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INDICE
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Dati generali
Rischio paese
Quadro macroeconomico
Il mercato del vino a Panama: introduzione
Produzione nazionale di vino
Il mercato del vino a Panama: caratteristiche principali
Normativa dis ettore
Norme sull’importazione di vino
Dazi, tariffe e imposte
Etichettatura prodotti
La distribuzione commerciale
La distribuzione commerciale per il vino
La formazione dei prezzi
Il comportamento dei consumatori
Strategia di entrata nel mercato panamense
Fiere di settore
Mass media di settore
Indirizzi utili Panama 46
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DATI GENERALI Superficie: 75.517 chilometri quadrati.
Popolazione: 3.900.000 abitanti circa.
Capitale: Città di Panamá (1.000.000 di abitanti circa).
Città principali: Colón, (220.000), David (150.000).
Lingue: spagnolo, inglese.
Religioni principali: cattolica.
Pil (nominale): 55 miliardi di Euro.
Pil (pro capite): 14.900 Euro circa.
Valuta: dollaro statunitense (USD). In realtà la moneta nazionale sarebbe il
Balboa (PAB), che ha la parità monetaria con il dollaro statunitense (1 Balboa
= 1 USD). Circolano però in moneta nazionale le frazioni in centesimi di
Balboa (che sono molto simili ai centesimi di USD), cioè le monete da 1, 5,
25, 50 centesimi.
Ordinamento politico: repubblica presidenziale.
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RISCHIO PAESE
Panama è considerato un paese abbastanza stabile dal punto di vista sia
politico che economico.
Secondo la Country Risk Map della SACE (l’organismo del Ministero degli
Esteri che finanzia e assicura i crediti internazionali), Panama viene
considerato un paese a medio rischio politico (34 su 100) e a medio rischio di
credito (42 su 100). Per quel che riguarda il rischio di mancato pagamento
controparte sovrana siamo a 37 su 100, mancato pagamento controparte
bancaria siamo a 45 su 100 e mancato pagamento controparte corporate
siamo a 45 su 100.
Nella classificazione dell’OCSE in una scala da 0 a 7, nella quale 0 indica il
rischio minore e 7 quello maggiore, Panama si colloca nella categoria 3.
Le principali agenzie di rating internazionale assegnano al paese un rating
BBB (outlook stabile), per Standard & Poor’s e per Fitch e Baa2 per Moody’s.
Il sistema normativo si ispira a modelli occidentali ma esistono fenomeni
diffusi di corruzione e l’imparzialità del sistema giudiziario non sempre è
garantita. Il sistema delle infrastrutture è adeguato e in fase di ulteriore
sviluppo grazie a importanti piani di investimento finalizzati soprattutto
all’espansione del Canale di Panama. Il sistema bancario e finanziario è
molto sviluppato e sofisticato.
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QUADRO MACROECONOMICO
Panama è un piccolo paese con poco meno di 4 milioni di abitanti la cui
economia è strettamente legata e condizionata dall’esistenza di quella
fondamentale opera infrastrutturale che è il Canale di Panama, lungo quasi
82 chilometri, che collega l’Oceano Atlantico con il Pacifico.
L’economia del paese è cresciuta per anni a ritmi medi dell’8%, grazie
soprattutto al massiccio piano di investimenti per potenziare il Canale di
Panama. Queste opere di ampliamento, completate nel giugno del 2016,
consentiranno il passaggio di una quantità maggiore di imbarcazioni e,
soprattutto, il passaggio di imbarcazioni più grandi. Le navi che passavano
prima potevano portare un carico fino a 4.500 TEU (il TEU, Twenty-foot
Equivalent Unit, è l’unità di misura per il trasporto dei container e corrisponde
allo spazio di un container da 20 piedi, circa 6 metri), si può oggi invece
arrivare a far passare navi capaci di trasportare fino a 12.000 TEU. In termini
economici si prevede praticamente un raddoppio del numero di navi che
attraverseranno il canale ma, grazie al fatto che aumenterà anche la
dimensione delle navi, si prevede che le entrate per lo Stato panamense,
dagli attuali circa 2 miliardi di dollari statunitensi annui, passeranno a ben 6.
