Il nucleare nel mondo al 10/3/2011: ed ora dopo Fukushima? · 2018-11-15 · 10/3/2011. 5)...
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2011
Il nucleare nel mondo al 10/3/2011: ed
ora dopo Fukushima?
Alessandro Clerici
Presidente gruppo di lavoro Internazionale del WEC
“Risorse Energetiche e tecnologie”
Presidente Onorario FAST
NetPoleis – FAST
Bergamo 6 maggio 2011
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1) Premessa: l‟energia una visione globale.
2) La nascita e lo sviluppo negli anni del nucleare e la
situazione al 10/3/2011.
3) Le centrali esistenti, l‟estensione della loro vita e l‟aumento
della loro potenza ed il loro costo di produzione del kWh.
4) Le nuove centrali nucleari, loro costi e programmi al
10/3/2011.
5) L‟uranio, la sua disponibilità e i suoi costi.
6) Opinione pubblica al 10/3/2011– Scorie.
7) I costi di produzione del kWh nucleare comparato ad altre
alternative.
8) Considerazioni finali sul dopo Fukushima e “l‟Italia ed il
nucleare”.
Indice
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Terminologia
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1 TEP = tonnellata equivalente petrolio (~ 15.000 km con
auto).
1 MTEP = 1 mega TEP = 1 milione di TEP
Italia consuma ~ 185 MTEP di risorse energetiche all‟anno.
1 kWh = chilowattora (consumo in 10 ore di 1 lampadina da
100 W elettrici – una famiglia media consuma 2800 kWh/anno)
1 MWh = 1 Megawattora = 106 = 1 milione Wh
1 MWh = 1 Megawattora = 1.000 kWh
1 GWh = 1 Gigawattora = 106 (1 milione) kWh
1 TWh = 1 Terwattora = 109 (1 miliardo) kWh
Italia consuma ~ 320 TWh di energia elettrica all‟anno
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POTENZA = ENERGIA
Capacità di produrre Lavoro potenziale
lavoro nell‟unità di tempo o prodotto
CONFONDERE POTENZA CON ENERGIA
E’ COME CONFONDERE
con
Italia ha ~ 100.000 MW di centrali elettriche già installate.
Il picco di consumo è di ~ 55.000 MW di giorno e di notte la metà.
1 kW = 1.000 Watt 1 MW = 1 milione Watt 1 GW = 1 miliardo Watt
(in casa potenza di picco ~ 3 kW)
VELOCITA‟
km/h
SPAZIO PERCORSO
km
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1) Premessa
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L‟energia è sempre più importante per lo sviluppo
socio-economico dell‟umanità.
Popolazione mondiale 6,7 miliardi (300.000
nati/giorno). Negli ultimi 10 anni:
popolazione +12%; energia primaria +20%; elettricità +30%
1,6 miliardi di persone senza elettricità che è sempre
più importante: assorbirà nel 2030 il 44% delle risorse
energetiche ed è già ora la causa del 40% della
produzione di CO2 da attività umane (che
contribuiscono però per meno del 5% alla totale CO2
nell‟atmosfera).
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Electricity demand
Primary energy demandCO2 emissions
World population
2007 2020 2030
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Primary energy demandCO2 emissions
World population
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Primary energy demandCO2 emissions
World population
2007 2020 2030
Elaborazioni da IEA
I trends mondiali
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In Cina nel periodo 2006 – 2010 sono stati messi in
servizio ~ 300 MW/giorno di nuove centrali (100
GW/anno pari alla totale potenza installata in Italia in
130 anni) delle quali l‟80% a carbone; le emissioni
annuali di CO2 da solo queste centrali sono 2,2 Gt.
L‟Europa dei 27 emette globalmente 4 Gt di CO2/anno
(14%). Il target Europeo del 20% di riduzione nel 2020
è meno del 2% delle totali emissioni previste nel 2020.
PROBLEMA ENERGIA / AMBIENTE E’ GLOBALE
TUTTI DEVONO CONTRIBUIRE
TUTTE LE TECNOLOGIE DEVONO ESSERE
CONSIDERATE
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La domanda a livello mondiale aumenterà del 45% tra oggi ed il 2030 – un tasso medio di aumento dell’ 1.6%/anno – dove il carbone incide ben oltre un terzo dell’incremento totale
La richiesta mondiale di energia primaria nello
scenario di riferimento
2008: ~12.000 MTEP
0
2 000
4 000
6 000
8 000
10 000
12 000
14 000
16 000
18 000
1980 1990 2000 2010 2020 2030
MTo
e
IEA 2009 World Energy Outlook
Altre rinnovabili
Idroelettrico
NucleareBiomasse
Gas
Carbone
Petrolio
2008
0,4%
1,8%
6,5%
10%
21%
26,3%
34%
81,3%
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Fossil Fuels
Based on present proven resources (R) and actual production (P):
• oil R/P ~ 40 years
• gas R/P ~ 60 years
• coal R/P ~ 200 years
But resources for potential unconventional oil from:
• oil shale (80% in USA)
• natural bitumen (60% in Canada)
• extra heavy oil (95% Venezuela)
are large and economic for stable oil prices above 80 US$/bbl.
The “boom” of shale gas in North America; possible global
resources 4 times those of conventional gas have caused a
turmoil in the energy arena.
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Grandi differenze nell’energia primaria pro-capite
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1
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3
4
5
6
7
8
TOE per capita
Billion people
Elaborazione ENERDATA
1.50
1.25
1
0.75
0.50
0.25
0
World population 6.7 billionN. America
Australasia
CSI Europe
Middle East
E&SE
Asia
Latin
America
Africa
South
Asia
World
OECD
Europe
27
2.1
Billion peopleTOE per capita / anno
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Grandi differenze nell’energia elettrica pro-capite
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0.25
00
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6
8
10
12
14
16
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MWh per capita
Billion people
World population 6.7 billion
N. America
Australasia
CSI
Europe
Middle East
E&SE
Asia
Latin
AmericaAfrica
South
Asia
World
OECDEurope
27
MWh / anno
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Consumi elettrici pro-capite
L‟Africa, con il 14% della popolazione mondiale,
consuma solo il 3% dell‟elettricità globale.
Il Sud Africa ha solo il 5% della popolazione
africana, ma consuma il 45% della totale
elettricità dell‟Africa.
Escludendo i paesi del Nord Africa ed il Sud
Africa, la principale fonte energetica per il resto
della popolazione è il legname (> 85%)!
Fonte: ENERDATA, World Energy Database, elaborazione WEC
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• Africa by far the continent with the largest population growth:
1.5 billion people in 2030 with respect to present 1 billion
• ME and S. Asia + SE Asia and FE around 60% of world population
Popolazione mondiale
COUNTRIES GROUPS
Population
2008
million
Population
2030
million
North America 341 410
Latin America 576 690
Western Europe 480 515
Eastern Europe 398 381
Africa 975 1,524
Middle East and South Asia 1,765 2,354
South East Asia and the Pacific 417 495
Far East 1,752 1,925
World Total 6,704 8,294
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I 5 maggiori produttori nel mondo di CO2 derivante
da fonte energetica nello scenario di riferimento
2007 2020
Gt rank Gt rank
Cina 6.1 1 10.0 1
USA 5.8 2 5.8 2
EU27 4.0 3 3.9 3
Russia 1.6 4 1.9 5
India 1.3 5 2.2 4
I principali 5 emittori contribuiscono per il 70% delle emissioni a livello mondiale
IEA 2009 World Energy Outlook
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2) La nascita e lo sviluppo negli anni del
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La prima centrale nucleare mondiale da 5 MW è entrata in
servizio in Russia nel 1954, seguita nel 1956 dal reattore da 60
MW di Calder Hall in Inghilterra e nel 1957 dai 60 MW a
Shippingport negli Stati Uniti.
