Il tempo della verit  - Focus

102

Transcript of Il tempo della verit  - Focus

PRESENTAZIONE

Miami, gennaio 2020. Gli Stati Uniti d’America sono sconvolti:il figlio del senatore John Killian, candidato alla Casa Bianca, estato rapito. Mentre i giornali gia parlano di una nuova ondataterroristica, l’FBI e convinta che il responsabile sia CameronMacDonald, guardia del corpo del senatore, e concentra le in-dagini su di lui. In preda alla disperazione, Cameron non sapiu come difendersi e chiede aiuto aWill Piper, facendo appel-lo alla loro vecchia amicizia. Will non esita nemmeno per unistante: lascia la barca ormeggiata a Panama City, dove si e tra-sferito quando e andato in pensione, e raggiunge Miami. Maben presto l’alibi di Cameron si sgretola e le strade verso lasua innocenza si chiudono tutte, a una a una. A meno che Willnon si decida a imboccare quella che porta nell’Area 51, il luo-go in cui e conservata la Biblioteca dei Morti...

Glenn Cooper rappresenta uno straordinario caso di self-ma-de man. Dopo essersi laureato con il massimo dei voti in Ar-cheologia a Harvard, ha scelto di conseguire un dottorato inMedicina. E stato presidente e amministratore delegato dellapiu importante industria di biotecnologie del Massachusettsma, a dimostrazione della sua versatilita, e diventato poi sce-neggiatore e produttore cinematografico. Grazie al clamorososuccesso della Biblioteca dei Morti, del Libro delle Anime, dellaMappa del destino, del Marchio del diavolo e dell’Ultimo giorno,si e imposto anche come autore di bestseller internazionali.

Disponibile dal 15 novembrein eBook e in libreria:

I CUSTODI DELLA BIBLIOTECA

Scopri l’invito alla lettura

in anteprima

dopo Il tempo della verita

G l e n n C o o p e r

I L T E M P O

D E L L A V E R I T A

Titolo originaleThe Library Card

ISBN 978-88-429-2275-9

Traduzione di Annalisa Creaper Studio Editoriale Littera, Rescaldina (MI)

Per essere informato sulle novitadel Gruppo editoriale Mauri Spagnol visita:

www.illibraio.itwww.infinitestorie.it

In copertina: foto g Ocean/CorbisGrafica: Rumore Bianco

Copyright g Glenn Cooper 2012g 2012 Casa Editrice Nord s.u.r.l.Gruppo editoriale Mauri Spagnol

Prima edizione digitale 2012Quest’opera e protetta dalla Legge sul diritto d’autore.

E vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata.

Gennaio 2020

« 911, qual e l’emergenza? »

« E per mio figlio! E scomparso. »

« Scomparso? »

«Rapito. Hanno lasciato un biglietto. Vi prego, manda-

te degli agenti! » L’uomo sembrava in preda all’angoscia.

«Quanti anni ha suo figlio? »

«Ha tre mesi. No, quattro. »

«Ha detto che hanno lasciato un biglietto? »

« Sı, nella nursery. L’ha appena trovato mia moglie. »

« Il suo indirizzo? »

« 7229 South Ocean. »

«A Palm Beach? »

« Sı. »

« E il suo nome? »

« Sono il senatore John Killian. »

Un istante di silenzio all’altro capo del filo. «Quel se-

natore Killian? »

« Sı! La prego, mandi subito degli agenti. »

« Stanno arrivando, senatore. »

Will Piper era nel bel mezzo di una tempesta che lo sbal-

lottava qua e la nella cabina della sua barca, la Will Power.

Poco prima, al tramonto, quando il mare era ancora cal-

mo e il cielo rosa, aveva legato il cruiser allo scivolo con

cosı tante cime che sembrava un insetto nella tela di un

ragno. Quindi adesso non poteva fare altro che tenersi

forte e sperare che la tempesta passasse senza fare danni.

Quella sera non era solo. Molti altri proprietari d’im-

barcazioni si erano rifugiati sottocoperta e, prima che la

burrasca giungesse dal golfo fino a Panama City, alcuni

portuali avevano fatto un barbecue e si erano scolati

qualche lattina di birra. E, quando la tempesta era arriva-

ta sulla terraferma, si erano attaccati alle radio per vedere

come se la stessero cavando i loro vicini.

Will ascoltava le loro chiacchiere disteso su un diva-

netto imbottito, i muscoli tesi per evitare di cadere quan-

do la barca ondeggiava. Quella sera era felice che Nancy

e Phillip non fossero con lui. Phillip non avrebbe fatto

storie – era un bambino coraggioso – ma Nancy odiava

il maltempo e lo avrebbe maledetto per averla trascinata

lı. La tempesta avrebbe colpito anche lei, pero ci sarebbe

voluta un’altra giornata prima che raggiungesse la Virgi-

nia. Phillip non sarebbe potuto andare a scuola per via

della neve e lei avrebbe dovuto supplicare una delle

sue amiche mamme di occuparsene. Non c’erano giorni

di chiusura per neve per i pezzi grossi dell’FBI.

La pioggia batteva forte sui vetri di plexiglas. Will ave-

va abbassato le luci della cabina per ammirare lo spetta-

colo dei lampi e, ogni volta che ne vedeva uno, contava i

secondi fino al rombo, come faceva da bambino. Nove se-

condi, cinque, tre. La tempesta era proprio sopra di lui e

le radio gracchiavano per via delle interferenze atmosfe-

riche.

Il tuono coprı la suoneria del cellulare. Quando final-

mente la udı, Will afferro il telefono e rispose un attimo

prima che partisse la segreteria telefonica. Era un model-

lo antidiluviano; un semplice smartphone senza le mille

5

funzioni delle NetPen che avevano quasi tutti, ormai.

Niente schermo retrattile, ne immagini 3D, ne interattivi-

ta vocale: solo un display a cristalli liquidi, come ai vec-

chi tempi. Era una reliquia, proprio come lui.

Non riconobbe il numero.

« Pronto? »

«Will? Will Piper? »

« Sı, chi parla? »

«Ciao, Will, sono CamMacDonald. Ti ricordi di me? »

«Certo! » Alla fine degli anni ’80, sia Will sia Cameron

collaboravano con l’FBI di Indianapolis e si erano occu-

pati insieme di alcuni casi. Quando non erano in servizio,

avevano fatto un bel po’ di casino. All’epoca, Cam beve-

va persino piu di lui, se possibile. Era un tipo gioviale e

affabile e, qualche tempo dopo, aveva sposato una ragaz-

za del Texas e si era trasferito a San Antonio. Will era an-

dato al matrimonio con sua moglie e l’aveva fatta incaz-

zare scommettendo con un altro agente su quanto ci

avrebbe messo Cam a chiedere il divorzio. E invece Will

lo aveva battuto sul tempo, e di qualche anno per giunta.

«Cristo, Cam. Quanto tempo e passato? »

«Non mi ricordo neanche, Will. Un sacco. Come stai?

Sei nel bel mezzo di una tempesta o cosa? »

« Sono sulla mia cazzo di barca, in mezzo al finimon-

do. »

«Cavolo! Se devi stare al timone o che, ti richiamo. »

«Non ti preoccupare. Sono legato allo scivolo. Ma mi

sento come un cubetto di ghiaccio in uno shaker. Come

hai fatto a trovarmi? »

«Bill Tannenbaum. »

«Ah, sı? Anche lui non lo sento da un bel po’. »

« Be’, aveva il tuo numero. Sei ancora in Florida, giu-

sto? »

6

«A Panama City. Sto un po’ qui e un po’ in Virginia.

Mia moglie Nancy e un pezzo grosso di Washington. »

«Lo so. Ho sentito dire che e in lizza per diventare il

primo direttore donna. »

«Non so se ce la fara. »

Mancavano solo sette anni al 2027. Nancy era in corsa,

ma non andava cosı veloce.

«Capisco. L’Orizzonte e una brutta bestia. »

Will aveva esaurito i convenevoli, quindi chiese a Cam

cosa poteva fare per lui.

«Hai saputo del rapimento a Palm Beach, due giorni

fa? Il figlio del senatore Killian? »

«Certo. Non guardo il telegiornale tutti i giorni, ma bi-

sognerebbe vivere su Marte per non saperlo. Come mai

me lo chiedi? »

« Lavoro per Killian. Guardia del corpo, autista, roba

del genere. Da quasi un anno, ormai. Chuck Steuben,

un altro ex agente, l’ha fatto per un po’ e, quando se

n’e andato, ha lasciato tutto in mano a me. »

«Ma Killian non ha la scorta dei servizi segreti? »

«L’accordo era che, se avesse vinto al Super Tuesday,

avrebbe ottenuto la scorta. Ma il rapimento ha accelerato

i tempi. Mi hanno detto che adesso e protetto ventiquat-

tr’ore su ventiquattro. »

« Te l’hanno detto? »

« Sı. Io sono fuori, ormai. Anzi peggio. Sono uno dei

sospettati del rapimento, pensa un po’. Devo trovarmi

un avvocato con le palle. Ho pensato che magari, visto

che vivi in Florida, conosci qualche bravo penalista. Sono

nella merda, Will. Ho proprio bisogno di un amico. »

7

La tempesta di neve che colpı la Virginia il giorno dopo

trasformo il tragitto che separava la casa di Nancy Piper

dal quartier generale dell’FBI in un inferno. Nancy proce-

deva a passo d’uomo e, lanciando occhiate sempre piu an-

siose all’orologio del cruscotto che avanzava imperterrito,

si abbandono a pensieri poco piacevoli su suo marito.

Il loro matrimonio era piuttosto anticonvenzionale.

Mentre Will era andato in pensione, lei aveva scalato l’or-

ganigramma dell’FBI con l’agilita di un’alpinista. Quan-

do, sette anni prima, Nancy era stata trasferita al quartier

generale di Washington, la famiglia aveva traslocato a

Reston, in Virginia, in una graziosa casa con tre camere

da letto e un bel giardino. Will era caduto in una specie

di depressione da quartiere residenziale: nella terra dei

pendolari e dei bambini da portare a scuola e alle partite

di calcio, lui si sentiva come un pesce fuor d’acqua.

Sebbene quasi tutti pensassero che il grande Will Pi-

per, l’uomo che aveva svelato l’esistenza della Biblioteca

di Vectis, fosse ricco sfondato, non era affatto cosı. Alcuni

anni prima, Will si era lasciato convincere a scrivere un

libro, da cui poi era stato tratto un film, ed entrambi ave-

vano avuto un buon successo, ma i proventi erano finiti

nel fondo per l’universita di Phillip e nell’acquisto della

barca di Will, che per lo piu languiva in un porticciolo

di Panama City. Will odiava la notorieta ed era rimasto

sotto i riflettori il minimo indispensabile, giusto il tempo

del tour promozionale che gli era stato imposto per con-

tratto dall’editore. Quand’era finito, Will aveva evitato

accuratamente il circuito delle apparizioni in TV, delle

pubblicita e dei reality show. Aveva cercato di vivere

una vita normale, anonima, ma non era un’impresa da

poco. Un uomo come lui – alto e bello, coi capelli biondi

screziati di grigio e col sorriso scaltro – non passava certo

8

inosservato e, quando gli sconosciuti lo fermavano per

strada chiedendogli cosa sarebbe successo il 9 febbraio

2027, lui alzava le spalle e rispondeva educatamente

che non ne aveva la piu pallida idea.

Ormai la famiglia Piper viveva per lo piu dello stipen-

dio di Nancy, il che non era un problema per lui. A nes-

suno dei due importava troppo dei beni materiali.

Il problema era, invece, dover fare il casalingo. Nella

casa di Reston, Will era sempre depresso e imbronciato,

aveva aumentato il consumo di birra e fissava con desi-

derio la bottiglia di Johnnie Walker Black Label sullo

scaffale del negozio di alcolici del quartiere. Alla fine

Nancy si era stufata. Per un bambino di sei anni, non

era bello crescere con un padre che c’era e non c’era,

ma neanche assistere ai continui battibecchi dei genitori.

E guardare Will dibattersi come un pesce fuor d’acqua

stava cominciando a pesare anche a lei. Cosı Nancy gli

aveva dato il permesso di trascorrere buona parte del

suo tempo in Florida e tutti e tre facevano avanti e indie-

tro il piu spesso possibile, in modo da mantenere una

parvenza di vita familiare.

E funzionava. Quasi sempre. Phillip era un bambino

felice e anche Nancy e Will lo erano, quand’erano insie-

me. E, quand’erano lontani, si sentivano due volte al

giorno e Will andava a tutti i saggi scolastici e ai ricevi-

menti dei professori. Nancy dava per scontato che lui

le sarebbe stato fedele laggiu, nel suo buen retiro marit-

timo e, se non lo fosse stato, non voleva saperlo. Tuttavia

era riuscita a strappargli la promessa che non avrebbe ri-

cominciato a bere. Su quello non transigeva. Aveva rias-

sunto cosı il suo nuovo status alle sue amiche e a Laura,

la figlia che Will aveva avuto con la prima moglie: lei e

Will erano felicemente quasi-sposati.

9

Le uniche volte in cui Nancy andava su tutte le furie

erano quelle giornate in cui doveva fare i salti mortali

per trovare qualcuno che si occupasse di Phillip, il che

le lasciava la spiacevole sensazione di essere una madre

single e stressata.

La sua NetPen trillo e si collego allo schermo del cru-

scotto. Era il suo assistente che voleva sapere quando sa-

rebbe arrivata.

« Tra una ventina di minuti, se nessuno fa un testacoda

davanti a me. »

«Mike ti sta cercando. »

Nancy impreco tra i denti. « Fantastico. Che gli hai det-

to? »

«La verita. »

«Ottimo. Sai cosa voleva? »

«Killian, Killian, Killian. »

I primi a giungere sulla scena del crimine erano stati

gli agenti di West Palm Beach, ma il caso era subito pas-

sato al quartier generale di Miami e a quello di Washing-

ton. Non esisteva un crimine di piu alto profilo del rapi-

mento del figlio di un candidato alla presidenza.

«Novita da ieri sera? » chiese Nancy.

« Ti ho mandato un rapporto via e-mail, ma niente

d’importante. »

Lei chiuse la comunicazione e, se pur riluttante, sinto-

nizzo la radio sulla CNN per ascoltare le ultime notizie.

Tanto valeva sapere come i media stavano affrontando il

caso prima di entrare nella fossa dei leoni.

Mike Curry era il diretto superiore di Nancy, nonche il

vicedirettore della sezione anticrimine dell’FBI. Curry ri-

feriva al capo della sezione, il vicedirettore della sezione

crimini informatici, che a sua volta riferiva al direttore

del’FBI. Quindi Nancy, che era gia una delle donne di

10

grado piu alto dell’agenzia, era a tre gradini dal vertice

della piramide. Quella mattina, pero, stava per ricevere

una lavata di capo come un’agente speciale appena uscita

da Quantico.

« Cristo santo, Nancy, non puoi arrivare tardi in un

giorno come questo », gemette Curry.

Ogni giorno e « come questo », penso lei, ma si limito a

incassare, annuendo. «Mi dispiace, Mike. E che le scuole

sono chiuse per neve... Non vuole essere una scusa, solo

una spiegazione. »

Curry, che conosceva il suo accordo col celebre marito,

sbuffo. « I media ci stanno massacrando. Ho bisogno di

tutta la tua attenzione. »

«Ce l’hai. »

«Dicono che, siccome Cameron MacDonald e un no-

stro ex agente, abbiamo un occhio di riguardo. »

«Certo che no », disse Nancy. «Ho letto le trascrizioni

dell’interrogatorio. I nostri lo hanno messo sotto torchio

per bene. Stiamo anche passando al setaccio la sua storia

personale e finanziaria. Poi, piu tardi, dovremmo avere

altri risultati della scientifica. »

«Ma nessun arresto. »

« Se e quando Jim Moskowitz avra prove sufficienti a

giustificare un arresto, lo dira al procuratore di Miami. »

«Che ne pensi di Jim? » chiese Curry.

« E il capo del quartier generale di Miami. E bravo. E

ha buone capacita di giudizio. »

Curry aggrotto la fronte. «Quando sento parole come

’bravo’ e ’buono’, mi si rivolta lo stomaco. Per un caso co-

me questo, voglio sentire ’fantastico’ e ’incredibile’. Ecco

perche ti mando in Florida. Da questo momento, sei la re-

sponsabile delle indagini. »

Nancy cerco di restare impassibile, ma non era quello

11

che avrebbe voluto sentirsi dire. Se tutto fosse andato per

il meglio – se avessero riportato a casa il bambino e arre-

stato il colpevole – il merito non sarebbe andato a Nancy.

Ma, se le cose fossero andate male, allora lei avrebbe fatto

da capro espiatorio. « Sei sicuro, Mike? »

« Sı, ormai e deciso. E il piu grave rapimento della sto-

ria del Paese, peggio di quello di Patty Hearst e del figlio

di Lindbergh messi insieme. Killian potrebbe essere il

prossimo presidente. Non e mai successa una cosa del

genere. Ci chiedono se puo trattarsi di un atto terroristico

e il direttore vuole sapere se e il caso di chiamare quelli

dell’antiterrorismo. Ma io non voglio passargli un caso

come questo, chiaro? A quanto ho capito, MacDonald e

il principale sospettato. Vai lı, spremilo, trova i suoi com-

plici e il bambino, possibilmente vivo. Io a settembre me

ne vado. A ottobre su questa sedia ci sarai tu o Bruce Be-

nedict. Sta a te. »

Nancy si mise al lavoro con la sua solita efficienza. Pri-

ma ancora di arrivare in ufficio, aveva gia chiamato la ba-

bysitter di Phillip, aveva ottenuto un jet dall’agenzia che

la portasse a West Palm Beach e aveva chiesto al suo as-

sistente di chiamarle Will. Il tutto mentre camminava a

passo spedito, sorridendo alla gente che incontrava.

Non aveva ancora quarant’anni: venti meno di Will.

Lui le diceva sempre che diventava piu bella ogni giorno

che passava e, sebbene Nancy non fosse il tipo da accet-

tare facilmente quel tipo di complimenti, era soddisfatta

del suo aspetto. Era minuta ma tonica, grazie al fatto che

sacrificava la pausa pranzo per allenarsi in palestra e, col

suo bel viso e con l’intensa energia che emanava, faceva

girare la testa a molti uomini.

Mentre sfrecciava accanto al suo assistente, lui le disse

che aveva Will in linea.

12

Nancy accese lo schermo sulla scrivania. Will odiava

le videochiamate, quindi al posto della sua faccia c’era

un riquadro nero. « E tornato tutto alla normalita dalle

tue parti? » gli chiese.

« Sai com’e, il giorno dopo la tempesta e sempre splen-

dido. »

«Vai a pesca? »

« Sı e no. »

«Cioe? »

«A pesca di risposte. »

«Cosa stai combinando, Will? »

« Sono appena atterrato a Palm Beach. »

« Perche? »

«Un mio vecchio amico e nei guai. Allora, siccome ho

molto tempo libero, ho pensato di dargli una mano. »

«Lo conosco? »

«Cameron MacDonald. »

Nancy chiuse gli occhi e si coprı la faccia con la mano.

