IL MONDO CHE VORREI… · 2019-03-23 · 9 Il mondo che vorrei “Il mondo che vorrei”....

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1 S.M.S. “Ettore Majorana” Piazza Minucciano 33- 00139 Roma Biblioteca scolastica Michele Maronta Premio “Michele Maronta” 2010 IL MONDO CHE VORREI… IL MONDO VISTO ATTRAVERSO GLI OCCHI DEI RAGAZZI Raccolta degli elaborati premiati a cura di Elisabetta Venerosi Pesciolini Responsabile della Biblioteca scolastica “Michele Maronta”

Transcript of IL MONDO CHE VORREI… · 2019-03-23 · 9 Il mondo che vorrei “Il mondo che vorrei”....

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S.M.S. “Ettore Majorana”

Piazza Minucciano 33- 00139 Roma

Biblioteca scolastica Michele Maronta

Premio “Michele Maronta” 2010

IL MONDO CHE VORREI… IL MONDO VISTO ATTRAVERSO GLI OCCHI DEI RAGAZZI

Raccolta degli elaborati premiati a cura di

Elisabetta Venerosi Pesciolini Responsabile della Biblioteca scolastica “Michele Maronta”

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S.M.S. “ Ettore Majorana” Piazza Minucciano 33 00139 Roma

Biblioteca scolastica Michele Maronta

Premio “Michele Maronta” 2010

IL MONDO CHE VORREI…

IL MIONDO VISTO ATTRAVERSO GLI OCCHI DEI RAGAZZI

Raccolta degli elaborati premiati

A cura di Elisabetta Venerosi Pesciolini

Responsabile della Biblioteca scolastica “Michele Maronta”

Giuria

Dirigente scolastico Prof.ssa Marina Todini

Prof.Enzo Bellotti, docente di Lettere classi 1H, 3H

Prof.ssa Agata lo Giudice, docente di Lettere, classi 1B, 3B

Prof.ssa Marina Mastrocesare,. docente di Educazione Artistica, corsi A-B-E

Prof.ssa Anna Maria Sulpizii, docente di Religione, corsi B-C-D-E-G-H

Prof.ssa Elisabetta Venerosi Pesciolini, responsabile della Biblioteca

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“Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli Lc 10.21-24

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Presentazione Quest’anno ricorre il decimo anniversario della intitolazione della Biblioteca della scuola a Michele Maronta: un ex alunno prematuramente scomparso.. L’annuale Premio, istituito grazie alla generosità dei suoi genitori, Margherita e Francesco Maronta, ha avuto come titolo “Il mondo che vorrei…”

La scelta di questo titolo è stata la naturale conclusione del percorso di lettura proposto quest’anno dalla biblioteca : uno scaffale tematico intitolato: “ Il mondo visto attraverso gli

occhi dei ragazzi.” La biblioteca desiderando infatti commemorare il ventennale della convenzione ONU sui diritti dell’infanzia ha scelto di proporre uno scaffale tematico di libri con protagonisti bambini e adolescenti che si devono confrontare con il mondo e i suoi problemi. I libri scelti parlavano di ragazzi testimoni di guerre, persecuzioni e dittature, di ragazzi e diritti violati, di adolescenti impegnati nel faticoso mestiere di crescere e nella difficoltà di rapportarsi con gli adulti. Il “Premio Maronta 2010” ha previsto una sezione di scrittura creativa e una di grafica. Rivolto a tutti gli alunni della scuola, ha coinvolto ben 20 classi per un totale di 36 candidati finalisti, per la sezione di scrittura creativa e 50 per quella di grafica. I temi e i disegni, tutti molto belli, hanno seriamente impegnato la giuria nella scelta dei vincitori. Nei temi e nei disegni i ragazzi si sono sforzati di dare la loro Weltanschaung (visione del mondo) e di ipotizzare soluzioni anche ardite e controcorrente a quei problemi più vicini alle loro sensibilità. Lo hanno fatto con l’entusiasmo e la semplicità tipica degli adolescenti. E se qualcuno di loro ha tratto a volte delle conclusione un po’ affrettate… questo va imputato unicamente alla mancanza di esperienza, dovuta alla giovane età, che rende assai arduo riuscire a “leggere” la realtà che li circonda, così complessa e difficile da decodificare. In tutti i partecipanti comunque, tanto entusiasmo e la ferma volontà di voler e poter migliorare questo nostro mondo. Questo proposito è sicuramente, già di per sé, un ottimo punto di partenza…che ci autorizza ad essere fiduciosi e a sperare in un futuro più luminoso. La Bibliotecaria Elisabetta Venerosi Pesciolini

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Vincitori Premio “Michele Maronta” 2010

Sezione scrittura creativa

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Vincitore classi prime : Leonardo Musso classe 1°B

Motivazione: Con un linguaggio semplice ma chiaro ha saputo cogliere i valori su cui dovrebbe essere fondata una società civile.