3 grandi periodi di sviluppo:
● dal 1954 al 1975: si è passati da 0 GW a 75 GW (media di circa
3.500 MW all‟anno di nuova potenza entrata in servizio);
● dal 1976 al 1988, periodo di grande espansione del nucleare, si è
passati da 75 GW a 300 GW (media di 17.000 MW all‟anno di
nuova potenza nucleare con picchi di 35.000 MW/anno);
● dal 1989 al 2010: si è passati da 300 GW a 374 GW (+24% con
circa 3.500 MW all‟anno di nuova potenza disponibile sia con nuovi
impianti sia con “up - grading” di impianti esistenti). Incremento del
54% di energia prodotta.
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Nel terzo periodo, l‟incremento da nuove centrali è
avvenuto fondamentalmente in Asia.
Nel terzo periodo, pur in presenza di una
sostanziale saturazione della potenza disponibile, si
è avuto un continuo notevole incremento
dell‟energia prodotta; ciò è dovuto ad una
progressiva diminuzione dell‟indisponibilità delle
centrali (inferiore al 5% in US).
Ciò dimostra come le centrali nucleari in esercizio
appartengano ad una tecnologia affidabile dal
punto di vista della produzione di elettricità.
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Uranio
nel 2009
N. unitàTotale
MW(e)N. unità
Totale
MW(e)TWh % totale ton
USA 104 100.747 1 1.165 809,00 20.17 18.867
Francia 58 63.130 1 1.600 418,03 75.17 10.569
Giappone 54 46.821 2 2.650 240,05 28.89 8.388
Russia 32 22.693 11 9.153 152,01 17.82 3.537
Germania 17 20.490 0 0 140,09 26.12 3.398
Corea del Sud 21 18.698 5 5.560 144,03 34.79 3.444
Ucraina 15 13.107 2 1.900 84,03 48.59 1.977
Canada 18 12.569 0 0 88,06 14.83 1.670
Gran Bretagna 19 10.137 0 0 52,05 17.92 2.059
Cina 13 10.058 27 27.230 65,03 1.89 2.010
Svezia 10 9.298 0 0 61,03 37.40 1.395
Spagna 8 7.514 0 0 56,04 17.49 1.383
Belgio 7 5.926 0 0 43,04 51.65 1.002
Taiwan 6 4.982 2 2.600 39,30 20.70 831
India 20 4.391 5 3.564 13,02 2.16 961
Repubblica Ceca 6 3.678 0 0 25,00 33.77 610
Svizzera 5 3.263 0 0 26,03 39.50 531
Finlandia 4 2.716 1 1.600 22,00 32.87 446
Bulgaria 2 1.906 2 1.906 14,07 35.90 260
Ungheria 4 1.889 0 0 14,00 42.98 274
Sud Africa 2 1.800 0 0 12,07 4.84 303
Brasile 2 1.884 1 1245 14,00 2.93 308
Slovacchia 4 1.816 2 782 15,05 53.50 251
Messico 2 1.300 0 0 9,04 4.80 242
Romania 2 1.300 0 0 7,01 20.62 174
Argentina 2 935 1 692 6,08 6.95 122
Slovenia 1 666 0 0 6,00 37.80 137
Olanda 1 487 0 0 3,09 3.70 97
Pakistan 2 425 1 300 1,07 2.74 65
Armenia 1 375 0 0 2,03 44.95 51
Iran 0 0 1 915 0,00 0.00 143
TOTALE 442 375.001 65 62.862 2.581,35 65.505 (*)
(*) ~ 25 tU/TWh = 29,5 t U3O8/TWh (1) + 4 reattori in riabilitazione per 2.530 MW
Nazione
Impianti in
esercizio (1)
Impianti in
costruzione
Energia elettrica da
nucleare
nel 2009
Reattori nucleari in servizio o in costruzione nel mondo al 10/03/2011
Elaborazione di A. Clerici su fonte IAEA
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N. MW N. MW
Europa 195 170.016 19 16.941
Nord America 124 114.616 1 1.165
Asia 117 85.750 43 42.819
Sud America 4 2.819 2 1.937
Africa 2 1.800 0 0
TOTALE 442 375.001 65 62.862
Reattori in servizio o in costruzione per continente al 10/03/2011
In esercizio (1) In costruzione (2)
Elaborazione A. Clerici su fonte IAEA
(1) Per la maggior parte dei reattori in esercizio estensione della vita di circa 20 anni.
(2) Principali paesi con reattori in costruzione: Cina n° 27 reattori – Russia 11 – India 5 – Sud Corea 5 – n° 2
reattori per Giappone, Slovakia, Bulgaria, Taiwan, Ukraina e n° 1 reattore per Argentina, Brasile, Finlandia,
Francia, Iran, Pakistan, USA.
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I primi 10 paesi per entità del nucleare installato
producono oltre l‟85% della totale energia nucleare
generata annualmente (circa 2.600 TWh pari a ~14%
della energia elettrica globale prodotta a livello
mondiale da tutte le fonti primarie).
Gli Stati Uniti sono la nazione con il massimo numero
di reattori (104) e la massima potenza installata (100,7
GW) seguiti dalla Francia (58 reattori per totali 63 GW)
la quale ha il 75% di energia elettrica dal nucleare.
I due paesi, Stati Uniti e Francia, producono oltre il
47% dell‟energia nucleare mondiale.
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3) Le centrali esistenti, l‟estensione della loro
vita e l‟aumento della loro potenza ed il
loro costo di produzione del kWh
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Fonte: IAEA – 31/1/2011
7,5%
20%
65%
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Operational Reactors by Type(updated on 2011/04/20)
Source: IAEA
(22.5%)
(66%)
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Under Construction Reactors by Type(updated on 2011/04/20)
Source: IAEA
(8.5%)
(85%)
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Le centrali nucleari esistenti sono state per la
massima parte autorizzate originariamente per un
funzionamento fino a 40 anni. Sulla base delle
periodiche verifiche di sicurezza è stato appurato che
per la maggior parte di esse si potrebbe estendere la
vita utile fino a 50 / 60 anni.
A livello mondiale, l‟80% dei reattori ha più di 20 anni
di vita ed il 35% più di 30; la situazione è tuttavia
molto differente nelle varie aree geografiche e le 2 più
critiche per “vecchiaia” delle centrali sono Europa
Occidentale e Nord America.
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In Europa e in Nord America, risultando ammortate la quasi
totalità delle centrali in funzione, il costo di produzione si
riduce ai costi di:
• O&M (Operation and Maintenance) + Assicurazioni 4 - 7 €/MWh
• Combustibile 3,7 - 9 €/MWh (con uranio da 75 a 300 $/kg)
• “decommissioning” e management delle scorie (2 - 4 €/MWh)
Il costo è inferiore ai 20 €/MWh e quindi altamente
competitivo (prezzo medio ora di Borsa Elettrica in Italia
60 - 70 €/MWh)
Un‟estensione della vita delle centrali nucleari, previi adeguati
controlli, sarebbe un fattore di stabilità per i prezzi
dell‟energia elettrica, per la sicurezza degli
approvvigionamenti e porterebbe sostanziali contributi
(difficilmente sostituibili) alla riduzione delle emissioni.
