Il parere di ARPA sul PGT di Tradate

14

Click here to load reader

Transcript of Il parere di ARPA sul PGT di Tradate

Page 1: Il parere di ARPA sul PGT di Tradate

___________________________________________________________________________________________________ Dipartimento di Varese Via Campigli, 5 – 21100 Varese – Tel. 0332.327740 – 719 – 745 – Fax 0332.312079– 313161

Indirizzo e-mail: [email protected] IndirizzoPEC: [email protected]

UNI EN ISO 9001:2008

Certificato n.9175.ARPL Pagina 1 di 14

U.O.C. Monitoraggi e Valutazioni Ambientali

Class. 6.3 Pratica n. 196/12

RELAZIONE DI COMMENTO ALLE BOZZE DI DOCUMENTO DI PIANO

E DI RAPPORTO AMBIENTALE

Sono stati esaminati i documenti forniti:

o Proposta di Documento di Piano sviluppato dall’Ufficio Tecnico Comunale di Tradate

o Rapporto Ambientale sviluppato dagli Arch. M. Mazzucchelli, R. Pozzi e dall’Ing. A.

Mazzucchelli

Si precisa che le osservazioni formulate non sono esaustive di tutte le possibili problematiche che

possono essere affrontate nell’ambito del processo di VAS, soprattutto laddove le competenze di

programmazione e controllo sono attribuite ad altri Enti, ed in particolare non riguardano gli aspetti

paesaggistici e le coerenze con il PTR e il PTCP.

Per quanto riguarda l’aspetto geologico, si fa presente che nella documentazione inviata non è

presente lo Studio Geologico redatto dal Dott. Geol. M.Parmigiani, ai sensi dell’Art.57 della L.R.

12/2005 e secondo le modalità prescritte dalla DGR n. 8/1566 del 22.12.2005 relativa a “Criteri ed

indirizzi per la redazione della componente geologica, idrogeologica e sismica del piano di governo

del territorio”, aggiornato secondo i criteri della DGR 7374/2008; tuttavia, alcuni estratti di tale

studio sono contenuti nel RA, così come la tav. 24 “compatibilità geologica” riporta le classi di

fattibilità delle azioni di piano. A tale proposito si osserva che le informazioni contenute nei

documenti forniti sono sufficienti per verificare la compatibilità geologica delle azioni di piano, si

ricorda però che lo studio geologico deve essere aggiornato secondo i criteri contenuti nella DGR n.

2616/11 "Aggiornamento dei criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica,

idrogeologica e sismica del P.G.T.".

Entrando nel merito dell’analisi, si considera che le relazioni presentate sono apparse, in generale,

sufficientemente articolate e documentate, anche se si osserva che alcuni aspetti fondamentali per la

verifica della sostenibilità del piano, come il rapporto tra previsione di incremento della popolazione

e capacità edificatoria, il sistema di smaltimento e depurazione delle acque reflue e il bilancio idrico

non sono stati adeguatamente approfonditi, o sono apparsi corredati da dati non recenti. Inoltre si

osserva che si è ritenuto di confermare tutte le previsioni del PRG vigente non ancora attuate, pur

avendo ampiamente dimostrato che lo stesso era di molto sovrastimato e che il patrimonio edilizio

attuale di Tradate è superiore alle esigenze della popolazione. Tale scelta si ritiene non condivisibile,

Page 2: Il parere di ARPA sul PGT di Tradate

Dipartimento di Varese Via Campigli, 5 – 21100 Varese – Tel. 0332.327740 – 719 – 745 – Fax 0332.312079– 313161

Indirizzo e-mail: [email protected] IndirizzoPEC: [email protected]

Pagina 2 di 14

dal momento che le previsioni del precedente PRG non costituiscono assolutamente un vincolo per

l’amministrazione, che può liberamente scegliere di modificare la destinazione d’uso delle aree,

qualora ne valuti l’opportunità. Si cita in relazione a ciò uno stralcio della sentenza del Consiglio di

Stato SEZ. IV, n. 6656 del 21 dicembre 2012, che si è espresso sul ricorso di un privato contro l’AC

che ha trasformato un terreno edificabile a verde privato:…” Anche in questo caso, infatti, la

destinazione a verde privato non richiede motivazione specifica. E, infatti, opportunamente deve

farsi ricorso a quella giurisprudenza che ha evidenziato come all’interno della pianificazione

urbanistica possano trovare spazio anche esigenze di tutela ambientale ed ecologica, tra le quali

spicca proprio la necessità di evitare l'ulteriore edificazione e di mantenere un equilibrato rapporto

tra aree edificate e spazi liberi. Infatti, l’urbanistica e il correlativo esercizio del potere di

pianificazione, non possono essere intesi, sul piano giuridico, solo come un coordinamento delle

potenzialità edificatorie connesse al diritto di proprietà, ma devono essere ricostruiti come

intervento degli enti esponenziali sul proprio territorio, in funzione dello sviluppo complessivo e

armonico del medesimo; uno sviluppo che tenga conto sia delle potenzialità edificatorie dei suoli,

non in astratto, ma in relazione alle effettive esigenze di abitazione della comunità ed alle concrete

vocazioni dei luoghi, sia dei valori ambientali e paesaggistici, delle esigenze di tutela della salute e

quindi della vita salubre degli abitanti, delle esigenze economico-sociali della comunità radicata sul

territorio, sia, in definitiva, del modello di sviluppo che s'intende imprimere ai luoghi stessi, in

considerazione della loro storia, tradizione, ubicazione e di una riflessione del futuro sulla propria

stessa essenza, svolta per autorappresentazione ed autodeterminazione dalla comunità medesima,

con le decisioni dei propri organi elettivi e, prima ancora, con la partecipazione dei cittadini al

procedimento pianificatorio (da ultimo, Consiglio di Stato, sez. IV, 10 maggio 2012 n. 2710).

Si ritiene pertanto che, pur avendo il PGT individuato pochi ambiti di trasformazione, interni o al

margine del TUC, molti dei quali già edificati, scelta apprezzata per il contenimento del consumo di

suolo, per la tutela della salubrità dei suoli conseguente alle indagini preliminari che dovranno essere

eseguite e per la possibilità di valorizzare l’edificato esistente trasformandolo con il mutare delle

esigenze, la sostenibilità delle scelte di piano viene messa in discussione dalla conferma dei p.a. del

PRG vigente, non necessari in relazione al previsto trend di sviluppo della popolazione e comportanti

ulteriore pressione antropica sulle matrici ambientali. Infatti un’eccessiva densificazione del tessuto

urbano comporterà un aumento dell’impermeabilizzazione, del carico idraulico e organico sulla

struttura fognaria e sull’impianto di depurazione, un aumento del consumo di risorse energetiche ed

idriche e dell’inquinamento atmosferico, luminoso e acustico.

Per quanto riguarda gli AT, si considera favorevolmente che nel RA sia contenuto un esame dei

singoli ambiti, situati sia all’interno che all’esterno del tessuto edificato. Tali aree sono descritte da

specifiche schede d’ambito, contenenti informazioni in merito allo scenario ambientale, i fattori di

potenziale impatto, le azioni suggerite al fine di superare le criticità e/o i vincoli presenti.