Avrebbe voluto ucciderlo, ma si sforzo di mantenere la

calma. «Non dire un’altra parola. »

« Perche? »

«Questo e un caso aperto, Will. Ed e il mio caso. Non

posso lasciarti parlare col mio principale sospettato. »

« Lui dice che non c’entra niente. »

«Non m’interessa cosa dice, Will. M’interessa solo il

gigantesco conflitto d’interessi che hai appena creato in-

teragendo con un mio sospettato. »

« Prima di tutto, Nance, non avevo idea che tu fossi

dall’altra parte della barricata; e poi, che cos’altro potevo

fare? Mi ha chiesto aiuto. Ci conosciamo da una vita. Dai

tempi di Indianapolis. »

« Senti, Will. Devi dirgli che non puoi fare niente per

13

lui. Qualsiasi cosa voglia da te, digli di rivolgersi a qual-

cun altro. »

Ci fu uno dei silenzi alla Will Piper all’altro capo del

filo.

Nancy sapeva gia cosa gli frullava per la testa.

E infatti la sua risposta fu del tutto prevedibile: «Nien-

te da fare. Gli ho promesso che l’avrei aiutato e non ho

nessuna intenzione di rimangiarmi la parola ».

Lei sospiro. A volte, essere sua moglie era un peso che

le toglieva il fiato. « Ti avevo chiamato per chiederti di

tornare qualche giorno a Reston per occuparti di Phillip.

Io parto per Palm Beach tra un’ora. »

«Mi dispiace. Dovra stare da un amico. »

«M’inventero qualcosa. »

« Phillip e un soldatino. »

« Sı, ci hai trasformato tutti in soldatini. »

Nancy credeva che Will avrebbe dato in escandescen-

ze, invece disse allegramente: « Perche non alloggiamo

allo stesso hotel? »

Will si diresse verso il quartiere commerciale di West

Palm Beach a bordo dell’auto presa a noleggio. Disprez-

zava i veicoli elettrici e si teneva stretta la sua vecchia Ca-

maro, che era parcheggiata al porto. Ma, con quello che

costava la benzina, aveva dovuto ridurre drasticamente

i suoi viaggi. I giorni delle scorribande a tutta velocita

erano finiti da un pezzo. Parcheggio ed entro nel bar. C’e-

ra un tizio seduto a un tavolo in fondo, con una tazza tra

le mani, che doveva essere Cam. Will cerco nel volto di

quell’uomo qualche traccia del giovane che aveva cono-

sciuto, ma gli anni e le preoccupazioni degli ultimi giorni

lo avevano cancellato.

14

Fu Cam stesso a togliergli ogni dubbio. « Ehi, Will. »

«Cam. E bello rivederti. »

« Sei sempre uguale. »

Will si sedette. «Anche tu. »

«Bugiardo. Ho venti chili in piu. E sembro un hot dog

ripieno di merda. Tu invece sei in forma smagliante. Ho

seguito la tua storia in TV quando sono successe quelle

cose, dieci anni fa. Avrei dovuto chiamarti, ma ho pensa-

to che... »

« Ehi, non e un problema. »

« ... ho pensato che avessi un sacco di gente addosso.

Ho visto il tuo film, pero. Nonmi fraintendere, ma secon-

do me sei piu bello tu dell’attore che ti ha impersonato. »

« Lui pero si diverte piu di me. »

« Cosı pare. Ma, senti, Will: per me sei un vero eroe

americano per quello che hai fatto, denunciando tutto

quanto. Non e piacevole, pero la gente aveva il diritto

di sapere della Biblioteca. »

La Biblioteca.

Erano passati dieci anni, eppure a Will sembrava an-

cora una storia inventata, un romanzo di fantasia. Invece

era la realta.

Un’enorme biblioteca, contenente piu di 700.000 volu-

mi rilegati in pelle, scoperta dagli archeologi nel 1947 sot-

to le rovine dell’antico monastero di Vectis, sull’isola di

Wight, al largo della costa meridionale dell’Inghilterra.

E quei libri erano diversi da tutti gli altri. Erano stati

scritti nel corso di cinque secoli da una setta di monaci

che, per tutta la vita, avevano compiuto una sola azione:

scrivere le date di nascita e di morte dell’intero genere

umano.

Per cinque secoli, numerose generazioni di saggi dai

capelli rossi e dagli occhi verdi avevano lavorato sotto

15

il monastero, protetti da un ordine di monaci in contatto

col mondo esterno. Poi tutto era finito in un’orgia di san-

gue e suicidi. L’ultima generazione di saggi era scompar-

sa e il loro lavoro si era concluso con una data: 9 febbraio

2027, accompagnata da una breve notazione in latino:

« Finis dierum».

La fine dei tempi.

Winston Churchill aveva capito subito la portata di

quella scoperta. L’Inghilterra, devastata dalla guerra,

non era in grado di affrontare la responsabilita logistica,

finanziaria e morale della Biblioteca. Cosı, la patata bol-

lente era passata agli americani, che avevano creato un

enorme complesso sotterraneo nel deserto di Groom

Lake, nel Nevada.

L’Area 51 era stata costruita per ospitare la Biblioteca.

Era una struttura segretissima, che aveva dato vita all’o-

perazione d’intelligence piu complessa della Storia. Ana-

lizzando le date di morte contenute nei volumi della Bi-

blioteca, il governo e l’Esercito statunitensi erano sempre

in vantaggio nel prevedere gravi avvenimenti – terremo-

ti, tsunami, guerre, carestie – e potevano effettuare una

tempestiva pianificazione delle risorse e reagire in tempi

brevi. E il database computerizzato era in grado di forni-

re dati d’importanza nazionale relativi a singoli indivi-

dui. Alcuni sapevano che John F. Kennedy sarebbe morto

il 22 novembre 1963. Non potevano evitarlo, ma lo sape-

vano.

Tutto cio che riguardava la Biblioteca – compresa l’in-

quietante notazione sulla fine dei tempi – sarebbe rima-

sto sotto stretti vincoli di segretezza, se non fosse stato

per Will Piper e Nancy Lipinski. All’epoca, lui era alla fi-

ne della sua carriera nell’FBI, lei all’inizio. Poi era arriva-

to il caso Doomsday, un sentiero irto d’insidie che aveva

16

condotto Will e Nancy al cuore delle operazioni dell’Area

51. E, da cacciatori, entrambi erano diventati le prede. E

Will, in un ultimo disperato tentativo di salvare se stesso

e i suoi cari, aveva svelato al mondo l’esistenza della Bi-

blioteca.

Da allora, erano tutti sulla stessa barca. Tutti avevano

una nuova consapevolezza della vita e della morte, del

destino e del libero arbitrio. Tutti sapevano che il 9 feb-

braio 2027 sarebbe stato un giorno decisivo per la storia

dell’umanita.

L’Orizzonte si avvicinava.

Will non voleva parlare del passato. E di sicuro non

voleva sentirsi definire un eroe americano. Lo trovava ri-

dicolo. Ordino un caffe e ando dritto al punto. Sapeva gia

cosa dicevano i media. Ora voleva sentire la versione di

Cam.

Cam viveva in una piccola dependance sopra il garage

della proprieta dei Killian, un acro e mezzo di terreno cu-

ratissimo che si stendeva dall’oceano all’Inland Water-

way. Se fosse mai stato messo in vendita, sarebbe costato

non meno di trenta milioni di dollari. John Killian aveva

sempre azzeccato tutto nella vita, compreso il matrimo-

nio. Judy, la moglie, veniva da una ricca famiglia della

vecchia borghesia della Florida e lui non aveva esitato

ad attingere alla sua eredita per condurre uno stile di vita

principesco, e per finanziare imponenti campagne eletto-

rali. Col suo aspetto da star del cinema e con la sua intel-

ligenza brillante, era inevitabile che, prima o poi, la sua

nomina di senatore si sarebbe trasformata in un trampo-

lino di lancio per la presidenza e, all’eta di cinquantadue

anni, era sceso nell’arena. Il vincitore delle elezioni

avrebbe potuto essere il presidente dell’Orizzonte, l’uo-

17

mo che, alla fine del secondo mandato, avrebbe accom-

pagnato la nazione sull’orlo dell’incertezza.

Ma prima Killian doveva aggiudicarsi la candidatura,

e le primarie pullulavano di candidati papabili. Nel 2018,

quando aveva deciso di gettarsi nella mischia, non aveva

cominciato da favorito. Ma le cose erano cambiate quan-

do Judy era rimasta incinta. Erano anni che ci provavano

e, quando il ginecologo di Judy aveva dato loro la notizia,

la prima parola che era passata per la testa a Killian era

stata: inconcepibile. Era inconcepibile che i suoi piani fos-

sero compromessi in quel modo. Aveva bisogno che sua

moglie fosse al suo fianco durante la campagna, per

stringere mani e raccogliere voti e donazioni. A Judy ave-

va detto di essere felice della notizia, ma in realta era fu-

rioso. Poi, pero, i sondaggi avevano mostrato che la gra-

vidanza aveva avuto un ottimo effetto sulle fasce deter-

minanti dell’elettorato. Allora Killian aveva toccato il cie-

lo con un dito.

I primi sondaggi del 2020 lo davano in netto vantag-

gio. Aveva conquistato l’Iowa per il rotto della cuffia e

il New Hampshire con un ampio margine. L’ascesa alla

Casa Bianca di una giovane ed energica coppia di sposi

in attesa di un figlio infondeva speranza, merce rara a

quell’epoca. Il bambino, un maschietto, era sano come

un pesce. I possibili nomi erano stati vagliati in gran se-

greto, e Adam aveva stravinto. Il Paese aspettava trepi-

dante le prime foto del piccolo e, quand’era nato, il suo

visino era finito sulle spillette della campagna. Ora Kil-

lian era in testa nei sondaggi per il South Carolina. Il Su-

per Tuesday era dietro l’angolo, dopo di che avrebbe

avuto la strada spianata per Dallas.

Ma col rapimento era andato tutto a rotoli. La sua cam-

pagna era stata sospesa e tutta la pubblicita che riguarda-

18

va Killian era sparita dal South Carolina. Gli altri candi-

dati stavano cercando di capire come reagire alla trage-

dia e gli analisti del senatore lavoravano come matti

per trarre vantaggio dalla vicenda. Se il bambino fosse

stato trovato vivo, Killian avrebbe avuto la vittoria in ta-

sca. In caso contrario, la reazione della pubblica opinione

sarebbe stata imprevedibile: un bambino morto era una

faccenda insidiosa, perche da un lato suscitava empatia,

dall’altro una profonda disillusione. Se Killian avesse

chiesto quelle informazioni, gliele avrebbero date, ma

non lo aveva fatto, e il suo staff di Miami aveva tenuto

i dati per se, mentre lui e la moglie erano rimasti chiusi

in casa coi parenti piu stretti e con le forze dell’ordine.

« Parlami del giorno prima del rapimento », disse Will.

«Una giornata normalissima », rispose Cam. « Il sena-

tore si stava godendo un paio di giorni di riposo prima di

riprendere la campagna. Non e uscito dalla proprieta. »

« E sua moglie? »

«Neanche lei. Da quando ha avuto il bambino, sta

spesso a casa. »

«Com’e Mrs Killian? »

« E carina, se ti piacciono le bionde platinate. Molto

snella e in forma. Sai, di quelle che stanno da Dio in jeans.

Secondo me si vergognava a farsi riprendere dalle teleca-

mere prima di aver perso i chili che aveva messo su in

gravidanza. »

«Tu cos’hai fatto quel lunedı, visto che loro sono rima-

sti a casa? »

Cam alzo le spalle. «Un cazzo. Sono andato a correre,

ho fatto un po’ di palestra in garage, ho guardato la TV

e ho fatto i soliti controlli. »

«Cioe? »

«Ho fatto il giro della proprieta, ho controllato le re-

19

cinzioni e le telecamere di sicurezza. Sono reperibile ven-

tiquattr’ore su ventiquattro nel caso in cui il senatore

debba andare da qualche parte o voglia che io vada a

prendere qualcuno, ma quel giorno non l’ho sentito pro-

prio. Mi ha poi chiamato martedı mattina alle cinque. E

stato allora che e scoppiato il pandemonio. »

«Cosa ti ha detto? »

«Che il figlio era sparito e dovevo andare subito da

lui. »

«Come ti e sembrato? »

«Be’, distrutto. »

« E tu sei andato nella stanza del bimbo? »

« Sı, nella nursery. »

«E chi c’era? »

« Solo lui. »

« E la moglie? »

«Era in camera loro, in fondo al corridoio. L’ho sentita

piangere. »

« Il biglietto dov’era? »

«Nella culla. »

« I media non hanno detto cosa c’era scritto. »

«C’era scritto: ’Ritirati dalla corsa’. »

«Davvero? »

«Gia. »

« Era scritto a mano? »

«No, con le lettere ritagliate da un giornale e incollate

su un foglio di carta bianco. »

«Cos’altro hai visto? »

«Una delle finestre era aperta. »

« La zanzariera era sollevata? Tagliata? »

« Sollevata, come sempre. Non le usano mai, visto che

non aprono mai le finestre. Hanno sempre l’aria condi-

zionata accesa. »

20

«Ma non hanno finestre di sicurezza? »

« Sı. Quando faccio i miei giri, controllo che siano tutte

bloccate. »

«Ma quella non lo era. »

« Immagino di no, visto che era aperta. »

« Poi cos’hai fatto? »

«Gli ho detto di non toccare nulla e di chiamare il 911. »

«Okay, cos’altro hai visto? »

«C’era una scala fuori dalla finestra. »

« L’hai riconosciuta? »

« Sı, era una delle scale della proprieta. »

«Dove la tenevate? »

Camparve imbarazzato e scosse la testa. «Nel garage. »

«Era nel garage anche quel giorno? »

« Sı. »

« E il tuo alloggio e sopra il garage. »

« Sı. »

« Pero non hai sentito nessuno entrare e prenderla. »

« Forse stavo dormendo. »

Will finı il caffe e fece cenno alla cameriera di portar-

gliene un altro. «Okay, devo farti una domanda, Cam,

perche so bene di cosa parlo. Ti capita mai di alzare il go-

mito? »

«Ogni tanto. Pero mai di giorno, mai in servizio. »

«Ma sei l’uomo della sicurezza del senatore. E lui tra

poche settimane otterra la scorta dei servizi segreti. »

«Cosa vuoi che ti dica? »

«Quanti bicchieri ti sei bevuto quella sera? »

Cam abbasso gli occhi. « Forse tre o quattro. »

«Di cosa? »

«Vodka. »

«Non e che erano cinque o sei? »

«Puo darsi. »

21

22

«Gliel’hai detto, a quelli dell’FBI? »

« Sı. Ho ammesso tutto. »

«Quindi perche sospettano di te? »

« Pensano che sia coinvolto e che avessi dei complici.

Sulla scala c’erano lemie impronte digitali, ma gli ho spie-

gato che non c’era da stupirsi, visto che la uso spesso. »

« Secondo loro che movente avevi? »

« I soldi. Si aspettano una richiesta di riscatto. Stanno

spulciando la mia storia finanziaria. »

« E cosa troveranno? »

«Niente di buono. Sono nei guai. Ho un sacco di debi-

ti. »

« Okay, di questo parliamo dopo. Ma non possono

chiarire la faccenda con l’aiuto delle telecamere di sicu-

rezza? Uno come Killian non puo non averle. »

Cam si morse il labbro e lo guardo dritto negli occhi.

«Qualcuno ha staccato il cavo Ethernet dal router nel se-

minterrato della residenza principale. Il sistema ha smes-

so di registrare poco dopo l’una e mezzo del mattino. »

«Niente impronte? »

« Solo le mie. Almeno cosı mi hanno detto quelli del-

l’FBI mentre mi torchiavano. »

«Cristo, Cam», disse Will, scuotendo la testa.

« Ehi, sono sceso un sacco di volte a controllare il siste-

ma, cosa credi? »

«E l’allarme? Scommetto che hanno disattivato anche

quello. »

« Esatto. E indovina un po’? »

«C’erano le tue impronte sul tastierino. »

« Per forza! Lo uso sempre. »

La cameriera sorrise aWill quando si avvicino per ver-

sargli un altro caffe.

23

Non appena se ne ando, Will disse: «Okay, Cam, ora

parliamo dei tuoi problemi di soldi ».

Nancy riemerse dal Learjet e si ricordo subito perche Will

amasse tanto starsene in Florida. La brezza tiepida le ac-

carezzo il viso, cancellando il ricordo del gelo di Wash-

ington. Un’auto dell’ufficio di West Palm Beach la atten-

deva sulla pista e, nel giro di pochi minuti, Nancy si ritro-

vo a costeggiare una fila di dimore milionarie lungo

South Ocean Avenue e a osservare le onde infrangersi

sulla spiaggia. Non fu difficile individuare casa Killian:

i due SUV neri dei servizi segreti bloccavano l’entrata e

tre agenti stazionavano davanti al cancello di ferro bian-

co. Nancy scese dall’auto, mostro le sue credenziali e fu

scortata dentro da un giovane agente.

Voleva esaminare la proprieta prima di entrare in ca-

sa, un’enorme villa in stile spagnoleggiante, con un tetto

a due spioventi di tegole rosse, dieci camere da letto. Sul

lato che dava sull’oceano, lungo una delle recinzioni, c’e-

rano un garage e alcuni altri edifici piu piccoli; sul lato

opposto, una piscina di dimensioni ragguardevoli, un

campo da tennis in terra battuta e un prato che girava in-

torno alla casa e conduceva al molo, dov’erano ormeggia-

ti un piccolo motoscafo da sci nautico e un sessanta piedi

che avrebbe fatto morire d’invidia Will.

Nancy si volto per guardare il retro della casa. La scala

era ancora lı, nel patio di pietra, appoggiata a una fine-

stra del primo piano. «Quella e la nursery, giusto? » chie-

se all’agente.

« Io sono solo un cane da guardia », rispose il giovane

«Non sono stato dentro. »

Nancy rimase in soggiorno un quarto d’ora prima che

24

arrivasse il senatore Killian, a guardare i tecnici dell’FBI

che si davano da fare nell’elegante sala da pranzo, davan-

ti a una serie di computer e altri dispositivi di monitorag-

gio, in attesa della richiesta di riscatto. Quando finalmen-

te apparve Killian, accompagnato da un paio di assisten-

ti, Nancy ebbe la strana sensazione di conoscerlo gia. Del

resto il suo viso era ovunque: nel bel mezzo delle prima-

rie, ci s’imbatteva continuamente nella propaganda pro o

anti Killian.

Killian era impeccabile: aveva i capelli argentei pettina-

ti alla perfezione, i denti incapsulati e bianchissimi. Indos-

sava un completo da country club in toni pastello, che

metteva in risalto l’abbronzatura. Nancy si domando

che aspetto avrebbero avuto lei eWill se Phillip fosse stato

rapito tre giorni prima. Molto diverso, penso, ma loro due

non erano in corsa per la presidenza.

Si alzo e gli porse la mano. « Senatore, sono Nancy Pi-

per, del... »

Lui annuı e si sedette sul divano senza stringerle la

mano. « So chi e. Si sieda. »

Nancy lascio correre: Killian doveva essere terribil-

mente sotto pressione, poteva capire che non fosse in ve-

na di convenevoli.

« Il direttore Parish le porge i suoi saluti, senatore, e le

assicura che tutte le risorse dell’FBI sono al lavoro su

questo caso. »

«Ringrazi il direttore da parte mia. Come devo inter-

pretare il suo coinvolgimento, Nancy? Posso chiamarla

Nancy? »

Lei annuı.

