Il oriandolo C - Carnevale di Putignano · colora di marketing e diventa attrattore di turisti che...

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C ome un mantra, la preparazione del Carnevale a Puti- gnano è un esercizio di amore e pensiero, anima e sostanza, utopia e ambizione, ricerca e tradizione. Nella città del Carnevale più lungo d’Europa, l’attesa pren- de la forma del sorriso e dura un anno intero. E dura sin dal 1394; si ripetono secoli di at- tesa e costruzione di identità. Parlare del Carnevale vuol dire raccontare la storia di una co- munità intera. Le due vicende sono intrinsecamente legate da un patto antico che ogni anno si ripete. «La città non dice il suo passato – scriveva Italo Calvino ne Le città in- visibili - lo contiene come le linee d’una mano, scritto ne- gli spigoli delle vie». E in ogni angolo di questa terra, in ogni ruga di ogni anziano, in ogni spigolo traverso e nei vicoli e nella memoria c’è il passato che si ripete con ritmo caden- zato. E quando si finisce non si finisce realmente, ma c’è una macchina organizzativa pronta già a ripartire. E il mantra si co- struisce ancora, si ripete ritmi- camente scandito dal tempo. Ma il Carnevale è anche aggre- gazione e sentimento; è ricer- ca arguta e satira vivace. Una analisi attenta e una lettura del mondo attraverso gli occhi di uomini e donne che hanno la capacità di modellare le idee e usare la cartapesta per darne una forma accattivante. Il nostro Carnevale è la storia della nostra comunità e come tale è patrimonio da tutelare e valorizzare. Il tema per il 2016 è la diversità, intesa come os- simoro dell’esistenza, come valore, come risorsa e anche come diritto. E in un momen- to storico intenso come quel- lo che stiamo vivendo, la sfida per i creativi del Carnevale è decisamente interessante. Noi siamo pronti. Manca l’ul- timo miglio, il tassello che si colora di marketing e diventa attrattore di turisti che ogni anno tornano a vivere l’espe- rienza della festa. La piazza è pronta per la nar- razione. Il mormorio di insoliti poeti inizia a riempire i vicoli. Con le Propaggini prende il via ufficialmente la festa. L’adre- nalina sale. Gli eventi stanno prendendo forma e il ceppòne sta per essere piantato. La diversità La parola al Presidente Giampaolo Loperfido Un Carnevale all’insegna della diversità. Sarà questo il tema che segnerà la 622esi- ma edizione del Carnevale di Putignano, pronto ad aprire il sipario il 26 dicembre con la Festa delle Propaggini. L’immancabi- le appuntamento della tradizione che segna ufficialmente l’inizio di uno dei carnevali più lunghi d’Europa, un evento che nel 2016 vedrà sfilare la diversità. «Un tema attuale – esordisce il Presidente della Fondazione Carnevale di Putignano, Giampaolo Loperfido – ampiamente af- frontato in diversi contesti, anche in quello religioso. La diversità vista come ossimoro dell’esistenza, come valore, risorsa, diritto. La diversità come ricchezza e non come paura. Spesso si ha timore del diverso, finché non lo si conosce, e in un mondo cosmopolita come quello attuale è importante appren- dere e arricchirsi dal prossimo: il vicino di casa, il compagno di lavoro, l’immigrato, chi professa un’altra religione, chiunque abbia un modus vivendi diverso dal nostro. Mol- ti ne parlano, della diversità, noi vogliamo raccontarla e metterla in scena attraverso la Maschera». Il Carnevale e la diversità La maschera e la diversità. Sono questi i leitmotiv del 622esimo appuntamento pu- tignanese. «Il Carnevale che si manifesta sotto l’egida di un travestimento è difformi- tà – racconta Loperfido – spesso s’indossa una “finta faccia” per diventare altro o altri, assumere varie e nuove personalità, appa- rire differenti ai nostri occhi e a quelli degli altri. Mi auguro che in tanti vengano a questo grande evento con la maschera, che di- smettano quella che utilizzano abitualmen- te, indossino quella carnascialesca che più rappresenti una parte del proprio essere e si lascino coinvolgere dalla nostra manife- stazione». Il Carnevale fra tradizioni e novità Stesso format, consolidato negli anni, per l’appuntamento che vedrà affiancare la tra- dizione alla novità. «Confermati i big event del giovedì e tutti i riti dalle Propaggini alla Festa dell’Orso, l’Estrema Unzione, il Fune- rale del Carnevale e la Campana dei Mac- cheroni. Tra le novità il Carnevale Possibile, che por- terà a Putignano grandi autori della lette- ratura contemporanea. Un connubio con il Libro Possibile interessante anche nell’otti- ca della destagionalizzazione del Carnevale. Un Carnevale che quest’anno è cortissimo ma si prospetta imperdibile». Il oriandolo C carnevalediputignano.it Carnevale di Putignano Ride bene chi ride sempre! 24-30 gennaio, 7-9 febbraio 2016 Il settimanale di informazione del Carnevale n.1, anno I - dicembre 2015 Fondazione Carnevale di Putignano - realizzazione: Never Before Italia Benvenuto Carnevale! Il tema 2016