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Negli Stati Uniti 65 reattori hanno già avuto l‟estensione a
60 anni (3 nei giorni passati); oltre l‟85% dei reattori
saranno operanti per altri 20 anni rispetto alle iniziali
licenze.
Per l‟Europa sono state definite o in definizione estensione
della vita delle centrali in Francia, Olanda, Finlandia,
Bulgaria, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Svezia e
Svizzera.
In Belgio e Spagna la situazione non è definita a livello
generale ma è già stata decisa l‟estensione della vita delle
prime centrali.
In Germania, era stata modificata la legge precedente e
decisa l‟estensione della vita dei reattori al di là del 2021
prima previsto. Ma per Fukushima ora sospesa
l‟estensione della vita e chiuse le 7 centrali più vecchie
entrate in servizio prima del 1980.
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4) Le nuove centrali nucleari, loro costi e
programmi al 10/3/2011
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Occorre notare che il possibile ricorso all‟energia
nucleare e il suo tasso di penetrazione dipenderà da
quattro principali fattori:
1. l‟impatto della non proliferazione e della sicurezza
endogena ed esogena delle centrali e del ciclo del
combustibile, e l‟accettabilità da parte del pubblico.
2. la risposta ai problemi ambientali (tasse CO2);
3. la sua economicità rispetto ad altre alternative,
internalizzando nei costi di ogni alternativa sia gli impatti
ambientali sia i costi indiretti sul globale sistema elettrico
di generazione e trasmissione, sia i costi di mancata
sicurezza di approvvigionamento;
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La tecnologia che sta imponendosi sul mercato
delle centrali nucleari è quella dei nuovi reattori
(3 generazione) di “larga taglia” (potenza
elettrica per reattore superiore ai 1.000 MW
elettrici).
Tale tecnologia permette di ottenere riduzioni
del costo dell‟investimento al kW e dei costi di
O&M per kWh prodotto (effetto scala).
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I principali reattori disponibili sul mercato sono:
• PWR (pressurized water): EPR di Areva ~ 1.650 MW,
AP 1.000 ~ 1.150 MW Toshiba W e V V ER ~ 1.000 o
1.200 MW di Rosatom Russia.
• BWR (boiling water): ABWR (~ 1.400 MW) di GE -
Hitachi e ora anche Toshiba; ESBWR 1.550 MW di GE
– Hitachi; SWR di Areva ~ 1.000 – 1.200 MW.
• PHWR: Candu di 700 – 1.000 MW
Mitsubishi ha proposto in USA l‟APWR di 1.700 MW
(evoluzione di tecnologia W); Sud Corea ha l‟AP
1.400 (8 unità in Corea e 4 negli Emirati sono in
costruzione e derivati da tecnologia CE).
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Tali reattori hanno una vita progettata per 60
anni, una disponibilità superiore al 90%,
rifornimento del combustibile e management del
“core” ogni 15 - 24 mesi; a tali caratteristiche si
aggiunge una bassissima probabilità di danni al
“core” che in ogni caso non producono
conseguenze esterne e la capacità di resistere
all‟impatto di un grosso aereo.
Se definite tutte le autorizzazioni e procedure, i
tempi di costruzione (dal getto iniziale di
calcestruzzo alla connessione alla rete) sono di
circa 4 - 6 anni (4 per Cina).
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Per quanto riguarda il costo di nuove centrali
nucleari (il cosiddetto “overnight cost” = OVN,
corrispondente alla somma dei valori dei
possibili vari contratti per la realizzazione
della centrale esclusi gli oneri finanziari)
dipende:
• dai costi locali;
• dal numero di unità per ogni sito;
• dal numero totale di centrali ordinate.
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A causa dell‟escalation dei prezzi delle materie prime e
delle esperienze iniziali i prezzi ad oggi noti sono ben
superiori ai 2000 €/kW iniziali(senza oneri finanziari) relativi
ai progetti Francese (Flamanville) e Finlandese (Olkiluoto
3), entrambi con 1 nuovo reattore EPR per sito e con altri 2
reattori già in funzione. EdF ha comunicato che i costi di
Flamanville superano i 2500 €/kW.
Le analisi in corso in Finlandia da parte di 3 gruppi di
investitori che stanno proponendo la 6 centrale nucleare,
ed in parte confermate da indiscrezioni sugli ultimi ordini
negli Stati Uniti (ordini in parte ritardati per la caduta della
domanda di elettricità e per il crollo del prezzo del gas con
l‟esplosione dello “Shale gas”), portano a valori anche oltre
i 3.000 €/kW ed intorno ai 3500 €/kW (senza oneri
finanziari) per reattori in un nuovo sito.
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Essendo le centrali nucleari “capital intensive”,
chiaramente la quota del costo del kWh prodotto
relativa all‟investimento risulta la preponderante.
Tale quota è influenzata fortemente dall‟entità e
dal costo del denaro ottenuto in prestito e dal
valore dell‟Internal Rate of Return (IRR) che
l‟investitore vuole avere; costo del denaro ed IRR
sono influenzati fondamentalmente da rischi di
mercato, rischi di cambio legislazione, rischi
tecnologici.
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Con tale schema e con i rischi sopra citati
praticamente nulli, i finlandesi sono riusciti ad
ottenere dalle banche prestiti fino a 40 anni ad un
tasso intorno al 5% e per una quota fino all‟80% del
valore totale della centrale. Ciò porta a ~23 €/MWh il
costo attribuibile all‟investimento anche con un costo
di impianto di ~3.000 €/kW (+ 50% rispetto a costo
previsto inizialmente per Olkiluoto 3).
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Le conclusioni del WEC per future centrali in Europadanno un costo del kWh, esclusa la quota di capitale:
• O&M (~ 6 - 9 €/MWh)
• Combustibile prima della produzione di elettricità (4,5 -9 €/MWh con uranio da 75 a 300 $/kg)
• “Fuel cycle” (waste management temporaneo +riprocessamento + accantonamenti per il depositofinale): 1 - 4 €/MWh;
• Decommissioning (con costi differiti di almeno 60 anni,non contribuisce sostanzialmente al costo totale delkWh anche se il costo effettivo di decommissioning havalori alti fino ed oltre 1.000 $/kW in funzione del tipoe dimensione della centrale): costo previsto è 0,5 -1€/MWh.
In totale 11,5 - 23 €/MWh
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Il totale costo di produzione includendo gli oneri di
capitale, O&M, combustibile e suo ciclo (incluso
“cimitero finale”) e decommissioning risulta:
● per ordine di un solo reattore,
40-45 €/MWh e nel solo caso dell‟approccio
Finlandese
60-75 €/MWh per IRR più elevata
● per ordini di più centrali con più unità per sito,
tra 50 e 60 €/MWh.
Per un confronto con i costi di produzione da altre
tecnologie si rimanda a dopo.
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Reattori pianificati e addizionali proposti nel
mondo al 10/3/2011
In 47 paesi:
• Pianificati: 142 reattori per 153.000 MW previsti in
esercizio entro 8 – 10 anni.
• In considerazione: 315 reattori per 315.000 MW
previsti in esercizio tra 15 anni.