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Il mondo che vorrei… Il mondo che vorrei è legato all’uomo che vorrei. Vorrei che gli uomini si rispettassero gli uni con gli altri e che le persone non fossero giudicate per la loro ricchezza o per la firma dei loro vestiti, ma per le loro idee e i loro valori. Vorrei un mondo senza diversità e diritti uguali per tutti, dove i politici si impegnino a governare meglio. Vorrei un mondo in cui l’amicizia , l’educazione e il rispetto fossero fondamentali. Vorrei un mondo senza guerre, grandi o piccole che siano, dove anche per una semplice partita di calcio non debbano esserci poliziotti schierati come un esercito. Vorrei un mondo dove tutti si impegnassero a rispettare l’ambiente che ci circonda iniziando dai piccoli gesti, come quello di gettare le cartacce nei secchioni della spazzatura. Mi piacerebbe che si potesse andare a piedi o in bicicletta, perché l’aria che respiriamo è preziosa. Vorrei anche poter ridurre le emissioni di scarico delle industrie e delle case. Non sogno che tutti possano essere ricchi, perché sarebbe come vivere in una favola, ma vorrei un mondo dove tutti quanti avessero la voglia e la possibilità di migliorare se stessi. Sarà un’impresa difficile ma questo mondo dobbiamo costruirlo tutti insieme.

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Vincitore classi seconde : Carolina Bianca classe 2°D

Motivazione: Per la maturità dimostrata nel riflettere sui veri valori della vita e per la fresca spontaneità espositiva che conferisce personalità all’impostazione.

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Il mondo che vorrei

“Il mondo che vorrei”. Certamente questo titolo può avere varie interpretazioni, alcune più ovvie ed altre più particolari. È difficile però trovarsi qui, davanti ad un foglio bianco, provando a creare un mondo originale, non come quelli che inventeranno tutti gli altri, ma unico. Prima di tutto ci terrei a sottolineare i vari aspetti che non mi piacciono del mondo in cui viviamo. Per esempio, l’inquinamento, i grandi palazzi e le fabbriche sono tutti elementi di un paesaggio triste e cupo. La vita di tutti i giorni poi è concentrata sul “riuscire a fare tutto”: corri di qua, vai di là…senza pensare alle cose veramente importanti, come l’amore, l’amicizia e la famiglia. Proprio per questo ne immagino uno parallelo, magari anche un po’ irreale, dove ogni “sogno può diventare realtà”, “tutto è possibile” e il grigio dei centri urbani si trasforma in prati fioriti e ciliegi sempre in fiore. Mi piacerebbe che non esistessero né l’autunno, né l’inverno, ma una primavera infinita alternata all’ estate, così che il sole possa illuminare in ogni momento le praterie e il mare cristallino. Chiudendo gli occhi, vedo le piazze che nel tardo pomeriggio si riempiono di ragazzi e bambini, che parlano, giocano e si divertono. Ogni tanto si possono vedere i capelli delle ragazze, mossi da un vento soave, piacevole, che profuma di fiori e pasticcini al cioccolato che le mamme hanno preparato con cura. In un mondo così chiunque non inserirebbe la scuola; ma io credo che in un universo ideale essa ci debba essere, non solo per istruire la gioventù, ma anche per dare la possibilità agli studenti di vedersi, parlare, confidarsi e fare nuove amicizie. Quanto alle abitazioni private, io le immagino trasformarsi dagli alti palazzi di oggi a piccole ville basse e con giardinetti ricchi di piante, rose e girasoli in cui mamme e papà si riposano e i bambini più piccoli giocano. Non vorrei vedere macchine per le strade, che con i loro fanali rovinano le meravigliose luci naturali e con i loro clacson non fanno sentire il cinguettio degli uccelli, ma provocano solo molta confusione bensì biciclette e motorini che girano allegramente per le città. Quando, poi, nei giorni festivi si deve partire, nel mondo che desidero, tutta la famiglia parte insieme; perché in questo nuovo universo i genitori non litigano e i divorzi non esistono. Le mete vacanziere sono spiagge bianchissime, che si “affacciano” su mari quasi trasparenti con pesci colorati e stelle marine. I bambini sono felici, i ragazzi si confidano tra loro, mentre gli adulti si rilassano. Questo è il mondo che immagino; quello in cui le bimbe sognano di diventare delle principesse, i bimbi degli eroi muscolosi; gli adolescenti pensano ai loro amori proibiti, e i genitori non badano solo al lavoro, ma ascoltano i loro figli, li aiutano e riescono a far circolare nelle famiglie un’ armonia simile a quella di una musica medioevale. La gente vive in modo allegro, senza ansie o fretta, rimproveri o obblighi, sognando e provando a trasformare i propri desideri in realtà, aiutando la gente meno fortunata a seguire una vita semplice, volta alla fratellanza e alla solidarietà.