Tuttavia, si osserva che nel Rapporto Ambientale non sono state prese in considerazione possibili

alternative di Piano, che sarebbero state auspicabili nel processo di VAS al fine di mettere a

confronto i diversi possibili scenari in attuazione degli obiettivi di piano (comma 3 art. 4 LR

12/2005; punto 6.4 allegato 1 DGR 761/2010) adducendo come motivazione il fatto che “il

riconoscimento delle invarianti territoriali, le scelte dettate dai piani a scala vasta, nonché gli

obiettivi generali assunti dall’Amministrazione hanno tracciato un “solco” entro cui definire lo

scenario di sviluppo, lasciando limitati margini interpretativi per la definizione di ipotesi differenti.

Va altresì riconosciuto che saranno i singoli progetti di attuazione delle azioni di Piano il luogo

privilegiato di concertazione e valutazione tra più alternative possibili” (rif. pag 141 RA). A tale

Page 3: Il parere di ARPA sul PGT di Tradate

Dipartimento di Varese Via Campigli, 5 – 21100 Varese – Tel. 0332.327740 – 719 – 745 – Fax 0332.312079– 313161

Indirizzo e-mail: [email protected] IndirizzoPEC: [email protected]

Pagina 3 di 14

proposito si sottolinea che, fissati gli obiettivi, diverse sono le strade per la loro realizzazione e

pertanto vi è sempre un’alternativa possibile: nel processo di pianificazione comunale la VAS ha, tra

le finalità, quella di individuare, tra le varie azioni, la più sostenibile. Tale processo di discernimento

pertanto deve essere riportato nel RA, per dar modo agli enti di valutare in modo completo le scelte

effettuate, soprattutto quando queste presentano degli impatti importanti sull’ambiente. Nel caso

specifico, si ritiene difficilmente comprensibile il mantenimento di una capacità insediativa derivata

dal PRG e riconosciuta eccessiva dallo stesso documento di piano, sottraendo aree agricole e

boschive all’interno del TUC che potrebbero essere preservate nell’ottica di conservare una riserva di

aree verdi non spendibili subito ma necessarie per ragionare in tempi medio-lunghi, garantendo la

costituzione di una rete ecologica urbana. In merito poi alla valutazione delle alternative in sede di

presentazione dei progetti attuativi, si osserva che tale passaggio, importante per l’individuazione

delle soluzioni concrete più idonee a limitare gli impatti sull’ambiente, risulta essere successivo: in

sede di VAS si ritiene debba esservi innanzitutto la valutazione della reale necessità degli interventi,

nel quadro generale dell’esistente e della possibile evoluzione attesa, in relazione ai presunti impatti

negativi previsti sull’ambiente.

In mancanza di un approfondito esame sulle alternative, appare difficoltoso per il Dipartimento

intervenire a supporto delle analisi, non essendo delineate in modo puntuale altre possibili

concretizzazioni delle azioni proposte.

Per quanto concerne l’impianto del DdP, i 6 obiettivi individuati esprimono indirizzi di attenzione

all’ambiente naturale e antropico, nonché di contenimento delle risorse. In particolare il primo

obiettivo è il mantenimento degli attuali confini dell’edificato, limitando il consumo di suolo e non intaccando il patrimonio delle aree agricole: a tale proposito, nell’apprezzare l’orientamento

espresso, si vuole considerare che, ai fini di una vera azione di contenimento, risulta determinante

l’individuazione del perimetro dell’edificato. Dall’analisi delle tavole allegate, tuttavia, si esprimono

perplessità sulla scelta di inglobare aree non edificate che sembrano attualmente agricole, all’interno

di tale perimetro, in quanto si ritiene più corretto che la delimitazione del TUC avvenga secondo

criteri maggiormente rigorosi, seguendo la definizione di cui all’art.10 della l.r. 12/05 e s.m.i. che

definisce lo stesso come “ l’insieme delle parti di territorio su cui è già avvenuta l’edificazione o la

trasformazione dei suoli, comprendendo in essi le aree libere intercluse o di completamento”. Nel

caso specifico le perplessità sono riferite ad alcune aree poste a margine dell’edificato e attualmente

non edificate: in merito alla trasformazione dei suoli, di cui al citato articolo, si ritiene si debba fare

riferimento a una trasformazione irreversibile, non ad eventuali previsioni di trasformazione o suoli

occupati in maniera temporanea (per. es. depositi di materiali edili). Si ritiene pertanto auspicabile

una verifica della perimetrazione del TUC.

In relazione agli altri obiettivi (2 - massimizzazione della tutela delle aree a maggior contenuto

naturalistico, 3 - riqualificazione funzionale dell’area produttiva a sud-ovest con progressiva delocalizzazione delle aree produttive al di fuori del tessuto residenziale, 4 - recupero dei centri storici attraverso la riqualificazione energetica e la creazione di programmi di recupero

specifici per i diversi comparti cittadini, 5 - promozione dell’utilizzo dell’energia rinnovabile e risparmio energetico, ed infine 6 - incremento della rete di mobilità dolce), si apprezzano gli

orientamenti di tutela del patrimonio naturale e agricolo, con la proposizione del PLIS dei 3 Castagni,

di riqualificazione dei corsi d’acqua, l’individuazione della rete ecologica comunale e la salvaguardia

dei varchi individuati dalla stessa, il recupero dei centri storici e la loro riqualificazione dal punto di

vista energetico, l’attenzione al tema del risparmio delle risorse energetiche e alla diffusione delle

fonti di energia rinnovabile, ed infine la promozione della mobilità dolce con l’incremento delle piste

ciclabili.

Page 4: Il parere di ARPA sul PGT di Tradate

Dipartimento di Varese Via Campigli, 5 – 21100 Varese – Tel. 0332.327740 – 719 – 745 – Fax 0332.312079– 313161

Indirizzo e-mail: [email protected] IndirizzoPEC: [email protected]

Pagina 4 di 14

Inoltre, si ritiene molto positivo che il DdP abbia effettuato una stima della volumetria inutilizzata in

capo ai centri storici, quantificata in circa il 15% dell’edificato, cioè circa 160.000 mq (rif. pag.27

DdP II e III parte), in grado di accogliere, in base allo standard regionale di cui alla L.R. n°1/2001

(150 mc/ab), circa 1066 abitanti. Tuttavia si osserva che tale indirizzo di recupero dell’edificato

esistente, molto positivo in un’ottica di sostenibilità ambientale delle scelte, rischia di essere

vanificato dalla scelta di confermare tutti i p.a. previsti dal PRG e non ancora attuati, anche in

considerazione del fatto che gli abitanti insediabili all’interno dei centri storici non sono stati

computati nella capacità insediativa totale del piano, come sarebbe stato corretto fare, visto che il

recupero di tali volumetrie è un obiettivo del piano. Infine, in merito al calcolo della capacità

insediativa del piano, si osservano diverse incongruenze: prima di tutto il parametro utilizzato per

determinare la capacità insediativa cambia continuamente, e ci si trova a paragonare una capacità

calcolata prima con il parametro di 100 mc/ab (PRG), poi con i 227 mc/ab (calcolato dividendo il

volume esistente per il numero di abitanti), sommando pertanto capacità insediative calcolate con

parametri diversi; a tale proposito si osserva che la norma attuale prevede un parametro di 150 mc/ab:

anche ammesso che le abitazioni di Tradate siano di dimensioni molto maggiori dello standard

regionale (che già è notevole) un piano sostenibile non può limitarsi a registrare le caratteristiche

dell’esistente, dal momento che, dall’analisi della composizione della popolazione, negli ultimi anni

si è assistito ad un aumento del numero di famiglie e contemporaneamente una diminuzione del

numero di componenti per famiglia. A fronte di tale tendenza, andrebbero probabilmente rivisti i

parametri edilizi, risultando necessarie più abitazioni, ma di minori dimensioni: non è più il tempo

del consumo di suolo oltre le esigenze. Come ultima osservazione, in merito al parametro di

227mc/ab, nel calcolo non si è tenuto conto della volumetria inutilizzata (che avrebbe dovuto essere

sottratta alla volumetria esistente) e pertanto risulta falsato in eccesso.

