Il mondo in classe_Il cibo racconta: noi così lontani... così vicini_Scuola Secondaria di primo...

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La IIB e la IIIB dell’Istituto Comprensivo “Su Planu” -Selargius presentano

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La IIB e la IIIB dell’Istituto Comprensivo “Su Planu” -Selargius

presentano

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Il cibo racconta: noi così lontani… così vicini.

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I cibi di cui ci nutriamo contengono sostanze fondamentali per la nostra sopravvivenza: Glucidi Apportano energia al nostro organismo e sono costituiti da molecole semplici

chiamate monosaccaridi.

Le funzioni svolte dai glucidi nell‟alimentazione umana sono:

funzione energetica: i glucidi rappresentano la fonte principale di energia a rapida utilizzazione ed a basso costo: 1 g fornisce circa 4 Kcal

funzione di riserva: il glicogeno rappresenta una forma di immagazzinamento dell‟energia

funzione plastica o di sostegno: molti glucidi vanno a costituire glicolipidi, glicoproteine (membrane cellulari), strutture di sostegno e protezione degli organismi animali e vegetali

I glucidi si dividono in:

Monosaccaridi (costituiti da una sola molecola);

Oligosaccaridi ( costituiti da poche molecole di monosaccaridi); Polisaccaridi

(costituiti da più di 10 molecole di monosaccaridi).

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Protidi

Sono costituiti da unità fondamentali chiamate amminoacidi. Svolgono varie funzioni

-plastica e costruttrice: promuovono l'accrescimento e il mantenimento delle strutture corporee - regolatrice: controllano e indirizzano diversi processi biochimici per mezzo di enzimi e di ormoni di natura proteica - energetica: entrano nelle vie cataboliche produttrici di energia in caso di necessità oppure quando nella dieta si ha un apporto eccessivo di proteine - di trasporto ematico: alcune proteine consentono il trasporto di particolari nutrienti e di gas nel sangue - di difesa immunitaria: gli anticorpi del nostro organismo sono formati da proteine (immunoglobuline) - di protezione dagli agenti esterni: nelle unghie e nei capelli vi sono proteine che aiutano nella protezione di zone delicate come la cute.

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Apportano energia al nostro organismo e si dividono in:

Trigliceridi: comunemente detti grassi, sono di origine sia animale che

vegetale, possono essere a loro volta suddivisi in:

- grassi “buoni” insaturi: non dannosi per l'organismo, si trovano negli oli,

in grande quantità nell'olio d'oliva e in quello extra vergine d'oliva

- grassi “cattivi” saturi: sono dannosi per l'organismo perché si

accumulano nelle arterie provocando restringimento del calibro con

conseguenti patologie cardiovascolari molto gravi, questi grassi si trovano

nel burro, nello strutto, nel lardo, nel grasso di tutti gli insaccati

Fosfolipidi: sono presenti nella membrana delle nostre cellule

Steroidi: sono sintetizzati nel nostro organismo e in seguito a particolari

reazioni chimiche possono formare gli steroli come il colesterolo.

Fosfolipidi: sono componenti fondamentali delle membrane cellulari e

dei complessi lipoproteici coinvolti nell'assorbimento e nel trasporto dei

lipidi.

Lipidi

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Le vitamine sono sostanze organiche indispensabili per il nostro organismo. Sono

infatti essenziali per la salute del corpo, la crescita e la resistenza alle infezioni.

Esse non vengono sintetizzate nel nostro organismo e devono essere assunte

quotidianamente. La loro carenza può causare gravi malattie. Le vitamine si

classificano in :

Idrosolubili( cioè solubili in acqua ):gruppo B, C, PP.

Liposolubili ( cioè solubili nei grassi ): A, D, E, K.

Vitamine

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Sali minerali

Hanno una funzione regolatrice e apportano materiale per costruire alcune

parti del corpo come ossa e denti. Si trovano negli alimenti in misura

differente e perciò l‟alimentazione deve essere molto varia. Devono

essere assunti giornalmente.

Acqua

Ha una funzione regolatrice ed è contenuta

in misura variabile in tutti gli alimenti.