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Vincitore classi terze: Emanuele Salvati classe 3°H

Motivazione: E’ una lucida analisi dei mali del mondo che induce il ragazzo ad una approfondita riflessione sulla possibilità concreta che l’uomo possa e debba migliorarsi

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Mi chiamo Emanuele Salvati ed ho un’idea. Ci sarebbero tante cose da cambiare in questo mondo, basta accendere il televisore, la radio o leggere un giornale per capire che ovunque l’unica cosa che regna indisturbata nel nostro mondo è l’ingiustizia. Ci sono guerre, sfruttamento, fame e migliaia di altre atrocità che potrei star qui ad elencare ma che in ogni caso sarebbero cose delle quali non sono in grado di parlare se non per sentito dire. Per questo motivo, forse egoisticamente, ho deciso di iniziare da un punto, a me più vicino, dalla mia esperienza del mondo di tutti i giorni. C’è, infatti, una cosa che noto in ogni istante e in ogni persona: la velocità.Tutto va veloce, il mondo è rapido, istantaneo, sembra che non si fermi mai un istante, sembra che tutti corrano verso qualcosa lontano. Si vedono in televisione immagini di uomini che muoiono in metropolitana e nessuno si ferma a dar loro soccorso; gli altri li calpestano, come foglie secche e continuano diritti per la loro strada come se nulla fosse successo, sempre correndo, sempre più veloci. Ecco forse il mondo che vorrei è un mondo che rallenta, un mondo che si ferma un istante a guardare, a guardarsi. Si può vedere ogni giorno ed ovunque che non ci si tocca più ma ci si sfiora e usciti dall’ambito familiare non si parla, se non con piccoli gesti e brevi parole ma soprattutto non ci si guarda. Non ci guardiamo mai, come se fosse tutto superfluo, come se fosse tutto già dato per scontato. Non toccandosi, non parlandosi, non guardandosi si diventa come macchine. Tutti vedono tutti come oggetti da sfruttare per i propri comodi e poi abbandonare e così non c’è rispetto, non c’è condivisione. L’altro è un nemico da sconfiggere e chi comanda cerca di insegnarci l’odio verso il diverso, cerca di insegnarci a correre più di lui, cerca di insegnarci ad andare più veloci. Dal mio punto di vista, questo ha un’importanza fondamentale. Se rallentassimo e cominciassimo a rispettarci come persone, come razza umana, allora potremmo scendere da questa enorme ruota invisibile e potremmo capire che tutto va veloce perché siamo noi che andiamo veloci, siamo noi che facciamo girare la ruota e quindi siamo solo noi che possiamo rallentarla e scendere da essa per costruire una nuova strada insieme. Da quando si nasce e ogni giorno della nostra esistenza notiamo una cosa: gli altri. Gli altri ci sono, non siamo soli, non dobbiamo farcela da soli, possiamo chiedere aiuto, possiamo fermarci da questa corsa e voltarci un attimo a vedere tutto ciò che abbiamo perso correndo senza sosta da noi stessi. Io sto crescendo ora e quindi le mie sono semplici idee ma chi sa se rallentando un istante non potremmo imparare il rispetto umano e quindi mettere fine a tutte quelle atrocità che tentavo di elencare prima. Credo che bisognerebbe guardarsi indietro e riscoprire dal passato qualcosa che sembra essere perso, puntare all’essenza delle cose, a quello che è veramente importante, lasciando perdere tutto il superfluo, tutto l’inutile. Ci sono macchine velocissime, treni supersonici, navicelle spaziali, sembra essere questo il futuro: sempre più velocità, sempre più potenza. Io mi chiedo se è proprio vero che tutto ciò che verrà domani sarà sicuramente migliore di quello che c’è oggi. Credo di no ma sono ottimista e sono convinto che nel nostro pensiero, nei nostri cuori ci sia tutto il necessario per cambiare e capire che quell’uomo che incrociamo ogni mattina sul bus, quella bambina in Cina che deve far finta di essere un maschio per non morire, quel ragazzo iracheno che si sveglia tra le esplosioni, quel bambino africano che muore di fame, sono tutte persone. Forse andando così veloci non ce ne siamo accorti, forse non li abbiamo mai guardati e forse nemmeno loro guardano noi se non come cose. Il mio è quindi un discorso generale, rivolto a tutti e non limitato alla nostra società e al nostro paese. Credo sia un problema di tutti gli uomini ma credo anche che tutti gli uomini possano cambiare. Il mondo che vorrei è quindi proprio questo, non ne vorrei uno perfetto ma ….mi basterebbe che questo nostro mondo rallentasse e diventasse per gli uomini e non per le macchine. Certo non è facile e non lo sarà mai. Ci sono i soldi, il potere e tutte le ambizioni umane a guidarci ancora verso la strada della velocità e del non rispetto, poiché forse è più facile vedere l’altro come una cosa, ma è anche vero che almeno in questo tema è giusto sognare, è giusto sperare. Mi chiamo Emanuele Salvati: io sono pronto a cambiare e tu?

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Menzioni di merito sezione scrittura creativa

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Menzione di merito classi prime: Ludovica Pistonesi classe 1°H

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Caro diario, oggi è un giorno particolare. Questa notte ho fatto un sogno fantastico. Ho immaginato un mondo diverso dal nostro, un mondo colorato: era tutto bellissimo! I palazzi sfoggiavano colori accesi e alcuni cambiavano colori se toccati solo con un dito! Erano a macchie, a strisce e a pallini. Le strade erano circondate da alberi colmi di frutta: frutti rossi, arancione, gialli e perfino blu. La gente che passava li coglieva e li mangiava, non c’era pericolo di malattie e non esistevano frutti o erbe velenose. Le strade cambiavano colore ogni ora e quando una persona ci camminava sopra si creavano impronte colorate. Nel mio mondo immaginario, per le vie e i quartieri c’è tanta gente che passeggia e che parla amichevolmente con le altre persone. Il mio è un mondo in cui i supermercati vendono la merce a prezzi ridotti, è un mondo dove tutti sono amici, dove si litiga molto raramente, un mondo dove la tristezza e la malinconia non esistono. Il mondo che vorrei è un mondo poco inquinato, con poche automobili così che i bambini possano correre e giocare anche per le strade. Nel mio mondo i muri dei palazzi non sono scarabocchiati con scritte brutte e disegni. I palazzi non sono sporchi e per i ragazzi che desiderano esprimere le proprie emozioni con dei disegni, ci sono dei muri bianchi nei prati, dove si possono fare scritte e disegni che vengono poi fotografati e i più belli premiati. Oltre ai muri, ci sono anche dei tunnel, dove gli artisti possono disegnare. L’unica sfortuna è che anche nel mio mondo c’è la scuola dove, però, le lezioni si svolgono all’aria aperta e non puoi nemmeno immaginare, caro diario, quante cose in più si possono imparare, fuori all’aria aperta ed è molto divertente poter osservare, magari con la professoressa di scienze, gli insetti che camminano nell’erba oppure sbirciare le piante, guardandole da vicino. Mi piaceva vivere in quel mondo colorato e davvero bello ma poi, come ogni mattina, è suonata la sveglia e allora mi sono accorta che quel mondo era solo un sogno, un bellissimo sogno. Quella mia fantasia, mi chiedo, potrà mai diventare realtà? Penso di no ma possiamo fare qualcosa di simile: per esempio, si potrebbero dipingere con colori accesi come il giallo o l’arancione, i palazzi e si potrebbero svolgere delle lezioni nei giardini scolastici, insomma si potrebbe rendere il mondo migliore cercando di inquinare di meno o di sprecare meno acqua e carta, si potrebbe fare qualcosa ma, se non ci impegnamo, anche questo sarà solo una mia fantasia.

Ludovica Pistonesi

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Menzione di merito classi prime: Sara Pontrelli classe 1°D

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Cara Gloria, ti scrivo questa lettera per raccontarti come vorrei fosse il mondo. Oggi tutti noi viviamo in un pianeta pieno di guerre e di violenza. Le notizie che sento sui conflitti negli altri paesi mi fanno stare male; se questo non avvenisse saremmo tutti più felici. Forse questo mio desiderio non si avverererà mai o, forse, ci vorranno molti anni prima che si realizzi ma senza queste ostilità, ognuno di noi sarebbe più solidale, aiuterebbe l’altro anziché combatterlo e ci sarebbe pace e concordia. Un’altra cosa che vorrei cambiasse è la diversità fra gli uomini. Non mi sembra giusto che si facciano differenze sul colore della pelle, sulle religioni, e sulle abitudini. Penso che tutte le persone siano uguali e che, anche se differenti in piccole caratteristiche , vadano rispettate ed accolte. Per esempio, nella mia classe, quest’anno è venuto un ragazzo rumeno; siamo stati molto contenti di accettarlo fra noi. Secondo me, è bello anche il fatto che in questo modo si possano raccontare le proprie esperienze ma anche le proprie difficoltà nell’inserirsi in un nuovo Paese. Oltre al rispetto per le persone, mi piacerebbe che nel mondo il rispetto fosse rivolto anche alle cose altrui, ai luoghi pubblici, alle strade ma soprattutto all’ambiente. Una delle cose che non sopporto è vedere i muri degli edifici sporchi di graffiti o scritte. Non sarebbe più bello vedere i muri delle case, degli uffici, dei negozi, bianchi e puliti? Detesto anche le persone che buttano le cartacce e altri rifiuti per terra. Forse non pensano che l’ambiente che rovinano è il loro… Ci sarebbero altre cose che vorrei cambiassero; tuttavia penso che con un po’ di impegno, il mondo potrebbe migliorare. Con affetto Sara

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Menzione di merito classi seconde Edoardo Castelli classe 2°B

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Caro Luca, vorrei chiederti se hai sentito in televisione o sui giornali, di quell’ uomo che, armato di tutto punto, uccide tre persone e ne ferisce una quarta. Quando ho saputo di questa storia la rabbia è montata in me. Tu caro Luca cosa ne pensi? Questo è solo uno dei tanti fatti che influenza la nostra vita quotidiana o, per essere più precisi, la vita della popolazione del mondo. Ognuno di noi, ogni giorno, deve affrontare molti pressanti problemi, sia fisici che mentali, fino ad arrivare al punto di suicidarsi o commettere qualche altra pazzia. C’è però anche chi resiste, che va avanti perché magari deve badare ai figli, oppure conservare il posto di lavoro o per qualunque altro motivo. Io credo che, se ci dessimo tutti da fare potremmo rendere il nostro mondo migliore, senza guerre, mafia, fame, analfabetismo. Ecco, la mafia, è un problema che mi tocca molto: uomini armati e violenti che sanno però essere fedeli e leali. Io credo che la mafia sia il più grande paradosso del mondo: a cosa serve essere dei gentiluomini, portare rispetto o conservare l’onore quando poi si va a uccidere una persona sola e disarmata? Pensa che bello, caro amico, un bello sforzo collettivo: denunciandoli la mafia sarebbe sconfitta! Si risolverebbe così uno dei tanti problemi, e per tutti gli altri? Io ho cercato una soluzione per tutti, più o meno e ne ho trovate varie: per fermare le guerre, ad esempio basterebbe abolire le fabbriche di armi, o ancora, per fermare la criminalità basterebbe potenziare le Forze dell’ Ordine, come la Polizia, i Carabinieri e l’Esercito. Un altro problema a cui mi piacerebbe porre rimedio è la fame e la povertà nei paesi del Terzo e Quarto mondo. Come ben sai nel mondo ci sono paesi più ricchi e più poveri. I paesi più ricchi (primo e secondo mondo) dovrebbero firmareTUTTI un bel documento per dividere in parti uguali cibo, acqua, medicine e denaro con i paesi più poveri. E così anche la povertà nel mondo sarebbe sconfitta! I problemi non sono solo questi. Un altro pressante problema che influenza la nostra società è l’inquinamento. Sicuramente saprai che a causa dell’ inquinamento, si allarga il buco nell’ozono, che, è risaputo, è l’unica cosa nella nostra atmosfera che ci protegge di raggi ultravioletti del sole, che altrimenti ci friggerebbe come polli in rosticceria. Eccolo quindi un mondo migliore, venuto fuori con poche, semplici riflessioni: un mondo senza guerre, senza mafia o altra criminalità, senza povertà, senza inquinamento. Qui ti lascio, speriamo che i nostri sogni forse, un giorno, possano avverarsi. A presto, Edo