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Come un mantra, la preparazione del Carnevale a Puti-gnano è un esercizio

di amore e pensiero, anima e sostanza, utopia e ambizione, ricerca e tradizione.Nella città del Carnevale più lungo d’Europa, l’attesa pren-de la forma del sorriso e dura un anno intero. E dura sin dal 1394; si ripetono secoli di at-tesa e costruzione di identità.Parlare del Carnevale vuol dire raccontare la storia di una co-munità intera. Le due vicende sono intrinsecamente legate da un patto antico che ogni anno si ripete. «La città non dice il suo passato – scriveva Italo Calvino ne Le città in-visibili - lo contiene come le linee d’una mano, scritto ne-gli spigoli delle vie». E in ogni angolo di questa terra, in ogni ruga di ogni anziano, in ogni spigolo traverso e nei vicoli e nella memoria c’è il passato che si ripete con ritmo caden-zato. E quando si finisce non si finisce realmente, ma c’è una macchina organizzativa pronta già a ripartire. E il mantra si co-struisce ancora, si ripete ritmi-camente scandito dal tempo.

Ma il Carnevale è anche aggre-gazione e sentimento; è ricer-ca arguta e satira vivace. Una analisi attenta e una lettura del mondo attraverso gli occhi di uomini e donne che hanno la capacità di modellare le idee e usare la cartapesta per darne una forma accattivante.Il nostro Carnevale è la storia della nostra comunità e come tale è patrimonio da tutelare e valorizzare. Il tema per il 2016 è la diversità, intesa come os-simoro dell’esistenza, come valore, come risorsa e anche come diritto. E in un momen-to storico intenso come quel-lo che stiamo vivendo, la sfida per i creativi del Carnevale è decisamente interessante.Noi siamo pronti. Manca l’ul-timo miglio, il tassello che si colora di marketing e diventa attrattore di turisti che ogni anno tornano a vivere l’espe-rienza della festa.La piazza è pronta per la nar-razione. Il mormorio di insoliti poeti inizia a riempire i vicoli.Con le Propaggini prende il via ufficialmente la festa. L’adre-nalina sale. Gli eventi stanno prendendo forma e il ceppòne sta per essere piantato.

La diversità La parola al Presidente Giampaolo Loperfido

Un Carnevale all’insegna della diversità. Sarà questo il tema che segnerà la 622esi-ma edizione del Carnevale di Putignano, pronto ad aprire il sipario il 26 dicembre con la Festa delle Propaggini. L’immancabi-le appuntamento della tradizione che segna ufficialmente l’inizio di uno dei carnevali più lunghi d’Europa, un evento che nel 2016 vedrà sfilare la diversità.

«Un tema attuale – esordisce il Presidente della Fondazione Carnevale di Putignano, Giampaolo Loperfido – ampiamente af-frontato in diversi contesti, anche in quello religioso. La diversità vista come ossimoro dell’esistenza, come valore, risorsa, diritto. La diversità come ricchezza e non come paura.

Spesso si ha timore del diverso, finché non lo si conosce, e in un mondo cosmopolita come quello attuale è importante appren-dere e arricchirsi dal prossimo: il vicino di casa, il compagno di lavoro, l’immigrato, chi professa un’altra religione, chiunque abbia un modus vivendi diverso dal nostro. Mol-ti ne parlano, della diversità, noi vogliamo raccontarla e metterla in scena attraverso la Maschera».

Il Carnevale e la diversitàLa maschera e la diversità. Sono questi i leitmotiv del 622esimo appuntamento pu-

tignanese. «Il Carnevale che si manifesta sotto l’egida di un travestimento è difformi-tà – racconta Loperfido – spesso s’indossa una “finta faccia” per diventare altro o altri, assumere varie e nuove personalità, appa-rire differenti ai nostri occhi e a quelli degli altri.

Mi auguro che in tanti vengano a questo grande evento con la maschera, che di-smettano quella che utilizzano abitualmen-te, indossino quella carnascialesca che più rappresenti una parte del proprio essere e si lascino coinvolgere dalla nostra manife-stazione».

