il paese di fantasia
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Danila Oppio
IL PAESE DI FANTASIA Una favola per bambini e adulti
E-BOOK
1
IL PAESE DI FANTASIA Una favola per bambini e adulti Di Danila Oppio
Prima edizione on line 2012
©Danila Oppio
QUESTA FIABA NON PUO' ESSERE RIPRODOTTA SENZA LA PERSONALE AUTORIZZAZIONE DELL'AUTRICE - PROPRIETA' RISERVATA
Impaginazione e progetto elettronico © www.caffeletterariolalunaeildrago.org
2
IL PAESE DI FANTASIA - Una favola per bambini e adulti
LA REPUBBLICA DI FANTASIA
e il Paese di Poesia, dove ogni cosa
è una piccola follia
di Danila Oppio
3
RINGRAZIO: ANGELA FABBRI (scrittore e poeta)
E GAVINO PUGGIONI(poeta e scrittore) ROSSELLA O'HARA (scrittrice e giornalista,editore)
Per avermi dato la possibilità di scrivere questa fiaba,ispirata alla loro grande umanità e alla comune amicizia
4
PREFAZIONE
Antonello Venditti ha scritto una
bellissima canzone, che inizia in
questo modo:
Hey
in questo mondo di ladri
c'è ancora un gruppo di amici
che non si arrendono mai
Ho capito solo alla fine della fiaba, che la stessa aveva in
qualche modo a che fare con questa canzone: gli amici che
lottano per un mondo migliore, non si arrendono mai, in un
modo o in un altro, devono fare qualcosa per cambiare un
certo stato di cose che non va bene, che non fa bene
all’umanità.
I modi possono essere i più vari, ma sicuramente uno dei
motivi per cui il mondo funziona male, dipende anche dalla
scomparsa di un certo sguardo poetico sul Pianeta Terra.
Se entriamo in una libreria, i libri di poesia sono laggiù, in
quello scaffale poco in vista, disertato dalla maggioranza dei
lettori. Oggi, essere poeti, è come dire che si è fuori dalla
realtà. Un mondo pieno di tecnologia, di giochi elettronici di
ipod, di telefonini di ultima generazione… diciamocelo, non vi
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è più posto per la poesia, per la fantasia. Tutto è
programmato, perfino le frasi di risposta sui cellulari.
Ma siamo ridotti proprio così male? Ho incontrato amici e,
guarda caso, proprio attraverso un mezzo tecnologico, eppure
dentro il loro pensiero, c’è ancora il senso poetico, l’amore per
la scrittura, per la letteratura,la cultura in senso più lato. Mi si
è aperto il cuore: e grazie a loro, mi è cresciuta dentro, e poi
scoppiata fuori, questa favola che, pur essendo nata per i più
piccoli, è indirizzata anche agli adulti.
Buona lettura!
6
La piccola ninfa se ne stava
rannicchiata in un cantuccio di quel
boschetto di piante dai colori
smaglianti: rosse, blu, gialle, verdi,
rosa, azzurre.
Ma Smilla era triste, le sue alucce
grigie stavano chiuse sul suo
corpicino rattrappito, a farle da
coperta. Piangeva. Il suo
singhiozzare ha svegliato il piccolo elfo che sonnecchiava
beato tra un albero giallo ed uno blu. I suoi calzoncini erano
rosso rubino, e la giacchetta di smeraldo. A passo lesto si
avvicinò alla piccola ninfa dalle ali grigie.
- Perché piangi piccola, cosa ti fa soffrire?
- Sono riuscita a fuggire da dove abitavo. Ho volato così tanto, che
le mie ali hanno perso il colore.
- Dove abitavi?
- Venivo dalla Repubblica della Poesia , ma Fata Smorfiosa mi ha
fatto un dispetto, e mi ha spedita sul Pianeta degli umani.
- E lì non ti trovavi bene?
- No, c’è tanto odio, cattiveria, guerre, inquinamento, assassini,
ladri…
- Ma ci sarà pure una persona buona….
7
- Ce ne sono tante, questo è vero e per fortuna, ma sono
diventate tutte grigie come le mie ali: sono delusi,
amareggiati, impotenti di fronte ai governi malvagi, ai ladri di
felicità….e tutti corrono, chi per guadagnarsi il pane, chi per
altre necessità. Non hanno tempo per fermarsi, per pensare,
per vivere guardandosi attorno, per ammirare un fiore, un
tramonto, il sole che nasce, la luna d’argento che rischiara la
notte…
- Deve essere ben triste questo Pianeta, se la gente che lo abita è
tanto grigia!
Guarda qui, quanti colori, questo è il Paese di Fantasia, e noi
siamo tutti allegri, vieni, corri con
me su quel prato color dei lillà,
vedrai quante belle cose ci sono là.
Il piccolo elfo, che di nome faceva
Gavi, prende per mano la piccola
ninfa Smilla, e la porta sul prato lillà,
pieno di stranissimi fiori: erano fatti
di carta, come tanti origami, e se ne coglievi uno, dentro vi
trovavi una poesia, un racconto, una fiaba. Ed erano tutte
piene di amore, d’incanto, di parole piene di buon senso.
- Che bello Gavi, ma qui cosa si mangia?
- Da noi non si mangiano le cose banali di cui si nutrono gli umani,
a parte forse, qualche volta, un bel piatto di spaghetti alla
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carbonara….e qualche lenticchia! Noi mangiamo poemi, colti
da questi fiori speciali. Poesie, racconti, ma soprattutto ci
nutriamo, di tante parole piene di amore. Di quelle e di quelle
soltanto viviamo.
- Allora resto qui, Gavi, mi tieni con te, così mi insegni a conoscere
questo Paese di fiaba, tanto diverso dal Pianeta degli umani,
dove l’aria profuma di amore, lo sento questo profumo, ben
diverso da quello che respiravo su quel pianeta, che sapeva di
smog, di polveri sottili, di fumo di ciminiera, di pattumiera!
- Si, resta con me, aspetta, colgo quel fiore…ecco, ti leggo cosa
conserva nel cuore….un canto d’amore. Qui, in questo Paese
di Fantasia, regna solo l’allegria, l’amore per la vita, la gioia e
la poesia!
- Addio, Pianeta degli Umani, qui si respira un’altra realtà…o è
solo fantasia? Non importa….e così sia!
I due elfetti si prendono per mano, e girano per il Paese di
Fantasia, fino a quando non trovano uno spiazzo erboso,
perfetto per costruirci una casetta tutta per loro.
9
- Che dici, Gavi, va bene se la
facciamo di cioccolata? Con il
tetto di panna montata? Si,
sei contento? Allora
dobbiamo metterci sopra la
girandola segnavento! E
come la arrediamo? Ti
piacerebbe che ci mettessimo un lettone fatto di panettone,
con i piedini di torrone, e un bel piumone di meringa? - Ma
certo Smilla! Mi pare proprio perfetto, ma per decorazione
sulle pareti ci aggiungerei quale confetto. E per comodini,
tante scatole di biscottini!
-
- Bellissimo davvero, cosa ancora manca? Un tavolo a forma di
grande cialda, e le sedie di pistoccheddus,
-
- E li fuori, lo vedi quel bel giardino? Possiamo costruire una
fontana da cui scorra Cannonau, e una più piccina dove puoi
farti un bicchierino di filu e ferru
- Ma noi siam piccini, che ce ne facciamo dei vini? Senti, piuttosto,
e le tendine? Che dici se annodiamo tra loro tante
caramelline?
- Direi che è tutto perfetto, ora sono parecchio stanco,
andiamo a dormire
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nella nostra bella camera da letto, sotto il piumone di
meringa, possiamo
dar vita ai nostri sogni. Qui tutto è meraviglia, fantasia, quindi
tutto è per
messo, non come su quel Pianeta strano, dove tutti corrono
come matti, e
si dimenticano perfino di sognare, che in fondo è una delle
poche cose an-
cora gratis!
- Ehi, Gavi, ma la vedi quella collina? Non ti par un po’ strana?
- Perché tu ancora non sei abituata al Paese di Fantasia, dove ogni
cosa è una piccola follia! Sopra la collina c’è una gigantessa,
che cucina malloreddus e poi li fa rotolare giù, sulla collina
ricoperta di bianca farina, e lo vedi quel lago rosso? Quello è
tutto di sugo di pomodorini dove fanno il bagnetto i
malloreddus e poi vanno a rotolarsi su quell’altra collinetta,
tutta fatta di pecorino grattugiato.
- Uhh, che fame Gavi, che mi hai
procurato! Andiamo subito a
prenderne un
piatto!
