Il Pianoforte SCRITTO SCOCCIATURA Non sparate sul …il marchio seguendo l’esibizione di Arisa che...

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il P iano f orte Il Pianoforte SCRITTO Un’autentica SCOCCIATURA Non sparate sul PIANOFORTE Novità dal MERCATO Il Pianoforte - Supplemento al numero 68 di Dismamusica Magazine - Ottobre 2012 - Aut. Trib. di Monza n o 1.701 del 16/12/2003

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Un’autentica SCOCCIATURA

Non sparate sul PIANOFORTE

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ALL’INTERNO

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Il Pianoforte - Direttore Responsabile: Gianni CameroniSupplemento al numero 68 di Dismamusica Magazine - Ottobre 2012

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U sciamo dal mondo, ed entria-mo in Fiera: un mondo nel mondo, fuori dal mondo.

Ogni fiera è così, una dimensione paral-lela dove persone, cose e suoni si scon-trano, si propagano, o semplicemen-te stanno, in un mondo che “sembra” il mondo reale. Ma che non lo è. Una fie-ra, soprattutto dedicata alla musica e in specie ai pianoforti, è fuori dal mondo.

È un mondo nel mondo, fuori dal mon-do. Un mondo di suoni generati da com-plicati meccanismi che producono riso-nanze che muovono l’aria in modo non casuale. Pensateci.

Immaginate di essere uno di quei fasci di onde sonore che si avvolgono, si rincor-rono, si allungano, sembrano fermarsi e poi riprendono, un po’ disturbate da al-tri suoni armonici o cacofonici (lo star-nuto di un Professore di Violoncello, il “tap tap” sul microfono di un tecnico del suono, l’incedere maestoso di un prelu-dio accennato da uno studente dell’ot-tavo anno, o lo sbattere rabbioso della possente lente acustica di un Grancoda, maldestramente sfuggita a uno dei cu-riosi che voleva guardare “dentro”) e un po’ ignare di quanto accade e determi-

nate ad arrivare fino in fondo. Immagi-nate di essere la somma di quei rumori, o un solo singolo suono. Immaginate di distinguere ogni dettaglio, e ora imma-ginate invece l’opposto, di vivere il tutto come una informe nebbia sonora… Una fiera è anche questo, oltre che mol-to di più.

Immaginate di essere un’emozione, e di rimbalzare di petto in petto, suscitando rossori, affanni, tuffi al cuore, sensazioni struggenti o esaltanti entusiasmi. E infi-ne immaginate di essere l’ambiente che raccoglie tutto questo, la pelle esterna del mondo fuori dal mondo che racchiu-de e protegge questa assoluta unicità…

Poi tornate ad essere voi stessi, con la passione del pianoforte, la curiosità per gli sviluppi della tecnologia, l’interesse per uno o più prodotti, la voglia di pro-vare una differenza, di sentire un artista, di incontrare un tecnico o un costrutto-re. E avrete di nuovo un luogo che è un mondo fuori dal mondo. Frequentato da persone che hanno immaginato di poter fare, sentire, incontrare… Persone pron-te a emozionarsi, anche per un percor-so di business, perché no, ma soprattutto capaci di emozionarsi.

Il grande poeta e scrittore Franco Forti-ni sottolineava come le rivoluzioni vere si siano affermate soprattutto con la mu-sica e i canti: la gente della Comune di Parigi cantava e suonava, la gente della Rivoluzione d’Ottobre cantava, i ragaz-zi della Parigi del 1968 o della Milano del 1969 intonavano canti e componevano musiche, sull’onda delle proposte di Bob Dylan o Joan Baez, e gli stessi Elvis Pre-sley, i Beatles o i Rolling Stones hanno usato la musica per cambiare il mondo.

Perché, di tutte le immaginazioni possi-bili, quella della musica è la più potente, la più affascinante, la più reale. Un tema, un motivo, una linea melodica o un ac-compagnamento, nel momento stesso in cui li pensate sono già vivi, veri, rea-li. Insomma, se dovessimo immaginare un domani migliore, positivo, diverso, il miglior modo per farlo sarebbe proprio a partire dalla musica.

Come potremmo immaginare tutto que-sto senza un pianoforte?

Gianni CameroniDISMAMUSICA

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Un’autentica SCOCCIATURA

di Gianni Cameroni

Mi stavo gustando i commenti alle opere presentate al Premio campiello,

quando, d’un tratto, un pezzo di adesivo marrone mi ha lasciato... scocciato.

Qual è la norma che regola le appari-zioni dei marchi nelle trasmissioni

televisive? Non sono un esperto di que-sti regolamenti, e chiedo che se qualcuno ne conosce i termini, per cortesia, mi in-formi. Accade spesso, infatti, di assistere a trasmissioni dove sugli strumenti mu-sicali vengono apposte pecette e coper-ture solitamente ineleganti, mentre altre volte i marchi sono invece perfettamente leggibili. Questo vale anche per le fiction, dove a volte i marchi spariscono, e a vol-te sono pienamente visibili. E che dire delle scene in esterni, ad esem-pio dei servizi giornalistici? Quando si vedono auto parcheggiate con i loro mar-chi in vista, vetrine che espongono pro-dotti e mostrano insegne, mezzi pubbli-ci che sferragliano con pubblicità sulle fiancate, gente che passeggia indossando capi firmati… Qual è la regola?

Una scocciatura di cattivo gustoLo spunto per questa rifles-sione ci viene dalla recente trasmissione, dal prestigio-so Teatro La Fenice di Ve-nezia, della finale del pre-mio Campiello condotta da Bruno Vespa con interven-ti musicali affidati alla voce di Arisa, accompagnata al pianoforte dal Maestro Giuseppe Barbera.

Fin qui, tutto bene. Il pianoforte, da lon-tano, è imponente: un Gran Coda da concerto di pregevole fattura, che impo-ne la propria presenza sul grande palco-scenico della città dei Dogi.Poi la telecamera si avvicina: primo piano delle mani sul piano (scusate il bisticcio

di parole) e l’inconfon-dibile lira dorata del

marchio Steinway sbuca al di sopra di una scostante stri-scia color marrone scuro che cela ai te-lespettatori l’elegan-te scritta “Steinway

and Sons”. Mi chiedo se il per-

sonale RAI aveva fini-to l’adesivo nero lucido.

O se era stato costretto a usare solo l’ul-timo pezzo di nastro (visto che non era stato nemmeno coperto “tutto” il mar-chio).Ma non è finita: inquadratura ravvici-nata del fianco del pianoforte, con Ari-sa che guarda (giustamente) il Maestro Barbera: tra i due, ancora e in modo an-cora più inelegante, il nastro adesivo marrone che cela il marchio Steinway la-sciando però, questa volta in piena evi-denza, la lira dorata.Vero che potrebbe trattarsi di pubbli-cità occulta. Ma francamente mi fa un po’ sorridere l’ipotetico timore che, con il marchio Steinway in vista, migliaia di telespettatori possano precipitarsi pres-so i concessionari Steinway a prenotare un Gran Coda da 130.000 Euro, improv-visamente e senza alcuna altra apparen-

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te ragione se non l’aver visto di sfuggita il marchio seguendo l’esibizione di Arisa che canta La Notte…

Esempi di segno oppostoCercando attentamente tra le immagi-ni delle trasmissioni televisive (e abbia-mo guardato solo programmi RAI, fic-tion o meno che siano, ma il discorso vale più o meno per tutte le maggiori emittenti) non è affatto difficile imbat-tersi in marchi in piena evidenza. Ba-sta ad esempio citare le Alfa Romeo dei carabinieri di Don Matteo, il distribu-tore di bevande IVS del Commissario Coliandro, il taxi SEAT o la lattina di Olio Cuore della fiction Capri, il pia-noforte Steinway (ma dài?) di La Mu-sica di Raitre, il Synth Roland dello special su Toni Esposito o il coda Ya-maha del Pianista ad alta quota Filip-po Binaghi (le foto dei fermo-immagi-

ne sono in queste pagine). Due pesi e due misure? O motivazioni legali e dettagli di regolamenti sconosciuti ai più (me com-preso)?

Volare altoA monte di tutto dovrebbe però emerge-re una considerazione “super partes” ba-sata sull’esigenza del rispetto e del buon gusto: un marchio, che può anche essere uno stimolo commerciale, è spesso so-

prattutto la sintesi di un prodotto, del-la ricerca che ne ha generato la realizza-zione, della passione dei progettisti e del genio dei suoi idea-tori. E questo è an-

cora più vero quando il prodotto in que-stione è di altissimo livello (come un Gran Coda Steinway).

Ritengo che celare il m a r c h i o agli occhi

di un estima-tore della mu-sica sia, oltre

che inelegante, una mancanza di

rispetto per la creatività e la perizia pro-duttiva di generazioni di artigiani.Poi qualcuno mi obietterà che i marchi in vista sono sviste, che “la legge preve-de…”, che “le normative impongono…”. Io però sono fatto alla vecchia maniera: secondo me (ed è una semplice opinione personale, non vogliatemene per questo) il buon gusto e il rispetto devono sem-pre prevalere. Pensate se questa regola fosse applicata ad esempio alle vetture sportive. Ve lo imma-ginate il cavallino rampante di Maranello coperto da un pezzetto di scotch di colore rosso Ferrari? Per dirla con il titolo: quel nastro adesivo sarebbe percepito come una insopportabile scocciatura. •

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TRA IL SERIO E IL FACETOIn una stupenda striscia del 1958, della quale proponia-mo solo una citazione, il gran-de Charles Schulz ha per così dire "anticipato" la sintesi di Mondomusica e Cremona Pia-noforte: violino e pianoforte si incontrano grazie all'ineffabi-le Schroeder e al sorprendente Snoopy, qui in veste di virtuo-so dell'archetto. L'impegno e l'entusiasmo dei due improbabili artisti è però mortificato da una sola, brucian-te battuta della caustica Lucy.I Peanuts sono capaci di sor-prenderci ancora oggi, a distan-za di quasi sessant'anni dalla ge-niale realizzazione della matita

di Charles Schulz, a riprova che le cose, in fondo, non sono cam-biate, e che le situazioni si ripro-pongono con immutata ironia e disarmante continuità. Ci si do-manda, in questo caso se Lucy giudica, se è invidiosa, o se vuole stroncare sul nascere un possibi-le grande duo. Il mondo di Charlie Brown an-che altre volte ha guardato ai pianoforti in modo diretto, ca-landosi anche in situazioni loca-li: su una edizione italiana degli anni '70, Schroeder chiede che si telefoni a Furcht (negozio sto-rico di Milano) per un impor-tante intervento tecnico sul suo amatissimo pianoforte... •

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Non sparate sul PIANOFORTE

di Cristiano Cameroni

sono tempi duri per i pianoforti acustici. superati dai digitali, percepiti

come vecchi e costosi, vengono spesso eliminati senza pietà. al punto che c’è chi,

dall’america, lancia segnali di allarme. E propone una nuova politica di adozione.

Q uesto articolo si apre con un gioco innocente.