«Mi domando se la sua presenza qui sia un segno di

miglioramento o di un’assenza di miglioramenti che

sconfina nell’incompetenza. »

25

Non era facile intimidire Nancy, ma lui ci stava riu-

scendo. La donna aveva visto Killian torchiare alcuni col-

leghi sotto giuramento durante le udienze della sua sot-

tocommissione al Senato e non era stato un bello spetta-

colo.

« In mancanza di una richiesta di riscatto, ci stiamo

concentrando sulla scena del crimine e sulle piste che

gia abbiamo », disse Nancy.

«Quindi? La ascolto. »

Lei si schiarı la gola. «Veramente, senatore, non sono

qui per ragguagliarla. Sono qui in veste d’investigatore. »

« Sa quante volte sono gia stato interrogato? »

«Parecchie, immagino. Chiedo solo la sua disponibili-

ta a rispondere a qualche altra domanda. »

Killian lancio un’occhiata ai suoi assistenti, come se

sperasse che potessero farla sparire. « Le do cinque mi-

nuti. »

« Preferirei parlarle in privato. »

«Una campagna presidenziale e come un movimento

religioso e loro sono i miei sacerdoti », replico Killian in-

dicando i due assistenti. « Billy Weddle e il direttore della

campagna e Marty Stuart e il responsabile della comuni-

cazione. Sono con me ovunque, tranne che in bagno e a

letto. »

«Come desidera. Quando avremo finito, dovro parla-

re anche con sua moglie », disse Nancy.

«No. Almeno non adesso. Sta dormendo. E sotto con-

trollo medico ed e sedata. »

« Be’, magari piu tardi. »

«Vedremo, ma preferirei che passasse il suo tempo a

mettere sotto torchio Cameron MacDonald. »

«Crede sia lui il responsabile? »

« Sı. Come tutti, del resto. Lei no? »

26

«Non ho preconcetti. Ecco perche voglio condurre gli

interrogatori di persona. »

« Se fosse per me, prenderei quel figlio di puttana e gli

metterei la testa sott’acqua fino a farmi dire dov’e

Adam. »

«Capisco come si sente. Davvero. Al di la delle prove

raccolte fino a oggi, aveva sospetti su di lui prima del ra-

pimento? »

«No. Pareva bravo nel suo lavoro. »

« Sa niente della sua vita personale? »

«Non sono quel tipo di capo. Mi piace mantenere rap-

porti strettamente professionali. Detto questo, so che e

divorziato e ha una figlia che vive con la madre. Tutto

qui. »

«Ha mai ricevuto visite nei suoi alloggi? »

«Non che io sappia. Non era consentito. »

«Ha mai risposto a chiamate personali quand’era in

macchina con lei? »

«Neanche questo era consentito. »

«Aveva accesso all’intera proprieta? »

« Praticamente sı. A quanto ne so, non e mai entrato in

casa senza il permesso mio o di Judy, ma era suo compito

garantire la sicurezza in tutta la proprieta. »

«Quindi non c’e da stupirsi se ci sono le sue impronte

ovunque. »

«Direi di no. E il biglietto? Non mi hanno detto nulla

del biglietto. C’erano le sue impronte anche lı? »

Nancy sapeva che il biglietto era pulito. «Non possia-

mo rendere noti i risultati della scientifica, senatore. »

Killian ando su tutte le furie. «Ma Cristo santo! Avro

pure il diritto di sapere! »

« Cerchi di capire: dobbiamo proteggere l’integrita

27

delle indagini. Vorrei farle qualche domanda su lunedı

sera. A che ora avete messo a letto Adam? »

«Non lo so di preciso. Ero al piano di sotto, stavo pas-

sando in rassegna delle pubblicita per la campagna insie-

me col mio staff. Judy era di sopra. Saranno state le otto. »

«Quindi non avete una tata. »

«No. Judy e stata irremovibile. Voleva fare tutto da so-

la. »

« E non c’era nessun altro al piano di sopra? Cuochi?

Governanti? »

«Nessuno. I nostri domestici non risiedono da noi. »

«A che ora se ne sono andati i suoi collaboratori? »

«Billy? » fece Killian rivolto al suo assistente.

«Credo fossero le dieci e mezzo », rispose l’uomo.

« Sono andati via tutti alla stessa ora? » chiese Nancy.

Loro annuirono.

« E lei, senatore, e andato subito a dormire? »

«Ho letto nel mio studio per un po’. Saro andato a dor-

mire poco dopo le undici. »

« Sua moglie era a letto? »

« Sı. »

«Dormiva? »

« Sı. »

«Uno di voi due ha lasciato la stanza tra le undici e le

cinque, quando sua moglie si e accorta della scomparsa

del bambino? »

« Judy mi ha detto di essersi alzata intorno a mezza-

notte e mezzo. Ha sentito Adam piangere nell’interfono

e gli ha preparato un biberon. »

«Lei non l’ha sentita alzarsi? »

«No, ho il sonno molto pesante. Ho dormito fino alle

cinque, quando ho sentito Judy urlare dalla nursery. »

«Quand’e entrato nella nursery, ha toccato qualcosa? »

28

« Be’, all’inizio sı. Mi sono affacciato alla finestra per

vedere la scala, quindi devo aver toccato il davanzale. E

credo di aver anche frugato sotto la coperta di Adam. Sı,

ne sono sicuro. Sapevo pero che non avrei dovuto toccare

il biglietto. E ho usato il telefono della stanza per chiama-

re MacDonald. Quand’e arrivato, mi ha detto di chiamare

il 911 e di uscire di lı. »

«Quindi non ha toccato l’interfono? » All’arrivo della

scientifica, il volume era sullo zero.

« Sicuramente no. »

«Come le e sembrato Cameron MacDonald? »

«Mi e sembrato sconvolto. In preda al panico, anche. »

« Immagino che la sua telefonata lo abbia svegliato. La

sua reazione le e sembrata... opportuna, coerente? »

« Puzzava di alcol. Alle cinque di mattina. Questo le

sembra opportuno? »

Nancy non rispose. «Va bene, ora vorrei chiederle se

ha ricevuto minacce prima o durante la campagna. »

Killian fece una risata beffarda e si alzo. «Ci vorrebbe

molto piu tempo di quello che ho intenzione di dedicarle,

Nancy. Non passa giorno senza che qualche pazzo mi

minacci. Billy e Marty potranno elencarle quelle che ab-

biamo denunciato ai servizi segreti. Ma nessuno ha mai

attaccato direttamente mia moglie o mio figlio. Di questo

sono certo. »

Nancy agito la NetPen per aprire la porta della suite del-

l’hotel Hilton vicino all’aeroporto, dove alloggiava anche

il resto della squadra del quartier generale di Miami.

Avevano trasformato una delle sale conferenze in una sa-

la operativa.

La porta del bagno era socchiusa e la luce accesa.

29

A Nancy parve di vedere qualcosa riflesso nello spec-

chio e lascio istintivamente il manico del trolley per cer-

care la pistola nella borsa. Fece un passo avanti, guardin-

ga, e scorse un paio di vecchie scarpe marroni accanto al

letto.

Tiro un sospiro di sollievo, ripose la Glock e spalanco

la porta del bagno.

Will le fece un gran sorriso. Era nudo, appena uscito

dalla doccia e, prima che Nancy potesse protestare, la

prese in braccio con la facilita con cui avrebbe sollevato

una bambina.

« Ehi, cosa pensi di fare? » chiese lei, ridendo, mentre

la portava verso il letto.

« Tu che ne dici? » La getto sul materasso e comincio a

baciarla.

«Cosı mi bagni tutta! »

« Era proprio questa la mia intenzione. »

Will sapeva dove mettere le mani e Nancy si ritrovo

nuda come lui in un batter d’occhio. «Dovrei essere ar-

rabbiata con te, brutto idiota », sibilo, mettendosi a caval-

cioni sopra di lui. «Mi stai mettendo in una posizione

difficile. »

«A me invece piace la posizione in cui mi hai messo

tu », ribatte lui, attirandola a se mentre mormorava qual-

cosa di profondo sul sesso negli hotel.

Will rimase sotto le lenzuola ad ammirare la moglie che

si asciugava e si cambiava. A quanto pareva, durante la

doccia il suo disappunto era riaffiorato e glielo si leggeva

chiaramente in faccia. « Sei ancora arrabbiata con me? » le

chiese.

«Cristo, Will, non so cosa devo fare con te. Mi hai mes-

30

so davvero in difficolta venendo qui. Voglio che ci ripen-

si e faccia un passo indietro. »

« Troppo tardi. Ho visto Cam stamattina. »

Nancy, che si stava infilando i collant, impreco e si la-

scio cadere sul letto. « La mia carriera e finita. »

«Non essere tragica. »

Allungo una mano verso di lei, ma Nancy si alzo e finı

di vestirsi in tutta fretta. «Dovro ricusare il caso. Non ho

scelta. »

Lui si appoggio su un gomito e si fece serio. «Non ce n’e

bisogno, Nance. Non lavoro per lui. L’ho semplicemente

incontrato e poi gli ho consigliato un buon penalista di

Miami, Marv Ross. Lo conosci, vero? In ogni modo, io so-

no solo un pensionato di Panama City. Non ho nessun

ruolo ufficiale. Qualsiasi cosa dovessi scoprire, te la diro

subito. Totale e assoluta trasparenza. Ho detto a Cam di

non aspettarsi la minima riservatezza e che parlare con

me era come parlare con un pubblico ministero. »

«Non lo so, Will », gemette lei.

«Andiamo! Stiamo dalla stessa parte, Nancy. Voglia-

mo entrambi trovare il bambino e sbattere dentro i colpe-

voli. Come ai vecchi tempi. E, a proposito, Cam MacDo-

nald mi sembra un ottimo candidato. Solo perche e un

mio vecchio amico non vuol dire che debba credere a tut-

to quello che dice. »

Lei guardo l’orologio, sposto la sedia della scrivania e

si sedette davanti a lui. «Okay, spara. Cosa ti ha detto?

Ho dieci minuti prima d’incontrare la task force dell’FBI

al piano di sotto. »

«Allora cominciamo », disse Will in tono compiaciuto.

« Scommetto che non sapevi che Cam si e indebitato fino

al collo con le scommesse sul football. E sotto di sessan-

tacinquemila dollari. E in ritardo di due settimane e non

31

ha i soldi per pagare. E qui aWest Palm Beach c’e un tizio

che riscuote i debiti che sostiene di avere l’indirizzo della

figlia di Cam a Phoenix. Uno che fa sul serio, a quanto

pare. »

Certo che e proprio una gran citta, penso Will mentre passa-

va in rassegna le targhe nell’atrio dell’elegante palazzo

adibito a uffici nel centro di West Palm Beach. In quale

altra citta d’America un bookmaker poteva trovare posto

tra una societa di gestione patrimoniale e uno studio di

chirurghi plastici?

La receptionist di Chuck Dye era uno schianto: Will fe-

ce fatica a staccarle gli occhi di dosso, ma anche lei gli

lancio qualche occhiata furtiva. Mentre aspettava, Will

sfoglio alcuni dei libri e degli opuscoli sui tavolini, tutti

scritti da «Chuck Dye, il genio dello sport », con titoli co-

me Strategie vincenti per scommesse al totalizzatore e Guida in-

dispensabile alla scommessa con handicap nel football. A quan-

to pareva, il genio dello sport nascondeva i suoi loschi af-

fari dietro il sottile paravento dell’onesto allibratore.

Finalmente Dye arrivo, lisciandosi i capelli neri e ag-

giustandosi la cravatta di seta. Era giovane e di bell’a-

spetto, indistinguibile dai broker dell’ufficio accanto.

« Salve, Mr Piper. Sono Chuck Dye. »

Aveva una scrivania molto ordinata e, sulle pareti,

schermi ultrapiatti che trasmettevano eventi sportivi sen-

za volume. Mentre Will si sedeva davanti a lui, continuo

a guardare alle sue spalle, passando da uno schermo al-

l’altro, senza sosta.

« Senta, Mr Piper, come le ho detto al telefono, non in-

contro mai nuovi clienti senza che mi siano stati segnalati

da un intermediario fidato. »

32

«Quindi si fida di Cam MacDonald. »

«Be’, diciamo che mi fidavo. Ora non lo so piu. Come

sa, ci deve una somma rilevante e io e i miei soci stiamo

perdendo la pazienza. Lei ha detto che poteva esserci

d’aiuto ed e per questo che ho acconsentito a incontrarla.

Ma, siccome non vedo una valigetta piena di soldi, mi

domando quale aiuto potra mai fornirci. »

«Non ha proprio idea di cosa sta succedendo, vero? »

Dye parve subito agitarsi, come se si fosse appena reso

conto cheWill era il doppio di lui. « Perche? Cosa sta suc-

cedendo? »

«Avra sentito parlare del rapimento Killian... »

« E allora? »

«Davvero non sa che MacDonald era l’uomo della si-

curezza di Killian? E che e il principale sospettato del ra-

pimento? »

Dye salto su come un pupazzo a molla. «Ma chi e lei?

Un poliziotto? »

« Si calmi. Sono un normale cittadino. Non sono nean-

che un investigatore. Solo un amico di Cam. »

«E cosa c’entro io con questa storia? » Nonostante l’a-

gitazione, Dye non pote fare a meno di lanciare un’oc-

chiata agli schermi per controllare i punteggi.

Will gli fece un sorriso talmente rassicurante da sortire

l’effetto opposto. Dye sembrava un coniglio braccato.

«Un tipo come Cam, che ha debiti per sessantacinquemi-

la dollari, e vulnerabile, non crede? Lui e la figlia hanno

ricevuto minacce da qualche stronzo... E una facile preda

per qualcuno in cerca di un’occasione. »

«Un’occasione per cosa? »

«Per mettere a segno un bel colpo. Killian e ricchissi-

mo... »

Dye si mise a urlare: « E lei crede che io abbia qualcosa

33

a che fare con questa storia? E impazzito? Rapire un bam-

bino? Esca subito dal mio ufficio! »

Will non si mosse. La sedia era comoda e lui non aveva

ancora finito. « Facciamo cosı », disse tranquillamente.

«Mi dica dove si trovava lunedı scorso tra mezzanotte

e le cinque di mattina. E mi dica come trovare il tizio del-

le riscossioni che ha minacciato la figlia di Cam. Voglio

chiedere anche a lui dov’era lunedı notte. »

Dye era paonazzo. « Senti, brutto figlio di puttana, vo-

glio che te ne vai subito di qui, capito, o... »

In quel preciso istante, la receptionist irruppe nell’uffi-

cio, pallida come un fantasma. «Chuck, scusa, ha appena

chiamato la sorella di Carrie. »

«Cos’e successo? » chiese subito Dye.

« L’hanno portata al Good Samaritan. Oddio, Chuck,

ho paura che sia una cosa seria. »

Dye non disse una parola. Prese la giacca e si precipito

fuori, lasciando Will da solo con la ragazza.

«Chi e Carrie? » le chiese.

« La fidanzata di Chuck. »

«E cosa le e successo? »

« Secondo la sorella, ha tentato di suicidarsi. »

La telefonata di Will a Nancy innesco una serie di eventi

a catena. Lei era all’Hilton, nel bel mezzo di una riunione

con l’intera task force dell’FBI, e fu costretta a rivelare che

suo marito, che era in citta in quanto amico di Cam Mac-

Donald, si era imbattuto in una pista molto promettente.

La sala si svuoto all’istante. Una squadra si diresse al-

l’ospedale, mentre un’altra si mise al lavoro per ottenere

un mandato di perquisizione per la casa e l’ufficio di

Dye.

34

Dye fu arrestato al pronto soccorso e portato alla sede

dell’FBI di West Palm Beach, mentre la sorella di Carrie

venne interrogata in una stanza vicino alla sala d’aspetto

dell’ospedale. Dye spiffero quasi subito il nome di Den-

nis Mann, l’addetto alle riscossioni, un tizio dall’aria ottu-

sa che fu prelevato in uno strip club a Riviera Beach. La

rapidita d’azione dell’FBI fu sconcertante. Era scomparso

un bambino e ogni minuto poteva essere decisivo. La tesi

era semplice: Cameron MacDonald, che aveva contratto

ingenti debiti con la mala, aveva partecipato, volente o

nolente, al rapimento. Forse qualcosa era andato storto,

visto che erano passati tre giorni e non era stata ancora

avanzata nessuna richiesta di riscatto. La fidanzata di

Dye, Carrie, presunta complice, coinvolta nella vicenda,

non aveva retto lo stress e aveva cercato di togliersi la vita.

Ma la teoria venne completamente demolita prima di

sera.

Sebbene gli alibi per le ore notturne fossero spesso fra-

gili e difficili da dimostrare, i baristi di tutta la Route 809

testimoniarono di aver visto Chuck Dye, Carrie e Dennis

Mann nel lasso di tempo in questione. Quanto al tentato

suicidio di Carrie, non sembrava diverso dagli altri cin-

que o sei verificatisi negli ultimi mesi: in genere, la donna

ingoiava abbastanza pillole da attirare l’attenzione di

Chuck. Quella volta aveva fatto male i calcoli, rischiando

grosso. Inoltre non esisteva uno straccio di prova fisica

che collegasse uno di loro al crimine.

Will pote consolarsi col fatto che Dye fu arrestato per

avere organizzato un giro di scommesse illegali e Mann

venne sbattuto in prigione per unmandato d’arresto pen-

dente per aggressione e percosse. Nancy, invece, poteva

solo aspettare la telefonata di Mike Curry, che avrebbe si-

35

curamente voluto sapere perche diavoloWill Piper si fos-

se immischiato in un’indagine dell’FBI.

Ma aveva un problema ancora piu grave: non avevano

ancora trovato Adam.

Quella sera, Nancy torno a casa Killian e fu condotta al

piano di sopra, nell’ufficio di Judy, in fondo al corridoio

su cui si affacciava anche la nursery, sigillata. Judy era

immobile, su una sedia a dondolo imbottita, con le mani

strette sui braccioli, come se temesse di poter cadere. Era

evidente che l’accaduto l’aveva messa a dura prova. Il

trucco era pesante ma impeccabile, e i capelli rosso fuoco

erano acconciati alla perfezione. Tuttavia tutti i cosmetici

della Terra non sarebbero riusciti a nascondere il suo do-

lore. Era distrutta.

Era molto piu giovane del senatore. All’inizio della

corsa alla presidenza, lo staff di Killian aveva cercato di

combattere la sua immagine di mogliettina-trofeo, con-

centrando l’attenzione sulle sue opere caritatevoli. Ma

era stata la sua inaspettata gravidanza a cambiare le carte

in tavola. Col passare dei mesi, l’opinione pubblica si era

addolcita nei suoi confronti. Killian aveva ormai la vitto-

ria in pugno, quindi presto lei sarebbe diventata la First

Lady. La Casa Bianca non vedeva un neonato dalla fine

dell’Ottocento, con Grover Cleveland. Durante la gravi-

danza, erano nati parecchi siti web che cercavano d’indo-

vinare il nome del bambino e, dopo il parto, i blog si chie-

devano ossessivamente quanto tempo avrebbe impiegato

Judy per tornare alla sua taglia trentotto.

Judy non era sola. In piedi accanto alla finestra c’erano

Billy e Marty, gli assistenti di Killian. Quando uno dei

due fece un commento sui fotografi muniti di teleobietti-

36

vo che affollavano la Inland Waterway, tirarono le tende,

schermando l’ultimo raggio di sole.

