Il prezzo della verit¿ Manovra, pressioni su Mattarella ... Fatto Quotidiano - 17 novembre...

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Sabato 17 novembre 2018 – Anno 10 – n° 317 e 1,50 – Arretrati: e 3,00 Redazione: via di Sant’Erasmo n° 2 – 00184 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 y(7HC0D7*KSTKKQ( +:!#!#!=!_ a 1,50 -Arretrati: a 3,00 - a 12,00 con il libro “Salvimaio” Il prezzo della verità » MARCO TRAVAGLIO A vrei voluto parlarvi an- che oggi di ciò che acca- de nel mondo reale. Ma ieri ho trascorso il pomeriggio a correr dietro a un post di Matteo Renzi su Facebook con la notizia di una sentenza del Tribunale di Firenze che, per la seconda volta in un mese, mi vede soccomben- te con suo padre Tiziano per un risarcimento di 50 mila euro. So- lite geremiadi sulle “ingiustizie, le falsità, le diffamazioni”, il “mare di fango” che lui e i suoi genitori plurinquisiti hanno do- vuto “sopportare”. Solito elogio ai magistrati che (al momento) gli danno ragione (“ci sono dei giudici in Italia”: soprattutto a Firenze). Solito auspicio che “torni il tempo della serietà” e della “verità” (cioè il tempo dei Renzi). E minaccioso avverti- mento ai tg (“sono curioso di ve- dere come daranno la notizia”, come se fossero usi occuparsi di processi per diffamazione). Il bello è che non so letteralmente di quale sentenza o processo stia parlando, perché né a me né ai miei avvocati risultava quella causa. Forse la busta verde con l’atto di citazione si è persa tra le tante per colpa mia o dell’uffi- ciale giudiziario, o è andata smarrita nella trasmissione dal- la nostra segreteria allo studio legale, chissà. Sta di fatto che ero contumace e non ho potuto di- fendermi. Poi, in serata, una giornalista molto addentro alle cose della famiglia Renzi – in un’intercettazione depositata a- gli atti di Consip, Tiziano ne e- logia la performance in una pun- tata di Otto e mezzo con il sotto- scritto e Matteo ridacchia: “L’abbiamo mandata noi” – cita sul sito del Foglio brani della sentenza e soprattutto la frase che mi è costata 50 mila euro. La pronunciai proprio nella punta- ta di cui parlano babbo e figliolo: quella del 9 marzo 2017. Eccola: “Il padre del capo del governo si mette in affari o s’interessa di af- fari che riguardano aziende con- trollate dal governo”. Il minimo sindacale della cronaca del mo- mento, e anche di oggi: com’è u- niversalmente noto, Tiziano Renzi era ed è indagato dalla Procura di Roma (con richiesta di archiviazione non ancora va- lutata dal gip) per traffico d’in- fluenze illecite con la Consip: so- cietà controllata dal governo, ai tempi in cui il premier era il figlio Matteo, che aveva nominato l’ad di Consip Luigi Marroni. Non solo. Tiziano Renzi si era messo in affari con un’altra società par- tecipata dal governo, Poste Ita- liane, ottenendo per la sua “E- venti 6” un lucroso appalto per distribuire le Pagine Gialle nel 2016, quando Matteo sedeva a Palazzo Chigi. Affare legittimo, a parte la puzza di conflitto d’in- teressi, e mai sfiorato da indagi- ni. Ma totalmente vero e verifi- cato. Ricapitolando: quella sera, dalla Gruber, dissi la pura, sem- plice e anche banale verità. SEGUE A PAGINA 20 » LUIS SEPÚLVEDA N on sono troppo incline a guardare i libri che ho pubblicato. Probabilmente ho molti difetti, ma la vanità non sembra essere fra questi, e forse lo devo all’insegna- mento di quel Vecchio che vi- ve da solo nella foresta amaz- zonica. A volte, nella tranquil- lità di casa, entro nella stanza in cui ho raccolto tutti i miei libri e, osservandoli nell’ordine fisso del mobile che li ospita, passo la mano sui dorsi, scorro i titoli e mi dico piano: que- sto sono io, questo è il mio lavoro. Nient’altro. Ogni tanto ne tiro fuori uno e quando per caso mi capita una copia del Vecchio che leg- geva romanzi d’amore, lo sa- luto con l’affetto con cui si ac- coglie un caro amico, perché nel mio me- stiere si crea sem- pre un’amicizia, u- na vicinanza, un at- taccamento reci- proco fra lo scrittore e il personaggio. Allora io e José Antonio Bolívar Proano ci sediamo davanti a un fiume d’acqua verde. A PAG. 18 Cromo esavalente (cancerogeno) nelle acque dei lavori Tap. Il Noe perquisisce le sedi dell’azienda. Grande opera, enormi problemi q FELTRI A PAG. 3 RIFIUTI I riciclati della Lega Salvini in Campania non fa la differenziata: ex FI pro inceneritori q D’ESPOSITO E PALOMBI A PAG. 6 - 7 La Ceppa Di Maio e i termovalorizzatori Ansa VELENI Giambattista Toninelli è il broker degli scarti pericolosi. Il pm aveva chiesto 6 anni Si è salvato con la prescrizione pure il “Papa dei fanghi tossici” p Con la sua impresa per 20 anni – secondo la Procu- ra antimafia di Napoli – ha fatto da “intermediario” tra le aziende del Nord che do- vevano disfarsi dei materia- li inquinanti e gli imprendi- tori-smaltitori vicini ai Casa- lesi. Ma per la Corte d’assise i reati sono ormai estinti q BALDIERI A PAG. 6 La cattiveria Cambia il testo del Padre Nostro. Ma che minchia ci hanno messo nel decreto Genova? WWW.SPINOZA.IT ARTE E AFFARI L’asta di New York: nessuno compra il Burri della Crespi q GROSSI A PAG. 15 SOLO PER CHI HA DICHIARATO È sparito il condono fiscale q CERASA A PAG. 2 NO DELL’UE Pronti i ricorsi alla Consulta per la violazione del pareggio di bilancio Manovra, pressioni su Mattarella per commissariare la Costituzione p Dubbi al Quirinale: le ultime leggi finan- ziarie sono state approvate in deficit solo perché c’era l’assenso di Bruxelles, che ora invece manca. La Bce di Draghi pronta a comprare debito pubblico anche nel 2019 L’INUTILE TAV NEL TUNNEL DELLE NUOVE FAKE NEWS q LIVIO PEPINO A PAG. 11 LA QUOTA-TRASPARENZA Scontro sui soldi ai partiti q DE CAROLIS A PAG. 2 LA STORIA Viaggio nella Terra dei Fuochi Il prete simbolo, un fotografo e un oncologo nella MalaTerra q SCHIRATO, DON PATRICIELLO E GIORDANO A PAG. 8 - 9 L’INEDITO Lo scrittore cileno racconta il best seller che lo lanciò 25 anni fa Il mio vecchio amico che leggeva l’amore TRAGEDIA AD AOSTA Iniezione letale: così Marisa ha ucciso i figli q DIEMOZ A PAG. 14 IL NEOFEMMINISMO DELLE MADAMINE E DEGLI UMARELL q DANIELA RANIERI A PAG. 11 p Il disastro ambientale più grande d’Italia in un racconto di chi, e per chi, vive e chiede giustizia Il sacerdote A Orta di Atella Stefano Schirato CONFLITTO D’INTERESSI Il braccio destro di Tria Garofoli: al Mef chi lavorava per la sua editrice di famiglia q A PAG. 12 I vertici Sergio Mattarella e Giuseppe Conte Ansa

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Sabato 17 novembre 2 01 8 – Anno 10 – n° 317 e 1,50 – Arretrati: e 3 ,0 0Redazione: via di Sant’Erasmo n° 2 – 00184 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

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a 1,50 -Arretrati: a 3,00 - a 12,00 con il libro “Salvimaio”

Il prezzo della verità

» MARCO TRAVAGLIO

A vrei voluto parlarvi an-che oggi di ciò che acca-de nel mondo reale. Ma

ieri ho trascorso il pomeriggio acorrer dietro a un post di MatteoRenzi su Facebook con la notiziadi una sentenza del Tribunale diFirenze che, per la seconda voltain un mese, mi vede soccomben-te con suo padre Tiziano per unrisarcimento di 50 mila euro. So-lite geremiadi sulle “ingiustizie,le falsità, le diffamazioni”, il“mare di fango” che lui e i suoigenitori plurinquisiti hanno do-vuto “sopportare”. Solito elogioai magistrati che (al momento)gli danno ragione (“ci sono deigiudici in Italia”: soprattutto aFirenze). Solito auspicio che“torni il tempo della serietà” edella “verità” (cioè il tempo deiRenzi). E minaccioso avverti-mento ai tg (“sono curioso di ve-dere come daranno la notizia”,come se fossero usi occuparsi diprocessi per diffamazione). Ilbello è che non so letteralmentedi quale sentenza o processo stiaparlando, perché né a me né aimiei avvocati risultava quellacausa. Forse la busta verde conl’atto di citazione si è persa tra letante per colpa mia o dell’uf fi-ciale giudiziario, o è andatasmarrita nella trasmissione dal-la nostra segreteria allo studiolegale, chissà. Sta di fatto che erocontumace e non ho potuto di-fendermi. Poi, in serata, unagiornalista molto addentro allecose della famiglia Renzi – inun’intercettazione depositata a-gli atti di Consip, Tiziano ne e-logia la performance in una pun-tata di Otto e mezzo con il sotto-scritto e Matteo ridacchia:“L’abbiamo mandata noi” – citasul sito del Foglio brani dellasentenza e soprattutto la fraseche mi è costata 50 mila euro. Lapronunciai proprio nella punta-ta di cui parlano babbo e figliolo:quella del 9 marzo 2017. Eccola:“Il padre del capo del governo simette in affari o s’interessa di af-fari che riguardano aziende con-trollate dal governo”. Il minimosindacale della cronaca del mo-mento, e anche di oggi: com’è u-niversalmente noto, TizianoRenzi era ed è indagato dallaProcura di Roma (con richiestadi archiviazione non ancora va-lutata dal gip) per traffico d’i n-fluenze illecite con la Consip: so-cietà controllata dal governo, aitempi in cui il premier era il figlioMatteo, che aveva nominato l’addi Consip Luigi Marroni. Nonsolo. Tiziano Renzi si era messoin affari con un’altra società par-tecipata dal governo, Poste Ita-liane, ottenendo per la sua “E-venti 6” un lucroso appalto perdistribuire le Pagine Gialle nel2016, quando Matteo sedeva aPalazzo Chigi. Affare legittimo,a parte la puzza di conflitto d’i n-teressi, e mai sfiorato da indagi-ni. Ma totalmente vero e verifi-cato. Ricapitolando: quella sera,dalla Gruber, dissi la pura, sem-plice e anche banale verità.

SEGUE A PAGINA 20

» LUIS SEPÚLVEDA

Non sono troppo incline aguardare i libri che ho

pubblicato. Probabilmenteho molti difetti, ma la vanitànon sembra essere fra questi,e forse lo devo all’in seg na-mento di quel Vecchio che vi-ve da solo nella foresta amaz-zonica. A volte, nella tranquil-lità di casa, entro nella stanzain cui ho raccolto tutti i miei

libri e, osservandolinell’ordine fisso delmobile che li ospita,passo la mano suidorsi, scorro i titolie mi dico piano: que-sto sono io, questo è ilmio lavoro. Nient’altro.

Ogni tanto ne tiro fuori unoe quando per caso mi capitauna copia del Vecchio che leg-geva romanzi d’amore, lo sa-luto con l’affetto con cui si ac-

coglie un caro amico,perché nel mio me-stiere si crea sem-pre un’amicizia, u-na vicinanza, un at-

taccamento reci-proco fra lo scrittore e

il personaggio.Allora io e José Antonio

Bolívar Proano ci sediamodavanti a un fiume d’a cq uaverde.

A PAG. 18

Cromo esavalente (cancerogeno) nelle acque dei lavori Ta p. Il Noeperquisisce le sedi dell’azienda. Grande opera, enormi problemi

q FELTRI A PAG. 3

RIFIUTI I riciclati della Lega

Salvini in Campanianon fa la differenziata:ex FI pro inceneritori

q D’ESPOSITO E PALOMBI A PAG. 6 - 7

La Ceppa Di Maio e i termovalorizzatori Ansa

VELENI Giambattista Toninelli è il broker degli scarti pericolosi. Il pm aveva chiesto 6 anni

Si è salvato con la prescrizionepure il “Papa dei fanghi tossici”pCon la sua impresa per20 anni – secondo la Procu-ra antimafia di Napoli – hafatto da “intermediar io” t rale aziende del Nord che do-vevano disfarsi dei materia-li inquinanti e gli imprendi-tori-smaltitori vicini ai Casa-lesi. Ma per la Corte d’assi sei reati sono ormai estinti

q BALDIERI A PAG. 6

La cattiveriaCambia il testo del PadreNostro. Ma che minchiaci hanno messonel decreto Genova?

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ARTE E AFFARI

L’asta di New York:nessuno comprail Burri della Crespi

q GROSSI A PAG. 15

SOLO PER CHI HA DICHIARATO

È sparito il condono fiscaleq CERASA A PAG. 2

NO DELL’UE Pronti i ricorsi alla Consulta per la violazione del pareggio di bilancio

Manovra, pressioni su Mattarellaper commissariare la Costituzione

p Dubbi al Quirinale: le ultime leggi finan-ziarie sono state approvate in deficit soloperché c’era l’assenso di Bruxelles, che orainvece manca. La Bce di Draghi pronta acomprare debito pubblico anche nel 2019

L’INUTILE TAV NEL TUNNELDELLE NUOVE FAKE NEWS

q LIVIO PEPINO A PAG. 11

LA QUOTA-TRASPARENZA

Scontro sui soldi ai partitiq DE CAROLIS A PAG. 2

LA STORIA Viaggio nella Terra dei Fuochi

Il prete simbolo,un fotografoe un oncologonella MalaTerra

q SCHIRATO, DON PATRICIELLOE GIORDANO A PAG. 8 - 9

L’I N E DI TO Lo scrittore cileno racconta il best seller che lo lanciò 25 anni fa

Il mio vecchio amico che leggeva l’amoreTRAGEDIA AD AOSTA

Iniezione letale:così Marisaha ucciso i figli

q DIEMOZ A PAG. 14

IL NEOFEMMINISMODELLE MADAMINEE DEGLI UMARELL

q DANIELA RANIERI A PAG. 11

p Il disastro ambientalepiù grande d’Italia in unracconto di chi, e per chi,vive e chiede giustizia

Il sacerdote A Orta di Atella Stefano Schirato

CONFLITTO D’INTERESSI Il braccio destro di Tria

Garofoli: al Mef chi lavoravaper la sua editrice di famiglia

q A PAG. 12I vertici Sergio Mattarella e Giuseppe Conte Ansa

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2 » ECONOMIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 17 Novembre 2018

Il condono si sgonfia ma la Legaadesso pensa a nuove sanatorie

» LUCA DE CAROLIS

Ogni giorno gialloverde hala sua pena. E per non bru-

ciarsi su una materia infiam-mabile, ossia la trasparenzasui soldi ai partiti, questa voltai coinquilini che non si sop-portano hanno buttato la pallain tribuna, anzi in aula.

T R A D OT TO , via i due emenda-menti dei 5Stelle in commis-sione al disegno di legge An-ticorruzione, che alzavano da500 a 2mila euro il tetto oltrecui rendicontare i contributi aforza politiche e fondazioni. Evia anche tutte le proposte dimodifica dei leghisti agli arti-coli 7 e 8, quelli sui partiti. Se neriparlerà da lunedì, dentro l’e-miciclo. Ed è un compromessoforzato dopo lo psicodramma

scatenato dal M5S, che ieri hadovuto rimangiarsi la promes-sa alla Lega di alzare a 2.000euro il limite oltre il quale ren-dere obbligatoria la rendicon-tazione di ognicontributo, conregistrazione ediffusione pub-blica sul web delnome e cognomedi ogni donatore.E il tetto saliva a3.000 euro nelcaso di altre pre-stazioni.

Così almenoprevedevano glie m e n d a m e n t ipresentati dai re-

latori al testo, i grillini France-sca Businarolo e FrancescoForciniti. Ma l’intesa di giove-dì sera, con il Carroccio cheportava a casa un trofeo anche

simbolico, è statafermata dai verti-c i d e i 5 S t e l l e .Forse ignari, vi-sto che in quellestesse ore il pre-mier GiuseppeConte assieme aLuigi Di Maio e avari ministri eraalla riunione diPalazzo Chigisul decreto f i-scale. O forse ibig hanno com-

messo un errore di valutazio-ne, perché dalla Camera sus-surrano di un via libera arri-vato dall’alto giovedì.

MA LA CERTEZZA è che ierimattina a calare lo stop all’ac -cordo è stato innanzituttoConte. Perché il tetto dei 500euro era ed è considerato in-valicabile, dal premier comeda Di Maio. E anche dal Guar-dasigilli Alfonso Bonafede,che in mattinata a L’aria che ti-ra su La7 ribadisce la linea: “Lasoglia è di 500 euro per le do-nazioni in contanti, sopra i 500euro verrà tutto pubblicato o-nline; e questo è l’accordo rag-giunto in Consiglio dei mini-

stri”. Ovvero, non trattabile. Eallora nella riunione congiun-ta delle commissioni Giustiziae Affari costituzionali il M5S fadietrofront. E la Lega ha buongioco nell’infuriarsi. “Con i5Stelle avevamo un accordo,non si sta in maggioranza co-sì”, sibila Igor Iezzi, capogrup-po del Carroccio in Affari co-stituzionali, che aveva presen-tato emendamenti a pioggiaper scardinare le norme suipartiti. E che giovedì ha già ot-tenuto che venisse tolta la nor-ma che prevedeva l’ob bli goper ogni partito di esser legatoa una sola associazione: “Fattaapposta per la piattaformaRousseau”, malignano le op-

» LUCIANO CERASA

L’argomento condonirimane ancora unanota dolente per ilgoverno gialloverde,

proprio mentre all’orizzontese ne preannuncia un altro:questa volta per stralciare to-talmente le imposte alle fa-miglie che dichiarano unbasso reddito. L’altroieri eratoccato al vicepremier DiMaio subire il colpo di spu-gna in commissione al Senatosull’emendamento che aprela strada al condono a Ischia.Tentativo rintuzzato in aula,dove però la maggioranzaper la prima volta ha trabal-lato per i tanti malpancisti e-mersi tra i 5stelle. Oggi toccaall’omologo Salvini preveni-re la fronda e mandare giù ilrospo su uno dei punti delcontratto di governo consi-derato “im pr esc in dib il e”dalla Lega: la Pace fiscale.

IN UN VERTICE notturno con-vocato dopo il rientro del pre-sidente del Consiglio Conteda Abu Dhabi, si è deciso di farsaltare in tutto o in parte quelfamoso articolo 9 del decretofiscale su cui gli stati maggioridi Lega e M5S si sono fronteg-giati a colpi di “manine” e mi-nacce di crisi. Scompaiono in-fatti dal disegno di legge diconversione quelle “dichiara -zioni integrative” che davanola possibilità di pagare al sin-golo contribuente infedele(ma anche – come rivelato dalFatto–a qualche riciclatore didenaro sporco attraverso lasanatoria della frode fiscale)imposte pari solo al 20%d e ll ’imponibile “ri e m e rs o ”che poteva raggiungere anche2 milioni e mezzo di euro incinque anni. Si potrà sanare inquesto modo solo quanto giàdichiarato e non versato. “Sen’è parlato l’altra sera, vedre-mo cosa fare nei prossimigiorni”, spiega cauto al Fattoilsottosegretario all’Economia,il leghista Massimo Bitonci.“Abbiamo considerato che ladichiarazione integrativa cosìcome è adesso ha un impattoestremamente limitato, men-tre è molto più efficace e pre-vede un gettito maggiore la sa-natoria delle irregolarità for-mali, che ci hanno sollecitatotra l’altro i commercialisti”,aggiunge Bitonci che non pre-vede un taglio netto del testodella norma incriminata: “Lu -nedì inizierà la trattazione inCommissione al Senato e-mendamento per emenda-mento, quando arriveremoall’articolo 9 vedremo se sarà

totalmente stralciato”. Anchela misura che introduce il car-cere per gli evasori rimane uf-ficialmente nel perimetrodelle cose da fare, ma la si af-fida al limbo di un futuro di-segno di legge ad hoc. È il frut-to dello scambio con la Lega,non entusiasta della misura.

“Già nel 2015 fu fatta unamodifica consistente – sotto -linea il sottosegretario delCarroccio – nel Contratto digoverno è chiaro che il prov-vedimento deve essere legatoa un cospicuo taglio delle tasseche verrà introdotto solo conla prossima legge di Bilancio”.Bitonci annuncia anche unnuovo condono, questa volta afavore delle famiglie con un I-

see – la dichiarazione della si-tuazione economica –, moltobasso: “Ci sarà un emenda-mento del governo per stral-ciare in casi molto particolaril’intero debito verso il fiscoma solo per i redditi moltobassi”. Rimangono nel testo dilegge bollinato da PalazzoChigi l’altra sera gli altri 9 con-doni previsti dal decreto a va-

rio titolo: dalla rottamazioneter sulle cartelle, che proba-bilmente sarà allargata ancheagli avvisi bonari, alla cancel-lazione totale delle vecchiecartelle, fino al 2010, non su-periori a 1.000 euro e la sana-toria sulle liti tributarie. Tra lenovità da varare immediata-mente che si vanno consoli-dando – come conferma Bi-

tonci – spunta la sanatoriadegli errori formali (in granparte riguardano i ritardinelle dichiarazioni Iva e irre-golarità catastali). Basteràpagare un’oblazione di 200euro per ogni anno d’i mp o-sta. Su ispirazione della Legasi propone inoltre di intro-durre una tassa dell’1,5% suiMoney transfer, quei canaliusati generalmente dagli im-migrati per trasferire le ri-messe in denaro alle famiglienel loro paese d’origine.

COSÌ come entrerà nel decretoil rinnovo del bonus bebè, sucui si è personalmente impe-gnato il ministro della Fami-glia Lorenzo Fontana. Saran-

no detassate le sigarette elet-troniche, con una revisione atre aliquote, mentre il Movi-mento 5 Stelle ha annunciatola detassazione dei "metriquadrati di ombra degli om-brelloni presenti negli stabili-menti balneari". Sempre incampo fiscale mai più cartelleesattoriali senza poter conte-stare preventivamente l’at toimpositivo. Un emendamen-to dei 5 Stelle, infatti, introdu-ce l’obbligo di una sorta di "av-viso di garanzia" che l’ufficiodelle Entrate –"pena di nullitàdell’atto" – ha l’obbligo di no-tificare. Il contribuente saràpreventivamente invitato alcontraddittorio.

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Alle calende grecheNiente pene inaspriteper gli evasori. Bitonci(Mef): “Prima vannotagliate le tasse”

Il verticea Chigi

Il premierConte, i vice

Di Maio e Sal-vini e il sotto-

s egretarioG iorge t t i Ansa

Pasticcio Il M5S promette di alzarlo a 2mila euro ma fa dietro front, e il Carroccio s’infuria

Soldi ai partiti, i gialloverdi litigano sul tettoPoi il compromesso: “Via gli emendamenti”

RISSA CONTINUA

Lo stop di ConteIl premier: “Illimite resta a 500e u ro”. Lunedìsi va in Aula, masenza accordosarà battaglia

Pote n z i at aLa Gdf potràacce de rea l l’a n ag ra fet r i but a r i a .Sotto, il sot-tos egretarioB itonc i Ansa

PACE FISCALEL’accordo Salta dal decretola norma che permettevadi sanare anche le frodi. Dallecartelle alle liti restano gli altri“sconti” . Che i leghisti voglionoanche per i redditi bassi

LA NORMA CONTESTATA

Il Garante controla fattura elettronica:“Va subito cambiata”

qCOSÌ COME È non va bene. La fatturaelettronica, che si prepara a debuttare

dal primo gennaio prossimo anche nei rappor-ti tra fornitori e tra questi e i consumatori, per ilGarante della privacy presenta diversi punti diforte criticità che possono mettere a repenta-glio i diritti e le libertà degli interessati. Perquesto, secondo l’Autorità guidata da Anto-nello Soro, va ripensata “con urgenza” per a-

deguarla al nuovo sistema normativo sullaprotezione dei dati personali introdotto dal G-dpr, il regolamento europeo che ha debuttato il25 maggio scorso. Il nuovo obbligo di fattura-zione elettronica porterebbe a un trattamentosistematico, generalizzato e di dettaglio di datipersonali, potenzialmente relativo ad ogni a-spetto della vita quotidiana, sproporzionatorispetto all’obiettivo di interesse pubblico, pur

legittimo, perseguito. Uno stop che arriva do-po le stime dei tecnici e dell’Agenzia delle En-trate sull’incasso previsto. È la prima volta cheil Garante esercita il nuovo potere correttivo diavvertimento, attribuito dal Regolamento eu-ropeo, attraverso un provvedimento adottatoanche a seguito di alcuni reclami. L’Autorità hachiesto di modificare la norma nelle prossimesettimane e di essere informato.

Sabato 17 Novembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | ECONOMIA » 3

» STEFANO FELTRI

Nello scontro con l’U-nione europea, laprima buona notizia– si fa per dire – per il

governo Conte arriva da Ma-rio Draghi: poiché l’economiaeuropea sta rallentando, a di-cembre la Banca centrale eu-ropea potrebbe proseguirecon gli acquisti straordinari dititoli di Stato del programmaQuantitative easing (15 mi-liardi di debito pubblico almese). Nel gergo di Draghi: lostop agli acquisti è previstoper fine anno ma “quando sa-ranno disponibili le proiezio-ni più aggiornate saremo incondizioni migliori per unapiena valutazione dei rischi sucrescita e inflazione”. Nell’a-rea euro l’inflazione è al 2,2per cento, con l’obiettivo dellaBce al 2, ma quella core, cioè alnetto dei prezzi energetici, èsoltanto all’1. E l’e co n o mi asembra si stia fermando.

LA FRENATA della crescita perl’Italia è una cattiva notizia,ma almeno l’ombrello della B-ce resterà aperto e i tassi d’in -teresse sul debito pubblico ab-bastanza bassi (anche se lascarsa fiducia nel governo haspinto ormai il costo dei titolidecennali vicino al 4 per cento,con uno spread sulla Germa-nia di 312 punti). Per evitare diessere accusato di favoritismiverso l’Italia, Draghi – che co-munque decide insieme a tuttii governatori del consiglio Bce–ha ricordato che “la mancan-za di consolidamento fiscalenei Paesi ad alto debito au-menta la loro vulnerabilità aglichoc, siano essi determinatidal contestare le regole dell’u-nione monetaria o importatida fuori”. Un messaggio chia-

ro all’Italia, come la precisa-zione che “finora l’a umen todegli spread è dovuto alla pri-ma ragione e il contagio è statolim itato”. Sia Luigi Di Maioche Matteo Salvini, a differen-za che in passato, reagisconosoddisfatti, ignorano il rim-provero e applaudono la pos-sibile prosecuzione del Q u a n-titative easing: “Sono d’accor -do con Draghi, bisogna dimi-nuire il debito pubblico” (DiMaio) . “Draghi si è impegnatoper l’Italia” (Salvini).

A PARTE LA BCE, il clima intor-no all’Italia resta fosco. Secon-do lo S p ie ge l , alla riunioned el l’Eurogruppo di lunedì,Francia e Germania soster-ranno la linea che i fondi pre-visti dal nuovo budget per lazona euro vadano solo ai Paesiche rispettano le regole suiconti. Quindi non l’Italia. E dalQuirinale il presidente dellaRepubblica Sergio Mattarellaha veicolato tramite Stampa eSole 24 Ore una minaccia piùconcreta: potrebbe non firma-re la legge di Bilancio perchénon rispetta gli articoli 81 e 97della Costituzione sul pareg-gio di bilancio.

Mattarella è in una posizio-ne delicata per colpa di comesono state recepite le regole dibilancio rafforzate volute dal-la Germania dopo il 2011. Insintesi: nessuna delle leggi diBilancio approvate da alloraha mai raggiunto il pareggiostrutturale (deficit pari a zerouna volta tolti gli effetti del ci-clo economico e delle misureuna tantum). Il saldo struttu-rale programmato per il 2017

era 0,9 e per il 2019l’1,1 per cento del Pil.Come si è giustificatadunque la costituzio-nalità di quelle leggi diBilancio? Col fatto chela Commissione euro-pea ha ritenuto che l’I-talia avesse diritto adelle attenuanti, per-ché stava facendo riformestrutturali, perché c’era la cri-si dei migranti, o semplice-mente sulla base di un “mar -gine di discrezionalità” che leregole attribuiscono a Bruxel-

les. Si è così arrivati a un pa-radosso: la costituzionalitàdella più importante legge del-lo Stato italiano dipende da u-na valutazione discrezionaledella Commissione europeache a sua volta si basa in granparte sul (contestato) lavorodi tecnici che stabilisconoquale deve essere l’aggiusta -mento necessario ogni anno.

E arriviamo a oggi: già nel

2018 l’Italia non ha rispetta-to la riduzione prevista deldeficit strutturale, che do-veva essere 0,6 per cento,

poi ridotta a 0,3 perdecisione (discre-z i o n a l e ) d a l l aCommissione. U-na deviazionetollerata ancheperché l’Ita liac o m u n q u em a n t e n e v a

l ’ impegno adandare nella dire-

zione giusta e per-ché la Commissionenon voleva esacer-bare gli animi a ri-dosso delle elezioni.Nella legge di Bilan-cio 2019, però, il go-verno Conte anzichéridurre i l def ic i tstrutturale di 0,6 sce-

glie di aumentarlo di0,8. Risultato: la Com-missione dovrà boc-ciare la manovra per-ché non ha più appigliper concedere atte-nuanti. E questo, per u-na specie di effetto re-troattivo, toglie all’I-talia la giustificazione

per aver violato gli im-pegni anche sul 2018: lo scontoconcesso per “buona condot-ta” non si giustifica più.

NELLA RIUNIONE del 10 otto-bre, i commissari europei – ri -ferisce La Stampa–hanno am-messo di aver “abusato” delladiscrezionalità nel concedereflessibilità sui conti, “per e-sempio quando si è trattato distabilizzare una situazionepolitica”. Come in Italia, peraiutare i governi Renzi-Genti-loni contro i populisti.

“L’articolo 81 viene violato:puoi fare debito aggiuntivosolo considerando gli effettidel ciclo economico e, previaautorizzazione delle Camere,al verificarsi di eventi ecce-zionali. Questo governo nonha motivato alcuna circostan-za eccezionale: chi si sentedanneggiato dalla manovra,qualunque cittadino o qua-lunque Regione, può fare ri-corso alla Corte costituziona-le e vincere”, spiega StefanoCeccanti, costituzionalista edeputato del Pd. “Questo go-verno sui conti pubblici sta fa-cendo una sorta di disobbe-dienza civile, ma questo hadelle conseguenze inevitabi-li”, dice Ceccanti.

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L’uomo dellaG iu st i z i aIl ministrodella Giustiziadel M5S,Alfons oB onafedeLa Pre ss e

posizioni. Intanto i leghisti sichiudono in riunione e le com-missioni non riprendono.Mentre il Pd abbandona i la-vori: “Non partecipiamo a unafarsa”. I deputati del Movi-mento vanno in ansia. Ma c’èchi attacca: “Il Carroccio vuo-le solo approfittare della situa-zione, tanto che non ha rilan-ciato con una contropropo-

sta”. Intanto dietro le quinte simuove anche Di Maio. E allafine si arriva al compromesso:via gli emendamenti di Lega eMovimento, e decisioneall’aula. Mentre il sottosegre-tario alla Giustizia, il 5StelleVittorio Ferraresi, deve barca-menarsi: “C’è stato un difettodi comunicazione, qualcunonel M5S ha preso delle inizia-

tive su un punto che non era indiscussione: ma con la Legatroveremo una soluzione”. Ebisognerà cercarla tra oggi edomani, per evitare lo scontroda lunedì. “Ferraresi ha pro-messo alla commissione chegli articoli verranno aggiustatiin Aula” dice al Fatto Iezzi amargine dei lavori.

Ma il rischio è quello di e-mendamenti a pioggia. Unamiccia, in un clima di sospettiincrociati, evidente anche sulfronte manovra. “La Lega hapresentato tutti gli emenda-menti alla legge di Bilanciosenza confrontarli con i no-s t r i”, protestano fonti dei5Stelle. Lunedì i due partiti di-scuteranno sui “s eg na la ti ” (ipiù rilevanti). Cercando di nonscontrarsi troppo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Inquieti Mario Draghi e Sergio Mattarella Ansa

NOMINA Il candidato leghista mina l’i nd ip e nde n z a

Presidenza Istat, Cgil: “Il profilodi Blangiardo è incompatibile”

qI RICERCATORI che aderiscono alla Flc Cgil si appellano aicomponenti delle Commissioni parlamentari per bloccare

la nomina di Gian Carlo Blangiardo alla presidenza dell’Istat, unafigura che “non consentirà all’Istituto nazionale di statistica dicontinuare a difendere la pro-pria autonomia e indipenden-za ”. Il nome dell’ordinario di de-mografia alla Bicocca di Mila-no, cattolico, classe 1948, con-trario allo Ius soli e alla legge194, circolava già dallo scorsoluglio come candidato della Le-ga, partito con cui c’è feelinganche sul tema dell’i m m i g ra -zione. Ma la ministra per laPubblica amministrazione Giu-lia Bongiorno nonostante allora lo smentì, l’ 8 novembre ha de-liberato l’avvio della procedura per la nomina di Blangiardo. Per laCgil “la procedura di selezione, prevista dalla normativa non è sta-ta trasparente non essendo stata pubblicata la lista dei candidati. Eil fatto che il nome finale sia lo stesso annunciato all'inizio lasciapensare che possa essere stata una mera operazione di facciata”,denunciato in un comunicato. Ora la palla passa alle commissionidi Camera e Senato che dovranno raggiungere una maggioranzaqualificata dei due terzi per ratificare la nomina di Blangiardo.

Gian Carlo Blangiardo Ansa

Il dubbio del Colle:vale più Bruxellesche la CostituzioneFinora il Quirinale ha approvato manovre che violavanoil pareggio di bilancio solo con l’ok della Ue. E adesso?

IL CASO

LA MOSSA DEI SALVINIANI

Rimborsi ai truffati,salterà lo scudo peristituti e Authority

qI RISPARMIATORI potranno sem-pre “a g i re ” in giudizio per il risarci-

mento di quella parte del danno che nonviene rimborsata dal Fondo ad hoc previstodalla manovra. Dopo le proteste delle as-sociazioni degli ex obbligazionisti e azioni-sti di Etruria & C. il governo, o almeno la Le-ga, è corsa ai ripari. Il fondo da 1,5 miliardiprevisto dalla manovra serve per rimborsa-

re i risparmiatori danneggiati nel crac dellebanche “r i s o l te ” a novembre 2015 (Etruria,Marche, Carife e CariChieti) e delle due po-polari venete nel 2017. Il ristoro è del 30%,ma è stata inserita una norma che impedivadi fare causa alle nuove banche e alle au-thority di vigilanza per il restante 70%. Cheora viene eliminata. La modifica è contenu-ta in un emendamento della Lega alla legge

di bilancio presentato dal sottosegretarioall’Economia, Massimo Bitonci. Il testo, perla verità ancora pasticciato, prevede di al-zare il plafond del fondo a 2,5 miliardi. “Il30% va considerato un acconto”, ha spie-gato Bitonci. Resta comunque il tetto mas-simo di 100 mila euro per i rimborsi e serveaver ottenuto una sentenza del giudice odell’Arbitro per le controversie finanziarie.

Dopo il via liberaCeccanti (Pd): “Chisi sente danneggiatodai tagli potràricorrere alla Consulta”

Incognita inflazioneLa Bce di Draghiè pronta a continuaregli acquisti di debitopubblico nel 2019

Page 3: Il prezzo della verit¿ Manovra, pressioni su Mattarella ... Fatto Quotidiano - 17 novembre 201… · 6torni il tempo della seriet¿7e della 6 verit¿7(cioÇ il tempo dei Renzi).

2 » ECONOMIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 17 Novembre 2018

Il condono si sgonfia ma la Legaadesso pensa a nuove sanatorie

» LUCA DE CAROLIS

Ogni giorno gialloverde hala sua pena. E per non bru-

ciarsi su una materia infiam-mabile, ossia la trasparenzasui soldi ai partiti, questa voltai coinquilini che non si sop-portano hanno buttato la pallain tribuna, anzi in aula.

T R A D OT TO , via i due emenda-menti dei 5Stelle in commis-sione al disegno di legge An-ticorruzione, che alzavano da500 a 2mila euro il tetto oltrecui rendicontare i contributi aforza politiche e fondazioni. Evia anche tutte le proposte dimodifica dei leghisti agli arti-coli 7 e 8, quelli sui partiti. Se neriparlerà da lunedì, dentro l’e-miciclo. Ed è un compromessoforzato dopo lo psicodramma

scatenato dal M5S, che ieri hadovuto rimangiarsi la promes-sa alla Lega di alzare a 2.000euro il limite oltre il quale ren-dere obbligatoria la rendicon-tazione di ognicontributo, conregistrazione ediffusione pub-blica sul web delnome e cognomedi ogni donatore.E il tetto saliva a3.000 euro nelcaso di altre pre-stazioni.

Così almenoprevedevano glie m e n d a m e n t ipresentati dai re-

latori al testo, i grillini France-sca Businarolo e FrancescoForciniti. Ma l’intesa di giove-dì sera, con il Carroccio cheportava a casa un trofeo anche

simbolico, è statafermata dai verti-c i d e i 5 S t e l l e .Forse ignari, vi-sto che in quellestesse ore il pre-mier GiuseppeConte assieme aLuigi Di Maio e avari ministri eraalla riunione diPalazzo Chigisul decreto f i-scale. O forse ibig hanno com-

messo un errore di valutazio-ne, perché dalla Camera sus-surrano di un via libera arri-vato dall’alto giovedì.

MA LA CERTEZZA è che ierimattina a calare lo stop all’ac -cordo è stato innanzituttoConte. Perché il tetto dei 500euro era ed è considerato in-valicabile, dal premier comeda Di Maio. E anche dal Guar-dasigilli Alfonso Bonafede,che in mattinata a L’aria che ti-ra su La7 ribadisce la linea: “Lasoglia è di 500 euro per le do-nazioni in contanti, sopra i 500euro verrà tutto pubblicato o-nline; e questo è l’accordo rag-giunto in Consiglio dei mini-

stri”. Ovvero, non trattabile. Eallora nella riunione congiun-ta delle commissioni Giustiziae Affari costituzionali il M5S fadietrofront. E la Lega ha buongioco nell’infuriarsi. “Con i5Stelle avevamo un accordo,non si sta in maggioranza co-sì”, sibila Igor Iezzi, capogrup-po del Carroccio in Affari co-stituzionali, che aveva presen-tato emendamenti a pioggiaper scardinare le norme suipartiti. E che giovedì ha già ot-tenuto che venisse tolta la nor-ma che prevedeva l’ob bli goper ogni partito di esser legatoa una sola associazione: “Fattaapposta per la piattaformaRousseau”, malignano le op-

» LUCIANO CERASA

L’argomento condonirimane ancora unanota dolente per ilgoverno gialloverde,

proprio mentre all’orizzontese ne preannuncia un altro:questa volta per stralciare to-talmente le imposte alle fa-miglie che dichiarano unbasso reddito. L’altroieri eratoccato al vicepremier DiMaio subire il colpo di spu-gna in commissione al Senatosull’emendamento che aprela strada al condono a Ischia.Tentativo rintuzzato in aula,dove però la maggioranzaper la prima volta ha trabal-lato per i tanti malpancisti e-mersi tra i 5stelle. Oggi toccaall’omologo Salvini preveni-re la fronda e mandare giù ilrospo su uno dei punti delcontratto di governo consi-derato “im pr esc in dib il e”dalla Lega: la Pace fiscale.

IN UN VERTICE notturno con-vocato dopo il rientro del pre-sidente del Consiglio Conteda Abu Dhabi, si è deciso di farsaltare in tutto o in parte quelfamoso articolo 9 del decretofiscale su cui gli stati maggioridi Lega e M5S si sono fronteg-giati a colpi di “manine” e mi-nacce di crisi. Scompaiono in-fatti dal disegno di legge diconversione quelle “dichiara -zioni integrative” che davanola possibilità di pagare al sin-golo contribuente infedele(ma anche – come rivelato dalFatto–a qualche riciclatore didenaro sporco attraverso lasanatoria della frode fiscale)imposte pari solo al 20%d e ll ’imponibile “ri e m e rs o ”che poteva raggiungere anche2 milioni e mezzo di euro incinque anni. Si potrà sanare inquesto modo solo quanto giàdichiarato e non versato. “Sen’è parlato l’altra sera, vedre-mo cosa fare nei prossimigiorni”, spiega cauto al Fattoilsottosegretario all’Economia,il leghista Massimo Bitonci.“Abbiamo considerato che ladichiarazione integrativa cosìcome è adesso ha un impattoestremamente limitato, men-tre è molto più efficace e pre-vede un gettito maggiore la sa-natoria delle irregolarità for-mali, che ci hanno sollecitatotra l’altro i commercialisti”,aggiunge Bitonci che non pre-vede un taglio netto del testodella norma incriminata: “Lu -nedì inizierà la trattazione inCommissione al Senato e-mendamento per emenda-mento, quando arriveremoall’articolo 9 vedremo se sarà

totalmente stralciato”. Anchela misura che introduce il car-cere per gli evasori rimane uf-ficialmente nel perimetrodelle cose da fare, ma la si af-fida al limbo di un futuro di-segno di legge ad hoc. È il frut-to dello scambio con la Lega,non entusiasta della misura.

“Già nel 2015 fu fatta unamodifica consistente – sotto -linea il sottosegretario delCarroccio – nel Contratto digoverno è chiaro che il prov-vedimento deve essere legatoa un cospicuo taglio delle tasseche verrà introdotto solo conla prossima legge di Bilancio”.Bitonci annuncia anche unnuovo condono, questa volta afavore delle famiglie con un I-

see – la dichiarazione della si-tuazione economica –, moltobasso: “Ci sarà un emenda-mento del governo per stral-ciare in casi molto particolaril’intero debito verso il fiscoma solo per i redditi moltobassi”. Rimangono nel testo dilegge bollinato da PalazzoChigi l’altra sera gli altri 9 con-doni previsti dal decreto a va-

rio titolo: dalla rottamazioneter sulle cartelle, che proba-bilmente sarà allargata ancheagli avvisi bonari, alla cancel-lazione totale delle vecchiecartelle, fino al 2010, non su-periori a 1.000 euro e la sana-toria sulle liti tributarie. Tra lenovità da varare immediata-mente che si vanno consoli-dando – come conferma Bi-

tonci – spunta la sanatoriadegli errori formali (in granparte riguardano i ritardinelle dichiarazioni Iva e irre-golarità catastali). Basteràpagare un’oblazione di 200euro per ogni anno d’i mp o-sta. Su ispirazione della Legasi propone inoltre di intro-durre una tassa dell’1,5% suiMoney transfer, quei canaliusati generalmente dagli im-migrati per trasferire le ri-messe in denaro alle famiglienel loro paese d’origine.

COSÌ come entrerà nel decretoil rinnovo del bonus bebè, sucui si è personalmente impe-gnato il ministro della Fami-glia Lorenzo Fontana. Saran-

no detassate le sigarette elet-troniche, con una revisione atre aliquote, mentre il Movi-mento 5 Stelle ha annunciatola detassazione dei "metriquadrati di ombra degli om-brelloni presenti negli stabili-menti balneari". Sempre incampo fiscale mai più cartelleesattoriali senza poter conte-stare preventivamente l’at toimpositivo. Un emendamen-to dei 5 Stelle, infatti, introdu-ce l’obbligo di una sorta di "av-viso di garanzia" che l’ufficiodelle Entrate –"pena di nullitàdell’atto" – ha l’obbligo di no-tificare. Il contribuente saràpreventivamente invitato alcontraddittorio.

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Alle calende grecheNiente pene inaspriteper gli evasori. Bitonci(Mef): “Prima vannotagliate le tasse”

Il verticea Chigi

Il premierConte, i vice

Di Maio e Sal-vini e il sotto-

s egretarioG iorge t t i Ansa

Pasticcio Il M5S promette di alzarlo a 2mila euro ma fa dietro front, e il Carroccio s’infuria

Soldi ai partiti, i gialloverdi litigano sul tettoPoi il compromesso: “Via gli emendamenti”

RISSA CONTINUA

Lo stop di ConteIl premier: “Illimite resta a 500e u ro”. Lunedìsi va in Aula, masenza accordosarà battaglia

Pote n z i at aLa Gdf potràacce de rea l l’a n ag ra fet r i but a r i a .Sotto, il sot-tos egretarioB itonc i Ansa

PACE FISCALEL’accordo Salta dal decretola norma che permettevadi sanare anche le frodi. Dallecartelle alle liti restano gli altri“sconti” . Che i leghisti voglionoanche per i redditi bassi

LA NORMA CONTESTATA

Il Garante controla fattura elettronica:“Va subito cambiata”

qCOSÌ COME È non va bene. La fatturaelettronica, che si prepara a debuttare

dal primo gennaio prossimo anche nei rappor-ti tra fornitori e tra questi e i consumatori, per ilGarante della privacy presenta diversi punti diforte criticità che possono mettere a repenta-glio i diritti e le libertà degli interessati. Perquesto, secondo l’Autorità guidata da Anto-nello Soro, va ripensata “con urgenza” per a-

deguarla al nuovo sistema normativo sullaprotezione dei dati personali introdotto dal G-dpr, il regolamento europeo che ha debuttato il25 maggio scorso. Il nuovo obbligo di fattura-zione elettronica porterebbe a un trattamentosistematico, generalizzato e di dettaglio di datipersonali, potenzialmente relativo ad ogni a-spetto della vita quotidiana, sproporzionatorispetto all’obiettivo di interesse pubblico, pur

legittimo, perseguito. Uno stop che arriva do-po le stime dei tecnici e dell’Agenzia delle En-trate sull’incasso previsto. È la prima volta cheil Garante esercita il nuovo potere correttivo diavvertimento, attribuito dal Regolamento eu-ropeo, attraverso un provvedimento adottatoanche a seguito di alcuni reclami. L’Autorità hachiesto di modificare la norma nelle prossimesettimane e di essere informato.