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Menzione di merito classi seconde Michela Stefanoni classe 2°F

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Il mondo oggi è un mondo rovinato dai soldi, dalle cattive influenze, dall’avidità di potere, da cose e persone che lo rendono un luogo in cui non ci si può fidare degli altri. Il mondo è come la Pietra dei musulmani che, da bianca e pura che era, diventò nera, contaminata dalla malvagità delle persone. La Terra, così come è stata fatta, a me piace: gli animali, le piante, il mare, il ciclo dell’acqua…tutto ciò che esiste è perfetto. Anche quello che ci può sembrare sbagliato, come la catena alimentare, ha invece una sua logica e una sua giustizia. Secondo me, l’unico anello debole è l’uomo, che è la creatura che interviene sul creato con più potere degli altri esseri viventi. Non è tanto l’uomo in sé, è ciò che si nasconde in esso, elementi che si annidano in ogni animo, da cui è impossibile scappare, che hanno dei nomi ben precisi: avarizia, egoismo, razzismo, malvagità, e tutto ciò che fa male agli altri e a noi stessi. Per capire meglio, prendo un treno che viaggia dentro me stessa; scendo alla fermata del mio cuore e cerco di dare nomi alle cose che vedo, che mi impediscono di agire con giustizia e sincerità. C’è una piccola parte di altruismo, schiacciata dall’ambizione e dalla voglia di avere il meglio, preoccupandosi poco per gli altri. Nascosta tra il disprezzo per quelli che sono diversi da me e la voglia di essere superiore, cerca di farsi spazio l’accoglienza per le persone in difficoltà; mentre io quasi non ne sono consapevole, perché mi ripropongo sempre di aiutare gli altri, di essere altruista e tutte le solite promesse che si fanno a se stessi, ma non si rispettano. Prima mi riusciva molto meglio, mi sacrificavo per gli altri e spesso ci rimettevo, perciò non stavo bene. Così, piano piano, questa volontà è venuta meno ed ora, anche quando mi riesce di essere altruista, mi accorgo di agire con un pizzico di superiorità. Il mio viaggio dura ancora molto, ma è impossibile raccontare tutto ciò che scopro dentro di me, anche perché sono sicura che non scoprirò mai veramente tutto. Sono certa anche del fatto che quello che provo io, non è diverso da ciò che provano gli altri. Anzi, so che ci sono persone peggiori di me, che hanno anche più potere, perciò che fanno male a più persone. Credo che tutto questo nasca semplicemente dal fatto che non c’è l’uguaglianza. Nel mondo che vorrei l’unica diversità che dovrebbe esistere dovrebbe essere il nostro carattere. Il nostro modo di essere. Così non ci sarebbe modo di essere altruisti e accettare gli altri, perché tutti avrebbero le stesse opportunità e se qualcuno fosse diverso, sarebbe colpa del suo comportamento o delle sue decisioni sbagliate. Invece le mancate opportunità dipendono, per esempio,dal patrimonio familiare. Infatti, secondo me, un problema grande nel mondo sono i soldi, anche se io credo che questo non mi riguardi. Non ho mai giudicato le persone per il cellulare che hanno o per la marca dei vestiti. Non ho mai neanche pensato a fare distinzioni di questo tipo e tra i miei sogni non c’è mai stato avere più soldi; ma, purtroppo, ci sono persone che farebbero tutto per il denaro, adulti che mettono al terzo posto famiglia, amici e amore, perché prima c’è guadagnare tanto e dare sfoggio di questa ricchezza. Non è un problema solo moderno, c’è sempre stato, fin dai tempi più antichi. C’è gente al potere che agisce solo nei propri interessi, per avere un guadagno più alto, a discapito dei cittadini. Sono ancora molte le cose che andrebbero cambiate, ma se ci fosse l’uguaglianza queste cose negative si eliminerebbero, forse la Pietra Nera ridiventerebbe bianca e si avrebbe un mondo migliore…ed è questo il mondo che vorrei.

