Il nichilismo e l'uomo moderno

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    "Vi pare, signori, che possa pi essere vita dove non si muove pi nulla? Dove tutto riposa in unaperfetta quiete?"

    L. PirandelloQuesta sera si recita a soggetto1

    La virt in continuo progredire ma comincia anche sempre daccapo.

    I. KantMetafisica dei costumi2

    Il problema della definizione.

    Distruzione, lacerazione, disgregazione, e ancora caos, incertezza, disordine: laccezionenegativa di nichilismo una fra le pi spontanee e sicuramente la pi radicata nella tradizione

    culturale.

    N. Abbagnano, confermando questa consueta connotazione negativa, definisce nichilismocome termine usato con intento polemico, per indicare dottrine che si rifiutano di riconoscererealt o valori la cui ammissione si ritiene importante3.

    Numerosi sono gli esempi che provano questo atteggiamento: si veda, innanzitutto, la

    classica interpretazione della filosofia di Gorgia, il cui nulla esiste4 rappresenterebbe ladistruzione di ogni certezza e legame con la realt e la pressoch totale assenza di valori di

    riferimento. Negativo anche lutilizzo che Sir W. Hamilton fa di nichilismo per qualificare ladottrina di Hume che nega la realt sostanziale

    5. Degna di nota infine la definizione che U.

    Galimberti

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    riprende dai Frammenti postumi di F. Nietzsche: il nichilismo il pi inquietante fragli ospiti.Nella storia del pensiero, le teorie cosiddette nichilistesono state dunque spesso oggetto di

    una rivisitazione deturpante che tende ad attribuire loro delle connotazioni apocalittiche.

    In realt, il nichilista non deve essere inteso come un Attila che lascia dietro di s solo morte

    delle idee e distruzione dei valori. Nel momento stesso in cui annienta una pregressa convenzione,

    la sostituisce con un nuovo principio pi consono, lasciando dunque ben pi prosperi eredi.

    Per assurdo, la stessa convinzione gorgiana che nulla sia costituisce di per s un valore, una

    convinzione sulla quale il filosofo fonda il proprio ragionamento colmando il preteso vacuumnichilista.

    Non ci sentiamo dunque in errore se affermiamo la necessit di ridefinire il nichilismo,nellaccezione di nichilismo costruttivo.

    Questa nuova forma di nichilismo sar vicina al modello attivonietzschiano7, ad una presa diposizione consapevole gi rinvenibile fra le righe del Padri e figlidi I. Turgenev, vero coniatore del

    1Cfr. ed. Oscar Mondadori, Verona 1970, p. 16.

    2Cfr. ed. Bompiani Pensiero Occidentale, Milano, 2006, p. 435.

    3Cfr. N. Abbagnano - Dizionario di filosofia, UTET, Torino 1971, p. 618.

    4Cfr. GorgiaFrammenti: Sul non essere o sulla natura in I presocratici a cura di G.Reale, Bompiani Il Pensiero

    Occidentale, Milano, 2006, p. 1615.5Cfr. W. HamiltonLectures on Metaphysics and Logic, Kessinger Publishing, 2003, I, p. 204.

    6Cfr. U. GalibertiLospite inquietante. Il nichilismo e i giovani, Feltrinelli, Milano 2007, p. 16.

    7Nietzsche stesso afferma: Il nichilismo non solo la credenza che tutto merita di morire *+. lo stato delle volont

    forti *+: la negazione attiva risponde meglio alla loro natura profonda (cfr. Wille zur Macht, ed. Krner, XV, 24).

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    termine nichilismo; nel romanzo, Bazarov nega infatti i valori tradizionali della vecchia generazionee riconosce propri quelli materialistici: negare per affermare.

    Dal momento che lannichilimento di valori, o addirittura di interi sistemi ideologici,comporta necessariamente listituzione di nuovi punti di riferimento, ne consegue che dal

    nichilismo emerge una realt fondata sullesistenza di infiniti possibili valori che, essendo inperenne trasformazione, evitano un ristagno rischioso e improduttivo.

    Emerge una realt come sistema complesso basato sulle dinamiche fra paradigmi

    coesistenti, in reciproca interazione e continua rigenerazione.

    Che cosa rende per possibile questa incessante trasformazione?

    Lequilibrio instabile della comunicazione.