Sabato 17 Novembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | ECONOMIA » 3

» STEFANO FELTRI

Nello scontro con l’U-nione europea, laprima buona notizia– si fa per dire – per il

governo Conte arriva da Ma-rio Draghi: poiché l’economiaeuropea sta rallentando, a di-cembre la Banca centrale eu-ropea potrebbe proseguirecon gli acquisti straordinari dititoli di Stato del programmaQuantitative easing (15 mi-liardi di debito pubblico almese). Nel gergo di Draghi: lostop agli acquisti è previstoper fine anno ma “quando sa-ranno disponibili le proiezio-ni più aggiornate saremo incondizioni migliori per unapiena valutazione dei rischi sucrescita e inflazione”. Nell’a-rea euro l’inflazione è al 2,2per cento, con l’obiettivo dellaBce al 2, ma quella core, cioè alnetto dei prezzi energetici, èsoltanto all’1. E l’e co n o mi asembra si stia fermando.

LA FRENATA della crescita perl’Italia è una cattiva notizia,ma almeno l’ombrello della B-ce resterà aperto e i tassi d’in -teresse sul debito pubblico ab-bastanza bassi (anche se lascarsa fiducia nel governo haspinto ormai il costo dei titolidecennali vicino al 4 per cento,con uno spread sulla Germa-nia di 312 punti). Per evitare diessere accusato di favoritismiverso l’Italia, Draghi – che co-munque decide insieme a tuttii governatori del consiglio Bce–ha ricordato che “la mancan-za di consolidamento fiscalenei Paesi ad alto debito au-menta la loro vulnerabilità aglichoc, siano essi determinatidal contestare le regole dell’u-nione monetaria o importatida fuori”. Un messaggio chia-

ro all’Italia, come la precisa-zione che “finora l’a umen todegli spread è dovuto alla pri-ma ragione e il contagio è statolim itato”. Sia Luigi Di Maioche Matteo Salvini, a differen-za che in passato, reagisconosoddisfatti, ignorano il rim-provero e applaudono la pos-sibile prosecuzione del Q u a n-titative easing: “Sono d’accor -do con Draghi, bisogna dimi-nuire il debito pubblico” (DiMaio) . “Draghi si è impegnatoper l’Italia” (Salvini).

A PARTE LA BCE, il clima intor-no all’Italia resta fosco. Secon-do lo S p ie ge l , alla riunioned el l’Eurogruppo di lunedì,Francia e Germania soster-ranno la linea che i fondi pre-visti dal nuovo budget per lazona euro vadano solo ai Paesiche rispettano le regole suiconti. Quindi non l’Italia. E dalQuirinale il presidente dellaRepubblica Sergio Mattarellaha veicolato tramite Stampa eSole 24 Ore una minaccia piùconcreta: potrebbe non firma-re la legge di Bilancio perchénon rispetta gli articoli 81 e 97della Costituzione sul pareg-gio di bilancio.

Mattarella è in una posizio-ne delicata per colpa di comesono state recepite le regole dibilancio rafforzate volute dal-la Germania dopo il 2011. Insintesi: nessuna delle leggi diBilancio approvate da alloraha mai raggiunto il pareggiostrutturale (deficit pari a zerouna volta tolti gli effetti del ci-clo economico e delle misureuna tantum). Il saldo struttu-rale programmato per il 2017

era 0,9 e per il 2019l’1,1 per cento del Pil.Come si è giustificatadunque la costituzio-nalità di quelle leggi diBilancio? Col fatto chela Commissione euro-pea ha ritenuto che l’I-talia avesse diritto adelle attenuanti, per-ché stava facendo riformestrutturali, perché c’era la cri-si dei migranti, o semplice-mente sulla base di un “mar -gine di discrezionalità” che leregole attribuiscono a Bruxel-

les. Si è così arrivati a un pa-radosso: la costituzionalitàdella più importante legge del-lo Stato italiano dipende da u-na valutazione discrezionaledella Commissione europeache a sua volta si basa in granparte sul (contestato) lavorodi tecnici che stabilisconoquale deve essere l’aggiusta -mento necessario ogni anno.

E arriviamo a oggi: già nel

2018 l’Italia non ha rispetta-to la riduzione prevista deldeficit strutturale, che do-veva essere 0,6 per cento,

poi ridotta a 0,3 perdecisione (discre-z i o n a l e ) d a l l aCommissione. U-na deviazionetollerata ancheperché l’Ita liac o m u n q u em a n t e n e v a

l ’ impegno adandare nella dire-

zione giusta e per-ché la Commissionenon voleva esacer-bare gli animi a ri-dosso delle elezioni.Nella legge di Bilan-cio 2019, però, il go-verno Conte anzichéridurre i l def ic i tstrutturale di 0,6 sce-

glie di aumentarlo di0,8. Risultato: la Com-missione dovrà boc-ciare la manovra per-ché non ha più appigliper concedere atte-nuanti. E questo, per u-na specie di effetto re-troattivo, toglie all’I-talia la giustificazione

per aver violato gli im-pegni anche sul 2018: lo scontoconcesso per “buona condot-ta” non si giustifica più.

NELLA RIUNIONE del 10 otto-bre, i commissari europei – ri -ferisce La Stampa–hanno am-messo di aver “abusato” delladiscrezionalità nel concedereflessibilità sui conti, “per e-sempio quando si è trattato distabilizzare una situazionepolitica”. Come in Italia, peraiutare i governi Renzi-Genti-loni contro i populisti.

“L’articolo 81 viene violato:puoi fare debito aggiuntivosolo considerando gli effettidel ciclo economico e, previaautorizzazione delle Camere,al verificarsi di eventi ecce-zionali. Questo governo nonha motivato alcuna circostan-za eccezionale: chi si sentedanneggiato dalla manovra,qualunque cittadino o qua-lunque Regione, può fare ri-corso alla Corte costituziona-le e vincere”, spiega StefanoCeccanti, costituzionalista edeputato del Pd. “Questo go-verno sui conti pubblici sta fa-cendo una sorta di disobbe-dienza civile, ma questo hadelle conseguenze inevitabi-li”, dice Ceccanti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’uomo dellaG iu st i z i aIl ministrodella Giustiziadel M5S,Alfons oB onafedeLa Pre ss e

posizioni. Intanto i leghisti sichiudono in riunione e le com-missioni non riprendono.Mentre il Pd abbandona i la-vori: “Non partecipiamo a unafarsa”. I deputati del Movi-mento vanno in ansia. Ma c’èchi attacca: “Il Carroccio vuo-le solo approfittare della situa-zione, tanto che non ha rilan-ciato con una contropropo-

sta”. Intanto dietro le quinte simuove anche Di Maio. E allafine si arriva al compromesso:via gli emendamenti di Lega eMovimento, e decisioneall’aula. Mentre il sottosegre-tario alla Giustizia, il 5StelleVittorio Ferraresi, deve barca-menarsi: “C’è stato un difettodi comunicazione, qualcunonel M5S ha preso delle inizia-

tive su un punto che non era indiscussione: ma con la Legatroveremo una soluzione”. Ebisognerà cercarla tra oggi edomani, per evitare lo scontroda lunedì. “Ferraresi ha pro-messo alla commissione chegli articoli verranno aggiustatiin Aula” dice al Fatto Iezzi amargine dei lavori.

Ma il rischio è quello di e-mendamenti a pioggia. Unamiccia, in un clima di sospettiincrociati, evidente anche sulfronte manovra. “La Lega hapresentato tutti gli emenda-menti alla legge di Bilanciosenza confrontarli con i no-s t r i”, protestano fonti dei5Stelle. Lunedì i due partiti di-scuteranno sui “s eg na la ti ” (ipiù rilevanti). Cercando di nonscontrarsi troppo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Inquieti Mario Draghi e Sergio Mattarella Ansa

NOMINA Il candidato leghista mina l’i nd ip e nde n z a

Presidenza Istat, Cgil: “Il profilodi Blangiardo è incompatibile”

qI RICERCATORI che aderiscono alla Flc Cgil si appellano aicomponenti delle Commissioni parlamentari per bloccare

la nomina di Gian Carlo Blangiardo alla presidenza dell’Istat, unafigura che “non consentirà all’Istituto nazionale di statistica dicontinuare a difendere la pro-pria autonomia e indipenden-za ”. Il nome dell’ordinario di de-mografia alla Bicocca di Mila-no, cattolico, classe 1948, con-trario allo Ius soli e alla legge194, circolava già dallo scorsoluglio come candidato della Le-ga, partito con cui c’è feelinganche sul tema dell’i m m i g ra -zione. Ma la ministra per laPubblica amministrazione Giu-lia Bongiorno nonostante allora lo smentì, l’ 8 novembre ha de-liberato l’avvio della procedura per la nomina di Blangiardo. Per laCgil “la procedura di selezione, prevista dalla normativa non è sta-ta trasparente non essendo stata pubblicata la lista dei candidati. Eil fatto che il nome finale sia lo stesso annunciato all'inizio lasciapensare che possa essere stata una mera operazione di facciata”,denunciato in un comunicato. Ora la palla passa alle commissionidi Camera e Senato che dovranno raggiungere una maggioranzaqualificata dei due terzi per ratificare la nomina di Blangiardo.

Gian Carlo Blangiardo Ansa

Il dubbio del Colle:vale più Bruxellesche la CostituzioneFinora il Quirinale ha approvato manovre che violavanoil pareggio di bilancio solo con l’ok della Ue. E adesso?

IL CASO

LA MOSSA DEI SALVINIANI

Rimborsi ai truffati,salterà lo scudo peristituti e Authority

qI RISPARMIATORI potranno sem-pre “a g i re ” in giudizio per il risarci-

mento di quella parte del danno che nonviene rimborsata dal Fondo ad hoc previstodalla manovra. Dopo le proteste delle as-sociazioni degli ex obbligazionisti e azioni-sti di Etruria & C. il governo, o almeno la Le-ga, è corsa ai ripari. Il fondo da 1,5 miliardiprevisto dalla manovra serve per rimborsa-

re i risparmiatori danneggiati nel crac dellebanche “r i s o l te ” a novembre 2015 (Etruria,Marche, Carife e CariChieti) e delle due po-polari venete nel 2017. Il ristoro è del 30%,ma è stata inserita una norma che impedivadi fare causa alle nuove banche e alle au-thority di vigilanza per il restante 70%. Cheora viene eliminata. La modifica è contenu-ta in un emendamento della Lega alla legge

di bilancio presentato dal sottosegretarioall’Economia, Massimo Bitonci. Il testo, perla verità ancora pasticciato, prevede di al-zare il plafond del fondo a 2,5 miliardi. “Il30% va considerato un acconto”, ha spie-gato Bitonci. Resta comunque il tetto mas-simo di 100 mila euro per i rimborsi e serveaver ottenuto una sentenza del giudice odell’Arbitro per le controversie finanziarie.

Dopo il via liberaCeccanti (Pd): “Chisi sente danneggiatodai tagli potràricorrere alla Consulta”

Incognita inflazioneLa Bce di Draghiè pronta a continuaregli acquisti di debitopubblico nel 2019

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4 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 17 Novembre 2018

» WANDA MARRA

inviata a Firenze

“Edunque, vorrei dirviche abbiamo orga-nizzato questa cosaper lanciare la candi-

datura di Dario Nardella a sinda-co di Firenze”. Ride Marco Min-niti, mentre vicino a lui (ma nontroppo), Matteo Renzi si lasciaandare a un gesticolare liberato-rio, come accompagnamentod e ll ’esclamazione finale: “M ol t idi quelli che mi hanno rimprove-rato il mio caratteraccio, senzanon sarebbero stati ministri”.

Il pubblico arrivato alla pre-sentazione del libro dell’ex mini-stro dell’Interno, nella sala d’A r-mi di Palazzo Vecchio, lo coccolacon entusiasmo. La clessidraportata all’occorrenza da MyrtaMerlino continua a scorrere. Chisi aspettava l’annuncio ufficialedella candidatura di Minniti alcongresso del Pd aveva già capitoche non sarebbe arrivata. Ma vi-sto il clima, il candidato in pectoreavrebbe quasi potuto dire: “A b-biamo organizzato questa cosaper lanciare la candidatura diMatteo Renzi”.

POMERIGGIO singolare e ambiva-lente quello fiorentino, per en-trambi i protagonisti. Arrivano in-sieme qualche minuto dopo le 18.Minniti si sceglie un angolo delpalco. “Io mi metto a destra”,scherza Renzi. Distanza di sicu-rezza mantenuta: in mezzo cistanno la Merlino, che modera, e ilsindaco Nardella, che non ingom-bra. Renzi si toglie la giacca, si ar-rotola le maniche della camicia,rigira il taccuino con una mano,con l’altra accarezza lo smartpho-ne. Una via di mezzo tra un pugilee un pokerista che si prepara allabattaglia. Minniti cambia espres-sione ogni 2 minuti, passando dalsemi sgomento al buonumore.

D’altra parte sono settimaneche racconta di un “travaglio ve-ro”. Ha avviato tutte le consulta-zioni possibili: con amici vicini elontani e con i maggiorenti delpartito. Marcare la distanza daRenzi è fondamentale, pure se èevidente anche dalla presentazio-ne di ieri che è un obiettivo noncentrato. L’ex segretario ce la

mette tutta a rispettare le regoled’ingaggio: appoggiare l’ex Mini-stro dell’Interno, ma con garbo.Un candidato alternativo non cel’ha e l’ex ministro. Poi ci sonoquelle irrinunciabili per lui, di re-gole d’ingaggio: porsi ancora co-me il leader numero 1.

Il campo da gioco, a ogni modo,lo definisce il potenziale candida-

to: “Se la sinistra mette in campouna moderna teoria politica pos-siamo essere un riferimento comeItalia”. Con la parola “moderna”marca la distanza da Nicola Zin-garetti: via il centrosinistra tradi-zionale. D’altra parte, mentre tor-na ai giorni in cui stava al Viminalesi sente la passione per il tema chesarà centrale in una sua ancoranon certissima campagna eletto-rale: la sicurezza. Terreno di sfidaa Salvini, sul suo terreno.

Fine del primo round, il secon-do è per Renzi. Che punta sull’o-perazione simpatia e nostalgia. Ètutto un aneddoto, di quelli chenel libro non ci sono per “atten -zione”, dai messaggi alle 5 e mezzadi mattina all’operazione sul Papaper convincerlo a non aprire il

Giubileo in Africa. L’ex ministro atratti si scioglie. “Chi conosceMinniti sa che non gli mancanoautonomia e indipendenza. Serveun candidato autorevole e rifor-mista”. Parola numero 2 da tenerepresente: “Riformista”.

La clessidra scorre. Dietro lequinte, si lavora a una candidaturaquasi fatta: si parla di ticket con

Teresa Bellanova. E poi ci sono iconfronti per la parte più econo-mica del programma: con MarcoBentivogli, con Carlo Calenda,con Enrico Morando. I minnitianidoc sono uno sparuto drappello,peraltro fatto fuori alle ultime e-lezioni: Enzo Amendola, NicolaLatorre, Andrea Manciulli. Nes-suno ama Renzi, ma sono pronti arientrare in gioco.

AN CO RA Minniti: “Ho sempredetto che non avevo nessuna in-tenzione di candidarmi, a menoche non me lo avessero chiestopubblicamente. Ebbene mi hannopreso in parola”. Un appello c’èstato, di 13 sindaci, tutti renziani.L’ex ministro cerca gli ultimi so-stegni: Vincenzo De Luca sem-bra pronto a sostenerlo, Lo-renzo Guerini e Luca Lottiraccolgono le firme tra i par-lamentari. “Se sarà utile a unireil Pd – concede l’ex ministro– mi candiderò”. Impresaquasi impossibile. IntantoRenzi si lascia andare: “Cichiedono l’analisi della scon-fitta, ma dobbiamo fare l’ana -lisi del 40%. La percentuale cheabbiamo tenuto dal 2014 al2016, fino a quando mi sono di-messo”. Applausi.

Il bersaglio è Gentiloni, che,schierato con Zingaretti, è l’al -tro protagonista della contesa.Oggi c’è l’assemblea del Pd chedà il via ufficialmente al con-gresso. “Scioglierò la riservadopo qualche ora”, assicuraMinniti. Si parla di un’inter -vista domenica. Difficile ormaiche possa tirarsi indietro.

Il pubblico di Firenze, intantosi spella le mani solo per il suoex sindaco. “Non lasciatevitravolgere dall’entusiasmodella platea”, dice, sommesso,fuori dalle telecamere il quasicandidato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

» GIANLUCA ROSELLI

Un’opa su Forza Italia. Daparte di Giorgia Meloni.

Con un nuovo partito che faràil suo esordio alle elezioni eu-ropee. L’obiettivo è quello disuperare il partito di Berlu-sconi, erodendogli consensi alCentro-Sud. Ma andando aprendere qualcosa anche aM5S e Lega.

LA NUOVA creatura, infatti, hala mission di conquistare unaparte dei voti che ancora ri-mangono nel serbatoio berlu-sconiano. C’è addirittura unsondaggio, commissionato daAffaritaliani .it, secondo cuiun nuovo soggetto politico na-to dall’evoluzione di Fratellid’Italia e dalla fusione con altri

movimenti può ambire a unaforbice che sta tra l’8 e il 14%.Un sorpasso su FI che segne-rebbe la fine del partito azzur-ro. Dove stanno fiutando il pe-ricolo: non è un caso se Anto-nio Tajani si è sbrigato ad an-nunciare che per le Europee sicambierà nome (Altra Italia) esimbolo.

L’idea frulla nella testa dellaMeloni da qualche tempo eparte dal fatto che FdI, sempresecondo gli istituti di ricerca,non si schioda dal 4-4,5%. Nonmale, ma poca roba. Da qui l’e-sigenza di andare oltre (untempo i cosiddetti “o lt ri s ti ”stavano a sinistra) e allargare ilcampo a forze liberali, catto-liche e moderate. Così da di-ventare la seconda gamba di u-na coalizione sovranista e con-

servatrice il cui timone saràsempre tenuto da Matteo Sal-vini, ma il comandante in se-conda non sarà più l’ex Cav.ma lei, Giorgia. Che però nelcammino verso questa opera-zione rischia di imbarcare ditutto. Per esempio, della par-tita sembra già essere France -sco Storace, ex governatoredella Regione Lazio, che di re-cente si era impegnato in unmovimento sovranista delcentro- sud insieme a GianniAlemanno e Roberto Menia.

Poi c’è Raffaele Fitto, exforzista oggi leader di Noi conl’Italia, movimento che vantauna discreta rete di ammini-stratori locali, 4 parlamentariitaliani e 2 europei, tra cui lostesso Fitto. Ma c’è anche An -drea Augello, storico espo-

nente della destra romana chenel finale di legislatura ha datogran filo da torcere al Pd nellacommissione banche. Altrinomi in ballo: l’ex senatoreFrancesco Aracri, la consi-gliera regionale lombarda Sil -via Sardone e il sindaco di A-scoli Piceno Guido Castelli.

Ma il colpo grosso, per Meloni,sarebbe Giovanni Toti. Il go-vernatore ligure da tempospinge per una fusione tra FI eFdI, ma in questo caso verreb-be superato dagli eventi e po-trebbe fare quel passo chemolti, anche dentro FI, si a-spettano. “Stiamo ragionando

in questi giorni, ma credo ci sialo spazio, nel centrodestra, perun soggetto che metta in cam-po una politica di contenuti”,osserva Augello. Che potreb-be essere tra i candidati alleEuropee, insieme a Fitto.

IL NUOVO partito potrebbe di-ventare attrattivo anche permolti altri forzisti, a partire daquelli che hanno tentato dipassare alla Lega senza suc-cesso. Anche per questo mo-tivo, si dice, l’operazione ha a-vuto la benedizione di Salvini.Che riuscirebbe in colpo solo aindebolire FI, trovare casa agliesuli azzurri in cerca di collo-cazione e avere al proprio fian-co un alleato più fedele e menoingombrante di Berlusconi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La squadraL’aspirante segretariopunta sulla Bellanovacome vice, poi Calenda,Bentivogli e Morando

Il sondaggioPer “Affarita -l i a n i . it ” la ver-sione allargatadi FdI (in fotoMeloni e Toti)ha un bacinoelettorale tral’8 e il 14% Ansa

I nde c i s o L’ex ministro dell’Interno Marco Minniti La Pre ss e

FORZA ITALIA A TORINO

Sì Tav: Berlusconitorna in piazzaper l’alta velocità

qFORZAITALIA scende in piazza perdifendere la realizzazione del proget-

to della Tav, la linea ferroviaria Torino-Lio-ne. E per l’occasione arrivano a Torino an-che i big, dal calibro di Silvio Berlusconi.“Forza Italia, da sempre a favore della rea-lizzazione della Tav, ha deciso di raccoglierela protesta dei torinesi e trasformarla in‘Pro p o s t a ’, scendendo in piazza sabato

prossimo davanti al Municipio di Torino coni nostri amministratori, i nostri militanti, inostri simpatizzanti”, aveva scritto il fon-datore di Forza Italia in una nota, per poi ri-cevere a Palazzo Grazioli gli eletti di ForzaItalia in Piemonte, Parlamentari nazionalied europei e Consiglieri regionali. Propriosul tema ieri è intervenuto il ministro delleinfrastrutture Danilo Toninelli, annuncian-

do che entro fine dicembre saranno resipubblici i risultati dell’analisi della commis-sione costi-benefici: “Sul Tav non ho pre-giudizi – ha detto – ma non voglio sprecaresoldi pubblici. Poi vorremmo condividerequesta analisi con i tecnici francesi e ci saràuna decisione presa a maggioranza. Diconoche sono io a bloccare Tav ma quest’opera ècominciata nel 1991”.

Avevo dettoche nonmi sareicandidato,lo faccios ol t a n t ose è utilea unireil partito

M A RCOMINNITI

Verso le Europee Fratelli d’Italia si allarga: tutti dentro, da Fitto a Storace. Il vero sogno è Toti

Meloni fa la spesa e punta al sorpasso su B.SALDI DI PALAZZO

QUASI CANDIDATO

Minniti pare Godot:Renzi lo investe,lui tentenna ancora

Operazione nostalgia L’ex premier continua a corteggiarlo e l’ospitaa Palazzo Vecchio. L’annuncio non c’è, ma il Lothar è a un passo dal sì

Sabato 17 Novembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | ITALIA » 5

IL SÌ M5S ALLA GRANDE OPERA

Di Battista chiedescusa ai salentini:“Giusto attaccarmi”

qALESSANDRODI BATTISTA ha chie-sto scusa ai salentini per averli illusi pro-

mettendo loro lo stop del Tap, poi rivelatositroppo oneroso, nelle prime due settimane digoverno. Ma “il primo sono stato io a illuder-mi”, ha ammesso l’ex deputato in collegamen-to dal Nicaragua davanti alle telecamere di Ac -cordi e Disaccordi, la trasmissione di AndreaScanzi e Luca Sommi prodotta da Loft Produ-

zioni per Discovery Italia (canale 9 del digitaleterrestre). Ha chiarito che però ai tempi dellepromesse pensava “che il M5S avrebbe gover-nato da solo e purtroppo non governa da solo”.Il riferimento è ai “ro s p i ”che la Lega fa ingoiareal M5S, ma in alternativa “c’era il Pd che io re-puto il partito più condizionato dalle lobby, chenon avrebbe mai accettato il superamento del-la legge Fornero o di tirare picconate al Jobs

Ac t ”. Quindi ora, dopo quanto accaduto colTap, ha fatto una promessa diversa, più “gene -ra l e ”: quella di “fare più pressione” affinché lepromesse fatte, "e sulle quali abbiamo preso ivoti", vengano mantenute. E si è spinto oltre,dichiarando che i giornalisti hanno fatto bene a“metterlo al chiodo” sul gasdotto pugliese.Non ha ritrattato invece l’attacco che ha rivoltoalla stampa dopo l’assoluzione della Raggi.

I punti

1In estate ilsindaco diMelendugno(Lecce) hasospeso ilavori Tap perun eccessodi metallipesanti,anchec a n ce ro ge n i ,nelle faldea cq u i fe re

2La Procuracontesta reatiambientaliai vertici Tap.Il Tar hanegato las o s p e n s i vae decideràa dicembre

“Metalli pesanti nelle acque”Perquisizioni nelle sedi Tap

Sono tre le indagini penalisul contestatissimo ga-

sdotto Tap che porterà il gasd a ll ’Azerbaijan sulle spiaggedel Salento. Quella sull’inqui -namento delle falde acquifereè l’ultima. La prima ipotizza latruffa e la violazione della di-rettiva europea Seveso sugliimpianti a rischio di incidenterilevante. Entro il 18 novem-bre sarà depositata la super-perizia che stabilirà se il ter-minale di ricezione di 12 ettaridi Tap e il tratto di gasdottodella Snam, che sorgeranno a400 metri dalle prime abita-zioni, siano da considerarsiun’unica opera e se vadanoclassificati come uno stabili-mento che modifica tempera-tura e pressione del gas o comeun impianto più semplice.

SE SI TRATTA di uno stabili-mento, come lo chiamano ben28 volte gli stessi documentiTap secondo un’inchiesta deilfattoquotidiano.it, la diretti-va Seveso va applicata, conl’obbligo conseguente di ga-rantire la messa in sicurezza ela consultazione popolare pri-ma dell’inizio dei lavori. Alcentro dell’indagine c’è il

Ma non è tutto. C’è ancheun’altra indagine sulla pre-sunta violazione dei vincolipaesaggistici nel cantiere incontrada “Le Paesane”, sottosequestro probatorio dal 27 a-prile scorso. Ancora Clara Ris-so risponde del reato di opereeseguite in assenza di autoriz-zazione, distruzione e detur-pamento di alberi e abusivi-smo in aree vincolate. Il gip diLecce Cinzia Vergine ha riget-tato la richiesta di disseque-stro avanzata da Tap che inque ll’area intende posare untratto di condotta. Si indaga

anche sulla possibilità che l’e-radicazione di 477 ulivi sia av-venuta fuori dal tempo presta-bilito. Restano però le multeda migliaia di euro comminatea centinaia di cittadini che siopposero alla movimentazio-ne degli alberi nel 2017.

SUL VERSANTE amministrati -vo, invece, oltre al giudiziochiesto da Tap e atteso per il 5dicembre sull’ordinanza cheblocca i lavori per l’in qu in a-mento delle falde acquifere dicui è stata negata la sospensi-va, restano il ricorso controTap sulle prescrizioni (obbli-gatorie da Via) A36 e A55 sullapresunta mancata impermea-bilizzazione del cantiere equello contro il ministerod el l ’Ambiente per la prescri-zione A5, che riguarda il mi-crotunnel di Tap non assog-gettato a Via. Quest’ultimo in-terferirebbe con la posidonia,un’alga protetta. La battagliaper fermare l’opera è tutta giu-diziaria. Con la politica che si èormai fatta scudo con i risar-cimenti miliardari che sareb-bero dovuti senza la prospet-tiva di un arbitrato internazio-nale, i cittadini che si oppon-

P rotesteUna dellemanife stazio-ni control’e spiantodegli uliviper far postoal Tap Ansa

quantitativo di gas previsto, o-riginariamente ben oltre la so-glia delle 50 tonnellate fissatadalla direttiva Seveso. Erano100, ora sono 48,6. La direttivaera indicata come obbligato-ria nella Valutazione di impat-to ambientale (Via) ma poi èstata eliminata dalla confe-renza dei servizi nel 2014, conil benestare di tre ministeri,grazie a un parere della Com-missione europea la cui tradu-zione è piuttosto contestata.In seguito Tar Lazio e Consi-glio di Stato hanno dato ragio-ne a Tap. L’indagine è stata ria-perta dopo l’esposto di ottosindaci salentini, supportatidalle perizie di ingegneri chedenunciano “rischi estrema-mente rilevanti di esplosioni eincendi”per i 30 mila residen-ti. Tra gli indagati, oltre alcountry manger di Tap Mi-chele Mario Elia e alla rap-presentante legale Clara Ris-so, coinvolti anche nell’ul ti-mo filone di indagine, c’è il di-rettore generale per la sicu-rezza dell’a p pr o v vi g i on a-mento e delle infrastruttureenergetiche del ministerodello Sviluppo economico,Gilberto Dialuce.

» MARIA CRISTINA FRADDOSIO

Perquisizioni e seque-stri nelle sedi italianedel Trans Adriatic Pi-peline, il contestato ga-

sdotto che dall’A ze r b a i gi a narriverà in Puglia. I carabinie-ri del Noe, su decreto del pro-curatore capo Leonardo Leo-ne De Castris e del sostitutoprocuratore di Lecce, ValeriaFarina Valaori, ieri mattinahanno passato al setaccio uf-fici e cantieri del consorzio in-ternazionale a Lecce, Roma eMilano. Coinvolto anche il la-boratorio di analisi “Sgs ItaliaSpa” di Villafranca Padovana,che ha fatto le indagini am-bientali per Tap.

CO R P O SA la documentazionecartacea e digitale sequestra-ta nell’inchiesta sul presuntoinquinamento delle falde ac-quifere nella zona di San Ba-silio a Melendugno (Lecce),dove è prevista la costruzionedel microtunnel di tre metridi diametro. Sono indagati ilcountry manager di Tap Mi-chele Mario Elia, la rappre-sentante legale Clara Risso eil project manager GabrielePaolo Lanza per lo scarico diacque reflue industriali con-tenenti sostanze pericolose,senza autorizzazione.

L’allarme risale a luglio conl’ordinanza di divieto di pre-

lievo delle acque e sospensio-ne dei lavori del sindaco di Me-lendugno, Marco Potì, emessasulla base del rapporto di ArpaPuglia che evidenziava il supe-ramento della soglia di alcunimetalli pesanti. Oltre i limitistabiliti nichel, arsenico, vana-dio, manganese e cromo esa-valente, quest’ultimo il più te-muto perché cancerogeno.Tap si era giustificata soste-nendo che la falda fosse inqui-

nata già prima dell’avvio deilavori e aveva fatto ricorso alTar. Ma, ventiquattr’ore pri-ma delle perquisizioni, il Tri-bunale amministrativo ha ne-gato la sospensiva e chiesto adArpa, in dieci giorni, un rap-porto sul livello di contamina-zione della falda acquifera danovembre 2017 a oggi. L’u-dienza è rinviata al 5 dicembre.Nel frattempo la Procura hachiesto ai carabinieri del Noe

di verificare l’impermeabiliz -zazione del cantiere. Si ipotiz-za che a causare la contamina-zione delle acque sia stato il ce-mento utilizzato da Tap.

Si riaccende lo scontro tra iComitati locali contrari all’o-pera, che rivendicano di averfatto aprire le inchieste insie-me al Comune, eil M5S che eracontrario all’o-pera e ora ha datovia libera, spa-ventato dai rischidi dover pagareingenti danni alconsorzio dei pe-trolieri che ha se-de in Svizzera.“Come abbiamosempre ribadito,noi le promessele manteniamo.Non siamo micaBarbara Lezzi”, dice GianlucaMaggiore, portavoce del Co-mitato No Tap, prendendose-la con la ministra M5S del Sud.Lezzi assicura che non ci sa-ranno “agevolazioni” per Tap,il ministro dell’Ambiente Ser-gio Costa promette “control -li”, Alessandro Di Battista per

la prima volta chiede scusa.Anche il sindaco Potì ironizza:“Non sento i 5s dal 18 ottobre,da quando hanno scelto di diresì a Tap anziché restare al fian-co dei cittadini. L’azione dellaProcura – aggiunge – confer -ma che quest’opera è incom-patibile con il nostro territo-

rio. Ci sono pro-blemi a mare congli habitat protet-ti, problemi conla centrale per lasicurezza dei cit-tadini e problemicon le falde ac-quifere. Cos’altrodeve emergereper fermare l’o-pera?”. Ma Tap sidice fiduciosa:“Abbiamo colla-borato e collabo-reremo alle inda-

gini. Speriamo che la magi-stratura faccia presto luce. Anoi risulta che i livelli di so-stanze pericolose siano rien-trati. Da lunedì inizieremo acostruire il terminale di rice-zione e a mare è già pronto unterzo delle palancole”.

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L avoriLa costruzio-ne del Tapa San Foca diMe le ndug noLa Pre ss e

gono all’opera puntano tuttosulla magistratura.

M. C. F.© RIPRODUZIONE RISERVATA

La polemicaDa Melendugnoattacchi ai 5SLa ministra Lezzi:“Ne ssunaagevol a z ionea l l’op e ra”

ll gasdotto La Procura manda i carabinieri del Noe a sequestrare le carteanche a Roma e a Milano: preoccupa il cromo esavalente, che è cancerogeno

L ECC E

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I pm al lavoro Verifiche sulla portata dell’impianto, sull’impatto paesaggistico, sugli ulivi espiantati

Tre indagini sulla maxicondotta della discordiaLE INCHIESTE

Page 5: Il prezzo della verit¿ Manovra, pressioni su Mattarella ... Fatto Quotidiano - 17 novembre 201… · 6torni il tempo della seriet¿7e della 6 verit¿7(cioÇ il tempo dei Renzi).

4 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 17 Novembre 2018

» WANDA MARRA

inviata a Firenze

“Edunque, vorrei dirviche abbiamo orga-nizzato questa cosaper lanciare la candi-

datura di Dario Nardella a sinda-co di Firenze”. Ride Marco Min-niti, mentre vicino a lui (ma nontroppo), Matteo Renzi si lasciaandare a un gesticolare liberato-rio, come accompagnamentod e ll ’esclamazione finale: “M ol t idi quelli che mi hanno rimprove-rato il mio caratteraccio, senzanon sarebbero stati ministri”.

Il pubblico arrivato alla pre-sentazione del libro dell’ex mini-stro dell’Interno, nella sala d’A r-mi di Palazzo Vecchio, lo coccolacon entusiasmo. La clessidraportata all’occorrenza da MyrtaMerlino continua a scorrere. Chisi aspettava l’annuncio ufficialedella candidatura di Minniti alcongresso del Pd aveva già capitoche non sarebbe arrivata. Ma vi-sto il clima, il candidato in pectoreavrebbe quasi potuto dire: “A b-biamo organizzato questa cosaper lanciare la candidatura diMatteo Renzi”.

POMERIGGIO singolare e ambiva-lente quello fiorentino, per en-trambi i protagonisti. Arrivano in-sieme qualche minuto dopo le 18.Minniti si sceglie un angolo delpalco. “Io mi metto a destra”,scherza Renzi. Distanza di sicu-rezza mantenuta: in mezzo cistanno la Merlino, che modera, e ilsindaco Nardella, che non ingom-bra. Renzi si toglie la giacca, si ar-rotola le maniche della camicia,rigira il taccuino con una mano,con l’altra accarezza lo smartpho-ne. Una via di mezzo tra un pugilee un pokerista che si prepara allabattaglia. Minniti cambia espres-sione ogni 2 minuti, passando dalsemi sgomento al buonumore.

D’altra parte sono settimaneche racconta di un “travaglio ve-ro”. Ha avviato tutte le consulta-zioni possibili: con amici vicini elontani e con i maggiorenti delpartito. Marcare la distanza daRenzi è fondamentale, pure se èevidente anche dalla presentazio-ne di ieri che è un obiettivo noncentrato. L’ex segretario ce la

mette tutta a rispettare le regoled’ingaggio: appoggiare l’ex Mini-stro dell’Interno, ma con garbo.Un candidato alternativo non cel’ha e l’ex ministro. Poi ci sonoquelle irrinunciabili per lui, di re-gole d’ingaggio: porsi ancora co-me il leader numero 1.

Il campo da gioco, a ogni modo,lo definisce il potenziale candida-

to: “Se la sinistra mette in campouna moderna teoria politica pos-siamo essere un riferimento comeItalia”. Con la parola “moderna”marca la distanza da Nicola Zin-garetti: via il centrosinistra tradi-zionale. D’altra parte, mentre tor-na ai giorni in cui stava al Viminalesi sente la passione per il tema chesarà centrale in una sua ancoranon certissima campagna eletto-rale: la sicurezza. Terreno di sfidaa Salvini, sul suo terreno.

Fine del primo round, il secon-do è per Renzi. Che punta sull’o-perazione simpatia e nostalgia. Ètutto un aneddoto, di quelli chenel libro non ci sono per “atten -zione”, dai messaggi alle 5 e mezzadi mattina all’operazione sul Papaper convincerlo a non aprire il

Giubileo in Africa. L’ex ministro atratti si scioglie. “Chi conosceMinniti sa che non gli mancanoautonomia e indipendenza. Serveun candidato autorevole e rifor-mista”. Parola numero 2 da tenerepresente: “Riformista”.

La clessidra scorre. Dietro lequinte, si lavora a una candidaturaquasi fatta: si parla di ticket con

Teresa Bellanova. E poi ci sono iconfronti per la parte più econo-mica del programma: con MarcoBentivogli, con Carlo Calenda,con Enrico Morando. I minnitianidoc sono uno sparuto drappello,peraltro fatto fuori alle ultime e-lezioni: Enzo Amendola, NicolaLatorre, Andrea Manciulli. Nes-suno ama Renzi, ma sono pronti arientrare in gioco.

AN CO RA Minniti: “Ho sempredetto che non avevo nessuna in-tenzione di candidarmi, a menoche non me lo avessero chiestopubblicamente. Ebbene mi hannopreso in parola”. Un appello c’èstato, di 13 sindaci, tutti renziani.L’ex ministro cerca gli ultimi so-stegni: Vincenzo De Luca sem-bra pronto a sostenerlo, Lo-renzo Guerini e Luca Lottiraccolgono le firme tra i par-lamentari. “Se sarà utile a unireil Pd – concede l’ex ministro– mi candiderò”. Impresaquasi impossibile. IntantoRenzi si lascia andare: “Cichiedono l’analisi della scon-fitta, ma dobbiamo fare l’ana -lisi del 40%. La percentuale cheabbiamo tenuto dal 2014 al2016, fino a quando mi sono di-messo”. Applausi.

Il bersaglio è Gentiloni, che,schierato con Zingaretti, è l’al -tro protagonista della contesa.Oggi c’è l’assemblea del Pd chedà il via ufficialmente al con-gresso. “Scioglierò la riservadopo qualche ora”, assicuraMinniti. Si parla di un’inter -vista domenica. Difficile ormaiche possa tirarsi indietro.

Il pubblico di Firenze, intantosi spella le mani solo per il suoex sindaco. “Non lasciatevitravolgere dall’entusiasmodella platea”, dice, sommesso,fuori dalle telecamere il quasicandidato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

» GIANLUCA ROSELLI

Un’opa su Forza Italia. Daparte di Giorgia Meloni.

Con un nuovo partito che faràil suo esordio alle elezioni eu-ropee. L’obiettivo è quello disuperare il partito di Berlu-sconi, erodendogli consensi alCentro-Sud. Ma andando aprendere qualcosa anche aM5S e Lega.

LA NUOVA creatura, infatti, hala mission di conquistare unaparte dei voti che ancora ri-mangono nel serbatoio berlu-sconiano. C’è addirittura unsondaggio, commissionato daAffaritaliani .it, secondo cuiun nuovo soggetto politico na-to dall’evoluzione di Fratellid’Italia e dalla fusione con altri

movimenti può ambire a unaforbice che sta tra l’8 e il 14%.Un sorpasso su FI che segne-rebbe la fine del partito azzur-ro. Dove stanno fiutando il pe-ricolo: non è un caso se Anto-nio Tajani si è sbrigato ad an-nunciare che per le Europee sicambierà nome (Altra Italia) esimbolo.

L’idea frulla nella testa dellaMeloni da qualche tempo eparte dal fatto che FdI, sempresecondo gli istituti di ricerca,non si schioda dal 4-4,5%. Nonmale, ma poca roba. Da qui l’e-sigenza di andare oltre (untempo i cosiddetti “o lt ri s ti ”stavano a sinistra) e allargare ilcampo a forze liberali, catto-liche e moderate. Così da di-ventare la seconda gamba di u-na coalizione sovranista e con-

servatrice il cui timone saràsempre tenuto da Matteo Sal-vini, ma il comandante in se-conda non sarà più l’ex Cav.ma lei, Giorgia. Che però nelcammino verso questa opera-zione rischia di imbarcare ditutto. Per esempio, della par-tita sembra già essere France -sco Storace, ex governatoredella Regione Lazio, che di re-cente si era impegnato in unmovimento sovranista delcentro- sud insieme a GianniAlemanno e Roberto Menia.

Poi c’è Raffaele Fitto, exforzista oggi leader di Noi conl’Italia, movimento che vantauna discreta rete di ammini-stratori locali, 4 parlamentariitaliani e 2 europei, tra cui lostesso Fitto. Ma c’è anche An -drea Augello, storico espo-

nente della destra romana chenel finale di legislatura ha datogran filo da torcere al Pd nellacommissione banche. Altrinomi in ballo: l’ex senatoreFrancesco Aracri, la consi-gliera regionale lombarda Sil -via Sardone e il sindaco di A-scoli Piceno Guido Castelli.

Ma il colpo grosso, per Meloni,sarebbe Giovanni Toti. Il go-vernatore ligure da tempospinge per una fusione tra FI eFdI, ma in questo caso verreb-be superato dagli eventi e po-trebbe fare quel passo chemolti, anche dentro FI, si a-spettano. “Stiamo ragionando

in questi giorni, ma credo ci sialo spazio, nel centrodestra, perun soggetto che metta in cam-po una politica di contenuti”,osserva Augello. Che potreb-be essere tra i candidati alleEuropee, insieme a Fitto.

IL NUOVO partito potrebbe di-ventare attrattivo anche permolti altri forzisti, a partire daquelli che hanno tentato dipassare alla Lega senza suc-cesso. Anche per questo mo-tivo, si dice, l’operazione ha a-vuto la benedizione di Salvini.Che riuscirebbe in colpo solo aindebolire FI, trovare casa agliesuli azzurri in cerca di collo-cazione e avere al proprio fian-co un alleato più fedele e menoingombrante di Berlusconi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La squadraL’aspirante segretariopunta sulla Bellanovacome vice, poi Calenda,Bentivogli e Morando

Il sondaggioPer “Affarita -l i a n i . it ” la ver-sione allargatadi FdI (in fotoMeloni e Toti)ha un bacinoelettorale tral’8 e il 14% Ansa

I nde c i s o L’ex ministro dell’Interno Marco Minniti La Pre ss e

FORZA ITALIA A TORINO

Sì Tav: Berlusconitorna in piazzaper l’alta velocità

qFORZAITALIA scende in piazza perdifendere la realizzazione del proget-

to della Tav, la linea ferroviaria Torino-Lio-ne. E per l’occasione arrivano a Torino an-che i big, dal calibro di Silvio Berlusconi.“Forza Italia, da sempre a favore della rea-lizzazione della Tav, ha deciso di raccoglierela protesta dei torinesi e trasformarla in‘Pro p o s t a ’, scendendo in piazza sabato

prossimo davanti al Municipio di Torino coni nostri amministratori, i nostri militanti, inostri simpatizzanti”, aveva scritto il fon-datore di Forza Italia in una nota, per poi ri-cevere a Palazzo Grazioli gli eletti di ForzaItalia in Piemonte, Parlamentari nazionalied europei e Consiglieri regionali. Propriosul tema ieri è intervenuto il ministro delleinfrastrutture Danilo Toninelli, annuncian-

do che entro fine dicembre saranno resipubblici i risultati dell’analisi della commis-sione costi-benefici: “Sul Tav non ho pre-giudizi – ha detto – ma non voglio sprecaresoldi pubblici. Poi vorremmo condividerequesta analisi con i tecnici francesi e ci saràuna decisione presa a maggioranza. Diconoche sono io a bloccare Tav ma quest’opera ècominciata nel 1991”.

Avevo dettoche nonmi sareicandidato,lo faccios ol t a n t ose è utilea unireil partito

M A RCOMINNITI

Verso le Europee Fratelli d’Italia si allarga: tutti dentro, da Fitto a Storace. Il vero sogno è Toti

Meloni fa la spesa e punta al sorpasso su B.SALDI DI PALAZZO

QUASI CANDIDATO

Minniti pare Godot:Renzi lo investe,lui tentenna ancora

Operazione nostalgia L’ex premier continua a corteggiarlo e l’ospitaa Palazzo Vecchio. L’annuncio non c’è, ma il Lothar è a un passo dal sì

Sabato 17 Novembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | ITALIA » 5

IL SÌ M5S ALLA GRANDE OPERA

Di Battista chiedescusa ai salentini:“Giusto attaccarmi”

qALESSANDRODI BATTISTA ha chie-sto scusa ai salentini per averli illusi pro-

mettendo loro lo stop del Tap, poi rivelatositroppo oneroso, nelle prime due settimane digoverno. Ma “il primo sono stato io a illuder-mi”, ha ammesso l’ex deputato in collegamen-to dal Nicaragua davanti alle telecamere di Ac -cordi e Disaccordi, la trasmissione di AndreaScanzi e Luca Sommi prodotta da Loft Produ-

zioni per Discovery Italia (canale 9 del digitaleterrestre). Ha chiarito che però ai tempi dellepromesse pensava “che il M5S avrebbe gover-nato da solo e purtroppo non governa da solo”.Il riferimento è ai “ro s p i ”che la Lega fa ingoiareal M5S, ma in alternativa “c’era il Pd che io re-puto il partito più condizionato dalle lobby, chenon avrebbe mai accettato il superamento del-la legge Fornero o di tirare picconate al Jobs

Ac t ”. Quindi ora, dopo quanto accaduto colTap, ha fatto una promessa diversa, più “gene -ra l e ”: quella di “fare più pressione” affinché lepromesse fatte, "e sulle quali abbiamo preso ivoti", vengano mantenute. E si è spinto oltre,dichiarando che i giornalisti hanno fatto bene a“metterlo al chiodo” sul gasdotto pugliese.Non ha ritrattato invece l’attacco che ha rivoltoalla stampa dopo l’assoluzione della Raggi.

I punti

1In estate ilsindaco diMelendugno(Lecce) hasospeso ilavori Tap perun eccessodi metallipesanti,anchec a n ce ro ge n i ,nelle faldea cq u i fe re

2La Procuracontesta reatiambientaliai vertici Tap.Il Tar hanegato las o s p e n s i vae decideràa dicembre

“Metalli pesanti nelle acque”Perquisizioni nelle sedi Tap

Sono tre le indagini penalisul contestatissimo ga-

sdotto Tap che porterà il gasd a ll ’Azerbaijan sulle spiaggedel Salento. Quella sull’inqui -namento delle falde acquifereè l’ultima. La prima ipotizza latruffa e la violazione della di-rettiva europea Seveso sugliimpianti a rischio di incidenterilevante. Entro il 18 novem-bre sarà depositata la super-perizia che stabilirà se il ter-minale di ricezione di 12 ettaridi Tap e il tratto di gasdottodella Snam, che sorgeranno a400 metri dalle prime abita-zioni, siano da considerarsiun’unica opera e se vadanoclassificati come uno stabili-mento che modifica tempera-tura e pressione del gas o comeun impianto più semplice.

