bene del valore contabile netto di € 5.000 ad un prezzo di € 12.000;• stipula di una retro locazione della durata di 4 anni.•

Caso 1La plusvalenza contabile è frazionata in più esercizi (4) mentre alla stessa è data per intero im-mediata rilevanza i scale. Il disallineamento comporterà l’iscrizione di una ripresa in aumento nel modello Unico di importo pari alla plusvalenza riscontata in bilancio e l’iscrizione delle imposte anticipate (sussistendone i presupposti).

Esercizio Plusvalenza imputata a

conto economico

Quota tassata Variazioni in aumento/

diminuzione

Imposte anticipate

Imposte differite

N 1.750 7.000 5.250 1.648 0n + 1 1.750 0 -1.750 -549 0n + 2 1.750 0 -1.750 -549 0n + 3 1.750 0 -1.750 -550 0

Caso 2La plusvalenza contabile è frazionata in più esercizi (4) e il medesimo trattamento è assunto anche ai i ni i scali. E’ l’ipotesi (rara) in cui non si crea alcun disallineamento.In tal caso la residua minusvalenza viene imputata ai conti economici in proporzione ai canoni stessi, lungo il periodo di durata del contratto, a condizione che: a) il prezzo di vendita sia inferiore al valore di mercato al momento della vendita, e b) tale residua minusvalenza sia compensata dai futuri pagamenti di canoni inferiori a quelli di mercato.

Esercizio Plusvalenza imputata a

conto economico

Quota tassata Variazioni in aumento/

diminuzione

Imposte anticipate

Imposte differite

N 1.750 1.750 0 0 0n + 1 1.750 1.750 0 0 0n + 2 1.750 1.750 0 0 0n + 3 1.750 1.750 0 0 0

Caso 3La plusvalenza contabile è frazionata in più esercizi (4) e ai i ni i scali è tassata in periodo infe-riore (2). Il disallineamento comporterà l’iscrizione di una ripresa in aumento nel modello Unico e l’iscrizione delle imposte anticipate (sussistendone i presupposti).

Esercizio Plusvalenza imputata a

conto economico

Quota tassata Variazioni in aumento/

diminuzione

Imposte anticipate

Imposte differite

N 1.750 3.500 1.750 549 0n + 1 1.750 3.500 1.750 550 0n + 2 1.750 0 -1.750 -549 0n + 3 1.750 0 -1.750 -550 0

Caso 4La plusvalenza contabile è frazionata in più esercizi (4) e ai i ni i scali è tassata in periodo superiore (5). Il disallineamento comporterà l’iscrizione di una ripresa in diminuzione nel modello Unico e l’iscrizione delle imposte differite.

Esercizio Plusvalenza imputata a

conto economico

Quota tassata

Variazioni in aumento/

diminuzione

Imposte anticipate

Imposte differite

N 1.750 1.400 -350 0 -110n + 1 1.750 1.400 -350 0 -110n + 2 1.750 1.400 -350 0 -110n + 3 1.750 1.400 -350 0 -110n + 4 0 1.400 1.400 0 440

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25Lunedì 21 Giugno 2010Lunedì 21 GiuC O N TA B I L I TÀ

Condizioni decisive per riconoscere la liceità del lease back. Il riconosce-re valenza civilistica

e fi scale al lease back non vuol dire escludere un suo possibile utilizzo per scopi illeciti o frau-dolenti. Nonostante le differenze di principio, le similitudini che senza dubbio esistono, potrebbe-ro portare alla stipula di tali con-tratti ai fi ni di violare o eludere il divieto di patto commissorio ex art. 2744 c.c. E proprio su queste considerazione devono oggi esse-re concentrate le attenzioni fi scali di tale tipologia contrattuale, in quanto il riconoscimento di tale situazione comporterebbe il man-cato riconoscimento ai fi ni fi scali dell’operazione.

In sostanza: se un’operazione di sale and lease back dovesse es-sere qualifi cata (o meglio riquali-fi cata) come negozio in contrasto con il divieto del patto commisso-rio, qualsiasi valenza fi scale della stessa verrebbe meno.

Sul punto diviene allora neces-sario verifi care come e con che strumenti deve essere indirizzata tale analisi.

Prima di tutto è da chiarire come spetti al giudice grazie a una valutazione del caso concre-

to stabilire se l’operazione posta in essere si atteggi in modo tale da perseguire un risultato con-trastante con il divieto del patto commissorio.

Nella già citata sentenza del 7 maggio 1998 si è infatti affermato che gli uffi ci non possono proce-dere a riqualificare in termini sostanziali il rapporto giuridico sottostante al contratto di lease-back, tranne che nei casi in cui sia possibile rilevare «anomalie» rispetto al contratto socialmente tipico.

Tale linea interpretativa è stata ripresa dalla sentenza n. 7296 del 1° febbraio 2006 della cassazione che ha statuito come un’operazio-ne di lease back non costituisce necessariamente una forma di finanziamento con contestuale elusione del divieto di patto com-missorio. Perché possa affermarsi ciò è sempre necessario che tale situazione sia accertata, con ciò ritenendosi necessario che siano accertate le condizioni di fatto esistenti dalle quali risulti che la funzione di garanzia costituisca causa esclusiva o prevalente della intervenuta cessione del bene og-getto del contratto di leasing.

Perché quindi sia possibile una riqualifi cazione del contratto è

possibile, in prima battuta, rite-nere la necessità che siano veri-fi cate l’esistenza di anomalie tali da provare tale situazione.

Sia l’amministrazione fi nanzia-ria (vedi circolare Dre Lombardia del 24 maggio 2000) che la stessa giurisprudenza hanno individua-to delle anomalie ovvero alcuni elementi che sembrerebbero ido-nei a poter presumere l’intento elusivo delle parti.

Gli stessi sono così da riassu-mere sinteticamente:

- presenza di una situazione di debito preesistente o conte-stuale alla vendita tra cedente e cessionario del bene poi concesso in leasing;

- mancanza di interesse dell’ap-parente venditore-utilizzatore ad usare il bene oggetto di leasing;

- sproporzione tra valore ele-vato del bene e prezzo esiguo pagato dalla società di leasing al venditore-utilizzatore;

- tasso di interesse applicato all’operazione particolarmente gravoso;

- elaborazione di vincoli con-

trattuali che impongono all’uti-lizzatore la corresponsione di tutti i canoni fi no alla scadenza del contratto, anche nell’ipotesi in cui sia risolto anticipatamente;

- facoltà concessa all’utilizzato-re di sublocare il bene.

Inoltre non può negarsi che anche la valutazione della si-tuazione generale economica e fi nanziaria del conduttore possa essere sintomo (non prova) da considerare in tale analisi.

Ma ciò che è importante sottoli-neare è che nemmeno la presenza di una o più delle situazioni sopra elencate può essere considerato suffi ciente a riconoscere l’illiceità dell’operazione.

Ciò che è importante sottoli-neare è che in linea generale il lease back è un’operazione ormai riconosciuta lecita e quindi ogni interpretazione difforme deve basarsi su prove concrete valide non in generale ma per il singolo caso.

Non si ritiene infatti che le sin-gole anomalie possano essere di per sé motivo di una pronuncia di

illiceità del contratto. Ovvero le stesse possono assurgere a sinto-mo della stessa ma non provarla: il sale and lease back è lecito fi no a quando non si provi, anche gra-zie all’analisi di eventuali clauso-le «anomale», che nel caso concre-to non sia possibile attribuire la qualifi cazione di vendita a scopo di leasing ma bensì di garanzia.

E sul punto non deve nemmeno essere ritenuto sintomo certo e si-curo di illiceità l’esigenza dell’im-prenditore – cedente di consegui-re liquidità. Anzi questa è senza dubbio una fi nalità del sale and lease back, fi nalità ritenuta me-ritevole di tutela giuridica dalla stessa corte di cassazione. Il vero discrimine è da individuare quan-do lo scopo di garanzia non abbia costituito il motivo, bensì la causa dell’affare: nel primo caso (scopo di garanzia come motivo) si è di fronte a un contratto pienamente lecito, nel secondo (scopo di ga-ranzia come causa) si è invece di fronte ad contratto illecito.

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Le anomalie segno di frodi

Plusvalenza da lease back tassata per competenza. La tesi sostenuta (più volte) dalla prassi non è stata condivisa dalla circolare 2/2007 della fondazione centro studi dell’unione nazionale dei giovani dottori commer-cialisti che ha assunto una posizione differente con riguardo al trattamen-to fi scale delle conseguenze econo-miche dei contratti di sale and lease back con l’applicazione anche ai fi ni fi scali del principio di prevalenza del-la sostanza sulla forma. E anche per la minusvalenza si applicano regole speculari. Prima delle innovazioni intervenute grazie alla riforma del diritto societario era prassi diffusa, nel caso di lease back, di iscrivere nel conto economico, all’atto della ces-sione, la plusvalenza per l’intero am-montare. Nel contempo ai fi ni fi scali, sussistendo le condizioni di cui all’art. 86, 4° comma del Tuir la stessa era fatta concorrere a formare il reddito di quell’esercizio per uguale importo oppure in quote costanti nell’eser-cizio stesso e nei successivi. Con il nuovo articolo 2425-bis del codice civile la plusvalenza da cessione del bene nell’operazione di sale and lease back è invece obbligatoriamente da ripartire contabilmente in funzione della durata del contratto di locazio-ne. Il differimento della plusvalenza, secondo quanto stabilito dal principio contabile e ora anche dal codice civi-le, deve avvenire mediante la tecnica dei risconti, e permette di dare sod-disfazione al postulato della preva-lenza della sostanza sulla forma e di rispettare il principio di competenza economica, con particolare riguardo alla correlazione tra i costi (i canoni della locazione fi nanziaria) e i ricavi (derivanti dal contratto di vendita).

Secondo la tesi avanzata dai giova-ni commercialisti, partendo da una visione unitaria dell’accordo di lea-se back, il trattamento fi scale delle conseguenze economiche può tratteg-giarsi in modo differente: se è da in-quadrare come un contratto unitario non può che essere riconosciuto come un contratto continuativo a cui quindi applicare l’art. 109, comma 2, lettera b del Tuir, secondo il quale i componenti di reddito dipendenti da contratti da cui derivano corrispettivi periodici devono essere rilevati alla loro data di maturazione. Da qui si afferma che la maturazione nel tempo di cui all’art. 109 Tuir del corrispettivo del contrat-to di lease back sia equivalente alla maturazione dell’onere fi nanziario, e, quindi, ha luogo in modo graduale lun-go l’intera durata del fi nanziamento (nel nostro caso: durata del leasing fi -nanziario). In sostanza seguendo tale tesi il comportamento obbligato dalle norma del c.c. avrebbe valenza anche ai fi ni fi scali. Il documento indica poi come consigliabile un comportamento coerente nel caso in cui dal lease back dovesse emergere una minusvalenza. Si ritiene infatti che l’eventuale mi-nusvalenza effetto del contratto di sale and lease back non possa essere dedotta interamente nell’esercizio in cui è avvenuta la cessione del bene: anch’essa andrà riscontata, simmetri-camente a quanto previsto per l’even-tuale plusvalenza, sull’intera durata del rapporto di retrolocazione. In pra-tica anche con riguardo all’eventuale componente negativo la deducibilità non potrà che essere ricondotta alla regola di cui all’art. 109, comma 2 (competenza) e quindi ricondotta a una imputazione pro quota mediante la tecnica dei risconti.

Principio di competenza da rispettare

La tesi dei giovani commercialisti

Il codice civile Il codice civile impone che la plusvalenza sia splittata negli anni di durata della retrolocazione

I motivi In tal modo si riesce a dare evidenza contabile al principio di prevalenza della sostanza sulla forma

Le conseguenze fi scali Ai i ni i scali il comportamento contabile trova applicazione (senza necessità di doppio binario) in forza dell’art. 109 del Tuir

La minusvalenza Il trattamento della minusvalenza è speculare

Via libera (quasi sempre) alla liceità del lease back. Per molto tempo i dubbi civi-listici circa la liceità del contratto di sale and lease back hanno comportato una conseguente indifferenza fi scale degli effetti dello stesso. Da un po’ di tempo, grazie al differente approccio della giu-risprudenza, secondo cui tale fattispecie contrattuale non deve intendersi di per sé sempre illecita, anche le conseguenze fi scali possono essere meglio considera-te. Il lease back identifi ca un’operazione di leasing con cui un’impresa vende un bene (mobile o immobile) a una socie-tà di leasing la quale ne paga il corri-spettivo diventandone proprietario e, contestualmente, lo concede in leasing alla stessa contro il pagamento di canoni periodici. I dubbi civilistici erano sorti in quanto con tale operazione si indi-viduava una violazione del divieto del patto commissorio. Conseguentemente ai fi ni fi scali, seguendo una vecchia tesi del Secit, il lease back veniva parifi cato a un mutuo con concessione del bene in garanzia, fatto questo che portava ad annullare qualsiasi convenienza fi scale dell’operazione. Tale linea interpreta-tiva è stata per molto tempo seguita acriticamente dagli uffici in sede di verifi ca nonostante la giurisprudenza di merito avesse da subito mostrato in diverse occasioni la sua contrarietà. Ba-silare risulta la sentenza della Corte di Cassazione del 7 maggio 1998, n. 4612, la quale ha dato sostanzialmente per la prima volta un imprimatur di liceità civilistica e fi scale dell’operazione ed è quindi stata in grado di portare a una nuova considerazione di tali operazioni anche in un ottica fi scale. Il superamen-to della teoria che portava a considerare sempre e in ogni caso illecita l’operazio-ne di vendita con retro locazione, non è da intendere come un’ammissione di

liceità della stessa indipendentemente dalla situazione concreta in cui la stessa è situata. Volendo riassumere la situa-zione odierna, il lease back da un punto di vista tributario: 1. è in linea generale un contratto in gra-do di avere conseguenze anche fi scali;2. perché ciò avvenga occorre però che l’analisi del caso concreto non porti a riconoscere l’intenzione delle parti a stipulare un accordo di tipo differente indipendentemente dal nome attribuito al contratto.Il primo punto non è altro che una ne-cessaria conseguenze dell’evoluzione giurisprudenziale (anche e soprattutto a livello civilistico). Una volta ammessa la coerenza dell’operazione di sale and lease back con il nostro ordinamento, deve essere dato il conseguente via li-bera anche in ambito tributario.D’altra parte tale conclusione pare or-mai assodata anche per la stessa ammi-nistrazione fi nanziaria che adeguandosi all’orientamento giurisprudenziale (or-mai consolidato) ritiene che tale con-tratto abbia caratteristiche tali da non poter, sempre e semplicemente, ritener-lo nullo per illiceità della causa.Piuttosto il lease back deve essere visto come un’ operazione economica com-plessa, che può rispondere a diverse esigenze dell’impresa tanto da arrivare a qualifi care il passaggio di proprietà del bene (presupposto necessario per tutta l’operazione) come una vendita a scopo di leasing. Il riconoscimento (in linea generale) del lease back comporta:- il riconoscimento della deducibilità ai fi ni delle imposte dirette delle quote di ammortamento del bene concesso in lo-cazione fi nanziaria;- la detraibilità dell’Iva sul prezzo di ac-quisto del bene.

Disco verde alla liceità del contratto

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Prospetto dei valori correnti delle polizze index linked

VALORI AL 31/05/2010

Adesso Index Aprile '07 86,390 A2 | A | A+ - | A- | A-

Adesso Index Febbraio '07 96,409 A2 | A- | A- * - | A- | A-

Alba Carim Index 08/07 101,630 - | BBB- | - A2 | A+ | AA-

Alba Carim Index 11/06 98,290 - | BBB- | - Aa2 | AA | AA

Alti Percorsi Index 1 – 2007 98,197 A3 | - | - Aa3 | A+ | A+

AltiPercorsi Index 2005 102,685 - | (1) | - Aa3 | AA- | AA-

CariChieti Index Linked 2005 99,940 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Carichieti index linked 2006 96,820 Aa2 | A+ | AA- A1 | A | A+

Carichieti Index Linked 2007 97,576 Aa2 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA

Cedola Index 99,960 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Creberg altiplano marzo 07 95,814 - | A- | A- - | A- | A-

Creberg Altiplano Aprile '07 85,470 Baa3 | - | BBB+ - | A- | A-

Creberg Polar Aprile '07 85,330 Baa3 | - | BBB+ - | A- | A-

Derby Index Linked Dicembre 2006 89,650 Baa3 | - | BBB+ Aa3 | A | A ****

Derby Index Linked Ottobre 2006 90,480 - | (1) | - - | A- | A-

DOMANIDEA 2 – INDEX LINKED 2007 92,054 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | AA-

DomanIdea 3 - Index Linked 2007 99,020 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | A+ *****

Duomo Index Nuove Frontiere 100,290 A3 | A- | A- Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere II Serie N/D (�) WR | NR | NR Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere III serie 91,180 - | BBB+ | A- Aa2 | AA | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere IV serie 96,810 Aa2 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere VI serie 116,420 Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere VII serie 92,054 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere VIII serie 99,020 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | A+ *****

Duomo Index Performance Positiva 111,360 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

ExtraFrutti - Index Linked 2008 99,540 Aa3 | A | A **** Aa2 | A+ | A+

Futuro Forte 1 - 2006 97,806 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

Index Scatto piu' Persona Life 95,860 Aa2 | A+ | A+

Index Up 1-2008 83,695 A2 | A | A Aa2 | A+ | A+

Index Up 2 - 2005 99,985 - | BBB+ | A- Aa1 | A+ | AA-

Index Up 3 - 2005 102,225 - | BBB+ | A- Aa2 | A+ | A+

Index Up 4 - 2005 99,497 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-

Indice Più 2 - 2004 99,950 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Indice Più 3 99,120 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

Indice Più 4 - 2004 99,436 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-

Prima Classe 1 - 2005 102,253 - | (1) | - Aa3 | A+ | AA-

Prima Classe 2 - 2005 102,504 - | BBB+ | A- Aa3 | A | A ****

Prima Classe 2005 - Edizione speciale Progetti Regionali 96,990 A3 | A- | A- Aa2 | A+ | A+

Prima Classe 3 - 2005 97,763 A2 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Scelgo Index 10 97,509 Baa3 | - | - A2 | A+ | AA-

Scelgo Index 11 98,269 Baa3 | - | - A1 | A+ | A+

Scelgo index 12 98,252 Baa3 | - | - Aa2 | AA | AA

Scelgo Index 13 96,622 Baa3 | - | - Aa3 | AA- | AA-

Scelgo Index 14 96,152 Baa3 | - | - Aa1 | AA- | AA-

Treviso Index 2007 98,197 A3 | - | - Aa3 | A+ | A+

Uni Class 98,35 Aa3 | A | AA- Aa3 | A | A+

2,40% S&P/Mib CRESCITA ITALIA SERIE XIV LUGLIO 2005 96,770 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****

2,80% EURO DOLLARO SERIE XV SETT 05 98,475 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+

3% Cliquet Crescita Italia SERIE III - 2 2005 98,310 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

3% Cliquet Crescita USA SERIE II 1/2005 100,650 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-

3% Top Coupon Index Linked serie XIII 2003 99,707 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

3% TOP COUPON INDEX LINKED SERIE XV - 2003 99,983 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

3,0% Top Coupon Serie XII - 2003 99,742 A1 | A | A+ *** Aa3 | A | A ****

3,15% GRIFO COUPON - SERIE VI MAGGIO 2004 98,078 Aa2 | AA | AA Aa2 | AA | AA

3,20% CRESCITA U.S.A. INDEX LINKED SERIE VII GIUGNO 2004 100,010 A3 | A- | A-

3,60% Coupon Serie X - 2003 99,782 A1 | A | A+ *** Aa1 | A+ | AA-

3,75% crescita USA index linked serie XIV settembre 2004 99,877 A1 | A | A+ *** Aa2 | A+ | A+

3,80% S&P / Mib CRESCITA ITALIA SERIE XVII DICEMBRE 2004 99,520 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

4,0% Crescita U.S.A. Index Linked Serie X Agosto 2004 99,690 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

4,0% CRESCITA U.S.A. INDEX LINKED SERIE XV NOVEMBRE 2004 98,550 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

4,0% CRESCITA USA SERIE XIII OTTOBRE 2004 98,930 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

4,30% International Index Serie V Marzo 2007 89,400 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | A+

4,30% International Index Serie VIII Maggio 2007 95,048 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-

4,30% International Index Serie XV Settembre 2007 94,100 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie VI Aprile 2007 87,195 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie VII Aprile 2007 87,325 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie X Giugno 2007 94,450 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

AUSTRALIAN & SWISS INDEX SERIE VIII GIUGNO 2006 93,135 A2 | A | A Aa3 | A+ | A+

Capital Index Serie II 2005 98,930 A1 | A | A+ *** Aa2 | AA | AA

Capital Index SERIE IV 2005 96,110 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

Capital Index serie VI 2004 100,000 Aa2 | AA | AA Aa2 | AA | AA

CAPITAL INDEX SERIE VI 2005 97,020 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

Capital Index Serie X 2004 99,620 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Capital index serie XII 2004 99,230 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Capital index serie XIV 2004 98,960 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

CAPITAL INDEX SERIE XVI 2004 98,540 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

CAPITAL INDEX SERIE XVII 2004 98,250 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Capital index serie XX 2004 99,164 A1 | A | A+ *** Aa2 | AA | AA

Convergence Serie IX 2007 87,195 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

Convergence Serie VIII 2007 89,400 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | A+

Convergence Serie XI 2007 95,048 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Convergence Serie XII 2007 94,450 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

Convergence serie XIV 2007 94,100 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-

Crescita Europa Serie XI 2006 99,750 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA ITALIA 70% SERIE XIII 2005 96,240 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA ITALIA 80% SERIE XII LUGLIO 2005 96,300 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE VI 2006 93,758 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie I 2005 100,650 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE I 2006 97,990 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE I 2007 95,320 A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie II 2005 98,310 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE II 2007 92,090 A1 | A | A Aa3 | A | A+

CRESCITA SICURA SERIE II/2006 98,990 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+

Crescita Sicura serie III 2005 96,700 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE III 2006 94,650 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie III 2007 93,650 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie IV 2005 97,840 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

CRESCITA SICURA SERIE IV 2006 93,040 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+

Crescita Sicura Serie IV 2007 93,860 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE IX 2004 100,727 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE IX 2006 96,370 A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie V 2005 97,560 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE V 2006 96,503 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie V 2007 95,048 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie VI 2004 99,980 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VI 2005 96,770 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****

Crescita Sicura Serie VI 2007 94,450 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

Crescita sicura serie VII 2004 99,449 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VII 2005 98,475 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+

CRESCITA SICURA SERIE VII 2006 97,260 Aa2 | AA | AA

Crescita Sicura Serie VII 2007 94,100 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2004 99,490 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | A+ | A+

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2005 98,174 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2006 97,380 A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie VIII 2007 85,470 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE X 2006 97,020 Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE XI 2006 96,030 A2 | A+ | AA-

DJ EUROSTOXX CRESCITA EUROPA SERIE II FEBBRAIO 2006 98,990 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+

Esagono Plus Nikkei Serie XIX 2006 99,700 Aa1 | - | -

Esagono Plus Nikkei Serie XXI 2006 98,380 Aa3 | AA- | AA- Aa3 | AA- | AA-

Euramerica 87 Index Linked Serie IX Maggio 2007 92,030 A1 | A | A+ A1 | A | A+

Euro dollaro Index Coupon 1,75% serie VII 5/2005 97,840 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

EURO-DOLLARO INDEX COUPON - SERIE XVI DICEMBRE 2004 99,740 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-

Euro-dollaro Serie V aprile 2005 96,700 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

EURO-JAPAN INDEX LINKED SERIE III MARZO 2006 97,686 A2 | A | A+ Aa3 | A+ | A+ *****

EUROSTOXX 10% SERIE XIII LUGLIO 2005 99,590 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | A+ | AA-

EUROSTOXX 3,75% SERIE VII MAGGIO 2006 93,040 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+

EUROSTOXX 4% PIU' INDEX LINKED SERIE XII AGOSTO 2006 97,260 Aa2 | AA | AA

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XIV OTTOBRE 2006 96,370 A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XV NOVEMBRE 2006 97,020 Aa2 | AA | AA

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XVI DICEMBRE 2006 96,030 A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% PIU'SERIE XIII SETTEMBRE 2006 97,380 A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE I GENNAIO 2007 95,320 A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE IX GIUGNO 2006 96,503 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE XI LUGLIO 2006 93,758 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4,20% SERIE III FEBBRAIO 2007 92,090 A1 | A | A Aa3 | A | A+

EUROSTOXX CRESCITA SICURA SERIE III 2006 98,990 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+

Everest Equity World Serie XI 2007 96,530 A1 | A | A Aa3 | A+ | A+

VALORI AL 31/05/2010

VALORI AL 31/05/2010

PRODOTTO VALORERATING OBBLIGAZIONE RATING OPZIONE

MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

PRODOTTO VALORERATING OBBLIGAZIONE RATING OPZIONE

MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

VALORI AL 31/05/2010

PRODOTTO VALORERATING OBBLIGAZIONE RATING OPZIONE

MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCHPRODOTTO VALORE

RATING OBBLIGAZIONE RATING OPZIONEMOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

(�) Index con sottostante Glitnir Banki HF; si comunica che, a partire dalle quotazionidell’ 1/10/2008, le quotazioni sono sospese come da comunicato disponibile sulla homepage del sito www.cattolica.it e www.cattolicabanche.it.

Everest Equity World Serie XII Settembre 2007 96,505 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

Everest Global Basket Serie XIII 2007 96,530 A1 | A | A Aa3 | A+ | A+

Everest Global Basket Serie XV 2007 96,505 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 91,158 A1 | A | A+ Aa1 | A+ | AA-

Grifo Index serie XIX 2004 99,329 A1 | A | A+ *** Aa1 | A+ | AA-

INDEX "€uro/Dollaro" BSG 2006/2012 SERIE IV 94,650 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE IX 93,758 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE V 93,040 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE VI 96,503 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE X 97,260 Aa2 | AA | AA

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XI 97,380 A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XII 96,370 A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIII 97,020 Aa2 | AA | AA

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIV 96,030 A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 6Y" BSG 2007/2013 SERIE V 92,090 A1 | A | A Aa3 | A | A+

INDEX "ESAGONO" BSG 2005/2010 SERIE XIV 98,912 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

INDEX "EURO/$" 2011/BSG SERIE XIII 98,475 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+

INDEX "EUROSTOXX50 - SWING 6Y" BSG-2007/2013 SERIE II 95,320 A2 | A+ | AA-

INDEX "HICP-INFLATION" BSG 2007/2012 SERIE III 98,920 Aa1 | - | -

Index “Alternative Basket 5Y” BSG 2007/2012 Serie XI 85,470 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie IX 94,450 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie VIII 95,048 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie X 94,100 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2005/2010 SERIE XVI 97,830 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VI 93,650 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VII 93,860 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

INDEX BSG 2006/2011 “MAXIESAGONO” SERIE I 2006 97,990 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-

Index Coupon Euro/Dollaro Serie IX 2005 97,560 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

Index Coupon Euro/Dollaro Serie V 2005 96,700 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Index Coupon Euro/Dollaro serie XX 2005 98,174 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

Index Esagono Extra Serie XII 2005 100,520 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

INDEX ESAGONO ITALIA SERIE XIV 2005 99,590 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | A+ | AA-

INDEX ESAGONO MAXI SERIE II 2006 97,990 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-

Index Esagono Maxi serie XXIV 2005 97,830 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-

Index Esagono Plus Serie XIV 2006 96,817 A1 | A | A+ Aa1 | A+ | AA-

Index Esagono Plus Serie XIX 2005 98,900 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | A+ | AA-

Index Esagono Plus Serie XXI 2005 96,406 A3 | BBB | A- Aa3 | AA- | AA-

Index Esagono Plus Serie XXII 2005 96,088 A3 | BBB | A- Aa3 | AA- | AA-

Index Esagono Serie X 2005 99,950 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

Index Euro - Dollaro 2011 BSG Serie VII 97,840 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

Index Euro-dollaro 2011 BSG Serie VI 96,700 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Index Euro-Dollaro 2011 BSG Serie X 2005 97,560 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

Index Eurodollaro Bsg serie 12^ - 2004 99,740 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-

INDEX SERIE XV 2005 ESAGONO PLUS 98,912 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

INDEX SERIE XVI 2005 COUPON EURO/DOLLARO 98,475 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+

Index superswing S&P 500 BSG/2011 Serie II 2005 100,650 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-

Index superswing S.&P. MIB - BSG/2011 Serie IV 2005 98,310 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

INDEX SWING SPMIB BSG 2011 SERIE XII/2005 96,770 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****

Japan – Euro Serie IV 2007 89,150 A3 | BBB | A- Aa2 | A+ | A+

Lombarda vita 6&6 94,230 - | A+ | - Aa3 | A | A+

Lombarda vita 6&6 New 89,265 A2 | A | A A2 | A+ | AA-

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 100,880 A2 | A+ | AA- Aa2 | A+ | A+

Lombarda Vita BRIC 40 "5 + 5" 69,470 - | (1) | - Aa1 | A+ | AA-

LOMBARDA VITA BRIC 40 "5,10 + 5,10” 91,260 - | A+ | - Aa2 | AA | AA

Lombarda Vita Classic Markets 97,966 Aa1 | A+ | AA-

Lombarda Vita Classic Markets New 99,140 - | A+ | - Aa2 | AA | AA-

Lombarda Vita Euro Sector 98,630 - | A+ | - A1 | AA | AA-

Lombarda Vita Euro Sector New 97,780 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA

Presente e Futuro 2007-2012 Serie XIV settembre 2007 85,470 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-

Presente e Futuro Serie XVI 2007 85,470 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-

Protezione e Valore Serie III 2007 98,920 Aa1 | - | -

Short Everest Global Basket Dicembre 2007 72,400 A3 | BBB | A- Aa3 | AA- | AA-

Short Everest Global Basket Novembre 2007 103,006 Baa1 | A | A Aa2 | A+ | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie II 2007 95,320 A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie V 2007 92,090 A1 | A | A Aa3 | A | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie VI 2007 93,650 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie X 2007 93,860 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVI 2006 97,380 A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XVII 2006 96,520 A2 | A+ | AA-

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVIII 2006 96,370 A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XX 2006 97,020 Aa2 | AA | AA

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XXII 2006 96,030 A2 | A+ | AA-

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27Lunedì 21 Giugno 2010

La sentenza della Cassazione sugli accertamenti bancari

L’autorizzazione c’è ma non si vede

Pagina a cura DI MASSIMILIANO TASINI

L’accertamento bancario deve essere autorizzato, ma tale autorizzazione non va esibita al contri-

buente. Lo ha stabilito la Corte di cassazione con la sentenza del 4 maggio 2010 n. 10675.

La fattispecie. Un contri-buente contesta la legittimità di un accertamento emesso agli effetti dell’Imposta sul valore ag-giunto, sulla base della mancata esibizione, da parte dei verifi ca-tori, del provvedimento di auto-rizzazione all’accesso ai propri dati bancari, nonché tenuto conto che lo stesso contribuente aveva aderito al condono di cui all’art. 9 della legge n. 289/2002.

L’autorizzazione. L’art. 32 dpr n. 600/73 prevede che le in-dagini bancarie debbano essere previamente autorizzate, ma non disciplina le conseguenze derivanti dall’eventuale acquisi-zione irrituale dei dati bancari. La Corte si pronuncia proprio su tale problematica, facendo tre affermazioni di rilevanza pratica. In primo luogo, la sentenza affer-ma che «affi nché l’erario possa utilizzare il risultato di accerta-menti effettuati nei confronti del contribuente è necessario che tali accertamenti siano stati debita-mente autorizzati». Letta al con-trario, l’affermazione comporta che l’accertamento è legittimo in quanto l’acquisizione dei dati sul quale si fonda è legittima, con la conseguenza che in mancanza della prescritta autorizzazione l’accertamento va dichiarato nul-lo. In secondo luogo la sentenza si sofferma sull’eventuale obbligo di esibizione del provvedimento di autorizzazione al contribuen-te; la Corte nega che tale obbligo sussista, aderendo a una tesi af-fermata dalla stessa Corte (Cass. 14023/2007). Infi ne, la sentenza afferma che il provvedimento con il quale l’autorizzazione viene concessa non necessita di moti-vazione; anche in tal caso la Corte conferma la pregressa giurispru-denza (Cass. 6874/2009).

Il condono. La Corte affronta poi la questione della rilevanza o meno del condono tombale Iva cui il contribuente ha aderito. Per i giudici, tale condono è però del tutto superato, atteso che gli stati della comunità europea non possono disporre autonomamen-te di un tributo comunitario. La pronuncia conferma una giuri-sprudenza di legittimità oramai consolidata, affermatasi dopo la pronuncia 17/7/2008 della Corte di giustizia (causa C-321/06).