Nancy si accomodo su una sedia in stile reggenza di

fronte a Judy. «Mrs Killian, vorrei innanzitutto dirle

che non posso neanche immaginare l’angoscia che sta vi-

vendo. L’FBI sta facendo tutto il possibile per ritrovare

suo figlio e assicurare alla giustizia i colpevoli di questo

terribile crimine. »

Judy annuı impercettibilmente. «Non so cos’altro pos-

sa dirle che non abbia gia riferito agli altri », sussurro, con

gli occhi fissi sul pavimento.

Nancy vide in lei una donna schiacciata dal dolore, e

non solo. Era quasi catatonica. Nancy doveva procedere

con delicatezza. « Capisco. Non le rubero molto tempo.

Vorrei solo chiederle qualche delucidazione su quando

ha messo a letto Adam lunedı sera, quando si e alzata

per dargli il latte e quando ha scoperto che era scom-

parso. »

Judy fece un profondo sospiro e si tampono gli occhi

col fazzoletto che teneva stretto in mano. « L’ho messo

nella culla intorno alle otto. »

«A che ora si svegliava in genere? »

«Verso le sei. »

«Ma non quella notte. »

«No. L’ho sentito piangere nell’interfono a mezzanot-

te e mezzo. »

« E sicura dell’ora? » volle sapere Nancy.

«Ho una sveglia digitale accanto al letto. »

« E suo marito non si e svegliato? »

«No. »

«Era insolito? »

«No. »

«Okay, mi dica cos’ha fatto dopo. »

37

Judy si asciugo di nuovo gli occhi. «Mi sono alzata e

sono andata nella nursery. Lui era nervoso. Non riuscivo

a calmarlo, cosı ho scaldato il latte. C’e uno scaldabiberon

nella stanza. Gliel’ho dato e stava bene. Sono tornata a

letto », disse, in tono monotono.

«Quando tempo e rimasta nella nursery? »

«Quindici minuti. »

«Ha notato qualcosa di diverso dal solito nella came-

retta, in corridoio, o in qualsiasi altro punto della casa? »

«No. »

«E poi e tornata a letto? »

« Sı. »

«Ha sentito di nuovo l’interfono durante la notte? »

«No. »

«Perche si e svegliata alle cinque se non ha sentito nul-

la? »

«Mi alzo spesso presto, per avere un po’ di tempo per

me prima che Adam si svegli. »

« Perche e andata nella nursery? »

Lei scoppio in lacrime. « Per guardarlo... per guardarlo

dormire. »

« Senta, Mrs Piper, e proprio necessario? » salto su Bil-

ly, il direttore della campagna. «Non crede che Mrs Kil-

lian sia gia abbastanza provata? »

«Mi dispiace. Non voglio certo peggiorare le cose. So-

lo qualche altra domanda su cio che ha trovato nella nur-

sery quella mattina. Poi abbiamo finito. »

La ricostruzione di Judy, estorta con metodo, coincide-

va con le sue precedenti dichiarazioni e col colloquio di

Nancy col senatore. La finestra aperta, la scala, il biglietto

e l’interfono.

Alla fine, Nancy chiese: «Mi parli del suo rapporto

con Mr MacDonald ».

38

«Rapporto? Non avevamo nessun rapporto », ribatte

lei, guardandola negli occhi per la prima volta.

« Forse ho usato il termine sbagliato. Comunque le fa-

ceva spesso da autista, giusto? Immagino ci sia stato

qualche scambio tra il sedile anteriore e quello posterio-

re. Che impressione si era fatta di lui? »

Judy riabbasso gli occhi sul pavimento. «Mi sembrava

un brav’uomo. » E, un attimo dopo, scoppio di nuovo a

piangere, si alzo di scatto e fu scortata fuori dal respon-

sabile della comunicazione del senatore.

« Sono certo che capisca, Mrs Piper », commento il di-

rettore della campagna.

«Certo. Sono madre anch’io », rispose Nancy, alzan-

dosi.

A Will piacevano le bistecche al sangue e quella era stra-

cotta. Per un attimo penso di rispedirla indietro, ma, vi-

sto che Cam aveva gia cominciato a mangiare il suo con-

trofiletto, lascio perdere. Cam beveva una vodka ghiac-

ciata dietro l’altra e Will dovette fare appello a tutta la

sua forza d’animo per non chiedere un Johnnie Walker.

Una bistecca al sangue e un bel bicchiere di scotch... come

sarebbe stato bello! Se Nancy non fosse stata in citta,

avrebbe potuto fare uno strappo alla regola. Invece butto

giu la bistecca con una birra.

« Sono felice che hai sbattuto dentro Chucky Dye e

Dennis Mann », disse Cam, sinceramente grato. «Mi

hai tolto un grosso peso. Sei il migliore. »

«Non cantare vittoria. Il tuo debito non e estinto. E un

giorno dovrai fare di nuovo i conti con loro », disse Will.

« Lo so, lo so, ma almeno posso pensare a un problema

alla volta. »

39

Will voleva mettere in chiaro le cose. « Ti rendi conto

che, quando ho messo l’FBI sulle tracce di Dye, non ho

escluso la possibilita che tu fossi suo complice nel rapi-

mento? »

Cam poso la forchetta. «Non sono scemo, Will. Se fos-

si in te, penserei la stessa cosa. E passato un sacco di tem-

po da Indianapolis. Non mi conosci piu. Non mi aspetta-

vo che tenessi segreto nulla di quello che ti avrei detto o

che avresti scoperto da solo. Ma ho messo le carte in ta-

vola proprio perche non ho niente da nascondere. »

« Sei ancora l’indiziato principale, amico », replico

Will, brusco. «Cosı stanno le cose. »

«Non ci sono novita? Contatti coi rapitori? Risultati

della scientifica? »

«Che io sappia, niente di niente. Ma, a dire la verita,

non so neanche se mia moglie mi stia tenendo informato.

E incazzata nera per quello che sto facendo. »

«Mi dispiace averti messo nei guai. »

« In genere sono abbastanza bravo a infilarmi nei casi-

ni da solo. Mettiamola cosı: non vorrei essere nei panni di

mia moglie. »

« L’autoconsapevolezza e il primo passo verso un rap-

porto di coppia solido », sentenzio Cam. Era alla quarta

vodka e solo adesso stava cominciando a strascicare le

parole.

Will rimase sorpreso: aveva una soglia di tolleranza

piuttosto alta. « Suona strano, detto da te », ribatte in tono

scherzoso.

«Veramente l’ha detto la nostra consulente matrimo-

niale, qualche anno fa. E stato allora che ho capito che

non avrei mai avuto un rapporto di coppia solido. »

«Gia », convenne Will, ripensando allo scotch. « L’in-

trospezione e una brutta bestia. Senti, Cam, in questo mo-

40

mento mia moglie sta interrogando Judy Killian. Dimmi

qualcosa di lei. Che tipo e? »

Cam alzo gli occhi al cielo. « Era sempre molto distac-

cata. Il senatore non e ricco di famiglia e in fondo e un ti-

po alla mano. Quindi, quando andiamo in giro in mac-

china e non e al telefono, mi parla di questo, di quello...

niente d’importante, per lo piu sport o roba del genere,

ma, insomma, e simpatico. La moglie e della scuola per

cui devi parlare solo quando ti rivolgono la parola. De-

v’essere cresciuta con una caterva di domestici e per lei

siamo tutti uguali, nel senso che siamo suoi dipendenti. »

«Quindi non comunicavate mai? »

« Sı, ogni tanto parlava. »

«Di che? »

«Non lo so, niente di speciale. Stupidaggini, questo e

poco ma sicuro. Tempo, traffico, impegni. »

« Faceva anche delle telefonate, giusto? »

«Certo. Mi stai chiedendo di cosa parlava con parenti

e amici? Sai, sono sempre stato un tipo discreto... »

«Non sei ne un prete ne un dottore. Sei uno che sta per

essere sbattuto dentro per rapimento. Quindi voglio sa-

pere se scopava in giro. La portavi a vedere altri uomini,

altre donne? Ha degli scheletri nell’armadio? »

«Che io sappia no. Cioe, non credo che il suo matri-

monio fosse il piu felice del mondo. A volte diceva alle

amiche che essere la moglie di un politico faceva schifo

e che non sopportava di stare sempre sotto i riflettori

per via della campagna, ma, se aveva una relazione, io

non me ne sono accorto. »

« E di carattere com’e? »

« Su una scala da zero a dieci in cui dieci equivale a una

stronza gelida, direi che arriva tranquillamente a nove e

mezzo. E una di quelle povere ragazze ricche cresciute

41

nella bambagia, che sono sempre di malumore e cui non

vamai bene niente. Ma io lavoravo soprattutto per il sena-

tore, lamoglie la portavo in giro quand’era incinta. Quindi

non so, magari era influenzata dagli ormoni. »

« E cambiata dopo la nascita del bambino? »

«Un sacco. Cioe, a essere sincero, non ho interagito

molto con lei negli ultimi quattro mesi. Da quando ha

partorito, non ha messo il naso fuori di casa. Pero c’era

parecchia gente che veniva a trovarla: ha uno stuolo di

personal trainer, dietologi, parrucchieri, truccatori e chi

piu ne ha piu ne metta. Io li controllo e li registro, percio

li conosco tutti. Comunque, sı, e cambiata. Era molto piu

sottomessa. E non apriva quasi mai bocca, almeno con

me. »

«Ultimamente eri piu con lei a Palm Beach o in giro

con suo marito? »

« Il senatore mi ha fatto restare quasi sempre a casa.

Quand’era via, aveva un contingente di uomini della si-

curezza, per lo piu ex agenti della CIA o del dipartimento

di Stato che ingaggiava tramite un’agenzia. Voleva che

tenessi d’occhio la famiglia. Ma non e andata molto bene.

Ne per loro ne per me. »

« Sı, be’, non ti colpevolizzare troppo. Sono cose che

capitano. »

«Ah, lo so. »

«Voglio parlare con le sue amiche, Cam. Con gente

che la conosce bene e sa tutto del suo rapporto col marito.

Nancy ha delle amiche che sanno piu cose di me di quan-

te ne sappia io. Mi servono quelle. Hai qualche idea? »

«La sua migliore amica e Chloe Tabor. Vanno in pale-

stra insieme. »

« Sai dove posso trovarla? »

« Stasera cos’e, venerdı? »

42

« Sı. »

«Allora ho un’idea. Ti sei portato le scarpe da ginna-

stica? »

Will pago il conto e lascio Cam a bersi un altro drink alla

steakhouse mentre si precipitava all’hotel a prendere le

scarpe, un paio di calzoncini corti e una maglietta. Nancy

era gia lı, seduta sul letto, che dettava un promemoria al

tablet.

« Sei ancora arrabbiata? » le chiese Will con un sorriso

timido.

«Non sai quanto. »

«Nancy, era una buona pista, anche se poi si e rivelata

un buco nell’acqua. »

Lei non aveva voglia di parlarne. Ma gli chiese dov’era

stato. Quando Will ammise di essere andato a cena con

Cam MacDonald, gli lancio un’occhiata carica d’odio e

gli chiese se aveva deciso di distruggerle la carriera. «Vo-

glio che tu sappia che, un’ora fa, Mike mi ha fatto un culo

cosı per via della tua presenza qui. »

«Mike e un coglione. E poi tu hai molta piu influenza

di lui all’interno dell’agenzia. Sei una stella nascente, lui

e acqua passata. Senti, ti faccio una promessa. Resto qui

un altro paio di giorni e basta. Poi me ne torno alla mia

barca oppure vado su a Reston da Phillip, se tu hai anco-

ra da fare qui. Ti giuro che non faro nulla che possa met-

terti in imbarazzo o compromettere la tua carriera. »

« E mi riferirai tutto quello che scopri? » gli chiese lei

con aria bellicosa.

« Tutto. »

« Okay. Cominciamo dalla cena. Che ti ha detto

Cam? »

43

Will si sedette sul letto con aria soddisfatta e comincio

a massaggiarle i piedi. « Be’, innanzitutto e contento di

essersi tolto dalle palle quelli del giro scommesse, alme-

no per il momento. »

« Immagino », osservo lei, chiudendo gli occhi e go-

dendosi il massaggio. « Poi? »

«E poi abbiamo parlato di Judy Killian. »

Nancy sgrano gli occhi. « Perche? »

«Ascolta, anche tu devi ammettere che ci sono solo tre

possibilita, qui. La prima e che il responsabile sia Cam

MacDonald e che abbia agito da solo o con qualche com-

plice. Possibili moventi: denaro o vendetta. Non credo sia

lui il colpevole, ma potrei sbagliare. »

Lei chiuse di nuovo gli occhi, mentre le mani di Will

risalivano lungo i polpacci. « Be’, ti sbagli di grosso. Ave-

va ottimi motivi per farlo. E poi abbiamo le sue impronte

sulla scala e sul router della sala di sicurezza. »

« Sı, sı, lo so. Okay, la seconda possibilita e che a rapire

il bambino sia stato uno sconosciuto. Anche qui per de-

naro o per vendetta. Ma non abbiamo ancora ricevuto

una richiesta di riscatto. »

« Puo darsi che qualcosa sia andato storto. Magari il

rapitore ha ucciso il bambino e, preso dal panico, ha la-

sciato perdere il resto del piano. »

«Non credi che uno che organizza il crimine del secolo

provi almeno a incassare? Non c’e bisogno che il bambi-

no sia vivo per chiedere un riscatto. »

Nancy annuı. « Sono d’accordo. Ecco perche tengo

MacDonald sotto tiro. »

«Okay, ma c’e la terza possibilita. Sai benissimo che

sulla lista dei sospettati devono esserci anche i genitori.

Forse e stata lei e Killian la sta coprendo, o viceversa. »

« Sı, ma non ci crederai sul serio. »

44

«No, non credo che un senatore in corsa per la presi-

denza degli Stati Uniti sia cosı psicopatico da uccidere il

figlio. Ecco perche voglio saperne di piu di Judy. Il famo-

so istinto di Nancy Lipinski non ti porta a lei? »

Lei lo ignoro e gli chiese: «Cos’ha detto MacDonald di

lei? »

«Che prima di avere il bambino era una stronza, e do-

po e diventata una stronza ripiegata su se stessa. Tu che

ne pensi? »

«Non ti dico piu niente sul caso, Will! »

Lui comincio a massaggiarle le cosce sotto la gonna.

«Non ti sto chiedendo delle prove, Nancy. Voglio solo

sapere che impressione ti sei fatta. »

Lei emise uno di quei gemiti che indicavano chiara-

mente che non voleva che Will si fermasse alle cosce.

«Non mi e piaciuta. »

«Come mai? »

«C’era qualcosa che non mi convinceva. Non mi sono

mai trovata nella sua situazione e spero di non trovar-

mici mai, ma credo che sarei molto piu arrabbiata. Sarei

fuori di me e farei il diavolo a quattro e chiederei all’FBI

cosa sta facendo per trovare mio figlio. Sarei un caterpil-

lar. »

« Sı, lo so. »

« Era davvero depressa, Will. Completamente distrut-

ta. Non dico che sia anormale, viste le circostanze, ma mi

ha fatto drizzare le antenne. »

«Bene », disse lui, che nel frattempo era giunto abba-

stanza in alto da sfilarle gli slip. «Vuol dire che non devi

avere preconcetti su Cam. »

Lei sospiro e tese le braccia verso di lui. «Non ho mai

preconcetti. »

Quando ebbero finito, rimasero, nudi e accaldati, a go-

45

dersi il fresco dell’aria condizionata. Poi Will si alzo e co-

mincio a frugare nella valigia.

«Che fai? » gli chiese Nancy, scivolando sotto le len-

zuola in cerca di un po’ di tepore.

Lui fece un sorriso scaltro e le mostro le scarpe e i cal-

zoncini. «Vado a fare una corsetta. Non aspettarmi alza-

ta. »

La Prime Fitness, su Chilean Avenue, non somigliava af-

fatto alle palestre che Will frequentava quand’era giova-

ne. Era pulita e luminosa, con una reception in marmo,

scintillanti macchine cromate, musica a tutto volume e

donne che saltellavano qua e la nei loro completini di

Spandex. A parte il trainer che gli fece fare un giro pano-

ramico, Will era l’unico maschio. Passo in mezzo a innu-

merevoli code di cavallo che si agitavano a destra e a si-

nistra e, negli specchi a parete, vide alcune donne indi-

carlo e ridacchiare tra loro. Sebbene non facesse piu mol-

to esercizio fisico, a parte una corsa ogni tanto, si mante-

neva in forma facendo dei lavoretti sulla barca e, con la

maglietta e i calzoncini, somigliava ancora al robusto gio-

catore di football che era stato all’universita.

«Allora, Will, nel caso in cui decidessi d’iscriverti, che

tipo di programma t’interesserebbe? »

Will lancio un’occhiata a una sala da ballo in fondo al-

la palestra. «Cosa fanno laggiu? »

«Una lezione di Zumba. Piace molto alle signore. »

« Sai una cosa? Perche non mi parcheggi lı? Voglio

provare. »

«Davvero? Non mi sembri un tipo da Zumba. »

«Be’, voglio fare un tentativo. Mi metto in fondo e mi

godo la vista. »

46

L’ingresso di Will nella sala causo un certo fermento

e una decina di donne si volto a guardarlo. L’istruttrice

– una vivace brunetta piu giovane delle sue allieve di

qualche decennio – lo saluto urlando, per farsi sentire

sopra la musica latinoamericana, ma senza sbagliare

un passo: « Ciao! Benvenuto! Come ti chiami? »

«Will. »

«Vieni qui davanti, Will. Siamo contente di averti con

noi. Livello principiante, intermedio o avanzato? »

«Dipende da cio cui ti riferisci », rispose Will, susci-

tando l’ilarita delle signore.

«Alla Zumba, stupidino. »

« Principiante. »

« Be’, questa e una lezione di livello intermedio, quindi

non cercare di fare tutti i movimenti. Segui la musica e fai

quello che puoi. »

Mezz’ora dopo era in un bagno di sudore, col cuore

che gli batteva all’impazzata. Tamponandosi con un

asciugamano, disse all’istruttrice: «Grazie. Ora posso an-

nullare la visita dal cardiologo ».

« Sei stato bravissimo, Will. Spero t’iscriverai. Nel ca-

so, io insegno la sera. »

« Senti, mi faresti un favore? » le chiese lui. « Potresti

dirmi quale di queste signore e Chloe Tabor? »

Will si avvicino a Chloe nella sala degli attrezzi. Lei

doveva averlo visto arrivare in uno degli specchi, perche

si volto e gli fece un gran sorriso. Era una bella donna

sulla cinquantina, snella, curata e con una certa familiari-

ta con la chirurgia estetica.

«Ciao », le disse, ricambiando il suo sorriso. «Non po-

tevo lasciarti andare senza dirti che ti muovi proprio be-

ne. »

47

«Grazie. Mi chiamo Chloe. Sei stato coraggioso a en-

trare nella fossa dei leoni. »

« Lo so. »

Mentre lei rideva, Will colse la palla al balzo e le chiese

se avesse voglia di bere un caffe.