Focalizzando l’attenzione sulla capacità insediativa totale (pag. 32 DdP parte II e III), fissata a 1744

abitanti su una popolazione al 31.12.12 di 18.405 abitanti, si osserva che la stessa risulta essere non

commisurata al probabile trend di sviluppo demografico del comune. Infatti le previsioni riportate

dal “Sistema Informativo Statistico Enti Locali” della Regione Lombardia, indicano per il Comune di

Tradate il raggiungimento di un livello di popolazione al 2020 oscillante tra i 18.500 e i 20.100, con

decremento negli anni successivi. Inoltre, ancora una volta, i dati riportati non appaiono congruenti:

nella medesima pagina viene affermato che il 25% degli alloggi previsti dai PL in corso risulta

venduto, per un totale di 300 alloggi e 600 abitanti. Se così fosse, in totale sarebbero previsti circa

1200 alloggi, che moltiplicati per 2 abitanti per alloggio, come calcolato dal DdP, fanno 2400 abitanti

solo per i PL in itinere, ben oltre la capacità insediativa dichiarata dal piano. Alla luce di quanto

sopra riportato, si suggerisce di rivedere l’impianto del piano, facendo chiarezza sull’effettiva

capacità insediativa.

OSSERVAZIONI SPECIFICHE

Entrando nello specifico, si osserva che la proposta di piano individua 6 ambiti di trasformazione

residenziale (AT1, AT2, AT3, AT4,AT5, AT6 bis) AT6, AT7, AT9), 2 ambiti di trasformazione

mista produttiva/residenziale/commerciale (AT6) e commerciale/produttiva (AT7) e 1 ambito di trasformazione produttiva (AT8).

In relazione al riutilizzo degli ambiti produttivi dismessi, indirizzo condivisibile e auspicato (AT1,

AT4, AT5, AT6, AT7), si ricorda, come sottolineato in quasi tutte le schede degli ambiti di

trasformazione interessati, la necessità di verificare preventivamente le caratteristiche di salubrità

Page 5: Il parere di ARPA sul PGT di Tradate

Dipartimento di Varese Via Campigli, 5 – 21100 Varese – Tel. 0332.327740 – 719 – 745 – Fax 0332.312079– 313161

Indirizzo e-mail: [email protected] IndirizzoPEC: [email protected]

Pagina 5 di 14

dei suoli ove verranno realizzate le nuove opere (Tit. III art. 3.2.1 Salubrità dei suoli), vincolando di

fatto i nuovi progetti all’effettuazione di specifici accertamenti di carattere ambientale (piano di

indagine preliminare sulla qualità dei suoli), atti a verificare eventuali episodi di contaminazione

delle matrici ambientali. In particolare, occorre verificare il rispetto delle concentrazioni soglia di

contaminazione (CSC) delle matrici ambientali interessate (suolo, sottosuolo e acque sotterranee) e

l’individuazione di eventuali forme di inquinamento, trascorse e/o presenti. Sulla base delle

risultanze delle verifiche di cui sopra si renderà necessario valutare i successivi adempimenti previsti

dal D.Lgs. 152/06 e s.m.i., con riferimento alla parte quarta Titolo V - Bonifiche dei siti contaminati.

La possibilità di riconvertire gli ambiti in questione è subordinata all’accertamento dello stato di

salubrità delle aree o, in caso di inquinamento, all’effettuazione dell’analisi di rischio che accerti

l’assenza di rischio sanitario e/o alle operazioni di bonifica. Tale raccomandazione non si estende

all’AT8, per il quale il piano di indagine ha già determinato la non contaminazione del suolo.

In merito al consumo di suolo agricolo, si osserva che 2 ambiti individuati (AT2 e AT3) pur non

ricadendo all’interno di ambiti fertili individuati dal PTCP della Provincia di Varese, risultano

attualmente non edificati con probabile destinazione agricola o ad orto. In considerazione del fatto

che tali ambiti sono adiacenti ad aree agricole, e che la capacità insediativa del piano risulta

sovrastimata rispetto alle previsioni demografiche, si suggerisce di rivedere la trasformazione dei

suoli inedificati, in quanto il consumo di suolo è legato alla impermeabilizzazione dello stesso,

indipendentemente dal fatto che questo si trovi all’esterno o all’interno del TUC.

Per quanto concerne la tutela dall’inquinamento acustico, si ricorda che per l’AT6 localizzato

all’interno della fascia di pertinenza acustica ferroviaria, individuata ai sensi del DPR 459/98,

della linea ferroviaria Trenord Milano-Laveno, vige l’obbligo, prescritto dall’Art. 8 della L.Q.447/95

e dall’Art.5 della L.R. 13/2001, di presentazione di idonea documentazione di previsione di clima

acustico per le nuove edificazioni. Lo scopo di tale valutazione è quello di impedire l’insediamento di

recettori sensibili in aree critiche già compromesse dal rumore prodotto da infrastrutture del

trasporto. In presenza di tale criticità, infatti, risulta utile considerare lo studio di clima acustico già in

fase di pianificazione generale, al fine di definire l’effettiva sostenibilità delle previsioni e garantire

una corretta distribuzione dei volumi e degli spazi destinati a standard. In merito a quanto espresso, si

osserva che il suddetto obbligo deve essere esteso anche agli ambiti di completamento, e si ricorda

che tali prescrizioni dovranno essere inserite nel PdR, in modo da garantire il corretto recepimento

degli obblighi normativi.

Per quanto concerne gli ambiti a trasformazione commerciale o produttiva, si ritiene opportuno

ricordare che, ai sensi dell’Art .8 della L.Q. 447/95 per la tutela dall’inquinamento acustico, vige

l’obbligo di presentazione della documentazione di previsione di impatto acustico, redatta secondo i

criteri e le prescrizioni del DGR 7/8313 (Art. 4 e Art.5) del 8/03/2002, per il rilascio di concessioni

edilizie relative a nuovi impianti ed infrastrutture adibiti ad attività produttive e commerciali, al fine

della valutazione delle emissioni di rumore prodotte dalle attività future nell’ambiente esterno.

Riguardo alla tutela dall’inquinamento elettromagnetico, si osserva che gli ambiti di

trasformazione AT7 e AT8 sono localizzati nelle vicinanze di una stazione radio base per telefonia

cellulare, la cui presenza comporta, in linea di principio, la definizione di volumi in cui non potrà

essere portata a termine la costruzione di edifici elevati o l’elevazione di edifici già esistenti. Si

chiede pertanto di valutare (o segnalare la necessità che venga effettuato prima dell’elaborazione di

qualunque piano), mediante analisi dell’impatto elettromagnetico dell’impianto, se le eventuali

volumetrie che saranno edificate interagiscano con i volumi di rispetto per il valore di attenzione del

campo elettromagnetico, in modo da determinare l’eventuale insorgenza di incompatibilità.

Page 6: Il parere di ARPA sul PGT di Tradate

Dipartimento di Varese Via Campigli, 5 – 21100 Varese – Tel. 0332.327740 – 719 – 745 – Fax 0332.312079– 313161

Indirizzo e-mail: [email protected] IndirizzoPEC: [email protected]

Pagina 6 di 14

In relazione alla tematica radon, trattata dal RA (rif. pag. 21 RA) si osserva che studi epidemiologici

effettuati recentemente hanno portato a considerare il rischio per la salute umana anche a

concentrazioni prima considerate non pericolose. Nel passato, l’attenzione era posta sulla riduzione delle esposizioni a concentrazione di gas radon

elevati (superiori a 400 Bq/m3), mentre in anni recenti sono stati condotti numerosi studi il cui

obiettivo era quello di studiare l’effetto delle concentrazioni di gas radon notevolmente più basse

rispetto a quelle rinvenibili negli ambienti già esaminati.

I risultati di questi recenti studi epidemiologici dimostrano che l’esposizione al gas radon nelle

abitazioni determina un aumento statisticamente significativo dell’incidenza di tumore polmonare e

che tale aumento è proporzionale al livello di concentrazione di gas radon negli ambienti confinati.

Tali studi hanno permesso di stimare che - su un periodo di osservazione di 25-35 anni - si ha un

aumento del rischio relativo di sviluppare tumore polmonare del 10-16% per ogni 100 bequerel per

metro cubo (Bq/m3) di concentrazione di gas radon.

Tali studi hanno anche confermato che non è possibile individuare un valore soglia di concentrazione

di gas radon nelle abitazioni al di sotto del quale il rischio sia considerabile nullo; infatti anche per

esposizioni prolungate a concentrazioni medio o basse di radon, ovvero concentrazioni non superiori

a 200 Bq/m3, si assiste ad un incremento statisticamente significativo del rischio di contrarre la

malattia. Sulla base di queste evidenze scientifiche, si sta sviluppando a livello nazionale ed

internazionale un nuovo approccio a cui Regione Lombardia, con la pubblicazione del Decreto n.

12678 del 21.12.11 “Linee guida per la prevenzione delle esposizioni al gas radon in ambienti

indoor” della Direzione Generale Sanità, si è allineata allo scopo di ridurre i rischi connessi

all’esposizione al gas radon in ambienti confinati.

Tale approccio non è più orientato esclusivamente all’abbattimento dei valori più elevati di

concentrazione di radon – la cui riduzione puntuale è comunque da perseguire attraverso interventi di

bonifica – ma orientato a promuovere interventi finalizzati anche al decremento delle concentrazioni

medio/basse di radon – tenendo conto del rapporto costo/beneficio – sia attraverso l’applicazione di

tecniche di prevenzione ex ante (edifici di nuova realizzazione) sia attraverso tecniche prevenzione

ex post (bonifica su edifici esistenti).

Queste linee guida intendono rappresentare uno strumento operativo per i Comuni, per i progettisti e

per i costruttori di edifici e mirano a fornire indicazioni e suggerimenti riguardanti la realizzazione di

nuovi edifici radon-resistenti e le azioni per ridurre l’esposizione al gas radon nel caso di edifici

esistenti, anche in sinergia con gli interventi finalizzati al risparmio energetico.

Per quanto riguarda l’ambito di trasformazione AT7, si osserva che ricade all’interno della zona di

rispetto di pozzi idropotabili ad uso pubblico. A tale proposito si ricorda che le aree di salvaguardia

delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano sono disciplinate dall’art. 94 del

D.Lgs. 152/06 e s.m.i., che le suddivide in zone di tutela assoluta, adibite esclusivamente a opere di

captazione o presa e ad infrastrutture di servizio, e in zone di rispetto. Dal momento che l’area è

interessata da un’attività produttiva dismessa, per tale ambito si raccomanda di rivedere la rete

fognaria esistente, adeguandola a quanto previsto dalla DGR VII/12693 del 10.04.03 e si ricorda il

divieto di realizzazione di pozzi disperdenti e la dispersione sul suolo delle acque meteoriche

provenienti da piazzali e strade, per le quali dovrà essere previsto il recapito in fognatura.

Per quanto concerne la componente geologica, si partecipa che tra la documentazione messa a

disposizione per le osservazioni non è stato inserito lo Studio geologico che deve essere

rappresentato da uno studio redatto in conformità ai criteri formulati con DGR n. 2616/2011

Page 7: Il parere di ARPA sul PGT di Tradate

Dipartimento di Varese Via Campigli, 5 – 21100 Varese – Tel. 0332.327740 – 719 – 745 – Fax 0332.312079– 313161

Indirizzo e-mail: [email protected] IndirizzoPEC: [email protected]

Pagina 7 di 14

"Aggiornamento dei criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica

e sismica del P.G.T.", i cui provvedimenti sostituiscono le precedenti DGR n. 1566/05 e n. 7374/08.

Tuttavia la D.G.R. specifica che nel Documento di Piano del P.G.T. deve essere definito l’assetto

geologico, idrogeologico e sismico del territorio ai sensi dell’art. 57, comma 1, lettera a).

Pertanto si ritiene che, nel caso specifico, il Documento di Piano debba contenere lo Studio geologico

nel suo complesso, anche al fine di consentire alle Province la verifica di compatibilità della

componente geologica del P.G.T. con il proprio PTCP.

Si evidenzia che il Documento di Piano non è stato integrato con le informazioni dettagliate dalla

Relazione geologica, estrapolate ed inserite invece nel Rapporto Ambientale; non è stata chiarita la

procedura seguita per la redazione dello Studio né tantomeno lo stato di attuazione dell’iter

autorizzativo della pratica.

Si ricorda che tutti gli elaborati dello Studio geologico, articolati e suddivisi nel Documento di Piano

e nel Piano delle Regole, dovranno essere citati, unitamente alla dichiarazione sostitutiva di atto di

notorietà di cui all’Allegato 15 alla DGR n. 2616/2011, nelle delibere di adozione e approvazione del

P.G.T..

Dalla lettura del R.A. si evince che il territorio comunale è stato sottoposto ad analisi approfondite

per l’attestazione dell’effettiva pericolosità delle aree, in parte classificate a pericolosità bassa e in

parte a pericolosità molto bassa o nulla, dalla Tavola RIS 3: l’analisi tuttavia non ha rilevato dissesti

di sorta nel territorio in esame.

Si appunta che, nonostante il rapporto Ambientale abbia fatto riferimento al Piano di Bacino

Idrogeologico, quale strumento di pianificazione sovraordinato, cui peraltro riferire gli obiettivi del

PGT per verificarne la coerenza, non è stata trovata l’eventuale delimitazione di fasce fluviali e le

regolamentazioni delle attività e degli usi del suolo, nonché l'individuazione e perimetrazione delle

aree a rischio idrogeologico, che il PAI ha definito sui bacini critici, fra cui quello dell’Olona.

Si ricorda che il Comune di Tradate è compreso nella d.g.r. 11 dicembre 2001, n. 7/7365 e nella d.g.r.

22 dicembre 2005, n. 8/1566 che non risulta abbiano concluso l’iter di cui all’art. 18 delle N.d.A. del

PAI (Allegato 13, Tabella 2).

A tal proposito si rimanda alla Delibera 2616/11 che riguarda l’aggiornamento dei criteri per la

redazione della componente geologica dei PGT. La principale novità rispetto ai criteri precedenti

(DGR n. 7374/2008 e 1566/2005) riguarda il tema delle riperimetrazioni delle aree in dissesto

contenute nel Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) e delle aree a rischio idrogeologico

molto elevato (cosiddette “aree 267”).

Per quanto riguarda l’idrografia si partecipa che non è stato citato alcuno Studio relativo al Reticolo

idrico minore, su cui l’Amministrazione comunale deve esercitare le funzioni di “Autorità Idraulica”,

in quanto delegata da Regione Lombardia fin dal 2001; pertanto i Comuni hanno la responsabilità di

identificare i reticolo di propria competenza, effettuare la manutenzione sullo stesso e applicare i

canoni per l’occupazione delle aree demaniali. A tal proposito si ricorda che attualmente i criteri e

gli indirizzi per la definizione del reticolo minore, per redazione del Documento di Polizia Idraulica e

per lo svolgimento dell’attività di polizia idraulica sono contenuti nella D.G.R. 4287 del 25 ottobre

2012, (in particolare allegati B, C ed E).

Pur tuttavia la caratterizzazione dei corsi d’acqua è stata fatta con l’individuazione del reticolo idrico

principale e minore, i cui componenti sono stati indicati con denominazione, descrizione del tratto

individuato come appartenente ad una delle due tipologie, e il numero degli eventuali tributari.

La caratterizzazione dei corsi d’acqua presenti sul territorio comunale è piuttosto generica e riporta

solo per alcuni di essi, presi come esempio, alcune tipologie di intervento antropico effettuato nel

corso degli anni, senza specificarne il tratto interessato, se non in modo generico, e lo stato di

manutenzione del manufatto.

Page 8: Il parere di ARPA sul PGT di Tradate

Dipartimento di Varese Via Campigli, 5 – 21100 Varese – Tel. 0332.327740 – 719 – 745 – Fax 0332.312079– 313161

Indirizzo e-mail: [email protected] IndirizzoPEC: [email protected]

Pagina 8 di 14

Si evidenzia che, per il corretto “funzionamento” idraulico, i corsi d’acqua necessitano di un alveo il

più possibile naturale, capace di contenere almeno le portate di morbida e possibilmente di piena,

qualora non eccezionale, pertanto per evitare problemi legati alle esondazioni, segnalate per il T.

Fontanile di Tradate, aggravati spesso dalla cattiva qualità delle acque, si consiglia di operare con

una serie di interventi di pulizia dell’alveo e delle sponde da materiale che potrebbe ostruire il

regolare deflusso e di verificare lo stato di fatto delle opere che incidono sulla sezione prevedendo,

qualora fosse possibile, una rinaturalizzazione del corpo idrico anche con “scoperchiamento” dei

tratti intubati.

A tal proposito si nota favorevolmente che è obiettivo del PGT la

riqualificazione/rifunzionalizzazione delle zone fluviali individuate dal reticolo idrico minore; tale

operazione contribuisce ad ottemperare alla norma tecnica del PTCP, che indirizza alla

riqualificazione dei corridoi fluviali quale connessione essenziale nel contesto delle reti ecologiche.

In relazione al sistema di raccolta e trattamento delle acque reflue, dall’analisi del R.A. si osserva

che il quadro conoscitivo non approfondisce la tematica relativa alla raccolta e al trattamento delle

acque reflue, in particolare risultano mancanti:

- la mappatura degli insediamenti isolati con le relative modalità di trattamento,

- le valutazioni relative al dimensionamento in relazione sia alle previsioni di sviluppo del

PGT, sia alla presenza di eventuali criticità già in essere.

Nel RA è presente una tavola riportante il tracciato della rete fognaria e viene precisato che il 68%

del sistema è misto, che sono presenti sul territorio 13 sfioratori, senza però precisarne l’ubicazione e

lo stato di manutenzione. Pertanto, si osserva che nell’ambito della Valutazione Ambientale

Strategica debba essere approfondita la conoscenza del territorio comunale, in particolare della

presenza di aree attualmente non collettate e dell’eventuale individuazione tra queste aree di

insediamenti isolati, definiti ai sensi del RR 3/06 con le relative modalità di trattamento.

Per quanto riguarda gli scarichi, si suggerisce di approfondire la tematica sia in termini qualitativi

che quantitativi, verificando la necessità di introdurre eventuali accorgimenti progettuali (sistemi di

separazione e trattamento delle acque di prima pioggia, vasche volano, sfioratori, etc.), volti a

preservare i recettori degli scarichi. Tale approfondimento risulta di primaria importanza in presenza

di “sfioratori di piena” che, seppur autorizzati, comportano aggravi alla qualità delle acque

superficiali. A tale proposito si precisa che gli sfioratori di piena delle reti fognarie, le cui acque

eccedenti siano recapitate in corso d’acqua superficiale, devono rispettare i criteri dell’art. 15 del RR

n. 3/06, in modo da lasciar defluire direttamente all’impianto di trattamento delle acque reflue urbane

la portata nera diluita corrispondente a 750 litri per abitante equivalente al giorno. Inoltre, si ritiene

opportuno ricordare che, ai sensi dell’art. 17 dello stesso RR 3/06, entro il 31.12.2016 deve essere

completato l’adeguamento dei manufatti di sfioro e la realizzazione delle vasche di accumulo e delle

vasche volano, a cui dovranno essere avviate le acque eccedenti scaricate dagli sfioratori al fine di

limitare le portate meteoriche recapitate direttamente nei ricettori e di garantire la maggior tutela del

copro idrico interessato dallo scarico degli sfioratori.

Per quanto concerne la presenza di aree non servite da pubblica fognatura, si ritiene opportuno un

approfondimento di analisi al fine di verificare la possibilità di realizzazione della rete fognaria e il

collegamento della rete delle acque nere all’impianto di depurazione che serve il territorio comunale.

Inoltre, in riferimento agli scarichi di insediamenti isolati, si osserva che l’art. 8 del RR 3/06

prevedeva che entro il 12 aprile 2009 i pozzi perdenti a servizio degli scarichi di acque reflue

domestiche fossero rimossi e sostituiti da strutture conformi alla DGR 2318 (sistema in serie di fossa

Imhoff o fossa settica e trincea di sub irrigazione). La DGR 2318, par. 3.4, vieta l’utilizzo di pozzi

Page 9: Il parere di ARPA sul PGT di Tradate

Dipartimento di Varese Via Campigli, 5 – 21100 Varese – Tel. 0332.327740 – 719 – 745 – Fax 0332.312079– 313161

Indirizzo e-mail: [email protected] IndirizzoPEC: [email protected]

Pagina 9 di 14

perdenti per le nuove installazioni, cioè quelle che non rientrano nelle casistiche degli scarichi in atto,

relativi a insediamenti per i quali il permesso di costruire/DIA sia posteriore al 12 aprile 2006. Nuove

installazioni sono comunque da considerarsi tutte quelle legate a una modifica delle strutture di

scarico, per ammaloramento o vetustà delle strutture medesime o per ampliamenti degli insediamenti

da cui provengono le acque reflue che determinino il venir meno dei requisiti di dimensionamento

ottimale dei presidi depurativi esistenti. Il RR 3/06 art. 3 comma 2 prevede che i titolari degli scarichi

possano proporre l’installazione di sistemi alternativi a quelli indicati dalla DGR 2318, che

garantiscano prestazioni almeno equivalenti, fermo restando l’obbligo del rispetto dei limiti di

emissione prescritti.

Per gli scarichi in atto, la Circolare n. 5/2009 relativa a “Indicazioni alle Provincie in ordine

all’adeguamento degli scarichi in atto degli insediamenti isolati di carico organico inferiore a 50AE”

prevede la dismissione dei pozzi perdenti qualora essi ricadano nel divieto generale di cui all’art. 104

del Dlgs 152/2006 (scarico in sottosuolo). Diversamente, gli scarichi in atto di insediamenti isolati

sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo rientrano nell’eccezione al divieto generale di

scarico nei sopra citati recapiti previsto dall’art. 103, comma 1, lettera a) del Dlgs 152/06. In tali casi

i pozzi perdenti possono essere ritenuti idonei solo se realizzati o adeguati in conformità alle norme

tecniche della Delibera del C.I del 1977. In particolare si riassume che per il mantenimento dei pozzi

perdenti devono essere verificate le seguenti prescrizioni:

1. rispetto dei criteri di dimensionamento enunciati al paragrafo 2.4.4, con il vincolo della

massima profondità fissata a 1.5 metri e massimo diametro di 2 metri. Nel caso di

dimensionamento teorico con diametro eccedente i 2 metri, occorre disporre di più pozzi in

parallelo, che distino tra loro almeno la misura del loro diametro. La differenza di quota tra il

fondo del pozzo ed il massimo livello della falda non deve essere comunque inferiore a 2

metri;

2. assenza di convogliamento in esso di acque meteoriche;

3. eventuale integrazione del sistema di trattamento con un degrassatore avente le caratteristiche

indicate al precedente paragrafo 2.3.2;

4. per il rispetto delle distanze dalle condotte dell’acqua potabile, si ritiene che possa essere

applicato lo stesso principio indicato per la sub - irrigazione. Dato che la distanza prevista

dalla Delibera 77 è pari a 50 metri, si ritiene applicabile un criterio proporzionale.

In riferimento al previsto incremento di popolazione, si osserva che la rete fognaria del comune è

connessa al depuratore di Cairate, il quale ha una potenzialità di trattamento di 45.000 AE a fronte di

un totale servito di 41.946 AE, come da data base “S.I.Re Acque” fornito dalla Regione Lombardia,

con una minima capacità residua, considerando che all’impianto sono allacciati 6 comuni e se si

considerano tutte le previsioni di ampliamento dei rispettivi PGT. Pertanto risulta indispensabile che

le prospettive di sviluppo siano concordate e verificate tra tutti i comuni interessati e l’ente gestore.

Si sottolinea che, per quanto riguarda l’idrogeologia, il R.A. ha operato un’estrema sintesi delle

informazioni prese dallo Studio geologico: non sono stati riportati dati qualitativi delle acque

prelevate da pozzo, mentre si è fatto riferimento alla qualità delle acque sotterranee dell’acquifero

captato, peraltro in base ai criteri del D.Lgs. 152/99 ormai abrogato. Si ritiene che, ai fini della

valutazione delle risorse, atte a sostenere talune scelte di Piano, soprattutto in relazione alla scelta

numerica degli ambiti di trasformazione e del relativo aumento dei consumi, sia indispensabile

analizzare dati numerici certi e contestualizzati alla situazione attuale.

Page 10: Il parere di ARPA sul PGT di Tradate

Dipartimento di Varese Via Campigli, 5 – 21100 Varese – Tel. 0332.327740 – 719 – 745 – Fax 0332.312079– 313161

Indirizzo e-mail: [email protected] IndirizzoPEC: [email protected]

Pagina 10 di 14

Sono stati approfonditi i caratteri idrogeologici, come richiesto nelle Norme di Attuazione del PTCP

(art. 93 – 97), finalizzati ad un uso consapevole della risorsa idrica; in particolare sono stati censiti i

punti di captazione sia pubblici, pozzi e piezometri, che privati e, in ottemperanza alle linee guida di

approfondimento al PTCP, è stata data una descrizione della rete di distribuzione, da cui risulta che, a

causa della carenza idrica del biennio 2006- 2007 sono stati messi in rete alcuni pozzi di nuova

trivellazione e una connessione di emergenza alle reti dei comuni limitrofi; relativamente alla rete

comunale, come valutato da studi specialistici, la conformazione della stessa rappresenta un fattore di

vulnerabilità in quanto manca di una struttura principale a maglie chiuse che abbracci l’intero

territorio comunale ed è impossibilitata a servire alcune aree comunali, nell’eventualità di rotture di

rami “con struttura ad antenna”. Sicuramente i serbatoi di accumulo rappresentano un “punto di

forza” del sistema in quanto hanno essenzialmente una funzione di compenso giornaliero.

Dal momento che il P.T.C.P. individua, sul territorio di Tradate, due aree di riserva: una a nord, a

confine con il territorio di Venegono Inferiore, la seconda più importante a sud, in corrispondenza

della piana di Lonate Ceppino, si auspica che la Relazione geologica abbia individuato, anche se non

riportato nel R.A., le zone di vulnerabilità dell’acquifero, con la caratterizzazione degli elementi di

pericolo e l’elenco dei divieti per evitare il rischio di contaminazione della falda.

Si afferma che è stato effettuato un bilancio idrologico del territorio comunale ed una valutazione dei

rapporti consumi/riserva idrica, contenuti in un allegato allo S.G. (All.6), da cui il R.A. ha

sintetizzato con una positiva previsione, per cui il bilancio risulterebbe soddisfatto per quanto

riguarda i consumi medi e risulta allo stesso modo sostanzialmente soddisfatto anche nelle condizioni

di picco (giorno di massimo consumo).

Lo studio del 2010, “Studio idrogeologico del Parco Pineta”, ha messo in evidenza la non

sostenibilità del prelievo in falda delle portate di concessione dei pozzi, essenzialmente nei mesi

estivi, e comunque per ben sei mesi annui, nonostante sia stato verificato che la ricarica della falda

sia in attivo rispetto ai prelievi .

Considerando validi i calcoli effettuati, nonostante la mancata presa visione degli stessi, si ritiene

indispensabile che il Comune effettui una verifica col gestore dell’acquedotto di Venegono Inferiore

e dell’acquedotto provinciale dell’Arnona affinché assicurino che la fornitura “di soccorso” possa

essere nuovamente garantita in caso di bisogno (allo stato attuale si afferma che la disponibilità idrica

garantita dalle fonti idropotabili comunali sia sufficiente al soddisfacimento dei fabbisogni della

popolazione, anche nei periodi di forte richiesta idrica) a fronte dell’aumento di richiesta dei comuni

allacciati, conseguente all’attuazione dei PGT.

Sono stati descritti alcuni tratti della rete, quelli sostanzialmente inseriti quali fonti integrative, si

chiede pertanto, a fronte della redazione del PUGSS, prevista dalla L.R. 12/2005 e s.m.i., all’articolo

9, quale parte integrante del Piano dei Servizi, di fornire una caratterizzazione puntuale della stessa,

in aggiunta alla rappresentazione grafica, già contenuta nel R.A., ma non leggibile per mancanza di

definizione.

Rispetto alla stima delle perdite della rete di adduzione e di distribuzione, si partecipa che i dati

utilizzati non sono utili a descrivere la situazione attuale, dal momento che risalgono al triennio

antecedente il 2008; si invita pertanto l’Amministrazione a reperire nuove informazioni circa lo stato

della rete e la fonte delle perdite, al controllo dei contatori di lettura e all’eventuale abusivismo negli

allacciamenti; si rimanda alla messa in pratica di quanto contenuto nel R.R. 2/2006 in merito al

risparmio idrico.

Si consiglia inoltre, qualora si riscontrassero ancora, in seguito alla messa in opera degli interventi

previsti, le problematicità segnalate dallo “Studio idraulico della rete di distribuzione dell’acqua

potabile – Verifica dello stato di fatto (1° fase)” redatto nel 2006, di progettare un nuovo sistema di

conduzione e di raccolta delle acque provenienti dai pozzi e piezometri, dal momento che la struttura

Page 11: Il parere di ARPA sul PGT di Tradate

Dipartimento di Varese Via Campigli, 5 – 21100 Varese – Tel. 0332.327740 – 719 – 745 – Fax 0332.312079– 313161

Indirizzo e-mail: [email protected] IndirizzoPEC: [email protected]

Pagina 11 di 14

stessa della rete sembra essere la causa della ridotta pressione, del mancato rifornimento ai serbatoi e

dell’irrisolvibile gestione di tratti eventualmente non alimentati.

In generale, in merito a quanto riferibile alla tematica geologica, idrogeologica e sismica del

territorio, si partecipa che sarebbe stato utile inserire le tavole allegate allo Studio geologico tra la

documentazione proposta, dal momento che così come inserite nel R.A. risultano non utilizzabili per

la verifica delle possibili interferenze alle azioni di Piano.

In relazione alla tematica ecologico-naturalistica, si valuta positivamente che il Comune abbia

progettato una rete ecologica a livello locale seguendo quanto contenuto nel documento "Rete

ecologica regionale e programmazione territoriale degli enti locali" secondo cui: “La Rete Ecologica

Comunale (REC) trova la sue condizioni di realizzazione nel Piano di Governo del Territorio

(P.G.T.) previsto dalla L.R. 12/2005”.

E’ stato verificato che il Documento di Piano contiene le azioni di carattere generale dell’opera

progettuale, nonché la definizione degli elementi essenziali e ha identificato nella perequazione e

compensazione urbanistica gli strumenti economici per attuare le opere connesse alla realizzazione

della rete; inoltre è stata prodotta una Carta della rete ecologica comunale (REC), mentre non sono

state definite specifiche regole che si auspica siano demandate al Piano delle Regole o al Piano dei

Servizi; si ricorda a tal proposito che, essendo le aree di competenza del Parco Regionale della Pineta

di Appiano Gentile e Tradate quelle di maggiore rilievo per le rete ecologica comunale, le indicazioni

dovranno rispettare quanto previsto dalle regole stabilite dal PTC del Parco, che inoltre indica i

criteri e indirizzi per la pianificazione urbanistica comunale.

Si apprezza che siano già stati esplicitati gli Elementi di Progetto costitutivi della REC, pur essendo

purtroppo ancora da risolvere alcune situazioni giudicate critiche quali le opere accessorie alla

Pedemontana, la presenza di edificati in aree agricole e l’individuazione da parte del Piano Cave

provinciale di una zona per cava di riserva in area agricolo-boschiva a sud del territorio comunale.

Si rileva positivamente che sia stato approfondito il tema riguardante il rapporto tra elementi naturali

ed elementi agricoli, argomento peraltro contenuto nella succitata delibera regionale; nel DdP si

afferma inoltre che per rispondere agli obiettivi previsti di “migliore conservazione delle risorse

agroforestali”, di “tutela e diversificazione delle attività agroforestali”, e di “miglioramento della

qualità di vita (anche per gli aspetti sanitari) nelle aree rurali” è stato effettuato anche lo studio

agronomico-forestale, di solito richiesto come analisi di supporto all’identificazione delle aree

agricole da parte del PGT dal documento “Linee guida; criteri per la documentazione minima dei

PGT” allegato al PTCP di Varese.

Si apprezza inoltre che, a fronte dell’obiettivo, esplicitato nelle NdA del PTCP, di riqualificazione

dei corridoi fluviali, il PGT preveda la conservazione dei fontanili quali elementi di smaltimento e

rapido deflusso delle acque meteoriche e per questo abbia previsto nel DdP elementi di

regolamentazione e di deflusso idrico.

L’impostazione del Piano è stata indirizzata alla tutela ambientale, come si evince anche dalla

prospettiva di favorire la deframmentazione del territorio causata da infrastrutture viabilistiche già

presenti sul territorio o in caso di futura realizzazione e di prevedere un corretto inserimento

ecosistemico degli insediamenti.

Inoltre si ritiene che, qualora effettivamente concretizzate, le azioni di contenimento del tessuto

urbano edificato, la salvaguardia dei corridoi ecologici esistenti nelle zone di collegamento tra il

Parco Pineta e i PLIS, istituiti e/o da realizzare, il mantenimento di zone cuscinetto tra le aree

protette, le zone agricole e boschive e le zone antropizzate, possano essere la trama su cui tessere un

Piano sostenibile.

Page 12: Il parere di ARPA sul PGT di Tradate

Dipartimento di Varese Via Campigli, 5 – 21100 Varese – Tel. 0332.327740 – 719 – 745 – Fax 0332.312079– 313161

Indirizzo e-mail: [email protected] IndirizzoPEC: [email protected]

Pagina 12 di 14

Si valuta positivamente che il PGT persegua la conservazione e lo sviluppo del verde urbano privato

e pubblico sul territorio di Tradate, per cui si prevede un’apposita regolamentazione di corredo, da

inserire probabilmente nel Piano delle Regole, in merito alla cura per la dotazione attuale e futura del

verde pubblico.

La valenza ecologico-naturalistica del territorio comunale è sottoscritta dall’attribuzione di tutta

l’area non urbanizzata a elemento di primo livello della RER e del corridoio fluviale del torrente

Valascia come elemento secondario.

Si legge quale obiettivo del PGT l’istituzione del PLIS dei Tre Castagni, ubicato nella zona sud-

occidentale del territorio, la cui proposta di realizzazione risale al 2007, a cui però non sono seguite

né la relativa variante urbanistica, né l’iter di riconoscimento da parte della Provincia di Varese.

Gli elementi di tutela presenti all’interno del Comune di Tradate sono il SIC - Sito di Importanza

Comunitaria IT2020007 “Pineta pedemontana di Appiano Gentile”, il Parco regionale della Pineta di

Appiano Gentile e Tradate e il Parco Naturale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate.

In attuazione della Direttiva Comunitaria 92/43/CEE, recepita a livello nazionale con il DPR 357/97,

per la tutela degli habitat, l’Amministrazione comunale ha provveduto a far redigere uno Studio

d’Incidenza volto a valutare le possibili interferenze, seppur indirette, che la realizzazione degli

ambiti potrebbe avere sul SIC e sulle specie e ambienti presenti nell’area da esso delimitata.

Senza entrare nel merito della valutazione del metodo seguito per la redazione dello studio, né

tantomeno entrare nel dettaglio della congruenza con il PTC del Parco, declinato agli Enti competenti

quali la Provincia e il Parco, si conviene che la realizzazione dei progetti legati agli ambiti non

influiscano sull’ambiente del SIC in quanto distanti e ubicati prevalentemente all’interno del tessuto

urbano consolidato.

Si concorda con l’estensore del documento circa la problematicità della mancanza di connessioni tra

il sistema parco e le aree verdi, che dovrebbero essere perimetrate nel proposto “Parco agricolo dei

Tre Castagni” e il PLIS RTO in estensione nel limitrofo Comune di Lonate Ceppino. Si ravvede

pertanto la necessità di concretizzare le azioni di piano volte a raggiungere gli obiettivi di tutela e

connessione ecosistemica, con la messa in opera di interventi indirizzati alla preservazione delle rotte

migratrici della fauna, qualora interrotte dai sistemi viari, di preservare il più possibile aree verdi

all’interno del TUC allo scopo di realizzare possibili connessioni tra le 2 aree di cui sopra ed infine si

raccomanda una vigile attenzione nei confronti dell’opera accessoria alla Pedemontana, peraltro

gravante sull’ecosistema fluviale del Fontanile, per cui è prevista la riqualificazione del corridoio

fluviale.

Dal momento che lo Studio individua nella frammentazione del sistema agronaturale l’incidenza

negativa sul mantenimento della biodiversità all’interno del SIC, si invita l’Amministrazione alla

rivalutazione delle scelte rispetto a quegli ambiti inedificati e posti al margine dell’urbanizzato

AT02, AT03, AT06b, e si auspica che l’edificazione possa essere contenuta alla volumetria e

ubicazione già esistente per gli ambiti AT01 e AT04.

Si conviene inoltre che, essendo gli ecosistemi fluviali i principali elementi di connessione, debba

essere intrapreso un insieme di azioni volte alla preservazione e soprattutto alla riqualificazione;

pertanto si consiglia di censire gli scarichi ancora gravanti sul corpo idrico, di verificare la

funzionalità degli scaricatori di troppo pieno, di verificare l’eventuale scoperchiamento dei tratti

intubati e di operare nel ripristino della naturalità, sostituendo le opere di regimazione vetuste con

manufatti di ingegneria naturalistica.

Si apprezza che a conclusione della descrizione degli ambiti, nel R.A. sia stato inserito un elenco di

“misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali

effetti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del DdP”, tuttavia si nota che tali

indicazioni siano del tutto generali e non abbiano trovato una prescrizione di tipo pratico nelle schede

Page 13: Il parere di ARPA sul PGT di Tradate

Dipartimento di Varese Via Campigli, 5 – 21100 Varese – Tel. 0332.327740 – 719 – 745 – Fax 0332.312079– 313161

Indirizzo e-mail: [email protected] IndirizzoPEC: [email protected]

Pagina 13 di 14

dedicate agli ambiti stessi, come per esempio una prescrizione per l’attuazione di parcheggi verdi,

indicazioni di bioedilizia per il risparmio energetico, indirizzi per un tipo di architettura

paesaggisticamente compatibile, suggerimenti circa la gestione delle aree a verde che possano

effettivamente fungere da elementi di connessione della rete ecologica.

Per quanto concerne la tematica relativa al contenimento energetico, si osserva che nel DdP è stato

dato ampio risalto a tale aspetto, con obiettivi specifici per il contenimento energetico e la

promozione delle energie rinnovabili e prevedendo incentivi premiali per il perseguimento di tali

obiettivi: nell’esprimere piena condivisione delle scelte effettuate, si ricorda comunque che il decreto

n. 28 del 03 marzo 2011 sulle fonti rinnovabili in recepimento alla Direttiva 2009/28/CE, impone

l’utilizzo del 50% di fonti rinnovabili per la produzione di acqua calda sanitaria come condizione per

il rilascio del titolo edilizio, sia per gli edifici nuovi che per le ristrutturazioni rilevanti, e, dal 31

maggio 2012, l’utilizzo del 20% di fonti rinnovabili per la produzione della somma dei consumi

previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento, quota che aumenterà negli

anni successivi secondo lo schema previsto nell’allegato 3 del medesimo decreto. Inoltre si ricorda

che, con Decreto 28 dicembre 2012, il Ministero dello Sviluppo economico ha previsto, in attuazione

dell’art. 28 del D.Lgs. n. 28/2011, una serie di incentivi per l’incremento dell’efficienza energetica e

per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili, ai fini del raggiungimento degli obiettivi

specifici previsti dai Piani di azione per le energie rinnovabili e per l’efficienza energetica.

In riferimento alla L.R.17/2000 e smi, che prevedeva l’approvazione entro il 31 dicembre 2007 del

Piano di illuminazione per il territorio comunale, con la finalità di censire consistenza e stato di

manutenzione dei punti luce presenti sul territorio e di disciplinare le nuove installazioni, nonché

tempi e modalità di adeguamento, manutenzione o sostituzione di quelle esistenti, si invita il

Comune di Tradate a dotarsi di tale strumento che si configura come un “completamento” dell’azione

di governo del territorio, ai fini della riduzione dell’inquinamento luminoso, con conseguenti

vantaggi in termini ecologici e di risparmio energetico. Contemporaneamente si invita

l’amministrazione comunale a cogliere l’occasione del PGT per intervenire sulle eventuali situazioni

difformi che dovessero sussistere, anche in considerazione dell’appartenenza del comune alla fascia

di rispetto prevista per l’Osservatorio Astronomico New Millenium Observatory di Mozzate, per cui

la normativa prevedeva la modifica e la sostituzione degli apparecchi per l’illuminazione entro e non

oltre il 31 dicembre 2009.

Infine, si ritiene opportuno sottolineare che l’accertamento del raggiungimento degli obiettivi attesi

deve essere strettamente legato alla costruzione di un sistema di monitoraggio efficace. A tale

proposito si osserva che il RA non propone un sistema di monitoraggio, ma si limita a fornire elenchi

di possibili indicatori utilizzabili per la costruzione del sistema. Nel condividere quanto affermato

nel RA, “ il progetto del processo di monitoraggio costituisce sicuramente il punto operativamente

più significativo della VAS…”, si sottolinea che un processo di VAS che si conclude senza la

proposta di un adeguato e definito sistema di monitoraggio risulta incompleto. Si invita pertanto l’AC

a provvedere in tal senso, integrando il RA con un sistema di monitoraggio realizzabile, scegliendo

indicatori utili a rappresentare gli effetti delle strategie adottate, per verificare che l’attuazione del

piano porti a compimento gli obiettivi perseguiti da ogni strategia e per intercettare gli eventuali

effetti negativi e adottare tempestivamente opportune misure correttive. Si osserva infatti che la

valutazione di sostenibilità del piano è solo l’inizio di un processo che nella fase del monitoraggio

dimostra la propria capacità di realizzare il percorso locale verso la sostenibilità. Da ultimo, si ricorda

che i risultati del monitoraggio dovranno servire come base di partenza per la prossima

programmazione territoriale.

Page 14: Il parere di ARPA sul PGT di Tradate

Dipartimento di Varese Via Campigli, 5 – 21100 Varese – Tel. 0332.327740 – 719 – 745 – Fax 0332.312079– 313161

Indirizzo e-mail: [email protected] IndirizzoPEC: [email protected]

Pagina 14 di 14

Il Responsabile dell’Istruttoria p.a. Elisabetta Pasta

Il Responsabile Tematica Risorse Idriche e Naturali: dott. Arianna Castiglioni

Responsabile del procedimento: dr.ssa Valeria Roella Tel. n.0332/327736 e-mail: [email protected]

Responsabile dell’istruttoria: p.a. Elisabetta Pasta Tel. n. 0331/378817 e-mail: [email protected]