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La Cina prevedeva in servizio per il 2030 circa 180.000
MW di nucleare, l‟India 21.000 MW nel 2020 e 63.000
nel 2030, il Giappone aveva confermato di mantenere
anche oltre il 2030 una quota del nucleare fra il 30 e
40% con 13 nuovi reattori pianificati, la Corea del Sud
ha in programma altri 8000 MW oltre agli attuali 8000
MW in costruzione. Negli Stati Uniti l‟Energy Act del
2005 del Governo Bush ha portato a richieste
d‟interesse e/o di autorizzazione per 33 reattori per
45.000 MW ed il Governo di Obama ha fornito le prime
garanzie di credito per 2 reattori che dovrebbero
entrare in servizio nel 2016. A fine 2009 erano presenti
16 richieste di licenze per totali 24 reattori. Lo “shale
gas” e la crisi nella domanda stanno cambiando gli
scenari con ritardi per il nucleare.
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Per quanto riguarda l‟Europa, la Russia ha in programma
40.000 MW di nuove centrali da qui al 2030, l‟Inghilterra
vedeva 4 reattori EPR per 6400 MW proposti da EdF che
si aggiungono a quelli da 6000 MW della joint venture
EON-RWE nota come “Horizon Nuclear Power” ed ai
3.600 MW proposti da Iberdrola con GdF. La Lituania in
collaborazione con Estonia, Lettonia e Polonia sta
esaminando la realizzazione di 2 reattori da 1.600 MW e
la Romania sta definendo la realizzazione dei Gruppi 3 e
4 di Cernovada da 700 MW ciascuno. In Bulgaria è in
fase di riesame l‟assetto societario per 2 reattori da 1.000
MW e la Repubblica Ceca ha iniziato le procedure per 2
nuove centrali mentre la Repubblica Slovacca ha in
programma di completare per il 2013 con ENEL 2 reattori
da 400 MW ciascuno. La Svizzera aveva in esame 3
nuovi reattori e la Slovenia 1.
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2011 Fonte: F. Carré - CEA
In Francia è ufficialmente ancora valido il programma
della annessa figura anche se ci sono dubbi relativi al
reattore EPR.
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E‟ interessante notare come gli Emirati Arabi, purcon enormi risorse di idrocarburi, abbianorecentemente ordinato ai Sud Coreani 4 reattori da1.400 MW ciascuno. La Turchia ha concluso dapoco un accordo con la Russia per 4 gruppi da1.200 MW ciascuno con un nuovo tipo di contrattoBOO e sta discutendo altri accordi con i Coreani, iGiapponesi ed i Francesi.
Chiaramente specie in Europa occidentaleoccorrerà verificare l‟effetto della crisi finanziaria edeconomica su tali programmi, visto il calo deiconsumi specie industriali e l‟effetto Fukushima.
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5) L‟uranio, la sua disponibilità e i suoi costi
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Il consumo globale mondiale di uranio è ~ 65.000
t/anno; circa il 40% proviene da vari anni dallo
smantellamento di arsenali militari, nel 2010 è stato il
25%;
Ma il prezzo dell‟uranio incide marginalmente sui costi
del kWh nucleare. Passando da 75 a 300 $/kg, il costo
del kWh passa da 45 a 50 €/MWh;
Per il ciclo combinato a gas, passando il petrolio da 40
$/barile a 160, il costo del kWh passa da 55 a 150
€/MWh, includendo i costi di CO2 e certificati verdi
(con 1 € = 1,4 $).
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Uranium production figures 2000 - 2010
Source WNA
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2009-10
Australia 7609 7756 6854 7572 8982 9516 7593 8611 8430 7982 5900 -26% 3
Brazil 50 58 270 310 300 110 190 299 330 345 148 -57%
Canada 10590 12520 11604 10457 11597 11628 9862 9476 9000 10173 9783 -4% 2
China ^ 500 655 730 750 750 750 750 712 769 750 827 10%
Czech Rep. 507 456 465 452 412 408 359 306 263 258 254 -2%
France 320 195 20 9 7 7 0 4 5 8 7 -13%
Germany 28 * 27 * 221 * 104 * 77 * 94 * 65 * 41 * 0 0 0 0%
India ^ 200 230 230 230 230 230 230 270 271 290 400 38%
Kazakhstan 1740 2050 2800 3300 3719 4357 5279 6637 8521 14020 17803 27% 1
Malawi 0 0 0 0 0 0 0 0 0 104 670 544%
Namibia 2714 2239 2233 2036 3038 3147 3077 2879 4366 4626 4496 -3% 4
Niger 2900 2920 3075 3143 3282 3093 3434 3135 3032 3243 4198 29% 5
Pakistan ^ 23 46 38 45 45 45 45 45 45 50 45 -10%
Portugal 10 3 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0%
Romania ^ 50 85 90 90 90 90 90 77 77 75 77 3%
Russia ^ 2500 2500 2900 3150 3200 3431 3400 3413 3521 3564 3562 0%
South Africa 878 873 824 758 755 674 534 539 655 563 583 4%
Spain 251 30 * 37 * 0 0 0 0 0 0 0 0 0%
Ukraine ^ 500 750 800 800 800 800 800 846 800 840 850 1%
USA 1456 1011 883 779 878 1039 1692 1654 1430 1453 1660 14%
Uzbekistan 2350 1962 1860 1589 2016 2300 2270 2320 2338 2429 2400 -1%
Total 35176 36366 35936 35574 40178 41719 39670 41264 43853 50773 53663 6%
Legend:
* from decommissioning
^ UI/WNA estimate
Production (tU)Country or
Area
%
change
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Per quanto riguarda le riserve di Uranio, l‟ultimo Red Book
della IAEA prevede che con le tecnologie di oggi dei reattori
(costruiti ed in costruzione) ci siano 100 anni di vita con gli
attuali consumi e con le riserve accertate di Uranio estraibile
a meno di 130 $/kg; con tutte le riserve convenzionali di
Uranio si salirebbe a 300 anni e considerando riserve non
convenzionali (fosfati) a 700 anni.
Con i reattori della quarta generazione (fast-breeder
reactors), prevedibili in servizio con taglie commerciali tra
circa 30 - 40 anni, i consumi sarebbero ridotti di oltre 50
volte.
Per le risorse identificate i primi 10 paesi contribuiscono per
oltre il 90% e sono: Australia (25%), Kazakistan (18%),
Canada (10%), Stati Uniti (7,6%), Sud Africa (7,6%),
Namibia (6,2%), Brasile (6,1%), Niger (5%), Russia (3,8%)
ed Uzbekistan (2,5%).
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6) Opinione pubblica al 10/3/2011- Scorie
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Con il passare del tempo dall‟effetto Chernobyl, la
percezione del rischio da parte del pubblico era meno
influenzata negli ultimi anni dal problema di gravi incidenti e
più concentrata sul problema delle scorie.
In sondaggi condotti in Svizzera, Slovacchia e Stati Uniti, la
popolazione residente vicino a centrali nucleari era meno
ostile di quella che vive lontano dalle centrali stesse.
Il caso più eclatante di cambiamento di opinione rispetto al
nucleare è quello della Svezia che nel 1980 (6 anni prima di
Cernobyl!) aveva deciso di chiudere tutte le centrali nucleari
entro il 2010. Ora oltre l‟85% della popolazione non vuole
chiudere le centrali ma vuole estenderne la vita e la potenza
disponibile. A seguito dell‟incidente del Giappone,
“sostituiamo le più vecchie con centrali nuove più sicure”.
2 regioni in Svezia si sono contese la localizzazione del
“cimitero” finale delle scorie.