La risposta di Chloe fu perfetta: « E un po’ tardi per un

caffe, ma e l’ora giusta per un Martini, non trovi? »

Quando scesero in strada, Will le disse che non era di

quelle parti e non conosceva bei locali. Lei replico che

era bravissima a fare i cocktail e aggiunse che suo mari-

to era in Europa. Will, tutto soddisfatto, la seguı in mac-

china e varco i cancelli di una proprieta in South Ocean

Boulevard, a neanche un chilometro di distanza da quel-

la dei Killian.

Poco dopo si ritrovo seduto sullo sgabello di una cuci-

na affacciata sull’oceano, grande quanto la sua casa di

Reston, a osservare Chloe che giocava a fare la barista.

Poi la seguı in una stanza appartata sul lato opposto della

casa. Si lascio cadere su un morbido divano componibile

e assaggio il Martini. Non ne andava matto, ma non era

niente male e Chloe sorrideva radiosa ai suoi compli-

menti. Fu piu rapida di lui a finirlo e se ne verso un altro

dallo shaker mentre lui sorseggiava ancora il primo.

«Mi dispiace, sono ancora sudato. Avrei dovuto cam-

biarmi », disse lui.

«Mi piacciono gli uomini in calzoncini corti », ribatte

lei. « Certo, non tutti. Dipende dalle gambe. »

«Ai calzoncini corti e alle belle gambe », disse lui al-

zando il bicchiere.

D’un tratto, lei socchiuse le palpebre e lo fisso. «Ma

noi ci conosciamo? »

«Non credo. »

«Mi sembra di averti gia visto. »

48

«Me lo dicono spesso. »

«Come fai di cognome? »

«Piper. »

«Oddio! Sei quel Will Piper? »

«Beccato. »

«Non ci credo! Will Piper in casa mia! Con in mano un

mio Martini! »

Seguı la solita conversazione che aveva luogo ogni

volta che qualcuno lo riconosceva. Secondo lui, cosa sa-

rebbe accaduto il 9 febbraio 2027? Aveva mai visto la Bi-

blioteca? Come si era sentito quand’era stato quasi ucciso

dal proprio governo? Che ne pensava dell’attore che lo

aveva impersonato nel film?

Will rispose a tutte le sue domande, poi gliene fece

una lui a bruciapelo: « Che ne pensi del rapimento Kil-

lian? »

Chloe si fece improvvisamente seria. « E una cosa ter-

ribile. Mi sento cosı in colpa a starmene qui a ridere e

scherzare mentre Judy stara passando le pene dell’infer-

no. E una mia amica, sai. »

«Ah, sı? »

«Un’amica carissima. »

«L’hai sentita da quand’e successo? »

«No, le ho scritto un’e-mail dicendole che se voleva

parlare ero qui, ma ovviamente non mi ha risposto. Me

lo immaginavo. »

«Cosa pensi sia successo? »

«Quello che pensano tutti. Che si e trattato di un’ope-

razione interna e che il colpevole e il loro uomo della si-

curezza. »

«E se fosse stata ancora piu interna? »

«Ti riferisci a Judy o John? Se li conoscessi, non diresti

mai una cosa del genere. »

49

Will agito il bicchiere vuoto e Chloe balzo in piedi per

riempirlo.

« Sai, quand’ero ancora nell’FBI e succedevano queste

cose, nove volte su dieci era implicato uno dei genitori. »

«Non in questo caso. E assurdo, John e candidato alla

Casa Bianca! »

« E lei? Sta bene? Voglio dire, avere il primo figlio a

quarant’anni e venire catapultata nella frenesia di una

campagna presidenziale con la prospettiva di diventare

la donna piu famosa del mondo... non dev’essere facile,

no? »

«No, e stato sicuramente stressante. »

« Si e trattato solo di stress o di qualcosa di piu gra-

ve? »

Chloe si sedette accanto a lui.

Will sentı l’odore di alcol del suo alito caldo e il misto

di sudore e profumo del collo abbronzato.

« Sei curioso come una scimmia! »

«La forza dell’abitudine. Un ex agente dell’FBI e sem-

pre un rompipalle quando si tratta di queste cose. »

Quando Chloe si avvicino per baciarlo, Will reagı in

modo controllato, ricambiando il bacio ma tenendo le

mani a posto. Lei si fermo e gli chiese se gli piaceva, Will

allora le mostro la fede e disse che sua moglie sarebbe ar-

rivata quella sera a West Palm Beach per qualche giorno

di ferie.

«Ricordo di aver letto sui tabloid che eri un Don Gio-

vanni », disse Chloe.

« Be’, non saprei, ma a questo punto della mia vita ten-

do a comportarmi bene. Pero, se non fossi sposato, cer-

cherei una dea della Zumba proprio come te. Senti, pri-

ma che me ne torni all’hotel, toglimi una curiosita e dim-

mi dello stato mentale di Judy Killian e del rapporto con

50

suo marito. Saro una tomba. Sara come parlare con un

prete. »

« Sono ebrea. »

«Allora sara come parlare con un rabbino. »

«Non mi fido del mio rabbino. »

«Be’, di Will Piper ti puoi fidare. »

Sebbene avesse fatto del suo meglio per entrare nella

stanza in punta di piedi, Nancy si sveglio e accese la luce

del comodino. «Allora, mi vuoi dire dove sei stato? » gli

chiese a brutto muso.

« Lavoro sotto copertura. »

«Ah, sı? »

« Sı, ero travestito. »

«Da cosa? »

«Da ballerino di Zumba. »

Nancy gli ordino di avvicinarsi e sentı una zaffata del

profumo di Chloe Tabor.

Prima che la situazione precipitasse, Will disse: «Non

hai motivo di preoccuparti o di arrabbiarti, Nance. Ho

fatto un po’ d’indagini. Sono andato a bere qualcosa

con una delle amiche di Judy Killian. Non e successo

niente. Ma sai quando mi hai detto che c’era qualcosa

di strano in lei? »

« Sı? »

«Be’, senti qua. Lei e il marito avevano grossi proble-

mi. Lei non voleva che lui si candidasse e di sicuro non

vuole ritrovarsi alla Casa Bianca. Quand’e rimasta incin-

ta, ha sperato con tutte le sue forze che Killian decidesse

che non era il momento adatto per candidarsi, ma lui e

andato avanti lo stesso. Dopo la nascita del bambino,

ha passato un brutto periodo. Cioe, piu che brutto. Ha

51

sofferto di vera e propria depressione post partum. Se

non fosse stata la moglie di un candidato, l’avrebbero ri-

coverata, pero lui non ha voluto che ricevesse l’aiuto di

cui aveva bisogno. E poi c’e stato il rapimento. »

« E tutto molto interessante e spiega anche il suo com-

portamento. Ma, a livello di prove, non aggiunge nulla »,

osservo Nancy.

« Secondo me aggiunge molto », ribatte Will.

Lei lo prego di lasciar cadere la cosa almeno per quella

notte. Doveva alzarsi presto per una riunione sul caso ed

era stanca morta.

«Vado solo a farmi una doccia veloce. » Mentre si spo-

gliava, vide sulla toeletta una cartellina aperta con una

fotografia del biglietto dei rapitori. La prese e la esamino

attentamente. «C’e qualcosa d’interessante in questo bi-

glietto, l’hai notato? »

«Ehi, molla l’osso. Ti ho detto che non puoi avere ac-

cesso al materiale riguardante il caso. »

Lui la ignoro. « ’Ritirati dalla corsa.’ Tutte le lettere so-

no state ritagliate singolarmente. Tutte tranne quelle che

compongono la parola ’corsa’, che invece e intera. »

«Certo che lo abbiamo notato », disse Nancy, sulla di-

fensiva.

« Scommetto una tazza di caffe che, se compili una li-

sta di tutte le riviste che i Killian ricevono a casa e fai una

ricerca per tipo e dimensioni di carattere sulla parola

’corsa’ negli ultimi numeri, troverai una corrisponden-

za. »

Lei sospiro e gli tiro il cuscino.

Lui lascio che lo colpisse sulla testa.

« Ti ho mai detto che sei l’uomo piu in gamba che ab-

bia mai conosciuto? Non credo che qualcun altro ci abbia

pensato. Ma, prima che ti perdoni, posso chiederti una

52

cosa? Dove avete bevuto questo famoso drink tu e Chloe

Tabor? »

Will scosse la testa. « Se te lo dico, poi mi tocca dormi-

re nella vasca da bagno. »

La mattina dopo, alle sette, Will dormiva ancora. Nancy

si stava preparando per uscire, quando la sua NetPen an-

nuncio una chiamata da Jim Moskowitz.

Will si sveglio sentendo la moglie esclamare: « Cri-

sto! » e le chiese cosa fosse successo.

«Hanno trovato il bambino. E morto. »

Quando Nancy arrivo dai Killian, la proprieta brulica-

va di medici legali e agenti della scientifica della sede

dell’FBI di Miami. La maggior parte affollava il molo, in-

tenta a fotografare un oggetto piccolo e nero. Solo quan-

do giunse a pochi metri di distanza, Nancy si rese conto

che si trattava di un sacco dell’immondizia avvolto nel fil

di ferro, da cui emanava un fetore insopportabile che lei

conosceva fin troppo bene. Accanto c’era una specie di

disco blu.

Jim Moskowitz la saluto. «Un paio di pescatori l’han-

no preso all’amo stamattina un chilometro e mezzo a

nord. L’hanno tirato su, hanno tagliato parte del sacco

e si sono resi conto di cosa si trattava. Abbiamo raccolto

tutti i campioni sulla superficie. Ora siamo quasi pronti

per aprirlo e dargli un’occhiata prima di mandarlo alla

morgue. »

Nancy avrebbe preferito non dover assistere a quello

spettacolo. Tanto piu che si trattava di un bambino di

quattro mesi. Ma faceva parte del suo lavoro.

«Vuole una mascherina? » le chiese uno degli agenti

della scientifica.

53

La donna aveva imparato all’inizio della carriera che

non era il caso di far vedere ai colleghi che non soppor-

tava l’odore della morte. In genere lo affrontava come la

maggior parte degli uomini, senza protezioni. «No, va

bene cosı », rispose.

Un tecnico con camice e guanti aprı il sacco con un bi-

sturi, mentre un altro riprendeva la scena. Ovviamente, le

fotografie del piccolo Adam esposte a casa Killian non so-

migliavano affatto al corpicino gonfio e violaceo che si tro-

varono davanti. Il coroner lo esamino e dichiaro che non

c’erano ferite evidenti da taglio o da arma da fuoco ne nes-

sun segno di strangolamento con corde o fil di ferro ma, a

parte quello, avrebbe dovuto rimandare ogni osservazio-

ne a dopo l’autopsia.

«Quanto tempo e stato in acqua? » gli chiese Nancy.

« Piu o meno una settimana, ma le dico subito che non

saremo in grado di stabilire con certezza la data della

morte. »

Lo sguardo di Nancy si poso sul disco. A un piu atten-

to esame, si rivelo una piastra da dieci chili per solleva-

mento pesi con del fil di ferro infilato nel buco.

«Che mi dite di questo? » chiese Nancy, indicandolo.

Fu uno degli agenti di Moskowitz, che aveva attraver-

sato il prato per unirsi al gruppo, a risponderle. «Un sac-

co di cose. E dello stesso modello dei pesi che abbiamo

trovato in garage e che appartengono a MacDonald. E in-

dovini un po’: sulla rastrelliera ne manca proprio uno da

dieci chili. »

Tra i presenti si levo un mormorio.

« E non e finita qui », aggiunse l’agente, mostrandole

una busta di plastica. «Questo e un rotolo di fil di ferro

che abbiamo trovato sul tavolo da lavoro del garage. A

54

una prima analisi, mi sembra sia dello stesso spessore di

quello intorno al sacco. »

Moskowitz fece cenno a Nancy di allontanarsi dagli

agenti per poterle parlare in privato.

«Vorrei interrogare di nuovo MacDonald, se sei d’ac-

cordo », esordı Moskowitz.

«Assolutamente. »

« Poi, in base all’esito dell’interrogatorio, andro dal

procuratore e gli chiedero un mandato d’arresto. I risul-

tati della scientifica sul corpo potrebbero aggiungere pro-

ve a carico, ma credo che quello che abbiamo sia gia suf-

ficiente ad accusarlo di rapimento e omicidio. »

«Ma cos’e successo, Jim? Qual e la nostra ipotesi? Ra-

pisce il bambino, lo uccide e getta via il corpo senza nean-

che provare a ottenere un riscatto? »

« Forse il bambino e morto accidentalmente e il piano e

andato a rotoli. »

«Mi sembra un po’ improbabile. »

« Forse il movente non sono i soldi. Forse MacDonald

odiava i Killian al punto di uccidere il figlio. »

« Sı, ma anche questa ipotesi e abbastanza campata per

aria, per il momento. »

« Secondo te non dovremmo arrestarlo? »

«No », disse Nancy scuotendo la testa. «Ma, a questo

punto, non abbiamo scelta. Arrestalo pure. Io avvertiro il

direttore. »

CamMacDonald fu formalmente accusato del rapimento

e dell’omicidio di AdamKillian nel pomeriggio, piu ome-

no nello stesso momento in cui Will e Nancy discutevano

nella loro stanza d’albergo mentre facevano le valigie.

« E troppo scontato, Nance », disse Will, furibondo.

55

«Cam MacDonald era uno di noi. Era un bravo agente e

un tipo in gamba. Magari aveva un buon motivo per far-

lo, ma credi che si sarebbe lasciato alle spalle una sfilza

d’indizi giallo fosforescente che portavano dritto a lui? »

« Forse non e piu la stessa persona che conoscevi. »

« E il classico capro espiatorio, piccola. Lo so io e credo

lo sappia anche tu. »

« Io non posso permettermi di seguire il mio istinto,

Will. Ne per questo caso, ne per altri. I professionisti de-

vono andare dove li porta la testa. »

« Quindi io sono un dilettante che agisce in modo

sconsiderato. »

«No, ma sei un amico di Cam, e non sei obiettivo. »

La NetPen trillo, interrompendoli, e Will ando in ba-

gno a recuperare le sue cose.

Quando uscı, Nancy aveva un’espressione turbata.

« Era uno degli agenti che lavoravano sulla scena del cri-

mine », disse. « Ti ricordi la parola ’corsa’? C’e una corri-

spondenza perfetta con una pubblicita – la frase era ’cor-

sa verso il traguardo’ – nel numero di Vogue del novem-

bre 2019. Judy Killian e abbonata a Vogue. Oggi pomerig-

gio lui e tornato a casa loro per approfondire la faccenda.

I numeri di ottobre, di dicembre e di gennaio sono in un

portariviste in camera da letto. Quello di novembre no. »

Will sorrise. «Cosa ti dice adesso la testa, Nance? »

Il funerale di Adam Killian doveva essere un momento

privato riservato ai familiari e, per la maggior parte, fu

cosı, finche il corteo funebre non lascio la chiesa e lo spa-

zio aereo sopra il cimitero si riempı di elicotteri noleggia-

ti con a bordo fotografi muniti di teleobiettivi.

Fino ad allora, la campagna di Killian era stata ufficial-

56

mente sospesa. I rivali del senatore erano sulle spine, vi-

sto che le primarie del South Carolina erano dietro l’an-

golo, ma per lo piu si erano sentiti obbligati a imitare Kil-

lian.

Una settimana prima delle elezioni, Killian apparve in

pubblico per la prima volta dal giorno del rapimento, di-

chiarando che non avrebbe lasciato che la sua tragedia fa-

miliare e il crimine di un feroce assassino gli impedissero

di proseguire. Fu un pezzo di teatro politico intenso e

drammatico, recitato di fronte a un pubblico di sostenito-

ri con gli occhi lucidi. Judy non era al suo fianco e, sebbe-

ne Killian avesse accennato alla silenziosa forza della

moglie, nessuno commento la sua assenza. Il senatore

avrebbe rinnovato il suo impegno dopo le primarie del

South Carolina e aveva intenzione di marciare verso la

candidatura e la presidenza per il bene della nazione,

consumata dall’ansia per l’imminente Orizzonte.

Tra i milioni di persone che lo seguirono in televisione,

c’erano anche Will e Nancy. Quella settimana, Will era

tornato a Reston per assistere alla recita scolastica di Phil-

lip: dopo un evento sconvolgente come la morte di un

bambino di quattro mesi, Will aveva preso particolar-

mente sul serio quell’occasione di passare un po’ di tem-

po con la famiglia. Era stato tutto molto tenero: Phillip

impersonava un pellegrino e veniva baciato da un’altra

piccola pellegrina come lui. Ma Reston era fredda e pro-

vinciale e Will non vedeva l’ora di tornare alla sua pesca

nelle tiepide acque del Golfo.

Alla fine del discorso, Will spense il televisore. « Ci

credi che questo tizio e il favorito per la presidenza? Sap-

piamo tutti e due che e coinvolto in qualche modo nella

morte di Adam. »

57

Nancy, esausta, emise un profondo sospiro. «Aspet-

tiamo la fine del processo a MacDonald. »

« Sara tra un anno, quando Killian sara gia seduto nel-

lo Studio Ovale. »

«Non possiamo farci niente, Will. Lo sai che ho gioca-

to la carta dell’avvocato del diavolo all’interno dell’FBI,

ma ora il caso e nelle mani del Grand Jury, che ha esami-

nato le prove a carico di Cam e lo ha incriminato. »

Will ando a prendere un’altra birra in frigo e Nancy gli

lancio un’occhiata che significava « e la quarta che bevi ».

Lui la stappo e, mentre tornava in soggiorno, si fermo

improvvisamente e disse: « E se... »

«Oh-oh. ’E se’ cosa? »

« E se scoprissimo la data di morte di Adam Killian?

Non vorresti sapere se e morto lunedı 6 gennaio o marte-

dı 7? »

«Certo », rispose Nancy. « Se Adam fosse morto il 6,

vorrebbe dire che Judy Killian ha mentito quando ha det-

to di avergli dato il biberon a mezzanotte e mezzo del 7.

Se invece fosse morto il 7 o anche un paio di giorni dopo,

tutto tornerebbe: le telecamere di sicurezza sono state

staccate all’una e mezzo e il rapimento e avvenuto poco

dopo. Ma il coroner ci ha detto che non e in grado di sta-

bilire una data esatta. »

Will sorrise. « Sı, ma esiste un modo per scoprirlo, no?

La Biblioteca. »

Lei alzo gli occhi al cielo: a volte era davvero esaspe-

rante vivere con un marito come Will Piper. Facendo ap-

pello a tutta la sua pazienza, gli fece un breve riassunto

della giurisprudenza federale riguardante i procedimenti

giudiziari civili e penali intentati contro il governo degli

Stati Uniti per tentare di strappare una specifica data di

morte alla Biblioteca custodita nell’Area 51.

58

Dieci anni prima, quando Will aveva svelato l’esisten-

za della Biblioteca di Vectis, aveva salvato se e la sua fa-

miglia da un terribile pericolo usando come merce di

scambio una copia del database di tutte le nascite e le

morti fino all’Orizzonte. In un’escalation di caos e violen-

za, Nancy aveva colpito a morte Malcolm Frazier, capo

delle forze di sicurezza dell’Area 51, che aveva ucciso i

genitori di lei e stava per eliminare anche Will. Dopo la

sparatoria a Las Vegas, Will aveva fatto avere il database

al Washington Post e suo genero, che era un reporter, ave-

va pubblicato per la prima volta la storia della Biblioteca,

facendola conoscere al mondo intero.