    Il principale motore del processo in esame pu essere identificato con la comunicazione,

    nellaccezione diconfronto fra sistemi distinti, fra singolo e sistema o fra singoli individui (a questocaso si riducono spesso i primi due). Questa reciprocit pu effettivamente produrre una crisi o

    una rivalutazione delle certezze perch o sostituite con delle nuove oppure in parte modificate. Le

    diverse dinamiche di interazione potenzialmente scaturibili dal confronto dipendono dalla diversa

    predisposizione dellindividuo ed in questo caso opportuno considerare anche il fattoreemotivoo del sistema. Tra le pi frequenti si evidenziano:

    Il confronto edificante, basato sulla tolleranza vicendevole e sullapertura al dialogopacifico fra le parti divergenti; pu produrre un indebolimento o addirittura un crollo delle

    vecchie ferree certezze, che pu essere seguito dalla completa accettazione della posizione

    altrui o da un compromesso conciliante;

    Il conflitto violento, derivante dallinterazione fra due ideologie comunque divergenti manon disposte ad un vero confronto; in questo caso, sebbene sia pressoch impossibile

    lintesa, risultano possibili:- lannichilimento del valore pi debole prevaricato da quello dominante;- una quasi impercettibile influenza reciproca che mina la solidit di entrambe le

    convinzioni;

    - un sempre maggiore allontanamento delle parti, nel caso in cui entrambe

    permangano intransigenti;

    Il parallelismo condizionante, in cui le due parti, pur non essendo in contatto direttoreciproco, si influenzano in senso unilaterale oppure bilaterale. Ci comporta una seppur

    minima variazione di credenze.

    Comunque si manifesti il confronto, evidente che esso risponde in ogni caso a quello che

    abbiamo definito nichilismocostruttivo, in unottica cio di continuo cambiamento ed evoluzione.

    Limportanza del fattore comunicativo riecheggia nelle affermazioni di M. Heidegger8, cheparla di comunicazioneesistenziale: non solo semplice possibilit, ma fattore necessario equindiirrinunciabile.

    Un rifiuto totale del confronto risulta impensabile: infatti lisolamento comporterebbe,soprattutto per il singolo, la morte sociale9; il caso dellasceta, simbolo universale

    8Cfr. M. HeideggerSein und Zeit, tr. It. Essere e tempo, tr. di Pietro Chiodi, Milano, Longanesi & C., 1976; 34.

    9Cfr. . DurkheimIl suicidio. Studio di sociologia, a cura di R. Scramaglia, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, Milano 2007

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    dellallontanamento dalla societ, che non riuscito a sfuggire alla comunicazione: stato proprioil rapportarsi con gli uomini ad indurlo a cercare nuovi valori, fuggendo la vita sociale. Talvolta,

    invece, il rifiuto del confronto provocherebbe, a lungo termine, un tentativo di riavvicinamento

    volto a recuperare il contatto con gli altri.Non analizzeremo in questa sede tutte le conseguenze esistenziali derivanti da una totale

    assenza di comunicazione. Ci basti solo ricordare come, dallo (animale sociale)aristotelico

    10al Dialog zwischen Ich und Du (dialogo fra Io e Tu)di Feuerbach11, alla Beziehung Ich-

    Du (relazione io-tu) buberiana12, per tornare nuovamente alla sopracitata concezioneheideggeriana, laspetto comunicativo abbia rivestito nella storia del pensiero un ruolo di primariaimportanza, arrivando addirittura a costituire lessenza stessa delluomo.

    Ecco dunque che, al contrario di quanto affermato da U. Galimberti13

    , la comunicazione non

    necessariamente ostacolata dallospite inquietante; essa si configura piuttosto come ilcatalizzatore indispensabile dellintero processodi nichilismocostruttivo.

    Ora, una volta constatata la classica interpretazione negativa di nichilismo, e ridefinito

    questultimo in senso costruttivo, ponendone le basi nella comunicazione, ci si trova di fronte aduna realt in continuo cambiamento. Se dunque impossibile individuare dei centri di gravitpermanenti(per utilizzare unespressione di F. Battiato, che ben esprime il concetto), siamo forsecondannati a vivere in un caos irrimediabile? Dobbiamo forse rassegnarci ad un mondo senza

    senso, sia esso il prodotto di un nichilismo apocalittico piuttosto che di un nichilismo costruttivo?Che senso ha perpetuare questo ciclo di continua creazione e distruzione, se non si perviene mai

    ad un punto fermo? Esiste allora una soluzione che ci liberi da questo stato?

    Anything goes?

    Innanzitutto, il caos prodotto dal nuovo nichilismo solo apparente. Potremmo megliodefinirlo come caosrelativamente ordinatoo pi semplicemente come ordine dinamico. A seguitodei meccanismi comunicativi precedentemente illustrati, ogni sistema raggiunge uno stato di

    precario equilibrio manifesto sia al suo interno, sia nei rapporti con gli altri sistemi, finch nuovi

    fattori non interverranno a turbare questa condizione di quiete. In questo modo, in un sistemaaperto *+ le fluttuazioni al suo interno, le violazioni dellequilibrio, producono nuovo ordine,imprevedibile ma rigorosamente analizzabile, che sorge proprio dal disordine 14: il sistemacomplesso si autoregola attraverso la comunicazione.