La crescita economica comunque negli ultimi due anni è rallentata, il PIL è
cresciuto nel 2015 del +5,8% e nel 2016 del +5%, ma le previsioni per il 2017
sono di una crescita più sostenuta al +6,2%.
La struttura economica del paese presenta, a fianco di attività sofisticate e
modernamente organizzate, settori ancora arretrati come l’agricoltura che
produce poco più del 5% del PIL ma impiega ancora il 19% della
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popolazione. Le principali produzioni agricole di Panama sono: riso, mais,
canna da zucchero, caffè, frutta tropicale come banane, ananas, ecc..
L’allevamento si concentra su bovini, suini e pollame.
Anche il settore minerario ha una certa importanza sia per ciò che riguarda i
materiali da costruzione, sia per l’oro che viene poi in gran parte esportato.
È in corso un progetto per lo sfruttamento di giacimenti di rame, molibdeno e
oro, che entrerà in produzione dall’inizio del 2018 e che dovrebbe dare un
forte impulso alle attività minerarie per ora limitate, in prevalenza, ai materiali
da costruzioni.
Il settore secondario, quello industriale-manifatturiero produce il 15% del PIL
ma è in profonda crisi in quanto cresciuto per decenni in un contesto protetto
si trova oggi, a fronte della sempre maggiore liberalizzazione e apertura agli
scambi con l’estero dell’economia panamense, ad affrontare la concorrenza
internazionale. I comparti più rilevanti sono quello dei prodotti alimentari e
bevande, materiali da costruzione, prodotti chimici e carta. I settori
manifatturieri stanno riducendo il loro peso specifico in quanto sono sempre
pi incalzati dalla concorrenza internazionale in un paese che si è negli ultimi
anni sempre più aperto agli scambi con l’estero.
Il settore agroalimentare rappresenta il 50% circa della produzione
manifatturiera di Panama. Nel paese ci sono insediamenti produttivi di grandi
aziende come, tra le tante: Del Monte De Panama, Cerro Punta, Nestlé,
Toledano, Cerveceria Nacional, Hermanos Varela, Cafè Ruiz y Duran, ecc.
Gran parte di queste aziende svolgono attività di trasformazione, si sono
insediate nel paese per sfruttare i grandi incentivi che vengono offerti, ma
importano gran parte dei prodotti primari che vengono poi trasformati in
prodotti alimentari e bevande.
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L’unico settore che ha visto aumentare consistentemente il suo peso è quello
delle costruzioni grazie ai grandi lavori di ingegneria per l’ampliamento del
Canale, grazie ai grandi progetti governativi di ammodernamento
infrastrutturale: ampliamento dell’aeroporto internazionale di Tocumen,
ampliamento delle infrastrutture portuali, grandi impianti idroelettrici,
costruzione della metropolitana, ecc.
Il cosiddetto “Piano Strategico del Governo 2015-2019” ha previsto
investimenti pubblici per quasi 18 miliardi di Euro rivolti a migliorare le
infrastrutture di trasporto e quelle logistiche, il trattamento delle acque, la
costruzione di ospedali.
Anche la costruzioni di alberghi e resort per sfruttare le potenzialità turistiche
del paese concorrono a far crescere il settore delle costruzioni.
Il settore dei servizi, soprattutto quelli legati alle attività del Canale: trasporti,
logistica, amministrativi, finanziari, ecc. rappresentano i tre quarti
dell’economia del paese.
Il settore terziario, ha quindi come suoi punti di maggior forza:
• le attività commerciali nella Zona Libera di Colón,
• il settore marittimo e logistico che gravita attorno alle attività del Canale,
• il settore finanziario e bancario.
