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  • IL METODO AUGUSTUS

  • Quali sono gli argomenti da sviluppare in unmetodo per gestire il sistema complessodella pc in una situazione di crisi:

    Conoscenza delle regole di base (norme)

    Scenari di evento (descrizione preventiva delle perdite delle persone e delle cose)

    Chiarezza delle procedure dei soggetti che partecipano al sistema

    Individuazione degli obiettivi (scanditi nel tempo)

    Capacit di coordinamento e di relazione (comando, comunicazione e risorse)

    Elaborazione di piani di emergenza snelli semplici e flessibili

  • COSI PARLO AUGUSTO

    Il valore della pianificazione diminuisce in conformitcon la complessit dello stato delle cose. Credetemi:questo vero. Pu sembrare paradossale. Magaripensate che pi sia complessa una situazione, pi necessario un piano per poter farne fronte. Vi concedola teoria. Ma la pratica diversa.

    Allen Massie, 1986 Augustus: Memoirs of Emperor , Bodley Head

  • METODO AUGUSTUSstrumento di pianificazionesemplice, snello e flessibile

    Si propone di:

    fornire criteri ed indirizzi per la pianificazione diqualsiasi emergenza a prescindere dallestensione edallentit del fenomeno calamitoso e dal numero degliEnti e delle Amministrazioni coinvolte;

    creare linguaggi e procedure unificate che consentanounimmediata comunicazione e unefficiente collaborazionetra tutti i soggetti implicati nella gestione e nelsuperamento dellemergenza;

    realizzare un piano di emergenza che non sia un elenco diuomini e mezzi ma una valutazione della disponibilit dellerisorse.

  • PIANIFICAZIONE di EMERGENZAPIANIFICAZIONE di EMERGENZA

    I Piani di emergenza devono recepire i programmi di I Piani di emergenza devono recepire i programmi di previsione e prevenzione, le informazioni relative ai previsione e prevenzione, le informazioni relative ai

    processi fisici che causano le condizioni di rischio, agli processi fisici che causano le condizioni di rischio, agli eventi e agli eventi e agli scenariscenari. .

    Di conseguenza occorre rappresentare cartograficamente Di conseguenza occorre rappresentare cartograficamente le indicazioni utili alla caratterizzazione dei possibili le indicazioni utili alla caratterizzazione dei possibili scenari di rischioscenari di rischio per lattuazione delle strategie di per lattuazione delle strategie di

    intervento per il soccorso e il superamento intervento per il soccorso e il superamento dellemergenza razionalizzando e mirando limpiego di dellemergenza razionalizzando e mirando limpiego di

    uomini e mezzi.uomini e mezzi.

    Elaborazione coordinata delle procedure operative Elaborazione coordinata delle procedure operative dintervento da attuarsi in caso si verifichi levento dintervento da attuarsi in caso si verifichi levento

    atteso contemplato in un apposito scenario. atteso contemplato in un apposito scenario.

  • Piani nazionali

    PIANIFICAZIONE

    Piani comunali

    Piani provinciali

    Piani regionali

  • PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA

    PARTE GENERALE

    LINEAMENTI DELLAPIANIFICAZIONE

    MODELLO DI INTERVENTO

    dati di basescenario di eventoindicatori di eventoaree di emergenza

    obiettivistrategiasoggetti che intervengono

    sistema di comando e controlloAttivazioni in emergenza

  • Raccolta di tutte le informazioni relative alla conoscenza del territorio e dei rischi che incombono su di esso, alle reti di monitoraggio presenti, alla elaborazione degli scenari ed alla definizione delle aree di emergenza.

    A. PARTE GENERALE

  • Raccolta dati di base(Es. piani stralcio Autorit di Bacino)

    (L. 267/98)

    Reti di monitoraggio(Centro funzionale)Presidio territoriale

    AREE DI EMERGENZAUBICAZIONE CENTRI OPERATIVISCENARIO

    LIVELLI DI ALLERTA(attenzione, preallarme, allarme)INDICATORI DI EVENTO

    A: PARTE GENERALEevento prevedibile - idrogeologico

    Raccolta dati di base(Es. informazioni sugli eventi storici)

    Reti di monitoraggio(Centro funzionale)Presidio territoriale

    AREE DI EMERGENZAUBICAZIONE CENTRI OPERATIVI

    SCENARIO

    TARATURA DEL MODELLO DI RISPOSTAAGGIORNAMENTI

    evento non prevedibile - sismico

  • aree di attesa della popolazionearee di attesa della popolazione

    aree di ricovero della popolazionearee di ricovero della popolazione

    aree di ammassamento dei soccorritori e aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorsedelle risorse

    A.4 Aree di emergenza

  • AREE DI ATTESA DELLA POPOLAZIONE

    Le Aree di Attesa sono luoghi di primoritrovo per la popolazione, che ricever leinformazioni sullevento e sui comportamentida seguire per le successive sistemazionieventuali.

    periodo di utilizzo in emergenza il pi brevepossibile;

    sicurezza del percorso per il raggiungimentodellarea.

  • Le Aree di Ricovero della popolazione sono strutturecoperte rischio idrogeologico - (ostelli, alberghi, abitazioniprivate, ecc.) o luoghi in cui saranno allestite tende e roulotte rischio sismico - in grado di assicurare un ricovero allapopolazione colpita.