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Relativamente alle scorie ad alta radioattività (SNF =Spent Nuclear Fuel), dopo l‟iniziale stoccaggio pressole centrali, esistono 3 approcci:
• riprocessamento (Francia, Inghilterra, Russia,Giappone);
• temporaneo stoccaggio in siti provvisori in attesa deglisviluppi tecnologici e della scelta di un sito definitivo;
• stoccaggio in un sito definitivo (Canada, Finlandia,Svezia e Stati Uniti).
P.S.: gli Stati Uniti stanno ora pensando al riprocessamentoper ridurre i volumi dei “cimiteri finali”. Hanno aumentatoad 80 anni la possibilità di tenere le scorie in piscinapresso le centrali. Obama ha sospeso i lavori di YuccaMountain.
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Per il diretto stoccaggio di HLW (high level waste –
scorie a lungo decadimento) da SNF (Spent Nuclear
Fuel) occorrono ~ 2 m3 per tonnellata con la
tecnologia svedese di involucri di rame e ~ 0,3 – 0,4
m3 per tonnellata con il processo francese di
vetrificazione.
Per lo stoccaggio con la tecnologia svedese (massimo
dei volumi), il totale volume delle scorie HL prodotte
per 60 anni da eventuali 13.000 MW nucleari in Italia
(tali da dare nel 2030 il 25% - 30% di energia elettrica
dal nucleare) sarebbe inferiore a quello di un cubo di
20m di lato.
Nuove posizioni di alcuni paesi (Russia e Kazakistan)
disposti a fornire combustibile e ritirare le scorie.
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7) I costi di produzione del kWh nucleare
comparato ad altre alternative
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Considerando l‟energia elettrica ed i suoi sistemi
di produzione hanno cicli di vita di molti decenni
(una centrale a carbone 40 anni, una nucleare 60)
i confronti vanno fatti non a livello giornaliero e
schizofrenico in funzione delle variazioni del
prezzo del petrolio, della CO2, ecc.
Occorre considerare per i costi del combustibile e
dalla CO2 una vasta gamma di variazione ed un
range per i costi di investimenti ed ore di utilizzo.
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Il costo del kWh da centrali di base
la Tabella 1 per centrali di base riportasinteticamente i risultati di una serie di analisi dame effettuate con la metodologia WACC(Weighted Average Cost of Capital) che ènormalmente utilizzata anche dagli investitoriitaliani e tiene conto sia del tasso di interesse deldenaro preso a prestito, sia del ritornodell'investimento proprio, sia delle tasse. E' statoconsiderato per il valore base del WACC il 9%,mediamente utilizzato in Italia ad oggi daiprincipali operatori.
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capitale +
tassecombustibile
( )
O&M+
altri ( )
Totale
senza CO2CO2 ( ) Totale
Gas CC 600 - 800 (4500 - 6500) 10 - 19 40 - 110 4 - 6 54 -135 9.5 - 19 63,5 - 154
Carbone 1300 - 1700 (6000 - 7500) 16,5 - 26,5 16 - 48 9 - 13 41,5 - 87,5 19 - 38 60,5 - 125,5
Nucleare 2500(2) - 3500 (7600 - 8000) 36 - 53,5 4,5 - 9 7,5 - 14 (48)(2) 57-76,5 - (48)(2) 57-76,5
CC (S) ( ) 2200 - 2900 (6000 - 7500) 28 - 45 22 - 64 10 - 14 60 - 123 2 - 4 62 - 127
Prezzo medio del kWh da centrali di base offribile con un WACC = 9%
Costo
(€/kW) (1)
Ore annuali di
utilizzo (h)
Costo kWh (€/MWh)
Elaborazioni da A. Clerici
(1) Campo dei costi di un sito produttivo senza oneri finanziari
( ) Carbon Capture and Storage (cattura della CO2 da centrali a carbone) senza considerare costi di trasporto e stoccaggio CO2; cattura di CO2 al 90%
( ) Gas 0.200 € - 0.570 €/m3 - Carbone 50 - 150 €/t - Uranio 100 - 300 €/kg
( ) Per il nucleare è incluso lo smantellamento della centrale e lo stoccaggio finale delle scorie
( ) CO2: 25 - 50 €/t
(2) Solo per ordini di più centrali con più unità per sito, non applicabile in Italia dove il range potrebbe essere da 3000 a 3500 secondo i dati ad oggi aggiornati da [1]
Tabella 1:
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Full cost of electricity generated with CCGTP‟s
versus gas price
N.B.: with carbon dioxide at 20 €/t, penalty of 6-8 €/MWh
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Full cost of electricity generated with coal plants versus coal price
Full cost with hard coal plant (7200 h/year, efficiency 44%)
0
10
20
30
40
50
60
40 60 80 100
Coal price €/ton
€/M
Wh
Investment cost
O&M
Fuel
N.B.: with carbon dioxide at 20 €/t, penalty of 16-18 €/MWh
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Full cost of electricity generated with nuclear
plants versus uranium price (8,100 h/year).
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70
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50
40
30
20
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Dalla tabella emerge chiaramente che il prezzo del
gas ha un grande impatto sul costo del kWh del ciclo
combinato, costo che raggiunge valori molto elevati
con alti prezzi del gas ma che è poco influenzato dai
bassi investimenti e tempi di realizzazione (e questa è
stata la grande accettabilità del ciclo combinato da
investitori e mondo finanziario).
L'investimento e gli oneri finanziari durante la
costruzione hanno invece notevole influenza sul costo
del kWh dal nucleare, costo che è marginalmente
influenzato anche da grandi variazioni del prezzo
dell'uranio e nettamente vantaggioso rispetto alle altre
alternative, specie con possibili alte penalizzazioni
della CO2 ed alti prezzi del combustibile.
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Il carbone, senza penalizzazioni per la CO2, risulta
conveniente e paragonabile al nucleare. Alte
penalizzazioni impattano negativamente l'utilizzo del
carbone convenzionale che risulta non conveniente
anche rispetto all'attuale costosa CCS (cattura e
stoccaggio della CO2) nell'ipotesi che i costi di
trasporto e stoccaggio della CO2 possano essere
bilanciati dai vantaggi di iniezione nei pozzi. E tale
tecnologia, date le grandi riserve di carbone mondiali,
deve essere opportunamente valorizzata e resa
meno costosa per gli investimenti e più efficiente di
quanto lo è attualmente per i primi prototipi.
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la Tabella 2 riporta, considerando un periodo di
ammortamento ed esercizio di 20 anni, i risultati applicati ad
eolico,fotovoltaico e solare a concentrazione (CSP) sempre
con un WACC pari al 9% e validi per investimenti che
vendono alla rete l‟energia. Ai loro costi del kWh non sono
stati aggiunti i costi addizionali al sistema elettrico dovuti alla
necessaria capacità convenzionale di riserva (vogliamo
l'elettricità anche quando non ci sono vento e sole) e ai costi
del bilanciamento dell'energia (per richiesta di improvvisa
energia in più o per compensi da pagare ai fornitori
programmati che vengono richiesti di non produrre). Tali
costi aumentano più che proporzionalmente con la
percentuale di produzione di elettricità da rinnovabili.