Supponiamo che riceviate in eredità un vecchio pianofor-te verticale nero. Uno di quel-li con le gambe scolpite a fo-glie d’acanto, con i candelabri argentati e la meccanica a ba-ionetta. La tastiera, vi dicono, è preziosa perché è tutta d’a-vorio. Lo strumento è sempre stato tenuto bene ed è, dicia-mo, in ordine. Unico proble-ma, il trasporto: è a carico vo-stro e, in un modo o nell’altro, dovete provvedere a trovargli un posto entro breve.La domanda, posta così, suo-na un po’ retorica; ma tant’è... cosa ne fate?

eBay e...Immaginiamo, per amore di ipotesi, che non abbiate un luo-go dove metterlo. I lettori più intraprendenti, a questo pun-to, contatteranno il tecnico di fiducia “per una valutazione”. O imbracceranno la macchi-na fotografica per imbastire in men che non si dica una la-conica inserzione su eBay. Ah, già, e le spese di spedizione? A carico dell’acquirente, chiara-mente.

Acquirente che tuttavia farà due conti e si guarderà bene dall’offrire una qualsiasi cifra superiore alla soglia psicologi-ca dei cinquanta euro.

...falsa beneficenzaQuando tutte le opportuni-tà di vendita si saranno affie-volite, il beneficiario del lasci-to penserà a sua volta ad una donazione. Cercherà quindi, in famiglia e nel giro allargato delle conoscenze, un soggetto interessato a ricevere per ami-cizia cotanta fortuna. Si contatteranno scuole, ora-tori, suore... fino a liberar-si, prima o poi, dell’imponen-te oggetto. Ma è solo l’inizio:

perché molte volte il fortuna-to nuovo proprietario del pia-noforte finirà col rendersi con-to che le spese di sistemazione superano di gran lunga il valo-re dello strumento. Il gioco ri-partirà quindi dalla terza riga della prima colonna di questa pagina. Dal segno al fine.

Dura lex, sed LexNaturalmente, non sempre va così: sappiamo bene che la maggior parte dei pianoforti venduti ogni anno nel nostro Paese è usata o ricondizionata. Resta tuttavia un fatto: la vita media di un pianoforte è va-lutata attorno ai settanta-ot-tant’anni.

Superata questa soglia, gli in-terventi di manutenzione di-ventano in genere troppo onerosi –vuoi per la ridotta affidabilità dei materiali, vuoi per la difficoltà crescente nel reperire le parti di ricambio– e si pensa ad una sua sostitu-zione.Fin qui non c’è nulla di male: l’industria del pianoforte ha generato per decenni ampi vo-lumi di fatturato attraverso la semplice sostituzione degli strumenti obsoleti. Ma oggi le cose vanno diversamente.

Agenti di cambiamentoSe parliamo di prezzi, ad esem-pio, risulta evidente che la di-sponibilità di strumenti di-screti a basso costo (cinesi, indonesiani, fate voi) abbassa il valore dell’usato, a fronte di costi di trasporto e manuten-zione che rimangono sostan-zialmente invariati.Se si discute di manutenzio-ne, è ovvio che questa rap-presenta una voce insosteni-bile nel confronto col settore dei digitali –i quali fra l’altro hanno dalla loro la naturale “silenziosità”, così apprezzata

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in contesti cittadini, e l’ovvia apertura nei confronti di tutto quello che è elettronico: com-puter, registratori e impian-ti audio, ma ora anche tablet e smartphone. In una paro-la, tutto ciò che in questo mo-mento è cool, tutto ciò che fa tendenza.Aggiungiamo a questo una considerazione di natura so-cio-culturale. Nei suoi anni d’oro, vale a dire durante i primi tre decenni del Nove-cento, il pianoforte era l’og-getto musicale per eccellen-za. Scriviamo oggetto in modo consapevole: al di là della fun-zione culturale, il pianoforte assolveva anche la funzione di intrattenimento (ricorda-te gli Autopiano con i rulli in carta traforata?) ed era, come scrivono non senza rimpianto tutti gli storici di settore, un must have per tutte le fami-glie borghesi.

Oggi questa fun-zione non esi-ste più, sosti-tuita com’è da

costellazioni di nuovi compagni del

tempo libero che van-no sotto il nome di

impianti hi-fi, con-sole per video-

giochi, compu-ter palmari,

telefonini

e musica “liquida”, cioè spar-sa sulla Rete.

Un mesto addio Stando così le cose, ai piano-forti più vetusti non resta-no molte speranze. Negli Sta-ti Uniti, dove il fenomeno si sta facendo notare per la sua intensità, migliaia e miglia-ia di strumenti usati stanno lasciando le case dei priva-ti. Destinazione: le discariche statali o, in casi meno sfortu-nati, un impianto per il recu-pero della legna da ardere. Il fuoco purifica, l’onore è salvo.Il giornalista Daniel J. Wa-kin, che qualche tempo fa ha condotto sulle pagine del New York Times un’inchiesta dai toni vagamente dramma-tici, cita l’iniziativa di un tra-sportatore, che ha fondato il portale web Piano Adoption per cercare una nuova casa agli strumenti abbandonati. “Ogni pianoforte salvato”, è il ragionamento dell’imprendi-tore, “rappresenta una poten-ziale chiamata per un servi-zio di trasporto”.

Questo pianoforte è tuo: suonaloIn altri casi si è pensato di no-bilitare gli strumenti destinati al macero, inventando per loro un finale più pirotecnico. È il caso degli oltre 700 pianofor-

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ti che l’artista britannico Luke Jerram ha letteralmente disse-minato fra America, Europa, Asia e Oceania dopo averli sot-toposti a un trattamento arti-stico in collaborazione con le comunità artistiche locali. Ri-portati a nuova vita, i verticali e i coda reinventati dall’équi-pe di Jerram sono stati dispo-sti negli spazi urbani delle grandi città che hanno accolto il progetto. Ciascu-no di essi riporta, in lingua locale, la frase Suonami, sono tuo e co-stituisce un potente invi-to a suonare in prima persona. Un invito che ha coinvolto, si stima, oltre due milioni di per-sone; che ha prodotto momen-ti artistici di grande livello e risultati positivi a livello so-ciale.Senza contare l’organizzazio-ne di analoghe manifestazio-ni di promozione del

pianoforte, come la milane-se PianoCity, che del progetto originale sono evidentemente debitrici.

contra così di frequente, tanto per non fare nomi, nella nostra Penisola.

E se in Italia...Già, l’Italia. Anche da noi si comincia a gettare quantita-tivi importanti di pianoforti. O a dimenticarli, inutilizza-ti e polverosi, in un cantuccio

dove moriranno lentamen-te di vecchiaia. E invece

Dio sa quanto bene potreb-bero fare se, per esempio, li si mettesse nelle scuole –sì, pro-prio le scuole statali, dagli asi-li in su.Naturalmente andrebbero si-stemati. Ma anche qui si apre un intero nuovo capitolo, che rende interessante una pro-spettiva che in apparenza è solo fonte di problemi.

Lo strumento del futuro... nel passatoSi è detto, ad esempio, che è difficile trovare pezzi di ri-cambio originali. E allora per-ché non utilizzarne di nuovi? Il mercato propone tantissi-me soluzioni brillanti ed inno-vative –il padiglione di Cremo-na Pianoforte lo dimostra con evidenza. Ci sono materiali hi-tech capaci di impreziosire gli strumenti originali, oltre che di assicurare prestazioni ec-cellenti. Corde, martelliere, meccaniche, sensori per la “di-gitalizzazione” del pianofor-te acustico.... ci si può davve-ro sbizzarrire. Senza contare che ci sono an-che molti tecnici specializza-ti, che uniscono ad una prepa-razione sempre più ampia un

amore naturale per il piano-forte “antico”. La loro associazione naziona-le, AIARP, si batte da

anni per la valorizza-zione e la preservazione

della cultura del piano-forte acustico, e sarà lieta di fornire indicazioni det-

tagliate in questo senso.

Un auspicioTornando al gioco di apertura, mi piacerebbe a questo punto riprendere in esame la doman-da dell’esordio. Per dirla con le parole di Madeleine Crouch, presidente della statuniten-se National Piano Manufactu-rers Association, se riceveste un pianoforte in eredità, scegliere-ste di “seppellirlo all’indomani del funerale di chi ve lo ha la-sciato” o immaginereste per lui una nuova vita? Personalmente non avrei dubbi. Anche senza scritte artistiche, la semplice vista di un pianoforte mi è sempre sembrata un chiaro invito a suonare. •

Streetpianos:chi, come, perché

C’era una volta un artista daltonico. A prima vista, un’eresia –a meno che non consideriamo eretico Bee-thoven per il fatto che componeva musi-ca anche da sordo. Per nulla intimidito dal proprio handicap, il britannico Luke Jer-ram ha intrapreso nel 1997 una straordi-naria carriera nel settore delle installazio-ni artistiche.Visionario, ossessionato dallo studio degli estremi, Jerram ha indagato per anni il rap-porto individuale con la luce e con il buio,

con il suono e con il si-lenzio. Molte delle sue opere più

celebri nascono in effetti dall’incrocio di mondi sensoriali –ad esempio la scultura 28 seconds of Hiroshima, che trasforma in un cristallo di resina lo spettrogramma del suono dell’esplosione atomica del 1945.Il progetto StreetPianos è nato nel 2008 con il nome di Play Me, I’m Yours; in poco meno di quattro anni ha portato all’instal-lazione di oltre 700 pianoforti nelle città di quattro continenti, coinvolgendo attiva-mente due milioni di persone.Gli strumenti sono dislocati in parchi pub-blici, stazioni, piazze, ponti, mercati... Il progetto prevede che, attraverso il sempli-ce atto del suonare, i singoli cittadini pren-dano possesso dello spazio urbano, che pro-prio attraverso la musica viene restituito alla comunità. •

Per stru-menti origi-

nariamente destinati al macero non c’è male

davvero... Fra l’altro, la pro-vocazione di Jerram ha ri-portato alla luce un fatto im-portantissimo: il pianoforte acustico è un elemento cen-trale della nostra tradizione musicale anche attuale e fu-tura, nonostante tutta la mu-sica riprodotta e il disamore per lo studio che si in-

Crescendo srl ha una missione forte: fornire ai propri clienti, rivenditori specializzati e tecnici accordatori e tramite loro ai numerosissimi appassionati del pianoforte, una serie di prodotti che diano a questo strumento

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Il PIANOFORTE SCRITTO

di Cristiano Cameroni

Quali sono le prospettive dell’editoria specializzata? c’è ancora spazio per investire

in nuove produzioni? Esistono strategie per avvicinare le giovani generazioni

alla musica? Lo abbiamo chiesto ai protagonisti del settore. che ci hanno detto...

Milano, una limpida matti-na di inizio settembre. Il

capoluogo lombardo si presen-ta scintillante dopo le violente piogge dei giorni scorsi: le stra-de e i monumenti sono lumino-si, l’aria è più pulita e le persone sembrano più fiduciose.È la giornata ideale per un’in-tervista; e poiché all’ombra della Madonnina si trovano quasi tut-ti i maggiori editori musicali ita-liani, ne approfittiamo per con-durre una rapida inchiesta sul settore dell’editoria pianistica. Vogliamo scoprire qualcosa di più sulle prospettive future, su ciò che ci differenzia dagli altri Paesi, sul ruolo delle giovani ge-nerazioni. Ecco dunque, a bru-ciapelo, le nostre domande.