    In secondo luogo, il nichilismo costruttivo presenta innumerevoli vantaggi che non possiamoesimerci dal considerare.

    Come stato gi ripetuto, infatti opportuno abbandonare definitivamente limmotivatapaura di un ospite inquietante. Latteggiamento pi consono da assumere quello che gi lostesso Galimberti propone: imparare ad essere se stessi, apprendere la greca arte del vivere;sviluppare la propria virt, intesa nel senso greco di capacit, ovvero labilit, nel nostro caso, di

    10Cfr. AristoteleTrattato dei governi (Politica); trad. di Bernardo Segni, Sonzogno, Milano 1905; II. Dello stesso

    autore si veda anche Etica Nicomachea.11

    Crf. L. Feuerbach - Grundstze der Philosophie der Zukunft, Trad. It. Principi della filosofia dellavvenire. A cura diNorberto Bobbio, Torino, Einaudi, 1971, 62.12

    Cfr. M. BuberIch und du, tr. It. L'io e il tu, tr. Anna Maria Pastore, Irsef, Pavia 1991 (estratto da Il principiodialogico e altri saggi)13

    Cfr. Nota 614

    Cfr. R. BodeiLa filosofia del Novecento, Donzelli Editore, Roma 1997.

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    guardare in faccia lospite e di metterlo alla porta, assumendosi cos, in accordo con Heidegger,la scelta del proprio destino

    15.

    Lhomme est ce quil se fait (luomo non altro che ci che si fa)16: lazione -la novit-solleva luomo dal peso dellapparente nulla e lo avvia alla libert e alla felicit, leudamona cherealizza il damon. Assume dunque un forte significato quel pensiero debole, che per la filosofia di

    Vattimo consiste nella rinuncia ad una fondazione ultima, unica, normativa, allinterno di unnichilismo che non pi un insulto, bens una parola chiave della nostra cultura17.

    In quanto demolitore edificante, esso si configura come condizione del progresso della

    conoscenza, oltre che del pensiero divergente-inteso come libert di riflessione ed espressione-,cos come della tolleranza e di tutti i principi cardine della migliore delle democrazie, impensabili

    senza una bench minima possibilit di confutare, modificare o sostituire valori.

    Ecco che, in una continua e positiva ridefinizione di equilibri temporaneamente ordinati, pu

    essere traslato sul piano politico-sociale lanarchismo metodologico, lo Anythinggoes(qualsiasicosa pu andar bene) ritenuto da P. Feyerabend18 condizione favorevole del progressoscientifico: con ci non si vuole giustificare alcun comportamento estremista, bens sottolineare

    semplicemente come il nichilismo, nella sua nuova accezione costruttiva, sia tuttaltro cheApocalisse e vortice di perdizione.

    Valori, regole e verit traggono il loro significato dalla possibilit di essere infrante, fungendo

    cos da stimolo al cambiamento.

    Non pi distruzione, ma creazione. Non pi tramonto, ma alba dellumanit. Non picondanna, ma libert.

    Alzando la testa sotto il peso delle incertezze.

    Come i fiori: che bello vederli fiorire invece che appassire

    19

    Hanno collaborato:

    Brizzio Diego

    Campagner Oreste

    Cibelli Alice

    De Stefano Maia

    Gallazzi Elia

    Macaluso Elena

    15Cfr. Heidegger, cit.

    16Cfr. J.-P. Sartre, Lxistentialisme est un humanisme, tr. it. Lesistenzialismo un umanismo, Armando Editore, Roma

    2006, p. 47.17

    Cfr. G. Vattimo, P. A. RovattiIl pensiero debole, Feltrinelli, Milano 201018

    Cfr. P. Feyerabend, Contro il metodo.Abbozzo di una teoria anarchica della conoscenza, Feltrinelli, Milano 2008.19

    Da Umberto Galimberti presenta Lospite inquietantehttp://www.youtube.com/watch?v=UQcvpevBVfI,ultimorilevamento: 30.3.2011

    http://www.youtube.com/watch?v=UQcvpevBVfIhttp://www.youtube.com/watch?v=UQcvpevBVfIhttp://www.youtube.com/watch?v=UQcvpevBVfIhttp://www.youtube.com/watch?v=UQcvpevBVfI