La Zona Libera di Colón, creata nel 1948, è la seconda zona franca
commerciale del mondo dopo quella di Hong Kong e la principale nelle
Americhe e rappresenta una fonte importante di ricchezza per il paese, si
calcola che circa l’8-9% del PIL derivi da quest’area. In quest’area sono
insediate molte aziende del settore farmaceutico, chimico, tessile, dei
macchinari e dei materiali elettrici, delle calzature, che importano prodotti
primari principalmente da paesi come Cina, Singapore, Stait Uniti, Taiwan e
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Messico, li trasformano in prodotti finiti e li rieportano soprattutto verso i
mercati latinoamericani: Venezuela, Colombia, Portorico, Repubblica
Dominicana.
Negli ultimi anni il livello di attività della ZLC si è ridotto a causa dei problemi
economici di alcuni suoi grandi mercati di sbocco, soprattutto Colombia e
Venezuela, penalizzati dalla caduta dei prezzi internazionali dei prodotti
energetici (petrolio e gas), di cui quei paesi sono grandi produttori ed
esportatori.
L’altra caratteristica di questo piccolo Stato è l’esistenza, proprio per la sua
strategica posizione geografica, di diverse Zone Franche a cominciare da
quella più famosa, già citata, la Zona Libera di Colón sul lato atlantico. In
queste zone esistono numerose agevolazioni di carattere normativo e fiscale
per attirare capitali ed investimenti. A ciò si aggiunga una legislazione molto
favorevole alle aziende straniere che stabiliscono la loro sede nel paese e un
sistema bancario e finanziario molto sviluppato e sofisticato. Tutto questo
insieme di situazioni ha reso Panama una sorta di “paradiso fiscale”, talora
anche al centro di sospetti di riciclaggio di capitali di provenienza illecita.
Panama viene talora definita la “Singapore” delle Americhe in quanto ha una
specializzazione nei servizi di trasporto e logistici e in quelli bancari-finanziari
come la città stato asiatica.
Il settore finanziario e bancario, che produce circa l’8% del PIL del paese, è
molto moderno e dinamico e grazie ad una legislazione molto liberale e una
sostanziale stabilità politica del paese, attrae capitali sia dagli altri paesi
latinoamericani che dai paesi più sviluppati.
Altra caratteristica è lo stretto legame che esiste tra questo piccolo paese
centroamericano e gli Stati Uniti. Innanzitutto gli Stati Uniti per un secolo
hanno gestito il Canale che, dal 2000, è tornato sotto la giurisdizione del
Governo panamense. Data l’importanza strategica per l’economia
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internazionale e, ovviamente, per ragioni evidenti di vicinanza geografica, per
quella americana, del Canale, gli USA hanno sempre esercitato nei confronti
del paese centroamericano una sorta di protettorato soft, non esitando,
comunque, quando hanno visto messi a rischio i loro interessi economici o
geopolitici, ad intervenire anche militarmente. Il legame tra i due paesi è
rafforzato anche dal fatto che Panama non ha una sua valuta ma nel paese
ha corso legale il dollaro statunitense. In realtà una sua valuta ce l’avrebbe e
si chiama Balboa ma ha la parità con il Dollaro Usa e circolano in Balboa solo
monetine da pochi centesimi. Tra l’altro, dal 2012, è entrato in vigore, con gli
Stati Uniti, che sono il principale partner commerciale, un Trattato di libero
scambio che ha portato all’abbattimento di tutte le barriere doganali tra i due
paesi.
Un altro settore importante è quello turistico che già allo stato attuale vede
flussi consistenti (date le piccole dimensioni del paese), con circa 3.000.000di
presenze annue e che sta crescendo a ritmi del 5-6% ogni anno. Panama
presenta diverse attrattive, innanzitutto il Canale stesso, la possibilità di fare
shopping a condizioni vantaggiose, ma anche vestigia del periodo coloniale
spagnolo e coste e isole molto belle che si affacciano sui Caraibi e sul
Pacifico. Il settore turistico produce attualmente circa l’11% del PIL.