SE SI TRATTA di uno stabili-mento, come lo chiamano ben28 volte gli stessi documentiTap secondo un’inchiesta deilfattoquotidiano.it, la diretti-va Seveso va applicata, conl’obbligo conseguente di ga-rantire la messa in sicurezza ela consultazione popolare pri-ma dell’inizio dei lavori. Alcentro dell’indagine c’è il

Ma non è tutto. C’è ancheun’altra indagine sulla pre-sunta violazione dei vincolipaesaggistici nel cantiere incontrada “Le Paesane”, sottosequestro probatorio dal 27 a-prile scorso. Ancora Clara Ris-so risponde del reato di opereeseguite in assenza di autoriz-zazione, distruzione e detur-pamento di alberi e abusivi-smo in aree vincolate. Il gip diLecce Cinzia Vergine ha riget-tato la richiesta di disseque-stro avanzata da Tap che inque ll’area intende posare untratto di condotta. Si indaga

anche sulla possibilità che l’e-radicazione di 477 ulivi sia av-venuta fuori dal tempo presta-bilito. Restano però le multeda migliaia di euro comminatea centinaia di cittadini che siopposero alla movimentazio-ne degli alberi nel 2017.

SUL VERSANTE amministrati -vo, invece, oltre al giudiziochiesto da Tap e atteso per il 5dicembre sull’ordinanza cheblocca i lavori per l’in qu in a-mento delle falde acquifere dicui è stata negata la sospensi-va, restano il ricorso controTap sulle prescrizioni (obbli-gatorie da Via) A36 e A55 sullapresunta mancata impermea-bilizzazione del cantiere equello contro il ministerod el l ’Ambiente per la prescri-zione A5, che riguarda il mi-crotunnel di Tap non assog-gettato a Via. Quest’ultimo in-terferirebbe con la posidonia,un’alga protetta. La battagliaper fermare l’opera è tutta giu-diziaria. Con la politica che si èormai fatta scudo con i risar-cimenti miliardari che sareb-bero dovuti senza la prospet-tiva di un arbitrato internazio-nale, i cittadini che si oppon-

P rotesteUna dellemanife stazio-ni control’e spiantodegli uliviper far postoal Tap Ansa

quantitativo di gas previsto, o-riginariamente ben oltre la so-glia delle 50 tonnellate fissatadalla direttiva Seveso. Erano100, ora sono 48,6. La direttivaera indicata come obbligato-ria nella Valutazione di impat-to ambientale (Via) ma poi èstata eliminata dalla confe-renza dei servizi nel 2014, conil benestare di tre ministeri,grazie a un parere della Com-missione europea la cui tradu-zione è piuttosto contestata.In seguito Tar Lazio e Consi-glio di Stato hanno dato ragio-ne a Tap. L’indagine è stata ria-perta dopo l’esposto di ottosindaci salentini, supportatidalle perizie di ingegneri chedenunciano “rischi estrema-mente rilevanti di esplosioni eincendi”per i 30 mila residen-ti. Tra gli indagati, oltre alcountry manger di Tap Mi-chele Mario Elia e alla rap-presentante legale Clara Ris-so, coinvolti anche nell’ul ti-mo filone di indagine, c’è il di-rettore generale per la sicu-rezza dell’a p pr o v vi g i on a-mento e delle infrastruttureenergetiche del ministerodello Sviluppo economico,Gilberto Dialuce.

» MARIA CRISTINA FRADDOSIO

Perquisizioni e seque-stri nelle sedi italianedel Trans Adriatic Pi-peline, il contestato ga-

sdotto che dall’A ze r b a i gi a narriverà in Puglia. I carabinie-ri del Noe, su decreto del pro-curatore capo Leonardo Leo-ne De Castris e del sostitutoprocuratore di Lecce, ValeriaFarina Valaori, ieri mattinahanno passato al setaccio uf-fici e cantieri del consorzio in-ternazionale a Lecce, Roma eMilano. Coinvolto anche il la-boratorio di analisi “Sgs ItaliaSpa” di Villafranca Padovana,che ha fatto le indagini am-bientali per Tap.

CO R P O SA la documentazionecartacea e digitale sequestra-ta nell’inchiesta sul presuntoinquinamento delle falde ac-quifere nella zona di San Ba-silio a Melendugno (Lecce),dove è prevista la costruzionedel microtunnel di tre metridi diametro. Sono indagati ilcountry manager di Tap Mi-chele Mario Elia, la rappre-sentante legale Clara Risso eil project manager GabrielePaolo Lanza per lo scarico diacque reflue industriali con-tenenti sostanze pericolose,senza autorizzazione.

L’allarme risale a luglio conl’ordinanza di divieto di pre-

lievo delle acque e sospensio-ne dei lavori del sindaco di Me-lendugno, Marco Potì, emessasulla base del rapporto di ArpaPuglia che evidenziava il supe-ramento della soglia di alcunimetalli pesanti. Oltre i limitistabiliti nichel, arsenico, vana-dio, manganese e cromo esa-valente, quest’ultimo il più te-muto perché cancerogeno.Tap si era giustificata soste-nendo che la falda fosse inqui-

nata già prima dell’avvio deilavori e aveva fatto ricorso alTar. Ma, ventiquattr’ore pri-ma delle perquisizioni, il Tri-bunale amministrativo ha ne-gato la sospensiva e chiesto adArpa, in dieci giorni, un rap-porto sul livello di contamina-zione della falda acquifera danovembre 2017 a oggi. L’u-dienza è rinviata al 5 dicembre.Nel frattempo la Procura hachiesto ai carabinieri del Noe

di verificare l’impermeabiliz -zazione del cantiere. Si ipotiz-za che a causare la contamina-zione delle acque sia stato il ce-mento utilizzato da Tap.

Si riaccende lo scontro tra iComitati locali contrari all’o-pera, che rivendicano di averfatto aprire le inchieste insie-me al Comune, eil M5S che eracontrario all’o-pera e ora ha datovia libera, spa-ventato dai rischidi dover pagareingenti danni alconsorzio dei pe-trolieri che ha se-de in Svizzera.“Come abbiamosempre ribadito,noi le promessele manteniamo.Non siamo micaBarbara Lezzi”, dice GianlucaMaggiore, portavoce del Co-mitato No Tap, prendendose-la con la ministra M5S del Sud.Lezzi assicura che non ci sa-ranno “agevolazioni” per Tap,il ministro dell’Ambiente Ser-gio Costa promette “control -li”, Alessandro Di Battista per

la prima volta chiede scusa.Anche il sindaco Potì ironizza:“Non sento i 5s dal 18 ottobre,da quando hanno scelto di diresì a Tap anziché restare al fian-co dei cittadini. L’azione dellaProcura – aggiunge – confer -ma che quest’opera è incom-patibile con il nostro territo-

rio. Ci sono pro-blemi a mare congli habitat protet-ti, problemi conla centrale per lasicurezza dei cit-tadini e problemicon le falde ac-quifere. Cos’altrodeve emergereper fermare l’o-pera?”. Ma Tap sidice fiduciosa:“Abbiamo colla-borato e collabo-reremo alle inda-

gini. Speriamo che la magi-stratura faccia presto luce. Anoi risulta che i livelli di so-stanze pericolose siano rien-trati. Da lunedì inizieremo acostruire il terminale di rice-zione e a mare è già pronto unterzo delle palancole”.

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L avoriLa costruzio-ne del Tapa San Foca diMe le ndug noLa Pre ss e

gono all’opera puntano tuttosulla magistratura.

M. C. F.© RIPRODUZIONE RISERVATA

La polemicaDa Melendugnoattacchi ai 5SLa ministra Lezzi:“Ne ssunaagevol a z ionea l l’op e ra”

ll gasdotto La Procura manda i carabinieri del Noe a sequestrare le carteanche a Roma e a Milano: preoccupa il cromo esavalente, che è cancerogeno

L ECC E

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I pm al lavoro Verifiche sulla portata dell’impianto, sull’impatto paesaggistico, sugli ulivi espiantati

Tre indagini sulla maxicondotta della discordiaLE INCHIESTE

Page 6: Il prezzo della verit¿ Manovra, pressioni su Mattarella ... Fatto Quotidiano - 17 novembre 201… · 6torni il tempo della seriet¿7e della 6 verit¿7(cioÇ il tempo dei Renzi).

6 » ITALIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 17 Novembre 2018

Veleni Era accusato di disastro ambientale (per conto dei Casalesi), i reati sono estintiIL CASO

» NICOLA BALDIERI

Che i veleni dal Nord Italiasiano finiti nelle discari-

che di Gomorra è un fattocerto. Graniticamente ac-clarato da sentenze. Le sco-rie e i fanghi tossici delle in-dustrie del Settentrione so-prattutto. Poi si fanno i pro-cessi a carico di chi avrebbecontribuito ad avvelenare lacosiddetta Terra dei Fuochi,ma interviene la prescrizio-ne e il Tribunale di Napoli ècostretto a disporre il nonluogo a procedere.

A FINIRE alla sbarra davantialla Corte d’Assise del Tri-bunale partenopeo nel mag-gio dell’anno scorso, il bro-ker del pattume pericolosoGiambattista Toninelli, tito-lare dagli inizi degli anni 80fino al 2004 della commer-ciale dei rifiuti CTM 2000.Così lo descrive uno dei pen-titi: “Nel settore dei rifiuti

tossici veri Toninelli era unmezzo... diciamo un Papa, u-no molto grosso, uno moltoim po rta nt e”. L’uomo, delvaresotto, rispondeva di di-sastro ambientale, avvele-namento delle falde acquife-re e smaltimen-to illecito di ri-fiuti. Il tutto ag-gravato dal me-todo mafiosoper aver favori-to il potente clandei casalesi.

Dopo 18 mesidi dibattimento,il pubblico mi-nistero Salvato-re Prisco, in se-de di requisito-ria, aveva chie-sto sei anni emezzo per il solo smaltimen-to illecito di rifiuti senza ag-gravante mafiosa. Ma nullada fare. Tre giorni fa la pre-sidente della III sezione, Lu-cia La Posta, in un’aula semi-

deserta ha letto il dispositivodi non luogo a procedere perintervenuta prescrizione.

I reati sono stati dichiaratiestinti nonostante la Procu-ra antimafia di Napoli avessechiesto e ottenuto il rinvio a

giudizio “qualeprimario pro-cacciatore e in-termediario trail Cerci Gaetano,C h i a n e s e C i-priano (impren-ditori contigui alclan mafioso deicasalesi condan-nati in un altroproced imentoper gli stessi rea-ti, nd a) e i pro-duttori di rifiutid e l C e n t r o e

Nord Italia”, per aver tra-sportato e smaltito veleninella discarica Setri poi Resitdi Giugliano, alle porte diNapoli. Troppo tardi pur-troppo per conoscere la ve-

rità. Alle costituite parti ci-vili nel processo non è statoriconosciuto nulla.

NON È LA PRIMA volta cheGiambattista Toninelli fini-sce alla sbarra in Campania.Già nel 2003 venne chiama-to a rispondere di traffico il-lecito di rifiuti e altri gravireati ambientali davanti alTribunale di Santa MariaCapua Vetere. Finì, assiemead altri imprenditori, tra-

sportatori e faccendieri,tutti del Nord Italia, nellemaglie del processo Cassio-pea. L’inchiesta per compe-tenza partì da Santa Mariapoi finì a Napoli. Successi-vamente ritornò a SantaMaria. Il processo terminòsenza colpevoli.

I reati più gravi, quelli as-sociativi finalizzati alla de-linquenza organizzata e ildisastro ambientale rima-sero lettera morta, per il re-sto intervenne la prescri-zione. Oggi come ieri, dun-que. Intanto la popolazioneche vive tra le province diNapoli e Caserta continuaad ammalarsi e a morire dileucemie e di cancro. In unaterra dove i clan della ca-morra casalese hanno ac-centrato tutto nelle propriemani, nessuno mai saprà chiè stato ad avvelenare le faldeacquifere e a causare il disa-stro ambientale.

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» MARCO PALOMBI

Quello che ancora iericontinuava nel gover-no sui rifiuti in Cam-pania è uno scontro su

più livelli: ce n’è uno ideolo-gico, che riguarda il modellodi sviluppo; uno politico sulposizionamento in quella re-gione e più in generale nel Sudtra Lega e 5 Stelle; uno piùsquisitamente affaristico cheriguarda la gestione di breveperiodo, retropensiero chenasce dalle parole di MatteoSalvini sulla presunta emer-genza “a livello mondiale” digennaio.

P a r t i a m odalla fine e cioèd al l ’e me r ge n-za che – s e c o n-do il ministrod e l l ’ I n t e r n oche non riesce afare il suo lavo-ro, cioè a impe-dire i roghi deisiti di stoccaggio (una decinain tre mesi a non contare i“piccoli” incendi) – verrà in-nescata dalla fermata dell’i n-ceneritore di Acerra a gen-naio: in realtà, come accadepiù volte l’anno, si fermerà u-na linea su tre per lavori pro-grammati causando, al solito,un rallentamento nella rac-colta (cioè disagi per i cittadi-ni, ma non certo una “e m e r-genza a livello mondiale”).

I NVO C AR E il commissaria-mento (sempre Salvini) è unprogramma politico che parlaal vecchio “partito dei rifiuti”attraverso le procedure d’ur -genza, le chiamate dirette etutte le altre decisioni provvi-sorie che poi diventano eterne,come dimostrano le crisi pre-cedenti. Un modello – caro alvecchio centrodestra “cosen -tiniano” e cioè all’attuale Legacampana (ve ne parliamo quiac ca nt o) – politico e propa-gandistico che, ovviamente,mira soprattutto ai voti deicampani in vista di Europee,Regionali e Comunali (2019,2020 e 2022 se Luigi de Ma-gistris non si dimette prima).

Che succede allora in Cam-pania? Una regione il cui siste-ma dei rifiuti è cronicamentesotto stress, che paga 120 milaeuro al giorno di multe all’Ue eha ancora da smaltire 6 milionidi ecoballe della crisi (quella sì“a livello mondiale”) di 10 annifa, si ritrova coi siti di stoccag-gio strapieni di plastiche discarso pregio e carta da mace-ro che si accumula senza sostadal l’inizio del 2018, cosa chesta accadendo in tutta Italia,dove però il sistema non è sem-

pre sull’orlo del collasso comein Campania: da qui però la re-crudescenza dei roghi, da Mi-lano alla Terra dei fuochi, dicui Salvini non si occupa.

CO S’È CAMBIATO? Due cose: agennaio la Cina, che dagli anni90 assorbiva un bel po’ del laplastica da riciclo europea discarsa qualità, ha deciso chenon ne importerà più: le bastala sua. Questo ha portato alloscoperto un equivoco: la bassaqualità della raccolta differen-ziata e la follia di un modelloproduttivo in cui domina l’usae getta e l’imballaggio. A fine

febbraio, poi, ilConsiglio di Sta-to ha stabilitoche il potere dideterminare lacessazione dellaqualifica di ri-fiuto (end of wa-ste) compete so-lo allo Stato enon anche, con

singole autorizzazioni, alleRegioni: in attesa di una leggenazionale (che dovrebbe arri-vare a gennaio), l’industria delriciclo in Italia – p l as t i ch e ,pannolini e quant’altro non sianormato da leggi nazionali,cioè quasi tutto – è bloccata.

E qui arriva il conflitto ideo-logico tra la Lega e i 5 Stelle.Salvini, in sostanza, dice che

servono altri inceneritori oltrea quelli già esistenti (41, il 63%al Nord) nelle regioni che nonhanno un ciclo autosufficientedei rifiuti: “No all’incenerito -re, ma ditemi sì su qualcosa.Che devo fare se il capo dei vi-gili a Napoli mi dice che la si-tuazione rischia di tornare al2008? Gli inceneritori li do-vrebbero volere i sindaci e laRegione ma dicono di no.Quindi li faremo”, ha detto ieriil leader leghista, non negan-dosi neanche un siparietto sul-la “beneamata ceppa” con cuigli aveva risposto Di Maio.

I 5 Stelle hanno ribadito incoro la loro contrarietà. Citia-mo Roberto Fico per tutti: “Viassicuro che in questa regionenon si farà neanche un incene-ritore. È uno schiaffo forte aNapoli e alla Campania arriva-re qui e dire che ci vuole un in-ceneritore dopo le lotte di que-

sti anni”. La visione del M5S,del ministro dell’Ambiente e,particolare non secondario,del contratto di governo è op-posta a quella di Salvini. Percostruire un inceneritore civogliono tra 5 e 7 anni: secondoil trend la differenziata inCampania, oggi al 52% (maNapoli città è un buco nero),nel 2023 avrà raggiunto il 70%e non servirà un altro impiantooltre quello di Acerra.

NEL FRATTEMPO, però, vannofatte alcune cose: incentivarel’industria del riciclo in ognimodo, soprattutto coi soldi;poi ridurre la quantità dei ri-fiuti (nella norma nazionaleend of waste dovrebbe esserciil divieto della plastica usa egetta); spingere una differen-ziata di qualità funzionale alriciclo (economia circolare).La Campania dovrebbe dotar-

si di impianti di trattamentodei rifiuti (ne ha pochi) e, pergestire la fase di transizione, disiti di stoccaggio pubblici piùampi e controllati. Due pro-spettive, come si vede, oppo-ste: un compromesso su que-sto tema è impossibile, speciecoi leghisti di Campania.

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D uel l a nt iMatteo Salvinie Roberto Ficosi sono scon-trati sui rifiutiin CampaniaA n s a / La Pre ss e

Lo sberleffo

GLI INCENERITORIDA COSTA A COSTA» ILARIA PROIETTI

,NEL GOVERNO gialloverde inquesto periodo volano gli stracci.

Pure sulla monnezza. E a fare le spesedello scontro tra Luigi Di Maio e MatteoSalvini sulla questione dei termovaloriz-zatori, è Sergio Costa. Finito sulla graticola per a-ver vergato nel 2012 un intervento certamentenon ostile a questi impianti che solo a nominarli ilM5S vede rosso. Ma che sosteneva in quel focus

di 22 pagine pubblicato sulla rivistadel Corpo Forestale di cui alloraera Comandante provinciale aNapoli? Che il Piano regionaledi gestione dei rifiuti della

Campania (che all’epoca era statoappena approvato) “ha posto le fon-damenta per la svolta definitiva”. Addioper sempre all’emergenza rifiuti con la

realizzazione di un termovalorizzatoreper la distruzione delle famigerate eco-balle. E, tra l’altro, la costruzione di ter-movalorizzatori di ultima generazione.Un e n d o rs e m e n t? Giammai, si difendeCosta: fu una valutazione “da servitoredello Stato”, per definizione ‘uso obbe-

dir tacendo’. Da ministro è tutta un’a l t ras to r i a .

Prescritto “il Papa” dei fanghi tossici

Per l’a nt i m a f i aG i a m b at t i st aTon i ne l l iè il “pr i mopro cacc i atore”degli imprenditoricontigui ai clan

Una discarica di rifiuti velenosi

È unos ch i a ffoal l aC ampaniaarrivare quie dire checi vuole uni n ce n e r i t o redopo annidi lotte

RO B E RTOF I CO

Che si fa seil rischio ètornare al2008? Glii n ce n e r i t o r id o v rebb ech i ede rl ila Regione:dice no, mali faremo

M AT T EOSA LV I N I

Il leghista confusoVuole la gestionee m e rg e n z i a l e ,ma il nodo veroè quella ordinaria

IL DOSSIER

Rifiuti, scontro nel governotra ideologia e politichetta

Campania La crisi, che riguarda plastica e carta,nasce da una sentenza e da una legge cinese

Sabato 17 Novembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | ITALIA » 7

ASI Dopo la cacciata di Battiston

Per l’Agenzia spazialei gialloverdi nominanoil commissario Benvenuti

qL’AGENZIA spaziale italiana sarà com-missariata. Dopo aver rimosso Roberto

Battiston il governo gialloverde nomina un“t ra g h e t t a to re ” che guiderà l’Asi per i prossimi6 mesi: sarà il professor Piero Benvenuti, astro-fisico 72enne. Per lui è un ritorno: era stato vi-cecommissario dell’agenzia nel biennio 2007-2008. In questo nuovoincarico sarà affianca-to da un subcommissa-rio, l’avvocato Giovan-ni Cinque. La scelta diBenvenuti arriva dopola rinuncia dell’ex capodi Stato maggiore del-l’Aeronautica, Pasqua-le Preziosa.Si chiude così, almenoper il prossimo seme-stre, una vicenda che ha contribuito ad alimen-tare le tensioni tra il Movimento 5 Stelle e la Le-ga nelle ultime settimane. L’ex presidentedell’agenzia Battiston, il cui mandato era statoprorogato dal governo Gentiloni a ridosso delvoto del 4 marzo, era stato sollevato dalla suacarica per decisione del ministro dell’U n i ve r -sità e della Ricerca Marco Bussetti (nominatoin quota Lega). Una scelta compiuta senza in-formare gli alleati grillini. E che ha fatto scate-nare la plateale reazione del suo viceministro, ilpentastellato Lorenzo Fioramonti, che ha pub-blicamente espresso il suo disappunto per l’i-niziativa leghista.In serata è arrivato il primo commento del com-missario Benvenuti: “Non è una novità che alcambio di governo si chieda il cambio dei verticidi enti di ricerca, con lo spoils system o in altrimodi. Ho accettato per spirito di servizio. ConBattiston siamo amici”.

CEPPA O NON CEPPA Ex di ogni risma con Salvini

Transfughi & riciclati:in Campania la Leganon fa la differenziataIl condannato Nespoli, gli arrestati Borriello e Falco,l’ex missino coordinatore e la stella di Castiello, già FI

L’accusa: “A Giampi soldi tramite Lavitola”

Nuovi guai per Silvio: a giudizio per averpagato Tarantini per mentire ai pm

BA R I

» FABRIZIO D’E S P OS I TO

Asfogliare il catalogodei salviniani dellaCampania (un tempoun ossimoro, la Lega

e il sud, oggi purtroppo nonpiù) c’è solo l’imbarazzo dellascelta. Ceppa o non ceppa, ilministro dell’Interno sarà pu-re un fan degli inceneritori manel suo partito, a transfughiriciclati e trasformisti, nonapplica alcun criterio di rac-colta differenziata. Tutti in-sieme senza distinzione per-ché quando si vola nei son-daggi i voti non puzzano mai,a prescindere.

Per rimanere dunque in te-ma di monnezza, non si puòche cominciare dal tragico ac-cadimento capitato all’e s p e r-to Ciro Borriello da Torre delGreco, la città leopardianadello Sterminator Vesevo,quel vulcano poi caro allostesso Salvini nei suoi rutti dastadio contro Napoli. Già de-mocristiano, berlusconiano,mastelliano, persino dipietri-sta, Borriello aderì un anno fa,da sindaco della città, con vi-goroso entusiasmo alla Legasalviniana. Poi il doloroso e-vento: l’euforico neoleghistavesuviano finì in manette percorruzione e truffa: mazzetteper favorire una ditta nellaraccolta rifiuti. Drammatichecoincidenze. Peccato.

DALLE TANGENTI alla droga, aqualche chilometro di distan-za, a nord di Napoli. Questa ènotizia più recente, dell’otto -bre scorso. Bartolomeo Falco,già centrista dell’Udc e neocoordinatore della Lega a Co-miziano, paesino del Nolano,viene arrestato in un’op e r a-zione antidroga dell’Antima -fia napoletana. Spaccio. Nonproprio il massimo per il par-tito che occupa il ministerodell’Interno. Di più: una robamai vista, neanche ai tempi deldc Antonio Gava buonanima,al Viminale nell’era del Caf.

Il fatto è che quando orde diamministratori assatanati,con le tasche gonfie di voti incostante ricerca di una casa,bussano alla tua porta per sa-lire sul carro, anzi sul Carroc-cio, non è facile distinguere.Soprattutto al Sud. E soprat-tutto se chi dirige il traffico iningresso è a sua volta un rici-clato, se non altro per storia fa-miliare. Il capo ufficiale dellaLega in Campania è infattiGianluca Cantalamessa: suopadre Tonino, assicuratore diPortici, fu fedelissimo a Gior-gio Almirante nonché consi-gliere regionale ed eurodepu-tato del Movimento sociale.

In realtà, e nessuno l’ha maismentito, la vera eminenzagrigia, anzi verde padana, delsalvinismo campano è l’i m-marcescibile Vincenzo Ne-spoli da Afragola. Nespoli èstato uno dei big del centrode-

stra regionale nella golden ageberlusconiana del Pdl, insie-me ovviamente a Nicola Co-sentino e a Luigi Cesaro.

Proveniente da An, Nespoliè anche detentore di un recordscandaloso: riuscì a mantene-re, nonostante l’incompatibi -lità, la poltrona di senatore equella di sindaco. Era il 2008.

Indi, il casellario giudiziale.Nespoli si è preso sei anni perbancarotta fraudolenta. Il fal-limento di un istituto di vigi-lantes. Condanna confermatain appello all’inizio dell’anno.Quindi ha scontato sei mesi didomiciliari per un altro proce-dimento su alcune speculazio-ni immobiliari, fatte con unasocietà intestata alla moglie.

OGGI Nespoli può financhevantare un solido aggancio nelgoverno gialloverde di Conte:la sua pupilla Giuseppina Ca-stiello detta Pina, altra afrago-lese doc. Castiello è ovviamen-te leghista e fa il sottosegreta-rio al ministero per il Sud. In-terrogata in tv un decennio fa,rispose che “l’attuale papa” e-ra Bonifacio VIII. Ma questesono inezie in confronto al pe-riplo compiuto dalla prodesottosegretaria, uno dei fruttipiù belli del Porcellum dellacooptazione. Già finiana, di-venne berlusconiana a oltran-za e l’ex Cavaliere fu l’ospite

d’onore alla festa per il suoquarantesimo compleanno,cantando in francese e dispen-sando le solite barzellette sulbunga bunga.

Cantalamessa e Castiello,con l’aggiunta di Claudio Bar-baro, sono i tre parlamentari e-letti dalla Lega in Campaniaalle Politiche del 4 marzo. So-no loro, con Nespoli, il comi-tato d’accoglienza regionaleper l’amato Salvini, non più o-diato cantore dello Stermina -tor Vesevo. E al primo, Canta-lamessa, tocca il complesso di-scernimento sui questuantiche si presentano quotidiana-mente. Uno degli ultimi è Er-nesto Sica da Pontecagnano,nel Salernitano. Ha militato,Sica, sia in Forza Italia sia nelPd. E da berlusconiano fu l’ar -tefice materiale del falso dos-sier (processo P3) contro Ste-fano Caldoro, poi governatoredella Campania. Oggi è con-vintamente leghista. Vamoscaballeros: todos con Salvini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

» MICHELA RUBORTONE

Ancora un rinvio a giudizio perSilvio Berlusconi. Stavolta l’ex

Cavaliere è nei guai per l’inchiestasulle escort. Il reato per cui sarà pro-cessato è il seguente: induzione arendere false dichiarazioni all’au -torità giudiziaria. Secondo la tesidell’accusa, sostenuta da PasqualeDrago e Eugenia Pontassuglia, illeader di Forza Italia fornì all’im -prenditore barese Giampaolo Ta-rantini, per il tramite del direttorede L’Avanti Valter Lavitola, un la-voro, avvocati e centinaia di mi-gliaia di euro perché mentisse aimagistrati che indagavano a Barisulle escort condotte tra il 2008 e il2009 nelle residenze estive dell’al -lora Presidente del Consiglio.

IL GUP DI BARI Anna Depalo, al ter-mine dell’udienza preliminare, haperò dichiarato la propria incompe-tenza territoriale nei confronti diLavitola, difeso dagli avvocati Ma-

rianna Febbraio e ArturoCola, e ha pertanto di-sposto la trasmissionedegli atti ai magistrati diNapoli. Nel procedimen-to a carico di Berlusconi ècostituita parte civile lapresidenza del Consi-glio, che rileva un dannoalla propria immagineper la condotta dell’allo -ra primo ministro.

L’avvocato senatore NiccolòGhedini, coadiuvato nella difesa diBerlusconi dal collega barese Fran-cesco Paolo Sisto, deputato, si dice“tran quillo”: “A dibattimento intempi rapidi il presidente Berlusco-ni sarà completamente assolto”. “Ilrinvio a giudizio è giustificatodall’imponente materiale che legit-tima, secondo il giudice, l’esp eri-mento dibattimentale” ha aggiuntoSisto, pronosticando che però il pro-cesso “sarà la fotografia di una difesache secondo noi è più che sufficienteper ottenere l’assoluzione del pre-

sidente Berlusconi” .L’attività parlamentaredei due avvocati ha con-corso a dilatare i tempidell’udienza preliminareoltre ogni record. La ce-lebrazione dell’ud ien zaha subito innumerevolirinvii: per l’elezione delpresidente della Repub-blica; per ragioni istrut-torie, ossia per esamina-

re i risultati delle intercettazioni te-lefoniche o assumere le testimo-nianze delle ragazze coinvolte; o,ancora, per motivi di salute addottidall’indagato.

La Procura di Bari ha infatti pre-sentato la richiesta di rinvio a giu-dizio ben quattro anni fa. Negli ul-timi tempi, il procedimento è statoancora rinviato per l’emergenza cheinteressa la giustizia barese dopoche il Tribunale è stato dichiarato i-nagibile. Il processo inizierà il 4 feb-braio 2019.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nap oleg h i st iL’ex senatoreVincenzo Ne-spoli; la sotto-segretario Pi-na Castiello eGianluca Can-talame ssaLa Pre ss e /A n s a

S. Berlusconi Ansa

P. Benvenuti Ansa

“LAVORERÀ SUI GIOCHI E BASTA”

Malagò non ci crede:“Hanno ucciso il Coni”Giorgetti: “Ava n t i ”

qNON SI RASSEGNA, Giovannino Ma-lagò, principe dei salotti romani e, da

qualche anno, re dello sport italiano a mezzoConi. Ieri, da casa sua, il Foro italico, è tornatosulla decisione del governo di creare la societàSport e Salute togliendo la gestione dei soldidegli sportivi proprio al Coni. Decisione da cui,giovedì, è scaturito uno scontro col sottose-gretario Giancarlo Giorgetti, che allo Sport ha

la delega: “Dalla mattina alla sera, con 4 righenella Finanziaria è stato ucciso il Coni – si ram-marica Malagò coi cronisti –. Da tutte le parti siera ribadito l’invito al dialogo. Se qualcuno ri-tiene che si sia andati oltre coi toni, valutate voise in proporzione è meno o di più rispetto allagravità del problema e dei fatti. Ci manchereb-be che il Coni si identifichi con una persona. IlConi è 105 anni di storia ed è un’e cce l l e n za .

Giorgetti ha perfettamente ragione quando di-ce che il Comitato olimpico non è Malagò”.Giorgetti, però, non pare intenzionato al dia-logo: “Con serietà e serenità abbiamo un pro-gramma di governo”, cioè si va avanti. Anzi, “ilComitato olimpico avrà 40 milioni per prepa-rare le Olimpiadi. Alle federazioni andranno400 milioni per l’attività sportiva. Tuteleremol’autonomia dello sport e dei vertici del Coni”.

Page 7: Il prezzo della verit¿ Manovra, pressioni su Mattarella ... Fatto Quotidiano - 17 novembre 201… · 6torni il tempo della seriet¿7e della 6 verit¿7(cioÇ il tempo dei Renzi).

6 » ITALIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 17 Novembre 2018

Veleni Era accusato di disastro ambientale (per conto dei Casalesi), i reati sono estintiIL CASO

» NICOLA BALDIERI

Che i veleni dal Nord Italiasiano finiti nelle discari-

che di Gomorra è un fattocerto. Graniticamente ac-clarato da sentenze. Le sco-rie e i fanghi tossici delle in-dustrie del Settentrione so-prattutto. Poi si fanno i pro-cessi a carico di chi avrebbecontribuito ad avvelenare lacosiddetta Terra dei Fuochi,ma interviene la prescrizio-ne e il Tribunale di Napoli ècostretto a disporre il nonluogo a procedere.

A FINIRE alla sbarra davantialla Corte d’Assise del Tri-bunale partenopeo nel mag-gio dell’anno scorso, il bro-ker del pattume pericolosoGiambattista Toninelli, tito-lare dagli inizi degli anni 80fino al 2004 della commer-ciale dei rifiuti CTM 2000.Così lo descrive uno dei pen-titi: “Nel settore dei rifiuti

tossici veri Toninelli era unmezzo... diciamo un Papa, u-no molto grosso, uno moltoim po rta nt e”. L’uomo, delvaresotto, rispondeva di di-sastro ambientale, avvele-namento delle falde acquife-re e smaltimen-to illecito di ri-fiuti. Il tutto ag-gravato dal me-todo mafiosoper aver favori-to il potente clandei casalesi.

Dopo 18 mesidi dibattimento,il pubblico mi-nistero Salvato-re Prisco, in se-de di requisito-ria, aveva chie-sto sei anni emezzo per il solo smaltimen-to illecito di rifiuti senza ag-gravante mafiosa. Ma nullada fare. Tre giorni fa la pre-sidente della III sezione, Lu-cia La Posta, in un’aula semi-

deserta ha letto il dispositivodi non luogo a procedere perintervenuta prescrizione.

I reati sono stati dichiaratiestinti nonostante la Procu-ra antimafia di Napoli avessechiesto e ottenuto il rinvio a

giudizio “qualeprimario pro-cacciatore e in-termediario trail Cerci Gaetano,C h i a n e s e C i-priano (impren-ditori contigui alclan mafioso deicasalesi condan-nati in un altroproced imentoper gli stessi rea-ti, nd a) e i pro-duttori di rifiutid e l C e n t r o e

Nord Italia”, per aver tra-sportato e smaltito veleninella discarica Setri poi Resitdi Giugliano, alle porte diNapoli. Troppo tardi pur-troppo per conoscere la ve-

rità. Alle costituite parti ci-vili nel processo non è statoriconosciuto nulla.

NON È LA PRIMA volta cheGiambattista Toninelli fini-sce alla sbarra in Campania.Già nel 2003 venne chiama-to a rispondere di traffico il-lecito di rifiuti e altri gravireati ambientali davanti alTribunale di Santa MariaCapua Vetere. Finì, assiemead altri imprenditori, tra-

sportatori e faccendieri,tutti del Nord Italia, nellemaglie del processo Cassio-pea. L’inchiesta per compe-tenza partì da Santa Mariapoi finì a Napoli. Successi-vamente ritornò a SantaMaria. Il processo terminòsenza colpevoli.

I reati più gravi, quelli as-sociativi finalizzati alla de-linquenza organizzata e ildisastro ambientale rima-sero lettera morta, per il re-sto intervenne la prescri-zione. Oggi come ieri, dun-que. Intanto la popolazioneche vive tra le province diNapoli e Caserta continuaad ammalarsi e a morire dileucemie e di cancro. In unaterra dove i clan della ca-morra casalese hanno ac-centrato tutto nelle propriemani, nessuno mai saprà chiè stato ad avvelenare le faldeacquifere e a causare il disa-stro ambientale.

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» MARCO PALOMBI

Quello che ancora iericontinuava nel gover-no sui rifiuti in Cam-pania è uno scontro su

più livelli: ce n’è uno ideolo-gico, che riguarda il modellodi sviluppo; uno politico sulposizionamento in quella re-gione e più in generale nel Sudtra Lega e 5 Stelle; uno piùsquisitamente affaristico cheriguarda la gestione di breveperiodo, retropensiero chenasce dalle parole di MatteoSalvini sulla presunta emer-genza “a livello mondiale” digennaio.

P a r t i a m odalla fine e cioèd al l ’e me r ge n-za che – s e c o n-do il ministrod e l l ’ I n t e r n oche non riesce afare il suo lavo-ro, cioè a impe-dire i roghi deisiti di stoccaggio (una decinain tre mesi a non contare i“piccoli” incendi) – verrà in-nescata dalla fermata dell’i n-ceneritore di Acerra a gen-naio: in realtà, come accadepiù volte l’anno, si fermerà u-na linea su tre per lavori pro-grammati causando, al solito,un rallentamento nella rac-colta (cioè disagi per i cittadi-ni, ma non certo una “e m e r-genza a livello mondiale”).

I NVO C AR E il commissaria-mento (sempre Salvini) è unprogramma politico che parlaal vecchio “partito dei rifiuti”attraverso le procedure d’ur -genza, le chiamate dirette etutte le altre decisioni provvi-sorie che poi diventano eterne,come dimostrano le crisi pre-cedenti. Un modello – caro alvecchio centrodestra “cosen -tiniano” e cioè all’attuale Legacampana (ve ne parliamo quiac ca nt o) – politico e propa-gandistico che, ovviamente,mira soprattutto ai voti deicampani in vista di Europee,Regionali e Comunali (2019,2020 e 2022 se Luigi de Ma-gistris non si dimette prima).

Che succede allora in Cam-pania? Una regione il cui siste-ma dei rifiuti è cronicamentesotto stress, che paga 120 milaeuro al giorno di multe all’Ue eha ancora da smaltire 6 milionidi ecoballe della crisi (quella sì“a livello mondiale”) di 10 annifa, si ritrova coi siti di stoccag-gio strapieni di plastiche discarso pregio e carta da mace-ro che si accumula senza sostadal l’inizio del 2018, cosa chesta accadendo in tutta Italia,dove però il sistema non è sem-

pre sull’orlo del collasso comein Campania: da qui però la re-crudescenza dei roghi, da Mi-lano alla Terra dei fuochi, dicui Salvini non si occupa.

CO S’È CAMBIATO? Due cose: agennaio la Cina, che dagli anni90 assorbiva un bel po’ del laplastica da riciclo europea discarsa qualità, ha deciso chenon ne importerà più: le bastala sua. Questo ha portato alloscoperto un equivoco: la bassaqualità della raccolta differen-ziata e la follia di un modelloproduttivo in cui domina l’usae getta e l’imballaggio. A fine

febbraio, poi, ilConsiglio di Sta-to ha stabilitoche il potere dideterminare lacessazione dellaqualifica di ri-fiuto (end of wa-ste) compete so-lo allo Stato enon anche, con

singole autorizzazioni, alleRegioni: in attesa di una leggenazionale (che dovrebbe arri-vare a gennaio), l’industria delriciclo in Italia – p l as t i ch e ,pannolini e quant’altro non sianormato da leggi nazionali,cioè quasi tutto – è bloccata.

E qui arriva il conflitto ideo-logico tra la Lega e i 5 Stelle.Salvini, in sostanza, dice che

servono altri inceneritori oltrea quelli già esistenti (41, il 63%al Nord) nelle regioni che nonhanno un ciclo autosufficientedei rifiuti: “No all’incenerito -re, ma ditemi sì su qualcosa.Che devo fare se il capo dei vi-gili a Napoli mi dice che la si-tuazione rischia di tornare al2008? Gli inceneritori li do-vrebbero volere i sindaci e laRegione ma dicono di no.Quindi li faremo”, ha detto ieriil leader leghista, non negan-dosi neanche un siparietto sul-la “beneamata ceppa” con cuigli aveva risposto Di Maio.

I 5 Stelle hanno ribadito incoro la loro contrarietà. Citia-mo Roberto Fico per tutti: “Viassicuro che in questa regionenon si farà neanche un incene-ritore. È uno schiaffo forte aNapoli e alla Campania arriva-re qui e dire che ci vuole un in-ceneritore dopo le lotte di que-

sti anni”. La visione del M5S,del ministro dell’Ambiente e,particolare non secondario,del contratto di governo è op-posta a quella di Salvini. Percostruire un inceneritore civogliono tra 5 e 7 anni: secondoil trend la differenziata inCampania, oggi al 52% (maNapoli città è un buco nero),nel 2023 avrà raggiunto il 70%e non servirà un altro impiantooltre quello di Acerra.

NEL FRATTEMPO, però, vannofatte alcune cose: incentivarel’industria del riciclo in ognimodo, soprattutto coi soldi;poi ridurre la quantità dei ri-fiuti (nella norma nazionaleend of waste dovrebbe esserciil divieto della plastica usa egetta); spingere una differen-ziata di qualità funzionale alriciclo (economia circolare).La Campania dovrebbe dotar-

si di impianti di trattamentodei rifiuti (ne ha pochi) e, pergestire la fase di transizione, disiti di stoccaggio pubblici piùampi e controllati. Due pro-spettive, come si vede, oppo-ste: un compromesso su que-sto tema è impossibile, speciecoi leghisti di Campania.

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D uel l a nt iMatteo Salvinie Roberto Ficosi sono scon-trati sui rifiutiin CampaniaA n s a / La Pre ss e

Lo sberleffo

GLI INCENERITORIDA COSTA A COSTA» ILARIA PROIETTI

,NEL GOVERNO gialloverde inquesto periodo volano gli stracci.

Pure sulla monnezza. E a fare le spesedello scontro tra Luigi Di Maio e MatteoSalvini sulla questione dei termovaloriz-zatori, è Sergio Costa. Finito sulla graticola per a-ver vergato nel 2012 un intervento certamentenon ostile a questi impianti che solo a nominarli ilM5S vede rosso. Ma che sosteneva in quel focus

di 22 pagine pubblicato sulla rivistadel Corpo Forestale di cui alloraera Comandante provinciale aNapoli? Che il Piano regionaledi gestione dei rifiuti della

Campania (che all’epoca era statoappena approvato) “ha posto le fon-damenta per la svolta definitiva”. Addioper sempre all’emergenza rifiuti con la

realizzazione di un termovalorizzatoreper la distruzione delle famigerate eco-balle. E, tra l’altro, la costruzione di ter-movalorizzatori di ultima generazione.Un e n d o rs e m e n t? Giammai, si difendeCosta: fu una valutazione “da servitoredello Stato”, per definizione ‘uso obbe-

dir tacendo’. Da ministro è tutta un’a l t ras to r i a .

Prescritto “il Papa” dei fanghi tossici

Per l’a nt i m a f i aG i a m b at t i st aTon i ne l l iè il “pr i mopro cacc i atore”degli imprenditoricontigui ai clan

Una discarica di rifiuti velenosi

È unos ch i a ffoal l aC ampaniaarrivare quie dire checi vuole uni n ce n e r i t o redopo annidi lotte

RO B E RTOF I CO

Che si fa seil rischio ètornare al2008? Glii n ce n e r i t o r id o v rebb ech i ede rl ila Regione:dice no, mali faremo

M AT T EOSA LV I N I

Il leghista confusoVuole la gestionee m e rg e n z i a l e ,ma il nodo veroè quella ordinaria

IL DOSSIER

Rifiuti, scontro nel governotra ideologia e politichetta

Campania La crisi, che riguarda plastica e carta,nasce da una sentenza e da una legge cinese

Sabato 17 Novembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | ITALIA » 7

ASI Dopo la cacciata di Battiston

Per l’Agenzia spazialei gialloverdi nominanoil commissario Benvenuti

qL’AGENZIA spaziale italiana sarà com-missariata. Dopo aver rimosso Roberto

Battiston il governo gialloverde nomina un“t ra g h e t t a to re ” che guiderà l’Asi per i prossimi6 mesi: sarà il professor Piero Benvenuti, astro-fisico 72enne. Per lui è un ritorno: era stato vi-cecommissario dell’agenzia nel biennio 2007-2008. In questo nuovoincarico sarà affianca-to da un subcommissa-rio, l’avvocato Giovan-ni Cinque. La scelta diBenvenuti arriva dopola rinuncia dell’ex capodi Stato maggiore del-l’Aeronautica, Pasqua-le Preziosa.Si chiude così, almenoper il prossimo seme-stre, una vicenda che ha contribuito ad alimen-tare le tensioni tra il Movimento 5 Stelle e la Le-ga nelle ultime settimane. L’ex presidentedell’agenzia Battiston, il cui mandato era statoprorogato dal governo Gentiloni a ridosso delvoto del 4 marzo, era stato sollevato dalla suacarica per decisione del ministro dell’U n i ve r -sità e della Ricerca Marco Bussetti (nominatoin quota Lega). Una scelta compiuta senza in-formare gli alleati grillini. E che ha fatto scate-nare la plateale reazione del suo viceministro, ilpentastellato Lorenzo Fioramonti, che ha pub-blicamente espresso il suo disappunto per l’i-niziativa leghista.In serata è arrivato il primo commento del com-missario Benvenuti: “Non è una novità che alcambio di governo si chieda il cambio dei verticidi enti di ricerca, con lo spoils system o in altrimodi. Ho accettato per spirito di servizio. ConBattiston siamo amici”.

CEPPA O NON CEPPA Ex di ogni risma con Salvini

Transfughi & riciclati:in Campania la Leganon fa la differenziataIl condannato Nespoli, gli arrestati Borriello e Falco,l’ex missino coordinatore e la stella di Castiello, già FI

L’accusa: “A Giampi soldi tramite Lavitola”

Nuovi guai per Silvio: a giudizio per averpagato Tarantini per mentire ai pm

BA R I

» FABRIZIO D’E S P OS I TO

Asfogliare il catalogodei salviniani dellaCampania (un tempoun ossimoro, la Lega

e il sud, oggi purtroppo nonpiù) c’è solo l’imbarazzo dellascelta. Ceppa o non ceppa, ilministro dell’Interno sarà pu-re un fan degli inceneritori manel suo partito, a transfughiriciclati e trasformisti, nonapplica alcun criterio di rac-colta differenziata. Tutti in-sieme senza distinzione per-ché quando si vola nei son-daggi i voti non puzzano mai,a prescindere.

Per rimanere dunque in te-ma di monnezza, non si puòche cominciare dal tragico ac-cadimento capitato all’e s p e r-to Ciro Borriello da Torre delGreco, la città leopardianadello Sterminator Vesevo,quel vulcano poi caro allostesso Salvini nei suoi rutti dastadio contro Napoli. Già de-mocristiano, berlusconiano,mastelliano, persino dipietri-sta, Borriello aderì un anno fa,da sindaco della città, con vi-goroso entusiasmo alla Legasalviniana. Poi il doloroso e-vento: l’euforico neoleghistavesuviano finì in manette percorruzione e truffa: mazzetteper favorire una ditta nellaraccolta rifiuti. Drammatichecoincidenze. Peccato.

DALLE TANGENTI alla droga, aqualche chilometro di distan-za, a nord di Napoli. Questa ènotizia più recente, dell’otto -bre scorso. Bartolomeo Falco,già centrista dell’Udc e neocoordinatore della Lega a Co-miziano, paesino del Nolano,viene arrestato in un’op e r a-zione antidroga dell’Antima -fia napoletana. Spaccio. Nonproprio il massimo per il par-tito che occupa il ministerodell’Interno. Di più: una robamai vista, neanche ai tempi deldc Antonio Gava buonanima,al Viminale nell’era del Caf.