Tuttavia il governo era intervenuto, notificando al Post

un’ingiunzione che vietava di pubblicare qualsiasi dato

relativo a una specifica persona proveniente dal database

rubato, il che aveva dato inizio a una lunga serie di bat-

taglie legali, al termine delle quali era stato stabilito che

l’importanza della Biblioteca ai fini della sicurezza nazio-

nale superava il diritto dell’individuo di conoscere un

particolare giorno di nascita o di morte in essa contenuto.

Percio il Post era stato costretto a consegnare la copia del

database e ad assicurare al governo che non ne esistesse-

ro altre, ne in formato cartaceo ne in formato elettronico.

Le richieste di coloro che avevano citato in giudizio il go-

verno per ottenere una specifica data di morte erano state

respinte, perche non rivestivano un interesse nazionale. I

casi piu tipici erano quelli di coniugi o parenti che desi-

deravano abbreviare il lasso di tempo previsto dalla leg-

ge prima che una persona scomparsa venisse dichiarata

morta. Allo stesso modo, erano state respinte pure le cau-

se in cui uno Stato o un governo locale desiderava stabi-

lire una data di morte precisa in relazione a un procedi-

mento penale, sempre per motivi di sicurezza nazionale.

59

Non c’era stato un singolo caso in cui il velo della Biblio-

teca fosse stato sollevato tramite azione legale.

« Lo so benissimo, Nance », disse Will, scolandosi la

birra piu velocemente di quanto lei avrebbe voluto.

«Ma non pensi che questo sia il primo caso in cui si po-

trebbe avere accesso alla Biblioteca? Abbiamo un senato-

re che ha ottime probabilita di diventare presidente degli

Stati Uniti. Se suo figlio e morto di lunedı, vuol dire che e

un assassino o il complice di un omicidio. Se non pensi

che questo sia fondamentale per la sicurezza nazionale,

devi farti vedere da uno bravo. »

Lei lo fisso a lungo in silenzio, tanto che Will si chiese

se gli avrebbe mai risposto. « Sai una cosa, Will? » disse

infine. «Hai perfettamente ragione. »

Negli anni precedenti alla rivelazione dell’esistenza della

Biblioteca, sull’Area 51 esisteva un’infinita di teorie com-

plottistiche, secondo cui quella base segreta situata a

Groom Lake, nel Nevada, sarebbe stata utilizzata per lo

studio di UFO caduti sulla Terra e per altre operazioni

di retroingegneria aliena. La vera natura della base era,

in un certo senso, non meno fantasiosa, ma l’assunto

per cui, una volta svelato un complotto, l’interesse dimi-

nuisce e i suoi teorici si concentrano su altri obiettivi si

era rivelato vero anche in quel caso.

La spessa cortina di sicurezza e segretezza che avvol-

geva il progetto sin dalla sua nascita, nel 1947, si era di-

radata. Al culmine della sua attivita, centinaia di analisti

e codificatori lavoravano al Groom Lake in totale anoni-

mato, facendo avanti e indietro tutti i giorni da Las Vegas

a bordo di voli del governo. Con l’approssimarsi dell’O-

rizzonte, il loro numero era diminuito.

60

I dipendenti del Groom Lake, per lo piu civili, lavora-

vano ancora su database e algoritmi per prevedere disa-

stri naturali e tendenze geopolitiche, ma gli uomini della

sicurezza che li monitoravano, noti nell’ambiente come i

« Sorveglianti », non dovevano piu fare in modo che la

natura delle operazioni restasse segreta. Si concentrava-

no su un compito piu prosaico, ma non meno importan-

te: impedire che le date di nascita o di morte di specifiche

persone venissero svelate per amore o per denaro. I Sor-

veglianti erano sempre stati reclutati tra le file dell’Eser-

cito e della CIA: si trattava di uomini duri, che non veni-

vano certo scelti per la flessibilita o per il senso dell’umo-

rismo. Erano per lo piu addetti alla sicurezza che, negli

anni, erano stati incaricati di togliere di mezzo infiltrati

e traditori. L’esempio piu eclatante di quella spietata giu-

stizia sommaria era stato un analista informatico del

Groom Lake, Mark Shackleton, la cui avidita aveva con-

dotto Will Piper a scoprire, dieci anni prima, l’esistenza

della Biblioteca. Shackleton era ancora in coma, con un

proiettile conficcato nel cranio.

La base, situata nel bel mezzo del deserto del Nevada,

in corrispondenza del letto di un antico lago, era un tipi-

co esempio di struttura militare anni ’50: bassa, scialba,

industriale. Al pianoterra c’erano gli uffici amministrati-

vi, ma il cuore dell’azione si trovava a centinaia di metri

sottoterra. Era lı che lavoravano gli analisti ed era lı che

veniva custodita, in un caveau antisismico e a prova di

bomba, la Biblioteca di Vectis, oltre 700.000 volumi di per-

gamena che pochi avevano visto. I libri erano praticamen-

te inutilizzabili ormai ma, pur essendo stati digitalizzati,

venivano ancora protetti col rispetto e col timore reveren-

ziale riservati alle antiche reliquie. Era tradizione che, il

primo giorno di lavoro, i nuovi arrivati all’Area 51 venis-

61

sero portati nel caveau, come una sorta di rito d’iniziazio-

ne. La maggior parte di loro non rivedeva piu la Bibliote-

ca. Ovviamente, ormai i nuovi dipendenti erano pochi. Il 9

febbraio 2027, l’Area 51 sarebbe stata chiusa, o avrebbe

cessato di esistere insieme col resto del mondo.

Per una stranezza del protocollo militare dell’epoca di

Truman, il Groom Lake era sempre stato una struttura

della Marina – che riferiva direttamente al Pentagono –

e il comandante della base era il contrammiraglio piu

« terrestre » della flotta. Nathan Griffin, un uomo scialbo

prossimo al pensionamento, guardo fuori dalla finestra

dell’ufficio e vide lo stesso paesaggio monotono che ave-

va avuto davanti ogni giorno di lavoro degli ultimi nove

anni. Era stufo della tavolozza di gialli e marroni e aveva

intenzione di attendere l’Orizzonte guardando piu verde

e piu azzurro possibili.

Il suo responsabile della sicurezza, il colonnello Bryce

Markham, busso alla porta ed entro. Rimase in silenzio

davanti alla sua scrivania finche Griffin non lo autorizzo

a parlare con un cenno del capo. Anche Markham era

giunto alla fine del suo mandato. Entrambi avrebbero la-

sciato la base a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro. Il

successore di Markham era gia stato designato: un giova-

ne zelante di nome Roger Kenney, uno dei pupilli di Mal-

colm Frazier. Markham non avevamai incontrato Frazier.

Era stato paracadutato lı dalla CIA per riorganizzare la si-

curezza dopo il caso Shackleton, ma era ben contento di

andarsene. Tutti si stancavano del deserto, prima o poi.

«Voleva vedermi, signore? »

«Abbiamo un problema, Bryce. Sai che il Pentagono

ha ricevuto dal dipartimento di Giustizia la richiesta di

svelare la data di morte del figlio del senatore Killian. »

« E stata respinta! » Markham s’infuriava solo al pen-

62

siero di dover obbedire a una richiesta proveniente dal

mondo civile.

« Sı, come ogni altra ricevuta fino a oggi. »

«Quindi qual e il problema? »

« Il problema e che sono stato appena informato dal se-

gretario della Marina che un Learjet dell’FBI proveniente

da Washington arrivera al Groom Lake fra trenta minuti

e che dovro lasciarlo atterrare e accogliere un visitatore. »

« E chi sarebbe questo visitatore? »

« Il vicedirettore Nancy Piper. »

Markham perse la calma e impreco, ma l’ammiraglio

lascio correre. Se avesse chiesto a qualsiasi Sorvegliante

chi fosse l’uomo piu odiato dell’Area 51, la risposta sareb-

be stata sempre la stessa: Will Piper. E Nancy si era ag-

giudicata a mani basse il titolo di donna piu odiata. Mal-

colm Frazier era una leggenda e lei lo aveva mandato al

creatore.

«Che cavolo viene a fare qui? » domando Markham.

«Non me l’hanno detto. Immagino voglia chiedere di

nuovo la data di morte del figlio di Killian. »

«Ma noi non la divulgheremo, vero? »

«Certo che no. »

Mentre l’aereo si avvicinava alla pista di atterraggio

del Groom Lake, Nancy osservava attentamente il pae-

saggio brullo e lunare, stupita dall’aspra bellezza e dal

completo isolamento di quel luogo. Il passaggio dall’aria

condizionata del jet al caldo torrido della pista fu trau-

matico. Nancy lascio sull’aereo la squadra di assistenti

e avvocati che l’aveva accompagnata e che si affaccio ai

finestrini per cercare di dare un’occhiata alla base. La

donna voleva occuparsi della questione da sola.

Uno degli assistenti dell’ammiraglio la fece salire a

bordo di un SUV e la porto al quartier generale. Nell’uf-

63

ficio di Griffin, fu presentata all’ammiraglio e al colonnel-

lo Markham, che la guardava talmente storto da risultare

ridicolo, oltre che poco professionale.

Griffin le offrı una sedia, ma lei rifiuto e, quando lui le

chiese il motivo della sua visita, rispose: « Sono qui per

ottenere la data di morte di Adam Spencer Killian, che

aveva quattro mesi quand’e stato assassinato ».

«Mrs Piper, sono dieci anni che il nostro ufficio re-

spinge questo tipo di richieste e non abbiamo intenzione

di cambiare rotta. I tribunali hanno sempre difeso la se-

gretezza dei nostri dati. Anche questa particolare richie-

sta e stata esaminata e respinta. Temo che dovra risalire

sul suo aereo e tornarsene a Washington. »

Mentre Markham sogghignava, Nancy infilo la mano

nella valigetta e ne estrasse un pezzo di carta. « Non

me ne andro a mani vuote, ammiraglio. »

«Cos’e? » chiese Griffin.

Lei fece scivolare il documento sulla sua scrivania. « E

la tessera della Biblioteca. »

Griffin lo lesse, poi, paonazzo, lo passo a Markham.

« E un’ordinanza del tribunale che le chiede di fornire

immediatamente all’FBI i dati richiesti, per questioni di

sicurezza nazionale », spiego Nancy. « E stata emanata

dalla Corte Suprema e, nel caso in cui non l’avesse rico-

nosciuta, la firma e quella del presidente. Dove posso

aspettarla mentre cerca la data della morte di Adam Kil-

lian? »

La tennero un’ora fuori dall’ufficio dell’ammiraglio.

Nancy immagino che avessero impiegato meno di un mi-

nuto ad accedere ai dati e che il resto del tempo fosse il

risultato di una tattica passivo-aggressiva.

Finalmente il colonnello Markham le porse una busta

sigillata.

64

«Devo aprirla qui? »

«La data di morte di Killian e lı dentro. La apra dove

le pare. »

«Grazie, colonnello. » Mise la busta nella valigetta e si

alzo dalla sedia. « Buona giornata. »

Markham rimase dov’era, bloccandole il passaggio

con aria minacciosa. «Voglio solo chiederle una cosa su

Malcolm Frazier. Come ci si sente ad avere ucciso un

eroe? »

Lei lo aggiro e, prima di andarsene, si volto. « Io non

sparo agli eroi. Sparo ai cattivi. »

L’atmosfera era tesa e carica di ostilita. Mentre aspettava-

no che il senatore e la moglie scendessero al piano di sot-

to, il direttore della campagna e l’avvocato di Killian vol-

lero sapere perche l’FBI avesse tanto insistito affinche il

senatore sospendesse la campagna per incontrarli nella

sua proprieta.

«Vi dico una cosa: vi conviene avere un ottimo motivo

per aver costretto il senatore a interrompere il tour e tor-

nare in Florida. Spero per voi che dobbiate dirgli che Ca-

meron MacDonald ha confessato e che questa brutta sto-

ria e finita per sempre. Non possiamo permetterci nessu-

na distrazione. Dobbiamo essere molto concentrati in

questo momento », sibilo Billy Weddle rivolto a Nancy

e a Jim Moskowitz, smettendo i panni di gentiluomo

del Sud.

«Aspettiamo i Killian, okay? » replico Nancy.

Era talmente abituata a vedere le immagini sorridenti

del senatore decine di volte al giorno che, per un attimo,

non riconobbe l’uomo accigliato che entro nella stanza.

Judy Killian sembrava fragile e sofferente come quando

65

Nancy l’aveva interrogata alcune settimane prima. Era

una donna ancora prostrata dal lutto.

Si sedettero su un divano e il senatore cerco subito di

prendere in mano la situazione. «Okay. Sono sempre lie-

to di accontentare l’FBI, anche quando la richiesta e im-

provvisa e tanto enigmatica da risultare scortese. Ma

ho pochissimo tempo. Quindi forza, cosa dovete dirci? »

Nancy si sporse leggermente in avanti e comincio:

« Senatore Killian. Mrs Killian. Siamo riusciti a stabilire

l’ora della morte di Adam».

L’avvocato del senatore, un vecchio volpone di West

Palm Beach, salto su con voce stridula: «Ma se ci avete

sempre detto che il coroner non era in grado di stabilire

l’ora della morte di Adam per via del grado di... »

Judy Killian sussulto alla parola non detta: decompo-

sizione.

« Infatti l’informazione non proviene dall’ufficio del

coroner. »

« E allora da dove viene? »

«Dalla Biblioteca di Vectis. Abbiamo ottenuto un’ordi-

nanza della Corte Suprema affinche l’Esercito ci fornisse

la data della morte di Adam. Loro hanno obbedito. »

«Vuole scherzare? » sbraito l’avvocato. «Non so di co-

sa stia parlando, ma posso dirle subito che non esiste un

precedente per l’uso di questo tipo di prove in un proce-

dimento legale. »

« Sono considerazioni premature, allo stato attuale

delle cose », ribatte Nancy. «Oggi come oggi, la nostra

unica preoccupazione e scoprire cos’e successo. »

« Sappiamo gia cos’e successo: Cameron MacDonald

ha rapito mio figlio e l’ha ucciso », sbotto il senatore.

Nancy fece un profondo respiro e guardo Judy Killian

dritto negli occhi. «Mrs Killian, lei ha affermato in vari

66

interrogatori di essersi alzata per dare il latte a Adam a

mezzanotte e mezzo di martedı. E vero? »

Judy lancio un’occhiata al marito e rispose debolmen-

te: « Sı ».

Nancy noto che il senatore stringeva la mascella.

« Sı », ripete Judy.

«Vostro figlio era gia morto a mezzanotte e mezzo. E

morto lunedı 6 gennaio », disse Nancy, non con trionfo

ma con tristezza.

A Billy Weddle scappo un gemito e il senatore gli or-

dino di uscire.

Non appena la porta si richiuse alle sue spalle, Nancy

li incalzo: « Sarebbe meglio per tutti se ci raccontaste co-

s’e successo quella notte ».

L’avvocato di Killian balzo in piedi. « John, Judy, non

dite una parola. »

«Un uomo e in prigione con l’accusa di omicidio. Per

lui ogni giorno e un inferno », insiste Nancy.

Judy Killian si asciugo gli occhi con un fazzoletto.

« John, voglio parlare. Non posso andare avanti cosı. »

« Porca miseria, Judy, sta’ zitta! » sbraito il marito.

«Non puoi farmi stare zitta. Non voglio piu essere il

tuo burattino. Basta. Voglio essere libera », replico lei,

col petto scosso dai singulti.

Nei minuti successivi, si udı solo la voce sommessa e

incolore di Judy che parlava ai presenti ammutoliti. L’av-

vocato si teneva la testa tra le mani e il senatore era sedu-

to in una posa cosı rigida che sembrava gia in pieno rigor

mortis. Nancy rimase immobile accanto a Jim. Non prese

appunti ne tento di registrare la testimonianza di Judy,

per paura che un movimento improvviso spezzasse l’in-

cantesimo e la riducesse al silenzio.

Judy non avrebbe voluto avere niente a che fare con la

67

corsa alla presidenza. L’avevano coinvolta a viva forza,

dicendole che, essendo una neomamma, non sarebbe sta-

ta costretta ad apparire sempre al fianco del marito fin-

gendosi una brava moglie e, in effetti, era stato cosı.

Ma c’era un problema. Dopo la nascita di Adam, lei era

stata colpita da una grave forma di depressione che

non aveva ricevuto la dovuta attenzione. I responsabili

della campagna temevano che un suo ricovero sarebbe

stato fatale per le elezioni, cosı Judy era andata avanti a

pillole e sporadiche visite a domicilio del medico di fami-

glia. Il bambino non dormiva. Piangeva, piangeva sem-

pre. Il senatore non c’era quasi mai e, le poche volte

che era a casa, dormiva nella camera degli ospiti per

non sentire il maledetto interfono. Lunedı sera, alle dieci

e mezzo, Killian aveva udito un pianto diverso, il lamen-

to di una donna, e aveva trovato la moglie in bagno, gli

occhi fissi sulla vasca. Il corpicino di Adam era sott’ac-

qua. Judy non sapeva perche lo aveva tolto dalla culla,

piangente, e lo aveva immerso nel bagno che aveva pre-

parato. Non sapeva perche lo aveva affogato, cioe, forse

sı: per i pochi momenti di pace e tranquillita prima che le

proprie grida squarciassero il silenzio. Ricordava di esse-

re rimasta seduta sul pavimento di marmo, stordita e

scossa dai singhiozzi, mentre il marito si occupava di tut-

to, come faceva sempre. Non ricordava quanto tempo l’a-

veva lasciata lı, solo che, quand’era tornato, le aveva spie-

gato cosa dire e cosa fare. Per il bene di entrambi. Le ave-

va assicurato che in seguito ci sarebbe stato tempo per

pensare a tutto quanto. Ma alla Casa Bianca, non in pri-

gione. Solo dopo Judy aveva scoperto che il marito aveva

staccato le telecamere di sicurezza e l’allarme, tolto il vo-

lume all’interfono, preso una scala in garage, una piastra

dal set di pesi di Cam MacDonald e del fil di ferro. Che

68

era uscito col motoscafo e aveva gettato via il bambino

come se fosse spazzatura.

Quando Judy termino la confessione, la sua voce si

spense lentamente, come la nota finale di una sinfonia,

e Nancy si rese conto che stava succedendo qualcosa di

strano, che non le era mai capitato negli innumerevoli in-

terrogatori condotti per conto dell’FBI.

Stava piangendo.

Nancy stava tritando le carote e le cipolle quando udı la

porta del garage aprirsi. Un attimo dopo, Phillip corse in

casa raggiante, sventolando un dettato che gli era valso

un bel voto. Will lo seguı a ruota, con in spalla lo zainetto

del figlio, troppo pesante per lui.

Nancy diede un bacio a Phillip e lo spedı in camera a

giocare. Will fu subito dietro di lei, baciandola sul collo e

stringendole i seni. « Serve una mano? » le chiese.

« Sı. Dici sul serio? »

«Neanche per sogno. »

Scoppiarono a ridere. Entrambi odiavano cucinare, ma

avevano un accordo: lei cucinava a Reston, lui sulla barca.

Will accese la TV della cucina per vedere le previsioni.

Aveva un volo da prendere la mattina dopo e non voleva

rischiare di rimanere a terra.