Panama è anche importante per le sue attività marittime con il registro navale
più grande al mondo. Dal 1925 Panma ha adottato un registro aperto che ha
consentito l’iscrizione di naviglio di ogni parte del mondo, attualmente sono
più di 13.000 le navi che battono bandiera panamense. Ovviamente la
ragione di questo successo sono innazitutto i vantaggi fiscali di cui godono i
natanti che si iscrivono al registro navale panamense.
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IL MERCATO DEL VINO A PANAMA:
INTRODUZIONE
Le bevande alcoliche maggiormente consumate a Panama sono innanzitutto
la birra, seguita poi dal rum e dal seco una sorta di acquavite che si ricava
dalla canna da zucchero. Il vino non fa parte della tradizione locale. Va
comunque tenuto presente che il mercato panamense è veramente piccolo,
la popolazione complessiva è di circa 3,9 milioni di abitanti. Il vino non è un
prodotto popolare anche perché piuttosto costoso e i consumi pro capite sono
ancora molto bassi.
Il mercato del vino a Panama è, quindi, dimensionalmente piccolo, le
importazioni ammontano in valore a poco più di 25 milioni di euro l’anno, ma
è in forte crescita, al ritmo del 4-5% l’anno.
I maggiori esportatori di vino verso Panama sono, in volume, in ordine di
importanza decrescente: il Cile, l’Argentina, la Spagna, gli Stati Uniti, l’Italia e
a seguire gli altri. I vini cileni che hanno un ottimo rapporto qualità/prezzo
sono avvantaggiati dalla vicinanza geografica come anche quelli argentini. Gli
Stati Uniti traggono vantaggio dal legame storico esistente tra i due paesi
considerando che la superpotenza nordamericana ha gestito per un secolo il
canale e per la sempre maggior integrazione con la sua economia che trova
conferma anche nell’adozione del dollaro statunitense come valuta in corso
legale nel paese. La Spagna, in quanto ex potenza coloniale è avvantaggiata
per ragioni di affinità storica, linguistica e culturale oltre al fatto che nel paese
risiede una nutrita colonia di espatriati spagnoli.
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La svalutazione dell’Euro nei confronti del dollaro statunitense avvenuta negli
ultimi due anni sta favorendo gli esportatori europei quindi soprattutto:
spagnoli, italiani e francesi.
I consumatori panamensi, nonostante il clima tropicale, preferiscono i vini
rossi che rappresentano l’80% dei consumi, anche se i vini bianchi
cominciano a conquistarsi uno spazio sempre maggiore.
Il mercato del vino a Panama presenta alcune caratteristiche peculiari:
• è concentrato nelle mani di un numero molto ristretto di importatori,
grossisti e distributori;
• una parte importante delle importazioni di vino nel paese passano
attraverso la Zona Libera di Colón.
Il vino viene consumato sostanzialmente da tre tipologie di consumatori:
• La classe media panamense, all’incirca un 20% della popolazione, nelle
cui mani si concentra l’80% delle ricchezze del paese, che ha redditi
medio-alti e modelli di consumo occidentali.
• I cosiddetti espatriati, ovverosia occidentali (europei, americani,
australiani, ecc.) che vivono e lavorano nel paese.
• I turisti, sinora siamo a circa 3.000.000 di presenze annue ma nel futuro
sono destinate a crescere anche perché il paese offre notevoli
attrattive.
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PRODUZIONE NAZIONALE DI VINO
A Panama praticamente non esiste produzione di vino e, d’altronde, le
condizioni pedoclimatiche del paese non sono le più favorevoli alla
coltivazione della vite. Ci fu in realtà negli anni passati un tentativo di coltivare
uve nel distretto di San Carlos, nella zona occidentale della provincia della
capitale Ciudad de Panamá, ma l’impresa fu abbandonata in quanto i risultati
furono decisamente scarsi.