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I cibi viaggiano… Molti dei cibi che mangiamo ogni giorno provengono da

luoghi lontani: la patata, il kiwi, l‟arancia e tanti altri. Cibi a noi familiari e che coltiviamo da secoli, un tempo erano sconosciuti in Europa. Noi sardi usiamo molti prodotti importati, per produrre i nostri piatti tradizionali: ad esempio lo strutto, che si usa per fare «is pardulas», è originario della Spagna, mentre le mandorle, l‟arancia e lo zafferano provengono dai Paesi asiatici. (Giulia I., III B)

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La patata

La patata arrivò in Europa solo a metà del Cinquecento. Inizialmente si pensò fosse malsana

in grado di provocare allucinazioni e di dare alle streghe il potere di volare. E‟ originaria

dell‟America centrale e meridionale; la utilizzavano soprattutto gli abitanti di Cile e Perù abili

nelle coltivazioni ad alta quota.

(Andrea M., II B)

Il Kiwi

E‟ una bacca commestibile prodotta da numerose specie di liane. Ha un sapore acidulo ma

succoso e rinfrescante. Il Kiwi è originario della Cina meridionale dove si coltivava circa 700

anni fa per il suo frutto che era considerata una prelibatezza per gli imperatori cinesi ed il suo

uso era anche ornamentale.

All‟inizio dell‟Ottocento arrivò in Inghilterra e nel Novecento si diffuse in Nuova Zelanda.

Alla fine del Novecento si diffuse anche in Europa e soprattutto in Italia che ora è il primo

produttore al mondo. (Roberto F., II B)

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Le zippolas (zeppole sarde) Ingredienti per 2 kg di zeppole: 1 kg di farina 00 50 gr zucchero e dell'altro da parte per inzuppare 300 gr patate lesse e ben schiacciate 400 ml di latte 1 panetto di lievito di birra (25 gr) 1 arancia scorza e succo 1 bustina vanillina 2 bustine di zafferano 1 bicchiere di liquore 1 pizzico di sale olio per fritture

Piatti della cucina sarda

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Culurgiones

Ingredienti per la pasta:

Farina di semola di grano duro 300 gr, Acqua 1 dl, sale:1 cucchiaio

Ingredienti per il ripieno:

Patate rosse 1 kg, Olio extravergine d'oliva mezzo bicchiere, Aglio 2

spicchi, Menta 6-7 foglie, Pecorino fresco 300 gr

Panada

Ingredienti per 4 persone:

Pasta per la panada: 500g farina 00,100ml olio,1 cucchiaino di sale,

acqua tiepida q.b. Ripieno:5 o 6 carciofi spinosi sardi,1kg di

patate,3 o 4 spicchi d'aglio,prezzemolo,4 cucchiai d'olio evo,7 o 8

pomodori secchi,1 cipolla media,5 o 6 ciuffi di prezzemolo,1/2

bicchiere vino bianco q.b.,1 pizzico sale marino integrale, pepe nero

o peperoncino(facoltativo).Inoltre qualche cucchiaio d‟acqua tiepida

ed acqua q.b.

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Zuppa gallurese

Si prepara con strati di pane raffermo bagnati con brodo di carne vaccina,

eventualmente insaporito con della carne di pecora, alternati

con formaggio fresco vaccino (casgiu spiattatu) e a discrezione, del

pecorino stagionato. Possono essere aggiunti vari odori quali menta e

finocchio selvatico. Piatto principe delle tavole dei galluresi, sia per le

classi agiate che per le classi meno abbienti

Per il brodo di carne: (ne serve almeno 1,5 – 2 litri)

Carne mista (manzo, di pecora magra e pollo) carota sedano cipolla

pomodoro secco prezzemolo olio e.v.o., sale, pepe

Pane raffermo (possibilmente pane di grano duro, ma si può fare con il

pane che si ha in casa) tagliato a fette di circa 1 centimetro. Ne serve

abbastanza per fare almeno tre o quattro strati dentro la teglia

1 forma di formaggio fresco vaccino, tipo cacio cavallo (circa 600-700 gr)

100 gr circa di parmigiano grattugiato (o pecorino, se lo si vuole più

saporito) prezzemolo tritato Un pizzico di saporita (mix di spezie –

facoltativo).

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Le persone viaggiano… (storie di emigrazione di parenti e amici)

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Intervista a un’amica di famiglia di Marta D., III B

- Quando hai deciso di partire?

-Nel 1999, quando avevo 27 anni.

- Qual è stato il motivo della tua partenza?