Il Carnevale fra tradizioni e novitàStesso format, consolidato negli anni, per l’appuntamento che vedrà affiancare la tra-dizione alla novità. «Confermati i big event del giovedì e tutti i riti dalle Propaggini alla Festa dell’Orso, l’Estrema Unzione, il Fune-rale del Carnevale e la Campana dei Mac-cheroni.

Tra le novità il Carnevale Possibile, che por-terà a Putignano grandi autori della lette-ratura contemporanea. Un connubio con il Libro Possibile interessante anche nell’otti-ca della destagionalizzazione del Carnevale. Un Carnevale che quest’anno è cortissimo ma si prospetta imperdibile».

Il oriandolo Ccarnevalediputignano.it

Carnevale di PutignanoRide bene chi ride sempre! 24-30 gennaio, 7-9 febbraio 2016

Il settimanale di informazione del Carnevale

n.1, anno I - dicembre 2015Fondazione Carnevale di Putignano - realizzazione: Never Before Italia

Benvenuto Carnevale!

Il tema 2016

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Li vedremo sfilare il 24 e 30 gennaio e il 7 e 9 febbraio 2016. Sono i carri allego-

rici che animeranno il Car-nevale di Putignano. Sette «giganti di cartapesta» ispi-rati al tema della diversità, che ha stimolato la creatività dei maestri cartapestai.

I migranti, la paura dello stra-niero, il contrasto con la so-cietà moderna, la ricerca di Dio e il modo di comunicare attraverso la tecnologia, ma anche riferimenti alla cultura cinematografica e letteraria. Sono questi alcuni dei temi che le sapienti mani dei nostri artigiani della cartapesta tra-sformeranno in opere d’arte.

NON TUTTI I GULLIVER VENGONO PER NUOCERE Associazione cArteinregola

Nel 1726 Swift scrive le avven-ture di Gulliver, il gigante nau-

frago e spiaggiato a Lilliput, oggetto di sospetto e disprez-zo dei minuscoli abitanti che lo legano per renderlo inoffensi-vo. A distanza di tre secoli la diversità è ancora imbavagliata e la paura che genera assopita in comportamenti che ledono la libertà e i diritti dell’indivi-duo. Può una società coltivare la preziosa pianta dell’apertura esistenziale? Non tutti i Gulli-ver vengono per nuocere!

MISERIA E NOBILTÀ (‘A LIVELLA)Associazione ArcasFranco Giotta

La diversità, che da sempre di-vide la nostra società in caste di ricchi e poveri, ha ispirato Totò nella scrittura della poesia ‘A livella e il carro allegorico.Totò ha in una mano una livella con il marchese e il netturbi-no, nell’altra la nuvola nera di Fantozzi, uomo privo di abilità e fortuna. Tre fantasmi sono

gli eventi del passato e quelli che opprimono il presente. Il destino dell’uomo sembra se-gnato: stesso DNA può dar vita a personalità diverse. All’estre-mo appuntamento, però, sia-mo tutti uguali.

SENZA IDENTITÀ (IL VENTO A VOLTE VIENE DA SUD)Associazione La Maschera

In un momento in cui le dispa-rità alimentano l’insofferenza incombe la presenza dello psi-copompo, guida delle anime alla ricerca di un passaggio verso il regno dei morti. In balia delle onde, meste fi-gure si lasciano guidare ver-so l’ignoto, col cuore colmo di speranza e disperazione. L’octopus risale da un mondo scuro ricordando la fatalità del destino dei naviganti, ma forse non tutto è perduto. Dove c’è paura, dolore e povertà può esserci speranza e arricchi-mento.

UNA PER TUTTI,TUTTI IN UNAAssociazione Carta…Pestando – Gruppo N.G.M.

I ragni utilizzano la rete per sopravvivere, gli uomini utiliz-zano la rete di Internet per co-municare in modo sempre più frenetico, quasi fosse un’e-sigenza vitale. Questo, però, potrebbe rivelarsi una trappola per tutti. Nessuno potrà scap-pare e diventerà preda di un grande ragno cibernetico che annullerà l’intelligenza umana. Riuscirà l’uomo a non essere preda di questa rete?

UN SOLO DIOAssociazione Carta & Colore

Cos’è la diversità religiosa? Ognuno ha il proprio Dio, i propri Dei. E se tutto fosse solo una declinazione delle ance-strali paure o speranze dell’uo-mo? L’opera invita a riflettere sul clima di incertezza che ha pervaso la quotidianità e che ci impone di ampliare il nostro punto di vista. Dallo scenario di guerra, con l’apice nel grande guerriero africano pronto alla battaglia, si passa al grande sole che so-vrasta tutto e tutti nel quale due mani diverse si uniscono.