Inoltre, più in generale, il settore agricolo è molto arretrato e fornisce
comunque un contributo minimo al PIL nazionale nonostante impieghi ancora
quasi il 18% della popolazione attiva. Per cui il mercato del vino è costituito
tutto da importazioni.
Occorre tuttavia prestare attenzione, soprattutto alle statistiche locali, che
talora includono nella dicitura “vino” anche altre bevande, magari a base di
altri frutti e che, con il vino d’uva, non hanno nulla a che fare o come la
sangria nella quale il vino rappresenta soltanto una percentuale del prodotto.
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IL MERCATO DEL VINO A PANAMA:
CARATTERISTICHE PRINCIPALI
Il mercato del vino a Panama, nonostante le sue ridotte dimensioni, risulta
interessante per numerose ragioni legate soprattutto allo sviluppo molto
rapido, data la forte crescita economica del paese, di una classe media con
un buon potere d’acquisto e che, quindi, può permettersi consumi più
sofisticati e più costosi come i vini d’importazione. Ma le prospettive sono
interessanti anche in riferimento al grande potenziale di sviluppo del settore
turistico: centinaia di chilometri di spiagge tropicali incontaminate, possibilità
di fare shopping a prezzi vantaggiosi, grazie alle Zone Franche, attrazioni
uniche a cominciare dalle opere del Canale.
Panama è interessante come mercato anche per la sua posizione strategica
nell’area caraibica e centroamericana. È diventato, grazie al Canale e alle
attività connesse, un importante hub commerciale, da Panama passano,
soprattutto attraverso le sue Zone Franche, molti prodotti che vengono poi
riesportati verso i paesi limitrofi. Gli indubbi vantaggi fiscali che offre per
esempio la Zona Libera di Colón, attraggono investimenti e aziende estere
che hanno poi intenzione di penetrare con i loro prodotti negli altri paesi
dell’America Latina.
Nella Zona Libera di Colón attualmente sono insediate più di 3.000 aziende,
molte delle quali asiatiche, che sfruttano sia la posizione geografica, sia
l’ottimo livello delle infrastrutture logistiche, sia i vantaggi fiscali, per
riesportare in tutti gli altri paesi dell’America Latina e dei Caraibi, i loro
prodotti.
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Anche una parte dei vini che si importano a Panama attraverso, per esempio,
la Zona Libera di Colón poi vengono riesportati nei limitrofi paesi
latinoamericani soprattutto Colombia, Venezuela, Costarica e Nicaragua.
Comunque tenendo presente che le statistiche ufficiali vanno prese con
beneficio d’inventario e ridimensionate e ricalcolate alla luce di quanto si
diceva sopra, vediamo un po’ di dati, tenendo presente che quelli riguardandi
il 2016 non sono ancora disponibili.
Tabella 1.1
Importazioni totali di vino, in valore (milioni di Euro) negli ultimi anni.
2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
15,5 16,5 20,7 22,5 23,5 24,7 25,1
Le importazioni sono quindi in costante aumento da diversi anni. Nel 2016,
dai primi dati aggregati risulterebbe che la crescita si è fermata e i valori sono
all’incirca simili a quelli del 2015.
In termini di volumi parliamo di un mercato di circa 5 milioni di litri annui di
importazioni, numeri quindi veramente piccoli.
Il mercato è in mano a pochi operatori, in tutto ci sono poco più di una decina
di importatori e tra questi i tre principali sono: Felipe Motta e Hijo, Varela
Hermanos e Global Brands.
Per ciò che riguarda la distribuzione delle importazioni per paese di
provenienza abbiamo questa situazione:
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Tabella 1.2
Importazioni di vino, per paese di provenienza in volume, milioni di litri, nel
2015.