- Te lo concedo, ma poi voglio
davvero andare a dormire, ma prima di addormentarci,
facciamo le capriole sul letto, così per diletto, giochiamo coi
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cuscini, ci baciamo i piedini e poi tutti a nanna davvero, perché
domani inizia un nuovo giorno e noi dobbiamo essere riposati,
per iniziare una nuova avventura……..fin che dura!!!!
- Buona notte Gavi…
- E’ già notte Smilla? Allora un bacino, sulla punta del nasino!
Così trascorse il primo lunghissimo giorno dei due amici.
E’ già mattino, e il sole accarezza i loro piccoli corpi con i suoi
caldi raggi, e gentilmente li sveglia. Non ve l’ho ancora detto:
Smilla è alta una spanna, e Gavi una spanna e mezza!
- Gavi, dormi ancora?
- No, Smilla, sono già sveglio da un po’, stavo fantasticando su
come trascorrere questa nuova giornata.
- Anch’io, Gavi, stavo pensando…siamo un po’ egoisti, anzi tanto!
- Perché mai? Tu sul Pianeta degli umani eri triste e sei volata via.
Qui invece sei felice, ci siamo costruiti la nostra dolce casetta,
e fuori gli alberi rossi, blu, verdi, gialli e il prato lilla ci stanno
aspettando, come pure il giardino con le sue allegre
fontanelle….
- Si, hai ragione, ma io pensavo a quegli umani che sono ancora
tutti grigi, che corrono senza una meta, curvi dal peso di una
triste umanità. Non è giusto abbandonarli alla loro sorte.
- Ma Smilla, cosa potremmo mai fare per rimediare a questo stato
di cose? In fondo, sono gli umani ad aver costruito un mondo
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che non è a immagine del Creato, che era perfetto, ma lo
hanno adattato al loro egoismo, rendendolo inabitabile a
causa delle guerre, degli omicidi, dei ladrocini, del cattivo
governo di cui mi parlavi ieri….
- Certo, sono stati loro a combinare questo guaio, ma ora sono
infelici, e noi potremmo rimediare.
- Smilla, ma ne conosci il modo?
- Penso di si! Questa notte ho molto pensato alla felicità ritrovata
in questo Paese della Fantasia e non mi pare giusto che ce la
godiamo soltanto noi due. Potremmo raccogliere di quei fiori
speciali, origami di carta con le loro poesie, i loro racconti
fantastici….e spargerli sul Pianeta degli umani: quei fiori
potranno di sicuro ingentilire i loro animi. Riscoprirebbero le
bellezze nascoste del loro Pianeta, e quelle ancor più celate
nei loro cuori.
- Ma Smilla, si perderanno nello spazio e non sfioreranno il suolo
del Pianeta degli umani!
- Hai ragione Gavi! Allora sai che facciamo? Possiamo portarceli
noi, di persona e passeggiando sul Pianeta, regaliamo ad ogni
persona che incontriamo, dal viso triste e dall’anima persa, un
pensiero d’amore, una favola vera.
- Ma che bella idea! Allora aspettiamo che il Paese di Fantasia, il
quale disegna un’orbita irregolare intorno al Pianeta degli
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Umani, si trovi nel punto più vicino al suo suolo, e noi
salteremo giù e ci uniremo ai suoi abitanti.
Intanto, le alucce di Smilla, che
erano grigie, avendo perduto i
brillanti colori a causa del lungo
volo, avevano ripreso il loro antico
splendore. Parevano rivestite di
tante foglie d’oro e d’argento, e
tempestate di pietre preziose,
brillanti e smeraldi, rubini e
zaffiri…un arcobaleno iridescente e
fantastico. Era la gioia di aver
scoperto come fare per aiutare gli
Umani a ritrovare la perduta felicità.
Ma subito non sarebbe stato possibile, le alucce di Smilla
erano diventate splendenti, ma restavano ancora troppo
deboli per prendere il volo, e lei avrebbe dovuto caricarsi sulle
spalle Gavi, che di ali ne era privo, essendo un elfo dei boschi.
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- Che facciamo stamattina, Gavi?
- Ci mangiamo il caffelatte, qualche biscottino e poi usciamo fuori
in giardino.
- E poi, Gavi, tutto qui?
- Ma no, andiamo in quel prato color lillà, dove nascono ogni
giorno tanti nuovi origami, e ne cogliamo qualcuno, così li
leggiamo, e quelli più belli, li raduniamo in quel cestello di
midollino, e li conserviamo per quando atterreremo sul
Pianeta degli uomini.
- Poi facciamo una passeggiata nel bosco dagli alberi blu, gialli,
rossi, azzurri e lì ci facciamo ispirare per altre poesie e racconti
fantastici, così quel prato si riempirà di nuovi fiori, sempre più
belli!
- Gavi, sei proprio un bravo elfetto! Hai capito cosa mi feriva il
cuore, quel bisogno di aiutare gli umani, dai quali ero fuggita,
ma che invece hanno bisogno di comprendere che la vita, se
non è condita da un pizzico di poesia, da una buona dose di
fantasia, da una manciata di amore, e da una cucchiaiata di
allegria, è un’esistenza ben triste!
- Si, Smilla, noi l’abbiamo scoperto, che stare insieme con tanta
pace nel cuore, con tanto amore, con quei fiori di poesia, con i
racconti pieni di allegria, si vive felici. Dobbiamo
assolutamente farlo sapere anche agli umani, che si sono
scordati di quanto è bello l’amore gentile, delicato, pieno di
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attenzioni per ogni essere vivente, che sia un fiore o un
serpente, un uccellino o un bambino, una vecchietta o una
civetta, un omone o un leone!
- Senti Gavi, ma ti ricordi di quelle fiabe che raccontavano tanto
tempo fa sul Pianeta degli Umani, quelle fiabe piene di orchi
cattivi che mangiano i bambini, di streghe che avvelenano le
mele e le danno alle bimbe belle, di lupi che mangiano le
nonne, e di fate gelose che danno un sonno centenario alla
principessa Aurora?
- Certo, Smilla, che me le ricordo...che brutte storie! Già da lì si
capiva come il cuore degli uomini fosse portato al male….le
nostre storie invece, saranno tutte piene di cose buone: di
mele gustose che fanno bene alla salute, di personaggi giocosi
che rallegrano le feste, di gattini coccoloni e uccellini canterini,
che rallegrano nonne e bambini!
- Si, ma sapessi, Gavi….nel mondo ci sono ancora tanti orchi, e son
veri, altro che fantastici! Che rubano i bambini, che uccidono
le speranze, che ….
- - Basta Smilla, purtroppo il Signor Male cammina a passi svelti
sopra il Pianeta degli Umani, ma se noi seminiamo chicchi di
amore, petali di poesia forse, poco alla volta, davanti a questa
novità, il Signor Male scappa via, perché questa roba qui, non
è per lui, che non sa cosa sia la poesia, l’amore, la bellezza
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della vita vissuta in pace, Non sa cosa sia la felicità, e sai
perché?
- No, Gavi, spiegamelo!
- Perché, Smilla, lui non è mai stato bambino! Solo i bambini
hanno nel cuore i sentimenti più belli, sono puri, sono angeli
che ancora non hanno perso le ali.
- Giusto, Gavi, allora corriamo a raccogliere tantissimi fiori-
origami, tutti quelli che le nostre piccole mani possono
trattenere, e poi aspettiamo che l’orbita si avvicini, e possiamo
scendere a portare un poco della nostra felicità a tutta la grigia
umanità-
- Intanto, Smilla, ho raccolto questo origami, e guarda un po’ cosa
contiene? E’ una poesia che pare scritta apposta per noi, da
quel poeta sardo, che vive sul Pianeta degli Umani, che mi
pare di ricordare si chiami Gavino Puggioni.
- Allora, Gavi, si chiama quasi come te!!! Ecco perché scrive così
bene: ha ancora il cuore bambino e forse, quando riusciremo a
raggiungere il Pianeta degli Umani, scopriremo che ha anche
le ali!
- Leggiamola insieme:
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Ho incontrato un elfo
Nel bosco dei miei sogni
di pochi centimetri quadrati
apparve un elfo strano
che veniva da un mare lontano
col suo gommone di legna.
Si posò sull'albero della mia vita
e lo fece traballare.
Fece cadere molte cose mie
amore pensieri sentimenti
tutti a terra spaventati
dalle sue occulte alchimie
Urlando ma sognando
me ne stavo andando
sulle ali del mio pensiero
ma l'elfo mi arrestò
e mi disse che era fiero
di avermi incontrato
mentre io già credevo
di non far parte di questo creato.