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capitale +
tasse
O&M+
altri (2) Totale
Eolico(3)
on shore 1600 - 2000 (1600 - 2000) 87 - 134 20 - 30 107 - 164
FV 3000(4) - 4500(5) (1000 - 1400) 228 - 432 30 - 50 258 - 482
CSP(6) 5000 - 7000 (2000 - 2700) 197 - 374 15 -30 212- 404
(6) Concentrated solar power - Solare termodinamico
(4) Per grossi impianti superiori ad 1 MW
(5) Per piccoli impianti collegati in bassa tensione
(2) Non sono inclusi i costi addizionali al sistema elettrico (potenza di riserva, costi di bilanciamento, ecc).
Per “produzione distribuita" a bassa tensione occorrono ragionamenti particolari per possibile “grid parity”.
Elaborazioni da A. Clerici
(3) Solo grossi impianti collegati su alta tensione
(1) Campo dei costi per l'investitore di un sito produttivo con collegamento alla rete e senza oneri finanziari, inclusi i costi del
"developer"
Costo
(€/kW) (1)
Ore annuali di
utilizzo (h)
Prezzo medio del kWh da attuali centrali eoliche e solari offribile con un WACC = 9%
Costi (€/MWh)
Tabella 2:
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L'eolico è notevolmente il più economico delle
rinnovabili (escluso idroelettrico quando fattibile).
Il fotovoltaico è il più costoso anche nel caso di
grossi impianti a terra (i più convenienti dal
punto di vista economico) e con ben 1400 ore di
utilizzazione.
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Il fotovoltaico ha visto negli ultimi anni una forte riduzione
dei costi dei pannelli e in parte anche del resto dell'impianto
(inverters, strutture, cavi, quadri elettrici e apparecchiature,
trasformatori etc.) sul quale si potrà fare ancora qualcosa
ma non molto. "Sic stantibus rebus", altre riduzioni nel costo
dei pannelli (per impianti "grossi" ora sono sotto il 50% del
valore totale dell'investimento) incideranno sempre meno
sul costo del kWh prodotto; un'ulteriore ipotetica ed
idealistica riduzione del 50% del costo dei pannelli
porterebbe nel caso di massima insolazione in Italia
(ca.1.400 ore) e di minimo investimento ad un costo
dell‟energia prodotta di oltre 180 €/MWh che è ben
superiore a quanto ora ottenibile dagli impianti eolici più
costosi ed in zone a non alta ventosità ed è pari al costo da
cicli combinati con altissimi valori per il prezzo del gas e
con CO2 valutata a 100 €/t.
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Chiaramente per impianti fotovoltaici piccoli e
distribuiti (i più costosi) ma "integrati" nelle
strutture e collegati al sistema a bassa/media
tensione occorre un discorso particolare anche
per quanto riguarda la cosiddetta "grid parity".
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Va sottolineato che le due tipologie di energia
delle Tabelle 1 e 2 non sono in competizione ma
complementari essendo completamente
differenti: programmabili e modulabili quelle di
Tabella 1 ed aleatorie e non prevedibili quelle di
Tabella 2, con necessità di avere nel sistema
elettrico centrali convenzionali sempre
funzionanti per sopperire alla loro variabilità.
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8) Considerazioni finali sul dopo
Fukushima e “l‟Italia e il nucleare”
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L‟Italia per le materie prime energetiche ha
attualmente una dipendenza dall‟estero dell‟86%,
tendente a superare il 95% nel 2020; ha inoltre
alti costi per la produzione di energia elettrica
dovuti al mix “particolare” accennato all‟inizio.
In Europa é impossibile raggiungere gli obiettivi di
lungo periodo per le emissioni della CO2 ed avere
sicurezza degli approvvigionamenti con le sole
rinnovabili, considerando anche la sostituzione
delle vecchie centrali di base.
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L‟efficienza energetica in primis e l‟opzione
nucleare non possono essere a priori trascurate
nelle strategie energetiche.
Discorsi limitati alla sola Europa per limitare le
emissioni sono forvianti ed occorre dare priorità
ad un approccio politico per portare intorno al
tavolo di Kyoto Cina, India, USA e gli altri
maggiori contributori alle emissioni, rispetto ad un
approccio con forti penalizzazioni delle industrie
e dei consumatori europei che sono spinti a
rilocare all-estero le loro fabbriche.
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L‟efficienza energetica è oltre il 50% della soluzione
ma non è fortemente implementata.
Efficienza
energetica
Rinnovabili
Biocarburanti
Nucleare
CCS
25
35
2007 20302020
CO2 emissioni
(Gigatonnellate)
57%
Tendenza attuale
Fonte: IEA
Percorso richiesto per
ottenere 450 p pm
(~ 2/3 da consumi finali)
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Ma guardiamo al settore elettrico:
la produzione di energia elettrica nel 2010
• Cina ~ 4230 TWh
• USA ~ 4120 TWh
• Giappone ~ 955 TWh
• Russia ~ 907 TWh
• India ~ 720 TWh
• Canada ~ 565 TWh
• Francia ~ 550 TWh
• Germania ~ 490 TWh
2 nazioni ~ 40% della produzione globale
e in gran parte dal carbone.
Fonte: WNA
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Tendenza negli ultimi 10 anni per la produzione di
energia elettrica da differenti risorse.
2001 2010
Coal 38.7% 41.7%
Oil 7.4% 64.7% 4.2% 66.6%
Gas 18.6% 20.7%
Nuclear 17.1% 13.4%
Hydro 16.5% 16.2%
Biomasses 1.1% 18.2% 1.5% 20%
Other Renewables 0.6% 2.3%Fonte: IEA
aumento % di elettricità da combustibili fossili!
l‟incremento delle rinnovabili non compensa la diminuzione % del nucleare;
produzione da risorse prive da CO2 perde quote di mercato.
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Le rinnovabili risultano ancora non competitive e
specie il fotovoltaico e i loro incentivi peseranno
fortemente sulle bollette delle industrie per 15 -
20 anni e con forte effetto sull‟inflazione.
Occorrerà coniugare lo sviluppo della tecnologia
con i sovra costi alle nostre imprese (e non sono
tutte) nell‟ambito di una politica di incentivazione
chiara e di medio / lungo periodo per dare
certezza anche alle industrie fornitrici ed agli
investitori.
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In Italia si dovrebbe portare avanti, con adeguato
consenso,solo un piano nucleare in un libero
mercato e senza sussidi. Gli interventi dello stato
debbono essere limitati a:
• garantire i siti e tempestive autorizzazioni;
• coprire rischi da grandi incidenti per la quota
eccedente un valore da definirsi in accordo con
normative europee;
• gestire “cimiteri finali” delle scorie, realizzati tuttavia
con gli accantonamenti degli operatori, che non
possono però assumersi liabilities secolari;
• garantire rischi di cambio di legislazione;
• gestire il controllo della sicurezza e della salute.
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Il nucleare non va visto nell‟ottica del 2020 ma in un‟ottica
di medio lungo periodo ed un accordo bipartisan risulta
fondamentale per l‟accettabilità ed il consenso della
popolazione e per gli enti finanziatori.
Prima di Fukushima e anche nell‟ipotesi che sia già
funzionante la prevista e non ancora operante Agenzia
Nucleare, supponendo i vari decreti attuativi escano nei
tempi prefissati dall‟ultimo decreto e non ci siano intoppi,
occorrono per un investitore almeno 36 mesi dalla richiesta
di un sito per avere la certificazione del sito stesso seguita
poi dall‟autorizzazione alla costruzione ed all‟esercizio della
centrale.
Chiaramente solo dopo tale autorizzazione sarebbe stato
possibile chiudere il project financing per gruppi che
valgono 4 - 5 miliardi di Euro.