Il fatto è che quando orde diamministratori assatanati,con le tasche gonfie di voti incostante ricerca di una casa,bussano alla tua porta per sa-lire sul carro, anzi sul Carroc-cio, non è facile distinguere.Soprattutto al Sud. E soprat-tutto se chi dirige il traffico iningresso è a sua volta un rici-clato, se non altro per storia fa-miliare. Il capo ufficiale dellaLega in Campania è infattiGianluca Cantalamessa: suopadre Tonino, assicuratore diPortici, fu fedelissimo a Gior-gio Almirante nonché consi-gliere regionale ed eurodepu-tato del Movimento sociale.

In realtà, e nessuno l’ha maismentito, la vera eminenzagrigia, anzi verde padana, delsalvinismo campano è l’i m-marcescibile Vincenzo Ne-spoli da Afragola. Nespoli èstato uno dei big del centrode-

stra regionale nella golden ageberlusconiana del Pdl, insie-me ovviamente a Nicola Co-sentino e a Luigi Cesaro.

Proveniente da An, Nespoliè anche detentore di un recordscandaloso: riuscì a mantene-re, nonostante l’incompatibi -lità, la poltrona di senatore equella di sindaco. Era il 2008.

Indi, il casellario giudiziale.Nespoli si è preso sei anni perbancarotta fraudolenta. Il fal-limento di un istituto di vigi-lantes. Condanna confermatain appello all’inizio dell’anno.Quindi ha scontato sei mesi didomiciliari per un altro proce-dimento su alcune speculazio-ni immobiliari, fatte con unasocietà intestata alla moglie.

OGGI Nespoli può financhevantare un solido aggancio nelgoverno gialloverde di Conte:la sua pupilla Giuseppina Ca-stiello detta Pina, altra afrago-lese doc. Castiello è ovviamen-te leghista e fa il sottosegreta-rio al ministero per il Sud. In-terrogata in tv un decennio fa,rispose che “l’attuale papa” e-ra Bonifacio VIII. Ma questesono inezie in confronto al pe-riplo compiuto dalla prodesottosegretaria, uno dei fruttipiù belli del Porcellum dellacooptazione. Già finiana, di-venne berlusconiana a oltran-za e l’ex Cavaliere fu l’ospite

d’onore alla festa per il suoquarantesimo compleanno,cantando in francese e dispen-sando le solite barzellette sulbunga bunga.

Cantalamessa e Castiello,con l’aggiunta di Claudio Bar-baro, sono i tre parlamentari e-letti dalla Lega in Campaniaalle Politiche del 4 marzo. So-no loro, con Nespoli, il comi-tato d’accoglienza regionaleper l’amato Salvini, non più o-diato cantore dello Stermina -tor Vesevo. E al primo, Canta-lamessa, tocca il complesso di-scernimento sui questuantiche si presentano quotidiana-mente. Uno degli ultimi è Er-nesto Sica da Pontecagnano,nel Salernitano. Ha militato,Sica, sia in Forza Italia sia nelPd. E da berlusconiano fu l’ar -tefice materiale del falso dos-sier (processo P3) contro Ste-fano Caldoro, poi governatoredella Campania. Oggi è con-vintamente leghista. Vamoscaballeros: todos con Salvini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

» MICHELA RUBORTONE

Ancora un rinvio a giudizio perSilvio Berlusconi. Stavolta l’ex

Cavaliere è nei guai per l’inchiestasulle escort. Il reato per cui sarà pro-cessato è il seguente: induzione arendere false dichiarazioni all’au -torità giudiziaria. Secondo la tesidell’accusa, sostenuta da PasqualeDrago e Eugenia Pontassuglia, illeader di Forza Italia fornì all’im -prenditore barese Giampaolo Ta-rantini, per il tramite del direttorede L’Avanti Valter Lavitola, un la-voro, avvocati e centinaia di mi-gliaia di euro perché mentisse aimagistrati che indagavano a Barisulle escort condotte tra il 2008 e il2009 nelle residenze estive dell’al -lora Presidente del Consiglio.

IL GUP DI BARI Anna Depalo, al ter-mine dell’udienza preliminare, haperò dichiarato la propria incompe-tenza territoriale nei confronti diLavitola, difeso dagli avvocati Ma-

rianna Febbraio e ArturoCola, e ha pertanto di-sposto la trasmissionedegli atti ai magistrati diNapoli. Nel procedimen-to a carico di Berlusconi ècostituita parte civile lapresidenza del Consi-glio, che rileva un dannoalla propria immagineper la condotta dell’allo -ra primo ministro.

L’avvocato senatore NiccolòGhedini, coadiuvato nella difesa diBerlusconi dal collega barese Fran-cesco Paolo Sisto, deputato, si dice“tran quillo”: “A dibattimento intempi rapidi il presidente Berlusco-ni sarà completamente assolto”. “Ilrinvio a giudizio è giustificatodall’imponente materiale che legit-tima, secondo il giudice, l’esp eri-mento dibattimentale” ha aggiuntoSisto, pronosticando che però il pro-cesso “sarà la fotografia di una difesache secondo noi è più che sufficienteper ottenere l’assoluzione del pre-

sidente Berlusconi” .L’attività parlamentaredei due avvocati ha con-corso a dilatare i tempidell’udienza preliminareoltre ogni record. La ce-lebrazione dell’ud ien zaha subito innumerevolirinvii: per l’elezione delpresidente della Repub-blica; per ragioni istrut-torie, ossia per esamina-

re i risultati delle intercettazioni te-lefoniche o assumere le testimo-nianze delle ragazze coinvolte; o,ancora, per motivi di salute addottidall’indagato.

La Procura di Bari ha infatti pre-sentato la richiesta di rinvio a giu-dizio ben quattro anni fa. Negli ul-timi tempi, il procedimento è statoancora rinviato per l’emergenza cheinteressa la giustizia barese dopoche il Tribunale è stato dichiarato i-nagibile. Il processo inizierà il 4 feb-braio 2019.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nap oleg h i st iL’ex senatoreVincenzo Ne-spoli; la sotto-segretario Pi-na Castiello eGianluca Can-talame ssaLa Pre ss e /A n s a

S. Berlusconi Ansa

P. Benvenuti Ansa

“LAVORERÀ SUI GIOCHI E BASTA”

Malagò non ci crede:“Hanno ucciso il Coni”Giorgetti: “Ava n t i ”

qNON SI RASSEGNA, Giovannino Ma-lagò, principe dei salotti romani e, da

qualche anno, re dello sport italiano a mezzoConi. Ieri, da casa sua, il Foro italico, è tornatosulla decisione del governo di creare la societàSport e Salute togliendo la gestione dei soldidegli sportivi proprio al Coni. Decisione da cui,giovedì, è scaturito uno scontro col sottose-gretario Giancarlo Giorgetti, che allo Sport ha

la delega: “Dalla mattina alla sera, con 4 righenella Finanziaria è stato ucciso il Coni – si ram-marica Malagò coi cronisti –. Da tutte le parti siera ribadito l’invito al dialogo. Se qualcuno ri-tiene che si sia andati oltre coi toni, valutate voise in proporzione è meno o di più rispetto allagravità del problema e dei fatti. Ci manchereb-be che il Coni si identifichi con una persona. IlConi è 105 anni di storia ed è un’e cce l l e n za .

Giorgetti ha perfettamente ragione quando di-ce che il Comitato olimpico non è Malagò”.Giorgetti, però, non pare intenzionato al dia-logo: “Con serietà e serenità abbiamo un pro-gramma di governo”, cioè si va avanti. Anzi, “ilComitato olimpico avrà 40 milioni per prepa-rare le Olimpiadi. Alle federazioni andranno400 milioni per l’attività sportiva. Tuteleremol’autonomia dello sport e dei vertici del Coni”.

Page 8: Il prezzo della verit¿ Manovra, pressioni su Mattarella ... Fatto Quotidiano - 17 novembre 201… · 6torni il tempo della seriet¿7e della 6 verit¿7(cioÇ il tempo dei Renzi).

8 » ITALIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 17 Novembre 2018

LA STORIA • Veleni d’It a l i a

VIVERE IN MEZZOALLA TERRAMALAL’inquinamento in Campaniaè insieme visibile e invisibileUn fotografo, un prete-simboloe un oncologo si sono uniti perraccontare: per non dimenticarele persone che lottano ogni giornoper sopravvivere, e avere giustizia

H» STEFANO SCHIRATO, DON MAURIZIO PATRICIELLO E ANTONIO GIORDANO

o conosciuto decine di famiglie che mi hanno aperto le porte delle loro case.Ho ritratto il degrado del territorio, i campi nomadi autorizzati su cumulid’immondizia; uomini, donne e bambini che ogni giorno sono costretti avivere su una terra tossica. Ho registrato dimensioni delle discariche il-legali, cumuli di veleni sotterranei a pochi metri dalle abitazioni.

Era il 1991 quando Mario Tamburino, camionista italo-argentino, furicoverato in ospedale a Pozzuoli per un improvviso bruciore agli occhiche gli impediva anche di vedere. Di lì a poco sarebbe diventato comple-tamente cieco. Quel bruciore era provocato dalle gocce di una sostanzacorrosiva fuoriuscita dai fusti tossici (ben 571) che lui stesso aveva caricatoa Cuneo, in Piemonte, presso un’azienda specializzata nello smaltimentodi rifiuti pericolosi, e che dovevano essere sversati in un terreno nellecampagne di Sant’Anastasia, a Nord di Napoli. Dall’inchiesta che scaturìda questa storia nacque la parola “ecomafia” e si palesò un business di

Sabato 17 Novembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | ITALIA » 9

miliardi tra l’imprenditoria del Nord Italia e la classe politica campana. Glieffetti devastanti di questo accordo criminale hanno segnato per semprele sorti di quella che è diventata tristemente nota come la Terra dei Fuochi:1474 Km² di veleni altamente tossici. I dettagli sulle procedure impiegateper sversare rifiuti pericolosi sono stati svelati dalle testimonianze di col-laboratori di giustizia e pentiti come Carmine Schiavone e Gaetano Vas-sallo, rispettivamente tesoriere e “ministro dei rifiuti” del clan dei Ca-salesi, tra i principali fautori di quei traffici illeciti.

Le prime tecniche di smaltimento prevedevano lo scavo con ruspe a piùdi sette metri di profondità e il successivo interramento delle scorie tos-siche, trasportate indisturbate con camion di grande taratura. Dopo leprime indagini della magistratura, la camorra ricorre al piccolo smalti-mento: furgoni o motocarri di dimensioni modeste, carichi di rifiuti pe-ricolosi, abbandonati nelle campagne e bruciati in pire innescate da cumulidi pneumatici cosparsi di benzina. I roghi sprigionano alte colonne di fumonero, estremamente tossico, che rendono l’aria irrespirabile.

Don Patriciello: “La responsabilità di non dire mezze verità”Ubi amor ibi oculos. È vero, Riccardo di San Vittore aveva ragione. L’a-more attrae lo sguardo. Anche quando si punta l’obiettivo su una scenatriste, dolorosa; anche quando si macinano chilometri per correre a fo-tografare una disgustosa, puzzolente discarica a cielo aperto, una cam-pagna scempiata, un bambino costretto a mendicare, una mamma chepiange il figlio morto di leucemia. Lo si fa per gridare al mondo che ilprezzo degli egoismi dei ricchi, degli irresponsabili, dei camorristi, deipolitici ignavi, e spesse volte collusi e corrotti, lo pagano sempre i piùdeboli, i più poveri. Lo si fa per richiamare gli uomini alle loro respon-sabilità. “Dio mise l’uomo nel giardino perché lo coltivasse e lo custo-disse” è scritto nella Bibbia. Lo coltivasse per sé e per i propri cari, e locustodisse per le future generazioni. Il mondo non è nostro, noi non nesiamo i proprietari. (…) Abbiamo il dovere di consegnare ai figli la terrache ci è stata data da vivere e sognare perché anch’essi possano coltivarlae preservarla. Abbiamo il dovere, la responsabilità, di non avvelenare l’a c-qua del mare e delle falde perché dovrà dissetare i nostri figli e i figli deiloro figli. (…) Responsabilità. Un uomo è veramente uomo quando si renderesponsabile, si fa carico non solo di chi gli vive accanto oggi ma anche dichi lo sostituirà sulla terra domani. (…)

Le mezze verità sono sempre mezze bugie. Nascondere il brutto chel’uomo del nostro tempo riesce a fare per egoismo, ingordigia, per un’a-nomala e suicida sete di possesso non è un bene, ma un peccato di omis-sione. Dal punto di vista professionale una grave mancanza. Farlo cono-scere, al contrario, è un atto di responsabilità e di amore. Perché l’uomo,pentito, possa fare marcia indietro. Perché ai danni provocati nel passatosi possa rimediare sapendo che chi dimentica gli errori dei padri sarà co-stretto a ripeterli.

L’oncologo: “Il Registro Tumori... uovo di Colombo”Ho iniziato i miei studi rispetto alla questione ambientale, e alla Terra deiFuochi, dopo la morte di mio padre, volgendo lo sguardo alla sua carriera

da scienziato. L’insegnamento all’Università di Napoli, la direzionedell’Istituto Tumori “G. Pascale” di Napoli, gli studi... Partendo dalla “fo-tografia” da lui scattata nel lontano 1977, ho voluto guardare con obiet-tività alla situazione ambientale della Campania quarant’anni dopo, con-sapevole che il fenomeno “Terra dei Fuochi” non coinvolge solo la miaregione d’origine, ma l’Italia intera e molti Paesi del mondo. Alcuni ter-ritori della Campania sono stati etichettati “Terra dei Fuochi”, ma nonperché siano più inquinati di altri, piuttosto perché qui, diversamente chealtrove, le mamme vulcaniche, alcune associazioni ambientaliste e il par-roco di Caivano, Don Maurizio Patriciello si sono battuti e continuano abattersi per la verità. Napoli come Milano, Milano come Genova, l’Italiacome la Serbia, la Serbia come la Germania, l’Europa come l’Africa, l’A-frica come l’Asia. Un business miliardario, quello dei rifiuti tossici.

I dati sono impressionanti. Nell’Unione europea, secondo il RapportoRifiuti Speciali 2017 dell’Ispra, nel solo 2014 si sono prodotti 2,5 miliardidi tonnellate di rifiuti industriali di cui 95 milioni di rifiuti pericolosi. Ben-zene, pigmenti di cromo, solfato di piombo sono solo alcune delle sostanzecancerogene ritrovate nei rifiuti tossici che trasformano la Campania co-me altre zone del mondo in un laboratorio di cancerogenesi a cielo aperto.Dal mio punto di vista, le condizioni ambientali influiscono fortementesulla nostra salute, come del resto emerge da numerosi studi epidemio-logici che evidenziano un aumento delle patologie tumorali anche nei gio-vani. (…) Diversi anni fa, attraverso un lavoro scientifico pubblicato sullarivista Cancer Biology & Therapy, ho evidenziato l’aumento delle morti inCampania per cancro (il 22% in più: +9,2% per gli uomini e + 12,4% per ledonne) e delle malformazioni congenite, soprattutto urogenitali e del si-stema nervoso: 82% in più per le prime e 84% per le seconde, rispetto aivalori normali. I dati raccolti in questo studio – fino al 2009 – dimostranochiaramente che i decessi per tumore (carcinomi alla mammella, epato-carcinomi, tumori del colon) sono in eccesso rispetto alle previsioni, e lacausa va senz’altro ricollegata allo sversamento illegale dei rifiuti tossici.(...) All’inizio del 2013 i Comuni inseriti nella Terra dei Fuochi (come Giu-gliano, Acerra, Casoria, Afragola, Caivano ecc.) erano ancora sforniti delregistro tumori. (...) Di fatto, dopo quasi cinque anni sono stati pubblicatii primi dati relativi all’anno 2012 (sic!). Mi chiedo quanto sia costato inquesti anni il registro in risorse umane e strumentali, ma soprattutto se ecome siano state intraprese azioni a tutela della salute dei cittadini. (…)

Se è stata la “fotografia” scattata da mio padre, attraverso i suoi studisulla situazione ambientale in Campania, a dare avvio al percorso di ri-cerca sulla “Terra dei Fuochi”, sono oggi queste fotografie, quelle del pro-getto Terra Mala, a distanza di più di quaranta anni da quegli studi, a ren-dere in immagine i numeri e i dati raccolti in questi decenni. I ritratti che,con mezzi diversi, abbiamo fatto di quel territorio, possono servire a te-nere alta l’attenzione sulle persone che vivono in quell’area della Cam-pania, nonché la loro capacità di reagire, la loro volontà di far conoscerel’emergenza ambientale di questa terra e la loro determinazione nel chie-dere bonifiche.

Le parole passano, le foto restano.© RIPRODUZIONE RISERVATA

“Living withp o i s on”TerraMala è ilnome del lavoro,prima di tutto unviaggio fotogra-fico nella Terradei Fuochi du-rato quattro annie diventato unlibro edito grazieal progetto Cro-wdbooks (dalmese scorsonelle librerie)

Ste fa noS chiratofotore p or te r,collabora conriviste, associa-zioni e Ong.I suoi lavori sonostati pubblicatida “New YorkTime s”, “Ne -wswe e k ”, “Va n ityFa i r ”, “Nat ion a lG eographic”

Don MaurizioPat r ic iel loprete simboloalla lotta control’i nq u i n a me ntoin Campania

A nton ioG iord a nooncologo, diret-tore dello SbarroInstitute forCancer Researchand MolecularMedicine diPh i l ade lph i a

INUMERI

Cronaca diun disastroambientale:

1 .474Km²L’e ste n s i o n edella Terra deiFuochi. I Comuniinteressati sono196 tra Napolie Caserta (55i più devastati)

+2 2 %morti pert u mor iÈ l’i n c i d e n zadei decessi perle patologieo n co l o g i c h ein Campania(rispetto allamedia nazionale)

95 mlnr i f iut ip e r icolos iprodotti nell’Uesolo nell’anno2014 (Rapporto2017 Ispra suirifiuti speciali).In totale, i rifiutii n d u st r i a l i :2,5 miliardidi tonnellate

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8 » ITALIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 17 Novembre 2018

LA STORIA • Veleni d’It a l i a

VIVERE IN MEZZOALLA TERRAMALAL’inquinamento in Campaniaè insieme visibile e invisibileUn fotografo, un prete-simboloe un oncologo si sono uniti perraccontare: per non dimenticarele persone che lottano ogni giornoper sopravvivere, e avere giustizia

H» STEFANO SCHIRATO, DON MAURIZIO PATRICIELLO E ANTONIO GIORDANO

o conosciuto decine di famiglie che mi hanno aperto le porte delle loro case.Ho ritratto il degrado del territorio, i campi nomadi autorizzati su cumulid’immondizia; uomini, donne e bambini che ogni giorno sono costretti avivere su una terra tossica. Ho registrato dimensioni delle discariche il-legali, cumuli di veleni sotterranei a pochi metri dalle abitazioni.

Era il 1991 quando Mario Tamburino, camionista italo-argentino, furicoverato in ospedale a Pozzuoli per un improvviso bruciore agli occhiche gli impediva anche di vedere. Di lì a poco sarebbe diventato comple-tamente cieco. Quel bruciore era provocato dalle gocce di una sostanzacorrosiva fuoriuscita dai fusti tossici (ben 571) che lui stesso aveva caricatoa Cuneo, in Piemonte, presso un’azienda specializzata nello smaltimentodi rifiuti pericolosi, e che dovevano essere sversati in un terreno nellecampagne di Sant’Anastasia, a Nord di Napoli. Dall’inchiesta che scaturìda questa storia nacque la parola “ecomafia” e si palesò un business di

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miliardi tra l’imprenditoria del Nord Italia e la classe politica campana. Glieffetti devastanti di questo accordo criminale hanno segnato per semprele sorti di quella che è diventata tristemente nota come la Terra dei Fuochi:1474 Km² di veleni altamente tossici. I dettagli sulle procedure impiegateper sversare rifiuti pericolosi sono stati svelati dalle testimonianze di col-laboratori di giustizia e pentiti come Carmine Schiavone e Gaetano Vas-sallo, rispettivamente tesoriere e “ministro dei rifiuti” del clan dei Ca-salesi, tra i principali fautori di quei traffici illeciti.

Le prime tecniche di smaltimento prevedevano lo scavo con ruspe a piùdi sette metri di profondità e il successivo interramento delle scorie tos-siche, trasportate indisturbate con camion di grande taratura. Dopo leprime indagini della magistratura, la camorra ricorre al piccolo smalti-mento: furgoni o motocarri di dimensioni modeste, carichi di rifiuti pe-ricolosi, abbandonati nelle campagne e bruciati in pire innescate da cumulidi pneumatici cosparsi di benzina. I roghi sprigionano alte colonne di fumonero, estremamente tossico, che rendono l’aria irrespirabile.

Don Patriciello: “La responsabilità di non dire mezze verità”Ubi amor ibi oculos. È vero, Riccardo di San Vittore aveva ragione. L’a-more attrae lo sguardo. Anche quando si punta l’obiettivo su una scenatriste, dolorosa; anche quando si macinano chilometri per correre a fo-tografare una disgustosa, puzzolente discarica a cielo aperto, una cam-pagna scempiata, un bambino costretto a mendicare, una mamma chepiange il figlio morto di leucemia. Lo si fa per gridare al mondo che ilprezzo degli egoismi dei ricchi, degli irresponsabili, dei camorristi, deipolitici ignavi, e spesse volte collusi e corrotti, lo pagano sempre i piùdeboli, i più poveri. Lo si fa per richiamare gli uomini alle loro respon-sabilità. “Dio mise l’uomo nel giardino perché lo coltivasse e lo custo-disse” è scritto nella Bibbia. Lo coltivasse per sé e per i propri cari, e locustodisse per le future generazioni. Il mondo non è nostro, noi non nesiamo i proprietari. (…) Abbiamo il dovere di consegnare ai figli la terrache ci è stata data da vivere e sognare perché anch’essi possano coltivarlae preservarla. Abbiamo il dovere, la responsabilità, di non avvelenare l’a c-qua del mare e delle falde perché dovrà dissetare i nostri figli e i figli deiloro figli. (…) Responsabilità. Un uomo è veramente uomo quando si renderesponsabile, si fa carico non solo di chi gli vive accanto oggi ma anche dichi lo sostituirà sulla terra domani. (…)

Le mezze verità sono sempre mezze bugie. Nascondere il brutto chel’uomo del nostro tempo riesce a fare per egoismo, ingordigia, per un’a-nomala e suicida sete di possesso non è un bene, ma un peccato di omis-sione. Dal punto di vista professionale una grave mancanza. Farlo cono-scere, al contrario, è un atto di responsabilità e di amore. Perché l’uomo,pentito, possa fare marcia indietro. Perché ai danni provocati nel passatosi possa rimediare sapendo che chi dimentica gli errori dei padri sarà co-stretto a ripeterli.

L’oncologo: “Il Registro Tumori... uovo di Colombo”Ho iniziato i miei studi rispetto alla questione ambientale, e alla Terra deiFuochi, dopo la morte di mio padre, volgendo lo sguardo alla sua carriera

da scienziato. L’insegnamento all’Università di Napoli, la direzionedell’Istituto Tumori “G. Pascale” di Napoli, gli studi... Partendo dalla “fo-tografia” da lui scattata nel lontano 1977, ho voluto guardare con obiet-tività alla situazione ambientale della Campania quarant’anni dopo, con-sapevole che il fenomeno “Terra dei Fuochi” non coinvolge solo la miaregione d’origine, ma l’Italia intera e molti Paesi del mondo. Alcuni ter-ritori della Campania sono stati etichettati “Terra dei Fuochi”, ma nonperché siano più inquinati di altri, piuttosto perché qui, diversamente chealtrove, le mamme vulcaniche, alcune associazioni ambientaliste e il par-roco di Caivano, Don Maurizio Patriciello si sono battuti e continuano abattersi per la verità. Napoli come Milano, Milano come Genova, l’Italiacome la Serbia, la Serbia come la Germania, l’Europa come l’Africa, l’A-frica come l’Asia. Un business miliardario, quello dei rifiuti tossici.

I dati sono impressionanti. Nell’Unione europea, secondo il RapportoRifiuti Speciali 2017 dell’Ispra, nel solo 2014 si sono prodotti 2,5 miliardidi tonnellate di rifiuti industriali di cui 95 milioni di rifiuti pericolosi. Ben-zene, pigmenti di cromo, solfato di piombo sono solo alcune delle sostanzecancerogene ritrovate nei rifiuti tossici che trasformano la Campania co-me altre zone del mondo in un laboratorio di cancerogenesi a cielo aperto.Dal mio punto di vista, le condizioni ambientali influiscono fortementesulla nostra salute, come del resto emerge da numerosi studi epidemio-logici che evidenziano un aumento delle patologie tumorali anche nei gio-vani. (…) Diversi anni fa, attraverso un lavoro scientifico pubblicato sullarivista Cancer Biology & Therapy, ho evidenziato l’aumento delle morti inCampania per cancro (il 22% in più: +9,2% per gli uomini e + 12,4% per ledonne) e delle malformazioni congenite, soprattutto urogenitali e del si-stema nervoso: 82% in più per le prime e 84% per le seconde, rispetto aivalori normali. I dati raccolti in questo studio – fino al 2009 – dimostranochiaramente che i decessi per tumore (carcinomi alla mammella, epato-carcinomi, tumori del colon) sono in eccesso rispetto alle previsioni, e lacausa va senz’altro ricollegata allo sversamento illegale dei rifiuti tossici.(...) All’inizio del 2013 i Comuni inseriti nella Terra dei Fuochi (come Giu-gliano, Acerra, Casoria, Afragola, Caivano ecc.) erano ancora sforniti delregistro tumori. (...) Di fatto, dopo quasi cinque anni sono stati pubblicatii primi dati relativi all’anno 2012 (sic!). Mi chiedo quanto sia costato inquesti anni il registro in risorse umane e strumentali, ma soprattutto se ecome siano state intraprese azioni a tutela della salute dei cittadini. (…)

Se è stata la “fotografia” scattata da mio padre, attraverso i suoi studisulla situazione ambientale in Campania, a dare avvio al percorso di ri-cerca sulla “Terra dei Fuochi”, sono oggi queste fotografie, quelle del pro-getto Terra Mala, a distanza di più di quaranta anni da quegli studi, a ren-dere in immagine i numeri e i dati raccolti in questi decenni. I ritratti che,con mezzi diversi, abbiamo fatto di quel territorio, possono servire a te-nere alta l’attenzione sulle persone che vivono in quell’area della Cam-pania, nonché la loro capacità di reagire, la loro volontà di far conoscerel’emergenza ambientale di questa terra e la loro determinazione nel chie-dere bonifiche.

Le parole passano, le foto restano.© RIPRODUZIONE RISERVATA

“Living withp o i s on”TerraMala è ilnome del lavoro,prima di tutto unviaggio fotogra-fico nella Terradei Fuochi du-rato quattro annie diventato unlibro edito grazieal progetto Cro-wdbooks (dalmese scorsonelle librerie)

Ste fa noS chiratofotore p or te r,collabora conriviste, associa-zioni e Ong.I suoi lavori sonostati pubblicatida “New YorkTime s”, “Ne -wswe e k ”, “Va n ityFa i r ”, “Nat ion a lG eographic”

Don MaurizioPat r ic iel loprete simboloalla lotta control’i nq u i n a me ntoin Campania

A nton ioG iord a nooncologo, diret-tore dello SbarroInstitute forCancer Researchand MolecularMedicine diPh i l ade lph i a

INUMERI

Cronaca diun disastroambientale:

1 .474Km²L’e ste n s i o n edella Terra deiFuochi. I Comuniinteressati sono196 tra Napolie Caserta (55i più devastati)

+2 2 %morti pert u mor iÈ l’i n c i d e n zadei decessi perle patologieo n co l o g i c h ein Campania(rispetto allamedia nazionale)

95 mlnr i f iut ip e r icolos iprodotti nell’Uesolo nell’anno2014 (Rapporto2017 Ispra suirifiuti speciali).In totale, i rifiutii n d u st r i a l i :2,5 miliardidi tonnellate

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10 » | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 17 Novembre 2018P randeGiazzaInviate le vostre lettere (massimo 1.200 caratteri) a: il Fatto Quotidiano

00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 - [email protected]

Non capisco lo sdegnoper il blocco della prescrizioneFinalmente anche l’Italia potrebbeavere la sua bomba atomica. Nonquella che ammazza fisicamente eindistintamente tutti, ma quellache spazza via le ipocrisie giudizia-rie e i ghigni dei colpevoli. Io noncapisco lo sdegno riguardo al bloc-co della prescrizione dopo il primoprocesso. Se viene accertata la col-pevolezza con grande perizia e conl’uso di strumenti che rivelano in-confutabilmente il reo, non capiscoperché ci debba essere la possibi-lità che la punizione si prescriva. Ècome se il Tenente Colombo, dopoun’ora e mezza di film, dopo averlavorato con minuzia di particolarie aver scoperto il colpevole, dices-se: “Io ho fatto il mio lavoro. Oral’assassino può andare in galera op-pure in vacanza”. Poi mi chiedo: selascio, ad esempio, la macchinafuori posto per due minuti e il vigileè pronto col fischietto e il blocchet-to per le multe, e una volta avuta lamulta io la devo pagare per forza,perché se rubo, evado o uccido nonvale lo stesso principio?

ROBERTO CALÒ

Il Traforo del Brenneroè come il Tav Torino-LioneImpeccabili i fondi di Travaglio sulTav Torino-Lione. Li si potrebbetrasportare sul Tav “dimenticato”:il Traforo del Brennero. Stesse ca-ratteristiche, una linea ad alta ve-locità spacciata per alta capacità,costi moltiplicatisi nel corso deglianni. Poi la proroga dell’apertura al2029, tanto chi si ricorda. Soprat-tutto si ignora sempre il fatto che iltraforo finisce nella Pampa. Man-cano 200 km di tunnel per renderlocredibile.

SERGIO FRATUCELLO

L’informazione è diventatal’arma di forze come la LegaQuanto volete scommettere che ifilmati e le foto in cui è presenteMarra spariranno d’incanto, dopol’assoluzione della Raggi, da tuttele tv e i giornali? Come sostengo datempo, siamo in guerra, una guerratra chi combatte con archi e freccema col sostegno di gran parte dei

cittadini e le “forze potenti”, in cuianche la Lega è incistata al di là del-le apparenze (si veda come i giudicihanno concesso di pagare i 49 mi-lioni), che usano tutte le armi piùevolute tra cui l’ “inf orm azi one ”,anche se è sputtanata da tempo.Pretendere un sussulto di dignitàda questa gente che ormai ha sven-

duto tutto ciò che poteva è comepretendere da un fiume di invertirela corrente.P.S. Qualche giorno fa ho chiestoalla redazione di Prima Pagina suRadio 3 tramite sms il perché si leg-gano in maniera completa editoria-li del Fo g l i o e simili e non, per esem-pio, quelli di Travaglio. Mi hanno

risposto che Travaglio è stato sem-pre invitato a partecipare a Pr i m aPa g i n a ma ha sempre declinato.Io ho risposto che non era questoche avevo chiesto, bensì solo per-ché i suoi editoriali a Prima Paginafossero sempre assenti. Nessunarisposta dalla Redazione.

MICHELE LENTI

Art. 3 della Carta: uguaglianzaanche davanti alla morte?Ho letto l’interessante e costrutti-va intervista pubblicata il 10 no-vembre sul Fatto Quotidianodi SilviaTruzzi alla professoressa emeritadi Diritto costituzionale LorenzaCarlassare. Ho quindi una doman-da da porre: la morte, intesa comemodo di inumare e conservare unasalma, almeno nell’essenziale, cioèin una nicchia comune a tutti, (fer-ma restando la libertà di inumarlain cappelle per chi ne abbia le pos-sibilità) e come modo di rivolgersi alei, cioè se in luogo separato o in u-na fossa comune, rientra nella “pa-ri dignità sociale” di cui parla l’ar-ticolo 3 della Costituzione Italia-na? O lo stesso articolo andrebbeinvece modificato e integrato inquesta maniera: “Tutti i cittadinihanno pari dignità sociale e sono u-guali davanti alla legge e alla morte,senza distinzione ecc.”?

VITTORIO COLAVITTO

I danni del maltempoagli animali sono “invi sibili”Gli eventi naturali di portata ecce-zionale degli ultimi giorni hannolasciato abbattuti interi boschi.Non si possono trascurare però idanni “invisibili” che il cataclismaha recato. Mi riferisco agli animaliche sono rimasti schiacciati sotto ilpeso degli alberi venuti giù a causadel forte vento: cervi, caprioli, dai-ni, cinghiali, galli cedroni. Il mal-tempo, così devastante, ha cancel-lato interi ettari di boschi, in par-ticolare nel Veneto, ma ha uccisoanche parecchi animali. Per quan-to la preoccupazione vada concen-trata sulla ricostruzione delle stra-de, sulla messa in sicurezza dellecase e sul recupero degli alberi ri-versi sui pendii, esiste, di fatto, unastrage di bestiame le cui conse-guenze sono difficili da rimuovereinteramente. Purtroppo, soprag-giungerà ora l’inverno e con l’arri-vo della prossima primavera gli a-nimali deceduti andranno in de-composizione e ciò potrebbe por-tare a una massiccia diffusione diparassiti e virus tra gli animali su-perstiti.

ADALBERTO DE BARTOLOMEIS

LO DICO AL FATTO

Latino a scuola? Consecutio temporumtra senso del passato e visioni del futuro

L’INDOLENZA, LA MEDIOCRITÀ, la strafottenza e la sciatteriache, in questi ultimi 40 anni, hanno caratterizzato il costu-me della società italiana mi hanno indotto a una riflessionesulla scuola. Col il senno di poi mi sono sempre maggior-mente convinto che la vera autentica “Buona Scuola” fuquella concepita e realizzata dal prof. Giovanni Gentile. Conlungimiranza aveva intuito che il fine ultimo era quello di faredi uno studente un Cittadino modello. La scuola dalla mediainferiore fino alle superiori avrebbe dovuto essere prope-deutica all'indirizzo universitario che si sarebbe inteso in-traprendere ( ... ). Materie come Latino, Greco, Filosofia,Letteratura italiana e straniera, Storia dell'Arte e Musicasono discipline che propriamente insegnano a pensare, aimmaginare, a soffrire e ad amare. Tradurre un compito diLatino o una versione di Greco, leggere un testo di Filosofia,un brano di letteratura non sono un esercizio meccanicoprivo di utilità. Non a caso, Fabiola Gianotti, direttrice delCern di Ginevra si è diplomata al liceo classico e così ancheAlessio Figalli che ha vinto la Medaglia Fields, una sorta dipremio Nobel della Matematica. Apprendimento, quindi, diuna metodologia che affonda le sue radici in quella culturaclassica che raggiunge la massima espressione logica nellalingua latina, animata da un rigore scientifico che declinaregole di grammatica a una sintassi perfetta ( ... ) Qualunqueprofessione si andrà a svolgere, soprattutto se si assumonoincarichi di responsabilità, lo studio del latino rappresentauna prerogativa essenziale e insostituibile perché induce edisciplina al ragionamento logico razionale e non al ragio-namento aritmetico matematico... Chissà se i tecnici che,nel corso degli anni e a vario titolo, sono interventi sul ponteMorandi avevano studiato Latino e conoscevano il signi-ficato e l'importanza della “Consecutio Temporum”.

VENERANDO SPINA

GENTILE SPINA, la riforma Gentile della scuola – “lapiù fascista delle riforme” secondo Mussolini – avevaun’impronta dichiaratamente classista e non mi pareil caso di averne nostalgia; tuttavia, è vero che certe

“rivoluzioni” rischiano di farcela rivalutare. In par-ticolare, non c’è dubbio che la conoscenza del latinoresti un insostituibile strumento di formazione (a con-ferma di quanto il Liceo classico possa formare eccel-lenti uomini di scienza, ai nomi di Gianotti e Figalliaggiungerei anche quello di Carlo Rovelli, l’autore del-le magnifiche “Sette brevi lezioni di fisica”). Oggi que-sta conoscenza si trova tra due fuochi: la facilità, larapidità e la grossolanità con cui si adopera la scritturain Rete – quanto di più remoto dalla pratica della con-cinnitas; e il dilagare non tanto dell’inglese (piaccia ono, il latino dei nostri tempi), quanto dell’osceno in-glesorum; l’anglicizzazione senza pietà della lingua i-taliana. A maggior ragione, dunque, la conoscenza dellatino andrebbe protetta e salvaguardata dalla scuolasecondaria, come d’altronde accade nella maggioran-za dei Paesi europei; è da qui che parte ogni consecutiotemporum tra senso del passato e visioni del futuro.

NANNI DELBECCHI

La lingua antica resta uno strumento di formazione Ansa

PRO GR A M M I TV

09:33 Uno - Mattina in famiglia10:40 Buongiorno benessere11:24 Che tempo fa11:30 Alle origini della bontà12:15 Gli imperdibili12:20 Linea Verde Life13:30 Tg114:00 Linea Blu15:05 Italia Sì!15:55 A Sua immagine16:30 Tg116:40 61° Zecchino d'Oro18:45 L'Eredità20:00 Tg120:30 Calcio: Nations League

Italia-Portogallo22:45 Magazine Nations League23:34 Tg1 60 Secondi23:35 Petrolio01:00 Tg1 NOTTE01:15 Milleeunlibro02:15 Two mothers

08:05 Sulla Via di Damasco08:35 Parlamento Punto Europa09:05 Il Mistero delle Lettere

Perdute10:30 Frigo11:00 Mezzogiorno In Famiglia13:00 Tg2 GIORNO13:30 Classici Disney - cartoni

animati15:00 F.B.I. Operazione Gatto17:00 Signori del vino17:50 Gli imperdibili18:00 Sereno Variabile18:45 Squadra Speciale Cobra 1120:30 Tg2 20.3021:05 N.C.I.S.21:50 Bull23:30 Tg2 Dossier00:15 Tg2 Storie. I racconti

della settimana00:55 Tg2 Mizar01:20 Tg2 Cinematinée

08:00 Il Sabato di Tutta Salute09:30 Mi manda Rai310:55 Siti Patrimonio Unesco11:00 Bell’Italia11:30 Officina Italia12:00 Tg312:18 Tg3 persone12:25 Il Settimanale14:20 Tg314:55 Gli imperdibili15:00 Tv Talk16:30 Report18:05 I miei vinili19:00 Tg320:00 Blob20:15 Le parole della settimana21:40 Il borgo dei borghi23:40 Tg3 Mondo00:15 Un giorno in pretura01:45 Appuntamento al cinema01:50 Fuori Orario. Cose (mai)

viste

08:20 Monk09:15 Benvenuti a Tavola11:20 Ricette all'italiana12:00 Tg412:30 Ricette all'italiana13:00 Parola di Pollice Verde14:00 Lo Sportello di Forum15:30 Hamburg Distretto 2116:40 Il Ritorno di Colombo18:55 Tg419:32 Tempesta d'amore20:30 Stasera Italia Weekend21:27 Don Camillo monsignore

ma non troppo23:57 Law & Order01:04 Tg4 - Night News01:26 Stasera Italia Weekend02:24 Media Shopping02:39 Ierie Oggi in Tv Special

07:59 Tg508:45 In Forma Con Starbene09:50 Supercinema10:20 Baby Animals11:00 Forum13:00 Tg513:40 Beautiful14:10 Amici di Maria16:30 Verissimo18:45 Caduta Libera20:00 Tg520:40 Striscia La Notizia21:21 La Ragazza del Dipinto23:21 Il Patto dei Lupi01:49 Tg502:28 Striscia La Notizia02:55 Ciak Speciale03:01 Caterina E Le Sue Figlie05:00 Media Shopping05:15 Tg5

07:50 Cartoni animati10:20 Forever12:10 Cotto e Mangiato12:25 Studio Aperto13:00 Grande Fratello Vip13:20 Sport Mediaset13:55 Drive Up14:30 Street Food Battle15:50 Marlon16:40 Last Man Standing17:35 Anger Management18:30 Studio Aperto19:00 Sport Mediaset19:30 Il Professore Matto21:30 Pan - Viaggio sull'isola

che non c'è23:43 La Maledizione del Re

Nero01:35 Studio Aperto

- La Giornata

07:00 Omnibus News07:30 Tg La707:55 Omnibus - Meteo08:00 Omnibus09:40 Coffee Break11:00 L'Aria Che Tira - Il Diario12:00 Belli dentro belli fuori12:45 Magazine Sette13:30 Tg La714:15 Magazine Sette - Motori14:35 Cercasi auto disperata-

mente15:15 The District16:15 Il Commissario Cordier19:55 Il meteo della sera20:00 Tg La720:35 Otto e Mezzo21:15 Professor T.00:15 Tg La7 Notte00:25 Otto e Mezzo (R)01:05 Il Commissario Cordier04:35 L'Aria Che Tira

18:25 Pirati dei Caraibi - Lamaledizione del forzierefantasma

21:00 Cinepop21:15 Run the Tide - Inse-

guendo un sogno23:00 Tomb Raider01:00 Taken - La vendetta02:35 Quel mostro di suocera

16:20 Anni 80: Daltanious19:15 House of Cards21:00 Speciale Deutschland '8621:15 The Deuce - La via del

porno22:15 Succession00:00 L'anti-scienza - Il caso

Ilaria Capua01:00 Succession

Sabato 17 Novembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | PIAZZA GRANDE » 11

IL TAV NEL TUNNELDELLE FAKE NEWS

» LIVIO PEPINO

SÌ-TAV, LE NUOVER I VO LU Z I O N A R I EPER GLI UMARELL

» DANIELA RANIERI

Una delle caratteristi-che dei Sì Tav e dei lo-ro giornali (La Stam-pa, Repubblica e Cor -riere della Sera su tut-

ti) è la disinvoltura nel cambiaregli argomenti addotti a sostegnodell’opera non appena quelli so-stenuti fino al giorno prima si ri-velano insostenibili. Così, neltempo, si è detto che la nuova lineaferroviaria Torino-Lione era ne-cessaria per convogliare folle dipasseggeri in lista di attesa perraggiungere Parigi, che la lineastorica era prossima alla satura-zione e che occorrevano treninuovi e veloci per portare quan-tità sempre maggiori di mercid a l l’Atlantico al Pacifico (s ic !),che non c’è altra via per togliere iTir dalle strade e garantire la so-stenibilità ambientale, che rinun-ciare al progetto comporterebbepenali miliardarie e via seguitan-do in un crescendo regolarmentesmentito da fatti e documenti.

AL L’EL EN CO si è ag-giunto, sulle pagine esul sito di Repubblica,un cammeo presenta-to come un necessariofact checking. La mes-sa a punto dei fatti ini-zia con l’affermazioneche il tunnel di basedella Torino-Lionenon è un progetto mauna realtà, posto chene sono già stati scava-ti, sul versante france-se, 5 chilometri e mez-zo del primo lotto di 9.La dimostrazione stanei filmati e nelle foto-grafie proposte, contunnel, talpa e operai

inneggianti all’opera.Nonostante le apparenze, la bu-

fala non potrebbe essere più cla-morosa. Lo scavo esiste ma non hanulla a che vedere con il tunnel dibase. È un’opera geognostica, co-me la galleria scavata alla Madda-lena di Chiomonte, destinata astudiare le caratteristiche del ter-reno e delle rocce per verificare see come il tunnel di base potrà es-sere costruito in sicurezza.

IL TUNNEL è stato finanziato concontributi europei del 50 per cen-to e l’articolo 10 del regolamentoUe n. 1316 del 2013 fissa le percen-tuali di cofinanziamento nel 50per cento con riferimento agli stu-di e alle opere geognostiche e nel40 per cento con riferimento alle“tratte transfrontaliere”. Se poiqualcuno avesse dei dubbi, laCommissaria europea ai traspor-

ti, Violeta Bulc, che il 30 aprile, ri-spondendo ad alcuni parlamenta-ri, scrive: “Le attività in corso aSaint-Martin-la-Porte riguarda-no le indagini esplorative e geolo-giche nel secondo tratto del tun-nel di accesso esistente e oltre 10km di cunicolo esplorativo (ramosud). L’obiettivo dell’attività è in-dividuare le caratteristiche geolo-giche, idrogeologiche e geomec-caniche del massiccio montuosodell’Houiller, dove i futuri lavoridi scavo del tunnel di base Tori-no-Lione incontreranno le condi-zioni del suolo più sfavorevoli. Idati raccolti permetteranno di va-lutare la fattibilità tecnica, di de-finire i piani tecnici e finanziari edi elaborare una documentazionedi gara per la futura attività di co-struzione. In quanto tali, le attivitàe s p l o r a t i v e a S a i n t - M a r-tin-la-Porte rispettano la defini-

zione di “studi” ripor -tata all’articolo 2, pa-ragrafo 8, del regola-mento Ce 680/2007 esono cofinanziate al 50per cento. Il fatto chegli studi e i lavori geo-gnostici relativi ai tun-nel possano essere uti-lizzati anche per laventilazione e/o in si-tuazioni di emergenzanon modifica la naturaesplorativa delle atti-vità e la loro classifica-zione come studi”.

Il tunnel di base è dilà da venire e non ne èstato scavato neppureun metro (né cambia larealtà sostenere che lo

scavo Saint-Martin-la-Porte, es-sendo in asse con l’eventuale tun-nel di base, potrebbe essere in tut-to o in parte recuperato in esso). Secosì non fosse, ci sarebbe lavoroper le Procure della Repubblicaché farsi finanziare come studioun’opera definitiva, ottenendo il10 per cento in più di quanto pre-visto, si chiama, in Italia come inFrancia, truffa.

LA COSA NON SFUGGE,forse, a Re -pubblica che, incurante della con-traddizione, prova a costruirsi u-na via di fuga sostenendo che “ilprimo lotto di 9 chilometri di gal-leria sarà finito a giugno 2019 ed èsperimentale non perché serve adecidere se fare l’opera ma perchéserve a tarare la talpa che scava”.Vi è in ciò una comicità irresisti-bile ancorché involontaria. Siamodi fronte – sembra di capire – a unmix: si costruisce, ma intanto sisperimenta, con una sorta di inter-vento bifronte ignoto sia alla logi-ca che ai regolamenti comunitari(e, soprattutto, ai finanziamenticomunitari). Il tutto –qui sta il bel-lo – per “tarare la talpa”, cioè perdefinirne alcune caratteristichetecniche. È vero che il Tav è unamacchina di sprechi senza prece-denti ma allo scavo di 9 chilometriper decidere il diametro della tal-pa ancora non si era arrivati.

A questo punto Repubblica traele conclusioni: “Quella del tunnelche non c’è è solo una delle tantebufale che politici e media gover-nativi diffondono in questi giornifidando sulla disinformazione ge-nerale”. Proprio così. Senza com-menti. Se non che, scherzi dellalingua inglese, si scrive fact chec-king e si legge fake news.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Abbiamo l’impressioneche Repubblica e Cor -r i er e si stiano accor-gendo che il (da loro)pompatissimo feno-

meno delle cosiddette m ad am in eSì-Tav di Torino non regge all’im -patto con la realtà, specie da quan-do le suddette hanno incominciatoad andare in Tv togliendo al Paeseogni dubbio circa la loro compe-tenza in fatto di treni. Da giorni, do-po aver salutato nelle sei signore lelevatrici di un “nuovo femmini-smo” (Repubblica), ma che dico: letimoniere della “marea arancionedel popolo del Sì” (Co rri ere ), suidue quotidiani non c’è un trafilettoche dia conto della tabella di mar-cia per il progresso partita da piaz-za Castello. Dispiace, perché one-stamente ci stavamo affezionandoalla saga fantasy su questa nuova“internazionale femminile” (R e-pubblica) creata da sei donne “cosìtanto coraggiose da sfidare il pote-re costituito” (come da comunica-to “Siamo tutte madamine” a firmadelle Pari opportunità del Pd) chericordano un po’ “le donne dei ma-nifesti al tempo di Stalin, rocciosecontadine, temibili operaie confazzoletto rosso, la zappa in mano,o il Kalashnikov (Repubblica), in ef-fetti la prima cosa a cui abbiamopensato apprendendo che fannolavori come l’art director, la pr, lacopy e la cacciatrice di teste (tuttiveri lavori proletari). Fortuna chec’è La Stampa, pulsante organodella sempreverde razza padrona,

a insufflare nei lettori aria di rivo-luzione. Ieri, mentre pensavamocon nostalgia alle magnifiche sortie progressive forse sfumate, il quo-tidiano che abbracciò l’im pre sa

della marcia dei (delle?) 40 mila haintervistato una delle madamine,segnatamente la cacciatrice di te-ste, la quale col linguaggio stringa-to dei fucilieri ha comunicato chelei e le altre tetragone eredi di RosaLuxemburg e Aleksandra Kollon-taj sono pronte “ad aprire la fase 2”de ll ’operazione “Sì Torino va a-vanti”. Su questa fase 2 la compa-

gna Ghiazza è chiara: “La fase unoè stata la spontaneità”; adesso “è o-ra di essere meno tenerine, sempreeducate, ma più assertive. Menog a rb a t e”. Che vogliano davvero

imbracciare il Ka-lashnikov? A do-manda tremantedel cronista: “V o-lete essere il moto-re di un nuovo mo-v i m e n t o ? ” , l asub-com andanteGhiazza risponde:“Vorremmo con-tagiare, portarequesta scintilla al-t r o ve ”; indi riven-dica il ruolo sov-

versivo della competenza in que-s t’epoca di barbarie: “Ab bi am osempre aspettato di avere tutti 30 elode prima di alzare la mano”, ed èla stessa che dalla Gruber avevacandidamente ammesso: “Non sia-mo tecnici, non conosciamo le pro-blematiche che riguardano la Tav,ci fidiamo di quello che hanno det-to i governi precedenti”.

Insomma per La Stampa l’ondache tra le sue leader conta una pre-sidente del Rotary Torino Est puòfare l’opposizione. È inutile fer-mare il progresso. Al Corriere chele chiede: “Allora, al contrario diquel che dice Grillo, la Tav esiste?”,madama Castellina risponde: “LaTav c’è. C’è una galleria geognosti-ca”, che è come dire che dal mo-mento che hai fatto una Tac al cer-vello tanto vale che si proceda allalobotomia. Anche se “contagiare”è verbo rivelatore di quel pisapi-smo da zona C o quadrilatero ro-mano che impedisce alla sinistra difare la benché minima paura ai pa-droni, forse perché alla lotta diclasse preferisce il reciproco vez-zeggiamento, c’è un passaggiodell’intervista alla Marcos di PortaPalatina che ci provoca un’extra -sistole di puro fervore. Quando ilcronista chiede se “le piacerebbeavere degli uomini del Sì”, Ghiazzaammette: “Spero succeda presto”,e basta spostare gli occhi in cimaalla pagina, dove campeggia la fotodel corteo, per rendersi conto cheil 98% dei 30 mila Sì-Tav è compo-sto da maschi ultrasettantenni,tutti chiaramente umarell che nonvedono l’ora che apra un cantierequalunque e saprebbero consi-gliare gli ingegneri su quali mate-riali, scavatori e tecniche usare percostruire la Torino-Lione.

Mattarella si sbrighi a incontra-re le madamine, prima che in casaSì-Tav comincino a volare i fou-lard di Hermes.

SABATO DEL VILLAGGIO

Libertà di stampafra lo sciacallaggioe la prostituzione“Nessun politico deve permettersi di daregiudizi ai giornalisti, ma la nostra categoriadeve farsi un grande esame di coscienza”

(da un intervento di Marco Travaglio a“Di Martedì”, La7 – 14 novembre 2018)

» GIOVANNI VALENTINI

È sempre apprezzabile che un politi-co, in questo caso addirittura due,corregga il tiro e faccia in qualche mi-

sura retromarcia. Bisogna dare atto perciòa Luigi Di Maio e ad Alessandro Di Battistadi aver attenuato i toni dell’attacco frontaleai giornalisti, dopo averli de-finiti l’uno “infimi sciacalli”e l’altro “puttane”. A partela volgarità degli insulti, èla stessa generalizzazio-ne delle accuse a inficiar-ne la legittimità e l’e f f i c a-cia: possibile mai che su unapletora di oltre centomila gior-nalisti italiani, siano tutti dediti allo scia-callaggio e alla prostituzione? Né basta sal-vare otto eccezioni, tra cui il direttore diquesto quotidiano e alcuni suoi collabora-tori, come ha fatto successivamente Di Bat-tista su Facebook, per riequilibrare il giu-dizio complessivo.

“La stampa dev’essere libera da tutto eda tutti”, ha poi proclamato opportuna-mente Di Maio. Ma in un Paese in cui per-fino lui figura nell’elenco dei giornalistipubblicisti (in totale 74.288), e molti altripolitici nell ’albo dei professionisti(29.301), spetterebbe proprio ai parla-mentari e agli uomini o alle donne di go-verno introdurre e garantire le condizioniall’interno delle quali l’intero sistemadell’informazione possa essere effettiva-mente libero, indipendente e pluralista. Ecertamente non è confondendo il conflittod’interessi con la prostituzione, come ri-schia di fare Di Battista, che si possa ri-solvere una questione così delicata e com-plessa. Dire che i giornalisti sono tutti ser-vi sciocchi di questo o quell’editore, equi-vale a dire altrettanto di chi scrive libri peril gruppo editoriale che fa capo a SilvioBerlusconi e così evidentemente non è.

HA RAGIONE senz’altro Di Maio a mettereil dito sull’estinzione degli “editori puri”,quelli cioè che non hanno interessi estraneiall’editoria, di carattere imprenditoriale,economico o finanziario. E qui il vicepre-mier pentastellato sfonda non una porta,ma un portone spalancato. Non a caso quel-lo che state leggendo è ormai uno dei pochio pochissimi quotidiani senza “padrone”,al di fuori dei propri lettori.

Di Maio, Di Battista, la maggioranza e ilgoverno farebbero bene, allora, a metteremano alle falle del sistema editoriale conuna riforma organica di tutto il settore: dalconflitto d’interessi – appunto – al riequi-librio delle risorse pubblicitarie fra la te-levisione e gli altri media, vecchi e nuovi, dicarta ed elettronici, incentivando semmaile testate autonome e le cooperative deigiornalisti. Per la verità, a giudicare dall’ul -tima lottizzazione della Rai, non è che glialleati giallo-verdi abbiano mostrato fino-ra una grande volontà di rinnovamento.Ma tant’è: anche in questo caso, vale la re-gola che non è mai troppo tardi.

Quello che occorre, dunque, è una cor-nice di norme e di regole per assicurare illibero esercizio del diritto d’i n f o r m a z i o-ne, di critica e di opinione, al servizio deicittadini lettori, telespettatori e radioa-scoltatori. Ma un compito così nobile e im-pegnativo non può rischiare neppure il so-spetto di ridursi a un intento punitivo opersecutorio nei confronti dei giornalisti,quasi fossero una categoria monolitica. Leloro colpe, i loro errori e le loro respon-sabilità non sono tali da legittimarne lasoppressione né da autorizzare il ripristi-no della censura. Per completare il qua-dro, bisognerebbe poi allargare il discorsoalle piattaforme informatiche, quellecommerciali dei “giganti del web”e quellepolitiche dei partiti o dei movimenti: lo fa-remo prossimamente.

SOTTO LA MOLECome il pompatissimofenomeno delle cosiddettemadamine di Torinonon regge più tantoall’impatto con la realtà

Page 11: Il prezzo della verit¿ Manovra, pressioni su Mattarella ... Fatto Quotidiano - 17 novembre 201… · 6torni il tempo della seriet¿7e della 6 verit¿7(cioÇ il tempo dei Renzi).

10 » | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 17 Novembre 2018P randeGiazzaInviate le vostre lettere (massimo 1.200 caratteri) a: il Fatto Quotidiano

00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 - [email protected]

Non capisco lo sdegnoper il blocco della prescrizioneFinalmente anche l’Italia potrebbeavere la sua bomba atomica. Nonquella che ammazza fisicamente eindistintamente tutti, ma quellache spazza via le ipocrisie giudizia-rie e i ghigni dei colpevoli. Io noncapisco lo sdegno riguardo al bloc-co della prescrizione dopo il primoprocesso. Se viene accertata la col-pevolezza con grande perizia e conl’uso di strumenti che rivelano in-confutabilmente il reo, non capiscoperché ci debba essere la possibi-lità che la punizione si prescriva. Ècome se il Tenente Colombo, dopoun’ora e mezza di film, dopo averlavorato con minuzia di particolarie aver scoperto il colpevole, dices-se: “Io ho fatto il mio lavoro. Oral’assassino può andare in galera op-pure in vacanza”. Poi mi chiedo: selascio, ad esempio, la macchinafuori posto per due minuti e il vigileè pronto col fischietto e il blocchet-to per le multe, e una volta avuta lamulta io la devo pagare per forza,perché se rubo, evado o uccido nonvale lo stesso principio?

ROBERTO CALÒ

Il Traforo del Brenneroè come il Tav Torino-LioneImpeccabili i fondi di Travaglio sulTav Torino-Lione. Li si potrebbetrasportare sul Tav “dimenticato”:il Traforo del Brennero. Stesse ca-ratteristiche, una linea ad alta ve-locità spacciata per alta capacità,costi moltiplicatisi nel corso deglianni. Poi la proroga dell’apertura al2029, tanto chi si ricorda. Soprat-tutto si ignora sempre il fatto che iltraforo finisce nella Pampa. Man-cano 200 km di tunnel per renderlocredibile.

SERGIO FRATUCELLO

L’informazione è diventatal’arma di forze come la LegaQuanto volete scommettere che ifilmati e le foto in cui è presenteMarra spariranno d’incanto, dopol’assoluzione della Raggi, da tuttele tv e i giornali? Come sostengo datempo, siamo in guerra, una guerratra chi combatte con archi e freccema col sostegno di gran parte dei

cittadini e le “forze potenti”, in cuianche la Lega è incistata al di là del-le apparenze (si veda come i giudicihanno concesso di pagare i 49 mi-lioni), che usano tutte le armi piùevolute tra cui l’ “inf orm azi one ”,anche se è sputtanata da tempo.Pretendere un sussulto di dignitàda questa gente che ormai ha sven-

duto tutto ciò che poteva è comepretendere da un fiume di invertirela corrente.P.S. Qualche giorno fa ho chiestoalla redazione di Prima Pagina suRadio 3 tramite sms il perché si leg-gano in maniera completa editoria-li del Fo g l i o e simili e non, per esem-pio, quelli di Travaglio. Mi hanno

risposto che Travaglio è stato sem-pre invitato a partecipare a Pr i m aPa g i n a ma ha sempre declinato.Io ho risposto che non era questoche avevo chiesto, bensì solo per-ché i suoi editoriali a Prima Paginafossero sempre assenti. Nessunarisposta dalla Redazione.

MICHELE LENTI

Art. 3 della Carta: uguaglianzaanche davanti alla morte?Ho letto l’interessante e costrutti-va intervista pubblicata il 10 no-vembre sul Fatto Quotidianodi SilviaTruzzi alla professoressa emeritadi Diritto costituzionale LorenzaCarlassare. Ho quindi una doman-da da porre: la morte, intesa comemodo di inumare e conservare unasalma, almeno nell’essenziale, cioèin una nicchia comune a tutti, (fer-ma restando la libertà di inumarlain cappelle per chi ne abbia le pos-sibilità) e come modo di rivolgersi alei, cioè se in luogo separato o in u-na fossa comune, rientra nella “pa-ri dignità sociale” di cui parla l’ar-ticolo 3 della Costituzione Italia-na? O lo stesso articolo andrebbeinvece modificato e integrato inquesta maniera: “Tutti i cittadinihanno pari dignità sociale e sono u-guali davanti alla legge e alla morte,senza distinzione ecc.”?

VITTORIO COLAVITTO

I danni del maltempoagli animali sono “invi sibili”Gli eventi naturali di portata ecce-zionale degli ultimi giorni hannolasciato abbattuti interi boschi.Non si possono trascurare però idanni “invisibili” che il cataclismaha recato. Mi riferisco agli animaliche sono rimasti schiacciati sotto ilpeso degli alberi venuti giù a causadel forte vento: cervi, caprioli, dai-ni, cinghiali, galli cedroni. Il mal-tempo, così devastante, ha cancel-lato interi ettari di boschi, in par-ticolare nel Veneto, ma ha uccisoanche parecchi animali. Per quan-to la preoccupazione vada concen-trata sulla ricostruzione delle stra-de, sulla messa in sicurezza dellecase e sul recupero degli alberi ri-versi sui pendii, esiste, di fatto, unastrage di bestiame le cui conse-guenze sono difficili da rimuovereinteramente. Purtroppo, soprag-giungerà ora l’inverno e con l’arri-vo della prossima primavera gli a-nimali deceduti andranno in de-composizione e ciò potrebbe por-tare a una massiccia diffusione diparassiti e virus tra gli animali su-perstiti.

ADALBERTO DE BARTOLOMEIS

LO DICO AL FATTO

Latino a scuola? Consecutio temporumtra senso del passato e visioni del futuro

L’INDOLENZA, LA MEDIOCRITÀ, la strafottenza e la sciatteriache, in questi ultimi 40 anni, hanno caratterizzato il costu-me della società italiana mi hanno indotto a una riflessionesulla scuola. Col il senno di poi mi sono sempre maggior-mente convinto che la vera autentica “Buona Scuola” fuquella concepita e realizzata dal prof. Giovanni Gentile. Conlungimiranza aveva intuito che il fine ultimo era quello di faredi uno studente un Cittadino modello. La scuola dalla mediainferiore fino alle superiori avrebbe dovuto essere prope-deutica all'indirizzo universitario che si sarebbe inteso in-traprendere ( ... ). Materie come Latino, Greco, Filosofia,Letteratura italiana e straniera, Storia dell'Arte e Musicasono discipline che propriamente insegnano a pensare, aimmaginare, a soffrire e ad amare. Tradurre un compito diLatino o una versione di Greco, leggere un testo di Filosofia,un brano di letteratura non sono un esercizio meccanicoprivo di utilità. Non a caso, Fabiola Gianotti, direttrice delCern di Ginevra si è diplomata al liceo classico e così ancheAlessio Figalli che ha vinto la Medaglia Fields, una sorta dipremio Nobel della Matematica. Apprendimento, quindi, diuna metodologia che affonda le sue radici in quella culturaclassica che raggiunge la massima espressione logica nellalingua latina, animata da un rigore scientifico che declinaregole di grammatica a una sintassi perfetta ( ... ) Qualunqueprofessione si andrà a svolgere, soprattutto se si assumonoincarichi di responsabilità, lo studio del latino rappresentauna prerogativa essenziale e insostituibile perché induce edisciplina al ragionamento logico razionale e non al ragio-namento aritmetico matematico... Chissà se i tecnici che,nel corso degli anni e a vario titolo, sono interventi sul ponteMorandi avevano studiato Latino e conoscevano il signi-ficato e l'importanza della “Consecutio Temporum”.

VENERANDO SPINA

GENTILE SPINA, la riforma Gentile della scuola – “lapiù fascista delle riforme” secondo Mussolini – avevaun’impronta dichiaratamente classista e non mi pareil caso di averne nostalgia; tuttavia, è vero che certe

“rivoluzioni” rischiano di farcela rivalutare. In par-ticolare, non c’è dubbio che la conoscenza del latinoresti un insostituibile strumento di formazione (a con-ferma di quanto il Liceo classico possa formare eccel-lenti uomini di scienza, ai nomi di Gianotti e Figalliaggiungerei anche quello di Carlo Rovelli, l’autore del-le magnifiche “Sette brevi lezioni di fisica”). Oggi que-sta conoscenza si trova tra due fuochi: la facilità, larapidità e la grossolanità con cui si adopera la scritturain Rete – quanto di più remoto dalla pratica della con-cinnitas; e il dilagare non tanto dell’inglese (piaccia ono, il latino dei nostri tempi), quanto dell’osceno in-glesorum; l’anglicizzazione senza pietà della lingua i-taliana. A maggior ragione, dunque, la conoscenza dellatino andrebbe protetta e salvaguardata dalla scuolasecondaria, come d’altronde accade nella maggioran-za dei Paesi europei; è da qui che parte ogni consecutiotemporum tra senso del passato e visioni del futuro.

NANNI DELBECCHI

La lingua antica resta uno strumento di formazione Ansa

PRO GR A M M I TV

09:33 Uno - Mattina in famiglia10:40 Buongiorno benessere11:24 Che tempo fa11:30 Alle origini della bontà12:15 Gli imperdibili12:20 Linea Verde Life13:30 Tg114:00 Linea Blu15:05 Italia Sì!15:55 A Sua immagine16:30 Tg116:40 61° Zecchino d'Oro18:45 L'Eredità20:00 Tg120:30 Calcio: Nations League

Italia-Portogallo22:45 Magazine Nations League23:34 Tg1 60 Secondi23:35 Petrolio01:00 Tg1 NOTTE01:15 Milleeunlibro02:15 Two mothers

08:05 Sulla Via di Damasco08:35 Parlamento Punto Europa09:05 Il Mistero delle Lettere

Perdute10:30 Frigo11:00 Mezzogiorno In Famiglia13:00 Tg2 GIORNO13:30 Classici Disney - cartoni

animati15:00 F.B.I. Operazione Gatto17:00 Signori del vino17:50 Gli imperdibili18:00 Sereno Variabile18:45 Squadra Speciale Cobra 1120:30 Tg2 20.3021:05 N.C.I.S.21:50 Bull23:30 Tg2 Dossier00:15 Tg2 Storie. I racconti

della settimana00:55 Tg2 Mizar01:20 Tg2 Cinematinée

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ma non troppo23:57 Law & Order01:04 Tg4 - Night News01:26 Stasera Italia Weekend02:24 Media Shopping02:39 Ierie Oggi in Tv Special

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che non c'è23:43 La Maledizione del Re

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mente15:15 The District16:15 Il Commissario Cordier19:55 Il meteo della sera20:00 Tg La720:35 Otto e Mezzo21:15 Professor T.00:15 Tg La7 Notte00:25 Otto e Mezzo (R)01:05 Il Commissario Cordier04:35 L'Aria Che Tira

18:25 Pirati dei Caraibi - Lamaledizione del forzierefantasma

21:00 Cinepop21:15 Run the Tide - Inse-

guendo un sogno23:00 Tomb Raider01:00 Taken - La vendetta02:35 Quel mostro di suocera

16:20 Anni 80: Daltanious19:15 House of Cards21:00 Speciale Deutschland '8621:15 The Deuce - La via del

porno22:15 Succession00:00 L'anti-scienza - Il caso

Ilaria Capua01:00 Succession

Sabato 17 Novembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | PIAZZA GRANDE » 11

IL TAV NEL TUNNELDELLE FAKE NEWS

» LIVIO PEPINO

SÌ-TAV, LE NUOVER I VO LU Z I O N A R I EPER GLI UMARELL

» DANIELA RANIERI

Una delle caratteristi-che dei Sì Tav e dei lo-ro giornali (La Stam-pa, Repubblica e Cor -riere della Sera su tut-

ti) è la disinvoltura nel cambiaregli argomenti addotti a sostegnodell’opera non appena quelli so-stenuti fino al giorno prima si ri-velano insostenibili. Così, neltempo, si è detto che la nuova lineaferroviaria Torino-Lione era ne-cessaria per convogliare folle dipasseggeri in lista di attesa perraggiungere Parigi, che la lineastorica era prossima alla satura-zione e che occorrevano treninuovi e veloci per portare quan-tità sempre maggiori di mercid a l l’Atlantico al Pacifico (s ic !),che non c’è altra via per togliere iTir dalle strade e garantire la so-stenibilità ambientale, che rinun-ciare al progetto comporterebbepenali miliardarie e via seguitan-do in un crescendo regolarmentesmentito da fatti e documenti.

AL L’EL EN CO si è ag-giunto, sulle pagine esul sito di Repubblica,un cammeo presenta-to come un necessariofact checking. La mes-sa a punto dei fatti ini-zia con l’affermazioneche il tunnel di basedella Torino-Lionenon è un progetto mauna realtà, posto chene sono già stati scava-ti, sul versante france-se, 5 chilometri e mez-zo del primo lotto di 9.La dimostrazione stanei filmati e nelle foto-grafie proposte, contunnel, talpa e operai

inneggianti all’opera.Nonostante le apparenze, la bu-

fala non potrebbe essere più cla-morosa. Lo scavo esiste ma non hanulla a che vedere con il tunnel dibase. È un’opera geognostica, co-me la galleria scavata alla Madda-lena di Chiomonte, destinata astudiare le caratteristiche del ter-reno e delle rocce per verificare see come il tunnel di base potrà es-sere costruito in sicurezza.

IL TUNNEL è stato finanziato concontributi europei del 50 per cen-to e l’articolo 10 del regolamentoUe n. 1316 del 2013 fissa le percen-tuali di cofinanziamento nel 50per cento con riferimento agli stu-di e alle opere geognostiche e nel40 per cento con riferimento alle“tratte transfrontaliere”. Se poiqualcuno avesse dei dubbi, laCommissaria europea ai traspor-

ti, Violeta Bulc, che il 30 aprile, ri-spondendo ad alcuni parlamenta-ri, scrive: “Le attività in corso aSaint-Martin-la-Porte riguarda-no le indagini esplorative e geolo-giche nel secondo tratto del tun-nel di accesso esistente e oltre 10km di cunicolo esplorativo (ramosud). L’obiettivo dell’attività è in-dividuare le caratteristiche geolo-giche, idrogeologiche e geomec-caniche del massiccio montuosodell’Houiller, dove i futuri lavoridi scavo del tunnel di base Tori-no-Lione incontreranno le condi-zioni del suolo più sfavorevoli. Idati raccolti permetteranno di va-lutare la fattibilità tecnica, di de-finire i piani tecnici e finanziari edi elaborare una documentazionedi gara per la futura attività di co-struzione. In quanto tali, le attivitàe s p l o r a t i v e a S a i n t - M a r-tin-la-Porte rispettano la defini-

zione di “studi” ripor -tata all’articolo 2, pa-ragrafo 8, del regola-mento Ce 680/2007 esono cofinanziate al 50per cento. Il fatto chegli studi e i lavori geo-gnostici relativi ai tun-nel possano essere uti-lizzati anche per laventilazione e/o in si-tuazioni di emergenzanon modifica la naturaesplorativa delle atti-vità e la loro classifica-zione come studi”.

Il tunnel di base è dilà da venire e non ne èstato scavato neppureun metro (né cambia larealtà sostenere che lo

scavo Saint-Martin-la-Porte, es-sendo in asse con l’eventuale tun-nel di base, potrebbe essere in tut-to o in parte recuperato in esso). Secosì non fosse, ci sarebbe lavoroper le Procure della Repubblicaché farsi finanziare come studioun’opera definitiva, ottenendo il10 per cento in più di quanto pre-visto, si chiama, in Italia come inFrancia, truffa.

LA COSA NON SFUGGE,forse, a Re -pubblica che, incurante della con-traddizione, prova a costruirsi u-na via di fuga sostenendo che “ilprimo lotto di 9 chilometri di gal-leria sarà finito a giugno 2019 ed èsperimentale non perché serve adecidere se fare l’opera ma perchéserve a tarare la talpa che scava”.Vi è in ciò una comicità irresisti-bile ancorché involontaria. Siamodi fronte – sembra di capire – a unmix: si costruisce, ma intanto sisperimenta, con una sorta di inter-vento bifronte ignoto sia alla logi-ca che ai regolamenti comunitari(e, soprattutto, ai finanziamenticomunitari). Il tutto –qui sta il bel-lo – per “tarare la talpa”, cioè perdefinirne alcune caratteristichetecniche. È vero che il Tav è unamacchina di sprechi senza prece-denti ma allo scavo di 9 chilometriper decidere il diametro della tal-pa ancora non si era arrivati.

A questo punto Repubblica traele conclusioni: “Quella del tunnelche non c’è è solo una delle tantebufale che politici e media gover-nativi diffondono in questi giornifidando sulla disinformazione ge-nerale”. Proprio così. Senza com-menti. Se non che, scherzi dellalingua inglese, si scrive fact chec-king e si legge fake news.

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Abbiamo l’impressioneche Repubblica e Cor -r i er e si stiano accor-gendo che il (da loro)pompatissimo feno-

meno delle cosiddette m ad am in eSì-Tav di Torino non regge all’im -patto con la realtà, specie da quan-do le suddette hanno incominciatoad andare in Tv togliendo al Paeseogni dubbio circa la loro compe-tenza in fatto di treni. Da giorni, do-po aver salutato nelle sei signore lelevatrici di un “nuovo femmini-smo” (Repubblica), ma che dico: letimoniere della “marea arancionedel popolo del Sì” (Co rri ere ), suidue quotidiani non c’è un trafilettoche dia conto della tabella di mar-cia per il progresso partita da piaz-za Castello. Dispiace, perché one-stamente ci stavamo affezionandoalla saga fantasy su questa nuova“internazionale femminile” (R e-pubblica) creata da sei donne “cosìtanto coraggiose da sfidare il pote-re costituito” (come da comunica-to “Siamo tutte madamine” a firmadelle Pari opportunità del Pd) chericordano un po’ “le donne dei ma-nifesti al tempo di Stalin, rocciosecontadine, temibili operaie confazzoletto rosso, la zappa in mano,o il Kalashnikov (Repubblica), in ef-fetti la prima cosa a cui abbiamopensato apprendendo che fannolavori come l’art director, la pr, lacopy e la cacciatrice di teste (tuttiveri lavori proletari). Fortuna chec’è La Stampa, pulsante organodella sempreverde razza padrona,

a insufflare nei lettori aria di rivo-luzione. Ieri, mentre pensavamocon nostalgia alle magnifiche sortie progressive forse sfumate, il quo-tidiano che abbracciò l’im pre sa

della marcia dei (delle?) 40 mila haintervistato una delle madamine,segnatamente la cacciatrice di te-ste, la quale col linguaggio stringa-to dei fucilieri ha comunicato chelei e le altre tetragone eredi di RosaLuxemburg e Aleksandra Kollon-taj sono pronte “ad aprire la fase 2”de ll ’operazione “Sì Torino va a-vanti”. Su questa fase 2 la compa-

gna Ghiazza è chiara: “La fase unoè stata la spontaneità”; adesso “è o-ra di essere meno tenerine, sempreeducate, ma più assertive. Menog a rb a t e”. Che vogliano davvero

imbracciare il Ka-lashnikov? A do-manda tremantedel cronista: “V o-lete essere il moto-re di un nuovo mo-v i m e n t o ? ” , l asub-com andanteGhiazza risponde:“Vorremmo con-tagiare, portarequesta scintilla al-t r o ve ”; indi riven-dica il ruolo sov-

versivo della competenza in que-s t’epoca di barbarie: “Ab bi am osempre aspettato di avere tutti 30 elode prima di alzare la mano”, ed èla stessa che dalla Gruber avevacandidamente ammesso: “Non sia-mo tecnici, non conosciamo le pro-blematiche che riguardano la Tav,ci fidiamo di quello che hanno det-to i governi precedenti”.

Insomma per La Stampa l’ondache tra le sue leader conta una pre-sidente del Rotary Torino Est puòfare l’opposizione. È inutile fer-mare il progresso. Al Corriere chele chiede: “Allora, al contrario diquel che dice Grillo, la Tav esiste?”,madama Castellina risponde: “LaTav c’è. C’è una galleria geognosti-ca”, che è come dire che dal mo-mento che hai fatto una Tac al cer-vello tanto vale che si proceda allalobotomia. Anche se “contagiare”è verbo rivelatore di quel pisapi-smo da zona C o quadrilatero ro-mano che impedisce alla sinistra difare la benché minima paura ai pa-droni, forse perché alla lotta diclasse preferisce il reciproco vez-zeggiamento, c’è un passaggiodell’intervista alla Marcos di PortaPalatina che ci provoca un’extra -sistole di puro fervore. Quando ilcronista chiede se “le piacerebbeavere degli uomini del Sì”, Ghiazzaammette: “Spero succeda presto”,e basta spostare gli occhi in cimaalla pagina, dove campeggia la fotodel corteo, per rendersi conto cheil 98% dei 30 mila Sì-Tav è compo-sto da maschi ultrasettantenni,tutti chiaramente umarell che nonvedono l’ora che apra un cantierequalunque e saprebbero consi-gliare gli ingegneri su quali mate-riali, scavatori e tecniche usare percostruire la Torino-Lione.

Mattarella si sbrighi a incontra-re le madamine, prima che in casaSì-Tav comincino a volare i fou-lard di Hermes.

SABATO DEL VILLAGGIO

Libertà di stampafra lo sciacallaggioe la prostituzione“Nessun politico deve permettersi di daregiudizi ai giornalisti, ma la nostra categoriadeve farsi un grande esame di coscienza”

(da un intervento di Marco Travaglio a“Di Martedì”, La7 – 14 novembre 2018)

» GIOVANNI VALENTINI

È sempre apprezzabile che un politi-co, in questo caso addirittura due,corregga il tiro e faccia in qualche mi-

sura retromarcia. Bisogna dare atto perciòa Luigi Di Maio e ad Alessandro Di Battistadi aver attenuato i toni dell’attacco frontaleai giornalisti, dopo averli de-finiti l’uno “infimi sciacalli”e l’altro “puttane”. A partela volgarità degli insulti, èla stessa generalizzazio-ne delle accuse a inficiar-ne la legittimità e l’e f f i c a-cia: possibile mai che su unapletora di oltre centomila gior-nalisti italiani, siano tutti dediti allo scia-callaggio e alla prostituzione? Né basta sal-vare otto eccezioni, tra cui il direttore diquesto quotidiano e alcuni suoi collabora-tori, come ha fatto successivamente Di Bat-tista su Facebook, per riequilibrare il giu-dizio complessivo.

“La stampa dev’essere libera da tutto eda tutti”, ha poi proclamato opportuna-mente Di Maio. Ma in un Paese in cui per-fino lui figura nell’elenco dei giornalistipubblicisti (in totale 74.288), e molti altripolitici nell ’albo dei professionisti(29.301), spetterebbe proprio ai parla-mentari e agli uomini o alle donne di go-verno introdurre e garantire le condizioniall’interno delle quali l’intero sistemadell’informazione possa essere effettiva-mente libero, indipendente e pluralista. Ecertamente non è confondendo il conflittod’interessi con la prostituzione, come ri-schia di fare Di Battista, che si possa ri-solvere una questione così delicata e com-plessa. Dire che i giornalisti sono tutti ser-vi sciocchi di questo o quell’editore, equi-vale a dire altrettanto di chi scrive libri peril gruppo editoriale che fa capo a SilvioBerlusconi e così evidentemente non è.

HA RAGIONE senz’altro Di Maio a mettereil dito sull’estinzione degli “editori puri”,quelli cioè che non hanno interessi estraneiall’editoria, di carattere imprenditoriale,economico o finanziario. E qui il vicepre-mier pentastellato sfonda non una porta,ma un portone spalancato. Non a caso quel-lo che state leggendo è ormai uno dei pochio pochissimi quotidiani senza “padrone”,al di fuori dei propri lettori.

Di Maio, Di Battista, la maggioranza e ilgoverno farebbero bene, allora, a metteremano alle falle del sistema editoriale conuna riforma organica di tutto il settore: dalconflitto d’interessi – appunto – al riequi-librio delle risorse pubblicitarie fra la te-levisione e gli altri media, vecchi e nuovi, dicarta ed elettronici, incentivando semmaile testate autonome e le cooperative deigiornalisti. Per la verità, a giudicare dall’ul -tima lottizzazione della Rai, non è che glialleati giallo-verdi abbiano mostrato fino-ra una grande volontà di rinnovamento.Ma tant’è: anche in questo caso, vale la re-gola che non è mai troppo tardi.

Quello che occorre, dunque, è una cor-nice di norme e di regole per assicurare illibero esercizio del diritto d’i n f o r m a z i o-ne, di critica e di opinione, al servizio deicittadini lettori, telespettatori e radioa-scoltatori. Ma un compito così nobile e im-pegnativo non può rischiare neppure il so-spetto di ridursi a un intento punitivo opersecutorio nei confronti dei giornalisti,quasi fossero una categoria monolitica. Leloro colpe, i loro errori e le loro respon-sabilità non sono tali da legittimarne lasoppressione né da autorizzare il ripristi-no della censura. Per completare il qua-dro, bisognerebbe poi allargare il discorsoalle piattaforme informatiche, quellecommerciali dei “giganti del web”e quellepolitiche dei partiti o dei movimenti: lo fa-remo prossimamente.

SOTTO LA MOLECome il pompatissimofenomeno delle cosiddettemadamine di Torinonon regge più tantoall’impatto con la realtà

Page 12: Il prezzo della verit¿ Manovra, pressioni su Mattarella ... Fatto Quotidiano - 17 novembre 201… · 6torni il tempo della seriet¿7e della 6 verit¿7(cioÇ il tempo dei Renzi).

12 » ITALIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 17 Novembre 2018

» STEFANO FELTRI

C’è un conflitto di inte-ressi che il capo di ga-binetto del ministerodell’Economia Rober-

to Garofoli non ha neppure pro-vato a nascondere: alcuni dei col-laboratori che ha chiamato al suofianco sono anche autori dellacasa editrice Neldiritto, intesta-ta alla moglie, Maria Elena Man-cini. Roberto Garofoli, magistra-to, presidente di sezione delConsiglio di Stato, diventa capodi gabinetto del ministro PierCarlo Padoan nel 2014. A fine2016 chiama come consiglieregiuridico del gabinetto LorenzoSaltari, nato nel 1973, professoreordinario di Diritto pubblicoa l l ’ U n i v e r s i t à d i P a l e r m o :160.000 euro di stipendio. Nes-suno al ministero ha obiezionisulle competenze di Saltari, maqualcuno nota che giusto in con-temporanea all’insediamento diSaltari al ministero, marzo 2017,Neldiritto editore pubblica laquarta edizione di Co st it uz io neragionata, firmato da Saltari e daAlfonso Celotto, costituzionali-sta con una lunga carriera nelleistituzioni, da ultimo come capodi gabinetto del ministro della Sa-lute Giulia Grillo (M5S).

SALTARI SCRIVE molto: nel 2017ha pubblicato anche Il regime giu-ridico delle autostrade, per l’edi -tore Giuffré, con un co-autore, A-lessandro Tonetti, all’epoca vicecapo di gabinetto (quindi numerodue di Garofoli) e oggi vicediret-tore generale della Cassa Depositie Prestiti. I due hanno presentatoil volume alla Camera dei deputati

il 13 dicembre 2017 in un eventoche nei corridoi del ministero fecediscutere: proprio mentre i fun-zionari del Tesoro duellavanocon i vari concessionari autostra-dali sugli abituali aumenti tariffa-ri da far scattare con l’anno nuovo,Tonetti e Saltari presentavano il

loro saggio con un interlocutoreingombrante come l’amministra -tore delegato di Autostrade perl’Italia Giovanni Castellucci. Nonmancava l’ex giudice costituzio-nale Sabino Cassese, il ministrodei Trasporti Graziano Delrio eovviamente Roberto Garofoli.

Il 16 settembre 2016 il ministe-ro dell’Economia sceglie il nuovocapo dell’ufficio legislativo Fi-nanze: Glauco Zaccardi, magi-strato ordinario, già consiglieregiuridico delle Finanze. Mantie-ne lo stipendio da magistrato piùuna retribuzione accessoria da31.000 euro annui. Anche nel suocaso c’è un legame editoriale conla casa editrice Neldiritto dellamoglie di Garofoli: due edizionidel Manuale di diritto del lavoro,sindacale e della previdenza socia-le, tra 2015 e 2016. A maggio 2018è stata pubblicata la quarta. Unaportavoce del Tesoro precisa che

gli autori di Neldiritto, come Sal-tari e Zaccardi, “sono legati allacasa editrice con contratti di ces-sione dei diritti d’autore per i libriche scrivono”.

Chiara Cavallari ha un contrat-to dal ministero del Tesoro comespecialista giuridica – 19.000 eu-

ro all’anno – ma è anche l’autricedel Compendio di diritto europeo,nella collana “Compendi” di Nel-diritto diretta da Garofoli in per-sona. Fino a gennaio scorso c’eraun’altra collaboratrice in comunetra la vita editoriale di Garofoli equella ministeriale: Maria Rosa-ria Boncompagni, che poi ha vintoil concorso in magistratura.

UNA DISCRETAparte della produ-zione editoriale di Neldiritto è an-che disponibile nelle tre bibliote-che del ministero dell’Economia:da Diritto amministrativo del2014 a Le tracce dell’anno ammi-nistrativo con giurisprudenza(2015) al Compendio di diritto pe-nale: parte generale e speciale: conanalisi di tutti gli istituti di partegenerale e dei principali reati an-che di legislazione complementare(2018). Soltanto una copia di Ma -nuale di diritto penale parte gene-rale (2016) risulta come “donatadal capo di gabinetto”, le altre so-no state acquistate dal ministero.Beneficio economico trascurabi-le per Neldiritto, ma quello checonta è il prestigio per il quale gliaspiranti avvocati, magistrati efunzionari sono disposti a pagarecifre a tre zeri.

Un ex collaboratore della ca-sa editrice Neldiritto ha dichia-rato al Fatto che per convincereavvocati e giuristi a partecipareai corsi di formazione organiz-zati da Neldiritto e pagati sol-t a n t o i n m o d o s i m b o l i c o(200-300 euro a weekend), eraistruito a dire: “Il presidente Ga-rofoli ci terrebbe che lei seguis-se questo corso, che potrà averevarie collaborazioni con lui”.

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» VIRGINIA DELLA SALA

Il nuovo presidente del Con-siglio scientifico del Centro

del libro e della lettura al mi-nistero dei beni culturali(Mibac) è un editore di gran-de esperienza, anche se nonquel genere di esperienza chedi solito viene premiata: A-lessandro Dalai ha alle spalleun fallimento da 13,5 milionidi euro, con centinaia di cre-ditori, tra cui decine di autori,non pagati. Il ministro dellaCultura, Alberto Bonisoli, havoluto lui (l’incarico è a titologratuito) per rivitalizzarel’organismo che deve pro-muovere lettura ed editoria.Dalai, 70 anni, è stato patrondella Baldini Castoldi, ha ten-tato il rilancio dell’Unità ed èstato amministratore delega-to di Electa e di Einaudi.

Nel 1991 rilancia la casa e-ditrice Baldini & Castoldi,con autori come Susanna Ta-maro, Enrico Brizzi, Gino eMichele, Giorgio Faletti,Pennacchi e Busi. Dal 2003 al

2011, la società ha cambiatonome più volte: da BaldiniCastoldi Dalai Editore a B.C.Dalai Editore, fino a Dalai E-ditore nel 2011, quando ilmarchio “Baldini & Castoldi”viene mantenuto come nomedi collana. Poi la crisi finale: agiugno del 2013, la societàchiede al Tribunale di Mila-no la possibilità di accedere alconcordato preventivo. Ilfallimento definitivo arriva afebbraio del 2014.

IN UN RAPPORTO riepilogati -vo del tribunale del 2015, silegge l’entità del peso debito-rio (che negli anni, con l’ag -giunta di creditori, potrebbeessere aumentato o comun-que variato): circa 800 milaeuro di debiti nei confrontidell’erario e degli enti previ-denziali, 600 mila verso i di-pendenti, circa 9 milioni ver-

so i fornitori, 2 milioni di de-biti nei confronti delle ban-che e quasi un milione neiconfronti di professionisti. Iltotale è 13.456.640 euro.

La Baldini&Castoldi, però,dopo il crac, non scomparedel tutto: il nome viene affit-tato e poi acquistato da unanuova società che prende il

nome Baldini&Castoldi srl,distribuita da Messaggerie I-taliane e fondata dal figlio diAlessandro, Michele Dalai eda Filippo Vannuccini, diret-tore finanziario della vecchiasocietà. Ma anche stavoltal’impresa non va a buon fine.A giugno del 2017 il controllode ll ’azienda viene acquisito

dalla casa editrice La nave diTeseo: con 2 milioni di euro ilgruppo guidato da ElisabettaSgarbi rileva il 95 per centodel capitale e si accolla i debitidegli ultimi anni.

Il Centro del libro collabo-ra con “le amministrazionipubbliche, le istituzioni terri-toriali e i sogget-ti privati che o-perano nella fi-liera del libro”,ha l’obiettivo di“promuovere lalettura nelle isti-tuzioni scolasti-che”, per “far co-noscere la retedelle bibliote-che e dei relativiservizi”, per rea-lizzare “campa -gne informativeper la promozio-ne della lettura”. Per il mini-stro il crac editoriale di Dalainon sembra essere un proble-ma visto che con una senten-za del Tribunale di Milano del25 giugno, Dalai viene assolto

Ministero Il capo di gabinetto nomina in posizioni di verticegiuristi che pubblicano volumi per la casa editrice di famiglia

I libri e gli incarichial Tesoro: il doppioconflitto di Garofoli

IL CASO

Editoria, il crac milionario dell’esperto al ministeroAlessandro Dalai Il presidente del Consiglio scientificodell’ente per la lettura ha fatto un fallimento da 13 milioni

M i bac Il ministro Alberto Bonisoli e l’editore Alessandro Dalai La Pre ss e

Sotto attacco del M5S Roberto Garofoli, capo di gabinetto al Tesoro La Pre ss e

dall’accusa di aver commessoreati tributari (“omesso ver-samento di ritenute dovute ocertificate”). E il giudice ac-cetta una ricostruzione delcrac del 2013 emersa in dibat-timento secondo cui a rende-re irreversibile la crisi dellaBaldini & Castoldi sarebbe

stata la sceltad e l l ’ a u t o r e d ipunta, GiorgioFaletti, di passa-re a Mondadorisenza consegna-re il nuovo ro-manzo promes-so. Faletti è mor-to pochi mesi do-p o , n e l l u g l i o2014. A Bonisolibasta quell’a s s o-luzione perchénon ci sia nulla distrano ad affida-

re la promozione dei libri adAlessandro Dalai, probabil-mente contando sullo spes-sore intellettuale più chemanageriale.

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La nomina nel 2016Lorenzo Saltari è autoredi “Neldiritto” e diventaconsigliere giuridicoda 160.000 euro annui

La fine nel 2013La difesa:una sentenzadice che la crisifu causata dallafuga di Falettiverso Mondadori

Le edizioniC ost it u z ionerag ion at a(marzo 2017)e Manuale didiritto dellavoro, sinda-cale e dellaprev ide n z asociale (2018)

CHIUSE LE INDAGINI

Sole 24 Ore, ex verticiverso il processoper due gravi reati

qLA PROCURA di Milano ha chiuso leindagini in vista della richiesta di rinvio

a giudizio di Roberto Napoletano, ex direttoreeditoriale del Sole 24 Ore e ritenuto ammini-stratore di fatto del gruppo, e di Donatella Treue Benito Benedini, rispettivamente ex ad ed expresidente, che ora rischiano di andare a pro-cesso. Le accuse sono false comunicazioni so-ciali e aggiotaggio informativo. La Procura so-

stiene che le vendite delle copie digitali delquotidiano economico siano state “enfatizza -te ” e siano “fa l s e ” e si sarebbe verificato “unoscostamento tra la rappresentazione dellarealtà economica della società e la situazionee f fe t t i va ”. “Si è veicolato un messaggio larga-mente positivo sull’andamento economico(vendite crescenti e ricavi correlativi in au-mento), laddove le vendite sul digitale tanto

enfatizzate erano false e una percentuale si-gnificativa delle quote cartacee andava drittaal macero”. Stralciata la posizione di altri 7 in-dagati accusati di appropriazione indebita peri quali si profila una richiesta di archiviazione.Chiusa l'indagine anche nei confronti dell'a-zienda, che quindi rischia di andare a processoper violazione della legge 231 del 2001, per cuisono previste pesanti sanzioni economiche.

I volumi

Sabato 17 Novembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | CRONACA » 13

BOOKCITY MILANO

Il pm Nino Di Matteopresenta il libro“Il patto sporco”

qOGGI ALLE 16 a Milano, al Teatro El-fo Puccini, Saverio Lodato e Nino Di

Matteo presentano Il Patto sporco, edito daChiarelettere, il libro-testimonianza del pm“più minacciato d'Italia”. All'incontro par-teciperanno il direttore del Fatto Marco Tra-vaglio, Loris Mazzetti, Lunetta Savino eCarmelo Galati. Nell'intervista a SaverioLodato, il sostituto procuratore del proces-

so sulla trattativa Stato-mafia ricostruiscele tappe rilevanti di uno dei capitoli più o-scuri della storia repubblicana, conclusosicon la storica sentenza di condanna dellaCorte d’Assise di Palermo. La pronunciadell’aprile scorso ha riconosciuto l’e s i s te n -za della trattativa tra “pezzi deviati” delleistituzioni e Cosa Nostra. E ha affermato lacolpevolezza, per aver intimidito i Corpi

dello Stato con la minaccia di altre stragi, ditutti i protagonisti: gli ex vertici del Ros Ma-rio Mori e Antonio Subranni, l’ex senatoreDell’Utri – per Di Matteo “cinghia di tra-s m i ss i o n e ” tra le istanze di Cosa Nostra e ilGoverno Berlusconi –, Antonino Cinà, me-dico fedelissimo di Totò Riina, l’ex capitanodei carabinieri Giuseppe De Donno, il bossLeoluca Bagarella.