L'elfo ridente mi girò intorno
ed io malfidente chiusi gli occhi
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perchè mi pareva di essermi
trovato nel bosco dei balocchi.
Con orbite grandi e verdi
l'elfo mi sorrise e saggio
mi invitò ad uscire e a non sognare
tanto, diceva lui, la vita è di passaggio
come i sogni gli amori e i sentimenti
che valgono fino a quando li alimenti.
- Ehi, Gavi, non avrà mica incontrato te?
- Eh no! Io da qui non mi sono mosso, forse ha incontrato te, e nei
tuoi occhi ha visto me!
- Ma che strana faccenda, allora forse non è così tutto grigio il
mondo, forse ci sono ancora umani che credono nella fantasia,
nella poesia, nell’allegria, nei sogni e nei sentimenti più belli.
- Lo penso anch’io Smilla, forse è inutile scendere sul Pianeta a
spargere origami,forse c’è già qualcuno che lo sta facendo al
posto nostro. Proviamo a guardare?
- Ma Gavi, come possiamo farlo?
- Smilla, io ho un cannocchiale che vede dentro tutti i cuori, è
qualcosa di speciale, che conservo dai tempi del mio bis-bis-
bis-avolo.
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- Uh, Gavi, fammelo vedere.
Gavi corre in fretta nel
bosco di alberi blu,
gialli,verdi,rossi, e infila il
braccio dentro il tronco
cavo di un albero giallo, e
ne estrae un cannocchiale
di cristallo purissimo.Lo
porta a Smilla e le dice:
- Guarda, Smilla, punta il cannocchiale verso quell’isola verde, in
mezzo al mare Tirreno. Si chiama Sardegna, siamo abbastanza
vicini per poterla vedere. Riesci a mettere a fuoco?
- Si, Gavi, ma l’isola è grande, dove devo osservare?
- Li, la vedi, c’è una città che si chiama Sassari, metti bene a fuoco,
ci trovi il poeta?
- Gavi,ma come faccio a riconoscerlo, tra tanta gente?
- Gli umani grigi non si vedono con questo cannocchiale, sono
anonimi, non brillano di luce propria. Mentre gli uomini che
ancora hanno la poesia nel cuore, quelli che si commuovono
davanti al volto di un bimbo, o che ammirano un fiore, quelli li
vedi brillare con gli stessi colori delle tue ali iridescenti. Lo
vedi?
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- Si Gavi, ora vedo una luce
intensa, metto a fuoco…si
,mi pare che sia proprio lui, il
Poeta!
- Bene, ora punta il cannocchiale
verso un’altra isola lontana,
tra il mar Celtico e il Mare d’Irlanda, quella bella Isola di
Smeraldo, la vedi?
- Si Gavi, la vedo bene! Che devo fare?
- Allora, Smilla, punta su Dublino e lì metti a fuoco fino a che non
trovi quella luce che hai già
notato sulla Sardegna.
- Si, Gavi anche lì brilla la stessa luce!
- Ecco, hai trovato una scrittrice,
giornalista, poetessa, ma
soprattutto, hai trovato un’anima
libera dagli schemi degli Umani
grigi, per questo anche lei è
luminosa, coloratissima! Si
chiama Rossella!
- E adesso, Gavi, ci bastano due persone sole, per cambiare il
Pianeta degli umani?
- No, Smilla, ovviamente no! Vedi, se punti il cannocchiale verso
altri posti, per esempio in quella regione dello Stivale, in alto
21
al nord, vicino a Milano, vedrai un’altra luce che sbirluscia (in
milanese vuol dire luccica), che ama sognare un mondo
migliore, che vorrebbe che il Pianeta degli umani diventasse
più buono, che imparasse ad amare davvero, non solo a far
finta! Credo si tratti di Dani, la nostra mamma umana, che ci
ha tanto a cuore, quella che sta scrivendo la nostra storia!
- E così, se continui a guardare, vedrai tanti puntini luminosi, ma
sono come i diamanti che si trovano in mezzo a rocce inutili, e
occorre cercarli col lanternino….o con questo cannocchiale,
per poterli vedere!
- Che dobbiamo fare, Gavi, partiamo o restiamo?
- Smilla, fidiamoci di loro, vedrai che sapranno seminare la poesia,
la verità e l’amore in quel Pianeta grigio, e col tempo noi da
qui, vedremo che quei puntini luminosi cresceranno, ce ne
saranno sempre di nuovi, si moltiplicheranno!
-
- Ne sei sicuro, Gavi, o è tutta un’illusione?
- Forse, chissà, noi continuiamo ad alimentare la Speranza che,
come sai è verde come l’Irlanda, come la Sardegna e come
quei tuoi occhietti da ninfa dei boschi!
- Allora restiamo qui, noi due soli, in questo Paese della Poesia e
della Fantasia, dove noi stiamo così bene da soli, e diamo
fiducia agli umani, vedrai che riusciranno a riportare luce e
colori su quel Pianeta grigio-
22
- Mi fai di nuovo guardare, se per
caso ne vedo altre, di lucciole che
brillano solitarie? Mi passi il
cannocchiale?
- D’accordo, Smilla, ma una volta
soltanto!
- Grazie, Gavi, te lo rendo subito e poi puoi riporlo nell’albero
cavo.
- Vedi, avevo ragione, c’è un’altra luce che lampeggia come
uno standby!
- Smilla, cos’è lo standby?
- Oh, Gavi, una di quelle stregonerie che la tecnica elettronica ha
seminato sul Pianeta degli umani, non farci caso! Guarda,
piuttosto, quella è più a sud di Milano, verso il mare Adriatico,
un po’ nell’entroterra. Aspetta…si mi pare Ferrara e quella
luce…quella luce è particolare, appartiene ad una signora che
ha le ali come le mie!
- Ma dai, fammi vedere?!... Si è vero! Ecco perché ha le ali, si
chiama Angela, ovvio che le possiede, ma non solo per il
nome, lei vola scrivendo, è uno scrittore! Ma adesso basta!
Adesso torniamo alla nostra casetta, fatta di sogni, poesie,
caramelle, cioccolatini, biscottini, e di un bel lettone col
piumone di meringa! Mi è venuto un certo languorino, che
23
facciamo, ci mangiamo un biscottino, un budino, un
torroncino?
- Si, anch’io ho un po’ fame, e anche di coccole!
Gavi e Smilla fanno ritorno verso la loro casetta, tenendosi la
mano e abbracciandosi ogni due per tre! Felici come una
regina e un re!
Oggi si che è stata una giornata ben vissuta! Quante cose
hanno imparato, quanta gente han visitato! E quante coccole
nel letto, tra una carezza e un bacetto!
THE END
24
POSTFAZIONE
Beh, cari miei, pare che a questo punto la fiaba sia finita, da
quanto mi è parso di capire, Smilla e Gavi hanno deciso di
lanciarci la palla, e noi dobbiamo afferrarla!
Inutile chiedere lumi dal Cielo, o dal Paese di Fantasia, o dalla
Repubblica di Poesia, oramai i nostri amici hanno deciso di
lavarsene le mani, e ce la dobbiamo sbrigare noi.
Nel mondo ci sono ancora persone che rifiutano di diventare
grigie, per nostra fortuna, ma per poterlo fare, occorre che fin
da bambini si impari a leggere, e leggere tanto: fiabe, racconti,
romanzi, poesie!
Ma come si fa, mi domando, a stare ore e ore davanti al
monitor giocando con quegli aggeggi elettronici che rovinano
la vista, o guardare certi cartoni animati pieni di violenza, per
non parlare di certi film o trasmissioni che lasciano il tempo
che trovano! Non dico che si debbano buttar via certi
divertimenti, dico solo che ore davanti al monitor, che sia
televisore o computer, fa male agli occhietti. E dico anche che
sarebbe bene scegliere i programmi da guardare, preferendo
un buon documentario o un bel film d’animazione, piuttosto
che stare a guardare la vita insulsa degli altri, come certi canali
televisivi propinano. Neanche ne parlo, altrimenti farei cattiva
pubblicità, ma voi l’avete capito, vero?
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Ci sono tanti modi simpatici per divertirsi, anche stare con gli
amici, così come sono diventati buoni amici Smilla e Gavi,
anche voi fate i bravi, fate i bravi bambini, giocate nei giardini,
a pallone o a nascondino…chissà che non incontriate qualche
gnomino?!
26
IL PAESE DI FANTASIA - SECONDO EPISODIO- Il ritorno di fata Smorfiosa
IL RITORNO DI FATA SMORFIOSA
Finito il racconto di
Smilla e Gavi, Angela
mi chiese, tra una boccata e l’altra
del suo sigaro Che, arrivato fresco
fresco da Amsterdam:
- Ma senti un po’, quella Fata Smorfiosa
che fine ha fatto? E’ apparsa un attimo, e poi subito svanita
nel nulla!
- Cara Angela – scusa, posso rubare una di queste deliziose
polpettine? – la storia di Gavi e Smilla, non è mica finita! Quello
era solo il primo di altri episodi. Ne combineranno delle belle, quei
due, cosa credi, che se ne siano lavati le mani, di questo nostro
Pianeta degli umani? Noi siamo ancora in numero esiguo, rispetto
al bisogno che c’è di poesia, di amore e di pace sul Pianeta!
- Allora, ti piacciono le mie polpettine? E’ stata mamma a
tramandarmi la ricetta, ed è il suo segreto a renderle così
morbide e gustose…ma vedo che ti piacciono! Però, Dani, stai
27
attenta a non esagerare, vedi di avanzarne qualcuna anche per
me!
- Scusami tanto, ma sono così buone…Piuttosto, mi permetti di
rileggere quella tua poesia, che riflette in modo autentico il
tuo sentire?
-
- Io sono
Professione di Autore
- una goccia di rugiada senza scampo
- in un campo
- di tulipani.
- Specchio il cielo
- mentre la notte muore
- e scioccamente
- amo
- la luce del giorno
- Perchè
- sono orgogliosa
- di assumere il colore
- di quei grandi fior
DI TUTTI QUANTI
- e di specchiarlo invano.
28
- Ma sai che è davvero interessante, però permettimi di dissentire:
perché mai dovresti specchiare invano quel colore? Invece
trovo necessario che qualcuno lo faccia…
- - Faccia che, Dani?
- - Che rispecchi i colori della vita, Angela, la luce… ti ricordi il
Paese di Fantasia, quell’angolo di Poesia dove l’elfo e la ninfa
cercavano la felicità? E dove Smilla voleva portarla? In quel
Pianeta degli Umani, dove tutto era grigio, perché mancava lo
spirito poetico, la gioia di vivere, i colori….il calore..
- - Certo, Dani, ricordo e ricordo anche che Smilla e Gavi hanno
deciso di lasciare che quelle luci, che hanno visto con il
cannocchiale di cristallo, fossero loro le dispensatrici di
origami poetici!
- - Ecco, tu mi hai chiesto che fine avesse fatto Fata Smorfiosa.
Fata Smorfiosa si sposta da un Paese all’altro, e da un Pianeta
all’altro e porta zizzania, bisticci, litigi perché prova un sottile
piacere a mettere in difficoltà gli umani, e anche gli gnomi, gli
elfi e le ninfe!
- - E adesso, dove si trova?
- - Adesso è proprio in mezzo a noi, è andata in Irlanda, ha irritato
non so con quale pozione magica, la dolce Rossella, e l’ha resa
acida come un limone! E poi l’ha istigata a prendersela con noi
due, che le volevamo bene, e ci chiedevamo per quale motivo
avesse cambiato così repentinamente carattere!
29
- Senti, Angela, mi stai avvolgendo in una nuvola di fumo, allora a
questo punto, mi accendo una sigaretta anch’io, se permetti!
- - Ma si Dani, fuma pure, tanto le tue sigarettine alla menta mi
fanno un baffo! E poi, diciamocelo, è l’unico viziaccio che ci è
rimasto, teniamolo caro, altrimenti rischiamo di finire
nell’elenco delle persone perfette, e non ci pare proprio il
caso….
- E’ qui che ti sbagli, Angela mia! Non dico che noi siamo
persone perfette, altrimenti saremmo presuntuose, e la
presunzione è un brutto difetto…ma insomma, te la senti se
proviamo a fare qualcosa per questo Pianeta grigio? Come
l’hai definito, una volta….cacca? Beh, hai detto una parola più
forte, ma scriverla qui, in una storia per ragazzi, mi pare fuori
luogo. No, anzi guarda, ripeto proprio per filo e per segno
quanto hai detto, perché anche se parla di escrementi, è pura
poesia! Hai definito un certo stato di cose “merda mediocre”
ed hai aggiunto “ci può essere qualcosa di peggio di una
merda mediocre? Abbia almeno il coraggio di essere grande,
odorosa, scivolosa, appiccicosa, questa merda!". Sono
espressioni forti, ma
sacrosantamente vere! Però
hai ragione, c’è tanta cacca in
giro, che se ne sente la puzza,
30
però noi possiamo sempre spalarla via…
- - Ma sei diventata tutta scema o cosa, Dani..
- - Angela!! Non intendevo sul serio prendere pala e scopetta, ed
uscire in strada a ramazzare i marciapiedi! La pala virtuale, è
dentro il nostro cervello, e usando questo, possiamo
combattere il grigiume, scrivendo storie bellissime, poesie e
altre cose, purché dentro quelle ci sia la luce dell’intelligenza, i
colori della speranza, e la gioia di vivere. Ma anche le denuncie
contro tutto ciò che rende piatto e grigio questo nostro
Pianeta degli umani.
- - Beh, a dirla tutta, a me vien voglia di scrivere di tutto questo
marciume, non certo di poesia!
- - Cara, caro Angelo mio, ma parlando del male, e
condannandolo, e allontanandolo da noi, portiamo al bene,
sono in antitesi e quindi se parli male del male è come se
parlassi bene del bene, giusto o sono troppo complicata?
- - Ma tu lo sai cosa ha detto a Rossella, quella Fata Smorfiosa?
- - A dire il vero, Angela, non ero lì a sentire, visto che noi siamo in
Italia e loro in Irlanda, ma qualsiasi cosa Fata Smorfiosa abbia
detto a Rossella, è sicuramente un incitamento al litigio, e per
rendere così acida la nostra amica, che era tutta panna e
fragole, bisogna che gliele abbia sparate di ben grosse!
- - A questo punto, chiamo Fata Smorfiosa e gliele canto e busso!
Ha già trattato male Smilla, poverina, adesso crea confusione
31
anche sul Pianeta degli umani? Ma è proprio una bella
rompibiglie!!!
La serata è trascorsa in modo piacevole, ma è necessario
chiamare Fata Smorfiosa e dirle il fatto suo.
Si compone un numero speciale, che non si trova sull’elenco
telefonico di nessuna Nazione, anche perché non è un numero
di telefono, ma va composto solo nel pensiero. Per un po’
suona a vuoto, poi Fata Smorfiosa si decide a rispondere:
- - Chi rompe?
- - Ehi bella, ti pare il modo di
rispondere ad un umano?
- - Umano o non umano, mi stai
disturbando!
- - Ah si? Poverina, cosa stavi
facendo di così importante da
non poter essere disturbata?
- - Stavo discutendo con Rossella, e la stavo convincendo a
rompere la vostra amicizia.
- - Sei cascata male, cara Fata Smorfiosa, l’amicizia non si rompe
per qualche piccolo dissidio, anzi, forse ci hai fatto un piacere,
perché con il tuo intrometterti per creare discordie, hai
ottenuto l’effetto contrario. Tu non sai che le vere amicizie
sopportano qualunque difficoltà, direi anzi che le difficoltà
affinano i rapporti, li fanno più veri, li rafforzano, e se credevi
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di farci un dispetto, non hai ottenuto lo scopo! Piuttosto, ti
chiamavamo per dirti di lasciare in pace Smilla, l’hai trattata
proprio male spedendola sul Pianeta degli Umani, ma se
credevi di farle un torto, alla fine le hai fatto capire della
necessità di aiutare gli Umani. Chi la fa, l’aspetti! Il tuo
scherzetto ti si è ritorto contro”.
- Uffa, mi hai rotto con le tue rampogne! Adesso volo nel
Paese di Fantasia,
e faccio i dispetti a Gavi e a Smilla.
Fu così che Fata Smorfiosa, tutta indispettita, lasciò in fretta e
furia Rossella, e si avviò a tutta velocità – aveva messo il turbo
– verso il Paese di Fantasia.
A qualcosa era servita, quella
telefonata di Angela e Dani, almeno
così Fata Smorfiosa ha smesso di
tormentare Rossella con le sue
insinuazioni.
Guardando il cielo rosa, del Paese
di Fantasia, Gavi vede arrivare di
gran carriera un… missile? Non mi pare…un meteorite?
Neanche! Finché Smilla segue lo sguardo di Gavi, e vede
chiaramente di cosa si tratta: la Fata Smorfiosa sta
33
precipitando a tutto gas verso di loro. Acciricicci,
acciderbolina, acciciripicchia, caspiterolina! Anche qui doveva
venire a rompere le biglie?
- Gavi, che facciamo? Quella è Fata Smorfiosa, e insieme a lei,
arrivano i guai!
Infatti, Fata Smorfiosa si avvicina tutta
pimpante a Gavi, e gli comincia a girare
intorno, a sfiorarlo con la punta delle sue
ali, a mandargli bacini a destra e a manca,
così che Gavi sente una specie di
stordimento, come avesse avuto un incantesimo. Così
ipnotizzato, che si dimentica di Smilla e la pianta lì di stucco,
seguendo Fata Smorfiosa che si stava inoltrando nel bosco di
alberi azzurri, blu, rossi e gialli.
Povera Smilla, adesso cosa potrebbe succedere? Che fa lei
tutta sola, nel Paese di Fantasia? E
la loro casetta di panpepato,
sarebbe stata vuota senza il suo
elfetto!
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E anche lei, era come fosse stata trasformata in una statua di
zucchero filato.
Ma ecco che Angela e Dani, sentendo che qualcosa di strano
stava per accadere, richiamano immediatamente, sul quel
telefono pensante, la Fata Smorfiosa.
- Uffa, chi rompe di nuovo? Scusami Gavi, devo
rispondere…che barba!
- Senti un po’, Fata Smorfiosa, che stai combinando? Qui sul
Pianeta degli Umani piovono lacrime di smeraldo, e ci sembra
un po’ strano!
- Sto andando nel bosco incantato con Gavi per mano!
- Eh no, bella mia! Ora risvegli Gavi dal tuo incantamento, e lo
riporti da Smilla, che piange lacrime di zaffiro e smeraldo!
Di colpo, l’incantesimo svanisce, e Gavi corre a perdifiato,
dalla sua Smilla, mente Fata
Smorfiosa pesta i piedi
indispettita!
- Vattene dal Paese di Fantasia,
dove tutto è poesia, fantasia,
coccole e
dolcezze, qui non è posto per te!
Dice Smilla sfinita dal tanto piangere, e piangere lacrime di
smeraldi e zaffiri, fa male, molto ma molto male!
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- Vattene e fuggi via! E non farti trovare mai più tra i nostri piedini,
dispettosa che non sei altro!
Così Fata Smorfiosa sparì, volando via tra mugugni, sputacchi e
improperi, decisa a non ritornare mai più!
Angela sorride a Dani, ormai le due amiche sono sicure di
essere riuscite a metter pace, togliendo di mezzo Fata
Smorfiosa, una volta per sempre, e che la faccia
finita………come questa storia!
THE END
36
IL PAESE DI FANTASIA - TERZO EPISODIO
SMILLA E GAVI ARRIVANO SUL PIANETA DEGLI
UMANI:FINALMENTE SOLI. SOLI?
Gavi e Smilla, dopo che Fata Smorfiosa ha preso il volo verso
paesi lontani, per qualche tempo se la spassano, raccogliendo
origami, leggendo racconti e poesie, giocando a rimpiattino tra
gli alberi blu, azzurri, rossi e gialli, ma poi si rendono conto che
la vita fatta solo di divertimento, sarà bella, ma come un bel
gioco, dura poco. Si guardano negli occhi, e poi Smilla torna a
bomba:
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- Gavi, non ho abbandonato l’idea di scendere sul Pianeta degli
Umani, e gironzolare un poco alla ricerca di quelle luci che
illuminano gli umani grigi!
- Ancora ci pensi, Smilla? Dobbiamo aspettare che la seconda luna
sia in linea con la prima. Allora sarà il momento in cui l’orbita
del nostro Paese di Fantasia, si avvicinerà maggiormente al
Pianeta degli Umani, poi scenderemo giù.
- E quando sarà, questo momento?
- Fammi guardare le coordinate spaziali….ecco, proprio stanotte!
- Allora preparo una valigia, ci metto un po’ di poesie, di origami e
racconti, e qualche dolcetto per non morir di fame!
I due amici aspettano la notte,
fino a che le due lune si allineano,
allora sono proprio vicini al
Pianeta degli Umani, e saltano giù.
- Ahi, che male, sono finita su
qualcosa di duro, che sarà mai? E’
così buio….
- Vieni vicino, Smilla, altrimenti ci
perdiamo. Aspettiamo che arrivi l’alba e poi vedremo dove
siamo finiti.
Trascorre la notte, e finalmente il cielo comincia a colorarsi di
rosa, e si intravedono i primi contorni delle cose intorno. Si
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accorgono di essere finiti su di uno scoglio, vicino ad un mare
verde-blu.
- Come facciamo ad arrivare a riva,? Io non so nuotare, Smilla!
- Non ti preoccupare, ora le mie ali sono diventate forti, e posso
portarti in volo fino a quella
spiaggia laggiù, non è molto
lontana.
Così Gavi si stringe al collo di
Smilla, ed in un batter d’ali,
atterrano su una spiaggia che
pare ricoperta di perle
triturate. Poco dopo, si avvicina un bambino, che sta
raccogliendo conchiglie che poi ripone in un secchiello rosso.
- Che posto è questo,
piccolo?
Il bambino si ritrae, un poco
spaventato, non aveva mai
visto dal vivo degli esserini
così strani, una ninfa con le
ali e un elfo. Solo nei disegni dei suoi libri di favole aveva visto
qualcosa di simile. Ma vivi e vegeti, e che parlano con lui, mai!
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- Questa è la spiaggia di Budelli. Siamo in Sardegna, nell’arcipelago
della Maddalena. Non lo sapevate? Allora come ci siete
arrivati, qui?
- Volando, mio caro, non vedi che ho le ali, caro….come ti chiami?
- Leo, ma da dove venite?
- Dal Paese di Fantasia, ma ora vogliamo visitare il Pianeta degli
Umani.
- Tu sei un Umano? – Chiede Gavi, che di umani non ne aveva
visto manco uno.
- Si, sono un essere umano, ma piccolo, poi ci sono gli adulti, che
sono molto più grandi di me!
- Ora capisco perché, Leo, ci vedi
e puoi parlare la nostra
lingua! Solo i bambini, infatti,
riescono a vedere gli elfi e le
ninfe, gli adulti hanno perso
la fantasia, e non vedono che
ciò che vogliono vedere. A loro interessano solo il denaro, gli
oggetti, il lavoro, i divertimenti, e tutto di corsa, senza
fermarsi a guardare un filo d’erba che cresce, una conchiglia
particolare, questa sabbia rosa, che pare venuta dritta dritta
dal Paese di Fantasia!
- Ma signora fatina…
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- Non sono una fatina Leo, sono una ninfa dei boschi, e mi chiamo
Smilla
- Ma Smilla, anche sul Pianeta degli Umani ci sono posti bellissimi,
che paiono di fiaba, come questo, dove i miei genitori mi
hanno portato in vacanza!
- In effetti è proprio un posto meraviglioso! Ma noi siamo venuti
sul Pianeta per conoscere anche i tuoi genitori, gli adulti che
non credono più alle fiabe…
- Tra poco arrivano, sono andati a fare una bella nuotata, mentre
io raccolgo tutte le conchiglie che riesco a trovare, e poi
mamma ne fa delle composizioni carine, da regalare alle
amiche.
- Brava mamma! E’ bello usare i doni della natura per creare
oggetti carini!
A quel punto, ecco i genitori di Leo, che
escono da quell’acqua tanto trasparente, e
tutti grondanti, prendono il loro
accappatoio e si asciugano, soddisfatti
della nuotata in quell’acqua di cristallo.
- Ciao Leo, quante conchiglie hai trovato? Ti
sei annoiato?
- No, mamma, ho raccolto tantissime conchiglie per te, e poi vedi,
ho trovato due amici.
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- Quali amici, Leo, io non vedo nessuno!
- Ma non li vedi? C’è Gavi, che è un elfo, e Smilla, che è una ninfa
dei boschi! Sono arrivati sul nostro Pianeta dal Paese di
Fantasia, e vogliono conoscervi. Noi abbiamo già fatto
amicizia!
La mamma guarda il papà, con un’espressione perplessa. Ed il
papà si gratta la testa, ancor più preoccupato. Il loro Leo è un
visionario, oppure si è inventato questi amici, perché troppo
solo.
- Senti, Leo, ma davvero i tuoi amici sono ancora qui? Non sono
per caso già
andati via?
- No papà, sono qui, non li vedi seduti sul quel sasso sulla sabbia?
Non vedi che belle ali ha Smilla, tutte colorate e luccicanti? E
Gavi, con quella giacca verde ed i calzoni rossi?
- Povero bimbo, deve aver preso un’insolazione!
Dice la mamma al papà, e intanto tocca la fronte a Leo, per
assicurarsi che non abbia la febbre.
- Mi pare fresco, allora cosa sarà mai questa storia?
- Mamma, ti ricordi quando eri piccola, e credevi nelle favole?
- Si, me lo ricordo, caro, ma ora credo solo a ciò che vedo, ed io
non vedo un bel niente!
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- Che peccato, mamma, non sai cosa ti perdi! Sono così belli e
simpatici, questi miei nuovi amici!
- Va bene, Leo, ora proverò a parlare con loro!
La mamma cerca di assecondare il piccolo, per non irritarlo, e
allora si avvicina al sasso, che Leo le ha indicato, e finge di
parlare con quegli esserini.
- Ciao, sono la mamma di Leo, vi piace questo posto? Non è un
luogo splendido?
Smilla e Gavi rispondono all’unisono,
ma la mamma di Leo non vede e non
sente nulla. Allora Smilla estrae dal
suo cestino un origami meraviglioso,
tutto colorato e pieno di poesia e lo porge alla signora,
infilandoglielo tra i capelli d’oro.
- Cosa mi è caduto in testa? Non sarà mica qualche schizzo di
gabbiano?
- Lasciami guardare – dice il papà di Leo, e carezzandole i capelli,
trova un origami colorato, fatto come fosse un fiore di loto. Lo
apre, e vi trova scritta questa poesia:
- I desideri sono perle preziose
- Una volta divenuti realtà
- Non sono più che fogli
- Di carta appallottolata
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- Gettata nel cestino.
- Come i bambini
- Che desiderano un giocattolo
- Lo sognano, insistono
- Lo vogliono tra le mani
- E quando l’hanno avuto
- Dopo i primi momenti
- D’infantile stupore
- Resta nell’angolo relegato
- Perduto ormai
- il suo primitivo
- Splendore.
- Come la fantasia
- Chiusa in un baule
- Insieme a vecchi
- Giocattoli rotti.
Appena mamma e papà finiscono di leggere queste strofe, i
loro occhi mettono a fuoco qualcosa, sopra quel masso, prima
vedono solo due ombre, poi tanti colori, infine si accorgono di
Smilla e Gavi.
- Avevi ragione, Leo, ora li vediamo anche noi i tuoi amici, pensi
che possano parlare con noi?
- Provaci, mamma, prova papà, dite loro qualcosa…
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- Ciao Smilla, ciao Gavi, avete qualche impegno? Volete venire da
noi? Il nostro Leo sarebbe molto felice di ospitarvi, ha una
cameretta grande, c’è tanto posto…
- Si, veniamo volentieri, ma ci fermeremo
per poco. Il dono che abbiamo fatto a voi
adulti, di poterci vedere e parlare con
noi, dobbiamo donarlo a tutti gli uomini
grigi, così che possano vedere i colori, i
nostri colori fantastici, che avevano
dimenticato dall’infanzia, quando i loro
occhi, come i vostri, sono stati accecati
nella notte dei pensieri, e dalle preoccupazioni dei giorni, e
hanno perduto l’innocente sguardo dei bambini.
- Leo prende in braccio i suoi nuovi amici, e tutto contento si avvia
con i genitori verso casa; Smilla offre i suoi dolcetti
specialissimi a tutti, e così cantando e ridendo, arrivano fino
alla fine della strada…. E qui finisce anche la storia!
THE END
45
IL PAESE DI FANTASIA - QUARTO EPISODIO
.
- All'alba di un nuovo giorno, Smilla e
Gavi si accomiatano da Leo e dai
suoi genitori e, prendendo il volo
sulle ali della ninfa, partono verso
una grande città: Milano. Hanno
scelto una metropoli, poiché
dentro la stessa, si può prendere
visione di un via vai di multi etnie,
un insieme di ricchezza e povertà, e
quindi di molte occasioni per incontrare qualcuno cui donare
quei colori che solo un po’ di polvere magica del Paese di
Fantasia, può donare.
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- Ecco, Gavi, credo che stiamo sorvolando Milano, ora lentamente
scendiamo. Vedi, già si intravvedono le guglie del Duomo, e lo
splendore della Madonnina dorata. Dai, scendiamo in piazza.
- Che bello il Duomo, Smilla! Tutto bianco e così
maestoso! E lì cosa c’è?
- Quella è la Galleria che dalla Piazza del Duomo
conduce in Piazza della Scala, dove si trova
Palazzo Marino, sede del Municipio, e il Teatro alla
Scala, dove
rappresentano opere liriche
e balletti classici di grande
pregio.
- Si, tutto interessante, ma noi
siamo venuti per incontrare
gli umani, non tanto per ammirare le opere d’arte!
- Così, passeggiando lungo Corso
Vittorio Emanuele, nel bel mezzo
di un pomeriggio assolato,
incontrano un vecchietto, che li
guarda sorridendo e li saluta.
Stupiti che un adulto li possa
vedere, si avvicinano sorridenti.
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- Ciao nonno, dove stai andando?
- Devo andare a prendere dal corso di danza la mia nipotina
Camilla, e poi l’accompagno a casa, perché ha molti compiti da
fare. Se posso, la aiuto.
- Ma la tua nipotina ha tempo per giocare?
- Molto poco, a dire il vero! La mattina presto l’accompagno a
scuola, i suoi genitori hanno scelto il programma a tempo
pieno, ed esce alle 16. Mangia una merendina in fretta,
mentre cammina verso la scuola di ballo, e lì vi rimane
un’oretta, infatti ora sta per terminare la lezione. Poi andiamo
a casa, come vi ho detto, per fare i compiti.
- E poi? Gioca almeno un poco?
- No, dopo accende la TV, guarda un cartone animato, poi collega
la Play Station, e resta incollata lì, fino all’ora di cena.
- Da quanto mi pare di capire, questi
bambini degli umani trascorrono seduti
la maggior parte del loro tempo: tra i
banchi di scuola, per molte ore, e poi
davanti allo schermo, sia della TV o del
computer, altre innumerevoli ore. Meno
male che almeno Camilla va a danza,
così che possa fare un po’ di
movimento, ma un’ora sola è ancora
poca cosa.
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- Oh no, Camilla frequenta altri corsi, sta imparando a suonare il
pianoforte, e il giovedì va a casa della maestra di musica, ed il
sabato va in piscina, a nuotare.
- Ecco, anche durante le lezioni di piano resta seduta, per fortuna
fa un po’ di nuoto, ma sempre troppo poco movimento!
- E ‘ così, Smilla, oggigiorno molte cose sono cambiate. I genitori
devono lavorare entrambi, per sbarcare il lunario, e non
hanno tempo per giocare con i loro figli…ma almeno ci sono i
nonni, come me, che hanno tempo da dedicare ai loro amati
nipotini. Però non riesco a far giocare Camilla come un tempo
ci divertivamo noi. Ci bastava poco, anche i sassi diventavano
oggetti fantastici, o i bottoni, per creare delle fantastiche piste
dove farli correre, come fossero macchinine o biciclette.
Inoltre ci piaceva giocare nei prati, a rincorrerci, a nascondino,
a bandiera, a mosca cieca. Così univamo il divertimento, il
movimento e la compagnia
degli amici.
- Camilla non ha amici? – Chiede
Gavi perplesso.
- I compagni di scuola, ma poi
ognuno di loro ha impegni
diversi, chi va a giocare una
partita di calcio, chi fa judo,
chi basket, chi altri sport o
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attività complementari, e c’è anche chi trascorre tutto il suo
tempo libero davanti allo schermo, giochi elettronici, e
qualsiasi sciocchezza che la TV propone. Questa tecnologia ha
sostituito la baby-sitter ed i genitori non hanno ancora capito
quanto sia poco salutare, per i piccoli, stare tutte quelle ore
seduti, con gli occhi fissi sullo schermo. Ma non solo…non
sviluppano la loro fantasia, perdono la creatività e diventano
delle spugne che assorbono tutto, nel bene e nel male. Sono
molto preoccupato, lo sono proprio!
- Senti nonno, possiamo venire con te a
prendere Camilla e stare un poco con
voi?
- Ma certo, era proprio quello che
desideravo, per questo mi sono
fermato a parlare con voi. Non sapevo
più cosa escogitare, per convincere
Camilla che non si può vivere solo
facendo cose, come un’ automa, e vorrei dirlo anche a mia
figlia Laura, la mamma di Camilla, che le cose non possono
continuare in questo modo. Sono certo che se Laura e Camilla
vi vedessero, comprenderebbero tutto quello che io fatico a
far loro capire!
- Allora andiamo, nonno! Da che parte?