Il contraddittorio. La recen-te giurisprudenza si è interessata anche del contraddittorio previsto dall’art. 32 del citato dpr. Speci-fi catamente, la norma stabilisce che gli uffi ci possono invitare i contribuenti, indicandone il mo-tivo, a comparire di persona o per mezzo di rappresentanti per fornire dati e notizie rilevanti ai fini dell’accertamento nei loro confronti, anche relativamente ai rapporti e alle operazioni, i cui dati, notizie e documenti siano stati acquisiti ovvero rilevati. I dati ed elementi sono posti a base delle rettifi che e degli ac-certamenti se il contribuente non dimostra che ne ha tenuto conto per la determinazione del reddi-to soggetto a imposta o che non hanno rilevanza allo stesso fi ne; alle stesse condizioni sono altre-sì posti come ricavi o compensi a base delle stesse rettifi che e ac-certamenti, se il contribuente non ne indica il soggetto benefi ciario e sempreché non risultino dalle scritture contabili, i prelevamenti o gli importi riscossi nell’ambito dei predetti rapporti od operazio-ni. Le richieste fatte e le risposte ricevute devono risultare da ver-bale sottoscritto anche dal contri-buente o dal suo rappresentante; in mancanza deve essere indicato il motivo della mancata sottoscri-zione. Il contribuente ha diritto ad avere copia del verbale. Il quesito consiste nello stabilire quali sia-no le conseguenze della mancata instaurazione del contraddittorio. Nella sentenza 19 febbraio 2010 n. 4016 la Corte afferma che «l’in-vito al contribuente… costituisce per l’uffi cio fi nanziario una mera

facoltà, da esercitarsi in piena di-screzionalità e non un obbligo». È questo certamente un passaggio diffi cile da digerire, tanto più ove si consideri che l’adempimento di cui si discute è frutto di una lettura piana della norma. La sentenza, peraltro, nel confer-mare che i dati bancari acquisiti nella verifi ca ex art. 32 p. 2/600 costituiscono una presunzione legale, seppure relativa, afferma che la mancanza di un regolare contraddittorio, contrariamente a quanto sostenuto dal contribuen-te, non produce l’effetto di trasfor-mare la presunzione da legale a semplice (e quindi da vincolante a non vincolante per il giudice). Ciò nella considerazione che la scelta operata non compromette affatto il diritto di difesa del con-tribuente, in quanto questi può ben fare valere le sue ragioni in sede contenziosa a norma del dlgs n. 546/1992. Questi principi sono stati confermati nella successiva sentenza 3 marzo 2010 n. 5051.Con riguardo alla natura della presunzione sottesa agli accer-tamenti bancari, val bene richia-mare la giurisprudenza. Per Cass. 13/4/2005 n. 13808, l’A.F. può legittimamente utilizzare i dati relativi ai movimenti bancari del contribuente, i quali costituisco-no valida prova presuntiva per la ricostruzione dell’imponibile. È onere del contribuente fornire la prova contraria. Tale prova può essere fornita sia in sede amministrativa che contenziosa. Ancora, per Cass. 13/5/2003 n. 7329; 29/3/2002 n. 4601 la pre-sunzione di cui all’art. 32, data la fonte legale da cui promana, non necessita dei requisiti di gravità, precisione e concordanza richiesti dall’art. 2729 c.c. per le presunzioni semplici. Infi ne, per Cass. 5/10/2007 n. 20924 i dati e gli elementi risultanti dai conti bancari non necessitano di ulte-riori elementi di prova.

Pagina a cura Il condono. La Corte affronta facoltà, da esercitarsi in piena di-, pP i Il d L C t ff t f ltà d it i i i di

Talvolta il giudice di merito si limita a respinge-re, o accogliere, il ragionamento del contribuen-te sulla base di formule di mero stile, che non consentono di comprendere i motivi sottesi alla valutazione. La sentenza 6461 del 17/3/2010 del-la Corte di cassazione prende proprio spunto da tale problematica, asserendo che la motivazione addotta dal giudice di merito («il contribuente non ha mai dato una credibile spiegazione dei movimenti bancari, non superando così la pre-sunzione di cui alla chiara lettera della legge») impone un rinvio della causa ad altro giudice, che dovrà necessariamente entrare nel merito. Sem-pre in materia di prova contraria va poi richia-mata la recente sentenza 16/4/2010 n. 9147 della Cassazione, secondo cui il contribuente è tenuto a dare contezza della non riferibilità a operazio-ni di ogni singolo movimento: la prova contraria deve cioè essere analitica, di modo da dimostrare

che ciascuna delle operazioni effettuate è estra-nea a fatti imponibili. Secondo Cass. 7/2/2008 n. 2843, non è suffi ciente al contribuente dimostra-re genericamente di avere fatto affl uire su di un proprio conto corrente bancario, nell’esercizio della propria professione, somme affi dategli da terzi in amministrazione, ma è necessario che for-nisca la prova analitica della riferibilità all’atti-vità di maneggio di denaro altrui di ogni singola movimentazione del conto. L’eventuale regolari-tà formale della documentazione aziendale non impedisce all’Uffi cio di compiere gli accertamenti necessari sul reddito del contribuente. Ancora, per Cass. 5/6/2008 n. 14847, i dati raccolti dall’Uf-fi cio in sede di accesso ai conti correnti bancari di un professionista consentono di imputare gli elementi risultanti direttamente a ricavi dell’at-tività di lavoro autonomo, salva la possibilità per il contribuente di provare il contrario.

Prova contraria sì, ma analitica

€/$ Doppia Opportunità protezione totale 98,971 - | (1) | - Aa3 | AA- | AA-BCP Più index serie IV 2005 96,430 - | A- | - Aa3 | A | A ****C.R.F.C. INDEX LINKED SERIE IX - 2003 99,590 - | (1) | - Aa3 | A+ | AA-C.R.F.C. INDEX LINKED SERIE XI - 2004 101,000 - | (1) | - Aa3 | A | A ****CRFC INDEX LINKED SERIE XII 97,655 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-CRFC INDEX LINKED SERIE XII bis 2004 97,480 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-Il valore dell'energia 97,119 A1 | A | A+ - | A- | A-Il valore dell’acqua 103,766 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | A+Il valore dell’acqua - seconda serie 103,817 A1 | A | A+ - | A- | A-Index Linked Bull Dividend 90,900 Aa3 | AA- | AA- Aa2 | A+ | A+Index linked di lusso 103,947 - | A+ | - Aa3 | A+ | A+ *****Index Linked Select Dividend 91,980 Baa3 | - | BBB+ Aa3 | A+ | AA-Index Up 1 2006 100,000 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-Index Up 1 2007 97,747 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | A+Index Up 2 2006 93,350 A2 | A | A+ Aa2 | A+ | AA-Nikkei Avenue 93,520 Baa3 | - | BBB+ Aa2 | A+ | AA-PROFIT + 98,320 - | BBB+ | A- Aa1 | A+ | AA-SOLO FRUTTI - SERIE VI 2003 141,890 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie I 142,850 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie II 141,890 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie III 140,920 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie IV 139,950 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie V 142,030 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-Tandem Doppia Opportunità 98,441 - | (1) | - Aa2 | A+ | A+Valore Assicurato 95,810 Aa2 | A+ | AA- Aa2 | A+ | AA-

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* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl

*** Rating della Società Incorporante Unione di Banche Italiane ScpA

**** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A.

***** Rating della Società Incorporante Natixis

(1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte

INDEX LINKED NUMERO 1 102,253 - | (1) | - Aa3 | A+ | AA-

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Tortona Borse Più Index - Serie XXXV 2005 100,650 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLI - 2005 97,840 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLII - 2005 97,560 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLIV 2005 96,770 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****

Tortona Borse Più Index Serie XXVI - 2004 99,980 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Più Index Serie XXVIII - 2004 99,690 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Più Index Serie XXXIII 99,740 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-

Tortona Borse Più Index Serie XXXIX 2005 96,700 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Tortona Borse Più Index Serie XXXVI 2005 98,310 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LI 2006 96,503 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LIII 2006 93,758 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LV 2006 97,380 A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LVI 2006 96,370 A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LVIi 2006 97,020 Aa2 | AA | AA

Tortona Borse Piu' Index Serie XLIX 2006 93,040 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+

Tortona Borse Piu' Index Serie XXX 2004 99,449 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

TORTONA BORSE PIU’ INDEX SERIE XLV 2005 97,830 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-

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Carismi Più Certezza 10 105,101 - | (1) | - Aa2 | A+ | A+Carismi Più Certezza 11 106,030 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA-Carismi Più Certezza 2 105,067 A2 | A | A Aa3 | A | A ****Carismi Più Certezza 2 Private 99,930 - | A+ | - Aa2 | AA | AACarismi Più Certezza 3 96,581 - | (1) | - Aa1 | A+ | AA-Carismi Più Certezza 4 97,159 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | AA-Carismi Più Certezza 5 101,700 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-Carismi Più Certezza 6 100,450 Baa3 | - | BBB+Carismi Più Certezza 7 96,520 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+CARISMI Più Certezza 8 87,640 Aa3 | A | A **** Aa2 | A+ | A+Carismi Più Certezza 9 89,310 - | A+ | - Aa2 | A+ | A+

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La sentenza sul sito www.italiaoggi.it/docio7

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Anno 19 - Numero 146 - € 2,50 Lunedì 21 Giugno 2010

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Missione Cina per le law firm

del BelpaeseDI ANTONELLO DI LELLA

Una scelta chiara e precisa. Le law firm italiane puntano dritto al mercato cinese con un’operazio-ne di marketing legale mirata

ad allargare le opportunità di business. È tutto pronto per Italylaw 2010, i rap-presentanti di 17 studi legali italiani, in rappresentanza di circa 3000 avvocati, insieme a un gruppo di docenti univer-sitari partiranno alla volta di Shanghai, dove punteranno, oltre che alla conquista di nuovi mercati, ad alimentare i buoni rapporti culturali, nonché, ad aprire un tavolo di confronto sugli aspetti giuridici in materia di investimenti esteri nei due paesi.

I rapporti di interscambio Italia-Cina sono in costante crescita, come dimostra-no gli ultimi dati diffusi dal Ministero dello sviluppo economico: il popolo del-la Grande Muraglia è un interlocutore fondamentale per le aziende made in Italy. «Nutriamo un grande interesse per l’interlocutore cinese», dichiara ad Avvo-catiOggi, l’avvocato Federico Antonelli dello studio legale Pirola Pennuto Zei e

associati, tra i promotori più attivi della tavola rotonda, nonché professore uni-versitario di istituzioni di diritto cinese. «È soprattutto grazie all’impegno del mondo delle imprese e della società che si stanno cercando punti di contatto con il mondo cinese. Sono i benvenuti e noi intendiamo offrirgli i migliori strumenti per orientarsi», conclude Antonelli.

Al centro del dibattito ci saranno que-stioni di carattere fi scale, dalle acquisi-zioni alle fusioni di società di capitali. Tra gli interlocutori cinesi interverran-no rettori universitari, arbitri, professio-nisti locali ed un gruppo di imprenditori selezionati tra le aziende al top.

Una missione di una settimana (26 giugno - 3 luglio) con una giornata riser-vata esclusivamente al dibattito, in cui verrà presentato un libro di approfon-dimento sulle modalità di investimento in Cina e in Italia e che proseguirà con l’intervento dei rappresentanti degli stu-di e dei docenti universitari. Facilitare i rapporti tra due realtà così distanti, rappresenta una nuova opportunità di crescita per le law fi rm italiane.

© Riproduzione riservata

Studi legali italiani in partenza per Shanghai per ItalyLaw 2010. Obiettivo: mettere in contatto il mercato legale con possibili partner di business locali

Studio Chiomenti sempre sugli scudi. Dopo il premio come miglior studio dell’anno, lo studio ha conquistato un successo un po’ più ludico, cioè il gradino più alto del podio nel torneo di calcetto misto «Avvocati nel pallone», cui hanno partecipato 24 squadre in rappresentanza di 26 studi. Una fi nale piena di emozioni, vinta da Chiomenti soltanto di misura, con un 3 a 2 sulla squadra formata dall’unione dei due studi legali di Perno&Cremonese e Radice&Caserta. Terza classifi cata della diciassettesima edizione del torneo organizzato dall’avvocato Gianmatteo Nunziante dello studio legale Nunziante Magrone, è il team di Carnellutti e Piras Trucco&Partners che si è aggiudicato la fi nalina di consolazione sconfi ggen-do nettamente con un perentorio 7 a 2 i professionisti dello studio Tributario e societario Deloitte. Scarpa d’oro per Niccolò Pallesi, dello studio terzo classifi cato, con 26 reti. Per le donne, i cui gol valevano doppio come quelli degli over 50, la regina è stata Benedetta Molaioli dello studio Molaioli seguita da Alessandra Ghezzi di Cleary Gottlieb Steen&Hamilton LLP.

CODICI & PANDETTE

Il premier cinese Wen Jiabao

Vietato restare alla fi nestraa guardare

Senza la Cina il mondo non ha futuro. Gli avvocati italiani che

sono in partenza per Shanghai per capire come si evolveranno i servizi legali tra Belpaese e Oriente, questo lo hanno capito già da tempo. E ora vanno a toccare con mano quali potrebbero essere i terreni più profittevoli per le law firm made in Italy. I segnali positivi ci sono tutti: nonostante l’apprezzamento dell’eu-ro sullo yuan, le aziende italiane continuano a crescere nell’export verso la Cina: nei primi mesi del 2010 è aumentato del 24%, «il miglior dato dell’Italia nel mondo», come ha commentato pochi giorni fa il viceministro al commercio con l’estero Adolfo Urso, incontrando a Milano il suo omologo Gao Hu-cheng, viceministro del Commercio cinese. Chi si reca in Cina oggi incontra facilmente imprenditori italiani che fissano appuntamenti di lavoro con aziende cinesi o che aprono lì branch delle loro aziende. Insomma, l’Italia, così come il resto del mondo, si sta lasciando trasci-nare dall’entusiasmo imprendito-riale cinese, dove tutto pare essere realizzabile e in tempi relativamen-te veloci. Certo, non è tutto rose e fiori: entrare in quel mercato necessita di competenze, anche giuridiche, non indifferenti. Ma la sfida oggi è proprio questa, e nessuno può rimanere alla finestra a guardare. Gli avvocati non lo stanno facendo, e questo è un bel segnale per il paese.

Roberto Miliacca

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II Lunedì 21 Giugno 2010 S T U D I & C A R R I E R E

DI MARIA BUONSANTO

AvvocatiOggi ha approfondito la conoscenza di un mercato lega-le in crescita, quello cinese, at-traverso l’analisi delle modalità

tariffarie in vigore nel paese. A spiegarle, Marco Carone dello Studio Carone & Partners. Lo studio è membro di China Europe Legal Group (CELG), la struttu-ra professionale sino-europea ideata dal dipartimento internazionale di Grandall Legal Group, uno dei maggiori studi legali d’affari cinesi.Domanda. Avvocato, iniziamo dall’analisi del mercato tariffario cinese. Quali sono i criteri tariffari adottati dagli Studi cinesi?Risposta. Visto dal lato dell’offerta, il mercato dei servizi legali in Cina è molto concentrato: a titolo esemplificativo, riten-go che fra i circa 10 mila studi legali attivi nella sola Pechino, non più di cinque sia-no davvero in grado di fornire assistenza altamente qualificata ad investitori stra-nieri. Di conseguenza, le tariffe applicate variano sensibilmente fra gli studi legali di piccole dimensioni, che offrono scarse garanzie di affidabilità, e le grandi law-firm cinesi. I piccoli studi legali adottano spesso prassi diverse in ragione del tipo di cliente: quantificano in modo forfetta-rio i propri onorari ai clienti cinesi, per preferire l’applicazione di tariffe orarie ai clienti stranieri. Gli studi legali più

autorevoli, dotati di gran-di infrastrutture, con nu-merose sedi sparse nel paese e centinaia di pro-fessionisti, tendono invece ad applicare una tariffa oraria sia alla clientela cinese che a quella stra-niera, variabile in ragione dell’anzianità e dell’espe-rienza dei professionisti coinvolti, eventualmente stabilendo, per talune attività, quantificazioni forfettarie o limitazioni all’importo mas-simo degli onorari (cap-fees). Si va inoltre diffondendo la tendenza a legare parzial-mente gli onorari ai risultati ottenuti, sia nel contesto di operazioni complesse (come nell’M&A) che nell’ambito dell’as-sistenza in giudizio.D. Un confronto rispetto agli studi internazionali presenti in loco?R. I grandi studi legali cinesi applicano, in media, tariffe professionali inferiori del 20-30% rispetto a quelle degli studi legali internazionali presenti con propri uffici di rappresentanza in Cina. Questo loro van-taggio competitivo si deve ad una sem-plice ragione: le grandi law-firm cinesi utilizzano la propria struttura professio-nale per fornire assistenza non solo agli investitori stranieri, ma anche a grandi gruppi industriali cinesi, così potendo ri-

partire in modo più efficiente i propri costi indiretti.D. Negli ultimi due anni la crisi come si è riflessa nella determina-zione degli ono-rari?R. Indubbiamente, la crisi ha imposto in modo generaliz-

zato la necessità di proporre al

cliente un ventaglio di diverse possibili modalità di quantificazione degli onorari professionali e di dimostrargli una certa flessibilità nell’applicazione del metodo prescelto. In linea generale, la crisi ha decisamente avvantaggiato le grandi law-firms cinesi rispetto agli studi legali internazionali attivi con propri uffici in Cina, come testimonia il crescente nu-mero di imprese straniere che si stanno rivolgendo ai grandi studi legali locali.D. Quali le maggiori differenze ri-spetto al sistema tariffario italia-no?R. Direi che le differenze, più che geogra-fiche, sono dimensionali, nel senso che i grandi studi legali cinesi ed occidentali (quindi anche italiani) adottano prassi simili (crescente ricorso alla tariffazione su base oraria, fatturazione con cadenza

mensile e rendicontazione dettagliata delle attività svolte etc.), mentre le pic-cole realtà professionali, in Italia come in Cina, seguono metodi diversi e più tradizionali. Detto questo, alcune ma-croscopiche differenze tra i due sistemi sono innegabili: non esiste, in Cina, nulla di simile ai nostri tariffari forensi ed alle nostre bizantine distinzioni tra «diritti» ed «onorari», che non potrebbero mai trovare cittadinanza nella pragmatica cultura cinese.D. Rispetto, invece, alla tassazione sugli onorari: quali le differenze?R. Gli studi legali cinesi sono soggetti ad una tassazione notevolmente inferiore a quella degli studi legali italiani: in linea generale, operando come «limited liability partnerships», i grandi studi cinesi sono soggetti a tassazione in misura appros-simativamente pari al 12% dei ricavi o al 25% degli utili, a seconda del regime tributario applicabile, ai quali si aggiun-ge un’ulteriore tassazione pari al 5% dei ricavi a titolo di «business tax». Anche questo elemento contribuisce a spiegare il motivo per il quale un numero crescente di imprese straniere si rivolge ai grandi studi legali cinesi, oltre, naturalmente, al fatto che questi ultimi possano svol-gere attività precluse agli studi stranieri (come l’assistenza presso le locali Corti del Popolo).

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MARCO CARONE, STUDIO CARONE & PARTNERS

Tariffe e qualità, così si compete sul mercato legale cinese

DI VITA LO RUSSO

Cercare nuovi clienti cinesi: questo lo sco-po di ItalyLaw 2010, una missione legale

con destinazione Shanghai, messa in piedi dall’avvocato Michele De Meo, una delle massime autorità italiane in materia di diritto della navi-gazione, sostenuta da 17 tra gli studi legali italiani più importanti, per i quali lavora-no complessivamente 3 mila professionisti, e patrocinata da Ministero della giustizia, Ambasciata italiana in Cina, Ice, Consiglio nazionale foren-se e Centro studi sulla Cina (Cascc).

Tra i big italiani in missio-ne anche Gianni Origoni Grippo & partners , Bo-nelli Erede Pappalardo, Chiomenti, NCTM e Pirola Pennuto Zei.

Tra gli specialisti oltre a De Meo, sarà presente lo studio legale Casucci specializza-to in proprietà intellettuale, Cajola che lavora nel dirit-to internazionale, e Loconte che opera nel diritto tributa-rio. «L’unica limitazione che ci siamo dati», spiega de Meo

che ha curato la scelta dei membri della delegazione, «è stata quella di escludere stu-di internazionali di matrice non italiana, i quali tramite il loro network saranno presenti all’Expo per vie indipendenti: nel nostro caso abbiamo volu-to coinvolgere gli studi pret-tamente italiani».

Nella settimana che va dal 26 giugno al 3 luglio prossi-mi infatti, una delegazione italiana composta da 50 tra avvocati esperti in diritto internazionale, commercia-le e cinese, e da rappresen-tanti del mondo accademico italiano collegati agli atenei del celeste impero, si presen-terà compatta nella capitale dell’Expo per cercare nuove opportunità di business, at-traverso una serie di incon-tri mirati con gli esponenti dell’unione degli industriali di Shanghai, rappresentanti della categoria di consulenti specializzati in arbitrati e professori universitari locali.

Oltre agli incontri «B2B», il 29 giugno all’interno del pa-diglione «Italia» si terrà una tavola rotonda nel corso della quale esperti, professori e av-

vocati di diritto italo-cinese, parleranno di come gestire le operazioni bilaterali, le que-

stioni fiscali collegate alle ac-quisizioni di società o marchi italiani, le fusioni transfron-taliere di società di capitali, le risoluzioni arbitrali.

Una fetta piuttosto impor-tante degli interventi sarà de-dicata alla proprietà intellet-tuale e in particolare a come proteggere gli investimenti in Cina, quali le regole comuni-tarie in fatto di omologazione di beni e sevizi entrano in bal-lo e come gestire i rivenditori in franchising. Per quell’even-to sono attesi un centinaio tra imprenditori cinesi, rettori

Parte la missione degli avvocati d’affari italiani

ItalyLaw ’10, sbarcano

stioni fiscali collegate alle ac-quisizioni di società o marchi

MARCO CARONE STUDIO CARONE & PARTNERSARCO CARONE STUDIO CARONE & PARTNE

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N. NOME STUDIO NOME CONTATTO

1Bonelli Erede Pappalardo

Studio LegaleRenzo Cavalieri

2 Cajola & Associati Riccardo G. Cajola

3Carone & Partners

Studio LegaleVincenzo Diego Cutugno

Marco Carone

4 Casucci Law Firm Giovanni Casucci

5Cerulli Irelli Studio

LegaleVittorio M. De Sanctis v

6Chiomenti Studio Legale

Sede RomaFilippo Modulo

7de Meo & Associati

Studio LegaleMichele de Meo

8Gianni, Origoni,

Grippo & ParnersFrancesca Cesca

9Loconte & Partners

Studio Legale e Tributario

Stefano LoconteAntonio MatarreseEduardo d’Amico

10NCTM - Studio Legale Associato

Negri-Clementi, Toffoletto, Montironi & Soci

Alberto ToffolettoAlessia Pastori

11 Pazzaglia Studio Legale Alessandro Pazzaglia

12Pirola PennutoZei & Associati

Massimo CremonaDonato Marrone

13Porcari & Associati

Studio LegaleEnrico TotiYunxia Li

14Scognamiglio

International Law FirmSede Napoli

Giovanni ScognamiglioFrancesco Giraldi

15 Torino UniversitàGianmaria Ajani

Preside della Facoltà diGiurisprudenza

16Centro Alti Studi sullaCina Contemporanea

(CASCC)

Vice DirettoreProf. Gianmaria Ajani

17 Roma “La Sapienza”Federico Antonelli

Coordinatore Centro Studi e Documentazione sulla Cina Contemporanea Università Roma Tre

18 Roma “Roma Tre”

Luigi Moccia, Professore Ordinario Presidente del Centro Studi e Documentazione sulla Cina

Presidente Centro Altiero Spinelli,Per l’Europa dei popoli e la pace nel mondo , Polo

di eccellenza Jean Monnet

v

N. NOME STUDIO NOME CONTATTO

Gli studi legali e le università che partecipano

Marco Carone

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IIILunedì 21 Giugno 2010LuneS T U D I & C A R R I E R E

DA SHANGHAI ROBERTO MILIACCA

L’Expo di Shanghai rappresenta una grande occasione per scopri-re e capire qualcosa in più della Cina del Terzo millennio. Una

scoperta che inizia nel momento stesso in cui si atterra nell’aeroporto interna-zionale Pudong di Shanghai (il secondo della città, assieme a quello Hong Qiao). Da lì si può raggiungere il centro della città utilizzando il Maglev, il primo treno al mondo a levitazione magnetica, che in 7 minuti percorre 30 km raggiungendo una velocità di punta di 431 km/h.

Un biglietto da visita che dà immedia-tamente il segno di come la modernità sia ormai la cifra stilistica di tutta la Cina e della sua voglia di cambiare con velocità. E l’offerta di mobilità per turisti e impren-ditori che si recano nel paese del Dragone non fi nisce qui. Da ottobre chi sbarcherà a Pechino potrà scegliere di raggiungere Shanghai, in alternativa all’aereo, anche utilizzando l’alta velocità: tra 4 mesi, in-fatti, le due grandi capitali cinesi, quel-la politica e quella economica, saranno servite dall’ennesima infrastruttura di collegamento rapido (il «Frecciarossa» d’Oriente percorrerà i 1.320 chilometri di distanza tra le due città in 5 ore, con-tro le 12 ore attuali, a una media oraria di 380 km/h).

Quello che sta vivendo la Cina è uno

sviluppo che ha tutte le caratteristiche dell’alta velocità, e cerca di essere il più possibile «ambientalmente sostenibile». Sarà anche per questo che la Shanghai dell’Expo 2010, che si chiude il prossimo 31 ottobre e che punta a ospitare 40 mi-lioni di persone, ha scelto come motto la frase «Better city, better life», una città mi-gliore, una vita migliore. E cerca di seguir-lo in maniera ferrea. Le circa 500 mila persone che si recano quotidianamente

a visitare i 42 padi-glioni che ospitano i 242 paesi parte-cipanti, utilizzano prevalentemente la metropolitana, sfruttando l’ottima mobilità offerta dal-le 9 linee su ferro di Shanghai, alcune delle quali inaugu-rate nei mesi scorsi, ottima alternativa alle più trafficate

strade delle città.Oltre all’Expo,

un ideale percorso per chi vuole visi-tare la multiforme Shanghai non può prescindere da una visita a LuJiazui, il quartiere fi nanziario che si affaccia lungo

la riva orientale del fi ume Huangpu. La veduta di questo quartiere che si ha pas-seggiando sul lungofi ume dirimpettaio, cioè il Bund, con i suoi palazzi di fi ne ’800, specialmente di sera, è mozzafi ato: le «tre cime di Shanghai», ovvero la torre Tv Per-la Orientale, la Torre Jinmao e il Centro finanziario globale (conosciuto come l’«apribottiglie» per la sua forma, con un altezza di 474 metri: al 101esimo piano è ospitato il più alto osservatorio panora-

mico del mondo), sono tutte illuminate a festa. Le loro punte svettano verso l’alto come se volessero cercare di raggiungere il primato mondiale dell’altitudine oltre le nuvole. Primato che, però, gli è stato sof-fi ato, non molti mesi fa, da un grattacielo di Taipei. La sfi da però, pare essere anco-ra aperta: un quarto grattacielo, sempre a LuJiazui, è in costruzione e potrebbe comunque riportare in Cina il primato dell’altezza. E non ci stupiremo se questo avvenisse, vista la caparbietà dei cinesi, e degli abitanti di Shanghai in particolare. Non è un caso che proprio sotto una di queste torri abbiano dato spazio a un’ope-ra d’arte di Liu Jianhua che rappresenta una «calamita globale», capace di attrarre investimenti proprio su Shanghai. Una sorta di amuleto che serve anche a non dimenticare che comunque la Cina resta sempre legata a delle forti tradizioni cul-turali. Lo ricorda per esempio il Museo di Shanghai, una delle più prestigiose rac-colte di tutta la Cina, nella quale sono esposti più di 120 mila pezzi pregiati, tra giade, bronzi, pitture e porcellane, alcuni dei quali datati anche più di 6000 anni fa. Ma anche gli antichi quartieri, come quello del Tempio del dio della città, o la Vecchia Strada di Shanghai, dove, tra bot-teghe e templi buddisti, è ancora possibile respirare l’aria della Cina di una volta. Anche in un paese che vuole sempre cor-rere e cambiare.

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NON SOLO BUSINESS

Il fascino di una capitale della finanza che non si ferma mai

a Shanghai, con Mae, Ice e Cnf

i legaliin Cinadelle università di Shanghai, arbitri e professionisti locali, che costituiscono, secondo gli organizzatori, nuovi potenzia-li clienti per gli studi legali italiani.

L’avvocato Michele de Meo, titolare dello studio de Meo e associati di Roma, collegato a Napoli con il team del collega Giovanni Sco-gnamiglio (un altro storico consulente del settore dello shipping, ndr) confessa che questa è la seconda volta che dirige un’operazione di marketing legale in estremo oriente. «La prima fu tenta-ta 25 anni fa quando Giulio Andreotti era Ministro degli esteri e io uno dei fondatori dello studio Ughi & Nun-ziante. Allora però la Cina era troppo chiusa: avevamo bisogno di autorizzazioni go-vernative per qualsiasi cosa, e come se non bastasse non era neppure riconosciuta la professione dell ’avvocato. Anche se già si intuivano le potenzialità di un mercato che vivendo all’interno degli stessi confini da oltre 800 anni superava già il miliardo di persone».

Anche le relazioni profes-

sionali erano più complesse: «erano pochi gli esperti di legge cinesi che sapessero parlare inglese e non poteva-mo da soli accompagnare una multinazionale ad aprire uno stabilimento produttivo», ag-giunge de Meo.

Nel viaggio d’affari affi anco ai partner degli studi legali coinvolti, saranno presenti an-che nomi noti del mondo acca-demico, a cominciare da Luigi Moccia, presidente del Centro Studi e Documentazione Cina, e Giammaria Ajani preside della facoltà di giurispruden-za dell’Università di Torino e vicepresidente del Cascc.

Lo studio Porcari & as-sociati di Roma invece sarà l’unico a portare a Shanghai un avvocato cinese. Si tratta della giovane Yunxia Li, lau-reata prima alla Zhongnan University of Economics and Law, e poi in giurisprudenza all’Università degli Studi di Perugia.

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DI ANTONELLO DI LELLA

Virata decisa verso Oriente per i principali gruppi bancari italiani e per le aziende attive nei settori dell’alimentare, dell’hi-tech, dell’au-tomotive, dell’energia e della protezione am-bientale. La vera opportunità per le imprese italiane si chiama Cina; non più una minac-cia, anzi un volano anticrisi in un periodo di incertezza per i mercati internazionali. I dati dell’export italiano verso Pechino del primo trimestre 2010 non lasciano adito a dubbi: +24%, «il miglior dato dell’Italia nel mondo», ha dichiarato il vice ministro allo Sviluppo economico, Adolfo Urso. Governo e imprese, con la terza missione di sistema in Cina, an-data in scena dal 30 maggio al 4 giugno scorso, sono andati a caccia di nuove opportunità di investimento.

La missione italiana è stata guidata dal mi-nistro del lavoro e delle politiche sociali Mauri-zio Sacconi, affi ancato da Urso, dal presidente dell’Ice, Umberto Vat-tani, il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e il diret-tore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini. Il viceministro con dele-ga al commercio estero Urso, ha siglato un ac-cordo con il Sipo, l’uffi cio nazionale cinese per la proprietà intellettuale, per la protezione dei marchi e dei brevetti ita-liani e un’altra intesa, a sostegno delle pmi maggiormente progressiste, con un’agenzia del ministero della scienza e delle tecnologie di Pechino.

L’incontro asiatico ha fi ssato l’obiettivo di in-terscambio da raggiungere entro la fi ne dell’an-no, 40 miliardi. L’inizio fa ben sperare, fi no al mese di aprile sono stati 12 i miliardi circolati tra Cina e Italia. Uno degli appuntamenti più signifi cativi del vertice è stata l’inaugurazione dell’impianto Magneti Marelli in joint venture con Saic, a Jiading, vicino Shanghai. La fabbri-ca, che nasce da un’intesa di Magneti Marelli

con Shanghai Automobile Gear Works, produr-rà componenti idraulici per cambi automatici

destinati al mercato cinese. Boom di presenze per le aziende dell’agroali-mentare, dove conserve, vini e dolci fanno registrare passi da gigante nell’export, +72% il dato del primo trimestre 2010. Quasi a sorpresa spunta il gradimento cinese per i prodotti cosmetici del Belpaese.

Una terra quella cinese dove i consumi sono destinati a crescere grazie all’impegno del governo, che ha varato una riforma fi nalizzata a migliorare i redditi delle famiglie.