» MARCO LILLO

Il capo di Stato maggioredei Carabinieri, GaetanoMaruccia, ha chiamato lasegreteria della Consip

per cercare il presidente LuigiFerrara il 25 luglio 2016. Pocodopo c’è la fuga di notizie. LaProcura apprende della tele-fonata il 17 marzo 2018 dal ge-nerale Sergio Pascali e dal te-nente colonnello Fabio DeRosa arriva la conferma il 20marzo. Poi sente Maruccia l’11aprile ma non gli chiede dellatelefonata. Alla vigilia dellachiusura delle indagini, l’8 ot-tobre 2018, il pm Mario Palaz-zi chiede al colonnello Loren-zo D’Aloia, capo del reparto o-perativo dei carabinieri di Ro-ma che svolge le indagini Con-sip, di verificare presso il co-mando generale se “vi eranocontatti per ragioni di ufficio”tra comando e Consip “nel pe-riodo a cavallo di luglio 2016”.Visto che i pm non hanno fattola domanda diretta, ora la fac-ciamo noi.

Generale Maruccia perché il25 luglio 2016 telefonava percercare Luigi Ferrara?

Questa telefonata non me la ri-cordo. Peraltro leggo in questiatti che è una telefonata fattada noi alla segreteria per cer-care Ferrara che non c’era e poiloro chiamarono. Se l’ho fatta,sarà stato per i rapporti che a-vevamo allora con il Mef.Quindi a Ferrara con comeConsip ma come ministero.

Dopo lo ha incontrato?No, avrò parlato con il suo viceperché sarà stata una questio-ne interna ma ora vatti a ricor-dare, gli anni passano e gestia-mo 10 mila pratiche. Io non ri-cordo ma sarà stato un rappor-to squisitamente tecnico cheriguardava il Mef. Mi sono in-

Nei verbali dell’ex comandantedel Noe Sergio Pascal i e

dell’attuale capo di Stato maggiorevibra il conflitto interno all’Armasul caso Consip. Il Fattoha già pub-blicato due estratti del verbale diPascali, sentito come persona in-formata dei fatti, il 17 marzo 2018.Pascali si è lamentato di essere sta-to scavalcato dal vice comandantedel Noe Alessandro Sessa. Le no-tizie sull’indagine Consip, chepuntava sul mondo renziano, sonoinfatti state riferite nel 2016 diret-tamente al capo di Stato maggioreMaruccia. Pascali lo apprende so-lo dopo dal capo del reparto ope-rativo del Noe, Fabio De Rosa: “Persei-sette volte mi conferma De Ro-sa è presente anche lui agli incontricon il generale Maruccia. Io nonvengo assolutamente informato dinulla, mi dice De Rosa che Maruc-cia ha lasciato chiaramente inten-dere di volere essere compiuta-

mente informato suquesta indagine. Nonè ai miei atti alcun or-dine di questo tenoree andando Sessa con-tinuamente da lui ioritengo che Maruccia,quanto meno, mi a-vrebbe dovuto chia-mare per informarmiche dei miei dipen-denti andavano direttamente dalui. Questo fatto –prosegue Pascali– genera delle infrazioni discipli-nari perché Sessa scavalca me, sca-valca anche il generale Ricciardi(intermedio nella gerarchia traPascali e Maruccia, ndr), il quale èignaro di tutto, e tiene rapporti so-lo ed esclusivamente con il gene-rale Maruccia che avrebbe dovuto

Il generale Il Capo di Stato maggiore dei Carabinieri, Gaetano Maruccia La Pre ss e

L’ex comandante Il generale che guidava il Noe: “Mi hanno disobbedito”

Pascali ai pm: “Informavano lui e non meBisogna segnalarlo alla Procura militare”

IL VERBALE

LEDAT E

8 giugno 2016La Procura di Napoli inizia aintercettare Luigi Marroni e LuigiFerrara, allora rispettivamenteAd e presidente di Consip

23 giugno 2016Il capitano Gianpaolo Scafartoinvia al numero due del Noe,Alessandro Sessa due appuntivia email a distanza di un’o ra .Nel primo ci sono nomi e numeridi alcuni intercettati, tra cuiFerrara e Marroni, dell’inchiestaConsip. Nel secondo invece i datisono omissati con iniziali. A chi

era destinato l’a p p u n toomissato? Sessa incontrava ilGenerale Maruccia e gli parlavadi Consip. Maruccia dice chenon ha visto mai quell’a p p u n to.

25 luglio 2016Il capo di Stato maggioreGaetano Maruccia telefona allasegreteria e chiede delpresidente di Consip Ferrara, ICarabinieri del Noe nontrascrivono la telefonata

3 agosto 2016Marroni incontra Luca Lotti. Inquesta occasione l’ex Ad dice diessere stato informato dall’exministro (che smentisce) delleintercettazioni telefoniche.

9 agosto 2016All’inizio di agosto c’è un calodelle notizie provenienti dalleintercettazioni. Il pm Woodcooksi infuria e Scafarto scrive aSessa che era stato “un erroreparlare direttamente di tutto conil capo attuale”. Ossia Maruccia

contrato diverse volte purecon l’Ad di Consip Luigi Mar-roni ma per il tavolo tecnicoper la razionalizzazione dellespese di Yoram Gutgeld. Per ilresto, tutta la parte della Con-sip la gestivano gli uffici am-ministrativi.

Ai pm Luigi Marroni ha dettoche in un periodo vicino aquella sua telefonata sareb-be stato informato proprio daFerrara delle intercettazionisu di lui e Marroni. La fontesarebbe stata il suo coman-dante, Tullio Del Sette

Le do la mia parola d’onore chenon ho mai parlato con chic-chessia di indagini Consip, senon all’interno dei carabinieri.Sarebbe stata un’offesa ai mieidecenni di polizia giudiziaria.

Il colonnello De Rosa dice cheha incontrato sette volte leiinsieme al vicecomandantedel Noe Sessa e che la infor-mavano nel dettaglio dell’in -dagine

Ma quale dettaglio. Conosce-vo il 10 per cento di quello chepoi avete pubblicato voi. Ri-

cordo il mio apprezzamentoche io non ravvisavo ipotesigravi su questo presunto ten-tativo di traffico di influenze(ipotesi inizialmente conte-stata a Tiziano Renzi, sul qualepende richiesta di archiviazio-n e, nd r ) e comunque avevodetto di prestare attenzione edi farmi sapere quando si con-cretizzava qualcosa. Comefacciamo di solito quando in-formiamo i vertici se emergequalcosa di contingente.

Lei lo aveva informato il co-mandante di questa storia?

No, l’ho informato quando cifu la perquisizione nella sededella Consip il 20 dicembre.

Però poi non ha resistito e hadetto a Del Sette che Marronilo accusava, quella sera.

Lei che avrebbe fatto? In tutta

onestà lo rifarei. Sentivo unobbligo morale nei confrontidel comandante. Peraltro nonsono stato io a sollecitareq ue ll ’informazione che mi èstata riportata quella sera (dalsolito Sessa, ndr). E quando loso, che faccio? Non lo dico almio comandante? Io ho appli-cato il buon senso e poi sonostato io a comunicare questofatto ai pm quando mi hannosentito. Il fatto non era noto.Peraltro il giorno dopo lei lo hapubblicato sul Fatto. Che figu-ra avrei fatto?

Scafarto invia a Sessa il 23giugno 2016 un appunto coni dati essenziali sull’indagi -ne. Sembra il classico appun-to da consegnare a un supe-riore. Lei lo ha ricevuto?

Di questo non so niente.Perché andava nella Comuni-tà Mistica di Ultimo?

Si commemorava il generaleCarlo Alberto dalla Chiesa.

Le ha fatto male leggere chela Procura non la indaga maritiene scarsamente credibi-le la sua versione sul fatto chenon ha detto nulla dell’inda -gine Consip al comandanteDel Sette?

A me non risulta questa cosa(effettivamente i pm scrivonodi avere contestato a Marucciala scarsa credibilità della suaversione ma nei verbali non ri-sulta, ndr) però se non riten-gono credibile la mia versione,cosa ci posso fare? Non possodire una cosa non vera. Io sonosereno e in pace con la mia co-scienza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

informarmi. Questonon è avvenuto. Que-sta intera vicenda inriferimento anche airegolamenti discipli-nari costituisce un’in -frazione se non il rea-to di disobbedienza eandrebbe informatala Procura militare”.

Pascali sta facendoun’accusa grave, della quale si as-sume la responsabilità, davanti atre pm. E la motiva così: “Perchéun dipendente non può, senza a-vere degli ordini precisi, andare ariferire a un ufficiale dell’o rg a-nizzazione centrale come il capodi Stato maggiore”. Secondo Pa-scali, infatti, un generale nella po-sizione di Maruccia “viene infor-

mato delle attività di reparto manon compiutamente di una deter-minata attività”.

Quando è stato risentito sulledichiarazioni di Pascali, il genera-le Maruccia ha spiegato ai pm Pi-gnatone, Ielo e Palazzi: “Io non hosollecitato Sessa e De Rosa a rife-rirmi informazioni sulle indaginiin corso, ho invece recepito quelloche mi riferivano, interessato agliaspetti istituzionali che potevanoavere”. Sullo scavalcamento di Pa-scali da parte di Sessa, ha detto aipm “doveva essere lui, laddove ve-rificata tale anomala pretermis-sione, a rappresentare la questio-ne ai suoi superiori o al Coman-dante generale, cosa che non mi ri-sulta abbia fatto”.

M.L .

Il generaleSergio Pascali Ansa

Und i p e n de n tenon può,s e n zao rd i n iprecisi ,riferire aun ufficialedel l ’o rga n i z–za z i o n ece n t rale

L’I N T E RV I STA

“Mai parlato di Consipcon Ferrara e Marroni”

Gaetano Maruccia Il capo di Stato maggiore dei carabinieri e la telefonataalla Centrale Acquisti: “Non ricordo, ma sarà stato per i rapporti con il Mef”

Do la mia parolad’onore che non ho maiparlato con chicchessiadel l ’indagine. Sarebbestata un’offesa ai mieidecenni di lavoro

Page 13: Il prezzo della verit¿ Manovra, pressioni su Mattarella ... Fatto Quotidiano - 17 novembre 201… · 6torni il tempo della seriet¿7e della 6 verit¿7(cioÇ il tempo dei Renzi).

12 » ITALIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 17 Novembre 2018

» STEFANO FELTRI

C’è un conflitto di inte-ressi che il capo di ga-binetto del ministerodell’Economia Rober-

to Garofoli non ha neppure pro-vato a nascondere: alcuni dei col-laboratori che ha chiamato al suofianco sono anche autori dellacasa editrice Neldiritto, intesta-ta alla moglie, Maria Elena Man-cini. Roberto Garofoli, magistra-to, presidente di sezione delConsiglio di Stato, diventa capodi gabinetto del ministro PierCarlo Padoan nel 2014. A fine2016 chiama come consiglieregiuridico del gabinetto LorenzoSaltari, nato nel 1973, professoreordinario di Diritto pubblicoa l l ’ U n i v e r s i t à d i P a l e r m o :160.000 euro di stipendio. Nes-suno al ministero ha obiezionisulle competenze di Saltari, maqualcuno nota che giusto in con-temporanea all’insediamento diSaltari al ministero, marzo 2017,Neldiritto editore pubblica laquarta edizione di Co st it uz io neragionata, firmato da Saltari e daAlfonso Celotto, costituzionali-sta con una lunga carriera nelleistituzioni, da ultimo come capodi gabinetto del ministro della Sa-lute Giulia Grillo (M5S).

SALTARI SCRIVE molto: nel 2017ha pubblicato anche Il regime giu-ridico delle autostrade, per l’edi -tore Giuffré, con un co-autore, A-lessandro Tonetti, all’epoca vicecapo di gabinetto (quindi numerodue di Garofoli) e oggi vicediret-tore generale della Cassa Depositie Prestiti. I due hanno presentatoil volume alla Camera dei deputati

il 13 dicembre 2017 in un eventoche nei corridoi del ministero fecediscutere: proprio mentre i fun-zionari del Tesoro duellavanocon i vari concessionari autostra-dali sugli abituali aumenti tariffa-ri da far scattare con l’anno nuovo,Tonetti e Saltari presentavano il

loro saggio con un interlocutoreingombrante come l’amministra -tore delegato di Autostrade perl’Italia Giovanni Castellucci. Nonmancava l’ex giudice costituzio-nale Sabino Cassese, il ministrodei Trasporti Graziano Delrio eovviamente Roberto Garofoli.

Il 16 settembre 2016 il ministe-ro dell’Economia sceglie il nuovocapo dell’ufficio legislativo Fi-nanze: Glauco Zaccardi, magi-strato ordinario, già consiglieregiuridico delle Finanze. Mantie-ne lo stipendio da magistrato piùuna retribuzione accessoria da31.000 euro annui. Anche nel suocaso c’è un legame editoriale conla casa editrice Neldiritto dellamoglie di Garofoli: due edizionidel Manuale di diritto del lavoro,sindacale e della previdenza socia-le, tra 2015 e 2016. A maggio 2018è stata pubblicata la quarta. Unaportavoce del Tesoro precisa che

gli autori di Neldiritto, come Sal-tari e Zaccardi, “sono legati allacasa editrice con contratti di ces-sione dei diritti d’autore per i libriche scrivono”.

Chiara Cavallari ha un contrat-to dal ministero del Tesoro comespecialista giuridica – 19.000 eu-

ro all’anno – ma è anche l’autricedel Compendio di diritto europeo,nella collana “Compendi” di Nel-diritto diretta da Garofoli in per-sona. Fino a gennaio scorso c’eraun’altra collaboratrice in comunetra la vita editoriale di Garofoli equella ministeriale: Maria Rosa-ria Boncompagni, che poi ha vintoil concorso in magistratura.

UNA DISCRETAparte della produ-zione editoriale di Neldiritto è an-che disponibile nelle tre bibliote-che del ministero dell’Economia:da Diritto amministrativo del2014 a Le tracce dell’anno ammi-nistrativo con giurisprudenza(2015) al Compendio di diritto pe-nale: parte generale e speciale: conanalisi di tutti gli istituti di partegenerale e dei principali reati an-che di legislazione complementare(2018). Soltanto una copia di Ma -nuale di diritto penale parte gene-rale (2016) risulta come “donatadal capo di gabinetto”, le altre so-no state acquistate dal ministero.Beneficio economico trascurabi-le per Neldiritto, ma quello checonta è il prestigio per il quale gliaspiranti avvocati, magistrati efunzionari sono disposti a pagarecifre a tre zeri.

Un ex collaboratore della ca-sa editrice Neldiritto ha dichia-rato al Fatto che per convincereavvocati e giuristi a partecipareai corsi di formazione organiz-zati da Neldiritto e pagati sol-t a n t o i n m o d o s i m b o l i c o(200-300 euro a weekend), eraistruito a dire: “Il presidente Ga-rofoli ci terrebbe che lei seguis-se questo corso, che potrà averevarie collaborazioni con lui”.

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» VIRGINIA DELLA SALA

Il nuovo presidente del Con-siglio scientifico del Centro

del libro e della lettura al mi-nistero dei beni culturali(Mibac) è un editore di gran-de esperienza, anche se nonquel genere di esperienza chedi solito viene premiata: A-lessandro Dalai ha alle spalleun fallimento da 13,5 milionidi euro, con centinaia di cre-ditori, tra cui decine di autori,non pagati. Il ministro dellaCultura, Alberto Bonisoli, havoluto lui (l’incarico è a titologratuito) per rivitalizzarel’organismo che deve pro-muovere lettura ed editoria.Dalai, 70 anni, è stato patrondella Baldini Castoldi, ha ten-tato il rilancio dell’Unità ed èstato amministratore delega-to di Electa e di Einaudi.

Nel 1991 rilancia la casa e-ditrice Baldini & Castoldi,con autori come Susanna Ta-maro, Enrico Brizzi, Gino eMichele, Giorgio Faletti,Pennacchi e Busi. Dal 2003 al

2011, la società ha cambiatonome più volte: da BaldiniCastoldi Dalai Editore a B.C.Dalai Editore, fino a Dalai E-ditore nel 2011, quando ilmarchio “Baldini & Castoldi”viene mantenuto come nomedi collana. Poi la crisi finale: agiugno del 2013, la societàchiede al Tribunale di Mila-no la possibilità di accedere alconcordato preventivo. Ilfallimento definitivo arriva afebbraio del 2014.

IN UN RAPPORTO riepilogati -vo del tribunale del 2015, silegge l’entità del peso debito-rio (che negli anni, con l’ag -giunta di creditori, potrebbeessere aumentato o comun-que variato): circa 800 milaeuro di debiti nei confrontidell’erario e degli enti previ-denziali, 600 mila verso i di-pendenti, circa 9 milioni ver-

so i fornitori, 2 milioni di de-biti nei confronti delle ban-che e quasi un milione neiconfronti di professionisti. Iltotale è 13.456.640 euro.

La Baldini&Castoldi, però,dopo il crac, non scomparedel tutto: il nome viene affit-tato e poi acquistato da unanuova società che prende il

nome Baldini&Castoldi srl,distribuita da Messaggerie I-taliane e fondata dal figlio diAlessandro, Michele Dalai eda Filippo Vannuccini, diret-tore finanziario della vecchiasocietà. Ma anche stavoltal’impresa non va a buon fine.A giugno del 2017 il controllode ll ’azienda viene acquisito

dalla casa editrice La nave diTeseo: con 2 milioni di euro ilgruppo guidato da ElisabettaSgarbi rileva il 95 per centodel capitale e si accolla i debitidegli ultimi anni.

Il Centro del libro collabo-ra con “le amministrazionipubbliche, le istituzioni terri-toriali e i sogget-ti privati che o-perano nella fi-liera del libro”,ha l’obiettivo di“promuovere lalettura nelle isti-tuzioni scolasti-che”, per “far co-noscere la retedelle bibliote-che e dei relativiservizi”, per rea-lizzare “campa -gne informativeper la promozio-ne della lettura”. Per il mini-stro il crac editoriale di Dalainon sembra essere un proble-ma visto che con una senten-za del Tribunale di Milano del25 giugno, Dalai viene assolto

Ministero Il capo di gabinetto nomina in posizioni di verticegiuristi che pubblicano volumi per la casa editrice di famiglia

I libri e gli incarichial Tesoro: il doppioconflitto di Garofoli

IL CASO

Editoria, il crac milionario dell’esperto al ministeroAlessandro Dalai Il presidente del Consiglio scientificodell’ente per la lettura ha fatto un fallimento da 13 milioni

M i bac Il ministro Alberto Bonisoli e l’editore Alessandro Dalai La Pre ss e

Sotto attacco del M5S Roberto Garofoli, capo di gabinetto al Tesoro La Pre ss e

dall’accusa di aver commessoreati tributari (“omesso ver-samento di ritenute dovute ocertificate”). E il giudice ac-cetta una ricostruzione delcrac del 2013 emersa in dibat-timento secondo cui a rende-re irreversibile la crisi dellaBaldini & Castoldi sarebbe

stata la sceltad e l l ’ a u t o r e d ipunta, GiorgioFaletti, di passa-re a Mondadorisenza consegna-re il nuovo ro-manzo promes-so. Faletti è mor-to pochi mesi do-p o , n e l l u g l i o2014. A Bonisolibasta quell’a s s o-luzione perchénon ci sia nulla distrano ad affida-

re la promozione dei libri adAlessandro Dalai, probabil-mente contando sullo spes-sore intellettuale più chemanageriale.

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La nomina nel 2016Lorenzo Saltari è autoredi “Neldiritto” e diventaconsigliere giuridicoda 160.000 euro annui

La fine nel 2013La difesa:una sentenzadice che la crisifu causata dallafuga di Falettiverso Mondadori

Le edizioniC ost it u z ionerag ion at a(marzo 2017)e Manuale didiritto dellavoro, sinda-cale e dellaprev ide n z asociale (2018)

CHIUSE LE INDAGINI

Sole 24 Ore, ex verticiverso il processoper due gravi reati

qLA PROCURA di Milano ha chiuso leindagini in vista della richiesta di rinvio

a giudizio di Roberto Napoletano, ex direttoreeditoriale del Sole 24 Ore e ritenuto ammini-stratore di fatto del gruppo, e di Donatella Treue Benito Benedini, rispettivamente ex ad ed expresidente, che ora rischiano di andare a pro-cesso. Le accuse sono false comunicazioni so-ciali e aggiotaggio informativo. La Procura so-

stiene che le vendite delle copie digitali delquotidiano economico siano state “enfatizza -te ” e siano “fa l s e ” e si sarebbe verificato “unoscostamento tra la rappresentazione dellarealtà economica della società e la situazionee f fe t t i va ”. “Si è veicolato un messaggio larga-mente positivo sull’andamento economico(vendite crescenti e ricavi correlativi in au-mento), laddove le vendite sul digitale tanto

enfatizzate erano false e una percentuale si-gnificativa delle quote cartacee andava drittaal macero”. Stralciata la posizione di altri 7 in-dagati accusati di appropriazione indebita peri quali si profila una richiesta di archiviazione.Chiusa l'indagine anche nei confronti dell'a-zienda, che quindi rischia di andare a processoper violazione della legge 231 del 2001, per cuisono previste pesanti sanzioni economiche.

I volumi

Sabato 17 Novembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | CRONACA » 13

BOOKCITY MILANO

Il pm Nino Di Matteopresenta il libro“Il patto sporco”

qOGGI ALLE 16 a Milano, al Teatro El-fo Puccini, Saverio Lodato e Nino Di

Matteo presentano Il Patto sporco, edito daChiarelettere, il libro-testimonianza del pm“più minacciato d'Italia”. All'incontro par-teciperanno il direttore del Fatto Marco Tra-vaglio, Loris Mazzetti, Lunetta Savino eCarmelo Galati. Nell'intervista a SaverioLodato, il sostituto procuratore del proces-

so sulla trattativa Stato-mafia ricostruiscele tappe rilevanti di uno dei capitoli più o-scuri della storia repubblicana, conclusosicon la storica sentenza di condanna dellaCorte d’Assise di Palermo. La pronunciadell’aprile scorso ha riconosciuto l’e s i s te n -za della trattativa tra “pezzi deviati” delleistituzioni e Cosa Nostra. E ha affermato lacolpevolezza, per aver intimidito i Corpi

dello Stato con la minaccia di altre stragi, ditutti i protagonisti: gli ex vertici del Ros Ma-rio Mori e Antonio Subranni, l’ex senatoreDell’Utri – per Di Matteo “cinghia di tra-s m i ss i o n e ” tra le istanze di Cosa Nostra e ilGoverno Berlusconi –, Antonino Cinà, me-dico fedelissimo di Totò Riina, l’ex capitanodei carabinieri Giuseppe De Donno, il bossLeoluca Bagarella.

» MARCO LILLO

Il capo di Stato maggioredei Carabinieri, GaetanoMaruccia, ha chiamato lasegreteria della Consip

per cercare il presidente LuigiFerrara il 25 luglio 2016. Pocodopo c’è la fuga di notizie. LaProcura apprende della tele-fonata il 17 marzo 2018 dal ge-nerale Sergio Pascali e dal te-nente colonnello Fabio DeRosa arriva la conferma il 20marzo. Poi sente Maruccia l’11aprile ma non gli chiede dellatelefonata. Alla vigilia dellachiusura delle indagini, l’8 ot-tobre 2018, il pm Mario Palaz-zi chiede al colonnello Loren-zo D’Aloia, capo del reparto o-perativo dei carabinieri di Ro-ma che svolge le indagini Con-sip, di verificare presso il co-mando generale se “vi eranocontatti per ragioni di ufficio”tra comando e Consip “nel pe-riodo a cavallo di luglio 2016”.Visto che i pm non hanno fattola domanda diretta, ora la fac-ciamo noi.

Generale Maruccia perché il25 luglio 2016 telefonava percercare Luigi Ferrara?

Questa telefonata non me la ri-cordo. Peraltro leggo in questiatti che è una telefonata fattada noi alla segreteria per cer-care Ferrara che non c’era e poiloro chiamarono. Se l’ho fatta,sarà stato per i rapporti che a-vevamo allora con il Mef.Quindi a Ferrara con comeConsip ma come ministero.

Dopo lo ha incontrato?No, avrò parlato con il suo viceperché sarà stata una questio-ne interna ma ora vatti a ricor-dare, gli anni passano e gestia-mo 10 mila pratiche. Io non ri-cordo ma sarà stato un rappor-to squisitamente tecnico cheriguardava il Mef. Mi sono in-

Nei verbali dell’ex comandantedel Noe Sergio Pascal i e

dell’attuale capo di Stato maggiorevibra il conflitto interno all’Armasul caso Consip. Il Fattoha già pub-blicato due estratti del verbale diPascali, sentito come persona in-formata dei fatti, il 17 marzo 2018.Pascali si è lamentato di essere sta-to scavalcato dal vice comandantedel Noe Alessandro Sessa. Le no-tizie sull’indagine Consip, chepuntava sul mondo renziano, sonoinfatti state riferite nel 2016 diret-tamente al capo di Stato maggioreMaruccia. Pascali lo apprende so-lo dopo dal capo del reparto ope-rativo del Noe, Fabio De Rosa: “Persei-sette volte mi conferma De Ro-sa è presente anche lui agli incontricon il generale Maruccia. Io nonvengo assolutamente informato dinulla, mi dice De Rosa che Maruc-cia ha lasciato chiaramente inten-dere di volere essere compiuta-

mente informato suquesta indagine. Nonè ai miei atti alcun or-dine di questo tenoree andando Sessa con-tinuamente da lui ioritengo che Maruccia,quanto meno, mi a-vrebbe dovuto chia-mare per informarmiche dei miei dipen-denti andavano direttamente dalui. Questo fatto –prosegue Pascali– genera delle infrazioni discipli-nari perché Sessa scavalca me, sca-valca anche il generale Ricciardi(intermedio nella gerarchia traPascali e Maruccia, ndr), il quale èignaro di tutto, e tiene rapporti so-lo ed esclusivamente con il gene-rale Maruccia che avrebbe dovuto

Il generale Il Capo di Stato maggiore dei Carabinieri, Gaetano Maruccia La Pre ss e

L’ex comandante Il generale che guidava il Noe: “Mi hanno disobbedito”

Pascali ai pm: “Informavano lui e non meBisogna segnalarlo alla Procura militare”

IL VERBALE

LEDAT E

8 giugno 2016La Procura di Napoli inizia aintercettare Luigi Marroni e LuigiFerrara, allora rispettivamenteAd e presidente di Consip

23 giugno 2016Il capitano Gianpaolo Scafartoinvia al numero due del Noe,Alessandro Sessa due appuntivia email a distanza di un’o ra .Nel primo ci sono nomi e numeridi alcuni intercettati, tra cuiFerrara e Marroni, dell’inchiestaConsip. Nel secondo invece i datisono omissati con iniziali. A chi

era destinato l’a p p u n toomissato? Sessa incontrava ilGenerale Maruccia e gli parlavadi Consip. Maruccia dice chenon ha visto mai quell’a p p u n to.

25 luglio 2016Il capo di Stato maggioreGaetano Maruccia telefona allasegreteria e chiede delpresidente di Consip Ferrara, ICarabinieri del Noe nontrascrivono la telefonata

3 agosto 2016Marroni incontra Luca Lotti. Inquesta occasione l’ex Ad dice diessere stato informato dall’exministro (che smentisce) delleintercettazioni telefoniche.

9 agosto 2016All’inizio di agosto c’è un calodelle notizie provenienti dalleintercettazioni. Il pm Woodcooksi infuria e Scafarto scrive aSessa che era stato “un erroreparlare direttamente di tutto conil capo attuale”. Ossia Maruccia

contrato diverse volte purecon l’Ad di Consip Luigi Mar-roni ma per il tavolo tecnicoper la razionalizzazione dellespese di Yoram Gutgeld. Per ilresto, tutta la parte della Con-sip la gestivano gli uffici am-ministrativi.

Ai pm Luigi Marroni ha dettoche in un periodo vicino aquella sua telefonata sareb-be stato informato proprio daFerrara delle intercettazionisu di lui e Marroni. La fontesarebbe stata il suo coman-dante, Tullio Del Sette

Le do la mia parola d’onore chenon ho mai parlato con chic-chessia di indagini Consip, senon all’interno dei carabinieri.Sarebbe stata un’offesa ai mieidecenni di polizia giudiziaria.

Il colonnello De Rosa dice cheha incontrato sette volte leiinsieme al vicecomandantedel Noe Sessa e che la infor-mavano nel dettaglio dell’in -dagine

Ma quale dettaglio. Conosce-vo il 10 per cento di quello chepoi avete pubblicato voi. Ri-

cordo il mio apprezzamentoche io non ravvisavo ipotesigravi su questo presunto ten-tativo di traffico di influenze(ipotesi inizialmente conte-stata a Tiziano Renzi, sul qualepende richiesta di archiviazio-n e, nd r ) e comunque avevodetto di prestare attenzione edi farmi sapere quando si con-cretizzava qualcosa. Comefacciamo di solito quando in-formiamo i vertici se emergequalcosa di contingente.

Lei lo aveva informato il co-mandante di questa storia?

No, l’ho informato quando cifu la perquisizione nella sededella Consip il 20 dicembre.

Però poi non ha resistito e hadetto a Del Sette che Marronilo accusava, quella sera.

Lei che avrebbe fatto? In tutta

onestà lo rifarei. Sentivo unobbligo morale nei confrontidel comandante. Peraltro nonsono stato io a sollecitareq ue ll ’informazione che mi èstata riportata quella sera (dalsolito Sessa, ndr). E quando loso, che faccio? Non lo dico almio comandante? Io ho appli-cato il buon senso e poi sonostato io a comunicare questofatto ai pm quando mi hannosentito. Il fatto non era noto.Peraltro il giorno dopo lei lo hapubblicato sul Fatto. Che figu-ra avrei fatto?

Scafarto invia a Sessa il 23giugno 2016 un appunto coni dati essenziali sull’indagi -ne. Sembra il classico appun-to da consegnare a un supe-riore. Lei lo ha ricevuto?

Di questo non so niente.Perché andava nella Comuni-tà Mistica di Ultimo?

Si commemorava il generaleCarlo Alberto dalla Chiesa.

Le ha fatto male leggere chela Procura non la indaga maritiene scarsamente credibi-le la sua versione sul fatto chenon ha detto nulla dell’inda -gine Consip al comandanteDel Sette?

A me non risulta questa cosa(effettivamente i pm scrivonodi avere contestato a Marucciala scarsa credibilità della suaversione ma nei verbali non ri-sulta, ndr) però se non riten-gono credibile la mia versione,cosa ci posso fare? Non possodire una cosa non vera. Io sonosereno e in pace con la mia co-scienza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

informarmi. Questonon è avvenuto. Que-sta intera vicenda inriferimento anche airegolamenti discipli-nari costituisce un’in -frazione se non il rea-to di disobbedienza eandrebbe informatala Procura militare”.

Pascali sta facendoun’accusa grave, della quale si as-sume la responsabilità, davanti atre pm. E la motiva così: “Perchéun dipendente non può, senza a-vere degli ordini precisi, andare ariferire a un ufficiale dell’o rg a-nizzazione centrale come il capodi Stato maggiore”. Secondo Pa-scali, infatti, un generale nella po-sizione di Maruccia “viene infor-

mato delle attività di reparto manon compiutamente di una deter-minata attività”.

Quando è stato risentito sulledichiarazioni di Pascali, il genera-le Maruccia ha spiegato ai pm Pi-gnatone, Ielo e Palazzi: “Io non hosollecitato Sessa e De Rosa a rife-rirmi informazioni sulle indaginiin corso, ho invece recepito quelloche mi riferivano, interessato agliaspetti istituzionali che potevanoavere”. Sullo scavalcamento di Pa-scali da parte di Sessa, ha detto aipm “doveva essere lui, laddove ve-rificata tale anomala pretermis-sione, a rappresentare la questio-ne ai suoi superiori o al Coman-dante generale, cosa che non mi ri-sulta abbia fatto”.

M.L .

Il generaleSergio Pascali Ansa

Und i p e n de n tenon può,s e n zao rd i n iprecisi ,riferire aun ufficialedel l ’o rga n i z–za z i o n ece n t rale

L’I N T E RV I STA

“Mai parlato di Consipcon Ferrara e Marroni”

Gaetano Maruccia Il capo di Stato maggiore dei carabinieri e la telefonataalla Centrale Acquisti: “Non ricordo, ma sarà stato per i rapporti con il Mef”

Do la mia parolad’onore che non ho maiparlato con chicchessiadel l ’indagine. Sarebbestata un’offesa ai mieidecenni di lavoro

Page 14: Il prezzo della verit¿ Manovra, pressioni su Mattarella ... Fatto Quotidiano - 17 novembre 201… · 6torni il tempo della seriet¿7e della 6 verit¿7(cioÇ il tempo dei Renzi).

14 » CRONACA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 17 Novembre 2018

» CHRISTIAN DIEMOZ

Aymavilles (Aosta)

Scendi dalla macchinaad Aymavilles, lungola strada che poi s’i-nerpica nella valle di

Cogne, e la prima a venirti in-contro è la temperatura in-vernale. Tre gradi che mor-dono la pelle, dopo un lungoperiodo di pioggia. Non c’èancora la neve, ma in questolembo di Valle d’Aosta, chequi chiamano envers (“rove-scio” in dialetto, perché è ilversante non esposto), il solearriva tardi. I serramenti inlegno scuro chiusi non la-sciano comunque entrare iraggi nelle finestre dell’a l-loggio in cui la 48enne Ma-risa Charrère ha ucciso gio-vedì notte i figlioletti Nissen(7 anni) e Vivien (9), per poitogliersi la vita.

IL DRAMMA si è consumatoverso la mezzanotte, in unapalazzina di pochi piani nellafrazione Crétaz Saint-Mar-tin di Aymavilles, 2.100 ani-me. Qui, sospira in preda allosgomento il sindaco Loreda-na Petey, “tutti si conoscono,i bambini vanno a scuola in-sieme” ed è “impossibile ac-cettare l’accaduto”.

Nello stabile, oltre alla fa-miglia quasi cancellata da treiniezioni letali praticate dalladonna (infermiera all’os pe-dale di Aosta), vivono la suaanziana madre e un altro nu-cleo. È proprio la vicina, Rita,a raccontare di aver sentito“rumore di sedie, poi delleurla, quindi il silenzio. Pen-savo giocassero – aggiunge –chi avrebbe mai immaginatoquello che stava succeden-do”. A squarciare il velo della

quiete apparente è il maritodi Marisa, Osvaldo Empe-reur, agente del Corpo fore-stale della Valle d’Aosta, inservizio alla stazione di Ar-vier. Rincasa e trova i bambi-ni esanimi, ancora vestiti, a-dagiati su un divano letto nel-lo studio. Il corpo della mo-glie è invece riverso a terra, insoggiorno. “È entrato in casa,ha visto la scena e poi è usci-to ”, prosegue il racconto lavicina, che si è ritrovata l’uo -

mo davanti proprio in quelmomento. “Mi ha detto: ‘Ma -risa, Marisa ha ammazzato ifigli e si è ammazzata lei!’”.

Scatta l’allarme. Gli agentidella Squadra mobile, direttidal commissario capo Eleo-nora Cognigni, sul posto as-sieme al pm Carlo Introvi-gne, trovano due lettere in ca-sa. Quasi identiche, scritte amano. “Non ce la faccio più”.Parole che, in paese, dove gliEmpereur-Charrère sono

molto conosciuti, riportanoalla mente i due lutti impor-tanti che la 48enne aveva do-vuto affrontare. Quello delpadre (avvenuto quando leiera ancora piccola) e del fra-tello Paolo (morto in un inci-dente stradale, nel 2000, a so-li 20 anni). Niente che possaspiegare fino in fondo l’unicoomicidio-suicidio degli ulti-mi dieci anni in questa valle.

I COLLEGHI del reparto diCardiologia hanno visto Ma-risa in turno ancora nella not-te tra mercoledì e giovedì: a-veva “lavorato da ‘ottima in-fermiera’” e “parlato dei suoifigli da ‘ottima mamma’”.

L’ipotesi degli inquirenti èche, proprio dal nosocomioaostano, Charrère abbia por-tato a casa il potassio usato

per sedare e uccidere prima ibimbi, poi se stessa. La stessasostanza usata per le iniezio-ni letali negli Stati Uniti. Laconferma è attesa dall’autop -sia e dagli esami tossicologicidisposti dalla Procura sui trecadaveri.

SE LA TRISTE SEQUENZAsembra lasciare pochi dubbi,nulla, per le persone nei cen-to metri tra la casa e le scuoleprimarie frequentate da Nis-sen e Vivien, faceva anche so-lo sospettare un “male di vi-vere” pronto a esplodere. “Liavevo visti, Marisa e i bimbi,sabato scorso, per l’insedia -mento del nuovo Parroco – sitormenta il sindaco Petey – esembrava assolutamentetutto in ordine”.

Nemmeno l’altro vicino,Simone Reitano, ha mai “no -tato avvisaglie”, né ha “maisentito litigare la coppia”.“Una famiglia affiatatissi-ma”, sottolinea a voce bassa.Ricorda come spesso andas-sero “a fare passeggiate inmontagna”, i piccoli “che an-cora ieri giocavano qui in bi-ci”. “Una famiglia normale,che partecipava alla vita delpaese attraverso il volonta-riato”, gli fa eco il vicesindacoFedele Belley.

Fino a una notte di novem-bre (lo stesso mese in cui, di-ciotto anni fa, il fratello diMarisa rimase ucciso allaguida di uno spartineve), incui qualcosa si è rotto. Persempre.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sequestro Shalabayeva, poliziotti a processoIl blitz Rinvio a giudizio per il questore di Palermo Cortesee quello di Rimini Improta. Diplomatici salvati dall’immunità

» MARCO FRANCHI

I funzionari dell’ambasciatacoinvolti nel sequestro di

Alma Shalabayeva sono statiprosciolti, ma non nel merito.Grazie all’immunità diplo-matica. Ma a pagare per quelpresunto sequestro di perso-na sono, tra gli altri, RenatoCortese, ora a capo dellaSquadra mobile di Roma, oraquestore di Palermo, e Mau-rizio Improta, che era re-sponsabile dell’ufficio immi-grazione e che adesso guida laQuestura di Rimini.

Accusati di sequestro dipersona e, a vario titolo, dipiù episodi di falso il gip diPerugia ha disposto il rinvioa giudizio. Insomma per ilgiudice l’espulsione di AlmaShalabayeva, moglie del dis-sidente kazako Muktar A-

blyazov, e della loro figlia A-lua, avvenuta a maggio 2013,era un atto illegittimo.

A PROCESSO, che inizierà il 24settembre 2019, finiscono an-che il giudice di pace StefaniaLavore che firmò la convalidadel trattenimento della donnae della figlia, e quattro poli-ziotti, Luca Armeni e France-sco Stampacchia, della Mobi-le, Vincenzo Tramma e Stefa-no Leoni, dell’Immigrazione.Prosciolta invece “perché ilfatto non costituisce reato” laloro collega Laura Scipioni.

Prosciolti quindi anche itre funzionari dell’ambascia -ta del Kazakistan ai quali il

gup ha riconosciuto l’immu -nità diplomatica: l’allora am-basciatore Andrian Yelemes-sov, il primo segretario Nur-lan Khassen e l’addetto con-solare Yerzhan Yessirkepov.Secondo il loro difensore,l’avvocato Gaetano Scalise,questo dimostra che “da partedell’ambasciata non c’è stataingerenza”.

Secondo il legale di Shala-bayeva, l’avvocato Astolfo diAmato, l’inchiesta non ha co-munque ancora sciolto tutti idubbi. “Ora ci attendiamo disapere dal processo –ha detto– se e chi ha dato l’ordine delsequestro”. Nel processo con-fluiranno con il valore di pro-

va le parole di Alma Shalaba-yeva che nell’ambito dell’u-dienza preliminare è statasentita con la formula dell’in -cidente probatorio. In quellasede aveva parlato di una “il -legittima deportazione” n o-nostante “più volte” avessechiesto asilo politico. Pr e l e-vata con la figlia da una villaa Casal Palocco, a Roma, emandata in Kazakistan con-tro la sua volontà. Nonostan-te – in base alla sua versione– avesse rappresentato lostatus di rifugiato del maritononché il pericolo per la pro-pria incolumità in caso dirimpatrio per “i concreti ri-schi” di subire violazioni dei

diritti umani come già suc-cesso in quel Paese al marito.Anche la Cassazione, nel lu-glio del 2014, aveva bollatol’operazione come viziata da“manifesta illegittimità”.

Q UA N D O il caso emerse sfioròil ministero dell’Interno gui-dato allora da Angelino Alfa-no, costò il posto di capo di Ga-binetto del Viminale al pre-fetto Giuseppe Procaccini,costretto alle dimissioni.

Cortese, Improta e gli altriindagati hanno sempre riven-dicato la correttezza del lorooperato, alcuni anche soste-nendo che eventuali errori sa-rebbero stati determinati dalcomportamento della Shala-bayeva che nelle fasi inizialid e ll ’operazione avrebbe te-nuto nascosta la sua identità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

U n’iniezione di potassio,così Marisa ha ucciso i figli

La vicina Rita“Rumori e urla, poiil silenzio. Pensavoi bimbi giocassero...come immaginare?”

I colleghi di reparto“Aveva lavorato da‘ottima infermiera’e parlato dei suoi figlida ‘ottima mamma’”

La casa della tragedia La famiglia Empereur-Charrère viveva ad Aymavilles (Aosta) Ansa

BANDIERE BRUCIATE A MILANO

Studenti controil governo, corteiin settanta piazze

qGUIDATI dalle associazioni di sini-stra, in particolare dalla Rete degli stu-

denti medi, l'Unione degli studenti (Uds) el'Unione degli universitari (Udu), gli studentihanno manifestato in 70 piazze. Anche que-sta volta hanno contestato il governo: a Mi-lano sono state bruciate le bandiere del Mo-vimento 5 Stelle e della Lega. Nonostante l'in-contro con Di Maio, il giudizio delle associa-

zioni verso la legge di Stabilità è molto criticoperché non contiene l'aumento del fondo u-niversitario e delle borse di studio e l'esten-sione della fascia esentata dalle rette. “Ab-biamo ricordato questi impegni al ministroBussetti – racconta Giammarco Manfredadella Rete studenti medi –e ha detto che chie-diamo la luna”. Critiche anche sull'ipotesi diriforma dell'alternanza scuola-lavoro: il go-

verno ridurrà il monte ore soprattutto nei li-cei, dove l'idea è sostituire gli stage con l'o-rientamento universitario. Una proposta chele associazioni giudicano “c l a ss i s t a ”. Per Giu-lia Biazzo, coordinatrice dell'Uds, si tratta diun falso superamento dell'alternanza, che si-gnifica solo risparmi per il Miur (la riduzionedelle ore porta con sé dei tagli, ndr)".

ROB. ROT.

FINE VITA

La Consulta suFabo e Cappato:aiutare il malatonon è reato» LORENZO GIARELLI

I l divieto di aiuto al sui-cidio, punito dal codi-ce penale con la reclu-

sione fino a 12 anni, “non èdi per sè con-t r a r i o a l l aC o s t i t u-z i o n e ” eha ancorau n a s u a“ r a g i o nd’essere, so-p r a t t u t t o n e iconfronti delle personevu lne rab ili ”. Nonostanteciò, questo divieto “no npuò essere assoluto”, per-ché altrimenti “finisce perlimitare la libertà di auto-determinazione del mala-to nella scelta delle tera-pie, comprese quelle fina-lizzate a liberarlo dallesofferenze”. Così la CorteCostituzionale ha motiva-to la sua decisione sul casodi dj Fabo, il malato termi-nale che ha scelto il suici-dio assistito per il quale èimputato il radicale MarcoCappato, che lo aveva ac-compagnato in Svizzeraper ottenere il fine vita. LaCorte ha sollecitato il Par-lamento a legiferare entroun anno sul suicidio assi-stito, rinviando al 24 set-tembre 2019 il giudiziosulla costituzionalitàdell’articolo 580 del codi-ce penale (istigazione oaiuto al suicidio), quelloper cui è sotto processoCappato.

Nelle carte depositateieri dalla Consulta, si fa ri-ferimento a quei casi incui l’assistenza di unapersona nel porre fine aun’altra vita rappresentaper il malato “l’unico mo-do per sottrarsi, nel ri-spetto del proprio con-cetto di dignità della per-sona, a un mantenimentoartificiale in vita non piùvoluto e che egli ha il di-ritto di rifiutare”. La Cor-te scrive che se il valoredella vita non escludel’obbligo di rispettare ladecisione del malato di la-sciarsi morire, “non c’èr ag i on e ” per cui debbatradursi in un “ostacoloassoluto” rispetto alla vo-lontà di chi, come dj Fabo,ritiene più dignitosa unamorte rapida. I giudicihanno poi spiegato di averrinviato la decisione a unadata già fissata per dare alParlamento la possibilitàdi intervenire con unalegge che tuteli valori“pienamente rilevanti sulpiano costituzionale” eper evitare che intanto laenorma “continui a pro-durre” effetti non compa-tibili con la Carta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

VALLE D’AOSTA Infermiera 48enne, sposata, smonta dal turno e sedaNissen (7 anni) e Vivien (9) prima di suicidarsi: “Non ce la faccio più”

Sabato 17 Novembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | CRONACA » 15

ARTE E AFFARI

Il “Burr i” di Lady Faiinvenduto all’asta di NY

“Grande legno e rosso” Il quadro di Giulia M. Crespi fuori dall’Italiagrazie alla legge Franceschini. Ma da Phillips qualcosa non va

P» ALESSIA GROSSI

rometteva benissimo all’a-sta da Phillips a New Yorkdue giorni fa il Grande legnoe rosso creato da AlbertoBurri tra il 1957 e il 1959. Sti-mato tra i 10 e i 15 milioni didollari e anche qualcosa dipiù, avrebbe potuto segnarefinanche un record. Invece èrimasto invenduto.

Ad aggiudicarsi il prezzod’acquisto più alto è stato in-vece il lotto numero 4 Fem-me dans la nuit di Jean Miròstimato tra 12 e 15 milioni didollari.