« Sicuro che non ti vuoi fermare qualche giorno in

piu? »

« Sono passate due settimane, Nance. Oggi stavo fa-

cendo una passeggiata e una signora del quartiere mi

ha chiesto se volevo iscrivermi al suo club del libro. »

«Giusto. E ora che ti levi dalle scatole. »

Le previsioni lasciarono subito il posto a uno degli in-

numerevoli reportage sull’arresto dei Killian e sulle con-

69

seguenze del ritiro del senatore dalla campagna presi-

denziale.

Will fece una smorfia e spense la TV. «Ho chiesto a

CamMacDonald di venirmi a trovare per andare a pesca

insieme. »

«Ha accettato? »

«Non ancora. Forse. Credo voglia capire cosa puo fare

per me, non cosa posso fare io per lui. Si sente in debito. »

«Giustamente. »

«Gli diro di mandarmi una cassa di whisky. »

«Ah-ah. »

Will aprı una birra. « Sai che giorno e domenica? » le

chiese.

«No. »

« E il 9 febbraio. Sette anni all’Orizzonte. »

«Credevo avessimo deciso di non contarli. »

« Infatti non lo faccio quasi mai. E solo che sei stata

laggiu, Nance, e ultimamente ci ho pensato di piu. Darei

la palla destra per vedere la Biblioteca. »

«Non farlo, ti prego. »

«Avrebbero dovuto farti fare un giro. »

« Figurati. »

«O se non altro farti vedere qualche foto. Perche tutta

questa segretezza? »

« Sai come sono i governi », rispose lei, versando le ci-

polle nell’olio.

«Dico sul serio. Come ti sei sentita laggiu? »

Lei giro le cipolle con un cucchiaio di legno, poi si stac-

co dal fornello. «Ho sempre odiato la Biblioteca, Will.

Odio la gente che l’ha tenuta nascosta tutti quegli anni,

odio quello che hanno fatto ai miei genitori, odio sapere

che non c’e niente che possiamo fare per cambiare il gior-

no della nostra morte, odio tutto, tutto, dell’Orizzonte.

70

Ma la Biblioteca ha anche fatto in modo che un maledetto

bastardo non finisse alla Casa Bianca. Quindi non posso

odiarla su tutta la linea. »

Lui la prese tra le braccia. « Tutto questo odio in uno

spazio cosı piccolo. Dimmi cosa ami, invece. »

Nancy si alzo sulla punta dei piedi: era l’unico modo

per baciarlo senza salire su uno sgabello. « Be’, Phillip e

in cima alla lista, e anche tu sei ai primi posti. Amo il fatto

che noi tre staremo insieme per i prossimi sette anni e che,

quando arrivera l’Orizzonte, saremo in barca. E soprattut-

to amo il fatto che, nell’attesa, sarai tu a dover cucinare. »

DISPONIBILE DAL 15 NOVEMBREIN EBOOK E IN LIBRERIA

PRESENTAZIONE

Il destino di ogni uomo e un segreto sepolto nel silenzio...

Il silenzio in cui si sono suicidati gli scrivani di Vectis.

Dopo aver compilato la sterminata Biblioteca che riporta

il giorno di nascita e di morte di ogni uomo vissuto dal-

l’VIII secolo in poi, la loro eredita e una data: il 9 febbraio

2027. Ma la giovane Clarissa non sa nulla di tutto cio. Il

suo unico pensiero e fuggire. Fuggire da quell’abbazia

maledetta, per mettere in salvo il dono piu prezioso

che Dio le abbia mai concesso.

Il futuro dell’umanita e un mistero nascosto tra le pagine

di un libro...

Il libro in cui e indicato il giorno del giudizio. Mentre il

mondo s’interroga su cosa accadra davvero il 9 febbraio

2027, alcune persone ricevono una cartolina sulla quale ci

sono il disegno di una bara e una data: il giorno della loro

morte. Proprio come all’inizio della straordinaria serie di

eventi che avevano portato alla scoperta della Biblioteca

dei Morti. C’e soltanto una differenza: tutte le « vittime »

sono di origine cinese. E una provocazione? Un avverti-

mento?

L’ultima verita non e mai stata trovata...

Will Piper ha trovato la pace: sa che vivra oltre il 9 feb-

braio 2027, e ha deciso di lasciarsi alle spalle l’enigma

della Biblioteca di Vectis e la sua secolare scia di sangue.

Almeno finche suo figlio non parte all’improvviso per

l’Inghilterra e poi sparisce nel nulla. D’un tratto, per Will,

ogni cosa torna a ruotare intorno all’origine della Biblio-

teca dei Morti. Lı dove tutto e cominciato. E dove tutto

finira.

Se il destino di ogni uomo e un segreto sepolto nel si-

lenzio, se il futuro dell’umanita e un mistero nascosto

tra le pagine di un libro, solo nella Biblioteca dei Morti

si puo trovare l’ultima verita...

G l e n n C o o p e r

I C U S T O D I D E L L A

B I B L I O T E C A

R o m a n z o

U N I N V I T O A L L A L E T T U R A

Titolo originaleThe Librarians

ISBN 978-88-429-2000-7

Traduzione diGiovanni Arduino

Per essere informato sulle novitadel Gruppo editoriale Mauri Spagnol visita:

www.illibraio.itwww.infinitestorie.it

In copertina: illustrazione di Iacopo BrunoGrafica: Rumore Bianco

g 2013 Glenn Cooperg 2012 Casa Editrice Nord s.u.r.l.Gruppo editoriale Mauri Spagnol

Prima edizione digitale 2012Quest’opera e protetta dalla Legge sul diritto d’autore.

E vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata.

P R O L O G O

Isola di Wight,

Inghilterra, 1775

« Tieni ben salda quella lanterna! » ordino il vecchio alla

ragazza.

Il vento ululava e le pallide nuvole illuminate dalla lu-

na saettavano nel cielo come vascelli in mezzo alla burra-

sca. Il mare ribolliva e rumoreggiava.

Sostenuti da una robusta dose di rum, due uomini sta-

vano scavando una buca. Era gennaio, e la terra era dura,

ghiacciata.

« Sei sicura che sia il posto giusto? » domando il vec-

chio.

La ragazza rispose di sı, ma lui intuı che stava menten-

do. Si strinse il mantello intorno al collo. « Se non e cosı, ti

riconsegnero al barone domani stesso e non vorro avere

piu niente a che fare con te. »

La giovane comincio a tremare.

«Girano strane leggende su questo posto », disse uno

degli uomini, biascicando per via del liquore che il vec-

chio gli aveva offerto. « Fin da quand’ero piccolo, le ho

sentite. Non sarebbe mica strano se ci fosse del vero in

quello che dice la ragazza. »

«E allora perche tu o i tuoi amici dell’isola non avete

mai controllato? » chiese il vecchio.

« Per paura, signore », intervenne l’altro uomo. «Una

volta qui c’era un’abbazia. Si raccontano storie di fanta-

smi e di monaci incappucciati che vagano da queste parti

a mezzanotte. Cioe adesso, all’incirca. Bisogna proprio

essere stupidi per venirci. »

« Eppure avete accettato di accompagnarci... »

«Non ci avevano mai offerto dei soldi, nossignore »,

rispose il primo. « Pero, se la sotto c’e davvero qualcosa,

allora dovrete sbrigarvela da soli. »

L’anziano col mantello diede un’occhiata all’alta scala

che i due avevano portato fin lı. Probabilmente non sa-

rebbe riuscito a usarla, a causa della gotta; d’altra parte,

era abbastanza certo che non avrebbero trovato niente. In

ogni caso, un letto confortevole lo aspettava alla locanda

di Fishbourne.

Le palate di terra avevano ormai formato una monta-

gnola.

«Voi non siete di queste parti, vero? » chiese il secon-

do uomo.

«No, infatti. Vengo da molto lontano, da Philadel-

phia. »

« Sul serio? Quando scoppiera la guerra, da che parte

vi schiererete? »

Il vecchio sospiro. « Spero non ci saranno spargimenti

di sangue ma, se saro costretto a scegliere per chi combat-

tere, allora lo faro. »

« Se non state col re, allora smetto subito di scavare »,

dichiaro l’uomo.

L’improvviso stridore del ferro contro la pietra fece

sussultare tutti ed evito al vecchio di replicare.

« E grosso? » chiese il secondo uomo.

«Continuate », li incito subito il vecchio. « E controlla-

te se c’e un bordo su cui fare presa. »

Poco dopo, li videro: un grande masso piatto e un’altra

pietra di fianco a esso.

7

« Infilateci sotto la vanga », esorto il vecchio. «Vedete

se riuscite a spostarlo. »

La ragazza si avvicino, facendo dondolare la lanterna e

proiettando luci e ombre sopra il monolite. Poi serro gli

occhi.

Sta pregando? si chiese il vecchio.

Il macigno venne alzato di qualche centimetro. Il vec-

chio ordino alla giovane di accostargli il lume. La pietra

era stata appoggiata a una trave. Sotto, regnava l’oscurita.

«Gesu benedetto! » esclamo uno degli uomini.

« Sollevatelo e fatelo scivolare di lato! » ordino il vec-

chio.

I due scoprirono un buco abbastanza largo da lasciar

passare un uomo.

«Abigail, stenditi con la pancia a terra e allunga la lan-

terna dentro la fenditura », disse il vecchio. « Poi dimmi

se riesci a scorgere qualcosa. Ti tengo io. »

Senza esitare, lei obbedı.

I due uomini fecero qualche passo indietro.

Il vecchio li coprı d’ingiurie, ma non pote fare altro:

era occupato a stringere le caviglie di Abigail. « Vedi

qualcosa, figliola? »

«Ci sono dei libri! » grido lei. «Mucchi di libri! La sot-

to c’e una biblioteca, proprio come dicevo io! » Si rialzo.

Alla luce della lanterna, lacrime di sollievo brillarono sul

suo volto.

« Immagino che dovremo scendere fin laggiu », disse il

vecchio. « Su, prendete la scala. »

Ma i due uomini si erano ormai allontanati di parecchi

metri e stavano affrettando il passo.

«Dove andate? » grido il vecchio al vento.

«Ve l’ho detto, signore: adesso dovrete sbrigarvela da

solo », grido di rimando uno dei due. «Mai stati qui sta-

8

notte e mai ci torneremo. Questo posto e maledetto. Non

avremmo dovuto accettare la vostra offerta. »

« E i soldi? »

La voce era sempre piu distante. « Teneteveli! »

« Bene, siamo rimasti soli, Abigail », sospiro il vecchio.

«Diamo un’occhiata a questa tua famosa biblioteca. »

Mando avanti la ragazza, pensando che fosse abba-

stanza agile da scendere col lume.

Quando la testa di lei sparı nel buio, lui afferro la scala.

Il vento salmastro infuriava, sferzandogli la faccia.

Forse qualche forza suprema e adirata per la nostra profana-

zione? si domando. Poi scaccio le proprie apprensioni, die-

de le spalle alla fenditura e appoggio il piede gottoso sul

piolo piu alto.

Fu cosı che Benjamin Franklin inizio la sua discesa

verso la Biblioteca di Vectis.

9

1

Panama City,

Florida, 2026

Il primo rumore che Will sentı al risveglio fu il russare.

Per un attimo penso che qualcuno avesse messo in fun-

zione i motori. Il suono basso e gutturale proveniente

dalla cabina per gli ospiti ricordava stranamente il bron-

tolio dei due 454 Crusader al minimo dei giri. Quelle vec-

chie macchine erano particolarmente suscettibili: erano

due cimeli che richiedevano attenzioni e moine per fare

il loro dovere.

« Proprio come me », ripeteva sempre Will.

Alzo lo sguardo al soffitto in teak della cabina armato-

riale, prima di scostare le tende e aprire l’oblo. La foschia

era tipica del mese di gennaio. Tra non molto si sarebbe

dissolta. Stando alle previsioni, la temperatura avrebbe

superato i venti gradi. Niente male, visto che a Washing-

ton sarebbero caduti altri dieci centimetri di neve. Penso

alla sua missione mattutina. Era un’impresa semplicissi-

ma: convincere il figlio ad andare a pesca di tonni.

Il suo cuscino era caldo. Quello di Nancy invece fresco

e intatto. Se lo piazzo sotto al collo e socchiuse le palpe-

bre. Anche se Phillip per miracolo avesse smesso di rus-

sare, Will non sarebbe riuscito a riaddormentarsi. A ses-

santaquattro anni, la speranza di un sonno profondo e ri-

storatore era un desiderio proibito; per fortuna, virilita e

capelli non avevano fatto la stessa fine.

Phillip, invece, era programmato per dormire, una

Ferrari del materasso. Bastava davvero poco per farlo

sprofondare nel mondo dei sogni e svegliarlo era un’im-

presa titanica: bisognava spalancare le tende, scuoterlo

per le spalle, blandirlo, invogliarlo con l’aroma di caffe...

E, se la settimana precedente faceva testo, Will gia sapeva

che si sarebbero messi a litigare ancor prima che i piedi

del ragazzo avessero toccato il ponte.

La barca ondeggiava e strattonava le cime d’ormeggio,

seguendo il movimento della risacca. Come sempre, il

vento fresco aveva il potere di calmare Will. Pero, all’im-

provviso, i motori del panfilo di fianco si misero rumoro-

samente in moto. L’umore peggioro e lui scosto il piumo-

ne, irritato. Pace e silenzio erano ormai andati.

Poi si ricordo che il suo vicino era fuori citta. Chi dia-

volo stava armeggiando con la barca di Bob? Si alzo di

scatto e salı in coperta.

Il suo abbigliamento non variava mai granche: panta-

loncini da bagno con o senza T-shirt. In quel momento

era senza. Una volta fuori, si gratto il torace peloso come

avrebbe fatto un scimmione – e in fondo lui non era mol-

to diverso da uno scimmione – e strizzo le palpebre, abi-

tuandosi alla luce. Era abbronzato, con solo una parte

bianca che rimaneva nascosta e andava dalla cintola a

meta coscia. Ed era in forma, con gli addominali tonici

e le spalle robuste. Da anni aveva abbandonato la corsa

e l’allenamento in palestra, pero darsi da fare per tenere

a galla quella vecchia barca forse gli era servito. Magari

era merito anche dei suoi geni, anche se non ne era sicu-

ro. Suo padre era partito per il Regno dei Cieli ben prima

di compiere sessant’anni.

Il nuovo modello della Regal, di proprieta di Ben Pat-

11

terson, ronfava tranquillo in folle: al timone non c’era

nessuno e le cime erano ancora fissate al molo.

Will si sposto a sinistra, sporgendosi dal parapetto.

« Ehi! »

Due donne bionde – con ben poca stoffa addosso –

spuntarono dalla parte centrale della barca.

Lui si liscio rapidamente i capelli brizzolati.

« Ehila! » grido di rimando una delle due.

Dovevano essere sui trent’anni, calcolo Will: l’eta per-

fetta. Si presentarono: la prima era la sorella di Ben, Mar-

gie, di Cape Cod; la seconda era Meagan, la sua migliore

amica. Un vero schianto.

« E tu come ti chiami? » chiese Meagan.

«Will. State per mollare gli ormeggi? »

«Ci puoi scommettere », rispose Margie. «Non ce la

facevamo piu a sopportare l’inverno. Ben e stato cosı

gentile da lasciarci usare la barca per una settimana. Bi-

sogna godersi la vita finche dura, come dicono tutti. Vuoi

unirti a noi? »

«Mi piacerebbe, ma non posso. Mio figlio dorme anco-

ra. »

«Quanti anni ha? »

«Poco piu di quindici. »

«Un’eta fantastica. »

«Davvero? » replicoWill. « La vostrami sembramiglio-

re. »

Meagan agito l’indice, come a dirgli di frenare i bollen-

ti spiriti. « Ehi, ma io so chi sei... Sono certa di aver visto

la tua foto da qualche parte. »

Lui scrollo le spalle. Non gli andava di affrontare quel-

l’argomento ma, prima di riuscire a cambiar discorso, la

donna aveva gia il cellulare in mano. Glielo punto contro

12

e subito lo schermo si accese, mostrando due immagini

che collimavano perfettamente.

«Mio Dio, Margie! E Will. Quel Will. Il tipo della Bi-

blioteca. »

«D’accordo, mi avete scoperto », ammise lui.

« Che cosa succedera il prossimo febbraio? » chiese

Meagan, come seWill non avesse mai sentito prima quel-

la domanda.

«Ne so quanto voi. Volete che vi aiuti? »

Phillip era seduto nella dinette con un’espressione da

zombie, lo sguardo incollato alla NetPen. Will vedeva

le facce di quegli sfaticati dei suoi amici emergere dallo

schermo in tre dimensioni. Chiacchieravano in un incom-

prensibile gergo telematico: la lingua inglese era ufficial-

mente morta e sepolta. Poi riconobbe il viso aguzzo e

sfacciato del miglior amico di Phillip, Andy, e riuscı a co-

gliere la parola compito.

Approfittando dell’occasione, Will lo interruppe. «Hai

dei compiti da fare? »

Phillip schiaccio il tasto per eliminare il volume e mor-

se una fetta di pane tostato. «Un tema. »

« Su quale argomento? »

«Un tema e basta. »

«Quando pensi di farlo? »

«L’ho quasi finito, non preoccuparti. »

Will espresse la sua approvazione con un brontolio.

« Oggi il tempo e bello. Mi piacerebbe che uscissi con

me. »

«A pesca? »

«Esatto. »

«No, grazie »

13

«Perche no? »

«Non voglio uccidere le creature indifese. »

« Le catturiamo e poi le lasciamo andare. »

«Non voglio far del male alle creature indifese. » Un-

cino il labbro con l’indice e assunse un’espressione di

estrema sofferenza.

«Cristo, Phil. »

«Devo vedermi con alcuni amici. »

«Quali? »

« Solo un paio di ragazze. »

«Non sapevo che conoscessi qualcuno, qui. »

«Ora lo sai. »

Un secondo dopo, Phillip riporto in vita la NetPen e

riprese a ignorare il padre.

Ragazze... penso Will. Tale padre, tale figlio.

Piu tardi, quando Phillip se la svigno, Will raggiunse

l’ufficio portuale per spiarlo. Dalle finestre, noto una con-

vertibile gialla fermarsi e tre ragazze carine far salire il fi-

glio. Phil era un po’ allampanato, ma faceva la sua figura,

coi capelli mossi color biondo-rossiccio e col fisico ben al-

lenato.

Fortunatamente aveva preso la statura da lui. Nancy

non era un gigante, tranne quando si arrabbiava. In quei

momenti, sembrava sovrastarlo. E ultimamente Will ave-

va subito abbastanza rimbrotti a lunga distanza da sen-

tirsi minuscolo.

Afferro una penna dal banco accettazione e, con l’i-

stinto di un padre ancora in carica e di un ex agente del-

l’FBI, segno il numero di targa dell’auto. Le precauzioni

non erano mai troppe.

Risalito a bordo della Will Power, fisso il posto vuoto

del vicino ed emise un sospiro. Avrebbe dovuto unirsi

a quelle due. Un lungo giorno gli si parava davanti.

14

Dal momento che la pesca era fuori discussione, cosa

avrebbe potuto combinare? Da tempo rimandava una re-

visione dell’impianto di raffreddamento. Con riluttanza,

decise che era giunto il momento di sporcarsi le mani.

Alcune ore piu tardi, sentı il Regal tornare in porto.