- Per trovare un lavoro e per migliorare la mia vita.

- Dove?

- A Brighton, in Inghilterra.

- Come ti sei trovata?

- All'inizio non mi sono trovata molto bene.

- Quali sono state le tue difficoltà?

- Avevo molta difficoltà a comunicare con le persone del posto, a causa della

scarsa conoscenza della lingua inglese.

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- Come hai superato queste difficoltà? Ci sei riuscita da sola o ti ha

aiutato qualcuno?

- Sono stata molto fortunata, anche perché alcuni miei colleghi, sia italiani

che inglesi, mi hanno aiutata a trovare un'abitazione migliore di quella che

avevo appena arrivata e molto più vicina al posto di lavoro.

- Quanti lavori hai svolto?

- Ho iniziato a lavorare come cameriera nei pub, poi come commessa in un

supermercato e alla fine sono stata assunta in una clinica privata.

- Qual è stato il motivo del tuo ritorno in Italia?

- Nonostante le cose andassero bene, la nostalgia della famiglia e della

Sardegna ha prevalso, così ho deciso di ritornare. Fortunatamente ora ho

trovato un lavoro qui.

- Dopo quanto tempo sei voluta tornare?

- Dopo 11 anni.

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Da Cagliari a Cremona di Roberto F., II B

- Perché sei emigrato? Dove? Quando?

- Mi chiamo Francesco, ho 38 anni e sono di Cagliari. Già tempo fa, qui in Sardegna, non c‟era molta possibilità di lavoro, così, dopo il diploma di scuola superiore, nel 1999, ho presentato domanda alle Forze Armate e sono risultato idoneo a far parte dell‟Esercito Italiano. Purtroppo la destinazione è stata la Lombardia, precisamente Cremona. Ho dovuto lasciare da parte la nostalgia della mia terra, Cagliari, col suo favoloso mare, e sono partito. Dopo una lunga gavetta e varie destinazioni, sono diventato sergente maggiore. Ho dovuto fare anche delle missioni di pace in Bosnia-Erzegovina e in Albania. Ora sono molto felice del cammino che ho fatto. A Cremona ho conosciuto anche mia moglie, Elisa, con cui adesso ho due figlie piccole, di 2 e 4 anni. Ormai mi sono stabilito definitivamente a Cremona. Comunque mi manca la mia terra e infatti, ogni anno, ho la fortuna di andare a visitare i mie cari in Sardegna.

- Qual è stata la scelta più ardua?

- Di sicuro quella di scegliere se fare una vita migliore, ma lontano dai miei cari, o restare a Cagliari. Credo che sia stata una delle scelte più difficili della mia vita.

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STORIE DI EMIGRAZIONE NELLA MIA FAMIGLIA di Marco T., II B

DOPO AVER PARLATO A LUNGO CON I MIEI GENITORI E I MIEI NONNI, SONO RIUSCITO A RINTRACCIARE UNA

STORIA DI EMIGRAZIONE AVVENUTA NELLA MIA FAMIGLIA.

IN REALTA‚ RISPETTO ALLE TRISTI STORIE CHE SENTIAMO AL TELEGIORNALE, DI MIGRANTI CHE SONO

COSTRETTI A LASCIARE LA LORO PATRIA PER TROVARE LAVORO O PER SCAPPARE DALLA GUERRA, LA STORIA

CHE RIGUARDA LA MIA FAMIGLIA E„ PIU' FRIVOLA E RIGUARDA MOTIVI AFFETTIVI.

MIA NONNA , INFATTI , HA SCELTO DI LASCIARE IL SUO PAESE, L'AUSTRIA, E DI VENIRE IN ITALIA, PER

CONTINUARE LA RELAZIONE CON MIO NONNO.

MIA NONNA E MIO NONNO SI ERANO CONOSCIUTI A VIENNA QUANDO MIO NONNO, STUDENTE DI MEDICINA ,

AVEVA DECISO DI FREQUENTARE ALCUNI CORSI PROPRIO IN QUELL„ UNIVERSITA'.

ERANO I PRIMI ANNI 60 E, GRAZIE AD UN COMPAGNO DI CORSO CHE LO AVEVA INVITATO AD UNA FESTA DI

COMPLEANNO, INCONTRO' MIA NONNA .

