Commissione calcolo 21-5-97Relatori Dell'Agnello,Zani PC I PC allINFN (Resoconto del gruppo PC)
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IL METODO AUGUSTUS
Quali sono gli argomenti da sviluppare in unmetodo per gestire il sistema complessodella pc in una situazione di crisi:
Conoscenza delle regole di base (norme)
Scenari di evento (descrizione preventiva delle perdite delle persone e delle cose)
Chiarezza delle procedure dei soggetti che partecipano al sistema
Individuazione degli obiettivi (scanditi nel tempo)
Capacit di coordinamento e di relazione (comando, comunicazione e risorse)
Elaborazione di piani di emergenza snelli semplici e flessibili
COSI PARLO AUGUSTO
Il valore della pianificazione diminuisce in conformitcon la complessit dello stato delle cose. Credetemi:questo vero. Pu sembrare paradossale. Magaripensate che pi sia complessa una situazione, pi necessario un piano per poter farne fronte. Vi concedola teoria. Ma la pratica diversa.
Allen Massie, 1986 Augustus: Memoirs of Emperor , Bodley Head
METODO AUGUSTUSstrumento di pianificazionesemplice, snello e flessibile
Si propone di:
fornire criteri ed indirizzi per la pianificazione diqualsiasi emergenza a prescindere dallestensione edallentit del fenomeno calamitoso e dal numero degliEnti e delle Amministrazioni coinvolte;
creare linguaggi e procedure unificate che consentanounimmediata comunicazione e unefficiente collaborazionetra tutti i soggetti implicati nella gestione e nelsuperamento dellemergenza;
realizzare un piano di emergenza che non sia un elenco diuomini e mezzi ma una valutazione della disponibilit dellerisorse.
PIANIFICAZIONE di EMERGENZAPIANIFICAZIONE di EMERGENZA
I Piani di emergenza devono recepire i programmi di I Piani di emergenza devono recepire i programmi di previsione e prevenzione, le informazioni relative ai previsione e prevenzione, le informazioni relative ai
processi fisici che causano le condizioni di rischio, agli processi fisici che causano le condizioni di rischio, agli eventi e agli eventi e agli scenariscenari. .
Di conseguenza occorre rappresentare cartograficamente Di conseguenza occorre rappresentare cartograficamente le indicazioni utili alla caratterizzazione dei possibili le indicazioni utili alla caratterizzazione dei possibili scenari di rischioscenari di rischio per lattuazione delle strategie di per lattuazione delle strategie di
intervento per il soccorso e il superamento intervento per il soccorso e il superamento dellemergenza razionalizzando e mirando limpiego di dellemergenza razionalizzando e mirando limpiego di
uomini e mezzi.uomini e mezzi.
Elaborazione coordinata delle procedure operative Elaborazione coordinata delle procedure operative dintervento da attuarsi in caso si verifichi levento dintervento da attuarsi in caso si verifichi levento
atteso contemplato in un apposito scenario. atteso contemplato in un apposito scenario.
Piani nazionali
PIANIFICAZIONE
Piani comunali
Piani provinciali
Piani regionali
PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA
PARTE GENERALE
LINEAMENTI DELLAPIANIFICAZIONE
MODELLO DI INTERVENTO
dati di basescenario di eventoindicatori di eventoaree di emergenza
obiettivistrategiasoggetti che intervengono
sistema di comando e controlloAttivazioni in emergenza
Raccolta di tutte le informazioni relative alla conoscenza del territorio e dei rischi che incombono su di esso, alle reti di monitoraggio presenti, alla elaborazione degli scenari ed alla definizione delle aree di emergenza.
A. PARTE GENERALE
Raccolta dati di base(Es. piani stralcio Autorit di Bacino)
(L. 267/98)
Reti di monitoraggio(Centro funzionale)Presidio territoriale
AREE DI EMERGENZAUBICAZIONE CENTRI OPERATIVISCENARIO
LIVELLI DI ALLERTA(attenzione, preallarme, allarme)INDICATORI DI EVENTO
A: PARTE GENERALEevento prevedibile - idrogeologico
Raccolta dati di base(Es. informazioni sugli eventi storici)
Reti di monitoraggio(Centro funzionale)Presidio territoriale
AREE DI EMERGENZAUBICAZIONE CENTRI OPERATIVI
SCENARIO
TARATURA DEL MODELLO DI RISPOSTAAGGIORNAMENTI
evento non prevedibile - sismico
aree di attesa della popolazionearee di attesa della popolazione
aree di ricovero della popolazionearee di ricovero della popolazione
aree di ammassamento dei soccorritori e aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorsedelle risorse
A.4 Aree di emergenza
AREE DI ATTESA DELLA POPOLAZIONE
Le Aree di Attesa sono luoghi di primoritrovo per la popolazione, che ricever leinformazioni sullevento e sui comportamentida seguire per le successive sistemazionieventuali.
periodo di utilizzo in emergenza il pi brevepossibile;
sicurezza del percorso per il raggiungimentodellarea.
