Il Microscopio elettronico a scansione

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Il Microscopio elettronico a scansione Segnali e detectors

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Il Microscopio elettronico a scansione. Segnali e detectors. Caratteristiche del segnale. Il fascio elettronico creato in alto vuoto, viene accelerato e collimato lungo la colonna del SEM Tramite le bobine di deflessione si ha la scansione lungo la superficie del campione - PowerPoint PPT Presentation

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Il Microscopio elettronico a scansione

Segnali e detectors

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Caratteristiche del segnale

• Il fascio elettronico creato in alto vuoto, viene accelerato e collimato lungo la colonna del SEM

• Tramite le bobine di deflessione si ha la scansione lungo la superficie del campione

• Il fascio, interagendo con il campione, genera vari segnali

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Interazione Fascio-Campione

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Volume di interazione

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Interazione Fascio-Campione (2)

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Diffusione degli elettroni nei solidiDiffusione anelastica

•Dovuta ad urto anelastico con il nucleo e gli elettroni legati dell’atomo del campione

•Consiste in una diminuzione dell’energia senza apprezzabile variazione della direzione di propagazione

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Diffusione degli elettroni nei solidi

Diffusione elastica

•Dovuta ad un urto elastico con il nucleo degli atomi del campione

•Consiste in una variazione della direzione senza perdita di energia

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Diffusione Anelastica

Origina la maggior parte dei segnali:

• Elettroni secondari

• Raggi X

• Elettroni Auger

• Fluorescenza

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Diffusione anelastica: elettroni secondari

• L’elettrone del fascio interagisce con gli elettroni (e-) delle orbite esterne debolmente legati che vengono espulsi mediante trasferimento di energia cinetica e- secondari.

• Gli e- secondari sono caratterizzati da una energia < 50eV,

• Vengono facilmente riassorbiti dalla materia quindi riescono ad emergere in superficie solo quelli generati a piccole profondità (10nm).

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Gli elettroni secondari

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Piccolo volume di generazione

Gli elettroni secondari

Limite di risoluzione più piccolo

Maggiori dettagli osservabili

Gli elettroni secondari ci danno indicazioni sulla morfologia del campione

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Raggi X

• Se l’elettrone del fascio interagisce anelasticamente con il campo cuolombiano del nucleo atomico, la perdita di energia avviene sotto forma di radiazione X.

• Ogni materiale ha una emissione spettrale caratteristica Con la MICRORANALISI si ottiene una caratterizzazione chimico-fisica del campione

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Diffusione Elastica: elettroni backscatterati

• L’elettrone del fascio urta contro il nucleo dell’atomo. Quando l’angolo è >90° si ha retrodiffusione

• L’energia dell’elettrone backscatterato può variare a seconda del numero di urti e di energia persa per ciascun urto

• Più alto è il numero atomico del materiale, più urti in prossimità della superficie più elettroni fuoriescono dal campione

• Più basso è il numero atomico, più il fascio entra in profondità meno elettroni escono dal campione e con minor energia

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Bassa tensionedi accelerazione

Bassi numeri atomici Alti numeri atomici

Alta tensione di accelerazione

Volume di interazione

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Intensità degli elettroni generati in funzione dell’energia

Urti elastici

Urti anelastici

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Una volta che il segnale è stato generato dal fascio, dobbiamo “raccoglierlo e trasformarlo in un segnale elettrico di facile elaborazione

Ogni segnale ha il suo detector dedicato

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Detector per elettroni secondari: Everhart Thornley Detector (ETD)

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• La Griglia attrae gli elettroni secondari

• Gli elettroni arrivano allo scintillatore e vengono trasmormati in fotoni

• La giuda ottica convoglia la radiazione luminosa al fotomoltiplicatore che la trasmorma in segnale elettrico

• Il segnale viene amplificato e inviato al monitor CRT

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Detector secondari (ETD)

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Detector per elettroni backscatterati: Solid State Detector (SSD)

Detector BSE

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•Il rivelatore SSD sono dei semiconduttori a forma di anello con una giunzione P-N

•Quando gli elettroni primari colpiscono il semiconduttore si formano coppie elettroni-lacune che vengono separate dal campo elettrico della giunzione e raccolte da opportuni elettrodi

• Si ha quindi un segnale in corrente proporzionale all’intensità degli elettroni incidenti

•Si riesce a discriminare i diversi elementi presenti nel campione fino a elementi che differiscono di un solo numero atomico

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Detector Backscattering

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Di solito si hanno 2 o 4 diodi. Si ha quindi la possibilità di sommare o sottrarre i vari segnali per discriminare i contenuti di contrasto

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I rivelatori di raggi x

2 tecniche fondamentali

Spettrometria a dispersione di lunghezza d’onda (WSD)

Spettrometria a dispersione di energia

(ESD)

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Spettrometria EDS)

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Spettrometria a dispersione di energia (ESD)

• Sfrutta l’interazione tra i fotoni X e il semiconduttore di cui è fatto il sensore (Si drogato con Li protetto da finestra di Berillio o da polimero organico)

• Il fotone genera nel cristallo coppie elettrone-lacuna che, in presenza del campo elettrico applicato alle due facce del rivelatore, generano impulsi di corrente proporzionali all’intensità del fotone.

• Il segnale viene amplificato e inviato ad un contatore• Il detector deve essere mantenuto alla temperatura

dell’azoto liquido (-195°C)

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Spettrometria a dispersione di energia (ESD)

• I raggi x che giungono al detector vengono assorbiti producendo una cascata di portatori.

• Il numero di queste cariche è proporzionale all’energia del fotone incidente.

• Un opportuna elettronica (pulseprocessor+ analizzatore) consente di misurare questo impulso e immagazzinarlo in un analizzatore multicanale che permette di contare il numero di fotoni rilevati in finestre di energia prefissata, consentendo di ottenere uno spettro

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Spettri EDS

• Ciascun elemento presenta uno spettro caratteristico

• L’intensità integrale dei picchi e’ legata alla concentrazione dell’elemento presente nel volume di interazione

• E’ possibile fare delle analisi “quantitative”

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Spettri EDS: un esempio

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Spettro nel punto azzurro

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Spettro nel punto giallo