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TUTTAVIA, ALLA FINE DEL PERIODO DI STUDIO, MIO NONNO TORNO' A CASA IN ITALIA , A GENOVA, E COSI'

INIZIARONO A SCRIVERSI LETTERE TUTTI I GIORNI E A FREQUENTARSI A DISTANZA, INCONTRANDOSI

SOLO DURANTE LE VACANZE PER BREVI PERIODI.

QUESTO DURO„ FINO AGLI ANNI 1963-64, QUANDO MIO NONNO E MIA NONNA COMPLETARONO I LORO

STUDI E MIO NONNO CHIESE AL MIO BISNONNO IL PERMESSO DI SPOSARSI.

MIA NONNA MI HA RACCONTATO CHE, ANCHE SE ERA CONTENTA DI SPOSARSI, ERA SPAVENTATA

ALL„IDEA DI DOVERSI TRSFERIRE IN UN PAESE STRANIERO E DI DOVER TROVARE LI„ UN LAVORO.

COMUNQUE NEL 1965 SI SPOSARONO, E MIA NONNA SI TRSFERI' A GENOVA, SENZA CONOSCERE UNA

PAROLA DI ITALIANO E NEMMENO LE TRADIZIONI DEL NOSTRO PAESE. SI ISCRISSE QUINDI AD UNA

SCUOLA DI ITALIANO, PER IMPARARE LA NUOVA LINGUA E PER POTER LAVORARE A GENOVA .

MIA NONNA, CHE ORMAI VIVE IN ITALIA DA QUASI CINQUANTA ANNI E ABITA A GENOVA CON MIO

NONNO, DOVE VIVONO ANCHE I MIEI CUGINI, MI HA RACCONTATO CHE PER LEI INIZIALMENTE E' STATO

MOLTO DIFFICILE INTEGRARSI IN UN PAESE NUOVO, NONOSTANTE AVESSE L'AIUTO DEL MARITO E DI

AMICI, ED ANCORA OGGI, A VOLTE, SI SENTE UN PO' DIVERSA DA NOI ITALIANI.

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Intervista a mio nonno immigrato in Sardegna di Andrea M., II B

- Dove abitavi prima di venire in Sardegna?

- Abitavo a Torino in via Pietrino Belli n

41.

- Quando sei venuto a Cagliari?

- Nel Novembre del 1951.

- Perché sei immigrato in Sardegna?

- Per lavoro: avevo ricevuto l‟incarico dal direttore dell‟azienda per cui lavoravo, la RKO Radio Film, con sede a Roma.

- Cosa hai fatto al tuo arrivo a Cagliari?

- Mi sono sistemato presso una pensione e, insieme ad un collega, ho iniziato a girare la Sardegna per noleggiare pellicole cinematografiche ai cinema locali.

- Come ti sei trovato a Cagliari?

- Il primo mese male, perché i cagliaritani erano diffidenti, poi piano piano mi sono ambientato e sono qui da sessantuno anni, mica da un giorno.

- Cosa si prova a stare lontano da casa e dai parenti?

- Molta nostalgia, infatti appena potevo andavo a Torino.

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Un emigrante in famiglia di Fabio M., II B

Nella mia famiglia, in particolare dalla parte di mia madre, uno zio paterno

emigrò in Australia nel 1954.Questo zio di mia mamma "scappò" da Cagliari a

causa della triste adoloscenza passata in un istituto per orfani. Purtroppo, infatti,

entrambi i genitori erano morti nel dopoguerra per malattia e i loro tre figli erano

rimasti soli: uno dei tre venne adottato da due lontani parenti veramente

eccezionali; un altro fu preso in affidamento da suo padrino e purtroppo Giorgio, il

piu' grande dei tre, venne inserito in un istituto per orfani, a suo dire un vero e

proprio "lager". Al compimento della maggiore età, dopo il diploma di scuola

superiore, si imbarcò per l'Australia e non mise più piede in Italia fino al 1991

(anno in cui venne in vacanza). Intraprese così un „viaggio della speranza“,

lasciandosi indietro i suoi amati fratelli, con i quali, però, non perse mai i contatti.