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Menzioni di merito a Valerio Ciminelli classe 3°D

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Il mondo attuale è figlio dell’umanità, dei suoi progressi e dei suoi errori, un mondo creato dall’uomo e dalla sua volontà, dal suo immenso intelletto e dalla sua infinita stupidità. La terra è ancora dilaniata dalla miseria e dalla povertà; mancano infatti la solidarietà e la fraternità sufficienti perché si possa instaurare un clima migliore. Le parti e gli organi dello stesso corpo non hanno ancora imparato come svolgere le proprie funzioni in armonia. Il nostro pianeta è ancora devastato da guerre in innumerevoli luoghi: in Medio Oriente, in Africa centrale, come se l’umanità ancora non avesse imparato sufficientemente dalla crudeltà delle due guerre mondiali e dal terrore della guerra fredda e non avesse analizzato completamente i suoi errori. L’uomo che vince l’infinito e l’universo, che supera i limiti tracciati dalla natura e dal divino, che sconfigge il tempo e lo spazio, ancora continua ad uccidere sé stesso. La strada verso la pace richiede la massima cooperazione fra tutti gli stati e gli abitanti del mondo, il superamento degli interessi personali e del proprio arricchimento, la comprensione degli errori altrui e la forza di porgere la mano al prossimo o al nemico più acerrimo, per sollevarsi insieme dal degrado in cui gran parte del pianeta si trova, inseguendo una speranza, un sogno, lo stesso di Martin Luther King, di Gandhi, di Kennedy, e di Madre Teresa di Calcutta, le cui strade si intrecciano nella comune e totale volontà di una umanità migliore e grande. Perché ciò avvenga basterebbe infatti avere come comune obbiettivo un mondo migliore, in cui prevalga la giustizia sociale e gli ultimi avamposti del razzismo vangano abbattuti, in cui la guerra e la miseria siano superate. La sola volontà di un mondo diverso e migliore porterà ad una crescita dell’umanità.

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Menzioni di merito a Arianna Martinez classe 3°F

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Mi chiamo Tamara, ho undici anni e cambierò il mondo. Non è stata una decisione facile da prendere, quella di cambiare il mondo. Di solito la gente preferisce restarsene nel proprio cantuccio accogliente e sicuro, crogiolandosi nella convinzione che forse, prima o poi, ci penserà uno di quegli eroi imbottiti di soldi che mostrano ogni giorno le loro facce pulite e sorridenti in televisione, a cambiare le cose. Preferisce continuare a nuotare stancamente nella propria boccia di vetro, come un pesce che non sogna nemmeno più il mare, la gente. Nuotare, nuotare e nuotare, avanti e indietro, percorrendo sempre gli stessi centimetri cubi e osservare la vita che riscrive sé stessa storia centinaia di volte, al di là del vetro. E’ comodo, si, negarlo sarebbe ipocrisia. Ti limiti a indignarti per quello che leggi sui giornali, senza troppa convinzione, e poi è finita lì e te ne puoi tornare alle tue faccende, borbottando amaramente su quanto siano migliori le bestie degli uomini. E’ comodo, punto. Molto comodo. E ci vuole coraggio per rinunciare alle comodità. Io l’ho trovato, questo coraggio. Sono una ragazzina che vive in una normale famiglia e che frequenta una normale scuola, con normali amici e una normalissima vita. Non ho bisogno di un evento tragico che mi segni per tutta la vita, per capire che le cose devono cambiare, che c’è un problema di fondo. Un problema che ritorna a galla in ogni errore dell’umanità, in ogni passo nella direzione sbagliata, ogni volta che giriamo le spalle, in ogni guerra, in ogni violenza, in ogni morte assurda e precoce, in ogni bambino solo e denutrito e ammalato che reclama amore, dagli occhi vuoti e grandi e tristi. Un problema che si manifesta nell’insidioso e inarrestabile veleno dell’odio che avviluppa le menti in una coltre scura e pesante, obnubilando ogni traccia di pensiero cosciente, che si manifesta negli sguardi assenti e amaramente rassegnati delle vittime di questa società, di questa umanità che di umano ha ben poco e che è una macchina fredda che macina e schiaccia vite su vite. Un problema che nessuno vuole risolvere, una piaga che ognuno cerca di coprire a modo suo ma che nessuno prova a curare. Io si Non mi basta essere un pesce in una boccia, non mi basta osservare, non mi basta vedere il mondo, il nostro mondo, che diventa una valle di fumo e di cenere, e “indignarmi” senza fare nulla. Io ho un sogno. Il sogno di un mondo dove le persone non si uccidano fra di loro vivendo l’una sul sangue dell’altra, il sogno di un mondo dove non sia nemmeno contemplata la prospettiva di essere dimenticati, abbandonati alle proprie sofferenze come naufraghi su un fazzoletto di terra in un mare di sangue e odio viscerale, antico e di incurabile disperazione. Non è il sogno di un mondo perfetto, non è il banale, ordinario desiderio di purezza e di immutabile calma e bontà in cui dicono di credere le stesse persone che poi delegano agli altri le responsabilità. E’ il sogno di un mondo dove fare qualcosa per cambiare non sia solo considerato uno sforzo, dove uscire dai fumi di un’apatica, incatenate nebbia che ci porta ad essere pesci nella boccia, sia non un fastidioso compito da affibbiare agli eroi con le facce pulite che poi non sono pulite per niente, non un qualcosa da evitare per conservare la propria tranquillità e le proprie abitudini, ma un dovere che tutti devono rispettare, al quale adempiere per l’umanità e per sé stessi. No, non voglio un mondo magico e sempre intatto, intoccabile, circondato da un’aura protettiva di armonia e felicità, non voglio un mondo dove il benessere, l’amore e la gioia siano solo uno stereotipo, consequenziale all’assenza di problemi. Voglio un mondo dove la felicità sia una conquista, un importante premio che solo trasformando e trasformandoci avremo modo di vincere, una condizione che non escluda le sofferenze, che non elimini le paure, ma che sia costruttiva, che ci renda più forti, più coraggiosi, che ci sproni a desiderare ancora, ad avere ancora obbiettivi, a farci largo nella nebbia e a cercare la luce. Non so ancora come farò a cambiarlo il mondo, per realizzare il mio desiderio.

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Ho pensato che forse potrei cominciare dalle piccole cose, cercando la luce nel quotidiano, cercandola per me e per gli altri. Perché nel mio piccolo, nelle mie attualmente ristrette possibilità di undicenne qualunque, è questo che posso fare. Iniziare dai piccoli gesti, dai piccoli problemi e dalle piccole scelte che ogni giorno la vita ci offre o ci impone. Perché il mondo siamo noi. E’ questo che dobbiamo capire, questo che dobbiamo accettare. Siamo noi, con le nostre cruciali, apparentemente insignificanti scelte di ogni giorno, che possiamo decidere se dire si o no, che possiamo uccidere o lasciar vivere, che possiamo starcene con le mani in mano o agire, che possiamo nuotare come pesci in una boccia percorrendo sempre gli stessi centimetri cubi oppure desiderare ancora il mare.

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Vincitori Premio Michele Maronta 2010

Sezione Grafica

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Vincitore classi prime : Federica Siddi classe 1°E

Motivazione: Ha saputo sintetizzare correttamente il messaggio della pace utilizzando armoniosamente forme e colori

Il Mondo che vorrei… Ho rapresentato il mondo con una colomba, al centro. Simbolo della pace e gli ulivi colorati che lo circondano. Federica Siddi 1°E

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Vincitore classi seconde : Sara Kaood classe 2°C Motivazione: E’ un inno alla bellezza della natura intesa come elemento complementare dell’ umanità

“ Desidero un mondo migliore, in cui i fiori nascano sempre più belli, senza essere danneggiati dall’inquinamento.Una natura con colori vivaci, che riesca a trasmettere serene e splendide emozioni” Sara Kaood 2°C

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Vincitore classi terze: Erika Mosciarello classe 3°E

Motivazione: Di complessa struttura compositiva riesce a trasmettere immediate emozioni a chi guarda, nel gioco dualistico della maschera

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Menzioni di merito sezione grafica

Martina Alleva 1°E Ludovico Vaccari 1°B

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Beatrice Ghio 2°B

Giulia Sartori 2°E

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Arianna Martinez 3°F

Silvia Lonza 3°D

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Premiazione

Le foto della premiazione sono disponibili gratuitamente, in formato digitale, su richiesta dei genitori. Per averle rivolgersi alla bibliotecaria prof. Elisabetta Venerosi Pesciolini con

richiesta scritta firmata dal genitore e un supporto su cui copiarle USB o CD

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Indice Presentazione ……………………………………………………………………………………..pag. 4 Vincitori sezione scrittura creativa …………………………………………………………... pag. 5 Menzioni di merito sezione scrittura creativa…………………………………………… …..pag. 12 Vincitori sezione grafica…………………………………………………………………………pag. 26 Menzioni di merito sezione grafica………………………………………………………... ….pag. 30 La premiazione:………………………………………………………………………………….pag. 33 Indice………………………………………………………………………………………………pag. 34

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Scuola media statale “Ettore Majorana” Piazza Minucciano 33 - 00139 Roma

www.scuolamajorana.it Biblioteca scolastica “Michele Maronta”

1° edizione a stampa 30 giugno 2010

2° edizione per pagina web Roma, 20 luglio 2010