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Nonno Francesco, dopo essersi
presentato ai due nuovi amici, si
incammina con loro verso la
scuola di ballo, dalla quale, poco
dopo, esce la piccola Camilla.
- Ciao nonno! – dice Camilla
buttandogli le braccia al collo -
Andiamo a casa a fare i compiti?
Poi voglio giocare con Ninendo.
- No, cara, dopo i compiti facciamo qualcosa di diverso. Vedi che
abbiamo ospiti? Questi nostri nuovi amici Smilla e Gavi.
Camilla si guarda intorno e non vede nessuno. Siamo alle
solite! Il giorno prima erano i genitori di Leo a non vedere,
almeno al primo momento, i due abitanti del Paese di
Fantasia, ora è la piccola Camilla, a non individuarli.
- Guarda bene, cara, e li vedrai. Però ora andiamo a casa, che sono
un po’ stanco di camminare! – E tutti e quattro si dirigono
verso la casa di Camilla.
Entrati nell’appartamento, Camilla apre la cartella, prende il
diario, e vede quanti compiti ha per il giorno dopo. Qualche
esercizio di matematica, un riassunto di italiano, due pagine di
geografia da studiare.
- Uffa nonno, ma sono tanti da fare, forse non riesco a finirli prima
di cena!
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- Si che ce la facciamo, ora tu ti
siedi alla tua scrivania, cominci
a studiare geografia, poi io t’
interrogo per vedere se hai ben
compreso.
- Va bene, nonno! E poi che facciamo?
- Lo vedrai non appena hai finito i compiti.
Camilla, dopo più di un’ora e mezza col nasino sui libri,
finalmente si alza, si stiracchia e va dal nonno, che nel
frattempo aveva sonnecchiato sul divano, in compagnia di
Smilla e Gavi, stanchi anche loro per il lungo viaggio dall’Isola
di Budelli fino a Milano.
- Vieni Camilla, vieni a giocare con i nostri nuovi amici.
- Ma nonno, ancora insisti con questa faccenda? Io proprio non
vedo nessuno.
- Smilla mi ha detto che per vederli, devi
procurarti un paio di calze rosse, di
quelle di filanca che hai rotto l’altro
giorno. Poi un rotolo di filo di rame
sottile, un rocchetto di filo di seta rosso,
un bastoncino di legno, tipo quelli che
usa la mamma per preparare gli spiedini, un rotolo di
guttaperca…e le forbici, naturalmente!
- Cos’è la guttapesca, nonno?
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- Non guttapesca, guttaperca!
- Si, va bene, ma cos’è?
- Quel nastro adesivo un po’ crespato,
che usano i fiorai per avvolgere i
fiori finti.
- Si, mamma ne deve avere un rotolo
nel cassetto che contiene oggetti di
cancelleria.
- Bene, porta tutto qua sul tavolo, e
poi vedrai…
Smilla, con un colpo d’ali, sale sul tavolo, comincia a piegare a
cerchio il filo di rame, e
prepara cinque cerchi, Poi
prende la calza di Camilla, la
taglia in tanti quadretti, coi
quali riveste i cerchi di rame.
Quindi li fissa alla base, con il
filo di seta rosso. Quando ha
finito di formare i cinque petali, li unisce insieme, e poi li fissa
alla base dello spiedino di legno, girando attorno il filo di seta.
Terminata questa operazione, avvolge la guttaperca intorno
allo spiedino, e ne esce un papavero stupendo.
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Camilla è rimasta a bocca aperta, nel vedere come, in modo
prodigioso, quel fiore si formava sotto i suoi occhi, senza che
mani umane lo avessero plasmato. Ma quando quel fiore
viene offerto da Smilla a Camilla, la piccola umana intravede
una manina che lo regge, e poi tutta la
figura di Smilla che le sorride. accanto a
Gavi.
- Ma che bello, come hai fatto a farlo, me lo
insegni? – dice Camilla rivolgendosi a
Smilla.
- - Certo che te lo insegno, è facile più di
quel che credi, e ne puoi fare di tanti
colori, basta che usi le tue calzine rotte, non buttarle via. Puoi
realizzare fiori di tante forme, e li puoi regalare alla mamma,
alle amiche. E tutto quel tempo perso davanti alla tele, o
giocando con quei ruba tempo dei giochi elettronici lo
impieghi occupandolo in lavoretti manuali.
- - Si, Smilla, mi piace imparare a fare qualcosa con le mie mani,
qualche volta disegno, ma poi mi stanco..anche a scuola mi
fanno fare i disegni, e mi pare che siano ancora compiti.
Invece fabbricare fiori di filanca è molto divertente, perché se
ne possono fare di tanti colori e forme, ma la cosa più bella, e
che si possono regalare.
54
- Allora dai Camilla – dice il
nonno alla nipotina – fanne
uno per la tua mamma,
vedrai come sarà contenta
questa sera, quando al suo
ritorno, stanca dal lavoro,
troverà la tua sorpresina. E sarà ancora più contenta, quando
saprà che non hai speso il tuo tempo davanti a qualche
schermo!
Suona il campanello, è Laura che rientra dal lavoro. Camilla
corre ad aprire, con il fiorellino che ha confezionato da sola, e
lo offre alla mamma.
- Grazie! Brava, Camilla, ma non
mi dire che l’hai fatto tu da
sola? Ho l’impressione che ci
sia di mezzo una fatina, un
elfo, ma…non credo possibile
che tu da sola abbia avuto
questa splendida idea, e il
nonno… lui si occupa solo di
cose da uomini!
Smilla e Gavi si guardano strizzandosi l’occhio: anche oggi
hanno combinato qualcosa di buono: hanno visto che pure i
55
nonni vedono elfi e ninfe dei boschi, e che attraverso lo
sguardo buono del nonno, anche Camilla ha potuto vederli.
Stanotte riposeranno vicino a Camilla, e domani affronteranno
una nuova avventura. Anche le ali di Smilla hanno bisogno di
riposarsi, prima di impegnarsi in un altro volo. Dove
andranno? Per saperlo, dovrete aspettare fino alla prossima
volta!
THE END
56
IL PAESE DI FANTASIA - QUINTO E ULTIMO EPISODIO
IL PAESE DI FANTASIA
Quinto e ultimo episodio
Qui cambiamo lo stile del
racconto, che diverrà
narrativo.
Smilla e Gavi si
risvegliano con i rumori
della grande Milano:
clacson, scorrimento del traffico cittadino, odori strani di gas,
benzina, metano. Si affacciano alla finestra, sentono due che
litigano furiosamente per questioni di parcheggio, si tappano
le orecchie e chiudono le imposte.
Si siedono poi al tavolo di cucina con Camilla, per fare
colazione con lei, prima che esca per andare a scuola.
Ringraziano per la cortese ospitalità, riaprono la finestra e
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Smilla, con Gavi sul dorso, apre le sue bellissime e
coloratissime ali e prende il volo per … per dove?
Durante la notte Gavi e Smilla hanno parlato a lungo,
non sapevano esattamente come
muoversi, così hanno deciso che
sarebbero passati davanti ad un
giornalaio, per leggere un po’ di
notizie riguardanti il Pianeta degli
Umani. Innocenti e fiduciosi,
avrebbero trovato sicuramente
articoli di grande interesse, che riportassero tutte le cose belle
che succedono nel Pianeta degli umani. Così pieni di speranza,
volano alla più vicina edicola di giornali, che avevano visto la
sera prima all’angolo della via dove abita Camilla.
Arrivati sul posto, sfogliano tutti i quotidiani d’Italia e
dell’estero. Ecco qui, in quel lontano paese c’è una guerra
civile, in quell’altro una rivoluzione, e lì, guarda un po’, ci sono
lotte fratricide. In quest’altra pagina, omicidi, rapine,
rapimenti, fabbriche che prendono fuoco, ditte che chiudono,
lasciando i dipendenti senza lavoro, famiglie che si disgregano,
incendi nei boschi, e disboscamenti incontrollati e
incontrollabili. Centrali nucleari che disperdono radioattività,
inquinamenti e discariche abusive, terremoti e maremoti,
58
tsunami e slavine. Smilla si mette le mani davanti agli occhi,
mentre Gavi è rimasto senza parole. Ma è questo il Pianeta
degli Umani? A Gavi non resta che consolare Smilla dicendole
che certe cose non accadono per colpa degli Umani, poiché
tsunami, terremoti e maremoti sono forze incontrollabili della
natura. Ma tutto il resto si può evitare, pensa Smilla con le
lacrimucce che le compaiono all’orlo delle lunghe ciglia, e poi
scoppia in pianto. Le loro ingenue speranze di poter cambiare
il Pianeta degli Umani, offrendo loro qualche bella poesia, un
racconto fiabesco, una canzone d’amore, svanisce come
d’incanto. Come può mai competere una poesia, con queste
notizie che attirano gli Umani come mosche sul miele? Agli
umani interessa solo essere colpiti da una calamità, perché fa
notizia, per poi dimenticarsene appena chiusa la pagina del
giornale. A Gavi arriva fulmineo un pensiero, dopo aver letto
quelle brutte notizie. Si ricorda di una poesia scritta da quel
poeta stupendo, dal cuore d’oro, che vive a Sassari. L’ha letta,
ricorda, nella silloge di Gavino Puggioni “Nel silenzio dei
rumori”. Smilla chiede a Gavi di recitarla:
E SE…
59
La terra si fermasse?
Per guardarci
Per spiarci
Per parlarci
Di quanto le vogliamo male
Di quanto la stiamo
offendendo?
E se si rifiutasse
Di darci ancora
Tutto quello che ci ha dato?
Che non abbiamo apprezzato
Trasformandolo
In un veleno di opulenze
In milioni di inutilità
Pesanti come bombe già innescate?
E se ci dicesse di fermarci
Anche a noi che l’abitiamo?
E se la terra
Ci raccontasse ancora di bambini,
Della fame, dell’acqua, delle miserie,
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Di malattie comuni
Per loro gravissime?
E se la terra
Ci dicesse ancora
Di tutto e di più
Perché figli suoi siamo?
E se…
E se…
Saremmo in grado
Oggi
Di capirla e seguirla?
Smilla ha ascoltato in silenzio, pensierosa, e poi ha gridato:
“Gavi, ferma questo Pianeta degli Umani, voglio scendere
subito!”
In effetti, viene proprio voglia di scappare da questo Pianeta
pieno di egoismo, di indifferenza, di violenza, di malattie e di
insofferenza, di disprezzo per le cose della natura,
di…di…Basta, meglio non parlarne più. Gavi prende Smilla per
mano, la conduce dall’altra parte della strada, lontano da
quelle notizie che fanno solo tristezza e voglia di piangere.
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Il desiderio di Smilla e di Gavi sarebbe proprio quello di
scendere dal treno di questo Pianeta, e fuggire via lontano, in
un altro Pianeta (ma quale?) dove si possa trovare ancora
amore tra gli esseri viventi, carità, altruismo, condivisione,
attenzione, vicinanza, insomma, tutto quanto possa
dimostrare che è ancora possibile tentare di vivere una vita
migliore, salvando il salvabile, costi quel che costi.
Ma cosa possono fare due esserini così piccoli, quasi invisibili,
come l’elfo Gavi e la Ninfa dei boschi Smilla? Sono solo in due,
e non sono neppure degli Umani, A quel punto anche a Smilla
viene in mente una poesia letta dentro un fiore di origami: era
strappata da una pagina del calendario di Angela Fabbri, così
comincia a recitarla:
Altri cieli, altri mondi
Un tempo
conoscevo un piccolo
mondo
circondato da campagne
seminato di alberi.
Ho percorso nuove strade
e visto altri mondi
altri cieli
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meravigliosi
neri
e bucati di stelle
su cui si alzavano
le cupole di una grande chiesa
straniera
e una falce scintillante
attraversava il cielo
come nelle Mille e una Notte
In quei tempi nuovi
non mi chiedevo se Dio esiste,
perché esisteva l'uomo.
Esistevo io.
Non sono stata felice
duraturamente
voglio dire.
Perché invece ho vissuto
i momenti più belli della mia vita.
Poi i cieli si sono rimescolati ancora.
Le colline e il faro
si sono sfocati.
E le facce e i discorsi
hanno perso individualità.
Così ho perduto
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le nuove strade
e i mondi sono invecchiati
e ho provato
l'irresistibile voglia di tornare a casa.
Perfetto, anche a Smilla è venuta l’irresistibile voglia di tornare
a casa. Tornare nel Paese di Fantasia, dove tutto è delizioso,
con quei boschi di alberi rossi, blu, gialli e azzurri, con il prato
immenso, pieno di origami di poesie in fiore, e dove c’è ancora
la casetta di marzapane e di cioccolata, che a lei piaceva tanto,
ma così tanto, che ogni tanto …ne mangiava un pezzetto!
Smilla guarda Gavi con occhi pieni di malinconia, e gli sussurra:
“Torniamo a casa, torniamo nel nostro Paese di Fantasia?”.
Gavi la guarda, e la comprende fino in fondo all’anima, e
decide che tanto loro hanno fatto quel poco che potevano
fare, e che di più sarebbe stato per loro un’impresa al di fuori
delle loro possibilità.
Ci sarebbe voluto un esercito di elfi e di ninfe, e di fatine
buone, per trasformare il Paese degli Umani in un paese simile
a quello di Fantasia. Semplicemente impossibile, assurdo,
improbabile, inattuabile, irrealizzabile.
Partirono per il Paese di Fantasia, almeno per loro la vita
sarebbe stata bella come l’avevano sempre sognata, ma non
prima di aver mandato un messaggio telepatico (ricordate che
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loro usano quel tipo di telefonino?). A chi? Ad Angela Fabbri, a
Gavino Puggioni, a Rossella O’Hara che abita in Irlanda, a Dani
che è la loro mamma ideale. Il messaggio dice: “Datevi da fare,
con la scrittura, con la prosa e la poesia, con il giornalismo
online o qualsiasi altra forma di tam-tam virtuale o multi
mediatico, per diffondere nel Pianeta degli Umani messaggi
d’amore, di Pace e di Speranza. E combattete con le armi che
avete a disposizione(armi inoffensive, fatte di carta e di etere)
contro coloro che vogliono
distruggere il Pianeta degli
Umani, e farlo ridiventare
vivibile (quasi) come il Paese
di Fantasia!”.
A questo punto, Gavi e Smilla
volano via.
Non prima di avervi salutato con un inchino
Gettandovi con la punta delle dita un bel bacino!
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Questa fiaba è finita, ma non è
finito l’impegno sociale, poetico,
letterario, giornalistico dei
personaggi che sono apparsi in
questa storia, per rendere il
Pianeta degli Umani ancora
affascinante, stupendo e pieno
d’amore, come era stato ideato da quel Gran Maestro,
scultore, inventore, pittore, giardiniere, e molto di più, e che
poi gli ha dato forma. Vi state chiedendo chi è? Anche lui sta
divenendo grigio come molti abitanti del Pianeta degli Umani,
perché lo state trascurando? Eh no! Il Creatore è sempre
luminosissimo, brilla di luce propria, è sempre in grande
attività, soprattutto ama immensamente tutti gli abitanti del
Pianeta degli Umani, e li vuole vedere felici. Esattamente
come lo vogliono Smilla e Gavi.
THE END
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Biografia dell’autrice
Sono una nonna ancor giovane.
Vivo a Legnano, dopo un lungo periodo trascorso nel centro di Milano, lasciato per cercare un’oasi più vivibile, nella quale ancora si possa godere del verde dei prati e del profumo dei fiori primaverili.
Questo mondo che non offre molte speranze per i suoi futuri eredi, mi ha convinto a scrivere una favola, moderna e nel contempo antica, composta da ninfe ed elfi, e dall’amore profondo per la poesia, per l’arte e la natura, e tutto quello che possa in qualche modo ingentilire la nostra esistenza, per non correre il rischio che possa diventare davvero grigia, senza colori...insomma, arida e priva di fantasia.
Sono alla mia prima esperienza in questo settore, di norma scrivo poesie, brevi racconti, articoli giornalistici di attualità, che pubblico in rete.
Fin da giovane scrivevo poesie poi, a causa di molteplici impegni, ho messo nel cassetto delle belle speranze l’amore per la scrittura e in parte, devo ammetterlo, avevo anche perso l’ispirazione. Alcuni amici, scrittori e poeti, mi hanno spinto a riprovarci, così è nata in me l’idea di questa fiaba.
La possibilità di editarla in un e-book mi ha affascinato, ho pensato che fosse un modo simpatico, pratico e veloce per raccontare ai piccoli – ma anche ai grandi – questa fiaba che è ambientata ai giorni nostri e, se incontrerà il favore dei lettori, non accantono la possibilità di scriverne altre.
Danila Oppio
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INDICE
IL PAESE DI FANTASIA P.2
2° EPISODIO P.26 IL RITORNO DI FATA SMORFIOSA 3° EPISODIO P.36 4° ESPISODIO P.45 5° EPISODIO P.56
BIOGRAFIA AUTRICE P.67
IL PAESE DI FANTASIA – 2012
E-BOOK