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Questo viaggio in una terra sconosciuta lo portò a Melbourne (la seconda città dell„Australia per abitanti dopo Sydney) dove si inserì nella comunità italiana e trovò lavoro come tecnico specializzato nell'industria automobilistica „General Motors“. Nel frattempo inviava foto e notizie ai suoi fratelli, sia tramite posta sia telefonicamente. In Australia zio Giorgio si è costruito una famiglia, una bella casa e ha avuto due figli con una signora di origine italiana. Mia madre lo ha conosciuto quando , nel lontano 1991, è andato in pensione ed è voluto tornare dai suoi parenti per una vacanza, insieme a uno dei suoi figli. Mia mamma racconta che per lei era stato molto emozionante conoscere lo zio „australiano“ e uno dei cugini, che tra l'altro parlava solo inglese... Poi i miei nonni sono andati a trovare loro in Australia e due anni fa George, come ormai lo chiamiamo, è tornato in Sardegna a trovarci e l'ho potuto conoscere anche io. E' stato molto bello sentire il suo racconto e ascoltare come si trova ora in Italia: una delle cose che lui ha notato è il cambiamento della lingua italiana; certi termini che si usavano quando lui viveva qui sono andati ormai in disuso e sono stati sostituiti da altri.

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Da Villaputzu a Moularès di Giuseppe M., II B

Ho raccolto delle informazioni sul mio trisnonno che si chiamava Francesco Meloni. Nonno Francesco era nato a Villaputzu, un paese in provincia di Cagliari, alla fine dell‟800. Dopo aver studiato forse fino alla terza elementare, a soli 20 anni partì con suo fratello maggiore in Tunisia, per cercare lavoro. Nei primi del „900 il lavoro in Sardegna era molto scarso, mentre molte nazioni straniere cercavano manodopera, e infatti mio nonno fu assunto come operaio in una miniera di fosfati di Moularès. Qualche volta ritornava in Sardegna e proprio qui si sposò con una ragazza del suo stesso paese, che poi lo seguì in Tunisia.

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Lì crearono una bella famiglia con tre figli. Mio nonno era un bravo lavoratore, tanto che diventò direttore degli operai. Vivevano nel benessere e facevano gli acquisti più importanti a Parigi. Il nonno imparò a suonare il mandolino e il violino. Anche i suoi figli lavorarono in miniera e si sposarono e formarono le loro famiglie. Ma ad un certo punto, durante il fascismo, i miei parenti decisero di tornare in Italia perché, se fossero rimasti lì, il governo avrebbe tolto loro la cittadinanza italiana. Penso che fossero attaccati alla loro terra d‟origine in modo speciale, perché rientrarono in Sardegna nonostante in quel periodo da noi ci fosse molta povertà. Mio nonno Antonio Meloni, nipote di nonno Francesco e figlio di nonno Giuseppe, purtroppo non c‟è più, infatti queste informazioni le ho avute da mia nonna Angela.

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La cittadinanza mondiale

Con l’aiuto della dott.ssa Palamone, abbiamo stilato la classifica dei quattro termini principali in materia di cittadinanza mondiale. Al primo posto, secondo noi, troviamo la solidarietà, che consiste nel dare qualcosa che hai in abbondanza a chi ne ha poca: con la solidarietà si sconfiggerebbero la povertà e la fame; poi abbiamo scelto il diritto al cibo, che al giorno d’oggi è uno dei problemi più importanti; al terzo l’emigrazione e al quarto il multiculturalismo, che è legato all’emigrazione perché, senza questa, le culture non potrebbero mescolarsi fra loro. (Alessandro F., II B)

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Il nostro incontro con Augustine L‟incontro con Augustine, che è originario del Kenya e fa il mediatore culturale, è

stato molto interessante, perché ci ha permesso di affrontare vari temi, come il

razzismo, le differenze tra la società keniana e quella italiana, ecc. All‟inizio noi

ragazzi volevamo parlare tutti insieme, così Augustine ha citato un detto del Kenya

che dice: “Ascolta gli altri, così, quando sarà il tuo turno, avrai anche tu qualcosa da

dire.”

Alessio gli ha chiesto se fosse mai stato vittima di atti di razzismo e lui ha risposto di

sì, ma su questo non ha raccontato granché, sicuramente perché in quei momenti ha

sofferto molto. Il razzismo, che non dovrebbe esistere, visto che c‟è un‟unica razza,

quella umana, nasce dalla paura di ciò che non si conosce. Per vincerlo, dobbiamo

anzitutto superare i nostri pregiudizi verso chi è diverso da noi.