Le Aree di Ricovero della popolazione sono strutturecoperte rischio idrogeologico - (ostelli, alberghi, abitazioniprivate, ecc.) o luoghi in cui saranno allestite tende e roulotte rischio sismico - in grado di assicurare un ricovero allapopolazione colpita.
I requisiti sono:sicurezza del sito a frane, crolli allagamenti;vicinanza a reti idriche, elettriche e fognarie;sicurezza del percorso per il raggiungimento dellarea;eventuale polifunzionalit.
AREE DI RICOVERO DELLA POPOLAZIONE
Da tale area partono i soccorsi coordinati dai Centri OperativiI requisiti sono:
sicurezza del sito a frane , crolli allagamenti;vicinanza a reti idriche, elettriche e fognarie;sicurezza del percorso per il raggiungimento dellarea;raggiungibilit mediante mezzi di grande dimensione;eventuale polifunzionalit.
AREE DI AMMASSAMENTO SOCCORRITORI
SCHEMA DI PIANIFICAZIONE DI EMERGENZARischio idrogeologico(Metodo Augustus )
Obiettivi SOGGETTI E COMPETENZE
B: LINEAMENTI
Attivazione del Centro Operativo(CCS, COM, COC) FUNZIONI DI SUPPORTO
AZIONIATTIVAZIONE FASI OPERATIVE
(LIVELLI DI ALLERTA)
C: MODELLO DINTERVENTO
LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE
Individuazione degli obiettivi da conseguire perdare una adeguata risposta di protezione civile aduna qualsiasi situazione di emergenza e lecompetenze dei soggetti che vi partecipano
(legge 225/92 art. 6 e art.11).
1 - Coordinamento operativo comunaleIl Sindaco si avvale del Centro Operativo Comunale (C.O.C.).2 - Salvaguardia della popolazionePredisposizione di un piano di evacuazione e assistenza sanitaria.3 - Rapporti con le istituzioni locali per la continuit amministrativa e supporto allattivit di emergenza.Capacit amministrativa di mantenere i collegamenti con Regione, Prefettura, Amministrazione Provinciale, Comunit Montana.4 - Informazione alla popolazionePredisposizione di un sistema di allertamento per la popolazione5 - Salvaguardia del sistema produttivo localeAttuazione di piani di messa in sicurezza dei mezzi di produzione e dei relativiprodotti.6 - Ripristino della viabilitAttuazione di un piano di viabilit alternativa in emergenza.7 - Funzionalit delle telecomunicazioni8 - Funzionalit dei servizi essenzialiApplicazione di piani particolareggiati di emergenza elaborati da ciascun ente.9 - Censimento e salvaguardia dei beni culturaliPredisposizione di squadre di tecnici per la salvaguardia dei beni culturali.10 - Modulistica per il censimento danni e persone e coseDipende dalle funzioni previste nel C.O.C.11 - Relazione giornaliera dellinterventoSi basa sui dati raccolti nella modulistica.
Gli Obiettivi sono:
Linsieme delle risposte operative da attuarsi in caso di calamit.
Individuazione preliminare delle sedi dei Centri Operativi e dei responsabili.
Individuazione preliminare delle aree di emergenza.
MODELLO DI INTERVENTO
CENTRI OPERATIVI
Direzione Comando e Controllo (DI.COMA.C.)
Centro di Coordinamento Soccorsi (C.C.S.)
Centro Operativo Misto (C.O.M)
Centro Operativo Comunale (C.O.C.)
Tutto il sistema dei soccorsi sar coordinato se, nelle prime 12 ore, sul territorio colpito, sar resa operativa la
presenza di personale generalista del sistema complesso, per governare il Modello di intervento(DI.COMA.C., C.C.S., C.O.M./C.O.I., C.O.C.).
I CENTRI OPERATIVI DEL SISTEMA SONO STRUTTURATI IN
FUNZIONI DI SUPPORTO
Nel sistema complesso di protezione civile non possibile lavorare per singole amministrazioni, ma per aree omogenee,
per funzioni
Ogni amministrazione mantiene la propria catena di comando e controllo, ma condivide la propria operativit nel
coordinamento pi generale della protezione civile, attraverso la propria partecipazione ad una specifica funzione
C. MODELLO DI INTERVENTO
FUNZIONI DI SUPPORTO
rappresentano lorganizzazione delle risposte operative di protezione civile distinte per settori di attivit e di intervento
Attraverso lattivazione delle funzioni di supporto si conseguono le seguenti operativit:
1. si individuano i responsabili per ogni funzione ed il loro coordinatore.
2. I singoli responsabili mantengono vivo, e quindi efficace, il Piano attraverso il quotidiano aggiornamento dei dati e delle procedure relative alla propria funzione di supporto.
3. In caso di emergenza i singoli responsabili di funzione assumono la veste di operatori specializzati nellambito della propria funzione di supporto.
4. Si struttura la Sala Operativa a seconda del numero di funzioni di supporto attivate.
5. Le diverse funzioni dovranno avere la possibilit di dialogare tra di loro.
6. Il luogo nel quale si allestisce la Sala Operativa pu essere effimero.
7. Ogni funzione avr al suo interno: un coordinatore, che si occuper di dirigere la funzione stessa ed un respons