Intanto a pochi giorni dal termine della mis-sione cinese, sono stati siglati dieci accordi di collaborazione del valore di un miliardo di euro tra pmi italiane e cinesi riunitesi a Milano. Le intese riguardano i settori dell’elettronica, del tessile e delle energie rinnovabili, l’ultimo compartimento risente, però, delle normative nazionali di ogni singolo stato. Nuove previ-sioni ottimistiche, nel frattempo, dall’osserva-torio economico del Ministero dello sviluppo economico che stima, per il 2010, una crescita dell’export italiano dell’8% con una crescita del pil dell’1,6%.

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Obiettivi puntati sull’Oriente per il made in Italy

Supplemento a cura di ROBERTO MILIACCA

[email protected]

Adolfo Urso

Una veduta del centro i nanziario di Shanghai (a sin.) e, sotto, la calamita di Janhua

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IV Lunedì 21 Giugno 2010 A T T UA L I TÀ

Le tariffe dei legali variano da paese a paese. Ecco come si comportano le law i rm all’estero

La crisi mette le mani nelle parcelleFlessibilità e riduzione sono le parole d’ordine degli studi

DI MARIA BUONSANTO

Paese che vai, parcella che trovi. Ma quali sono le tariffe lega-li all’estero e quali i

criteri per stabilirle? Diffi-cile da dirsi, soprattutto per le modifiche che i tariffari hanno subito negli ultimi due anni. Flessibilità e riduzione, o quantomeno congelamento, degli onorari sono state le parole d’ordine seguite an-che dalle grandi law firm per fronteggiare la crisi.

In linea generale, i legali più costosi continuano ad es-sere quelli anglosassoni. In Inghilterra e negli Stati Uniti la retribuzione avviene per lo più su base oraria e si diffe-renzia a seconda che il profes-sionista sia un senior partner, un junior partner, un manager o un giovane avvocato.

I costi, poi, variano notevol-mente per specializzazione e rinomanza dello studio lega-le, con tariffe meno esose nelle zone periferiche e nei piccoli centri. Che si tratti di uno Studio legale con sede a Cin-

cinnati o a Brighton, piuttosto che a Manhattan o nella City londinese, fa una bella diffe-renza. Le tariffe orarie posso-

no, quindi, variare da 100 sino a 1.000 euro all’ora, a seconda del ruolo del legale scelto, del-la pratica in oggetto e della sede dello Studio.

Anche se la retribuzione avviene normalmente su base oraria, è anche possibile con-cordare un patto di quota lite, ovvero di attribuire al profes-sionista, come compenso, una parte (quota) dei beni o diritti in lite; oppure un onorario parametrato al valore dei beni o diritti liti-giosi, in ragione di percen-tuale o di una determinata somma.

In caso di insuccesso, invece, verrà prevista l’assenza del compenso, o in caso di diverso accordo, un compenso forfettario stabilito sulla base del-la pratica e non delle ore impiegate per condurla. A garantire correttezza e trasparenza nell’onorario è, infine, d’uso sottoscrive-re un contratto di incarico con il cliente (attorney-client fee agreement).

Tariffe più alte della media internazionale si hanno anche nei Paesi del Golfo. «Il merca-to legale negli Emirati, che in sostanza si concentra su Abu Dhabi e Dubai, è senz’altro uno dei più ricchi nell’area medio orientale, ci dice Da-niele Carminati, responsa-bile del desk emiratino dello studio legale Padovan.

L’offerta legale è stata spin-ta dal boom di Dubai degli anni scorsi e dai grandi pro-getti infrastrutturali di Abu Dhabi, che hanno attratto in-genti capitali e di conseguenza hanno sviluppato la domanda per servizi legali di qualità.

Anche negli Eau vige un principio di tariffazione oraria (esclusa la litigation) ma come in Europa per talune tipolo-gie di pratiche (costituzioni

di società plain vanilla) vi è la disponibilità di lavorare su importi forfettari».

Quali, quindi, le tariffe ap-plicate dai grandi Studi legali emiratini, come Al Tamini ed Hadef, e da quelli internazio-nali, normalmente anglo-ame-ricani, come Allen & Overy o ReedSmith, Denton Wilde

Sapte e Sherman Sterling, attratti dalle possibilità offer-te dal Golfo? «A prescindere dall’origine internazionale o locale dello Studio», risponde Carminati, «le tariffe si sono sostanzialmente allineate: per un partner si devono preven-tivare dai 2.300 ai 3.000 Dir-ham (cioè da circa 500 a 650 Euro), che poi scendono per gli associate di buona esperien-za a circa 1.600/1.800 (ossia 350/400 Euro).

Vi è poi una fascia inter-media di studi legali locali (che contano 30/40 avvocati comunque) le cui tariffe sono la metà degli studi di prima fascia.

Per quanto concerne, inve-ce, i legali italiani operanti nell’area, la prassi consiste in una politica di centralizza-zione della contabilità e della fiscalità sull’Italia, per cui per

le parcelle si tenta comunque sempre di mantenere la mede-sima struttura tariffaria ita-liana concordata con i clienti domestici».

Le maggiori differenze ri-spetto all’Italia? «La riluttan-za degli studi a fissare cap-fees (importi massimi) agli onorari, tranne che in materie come il banking e il finance, e una richiesta di fondi spe-se così ingenti che in Italia farebbe scappare i clienti a gambe levate».

Meno costosi dei vicini colle-ghi del Golfo sono gli avvocati egiziani e nordafricani, le cui tariffe medie si mantengono sui 100 euro orari. Decisamen-te modeste anche le parcelle dei legali indiani, anche se alcuni grandi studi locali ap-plicano tariffe vicine a quelle di uno studio «medio» italiano. Tariffe che, comunque, scendo-no drasticamente con i clienti locali.

In tutti questi paesi rileva, infatti, la provenienza del cliente, con prezzari e criteri tariffari notevolmente diversi a seconda che si tratti di un cliente connazionale o inter-nazionale.

Con i clienti stranieri si tende per lo più a preferire la tariffa oraria o in alcuni casi mensile, quantificando un

monte orario non inferiore al cen-tinaio di ore per cause di media entità. Il risul-tato è di arriva-re nella maggior parte dei casi a consuntivi deci-samente esosi. Con i clienti loca-li, invece, si tende ad una maggiore flessibilità, molto spesso ci si accor-da per un paga-mento forfettario ed è abbastanza comune contrat-tare la parcella

con il legale.Tante, quindi, le differenze

tra i vari paesi. Impossibile trovare standard internazio-nali.

Più facile, invece, rilevare alcune similitudini. La princi-pale è senz’altro la predilezio-ne ad applicare, in particolar modo con il cliente estero, ta-riffe orarie. Da qui, un’osser-vazione comune: la difficoltà di verificare come sia stato misurato il tempo dedicato al cliente.

È noto, infatti, che il lavo-ro del legale non si esaurisce nel solo tempo trascorso con il cliente, con la controparte o in aula. Esso comporta con-sultare codici, scrivere atti, intessere una fitta rete di cor-rispondenza (che sia postale, elettronica o telefonica).

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Daniele Carminati

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Il primo settimanale dedicato ai professionisti

della giustizia

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VLunedì 21 Giugno 2010Lunedì 21 GiL’ I N T E R V I S TA

Pagina a curaDI LORENZO MORELLI

L’Uomo ragno, Hulk e Iron Man quando sono minaccia-ti chiedono aiuto a Giorgio Mondini. L’avvocato spe-

cializzato in diritto d’autore, tallone d’Achille di molti super eroi dei fu-metti, compresi quelli della scuderia Marvel suoi clienti, ma anche di persone in carne e ossa come scrittori, cantanti e musicisti. Per questo Mondini è consulente legale storico di socie-tà come Warner Bros e Warner Music, ma anche Walt Disney Te-levision e Feltrinelli.

Una specializza-zione che gli ha fatto guadagnare il titolo di avvocato delle case discografiche. Mon-dini assieme a Giu-seppe Rusconi ha fondato lo studio legale Mondini Rusconi nel 1969 e oggi conta su circa 30 professionisti su due sedi: Milano e Roma con un giro d’affari di circa 4 milioni di euro. La carriera dell’avvocato è legata al mondo delle major americane dell’en-tertainment, infatti dopo l’università giovanissimo si è recato negli Stati Uniti con una borsa di studio dove ha frequentato l’Academy of American and International Law a Dallas, in Texas. Un’esperienza che gli ha per-messo di imparare perfettamente la lingua, ma anche di venire a stretto contatto con il modus operandi ame-ricano. Tornato in Italia queste due carte sono state determinati per rima-nere legato a doppio fi lo con il paese e continuare la collaborazione con le fi liali italiane delle società Usa.

«Negli anni 70 uno dei miei pri-

missimi lavori sul diritto d’autore è stato per i Led Zeppelin, ai tempi erano seguiti dall’Atlantic, allora la principale casa discografi ca sulla sce-na mondiale, poi ha cambiato nome è diventata la Time Warner e in seguito Warner Music. Negli ultimi trent’an-ni ho sempre seguito le vicende socie-tarie». L’avvocato si è occupato delle acquisizioni del gruppo Warner Mu-

sic che ne tempo ha acquistato diverse società discografi che come: Cgd, Compa-gnia generale disco, Fonit Cetra e Frien-ds & Partner. L’anno scorso l’avvocato ha curato l’acquisizione da parte della Walt Disney Italia della Jetix, società titolare di alcuni canali tele-visivi digitali e satel-litari.

«Il futuro è nel di-gitale, l’Mp3 ha uc-

ciso defi nitivamente il vinile e i suoi discendenti, e la prossima sfida si giocherà nell’editoria con gli e-book, i libri elettronici, un mercato con gran-dissimi potenziali», afferma Mondini che prosegue, «dagli anni 60 a oggi l’industria discografi ca ha visto una parabola discendente nelle vendite. La tecnologia dell’analogico è stata messa in soffi tta dal digitale e dalla diffusione di internet, che nei prossi-mi anni aumenterà la sua capacità di trasmissione veloce dei dati.

Se in passato le società produttrici di tecnologia hanno fatto guerre e al-leanze per defi nire i supporti su cui veicolare prodotti audio e video, oggi la partita e gli interessi non si gioca-no più sulla commercializzazione dei supporti, ma sui mercati virtuali, un ambito dove il diritto d’autore è molto più esposto a minacce di abusi e falsi-

fi cazioni. Se la rivoluzione tecnologica continua a compiere passi da gigante, il diritto ha dei tempi molto più lenti e bisogna affi nare le armi, codici e leggi, per tutelare la proprietà intellettuale per evitare che il diritto d’autore cada nella rete del web».

Mondini ha seguito anche la cau-sa che ha visto il cantante pugliese Albano contro l’icona mondiale della musica pop Michael Jackson. «Il mio cliente non era coinvolto direttamente nella vicenda tra i due artisti ma c’era un’aspetto che ci riguardava in parte. È stato un procedimento molto delica-to, anche perché la notorietà delle par-ti in causa ha tenuto accesi i rifl ettori dei media per tutto il tempo». Lo stu-dio Mondini Rusconi si occupa anche di diritto alimentare dalla fattoria alla tavola, spaziando dai mangimi animali agli alimenti per il consumo umano e agli integratori alimentari. «Il team del dipartimento food si oc-cupa di responsabilità da prodotto e rispetto dei regolamenti nell’am-bito di progetti pubblicitari o per la creazione di etichette ad esem-pio, spiega Mondini, verifi cando la presenza di tutte le informazioni prescritte dalla legge, la scelta di una denominazione commerciale, i termini utilizzati o ancora che l’eti-chetta non riporti indicazioni nu-trizionali ingannevoli». Nella sua vita privata Mondini ama giocare a golf, sport che pratica da dieci anni, «più che un’attività attività fi sica all’aria aperta, lo defi nirei un momento di evasione mentale». Per la maggior parte del suo tempo si dedica alla famiglia, il primogenito Paolo è professore di diritto com-merciale all’università di Udine, la fi glia Silvia, da poco mamma, è avvocato e lavora nello studio. «Cre-do che da qui in avanti mi occuperò sempre più del mio nipotino».

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!%'($%' "'&#%&%nato a Reggio Emilia il 22 giugno 1941

IL PROFESSIONISTA

Laureato in giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano nel 1965, è abilitato alla professione di avvocato dal 1968. Titolare di una borsa di studio Fulbright, ha frequentato l’Academy of American and International Law a Dallas, in Texas, si è specializzato nel diritto della proprietà intellettuale. Mondini è consulente per alcune delle principali associazioni di categoria, tra cui la Mpa, l’Ifpi e l’Univideo. È socio fondatore dell’Agica (Associazione giuristi del cinema e dell’audiovisivo).

LO STUDIO

Fondato nel 1969 da Giorgio Mondini e da Giuseppe Rusconi, lo studio Mondini Rusconi ha maturato una competenza signii cativa nel campo dell’Information technology, delle telecomunicazioni, delle nuove tecnologie, con particolare riguardo ai nuovi media, e, più specii camente, internet. I 15 soci dello studio sono affiancati da tre junior partners e da un team di 13 professionisti. Lo Studio ha istituito al suo interno uno Spanish desk (nel 2007), un French desk (2008) e un German desk (2009). Ha due sedi, una a Milano e una a Roma.

Fatturato 2009: 4 milioni di euro

Difensore dei fumettiSpecializzato in diritto d’autore, tallone d’Achille di molti eroi dei fumetti, anche quelli della Marvel. È consulente legale storico di Warner Bros, Warner Music, Walt Disney Television e Feltrinelli

Quel casoAlbano-JacksonHa partecipato alla causa tra Albano e Michael Jackson, ma il suo cliente non era coinvolto direttamente nella vicenda. È stato un procedimento delicato perché la notorietà delle parti ha tenuto accesi i ril ettori dei media

L’inizio è con i Led ZeppelinNegli anni 70 uno dei suoi primissimi lavori sul diritto d’autore è stato per i Led Zeppelin, ai tempi seguiti dall’Atlantic, allora la principale casa discograi ca mondiale, poi divenuta Time Warner e in seguito Warner Music

Giorgio Mondini, fondatore dello studio legale Mondini Rusconi, racconta la sua carriera professionale

L’avvocato dell’Uomo ragnoEditori e case discografi che si rivolgono a lui per proteggerle

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«Il futuro è nel digitale,

l’Mp3 ha ucciso definitivamente

il vinile, e la prossima sfida si giocherà

nell’editoria con gli e-book, i libri

elettronici, un mercato

con grandissimi potenziali»

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VI Lunedì 21 Giugno 2010 DIRITTO & SOCIETÀ

La sentenza n. 11082 della Corte di cassazione i ssa i paletti all’attività difensiva degli avvocati

Segreto professionale poco segretoServe per tutelare i clienti, non gli interessi soggettivi dei legali

DI DEBORA ALBERICI

Da Piazza Cavour ar-riva una bordata al segreto professiona-le. Infatti questo non

copre tutte le attività dell’av-vocato. Ma non basta. Il legale che si oppone all’autorizzazio-ne della Procura, rilascia-ta per gli accertamenti della Guardia di finanza su docu-menti che ritiene secretati a tutela del cliente, dovrà farlo di fronte al giudice tributario. È quanto sancito dalla Corte di cassazione che, con la sen-tenza n. 11082 del 7 maggio 2010, ha respinto il ricorso di un grande studio associato di Milano che aveva impugnato la decisione del Consiglio di Stato di declinare la propria giurisdizione in favore di quella della Ctr.

Il caso. I professionisti as-sociati del grande studio me-neghino avevano impugnato l’autorizzazione con la quale la Procura aveva autorizzato le Fiamme gialle a perquisire personal computer e archivio contenente documenti riser-vati dei clienti.

Dopo la decisione di Palazzo spada il caso è fi nito in Cassa-zione, chiamata a decidere sulla giurisdizione. Con motivazioni lunghissime il Collegio esteso ha deciso per la giurisdizione della commissione tributaria provinciale precisando fra l’al-tro che «il segreto professionale non copre tutta e ogni attività professionale perché lo stesso è previsto a esclusiva tutela del cliente».

Infatti, hanno sostenuto gli Ermellini estendendo il prin-cipio a tutti i professionisti, «la protezione del segreto pro-fessionale, riferita a quanto conosciuto in ragione dell’at-tività professionale svolta da chi sia legittimato a compiere atti propri di tale professione, assume carattere oggettivo essendo destinata a tutelare le attività inerenti alla difesa e non l’interesse soggettivo del professionista».

Il segreto professionale è un obbligo codifi cato. Negli ultimi anni si è fatta sentire sempre di più l’esigenza di tutelare i clienti dei profes-sionisti dalla fuga di notizie, soprattutto relativamente alle informazioni che potrebbero arrivare al fi sco.

Insomma i dati dei clienti, anche alla luce di una serie di norme recentemente entrate in vigore e non concernenti diret-tamente i professionisti, (basti pensare all’anagrafe tributaria e al fl usso di informazioni che le banche sono tenute a rila-sciare), rischiano di essere sempre meno tutelati. In que-sto panorama la Corte di cassa-zione ha annoverato espressa-mente il segreto professionale

fra i doveri generali a carico del legale. In particolare con la sentenza n. 24544 dello scorso anno, la terza sezione civile ha messo nero su bianco stabilen-do che «l’avvocato che tarda a proporre l’appello è responsa-bile verso il cliente anche se il nuovo mandato conferito per

il secondo grado di giudizio è successivo alla scadenza dei termini per l’impugnazione. Il professionista, infatti, è tenuto a operare in favore del cliente sulla base della procura rila-sciata per iniziare la causa anche se rilasciata anni pri-ma. Infatti, nelle prestazioni rese nell’esercizio di attività

professionali al profes-

sionista è richiesta la diligen-za corrispondente alla natura dell’attività esercitata (1176, 2° comma, c.c.) vale a dire è ri-chiesta una diligenza qualifi ca-ta dalla perizia e dall’impiego di strumenti tecnici adeguati al tipi di prestazione dovuta. La valutazione dell’esattezza delle prestazioni da parte del professionista, naturalmente,

varia secondo il tipo di pro-fessione. Per gli avvocati, la responsabilità professionale deriva dall’obbligo (artt. 1176, 2° comma, e 2236 cod. civ.) di assolvere, sia all’atto del con-ferimento del mandato che nel corso dello svolgimento del rapporto, anche ai doveri di sollecitazione, dissuasione ed informazione del cliente ai quali sono tenuti a rappresen-tare tutte le questioni di fatto e di diritto, comunque insorgenti, ostative al raggiungimento del risultato, o comunque produtti-ve del rischio di effetti dannosi; di chiedergli gli elementi ne-cessari o utili in suo possesso; a sconsigliarlo dall’intrapren-dere o proseguire un giudizio dall’esito probabilmente sfa-vorevole.

Il problema si è già posto con riferimento alle ipotesi di ina-deguata o insuffi ciente attività come difensore, per omissione di impugnazioni, ecc. o nella violazione di regole ricavabili dal codice deontologico, come quelle del mancato assolvi-mento dell’obbligo di dare al cliente le informazioni chieste

e della violazione del segreto professionale».

Segreto professionale circoscritto ai dati sensi-bili. In sede di legittimità non sono moltissime le decisioni concernenti il segreto profes-sionale. Una sentenza che fece discutere molto fu la n. 8239 depositata dalla Suprema corte nel 2003 e che in qualche modo aveva circoscritto il segreto professionale ai dati sensibili del cliente in un caso concer-nente un pignoramento presso terzi.

In quelle motivazioni si legge infatti che «poiché il pignora-mento presso terzi è una forma di esecuzione forzata prevista dall’ordinamento, il creditore procedente agisce sulla base di una posizione giuridica previ-sta dalla legge, e di conseguen-za deve escludersi che possa porre in essere una violazione della legge. n. 675 del 1996 a tutela del legittimo trattamen-to dei dati personali, che del resto non si applica generaliz-zatamente ad ogni situazione nell’ambito della quale possa aversi una divulgazione dei dati relativi alla persona ma è volta a regolamentare l’acces-so ai soli documenti relativi ai cosiddetti dati sensibili della persona confi gurabile a carico del terzo che rende la dichiara-zione una violazione del segre-to professionale».

© Riproduzione riservata

varia secondo il tipo di pro-

Compete alla giurisdizione del giudice tributario la con-troversia volta a risolvere il contrasto mediante il quale il professionista si opponga all’autorizzazione della Procura, rilasciata per gli accertamenti della Guardia di Finanza su documenti che ritiene protetti dal segreto professionale.

La massima della Corte

TETES DE BOISGOODBIKECD Alabianca/Warner Music

Un attore d’amore per la bicicletta, che nasce dalla grande passione per la due ruote del leader del gruppo Andrea Satta. Goodbike è il nuovo album dei Tetes de Bois, una delle più interessanti formazioni della musica italiana. In questo lavoro si respira l’asfalto macinato, il Giro d’Italia e il Tour de France, ma anche la fatica, la sete e la promozione di un mezzo di trasporto ecologico e pulito. Una pas-sione che i nostri avevano già esplo-rato in passato in canzoni come La

canzone del ciclista (dedicata alla memoria di Fabio Casartelli), qui riproposta e dedicata alla fi gura del gregario. Ci sono pezzi gustosi come Alfonsina e la bici (dedicato ad Alfonsina Strada che nel 1924, quando le donne non votavano, correva già da un pezzo), Noi siamo il traffi co e La bicitrombetta, che rappresen-tano i vari aspetti delle due ruote. Ci sono anche alcune cover imprescindibili. La bicicletta è una nuova versione di Abicyclette (brano musicato da Francis Lai), mentre dal repertorio di Gino Bartali arriva Coppi. Gianni Mura fi rma il testo di Le bal des cols. Numerosi gli ospiti che danno il loro contributo a questo viaggio a due ruote: da Marc Augè a Chris Carlsson, passando per fi rme e nomi del calibro di Maurizio Crosetti, Claudio Ferretti, Marino Sinibaldi, Paolo Lombardi e persino l’astrofi sica Marghe-rita Hack. Da non perdere le vignette di contenute all’interno del CD, dove Sergio Staino presta il suo «Bobo» alla causa dei Tetes de Bois.

Si consiglia agli avvocati che usano la bicicletta per andare in tribunale.

REMO ANZOVINOIGLOOCD Odd Times Records/Egea +

Dopo i risultati di vendita del suo disco d’esordio, arrivano grandi soddisfazioni per Remo Anzovino, piccolo caso musicale italiano: a soli due giorni dalla vendita online, il suo nuovo album Tabù è balzato al primo posto nelle vendite dei di-schi jazz più acquistati dai clienti di iTunes in Italia, mentre la title-track è seconda tra i singoli jazz. Tabù è un concept-album in cui il giovane compositore di Pordenone

ha esplorato nuovi linguaggi musicali, con particolare attenzio-ne ai ritmi, alle danze, alla ballabilità e alla ricerca melodica. Al disco hanno collaborato, oltre ai due fedelissimi Marco An-zovino alla chitarre e Gianni Fassetta alla fi sarmonica, alcuni giovani talenti provenienti sia dal mondo del jazz che dalla musica popolare e contemporanea, come Danilo Gallo al basso acustico ed elettrico, Uti Gandhi alla batteria e percussioni, Mauro Ottolini al trombone, Nevio Zaninotto al sax soprano. Tanti ospiti, come Franz Di Cioccio della Pfm, che suona nella title-track. Con questo album Remo Anzovino realizza il perso-nale sogno di abbattere le convenzioni e di fondere una piccola, moderna sinfonia con una serie di duetti contemporanei, basati sulle diverse tracce tematiche della sinfonia stessa. Uno spazio musicale dove il pianoforte duetta di volta in volta con una batteria, un sax, una tromba, una chitarra, un contrabbasso, un clarinetto.

Si consiglia agli avvocati che sul lavoro non conoscono confi ni e steccati.

Antonio Ranalli

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VIILunedì 21 Giugno 2010LunedDIRITTO & FAMIGLIA

Una sentenza della Cassazione in tema di procedimenti di adozione e minori abbandonati

Al difensore può pensarci il tutoreNessun confl itto se alla nomina del legale provvede il Comune

Pagina a cura DI DEBORA ALBERICI

Nel procedimento di adozione è legittima la nomina del difensore da parte del tutore.

È quanto sancito dalla Corte di cassazione che, con la sen-tenza n. 14063 dell’11 giugno 2010, ha accolto il ricorso della Procura generale della Corte d’appello di Milano, presenta-to contro una decisione della Corte territoriale che aveva annullato lo stato di adatta-bilità di una bambina affi data provvisoriamente al comune perché, avevano sostenuto i giudici, il legale era stato no-minato dall’ente locale.

Il caso. La vicenda prende le mosse a Milano. Nel 2007 il tribunale aveva aperto il pro-cedimento relativo allo stato di abbandono di una bambina, senza nominare un curatore speciale, come invece aveva chiesto la Procura. Una volta sospesa la potestà dei genitori, i giudici avevano nominato il Comune di Milano come tutore provvisorio.

In giudizio si erano costitu-ite la madre e la nonna della bambina. Anche la piccola si era costituita con due difen-sori nominati dall’ente locale. Mentre al padre che non si era costituito era stato nominato un difensore d’uffi cio.

Dopo aver sentito la madre e la nonna il tribunale dichiarò lo stato di adattabilità della minore. Contro questa deci-sione si appellarono la madre e la nonna e vinsero lamentan-do un vizio di forma. Infatti la Corte d’appello meneghina annullò il procedimento so-stenendo l’illegittimità della nomina del difensore da parte del comune.

A questo punto la Procura ha fatto ricorso in Cassazione e lo ha vinto. Secondo la pri-ma sezione civile, infatti, il procedimento non poteva dirsi viziato a causa della nomina

del legale da parte dell’ente locale.

Le motivazioni. Secondo la sentenza della Corte meneghi-na, bocciata dalla Cassazione, esisterebbe una sorta di «con-fl itto istituzionale» fra tutore e minore per il quale il difensore non può che essere nominato dai genitori. La prima sezione civile chiamata a decidere sul caso ha invece sottolineato che «il confl itto di interessi tra mi-nore e tutore dev’essere speci-fi camente e immediatamente denunciato dal pubblico mini-stero e accertato in concreto».

Insomma, i giudici di legit-timità, accogliendo il ricorso della Procura meneghina han-no fra l’altro sottolineato che «in tema di adozione, l’art.10, comma secondo, della legge 4 maggio 1983, n. 184, come novellato dalla legge 28 mar-zo 2001, n.149, che stabilisce la facoltà per i genitori e, in mancanza, per i parenti entro il quarto grado che abbiano rapporti significativi con il minore di «partecipare a tutti gli accertamenti disposti dal tribunale», deve essere inter-pretato in coerenza con la fi -nalità della novella di traghet-tare il processo di adozione da processo del giudice in un processo delle parti, nel senso che: a) ai difensori delle parti va data preventiva comunica-zione di qualsiasi accertamen-to disposto dal giudice; b) le parti possono intervenire alla sua assunzione personalmente e a mezzo dei propri consulenti tecnici e difensori; c) le parti devono essere poste in grado di conoscerne comunque le ri-sultanze, nonché di dedurre in ordine a esso e di presentare le proprie difese. Ne consegue l’inutilizzabilità dell’atto di in-

dagine acquisito senza rispet-tare le forme descritte, sempre che sia dimostrato dalla parte lo specifi co pregiudizio al dirit-to di difesa e l’infl uenza deter-minante sulla decisione».

© Riproduzione riservata

Atti di scherno e di disprezzo sono maltrat-tamenti in famiglia, ma non ingiurie. Rischia una condanna per maltrattamenti in famiglia chi sottopone il coniuge ad atti di scherno e disprezzo, ma non può essere punito anche per minacce, ingiuria e violenza privata. Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 22790 del 15 giugno 2010, ha accolto il ricorso di un uomo di Firenze che aveva sottoposto l’allora moglie a una serie di atti di scherno e disprezzo. Per questo era-no scattate nei suoi confronti le accuse per maltrattamenti in famiglia, minacce, ingiu-ria e violenza privata. Il Tribunale e la Corte d’appello lo avevano condannato. L’uomo ha fatto ricorso in Cassazione contestando, fra l’altro, la misura della pena e su questo punto lo ha vinto. Infatti secondo la quinta sezione

penale il marito poteva essere punito per il reato di maltrattamenti in famiglia ma non per le altre fattispecie penali. Per questo mo-tivo i giudici del Palazzaccio hanno annullato con rinvio la sentenza della Corte d’appello di Firenze, sul punto della determinazione della pena e in sentenza hanno ricordato che «nella materialità del delitto di maltratta-menti rientrano percosse, minacce, ingiurie, privazioni imposte alla vittima e anche atti di scherno, disprezzo, umiliazione e di asservi-mento idonei a cagionare durevoli sofferenze fi siche e morali. Ne consegue che i singoli episodi vessatori comprendenti minacce e ingiurie devono essere assorbiti nel reato di maltrattamenti, non potendo andare a confi -gurare un’autonoma ipotesi di reato».

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Disprezzare la moglie è maltrattamento. Non ingiuria

La mancata informazione circa la salute del feto va risarcita anche al padre. Anche i papà hanno diritto a essere risarciti dal medico che non si preoccupa di informare la coppia circa il reale stato di salute del feto. Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 2354 del 2010, per molti segno di grande civiltà, ha messo nero su bianche che «in materia di re-sponsabilità del medico per inadempimento del dovere di informare la gestante circa lo stato di salute del feto, in considerazione dell’insieme dei doveri che la legge pone in capo al padre nei confronti del fi glio, va riconosciuto anche in suo favore, benché egli assuma, nel contratto tra la donna e il professionista, la posizione di terzo, il diritto al risarcimento del danno con-seguente alla mancata possibilità di esercizio, da parte della donna, della facoltà di interru-zione anticipata della gravidanza». Nella stessa occasione gli Ermellini hanno inoltre sancito

che «il sanitario curante che accerti l’esistenza, a carico della gestante, di una patologia tale da poter determinare l’insorgenza di gravi malfor-mazioni a carico del nascituro, è tenuto a in-formare la donna di tale situazione e della pos-sibilità di svolgere indagini prenatali, benché rischiose per la sopravvivenza del feto, onde consentire l’esercizio della facoltà di procedere all’interruzione della gravidanza; ove, peraltro, siano decorsi più di novanta giorni dall’inizio della gravidanza, per ottenere il risarcimento del danno conseguente alla violazione di tale diritto, la donna è tenuta a dimostrare, con ri-guardo alla sua concreta situazione e secondo la regola causale del «più probabile che non», che l’accertamento dell’esistenza di rilevanti anomalie o malformazioni del feto avrebbe ge-nerato uno stato patologico tale da mettere in pericolo la sua salute fi sica o psichica».

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Se il medico non informa sul nascituro,va risarcito anche il papà

La relazione extraconiugale va risarcita. Con la senten-za n. 31177 dell’anno scorso la Suprema corte ha aperto la strada per i risarcimenti in favore del coniuge tradito. In particolare la quinta sezione penale ha affermato che, «di norma, l’instaurazione di una relazione extra-coniugale da parte di uno dei coniugi è un fatto ingiusto nei confronti dell’altro coniuge, in quanto contrastante con l’obbligo che permane fino a che non sia intervenuta pronuncia di separazione giudiziale o consensuale».

© Riproduzione riservata

Risarcimento al coniuge traditoIl principio

Nel nuovo procedimento per la dichiarazione dello stato di adottabilità, configurato dalla legge n. 149 del 2001, il conl itto di interesse tra minore e genitore è in re ipsa, per incompatibilità anche solo potenziale delle ri-spettive posizioni, mentre il con-l itto di interessi tra minore e tu-tore deve essere specii camente e immediatamente denunciato dal pubblico ministero – ovve-ro dai soggetti indicati dall’art. 10, comma 2, della legge n. 184 del 1983 – accertato in concreto dal giudice e ritenuto idoneo a determinare la possibilità che il potere rappresentativo del tutore sia da questi esercitato in contra-

sto con l’interesse del minore, con la conseguenza che, in tal caso, detta denuncia non può piú essere prospettata nelle fasi e nei gradi ulteriori del giu-dizio, al (solo) i ne di conseguire la dichiarazione di nullità degli atti processuali compiuti sulla base di una situazione non tem-pestivamente denunciata. (Nel-la specie la Suprema Corte ha accolto il ricorso della Procura contro la decisione della Corte d’appello che aveva annullato lo stato di adattabilità di una

bambina affidata provvisoriamente al co-mune perché il difensore era stato nominato dall’ente locale).

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La sentenza sul sito www.italiaoggi.it/docio7

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VIIILunedì 21 Giugno 2010 DIRITTO & SOCIETÀ

Nei tribunali italiani personaggi famosi e meno rivendicano la tutela della propria onorabilità

Il grande business della calunniaCause per diffamazione strumento per monetizzare l’immagine

DI FEDERICO UNNIA

Di f famazione come strumento per mone-tizzare la propria no-torietà e immagine?

Sembrerebbe questa la nuova tendenza di molte cause pro-mosse nei tribunali italiani da personaggi più o meno fa-mosi che rivendicano la tutela della loro onorabilità.

Guardando al futuro, il recen-te dlgs 4 marzo.2010, n. 28, dato che l’art. 5 prevede l’obbligo dell’esperimento della media-zione, come condizione di pro-cedibilità, anche per i giudizi di «diffamazione a mezzo stampa e con ogni altro mezzo di pub-blicità».