    I requisiti sono:sicurezza del sito a frane, crolli allagamenti;vicinanza a reti idriche, elettriche e fognarie;sicurezza del percorso per il raggiungimento dellarea;eventuale polifunzionalit.

    AREE DI RICOVERO DELLA POPOLAZIONE

  • Da tale area partono i soccorsi coordinati dai Centri OperativiI requisiti sono:

    sicurezza del sito a frane , crolli allagamenti;vicinanza a reti idriche, elettriche e fognarie;sicurezza del percorso per il raggiungimento dellarea;raggiungibilit mediante mezzi di grande dimensione;eventuale polifunzionalit.

    AREE DI AMMASSAMENTO SOCCORRITORI

  • SCHEMA DI PIANIFICAZIONE DI EMERGENZARischio idrogeologico(Metodo Augustus )

    Obiettivi SOGGETTI E COMPETENZE

    B: LINEAMENTI

    Attivazione del Centro Operativo(CCS, COM, COC) FUNZIONI DI SUPPORTO

    AZIONIATTIVAZIONE FASI OPERATIVE

    (LIVELLI DI ALLERTA)

    C: MODELLO DINTERVENTO

  • LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE

    Individuazione degli obiettivi da conseguire perdare una adeguata risposta di protezione civile aduna qualsiasi situazione di emergenza e lecompetenze dei soggetti che vi partecipano

    (legge 225/92 art. 6 e art.11).

  • 1 - Coordinamento operativo comunaleIl Sindaco si avvale del Centro Operativo Comunale (C.O.C.).2 - Salvaguardia della popolazionePredisposizione di un piano di evacuazione e assistenza sanitaria.3 - Rapporti con le istituzioni locali per la continuit amministrativa e supporto allattivit di emergenza.Capacit amministrativa di mantenere i collegamenti con Regione, Prefettura, Amministrazione Provinciale, Comunit Montana.4 - Informazione alla popolazionePredisposizione di un sistema di allertamento per la popolazione5 - Salvaguardia del sistema produttivo localeAttuazione di piani di messa in sicurezza dei mezzi di produzione e dei relativiprodotti.6 - Ripristino della viabilitAttuazione di un piano di viabilit alternativa in emergenza.7 - Funzionalit delle telecomunicazioni8 - Funzionalit dei servizi essenzialiApplicazione di piani particolareggiati di emergenza elaborati da ciascun ente.9 - Censimento e salvaguardia dei beni culturaliPredisposizione di squadre di tecnici per la salvaguardia dei beni culturali.10 - Modulistica per il censimento danni e persone e coseDipende dalle funzioni previste nel C.O.C.11 - Relazione giornaliera dellinterventoSi basa sui dati raccolti nella modulistica.

    Gli Obiettivi sono:

  • Linsieme delle risposte operative da attuarsi in caso di calamit.

    Individuazione preliminare delle sedi dei Centri Operativi e dei responsabili.

    Individuazione preliminare delle aree di emergenza.

    MODELLO DI INTERVENTO

  • CENTRI OPERATIVI

    Direzione Comando e Controllo (DI.COMA.C.)

    Centro di Coordinamento Soccorsi (C.C.S.)

    Centro Operativo Misto (C.O.M)

    Centro Operativo Comunale (C.O.C.)

  • Tutto il sistema dei soccorsi sar coordinato se, nelle prime 12 ore, sul territorio colpito, sar resa operativa la

    presenza di personale generalista del sistema complesso, per governare il Modello di intervento(DI.COMA.C., C.C.S., C.O.M./C.O.I., C.O.C.).

  • I CENTRI OPERATIVI DEL SISTEMA SONO STRUTTURATI IN

    FUNZIONI DI SUPPORTO

    Nel sistema complesso di protezione civile non possibile lavorare per singole amministrazioni, ma per aree omogenee,

    per funzioni

    Ogni amministrazione mantiene la propria catena di comando e controllo, ma condivide la propria operativit nel

    coordinamento pi generale della protezione civile, attraverso la propria partecipazione ad una specifica funzione

    C. MODELLO DI INTERVENTO

  • FUNZIONI DI SUPPORTO

    rappresentano lorganizzazione delle risposte operative di protezione civile distinte per settori di attivit e di intervento

  • Attraverso lattivazione delle funzioni di supporto si conseguono le seguenti operativit:

    1. si individuano i responsabili per ogni funzione ed il loro coordinatore.

    2. I singoli responsabili mantengono vivo, e quindi efficace, il Piano attraverso il quotidiano aggiornamento dei dati e delle procedure relative alla propria funzione di supporto.

    3. In caso di emergenza i singoli responsabili di funzione assumono la veste di operatori specializzati nellambito della propria funzione di supporto.

    4. Si struttura la Sala Operativa a seconda del numero di funzioni di supporto attivate.

    5. Le diverse funzioni dovranno avere la possibilit di dialogare tra di loro.

    6. Il luogo nel quale si allestisce la Sala Operativa pu essere effimero.

    7. Ogni funzione avr al suo interno: un coordinatore, che si occuper di dirigere la funzione stessa ed un respons