Ad uno sguardo superficiale, il mercato editoriale appare molto più frammentato rispetto a quanto si osserva nel settore parallelo dello strumento musicale. È davvero così? Al di là della diffusione spesso limitatissima di prodotti artigianali dovuti a piccolissime case editrici, quali sono le linee di tendenza nel nostro Paese? In altre

parole, cosa chiede il mercato oggi ad un editore musicale?

Ilaria NariciMGB Hal Leonard«È difficile stabilire in che per-centuale sia il mercato che gui-da le scelte degli editori o quanto siano gli editori che indirizza-no con le loro scelte il mercato. Il mercato chiede essenzialmente metodi di apprendimento e stu-dio degli strumenti musicali e re-pertorio. Nell’ambito della me-todistica, e in generale di quello

che è definito settore educatio-nal, assistiamo ad una profonda esigenza di rinnovamento, vuoi per l’avvento della multimedia-lità, vuoi per un approccio verso l’apprendimento fattosi sempre più rapido e sintetico in relazione alle limitate risorse di tempo che hanno gli studenti. Lo studio che vent’anni fa veniva fatto su tre li-bri, oggi dev’essere sintetizzato in uno. Metodi dunque comple-ti, sintetici, e possibilmente sup-portati da supporti multimediali. Sul repertorio assistiamo ad una

divaricazione piuttosto netta: prodotti sofisticati di alta fascia, con contenuti editoriali impre-ziositi da apparati storico-criti-ci da una parte, dall’altra prodot-ti a basso prezzo che rendano più conveniente l’acquisto dei volumi rispetto al downloading, spes-so gratuito, da Internet. Rispetto a quest’ultimo, assistiamo pur-troppo al proliferare di siti pirata che veicolano liberamente in rete contenuti protetti da copyright, come è da deprecare il ricorso a fotocopie illegali (ricordiamo che

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fotocopiare anche solo una pagi-na di musica è reato) che circo-lano senza alcuna remora nelle scuole e nei conservatori.»

Laura Patrizia RossiSchott«Non credo che in realtá il mer-cato editoriale sia più frammen-tato di quello degli strumenti, perché anche in questo settore ci sono milioni di piccole azien-de che producono; se poi si pen-sa anche agli accessori, il merca-to diventa davvero infinito.Se sapessimo oggi cosa il merca-to chiede ad un editore, avrem-mo trovato la lampada di Ala-dino... purtroppo credo che ci troviamo di fronte ad uno dei momenti più difficili ed impe-gnativi della storia della musi-ca stampata: la tecnologia corre senza limiti, non ci sono sboc-chi evidenti che incoraggino gli editori ad intraprendere ed inve-stire su strade sicure, lo svilup-po della pirateria in Internet non ha controllo. Temo sia presto per capire, ma quello che è certo è che, se non si intraprende una strada comune di “educazione al copyright” per proteggere il fu-turo del diritto d’autore, finiran-no nel nulla secoli di lavoro di tutti e sparirà il concetto di ope-ra d’arte musicale.... Purtroppo nel nostro Paese (soprattutto), il fronte comune è molto vago, non esiste nemmeno un’associa-zione di editori musicali....»

Laura MoroEdizioni Curci«Penso sia solo positivo che nell’editoria musicale conviva-no i grandi colossi internazio-nali accanto ai piccoli editori di nicchia. In tal modo il plu-ralismo è assicurato e il musi-cista può scegliere tra un’am-pia offerta di proposte. I piccoli editori sono pieni di creativi-tà, i grandi sono più concen-trati sulla distribuzione. Curci, in questo senso, è un fenome-no a sé: grande fuori ma picco-la dentro. Distribuiamo diret-tamente il nostro catalogo ma curiamo con grande passione le nostre novità, affinché siano sempre utili, efficaci e innova-tive.»

Pino AmendolaSinfonica«Scorrendo i codici del nostro catalogo si potrebbe avere l’im-pressione che le composizioni di musica contemporanea facciano la parte del leone. In termini di vendite, tuttavia, il vero volume è costituito dalle opere didatti-che. Sono proprio i testi di di-dattica –in particolare di quella didattica che io definisco ludi-ca, cioè divertente– i più richie-sti dal pubblico del nostro Paese. D’altra parte questi sono i tito-li in cui risultano più evidenti le innovazioni, in termini di impo-stazione del metodo come di lin-guaggio.»

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Chi frequenta le fiere internazionali, o anche semplicemente le librerie estere, percepisce con chiarezza la distanza che separa il mercato italiano da quello internazionale o mitteleuropeo. Dal punto di vista dell’editore, c’è davvero tanta differenza fra le abitudini di casa nostra e quanto avviene oltre confine?

Ilaria NariciMGB Hal Leonard«I mercati si differenziano or-mai essenzialmente per poten-zialità e tipologia di prodotti. Se nel caso del mercato europeo la produzione editoriale di editori paragonabili per forza di cata-logo e capacità di penetrazione del mercato è piuttosto omoge-nea, nel caso del mercato ameri-cano siamo effettivamente di fronte a una offerta di gam-ma di prodotti certamente maggiore a prezzi senz’al-tro più competitivi di quel-li dei prodotti europei.»

Laura Patrizia RossiSchott«Dipende dai mercati. Quel-li di origine latina si asso-migliano un po’ tutti (pur-troppo) e lì vige sovrano il “diritto” alla fotocopia più

che l’investimento in cultura. Però vedo che negli ultimi tempi la cultura in generale soffre un po’ dappertutto, o forse è solo cambiato il concetto di come in-vestire in cultura... dall’appren-dimento della musica come fat-to culturale ed accrescimento personale siamo passati all'Ipad ecc, per lo sviluppo dei social networks. Forse la gente per il futuro pensa di arricchire il pro-prio bagaglio culturale così...»

Laura MoroEdizioni Curci«È finito il tempo in cui gli edi-tori italiani si presentavano agli appuntamenti internazionali con soggezione o sudditanza ri-spetto ai colleghi internaziona-li. Oggi l’editoria italiana è per-fettamente integrata con il resto del mondo. A questo slancio eu-

ropeista e cosmopolita ha con-tribuito in modo determinan-te Curci, che è stata la prima a credere nei metodi amatoria-li, al potenziale delle scuole se-condarie a indirizzo musicale, alla divulgazione della musica al grande pubblico attraverso guide all’ascolto illustrate, col-lane per bambini e per tutta la famiglia. E dove non siamo arri-vati con i nostri mezzi, abbiamo selezionato il meglio dei catalo-ghi esteri: penso alla collana dei Tipbook, le guide illustrate de-gli strumenti musicali, ma an-che alle serie Canta & Impara, Alla scoperta dei compositori, ecc. Think global but act local! E se l’i-phone è già stato inven-tato da Apple, si può importar-lo in Italia: è la globalizzazione, bellezza!»

Pino AmendolaSinfonica«Non abbiamo un rapporto di-retto con il pubblico stranie-

ro, per via del fatto che all’e-stero abbiamo distributori

che fanno da intermedia-ri. Notiamo tuttavia un certo interesse da parte del pubblico, che ci con-tatta via Internet per ri-chiedere titoli particola-ri. A differenza di quanto

avviene con il pubblico italia-

no, però, i clienti esteri ci chie-dono quasi esclusivamente titoli di letteratura; ma non c’è da stu-pirsene, dal momento che la di-dattica è strettamente vincolata alla lingua... Riuscireste a imma-ginare uno studente tedesco che acquista un manuale di armonia in italiano?»

Siamo al centro di una crisi di cui si fatica ad individuare gli eventuali sbocchi. In questo momento ha senso investire in nuove produzioni? L’innovazione è davvero, come si usa dire, la chiave di una possibile riscossa? Che spazio si può immaginare per idee e autori nuovi?

Ilaria NariciMGB Hal Leonard «Quello dell’editoria musica-le non è un mercato di massa e dunque beneficia in misura mi-nore di ampiamenti e restrizioni dovute a congiunture economi-che favorevoli o contrarie. L’e-ditore, se non investe in nuovi prodotti, si condanna all’estin-zione, dunque bisogna avere ot-tiche mirate, ma certo è che chi si ferma è perduto. Sicuramen-te l’innovazione può aiutare la spinta di nuovi prodotti, ma se parliamo ad esempio di editoria digitale, le barriere sono ancora

Laura MoroDirettore Editoriale Musica ClassicaEDIZIONI CURCI

www.edizionicurci.it

Pino AmendolaEditore

Edizioni MusicaliSINFONICA

www.sinfonica.com

Ilaria NariciGeneral Manager

MGB HAL LEONARD

www.mgbhalleonard.com

Laura Patrizia RossiRepresentative SCHOTT MUSIC INTERNATIONAL

www.schott-music.com

abbiamo parlato con...

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molto forti sia in termini di devi-ces che di possibilità di veicola-re i contenuti in modo soddisfa-cente. Bisogna poi avere sempre presente che la tecnologia è un mezzo, non un fine. Dunque i buoni prodotti partono innan-zitutto da buoni contenuti, non dai supporti, di qualsiasi tipo esso siano.»

Laura Patrizia RossiSchott«Investire in nuove tecnolo-gie e mercati è l’unica speranza di salvezza. Il problema è sape-re come, perché al momento le strade sono infinite, ma le pro-spettive di una nuova tecnologia che possa accomunare i mercati editoriali non è ancora una real-tà... Il download digitale non of-fre controlli di garanzia, le APP di Apple addirittura sono sotto inchiesta perché Apple pretende

che i diritti scadano con la mor-te dell’autore, gli eBook propon-gono soluzioni che al momento non sono accettabili per la musi-ca stampata...Direi impossibile una riscossa in tempi brevi, perché il tutto deve venire dalla gente e dall’utente fi-nale, che invece è solo disorien-tato e si sente sempre più auto-rizzato a scaricare gratis, perché così “risparmia”... senza pensa-re che invece ad ogni fotocopia o scarico pirata corrisponde si-curamente un nuovo disoccupa-to in più sul mercato del lavoro...»

Laura MoroEdizioni Curci«La crisi è pesante e faticosa, e ha obbligato tutti a rimetterci in discussione. Ma almeno è de-mocratica e non ha fatto sconti a nessuno. In Curci ci chiediamo ogni giorno cosa possiamo fare

per essere davvero utili ai musi-cisti e agli appassionati. La paro-la d’ordine oggi è una sola: dire la verità. Il consumatore è at-tento, selettivo, cerca la qualità ed evita i bidoni. È finita l’epo-

ca delle proposte bluff o deboli. Ma quando un libro è bello e uti-le, continua a vendere tanto, alla faccia della crisi! Curci è orgo-gliosa di avere in catalogo meto-di e libri campioni di incassi: la

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nostra Chitarra volante è in con-tinua ristampa… e a volare non sono solo le chitarre, ma anche le vendite.»