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Augustine ci ha portato un pezzo del suo mondo, per poter fare i confronti con il nostro: giochi fatti a mano con bottiglie di plastica, tappi di metallo, ecc. Abbiamo riflettuto non solo sull‟importanza di riciclare gli oggetti, ma anche su quanto sia gratificante costruire qualcosa con le proprie mani e, su questo argomento, alcuni di noi hanno raccontato la loro esperienza. Riguardo al tempo libero, quando Fabian gli ha chiesto se da piccolo giocasse con la Play station, Augustine l‟ha guardato come per dire «ma cosa dici?!», e ha sottolineato che con i suoi amici preferiva giocare all‟aperto a pallavolo e pallamano.

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Alla fine dell‟incontro ci siamo alzati e abbiamo saltato la

corda, ognuno in modo diverso e originale: Augustine ci ha

spiegato che ciascuno di noi è unico e la sua unicità è

preziosa anche per gli altri. Perciò dobbiamo cercare di

superare la diffidenza verso chi viene da lontano, portando

con sé valori e conoscenze nuove.

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Abbiamo letto: La terre est ronde di B. Brunetti

Marquat est un garçon d’origine africaine qui se sent pleinement français. C’est un èlève intelligent et sensible, mais tout le monde ne le voit pas comme il mérite d’etre considéré… Lorsqu’il se heurte contre un facheux épisode de racisme, il découvre d’avoir de vrais amis.

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Le nostre impressioni

Ora che il progetto è finito, ci sentiamo un po’ più cittadini del mondo!

Ogni persona è cittadina del mondo e non solo del suo Paese. (Enrico P., III B)

Essere cittadini del mondo significa conoscere le realtà degli altri Paesi e combattere problemi gravi come la mancanza di cibo, il razzismo, ecc. Solo così potremo costruire un mondo migliore. (Jacopo D., III B)

Molti bambini, ogni giorno, muoiono a causa della scarsità di cibo, che qui il più delle volte si spreca. (Mariano I., III B)

Dobbiamo formare una comunità in cui le persone non vengano discriminate in base alla nazionalità e ognuno abbia uguali diritti e doveri. (Matteo B., III B)

Non esiste solo la nostra società, ma bisogna imparare ad aprire la mente e

abbracciare ciò che di diverso ci circonda. (Gaia C., III B)

Bisogna saper conoscere e capire le persone diverse da noi e saper apprezzare la loro cultura e le loro tradizioni. (Federica M., III B )

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So che ci sono culture e persone diverse e sono curioso di conoscerle. (Edoardo B., III B)

La diversità ci permette di imparare cose nuove. (Giorgia M., III B)

Su alcune cose noi avremmo da imparare dagli altri. (Elisa A., III B)

Ho arricchito le mie conoscenze su tante culture diverse. (Marta D., III B)

Dobbiamo saper convivere con chi è diverso da noi, perché insieme possiamo completarci

a vicenda. (Niccolò L., III B)

Siamo tutti una famiglia, anche se siamo tutti diversi. (Ludovica P., III B)

Ho imparato che non bisogna avere pregiudizi e che un mondo di persone uguali sarebbe

un mondo grigio! (Lucrezia R., III B)

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III B:

Elisa Aliotta

Dario Baldereschi,

Matteo Bassu,

Edoardo Belgiorno,

Roberto Cavagnino,

Gaia Corso,

Marta D’Angelo,

Jacopo Dedola,

Fabian Ginesu,

Giulia Ibba,

Mariano Ibba,

Niccolò Locci,

Federica Maxia,

Giorgia Mura,

Stefano Musio,

Alessio Orrù,

Ludovica Pintor,

Enrico Podda,

Lucrezia Ruju,

Elisa Seghi,

Matteo Sotgiu.

II B

Edoardo Amorati,

Federica Dessì,

Alessandro Faggioni,

Roberto Farris,

Sara Funedda,

Gabriele Ghiani,

Mattia Lai,

Andrea Maciocco,

Fabio Manca,

Alessandro Marchi,

Giuseppe Marras,

Federica Mastio,

Francesca Mastio,

Riccardo Vittorio Okroglic,

Anna Laura Serra,

Lorenzo Solinas,

Marco Tanca,

Beatrice Tella,

Simona Vacca.

Hanno collaborato: