«IL NOSTRO IMPEGNO E’ PRESERVARE «La passione per il vino … · 2012-04-01 · agriturismo. I...

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•• 2 PRIMO PIANO EMPOLI MERCOLEDÌ 21 MARZO 2012 LAVORO,NUOVEFRONTIERE LA STORIA Lapo Tardelli e Giulio Wilson Rosetti si conoscono da quando andavano all’asilo e anche le famiglie erano amiche. Dopo essersi separati ai tempi delle superiori, Giulio viveva a Milano, si sono ritrovati all’università, facoltà di agraria, a Firenze Nel 2006 hanno fondato la società «Dalle Nostre Mani» che ha sede a Fucecchio dove Giulio Rosetti è di casa visto che la sua famiglia ha un agriturismo. I due soci hanno preso in comodato o in affitto gli 11 ettari di vigneti che coltivano a prodotti biologici Lasocietà di FRANCESCA CAVINI «SI CHIAMA “Dalle nostre ma- ni” perché tutto, ogni prodotto, ogni bottiglia, passa proprio dalle nostre mani.Produciamo vini bio- logici con metodi tradizionali, an- tichi forse, ma rispettosi, in armo- niaconl’ambienteesanipernoie per lo spazio che ci ospita». E’ co- sì che Giulio Wilson Rosetti rac- conta la nascita della società che divide con l’amico d’infanzia - si conoscono dall’asilo - Lapo Tar- delliecheinsoliseiannilihapor- tati a produrre vini biologici di qualità tale da venire quotati nel- leguideVeronellieGamberoRos- so (si tratta del Tosco Regio, San- giovese e Pugnitello, del Tosco Magno, Sangiovese, Pugnitello e Foglia Tonda, e del bianco Ga- gio).Maancheadaprireun’enote- ca-ristorante biologica in San Fre- diano a Firenze, la Vivanda, dove servono solo vini e prodotti bio. A RENDERE ancora più specia- le l’azienda fucecchiese «Dalle Nostre Mani» sono i suoi consu- lenti. Giulio Rosetti e Lapo Tar- delli, nessuno dei due arriva a trent’anni, sono uno agronomo e l’altro enologo e nel loro progetto di recupero di vigneti semiabban- donati nelle zone di Fucecchio e Cerreto Guidi si sono serviti e si servono della stretta collaborazio- ne di 14 anziani contadini che, di quelle terre e delle viti che ci cre- scono da sempre, sanno proprio tutto. Il frutto di tanta passione, da do- menica prossima sarà per la pri- ma volta nella vetrina più impor- tante per chi produce vino in Ita- lia, il Vinitaly, che da quest’anno ospita anche la sezione dedicata ai biologici: ViVit. «E’INASSOLUTO il nostro pri- mo Vinitaly — racconta Giulio Rosetti—eabbiamodecisodian- darci perché ha una sezione dedi- cataachifavininaturali,biodina- mici e biologici, altrimenti non ci saremmo andati. Presentiamo il nostro Bianco dell’Empolese 2011». Gli undici ettari di vigneti sparsi fra Fucecchio e Cerreto Guidi e ‘convertiti’ al biologico producono circa 35mila bottiglie L’amicizia COLTIVATORI A destra, Giulio Wilson Rosetti con uno dei suoi consulenti «La passione per il vino biologico ci ha portato L’azienda fucecchiese «Dalle Nostre Mani» debutta al ViVit, sezione dedicata

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•• 2 PRIMOPIANOEMPOLI MERCOLEDÌ 21 MARZO 2012

LAVORO, NUOVE FRONTIERE

LA STORIA

«IL NOSTRO IMPEGNO E’ PRESERVAREI VITIGNI AUTOCTONI E MINACCIATI DIESTINZIONE COME IL PUGNITELLO»

ATTIVITA’

I DUE SOCI HANNO APERTO ANCHEUN’ENOTECA-RISTORANTE E UN PASTIFICIODOVE SI USANO SOLO ALIMENTI «BIO»

Lapo Tardelli e GiulioWilson Rosetti si

conoscono da quandoandavano all’asilo e anchele famiglie erano amiche.

Dopo essersi separati aitempi delle superiori,

Giulio viveva a Milano, sisono ritrovati

all’università, facoltà diagraria, a Firenze

Nel 2006 hanno fondato lasocietà «Dalle Nostre

Mani» che ha sede aFucecchio dove Giulio

Rosetti è di casa visto chela sua famiglia ha un

agriturismo. I due socihanno preso in comodatoo in affitto gli 11 ettari di

vigneti che coltivano aprodotti biologici

VINITALY: LA CARICADEI NOSTRI VITICOLTORI

La società

V E R S O V E R O N A

RECUPERO

di FRANCESCA CAVINI

«SI CHIAMA “Dalle nostre ma-ni” perché tutto, ogni prodotto,ogni bottiglia, passa proprio dallenostre mani. Produciamo vini bio-logici con metodi tradizionali, an-tichi forse, ma rispettosi, in armo-nia con l’ambiente e sani per noi eper lo spazio che ci ospita». E’ co-sì che Giulio Wilson Rosetti rac-conta la nascita della società chedivide con l’amico d’infanzia - siconoscono dall’asilo - Lapo Tar-delli e che in soli sei anni li ha por-tati a produrre vini biologici diqualità tale da venire quotati nel-le guide Veronelli e Gambero Ros-so (si tratta del Tosco Regio, San-giovese e Pugnitello, del ToscoMagno, Sangiovese, Pugnitello eFoglia Tonda, e del bianco Ga-gio). Ma anche ad aprire un’enote-ca-ristorante biologica in San Fre-diano a Firenze, la Vivanda, doveservono solo vini e prodotti bio.

A RENDERE ancora più specia-le l’azienda fucecchiese «DalleNostre Mani» sono i suoi consu-lenti. Giulio Rosetti e Lapo Tar-delli, nessuno dei due arriva atrent’anni, sono uno agronomo el’altro enologo e nel loro progettodi recupero di vigneti semiabban-donati nelle zone di Fucecchio eCerreto Guidi si sono serviti e siservono della stretta collaborazio-ne di 14 anziani contadini che, diquelle terre e delle viti che ci cre-

scono da sempre, sanno propriotutto.Il frutto di tanta passione, da do-menica prossima sarà per la pri-ma volta nella vetrina più impor-tante per chi produce vino in Ita-lia, il Vinitaly, che da quest’anno

ospita anche la sezione dedicataai biologici: ViVit.

«E’ IN ASSOLUTO il nostro pri-mo Vinitaly — racconta GiulioRosetti — e abbiamo deciso di an-darci perché ha una sezione dedi-

cata a chi fa vini naturali, biodina-mici e biologici, altrimenti non cisaremmo andati. Presentiamo ilnostro Bianco dell’Empolese2011». Gli undici ettari di vignetisparsi fra Fucecchio e CerretoGuidi e ‘convertiti’ al biologicoproducono circa 35mila bottiglie

di vini bianchi e rossi molti deiquali nascono da vitigni autoctoniormai quasi estinti e di cui Giulioe Lapo hanno salvato i cloni: il Pu-gnitello e il Foglia Tonda. «An-che nei metodi di coltivazione —spiega Giulio — facciamo comeuna volta, leghiamo con i salici eutilizziamo una forma di alleva-mento antica che si chiama giro-ne capovolto toscano e consistenel piegare il capo frutto sul secon-do filo dell’impalcatura del vigne-to, formando un arco capovolto.

Tecnica che è più onerosa per il la-voro che richiede ma poi producebene». E che Giulio e Lapo, proba-bilmente, non hanno imparato al-la facoltà di agraria di Firenze do-ve si sono laureati insieme, ma dailoro speciali consulenti... sul cam-po.

COME È nata l’idea di recupera-re le vigne in abbandono e conver-tirle al biologico? «E’la nostra con-cezione di coltivare — spiega La-po Tardelli —. Avvelenare le pian-te e la terra il meno possibile. An-che nell’enoteca a Firenze trattia-mo solo prodotti che non hanno

conservanti e che provengono dacoltivazioni e allevamenti biologi-ci». In sei anni avete fatto la socie-tà, recuperato le vigne, aperto laVivanda e non siete ancora tren-tenni.

CHE ALTRO c’è nel vostro futu-ro? «Due mesi fa - aggiunge LapoTardelli — abbiamo aperto un pic-colo pastificio, sempre in San Fre-diano a Firenze, dove producia-mo pasta fresca artiginale usandofarine e uova bio. Parte della pa-sta, poi, la cuciniamo alla Vivan-da». Sembra difficile riuscire a ge-stire l’azienda agricola, l’enoteca eil pastificio, ma Giulio e Lapo han-no pensato che quelle di famiglia,in fondo, erano sempre «Dalle no-stre mani» e hanno coinvolto geni-tori e fratelli nella loro impresa.Oltre a pochi, selezionatissimi col-laboratori. «Abbiamo assunto trepersone — spiega ancora LapoTardelli — che che abbiamo scel-to perché condividono il nostroprogetto dedicato al biologico. Ilcuoco della Vivanda non è statosemplice da trovare, perché dove-va essere sensibile al nostro con-cetto di alimentazione. Abbiamodovuto rinunciare alla collabora-zione di persone anche brave, mache non condividevano la nostrafilosofia che prevede, per esem-pio, l’utilizzo di salumi che noncontengano glutammati, oppuredi usare proteine soprattutto vege-tali e poco animali».

L’amicizia

QUELLA di Danila è la storia diuna donna che, diventata mam-ma, si è vista costretta a cambiarelavoro (cambiamento in cui an-che la crisi economica battente hamesso del suo). Ma la storia di Da-nila, a differenza di quanto succe-de alla maggior parte delle giova-ni madri, ha un finale lieto, per-ché lei il lavoro non solo lo hacambiato, ma se ne è inventatauno nuovo. O, almeno, completa-

mente diverso rispetto a quelloche aveva sempre fatto: da agentedi commercio a toelettatrice dianimali. E così è nato «Senza limi-ti», un centro estetico per animalicon sede a Limite sull’Arno.« Facevo l’agente di commercio evendevo prodotti elettronici —racconta Danila Pertici, e l’ho fat-to per 10 anni. Poi, due anni e

mezzo fa, é nata Viola e non ce lafacevo più ad andare in giro permezza Italia. In più, c’era la crisianche nel mio settore. Ci ho pen-sato un po’ e poi ho deciso di but-tarmi».

Un bel coraggio, anche per-ché toelettare un cane e ven-dereprodotti dielettronicaso-no attività che non hanno

davvero niente in comune.Perché ha scelto di occuparsidi animali?

«Perché era un’idea che avevosempre avuto. Mi sarebbe piaciu-to aprire uno spazio attrezzato perl’accoglienza e il training, ma eratroppo impegnativo sia per gli ora-ri sia per i costi e comunque va be-nissimo anche così».

Quanto ci ha messo a realiz-zare questo progetto?

«Ho fatto il corso alla Yv San Ber-nard di Limite, tre mesi di lezioniper otto ore al giorno, cinque gior-ni a settimana».

E come lo ha trovato?«Ho cercato su Internet e quandoho scoperto che lo tenevano a Li-

mite sono stata contentissima, vi-sto che abito a Montelupo»

Perpagarlohapotutoaccede-re a finanziamenti per l’im-prenditoria femminile o gio-vanile?

«Purtroppo no, l’ho autofinanzia-to. Mentre frequentavo, avevo an-cora l’altra ditta aperta e non eroufficialmente disoccupata, quindinon avevo diritto a nessun tipo difinanziamento».

Finito il corso, come ha trova-to il fondo per allestire la suaattività?

«Con un piccolo colpo di fortuna.Un mio conoscente ha visto uncartello con l’annuncio affittasipassando per strada, sapeva checercavo qualcosa di simile e mi hatelefonato. E due mesi fa ho aper-to»

E’ troppo presto per un bilan-cio,maperunaprima impres-sione, magari...

«Non mi lamento. Riesco a conci-liare bene i tempi di Viola conquelli del lavoro. Con la bella sta-gione, poi, mi hanno detto che ilritmo aumenterà e quindi sono ot-timista».

F.C.

IL VINITALY è ormai alle porte (l’apertura èper domenica prossima) e le aziendedell’Empolese Valdelsa sono pronte a darel’assalto alla più importante manifestazioneenologica nazionale. Fra i sette produttori chepresenzieranno allo stand del Circondario c’èanche la Tenuta Isola Verdedi Riccardo Tamburini che ha sede a CerretoGuidi. Al suo secondo anno a Verona,Tamburini ha deciso di portare una novità: ilsuo rosato di Sangiovese, che fa parte dellalinea Vigneto della Sorgente di cui esiste anche ilChianti docg, pure questo destinato allapresentazione al Vinitaly. «La mia primaesperienza è stata positiva — raccontaTamburini — e ho deciso di ripeterla perchého visto che lì è più facile contattare i buyerinternazionali. Spero di avere un buon ritornocome è già avvenuto l’anno scorso».Anche il Consorzio Colline di Vinci ha decisodi presentare le nuove annate e i nuoviassociati alla manifestazione veronese.Le nuove aziende associate sono Doccia alPoggio e Fattoria dei Desideri che siaggiungono a Santa Barbara, Tenuta Bacco aPetroio, Tenuta Santini, Streda Belvedere,Fattoria Piccaratico, Fattoria di Faltognano ePoggio Argentale. «La nuova produzionedell’annata 2011 — commenta il presidente delConsorzio, Marco Monti — si presenta diottimo livello per i vini più giovani e freschi eanche le premesse dei vini più strutturati,assaggiati in anteprima, sono interessanti,anche se è prematuro dare una valutazioneoggettiva. Per il Chianti 2011 dovremoaspettare almeno settembre 2012 per unadegustazione seria».

COLTIVATORI A destra, Giulio Wilson Rosetti con uno dei suoi consulenti

fino al Vinitaly»ai prodotti naturali

CONSULENTE A destra, Lapo Tardelli

L’IDEA«L’avevo sempre avuta. Mipiaceva aprire uno spazioper l’accoglienza e il training»

SORRIDENTE Danila Pertici davanti al suo centro estetico per animali e mentre lavora con un “cliente”

«La passione per il vino biologico ci ha portatoL’azienda fucecchiese «Dalle Nostre Mani» debutta al ViVit, sezione dedicata

CONSULENTII giovani imprenditorilavorano in collaborazionecon 14 anziani contadini

CREARSI UN FUTURO COMPLICE LA NASCITA DI UNA FIGLIA, LA DONNA HA CAMBIATO COMPLETAMENTE SETTORE DI IMPIEGO

Danila, dall’elettronica alla cura degli amici a quattro zampe

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••3PRIMOPIANOEMPOLIMERCOLEDÌ 21 MARZO 2012

LAVORO, NUOVE FRONTIERE

LA STORIA

«IL NOSTRO IMPEGNO E’ PRESERVAREI VITIGNI AUTOCTONI E MINACCIATI DIESTINZIONE COME IL PUGNITELLO»

ATTIVITA’

I DUE SOCI HANNO APERTO ANCHEUN’ENOTECA-RISTORANTE E UN PASTIFICIODOVE SI USANO SOLO ALIMENTI «BIO»

Lapo Tardelli e GiulioWilson Rosetti si

conoscono da quandoandavano all’asilo e anchele famiglie erano amiche.

Dopo essersi separati aitempi delle superiori,

Giulio viveva a Milano, sisono ritrovati

all’università, facoltà diagraria, a Firenze

Nel 2006 hanno fondato lasocietà «Dalle Nostre

Mani» che ha sede aFucecchio dove Giulio

Rosetti è di casa visto chela sua famiglia ha un

agriturismo. I due socihanno preso in comodatoo in affitto gli 11 ettari di

vigneti che coltivano aprodotti biologici

VINITALY: LA CARICADEI NOSTRI VITICOLTORI

La società

V E R S O V E R O N A

RECUPERO

di FRANCESCA CAVINI

«SI CHIAMA “Dalle nostre ma-ni” perché tutto, ogni prodotto,ogni bottiglia, passa proprio dallenostre mani. Produciamo vini bio-logici con metodi tradizionali, an-tichi forse, ma rispettosi, in armo-nia con l’ambiente e sani per noi eper lo spazio che ci ospita». E’ co-sì che Giulio Wilson Rosetti rac-conta la nascita della società chedivide con l’amico d’infanzia - siconoscono dall’asilo - Lapo Tar-delli e che in soli sei anni li ha por-tati a produrre vini biologici diqualità tale da venire quotati nel-le guide Veronelli e Gambero Ros-so (si tratta del Tosco Regio, San-giovese e Pugnitello, del ToscoMagno, Sangiovese, Pugnitello eFoglia Tonda, e del bianco Ga-gio). Ma anche ad aprire un’enote-ca-ristorante biologica in San Fre-diano a Firenze, la Vivanda, doveservono solo vini e prodotti bio.

A RENDERE ancora più specia-le l’azienda fucecchiese «DalleNostre Mani» sono i suoi consu-lenti. Giulio Rosetti e Lapo Tar-delli, nessuno dei due arriva atrent’anni, sono uno agronomo el’altro enologo e nel loro progettodi recupero di vigneti semiabban-donati nelle zone di Fucecchio eCerreto Guidi si sono serviti e siservono della stretta collaborazio-ne di 14 anziani contadini che, diquelle terre e delle viti che ci cre-

scono da sempre, sanno propriotutto.Il frutto di tanta passione, da do-menica prossima sarà per la pri-ma volta nella vetrina più impor-tante per chi produce vino in Ita-lia, il Vinitaly, che da quest’anno

ospita anche la sezione dedicataai biologici: ViVit.

«E’ IN ASSOLUTO il nostro pri-mo Vinitaly — racconta GiulioRosetti — e abbiamo deciso di an-darci perché ha una sezione dedi-

cata a chi fa vini naturali, biodina-mici e biologici, altrimenti non cisaremmo andati. Presentiamo ilnostro Bianco dell’Empolese2011». Gli undici ettari di vignetisparsi fra Fucecchio e CerretoGuidi e ‘convertiti’ al biologicoproducono circa 35mila bottiglie

di vini bianchi e rossi molti deiquali nascono da vitigni autoctoniormai quasi estinti e di cui Giulioe Lapo hanno salvato i cloni: il Pu-gnitello e il Foglia Tonda. «An-che nei metodi di coltivazione —spiega Giulio — facciamo comeuna volta, leghiamo con i salici eutilizziamo una forma di alleva-mento antica che si chiama giro-ne capovolto toscano e consistenel piegare il capo frutto sul secon-do filo dell’impalcatura del vigne-to, formando un arco capovolto.

Tecnica che è più onerosa per il la-voro che richiede ma poi producebene». E che Giulio e Lapo, proba-bilmente, non hanno imparato al-la facoltà di agraria di Firenze do-ve si sono laureati insieme, ma dailoro speciali consulenti... sul cam-po.

COME È nata l’idea di recupera-re le vigne in abbandono e conver-tirle al biologico? «E’la nostra con-cezione di coltivare — spiega La-po Tardelli —. Avvelenare le pian-te e la terra il meno possibile. An-che nell’enoteca a Firenze trattia-mo solo prodotti che non hanno

conservanti e che provengono dacoltivazioni e allevamenti biologi-ci». In sei anni avete fatto la socie-tà, recuperato le vigne, aperto laVivanda e non siete ancora tren-tenni.

CHE ALTRO c’è nel vostro futu-ro? «Due mesi fa - aggiunge LapoTardelli — abbiamo aperto un pic-colo pastificio, sempre in San Fre-diano a Firenze, dove producia-mo pasta fresca artiginale usandofarine e uova bio. Parte della pa-sta, poi, la cuciniamo alla Vivan-da». Sembra difficile riuscire a ge-stire l’azienda agricola, l’enoteca eil pastificio, ma Giulio e Lapo han-no pensato che quelle di famiglia,in fondo, erano sempre «Dalle no-stre mani» e hanno coinvolto geni-tori e fratelli nella loro impresa.Oltre a pochi, selezionatissimi col-laboratori. «Abbiamo assunto trepersone — spiega ancora LapoTardelli — che che abbiamo scel-to perché condividono il nostroprogetto dedicato al biologico. Ilcuoco della Vivanda non è statosemplice da trovare, perché dove-va essere sensibile al nostro con-cetto di alimentazione. Abbiamodovuto rinunciare alla collabora-zione di persone anche brave, mache non condividevano la nostrafilosofia che prevede, per esem-pio, l’utilizzo di salumi che noncontengano glutammati, oppuredi usare proteine soprattutto vege-tali e poco animali».

L’amicizia

QUELLA di Danila è la storia diuna donna che, diventata mam-ma, si è vista costretta a cambiarelavoro (cambiamento in cui an-che la crisi economica battente hamesso del suo). Ma la storia di Da-nila, a differenza di quanto succe-de alla maggior parte delle giova-ni madri, ha un finale lieto, per-ché lei il lavoro non solo lo hacambiato, ma se ne è inventatauno nuovo. O, almeno, completa-

mente diverso rispetto a quelloche aveva sempre fatto: da agentedi commercio a toelettatrice dianimali. E così è nato «Senza limi-ti», un centro estetico per animalicon sede a Limite sull’Arno.« Facevo l’agente di commercio evendevo prodotti elettronici —racconta Danila Pertici, e l’ho fat-to per 10 anni. Poi, due anni e

mezzo fa, é nata Viola e non ce lafacevo più ad andare in giro permezza Italia. In più, c’era la crisianche nel mio settore. Ci ho pen-sato un po’ e poi ho deciso di but-tarmi».

Un bel coraggio, anche per-ché toelettare un cane e ven-dereprodotti dielettronicaso-no attività che non hanno

davvero niente in comune.Perché ha scelto di occuparsidi animali?

«Perché era un’idea che avevosempre avuto. Mi sarebbe piaciu-to aprire uno spazio attrezzato perl’accoglienza e il training, ma eratroppo impegnativo sia per gli ora-ri sia per i costi e comunque va be-nissimo anche così».

Quanto ci ha messo a realiz-zare questo progetto?

«Ho fatto il corso alla Yv San Ber-nard di Limite, tre mesi di lezioniper otto ore al giorno, cinque gior-ni a settimana».

E come lo ha trovato?«Ho cercato su Internet e quandoho scoperto che lo tenevano a Li-

mite sono stata contentissima, vi-sto che abito a Montelupo»

Perpagarlohapotutoaccede-re a finanziamenti per l’im-prenditoria femminile o gio-vanile?

«Purtroppo no, l’ho autofinanzia-to. Mentre frequentavo, avevo an-cora l’altra ditta aperta e non eroufficialmente disoccupata, quindinon avevo diritto a nessun tipo difinanziamento».

Finito il corso, come ha trova-to il fondo per allestire la suaattività?

«Con un piccolo colpo di fortuna.Un mio conoscente ha visto uncartello con l’annuncio affittasipassando per strada, sapeva checercavo qualcosa di simile e mi hatelefonato. E due mesi fa ho aper-to»

E’ troppo presto per un bilan-cio,maperunaprima impres-sione, magari...

«Non mi lamento. Riesco a conci-liare bene i tempi di Viola conquelli del lavoro. Con la bella sta-gione, poi, mi hanno detto che ilritmo aumenterà e quindi sono ot-timista».

F.C.

IL VINITALY è ormai alle porte (l’apertura èper domenica prossima) e le aziendedell’Empolese Valdelsa sono pronte a darel’assalto alla più importante manifestazioneenologica nazionale. Fra i sette produttori chepresenzieranno allo stand del Circondario c’èanche la Tenuta Isola Verdedi Riccardo Tamburini che ha sede a CerretoGuidi. Al suo secondo anno a Verona,Tamburini ha deciso di portare una novità: ilsuo rosato di Sangiovese, che fa parte dellalinea Vigneto della Sorgente di cui esiste anche ilChianti docg, pure questo destinato allapresentazione al Vinitaly. «La mia primaesperienza è stata positiva — raccontaTamburini — e ho deciso di ripeterla perchého visto che lì è più facile contattare i buyerinternazionali. Spero di avere un buon ritornocome è già avvenuto l’anno scorso».Anche il Consorzio Colline di Vinci ha decisodi presentare le nuove annate e i nuoviassociati alla manifestazione veronese.Le nuove aziende associate sono Doccia alPoggio e Fattoria dei Desideri che siaggiungono a Santa Barbara, Tenuta Bacco aPetroio, Tenuta Santini, Streda Belvedere,Fattoria Piccaratico, Fattoria di Faltognano ePoggio Argentale. «La nuova produzionedell’annata 2011 — commenta il presidente delConsorzio, Marco Monti — si presenta diottimo livello per i vini più giovani e freschi eanche le premesse dei vini più strutturati,assaggiati in anteprima, sono interessanti,anche se è prematuro dare una valutazioneoggettiva. Per il Chianti 2011 dovremoaspettare almeno settembre 2012 per unadegustazione seria».

COLTIVATORI A destra, Giulio Wilson Rosetti con uno dei suoi consulenti

fino al Vinitaly»ai prodotti naturali

CONSULENTE A destra, Lapo Tardelli

L’IDEA«L’avevo sempre avuta. Mipiaceva aprire uno spazioper l’accoglienza e il training»

SORRIDENTE Danila Pertici davanti al suo centro estetico per animali e mentre lavora con un “cliente”

«La passione per il vino biologico ci ha portatoL’azienda fucecchiese «Dalle Nostre Mani» debutta al ViVit, sezione dedicata

CONSULENTII giovani imprenditorilavorano in collaborazionecon 14 anziani contadini

CREARSI UN FUTURO COMPLICE LA NASCITA DI UNA FIGLIA, LA DONNA HA CAMBIATO COMPLETAMENTE SETTORE DI IMPIEGO

Danila, dall’elettronica alla cura degli amici a quattro zampe