Pino AmendolaSinfonica«Se ci fosse una chiave capace di risolvere in un colpo solo la grande crisi in cui versa il set-tore, sarebbe certamente benve-nuta! Purtroppo la ricetta magi-ca non esiste; però, se c’è una via da seguire, questa è senz’altro la strada dell’innovazione. Ma anche qui bisogna stare atten-ti: perché non bisogna limitar-si a pubblicare nuovi libri. Biso-gna che il contenuto di quei libri sia in grado di entusiasmare, at-traverso un linguaggio sempli-ce e accattivante. E credetemi, non basta aggiungere qua e là qualche illustrazione: ci voglio-no le idee. Dal canto nostro, ce la mettiamo tutta: cerchiamo sem-pre di dare spazio a nuovi auto-ri. In termini numerici, questo si traduce in trenta-quaranta nuo-vi titoli pubblicati ogni anno. Su un catalogo di 500 articoli, è quasi il dieci per cento.»

Da trent’anni a questa parte, l’intero settore si sforza per avvicinare alla musica le nuove generazioni. In che modo l’editoria specializzata può contribuire al raggiungimento di questo obiettivo?

Ilaria NariciMGB Hal Leonard«Fino a che nel nostro pae-se l’avvicinamento alla musi-ca non avverrà seriamente sui banchi di scuola a partire dal-la scuola primaria, come acca-de in molti altri stati del nostro continente, l’editoria specializ-zata in questo senso non credo possa fare molto. Inoltre il si-stema dell’educazione alla mu-sica soffre tuttora di una rifor-

ma che non sembra certo avere aiutato a diffondere lo studio della musica e soprattutto non ha contribuito né a creare una formazione di maggiore quali-tà né a diffondere l’istruzione musicale. Di questa situazio-ne soffrono gli studenti, gli in-segnanti, le famiglie prima che gli editori, per i quali certa-mente è difficile seguire e for-nire strumenti didattici in una situazione che appare confusa e dispersiva.»

Laura Patrizia RossiSchott«I Paesi di grande tradizio-ne musicale come Germania, Gran Bretagna o USA, dimo-strano che l’unico modo av-vicinare le nuove generazio-ni alla musica è insegnarla a scuola. Non ci sono altre alter-native, perché è la scuola che deve offrire la crescita cultu-rale e musicale dall’infanzia, di forma gratuita ed indipenden-te, e solo così si possono creare futuri appassionati di musica e persone con crescita cultura-le in questo senso. Inutile ri-cordare che nel nostro Paese la strada dell’educazione musi-cale a scuola è andata nel ver-

so contrario, ormai è ridotta al niente. E soprattutto non c'è nessuna formazione degli inse-gnanti a cui tocca questo com-pito. L’unico modo per appren-dere seriamente musica nel nostro Paese resta purtroppo l’educazione privata, con tutti i limiti che questa comporta.»

Laura MoroEdizioni Curci«L’editore è la cinghia di tra-smissione tra la scuola e l’al-lievo. Il nostro compito è for-nire uno strumento di lavoro utile ai maestri, che sono la nostra vera risorsa, e ai loro allievi, che devono trova-re libri di qualità ed efficaci nell’aiutarli a raggiungere il loro obiettivo. Non possiamo e non vogliamo sostituirci alla scuola e ai maestri. Per questo siamo sempre al loro fianco, al fianco dei maestri intendo: li ascoltiamo, li accontentiamo, li trattiamo con il rispetto che si meritano. Sono i maestri di musica i veri motori nella dif-fusione della musica. E dopo 150 anni di amicizia con loro, ci ricambiano con un affetto che ancora mi stupisce e mi commuove.»

Pino AmendolaSinfonica«La nostra visione si basa su una suddivisione ideale in tre fasce di pubblico. Le potremmo defi-nire, in ordine progressivo, ele-mentare, media e dei trattati. A ciascuna proponiamo testi stu-diati su misura, innovativi nel linguaggio e coerenti nell’im-pianto di base. In questo modo un testo propedeutico non po-trà mai essere confuso con un metodo per l’apprendimento in-termedio; e l’ambito dei tratta-ti avrà uno stile, un’atmosfera sempre chiaramente riconosci-bile. Va da sé che i testi desti-nati ai cicli inferiori contenga-no gli stimoli necessari a portare i giovani fruitori verso i livel-li successivi; questo rientra nella normale dialettica dell’insegna-mento, che procede per stimo-li successivi in un crescendo di abilità. Credo che la capacità di mantenere un equilibrio corret-to fra le componenti fondamen-tali di un libro, la capacità di en-tusiasmare i lettori, l’attenzione dedicata a fornire sempre un prodotto autorevole siano i pa-rametri decisivi anche per ag-ganciare il pubblico più giovane e avvicinarlo alla musica.» •

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Se il pianoforte ci ACCORDA

di Marco Cristofaro

U n gruppo di scienziati britannici spe-cializzati nella ricerca sulla mente

umana ha ingaggiato di recente diciannove tecnici accordatori. Gli inglesi sono eccen-trici, è risaputo; ma l’iniziativa del team del-la Newcastle University non è del tutto insen-sata; anzi, suscita una serie di considerazioni davvero interessanti. Vediamo perché.

Due suoniAgli accordatori, il team di ricerca ha fatto ascoltare due note simultanee. Nel frattempo, uno scanner a risonanza ma-gnetica spiava i piano technicians. Lo stesso esperimento è stato ripetuto con diciannove persone non abituate all’a-scolto della musica, e i risultati sono sta-ti confrontati. Si è scoperto così che il cervello dei tecni-ci attiva aree cerebrali molto più estese ri-spetto a quanto avviene quando si espone la gente comune agli stessi stimoli sonori. In altre parole, la mente degli accordato-ri si è “adattata” al suono, sviluppando risposte e compor-tamenti altrimenti inesistenti. È come se ogni suono apris-se loro un mondo potenzialmente sconfi-nato di cui la gente normale non sospet-ta minimamente l’esistenza. Un po’ come accadeva al simpatico topolino protagon-sita del film di animazione Ratatouille, nella cui mente si scatenavano spettaco-lari sinfonie di colori ogni volta che speri-mentava nuovi accostamenti gastronomi-ci. Gli altri non potevano vederle, lui sì: e questo bastava a fare di lui uno chef capa-ce di incantare i critici più severi.

Esperienza, questa (s)conosciutaTornando al pianoforte, l’esperimento in-glese dimostra che un tecnico preparato ha con il suono un rapporto speciale, e sa fare cose che gli altri semplicemente non possono nemmeno immaginare.La ragione è da ricercare molto probabil-mente nel campo dell’esperienza, che si attiva all’ascolto dei suoni attraverso in-numerevoli ricordi –di accordature, tim-bri e note analoghe. O ancora di richieste avanzate da clienti speciali, di questioni insolubili dipanate con genialità, di indizi sparsi per il pianoforte che un singolo suo-no è in grado di svelare... Ecco perché le accordature ad orecchio saranno sempre migliori di quelle esegui-te con il solo ausilio del tuner. Ed ecco per-ché un pianoforte acustico bene accordato risulterà sempre più caldo, più umano di un digitale con i suoni perfettamente alli-neati ad un modello ideale.

Tirando le conclusioniInsomma, accor-datori non si nasce, semmai lo si diven-

ta. Ed è chiaro che bisogna scegliere con cura la persona a cui affidare il pianoforte. Cerchiamo di conoscere qualcosa dei suoi gusti musicali, della sua preparazione, del fatto che abbia o meno alle proprie spal-le la solidità di un laboratorio vero. Dare piena fiducia al primo venuto con la sola scusa che costa meno di un accordatore affermato è senz’altro un grave errore. Po-trebbe non avere la più pallida idea di ciò che sta facendo.... •

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EMILIA ROMAGNACASONI Gabriele Via Romita 5 - 44039 Tresigallo (FE) 348-3815122 DALPORTO Mirco Via Respighi 8 - 42100 Reggio Emilia 335-5416883 DEL RIO Luciano Piazza A. Costa 5/A - 42100 Reggio Emilia 335-8398367 FERRARESI Gianni Via XX Settembre 87 - 44100 Ferrara 333-4309608 IDRA Canzio Via LXIII Brig. Bolero 3 - 40033 Cas. Reno (BO) 335 8364024 IDRA Walter Via LXIII Brig. Bolero 3 - 40033 Cas. Reno (BO) 051 575825 PASSARELLA Luciano Via Emilia Est 215/B - 41100 Modena 338-8438957

FRIULI VENEZIA GIULIABONUTTI Luca Via della Villa 52/A - 33050 Bagnaria Arsa (UD) 335-5366749 CERNEAZ Lorenzo Via Bariglaria 141 - 33100 Udine 338-6045193 GRASSI Marco Via Pagliaricci 49/1 34128 Trieste 339-5054035 PECAR Claudio Via Scuola Agraria 12/10 - 34170 Gorizia 348-9105806 TONON Ulisse Via degli Aceri, 22/2 - 33033 Codroipo (UD) 329-4691279VALENT Claudio Via Udine 1 - 33077 Sacile (PN) 0434 72989

LAZIOAHMAR Robert Via Poggio dei Pini 4 - 0061 Anguillara Sabazia (RM) 329-6135396 ALFONSI Luigi Largo Brancaccio 79 - 00184 Roma 06 4872739 BIANCHI Nino Gaetano Via delle Olmate 19 - 01010 Oriolo Romano (VT) 333-4241484 BUCCITTI Mauro Via delle Ortensie 1/3 - 04012 Cisterna (LT) 337-770654 CASTRIANNI Alessandro Via De’ Lucchesi 27-30 - 00187 Roma 348-7246773 D’ANGELO Mauro Via T. Landolfi 155 - 03100 Frosinone 333-2828955 DE LELLIS Marco 21-05 31st Avenue 11106 Astoria NY (USA) 001 718 956 3110 LOREFICE Luca Via Casale Agostinelli 62/b 00118 Roma (Morena) 349 5636299 MAGGIO Marc Piazza Copernico 9/10 - 00176 ROMA 328-0240755 MAZZA Calogero Via Colombo 18 - 04023 Formia (LT) 338-1507642 SABATINI Valerio Via Ferruccio, 34/A-B - 00185 Roma 339-1494509 STELLA Angela Via Cimone, 171 - 00141 Roma 329-5880013 TARQUINI Marcello Via Courmayeur, 22 - 00135 Roma 335-5818761

LIGURIACANAVESE Lucio Via Canepari 9 - 17055 Toirano (SV) 348-2430560

FASSONE Claudio Via Brigata Salerno, 42/3 - 16147 Genova 328-4512364 FERRARI Giorgio Via E. H. Giglioli 24/6 - 16142 Genova 010-812264 GALLI Pietro Via Torino 27 - 19122 La Spezia 328-9664927 GANORA Giorgio Via S. Luca D’Albaro 63 int. 12 - 16146 Genova 010-364142 SPERATI Carlo Via Trilussa 1/23 - 17100 Savona 328-6028351 STORTI Luciano Piazza Colombo 2/19 - 16121 Genova 010-580122

LOMBARDIAALBERTINI Fabio Via Corradi, 8 - 20030 SEVESO 339-3290249 BARBAGLIA Luciano Via Torriani 29 - 22100 COMO 031-269387 BENAZZI Marco Via Garibaldi 30 - 26035 Pieve S. Giacomo (CR) 0372-64375 BOTTINI Roberto Via Ariosto 12 - 25127 Brescia 347-5570824 BUSSANDRI Giancarlo Via Sigieri 10 - 20135 Milano 349-1535675 CALEBICH Enrico Via Papa Giovanni, 4 - 25060 Cellatica (BS) 392-7670553 DI NALLO Gabriele Via Silvio Pellico 24 - 20052 Monza (MB) 335-6472597 DIANA Ferdinando Viale Molise 1 - 20092 Cinisello Balsamo (MI) 329-2191129 GRIFFA Davide Via Corridoni 35 - 20122 Milano 335-7772260 GRIFFA Gianfranco Via Crivelli 20 - 20122 Milano 335-7793546 GRIFFA Sergio Via Crivelli 20 - 20122 Milano 335-6825065 GUERNELLI Stefano Vicolo Voltino 9 - 46100 Mantova 335-426552 IDRA Eraclio Via Caduti Liberazione 9 - 21047 Saronno (VA) 02-9605219 LANZANI Sergio Corso Garibaldi 65/A - 20030 Seveso (MB) 347-6466134 LUCIANO Sergio Via Manin 101 - 21100 Varese 0332-281355 LUPPATTELLI Davide Via Ripamonti, 211 - 20144 Milano 338-8397486 MAESTRI Mauro Via Pietro da Lissone 4 - 20035 Lissone (MB) 339-5908422 MANCINI Paolo Corso San Michele del Carso, 3 - 23900 Lecco 377-1808243 MITAROTONDA Paola Via Corridoni 37 - 20122 Milano 347-4586526 MOLTENI Giuseppe Mario Via Bizzozero 18 - 21100 Varese 0332-283506 PAPES Davide Via della Pila 61 - 20162 Milano 339-3509700 PASSADORI Angela Via S. Chiara 6 - 25121 Brescia 347-8171934 PASSADORI Angelo Via Mazzini 3/A - 25086 Rezzato (BS) 030-3751106 PASSADORI Giulio Via S. Chiara 6 - 25121 Brescia 347-4189827 PASSADORI Giuseppe Via Poffe 7 - 25030 Torbiato d’Adro (BS) 030-3751106 PASSADORI Pierenzo Via S. Chiara 6 - 25121 Brescia 030-3751106 PEDROLI Giancarlo Via Maloja, 8 - 20158 Milano 338-8949551 PICONE Giuseppe Via Scalabrini 29 - 22100 Como 031-594041 PICONE Roberto Via Scalabrini 29 - 22100 Como 339-2934092 PIROLA Cesare Via Del Partigiano 18 - 20050 Sovico (MI) 039-2010224 ROCCO Mario Vicolo Carceri 2 - 25032 Chiari (BS) 334-3939624 ROCCO Massimo Via Bergamina 9 - 20016 Pero (MI) 339-6660337 SANGALLI Giovanni Via Mascagni 6 - 20047 Brugherio (MB) 039-2871996 SCORTICATI Carlo Corso XXII Marzo 28 - 20135 Milano 02-5456154 TAMAGNI Massimo Via Albino Luciani 6 - 26035 Pieve S. Giacomo (CR) 338-4099888 TARANTINO Salvatore Via Marsala 9 - 20090 Buccinasco (MI) 333-7805862 TERRAVAZZI Giampiero Via P. Moroni 9 - 20010 Pogliano Mil. (MI) 347-4413448 VIGANÒ Romano Piazza S. Gregorio 3 - 20060 Basiano (MI) 02-95760108 ZANOTTI Luca Via Udine 1/C - 25050 Rodengo Saiano (BS) - 030 3751106 ZECCHIN Francesco Via Monfalcone 26 - 21049 Tradate (VA) 348-5626000

MARCHEBEVILACQUA Giuseppe Via Loretana 93 - 60021 Camerano (AN) 334-2530712 CAPPONI Claudio Via Vecchia Fornace 40/A - 60027 Osimo (AN) 333-4987209 PIERISTÈ Carlo Via Costa Bianca 12/B - 60025 Loreto (AN) 368-3888527 RICCI Enrico Via Roma 15 - 63015 Monte Urano (AP) 347-3241427 ROSSINI Lorenzo Via L. Cadorna 38 - 60022 Castelfidardo (AN) 329-8410855 SANTORI Fabrizio Via Fermi Fossombrone (PU) 348-5114842 VALLI Roberto Via Trionfi 1/A - 60127 Ancona 335-5738327

MOLISECHIOVITTI Michele Via Monte Grappa 49/C - 86100 Campobasso 338-8207609

PIEMONTEBERGAMINI Aldo Via San Pancrazio 52 - 10044 Pianezza (TO) 329-4180253 BIOLCATI RINALDI Alvise Via Serralunga 30 - 13900 Biella 335-6291457 GANDOLFO Carlo Via Fogazzaro 44-46 - 10095 Grugliasco (TO) 340-7300182 GARNERONE Roberto Via Vallauri 84 - 12013 Chiusa Pesio (CN) 335-7062884 LAZZARINO Roberto Via Trieste 51-53 - 15011 Acqui Terme (AL) 333-9800983 MARTUCCI Roberto Via Torino 190- 10042 Nichelino (TO) 328-3644077

Chi è AIARP

AIARP - Associazione Italiana Accordatori Riparatori PianofortiSede legale: piazza Costa, 5/A - 42100 Reggio Emilia - tel. e fax 0522/432534 www.aiarp.it - e-mail: [email protected]

Consiglio Direttivo: Luciano Del Rio (presidente) - Sergio Brunello (vicepresidente) - Salvatore Tarantino (segretario) Davide Papes (tesoriere) - Marcello Tarquini (consigliere)

c/c postale n. 10666428 - coordinate bancarie: c/c n. 16593 Banca Popolare di Milano – Ag. 19 – ABI 05584 – CAB 01619 – IBAN: IT84 W0558 40161 9 000 000 016593

OLDANI Giovanni Via Beltrami 10 - 28100 Novara 336-236306 PEDROLI Paolo Via Vittorio Veneto 8 - 28041 Arona (NO) 393-4981199 PONSO Rinaldo Via Stefano Fer 16 - 10064 Pinerolo (TO) 0121-75208

PUGLIACIVILLA Francesco Via Giannuzzi 24 - 73024 Maglie (LE) 339-6142424 DEL GIUDICE Antonio Via Armando Diaz 56 - 74010 Statte (TA) 099-4741706 DEL GIUDICE Gino Largo Lepanto 64 - 74010 Statte (TA) 099-4741706 FABBRINI Vittorio Via della Repubblica 91-93 - 71100 Foggia 330-327813 FARINA Giovanni Via M. Lotesoriere 1 - 72017 Ostuni (BR) 368-7206029 FARINA Nicola Via M. Lotesoriere 1 - 72017 Ostuni (BR) 347-1480436 GRIFFI Massimiliano Via D’Enghien 16/A - 74015 Martina Franca (TA) 392-0975614 LAMACCHIA Luigi Via Melo 15 - 70122 Bari 348-4142904 LAZZARI Roberto Via Oberdan 13 - 73010 Sogliano Cavour (LE) 0836-543726 MERICO Ugo Via Pr. Di Piemonte 169 - 73040 Collepasso (LE) 338-9208621SANTORO Gianbattista Via Saliscendi, 2A - 74015 Martina Franca (TA) 338-6342016

SARDEGNACORDA Luigi Via Canelles 28/A – 09045 Quartu S. Elena (CA) 335-206360 FANUTZA Marcello Via Fertilia 43 – 09013 Carbonia (CA) 339-2738201

SICILIACONTI Agatino Via Ravanusa 12/A - 95037 S.G. La punta (CT) 328-8242642 CONTINO Dario Augusto Via Canfora 12/A-B - 95128 Catania 340-7101729 DI NOTO Domenico Corso V. Emanuele 119 - 91100 Valderice (TP) 347-8788065 PENNISI Sergio Via P.le S.M. Ammalati 101 - 95024 Acireale (CT) 328-4123261 SANGIORGIO Girolamo Via Orologio, 21 - 90133 Palermo 335-5247084 SANTAMARIA Giuseppe Via Noviziato 85 - 98123 Messina 368-205985 TALAMO Cesare V. Pipitone Federico 80/B - 90144 Palermo 335-7102578

TOSCANABENVENUTI Paolo Via di Palazzetto 4 - 56017 S. Giuliano Terme (PI) 338-1314100 BONECHI Stefano Via di Mantignano 120/3 - 50142 Firenze 335-5850679 CHECCACCI Giangastone Via Cesare Battisti 10 - 53100 Siena 335-357696 CIANI Roberto Via Dei Giunchi 86 - 50019 Sesto Fiorentino (FI) 333-9676001 FROLA Riccardo Via Quaratesi 3 - 50066 Pietrapiana Reggello (FI) 329-2197626 HERVO HUERNE Céline Via Quaratesi, 3 Pietrapiana Reggello (FI) 388-1718397 LISI Massimo Via Tosco Romagnola 294 - 56012 Fornacette (PI) 328-3059848 MENICAGLI Luca Via Verga 9 - 57100 Livorno 0586-444495 NERI Andrea Via Dell’Olivuzzo 69 - 50143 Firenze 347-7674440 NICCOLINI Federico Via Della Chimera 32/A - 52100 Arezzo 339-4110770

PARISE Michele Via A. Zarini 319/21 - 59100 Prato 347-3535359 PARISE Jonathan 11 Courta Court - 3996 Inverloch Vic. AUSTRALIA ROVER Edda Via B. Davanzato 3 - 50021 Barberino V. Elsa (FI) 338-1235418 VALENTINI Stefano Via Melara 6 - 54035 Fosdinovo (MS) 349-4379812

TRENTINO ALTO ADIGECAVADA Walter Via Italia 7 - 38030 Molina Fiemme (TN) 348-8140950 DE FLORIAN Giancarlo Via Milano 21 - 38030 Castello di Fiemme (TN) 0462-342013 GALVAN Egidio Corso Ausugum 112 - 38051 Borgo V. Sugana (TN) 333-5756469 MORELLI Paolo Loc. Fratte Ponte Regio 38057 Pergine Valsugana (TN) 0461 530019 PLASCHKE Peter Via Giardini 2 - 39011 Lana (BZ) 335-5887741

UMBRIACATARINELLI Maurizio Località Poggiarello 9 - 06034 Foligno (PG) 335-1329338 NERI Andrea c/o Ditta Ceccherini & C. 347-7674440

VENETOAGGIO Ugo Via G. Matteotti 53 - 45010 Villadose - Rovigo 329-2148269 BETTIN Giovanni Via Legrenzi 4/A - 31044 Montebelluna (TV) 335-6162702 BRUNELLO Sergio Via L. Chiereghin 2/A - 31100 Treviso 338-9565274 BRUSEGAN Massimo Via S. Pellico 27 - 30010 Camponogara (VE) 333-3258519 DE BIASI Andrea Via Nogara 7 - 37026 Pescantina (VR) 347-5312604 DE CONTI Gianni Via Fratti 19 - 32026 Mel (BL) 335-8430714 DE FRANCESCHI Bruno Via I. Baratto 5 - 31040 Pederobba (TV) 338-5480107 FARNEA Riccardo Santa Croce S.G. dell’Orio 1526 - 30135 Venezia 347-7636880 FERRARI Tiziano Via S. Agostino 159/2 - 36057 Arcugnano (VI) 0444-288725 MARCHESINI Pietro Piazza Europa Unita, 54 - 31033 Castelfranco (TV) 339-5952898MIRANDOLA Giuseppe Via Marco Polo - 37050 Cherubine Cerea (VR) 348-4135801 PEDRALLI Andrea Via D’Antona 1 - 31021 Mogliano Veneto (TV) 347-0507396 SCIVALES Giuseppe Via Quinzano 31 - 37124 Verona 349-2947666 TELATIN Silvana Via Verona, 25 - 36061 Bassano del Grappa (VI) 333-2076218 VENTO Maurizio Via Filodrammatici 4 - 31100 Traviso 333-3032643 ZAMPIERI Aldo Via Monte Canino 6 - 37124 Verona 347-5584119 ZANINI Guido Via Scuole 111 - 37060 Caselle Sommacampagna (VR) 045-8580793 ZANTA Silvano Via Crociata 28/A/1 - 30010 Camponogara (VE) 335-5654244

Il nome di AIARP è profondamente legato alla storia recente del pianoforte in Italia. Nata nel 1969 in seno all’Assemblea annuale di Europiano, l’Associazione Italiana Accordatori Riparatori di Pianoforti è da allora la sola istituzione del no-stro Paese impegnata sistematicamente nella diffusione della cultura tecnica di questo strumento.Nel corso dei suoi quattro decenni di vita, AIARP ha raccolto adesioni sempre più numerose sia fra i tecnici professioni-sti, sia nell’ambito del ristretto circolo formato da produttori, importatori e distributori di pianoforti, che accompagna-no da sempre il cammino di AIARP nel ruolo di soci sostenitori.

L’attività AIARP ruota attorno a quattro cardini fondamentali:Attività di formazione rivolte a soci e simpatizzanti: incontri di laboratorio, incontri tecnici, giornate di studio.Organizzazione di seminari e workshop proposti a cadenza annuale con visite guidate a fabbriche e laboratori.Esami di ammissione: di fatto l’unico percorso oggi esistente in grado di garantire l’accesso ad una qua-lifica professionale autentica.Rapporto con le Istituzioni, i cui frutti hanno portato fra l’altro all’inquadramento ufficiale della professione di “tecnico riparatore e accordatore” nel numero delle professioni artigianali artistiche riconosciute dallo Stato.

22 | ilPianoforte

Le novità in mostra

Vent’anni or sono, Steinway & Sons lanciava una nuova sfida sul mercato con la presentazio-ne della serie Boston designed by Steinway & Sons. Una sfi-da temeraria che oggi può dirsi vinta, considerato che da allora sono stati venduti oltre 72.000 pianoforti Boston in tutto il mondo.Decisiva, in questo senso, è stata la capacità di scindere la stra-tegia di fondo del proget-to Boston dalla mis-sione azien-dale Steinway. In-fatti, se l'obiettivo di Steinway & Sons è sempre stato, dalla fondazione nel 1853 ad oggi, quello di co-struire il miglior pianoforte in assoluto, senza badare a spese dal punto di vista del materia-le e della manodopera, l'obietti-vo per la costruzione di Boston era quello di produrre il mi-glior pianoforte possibile in un segmento di prezzo accessibile a una più larga fascia di clien-ti. La sfida era quindi ambizio-sa, ma il lavoro dei progettisti di Steinway & Sons per Boston

Boston: una sfida lunga vent’anni

è stato premiato, addirittura ol-tre le aspettative.Le condizioni di partenza, del resto, erano più che favorevoli: Steinway & Sons, che c e l e -

www.steinway.com – [email protected]

Fra gli altri, citiamo qui la sca-la duplex, la tavola armonica rastremata ed il ponticello la-

mellare; o la meccanica in-teramente in legno che, a differenza di altri piano-

forti della stessa fascia, non contiene parti in

plastica.“Con il piano-forte Boston”, ci ha dichiara-

to Giovanni Doria, impor-tatore italia-no dei marchi Steinway e

Boston, “Casa Steinway ha voluto ri-volgersi innanzitutto ai giovani che suonano il pianoforte ma non si

possono ancora permet-tere di possedere uno Steinway. Con la Promessa Steinway viene data loro la possibilità di permu-tare dopo alcuni anni il piano-forte Boston allo stesso prezzo d'acquisto per realizzare il so-gno di ogni pianista: possedere un pianoforte a coda Steinway.

E quest’anno, proprio per per-mettere a tut-ti di festeggiare questo impor-tante traguardo, casa Steinway concede sui pia-

noforti Boston una promessa dalla durata ventennale, anzi-ché decennale”.A Cremona Pianoforte viene esposto, in anteprima per l’I-talia, un vero gioiello: il Boston Blues, modello GP193 Perfor-mance Edition: un coda in edi-zione speciale dall’elegante li-vrea blu notte. Lo stesso colore del marchio Boston designed by Steinway. •

brerà nel 2013 il suo 160° an-niversario, ha trasmesso nel-la progettazione dei pianoforti Boston tutta la propria espe-rienza, tante caratteristiche dei pianoforti e molti degli oltre 100 brevetti di cui detiene la proprietà, che hanno contri-buito alla na-scita del piano-forte moderno.

www.roland.it

www.bluethner.de

Ciliegi in ForestaAl di là dei pregi indiscuti-bili di un pianoforte digitale Roland –che si esprimono at-traverso il generatore sonoro SuperNATURAL– il nuovo modello DP90-MC si fa no-tare per il design innovativo e raffinato.La finitura in ciliegio, di cui vi proponiamo un dettaglio nel-la foto di apertura, fa da cor-nice ad uno degli strumenti di maggior successo di casa Ro-land. Un pianoforte che, an-che grazie alla tastiera Ivo-ry Feel-S con scappamento, si adatta perfettamente alle esi-genze di qualsiasi pianista. •

Digitali made in GermanyNon chiamateli pianoforti digitali. I nuovi modelli pre-sentati da Blüthner si chia-mano e-Klavier. Il motivo è semplice: sono prodotti inte-ramente in Germania. Per la precisione a Lipsia, all'inter-no della Julius Blüthner Pia-nofortefabrik GmbH. La nazionalità determina molte scelte progettuali: dal sound design ai tagli di equa-lizzazione alla regolazione della meccanica, tutto de-nuncia l'appartenenza alla cultura del suono di matrice tedesca. •

24 | ilPianoforte

Le novità in mostra

Non lasciatevi in-gannare dalle ap-parenze. Il volu-me dalla copertina nera che riprodu-ciamo qui a fianco non è un semplice catalogo. È piutto-sto la porta di in-gresso ad un autentico univer-so tutto da scoprire. Articoli dedicati ai tecnici professionisti, accessori, par-ti meccaniche per pianofor-ti e strumenti storici a tastiera: l’assortimento delle parti com-mercializzate da FTP è davve-ro vastissimo e di qualità, dal momento che è costruito sul-la scorta di una attentissima ricerca che i titolari conducono quotidianamente da anni per selezionare le Case più rappre-sentative del settore, con mar-chi universalmente riconosciu-ti per la loro serietà e qualità.

www.ftppianoforti.it

La ricerca all’in-terno del catalo-go risulta semplice e veloce grazie alla suddivizione in ca-tegorie; inoltre le foto a colori ad al-tissima risoluzione consentono di ave-

re un’idea più precisa e realisti-ca del prodotto stesso. Disponibile anche in versione interattiva accanto al forma-to cartaceo e al PDF, il catalogo 2012 può essere scaricato nella sezione prodotti del sito azien-dale (www.ftppianoforti.com).Sempre sul proprio sito, l’a-zienda offre anche il servizio di vendita online di tutti i pro-dotti presenti a magazzino, per agevolare il cliente nella scelta e nell’acquisto in modo sicuro e veloce, tenendolo sempre ag-giornato su tutte le novità di maggiore rilievo. •

www.kurzweil-italia.it

Anteprima nazionale per Kurzweil

www.edizionicurci.it

La serie dei Tipbook di cui le Edizioni Curci hanno intra-preso in questi anni la tradu-zione e pubblicazione ha fat-to registrare in tutto il mondo importanti apprezzamenti, sia a livello di acco-glienza critica che di dati di vendita.La collana, la cui edizione italiana conta già anche due volumi sul-la chitarra e uno sulla voce, si al-largherà nei pros-simi mesi fino a coprire le aree dei maggiori strumenti a fiato, degli archi e delle percussioni.Scritto in un linguaggio com-prensibilissimo e arricchito da tavole tecniche molto det-tagliate, il Tipbook dedicato al pianoforte è stato portato a termine con la collaborazio-

ne di AIARP –il sodalizio na-zionale dei tecnici accordatori e riparatori di pianoforti– e si dimostra coinvolgente su più piani di lettura. I principianti troveranno con-

sigli di massi-ma per orientarsi nella fase delicata della scelta dello strumento, men-tre i musicisti più navigati apprez-zeranno informa-zioni più avanza-te, come il peso di abbassamento e

di risalita dei tasti, il nome dei componenti meno in vista e le misure di riferimento per la scelta di accessori di ogni tipo.A completare il libro ci sono poi le tavole degli accordi, una bibliografia in italiano e ingle-se e contributi multimediali scaricabili dal sito Curci. •

Da Curci un volumeper sapere tutto sul pianoforte

FTP: l’universo del pianoforteracchiuso in un catalogo

È arrivato in Italia soltanto da poche ore, ed è già al cen-tro dell'attenzione. Il nuovis-simo stage piano SPS4-8, che Kurzweil ha voluto presentare in anteprima nazionale presso lo stand Pianosound a Cremo-na Pianoforte rappresenta la sintesi più avanzata della tec-nologia e del design Kurzweil.Al suo interno trovano posto una meccanica con pesatu-ra progressiva, un generatore sonoro costruito sulle leggen-darie librerie Kurzweil e un motore di sintesi che discen-de dalla pluripremiata serie

PC3, impiegata negli strumen-ti Kurzweil top di gamma."Perché potesse essere presente a Cremona", fanno presente allo stand Pianosound, "è stato ne-cessario organizzare una vera e priopria maratona aerea. Ma ne

è valsa la pena, perché questo pianoforte è davvero molto inte-ressante per il nostro mercato". Indirizzato ad un target di mu-sicisti professionisti, può esse-re impiegato come strumento da studio, come sintetizzato-

re, ma anche come controller per computer e apparecchiatu-re MIDI. Caratteristiche che, assieme al prezzo davvero con-tenuto, ne fanno senz'altro un protagonista dell'offerta espo-sitiva del Salone. •

ilPianoforte | 25

FWS Audio by Ciresa:il piacere di ascolto della musica

dal "legno di Stradivari" e non dai tradizionali impianti Hi-Fi,

usando CD, iPod, iPhone. Legno che arreda, suona e stupisce!