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Considerando i lunghissimi cicli di vita nel settore
energetico e quindi la necessità di scenari sul
medio lungo termine quali sono gli elementi da
considerare a vantaggio del nucleare?
1. Risulta un‟opzione interessante per ridurre le
emissioni di CO2 come entità e dal punto di
vista economico (1000 MW di potenza
installata nucleare producono 8 TWh/anno di
elettricità senza CO2 mentre con l‟eolico on-
shore nel migliore dei casi se ne
produrrebbero in Italia 2 e con il solare
fotovoltaico 1,4).
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2. la sicurezza degli approvvigionamenti (vedi
Ucraina, Nord Africa).
3. I costi del kWh sono “non volatili” ed attraenti sul
lungo periodo e specie per elevati costi di
combustibili e CO2.
4. la ricaduta su un‟industria Italiana che,
opportunamente qualificata a lavorare in garanzia
di qualità, potrebbe contribuire fino ad un 75%
del valore di una centrale di 5 miliardi con
forniture per ingegneria di dettaglio, opere civili,
sistemi e componenti termo - elettromeccanici ed
installazioni.
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5. La contribuzione dell‟Italia con sue centrali
alla eliminazione delle 120.000 testate
nucleari che possono essere eliminate solo
utilizzandole come combustibile per centrali
nucleari.
Il nucleare va visto quindi non solo in un‟ottica
di costo dell‟energia elettrica ma di politica
industriale che porterebbe a sostituire costi
all‟estero di materie prime energetiche (vedi
gas) con lavoro e forniture italiane alle quali
verrebbe aperto anche l‟interessante mercato
estero.
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A parte “l‟accettabilità”, il rischio per il nucleare in
Italia era ed è quello della finanziabilità, legata a
stabilità politica e legislativa ed alla tempistica delle
autorizzazioni; e questo significa “accettabilità” non
solo a livello “statistico” e nazionale ma a livello
regionale e locale.
In ogni caso per il successo di un eventuale piano
energetico in Italia e nucleare in particolare è
essenziale la massima trasparenza ed informare i
cittadini in maniera capillare, responsabile, bipartisan,
focalizzandosi sui problemi dell‟energia e
dell‟ambiente e non sul solo nucleare.
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Proprio questa fase, purtroppo, non è mai iniziata.
Occorreva, una corretta e trasparente informazione,
veicolata da enti e figure credibili, con chiare capacità
di comunicazione, portando le persone a ragionare su
dati, fatti e costi (inclusi quelli ambientali). E‟ questo il
problema di fondo.
Quello che sta capitando in Giappone alla centrale
nucleare di Fukushima è chiaramente eccezionale e
grave e non si conosce ancora “la fine della storia”,
ma bisogna aspettare di avere dati ed informazioni
certe prima di esprimere giudizi definitivi sul nucleare.
Un giudizio ora può peccare di catastrofismo come di
eccessivo ottimismo.
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Per la propria indipendenza e sicurezza energetica, il
Giappone, terra di terremoti, ha avuto il coraggio e
forse la temerarietà di sfidare la "natura" realizzando
una serie di ben 55 reattori, imponendo regole di
sicurezza “notevoli” e ritenute adeguate; la natura
sembra però essersi vendicata con un terremoto di
straordinaria ed eccezionale potenza che ha causato
un successivo impressionante ed imprevisto tsunami
con l‟acqua che ha invaso e distrutto villaggi e città ed
anche centrali elettriche e stabilimenti e con un‟onda
a Fukushima di ben oltre 3 volte i 5 metri “massimi
prevedibili”.
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L‟energia nucleare dopo l„incidente di 3 Miles Island
negli Stati Uniti (che non ha avuto conseguenze) è
incappata nel 1986 nel disastro di Chernobyl, che era
un reattore sbagliato come progetto, gestito da gente
a dir poco inesperta ed incosciente che aveva tolto i
controlli al reattore, il quale non aveva nemmeno un
edificio con strutture tali da contenere le emissioni;
inoltre vi è stato un enorme ritardo nell'informare ed
intervenire sulla popolazione vicina, cosa ben diversa
da quanto pare si stia verificando in Giappone.
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Fatti come Chernobyl o quello presente in Giappone hanno
un notevole impatto sull'opinione pubblica che ha indotto,
induce od indurrà i politici a strumentalizzare la situazione
per accaparrarsi “voti” o dimostrare che la propria industria
nucleare “nazionale” è sicura rispetto ad altre. In ogni caso
lo spettro del “grave incidente” (che era caduto in secondo
piano rispetto a quello dei “cimiteri” delle scorie dopo 25
anni da Chernobyl) avrà una notevole rinascita.
Le reazioni sono state e saranno differenti nelle differenti
nazioni.
Nessun impianto, sistema di trasporto, industria umana è
priva di rischi, di tragedie e morti; ma nessuno può
contestare il forte impatto sulle persone di radiazioni che
non vedi, non senti, non sai se ti hanno colpito e se e
quando avranno effetto su di te.
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L'Italia che ha chiuso il nucleare sotto l'emotività di
Chernobyl si trova di fronte ad un possibile referendum
contro la ripartenza di un piano nucleare in coincidenza del
grave incidente in Giappone e senza avere effettuato una
capillare ed adeguata informazione superpartes e senza un
contradditorio sereno e civile basato su dati e fatti e sulla
situazione Italiana e non su una mera contrapposizione di
ideologie. Una scelta emotiva a breve avrebbe serie
conseguenze future per il nostro paese, sia per chi vincesse
e sia per chi perdesse.
Un periodo di ripensamento risulta inevitabile per
un‟eventuale “ripartenza” che deve considerare un
approccio adeguato, strutturato ed indispensabilmente
bipartisan e con corretto coinvolgimento della popolazione e
con un serio esame per siti e normative di sicurezza.
L‟approccio dovrà essere coerente con quello della UE.
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Praticamente tutte le nazioni hanno dichiarato l‟importanza
di una revisione degli standards esistenti.
Ad oggi non è stata dichiarata ufficialmente nessuna
modifica dei programmi per nuove centrali con l‟eccezione
di:
● Svizzera: sospensione delle procedure di licenza di
costruzione di 3 nuovi reattori;
● Italia: cancellazione della legge 2010 in attesa di un
approccio EU 27 (ma la ragione principale è stata quella di
evitare un referendum programmato in giugno).
● India: una nuova legge annunciata dal Governo, tenendo
conto dell‟opposizione locale per una centrale da 9.600 MW
a Jaitapur.
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Con riferimento ad impianti esistenti:
● negli USA, la NRC ha notificato che non ci sono ragioni
per modificare le regole di estensione della vita delle
centrali esistenti ed ha in questi giorni approvato
l‟estensione per 3 reattori.
● In Germania il Governo ha deciso la temporanea
chiusura delle 7 centrali più vecchie e la temporanea
sospensione dell‟estensione della vita delle centrali
esistenti stabilita con una legge del 2010. In Germania
un Comitato etico di 14 “Saggi” è stato prima creato dalla
Merkel per presentare un rapporto entro il 27 maggio.
La CE ha deciso di effettuare “stress tests” per le centrali
esistenti valutando possibili rischi per condizioni esterne “più
estreme”; non è però ben chiaro se saranno lasciate alle
singole nazioni.
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Per nuove future pianificate centrali è possibile in
varie nazioni avere:
• Maggior criticità nella selezione di possibili siti.