Mise da parte gli attrezzi senza eccessivi scrupoli, si pulı

le mani con uno straccio e riemerse alla luce calda del po-

meriggio. Immaginava che le due donne avrebbero in-

contrato delle difficolta con l’attracco, e non si sbagliava.

Dopo due tentativi falliti, Will si offrı di salire a bordo e

di eseguire la manovra. L’azzecco perfettamente e lancio

le cime sul molo.

« Il nostro cavaliere dalla scintillante armatura », disse

Meagan. «Vuoi qualcosa da bere? »

« Fammi prendere una maglietta. »

Risalı sulla sua barca e, mentre cercava una polo da in-

filarsi, inizio a parlare con se stesso, ignaro dell’ironia del

suo discorsetto, considerato il nome della barca. Will Pow-

er. « Il potere di Will. » Il potere della volonta. « Prova a eser-

citare unminimo di autocontrollo, Cristo. Cerca di non es-

sere un completo idiota. Puoi farcela? Che ne pensi? »

Poi si trovo davanti una foto di Nancy durante la ceri-

monia di giuramento a Washington, quando lei era di-

ventata vicedirettore esecutivo della sezione anti-crimine

cibernetico dell’FBI. Quel giorno in particolare lei stava

davvero bene, sembrava molto contenta. Will aveva qua-

si rovinato il loro rapporto, lamentandosi di dover vivere

a Washington. I due ci avevano lavorato sopra, trovando

un compromesso. Non poteva mandare tutto all’aria.

Will si stava rilassando con una birra. Di solito cercava di

non bere troppo ma, benche non fosse ancora sera, si sen-

15

tiva autorizzato a godersi un po’ la vita. Nancy non si fa-

ceva vedere da quasi due mesi, fatta eccezione per i tre

giorni del periodo natalizio che avevano passato insieme

a Panama City. E le giornate con Phil non si stavano poi

rivelando granche divertenti.

Le due donne avevano una ghiacciaia strapiena, un

sacco di stuzzichini e una scorta inesauribile di chiacchie-

re. Lo vezzeggiavano, specialmente Meagan continuava

a riempirlo di birra e a stuzzicare la sua vanita. Gli ripe-

teva che la sua barca era fantastica. Che aveva una splen-

dida abbronzatura. Che era in ottima forma per un uomo

della sua eta. Che era la prima celebrita che lei avesse in-

contrato.

«Quando hai preso il tuo motoscafo? » domando Mar-

gie.

«Circa quindici anni fa. In cambio di un caravan. »

«Di un caravan? »

« E una vecchia storia. »

Lei lascio perdere. « Starai qui a lungo? »

« Il piu a lungo possibile. »

«Auguriamoci piu di tredici mesi », intervenne Mea-

gan.

«Auguriamoci di sı. »

Dopo un’ora, Margie si addormento per il troppo sole

e la troppa birra. Meagan gli chiese di fermarsi con loro a

cena. Will invio un messaggino al figlio e la risposta arri-

vo subito: era occupato in altre faccende. « Sono dei vo-

stri », annuncio.

« Lasciamola dormire », disse Meagan, indicandoMar-

gie. « Preparero della pasta. Sai come far funzionare la

cucina di Ben? »

La barca ondeggiava piacevolmente al vento del po-

meriggio. Will aprı la valvola del propano, accese il for-

16

nello e si sdraio sul divano, mentre Meagan cucinava.

L’uomo fissava come ipnotizzato il bikini che copriva il

fondoschiena scultoreo della giovane.

Cercando le spezie, Meagan trovo invece una bottiglia

di scotch. «Adoro questa roba... Ma devo ricordarmi di

rimetterlo a posto prima di andarmene. Ne vuoi un

po’? »

Will conosceva la marca preferita di Ben. Johnny

Walker Black: il suo migliore amico e, insieme, il suo peg-

gior nemico. Sospiro. «Non bevo piu. »

«Ma se ti sei scolato tre birre! »

«Non bevo piu whisky. »

«L’alcol e pur sempre alcol. »

«Oh, no, non lo e. »

«Cosa potrebbe accadere di terribile? Di sicuro non ti

butteremo in acqua completamente sbronzo. Inoltre io

sono un’infermiera. Sono in grado di affrontare qualsiasi

situazione. »

«Mia moglie potrebbe chiamarmi. »

«La segreteria telefonica esiste proprio per questo, te-

soro. »

Il primo sorso abbondante fu come un ritorno a casa.

Corposo e imprudente, risvegliava il palato e solleticava

la gola. Un istante dopo, lo sentı raggiungere il cervello

in un’ondata di piacevole torpore. Ehi, Johnny, dove ti eri

cacciato, amico? Will finı il bicchiere e ne inizio un altro.

Lasciando che il sugo cuocesse a fuoco lento, Meagan

si unı a lui sul divano, si verso un secondo bicchiere e si

fece seria. «Anche se la considero una bufala, sono spa-

ventata. Che cosa succedera davvero il 9 febbraio 2027? »

«Non lo so », rispose lui. « E non sto nascondendo in-

formazioni, credimi. »

«Ma noi tutti conosciamo questa storia grazie a te!

17

Scusa se mi ripeto, ma ancora non posso credere di essere

seduta vicino a Will! Se non sfruttassi una simile oppor-

tunita, sarei proprio una stupida. »

« Sono fuori dal giro da piu di quindici anni. Come se

non bastasse, non sono particolarmente gradito alle alte

sfere. » Tracanno un altro sorso. « Se non avessi avuto

un asso nella manica, credo che si sarebbero sbarazzati

di me parecchio tempo fa. »

« Il database. »

Will annuı.

« Sei un OLO, vero? »

OLO stava per «Oltre L’Orizzonte ». « Sı. »

«Ormai penso di esserlo anch’io. Comunque, nel caso,

potresti dare una controllatina? » chiese Meagan.

«Non posso accedere all’archivio »

« Scherzavo. In realta non voglio saperlo. »

« Ti capisco benissimo. »

«Pero e tremendo pensare che tutto finira tra quattro-

cento giorni o giu di lı. C’e gente che ha addirittura un

timer sul monitor del computer! Il mondo e in preda al-

l’angoscia. »

«Cerco di non pensarci troppo », replico Will. « Vivo e

basta. »

« Sı, ma hai un figlio. »

L’uomo le allungo il bicchiere per farselo riempire.

«Questa e la parte piu difficile. E poi c’e anche una figlia,

piu vecchia di te, avuta da un matrimonio precedente. »

«Nessun nipotino? »

«Uno. Il figlio di Laura, Nick. Un bravo ragazzo. »

«Cosı tu pensi sul serio che il mondo stia per finire? »

« Sı, no, forse sı, forse no, probabilmente sı, probabil-

mente no. Dipende dal giorno in cui mi viene fatta la do-

manda. »

18

«E oggi? »

Will s’inumidı il dito, tenendolo dritto in aria. «Oggi?

Sı, sta per finire. »

« E allora perche ti costringi a non bere whisky? »

L’uomo sventolo il bicchiere. «Direi che sono venuto

meno al voto. »

« Intendevo in generale. La maggior parte della gente

che conosco non pensa ad altro che darsi alla pazza

gioia. »

« Se dipendesse da me, probabilmente sarei uno che se

la spassa alla grande. Pero mia moglie Nancy non potreb-

be tollerarlo. Esistono cose peggiori della morte... per

esempio farla arrabbiare. Non ti piacerebbe vederla, te

l’assicuro. »

Meagan ridacchio.«Adesso dov’e? »

«A Washington. Ha una carica importante nell’FBI.

Mio figlio vive con lei. »

« Siete separati? »

«Nossignore. Odia vedermi girare come un’anima in

pena nella nostra casa in Virginia. E una specie di com-

promesso. Io sono originario di queste parti, e qui mi pia-

ce. Tra un anno o giu di lı, quando saremo piu vicini al-

l’Orizzonte, sceglieremo un posto dove sistemarci. »

Meagan poso il bicchiere e gli passo con studiata len-

tezza un dito lungo la maglietta, dal collo all’ombelico.

L’unghia stridette contro il cotone. Sembrava il rumore

di una cerniera che veniva aperta.

Will sapeva cosa stava accadendo, ma chiese con aria

innocente: «Che significa? »

« Il mio sugo e piu saporito se viene lasciato sul fuoco

a lungo. »

«A me piace la salsa quand’e bella rossa. »

19

«Allora vieni nella mia cuccetta o nella mia branda o

comunque si chiami il letto su una barca. »

«Di sopra c’e Margie. »

«Ha il sonno molto pesante ». Prese una mano di Will

e se la premette contro il petto. « Penso che dovremmo

pensare a divertirci. Mi sei piaciuto subito. »

Lui non sapeva come rispondere. Aveva i pensieri

confusi e il seno di lei era deliziosamente morbido.

« Sei una specie di diavoletta in bikini, eh? »

Lei si avvicino e lo bacio.

Dopo una trentina di secondi, Will si scosto. «Ho pau-

ra di dover rifiutare il tuo invito, per quanto allettante. »

«C’entra tua moglie? »

Annuı. «Ho fatto una promessa. A lei e a me stesso. »

«Va bene, ma non mi trovi attraente? » domando Mea-

gan, sfiorandogli l’inguine.

«Certo che ti trovo attraente. »

« Il mondo sta per finire... che male c’e a divertirsi un

po’? »

Will le fisso le gambe. «Anche questo e vero, tutta-

via... » Inspiro a fondo e, quando espiro, successe qualco-

sa. Gli sembrava di non riuscire a buttar fuori l’aria, che

gli comprimeva i polmoni. Provo ad alzarsi, ma senza ri-

sultato.

« Ti senti bene? » domando lei.

« Io... » Si sforzo di respirare, ma il senso di oppressio-

ne non se ne andava. Le orecchie rimbombavano e fi-

schiavano. Nella sua vita, aveva attraversato parecchi

brutti momenti, si era trovato coinvolto in scontri a fuoco

con uomini pronti a ucciderlo, ma non aveva mai provato

il panico che in quel momento lo stava attanagliando.

Quasi non si rese conto delle dita di Meagan sulla ca-

20

rotide e di una voce lontana che diceva: «Mio Dio, penso

che tu stia avendo un infarto ».

Guardando attraverso l’oblo, Will si accorse che non

era ancora notte. Infine si accascio sul tappeto. Io sono

un OLO, penso. Non posso morire oggi.

Continua in libreria e negli eBook store...

21

SCOPRI TUTTI I BESTSELLER DI GLENNCOOPER DISPONIBILI IN EBOOK:

LA BIBLIOTECA DEI MORTI

Tutto e gia stato scritto...

Ma il destino di ogni uomo

e un segreto sepolto nel silenzio

Questo romanzo comincia nel dicembre 782 in un’abba-

zia sull’isola di Vectis (Inghilterra), quando il piccolo Oc-

tavus, accolto dai monaci per pieta, prende una pergame-

na e inizia a scrivere un’interminabile serie di nomi af-

fiancati da numeri. Un elenco enigmatico e inquietante.

Questo romanzo comincia il 12 febbraio 1947, a Lon-

dra, quando Winston Churchill prende una decisione

che pesera sulla sua coscienza sino alla fine dei suoi gior-

ni. Una decisione atroce ma necessaria.

Questo romanzo comincia il 10 luglio 1947, a Wa-

shington, quando Harry Truman, il presidente della pri-

ma bomba atomica, scopre un segreto che, se divulgato,

scatenerebbe il panico nel mondo intero. Un segreto lon-

tano e vicinissimo.

Questo romanzo comincia il 21 maggio 2009, a New

York, quando il giovane banchiere David Swisher riceve

una cartolina su cui ci sono una bara e la data di quel

giorno. Poco dopo, muore. E la stessa cosa succede ad al-

tre cinque persone. Un destino crudele e imprevedibile.

Questo romanzo e cominciato e forse tutti noi ci siamo

dentro, anche se non lo sappiamo.

Perche non esiste nulla di casuale.

Perche la nostra strada e segnata.

Perche il destino e scritto.

Nella Biblioteca dei Morti.

IL LIBRO DELLE ANIME

Il futuro dell’umanita e un segreto

nascosto tra le pagine di un libro

E un libro, un semplice libro antico.

Ma custodisce un segreto.

Un segreto che e stato scritto col sangue nel 1297, da

innumerevoli scrivani coi capelli rossi e con gli occhi ver-

di, forse toccati dalla grazia divina, forse messaggeri del

diavolo. Che e riapparso nel 1334, in una lettera vergata

da un abate ormai troppo anziano per sopportare il peso

di quel mistero. Che, nel corso del XVI secolo, ha illumi-

nato la strada di un teologo, i sogni di un visionario e le

parole di un genio.

E un libro, un semplice libro antico.

Ma sta per scatenare l’inferno.

Perche quel libro dovrebbe trovarsi nella Biblioteca dei

Morti, la sconfinata raccolta di volumi in cui e riportata la

data di nascita e di morte di tutti gli uomini vissuti dal-

l’VIII secolo in poi. E, dopo essere rimasto sepolto sotto la

polvere della Storia per oltre settecento anni, adesso e rie-

merso ed e diventato un’ossessione per Will Piper, deciso

a cancellare il dolore che la Biblioteca ha portato nella sua

vita; per Henry Spence, che ha dedicato la sua esistenza

alla soluzione dell’enigma e che ormai ha i giorni contati;

per Malcolm Frazier, il capo della sicurezza della Biblio-

teca, determinato a uccidere pur d’impedire al mondo di

conoscere la verita. Un’ossessione che inevitabilmente

porta altro dolore, altri enigmi, altro sangue.

E un libro, un semplice libro antico.

Ma e il Libro delle Anime.

E il suo segreto e il nostro destino.

L’ULTIMO GIORNO

E il mistero che ci affascina

da sempre

E la speranza che illumina

la nostra vita

Ma quando diventa un’ossessione

l’unica strada e uccidere...

Milano, oggi. E la crisi piu grave che il mondo abbia mai

attraversato. Disorientati, giovani e anziani, credenti e

atei si pongono tutti le stesse, angoscianti domande: cosa

faranno ora che il piu grande sogno dell’umanita si e tra-

sformato in un incubo? Cosa succedera allo scoccare del-

l’ultimo giorno?

Boston, qualche mese prima. E l’indagine piu complessa

che Cyrus O’Malley abbia mai affrontato. Sconvolto, il

detective dell’FBI osserva le foto delle vittime: per l’enne-

sima volta, si chiede perche, dopo averle strangolate, il

serial killer abbia praticato loro un minuscolo foro alla

base del cranio. Per Cyrus, quel caso e diventato un’os-

sessione. E non importa se, per risolverlo, sara costretto

a rinunciare a tutto cio che gli e caro...

Londra, 1988. E la sensazione piu travolgente che Alex

Weller abbia mai provato. In estasi, il ragazzo osserva

il fiume di luce che scorre davanti a lui: sull’altra sponda

c’e suo padre, che lo esorta a raggiungerlo. Ma, per quan-

to si sforzi, Alex non riesce a muoversi e, d’improvviso, si

trova di nuovo incastrato fra le lamiere, sul luogo del ter-

ribile incidente d’auto che ha causato la morte dei genito-

ri. Da quel momento, Alex avra un solo obiettivo: rivive-

re quell’esperienza. E non importa se, per farlo, sara co-

stretto a uccidere...

IL MARCHIO DEL DIAVOLO

Da secoli camminano

in mezzo a noi...

ma solo un’anima pura puo

riconoscere i segni e spegnere

il fuoco del Male

Roma, 1139. Inquieto, un uomo alza gli occhi alla volta ce-

leste. Seguendo le indicazioni dei suoi predecessori, e arri-

vato nella Citta Eterna per assistere all’eclissi chemostrera

un allineamento astrale unico. All’ora stabilita, la luna a

poco a poco si dissolve nell’oscurita, rivelando 112 stelle.

E il segno che l’uomo aspettava: ancora 112 papi, poi, sulle

rovine della Chiesa, sorgera un nuovo mondo.

Roma, 2000. Incredula, una giovane archeologa fissa il

cielo. Poche ore prima, il Vaticano le ha ordinato d’inter-

rompere gli scavi nelle catacombe di San Callisto, met-

tendo cosı fine alla sua carriera accademica. E adesso

lei giace sull’asfalto, in una pozza di sangue. Tuttavia,

nell’istante in cui l’aggressore le ha conficcato il pugnale

nel petto, Elisabetta ha notato un dettaglio agghiacciante.

Un dettaglio impossibile da dimenticare.

Roma, oggi. Sconcertata, una suora studia i simboli

astrologici tracciati sul muro. Ma quello non e il solo

enigma custodito dall’antico colombario di San Callisto.

Intorno a lei, infatti, ci sono decine di scheletri caratteriz-

zati da un’anomalia inquietante: la stessa anomalia del si-

cario che, anni prima, aveva cercato di ucciderla. Decisa a

far luce sul mistero, suor Elisabetta entra in possesso di

un rarissimo esemplare del Dottor Faust di Marlowe e in-

tuisce che quei versi sono il codice per svelare il cerchio

diabolico che lega passato, presente e futuro. Perche il

papa e morto, il conclave e alle porte e la profezia sta

per compiersi...

LA MAPPA DEL DESTINO

E nascosto in una grotta

E custodito in un manoscritto

E un segreto millenario

Puo un miracolo diventare

una maledizione?

Roma, 64 d.C. La folla guarda le fiamme che guizzano

nella notte senza stelle, ipnotizzata. Sono i corpi dei cri-

stiani che bruciano, illuminando le rovine della capitale.

Ma niente puo soddisfare la sete di vendetta di Nerone, e

quello e soltanto il primo atto di una guerra segreta desti-

nata a durare millenni...

Roma, 1139.Un uomo volge gli occhi al cielo, in attesa. Se-

guendo le indicazioni dei suoi predecessori, e arrivato nel-

la Citta Eterna per assistere all’eclissi lunare che svelera un

allineamento astrale unico. All’ora stabilita, la luna a poco

apoco si dissolve nell’oscurita, lasciando il posto a 112 stel-

le. E il segno che l’uomo aspettava: ancora 112 papi, poi,

sulle rovine della Chiesa, sorgera un nuovo mondo...

Roma, 2002. Una giovane archeologa fissa la volta cele-

ste, immobile. Poche ore prima, ha saputo che il Vaticano

ha ordinato l’interruzione degli scavi nelle catacombe di

San Callisto, segnando cosı la fine della sua carriera acca-

demica. E ora giace sull’asfalto, in una pozza di sangue.

Quando l’aggressore le ha conficcato il coltello nel petto,

pero, Elisabetta ha notato un dettaglio agghiacciante, un

dettaglio che non scordera mai...

Roma, oggi. Una suora studia i simboli astrologici trac-

ciati sul muro, sconcertata. L’antico colombario adiacente

alle catacombe di San Callisto e disseminato di centinaia

di scheletri, che presentano un’anomalia inquietante:

un’anomalia che la giovane religiosa ha intravisto la not-

te in cui ha rischiato di morire. E, quando entra in posses-

so di un rarissimo esemplare del Dottor Faust di Marlo-

we del I secolo d.C., una successione enigmatica di sim-

boli astrologici, un libro maledetto: sono gli indizi che,

mettendo a rischio la propria vita e quella dei suoi cari,

una giovane suora dovra decifrare per impedire la riusci-

ta di un’agghiacciante cospirazione. Perche il papa e

morto, il conclave e alle porte e la profezia sta per com-

piersi...