E. Ciresa s.r.l. - Loc. Piera 1838038 Tesero (TN) - Valle di FiemmeTel.0462/813262 - Fax 0462/813214

www.ciresafiemme.it

IMPORTANTE ANTEPRIMA YAMAHA

Nonostante la sua presen-tazione ufficiale sia fissata per il prossimo 12 ottobre, sono i padiglioni di Cre-mona Pianoforte il primo spazio espositivo italiano dove la nuova serie di pia-noforti a coda Yamaha si presenta al pubblico.La gamma CX nasce come evoluzione della prece-dente linea CFX e viene definita da Yamaha “rivo-luzionaria”. Secondo alcune indiscre-zioni, i nuovi pianofor-ti sarebbero caratterizzati da un cantabile ancora più pronunciato, dall’impie-go di corde di costruzio-ne europea e dalla presen-za di alcune piccolissime ma significative modifi-che strutturali e meccani-che. •

www.yamaha.it

Il settore dei sistemi di si-lenziamento per pianoforte acustico si esprime in modo sempre più vivace, facendo re-gistrare una crescita progressi-va di prodotti e operatori.In questo scenario, sono par-ticolarmente apprezzate le so-luzioni PianoRelax, che espri-mono tecnologia raffinata ed estremamente affidabile.

www.pianorelax.it

Il kit è composto da sensori ot-tici da inserire sotto la tastiera e da una barra in ottone rive-stita da uno speciale elastome-ro indeformabile che arresta i martelli prima dell’impat-to con le corde, mantenendo però inalterati il movimento e la pressione sui singoli tasti.PianoRelax, detto altrimenti, garantisce la piena libertà di

suonare in ogni momento della giornata o del-la notte, senza perdere le ca-ratteristiche di tocco, pesatura, affondo tasto, primo e secondo scappamen-to ai quali si è abituati. E con, in più, la possibilità di utilizza-

re la porta MIDI per eventuali connessioni ad apparecchi di-gitali. •

Un pianoforte in tutta tranquillità

26 | ilPianoforte

La musica per lo sport, lo sport per la musica

Le novità in mostra

www.ciresafiemme.it - www.mvartindesign.com

Guardate con attenzione l’immagine a destra. Provate a ricordare: entrando in Fiera non avete forse visto un oggetto proprio uguale?Se la vostra è una risposta affermativa, significa probabilmente che siete degli ottimi osservatori. Ed è quindi natura-le aspettarsi che lo riconoscerete anche fra qualche mese, e per la precisione tra febbraio e marzo 2013, quando quest’o-pera, che coniuga arte, tecnologia e de-sign italiani, verrà donata alla Federazio-ne Sci della prima nazione classificata al termine dei Campionati del Mondo di Sci Nordico.Ma andiamo con ordine, e comincia-mo col dare uno sguardo approfondito a questo oggetto affascinante.

Nata dalla col-laborazione fra MV Art in Design e la ditta Ciresa di Tesero, que-sta opera d’arte è a tutti gli effetti

un’opera nell’opera. Costruita in acciaio, leghe di alluminio, fibra di carbonio e legno di risonanza della Val di Fiemme, l’opera rap-presenta in effetti il pianeta Ter-ra, al centro del quale è incasto-nata una preziosa Opera Sonora: un sistema innovativo di ampli-ficazione e diffusione del suono che prende corpo da una tavola armonica realizzata a mano.“La realizzazione di quest’ope-ra d’arte”, ci ha raccontato Fa-bio Ognibeni, titolare della Ciresa e in-ventore delle Opere Sonore, “è per noi un grande motivo di soddisfazione. E non parlo solo a titolo personale. Sono con-vinto che la decisione di legare le sorti della musica, dello sport e dell’arte figu-rativa per la promozione di uno stile di vita sia una scelta vincente, che può fare del bene a tutti i soggetti coinvolti”.Noto al mondo del pianoforte e del-lo strumento in generale per l’altissima qualità dei legni armonici che produce

e commercializza alla Ciresa, Ognibeni è impegnato da anni nel progetto Ope-re Sonore. “Giorno dopo giorno”, conclu-de, “stiamo portando avanti una modali-tà del tutto nuova di ascolto della musica. Le Opere Sonore sono Strumenti musica-li da Ascolto, costruiti a mano con tecni-che di liuteria. Sono il legno di Stradivari che regala il piacere della musica ripro-dotta. Una sfida gigantesca per una picco-la azienda, una grande opportunità per la millenaria tradizione del legno”. •

Teoria, tecnica e passione: l’essenza del restauro

Quando si parla di restauro, la prudenza è sempre d’obbligo. Troppe volte giungono sul mer-cato pianoforti splendidi fuo-ri e brutti dentro. La ragione è presto detta: un buon ebanista è difficile da trovare, un tecni-co capace non si incontra tutti i giorni e una combinazione affia-tata delle due figure rappresen-ta un evento più unico che raro.Il discorso cambia però se si par-

www.alfrapianoforti.it

la di Alfra Pianoforti. “Nel 1980, spinti dalla passione di uno dei titolari, musicista di professione, ci siamo posti l’obiettivo di co-noscere da vicino il pianoforte”, ci confida uno dei soci. “Volevamo sciogliere l’arcano che fa di questo strumento il pro-tagonista di tante meravigliose pagine della musi-ca mondiale. Così, dopo la fre-quenza a diversi corsi AIARP, abbiamo cominciato in un pic-colo laboratorio a smontare, so-stituire, rimontare, pulire tutte quelle parti usurate della mec-canica di pianoforti usati di di-

versi tipi di cui eravamo in pos-sesso per renderli funzionanti al meglio.”È l’inizio di un’avventura esal-tante, che si è presto allar-

gata all’intero strumento, inclu-dendo anche la parte estetica e strutturale. E an-che in questo caso

i collaboratori iniziali, vernicia-tori ed ebanisti, venivano da al-cune fabbriche costruttrici di pianoforti in Germania e Svizze-ra, dove avevano lavorato come operai specializzati. È così che l’esperienza Alfra si fa preziosa e insostituibile.

“Oggi la nostra azienda si può considerare leader in Italia in questo lavoro”, afferma con or-goglio il portavoce Alfra, “ed è anche molto conosciuta all’este-ro. Il nostro segreto è solo nella qualità. Siamo in grado di sod-disfare ogni esigenza del clien-te, anche nella verniciatura del mobile con finiture lucide, opa-che, poliestere spazzolato, gom-malacca eccetera... con un rap-porto qualità-prezzo veramente competitivo”. •

ilPianoforte | 27

Fabbrini Vittorio & C.

Via della Repubblica, 91/93FOGGIA

Tel/Fax 0881 723754www.fabbrinivittorio.it

PIANOFORTI NAZIONALI ED ESTERI - ORGANIMUSICA - RIPARAZIONI - ACCORDATURE

Schulze Pollmann: fra tradizione e tecnologia

www.schulzepollmann.com

Nascono tutte sotto il segno dell'innovazione le novità con cui Schulze Pollmann si pre-senta all'apertura di Cremona Pianoforte. La Studio Series Upgrade, ad esempio, è una nuova gam-ma di pianoforti che riprende e sviluppa le linee della tradi-zione Schulze Pollmann. L'o-biettivo dichiarato dal co-struttore è quello di regalare allo strumento una persona-lità raffinata e suggestiva, che si aggiunge alle caratteristi-che consolidate dello stru-mento. Un upgrade a tutti gli effetti, insomma, che fra l'al-tro garantisce al cliente fina-le la possibilità di persona-lizzare alcuni elementi del mobile (la specchiera supe-riore e quella inferiore) fino a fare del proprio pianoforte un pezzo unico. L'ottimizzazione dei proces-si produttivi garantisce inoltre una notevole compressione dei costi, che si riverbera in modo positivo sull'intera catena di-stributiva. Con il risultato che il prezzo di vendita al pubblico risulta particolarmente com-petitivo anche nel caso di uno strumento personalizzato. Di-

sponibile sull'intera gamma di pianoforti verticali Studio Seri-es nei classici motivi Nero Pa-vone, Mogano Pavone e Noce Pavone, la versione Upgrade approderà nei prossimi mesi anche ai modelli a coda.Non occorre invece attende-re per sperimentare di perso-na le soluzioni avveniristiche impiegate nella linea RPT. Questi pianoforti, che di si-curo faranno parlare molto di sé per tutta la durata del-la manifestazione, introduco-no infatti un'idea innovativa: quella del pianoforte semi-acustico. In estrema sintesi, ciascuno di questi strumen-ti è contemporaneamente un pianoforte a coda, un piano-forte digitale e un comodo verticale. "In questo momento, è qualcosa di unico sul mer-cato", ci ha raccontato con soddisfazione l'ammini-stratore di Schulze Pol-lmann Eugenio Galanti. "I pianoforti RPT riescono ad offrire ai pianisti la piena funzionalità della meccani-ca in legno di un pianofor-te a coda e i massimi livel-li della tecnologia, il tutto

nello spazio ridotto di un pianoforte verticale".I pianoforti RPT impiega-no ciascun singolo com-ponente di un’autentica meccanica di un piano-forte a coda: dal tasto in legno di abete al pilota, dal cavallet-to allo stiletto, dal martello al para-martello."Sono 1.584 parti diverse", precisano i tecnici Schulze Pollmann, "e il loro apporto nel processo di trasformazio-ne della pressione di un tasto in suono è insostituibile".Ciascun elemento è regolato a mano da tecnici qualificati, e lavora in perfetta sintonia con le componenti elettroni-che dello strumento.

Per dirla ancora con i tecnici Schulze Pollmann: "La lettu-ra precisa del tocco è affidata a 88 sensori ottici ad altissi-ma precisione. Il segnale vie-ne quindi affidato ad un gene-ratore sonoro a modelli fisici che impiega componenti di ultima generazione per offri-re all'esecutore una tavolozza acustica di 50 timbri".Rispettoso della tradizio-ne e aperto al futuro: ecco a voi il pianoforte semiacustico Schulze Pollmann RPT •

28 | ilPianoforte

Le novità in mostra

Con la prossima settimana si apriranno uffi-cialmente in tutto il mondo i festeggiamenti per il centoventicinquesimo anniversario della fondazione di Yamaha. Le celebrazioni saran-no accompagnate in tutto il pianeta da un ricco programma di iniziative identificate comples-sivamente dal logo sviluppato per l’occasione dal designer in-glese Neville Brody.“Sarà un’occasione per riflettere ulteriormente sui valori fondan-ti della nostra azienda”, fanno sa-pere i vertici della multinaziona-le di Hamamatsu. Non a caso, il payoff del marchio –che affian-cherà per un anno intero tutte le comunicazioni e le attività pro-mosse dal Gruppo Yamaha– recita testualmen-te 125 anni di passione e performance.

“Questo binomio”, sottolineano alla Ya-maha, “identifica e riflette da sempre non soltanto le ca-ratteristiche dei no-stri prodotti, ma an-che i tratti distintivi dei nostri clienti. Ed

è proprio per rivolgere loro un ringraziamento speciale che abbiamo scelto di esporre questo motto non soltanto nelle comunicazioni azien-dali, ma anche in occasione di fiere ed even-ti, sulle pagine pubblicitarie, sui siti web del Gruppo... e in tutti gli spazi che saranno rag-giunti dalla comunicazione per la durata di un anno intero dall’inizio delle celebrazioni”.Fondata il 12 ottobre 1887 ad Hamamatsu con il nome di Nippon Gakki Company da un an-cor giovane Torakusu Yamaha (nella foto al centro, in uno scatto di inizio Novecento), la futura Yamaha Corporation ave-va inizialmente come unico obiettivo la costruzione di organi (nella foto a sini-stra, uno dei primi proto-tipi commercializzati).L’intuito del fondatore, le sue indiscusse abilità nei settori

della meccanica e dell’organizzazione dei pro-cessi industriali, insieme allo straordinario fervore culturale che accompagnava gli anni dell’apertura del Giappone nei confronti della cultura occidentale, fecero il resto. Stimolata in questo anche dalle richieste del

Ministero dell’Educazione giap-ponese –che aveva inviato To-rakusu Yamaha negli Stati Uni-ti per studiare la produzione su larga scala di strumenti musica-li, e che fu tra i primi clienti della Nippon Gakki– l’azienda di Ha-mamatsu fu presto in grado di produrre pianoforti di altissima qualità, capaci di imporsi in po-chi anni all’attenzione dei musi-

cisti di tutto il mondo.Il resto è storia: e basta scorrere rapidamente gli annali Yamaha per rendersi conto dell’im-petuosa crescita di un’impresa che ha saputo rinnovarsi continuamente, arrivando a produr-re di fatto tutte le famiglie di strumenti mu-sicali, ma anche motociclette, motori, racchet-te da tennis, archi da competizione, mazze da golf, robot industriali, apparecchi audio, com-ponenti informatici, software e attrezzature ad alta tecnologia.La chiave del successo è riassunta nell’obiet-tivo aziendale Creating Kendo Together –che potremmo tradurre approssimativamente con l’espressione Insieme per raggiungere l’ispira-zione. Ma anche nell’impegno costante per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche e di design innovative. Un impegno che risale ai primi anni del Novecento –con l’inaugurazione, nel 1903, della prima camera per ricerche acusti-

che mai costruita– e che continua oggi con un dipartimen-

to di ricerca che si sviluppa su cinque continenti e che, ancora una volta, fa della passione e della performan-

ce i cardini della pro-pria attività. Auguri, Yamaha! •

Un secolo e... un quartoper i tre diapason

www.yamaha.it

Jahn Pianoteile è un’azienda leader nel settore delle par-ti di ricambio, delle attrez-zature per tecnici e degli ac-cessori per pianoforti a coda e verticali e strumenti storici a tastiera. Nel suo ampio ca-talogo si contano inoltre si-stemi di illuminazione per pianoforte, sistemi di deumi-dificazione, accessori musi-cali d’arredamento, sottoruo-te e molti altri prodotti idonei per tutti gli appassionati del pianoforte.L'azienda è stata fondata nel 1948 da Alfred Jahn come Al-fred Jahn GmbH & Co. KG ed è oggi guidata dal tecnico co-struttore di pianoforti Andre-as Harke. Conta 12 dipenden-ti e ha sede a Grub am Forst, una cittadina dell’Alta Fran-conia, in Germania. Nel 2008 ha celebrato i 60 anni di atti-vità.Quest’anno, in occasione del-la sua seconda presenza in Fiera, Jahn Pianoteile ha or-ganizzato un seminario per l’installazione dei sistemi di silenziamento prodotti da Korg, per i quali ha l’esclusi-va. La partecipazione al se-minario è gratuita per tutti gli associati AIARP, a dimo-strazione del forte legame che unisce casa Jahn alla presti-giosa associazione dei tecni-ci italiani. •

Pianoteile: le parti... per il tutto

www.pianoteile.com

Nella casa di Steingraeber

È di particolare interesse il tour virtuale di Casa Steingraeber che il costruttore di Bayreuth ha inserito da poche settima-ne sul proprio sito. Con pochi clic si entra nelle sale di rappresentanza, nel laboratorio, nel museo, nel piccolo giardino ro-cocò... Si possono inoltre visitare lo showroom dei modelli in produzione e la notevole collezione storica, che vanta fra l’al-tro un pianoforte appartenuto a Liszt. Quest’ultimo, in particolare, è l’esemplare datato 1886 di cui Steingraeber produce su richiesta la replica esatta: un’iniziativa che affianca la produzione di modelli in edizione speciale dedicati a Liszt, la cui di-sponibilità è stata estesa fino al 12 ottobre prossimo, data di chiusura dell’anno giubilare per il duecentesimo anniversario di nascita del compositore ungherese.Ma se un festeggiamento si avvia a conclusione, un altro ancora più sontuoso si prepara: è il bicentenario wagneriano, per l’organizzazione del quale il costruttore di Bayreuth ha evidentemente un ruolo di primo piano. Le iniziative in programma sono moltissime, e su di esse c'è una ricca documentazione presso lo stand Steingraeber. Sul fronte più specifico dei piano-forti, segnaliamo senz’altro la disponibilità di un nuovo modello da concerto che è stato disegnato su ispirazione dell’esem-plare in possesso del Festspielhaus. www.steingraeber.de •

A Francoforte, dove Viscount lo ha presentato la scorsa pri-mavera, è stato salutato come una delle più interessanti novi-tà sul mercato del pianoforte. Physis Piano, nella foto a fian-co, è un pianoforte digitale in-novativo e versatile, capace di una fedeltà sonora senza pre-cedenti. Frutto di un complesso lavo-ro di progettazione ed engi-neering che ha visto impegna-ti in prima persona tecnici e progettisti dei laboratori Vi-scount, questo prodotto inte-ramente made in Italy è stato sviluppato attorno a Physis®, la tecnologia a modellazione fisi-ca brevettata da Viscount che permette ai sei processori DSP Dual Core di garantire una po-

tenza di calcolo di 24 miliardi di operazioni al secondo, per la creazione fede-le di ben cinque diverse tipolo-gie di strumen-ti e le relative infinite perso-nalizzazioni.Il suo design è elegante ed esclusivo, i comandi sono in-seriti in un pannello in vetro nero multitouch retroillumi-nato. Lo strumento può essere personalizzato anche nei colo-ri ed è dotato di un display in-tuitivo che permette di editare facilmente anche i parametri più complessi degli algoritmi di Physis®.

I materiali pregiati, come l’al-luminio impiegato per la scoc-ca ed il legno per la tastiera con “Ivory Sense”, non fanno che confermare agli occhi quello che l’orecchio di un musicista percepisce istintivamente sin dalla prima esperienza d’ascol-to: la consapevolezza di trovar-si di fronte ad uno strumento davvero senza paragoni. •

www.viscount.it

Viscount e il pianoforte, una questione... fisica Preparazione assoluta del pianista

Come ci si pre-para per un’ese-cuzione memo-rabile? Quali tecniche usano i grandi pianisti per ot-

tenere sempre i risultati artisti-ci che cercano con un margi-ne minimo di errore? E come si può rendere efficace lo stu-dio, portando al massimo la resa del tempo a disposizione? A questi e ad altri interrogati-vi risponde Carlo Grante, pia-nista noto alle platee di tutto il mondo, in Criteri primari di metodologia pianistica. Un li-bro che è un must per qualsi-asi pianista interessato a... fare sul serio. •

www.rugginenti.it

30 | ilPianoforte

Le novità in mostra

Oval Sound System:Alla ricerca della quiete perduta

Negli anni Settanta, Murray Schaefer citava allarmato uno stu-dio secondo il quale la capacità dei giovani musicisti di intonare correttamente un la naturale senza diapason stava crollando. Già allora si imponeva, in Europa e in tutto il mondo sviluppato, una nuova tonica di riferimento, più prossima al sol diesis: un multi-plo del ronzio di fondo della corrente elettrica.A quarant’anni di distanza, la situazione è ulteriormente dege-nerata: i nostri ambienti, anche i più “puri”, sono saturi di ap-parecchi elettronici di ogni dimensione che riempiono l’aria di microcariche elettrostatiche. E il “paesaggio sonoro”, come dice Schaefer, è compromesso, attraversato com’è da un campo di di-storsioni che va sotto il nome di Velo Armonico Permanente.Anche il suono del pianoforte risulta alterato: le cariche elettro-statiche sono instabili e perturbano in modo inconsapevole la propagazione di suoni diretti e indiretti.

A ristabilire l’ordine per-duto interviene un di-spositivo rivoluzionario: Oval Sound System. Ali-

mentato da una coppia di pile, viene posizionato nei pressi del pianoforte e agisce in modo silenzioso. Al suo interno è con-tenuto un modulo a induzione elettrostatica capace di genera-re un nano-campo elettrico calibrato in maniera molto pre-cisa e capace di riallineare le cariche elettrostatiche presenti nell’aria. Gli effetti sono riassunti nei due grafici qui sopra. In termini acustici, portano ad un miglioramento degli armonici, all'allungamento del sostegno, alla riduzione della saturazio-ne e a guadagni dinamici che vi invitiamo a sperimentare di persona. Chi l’ha fatto è rimasto sempre sorpreso, come l’ingegner Paolo Fazioli, che ha voluto esprimere la propria gratitudine all’inven-tore Patrice Scanavini (il primo a sinistra nella foto d’apertura accanto a Salvatore Tarantino e Lamberto Calderoni) con una dedica personale. •

Fabbrini presenta Bechstein

www.bechstein.de - www.fabbrinivittorio.it

C’è una grande storia di orgo-glio culturale alle spalle del-la sorprendente rinasci-ta del marchio tedesco C. Bechstein. Una storia che por-ta la firma dell’attuale ammini-stratore delegato Karl Schulze e della moglie Berenice Küp-per. Animati da uno spirito di valorizzazione del gusto e del-la cultura musicale europea in opposizione a scelte di politi-ca industriale di matrice statu-nitense, i due manager hanno rilevato la fabbrica tedesca nel 1986; e in vent'anni ne hanno capovolto le sorti.Oggi, Bechstein è un marchio leader a livello mondiale. Van-ta una produzione imponente (è il pri-mo produttore, ad esempio, in Rus-sia) e difende a spa-da tratta la propria identità sonora."La sensibilità acustica euro-pea", ha dichiarato Karl Schul-

ze nel corso di un'intervista apparsa di recente sulla Sud-detische Zeitung, "non la si ri-trova in Asia. (...) L'Europa ha un vantaggio di conoscenze e sensibilità che non si può recu-perare così in fretta".Per questo, Bechstein ha valo-rizzato il proprio timbro. Che ha, per dirla con Schulze, "un carattere sonoro più delicato, e

anche molto più co-lorito e canoro". La scelta di auto-nomia si manife-sta anche nel de-sign degli accessori. Come l'elegantissi-

mo display del sistema di silen-ziamento, nella foto. •

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