LA RAZZA UMANAAssociazione Conlemani

La diversità, quella che alber-ga nell’animo degli individui, è quella rappresentata nell’ope-ra. Un unico pupo centrale si scinde in due personalità: Charlie Chaplin e Hitler. Due uomini simili di aspetto che si sono resi artefici di azioni op-poste, dando all’umanità l’uno gioia e positività, l’altro dolo-re e distruzione, rappresentati nelle rispettive metà del carro.

NELL’EMERGENZA NON C’È DIFFERENZA…?!Associazione «Falsabuco»Tradizione e Innovazione

Un peschereccio malanda-to trasporta «il diverso»: uno scafista simbolo del traffico di esseri umani, una donna di colore che allatta una bambi-na di pelle chiara, una donna bianca che porta in braccio un bambino indiano e un uomo di colore con un piccolo sal-vagente. Uno scenario che porta a chiedersi: solo nelle si-tuazioni d’emergenza non c’è differenza o la solidarietà deve avere sempre priorità?

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Qualcosa di bizzarro accadrà sa-bato 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, a Putignano.

L’occasione è la Festa delle Propaggini che dà il via alla 622esima edizione del Carnevale più lungo d’Europa. Per qualche ora, personaggi e vicissi-tudini della vita paesana, come la tradi-zione comanda, saranno al centro della performance satirica che si svolgerà ri-gorosamente in vernacolo. Così allegre bande di finti campagnoli riempiranno la scena. Sono i cosiddetti propaggi-nanti, i protagonisti dello spettacolo. E anche quest’anno, si esibiranno sul

palco di Piazza Plebiscito per chiandà u ceppòne, simbolo della festa.L’usanza affonda le radici in un passato remoto. Era il 1394, si racconta. Dei con-tadini, impegnati nei campi a piantare le viti con la tecnica delle «propaggini», ab-bandonavano il lavoro per osannare l’arri-vo delle reliquie di Santo Stefano. La festa, archetipo del Carnevale di Pu-tignano, sarebbe nata così, in questo clima di baldoria corale. Con il tempo

però assume una connotazione sempre più pagana: il sacro e il profano si fon-dono e confondono in un evento che è una pacifica sfida a suon di satira.E torniamo al presente, largo ai pro-pagginanti dell’edizione 2015. Sono sei i gruppi che sabato, a partire dalle 15.45, si alterneranno sul palco della piazza cittadina: «Gruppo D’Elia», «Giugno ’87», «La Zizzania», «Amici di Argo», «A cumpagnèie d’i uagnoun» e «Il volto e la maschera» . Pina Laera, giornalista putignanese, condurrà l’evento.Nel cuore del borgo antico, quindi, per qualche ora, insoliti poeti daranno an-

cora una volta voce alla tradizione con tanto di maschera-ta villereccia ed ec-cessi propiziatori. Gli amministratori locali, l’élite e i misfatti di-venteranno uno spet-tacolo di piazza. E ov-viamente, nel segno del ceppòne (la pianta della vite oppure il suo ramo) come accade ogni anno, a mo’ di «inno alla vita», non mancheranno le al-

lusioni alla sfera sessuale. Al termine delle esibizioni, un’attenta giuria stilerà una classifica di merito e proclamerà un solo vincitore. 

Festa delle Propaggini 2015,i gruppi in concorso

Il «Gruppo D’Elia» è composto da Ma-rio D’Elia, Alessandra D’Elia, Mino Bar-

letta, Antonella Campanella, Francesco Mastrangelo, Pepe Laterza, Stefano Va-lentini, Camilla Valentini, Giovannino Barletta, Davide Torrente e Franco Ci-stulli. Fanno seriamente ridere dal 2003. Il gruppo, capitanato da Mario D’Elia, si aggiudica il primo posto della classifi-ca de Le Propaggini nelle edizioni 2001, 2008, 2010, 2011, 2012 e 2014.

Il gruppo «Giugno ’87» è composto da Franco Sportelli, Piero Nardelli, Lu-igi De Lucia, Matteo Coppi, Francesco Genco, Ivan Delfine, Max Sportelli, Piero Santoro e Giangiuseppe «Pnzir». Arriva da lontano, dal 1987, il gruppo capitanato da Franco Sportelli. Da allo-ra, fino al 1998 sono stati una costante delle Propaggini. Poi una lunga assenza sino al 2010. Nel 2013 il primo posto è spettato a loro.