• Tempi più lunghi per i permessi
• Aumento del costo delle centrali per incremento delle
regole di sicurezza.
• Aumento dei costi delle assicurazioni per i rischi.
• Sostituzione di centrali nucleari con quelle a gas /
carbone
• Nuovi approcci per ridurre il numero di reattori per sito
• Possibili scelte di soluzioni intrinsecamente “safe and
secure” e/o di piccoli reattori
• Una situazione di “vedi ed aspetta” lo sviluppo di nuove
tecnologie.
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Qualcuno si preoccupa anche che per le
Autorità / Agenzie nucleari ci sia una effettiva
separazione tra le loro funzioni e quelle di altre
entità che hanno come scopo la produzione o
l‟utilizzo dell‟energia nucleare (e la NISA in
Giappone dipende dal Ministro per lo Sviluppo
dell‟Economia, Industria e Commercio).
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E‟ difficile prevedere l‟impatto a lungo termine sul
previsto “rinascimento nucleare” in ogni caso reazioni
emotive del breve termine potrebbero causare:
• aumento di elettricità prodotta da combustibili fossili
• aumento di insicurezza degli approvvigionamenti
• maggiori costi dell‟elettricità
• maggiori emissioni di CO2
Come caso estremo e non realistico la chiusura di
tutti i reattori esistenti che producono 2.600 TWh
significherebbe:
• un consumo addizionale di 700 MTEP/anno di
combustibili fossili
• addizionali emissioni di 2 miliardi di t CO2 / per anno.
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Il dilemma che ci si pone è tra 2 rischi da
ponderare:
● Rischio di incidente nucleare
● Rischio di “collasso” ambientale per emissioni di
CO2.
Il vero perdente dopo Fukushima se ci si lascia
sopraffare dall‟emotività non risulterebbe il
nucleare ma il consumatore finale e l‟ambiente.
Il grande vincitore sarebbe il gas ed in parte il
carbone e le rinnovabili.
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In conclusione, in aggiunta all‟efficienza
energetica, nessuna fonte deve essere idolatrata
o demonizzata a priori. Nucleare e rinnovabili
non sono in contrapposizione: il nucleare (come
gas e carbone) fornisce l‟indispensabile energia
di base programmabile mentre le rinnovabili
sono “aleatorie” (danno energia quando c‟è
vento o sole) e necessitano quindi di adeguata
“riserva” dalle altre fonti. Un mix appropriato
permetterebbe di avere l‟energia richiesta per
uno sviluppo sempre più sostenibile.
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Grazie per l’ascolto
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Annesso
Gli incentivi per il fotovoltaico e le rinnovabili
Per un investitore,oggi per 1 MW il costo (epc +
developer) è circa 3000 €/kW. Per le circa 1400 ore di
sole al sud e con un WACC del 9%. Il prezzo medio
remunerativo di vendita dell'energia risulterebbe di
260 €/MWh; togliendo i 90 €/MWh derivanti dal
prezzo medio di cessione se ne dedurrebbe un valore
di incentivo di 170 €/MWh contro i 313 che erano
previsti per il 3 conto energia a gennaio 2011 ed i 264
da agosto a dicembre. Il valore di 260 va confrontato
con i 211 in Germania... con oltre il 35% in meno di
sole rispetto al nostro sud.
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Più crudamente oggi il 3 conto energia farebbe
introitare 313 + 90 = 403 €/MWh rispetto ai 211
in Germania e con tanto sole in più. Un WACC
meno esoso ed al 6% renderebbe conveniente
sempre a 3.000 €/kW di cedere energia ad un
prezzo totale medio di circa 210 €/MWh.
Limando in tutti gli anelli della catena
(investitore, banche, fornitori di componenti,
EPC contractor, installatori, ecc) si potrà
scendere dai 3.000 ma non ci si può aspettare
miracoli.
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A proposito di impatto su utenti,considerando la
tariffa A3 (rinnovabili) non si applica praticamente ad
acciaieri & C, considerando autoconsumi in Italia di
25 TWh, la A3 graverebbe su meno di 250 TWh .
I 4 miliardi di € dovuti al FV a fine di questo anno
graveranno per 20 anni e per 16 €/MWh sulle tariffe
delle imprese e dei privati cittadini.
Oggi le imprese collegate in AT pagano circa 100
€/MWh, quelle in MT circa 130 e quelle in BT circa
170; risulta chiara l'incidenza % (16% per clienti AT e
10% per clienti BT) sui costi dell'elettricità; ed i 4
miliardi di €/anno diventeranno 6-7 per il fotovoltaico
e bisogna aggiungere l'eolico e le biomasse.
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Per noi a casa che paghiamo l'IVA ed una botta di
quasi 250 €/MWh, per i 2.700 kWh di consumo
medio, pagheremmo circa 45 €/anno per 4 miliardi di
incentivi del FV; non è realisticamente molto.
Questo non è per uccidere il fotovoltaico che in realtà
ha creato indotto e lavoro (anche se il 45% dei 3.000
€/kW va all'estero... ma anche per i turbogas del ciclo
combinato è andato nella maggior parte dei casi il
100% all'estero).
Per il FV, dopo la supercarota non era opportuno di
colpo dare il superbastone, creando problemi a breve
ai più deboli nella catena che si sono visti annullare
gli ordini ed hanno lasciato a casa persone.
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Occorre però far considerare dalla gente dati, numeri e fatti
e tra questi la chimera della grid parity (e questa anche
senza contare i sovra costi al sistema elettrico per
collegamenti utilizzati un ridotto numero di ore,per spare
capacity e per costi di bilanciamento) almeno per chi investe
per cedere alla rete l‟energia. Diverso è il discorso di chi a
casa sua o nel suo stabilimento installa il FV per sopperire
ai suoi consumi.
Alcune associazioni di categoria hanno capito il messaggio
ma risultano contestate da chi a breve guarda a
salvaguardare una bolla speculativa.
E' essenziale una seria informazione diffusa ed una vera
politica energetica in Italia e non di un perenne tatticismo
elettorale da parte di tutti i partiti per guadagnare un effimero
consenso con danni futuri per il paese.
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Contributi delle varie FER e stima incentivi da piano
Nazionale (dati da Ing. Rota)
FER GWh
Incentivi
cumulati
[G€]
% Energia% Costo
Incentivi
Eolico 20000 22,9 7,62 11,96
Solare 11350 87,8 4,32 45,84
Solare FV 9650 77,2
Solare a concentrazione 1700 10,6
Geotermia 6750 1,1 2,57 0,57
Idroeletrica 42000 15,5 16,00 8,09
Biomassa 18780 45 7,16 23,50
Solida 7900
biogas +bioliquidi 10888
Energia maree, moto ondoso e oceani 5 0,02 0,00
Totale Elettrico 98885 172,32 37,68 89,96Energia geotermica (escluso calore
geotermico a bassa temperatura nelle
applicazioni di pompe di calore) 3489 0,2 1,33 0,10
Solare 18445 9,2 7,03 4,80
Biomassa 65942 3,6 25,12 1,88
Energia rinnovabile da pompe di calore 42079 6,2 16,03 3,24
Totale Termico 129955 19,2 49,51 10,03
Trasporti 33628 n.a 12,81
Totale (elettrico+termico+trasporti) 262468 191,52 100,00 99,99
N.B.: i 77,2 miliardi di euro del FV sono già praticamente saliti
a 120-140 miliardi Euro.