ALLA STESSA ASTA Phillipsha venduto un’altra quaran-tina di lotti da U n t i t le d diJean-Michel Basquiat a Gundi Andy Warhol, aggiudicatirispettivamente per oltre 4 e9 milioni di dollari. Inven-duti –oltre al Burri –altri trequadri d’arte contempora-nea. Nulla di strano, dunque.Capita. Non è la prima voltacerto che un’opera non tro-va acquirenti. Sì, se non fos-

se che questa in particolaresi è portata dietro il peso diqualche dubbio circa il suoviaggio a New York. Non peril viaggio in sé, ma per l’ad -dio contestato. L’opera, diproprietà della famigliaCrespi che l’aveva acquista-ta a sua volta dalla Galleria laTartaruga, infatti, per usciredalla Penisola ha seguito uniter del tutto legale, sì, graziealla legge 124 del 2 agosto2017 che ha innalzato da cin-quanta a settant’anni la zonafranca per l’e sp o r ta z i on edell’arte contemporanea.

Tuttavia ha generatosconcerto in parte della co-munità scientifica italiana ilfatto che a presentare all’Uf -ficio Esportazioni di Vene-zia non sia stata a viso apertola proprietaria nonché pre-sidente onoraria del Fai, lasignora Giulia Maria Crespi,ma la finanziaria venezianaIl Gallione di cui è direttoresuo figlio Luca ParaviciniCrespi. Il dubbio sollevato èche la famiglia – temendo divedersi bloccata l’operazio -ne di vendita in caso si fosse

rivolta direttamente al Mi-nistero dei Beni culturali oall’Ufficio Esportazioni diMilano che nel quadro pote-va riscontrare un “interesseeccezionale” –, abbia prefe-rito passare per altre strade,perfettamente legali, s’i n-tende. Peccato che a seguitodi tutto questo caos e dellasuccessiva volontà del Mi-bact di valutare eventuali a-zioni per recuperare il Burri,anche al compratore con le

migliori intenzioni e il dena-ro necessario l’acquisto delBurri potrebbe non esseresembrato un buon affare.

E ora? È questa la grandedomanda. Cosa ne sarà delGrande legno e rosso di Al-berto Burri che fino a qual-che mese fa campeggiavasullo scalone di Casa Crespi,in corso Venezia a Milano,parte di una collezione cheannovera anche due Cana-letto? La speranza è che non

finisca in un caveau in attesadi essere tirato fuori per es-sere battuto di nuovo all’astauna volta che le acque si sia-no calmate. D’altra parte,non ci sono molte speranzeche ciò non avvenga. Si av-verebbe così proprio il timo-re di coloro che non vedeva-no nulla di sbagliato nellavendita della finanziaria ve-neziana.

UNA DELLE RAGIONI di chi ladifendeva, infatti, tirava inballo la motivazione cheun ’opera così importante,un pezzo della storia dell’ar -te contemporanea non fossesolo a disposizione di unosparuto gruppo di visitatoridella casa della famiglia deiproprietari, ma che anzi, gi-rasse finalmente il mondoper essere ammirata da tutticoloro che avessero volutovederla.

Ecco, a oggi, la probabilitàche questo avvenga è dimi-nuita ancora di più. Per oraBurri resta solo un illustreinvenduto.

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SUL MERCATO CON MIRÒ, BASQUIAT & C.

Due giorni fa sono statebattute 41 opere,praticamente tutte hannotrovato un acquirente

19 57-19 59Il “G ra ndelegno e rosso”di AlbertoBu r r iAnsa

Lav ice nd aIl quadrofaceva partedellacollezione dicasa Crespi.Ha preso lavia dell’e s te rograzie allalegge che hainnalzato da50 a 70 annila zona francaperl’espor tazionedell’ar teco n te m p o -ra n e a

Page 15: Il prezzo della verit¿ Manovra, pressioni su Mattarella ... Fatto Quotidiano - 17 novembre 201… · 6torni il tempo della seriet¿7e della 6 verit¿7(cioÇ il tempo dei Renzi).

14 » CRONACA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 17 Novembre 2018

» CHRISTIAN DIEMOZ

Aymavilles (Aosta)

Scendi dalla macchinaad Aymavilles, lungola strada che poi s’i-nerpica nella valle di

Cogne, e la prima a venirti in-contro è la temperatura in-vernale. Tre gradi che mor-dono la pelle, dopo un lungoperiodo di pioggia. Non c’èancora la neve, ma in questolembo di Valle d’Aosta, chequi chiamano envers (“rove-scio” in dialetto, perché è ilversante non esposto), il solearriva tardi. I serramenti inlegno scuro chiusi non la-sciano comunque entrare iraggi nelle finestre dell’a l-loggio in cui la 48enne Ma-risa Charrère ha ucciso gio-vedì notte i figlioletti Nissen(7 anni) e Vivien (9), per poitogliersi la vita.

IL DRAMMA si è consumatoverso la mezzanotte, in unapalazzina di pochi piani nellafrazione Crétaz Saint-Mar-tin di Aymavilles, 2.100 ani-me. Qui, sospira in preda allosgomento il sindaco Loreda-na Petey, “tutti si conoscono,i bambini vanno a scuola in-sieme” ed è “impossibile ac-cettare l’accaduto”.

Nello stabile, oltre alla fa-miglia quasi cancellata da treiniezioni letali praticate dalladonna (infermiera all’os pe-dale di Aosta), vivono la suaanziana madre e un altro nu-cleo. È proprio la vicina, Rita,a raccontare di aver sentito“rumore di sedie, poi delleurla, quindi il silenzio. Pen-savo giocassero – aggiunge –chi avrebbe mai immaginatoquello che stava succeden-do”. A squarciare il velo della

quiete apparente è il maritodi Marisa, Osvaldo Empe-reur, agente del Corpo fore-stale della Valle d’Aosta, inservizio alla stazione di Ar-vier. Rincasa e trova i bambi-ni esanimi, ancora vestiti, a-dagiati su un divano letto nel-lo studio. Il corpo della mo-glie è invece riverso a terra, insoggiorno. “È entrato in casa,ha visto la scena e poi è usci-to ”, prosegue il racconto lavicina, che si è ritrovata l’uo -

mo davanti proprio in quelmomento. “Mi ha detto: ‘Ma -risa, Marisa ha ammazzato ifigli e si è ammazzata lei!’”.

Scatta l’allarme. Gli agentidella Squadra mobile, direttidal commissario capo Eleo-nora Cognigni, sul posto as-sieme al pm Carlo Introvi-gne, trovano due lettere in ca-sa. Quasi identiche, scritte amano. “Non ce la faccio più”.Parole che, in paese, dove gliEmpereur-Charrère sono

molto conosciuti, riportanoalla mente i due lutti impor-tanti che la 48enne aveva do-vuto affrontare. Quello delpadre (avvenuto quando leiera ancora piccola) e del fra-tello Paolo (morto in un inci-dente stradale, nel 2000, a so-li 20 anni). Niente che possaspiegare fino in fondo l’unicoomicidio-suicidio degli ulti-mi dieci anni in questa valle.

I COLLEGHI del reparto diCardiologia hanno visto Ma-risa in turno ancora nella not-te tra mercoledì e giovedì: a-veva “lavorato da ‘ottima in-fermiera’” e “parlato dei suoifigli da ‘ottima mamma’”.

L’ipotesi degli inquirenti èche, proprio dal nosocomioaostano, Charrère abbia por-tato a casa il potassio usato

per sedare e uccidere prima ibimbi, poi se stessa. La stessasostanza usata per le iniezio-ni letali negli Stati Uniti. Laconferma è attesa dall’autop -sia e dagli esami tossicologicidisposti dalla Procura sui trecadaveri.

SE LA TRISTE SEQUENZAsembra lasciare pochi dubbi,nulla, per le persone nei cen-to metri tra la casa e le scuoleprimarie frequentate da Nis-sen e Vivien, faceva anche so-lo sospettare un “male di vi-vere” pronto a esplodere. “Liavevo visti, Marisa e i bimbi,sabato scorso, per l’insedia -mento del nuovo Parroco – sitormenta il sindaco Petey – esembrava assolutamentetutto in ordine”.

Nemmeno l’altro vicino,Simone Reitano, ha mai “no -tato avvisaglie”, né ha “maisentito litigare la coppia”.“Una famiglia affiatatissi-ma”, sottolinea a voce bassa.Ricorda come spesso andas-sero “a fare passeggiate inmontagna”, i piccoli “che an-cora ieri giocavano qui in bi-ci”. “Una famiglia normale,che partecipava alla vita delpaese attraverso il volonta-riato”, gli fa eco il vicesindacoFedele Belley.

Fino a una notte di novem-bre (lo stesso mese in cui, di-ciotto anni fa, il fratello diMarisa rimase ucciso allaguida di uno spartineve), incui qualcosa si è rotto. Persempre.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sequestro Shalabayeva, poliziotti a processoIl blitz Rinvio a giudizio per il questore di Palermo Cortesee quello di Rimini Improta. Diplomatici salvati dall’immunità

» MARCO FRANCHI

I funzionari dell’ambasciatacoinvolti nel sequestro di

Alma Shalabayeva sono statiprosciolti, ma non nel merito.Grazie all’immunità diplo-matica. Ma a pagare per quelpresunto sequestro di perso-na sono, tra gli altri, RenatoCortese, ora a capo dellaSquadra mobile di Roma, oraquestore di Palermo, e Mau-rizio Improta, che era re-sponsabile dell’ufficio immi-grazione e che adesso guida laQuestura di Rimini.

Accusati di sequestro dipersona e, a vario titolo, dipiù episodi di falso il gip diPerugia ha disposto il rinvioa giudizio. Insomma per ilgiudice l’espulsione di AlmaShalabayeva, moglie del dis-sidente kazako Muktar A-

blyazov, e della loro figlia A-lua, avvenuta a maggio 2013,era un atto illegittimo.

A PROCESSO, che inizierà il 24settembre 2019, finiscono an-che il giudice di pace StefaniaLavore che firmò la convalidadel trattenimento della donnae della figlia, e quattro poli-ziotti, Luca Armeni e France-sco Stampacchia, della Mobi-le, Vincenzo Tramma e Stefa-no Leoni, dell’Immigrazione.Prosciolta invece “perché ilfatto non costituisce reato” laloro collega Laura Scipioni.

Prosciolti quindi anche itre funzionari dell’ambascia -ta del Kazakistan ai quali il

gup ha riconosciuto l’immu -nità diplomatica: l’allora am-basciatore Andrian Yelemes-sov, il primo segretario Nur-lan Khassen e l’addetto con-solare Yerzhan Yessirkepov.Secondo il loro difensore,l’avvocato Gaetano Scalise,questo dimostra che “da partedell’ambasciata non c’è stataingerenza”.

Secondo il legale di Shala-bayeva, l’avvocato Astolfo diAmato, l’inchiesta non ha co-munque ancora sciolto tutti idubbi. “Ora ci attendiamo disapere dal processo –ha detto– se e chi ha dato l’ordine delsequestro”. Nel processo con-fluiranno con il valore di pro-

va le parole di Alma Shalaba-yeva che nell’ambito dell’u-dienza preliminare è statasentita con la formula dell’in -cidente probatorio. In quellasede aveva parlato di una “il -legittima deportazione” n o-nostante “più volte” avessechiesto asilo politico. Pr e l e-vata con la figlia da una villaa Casal Palocco, a Roma, emandata in Kazakistan con-tro la sua volontà. Nonostan-te – in base alla sua versione– avesse rappresentato lostatus di rifugiato del maritononché il pericolo per la pro-pria incolumità in caso dirimpatrio per “i concreti ri-schi” di subire violazioni dei

diritti umani come già suc-cesso in quel Paese al marito.Anche la Cassazione, nel lu-glio del 2014, aveva bollatol’operazione come viziata da“manifesta illegittimità”.

Q UA N D O il caso emerse sfioròil ministero dell’Interno gui-dato allora da Angelino Alfa-no, costò il posto di capo di Ga-binetto del Viminale al pre-fetto Giuseppe Procaccini,costretto alle dimissioni.

Cortese, Improta e gli altriindagati hanno sempre riven-dicato la correttezza del lorooperato, alcuni anche soste-nendo che eventuali errori sa-rebbero stati determinati dalcomportamento della Shala-bayeva che nelle fasi inizialid e ll ’operazione avrebbe te-nuto nascosta la sua identità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

U n’iniezione di potassio,così Marisa ha ucciso i figli

La vicina Rita“Rumori e urla, poiil silenzio. Pensavoi bimbi giocassero...come immaginare?”

I colleghi di reparto“Aveva lavorato da‘ottima infermiera’e parlato dei suoi figlida ‘ottima mamma’”

La casa della tragedia La famiglia Empereur-Charrère viveva ad Aymavilles (Aosta) Ansa

BANDIERE BRUCIATE A MILANO

Studenti controil governo, corteiin settanta piazze

qGUIDATI dalle associazioni di sini-stra, in particolare dalla Rete degli stu-

denti medi, l'Unione degli studenti (Uds) el'Unione degli universitari (Udu), gli studentihanno manifestato in 70 piazze. Anche que-sta volta hanno contestato il governo: a Mi-lano sono state bruciate le bandiere del Mo-vimento 5 Stelle e della Lega. Nonostante l'in-contro con Di Maio, il giudizio delle associa-

zioni verso la legge di Stabilità è molto criticoperché non contiene l'aumento del fondo u-niversitario e delle borse di studio e l'esten-sione della fascia esentata dalle rette. “Ab-biamo ricordato questi impegni al ministroBussetti – racconta Giammarco Manfredadella Rete studenti medi –e ha detto che chie-diamo la luna”. Critiche anche sull'ipotesi diriforma dell'alternanza scuola-lavoro: il go-

verno ridurrà il monte ore soprattutto nei li-cei, dove l'idea è sostituire gli stage con l'o-rientamento universitario. Una proposta chele associazioni giudicano “c l a ss i s t a ”. Per Giu-lia Biazzo, coordinatrice dell'Uds, si tratta diun falso superamento dell'alternanza, che si-gnifica solo risparmi per il Miur (la riduzionedelle ore porta con sé dei tagli, ndr)".

ROB. ROT.

FINE VITA

La Consulta suFabo e Cappato:aiutare il malatonon è reato» LORENZO GIARELLI

I l divieto di aiuto al sui-cidio, punito dal codi-ce penale con la reclu-

sione fino a 12 anni, “non èdi per sè con-t r a r i o a l l aC o s t i t u-z i o n e ” eha ancorau n a s u a“ r a g i o nd’essere, so-p r a t t u t t o n e iconfronti delle personevu lne rab ili ”. Nonostanteciò, questo divieto “no npuò essere assoluto”, per-ché altrimenti “finisce perlimitare la libertà di auto-determinazione del mala-to nella scelta delle tera-pie, comprese quelle fina-lizzate a liberarlo dallesofferenze”. Così la CorteCostituzionale ha motiva-to la sua decisione sul casodi dj Fabo, il malato termi-nale che ha scelto il suici-dio assistito per il quale èimputato il radicale MarcoCappato, che lo aveva ac-compagnato in Svizzeraper ottenere il fine vita. LaCorte ha sollecitato il Par-lamento a legiferare entroun anno sul suicidio assi-stito, rinviando al 24 set-tembre 2019 il giudiziosulla costituzionalitàdell’articolo 580 del codi-ce penale (istigazione oaiuto al suicidio), quelloper cui è sotto processoCappato.

Nelle carte depositateieri dalla Consulta, si fa ri-ferimento a quei casi incui l’assistenza di unapersona nel porre fine aun’altra vita rappresentaper il malato “l’unico mo-do per sottrarsi, nel ri-spetto del proprio con-cetto di dignità della per-sona, a un mantenimentoartificiale in vita non piùvoluto e che egli ha il di-ritto di rifiutare”. La Cor-te scrive che se il valoredella vita non escludel’obbligo di rispettare ladecisione del malato di la-sciarsi morire, “non c’èr ag i on e ” per cui debbatradursi in un “ostacoloassoluto” rispetto alla vo-lontà di chi, come dj Fabo,ritiene più dignitosa unamorte rapida. I giudicihanno poi spiegato di averrinviato la decisione a unadata già fissata per dare alParlamento la possibilitàdi intervenire con unalegge che tuteli valori“pienamente rilevanti sulpiano costituzionale” eper evitare che intanto laenorma “continui a pro-durre” effetti non compa-tibili con la Carta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

VALLE D’AOSTA Infermiera 48enne, sposata, smonta dal turno e sedaNissen (7 anni) e Vivien (9) prima di suicidarsi: “Non ce la faccio più”

Sabato 17 Novembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | CRONACA » 15

ARTE E AFFARI

Il “Burr i” di Lady Faiinvenduto all’asta di NY

“Grande legno e rosso” Il quadro di Giulia M. Crespi fuori dall’Italiagrazie alla legge Franceschini. Ma da Phillips qualcosa non va

P» ALESSIA GROSSI

rometteva benissimo all’a-sta da Phillips a New Yorkdue giorni fa il Grande legnoe rosso creato da AlbertoBurri tra il 1957 e il 1959. Sti-mato tra i 10 e i 15 milioni didollari e anche qualcosa dipiù, avrebbe potuto segnarefinanche un record. Invece èrimasto invenduto.

Ad aggiudicarsi il prezzod’acquisto più alto è stato in-vece il lotto numero 4 Fem-me dans la nuit di Jean Miròstimato tra 12 e 15 milioni didollari.

ALLA STESSA ASTA Phillipsha venduto un’altra quaran-tina di lotti da U n t i t le d diJean-Michel Basquiat a Gundi Andy Warhol, aggiudicatirispettivamente per oltre 4 e9 milioni di dollari. Inven-duti –oltre al Burri –altri trequadri d’arte contempora-nea. Nulla di strano, dunque.Capita. Non è la prima voltacerto che un’opera non tro-va acquirenti. Sì, se non fos-

se che questa in particolaresi è portata dietro il peso diqualche dubbio circa il suoviaggio a New York. Non peril viaggio in sé, ma per l’ad -dio contestato. L’opera, diproprietà della famigliaCrespi che l’aveva acquista-ta a sua volta dalla Galleria laTartaruga, infatti, per usciredalla Penisola ha seguito uniter del tutto legale, sì, graziealla legge 124 del 2 agosto2017 che ha innalzato da cin-quanta a settant’anni la zonafranca per l’e sp o r ta z i on edell’arte contemporanea.

Tuttavia ha generatosconcerto in parte della co-munità scientifica italiana ilfatto che a presentare all’Uf -ficio Esportazioni di Vene-zia non sia stata a viso apertola proprietaria nonché pre-sidente onoraria del Fai, lasignora Giulia Maria Crespi,ma la finanziaria venezianaIl Gallione di cui è direttoresuo figlio Luca ParaviciniCrespi. Il dubbio sollevato èche la famiglia – temendo divedersi bloccata l’operazio -ne di vendita in caso si fosse

rivolta direttamente al Mi-nistero dei Beni culturali oall’Ufficio Esportazioni diMilano che nel quadro pote-va riscontrare un “interesseeccezionale” –, abbia prefe-rito passare per altre strade,perfettamente legali, s’i n-tende. Peccato che a seguitodi tutto questo caos e dellasuccessiva volontà del Mi-bact di valutare eventuali a-zioni per recuperare il Burri,anche al compratore con le

migliori intenzioni e il dena-ro necessario l’acquisto delBurri potrebbe non esseresembrato un buon affare.

E ora? È questa la grandedomanda. Cosa ne sarà delGrande legno e rosso di Al-berto Burri che fino a qual-che mese fa campeggiavasullo scalone di Casa Crespi,in corso Venezia a Milano,parte di una collezione cheannovera anche due Cana-letto? La speranza è che non

finisca in un caveau in attesadi essere tirato fuori per es-sere battuto di nuovo all’astauna volta che le acque si sia-no calmate. D’altra parte,non ci sono molte speranzeche ciò non avvenga. Si av-verebbe così proprio il timo-re di coloro che non vedeva-no nulla di sbagliato nellavendita della finanziaria ve-neziana.

UNA DELLE RAGIONI di chi ladifendeva, infatti, tirava inballo la motivazione cheun ’opera così importante,un pezzo della storia dell’ar -te contemporanea non fossesolo a disposizione di unosparuto gruppo di visitatoridella casa della famiglia deiproprietari, ma che anzi, gi-rasse finalmente il mondoper essere ammirata da tutticoloro che avessero volutovederla.

Ecco, a oggi, la probabilitàche questo avvenga è dimi-nuita ancora di più. Per oraBurri resta solo un illustreinvenduto.

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SUL MERCATO CON MIRÒ, BASQUIAT & C.

Due giorni fa sono statebattute 41 opere,praticamente tutte hannotrovato un acquirente

19 57-19 59Il “G ra ndelegno e rosso”di AlbertoBu r r iAnsa

Lav ice nd aIl quadrofaceva partedellacollezione dicasa Crespi.Ha preso lavia dell’e s te rograzie allalegge che hainnalzato da50 a 70 annila zona francaperl’espor tazionedell’ar teco n te m p o -ra n e a

Page 16: Il prezzo della verit¿ Manovra, pressioni su Mattarella ... Fatto Quotidiano - 17 novembre 201… · 6torni il tempo della seriet¿7e della 6 verit¿7(cioÇ il tempo dei Renzi).

16 » ESTERI | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 17 Novembre 2018

Combattivi Sinn Fein, Verdi, Labour, Alliance Party uniti contro la strategia del primo ministro

Londra-Irlanda del Nord, la strana alleanzaLA STORIA

Lo n d ra

“Cosa farete in caso di nod e a l ? ” . M i c h e l l e

O’Neill esita solo un attimo.“There’ll be resistance”. Fare-mo resistenza. È una parolapesante, se a pronunciarla èla leader dello Sinn Fein perl’Irlanda del Nord, vice dellapresidente Mary Lou McDo-nald che ha sostituito GerryAdams .

È a Londra come membrodi una nuova, inedita allean-za, una creatura politica che,nella sua composizione, rive-la moltissimo del quadronord-irlandese all’i ncrociofra antiche divisioni e la mi-naccia di Brexit. C’è il SinnFein, i Verdi, il Labour e gli U-nionisti moderati di Alliance.Uniti, rappresentano la mag-g i o r a n z a d e g l i e l e t t o r inord-irlandesi, che nel refe-rendum del giugno 2016 ave-vano fatto prevalere il Re-main. Nei giorni scorsi hannotentato di parlare con There-

nomici, sociali e di sicurezzanel nostro paese. Evitiamo disottolinearlo ma nell’Irlandadel nord ci sono ancora…. e-lementi contrari alla pace”.

È QUESTO il punto cruciale,che ha determinato fin dall’i-nizio il negoziato sulla Brexit,la via stretta ma inesorabileche ha partorito l’accordo co-me è ora: la necessità, condi-visa dal governo britannico edalle istituzioni europee, diproteggere gli accordi di pacefra le due Irlande. Ma dopo lefallimentari elezioni delloscorso giugno, quando la Mayha trovato nel DUP un alleatonecessario ma tirannico, i de-licatissimi equilibri nord-ir-landesi, basati su una milli-metrica divisione di poteri fraunionisti e repubblicani, so-no saltati. L’Ulster non ha unesecutivo da 21 mesi, e il ruolodi imparzialità affidato al go-verno inglese dagli accordi dipace è andato in crisi.

“Il DUP gioca una politicadi simboli”spiega il leader deiVerdi Steven Agnew. “Propa -ga l’idea, falsa, che qualsiasiaccordo sia una minacciaa ll ’integrità territoriale fraUlster e Gran Bretagna e sof-fia sul fuoco di divisioni iden-titarie che la società nord-ir-landese vuole superare”.

Per l’Ulster, l’appartenen -za all’Europa è, soprattutto,la garanzia della protezionedel processo di pace. Il cuisimbolo più evidente è l’a s-senza, lungo le 310 miglia diconfine invisibile con l’Ei re,di dogane, presidi e posti diblocco.

“Il ritorno di un confine fi-sico con l’Eire, che si verifi-cherebbe immediatamentein caso di no deal, sarebbe de-vastante economicamente,socialmente e dal punto di vi-sta della sicurezza - continuaAgnew - dalla Brexit non puòvenire nulla di buono”. Perquesto, l’alleanza dei quattro

scommette ancora su un se-condo referendum che rove-sci l’esito del primo. Ma The-resa May è stata avvertita: incaso di mancato accordo, ilprossimo passo è un referen-dum per l’unificazione delledue Irlande. Il Good Friday a-greement lo prevede. E le po-litiche del DUP avrebbero de-terminato uno slittamentodella maggioranza degli elet-tori: la protezione del proces-so di pace prima delle divisio-ni ideologiche o settarie. Unodegli esiti non voluti del nodeal potrebbe essere un'Ir-landa unita. Molto prima delprevisto.

S . P.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Alla guidadel Sinn FeinM iche l leO’Neill è vicedella presiden-te Mary LouMcDonald cheha sostituito lostorico leaderGerry AdamsAnsa

sa May, che non li ha ricevuti.“L’intero negoziato è statocondizionato dal suo rappor-to tossico con il DUP (il par-tito unionista nordirlandeseguidato da Arlene Foster, alcui appoggio esterno il go-verno deve la maggioranza,nd r). Un rapporto che hamesso in pericolo il Good Fri-day agreement, su cui si basa-no gli equilibri politici, eco-

» SABRINA PROVENZANI

Lo n d ra

Ci sono momenti in cuitutta la differenza la fail carattere, e l’i m-pressione ieri era che

la determinazione dimostratada Theresa May nella suagiornata più lunga abbia toltoun po’ di spinta alla rivolta deiBrexiter.

La giornata era iniziata inun clima di sospensione, neldubbio che Michael Gove,dopo aver rifiutato il ruolocruciale di ministro per Bre-xit al posto del dimissionarioDominic Raab, decidesse an-che lui di prendere le distanzedall’accordo che, almeno a fi-darsi della matematica parla-mentare, è destinato a schian-tarsi sul ‘no ’ della House ofCommons (la Camera dei Co-muni). Gove ha sciolto la ri-serva: resterà al suo posto diministro dell’Ambiente, con ilmandato di incidere sui nego-ziati da una posizione di po-tere dentro l’esecutivo.

POTREBBE ESSERE un’arma adoppio taglio per la May, se lanuova strategia dei Brexiterper sabotare l’accordo preli-minare con Bruxelles è quel-la di usare la minaccia dellamozione di sfiducia per farepressione sul governo e otte-nere una riapertura dei gio-chi. Di fatto, a presentare illoro sostegno alla sfiduciapubblicamente sono stati perora in 21, per avviare la pro-cedura ne mancano 27, cheforse si prenderanno il fine

settimana per riflettere.Intanto Theresa procede

per la sua strada, con un cam-bio di passo: ieri mattina era o-spite di un popolare program-ma radiofonico, microfoni a-perti e dialogo diretto con lagente, visto che per la media-zione politica può contare supochi alleati fidati. Nel pome-riggio un piccolo colpo di ma-no: la nomina della leale e com-petente Amber Rudd co meministro del Lavoro al postodella dimissionaria Es therMcVay, forse un colpo di ge-

nio, quella del semi-scono-sciuto Stephen Barclay, giàsottosegretario alla Salute, aldicastero della Brexit.

BARCLAY È un Brexiter, quindila sua nomina rispetta equili-bri politici interni, ma il suomandato è limitato alla gestio-ne dei preparativi per un even-tuale no deal, con May perso-nalmente al comando delletrattative politiche. Quanto alno deal, nella suac o n f e r e n z astampa vi ha fattoriferimento par-lando di una pro-spettiva di “pro -fonda e grave in-c er te zz a”. Pro-prio il timore del-le conseguenzedi un mancatoaccordo è il mag-giore alleato del-la strategia delprimo ministroper imporre lasua Brexit. Il rapporto What ifthere’s no Brexit deal? presen -tato al Parlamento il 7 novem-bre scorso calcola una riduzio-ne del Pil del 7.7% in 15 anni,con 800 mila/1 milione di postidi lavoro in fumo. Senza un ac-cordo ufficiale di divorzio, ilRegno Unito diventerebbe inuna notte un paese terzo sog-gette alle regole del World

Trade Organization, con l'im-mediata l’imposizione di tarif-fe doganali e controlli allefrontiere. Ripercussioni: 17chilometri di fila al porto diDover, tonnellate di cibo almacero, impennata dei prezzie aumento dell’inflazione,mentre la sterlina, oltre a unasvalutazione fino al 15%, per-derebbe il suo status di valutadi riserva e verrebbe “scarica -t a” dalle principali banche.

Quanto agli ap-p r o v v i g i o n a-menti, il governoh a c h i e s t o a igrandi distribu-tori di fare scortee si è sentito ri-s p o n d e r e c h enon hanno i mez-zi per farlo. Gran-de preoccupa-z i o n e p e r g l istock di medici-ne, specie dopoche il ministroper la Salute ha

dichiarato di non potere ga-rantire che non ci siano morticome diretta conseguenza diun mancato accordo. E poi, iltemuto spauracchio degli ae-rei a terra: senza negoziatispecifici, le compagnie di ban-diera perderebbero il dirittoautomatico di operare nei ri-spettivi spazi aerei.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La sceltadi BarclayIl premierTheresa Maye il nuovoministro perla Brexit, Ste-phen BarclayLa Pre ss e

Il rapportofra May egli unionistidel Dupha messoin pericoloil GoodFridayagreement ,su cui sibasanogli equilibrip ol i t i c ie socialinel nostroPa e s e

MICHELLEO’NEILL

REGNO UNITO Brexit, l’inverno sta arrivandoMay punta sull’incubo no dealLa premier resiste ai dissidenti e sventola le cifre del divorzio dalla Ue senza il piano:800 mila posti di lavoro in meno, la sterlina svalutata fino al 15%, aerei a ter ra

I duri e puriIn 21 deputatis ostengonola sfiduciaalla leader,per la procedurane mancano 27

La scheda

n CO M I TATO1 22 è il punton ev ra l g i codel PartitoCo n s e r va to re :è lì che stannoaffluendole letteredei dissidentifavo revo l ia una mozionedi sfiduciacontro May

n I NUMERI:o cco r realmeno il 15%dei membrico n s e r va to r iai Comuni (48deputati) perfar scattarel’iter, e serve lam a g g i o ra n zaassoluta dei315 seggi dellaCamera bassao cc u p a t idal partito,ovvero 158

U SA CNN VINCE CAUSA CONTRO TRUMPUn giudice ha ordinato alla Casa Bianca di restituireil pass al reporter della Cnn Jim Acosta affermandoche senza un “giusto processo” l’accesso non glipuò essere limitato. Acosta aveva avuto un diverbiocon il presidente Trump dopo aver posto una do-manda sulla carovana dei migranti che risale il Cen-troamerica verso gli Usa. Il giudice ha stabilito cheAcosta ha sofferto un “danno irreparabile”. La Pre ss e

SERBIA MLADIC IN TV: “SALUTI A MOSCA”Ratko Mladic, l’ex comandante militare dei serbi diBosnia condannato un anno fa in primo grado all’er -gastolo dal Tribunale penale dell’Aja (Tpi) per geno-cidio e crimini di guerra, ha parlato ieri al telefono indiretta con il figlio Darko alla tv privata H a p py. Sonoin corso indagini. Mladic si è rivolto al deputato dellaDuma russa Pavel Dorohin che era in studio: “Salutialla Russia, occhio alla Nato che si allarga”.

Sabato 17 Novembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | ESTERI » 17

» LUANA DE MICCO

Pa r i g i

Igiubbotti gialli oggi vo-

gliono bloccare la Fran-cia. La “mappa” delle ol-tre 1.500 operazioni pre-

viste in tutto il Paese, dispo-nibile online, è stata visionatamilioni di volte. Chi si uniscealla protesta deve indossare ilgiubbotto giallo di sicurezza,quello che si mette in caso diincidente stradale. Ma c’è an-che chi lo esibirà sul para-brezza dell’auto e chi, in se-gno di solidarietà, lo metteràalla finestra di casa. Il movi-mento è nato spontanea-mente in Internet grazie a u-na petizione contro l’a u m e n-to delle tasse sul carburante equindi del prezzo finale: +6,5centesimi al litriper i l diesel e+2,9 centesimiper la benzina apartire dal pri-m o g e n n a i o2019. La raccol-ta di firme è sta-t a l a n c i a t a s uc h a r g e . o r g amaggio da Pri-scillia Ludovsky,32 anni, origina-r i a d i S a v i-gn y-l e-Te mpl e,nella regione pa-rigina, che gestisce una bou-tique di cosmetici sul web. Lapetizione contava ancora 400firme quando il 21 ottobre lastoria di Priscillia è stata pub-blicata da Le Parisien.

Oggi sono più di 850 mila.In meno di un mese centinaiadi gruppi sono nati sui socialper unirsi in un unico grido diprotesta. Il video di JaclineMouraud, una bretone di 51anni, che chiama in causa Em-manuel Macron, è diventatovirale. Il movimento dei giletsjaunes è nato così. Ogni nuova

operazione in programmaviene registrata sul sito uffi-c i a l e b l o c a g e 1 7 n o v e m-bre.com, creato, così sembra,da uno studente in web designdi 18 anni residente nello Cher(centro della Francia) e gesti-to da volontari.

SONO PREVISTI blocchi ai ca-selli autostradali, ai depositi dicarburante e nei punti di ac-cesso agli aeroporti, operazio-ni “lu mac a” sul p éri phé riq uedi Parigi e sui raccordi delleprincipali città. C’è chi ha fatto

la spesa in antici-po perché tantisupermercati po-trebbero restarechiusi. Col temposi sono aggiuntenuove rivendica-zioni. La rabbianon riguarda piùsolo l’aume ntodel prezzo delcarburante, ma èuna rabbia gene-rale, contro il ca-rovita, l’aumentodelle tasse, del

prezzo del gas, cresciuto del20% in un anno. Il movimentoè popolare: un sondaggio O-doxa-Dentsu indica che il 74%dei francese comprende laprotesta. L’estrema destra diMarine Le Pen e la sinistra ra-dicale di Jean-Luc Mélen-chon, leader della France In-soumise, hanno tentato di re-cuperare la rivolta. Ma i giub-botti gialli non hanno leaderné portavoce e non vogliono e-tichette. Politici e sindacalistinon sono ammessi. È la pro-testa degli agricoltori, degli o-

perai, dei lavoratori con pic-coli stipendi. È una protestache sale dalle zone rurali ed e-xtra urbane, dove l’auto èspesso indispensabile e nonc’è il metrò come a Parigi.

C’È CHI VI LEGGE uno scontrocittà-campagne, chi azzardagià analogie con la Rivoluzio-ne del 1789. I giubbotti giallisono persone che non si cono-scevano e si sono organizzatesui social.

Potrebbero essere milioni.Il governo guarda con sospet-to questa rivolta della strada;2500 poliziotti supplementa-ri sono mobilitati sul territorionazionale. Per tentare di cal-mare la protesta, il premier É-douard Philippe ha annuncia-to un piano a 500 milioni di eu-ro che prevede un sostegno fi-scale per chi percorre 60-70km al giorno per andare al la-voro e un assegno di 4.000 eu-ro per aiutare i meno abbientiad acquistare un’auto nuova,più pulita, e rottamare il vec-chio diesel. Gérard Darmanin,ministro dei Conti pubblici, hatentato il discorso ecologico:“Abbiamo scelto di tassarel’inquinamento piuttosto che il a v o r a t o r i ” . I l m i n i s t r odell’Interno, Christophe Ca-staner, ha promesso sanzioniper chi blocca le strade, multesalate e anche il ritiro della pa-tente. In un’intervista diffusasu TF1, il presidente Macronha fatto una sorta di mea culpa:“Non sono riuscito a riconci-liare i francesi con i loro diri-ge nti ”. Ma niente è servito acancellare la rivolta.

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USA La vicenda delle email sottratte al database di Hillary Clinton

Assange potrebbe essere incriminato:l’ombra delle indagini sul Russiagate

qLA NOTIZIA dellarichiesta da parte

dell’Amministrazione Usadi incriminare il fondatoredi Wikileaks, Julian Assan-ge sarebbe emersa per er-rore perché secretata. Ed èstata subito smentita dalportavoce del Dipartimen-to della giustizia. Ma alcuni media Usasono certi che le autorità stiano prepa-rando o hanno già formulato accuse neiconfronti di Assange, pur non essendochiaro di cosa si tratti. Già ad apriledell’anno scorso, l’allora ministro dellaGiustizia Jeff Sesssions, silurato nei

giorni scorsi, aveva definitol’arresto di Assange unapriorità per l’A m m i n i s t ra-zione Trump. Resta da capi-re se le accuse di Washin-gton riguardino le rivelazio-ni dei cable diplomatici Usanel 2010, all’arsenale ciber-netico della Cia nel 2017, op-

pure il possibile ruolo nel Russiagate peraver diffuso le email del Partito Democra-tico hackerate dai russi. “Un governo chemuove accuse criminali contro qualcunoper la pubblicazione di informazioni veremette in pericolo la democrazia”, hacommentato l’avvocato di Assange.

Gilets jaunes Una protesta degli automobilisti contro il caro-carburanti a Nizza La Pre ss e

Il caro-carburanti Accuse al presidente Macron e al governo: “Non pensanoa chi vive in periferia”. Oggi la polizia teme più di 900 proteste sulle strade

I “Giubbotti gialli” di rabbiapromettono il blocco totale

F R A NC I A

Non solo benzinaIl dissenso èanche sulle tasse,il gas aumentatodel 20%: la frondaper i sondaggiOdoxa è popolare

La scheda

n LAP ROT E STAdei “giubbottigialli” co n t roil caro-c a r b u ra n teprevede oggi,s e co n d ola polizia,“circa 1.500azioni, anchese solo unce n t i n a i osono stated i c h i a ra te ”

n ILSIMBOLO delm ov i m e n toè JaclineMouraud: 51anni, vivein Bretagna.il videodi 4 minutisu Facebookin cui lanciaun’i nve t t i vaco n t roil presidenteMacron, in unmese è statovisto da oltre6 milionidi persone

PA R I G I RAMADAN IN LIBERTÀ VIGILATADopo 10 mesi di detenzione, Tariq Ramadan, 56anni, intellettuale islamista, ha ottenuto la libertàvigilata che aveva chiesto per quattro volte allaCorte d’appello. Ramadan dovrà versare una cau-zione di 300.000 euro e consegnare alle autoritàil suo passaporto svizzero. Il docente universitarioè stato arrestato il 2 febbraio scorso per lo stuprodi due donne, Henda Ayari e “C h r i s te l l e ”. Ansa

T U RC H I A STRAGE ATATURK, 46 ERGASTOLIIl Tribunale di Istanbul ha emesso 46 condanneall’ergastolo aggravato – una sorta di detenzioneal regime al 41 bis italiano – per i 46 imputati nelprocesso per la strage rivendicata dall’Isis all’ae-roporto Ataturk, che avvenne il 28 giugno 2016: ilbilancio fu di 45 morti e 163 feriti. A sei imputatisono anche stati comminati oltre 2.600 anni dicarcere per imputazioni aggiuntive. Ansa

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16 » ESTERI | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 17 Novembre 2018

Combattivi Sinn Fein, Verdi, Labour, Alliance Party uniti contro la strategia del primo ministro

Londra-Irlanda del Nord, la strana alleanzaLA STORIA

Lo n d ra

“Cosa farete in caso di nod e a l ? ” . M i c h e l l e

O’Neill esita solo un attimo.“There’ll be resistance”. Fare-mo resistenza. È una parolapesante, se a pronunciarla èla leader dello Sinn Fein perl’Irlanda del Nord, vice dellapresidente Mary Lou McDo-nald che ha sostituito GerryAdams .

È a Londra come membrodi una nuova, inedita allean-za, una creatura politica che,nella sua composizione, rive-la moltissimo del quadronord-irlandese all’i ncrociofra antiche divisioni e la mi-naccia di Brexit. C’è il SinnFein, i Verdi, il Labour e gli U-nionisti moderati di Alliance.Uniti, rappresentano la mag-g i o r a n z a d e g l i e l e t t o r inord-irlandesi, che nel refe-rendum del giugno 2016 ave-vano fatto prevalere il Re-main. Nei giorni scorsi hannotentato di parlare con There-

nomici, sociali e di sicurezzanel nostro paese. Evitiamo disottolinearlo ma nell’Irlandadel nord ci sono ancora…. e-lementi contrari alla pace”.

È QUESTO il punto cruciale,che ha determinato fin dall’i-nizio il negoziato sulla Brexit,la via stretta ma inesorabileche ha partorito l’accordo co-me è ora: la necessità, condi-visa dal governo britannico edalle istituzioni europee, diproteggere gli accordi di pacefra le due Irlande. Ma dopo lefallimentari elezioni delloscorso giugno, quando la Mayha trovato nel DUP un alleatonecessario ma tirannico, i de-licatissimi equilibri nord-ir-landesi, basati su una milli-metrica divisione di poteri fraunionisti e repubblicani, so-no saltati. L’Ulster non ha unesecutivo da 21 mesi, e il ruolodi imparzialità affidato al go-verno inglese dagli accordi dipace è andato in crisi.

“Il DUP gioca una politicadi simboli”spiega il leader deiVerdi Steven Agnew. “Propa -ga l’idea, falsa, che qualsiasiaccordo sia una minacciaa ll ’integrità territoriale fraUlster e Gran Bretagna e sof-fia sul fuoco di divisioni iden-titarie che la società nord-ir-landese vuole superare”.

Per l’Ulster, l’appartenen -za all’Europa è, soprattutto,la garanzia della protezionedel processo di pace. Il cuisimbolo più evidente è l’a s-senza, lungo le 310 miglia diconfine invisibile con l’Ei re,di dogane, presidi e posti diblocco.

“Il ritorno di un confine fi-sico con l’Eire, che si verifi-cherebbe immediatamentein caso di no deal, sarebbe de-vastante economicamente,socialmente e dal punto di vi-sta della sicurezza - continuaAgnew - dalla Brexit non puòvenire nulla di buono”. Perquesto, l’alleanza dei quattro

scommette ancora su un se-condo referendum che rove-sci l’esito del primo. Ma The-resa May è stata avvertita: incaso di mancato accordo, ilprossimo passo è un referen-dum per l’unificazione delledue Irlande. Il Good Friday a-greement lo prevede. E le po-litiche del DUP avrebbero de-terminato uno slittamentodella maggioranza degli elet-tori: la protezione del proces-so di pace prima delle divisio-ni ideologiche o settarie. Unodegli esiti non voluti del nodeal potrebbe essere un'Ir-landa unita. Molto prima delprevisto.

S . P.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Alla guidadel Sinn FeinM iche l leO’Neill è vicedella presiden-te Mary LouMcDonald cheha sostituito lostorico leaderGerry AdamsAnsa

sa May, che non li ha ricevuti.“L’intero negoziato è statocondizionato dal suo rappor-to tossico con il DUP (il par-tito unionista nordirlandeseguidato da Arlene Foster, alcui appoggio esterno il go-verno deve la maggioranza,nd r). Un rapporto che hamesso in pericolo il Good Fri-day agreement, su cui si basa-no gli equilibri politici, eco-

» SABRINA PROVENZANI

Lo n d ra

Ci sono momenti in cuitutta la differenza la fail carattere, e l’i m-pressione ieri era che

la determinazione dimostratada Theresa May nella suagiornata più lunga abbia toltoun po’ di spinta alla rivolta deiBrexiter.

La giornata era iniziata inun clima di sospensione, neldubbio che Michael Gove,dopo aver rifiutato il ruolocruciale di ministro per Bre-xit al posto del dimissionarioDominic Raab, decidesse an-che lui di prendere le distanzedall’accordo che, almeno a fi-darsi della matematica parla-mentare, è destinato a schian-tarsi sul ‘no ’ della House ofCommons (la Camera dei Co-muni). Gove ha sciolto la ri-serva: resterà al suo posto diministro dell’Ambiente, con ilmandato di incidere sui nego-ziati da una posizione di po-tere dentro l’esecutivo.

POTREBBE ESSERE un’arma adoppio taglio per la May, se lanuova strategia dei Brexiterper sabotare l’accordo preli-minare con Bruxelles è quel-la di usare la minaccia dellamozione di sfiducia per farepressione sul governo e otte-nere una riapertura dei gio-chi. Di fatto, a presentare illoro sostegno alla sfiduciapubblicamente sono stati perora in 21, per avviare la pro-cedura ne mancano 27, cheforse si prenderanno il fine

settimana per riflettere.Intanto Theresa procede

per la sua strada, con un cam-bio di passo: ieri mattina era o-spite di un popolare program-ma radiofonico, microfoni a-perti e dialogo diretto con lagente, visto che per la media-zione politica può contare supochi alleati fidati. Nel pome-riggio un piccolo colpo di ma-no: la nomina della leale e com-petente Amber Rudd co meministro del Lavoro al postodella dimissionaria Es therMcVay, forse un colpo di ge-

nio, quella del semi-scono-sciuto Stephen Barclay, giàsottosegretario alla Salute, aldicastero della Brexit.

BARCLAY È un Brexiter, quindila sua nomina rispetta equili-bri politici interni, ma il suomandato è limitato alla gestio-ne dei preparativi per un even-tuale no deal, con May perso-nalmente al comando delletrattative politiche. Quanto alno deal, nella suac o n f e r e n z astampa vi ha fattoriferimento par-lando di una pro-spettiva di “pro -fonda e grave in-c er te zz a”. Pro-prio il timore del-le conseguenzedi un mancatoaccordo è il mag-giore alleato del-la strategia delprimo ministroper imporre lasua Brexit. Il rapporto What ifthere’s no Brexit deal? presen -tato al Parlamento il 7 novem-bre scorso calcola una riduzio-ne del Pil del 7.7% in 15 anni,con 800 mila/1 milione di postidi lavoro in fumo. Senza un ac-cordo ufficiale di divorzio, ilRegno Unito diventerebbe inuna notte un paese terzo sog-gette alle regole del World

Trade Organization, con l'im-mediata l’imposizione di tarif-fe doganali e controlli allefrontiere. Ripercussioni: 17chilometri di fila al porto diDover, tonnellate di cibo almacero, impennata dei prezzie aumento dell’inflazione,mentre la sterlina, oltre a unasvalutazione fino al 15%, per-derebbe il suo status di valutadi riserva e verrebbe “scarica -t a” dalle principali banche.

Quanto agli ap-p r o v v i g i o n a-menti, il governoh a c h i e s t o a igrandi distribu-tori di fare scortee si è sentito ri-s p o n d e r e c h enon hanno i mez-zi per farlo. Gran-de preoccupa-z i o n e p e r g l istock di medici-ne, specie dopoche il ministroper la Salute ha

dichiarato di non potere ga-rantire che non ci siano morticome diretta conseguenza diun mancato accordo. E poi, iltemuto spauracchio degli ae-rei a terra: senza negoziatispecifici, le compagnie di ban-diera perderebbero il dirittoautomatico di operare nei ri-spettivi spazi aerei.

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La sceltadi BarclayIl premierTheresa Maye il nuovoministro perla Brexit, Ste-phen BarclayLa Pre ss e

Il rapportofra May egli unionistidel Dupha messoin pericoloil GoodFridayagreement ,su cui sibasanogli equilibrip ol i t i c ie socialinel nostroPa e s e

MICHELLEO’NEILL

REGNO UNITO Brexit, l’inverno sta arrivandoMay punta sull’incubo no dealLa premier resiste ai dissidenti e sventola le cifre del divorzio dalla Ue senza il piano:800 mila posti di lavoro in meno, la sterlina svalutata fino al 15%, aerei a ter ra

I duri e puriIn 21 deputatis ostengonola sfiduciaalla leader,per la procedurane mancano 27

La scheda

n CO M I TATO1 22 è il punton ev ra l g i codel PartitoCo n s e r va to re :è lì che stannoaffluendole letteredei dissidentifavo revo l ia una mozionedi sfiduciacontro May

n I NUMERI:o cco r realmeno il 15%dei membrico n s e r va to r iai Comuni (48deputati) perfar scattarel’iter, e serve lam a g g i o ra n zaassoluta dei315 seggi dellaCamera bassao cc u p a t idal partito,ovvero 158

U SA CNN VINCE CAUSA CONTRO TRUMPUn giudice ha ordinato alla Casa Bianca di restituireil pass al reporter della Cnn Jim Acosta affermandoche senza un “giusto processo” l’accesso non glipuò essere limitato. Acosta aveva avuto un diverbiocon il presidente Trump dopo aver posto una do-manda sulla carovana dei migranti che risale il Cen-troamerica verso gli Usa. Il giudice ha stabilito cheAcosta ha sofferto un “danno irreparabile”. La Pre ss e

SERBIA MLADIC IN TV: “SALUTI A MOSCA”Ratko Mladic, l’ex comandante militare dei serbi diBosnia condannato un anno fa in primo grado all’er -gastolo dal Tribunale penale dell’Aja (Tpi) per geno-cidio e crimini di guerra, ha parlato ieri al telefono indiretta con il figlio Darko alla tv privata H a p py. Sonoin corso indagini. Mladic si è rivolto al deputato dellaDuma russa Pavel Dorohin che era in studio: “Salutialla Russia, occhio alla Nato che si allarga”.

Sabato 17 Novembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | ESTERI » 17

» LUANA DE MICCO

Pa r i g i

Igiubbotti gialli oggi vo-

gliono bloccare la Fran-cia. La “mappa” delle ol-tre 1.500 operazioni pre-

viste in tutto il Paese, dispo-nibile online, è stata visionatamilioni di volte. Chi si uniscealla protesta deve indossare ilgiubbotto giallo di sicurezza,quello che si mette in caso diincidente stradale. Ma c’è an-che chi lo esibirà sul para-brezza dell’auto e chi, in se-gno di solidarietà, lo metteràalla finestra di casa. Il movi-mento è nato spontanea-mente in Internet grazie a u-na petizione contro l’a u m e n-to delle tasse sul carburante equindi del prezzo finale: +6,5centesimi al litriper i l diesel e+2,9 centesimiper la benzina apartire dal pri-m o g e n n a i o2019. La raccol-ta di firme è sta-t a l a n c i a t a s uc h a r g e . o r g amaggio da Pri-scillia Ludovsky,32 anni, origina-r i a d i S a v i-gn y-l e-Te mpl e,nella regione pa-rigina, che gestisce una bou-tique di cosmetici sul web. Lapetizione contava ancora 400firme quando il 21 ottobre lastoria di Priscillia è stata pub-blicata da Le Parisien.

Oggi sono più di 850 mila.In meno di un mese centinaiadi gruppi sono nati sui socialper unirsi in un unico grido diprotesta. Il video di JaclineMouraud, una bretone di 51anni, che chiama in causa Em-manuel Macron, è diventatovirale. Il movimento dei giletsjaunes è nato così. Ogni nuova

operazione in programmaviene registrata sul sito uffi-c i a l e b l o c a g e 1 7 n o v e m-bre.com, creato, così sembra,da uno studente in web designdi 18 anni residente nello Cher(centro della Francia) e gesti-to da volontari.

SONO PREVISTI blocchi ai ca-selli autostradali, ai depositi dicarburante e nei punti di ac-cesso agli aeroporti, operazio-ni “lu mac a” sul p éri phé riq uedi Parigi e sui raccordi delleprincipali città. C’è chi ha fatto

la spesa in antici-po perché tantisupermercati po-trebbero restarechiusi. Col temposi sono aggiuntenuove rivendica-zioni. La rabbianon riguarda piùsolo l’aume ntodel prezzo delcarburante, ma èuna rabbia gene-rale, contro il ca-rovita, l’aumentodelle tasse, del

prezzo del gas, cresciuto del20% in un anno. Il movimentoè popolare: un sondaggio O-doxa-Dentsu indica che il 74%dei francese comprende laprotesta. L’estrema destra diMarine Le Pen e la sinistra ra-dicale di Jean-Luc Mélen-chon, leader della France In-soumise, hanno tentato di re-cuperare la rivolta. Ma i giub-botti gialli non hanno leaderné portavoce e non vogliono e-tichette. Politici e sindacalistinon sono ammessi. È la pro-testa degli agricoltori, degli o-

perai, dei lavoratori con pic-coli stipendi. È una protestache sale dalle zone rurali ed e-xtra urbane, dove l’auto èspesso indispensabile e nonc’è il metrò come a Parigi.

C’È CHI VI LEGGE uno scontrocittà-campagne, chi azzardagià analogie con la Rivoluzio-ne del 1789. I giubbotti giallisono persone che non si cono-scevano e si sono organizzatesui social.

Potrebbero essere milioni.Il governo guarda con sospet-to questa rivolta della strada;2500 poliziotti supplementa-ri sono mobilitati sul territorionazionale. Per tentare di cal-mare la protesta, il premier É-douard Philippe ha annuncia-to un piano a 500 milioni di eu-ro che prevede un sostegno fi-scale per chi percorre 60-70km al giorno per andare al la-voro e un assegno di 4.000 eu-ro per aiutare i meno abbientiad acquistare un’auto nuova,più pulita, e rottamare il vec-chio diesel. Gérard Darmanin,ministro dei Conti pubblici, hatentato il discorso ecologico:“Abbiamo scelto di tassarel’inquinamento piuttosto che il a v o r a t o r i ” . I l m i n i s t r odell’Interno, Christophe Ca-staner, ha promesso sanzioniper chi blocca le strade, multesalate e anche il ritiro della pa-tente. In un’intervista diffusasu TF1, il presidente Macronha fatto una sorta di mea culpa:“Non sono riuscito a riconci-liare i francesi con i loro diri-ge nti ”. Ma niente è servito acancellare la rivolta.

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USA La vicenda delle email sottratte al database di Hillary Clinton

Assange potrebbe essere incriminato:l’ombra delle indagini sul Russiagate

qLA NOTIZIA dellarichiesta da parte

dell’Amministrazione Usadi incriminare il fondatoredi Wikileaks, Julian Assan-ge sarebbe emersa per er-rore perché secretata. Ed èstata subito smentita dalportavoce del Dipartimen-to della giustizia. Ma alcuni media Usasono certi che le autorità stiano prepa-rando o hanno già formulato accuse neiconfronti di Assange, pur non essendochiaro di cosa si tratti. Già ad apriledell’anno scorso, l’allora ministro dellaGiustizia Jeff Sesssions, silurato nei

giorni scorsi, aveva definitol’arresto di Assange unapriorità per l’A m m i n i s t ra-zione Trump. Resta da capi-re se le accuse di Washin-gton riguardino le rivelazio-ni dei cable diplomatici Usanel 2010, all’arsenale ciber-netico della Cia nel 2017, op-

pure il possibile ruolo nel Russiagate peraver diffuso le email del Partito Democra-tico hackerate dai russi. “Un governo chemuove accuse criminali contro qualcunoper la pubblicazione di informazioni veremette in pericolo la democrazia”, hacommentato l’avvocato di Assange.

Gilets jaunes Una protesta degli automobilisti contro il caro-carburanti a Nizza La Pre ss e

Il caro-carburanti Accuse al presidente Macron e al governo: “Non pensanoa chi vive in periferia”. Oggi la polizia teme più di 900 proteste sulle strade

I “Giubbotti gialli” di rabbiapromettono il blocco totale

F R A NC I A

Non solo benzinaIl dissenso èanche sulle tasse,il gas aumentatodel 20%: la frondaper i sondaggiOdoxa è popolare

La scheda

n LAP ROT E STAdei “giubbottigialli” co n t roil caro-c a r b u ra n teprevede oggi,s e co n d ola polizia,“circa 1.500azioni, anchese solo unce n t i n a i osono stated i c h i a ra te ”

n ILSIMBOLO delm ov i m e n toè JaclineMouraud: 51anni, vivein Bretagna.il videodi 4 minutisu Facebookin cui lanciaun’i nve t t i vaco n t roil presidenteMacron, in unmese è statovisto da oltre6 milionidi persone

PA R I G I RAMADAN IN LIBERTÀ VIGILATADopo 10 mesi di detenzione, Tariq Ramadan, 56anni, intellettuale islamista, ha ottenuto la libertàvigilata che aveva chiesto per quattro volte allaCorte d’appello. Ramadan dovrà versare una cau-zione di 300.000 euro e consegnare alle autoritàil suo passaporto svizzero. Il docente universitarioè stato arrestato il 2 febbraio scorso per lo stuprodi due donne, Henda Ayari e “C h r i s te l l e ”. Ansa

T U RC H I A STRAGE ATATURK, 46 ERGASTOLIIl Tribunale di Istanbul ha emesso 46 condanneall’ergastolo aggravato – una sorta di detenzioneal regime al 41 bis italiano – per i 46 imputati nelprocesso per la strage rivendicata dall’Isis all’ae-roporto Ataturk, che avvenne il 28 giugno 2016: ilbilancio fu di 45 morti e 163 feriti. A sei imputatisono anche stati comminati oltre 2.600 anni dicarcere per imputazioni aggiuntive. Ansa

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18 » | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 17 Novembre 2018

Cultura | Spettacoli | Società | Sport

Secondo Te m p o

In occasione dei 25 anni dallapubblicazione del suo roman-zo best-seller “Il vecchio cheleggeva romanzi d’amore”, e-sce una nuova edizione con u-na prefazione inedita, scrittaper l’occasione e pubblicataqui di seguito. Sepúlveda saràin Italia in occasione anchede ll ’uscita della nuova favola“Storia di una balena biancaraccontata da lei stessa”: do-mani a Milano per Bookcity; il19 a Torino; il 20 a Bologna; il 21a Padova; il 22 a Como.

N» LUIS SEPÚLVEDA

on sono troppo incline a guar-dare i libri che ho pubblicato.Probabilmente ho molti di-fetti, ma la vanità non sembraessere fra questi, e forse lo de-vo all’insegnamento di quelVecchio che vive da solo nellaforesta amazzonica. A volte,nella tranquillità di casa, en-tro nella stanza in cui ho rac-colto tutti i miei libri e, osser-vandoli nell’ordine fisso delmobile che li ospita, passo lamano sui dorsi, scorro i titolie mi dico piano: questo sonoio, questo è il mio lavoro.Nient’altro.

Ogni tanto ne tiro fuori u-no e quando per caso mi ca-pita una copia del Vecchio cheleggeva romanzi d’a m or e , losaluto con l’affetto con cui siaccoglie un caro amico, per-ché nel mio mestiere si creasempre un’amicizia, una vi-cinanza, un attaccamento re-ciproco fra lo scrittore e ilpersonaggio.

Allora io e José AntonioBolívar Proano ci sediamodavanti a un fiume d’acq uaverde, sulla cui superficie siriflettono i profili verdi dellaforesta, e perfino il cielo sitinge di quello stesso verdeonnipresente. Muti, ci lascia-mo avvolgere dai mille mor-morii della foresta, finchénon mi azzardo a rompere ilsilenzio e gli domando: “Nonsei ancora morto, AntonioJosé Bolívar?”.

Il vecchio, senza smetteredi guardare l’acqua che passa

L’INEDITO Luis Sepúlveda racconta i 25 anni del libro che lo ha consacrato

chio e sentivo che lui ricam-biava il mio affetto con lezio-ni ogni volta più preziose.Scrissi il libro per il Vecchio,gli prestai la cura e il rigoredei romanzi che lui amavaleggere nella solitudine delsuo mondo verde sempre piùminacciato.

Ho incontrato lettori che lohanno letto in spagnolo, tagal,giapponese, birmano, tede-sco, greco, italiano, francese,portoghese, inglese, euskera,turco, armeno, bretone, cata-lano, asturiano, cinese, viet-namita, islandese e qualun-que altra lingua in cui è statotradotto, e ovunque ho vistoche vogliono bene a questoVecchio che vive tutto solo inAmazzonia. Quello che pen-sano o sentono per me, perl’autore, è secondario. L’im -portante è che il Vecchio e lasua piccola epopea abbianotrovato spazio nella vita dellelettrici e dei lettori.

Venticinque anni fa il mioeditore Luigi Brioschi decise

incessante, mi risponde:“Sembra di no”. E poi si gira,allunga un braccio vigoroso econ la mano indica i libri cheraccontano, in cinquantaduelingue, la sua storia.

Ho imparato molto scri-vendo quel romanzo. Il per-sonaggio nato osservando unvecchio con cui non ho scam-biato più di due parole mi hainsegnato segreti fondamen-tali del mestiere di scrittore.

COL SUO MODO di leggerelento, centellinando i termini,ripetendoli fino a percepirenitidamente i sentimenti, i sa-pori, gli odori, gli stati d’animoche esprimono, mi ha inse-gnato ad amare la mia lingua ele sue mille possibilità, a sce-gliere le parole con rispettonei confronti di chi le leggeràun domani, a non forzare contrucchi o artifizi quello che sivuole davvero raccontare.

Mentre scrivevo il roman-zo, ormai trent’anni fa, co-minciai a voler bene al Vec-

che quel Vecchio doveva ar-rivare anche nelle case italia-ne, e la mia traduttrice IlideCarmignani gli aprì le portedella sua casa toscana perchéle raccontasse cosa era suc-cesso un certo giorno nella fo-resta, quando “il cielo, chegravava minaccioso a pochipalmi dalle teste, sembrava u-na pancia d’asino rigonfia...”.

Mentre scrivo queste righevedo qui davanti a me il Vec-chio, voglio raccontargli iventicinque anni della suapresenza in Italia, lui però mizittisce con un gesto perchénon siamo a casa mia, a Gijón,

ma in Amazzonia, in un luogosegreto, e dal fitto della forestaci arriva il rumore di un ani-male che si aggira tra la vege-tazione. È grosso, ha un respi-ro ansioso, passi cauti, e il vec-chio legge a uno a uno tutti isegnali che manda.

SO CHE LA SERA in cui festeg-geremo questa edizione com-memorativa, magari bevendoun buon vino in un ristorantedi Milano, Antonio José Bolí-var Proano sarà da solo nellasua capanna lungo il fiume,circondato unicamente dalrumore dell’acqua e degli ani-mali notturni, e soddisfattodella giornata trascorsa ac-cenderà la lampada, prepare-rà la lente di ingrandimento,aprirà un libro e lentamentecomincerà a leggere una diquelle storie che piacciono alui. Quelle che parlano d’amo -re “con parole così belle che avolte gli fanno dimenticare labarbarie umana”.

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T radot tonel mondoAnche in ta-gal, giappone-se, birmano,tedesco, gre-co, euskera,turco, armenoe cinese Ansa

19 93 -2 0 1 8 “Ho imparatomolto scrivendo quelromanzo. Il personaggionato mi ha insegnatosegreti fondamentalidel mio mestiere”

LE PAROLED’AMORE

DI JOSÉ“Io e quel Vecchio amico”

Il libro

l Il vecchioche leggevarom a n z id’a moreLui sS epúlvedaPagine: 14 0Prezzo: 17 eE ditore:G u a nd a

Sabato 17 Novembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | SECONDO TEMPO » 19

» FRANCESCO MUSOLINO

Christina Dalcher, èbalzata agli onoridelle cronache in-ternazionali gra-zie a Vox, il suo ro-

manzo d’esordio (pubblicatoda Nord), in cui racconta unarealtà distopica: un nuovopresidente degli Usa, influen-zato da un fanatico predicato-re cristiano, riduce le donne alsilenzio tramite un braccia-letto elettrico, imponendoleun limite massimo di 100 pa-role al giorno. Le ragazze de-vono occuparsi della casa esono escluse dalla gestionedella cosa pubblica. Lei, lau-reata in Linguistica alla Geor-getown University con unatesi sul dialetto fiorentino – euna passione per l’Italia – laincontriamo in occasione diBookcity Milano, occasionepropizia per muoverci intor-no al suo libro che rifiuta diconsiderare come il romanzodel #MeToo (“quando ho ini-ziato a scriverlo non c’era an-cora alcun movimento”). Fer-mamente convinta del pesodelle parole, Dalcher si con-sidera una femminista con ilsenso dello humour e la capa-cità di non divedere tutto ilmondo in bianco e nero: “Seun uomo mi fischia per strada,sorrido, non mi sento unamerce in esposizione. Smet-tiamola di odiare gli uomini econsiderarci sempre dellevittime”.

Mrs. Dalcher il suo libro pun-ta l’indice sul connubio fra

potere politico e religione.Le donne sono considerateinferiori dalle Scritture?

Non voglio sembrare anti-re-ligiosa ma le tre religioni mo-noteiste, rifacendosi alle fontidel Vecchio Testamento,considerano la donna inferio-re all’uomo. Ma le cose cam-biano e oggi le donne guidanol’auto in Arabia Saudita.

Ma portano anche il burqa.Ad Abu Dhabi ho visto donneche si coprivano e altre che in-dossavano un hi jab molto a-derente alle linee del corpo. Ilmondo è complicato. Ma cri-stianesimo, ebraismo e islamvengono da un mondo cultu-rale comune e in queste tre fe-di c’è una tendenza tesa a sot-tomettere le donne che nonsono considerate a immaginedi Dio, come l’uomo.

Nel suo libro c’è un gruppo difanatici, i Puri, che impongo-no controllo morale e restri-zioni alle donne. Crede che e-sista qualcosa di simile an-che nella nostra realtà?

Decisamente! Ci sono duemovimenti in America – R e-vive our HeartseTrue Woman– che spingono per un ritornoalla cultura domestica in voganell’epoca vittoriana in cui ledonne si occupano soltantodella casa e del piacere ses-suale dei propri mariti.

In Italia i movimenti ProVitamettono in dubbio l’aborto eosteggiano le unioni gay.

Sono ipocriti, nessuno di lorosarebbe pronto ad adottarequesti bambini ‘non desidera-ti’. Dell’America odierna mi

spaventa questa pericolosacommistione fra politica e re-ligione che mette in pericolole nostre conquiste civili. Sequesti diritti fossero cancel-lati significherebbe un ritor-no al Medioevo.

Oggi ci sono parole vietatealle donne?

Vede, io uso molte parolaccema so bene che ci sono tantedonne pronte a scandaliz-zarsi per tutto. Si offendonopersino se gli fanno un fi-schio in strada. Il femmini-smo non è affatto un concettoeterogeneo…

Si riferisce al fatto che in I-talia ci sono molte allusioninegli spot?

Lo trovo buffo, non mi distur-ba. Ho l’impressione che ilfemminismo odierno abbia latendenza di demonizzare gliuomini, ‘oh sono una poverafemmina, tutto mi offende,

non posso difendermi’. Nondobbiamo vederci come vitti-me, non possiamo permetter-ci di odiare gli uomini a pre-scindere.

L’America di Trump è disto-p i c a?

Credo che non dovrebbe piùparlare in pubblico. E aste-nersi dal twittare. I media lodipingono come il male asso-

luto ma oggi leggiamo solo i ti-toli delle notizie, li condivi-diamo sui social e mettiamoun emoji. Nessuno sembra a-ver tempo di approfondire.

#MeToo: favorevole o con-t ra r i a?

Ha sollevato il velo sulla vio-lenza, questo è il suo merito.Ma non mi piace che ci sianostate attrici celebri che, annidopo, abbiano improvvisa-mente recuperato la memo-ria. Se avessero parlato prima,avrebbero difeso le colleghepiù deboli e indifese.

Esiste il compromesso ses-s u a l e?

C’è grande differenza fra laviolenza e chi fa un accordo.Condanniamo fermamente laviolenza ma altra cosa è do-narsi per ottenere qualcos’a l-tro. Accade a tutte le latitudi-ni. Ma non si può dire.

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L’I N T E RV I STA CHRISTINA DALCHER L’autrice Usa: “Mi spaventa moltol’unione tra politica e religione per le nostre conquiste civili”

» LORENZO VENDEMIALE

Stesso stadio, stesso gior-no (o quasi): stasera aSan Siro si gioca Ita-

lia-Portogallo ed è inevitabiletornare a quel maledetto 11novembre 2017 e allo 0-0 con-tro la Svezia, la pagina più tri-ste della storia azzurra. Signi-fica affrontare fantasmi, brut-ti ricordi, un avversario at-tualmente più forte e quotatodi noi, che anche senza Cri-stiano Ronaldo guida merita-tamente il girone della Na-tions League, il nuovo torneovarato dalla Uefa al posto del-le amichevoli in cui gli azzurrisono tornati in corsa dopo lavittoria in Polonia a ottobre.

L’ultima sosta per le Nazio-nali del 2018, che prevede an-

che l’inutile esibizione dimartedì in Belgio contro gliStati Uniti, ha il sapore di unamaro déjà-vu, mischiato allasperanza di voltare pagina.

UN ANNOe qualche giorno do-po l’ultima volta Milano saràdi nuovo azzurra, ci sarannogli stessi 70 mila sugli spalti maè cambiato quasi tutto il resto:Federazione, allenatore, gio-catori. Se n’è andato Carlo Ta-vecchio, attraverso il disastro-so commissariamento del Co-ni si è arrivati alla presidenzadi Gabriele Gravina, che stase-ra fa il suo debutto alla guidadella Figc. In panchina c’è Ro-berto Mancini, che dopo unavvio difficile sembra essersichiarito le idee. Soprattutto, incampo c’è una Nazionale di-

dai vari Chiesa, Barella, met-tiamoci pure Donnarumma eBiraghi, che un anno fa vede-vano l’azzurro da tifosi.

STA CRESCENDO una nuova I-talia. Il ct Mancini prova ad al-levarla con valori confusi econvocazioni fantasiose (do-po i vari Zaniolo e Caprari è lavolta del teenager Tonali, gio-vanissimo regista del Bresciache non ha mai visto la Serie A,e l’emigrante Grifo, una car-riera da gregario in Germaniae Acerbi al posto dell’infortu -nato Romagnoli), ma se nonaltro con la convinzione di chinon ha alternative. Sarebbeingeneroso chiedere a questagiovane generazione, che ha26 anni di media e soltantosprazzi di vero talento, di

chiudere da sola i conti colpassato. Ma la sfida col Porto-gallo vale tanto lo stesso: un ri-sultato negativo ci farebbesprofondare indietro di un an-no, dimostrando che il succes-so contro la Polonia è stato so-lo un’illusione, che l’Italia èancora malata e distante dallegrandi d’Europa. Vincere, in-vece, vuol dire sperare nellaqualificazione alla fase finaledella Nations League (ma ser-ve pure un passo falso dei por-toghesi nell’ultimo match ca-salingo con la Polonia) e, cosaforse più importante, avere laconferma di essere sulla buo-na strada. Non basterà a can-cellare il ricordo della Svezia erestituirci il Mondiale perdu-to, ma sarebbe già qualcosa.

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versa: i reduci della notte diSan Siro saranno appena cin-que (Chiellini, Bonucci, Flo-renzi, Jorginho e Immobile,q ue s t’ultimo in dubbio). Lagrande discontinuità non èrappresentata tanto dal nu-mero 10 sulle spalle di Loren-zo Insigne, allora relegato tri-stemente in panchina e oggistella della squadra, quanto

T ut toè cambiatoDalla guidadella Figc alCt: rispetto aun anno fa lar ivolu z ionesembra servi-ta Ansa

S ucce ss oa l l’e s ord ioChristina Dal-cher ha scala-to le classifi-che grazieal suo primorom a n zo,“Vox ”

NAZIONALE Questa sera gli Azzurri tornano a Milano e affrontano il Portogallo per la Nations League

A San Siro contro il fantasma della SveziaC A L C IO

11 novem-bre 2017La scon-fitta deglisvedesi el’esclusio-ne dalMondiale;oggil’Italiaha un’etàmedia di26 anni

Michelin, un nuovo 3 stelleNuovo premiato per l’Italia: èMauro Uliassi di Senigallia, e ilristorante che porta il suo nomeNessuna novità tra i 2 stelle

MotoGP: libere con il diluvioProsegue il maltempo a Valencia:nella seconda sessione il miglioreè Petrucci della Ducati Pramacdavanti a Marquez e Rossi

Giroud: “Gay non si può dire”L’attaccante del Chelsea spiegaa Le Figaro: “Nello spogliatoioc’è testosterone. Capisco il doloree la difficoltà di chi si racconta”

“Basta col vederci vittime,valiamo più di cento parole”

Il libro

l Vo xCh r i st i n aD al che rPagine: 4 16Prezzo: 19 eE ditore:E ditriceNo rd

Trump? Non dovrebbepiù parlare in pubblicoE astenersi dal twittareIl MeToo? Certe attricicelebri dovevanodenunciare prima

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18 » | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 17 Novembre 2018

Cultura | Spettacoli | Società | Sport

Secondo Te m p o

In occasione dei 25 anni dallapubblicazione del suo roman-zo best-seller “Il vecchio cheleggeva romanzi d’amore”, e-sce una nuova edizione con u-na prefazione inedita, scrittaper l’occasione e pubblicataqui di seguito. Sepúlveda saràin Italia in occasione anchede ll ’uscita della nuova favola“Storia di una balena biancaraccontata da lei stessa”: do-mani a Milano per Bookcity; il19 a Torino; il 20 a Bologna; il 21a Padova; il 22 a Como.

N» LUIS SEPÚLVEDA

on sono troppo incline a guar-dare i libri che ho pubblicato.Probabilmente ho molti di-fetti, ma la vanità non sembraessere fra questi, e forse lo de-vo all’insegnamento di quelVecchio che vive da solo nellaforesta amazzonica. A volte,nella tranquillità di casa, en-tro nella stanza in cui ho rac-colto tutti i miei libri e, osser-vandoli nell’ordine fisso delmobile che li ospita, passo lamano sui dorsi, scorro i titolie mi dico piano: questo sonoio, questo è il mio lavoro.Nient’altro.

Ogni tanto ne tiro fuori u-no e quando per caso mi ca-pita una copia del Vecchio cheleggeva romanzi d’a m or e , losaluto con l’affetto con cui siaccoglie un caro amico, per-ché nel mio mestiere si creasempre un’amicizia, una vi-cinanza, un attaccamento re-ciproco fra lo scrittore e ilpersonaggio.

Allora io e José AntonioBolívar Proano ci sediamodavanti a un fiume d’acq uaverde, sulla cui superficie siriflettono i profili verdi dellaforesta, e perfino il cielo sitinge di quello stesso verdeonnipresente. Muti, ci lascia-mo avvolgere dai mille mor-morii della foresta, finchénon mi azzardo a rompere ilsilenzio e gli domando: “Nonsei ancora morto, AntonioJosé Bolívar?”.

Il vecchio, senza smetteredi guardare l’acqua che passa

L’INEDITO Luis Sepúlveda racconta i 25 anni del libro che lo ha consacrato

chio e sentivo che lui ricam-biava il mio affetto con lezio-ni ogni volta più preziose.Scrissi il libro per il Vecchio,gli prestai la cura e il rigoredei romanzi che lui amavaleggere nella solitudine delsuo mondo verde sempre piùminacciato.

Ho incontrato lettori che lohanno letto in spagnolo, tagal,giapponese, birmano, tede-sco, greco, italiano, francese,portoghese, inglese, euskera,turco, armeno, bretone, cata-lano, asturiano, cinese, viet-namita, islandese e qualun-que altra lingua in cui è statotradotto, e ovunque ho vistoche vogliono bene a questoVecchio che vive tutto solo inAmazzonia. Quello che pen-sano o sentono per me, perl’autore, è secondario. L’im -portante è che il Vecchio e lasua piccola epopea abbianotrovato spazio nella vita dellelettrici e dei lettori.

Venticinque anni fa il mioeditore Luigi Brioschi decise

incessante, mi risponde:“Sembra di no”. E poi si gira,allunga un braccio vigoroso econ la mano indica i libri cheraccontano, in cinquantaduelingue, la sua storia.

Ho imparato molto scri-vendo quel romanzo. Il per-sonaggio nato osservando unvecchio con cui non ho scam-biato più di due parole mi hainsegnato segreti fondamen-tali del mestiere di scrittore.

COL SUO MODO di leggerelento, centellinando i termini,ripetendoli fino a percepirenitidamente i sentimenti, i sa-pori, gli odori, gli stati d’animoche esprimono, mi ha inse-gnato ad amare la mia lingua ele sue mille possibilità, a sce-gliere le parole con rispettonei confronti di chi le leggeràun domani, a non forzare contrucchi o artifizi quello che sivuole davvero raccontare.

Mentre scrivevo il roman-zo, ormai trent’anni fa, co-minciai a voler bene al Vec-

che quel Vecchio doveva ar-rivare anche nelle case italia-ne, e la mia traduttrice IlideCarmignani gli aprì le portedella sua casa toscana perchéle raccontasse cosa era suc-cesso un certo giorno nella fo-resta, quando “il cielo, chegravava minaccioso a pochipalmi dalle teste, sembrava u-na pancia d’asino rigonfia...”.

Mentre scrivo queste righevedo qui davanti a me il Vec-chio, voglio raccontargli iventicinque anni della suapresenza in Italia, lui però mizittisce con un gesto perchénon siamo a casa mia, a Gijón,

ma in Amazzonia, in un luogosegreto, e dal fitto della forestaci arriva il rumore di un ani-male che si aggira tra la vege-tazione. È grosso, ha un respi-ro ansioso, passi cauti, e il vec-chio legge a uno a uno tutti isegnali che manda.

SO CHE LA SERA in cui festeg-geremo questa edizione com-memorativa, magari bevendoun buon vino in un ristorantedi Milano, Antonio José Bolí-var Proano sarà da solo nellasua capanna lungo il fiume,circondato unicamente dalrumore dell’acqua e degli ani-mali notturni, e soddisfattodella giornata trascorsa ac-cenderà la lampada, prepare-rà la lente di ingrandimento,aprirà un libro e lentamentecomincerà a leggere una diquelle storie che piacciono alui. Quelle che parlano d’amo -re “con parole così belle che avolte gli fanno dimenticare labarbarie umana”.

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T radot tonel mondoAnche in ta-gal, giappone-se, birmano,tedesco, gre-co, euskera,turco, armenoe cinese Ansa

19 93 -2 0 1 8 “Ho imparatomolto scrivendo quelromanzo. Il personaggionato mi ha insegnatosegreti fondamentalidel mio mestiere”

LE PAROLED’AMORE

DI JOSÉ“Io e quel Vecchio amico”

Il libro

l Il vecchioche leggevarom a n z id’a moreLui sS epúlvedaPagine: 14 0Prezzo: 17 eE ditore:G u a nd a

Sabato 17 Novembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | SECONDO TEMPO » 19

» FRANCESCO MUSOLINO

Christina Dalcher, èbalzata agli onoridelle cronache in-ternazionali gra-zie a Vox, il suo ro-

manzo d’esordio (pubblicatoda Nord), in cui racconta unarealtà distopica: un nuovopresidente degli Usa, influen-zato da un fanatico predicato-re cristiano, riduce le donne alsilenzio tramite un braccia-letto elettrico, imponendoleun limite massimo di 100 pa-role al giorno. Le ragazze de-vono occuparsi della casa esono escluse dalla gestionedella cosa pubblica. Lei, lau-reata in Linguistica alla Geor-getown University con unatesi sul dialetto fiorentino – euna passione per l’Italia – laincontriamo in occasione diBookcity Milano, occasionepropizia per muoverci intor-no al suo libro che rifiuta diconsiderare come il romanzodel #MeToo (“quando ho ini-ziato a scriverlo non c’era an-cora alcun movimento”). Fer-mamente convinta del pesodelle parole, Dalcher si con-sidera una femminista con ilsenso dello humour e la capa-cità di non divedere tutto ilmondo in bianco e nero: “Seun uomo mi fischia per strada,sorrido, non mi sento unamerce in esposizione. Smet-tiamola di odiare gli uomini econsiderarci sempre dellevittime”.

Mrs. Dalcher il suo libro pun-ta l’indice sul connubio fra

potere politico e religione.Le donne sono considerateinferiori dalle Scritture?

Non voglio sembrare anti-re-ligiosa ma le tre religioni mo-noteiste, rifacendosi alle fontidel Vecchio Testamento,considerano la donna inferio-re all’uomo. Ma le cose cam-biano e oggi le donne guidanol’auto in Arabia Saudita.

Ma portano anche il burqa.Ad Abu Dhabi ho visto donneche si coprivano e altre che in-dossavano un hi jab molto a-derente alle linee del corpo. Ilmondo è complicato. Ma cri-stianesimo, ebraismo e islamvengono da un mondo cultu-rale comune e in queste tre fe-di c’è una tendenza tesa a sot-tomettere le donne che nonsono considerate a immaginedi Dio, come l’uomo.

Nel suo libro c’è un gruppo difanatici, i Puri, che impongo-no controllo morale e restri-zioni alle donne. Crede che e-sista qualcosa di simile an-che nella nostra realtà?

Decisamente! Ci sono duemovimenti in America – R e-vive our HeartseTrue Woman– che spingono per un ritornoalla cultura domestica in voganell’epoca vittoriana in cui ledonne si occupano soltantodella casa e del piacere ses-suale dei propri mariti.

In Italia i movimenti ProVitamettono in dubbio l’aborto eosteggiano le unioni gay.

Sono ipocriti, nessuno di lorosarebbe pronto ad adottarequesti bambini ‘non desidera-ti’. Dell’America odierna mi

spaventa questa pericolosacommistione fra politica e re-ligione che mette in pericolole nostre conquiste civili. Sequesti diritti fossero cancel-lati significherebbe un ritor-no al Medioevo.

Oggi ci sono parole vietatealle donne?

Vede, io uso molte parolaccema so bene che ci sono tantedonne pronte a scandaliz-zarsi per tutto. Si offendonopersino se gli fanno un fi-schio in strada. Il femmini-smo non è affatto un concettoeterogeneo…

Si riferisce al fatto che in I-talia ci sono molte allusioninegli spot?

Lo trovo buffo, non mi distur-ba. Ho l’impressione che ilfemminismo odierno abbia latendenza di demonizzare gliuomini, ‘oh sono una poverafemmina, tutto mi offende,

non posso difendermi’. Nondobbiamo vederci come vitti-me, non possiamo permetter-ci di odiare gli uomini a pre-scindere.

L’America di Trump è disto-p i c a?

Credo che non dovrebbe piùparlare in pubblico. E aste-nersi dal twittare. I media lodipingono come il male asso-

luto ma oggi leggiamo solo i ti-toli delle notizie, li condivi-diamo sui social e mettiamoun emoji. Nessuno sembra a-ver tempo di approfondire.

#MeToo: favorevole o con-t ra r i a?

Ha sollevato il velo sulla vio-lenza, questo è il suo merito.Ma non mi piace che ci sianostate attrici celebri che, annidopo, abbiano improvvisa-mente recuperato la memo-ria. Se avessero parlato prima,avrebbero difeso le colleghepiù deboli e indifese.

Esiste il compromesso ses-s u a l e?

C’è grande differenza fra laviolenza e chi fa un accordo.Condanniamo fermamente laviolenza ma altra cosa è do-narsi per ottenere qualcos’a l-tro. Accade a tutte le latitudi-ni. Ma non si può dire.

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L’I N T E RV I STA CHRISTINA DALCHER L’autrice Usa: “Mi spaventa moltol’unione tra politica e religione per le nostre conquiste civili”

» LORENZO VENDEMIALE

Stesso stadio, stesso gior-no (o quasi): stasera aSan Siro si gioca Ita-

lia-Portogallo ed è inevitabiletornare a quel maledetto 11novembre 2017 e allo 0-0 con-tro la Svezia, la pagina più tri-ste della storia azzurra. Signi-fica affrontare fantasmi, brut-ti ricordi, un avversario at-tualmente più forte e quotatodi noi, che anche senza Cri-stiano Ronaldo guida merita-tamente il girone della Na-tions League, il nuovo torneovarato dalla Uefa al posto del-le amichevoli in cui gli azzurrisono tornati in corsa dopo lavittoria in Polonia a ottobre.

L’ultima sosta per le Nazio-nali del 2018, che prevede an-

che l’inutile esibizione dimartedì in Belgio contro gliStati Uniti, ha il sapore di unamaro déjà-vu, mischiato allasperanza di voltare pagina.

UN ANNOe qualche giorno do-po l’ultima volta Milano saràdi nuovo azzurra, ci sarannogli stessi 70 mila sugli spalti maè cambiato quasi tutto il resto:Federazione, allenatore, gio-catori. Se n’è andato Carlo Ta-vecchio, attraverso il disastro-so commissariamento del Co-ni si è arrivati alla presidenzadi Gabriele Gravina, che stase-ra fa il suo debutto alla guidadella Figc. In panchina c’è Ro-berto Mancini, che dopo unavvio difficile sembra essersichiarito le idee. Soprattutto, incampo c’è una Nazionale di-

dai vari Chiesa, Barella, met-tiamoci pure Donnarumma eBiraghi, che un anno fa vede-vano l’azzurro da tifosi.

STA CRESCENDO una nuova I-talia. Il ct Mancini prova ad al-levarla con valori confusi econvocazioni fantasiose (do-po i vari Zaniolo e Caprari è lavolta del teenager Tonali, gio-vanissimo regista del Bresciache non ha mai visto la Serie A,e l’emigrante Grifo, una car-riera da gregario in Germaniae Acerbi al posto dell’infortu -nato Romagnoli), ma se nonaltro con la convinzione di chinon ha alternative. Sarebbeingeneroso chiedere a questagiovane generazione, che ha26 anni di media e soltantosprazzi di vero talento, di

chiudere da sola i conti colpassato. Ma la sfida col Porto-gallo vale tanto lo stesso: un ri-sultato negativo ci farebbesprofondare indietro di un an-no, dimostrando che il succes-so contro la Polonia è stato so-lo un’illusione, che l’Italia èancora malata e distante dallegrandi d’Europa. Vincere, in-vece, vuol dire sperare nellaqualificazione alla fase finaledella Nations League (ma ser-ve pure un passo falso dei por-toghesi nell’ultimo match ca-salingo con la Polonia) e, cosaforse più importante, avere laconferma di essere sulla buo-na strada. Non basterà a can-cellare il ricordo della Svezia erestituirci il Mondiale perdu-to, ma sarebbe già qualcosa.

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versa: i reduci della notte diSan Siro saranno appena cin-que (Chiellini, Bonucci, Flo-renzi, Jorginho e Immobile,q ue s t’ultimo in dubbio). Lagrande discontinuità non èrappresentata tanto dal nu-mero 10 sulle spalle di Loren-zo Insigne, allora relegato tri-stemente in panchina e oggistella della squadra, quanto

T ut toè cambiatoDalla guidadella Figc alCt: rispetto aun anno fa lar ivolu z ionesembra servi-ta Ansa

S ucce ss oa l l’e s ord ioChristina Dal-cher ha scala-to le classifi-che grazieal suo primorom a n zo,“Vox ”

NAZIONALE Questa sera gli Azzurri tornano a Milano e affrontano il Portogallo per la Nations League

A San Siro contro il fantasma della SveziaC A L C IO

11 novem-bre 2017La scon-fitta deglisvedesi el’esclusio-ne dalMondiale;oggil’Italiaha un’etàmedia di26 anni

Michelin, un nuovo 3 stelleNuovo premiato per l’Italia: èMauro Uliassi di Senigallia, e ilristorante che porta il suo nomeNessuna novità tra i 2 stelle

MotoGP: libere con il diluvioProsegue il maltempo a Valencia:nella seconda sessione il miglioreè Petrucci della Ducati Pramacdavanti a Marquez e Rossi

Giroud: “Gay non si può dire”L’attaccante del Chelsea spiegaa Le Figaro: “Nello spogliatoioc’è testosterone. Capisco il doloree la difficoltà di chi si racconta”

“Basta col vederci vittime,valiamo più di cento parole”

Il libro

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Trump? Non dovrebbepiù parlare in pubblicoE astenersi dal twittareIl MeToo? Certe attricicelebri dovevanodenunciare prima

Page 20: Il prezzo della verit¿ Manovra, pressioni su Mattarella ... Fatto Quotidiano - 17 novembre 201… · 6torni il tempo della seriet¿7e della 6 verit¿7(cioÇ il tempo dei Renzi).

20 » ULTIMA PAGINA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 17 Novembre 2018

Dalla Prima

» MARCO TRAVAGLIO

E la ripeterei identica oggi.Purtroppo, non so ancora

perché (la sentenza non la pos-seggo), ero contumace, nessu-no mi ha avvertito che si stavaprocedendo in mia assenza enon ho potuto dimostrare di a-ver detto la verità. Nel processocivile non c’è un pm che condu-ce le indagini (se ci fosse stato,avrebbe acquisito le cartedell’inchiesta Consip e dell’af -fare Poste-Eventi6, e subito ar-chiviato il caso): c’è solo un giu-dice che esamina le “memorie”legali del denunciante e del de-nunciato e su quelle decide,senza nemmeno tener contodei fatti notori. Ma in questoprocesso i miei legali non c’era -no, dunque il giudice ha decisosu quel che gli raccontavano gliavvocati di Renzi sr. E ha con-cluso – almeno secondo i lf o-glio.it–che le mie parole “hannoconnotazioni oggettivamentenegative, alludendo ad un conte-sto di malaffare e ad un intrecciodi interessi privati, economici epolitici ad elevati livelli... L’offe -sa è tanto più grave in quanto simettono in relazione gli affaripersonali dell’attore (TizianoRenzi, ndr) con l’ascesa politicadel figlio che, all’epoca dei fatti, ...era stato capo del governo e,quindi, figura istituzionale dallaquale tutti si attendono atten-zione e sensibilità per gli interes-si dello Stato”. Cioè avevo addi-rittura insinuato un’i nc hi e st asu Tiziano Renzi per Consip eun legame diverso dall’omoni -mia fra il Renzi che s’interessa -va a Consip e prendeva appaltida Poste, e il Renzi che guidavail governo azionista di Consip edi Poste. Quanto all’importo di50 mila euro, meglio non com-mentare.

Un caso simile mi era già ac-caduto vent’anni fa. Nel ’95 Ce-sare Previti mi denunciò per-ché l’avevo definito sull’In di-pendente “cliente di procure etribunali” (e lo era eccome: eraindagato a Brescia per un ricat-to a Di Pietro, per cui sarebbestato poi rinviato a giudizio e in-fine assolto). Durante il proces-so, l’Indipendente chiuse i bat-tenti. L’avvocato, non più paga-to dall’editore in liquidazione,pensò bene di smettere di difen-dermi. Così nel ’99 mi ritrovaicondannato dal Tribunale diRoma allo sproposito di 79 mi-lioni di lire per non aver prodot-to le carte che provavano quan-to avevo scritto: cioè l’atto di i-scrizione di Previti sul registrodegli indagati, di cui tutti i gior-nali parlavano, ma che il giudicenon poteva conoscere perchépoteva basarsi solo sulle carteprodotte dalle parti (e la mianon aveva prodotto nulla: il miofascicolo era vuoto, così come lasedia del mio difensore). Sicco-m e n o n a v e v o 7 9 m i l i o n isull’unghia, Previti mi pignoròper due anni il quinto dello sti-pendio. Poi la Corte d’a p p el l oribaltò la sentenza, ma non deltutto, perché le prove già dispo-nibili in primo grado non eranopiù ammissibili in secondo: igiudici ridussero il danno allasomma che avevo già pagato (u-na ventina di milioni). Vedremose stavolta andrà meglio. Ma mela vedrò io. Se ve l’ho fatta tantolunga, cari lettori, è perché nesentirete come sempre di tutti icolori. Ma mi preme dirvi ciòche vi ho già detto in occasionedell’altra causa alla fiorentinapersa con babbo Renzi: ho dettola pura verità, quindi – se volete– potete continuare a fidarvi dime e delFatto . Ci vuole ben al-tro per intimidirci.

S empre più difficile distinguerele battute di spirito dalle cose se-rie; di solito l’ironia è quella che

non viene compresa, quando invece u-na cosa passa per una battuta è statadetta con la mano sul cuore. Più unanotizia pare autentica, più potrebberivelarsi un fake e viceversa, ma la cer-tezza non c’è mai. Lele Mora si dichia-ra pronto a riportare in vita l’Unità e adirigerla: ha tutta l’aria di un fake, in-vece è accaduto davvero. Il quotidianofondato da Antonio Gramsci deve ave-re qualcosa di irresistibile (a prender-

lo ci avevano già provato Danie-la Santanchè e Paola Ferrari)ma, insomma, Mora scherzava ofaceva sul serio? Per venirne a ca-po l’unica è un rigoroso fact checking;dunque proviamoci.

Lele Mora ha mai fatto il giornali-sta? No. Ha mai fatto il parrucchiereper signora? Sì. Ha mai fatto l’agentedei Vip? Sì. La stampa italiana vive inadorazione dei Vip? Sì. Lele Mora eraed è egli stesso un Vip? Sì. I Vip trat-tano i giornali come fossero i loro par-rucchieri? Sì. Mora è mai stato di si-

nistra? No. È mai stato fascista?Sempre. Aveva come suoneria

del telefonino Faccetta nera? Sì.È stato condannato per bancarot-

ta fraudolenta? Sì. Ha mai fatto sessocon Fabrizio Corona, secondo Fabri-zio Corona? No (questo in apparenzanon c’entra, ma Fabrizio è pur sempreil figlio di Vittorio, grande giornali-sta). Non ci sono dubbi: Lele Mora di-ceva il vero, e questo potrebbe esseresolo il primo passo del suo percorsoneogramsciano. Ora aspettiamo iQuaderni del carcere.

THE WINNER IS

Lele Mora,più che “l’Un i t à ”

i “Quadernidel carcere”

» NANNI DELBECCHI