Il gruppo «La Zizzania» è composto da Sergio Castellana, Stefano Sportelli, Emilio Chiafele, Gianni Dalena, Massimo Di Ianni, Angelo Intini, Rosanna Ignazzi, Giuseppe Romanazzi, Marco Giannuzzi e Lorenzo Loliva. È nato nel 1990 e ha assunto la denominazione de «La Ziz-zania» nel 1997, dopo la costituzione dell’omonima associazione culturale. Nel tempo, la formazione del gruppo si è rinnovata più volte ma quella attuale è davvero rodata: sono insieme da più di dieci anni.

Il gruppo «Amici di Argo» è composto da Cesario Frittoli detto Rino, Giuseppe Lippolis, Stefano Florio, Luigi Campa-nella, Gianpaolo Lippolis, Giuseppe Mi-rizzi, Nico Campanella e dagli allievi del Laboratorio Musicale Pugliese di Vito

Laterza. Espressione dell’omonima as-sociazione culturale, tornano a esibirsi sul palco de La Festa delle Propaggini con una squadra rinnovata ma la voglia di fare bene è la stessa.

Il gruppo «A cumpagnèie d’i ua-gnoun» è composto da Massimo D’Elia, Jordy Chiafele, Marco Laterza, Vincenzo Marzullo, Giuseppe Sportelli, Fabio D’Elia, Jordan Mignozzi, Pasquale Giotta e Samuele Calicchio. Spensiera-tezza, freschezza e giovinezza d’animo sono parole in rima che raccontano di questo gruppo pronto a far bene in questa edizione.

Il gruppo «Il volto e la maschera» è composto da Pierpaolo Tateo, Nicola Sabatelli, Francesco Ricchi, Dino Parrot-ta, Domenico Romazzi, Rosita Giotta, Gianluca Mezzapesa, Piergianni Gem-mati, Gianni D’Elia e Vito D’Elia. Tante, tantissime idee nuove con un occhio fisso alla tradizione. La compagnia «Il volto e la maschera», nata nel 2007, ha tanta voglia di essere tra i protagonisti della serata.

Festa delle Propaggini 2015, il tempo di chiandà u ceppòne

Largo alle voci della tradizione, largo ai propagginanti!

A chiandà u

CEPPÒNE ?FEsta dELLE ProPaggiNi 2015

La sfida tra le voci della tradizione

Piazza Plebiscito, Putignano 26 dicembre 2015, ore 15.30

il Carnevale

più lungo

d’Europa

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sappi che non sei solo. 500 milioni di persone nel mondo ne sof-

anche sulla sfera psicologica. Il calo uditivo, infatti,

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«I vogghie chiandà nu ceppòne de prematèie pe fa cundénd a patrona Maréie: moun’ a stu paese stame cundintca teneime Sand Stéfene tòtt d’argint,u presedénd addavìere ch’è n’omm’ attiveca pigghèie chéda bèll ineziateive,feisce nu manefèst p’ u cuntrebbute i tòt i putignaneis’ òne respennute».

«Io voglio piantare un ceppone primaticcio / per fare contenta padrona Maria: / ora in questo paese siamo contenti / perché teniamo Santo Stefano tutto d’argento, / il presidente davvero è un uomo attivo / che prese quella bella iniziativa, / fece un manifesto per il contributo / e tutti i putignanesi hanno risposto.»

«N’at’ a scusà c’ì scioute turt qualchi ceppòne,se tratt de mandenà a tradeziòne;preime ca qualcoune ne chiame seccandve salutam’ a tòtt quand. Stacch i rétein’ i allind a martellineca sciame sénza lambare sott o traine!Sunate musecand i fascét’ armunèie,ve salout’ a nome d’a cumbagnèie».

«Ci dovete scusare se è andato storto qualche ceppone, /si tratta di mantenere la tradizione; /prima che qualcuno ci chiami seccanti / vi salutiamo tutti quanti. / Stacca le redini ed allenta il freno / che andiamo senza lampada sotto il carro! / Suonate musicati e fate allegria, / vi saluto tutti a nome della compagnia.»

Questa rubrica realizza un filo diretto con il passato, tanto remoto quanto recente. In essa rivive, dunque, la tradizione carnascialesca, un patrimonio culturale da valorizzare e trasmettere.

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Sciàlame, (Pietro Campanella), noto propaginantein Vincenzo M. Spera, Il sarmento e l’edera. Metamorfosi di un carnevale contadino, Gramma edizioni 2004.