Ma quali sono gli ultimi dati disponibili sulle cause civili in tema di diffamazione stampa?

Per quanto riguar-da il Foro di Milano, gli ultimi dati dispo-nibili risalgono al triennio 2003-2005 e riguardano la Corte d’Appello (pubblicati sulla rivista Respon-sabilità civile e pre-videnza del 2007).

Le cause hanno visto coinvolti, in via prevalente, come parti presunte vitti-me di diffamazione magistrati (29%), persone giuridiche (13%) e uomini po-litici (12%); mentre per quanto riguar-da il lato passivo le testate nazionali (48%) citate in cause di diffamazione per asserita violazione del diritto di cro-naca (47%).

La media delle condanne risarcitorie si aggira a circa € 23.000. Per quanto riguarda il Foro di Roma i dati sono più aggiornati (si veda l’indagine pubblicata su Diritto dell’In-formazione e dell’informatica del 2009) riguardano le sen-tenze emesse dal Tribunale di Roma negli anni 2003 2008.

Da questa ricerca, che ha trattato complessivamente 869 sentenze, di cui per al-tro solo 320 di accoglimento della domanda, è emerso che la media del risarcimento dei danni ammonta a circa 29.000 euro anche se spicca il super risarcimento, di oltre 800.000 euro riconosciuto all’ex procu-ratore antimafia Cordova nel dicembre 2003 e i 600.000 euro liquidati in favore di una società.

Complessivamente nel pe-riodo di riferimento dell’in-dagine, sono stati risarciti 11.416.000 euro che, divisi per i 348 soggetti risarciti portano a una media di Euro 32.800 a testa (se si escludono i due super importi citati).

Il gruppo più colpito da arti-coli diffamatori è risultato es-

sere quello dei professionisti e persone comuni (49 casi), magistrati (41), persone giu-ridiche (39), dipendenti pub-blici (34) ed imprenditori (26). Seguono politici (25), artisti, attori e sportivi (20) e giorna-listi (14). Dall’indagine emer-ge come gli editori televisivi siano mediamente più colpiti di quelli tradizionali; questo in ragione della maggiore dif-fusione dell’addebito.

Da segnalare infine che in 51 casi il tribunale di Roma ha disposto anche la pubbli-cazione della sentenza di con-danna; provvedimento, come noto, disposto solo su istanza della parte offesa.

L’ultimo nome illustre ad aver ottenuto tutela è stato Antonio Di Pietro (Idv) che avanti al Tribunale di Mon-za si è visto riconoscere ben 240.000 euro di risarcimento danni a seguito della pubbli-cazione di una serie di artico-li su Il Giornale nel gennaio 2009.

Quali sono le difficoltà mag-giori che si affrontano nel promuovere in una causa di diffamazione? «Per il giorna-lista il riuscire ad offrire la prova della verità, quantome-no putativa, dei fatti narrati

nell’articolo incriminato. Per il preteso diffamato le mag-giori difficoltà risiedono nel provare i danni che asserisce aver subito», spiega Sabrina Peron, partner dello studio legale associato Galbiati Girardi Scorza & Peron di Milano, tra le massime esper-te in materia.

Per Anna Sistopaoli, part-ner dello studio legale Volo di Roma, che assiste soli-tamente i giornali «il primo passo da compiersi, al fine di verificare se il giornalista abbia fatto una corretta ap-plicazione del diritto, sancito dall’art. 21 della Costituzione di manifestare il proprio pen-siero». Ma non solo. «In primo

luogo la necessità di superare una certa desensibilizzazione del linguaggio e, quindi, una soglia più alta di tollerabilità verso parole diffamatorie. In secondo luogo, la necessità di provare il danno, che nella pratica è quasi sempre non patrimoniale e quindi non si presta a dimostrazioni docu-mentali ed oggettive», sotto-linea Fabio Lepri, partner dello studio legale Roma Le-pri & Partner di Roma.

Materia , è bene subito precisare, che vede nelle valutazioni della giurisprudenza un elemento di conti-nua evoluzione. Come detto, la giurispru-denza è in continua evoluzione.

« R e c e n t e m e n t e , in un’approfondita sentenza della Corte d’appello di Milano, resa in un procedi-mento che lo studio ha seguito, è stato per la prima volta preso in considerazione, quale scriminante, il notorio ‘schieramento’ politico di una testa-

ta, al fine di farne deri-vare la minore , se non inesistente, potenzialità diffamatoria di un arti-colo di stampa.

Ciò perché la Corte ha espressamente affer-mato la sussistenza, in detto caso, del limitato apprezzamento del la pubblicazione da quella sola parte di opinione pubblica, «portatrice di determinate concezioni politico-culturali» ricor-da la Sistopaoli.

Se questo è il quadro d’insieme sul merito, di-verso è il problema sul versante risarcitorio e ai tempi medi del pro-cedimento. «Per quanto concerne il danno non

patrimoniale si determina in via equitativa: i parame-tri, in genere, sono costituiti dalla diffusione del giornale, dalla collocazione e dal risal-to dato alla notizia, dalla no-torietà, personalità sociale e professionale del danneggia-to, nonché dalla gravità della diffamazione», sottolinea l’av-vocato Sistopaoli.

«Solitamente il risarcimen-to del danno viene disposto ri-correndo a criteri equitativi e

quelli maggiormente utilizzati dalla giurisprudenza sono: la tiratura del periodico e la sua diffusione, sia essa nazionale o locale», spiega la Peron.

«L’obiettiva gravità delle affermazioni diffamatorie; la circostanza che si sia tratta-to di una campagna stampa diffamatoria; la collocazione ed il risalto grafico data alla notizia; è il caso ad esempio occhielli, titoli, o sottotitoli; oppure il corredo di vignette satiriche o infographics, che mettono a fuoco il contenuto dell’articolo.

A ciò va aggiunta la qualità della persona offesa, ossia, le sue qualità morali, nonché le eventuali funzioni pubbliche da esso svolte o il suo ruolo politico, istituzionale o socia-le; l’eventuale autorevolezza dell’articolista e/o il credito di

cui gode la testata».Più pragmaticamente, ri-

corda Fabio Lepri, «l’importo liquidato nella media varia a seconda degli uffici. Secondo la mia esperienza difficilmen-te supera l’ordine di grandez-ze delle decine di migliaia di euro». Sui tempi per i due gra-di di giudizio (primo grado e appello) occorrono in media circa sei-otto anni.

«Dato che, grosso modo, mi pare confermato da quello che ho potuto vedere per la mia esperienza», dice Sabrina Pe-ron. «A Roma, le cause hanno una durata pari più o meno a due anni, in primo grado, an-che perché raramente vi è da compiersi attività istruttoria, il che consente una più rapi-da definizione del giudizio; in appello-dove, del pari, difficil-mente viene compiuta attività istruttoria, i tempi sono però decisamente più lunghi, per-ché l’udienza di precisazione delle conclusioni viene solita-mente fissata con un notevole intervallo di tempo rispetto a quella che la precede», sotto-linea Anna Sistopaoli.

© Riproduzione riservata

Sabrina Peron

Fabio Lepri

Anna Sistopaoli

MAGISTRATI E POLITICI IN POLESecondo un’indagine condotta dalla rivista Responsabilità civile e previdenza, del 2007, a Milano le cause hanno visto come parti attrici, cioè come presunte vittime di diffamazione a mezzo stampa, in primis i magistrati (29% dei ricorsi), poi le persone giuridiche (13%) e ini ne i politici (12%)

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49Lunedì 21 Giugno 2010

LavoroIl settimanale delle

Opportunità professionali

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Silvano Moffa. Più Stato e meno burocrazia contro il lavoro nero. È la ricetta della commissione lavoro di Montecitorio, che chiede il raf-forzamento delle attività ispettive.

La timidaripresa

DDDDDDDaaaaaa uuuuuuunnnnnnnnn’’’’’’’’’’’’’’’’’iiiiiiiiiiiiiiiiiinnnnnnnnnnnnnnnnndddddddaaaaaagggggggggiiiiiinnnnnnneeeeeeeeee dddddddddddeeeeeeeeeelllllllllllllllllllllllllaaaaaaaaaa FFFFFFFFFFFFooooooooonnnnnnnnnnddddddddddddaaaaaaaaaaaaaazzzzzzzzzzzzzzziiiiiiiiiiiiiiiiiooooooooooooooooonnnnnnnnnnnnnnneeeeeeeeeeeee sssssstttttttttttttuuuuuuuuuuddddddddiiiiiiiii ddddddddddeeeeeeeeeeiiiiiiiiiiii cccccccccccccccoooooooooooonnnnnnnnnnnnssssssssssuuuuuuuuuullllllllllleeeeeeeeeennnnttttiiii ddddeeeelllll lllllaaaaavvvvvooooooorrrrooooo eeeeeeeemmmmmmmmeeeeeeeeeeerrrrrrrrrrrrrrrrrrrggggggggggggggggggggggeeeeeeeeeee llllllaaaaaaa rrrrrrrriiiiiiiiippppppppppprrrrrrrrreeeeeeeeeesssssssssssaaaaaaaaaa ddddddddddddeeeeeellllllllllllllllleeeeeeeee aaaaaaaasssssssssssssssssssssssssssuuuuuuuuuuuuunnnnnnnnnnzzzzziiiiiiiiiiiiioooooooooonnnnnnnnniiiiiiiiii,,,,,,,,,,, mmmmmmmmmmaaaaaaaaa ssssssssooooooooooollllllllllllllllllooooooooooo nnnnneeeelllllllleeee ppppmmmmmiiii Disegnare una T-shirt

e andare a scuola di modaBuyVip (www.buyvip.com), lo shopping club online con oltre 3 milioni di soci registrati in Italia, lancia la T-shirt competition, un concorso online, in collaborazione con istituto Marangoni, rivolto ai giovani fashion designer. Tutti gli aspiranti stilisti potranno candidare i loro progetti creativi, una giuria di esperti selezionerà le migliori proposte che verranno prodotte e messe in vendita sulla vetrina di BuyVip e sarà la T-shirt più venduta ad aggiudicarsi il primo premio: un corso estivo di tre settimane in Image consultant presso la sede londinese dell’istituto Marangoni, la scuola di moda italiana. Per aderire al concorso è suffi ciente collegarsi al sito http://tshirt.buyvip.com, registrarsi o accedere come socio di BuyVip e caricare il proprio elaborato entro il 5 di luglio.

Direttori del personale, la crisi rende poliedriciPiù poliedrico di così è diffi cile immagi-narlo. Deve facilitare i processi e fare da collante tra le funzioni, comprendere il business, avere capacità comunicative, competenze tecniche, capacità di innova-zione, rappresentatività all’esterno, specializzazione, esperienza internaziona-le, ma anche leadership, proattività nel cambiamento, intuitività e capacità di visione. È questo l’identikit dell’Hr manager, come emerge dalla Survey condotta a marzo dalla società di executive search EXS Italia su oltre 200 direttori del personale italiani volta a capire diffi coltà affrontate e trasformazio-ni del ruolo in atto.

Designer, a Monza apre l’ufficio di collocamentoUn uffi cio di collocamento per designer. A lanciarlo è la Camera di commercio di Monza che con il nuovo servizio punta a favorire l’incontro di domanda e offerta di lavoro tra designer e imprese, in particolare quelle attive nella fabbricazione di mobili, comple-menti d’arredo, gioielli, ma anche barche e settori specifi ci. Tutte quelle realtà imprenditoriali di design che necessitano di un coordinamento tra impresa e professionista.

Un tour in Californiaper studiare l’innovazioneUn tour in California per visitare le aziende leader mondiali in innovazione e imprenditoria. A organizzarlo è la Sda Bocconi School of management che dal 18 al 24 luglio consentirà a giovani professio-nisti e laureati interessati ai campi dell’imprenditorialità, del venture fi nance e del management dell’innovazione, di conoscere da vicino alcune delle organiz-zazioni più innovative del mondo. Il California innovation and entrepreneur-ship study tour (Cies) si snoderà tra Los Angeles e San Francisco fi no alla Silicon Valley, attraverso un mix di teoria e visite aziendali.

SCELTI & PRESCELTI

LE SEGNALAZIONI POSSONO ESSEREINVIATE ALL’INDIRIZZO

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Maurizio Landini. Il segreta-rio della Fiom rimane isolato dopo il no all’accordo sulla Fiat di Pomigliano. E si prende le bacchettate anche da Epifani.

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50 Lunedì 21 Giugno 2010 F O R M A Z I O N E

Dopo un biennio di crisi, le aziende del fashion ripartono e cercano i gure specializzate

Una nuova stagione per la modaPer tenere il passo del mercato si punta su web ed export

Pagina a curaDI DUILIO LUI

Dopo un biennio di cri-si, che ha spinto molte aziende a rivedere gli organici e riposiziona-

re la propria offerta, il settore della moda è ripartito. Un cam-bio di rotta che sta spingendo verso la ricerca di nuove fi gure professionali, con una spiccata propensione verso il canale on-line e i mercati esteri.

Tre fi gure su tutte. Suitex, società di ricerca e selezione spe-cializzata nel settore, rileva che in questo periodo la ricerca di professionisti è concentrata su tre profi li: il web store manager, l’export area manager e il pro-duct manager. «Tutte fi gure in linea con la nuova stagione della moda, che punta su nuovi canali di vendita, appiattimento della piramide decisionale con aumen-to d’interesse per le posizioni più operative e maggiore attenzio-ne alle tempistiche di risposta al consumatore», spiega Luigi Castellani, partner e fondatore della società. L’accelerazione sul fronte del commercio elettronico non riguarda più solo le grandi catene, ma anche le società di piccole e medie dimensioni. «Il Web store manager è il referen-te di tutte le attività di gestione e sviluppo del posizionamento dell’azienda e dei prodotti nel canale online e si relaziona con l’area commerciale, la logistica e l’It», aggiunge Castellani. «A lui spetta la pianifi cazione strate-gica del Web store in termini di fatturato e di sviluppo, l’analisi della concorrenza e la targhetiz-zazione del mercato». Compiti che richiedono la capacità di de-fi nire i prezzi, ma anche un’abi-lità sul fronte del marketing legato a Internet, che in molti casi è diversa rispetto a quella richiesta dai negozi tradizionali. Il Web store manager ha inoltre il compito di interfacciarsi con la Web agency, se la funzione di gestione di sviluppo del sito web è esternalizzato, e di coordinare le attività di customer care e logistica.

La forte richiesta di export manager è legata, invece, alla necessità per le aziende italiane di guardare ai mercati interna-zionali, a fronte di consumi inter-ni ormai stagnanti da anni. La domanda proveniente da paesi-chiave per il made in Italy come gli Stati Uniti e la Germania è tornata a essere sostenuta già sul fi nire del 2009 e negli ultimi mesi si è rafforzata e a questi si affi ancano le economie emergen-ti di Russia e Brasile, che vedono nei prodotti italiani un sinonimo di qualità. «L’export area ma-nager è una fi gura professionale operativa che porta l’azienda a diretto contatto con il mercato», spiega Castellani.

«È anche una tipica profes-sione di accesso per i giovani laureati. La laurea privilegiata è quella in economia, seguita

dalle lingue straniere. Questo perché, accanto alle competen-ze economiche e alle attitudini commerciali, la professione ri-chiede padronanza degli idiomi tipici dei paesi di sbocco».

Infi ne, la domanda di product manager risponde alla necessi-tà di personalizzare i prodotti in base allo scenario economico e alle diverse richieste dei mercati di sbocco. «Un bravo creativo sa come personalizzare il prodotto, renderlo immediatamente iden-tifi cabile», rifl ette il manager di Suitex. «Il tutto senza venir meno ai tratti caratteristici dell’azien-da». Il product manager è una fi gura trasversale che ha fun-zione di collegamento tra lo stile, il commerciale e la produzione.

«Un tratto comune ai tutti i nuovi profes-sionisti della moda è la provenienza da diversi background», sottolinea Annagemma Lascari, direttore del master in Fashion Management di Domus Academy. «Così accogliamo giovani provenienti da diversi per-corsi for-mativi e pun-t iamo su una forma-z i o n e poliedri-ca, che consen-

ta loro di coniugare creatività e conoscenze teoriche con abilità organizzative e di relazione con il mondo della produzio-ne». Il profi lo in uscita, quindi, ha competenze trasversali, che gli consentono di adattarsi alle differenti richieste del mercato, dall’area prodotto al retail, dallo sviluppo dei brand alla comuni-cazione.

Vecchie fi gure, nuove fun-zioni. Anche le fi gure tradizio-nali del settore moda sono nel pieno di una profonda trasforma-zione. Un convegno organizzato nelle scorse settimane da Antia

(Associazione senza fini di lucro che annovera at-

traverso i suoi soci circa 200 aziende del Sistema Moda italiano) ha fatto

il punto sull’evoluzione dei pro-fi li tecnici, che hanno subito i cambiamenti degli ultimi anni (da azienda con ciclo produttivointerno ad azienda con de-localizzazione produttiva e sorcing Italia/estero) vedendo annullare anni di esperien-za nella gestione dei reparti, nel bilanciamento delle linee, nei tempi e metodi. Per Gino Sartena, presidente di Antia, oggi il mercato si orienta so-prattutto verso tecnici acqui-sitori, capaci cioè di abbinare alle conoscenze di settore, di-mestichezza con pagamenti, valute, apertura di lettere di credito. Per la fi gura del mo-dellista, l’evoluzione è di tipo tecnologico: dalla costruzione del cartamodello manuale al lavoro sui supporti informa-

tici. Si passa, quindi, da una formazione sartoriale alla necessità della dimestichezza con i sistemi Cad-Cam.

Sta cambiando volto anche il tecnico della qualità: «Una fi gura divenuta di grande re-sponsabilità, con la necessità di trascorrere lunghi soggiorni all’estere e di prendere deci-sioni in proprio», sottolinea Silvano Vaghi, direttore ri-sorse umane di Dolce & Gab-bana. Così, se fi no a qualche anno fa queste fi gure si forma-vano all’interno dei laborato-ri aziendali, oggi si è formato un mercato della domanda e dell’offerta, anche se quest’ul-timo fronte resta defi citario per le difficoltà della formazione scolastico nel tenere il passo del mercato.

La moda italiana ha chiuso il 2009 con un fatturato in calo dell’11,3% e un valore del-la produzione a -12,6%. Tra i

vari settori, le perdite più con-sistenti si registrano sul fron-

te delle cravatte, che ha subito un crollo delle

vendite nella misura del 23,3%. Il primo scorcio del 2010 ha segnato un’inver-sione di tenden-za, con il tessi-le (+4,7%), la

camiceria e la

maglieria in crescita e tutti gli altri setto-ri sostanzialmente stabili. Resta, invece, ancora debole la dinamica occupazionale, che solitamente risente con ritardo degli altri indicatori economici: il centro studi di Sistema Moda Italia segnala che nel pri-mo trimestre 2010 sono state autorizzate 31,9 milioni di ore di cassa integrazione: un dato rilevante, per quanto in calo del 3% rispetto all’ultimo trimestre del 2008. La prospettiva è di un progressivo miglio-ramento del trend negli ultimi mesi, fa-vorito anche dall’euro debole che offrirà una spinta alle vendite negli Stati Uniti e negli altri paesi la cui moneta è collegata a quella americana.

Segnali di ripresa nel 2010

Mentre la disoccupazione ri-alza la testa, le aziende del settore moda faticano a re-perire sul mercato le fi gu-

re professionali di cui hanno bisogno. Sembra un paradosso, ma è la situazio-ne che sta vivendo il settore da diversi anni. «C’è una disinformazione genera-le, che porta le giovani generazioni a ri-tenere il lavoro del tecnico o del model-lista di second’ordine, quando invece si tratta di professioni con ampie prospet-tive di crescita e di soddisfazione anche sul piano economico», rifl ette Claudio Marenzi, amministratore delegato di Herno. «La maggior parte delle aziende del settore sta delocalizzando la pro-duzione, per cui chi resta in azienda deve avere nuove competenze rispetto al passato». Una situazione che spinge le stesse società a formare all’interno le nuove fi gure, anche attraverso l’iscri-zione a corsi specialistici. «Negli ulti-mi tempi riscontriamo una crescente ricerca di professionalità provenienti dalla grande distribuzione», sottolinea, «con l’obiettivo di poter contare su gio-vani con un approccio più manageriale al lavoro».

Un altro aspetto peculiare del settore è dato dall’elevata incidenza di personale femminile, come nel caso di Aimèe: «Abbiamo 143 donne su 150 dipendenti e il 25% è impiegato part-time», spiega il consigliere de-legato Matthias Kissing, «Questo ci ha spinti a mettere a punto una serie di iniziative per conciliare vita privata e lavoro, dalla lavanderia aziendale agli Internet point». Il manager ri-leva, però, uno s c o l l a m e n t o tra formazio-ne e necessi-tà del mondo p r o d u t t i v o : «La scuola offre solo competen-ze individuali, mentre occorre-rebbe approfondi-re maggiormente

sviluppare la cultura d’impresa». Sulla necessità di ripensare la formazione in-

siste anche Roberto Luison, vicepre-sidente di Antia e amministratore delegato di Italservices. «Le capaci-tà tecniche non sono più suffi cienti, ma occorre adeguarsi a un mercato che sta evolvendo rapidamente. Così, ad esempio, un tecnico mo-derno non deve più conoscere solo i processi, ma avere dimestichezza

con il design, il mercato e le politiche di tra-sporto». Competenze diffi cili da reperire sul mercato, tan-to che Italservi-ces ha avviato un programma con Antia e Confi ndu-stria Padova per la formazione dei docenti di alcuni istituti tecnici, in modo da miglio-rare il confronto

la realtà scolasti-ca e quella azien-

dale.

L’OFFERTA FORMATIVA VA RINNOVATA

Lo skill shortage frena lo sviluppo

Roberto Luison

Luigi Castellani

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51Lunedì 21 Giugno 2010Lunedì 21 Giugno 2P E R C O R S I

I requisiti e le prospettive occupazionali di un professionista che ha il commercio nel Dna

La rete di vendita a regola d’arteAl channel marketing manager lo sviluppo della distribuzione

DI ROBERT HASSAN

Ottanta/novanta mila euro come retribuzione lorda annua. È il compenso medio di un channel

marketing manager, un professio-nista che si occupa dello svilup-po dei canali commerciali e delle opportunità di mercato, intratte-nendo rapporti con la clientela, collaborando per individuare i prodotti e i servizi più adeguati e contribuendo all’organizzazio-ne delle attività di distribuzione. Dopo aver individuato i canali distributivi e organizzato le at-tività inerenti alla distribuzione dei prodotti/servizi aziendali, pro-pone interventi volti alla più coe-rente riorganizzazione della rete di vendita, predisponendo stru-menti di miglioramento dell’im-magine aziendale: supporta i partner di canale, i rivenditori e i distributori nella realizzazio-ne dei programmi di marketing e cura le attività di pubbliche relazioni per quanto riguarda il canale stesso. È quindi un profes-sionista che ha la responsabilità delle iniziative di merchandising, interfacciandosi con specifiche funzioni del canale o, in taluni casi, direttamente con i buyers del canale stesso, verifi cando nei punti vendita l’implementazio-ne delle iniziative di marketing. È impegnato a rispondere alle esigenze specifiche dei clienti, valorizzando le potenzialità del canale attraverso lo sviluppo delle relazioni e mettendo a di-

sposizione una vasta gamma di servizi. È chiamato inoltre ad analizzare il mercato per l’in-dividuazione della miglior rete distributiva secondo la politica aziendale, il monitoraggio della performance del canale, la pro-grammazione dell’attività com-merciale e la pianifi cazione del sell in e del sell out. Il channel marketing manager o responsa-bile di canale è un esperto di mar-keting, deve conoscere il linguag-gio della comunicazione digitale e le relative tecnologie di supporto; per questo ruolo è fondamentale l’orientamento al risultato che ga-

rantisce la customer satisfaction. Deve essere in grado di gestire le leve di marketing funzionali alle attività commerciali, sapere effettuare analisi competitive, possedere doti di leadership, es-sere creativo e sapere coordinare un team. Con l’avvento della rete, questo ruolo ha dunque amplia-to il suo raggio d’azione e ne ha ridefinito i requisiti. Per poter essere un buon channel marke-ting manager occorre dunque dimostrare forte determinazione al raggiungimento degli obiettivi di vendita assegnati e avere au-tonomia operativa. Può lavorare

sia nelle azien-de tradizionali, sia nelle neoco-stituite inter-net company. È una figura tipica di tutto il settore ineren-te al consumer product goods, ovvero il com-parto alimentare e affi ni, ma sta però assumendo crescente importanza soprattut-to nel settore abbigliamento e nell’elettronica di consumo, nel-la quale sta rientrando in misu-

ra sempre maggiore anche parte dell’information technology, con riferimento al mercato della di-stribuzione specializzata. Oltre alla laurea o titolo di studio equi-valente, deve avere esperienza di merchandising, ovvero in perma-nent merchandising, customized merchandising, entertaining ac-tivities, staff training.

Le tipologie distributive di cui si può occupare un channel ma-nager sono diverse: può essere sia distribuzione diretta, ovvero direct marketing, sia distribuzio-ne tramite rete. La diffi coltà del suo lavoro sta soprattutto nel progettare modalità distributive innovative su canali non tradizio-nali. «Il profi lo in questione nasce e si consolida nei settori dove la rete di distribuzione gioca un

ruolo fondamentale», spie-ga Laura Zolla, direttrice operativa di Seltis, società di head hunting. «Fornisce ai referenti del canale gli strumenti innovativi e i piani strategici, monitoran-done successivamente le performance, con l’obiettivo di portare a un signifi cativo incremento delle vendite. Il ruolo generalmente è a livel-lo nazionale, ma può essere anche europeo o worldwide. È un professionista che ha fatto un percorso di crescita

sia in ambito commerciale, sia nel marketing. Ha grandi doti anali-tiche, relazionali e di negoziazio-ne commerciale», aggiunge Laura Zolla.

Il channel marketing manager può operare in connessione con un’altra fi gura emergente, ovvero il national key account retail che ha il compito di veicolare le promozioni di marke-ting verso i clienti fi nali, curare i rapporti contrattuali con alcune catene nazionali, applicare gli accordi raggiunti sul territorio nazionale, in accordo con gli area manager. Si occu-pa di analisi del potenziale di sviluppo del cliente assegnato e di elaborazione della strategia per incrementare la quota di mercato. È un professionista inserito nella struttura centrale delle vendite dedicate al canale della grande distribuzione. Il national key account retail è chiamato inoltre ad interagire costruttivamente con il personale di vendita distribuito sul territorio nazionale, ovvero i merchandisers e, internamente all’azienda, con le funzioni importanti per il successo del proprio operato, ossia gli area manager. Si occupa infi ne di raggiungere e gestire il budget annuo assegnato, di tenere sotto controllo i valori e gli indicatori economici, intrapren-dendo eventuali azioni correttive, e di defi nire e chiudere i contratti quadro con le insegne a lui affi date.

È quindi una fi gura di marketing dell’industria di produzio-ne di beni di largo consumo, in generale ha la responsabilità di uno o più clienti che esercitano signifi cativa attività di vendita distribuita su un territorio geografi co. La sua retri-buzione varia in funzione del volume di business, della com-plessità dell’azienda, nazionale piuttosto che globale, delle sue esperienze e delle sue competenze e si aggira intorno ai 60/100 mila euro lordi annui. Generalmente è diplomato o laureato in discipline tecniche, deve avere un’esperienza specifi ca di vendita nei canali della grande distribuzione come key account manager, avere spiccate capacità nego-ziali e di problem solving e possedere una buona conoscenza della lingua inglese. Inoltre ha solitamente un’esperienza di vendita nei canali gdo o gds, buona comunicativa, attitudine alla negoziazione.

Tra le fi gure emergentiil national key account retail Il national key account retail si coordina pe-

riodicamente con la propria direzione anche per la verifi ca degli obiettivi assegnati, man-tenendo il proprio budget di competenza. È un’abile negoziatore e deve essere disponi-bile a frequenti spostamenti sul territorio per presidiare direttamente le attività e facilitare le attività stesse, in particolare ove incorrono problematiche di diversa ti-pologia. Per raggiungere la posizione di national key account retail è possibile anche un percorso formativo come product ma-nager, brand manager e trade marketing manager. L’evolu-zione di questo ruolo gene-ralmente è quella di direttore vendite. Deve essere forte-mente orientato al risultato, dotato di solida professiona-lità e di ottime capacità relazionali e organiz-zative. Oltre al comparto del largo consumo, è presente nel settore dell’elettronica di con-sumo e si è affermato soprattutto in relazione alla crescita costante e alla proliferazione di nuove catene di realtà della grande distribu-zione organizzata con cui le aziende del largo consumo si sono trovate necessariamente a interfacciarsi. Questo professionista, anche se riporta direttamente al direttore vendite, opera in completa autonomia e in accordo con le politiche aziendali, gestendo diverse attività come la pianifi cazione, la gestione

e la valutazione delle attività promoziona-li e l’implementazione delle azioni defi nite per i clienti. Può operare non solo nell’area marketing, ma anche nel settore vendite di strutture organizzative del food e non-food e

si occupa del controllo sell-out e della formazione ai capi reparto dei vari punti vendita. «Questo è un ruolo che in questi ultimi anni è cresciuto moltissimo sia in termini di dimensione di bu-siness che in termini di con-tenuti qualitativi», osserva Giuseppe Truglia, presiden-te del Centro di Formazione Management del Terziario. «Infatti è passato dalla ge-stione del cliente alla gestio-ne della centrale di acquisto che raccoglie più clienti con diversi formati distributivi. Per quanto attiene i conte-

nuti professionali si è evoluto da abile ne-goziatore a manager capace di guidare un team di collaboratori proiettati a sviluppare il fatturato e la redditività dei clienti dire-zionali attraverso l’integrazione di tutte le leve gestionali interne all’azienda (logistica, information technology, marketing, merchan-dising, promotion, risorse umane ecc.). Ha inoltre sviluppato una lettura professiona-le del mercato sia utilizzando strumenti di benchmark e sia ascoltando in modo sistema-tico le informazioni provenienti dai clienti», conclude Truglia.

Servono capacità relazionali e organizzative

Giuseppe Truglia

I profi li ricercati

Channel marketing manager

Mansioni principali Competenze Retribuzione

Si occupa della dei nizione del posizionamento competitivo, del business plan e della ge-stione delle principali azioni di marketing

Deve conoscere il linguaggio della comunicazione digitale e le relative tecnologie di suppor-to. Deve essere in grado di ge-stire le leve di marketing funzio-nali alle attività commerciali

La retribuzione è di circa 80–90 mila euro lordi annui

Key account retail

Mansioni principali Competenze Retribuzione

Cura i rapporti contrattuali con alcune delle principali catene nazionali, applica gli accordi raggiunti sul territorio nazio-nale, in accordo con gli area manager

Deve avere esperienza speci-i ca di vendita nei canali della grande distribuzione come key account manager, deve avere spiccate capacità negoziali e di problem solving

La sua retribuzione varia in fun-zione del volume di business, della complessità dell’azienda, delle sue esperienze e delle sue competenze e si aggira tra i 60.000 e i 100.000 euro lordi annui

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Laura Zolla

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52 Lunedì 21 Giugno 2010 L’ I N C H I E S TA

Pagine a curaDI IGNAZIO MARINO

La ripresa economica c’è, ma è contrastata. L’atteso ritorno alle assunzioni, infatti, nei primi mesi dell’anno non si è concre-

tizzato. Almeno per la grande indu-stria. A rimettersi in moto prima degli altri è stato il mon-do delle piccole e medie imprese (con massimo dieci di-pendenti) che ade-guandosi per tempo alla trasformazione dei consumi ha sa-puto diversifi care la produzione in tempi relativamente bre-vi. Non è un caso, infatti, che sono stati gli operai co-muni, qualificati e specializzati ad es-sere i più ricercati. I posti vacanti nelle aziende sono para-dossalmente spostati verso i «mestie-ri» tradizionali. Nell’agricoltura si cercano braccianti, nel manifatturie-ro saldatori, tornitori, ecc; nel turismo camerieri con conoscenza delle lingue straniere. Mentre esplode la domanda nei servizi alla persona con disperata ricerca di badanti, colf e assistenti agli anziani. È questa la fotografi a scatta-

ta dalla Fondazione studi dell’ordine dei consulenti del lavoro in esclusiva per ItaliaOggi Sette. L’indagine sarà presentata all’interno del Festival del Lavoro di Treia (Mc), in programma dal 24 al 26 giugno.

La ricerca

La Fondazione Stu-di ha interrogato un campione di circa 2.700 iscritti all ’ordine (il 10% del totale) sui bi-sogni formativi delle aziende da cui è emerso che nel 90% di aziende presenti nel territorio (con dipendenti da 0 a 10) la ricerca del per-sonale avviene ancora, per l’80% dei casi, per il tramite di conoscenze personali, mentre solo il 2% si rivolge ai servizi pubblici. C’è in sostanza un totale scollamento tra bisogni professionali delle aziende e l’offerta

formativa pubblica.

I dati

Scorrendo le diverse slide pubblica-te in pagina si evince che la ripresa di fatto è rimandata in quanto c’è una sostanziale parità tra chi sostiene un calo e chi invece una situazione al-

Una ricerca della Fondazione studi

Crisi, si ritorna ma solo nelle

«Il mercato del lavoro italiano soffre di una eccessiva rigidità soprattutto in ter-mini di costi. La forbice ancora esistente tra retribuzione lorda e netta, è troppo estesa. E tutto ciò fa perdere competitività al sistema produttivo, perché introduce un’evidente paradosso che conferma che investire in Italia non è assolutamente conveniente: per l’imprenditore il costo del lavoro è insostenibile rispetto alla concorrenza straniera e al lavoratore il salario che percepisce non basta per as-sicurare un’esistenza libera e dignitosa. Occorre spostare quindi tutta una serie di oneri impropri che ancora pesano sul co-sto del lavoro verso la fiscalità generale». Il presidente della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, Rosario De Luca, non ha dubbi: se in Italia la ripresa delle assunzioni è lenta è perchè assumere co-sta troppo. Ma non solo. Il lavoro, secondo il centro studi del Cno che ha elaborato la ricerca sull’occupazione, deve respirare. Ecco quindi alcune idee per dare un nuo-vo slancio al settore. La prima, comple-tare l’attuazione della legge Biagi. «Nel disegno originario voluto dal giuslavori-sta, la legge 30/03 doveva introdurre un graduale processo di liberalizzazione del mercato del lavoro. Attraverso la molti-plicazione delle fattispecie normative si è tentato di dare dignità giuridica a rapporti che nella realtà fattuale erano

già ampiamente operativi ma che erano ritenuti non regolari, se non addirittura sommersi. Dare dignità, però, a fattispe-cie spesso al confine con la precarietà richiedeva anche la costruzione di una adeguata protezione che doveva tradursi in un potenziamento ed estensione degli ammortizzatori sociali. Sta proprio in questo il grande rammarico per non es-sere riusciti a completare l’opera voluta da Marco Biagi. Si ritiene che il dibatti-to su flessibilità e sicurezza», continua il consigliere dell’ordine, «sia un tema che interessi tutta l’Europa e quindi non può non coinvolgere anche il nostro Paese. La sfida dei mercati e la concorrenza sem-pre più spietata, ha indotto le imprese a chiedere maggiori dosi di flessibilità che ovviamente hanno interessato anche il mercato del lavoro. Coniugare, quindi, flessibilità con la sicurezza sociale è la sfida che gli stati europei, compresa l’Ita-lia, devono saper affrontare nei prossimi anni. In fondo era il cuore del pensiero del prof. Biagi, e ci fa comprendere, anco-ra oggi, quanto moderno ed attuale era il suo progetto». La seconda idea è investire di più sul ca-pitale umano. «E’ sicuramente la risorsa più preziosa a disposizione dell’impresa», dice De Luca. «Noi consulenti del lavoro che gestiamo oltre 7 mln. di rapporti di lavoro, sappiamo bene come sia strategico

LE IDEE DEL CENTRO STUDI

La ricetta per ripartire:

dci1sacp(c1spilp2putrd

Sono statigli operai (comuni,

qualifi catie specializzati)

i più ricercati nei primi mesi dell’anno.

La ripresa delle assunzioni per tutti

gli altri settori è attesa per la se-

conda metàdel 2010

Come sono andati i primi mesi dell’anno in materia di occupazione?

Quali sono state le professionalità più richieste?

Le imprese hanno ripreso le assunzioni?

Quante ne sono state trovate?

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53Lunedì 21 Giugno 2010Lunedì 21 GiugL’ I N C H I E S TA

dei consulenti del lavoro sulla ripresa

ad assumere piccole impresemeno stabile. I settori comunque più dinamici sono il terziario ed il turismo, a conferma che il sistema industriale italiano è maggiormente colpito dalla crisi internazionale e dalle diffi coltà nelle esportazioni. Le regioni più vi-vaci si stanno dimostrando la Lom-bardia, l’Emilia Romagna e il Veneto, poi via via tutte le altre con evidenti segnali di depressione al sud. La ricerca met-te in luce un’anomalia del nostro mercato del lavoro. A dispetto delle statistiche europee che denunciano per i pros-simi anni richieste di profili professionali sempre più altamente scolarizzati e specializ-zati, il tessuto produt-tivo italiano richiede sempre più qualifi che medio basse. Non a caso sono gli operai (comuni, qualificati e specializzati) i profi li più richiesti dall’80% delle piccole e medie imprese assistite dai consulenti del lavoro. Vince, comunque la fl essibilità. Le aziende, infatti, assumono possibil-mente a tempo determinato, anche se il dato del 25% di contratti a tempo in-determinato è da apprezzare. Quanto al futuro, i professionisti confermano la tendenza alla stabilità anche per il prossimo semestre. Un dato che desta qualche timore per una ripresa che

potrebbe non arrivare.

La congiuntura

Rimane incerto il quadro di breve periodo, dunque. La situazione deline-ata dalla Fondazione studi non fa che confermare il dato rilevato dall’Istat nelle settimane precedenti. Il prodotto

interno lordo italiano nel primo trimestre di quest’anno, infatti, è cresciuto dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% rispetto al pri-mo trimestre 2009. L’Istituto nazionale di statistica ha rivisto al ribasso la stima pre-liminare (+0,5% con-giunturale e +0,6% tendenziale). Il primo trimestre del 2010, precisa l’istituto, ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e lo stesso

del primo trimestre 2009. In termini congiunturali le importazioni di beni e servizi sono cresciute del 3,3%, tanto che il totale delle risorse (pil e impor-tazioni di beni e servizi) è aumentato dello 0,9%. Dal lato della domanda, le esportazioni sono aumentate del 5,3% e gli investimenti fi ssi lordi dello 0,6%, mentre i consumi fi nali nazionali sono diminuiti dello 0,1%.

abbassare il costo del lavorotale componente quale fattore di crescita dell’economia globale. I fabbisogni pro-fessionali di un’impresa non si soddisfa-no con la semplice ricerca di una figura professionale che abbia le competenze scientifiche richieste per ricoprire una de-terminata mansione. Le imprese quando devono integrare nell’impresa una nuova risorsa umana si pongono alla ricerca di una persona che abbia non solo l’adeguata formazione, ma che sia anche dotata di abi-lità pratiche, di esperienza e di capacità personali che la rendano idonea a soddi-sfare pienamente le speci-fiche esigenze dell’azienda in un determinato settore, in una determinata pro-vincia e in una precisa fase economica e congiuntura-le». Ecco perchè la formazione professionale è strategica. La

terza idea d e l l a

Fondazione studi, quindi, fa propria l’in-dicazione più volte ribadita dal ministro del lavoro Maurizio Sacconi: “l’aula deve essere sostituita dall’azienda, nel senso che l’evento formativo deve essere strut-turato modellandolo sui fabbisogni reali delle imprese». Il quarto spunto riguarda la contrattazione collettiva: «occorre su-perare la rigidità presente negli attuali ccnl e puntare molto sul merito e la pro-fessionalità». La quinta scommessa per

la Fondazione Studi, infine, riguarda la competitività del paese. «Le nostre imprese», commenta il numero uno della Fondazione, « sono soprattutto sensibili alla concorrenza straniera, per cui occorrerebbe eliminare quei fattori che minano la capacità pro-

duttiva del paese. Bisogna investire nelle grandi infrastrutture e mo-dernizzare il territo-rio. È inconcepibile che ci siano anco-ra interi territori dove non arriva la linea Adsl, che non si investa nella ristrutturazione della grande viabi-lità, porti, aeroporti e linee di collega-

mento».

inndèrp0mLsrligttpalrp

I dati della ricerca sulle aziende che ritornano ad assu-mere saranno com-

mentatida economisti e professionisti

nel corsodel Festival

del lavoro di Treia (Macerata), dal 24

al 26 giugno

Quali sono le previsioni per la seconda metà del 2010?

In quali settori svolgono la loro attività le imprese che hanno assunto?

In quali regioni svolgono la loro attività le imprese che hanno assunto?

Con quali contratti sono stati assunti?

Rosario De Luca

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54 Lunedì 21 Giugno 2010 C I D A

Il ruolo dei dirigenti nell’exit strategy al centro dell’assemblea annuale dell’Aldai a Milano

Contro la crisi serve innovazioneReti d’impresa per sviluppare sinergie e abbattere i costi

Dal Fondo monetario alla Banca mondiale al G8 il dibattito internazio-nale è tutto focalizzato

sull’exit strategy, cioè le misure necessarie per uscire rapidamen-te dalla crisi economica. A livello nazionale lo scenario è lo stesso e in tutti i paesi occidentali le classi dirigenti s’interrogano su ruoli e responsabilità. In Italia, invece, la particolare congiuntu-ra politica, fortemente polarizza-ta tra i due blocchi e inquinata da una contrapposizione anche personalistica più volte depreca-ta dallo stesso presidente della repubblica, sembra scoraggiare una presa di coscienza più am-pia e matura della necessità di dare una guida coesa al sistema economico per sospingerlo sulla strada della ripresa.

Ed è invece proprio di questo che l’economia italiana avrebbe bisogno. Ed è su questo fronte che un gruppo sociale vasto e diffuso come quello dei dirigenti può e deve dare il suo contributo.

L’exit strategy più effi cace per uscire dalla crisi e rilanciare lo sviluppo transita necessaria-mente per i seguenti fattori:

1) l’investimento sull’innova-zione e sulla creatività, ovvero sulle risorse umane capaci di esprimerle;

2) il sostegno a un indispensa-bile ancorché graduale fenome-no di concentrazione di piccole e piccolissime imprese in realtà più grandi, capaci di sviluppare sinergie ed economie di scala re-sistendo meglio alla sfi da della competizione internazionale e meglio sviluppando la capacità di investire, appunto, in innova-zione e creatività;

3) politiche che, tenendo conto per altro dell’impostazione cul-turale del piccolo imprenditore che fa oggettiva fatica a cedere il controllo della sua azienda, siano fi nalizzate a costituire reti di im-prese capaci di sviluppare siner-gie operative e collaborazioni in grado di abbattere i costi. Tali reti di imprese, oltre a essere un’effi -cace via di uscita, possono costi-tuire strumenti per impiegare ri-sorse manageriali attualmente in mobilità che verrebbero messe a disposizione, ripartendone i costi, tra più aziende. Il ruolo che tutto il movimento dei dirigenti deve e vuole assumere è appunto quello

di stimolare la politica affi nché si decida a sostenere e agevolare la concentrazione fra le imprese e contemporaneamente indurle a sprigionare risorse d’investi-mento da indirizzare su fi gure professionali qualifi cate.

Sono alcuni dei temi di cui si discuterà, tra gli altri, il 23 giu-gno alla prossima assemblea annuale dell’Aldai, a Milano. «Abbiamo scelto come titolo per il nostro incontro annuale “Diri-gere la ripresa”», spiega Renato Garbarini, consigliere nazionale

Cida e presidente dell’Aldai, «per-ché siamo convinti che appunto la via dello sviluppo economico si possa riprendere soltanto con una forte azione direttiva sulle priorità. Ed è quello che voglia-mo ribadire anche ai nostri in-terlocutori politici, che abbiamo invitato. Anche il sottotitolo rite-niamo che parli chiaro: per com-petere, diciamo, bisogna inoltre fare non solo una politica indu-striale coerente coi fattori sopra esposti, ma anche una politica fiscale che sappia incentiva-re l’imprenditorialità. Spesso questo non accade. La reazione istintiva e primaria di miglia-ia di imprenditori alle diffi col-tà dell’ultimo biennio è stata unicamente quella di tagliare i costi, tagliando a volte anche le sole risorse umane capaci di gestire il cambiamento».

E che i dirigenti siano con-siderati, anche dall’opinione pubblica, una risorsa chiave per lo sviluppo è confermato da una recentissima ricerca quantitativa effettuata dal pro-fessor Renato Mannheimer su un campione rappresentativo della popolazione. I risultati di

tale indagine saranno illustrati durante l’assemblea dell’Aldai. Un esame più completo verrà effettuato in occasione del Con-siglio nazionale Federmanager che si terrà sempre a Milano il 25 giugno. È chiaro quindi che la Federmanager ha una doppia sfida da sostenere e vincere nei prossimi mesi. Da un lato, questa sfi da è rivolta alla categoria imprenditoriale che troppo spesso si limita a fare tagli anziché valutare, ad esempio, profi cue aggregazioni «tra eguali» che consentano di sviluppare appunto le economie di scala necessarie al potenzia-mento anche professionale delle imprese stesse; dall’altro, que-sta sfi da è rivolta ai politici che, anche a pari scarsità di mezzi economici, potrebbero fare mol-to di più ad esempio sul fronte della deregulation (l’unico fron-te che comporta solo risparmi e non costa) per agevolare le ag-gregazioni tra imprese o anche, banalmente, la nascita di nuove imprese, visto che per la prima volta il mese scorso il saldo tra aziende chiuse e nuove aziende è tornato a essere attivo.

Cultura, norme legislative, con-tratto collettivo, contratto indi-viduale e contratto psicologico devono garantire al dirigente

di svolgere il proprio ruolo con adeguate garanzie per quanto attiene il contenu-to del suo lavoro, la sua crescita pro-fessionale, la sua retribuzione diretta, indiretta e differita. Non sempre questo risultato è raggiunto e questo nuoce agli interessi generali quanto agli interessi dei dirigenti. Oggi l’economia e la società hanno più che mai bisogno di dirigenti che svolgano il loro ruolo assieme agli imprenditori. Le misure di regolazione e protezione devono trasformarsi da forme di «consumo sociale», nel senso che operano solo una redistribuzione di reddito, in un «investimento sociale» che mantengano elevato il valore del capita-le umano. La creazione di competenze professionali è un processo lungo e co-stoso mentre la loro distruzione può av-venire in pochissimo tempo anche senza fare nulla. L’uscita dalla crisi avverrà al prezzo di una selezione di imprenditori e manager che negli anni della crescita fa-cile, della leva fi nanziaria, non c’è stata. Sarà una selezione severa che renderà più forte l’economia perché premierà gli imprenditori che si sono già attrezza-ti, o si attrezzeranno rapidamente, per giocare con più metodo in un ambito competitivo che è diventato globale. Ci saranno discontinuità importanti che renderanno impossibile ripartire rian-nodando un fi lo solo temporaneamente interrotto. Queste discontinuità non possono essere subite, vanno create. Gli spazi per l’improvvisazione, per voli di fantasia e creatività si sono ristretti e si

sono spostati a un livello più elevato di complessità cui diffi cilmente si accede senza avere una profonda interazione con la ricerca scientifi ca e la conoscenza, buone competenze gestionali e adegua-te risorse fi nanziarie. Anche la politica è chiamata a svolgere un ruolo rinno-vato: il mercato senza regole adeguate prima o poi deraglia. Quando l’economia ripartirà bisognerà non solo riscrivere le regole ma soprattutto ricostruire un senso etico dell’agire economico.

La discussione non riguarda però l’im-presa privata e il suo ruolo. Due certezze rimangono anche dopo la crisi. La prima è che la libertà d’intraprendere è stret-tamente legata alle libertà politiche e che il modello sociale che ne deriva ha vinto sugli assetti autoritari e statalisti-ci. La seconda è che senza regole, inter-venti correttivi, poteri controbilanciati, il sistema economico tende a degene-rare e a creare squilibri che mettono a rischio i livelli di benessere raggiunto e deteriorano la già dubbia equità della sua distribuzione. Entrambe si devono oggi confrontare con la sostenibilità della crescita: non ci sarà vera ripresa se accanto alla stabilizzazione e al mi-glioramento degli indicatori economici, ecologici e sociali non emergeranno nuo-vi e antichi valori capaci di dare nuovi signifi cati al fare impresa e al lavorarci. Sbagliano i fautori della «decrescita» che suona come una beffa in un mondo dove un miliardo e duecentomila persone vive con meno di un dollaro al giorno. Hanno ragione i fautori della qualità della cre-scita che costituisce tra l’altro la strada per rimettere in moto i meccanismi dello sviluppo. Gli imprenditori e i manager

sono due ruoli fondamentali ma bisogna evitare di sopravvalutare le funzioni della leadership. Chi pone i problemi in termini di leader svela spesso una visio-ne messianica della leadership e non dà un grande contributo alla comprensione delle cose da fare per sviluppare proces-si di cambiamento. La leadership dipen-de molto più dalle caratteristiche e dai comportamenti dei followers che dalle doti umane e professionali del leader. Queste si danno in qualche misura per scontate. Si dà per scontato che il leader abbia visione, strategia, determinazione e coraggio. Il leader non fa i cambiamen-ti da solo.

I cambiamenti si avviano, quando un certo numero di persone percepisce la situazione nello stesso modo e avverte l’urgenza di agire per cambiarla. Il lea-der di qualità ha la capacità di far sì che questo accada. È per tale ragione che i teorici della leadership distinguono tra leader transazionale e leader trasforma-zionale. Il leader transazionale gioca di forza, negozia, offre ricompense, consu-ma una grande quantità d’energie e di risorse personali, si prende tutti gli onori e gli oneri, fi nendo così inevitabilmente nel ruolo di capro espiatorio quando, a causa dell’emergente complessità, spe-rimenta l’insuccesso o successi che non reggono nel tempo. Il leader trasformaziona-le lavora invece sulle persone e ne attiva le energie che diventano il vero motore del cam-biamento. È centrato sull’organizzazione e non su se stesso. Aiuta

i propri collaboratori a costruire il signi-fi cato, a trovare la direzione del comune impegno.

Economia di mercato non signifi ca so-cietà di mercato. Per mantenere le sue promesse e non deragliare, il mercato oltre che di regole ha bisogno di valo-ri. Oggi all’impresa e ai suoi manager è richiesta la capacità di produrre una visione che dia coerenza alle azioni dei vari attori, alle tecniche e ai ruoli. Se oggi si sente un bisogno di etica, non è solo o tanto perché l’impresa divenga più morale, ma è soprattutto perché la perdita di senso mette in pericolo la sua sopravvivenza. I valori deboli si piega-no all’egoismo e all’opportunismo, arric-chiscono pochi e dividono. I valori forti alimentano la responsabilità sociale e l’equità, arricchiscono tutti e uniscono. Tra questi valori, che organizzazione di rappresentanza e di promozione come Cec, Cida e affi liate devono presidiare, c’è il riconoscimento dell’importanza insostituibile di manager e dirigenti, attori liberi, responsabili, motivati, ca-paci di moltiplicare la loro effi cacia at-traverso l’ibridazione, la fertilizzazione incrociata, il rispetto delle differenze, la consapevolezza delle conseguenze «eco-logiche» a lungo termine delle loro azio-ni1. Solo così l’impresa legittima il suo

ruolo e crea le condizioni che consentono al capita-le umano di conservarsi e svilupparsi, generare utilità, consolidare lega-mi, condividere valori e signifi cati. Senza signifi -cati non si governano le imprese.

IL MERCATO SENZA REGOLE ADEGUATE PRIMA O POI DERAGLIA

La ripresa porterà con sé una severa selezione

Pagina a cura diCIDA

Confederazione italianaDirigenti e Alte professionalità

Via Padova 41, 00161 Roma

Renato Garbarini

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55Lunedì 21 Giugno 2010Lunedì 21R I S O R S E U M A N E

Viaggio di IoLavoro tra le realtà lavorative che si occupano del benessere dei collaboratori

Prende piede il welfare aziendale Nestlé ospita i fi gli dei lavoratori durante le vacanze estive

Pagina a cura DI PIETRO SCARDILLO

Chiudono le scuole e Nestlé apre le porte della sede aziendale di Milano ai fi gli dei col-

laboratori del gruppo, offrendo la possibilità di ospitarli in aree loro dedicate durante i periodi di vacanza. È questo il progetto «90 giorni», che coglie un rea-le e critico bisogno dei genito-ri lavoratori che per tre mesi devono inventarsi soluzioni, spesso particolarmente onero-se, per garantirsi assistenza ai loro fi gli. Con comprensibile soddisfazione, Manuela Kron, direttore corporate affairs del gruppo Nestlé in Italia, sottoli-nea che «il progetto “90 giorni” si inserisce a pieno titolo tra le numerose iniziative promosse dal nostro gruppo per la conci-liazione della vita lavorativa e familiare delle nostre persone. I bambini tra i 3 e i 14 anni sono ospitati nello Junior camp Ne-stlé, dove vengono coinvolti,

con la guida di educatori spe-cializzati e di uno psicologo, in attività ludico-educative dif-ferenziate per fasce d’età, che hanno come fi lo conduttore la mission di Nestlé: la nutrizio-ne, la salute, il benessere, il ri-spetto delle risorse ambientali e la cura e la corretta relazione con gli animali di compagnia.

Il progetto non determina un particolare costo aziendale, in quanto si svolge all’interno di fabbricati annessi all’azienda, mentre il costo vivo gestionale è a carico del dipendente fruitore, che paga 90 euro alla settima-na, compreso il servizio mensa con menù nutrizionali defi niti da specialisti».

Nestlé in Italia occupa circa 5.300 dipendenti, suddivisi in 18 stabilimenti produttivi (oltre alla sede centrale di Milano), con una composizione quasi paritaria tra uomini e donne. Di partico-lare interesse è il programma Obiettivo prevenzione, grazie al quale il personale dell’azienda ha ricevuto un booklet con pre-ziose informazioni sulle cinque patologie a maggior impatto sociale: tumori, malattie virali,

cardiovascolari, metaboliche e reumatiche. Il booklet include interventi di specialisti sulle cau-se di insorgenza delle malattie e suggerimenti per una corretta prevenzione. Tutti i collaboratori hanno a disposizione visite medi-che, l’accesso a un centro sportivo convenzionato, un programma di formazione alla nutrizione deno-minato NQ (Quoziente nutrizio-nale), che sfrutta le competenze specialistiche degli scienziati del Centro di ricerca Nestlé di Losanna, per informare su come mangiare sano senza perdere il gusto e la convivialità. A questo si aggiungono numerosi servizi di time saving, dal disbrigo di pratiche assicurative e consu-lenza assicurativa al servizio lavanderia, dal take away per i pasti serali fino ai prelievi ematici indoor e alla consulen-za medica. Da segnalare infi ne le varie convenzioni in aiuto al budget familiare per elettricità, telefonia mobile, banche, assi-curazioni, centri commerciali, tour operators.

con la guida di educatori spe- Il progetto non determina un

È sempre più diffusa nelle medie e grandi aziende l’attenzione per migliorare le relazioni interne e le condizioni di lavoro dei propri collaboratori. Pari opportunità, conciliazione dei tempi lavoro/fami-glia, benefi ci aggiuntivi rivolti alla persona e alla sua famiglia sono presenti tra i contenuti del cosiddetto welfare aziendale. Le imprese multinazionali lo considerano spesso come un fattore di vantaggio competitivo, ma anche un dato importante della cultura industriale; mentre le aziende italiane hanno spesso riconvertito trattamenti di favore per i dipendenti di matrice dopolavoristica, in moderni provvedimenti vantaggiosi, condivisi con gli stessi lavoratori. IoLa-voro ha scelto un piccolo campione costituito da una multinazionale di antica tradizione, il gruppo Nestlé, presente in Italia dal 1875; un’azienda tipicamente milanese, Atm, nata nel 1917; e una relati-vamente giovane multinazionale, Sap, fondata nel 1972 e presente in Italia dal 1988, operante nel software It. Tutte e tre si preoccupano del benessere dei loro collaboratori e tutte ricevono contropartite positive in termini di appartenenza e di produttività.

Oltre 9 mila dipendenti, prevalentemente concentrati nel territorio milanese, un’antica tradizione collegata ai Cral e all’attivazione di iniziative per il tempo libero aperte anche ai familiari, una intera vita lavorativa della maggior parte del personale, trascorsa all’interno della stessa azienda: sullo sfondo di questi dati la direzione risorse umane e organizzazione dell’Azienda trasporti mila-nesi (Atm) sviluppa e realizza un interessante e articolato sistema di welfare aziendale. Il suo responsabile, di recente nomina, Pietro Brunetti, sostiene che «per Atm il welfare è un punto cardinale della strategia aziendale, perché tiene conto dei bisogni degli uomini e delle donne e cerca di dare adeguate risposte compatibili con il sistema “Comunità di impresa”. Questo per noi è un concetto molto forte e si basa sulla sinergia tra l’azienda, la Fondazione Atm e

i diversi referenti del territorio. La Fonda-zione Atm è stata costituita agli inizi degli anni 2000 a seguito di un accordo sindacale e ha assorbito tutte le attività preesistenti di natura sanitaria, ricreativa, culturale e sportiva, abbandonando lo stile dell’allora noto Dopolavoro. Nel consiglio di ammini-strazione la parte sindacale supera il 50%, mentre l’azienda partecipa con robusti fi -nanziamenti, laddove si incontrano in uno spirito molto costruttivo le volontà della direzione aziendale e quella dei dipenden-ti. L’obiettivo di questo impegno si collega al “ciclo di vita” del lavoratore, dalla sua assunzione alla quiescenza e anche oltre, perché noi seguiamo anche i pensionati,

oltre al relativo nucleo familiare. Ciò signifi ca 13.000/14.000 persone oltre ai loro familiari stretti. Tutto questo viene considerato un investimento e non un costo». Tra i capitoli di intervento di natura sociale meritano di essere citati quelli riferiti alla gestione dei casi critici o socialmente complessi; alla promozione della salute e alla prevenzione delle malattie; alla diversity, pari opportunità e conciliazione famiglia-lavoro; al progetto sperimentale per la riqualifi cazione socio-lavorativa del personale inidoneo; al coinvolgimento del personale nei problemi organizzativi aziendali e del territorio di natura sociale.

Ma non solo. Atm offre ai propri dipendenti anche l’accesso alla sanità integrativa (estesa ai familiari) e alla previdenza complementare; residen-ze temporanee per personale proveniente da altre regioni; sale relax per il personale viaggiante nei depositi; la polizza infortuni professionali ed extra professionali per funzionari. È poi prevista la sperimentazione di nuove forme di fl essibilità lavorative, come la banca delle ore, le ferie a ore, la credit card ore, home working manager e staff, il part time e il telelavoro, nonché un contributo economico aggiuntivo per l’astensione facoltativa di maternità e paternità e tre asili nido per 68 posti. Una politica decisamente premiante per l’azienda: tra i riscontri positivi di questo sistema di welfare, spicca infatti la riduzione dell’assenteismo, sceso da 19 giorni di assenza pro capite all’anno a 14 giorni.

L’evoluzione del dopolavoro taglia l’assenteismo in Atm

L’azienda deve prendersi cura dei suoi collaboratori a tutti i livelli, crean-do un senso di appartenenza familiare, caratterizzato da grande informalità. È questa l’opinione di Tiberio Tesi, direttore risorse umane e organizzazione di Sap Italia, 550 dipendenti, azienda specializzata nelle soluzioni software per il business. «È nostro compito», dichiara Tesi, «offrire ai dipendenti non solo progetti di formazione per favorire la crescita delle competenze e lo sviluppo professionale, ma soprattutto iniziative per il tempo libero e progetti a supporto del benessere psico-fi sico e organizzativo. Ciò allo scopo di migliorare il clima aziendale e di consentire ai dipendenti di conciliare al meglio la vita privata e la vita professionale in un ambiente stimolante e sereno. Uno dei focus alla base della gestione delle risorse umane è il concetto del “mentalmente giovane” e a questo fi ne si organizzano anche iniziative per permettere al management di entrare in contatto con le nuove generazioni». Il primo esempio di attenzione al benessere organizzativo ha riguardato la sistemazione interna della nuova sede di Sap, inserita nell’ambito di Energy Park di Vimercate. Il team di progettisti è stato coa-diuvato da gruppi di dipendenti, che hanno condiviso scelte e soluzioni sulle caratteristiche dell’ambiente di lavoro (spazi fl essibili, isolamento acustico, igiene, aree creative) per favorire, tra l’altro, gli scambi tra le persone e il knowledge sharing. Accanto alle aree di lavoro sono state previste zone dedicate ai momenti di pausa: salottini, coffee break point, una family-room, un cyber coffee attrezzato con cucina, macchine automatiche, area games e area accoglienza. Durante il periodo estivo viene attuato il progetto «Sap new generation», dedicato ai fi gli dei dipendenti: 15 ragazzi di 16/17 anni frequentano uno stage aziendale di un mese e mezzo per conoscere le profes-sionalità dell’Information technology (It), effettuano un primo contatto con il mondo del lavoro, verifi cano le proprie attitudini e predisposizioni. «Sono convinto», riprende Tesi, «che il vantaggio competitivo è dato non solo dalle soluzioni ai problemi di mercato, ma soprattutto dalla capaci-tà dei nostri collaborato-ri di trasferi-re al cliente i valori azien-dali, in cui si identifi cano, attraverso l’eccellenza del nostro servizio e della nostra professiona-lità di consu-lenti It».

Sap, quando il luogo di lavorolo progettano i dipendenti

I benefi t

Benefi t dipendenti: Check up sanitario gratui-to esteso anche ai familia-ri; Assicurazioni infortuni/vita e Assicurazione spese mediche, carico azienda 80%; Convenzioni per ac-cesso gratuito palestra e con esercizi commerciali; Servizio lavanderia e pic-cola sartoria con ritiro in azienda; Spesa online e acquisti di gruppo presso produttori con consegna

in azienda; Carte di credi-

to senza spese di gestio-

ne; Noleggio per 4 anni di

auto a condizioni facilitate

per dipendenti senza auto

aziendale; Lezioni d’inglese

di gruppo gratuite

Benefit familiari:

Bonus acquisti per ogni

bambino nato; Vacanza-

studio estiva per i gli 7/17

anni; n. 3 «family day» in

primavera e in inverno.

Pietro Brunetti

Manuela Kron

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56 Lunedì 21 Giugno 2010 A Z I E N D E

Il programma di recruitment del gruppo nel triennio. Formazione interna per i neoassunti

L’Ict va a caccia di giovani talentiAlmavivA seleziona 1.300 fi gure, tra esperti e neolaureati

Pagina a curaDI LAURA ROTA

AlmavivA è il primo grup-po italiano nel merca-to Ict, con un’offerta completa di soluzioni

e servizi di system integration security & business continuity, It outsourcing, business pro-cess management, consulting & knowledge management, custo-mer relationship management, tecnologie per il gioco. Con il pro-getto Avanti, AlmavivA esprime la propria vocazione di crescere attraverso l’innovazione in un mercato sempre più dinamico e competitivo. «Il progetto», spie-ga Luigi Viscione, responsabile sistemi e ottimizzazione risorse, «prevede l’assunzione di 1.300 giovani in tre anni. Vogliamo in-serire talenti dotati di potenzia-le e motivati, con un approccio naturale alle nuove tecnologie, in grado di arricchire con idee nuove il grande patrimonio di competenze e professionalità già presenti nel gruppo, proceden-do con attività di affi ancamen-to di fi gure senior e junior, per coinvolgere queste ultime nella

condivisione della cultura azien-dale». Il 50% di questi giovani, che hanno un’esperienza lavora-tiva signifi cativa sulle principali tecnologie di mercato, verranno assunti a tempo indeterminato. Gli altri, provenienti dal bacino dei neolaureati, verranno as-sunti inizialmente con rapporti triennali di apprendistato, da trasformare successivamente in contratti a tempo indeterminato. «Cerchiamo», continua Viscione, «brillanti neolaureati in discipli-ne tecnico-scientifi che, che ab-biano ricevuto dall’università i concetti di base dell’informatica. Al resto penserà l’azienda, attra-verso un adeguato percorso di formazione. Le caratteristiche individuali che richiediamo sono: precisione, perché fac-ciamo applicazioni mission critical per i nostri clienti, team-working, perché i pro-getti AlmavivA sono com-plessi e multi-disciplinari, determinazione ad acquisi-re competenze e a innovarsi. AlmavivA, infatti, unisce le tecnologie di ultima gene-razione alla conoscenza dei processi del cliente, fornen-

do una miscela unica di compe-tenze e innovazione». Il percorso professionale inizia tipicamente nell’ambito della programmazio-ne (Java o .Net) ma può anche estendersi alle discipline della business intelligence, agli Erp o alla progetta- z i o -ne delle ar-chitetture software e tecnologi-che, alla gestione dei siste-mi. Dopo aver ac-

quisito competenza sulle tecno-logie, il percorso professionale si completerà con la conoscen-za dei processi dei clienti, vero asset della società, consentendo di gestire progetti complessi o di diventare punti di riferi-mento dell’azienda nell’ambito di una determinata tecnologia. «Al momento», conclude Viscio-ne, «abbiamo assunto 377 per-sone e contiamo di arrivare a 600 entro la fi ne dell’anno. La sede maggiormente interessata è quella di Roma, ma abbiamo opportunità anche su Milano. Per favorire il processo di recru-itment abbiamo stabilito rappor-ti di collaborazione con le prin-

cipali università pubbliche e private, dove possiamo reperire più agevolmente

le competenze e il capi-tale umano che stiamo

cercando». Le perso-ne sono infatti

il patrimonio più impor-tante: nel g r u p p o operano oltre 20 mila ri-

sorse, di cui 13 mila in Italia e 7 mila all’estero. Il fatturato 2009 ammonta a 920 milioni di euro, con una previsione per quest’an-no di 1.033 milioni. La qualità non riguarda solo il personale, ma si estende ai processi e alle tecnologie. Il gruppo è Itil com-pliant nel modello organizzativo di gestione di servizi e ha con-seguito tutte le più importanti certifi cazioni di qualità a livello internazionale. AlmavivA cono-sce a fondo i mercati dei propri clienti e le loro esigenze e realiz-za i servizi chiave per la gestio-ne dei fattori critici di successo. Dedica costante attenzione alla ricerca e alla sperimentazione di tecnologie emergenti insieme a partner italiani e internazionali. Indirizza scelte e attività verso comportamenti eticamente cor-retti e, tra i suoi obiettivi stra-tegici, vi è la sua trasformazione in azienda green, attraverso un sistema di gestione ambientale che pianifica comportamenti eco-compatibili e l’uso effi ciente dell’It. Per candidarsi è suffi-ciente collegarsi al sito www.al-mavivaitalia.it, sezione Lavora con noi.

Sono numerose le opportunità di lavoro nei paesi dell’Ue per medici e altri pro-fessionisti della sanità italiani con buona conoscenza della lingua inglese. «La cam-pagna», spiega Aurora Scalora, Eures ad-viser, «è il risultato del lavoro svolto dal servizio Eures della provincia di Pavia, con il supporto del locale ordine dei medici e degli odontoiatri, dell’università, della Fondazione Irccs Policli-nico San Matteo di Pavia e di altre istituzioni della città, che hanno organiz-zato un appuntamento, all’interno della 2nd HTA Pavia conference 2010 del 21 e 22 giugno. La sessione di lavoro inti-tolata Job opportunities in the EU, for doctors and health professionals Italian», continua Scalo-ra, «prevede la presenta-zione delle possibilità di impiego per medici e per-sonale sanitario italiano in altri paesi europei».

Questi i profi li ricerca-ti: 200 infermieri laureati con buona co-noscenza della lingua inglese per Malta; la Danimarca cerca 50 medici specializza-ti; la Svezia è alla ricerca di anestesisti, ginecologi, geriatri, medici di famiglia e infermieri; la Germania è interessata prin-cipalmente a specialisti in diabetologia, endoscopia, gastroenterologia, medicina interna, geriatria e medicina dello sport e anche la Finlandia necessita di medici con diverse specializzazioni. «In generale», puntualizza Jørgen Uldall-Ekman, eurocon-sigliere per la Danimarca, «la Danimarca cerca oltre 1.000 medici, specializzati in mammografi a, medicina generale, pneu-mologia, neurologia, psichiatria, nefrolo-gia, neurofi siologia, ortopedia, patologia clinica e radiologia diagnostica. Gli inter-

locutori di riferimento sono giovani medi-ci, specializzandi, specialisti infermieri e profi li tecnici che stanno progettando una carriera all’estero».

Ai candidati, la cui settimana lavorati-va sarà di 37 ore, vengono richieste la pa-dronanza delle lingua inglese o tedesca e la disponibilità a imparare quella danese e vengono offerti una retribuzione inte-

ressante pensionabile, un corso gratuito di danese e l’aiuto a trasferirsi in Danimarca con la fami-glia. L’incontro di Pavia rappresenta un’occasione importante per conoscere e incontrare nella stessa giornata rappresentanti qualifi cati di tanti paesi europei, per ricevere in-formazioni, raccogliere proposte di lavoro e ap-profondire le competenze e le professionalità richie-ste anche in funzione della propria formazione.

«I candidati italiani hanno due limiti», con-

clude Scalora, «inerenti uno la conoscenza delle lingue, l’altro la minore propensione alla mobilità rispetto ai cittadini di altri stati. Eures di Pavia ha gestito forti fl ussi di medici e infermieri italiani verso il Re-gno Unito; ora questo mercato è saturo, ma si aprono molte altre opportunità in altri paesi».

Man mano che giungono dai paesi le of-ferte per medici e operatori sanitari, com-plete dei requisiti e delle condizioni con-trattuali, saranno pubblicate nella pagina web http://nfs.unipv.it/. Per la Danimarca, gli interessati devono inviare curriculum e lettera di motivazione in lingua inglese, tedesca o scandinava all’e-mail [email protected] e per conoscenza a [email protected].

Medici e paramedici, le offerte Eures

Expedia,Inc. è un’azienda a cui fanno capo alcuni dei principali operatori nel mercato dei viaggi, offrendo in tutto il mondo prodotti e servizi turistici per il segmento leisure e quello business. In Italia la società è attualmente alla ricerca di 20 persone per Expedia e Venere, da adibire

ad assistenza ai clienti, e-com-merce e usability, web design e software development. Ricor-rono costantemente ricerche di profi li di interazione con i sup-plier, come market managers, revenue specialists e property assistance coordinators. Ogni fi gura permette a Expedia di continuare ad offrire ai propri utenti la migliore esperienza di prenotazione e di dispor-re di un inventario completo di hotel, trasporti e pacchetti vacanze. «La nostra leadership nel mercato dell’e-travel», os-serva Marilena Parenti, senior recruiter for Expedia Emea, «si basa sulla disponibilità dei

migliori talenti del mercato all’interno delle diverse aree del nostro business. Quello dei viaggi on line è un settore in rapida e continua evoluzione: per questo siamo alla ri-cerca di persone dinamiche ed entusiaste, con la passione per l’eccellenza, percepibile da tutto ciò che fanno, e con un forte interesse per il mercato turistico. Sono inoltre caratteristiche essenziali la capacità di lavorare in team e buone doti comunicative».

La società dispone di un portafoglio diversifi cato di brand, che comprende Expedia.com, Hotels.com, Hotwire.com, TripAdvisor, Expedia Corporate Travel, Classic Va-cations®, Venere e un’ampia gamma di aziende interna-zionali e con sede negli Stati Uniti. Insieme, questi brand famosi e queste aziende innovative fanno di Expedia,Inc. il leader dei viaggi on line. Dall’unione delle conoscenze e dell’esperienza locali con la sua forza in termini di reach ed eccellenza tecnica a livello mondiale, Expedia.it è diventata la prima agenzia di viaggi on line nel mercato italiano. Per proporre la propria candidatura basta collegarsi al sito http://www.expediajobseurope.com/.

Expedia cerca 20 persone per assistenza ai clienti

Luigi Viscione

Aurora Scalora

Marilena Parenti

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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57Lunedì 21 Giugno 2010

INFINITE OPPORTUNITÀ PER TROVARE UN’OCCUPAZIONE

Offro

PPORTUNITÀ PER TROVARE UN’OCCUPAZIONEPPORTUNITÀ PER TROVARE UN’OCCUPAZIONE

LavoroAcquisti

Lombardia

Buyer ufficio acquisti azienda

Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca per azienda metalmeccanica un buyer ufficio acquisti azienda (Rif.BUYER01). Il candidato si dovrà occupare della gestione ordini e commesse in stretto rapporto con i fornitori. Requisiti: formazione scolastica superiore, inglese buon livello, approccio commerciale, capa-cità di trattativa e spirito d’iniziativa. L’orario di lavoro è full-time. Sede di lavoro: Verdello. Gli interessati, am-bosessi, possono inviare il curriculum con l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 spa, agenzia per il lavoro, Viale Betelli 33, 24044 Dalmine (Bg), tel. 035567381 / 035373383 / 035374686, e-mail [email protected]

Agenti e Rappresentanti

Lombardia

Agente per aziendasettore cosmetico

Openjob spa - filiale di Brescia ri-cerca un agente per azienda settore cosmetico. Requisiti: provenienza dal settore chimico-farmaceutico-biologico, esperienza commerciale, disponibilità a trasferte in Italia e all’estero, conoscenza lingua inglese. Per informazioni: tel. 030/2944076, fax 030/2944343 - E-mail: [email protected]

Agente/coordinatore di filialeRandstad Italia spa, filiale di Legnano, ricerca coordinatore di filiale per im-portante azienda settore calzaturiero. Selezioniamo agente/coordinatore di filiale che lavorerà principalmente da martedì a venerdì c/o la succursale sita in Centro Italia (Toscana,) mentre il lunedì sarà c/o la sede di Parabiago per presentazione reportistica e organiz-zazione lavori. Necessaria esperienza analoga, capacità organizzative e di problem solving. Gli interessati posso-no richiedere informazioni o inviare il proprio curriculum a: Randstad Italia spa, Filiale di Legnano, Via XXIX Maggio 113, 20025 Legnano, tel. 0331 593412, fax 0331 593556, E-mail [email protected] Italia

Assicurazioni

Piemonte

Addetto back office sinistriRandstad Italia spa - Filiale di Torino, Specialty Insurance cerca per prestigio-sa compagnia assicurativa di Torino un impiegato addetto back office sinistri full-time. Mansioni: apertura sinistri, imputazione dati a sistema, rapporti telefonici con le agenzie assicurative per raccolta documentazione, collabo-

razione con i liquidatori. Caratteristiche candidato: neolaureato in giurispruden-za, determinazione, affidabilità, preci-sione, buone doti relazionali e capacità di lavoro in team. Si offre contratto a tempo determinato full-time, 37h sett. dal lun. al ven. Inviare il curriculum a Randstad Italia spa, C.so Vittorio Emanuele II 30, Torino, e-mail: [email protected] Italia

Customer careassicurativo/back office

Randstad Italia spa - Specialty call center - filiale di Torino offre un’in-teressantissima opportunità di lavoro customer care assicurativo/back office. Assistenza diretta, gestione sinistri, rami assicurativi e rischi. Formazione prevista durante il perio-do contrattuale. Inserimento secondo Ccnl assicurativo. Continuità lavora-tiva. Zona di lavoro: Torino. Profilo delle competenze: analisi e problem solving. Collaborazione. Capacità di lavorare in team. Caratteristiche personali: laurea in economia o giurisprudenza, buona conoscenza di una lingua straniera. Ottimo uso dei sistemi informatici. Disponibilità a turni 24/24 - Automuniti. Inviare il curriculum a Randstad Italia spa,

C.so Vittorio Emanuele II, 30, Torino, e-mail: [email protected] Italia

Banche e Credito

Lazio

Operatoridi sportello bancario

Una nostra società cliente, impor-tante gruppo bancario, ha incaricato Randstad Italia spa di ricercare 50 candidati da adibire alla mansione di operatori di sportello bancario. Il progetto prevede l’inserimento del personale presso sportelli presenti in diverse città del Lazio e in particolare nella provincia di Roma e Viterbo. La mansione prevede lo svolgimento di tutte le attività tipiche di un front-office bancario e pertanto i candidati che stiamo ricercando dovranno essere in possesso dei seguenti requi-siti: laurea (economia e commercio, giurisprudenza, scienze politiche); esperienza maturata nel ruolo di ope-ratore di sportello (minimo 6 mesi); ottime doti relazionali; capacità di problem solving; ottima conoscenza pc/Office; disponibilità immediata.

Inviare dettagliato curriculum con autorizzazione al trattamento dei dati art 13 D.Lgs 196/2003 sulla tutela della privacy a: Randstad Italia spa, Filiale Roma Marina, P.zza Marina 1, 00196 Roma, e-mail [email protected] Ai sensi della nor-mativa vigente l’offerta di lavoro si intende rivolta a entrambi i sessi.Randstad Italia

Call center

Piemonte

Operatori call centerPer prestigiosa azienda cliente Ran-dstad Inhouse Services, divisione di Randstad Italia spa è stata incaricata di ricercare operatori call center per attività di promozione telefonica di articoli alimentari e/o per attività di custode service in lingua italiana/inglese/tedesca/olandese. Disponi-bilità a lavoro su turni, part-time. Sede di lavoro: provincia di Cuneo (Cn). Per le posizioni sopra citate viene offerto un contratto di sommi-nistrazione a tempo determinato. I candidati interessati possono inviare la propria candidatura esclusivamen-te via mail all’indirizzo: giovanni.

[email protected] Per ulteriori informazioni contattare il numero: 348 4452283.Randstad Italia

Operatori call center outbound

Articolo1, agenzia per il lavoro (UnoHolding Family), ricerca 50 operatori call center outbound per un’azienda leader nel panorama del contact center. I candidati con cui desideriamo entrare in contatto hanno: precedente esperienza nella mansione o in ruolo analogo; attitu-dine alla vendita; diploma di scuola media superiore; buona conoscenza del pc; ottima dialettica e padronan-za della lingua italiana; buone doti relazionali; disponibilità immediata a lavorare part-time nel turno serale dalle 17,00 alle 21,00; disponibilità di almeno tre settimane nel mese di agosto. Sede di lavoro: Collegno. Gli interessati, ambosessi, possono invia-re il curriculum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 spa, agenzia per il lavoro, Corso Francia 2/ter, 10143 Torino, tel. 011 5690444, fax 011 5690503, e-mail [email protected]

viare dettagliato curriculum conautorizzazione al trattamento dei dati

I SETTORIcquisti 57genti e Rappresentanti 57ssicurazioni 57anche e Credito 57all center 57ommercio 58ontabilità 58ontrollo di gestione 58do 58formatica 58gegneri 58gegneri/Periti 58trattenimento 59

ogistica 59Marketing e commerciali 59Moda 59eriti 61roduzione 61

Qualità 61agionieri 61sorse umane 61anità 63egreteria 63pedizioni 63ecnici 63urismo 63

[email protected] Per ulterioriinformazioni contattare il numero:

LE OFFERTE50 operatori call center outbound,

9 addetti vendita, 7 responsabili reparti food e tecnologia, 3 ad-detti gestione commesse, respon-sabile magazzino alta moda, assistant retail coordinator, pro-duct merchandising manager, area manager Sud, ragionieri, ingegnere elettronico, area ma-nager moda, buyer, progettista/disegnatore, controller, contabili per Articolo1

developer, data base administra-tor, junior network technician, perito meccanico, commerciali, periti, segretaria lingua inglese, impiegato logistica e acquisti, contabile e paghe e contributi, addetto segreteria/receptionist, responsabile negozio per Olympia

50 operatori di sportello banca-rio, periti meccanici, back office sinistri, contabili, responsabile medicina del lavoro, customer service, customer care assicurati-vo, responsabile gestione qualità, segretaria lingua cinese, area manager, progettista meccanico, agente/coordinatore di filiale per Randstad Italia

tecnici commerciali, operatori Cnc, periti elettronici, contabili, agente settore cosmetico, programmato-ri, tecnico commerciale settore serramenti/porte, addetto con-trollo qualità, montatore mecca-nico presse, receptionist per Openjob

razione con i liquidatori. Caratteristichecandidato: neolaureato in giurispruden

C.so Vittorio Emanuele II, 30, Torino,e mail: torino finance@it randstad

Invaut

AAcAgAAsBaCaCoCoCoGInIngIngIntLoMMMPePrQRaRiSaSeSpTTeTu

Tra il selezionatore e l’azienda che commissiona un processo di selezione si instaura una relazione il cui scopo sarà quello di definire con esattezza i bisogni e le aspettative della com-mittenza in relazione al candidato ideale per una determinata posizione (per es. necessità di un laureato da inserire nell’area «Ricerca e sviluppo»).Dopo aver appurato le ragioni per le quali sia necessario l’inserimento di una nuova risorsa e conosciuto l’insieme dei principi e dei valori di una specifica cultura organizzativa, il selezionatore avrà il compito di individuare il candidato che, con maggiore probabilità, possa instaurare un rapporto professionale soddisfacente con l’azienda, non solo in termini di personali competenze tecniche, ma anche in relazione ad atteggiamenti e motivazioni condivisi con l’organizzazione stessa. L’attività inizialmente condotta dal selezionatore sarà la cosiddetta job analysis, comprensiva sia della job descrip-tion (analisi della posizione che il candidato occuperà), sia della person specification (individuazione delle competenze necessarie per ricoprirla).Al fine di raccogliere informazioni relative alle caratteristiche della posizione (job description), sarà possibile ricorrere, per esempio, a interviste mirate, individuali o di gruppo, rivolte al responsabile di area o ad alcuni lavoratori che abitualmente si relazionino con la posizione in oggetto, all’osservazione di-retta del lavoro, all’affiancamento. Ciò consentirà di definire le finalità della posizione, le sue relazioni con altre funzio-ni, il suo collocamento in organigramma, le attività che la contraddistinguono. Per quanto concerne la determinazione delle competenze (person specification) che il candidato dovrà possedere, il selezionatore dovrà tenere conto delle conoscen-ze necessarie (procedure, prodotti), delle capacità (utilizzo di strumenti, doti comunicative) e delle caratteristiche compor-tamentali (flessibilità, iniziativa, autonomia), considerando sia la dimensione tecnica di uno specifico profilo, sia quella relazionale e valoriale.

Angelo Boccato - [email protected]

PSICOLOGIA DEL LAVORO

Dietro le quinte della selezione

OFFROLAVORO

I professionisti, gli enti e le aziende che volessero segnalarele proprie offerte di lavoro possono inviare le richieste al numero di fax

o all’indirizzo di posta elettronica: [email protected] 02/58317598

L’informazione in tempo reale

SUL VIDEOCENTER

WWW.ITALIAOGGI.IT

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58 Lunedì 21 Giugno 2010 O F F R O L AVO R O

Commercio

Lombardia

Addetti venditaArticolo1, agenzia per il lavoro, ricerca per aziende clienti 9 addetti vendita (Rif.NEGOZIO1). I candidati con cui desideriamo entrare in contatto sono dinamici, propositivi, hanno capacità di relazione con il pubblico ed esperienza maturata in cassa e nella vendita di prodotti per la casa. L’orario di lavoro è full-time su sei giorni lavorativi. Sedi di lavoro: Dalmine, Isola, Cassano d’Adda (Bg). Gli interessati, ambo-sessi, possono inviare il curriculum con l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 spa, agenzia per il lavoro, Viale Betelli 33, 24044 Dalmine (Bg), tel. 035567381 / 035373383 / 035374686, e-mail [email protected]

Responsabile di negozioOlympia spa, agenzia per il lavoro, ricerca per società del settore abbi-gliamento prêt-à-porter femminile un responsabile di negozio. Il candidato sarà incaricato di coordinare e moti-vare un team di 6/8 collaboratori; si occuperà, inoltre, dell’organizzazione dei turni dell’apertura e chiusura del negozio, e avrà la responsabilità del raggiungimento degli obiettivi econo-mici assegnati. Si richiede: diploma e/o laurea, esperienza comprovata nel ruolo maturata all’interno di società di distribuzione, completano il profilo doti di leadership e la capacità di motivare i propri collaboratori. La provenienza dal settore moda costituisce titolo preferen-ziale. Si richiede inoltre disponibilità immediata. L’orario è full-time. Sede di lavoro: Monza. Gli interessati, ambo-sessi, possono inviare il curriculum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Olympia spa, agenzia per il lavoro, Via G. Fara 20, 20124 Milano, tel. 02 36644649, fax 02 29533524, e-mail [email protected]

Viceresponsabile di negozioOlympia spa, agenzia per il lavoro, ricerca per società del settore abbiglia-mento prêt-à-porter femminile vice responsabile di negozio. Il candidato, in collaborazione con il direttore del punto vendita, coordinerà e motiverà un team di 10 collaboratori, organizzerà i turni e le attività del personale oltre che l’apertura e la chiusura del negozio. Si richiede: diploma, esperienza di 3-5 anni nel ruolo maturata all’interno di società di distribuzione, dinamismo e flessibilità. La provenienza dal settore moda costituisce titolo preferenziale. Si richiede inoltre disponibilità immedia-ta. L’orario è full-time. Sede di lavoro: Limbiate. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curriculum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Olympia spa, agenzia per il lavoro, Via G. Fara 20, 20124 Milano, tel. 02 36644649, fax 02 29533524, e-mail [email protected]

Piemonte

Addetti vendita e promoterPer prestigiosa azienda cliente Randstad Inhouse Services, divisione di Randstad Italia spa è stata incaricata di ricercare addetti vendita e promoter da inserire presso fiere con mansione di promo-zione e vendita prodotti. Disponibilità a lavoro part-time e full-time. Sede di lavoro: provincia di Cuneo (Cn). Per le posizioni sopra citate viene offerto un contratto di somministrazione a tempo determinato. I candidati interessati possono inviare la propria candidatura esclusivamente via mail all’indirizzo:

[email protected] Per ulteriori informazioni contattare il numero: 348 4452283.Randstad Italia

Contabilità

Lazio

Contabile(categorie protette)

Articolo1, agenzia per il lavoro, ri-cerca per azienda cliente un contabile appartenente alle categorie protette. Il candidato sarà inserito nella direzione contabilità e finanza con funzione di contabile. Si richiede: laurea in economia, esperienza di almeno 2 anni in attività contabili/amministrative maturate nell’ambito della contabilità clienti, buona conoscenza della lingua inglese. Sede di lavoro: Roma. Gli in-teressati, ambosessi, possono inviare il curriculum con l’autorizzazione al trat-tamento dei dati personali a: Articolo 1, agenzia per il lavoro, Via P.L. Nervi, Torre 5 Gigli, scala B, int. 27, Centro commerciale Latinafiori, 04100 Latina, tel. 0773 601571, fax 0773 623334, e-mail [email protected]

Impiegato contabile industriale

Articolo1, agenzia per il lavoro, ricer-ca per azienda cliente un impiegato contabile industriale. La risorsa deve essere esperta in contabilità industria-le. Si richiede: conoscenza contabilità industriale, ottima conoscenza della lingua inglese, ottima conoscenza uso pc, esperienza pregressa in ambito della contabilità industriale. Sede di lavoro: Pomezia. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curriculum con l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo 1, agenzia per il lavoro, Via P.L. Nervi, Torre 5 Gigli, scala B, int. 27, Centro commerciale Latinafiori, 04100 Latina, tel. 0773 601571, fax 0773 623334, e-mail [email protected]

Lombardia

Contabile addetto paghee contributi junior

Olympia spa, agenzia per il lavoro, ricerca per prestigiosa società multina-zionale di revisione contabile addetto paghe e contributi junior. La risorsa si occuperà di: elaborazione delle buste paga, gestione dei rapporti con gli enti; elaborazione di report; gestione dei rap-porti con le società clienti. Il candidato ideale è diplomato in ragioneria e/o laureato in economia e commercio, ha maturato un’esperienza di sei mesi o un anno nel ruolo, buona conoscenza del Pacchetto Office e dimestichezza con almeno un programma gestionale per la gestione delle paghe (preferibilmente Team System). La conoscenza della lingua inglese costituisce requisito di favore. Completano il profilo precisio-ne, affidabilità e buone capacità relazio-nali. Si offre contratto per sostituzione di tre mesi. Sede di lavoro: Milano. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curriculum, con autorizza-zione al trattamento dei dati personali a: Olympia spa, agenzia per il lavoro, Via G. Fara 20, 20124 Milano, tel. 02 36644649, fax 02 29533524, e-mail [email protected]

Impiegato/a addetto/aalla contabilità

Openjob spa, fil. di Lonato (BS), cerca impiegato/a addetto/a contabilità part-time, con esperienza fino al bilancio, liquidazione Iva e fatture. Luogo di la-voro: Calcinato (Bs). Tel. 030/9133239,

fax 030/9133112, [email protected]

Impiegato/a contabileOpenjob spa - filiale di Brescia ricerca impiegato/a contabile per studio profes-sionale. Requisiti: provenienza da studi professionali modernamente strutturati, esperienza pluriennale nella gestione della contabilità. Sede di lavoro: Bre-scia. Informazioni: tel. 030/2944076, fax 030/2944343 - E-mail: [email protected]

Piemonte

Impiegata contabileRandstad Italia - Specialty Finance & Administration - filiale di Torino ricer-ca per propria azienda cliente sita in Pianezza e operante nel settore sanitario un’impiegata contabile con esperienza autonoma fino al bilancio. Caratteri-stiche candidato: diploma, esperienza pregressa nel ruolo di almeno 5 anni, precisione, puntualità, flessibilità, ca-pacità di lavorare in team. Mansioni: in collaborazione con la responsabile amministrativa dovrà gestire tutta la contabilità ordinaria dell’azienda. Prima nota, registrazioni fatture attive e passive, liquidazione Iva periodica, gestione cassa/banca, preparazione di tutta la documentazione fino al bilan-cio. Inviare il curriculum a Randstad Italia spa, C.so Vittorio Emanuele II, 30, Torino, e-mail: [email protected] Italia

Controllo di gestione

Lombardia

ControllerArticolo1, agenzia per il lavoro, ricerca per azienda cliente un controller (Rif. CONTROLLER01). Il candidato è laureato in economia e commercio oppure ingegneria gestionale con ot-timo Excel e ottimo inglese. Svolgerà attività di controller finance: gestione dati per budget, analisi a consuntivo, reportistica. L’Orario di lavoro: full-time. Sede di lavoro: Bergamo. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curriculum con l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Arti-colo1 spa, agenzia per il lavoro, Viale Betelli 33, 24044 Dalmine (Bg), tel. 035567381 / 035373383 / 035374686, e-mail [email protected]

Gdo

Lombardia

Responsabili reparto foode tecnologia

Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca nel settore della grande distribuzione organizzata 7 responsabili reparto food e tecnologia (Rif. RESPGDO01). I can-didati hanno una precedente esperienza in analoga mansione, nella gestione completa di reparto dal punto di vista organizzativo, del personale, del bud-get. Preferibilmente con esperienza su prodotto cancelleria, casalinghi, tessile. L’orario di lavoro è full-time su turnazioni da lunedì a sabato con le domeniche di apertura. Sede di lavoro: Bergamo e Provincia. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curricu-lum con l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 spa, agenzia per il lavoro, Viale Betelli 33, 24044 Dalmine (Bg), tel. 035567381 / 035373383 / 035374686, e-mail [email protected]

Informatica

Lombardia

Data base administratorOlympia spa, agenzia per il lavoro, ricerca per prestigiosa società mul-tinazionale di consulenza data base administrator. La risorsa ideale ha una laurea in ingegneria o in informatica, possiede competenze di base su ammi-nistrazione e gestione di Database Ora-cle 9i,10g e Database Sql Server 2005 ed ha maturato un’esperienza lavorativa di almeno 1 anno. Costituirà titolo preferenziale una buona conoscenza di: Sql, PL/sql, T-sql. È gradita inoltre la conoscenza di: amministrazione di base Windows, amministrazione di base Linux, shell scripting. Si richiede una buona padronanza della lingua inglese, parlata e scritta. Completano il profilo attitudine ai rapporti interpersonali e al lavoro di gruppo, orientamento al risultato, elasticità e dinamicità. Si offre contratto a tempo determinato con concrete possibilità di inserimento in azienda. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curriculum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Olympia spa, agenzia per il lavoro, Via G. Fara 20, 20124 Milano, tel. 02 36644649, fax 02 29533524, e-mail [email protected]

Junior developerOlympia spa, agenzia per il lavoro, ricerca per prestigiosa società multi-nazionale di consulenza junior develo-per. La risorsa ideale ha una laurea in informatica o in ingegneria informatica o cultura equivalente e ha maturato un’esperienza lavorativa di almeno 1-2 anni nello sviluppo di applicazioni web e/o enterprise. Costituirà titolo preferenziale una buona conoscenza del linguaggio Java/J2EE e dei framework più utilizzati (Spring, Hibernate e dei DBMS SQLServer e Oracle). Si richie-de una buona padronanza della lingua inglese, parlata e scritta. Completano il profilo attitudine ai rapporti interperso-nali e al lavoro di gruppo, orientamento al risultato, elasticità e dinamicità. Si offre contratto a tempo determinato con concrete possibilità di inserimento in azienda. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curriculum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Olympia spa, agenzia per il lavoro, Via G. Fara 20, 20124 Milano, tel. 02 36644649, fax 02 29533524, e-mail [email protected]

Junior network technicianOlympia spa, agenzia per il lavo-ro, ricerca per prestigiosa società multinazionale di consulenza junior network technician. La risorsa ideale ha una laurea in informatica ed ha maturato un’esperienza lavorativa preferibilmente di 1-2 anni in ambito di: networking, su apparati di routing e switching: Cisco, HP; conoscenza del funzionamento di reti wireless; tecniche di troubleshooting di I e II livello su problematiche di networking; cono-scenze di programmazione; conoscenza teorica in security, su apparati Firewall e Intrusion Detection; utilizzo degli applicativi del pacchetto MS-Office. Tra le competenze tecniche si richiede la conoscenza del S.O. Linux e buon uso di Windows. Il ruolo prevede la gestione delle seguenti attività: trouble-shooting e intervento di primo livello; attuazione processi di escalation verso fornitori interni ed esterni; provisioning di infrastrutture di rete; monitoraggio infrastruttura Ict; automazione dei processi; gestione dei guasti. Si richie-de una buona conoscenza della lingua inglese. Si offre contratto a tempo determinato con concrete possibilità di

inserimento in azienda. Sede di lavoro: Milano. Gli interessati, ambosessi, pos-sono inviare il curriculum, con autoriz-zazione al trattamento dei dati personali a: Olympia spa, agenzia per il lavoro, Via G. Fara 20, 20124 Milano, tel. 02 36644649, fax 02 29533524, e-mail [email protected]

ProgrammatoriOpenjob spa - filiale di Brescia ricerca programmatori per azienda elettronica di Brescia. Requisiti: laurea in inge-gneria elettronica o informatica, cono-scenza linguaggio C, C++, Assembler, preferibile esperienza su sistemi Em-bedded. Informazioni: 030/2944076, fax 030/2944343 - E-mail: [email protected]

Ingegneri

Lombardia

Ingegnere elettronicosettore aeronautico

Articolo1, agenzia per il lavoro, ricer-ca per importante azienda operante nel settore aeronautico un ingegnere elettronico in area elettro-avionica. Si richiede laurea specialistica in ingegneria elettronica con buona formazione di base sulla parte elet-trotecnica, orientata ai sistemi e alle telecomunicazioni, ottima esperienza nella progettazione di sistemi e impianti elettrici su aeromobili, conoscenza dei codici di aeronavigabilità (FAR23/CS23), conoscenza delle procedure di change al type design secondo EASA part 21. Completano il profilo buona conoscenza di Autocad(r), Microsoft Office(r), e della lingua inglese. Sede di lavoro: Napoli. Gli interessati, am-bosessi, possono inviare il curriculum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 spa, Agenzia per il lavoro, Via G. Porzio 4, Isola G1 Centro Direzionale - 80143 Napoli, fax 081/19562804, e-mail [email protected]

Progettista meccanico (macchine utensili)

Randstad Italia spa, filiale di Legnano, ricerca progettista meccanico (mac-chine utensili) per azienda del settore meccanico. Candidato con laurea in ingegneria meccanica o diploma superiore area tecnica. Richiesta espe-rienza almeno biennale nella mansione e conoscenza programmi 2D e 3D (Autocad, Solid Edge, Inventor, ProE). Gradita buona conoscenza lingua ingle-se e sporadiche trasferte all’estero. Gli interessati possono richiedere informa-zioni o inviare il proprio curriculum a: Randstad Italia spa, Filiale di Le-gnano, Via XXIX Maggio 113, 20025 Legnano, tel. 0331 593412, fax 0331 593556, Email [email protected] Italia

Ingegneri/Periti

Lombardia

Progettista/disegnatore ufficio tecnico

Articolo1, agenzia per il lavoro, ri-cerca per azienda metalmeccanica un progettista/disegnatore ufficio tecnico (Rif.PROG/DISEGNO01). I candidati sono neolaureati in ingegneria mecca-nica/elettrica anche senza esperienza oppure periti elettronici/meccanici con esperienza almeno biennale maturata presso ufficio tecnici di aziende me-talmeccaniche di medie dimensioni. L’orario di lavoro è full-time. Sede di

Ogni settimana [email protected] offre ai suoi lettori il più completo servizio di segnalazione delle opportunità di accesso e di mobilità nel mondo del la-voro. Tutte le segnalazioni sono suddivise per settore. All’interno di questa classificazione il lettore potrà individuare, nel modo più rapido, la regione in cui preferirebbe svolgere la propria attività e lì cercare le offerte di lavoro

evidenziate dallo spoglio degli annunci. La sua ricerca, a livello regionale, risulterà agevolata dalla possibilità di selezionare solo quegli annunci che interessano le qualifiche e le esperienze professionali già maturate. Per esempio, un ingegnere minerario residente in Veneto che intenda trovare una nuova occupazione come consulente di una impresa petrolifera, dovrà

semplicemente ricercare nelle pagine seguenti, all’interno della sezione dedicata agli «Ingegneri» il sottotitolo riservato alle opportunità offerte in «Veneto» e, all’interno di questo, tutte le segnalazioni che richiedono un «Consulente». Avrà così, in un semplice colpo d’occhio, tutte le offerte presenti sul mercato che lo riguardano direttamente.

Guida all’uso di OFFRO LAVORO OFFRO LAVORO, esercitando il diritto di cronaca, mette anche puntualmente in evidenza gli annunci

e le segnalazioni di possibilità di occupazione pubblicati sulla stampa italiana, nazionale e locale, sulle riviste specializzate e sui più prestigiosi organi di informazione internazionale.

Ogni annuncio si intende diretto indistintamente a uomini e donne.

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59Lunedì 21 Giugno 2010Lunedì 21 GO F F R O L AVO R Olavoro: Verdello. Gli interessati, am-bosessi, possono inviare il curriculum con l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 spa, agenzia per il lavoro, Viale Betelli 33, 24044 Dalmine (Bg), tel. 035567381 / 035373383 / 035374686, e-mail [email protected]

Intrattenimento

Lombardia

Referente di turno minicasinò

Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca per azienda cliente operante nel settore dell’intrattenimento referente di turno mini casinò. La risorsa ha un’esperienza di almeno 3/5 anni in realtà strutturate operanti nel settore dell’intrattenimento (casinò, sale da gioco, sale bingo); vigilerà sul buon andamento del gioco in sala; si occuperà dell’apertura e chiusura del locale e degli apparecchi da gioco; controllerà le chiusure di cassa e la movimentazione di denaro. Si richiede: abilità nella conduzione di gruppi di lavoro, attenzione e velocità nell’evitare turbative nello svolgimento del gioco in sala, disponibilità a lavora-re nei weekend, puntualità e flessibilità. Sede di lavoro: Brescia. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curricu-lum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1, agenzia per il lavoro, Piazza Cesare Battisti 8/E, 25128 Brescia, tel. 030 303169, fax 030 3382238, e-mail [email protected]

Responsabile minicasinòArticolo1, agenzia per il lavoro, ricerca per azienda cliente operante nel setto-re dell’intrattenimento responsabile minicasinò. La risorsa si occuperà di: coordinamento collaboratori, organiz-zazione flusso di lavoro (orari, turni, manutenzioni), controllo delle tempi-stiche e qualità dei servizi dei fornitori esterni; gestirà l’iter di selezione e formazione dei dipendenti; curerà le attività promozionali della propria sede e assicurerà la regolarità degli adempimenti contabili giornalieri. Sono richieste: una pregressa esperienza di almeno 5 anni in aziende strutturate del settore Intrattenimento, capacità nella gestione di un team e disponibilità a lavorare anche nei weekend. Sede di lavoro: Brescia. Gli interessati, ambo-sessi, possono inviare il curriculum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1, agenzia per il lavoro, Piazza Cesare Battisti 8/E, 25128 Brescia, tel. 030 303169, fax 030 3382238, e-mail [email protected]

Logistica

Emilia-Romagna

Responsabile magazzinodi alta moda

La divisione specializzata Luxury di Articolo1, agenzia per il lavoro (Uno-Holding Family), ricerca responsabile magazzino di boutique alta moda per aziende che operano nel settore della moda e del lusso a Bologna. La risorsa, rispondendo al responsabile di negozio, avrà il compito di gestire la movimentazione della merce, al fine di ottimizzarne la gestione e di rendere lo stoccaggio dei prodotti funzionale alla vendita. Collaborerà attivamente al raggiungimento degli obiettivi qualitativi e quantitativi del negozio. Si richiede: precedente esperienza nel ruolo maturata presso realtà aziendali medio-grandi (preferibilmente nel settore abbigliamento/accessori); co-

noscenza della definizione dei criteri di archiviazione della merce; capacità di ottimizzazione e razionalizzazione degli spazi del magazzino; velocità nella programmazione e ottimizzazio-ne delle spedizioni; esperienza nella gestione dell’inventario. I candidati con cui desideriamo entrare in contatto hanno ottime doti di organizzazione, pianificazione del lavoro e sono capaci di interfacciarsi con i diversi referenti aziendali. Si offre inserimento diretto in azienda a tempo indeterminato. Se-de di lavoro: Bologna. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curricu-lum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 spa, agenzia per il lavoro, Via Zamboni 1, 40126 Bologna, tel. 051 5880474, fax 051 5880534, e-mail: [email protected]

Lombardia

Impiegato logistica e acquistiOlympia spa, agenzia per il lavoro, ricerca per società leader nel settore trasporti impiegato logistica e acqui-sti. Il candidato sarà di supporto al responsabile settore sviluppo progetti acquisti e curerà l’allestimento e la manutenzione delle infrastrutture logistiche nel rispetto delle normative vigenti. Gestirà, inoltre, le richieste riguardanti la telefonia e all’It e quelle concernenti il parco aziendale. Si richiede: diploma, preferibilmente in ambito tecnico, esperienza anche breve nell’area servizi generali, buona cono-scenza del Pacchetto Office. Si offre contratto di somministrazione. Sede di lavoro: Gallarate. Gli interessati, ambo-sessi, possono inviare il curriculum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Olympia spa, agenzia per il lavoro, Via G. Fara 20, 20124 Milano, tel. 02 36644649, fax 02 29533524, e-mail [email protected]

Piemonte

MagazzinieriPer prestigiosa azienda cliente Ran-dstad Inhouse Services, divisione di Randstad Italia spa è stata incaricata di ricercare magazzinieri che si oc-cuperanno di stoccaggio di materiale - settore automotive - all’interno del magazzino e preparazione ordini per spedizioni. I candidati hanno consegui-to un diploma in ambito tecnico e pre-feribilmente hanno maturato esperienza nella conduzione di carrelli elevatori elettrici, frontali e retrattili. Dispo-nibilità a lavoro su due turni. Sedi di lavoro saranno: Torino Nord (To). Per le posizioni sopra citate viene offerto un contratto di somministrazione a tempo determinato. I candidati interessati possono inviare la propria candidatura esclusivamente via mail all’indirizzo: [email protected] oppure via fax al numero: 348 6374445. Per ulteriori informazioni contattare il numero: 348 9426500.Randstad Italia

Marketing e commerciali

Lombardia

Area managerRandstad Italia spa, filiale di Legna-no, ricerca area manager per azienda meccanica di Legnano. Un candidato con esperienza commerciale (mercati esteri) e formazione tecnica. Neces-saria laurea tecnica o diploma settore meccanico con esperienza di vendita prodotti ad alto contenuto tecnologico. Necessaria anche l’ottima conoscenza della lingua inglese e tedesca. Dispo-nibilità a frequenti trasferte all’estero.

Gli interessati possono richiedere infor-mazioni o inviare il proprio curriculum a: Randstad Italia spa, Filiale di Le-gnano, Via XXIX Maggio 113, 20025 Legnano, tel. 0331 593412, fax 0331 593556, Email [email protected] Italia

Tecnico commerciale esternoOpenjob spa - filiale di Brescia ricerca un tecnico commerciale esterno per azienda settore comunicazione visiva di Brescia. Requisiti: provenienza dal set-tore comunicazione digitale o informa-tico/elettronico. Preferibile conoscenza lingua inglese. Per informazioni: tel. 030/2944076, fax 030/2944343 - E-mail: [email protected]

Tecnico commerciale macchine movimento terra

Openjob spa - filiale di Brescia ricerca tecnico commerciale per azienda settore macchine movimento terra, conoscenze tecniche/meccaniche di base, ottima dialettica, predisposizione alla vendita. Sede di lavoro: Bergamo e provincia. Per informazioni: tel. 030/2944076, fax 030/2944343 - E-mail: [email protected]

Tecnico commercialesettore serramenti/porte

Openjob spa - filiale di Brescia ricerca per azienda cliente tecnico commercia-le proveniente dal settore serramenti/porte per potenziamento rete vendita di Brescia e provincia. Inserimento diretto a tempo indeterminato. Per informazio-ni: tel. 030/2944076, fax 030/2944343 - E-mail: [email protected]

Sud Italia

Area manager Sudsettore moda

Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel settore moda area manager Sud. La figura ricercata, riportando al retail manager, avrà la responsabilità di una specifica area ge-ografica e, in particolare, delle Regioni Puglia, Campania, Abruzzo e Sicilia. Attraverso un continuo coordinamento e controllo delle attività dei singoli di-rettori di negozio, la risorsa si occuperà di: stesura del business plan stagionale per la propria area di competenza; valutazione dei risultati di vendita della stagione/collezione; controllo e mantenimento dell’assortimento e degli stock; coordinamento e gestione dei responsabili di negozio; sviluppo della rete di vendita attraverso la selezione e la formazione del personale di negozio. Il candidato ideale ha maturato una precedente esperienza nel ruolo, come store o area manager, preferibilmente in ambito retail-apparel, deve aver sviluppato competenze nella gestione del personale e nella conoscenza della contrattualistica del lavoro. Un requi-sito indispensabile è il domicilio nella zona di Napoli. Completano il profilo ottima conoscenza della lingua inglese, ottime capacità di leadership, di analisi, problem solving e disponibilità a con-tinui spostamenti presso i diversi punti vendita. Si offre inserimento in azienda con livello e retribuzione commisurati alla reale esperienza. Sede di lavoro: Napoli. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curriculum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 spa, Agenzia per il lavoro, Via G. Porzio 4, Isola G1 Centro Direzionale - 80143 Napoli, fax 081/19562804, e-mail [email protected]

Veneto

Impiegato commerciale lingua inglese

Olympia spa, agenzia per il lavoro, ricerca per azienda settore metalmec-canico impiegato commerciale inglese. Il candidato ha conoscenza della lingua inglese. La risorsa avrà il compito prin-cipale di sviluppare il mercato estero e nazionale, fissando appuntamenti attraverso telemarketing. È gradita un’esperienza precedente nella man-sione, buona capacità di espressione, tenacia e determinazione. Orario di lavoro part-time. Sede di lavoro: Bellu-no. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curriculum, con autorizzazio-ne al trattamento dei dati personali a: Olympia spa, agenzia per il lavoro, Via Vittorio Veneto 102, 32100 Belluno, tel. 0437 31158, fax 0437 359986, E-mail [email protected]

Moda

Campania

Area manager sudLa divisione specializzata Luxury di Articolo1, agenzia per il lavoro (Uno-Holding Family), ricerca area manager sud per azienda che opera nel settore della moda e del lusso a Napoli. La risorsa, riportando al retail manager, avrà la responsabilità delle regioni Puglia, Campania, Abruzzo e Sicilia. Attraverso un continuo coordinamento e controllo delle attività dei singoli di-rettori di negozio, il candidato selezio-nato si occuperà di: stesura del business plan stagionale per la propria area di competenza; valutazione dei risultati di vendita della stagione/collezione; controllo e mantenimento dell’assor-timento e degli stock; coordinamento e gestione dei responsabili di negozio; sviluppo della rete di vendita attraverso la selezione e la formazione del perso-nale di negozio. Il candidato ideale ha maturato una precedente esperienza nel ruolo, come store o area manager, pre-feribilmente in ambito retail-apparel, sviluppato competenze nella gestione del personale e nella conoscenza della contrattualistica del lavoro. Un requi-sito indispensabile è il domicilio nella zona di Napoli. Completano il profilo ottima conoscenza della lingua inglese, ottime capacità di leadership, di analisi, di problem solving e la disponibilità a continui spostamenti verso i diversi punti vendita. È previsto inserimento in azienda con livello e retribuzione

commisurati alla reale esperienza. Sede di lavoro: Napoli. Gli interessati, ambo-sessi, possono inviare il curriculum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1, Via G. Porzio 4, Centro Direzionale di Napoli, Isola G1, 80143 Napoli, tel. 081/19562800, fax 081/19562804, e-mail [email protected]

Emilia-Romagna

Assistant retail coordinatorLa divisione specializzata Luxury di Articolo1, agenzia per il lavoro (Uno-Holding Family), ricerca assistant retail coordinator per aziende che operano nel settore della moda e del lusso a Bolo-gna. La risorsa inserita s’interfaccerà e costituirà punto di riferimento per i singoli store manager. Si occuperà di: monitoraggio degli stock dei ne-gozi (per quantità e qualità, prezzo ed esposizione); supervisione giornaliera dell’attività dei negozi; analisi dei dati di fatturato settimanale; controllo dei prezzi (con attenzione particolare all’andamento per categoria). Si ri-chiede: esperienza pregressa nel retail di almeno 2-3 anni (preferibilmente nell’abbigliamento / retail); buona conoscenza della lingua inglese e/o spagnola; disponibilità a lavorare nel weekend. L’orario di lavoro è full-time. Si offre inserimento diretto in azienda a tempo indeterminato. Sede di lavoro: Bologna Est. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curriculum, con au-torizzazione al trattamento dei dati per-sonali a: Articolo1 spa, agenzia per il lavoro, Via Zamboni 1, 40126 Bologna, tel. 051 5880474, fax 051 5880534, e-mail: [email protected]

Lombardia

Addetto venditamoda lusso

La divisione specializzata Luxury di Articolo1, agenzia per il lavoro (Uno-Holding Family), ricerca addetto vendi-ta moda lusso per aziende che operano nel settore della moda a Milano. Il can-didato ha un’ottima conoscenza della lingua inglese, esperienza in contesti di lusso, disponibilità immediata. L’orario di lavoro è full-time di 40 ore setti-manali su turni, compresi i festivi. Si offre contratto di somministrazione con concretissime possibilità di inserimento in azienda. Sede di lavoro: Milano. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curriculum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Arti-

Class Cnbc trasmette in diretta su Sky (canale 505)

08:00 CAFFE’ AFFARICON V. GERARDI

09:00 LINEA MERCATI MATTINAOSPITI A. FRIGERIO - RMJ SGR

10:10 TRADING ROOMCON G. DI VITTORIO - MF

10:30 5 GIORNI SUI MERCATIOSPITI M. MILANO e A. CARNEVALE

11:30 e 16:10 LE GRANDI INTERVISTE DI MARIA BARTIROMOLA RIPRESA DEI CONSUMI

12:00 LINEA MERCATI GIORNOOSPITE C. TRETTO - MTS

12:20 ANALISI TECNICAOSPITE M. INTROPIDO - RICERCA FINANZA

14:10 $UDAFRICA 2010: IL BORSINO DEI MONDIALICON D. DONATO e F. LEARDINI

14:30 LA BUSSOLA ECONOMICAOSPITE A. CESARANO - MPS CAPITAL SERVICES

15:00 LINEA MERCATI POMERIGGIOOSPITE W. BIASIA - WB ADVISORS

18:00 REPORTOSPITE M. PIERSIMONI - PICTET FUNDS

19:10, 21:00 e 23:30 PARTITA DOPPIACON A. CABRINI

22:00 LINEA MERCATI NOTTEOSPITE P. CARDILLO - AVALON PARTNERS

22:30 ITALIAOGGI TGIL PRIMO TGDEI PROFESSIONISTI

LUNEDÌ SU

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60 Lunedì 21 Giugno 2010 O F F R O L AVO R Ocolo1 spa, agenzia per il lavoro, Via Spallanzani 15, 20129 Milano, tel. 0245498471/73, fax 02454988475, e-mail [email protected]

ModellistaRandstad Italia spa, filiale di Legna-no, ricerca modellista per azienda di San Giorgio su Legnano. Selezio-niamo candidata con esperienza in qualità di modellista con conoscenza del Cad Investronica. Si valutano anche profili junior però provenienti da istituti di moda e con formazione

adeguata. Gli interessati possono richiedere informazioni o inviare il proprio curriculum a: Randstad Italia spa, Filiale di Legnano, Via XXIX Maggio 113, 20025 Legnano, tel. 0331 593412, fax 0331 593556, Email [email protected] Italia

Product merchandising manager

La divisione specializzata Luxury di Articolo1, agenzia per il lavoro (UnoHolding Family), ricerca product merchandising manager per aziende

che operano nel settore della moda e del lusso a Milano. Il candidato ripor-ta direttamente al direttore marketing e gestisce un team di 3 figure junior, si relaziona con la casa madre france-se e la rete di stores in Italia. Il candi-dato ideale conosce le caratteristiche dei prodotti di pelletteria e accessori di moda (tessuti, filati, manufatti e pellami); gli strumenti di analisi della domanda e imposta le strategie di posizionamento del prodotto e del marchio. Si richiede: ottima espe-rienza nel settore; conoscenza fluente inglese e francese; capacità di analisi

statistica; ottima capacità di determi-nare e gestire budget, contribuire alla definizione di obiettivi commerciali, organizzare il lavoro dell’intero staff e curare le collezioni di sua compe-tenza. Si offre inserimento diretto in azienda. Sede di lavoro: Milano. Gli interessati, ambosessi, possono invia-re il curriculum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Arti-colo1 spa, agenzia per il lavoro, Via Spallanzani 15, 20129 Milano, tel. 0245498471/73, fax 02454988475, e-mail [email protected]

Store managerLa divisione specializzata Luxury di Articolo1, agenzia per il lavoro (UnoHolding Family), ricerca store manager per aziende che operano nel settore della moda a Milano. Il can-didato ha almeno 3 anni di esperienza nella vendita del settore moda, ottima conoscenza della lingua inglese, fles-sibilità. Opererà in totale autonomia e non avrà personale da gestire. L’orario di lavoro è full-time dalle 10 alle 19. Si offre contratto di somministrazione fino alla fine dell’anno, con un iniziale pe-riodo di affiancamento e concretissime

L’AMIAT S.p.A.indice la seguente gara:* [Rif. PA 16/10] - Fornitura di energia elettrica per l’anno 2011. Importo a base di gara:€ 780.000,00 + IVA.La documentazione della gara è disponibile sul sito aziendale: http://www.amiat.it - Sezione “Appalti e Gare”. Il bando è stato inviato alla G.U. della Comunità il 07/06/2010.

L'Amministratore DelegatoDott. Maurizio Magnabosco

COMUNE DI VIRGILIO (MN)AVVISO BANDO DI GARA

PROCEDURA APERTACodice CIG 0493677325E’ indetto pubblico incanto, ai sensi del D.Lgs. 163/2006, per l’affidamento in concessione del Servizio di ristorazione del Comune di Virgilio in ambito scolastico, pasti a domicilio (S.A.D.) e centri ricreativi estivi (C.R.E.S.) - periodo: 01.09.2010-31.08.2014, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs. 163/2006. Importo complessivo pre-sunto: € 1.710.800,00 IVA esclusa, di cui oneri per la sicurezza: € 800,00 non soggetti a ribasso. Importo a base d’asta prezzo unitario a pasto: € 5,00.Termine per la ricezione delle offerte: ore 12.00 del ˙19.07.2010. Apertura offerte: ore 09.00 del 20.07.2010. Tutta la documentazione di gara è disponibile sul sito www.comune.virgilio.mn.it. (se-zione Documenti - bandi avvisi e concorsi - bandi) e può essere richiesta gratuitamente a Ufficio Contrat-ti - presso Comune di Virgilio (Mn) - P.zza Aldo Moro nr. 1 (tel. 0376/283055 - fax. 0376/280368) e-mail: [email protected]. Info sull’appalto: Servizi scolastici tel.0376/283051-0376/283022 - fax.0376/280368- mail [email protected] Bando trasmesso alla Guce l’08.06.2010 - pubblica-to sulla GURI l’11.06.2010 - esposto all’Albo Pretorio del Comune di Virgilio.

Il Responsabile del Procedimentodott.ssa Rita Gamberini

FONDAZIONE IRCCS POLI-CLINICO “SAN MATTEO” ISTI-TUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO

DI DIRITTO PUBBLICOPAVIA TEL. 0382/5011

AVVISO PER ESTRATTO

DEL BANDO DI GARALa Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia indice gara con procedura aperta, attraverso l’utilizzo della Piattaforma Regionale Sintel, ai sensi del D.Lgs. n. 163/2006 e s.m.i, per la fornitura di elet-trodi monouso occorrenti alla Fondazione per 36 mesi.Il bando di gara integrale è stato inviato on line in data 09 giugno 2010 all’Ufficio Pub-blicazioni Ufficiali C.E ed oltre ad essere di-sponibile presso la S.C. Acquisizione e Ge-stione (tel. 0382/503381 e fax 0382/503990) ed è altresì consultabile sul sito internet:http://www.sanmatteo.org.Si precisa che le offerte e la documentazione necessaria dovranno tassativamente esse-re sottoposte sul portale Sintel entro le ore 15.00 del giorno ˙30 luglio 2010.

IL RESPONSABILEDEL PROCEDIMENTO

E DELLA S.C. ACQUISIZIONEE GESTIONE RISORSE(Dr. Maurizio Panciroli)

AVVISO (estratto)MISURE A SOSTEGNO

DEI FORNITORIDEL COMUNE DI MONZA

La Giunta Comunale, con provvedimento n. 418 del 1/6/2010, ha deliberato di promuovere un’iniziativa volta a favorire l’accesso al credito da parte dei fornitori del Comune di Monza che vantano crediti nei confronti dello stesso derivanti da “servizi, forniture e lavori” afferenti le “Spese in conto capitale” (spese di investimento).Con tale iniziativa si intende istituire un Elenco di Banche/Intermediari i nanziari ai quali, sulla base di condizioni predei nite, i fornitori potranno liberamente rivolgersi per la cessione “pro soluto” dei crediti.Potranno essere iscritti nell’Elenco le Banche/Inter-mediari i nanziari che faranno pervenire al Comune di Monza le proprie condizioni offerte per l’operazione e che sottoscriveranno una Convenzione col Comune, secondo lo schema approvato dalla Giunta Comunale con la deliberazione sopra citata.L’Avviso in forma integrale, la deliberazione GC n. 418/2010, lo schema di Convenzione e il modello di richiesta di adesione all’iniziativa sono disponibili all’indirizzo Internet: www.comune.monza.it (nella sezione “Bandi e appalti”, parte “Servizi”). Ai i ni della stesura di un primo Elenco da pubbliciz-zare, verranno prese in considerazione le richieste di adesione che perverranno entro il ˙30/06/2010. L’Elenco verrà tenuto costantemente aggiornato e verrà di volta in volta integrato con le richieste che perverranno oltre tale data.Per eventuali chiarimenti, è possibile contattare il Servizio Bilancio Programmazione Economica e Tributi- Ufficio Finanziamenti - ai numeri di telefono 039/2372384-357.Ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 8 legge 241/1990, responsabile del procedimento relativo al presente avviso è il dott. Luca Pontiggia.Monza, 15/06/2010

F.to IL DIRIGENTE DEL SETTORE(Dott. Luca Pontiggia)

COMUNE DI PIACENZA Direzione Operativa Risorse

Servizio Acquisti e Gare

ESITO DI GARA Procedura aperta per l’affidamento del servizio di somministrazione di lavoro a tempo determinato per la i gura professionale di cuoco/a nei servizi comunali di nido d’infanzia e refezione scolastica a decorrere dal 23/11/2009 al 30/06/2011.Offerte pervenute e ammesse: n. 4. Aggiudicatario: GI.GROUP SpA - Piazza IV Novembre 5 - Milano. Importo aggiudicato pari a € 690.139,48 oltre IVA di Legge, rispetto all’importo a base d’asta pari ad € 796.719,00 oltre IVA di Legge. Verbali di gara approvati con determinazione dirigenziale del Settore Infanzia, Scuola, Politiche Giovanili - Servizio Refezioni, Trasporti Scolastici n 1982 del 18/11/2009. Determina di aggiudicazione dei nitiva n. 815 dell’8 giugno 2010.

Il Responsabile del Servizio: Sergio Fuochi

COMUNE DI VILLARICCAProvincia di Napoli

Corso V. Emanuele n. 60 - C.A.P. 80010Tel. 0818191228/9 - fax 0818191269

Cod. Fisc. 80034870636Part. IVA. 03633691211

ESTRATTO BANDO DI GARAÈ indetta per il giorno 21/07/2010 alle ore 9,00 procedura aperta ai sensi dell’art. 3 comma 37 e art. 55 del D. Lgs. 163/2006 mediante massimo ribasso sull’importo posto a base d’asta (ossia massimo ribasso unico percentuale sull’elenco prezzi, con corrispettivo a misura, art. 89 del D.P.R. 554/1999 con esclusione automatica delle offerte anomale), per i lavori di messa in sicurezza ed adeguamento a norma, ai sensi del D. Lgs. 626/94 e s.m.i., ed al superamento delle barriere architettoniche degli edii ci scolastici di proprietà comunale.Importo a base di gara: € 742.350,00 di cui€ 720.000,00 per lavori soggetti a ribasso d’asta ed € 15.000,00 per oneri sicurezza intrinseci, più oneri di sicurezza speciali di € 7.350,00 non soggetti a ribasso, IVA al 10% esclusa. [CIG - 0493089DE6].Tipologia dei lavori: Categoria prevalente OG1 classii ca III.LE OFFERTE dovranno pervenire entro le ore 12,00 del ˙20/07/2010, corredate dalla documen-tazione e con le modalità richieste nel bando e disciplinare di gara, reperibile sul sito Internet www.comune.villaricca.na.it.

IL R. U. P. e Dirigente del Settoreing. Francesco Cicala

ESTRATTO BANDO DI GARA DI LAVORI PUBBLICI PER PUBBLICO INCANTO

_________________________________________

Istituto Trentino per l’Edilizia Abitativa S.p.A.

Si rende noto che in data 7 giugno 2010 è stato trasmesso, per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, il bando di gara per pubblico incanto relativo all’appalto dei lavori per la realizzazione di un complesso residenziale sulla p.f. 3294 in C.C. Riva del Garda (TN) – loc. Alboleta per complessivi n. 60 alloggi – ambito 3 - CANT. 493, per un importo a base di gara di Euro 7.832.726,63 - categoria prevalente: OG1. Aggiudicazione in base al criterio del prezzo più basso, mediante offerta a prezzi unitari di cui all’art. 82, comma 2 lett. a) del D.Lgs. 163/2006 ss.mm. e dell’art. 90 del D.P.R. 554/99. Lavori appaltati a corpo. Bando, disciplinare di gara, modulo di ammissione alla gara e fac-simili dichiarazione cumulativa e dichiarazione subappalto, criteri per la redazione delle analisi prezzi e definizione dei costi della sicurezza sono consultabili sul sito internet www.itea.tn.it/appalti/index.html (oppure www.itea.tn.it/appalti_e_incarichi/gare). Le offerte, contenenti la documentazione indicata nel bando e nel disciplinare di gara, dovranno pervenire a: Istituto Trentino per l’Edilizia Abitativa S.p.A. - via R. Guardini, 22 - 38121 Trento - Ufficio Contratti e Appalti, entro e non oltre le ore 12.00 del giorno 26 agosto 2010. ITEA S.P.A. - Il Dirigente del Settore Affari Generali - Dr. Silvano Librera

ESTRATTO BANDO DI GARA

La Società Millerivoli Srl, con sede in C.soFrancia 98 - 10098 Rivoli (TO), bandisce garaper “Fornitura, posa ed avviamento di unimpianto di automazione per ilparcheggio in struttura ex Elcat in Rivoli,nonché manutenzione triennale - C.I.G.0492504B25”.

Importo dell’appalto:Euro 498.746,72 (IVA esclusa).

Luogo di consegna: Rivoli (TO).

Termine per la presentazione delleofferte: 29/07/2010 - ore 12.00

Trasmesso bando alla Gazzetta Ufficialedell’Unione Europea il 09/06/2010.Il bando ed il disciplinare sono pubblicati sulsito www.gtt.to.it

Il Responsabile del Procedimento(Ing. Marco Binacchiella)

L’Amministratore Delegato(Dott. Giovanni Plazza)

Reyl (Lux) Global Sicavwww.reyl.ch

Valori al 17/06/2010

Elite France-Europe B EUR 87,79Elite France-Europe F EUR 85,98Em Debt Opp. B($) USD 99,01Em Debt Opp. C(Chf) CHF 98,76Em Debt Opp. E EUR 98,87Em Mkts Eq B($) USD 105,56Em Mkts Eq F($) USD 105,27Em Mkts Eq J(Chf) CHF 108,24Em Mkts Eq L EUR 112,66Europe Low Vol B EUR 95,93Europe Low Vol C(Chf) CHF 92,22Europe Low Vol F EUR 94,88Europe Low Vol H EUR 94,25European Equities B EUR 203,62European Equities C(Chf) CHF 186,78European Equities F EUR 199,93European Equities H EUR 195,38European Opp B EUR 101,05European Opp C(Chf) CHF 98,79European Opp D($) USD 100,52European Opp F EUR 100,54European Opp N(Chf) CHF 98,36North American Eq. B($) USD 132,38North American Eq. E EUR 127,46North American Eq. F($) USD 130,89North American Eq. G EUR 125,15North American Eq. H($) USD 126,57

Valori al 17/06/2010

European Value A1 EUR 1325,45

Ivy Asset Strategy A1 EUR 1069,64

Japan A1 EUR 572,91

US Large Cap Value A1 EUR 1173,41

US Large Cap Value C1 USD 967,92

W&R Science & Technology A1 EUR 983,63

SUB-FUND NAME NAV DATE PRICE

www.compamfund.com

BLUESKY GLOBAL STRATEGY 17/06/2010 1225,28

BOND EURO 17/06/2010 1053,87

BOND RISK 16/06/2010 1132,50

EMERGING MARKET CORPORATE 16/06/2010 1225,34

EUROPEAN EQUITY 17/06/2010 869,32

MULTIMAN. EQ. AFRICA&MIDDLE EAST 16/06/2010 80,40

POLIZZE UNIT LINKED

www.chiaravita.it

Sede sociale: Via Gaggia, 4 - 20139 Milano - Cap. Soc. Euro 34.178.000 i.v.

Unidesio 760071 11,168 04/06/2010

Unidesio 760072 9,951 04/06/2010

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Unidesio 760074 9,973 04/06/2010

Unidesio 760075 11,715 04/06/2010

Unidesio 760077 10,539 04/06/2010

Unidesio 760078 10,042 04/06/2010

Unidesio 760079 10,463 04/06/2010

Unidesio 760080 10,197 04/06/2010

Unidesio 760082 9,465 04/06/2010

Unidesio 760083 10,753 04/06/2010

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Unidesio 760148 10,207 04/06/2010

Unidesio 760149 10,369 04/06/2010

Unidesio 760150 10,338 04/06/2010

Unidesio 760156 9,901 04/06/2010

Unidesio 760157 10,248 04/06/2010

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Unidesio 760159 10,031 04/06/2010

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Unidesio 760170 9,670 04/06/2010

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Unidesio 760173 9,916 04/06/2010

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Unidesio 760179 9,867 04/06/2010

Unidesio 760180 9,934 04/06/2010

Unidesio 760181 9,933 04/06/2010

Unidesio 760182 10,000 07/06/2010

Unidesio 760183 10,000 14/06/2010

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Distributore Principale:

BANCA FINNAT EURAMERICA TEL. 06 69933.475 - www.finnat.it

N.M. Euro Bonds Short Term EUR 130,95 131,54N.M. Euro Equities EUR 38,57 39,03N.M. Global Equities EUR 49,79 50,52N.M. Infl ation Linked Bd Europe EUR 103,53 -N.M. Q7 Corporate Bd EUR 153,68 155,21N.M. Q7 High Quality Bd EUR 129,98 130,84N.M. Q7 Pan European Eq. EUR 76,26 77,67N.M. Previra World Conservative EUR 122,65 123,66N.M. Large Europe Corporate EUR 113,87 114,81N.M. Q7 Active Equities Internat. EUR 78,90 78,94N.M. Q7 Alpha Balanced EUR 100,39 -

Valori al 17/06/2010

Valori al 11/06/2010

N.M. Q7 GlobalFlex classe A EUR 106,45 103,43N.M. Total Return Flexible EUR 115,00 -

POLAR CAPITAL FUNDS

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Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 11,41 17/06/2010 GBP 9,52 17/06/2010 USD 14,08 17/06/2010

Healthcare Opportunities EUR 7,02 17/06/2010 GBP 5,88 17/06/2010 USD 8,68 17/06/2010

Polar Japan Fund USD 16,54 18/06/2010 GBP 11,16 18/06/2010 JPY 1500,13 18/06/2010

UK Absolute Return EUR 12,63 18/06/2010 GBP 10,54 18/06/2010 USD 15,62 18/06/2010 EUR 12,71 18/06/2010 GBP 10,61 18/06/2010 USD 15,72 18/06/2010

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61Lunedì 21 Giugno 2010Lunedì 21 GO F F R O L AVO R Opossibilità di inserimento in azienda. Sede di lavoro: Milano. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curricu-lum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 spa, agenzia per il lavoro, Via Spallanzani 15, 20129 Milano, tel. 0245498471/73, fax 02454988475, e-mail [email protected]

Periti

Lazio

Perito meccanicoesperto in qualità

Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel settore metal-meccanico un perito meccanico esperto in qualità. Si richiede: diploma di perito meccanico, certificazione Vision 2000 (IGQ), forte motivazione e disponibilità immediata. Si offre contratto a tempo determinato full-time. Sede di lavoro: Cisterna di Latina. Gli interessati, am-bosessi, possono inviare il curriculum con l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo 1, agenzia per il lavoro, Via P.L. Nervi, Torre 5 Gigli, scala B, int. 27, Centro commerciale Latinafiori, 04100 Latina, tel. 0773 601571, fax 0773 623334, e-mail [email protected]

Lombardia

Addetti gestione commessee terzisti

Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca per azienda cliente 3 addetti gestione commesse e terzisti (Rif.GESTIONE-COMMESSE01). Il candidato è perito tecnico per pianificazione, avvio e con-trollo commesse con analisi sull’avan-zamento produzione. Si richiede: ottimo inglese, ottimo disegno tecnico, ottimo Sap, pregressa esperienza di almeno 2 anni maturata presso aziende del settore metalmeccanico. Sede di lavoro: zona Capriate San Gervasio. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curriculum con l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Arti-colo1 spa, agenzia per il lavoro, Viale Betelli 33, 24044 Dalmine (Bg), tel. 035567381 / 035373383 / 035374686, e-mail [email protected]

Periti elettroniciOpenjob spa - filiale di Brescia ricerca periti elettronici per azienda bresciana. Requisiti: diploma di perito elettro-nico, esperienza nel settore o buona conoscenza dei fondamenti di elettro-nica, disponibilità a lavoro su turni. Informazioni: tel. 030/2944076, fax 030/2944343 [email protected]

Periti meccaniciPer prestigiosa azienda cliente Ran-dstad Inhouse Services, divisione di Randstad Italia spa è stata incaricata di ricercare periti meccanici da adibire alla mansione di addetti al montaggio di componenti meccaniche ed elettriche. I candidati hanno conseguito un diploma tecnico o qualifica equivalente, hanno una buona conoscenza del disegno meccanico e degli schemi elettrici. Devono aver maturato esperienza anche minima in attività di montaggio e assemblaggio meccanico/elettrico. Disponibilità a lavoro su due turni. Sedi di lavoro saranno: Vittuone (Mi). Per le posizioni sopra citate viene offerto un contratto di somministrazione a tempo determinato. I candidati interessati possono inviare la propria candidatura esclusivamente via mail all’indirizzo: [email protected], op-pure via fax al numero: 0142 461515. Per ulteriori informazioni contattare il numero: 348 6374445.Randstad Italia

Veneto

Perito elettrotecnicoOlympia spa, agenzia per il lavoro, ricerca per azienda cliente operante nel settore metalmeccanico perito elettrotecnico. Si richiede: conoscenza sistema operativo Windows, lettura

disegno tecnico. Il candidato dovrà occuparsi inizialmente di operare in cantieri per installazioni di macchine refrigeranti e in un secondo momento verrà inserito nell’ufficio tecnico, per elaborare distinte base, grafici e schede di produttività. Il candidato ideale deve possedere flessibilità, disponibilità e voglia di crescita professionale. L’ora-rio di lavoro è full-time. Si offre con-tratto a tempo determinato iniziale con possibilità di inserimento in azienda. Sede di lavoro: Belluno Provincia. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curriculum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Olympia spa, agenzia per il lavoro, Via Vittorio Veneto 102, 32100 Belluno, tel. 0437 31158, fax 0437 359986, E-mail [email protected]

Perito meccanico juniorOlympia spa, agenzia per il lavoro, ricerca per azienda del settore occhia-leria: un perito meccanico junior. Il can-didato può essere anche neodiplomato o avere una breve esperienza in officine meccaniche per lavoro su macchinari a controllo numerico. La risorsa sarà, in-fatti, debitamente seguita dall’azienda cliente con relativo periodo di forma-zione e accompagnamento. Si richiede disponibilità al lavoro su turni. Si offre contratto di somministrazione con con-cretissime possibilità di inserimento in azienda. Sede di lavoro: Sedico. Gli interessati, ambosessi, possono invia-re il curriculum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Olympia spa, agenzia per il lavoro, Via Vittorio Veneto 102, 32100 Belluno, tel. 0437 31158, fax 0437 359986, E-mail [email protected]

Produzione

Lazio

Operatore addettoalla produzione

Articolo1, agenzia per il lavoro, ri-cerca per azienda operante nel settore chimico-farmaceutico un operatore addetto alla produzione. Si richiede: diploma, esperienza pregressa al con-fezionamento e sulle macchine imbu-statrici, disponibilità al lavoro su turni avvicendati e sul ciclo continuo. Sede di lavoro: Pomezia. Gli interessati, am-bosessi, possono inviare il curriculum

con l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo 1, agenzia per il lavoro, Via P.L. Nervi, Torre 5 Gigli, scala B, int. 27, Centro commerciale Latinafiori, 04100 Latina, tel. 0773 601571, fax 0773 623334, e-mail [email protected]

Operatore addettoalla produzione

Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel settore metal-meccanico un operatore addetto alla produzione. Si richiede: esperienza pregressa nel settore, uso del tornio, fresa, calibro, lettura del disegno tec-nico, disponibilità al lavoro su turni avvicendati e sul ciclo continuo. Sede di lavoro: Cisterna di Latina. Gli inte-ressati, ambosessi, possono inviare il curriculum con l’autorizzazione al trat-tamento dei dati personali a: Articolo 1, agenzia per il lavoro, Via P.L. Nervi, Torre 5 Gigli, scala B, int. 27, Centro commerciale Latinafiori, 04100 Latina, tel. 0773 601571, fax 0773 623334, e-mail [email protected]

Lombardia

Operatori CncOpenjob spa - filiale di Brescia ricerca operatori Cnc con comprovata espe-rienza. Requisiti: capacità di lettura del disegno meccanico e conoscenza degli strumenti di misura, disponibilità a lavoro su turni. Informazioni: tel. 030/2944076, fax 030/2944343 - E-mail: [email protected]

Piemonte

Addetti all’assemblaggio, stampaggio, montaggio

Per azienda cliente Randstad Inhouse Services, divisione di Randstad Italia spa è stata incaricata di ricercare candi-dati da adibire alla mansione di addetti all’assemblaggio, allo stampaggio di materiale in vetroresina e addetti al montaggio di parti meccaniche ed elet-triche. I candidati devono aver maturato esperienza in attività di montaggio e assemblaggio meccanico/elettrico. Disponibilità a lavoro su tre turni e/o giornata. Sedi di lavoro saranno: Ca-sale Monferrato (Al). Per le posizioni sopra citate viene offerto un contratto di somministrazione a tempo determinato.

I candidati interessati possono inviare la propria candidatura via mail all’in-dirizzo: [email protected], oppure via fax al numero: 0142 461515.Randstad Italia

Qualità

Lombardia

Addetto controllo qualitàOpenjob spa, fil. di Lonato (BS), cerca addetto controllo qualità per azienda metalmeccanica di Bedizzole (Bs). Richiesta esperienza nella mansione conoscenza di base normativa ISO e disponibilità a lavorare su due turni. In-fo tel. 030/9133239, fax 030/9133112, [email protected]

Responsabilegestione qualità

Randstad Italia spa, filiale di Legnano, ricerca responsabile gestione qualità per importante azienda di Canegrate. Selezioniamo tecnico meccanico in-gegnere o perito, con esperienza come responsabile qualità. Necessaria ottima conoscenza lingua inglese e conoscenza base di Erp. Gradita esperienza proprio nella stesura procedure, istruzioni, nor-me interne, verifiche ispettive interne, redazione MGQ, verifica azioni corret-tive e preventive, e disegno meccanico. Gli interessati possono richiedere infor-mazioni o inviare il proprio curriculum a: Randstad Italia spa, Filiale di Le-gnano, Via XXIX Maggio 113, 20025 Legnano, tel. 0331 593412, fax 0331 593556, Email [email protected] Italia

Ragionieri

Campania

RagioniereArticolo1, agenzia per il lavoro, ricer-ca per importante azienda di servizi un ragioniere. La risorsa ideale ha un’esperienza biennale nella gestione amministrativa del personale, usa pro-grammi specifici, ha gestito i rapporti con gli istituti di credito ed è immedia-tamente disponibile. Si offre contratto di somministrazione con concretissime possibilità di inserimento in azienda.

Sede di lavoro: Atripalda (Av). Gli in-teressati, ambosessi, possono inviare il curriculum, con autorizzazione al trat-tamento dei dati personali via fax o via e-mail a: Articolo1, Filiale di Avellino, Via Circumvallazione 132, 83100 Avel-lino, tel. 0825/37585, fax 0825/785862, e-mail [email protected]

Risorse umane

Germania

Customer servicesettore automotive

Randstad Italia Spa - Specialty call center - filiale di Torino ricerca addetti al customer service settore automotive e industriale (Germania). Attività: raccolta ordini clienti, delivery dell’or-dine, check qualità e monitoraggio. Assistenza varie problematiche relative all’ordine. Requisiti: diploma o laurea: fondamentale esperienza pregressa in customer service; buon uso pc e posta elettronica- Sap Sd/Mm. Lingue stra-niere: per la squadra industriale, inglese fluente; per la squadra automotive, inglese e francese fluenti. Durata della missione: 1 anno. Zona di lavoro: Wal-ldorf - Germania. Inviare il curriculum a Randstad Italia spa, C.so Vittorio Emanuele II, 30, Torino, e-mail: [email protected] Italia

Lazio

Stage risorse umaneArticolo1, agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nel settore chimi-co-farmaceutico stage risorse umane. La risorsa sarà inserita come stagista nell’ufficio risorse umane. Si richiede: laurea in risorse umane o formazione equivalente, conoscenza riguardo alla mappatura delle competenze e regola-menti aziendali. Ottima conoscenza del pacchetto Office. È previsto un rimbor-so spese. La durata dello stage sarà di tre mesi. Sede di lavoro: Aprilia. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curriculum con l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Arti-colo 1, agenzia per il lavoro, Via P.L. Nervi, Torre 5 Gigli, scala B, int. 27, Centro commerciale Latinafiori, 04100 Latina, tel. 0773 601571, fax 0773 623334, e-mail [email protected]

Lombardia

Addetto segreteria/receptionist

Olympia spa, agenzia per il lavoro, ricerca per prestigiosa società operante nel settore immobiliare un addetto segreteria/receptionist. Il candidato si occuperà della gestione del centralino, appuntamenti, accoglienza ospiti, ge-stione corrispondenza, stesura lettere, mail e fax. Si richiede diploma, espe-rienza di 2/3 anni nel ruolo maturata presso contesti aziendali modernamen-te strutturati, buona conoscenza della lingua inglese e del Pacchetto Office. Si richiede disponibilità immediata full time. Si offre contratto iniziale di 3 mesi con concrete opportunità di assunzione. Sede di lavoro: Milano, zona centro. Gli interessati, amboses-si, possono inviare il curriculum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Olympia spa, agenzia per il lavoro, Via G. Fara 20, 20124 Milano, tel. 02 36644649, fax 02 29533524, e-mail [email protected]

Promoter centro dimagrimento

Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca per importante centro dimagrimento promoter centro dimagrimento. Il candidato ha esperienza di promozioni all’interno di centri commerciali siti in Brescia e provincia. Si richiede: dispo-nibilità a lavorare nei weekend, predi-sposizione al rapporto con il pubblico, domicilio in Brescia e provincia, essere automuniti. Sede di lavoro: Brescia. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curriculum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Ar-ticolo1, agenzia per il lavoro, Piazza

Per implementare il personale della direzione Finance & Administration di Headquarter e nell’ambito del Graduate Program Randstad Excellent Finance (R.E.F), Randstad cerca

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Randstad offre: • Contratto a tempo indeterminato• Tre diversi percorsi di sviluppo sottoforma di job rotation, della durata di 10 mesi:1. F&A PROCESS TO SPEED UP BUSINESS DEVELOPMENT (focused on: labour law; labour

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analysis; business intelligence)3. CORPORATE FINANCE AND MANAGEMENT INFORMATION (focused on: reporting; cost

optimization; cash flow management)• Ogni Graduate avrà un Mentor aziendale, parteciperà a sessioni formative di sviluppo • Ai best performer verrà data la possibilità di aggiungere un’esperienza internazionale

presso la nostra Holding o in altra country Randstad (www.randstad.com)Per la partecipazione all’iter di selezione è indispensabile l’invio di un dettagliato CV comple-

to delle esperienze scolastiche e non e di una ragionata lettera motivazionale contenente: • definizione (in termini di tempi e step) del proprio progetto professionale • indicazione del percorso di sviluppo di interesse tra i 3 indicati• interesse per la posizione offerta e sua coerenza all’interno del proprio progetto professio-

nale• richiesta, ove necessario, di ulteriori informazioni su R.E.F. o su Randstad

Curriculum e lettera motivazionale dovranno essere inviati all’indirizzo:[email protected], citando il riferimento “REF” e il numero del percorso prescelto.

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La Banca incontra la cittàAncona 15 aprile

La prima inchiesta televisiva su Ancona dopo la crisi

INVITO A PARTECIPARE

La Banca incontra la cittàReggio Calabria 22 giugno

La prima inchiesta televisiva su Reggio Calabria dopo la crisi

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La mattinata in diretta tv da Piazza Camagna

Conduce: Jole SAGGESE, Conduttrice, Class CNBC

ore 10.10 – 10.40 1° diretta TV

Calabria: verso la ripresa.Francesco COSENTINO, Direttore Generale, Asireg Lucio DATTOLA, Presidente, CCIAA Reggio Calabria Francesco FEMIA, Presidente, Conindustria Reggio Calabria

Attilio FUNARO, Direttore, Confcommercio Reggio CalabriaLino MORGANTE, Caporedattore Centrale, La Gazzetta del Sud Giuseppe MORABITO, Presidente, Provincia Reggio Calabria *Giuseppe SCOPELLITI, Presidente, Regione CalabriaAntonio VIGNI, Direttore Generale, Banca Monte dei Paschi di Siena

ore 11.30 – 12.00 2° diretta TV

Reggio Calabria tra agricoltura e turismo.Vittorio CAMINITI, Presidente, Federalberghi Regione Calabria Presidente, Gesam Ilaria CAMPISI, Presidente, Confagricoltura Reggio Calabria Camillo NOLA, Presidente, Assolac Ezio PIZZI, Commissario, Consorzio BergamottoRoberto TESSITORE, Direttore Territoriale Corporate Calabria, Banca Monte dei Paschi di Siena

ore 12.15 – 12.40 3° diretta TV

Reggio Calabria: banche e PMI.Valerio BERTI, Presidente, CONFIDI Calabria Paolo FALZEA, Presidente, Giovani Imprenditori Conindustria Reggio Calabria Gianni LAGANÀ, Segretario Provinciale, CNA Reggio CalabriaAntonio MARCIANÒ, Presidente, Confesercenti Reggio Calabria Marco SARNACCHIARO, Direttore Qualità Credito e Mercato Area Territoriale Sud Ovest, Banca Monte dei Paschi di Siena

13.10 –13.25 4° diretta TV

Calabria: scelte dei risparmiatori.Angelo CEREA, Vice Presidente, Anasf Antonino GATTO, Docente Economia Applicata, Università MessinaMario SARDONE, Direttore Territoriale Retail Reggio Calabria, Banca Monte dei Paschi di Siena

Il talk show del pomeriggio dal Teatro F. Cilea - Via Cattolica dei Greci

Conducono: Andrea CABRINI, Direttore, Class CNBC

Jole SAGGESE, Conduttrice, Class CNBC

18.00 – 19.30

Una storia italiana. Reggio Calabria sulla strada della ripresa: imprese, economia e mercati nel 2010

Gli imprenditori: Andrea ABRAMO, Amministratore Delegato, Abramo Holding

Presidente, Giovani Conindustria Catanzaro

Pina AMARELLI, Cav. Lavoro - Presidente, Amarelli

Fabbrica di Liquirizia di Fortunato Amarelli

Sebastiano CAFFO, Amministratore Unico, Distilleria Caffo

Amaro del Capo

Vittorio CAMINITI, Presidente, Federalberghi Regione Calabria

Presidente, Gesam

Gianfranco CAPUA, Presidente, Capua 1880

Carlo MONTESANO, Presidente, GDM

Amministratore Delegato, Gruppo Montesano Hotels

Giuseppe NOLA, Presidente, Cooperativa Osas

Antonino REPACI, Amministratore Delegato, Caronte & Tourist

Marco RUBBETTINO, Direttore Finanziario, Rubbettino

Giuseppe SPEZIALI, Presidente, CAL.ME

Le istituzioni: Lucio DATTOLA, Presidente, CCIAA Reggio Calabria

Gualtiero DE FELICE, Responsabile Area Territoriale Sud Ovest,

Banca Monte dei Paschi di Siena

Francesco FEMIA, Presidente, Conindustria Reggio Calabria

Massimo GIOVANNINI, Rettore,

Università Mediterranea Reggio Calabria

Giuseppe MORABITO, Presidente, Provincia Reggio Calabria *

Giuseppe RAFFA, Sindaco, Reggio Calabria

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente, Regione Calabria

In collegamento via satellite: Dominick SALVATORE, Docente Economia,

Fordham University di New York

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63Lunedì 21 Giugno 2010Lunedì 21 GO F F R O L AVO R OCesare Battisti 8/E, 25128 Brescia, tel. 030 303169, fax 030 3382238, e-mail [email protected]

ReceptionistOpenjob spa, fil. di Lonato (Bs), cerca receptionist per azienda di Calcinato (Bs). Requisiti indispensabili: espe-rienza nella mansione, buona cono-scenza delle lingue inglese e tedesco, disponibilità immediata anche per brevi contratti. Info tel. 030/9133239, fax 030/9133112, [email protected]

Responsabile personale/organizzazione

Ponzi spa ha sede nel centro di Milano ed è un’importante azienda nel com-parto delle informazioni/investigazioni a sfondo economico; specialisti in rap-porti informativi per il mondo degli af-fari e la professione forense. Ricerca un responsabile personale/organizzazione che assicuri una gestione qualitativa e quantitativa delle risorse umane, ap-prontando piani relativi all’assunzione, retribuzione e sviluppo delle risorse, garantire la gestione ottimale e la corretta applicazione delle normative legislative e contrattuali; collaborare con l’amministrazione del personale per tutti gli espletamenti contrattuali, fiscali, previdenziali e assistenziali. Cerchiamo una risorsa esperta, possi-bilmente in pensione ma con ancora la giusta determinazione per occuparsi - part-time di una funzione importante e delicata. Inviare il curriculum corredato di autorizzazione all’uso dei dati perso-nali a: [email protected]. Info al numero verde 800013458.Ponzi

Piemonte

Addetta paghe e contributiRandstad Specialty Finance & Admi-nistration - filiale di Torino, ricerca per propria azienda cliente operante nella consulenza del lavoro e conta-bilità un’addetta paghe e contributi. Mansioni: amministrare il personale gestendo le operazioni mensili connes-se alla busta paga: rilevazione presenze, calcolo e retribuzione dei contributi, comunicazioni agli enti secondo le nor-me vigenti; gestione degli adempimenti annuali: Inail, 770, Cud. Requisiti richiesti: diploma, pluriennale espe-rienza nella mansione, conoscenza dei principali Ccnl, disponibilità full-time. Zona di lavoro: Torino Centro. Inviare il curriculum a Randstad Italia spa, C.so Vittorio Emanuele II 30, Torino, e-mail: [email protected] Italia

Addetti all’accettazione pazienti

Per centro ambulatoriale polispecialisti-co in zona Torino Nord, selezioniamo addetti all’accettazione pazienti. Carat-teristiche del candidato: diploma, pre-gressa esperienza presso centri medici sia in ambito privato che convenziona-to. Si richiedono buona gestione dello stress e dell’emotività, predisposizione al contatto con il pubblico e flessibilità oraria. Automuniti. Disponibilità full time. Filiale di riferimento: Torino. [email protected] Italia

Responsabile sezione medicina del lavoro

Per importante azienda cliente ricer-chiamo un responsabile organizzativo sezione medicina del lavoro. Il/la candidato/a ideale deve conoscere il programma medicina del lavoro (in-serimento dati anagrafici aziende e di-pendenti, protocolli sanitari, idoneità); formulazione di preventivi mirati alle aziende; gestione e organizzazione dei medici e degli infermieri. Si richiede disponibilità full-time. Filiale di riferi-mento: Torino. Inviare il curriculum a: [email protected] Italia

Veneto

Stagista per organico internoOlympia spa, agenzia per il lavoro, ricerca per il proprio organico interno stagista per organico interno. Il candi-dato si occuperà di attività di selezione

del personale e sviluppo commerciale. Si richiede laurea o diploma, flessibilità e determinazione, buona dialettica, pre-disposizione al contatto con il pubblico, buon uso del pc. Sede di lavoro: Bellu-no. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curriculum, con autorizzazio-ne al trattamento dei dati personali a: Olympia spa, agenzia per il lavoro, Via Vittorio Veneto 102, 32100 Belluno, tel. 0437 31158, fax 0437 359986, E-mail [email protected]

Sanità

Campania

Operatore sociosanitarioArticolo1, agenzia per il lavoro, ricer-ca per importante azienda cliente un operatore sociosanitario appartenente alle categorie protette. La risorsa ideale deve aver conseguito l’attestato professionale, maturato due anni di esperienza in analogo ruolo in strutture sanitarie, essere disponibile a lavorare su turni sia notturni sia diurni dal lunedì alla domenica. E’ necessario avere la disponibilità di un’auto propria. Com-pletano il profilo affidabilità, serietà. Si offre contratto a tempo determinato con concretissime possibilità di inserimento in azienda. Sede di lavoro: Napoli. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curriculum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Arti-colo1 spa, Agenzia per il lavoro, Via G. Porzio 4, Isola G1 Centro Direzionale - 80143 Napoli, fax 081/19562804, e-mail [email protected]

Lombardia

Infermieri professionaliOlympia spa, agenzia per il lavoro, ricerca per importanti strutture ospe-daliere private infermieri professionali. I candidati saranno addetti ai reparti di terapia intensiva, sala operatoria, medicina generale e d’urgenza, or-topedia. Requisiti richiesti: laurea in scienze infermieristiche, iscrizione all’albo degli infermieri, precedenti esperienze presso reparti di strutture modernamente organizzate. Per i citta-dini extra UE: permesso di soggiorno in corso di validità e buona conoscenza della lingua italiana. Si richiede, inoltre, disponibilità a lavoro su turni. Si offre un contratto di 6 mesi con possibilità di proroga. Sede di lavoro: Milano Sud. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curriculum, con autorizza-zione al trattamento dei dati personali a: Olympia spa, agenzia per il lavoro, Via G. Fara 20, 20124 Milano, tel. 02 36644649, fax 02 29533524, e-mail [email protected]

Segreteria

Lombardia

Segretaria conoscenzalingua cinese

Randstad Italia spa, filiale di Legnano, ricerca per azienda settore meccanico di Canegrate candidata con ottima conoscenza lingua cinese per attività di segretariato e contatto con sede azien-dale in Cina. Gli interessati possono richiedere informazioni o inviare il proprio curriculum a: Randstad Italia spa, Filiale di Legnano, Via XXIX Maggio 113, 20025 Legnano, tel. 0331 593412, fax 0331 593556, Email [email protected] Italia

Segretaria di direzione ottimo inglese

Olympia spa, agenzia per il lavoro, ricerca per importante società operante nel settore servizi segretaria di dire-zione con ottimo inglese. La risorsa selezionata sarà inserita nella segreteria del management e dovrà assistere i referenti affidati nella gestione dei vari impegni lavorativi: gestione agenda, organizzazione viaggi di lavoro e trasferte, note spese e altre attività di segreteria. Sarà inoltre punto di riferi-mento e interfaccia nei rapporti interni e internazionali con i manager delle

diverse funzioni aziendali. Si richiede: diploma e/o laurea, esperienza nel ruolo maturata in contesti internazio-nali strutturati, ottima conoscenza della lingua inglese, ottima conoscenza del Pacchetto Office. Si offre contratto di sei mesi con concretissime possibilità di inserimento in azienda. Sede di lavoro: Milano. Gli interessati, ambo-sessi, possono inviare il curriculum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Olympia spa, agenzia per il lavoro, Via G. Fara 20, 20124 Milano, tel. 02 36644649, fax 02 29533524, e-mail [email protected]

Spedizioni

Lombardia

Responsabile spedizioni traffico terrestre

Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca per azienda di spedizioni responsa-bile spedizioni traffico terrestre (Rif. SPEDTERRA01). La risorsa avrà il compito di gestire le spedizioni sia dal punto di vista organizzativo sia logi-stico dalla ricezione dell’ordine fino all’espletamento: produzione documen-tazione, customer care clienti, gestione claims. Requisiti necessari: esperienza di almeno un anno in analoga man-sione, provenienza da multinazionale del settore trasporti, buon inglese, leadership, spiccato problem-solving, approccio commerciale. L’orario di lavoro: full-time. Sede di lavoro: zona Brignano Gera d’Adda. Gli interessati, ambosessi, possono inviare il curricu-lum con l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 spa, agenzia per il lavoro, Viale Betelli 33, 24044 Dalmine (Bg), tel. 035567381 / 035373383 / 035374686, e-mail [email protected]

Tecnici

Campania

Macchinista litografoArticolo1, agenzia per il lavoro, ricerca per importante azienda cliente un mac-chinista litografo. Il candidato ideale ha maturato esperienza nel ruolo presso aziende del settore legatoria. Requisiti richiesti: esperienza nella mansione; capacità di lavorare in autonomia; residenza in zone limitrofe; disponi-bilità al lavoro su turni. Completano il profilo affidabilità, serietà. Sede di lavoro: Napoli. Gli interessati, ambo-sessi, possono inviare il curriculum, con autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 spa, Agenzia per il lavoro, Via G. Porzio 4, Isola G1 Centro Direzionale - 80143 Napoli, fax 081/19562804, e-mail [email protected]

Lazio

Elettricista impianti industriali

Articolo1, agenzia per il lavoro, ri-cerca per azienda operante nel set-tore metalmeccanico un elettricista impianti industriali con uso plc. Le attività comprendono: installazione di nuovi impianti, quadri di controllo, canaline con cavi elettrici, impianti di illuminazione (lavoro in elevazione), interventi per guasti e manutenzione di impianti e macchinari di produzio-ne, conoscenza di programmazione dei Plc della Siemens, Allen-bradley e Omron. Capacità di lavorare in gruppo, flessibilità e adattabilità negli ambienti industriali con lavoro a turno. Sede di lavoro: Aprilia. Gli interessati, ambo-sessi, possono inviare il curriculum con l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo 1, agenzia per il lavoro, Via P.L. Nervi, Torre 5 Gigli, scala B, int. 27, Centro commerciale Latinafiori, 04100 Latina, tel. 0773 601571, fax 0773 623334, e-mail [email protected]

Lombardia

Elettricisti industrialiArticolo1, agenzia per il lavoro, ricerca per azienda operante nella progettazione e realizzazione d’impianti elettrici indu-striali elettricisti industriali. Si richiede pluriennale esperienza nella realizzazione di impianti a medio/alta tensione, dispo-nibilità a lavorare su turni, affidabilità. Domicilio in Brescia. Sede di lavoro: Bre-scia. Inviare il curriculum, con autorizza-zione al trattamento dei dati personali a: Articolo1, agenzia per il lavoro, Piazza Cesare Battisti 8/E, 25128 Brescia, tel. 030 303169, fax 030 3382238, e-mail [email protected]

Montatore meccanico presseOpenjob spa, fil. di Lonato (BS), cerca montatore meccanico presse è richiesta esperienza nel settore metalmeccanico, ottima conoscenza dei macchinari e disegno tecnico. Residenza in paesi limitrofi. Luogo di lavoro Ponte S. Marco (Bs). Tel. 030/9133239, fax 030/9133112, [email protected]

Piemonte

Collaudatore torni Cnc plurimandrini

Ricerchiamo collaudatore su torni Cnc plurimandrini da inserire presso azienda cliente settore meccanica di precisione. Si richiede esperienza nella mansione, preferibile iscrizione alle liste di mobilità. Automunito. Sede di lavoro: Orbassano. Per candidarsi contattare: Randstad Italia spa, Via Alfieri 24/a, 10043 Orbassano (To), tel. 0119040564, fax 0119040563, [email protected] Italia

Elettricista manutentoreRandstad Italia spa, agenzia per il lavoro, ricerca persone con ottima esperienza nella manutenzione elettrica di macchi-nari, capacità nell’uso dei programmi informatici, lingua inglese. In possesso di diploma e/o esperienza e disponibile a turni flessibili anche nel fine settimana con reperibilità. Se immediatamente disponibili e vi riconoscete in questa descrizione entrate per maggiori informa-zioni. Sede di lavoro: Vicinanze Cossato. Randstad Italia spa, Viale Roma 1, Biella, tel. 015/8497820, fax 015/8497822, e-mail: [email protected] Italia

Manutentore macchinariper pulizia industriale

Per azienda cliente operante nel settore del cleaning ricerchiamo manutentore con esperienza nella riparazione di macchinari per la pulizia industriale. Si richiede ottima capacità di lettura schemi elettrici, utilizzo tester, buona manualità. Preferibile provenienza da aziende del settore o esperienza nella riparazione di elettrodomestici e macchinari in genere. La ricerca ha carattere di urgenza. In-quadramento e tipologia contrattuale da definire. Automunito/a, orario full-time. Sede di lavoro: Beinasco. Per candidarsi contattare: Randstad Italia spa, Via

Alfieri 24/a, 10043 Orbassano (To), tel. 0119040564, fax 0119040563, [email protected] Italia

Programmatore torniCnc in Fanuc

Ricerchiamo per azienda cliente settore metalmeccanico programmatore torni Cnc in Fanuc con esperienza. Disponi-bilità immediata su 2 turni e/o centrale. Automuniti. Sede di lavoro: Orbassano. Per candidarsi contattare: Randstad Italia spa, Via Alfieri 24/a, 10043 Orbassano (To), tel. 0119040564, fax 0119040563, [email protected] Italia

Tecnici per varie mansioniPer prestigiosa azienda cliente Randstad Inhouse Services, divisione di Randstad Italia spa è stata incaricata di ricercare: elettricisti e collaudatori elettrici; tubisti/idraulici; montatori meccanici e allesti-tori; ispettori di qualità di fabbrica. Si richiede diploma o qualifica in ambito tecnico, capacità di lavorare in team e per obiettivi. Ottime capacità di problem solving, risolutezza e velocità. Gradita esperienza pregressa nella mansione. Disponibilità a lavorare su turni. Sedi di lavoro saranno: provincia di Cuneo (Cn). Per le posizioni sopra citate viene offerto un contratto di somministrazione a tem-po determinato. I candidati interessati possono inviare la propria candidatura esclusivamente via mail all’indirizzo: [email protected] Per ulteriori informazioni contattare il nu-mero: 348 4452283.Randstad Italia

Veneto

ElettricistiOlympia spa, agenzia per il lavoro, ricerca per aziende clienti elettricisti. I candidati hanno una lunga e consolidata esperienza nella mansione, sia per im-pianti civili sia industriali. È richiesta flessibilità per quanto concerne l’orario di lavoro e disponibilità per eventuali trasferte. Contratto a tempo determina-to di due o tre mesi con possibilità di proroghe. Sedi: Belluno e Ponte nelle Alpi. Gli interessati, ambosessi, posso-no inviare il curriculum, con autorizza-zione al trattamento dei dati personali a: Olympia spa, agenzia per il lavoro, Via Vittorio Veneto 102, 32100 Belluno, tel. 0437 31158, fax 0437 359986, E-mail [email protected]

Turismo

Lombardia

Impiegata banconistaOpenjob spa - filiale di Brescia ricerca un/una impiegata banconista per agen-zia di viaggi. Richiesta pluriennale esperienza e autonomia nella creazione di pacchetti viaggio e nella gestione della biglietteria aerea. Informazioni: tel. 030/2944076, fax 030/2944343 - E-mail: [email protected]

Telefono 02-58219.1 - e-mail: [email protected]

Direttore ed editore Paolo Panerai (02-58219209)

Direttore Marino Longoni (02-58219207)

Redazione: Silvana Saturno (02-58219378)

Roxy Tomasicchio (02-58219335)ItaliaOggi Editori - Erinne srl - 20122 Milano, via Marco Burigozzo 5, tel. 02-58219.1; telefax 02-58317598; 00187 Roma, via Santa Maria in Via 12, tel. 06-6976081 r.a.; telefax 06-69920373, 69920374.Stampa: Milano, Stem Editoriale Spa, Cernusco S/N (Milano), via Brescia 22 Distribuzione: Erinne srl - via Marco Burigozzo 5 - 20122 Milano, tel. 02-58219283. Concessionaria esclusiva per la pubblicità: Class Pubblicità - Via Burigozzo 8 - 20122 Milano - Tel. 02-58219521-2. Presidente: Paolo Panerai. Direttore Generale: Matteo Sordo. Vicedirettore generale (finanza e legale): Francesco Rossi. Vicedirettore generale speciali: Danilo Altenburger.ItaliaOggi - Registrazione del tribunale di Milano n. 602 del 31/7/91 - Direttore responsabile: Paolo Panerai. Testata che fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250

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