Paese Anno: 2015 Percentuale in volume
Cile 2,29 46%
Argentina 0,84 17%
Spagna 0,75 15%
Stati Uniti 0,45 9%
Francia 0,35 5%
Italia 0,19 4%
Australia 0,09 2%
Resto del mondo 0,09 2%
Totale 4,98 100%
Vediamo ora i dati in valore.
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Tabella 1.3
Importazioni di vino, per paese di provenienza, in valore, milioni di Euro, nel
2015.
Paese Anno: 2015 Percentuale in valore
Cile 7,03 28%
Spagna 4,52 18%
Francia 3,76 15%
Argentina 3,26 13%
Stati Uniti 2,76 11%
Italia 2,01 8%
Australia 1,00 4%
Resto del mondo 0,76 3%
Totale 25,10 100%
Il Cile è il principale esportatore di vini a Panama, avvantaggiato anche
dall’esistenza di un Accordo di libero scambio, ma soprattutto dall’ottimo
rapporto qualità/prezzo, dalla vicinanza geografica e da aggressive
campagne promozionali.
A ruota seguono l’Argentina, anch’essa favorita dalla vicinanza geografica e
dai prezzi contenuti dei suoi vini; la Spagna che in virtù del suo passato
storico di ex potenza coloniale esercita ancora una sorta di “egemonia
culturale” sui paesi latinoamericani e gli Stati Uniti che si avvantaggiano dei
rapporti storici ed economici tra i due paesi e che vendono soprattutto vini
rossi californiani.
Per ciò che riguarda i vini provenienti dai paesi dell’Unione Europea, a
seguito di un Accordo di Associazione tra l’Unione stessa e i paesi
centroamericani, si è arrivati a una scomparsa di tutti i dazi doganali.
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Allo stato attuale la Francia ha una piccola quota in volume, ma molto più
elevata in valore, a dimostrazione che i vini francesi si collocano nella fascia
medio-alta del mercato, d’altronde il prezzo medio di un vino francese
venduto a Panama oscilla tra i 23 e i 26 Euro a bottiglia.
L’Italia ha ancora una piccola quota del mercato panamense e i vini italiani
sono distribuiti soprattutto nel settore HoReCa (Hotel, Restaurant and
Catering), dove la presenza di numerosi ristoranti di cucina italiana fa da
volano anche alla vendita di vini. Tra i vini nostrani più apprezzati dai
panamensi, e quindi più venduti, c’è il Sangiovese.
La svalutazione dell’Euro nei confronti del dollaro statunitense (oltre il 20%
negli ultimi due anni), sta favorendo le esportazioni dei paesi dell’area Euro
soprattutto la Spagna, per cui già negli ultimi due anni i paesi del Vecchio
Mondo, hanno recuperato piccole quote di mercato, per cui le percentuali di
export dei vari paesi sono destinate a modificarsi.
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NORMATIVA DI SETTORE
Da un punto di vista burocratico-amministrativo esportare vino nella
Repubblica di Panama non è particolarmente complicato. Non esistono
quote, contingenti, limitazioni e barriere particolari.
In termini sommari i documenti che occorrono sono i seguenti:
• fattura commerciale emessa dal produttore e/o esportatore;
• il documento di trasporto (Bill of Lading, o Air Way Bill);
• packing list con elenco dettagliato della merce;
• certificato di origine;
• certificato di analisi rilasciato dalle competenti autorità italiane;
• dichiarazione doganale di importazione;
• registrazione del prodotto presso la AUPSA (operazione che deve fare
l’importatore).
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NORME SULL’IMPORTAZIONE DI VINO
E BEVANDE ALCOLICHE
Innanzitutto gli importatori di beni destinati al consumo, quindi anche il vino,
debbono farsi rilasciare una licenza dal Ministero del Commercio e
dell’Industria.
Per poter importare qualunque prodotto alimentare nella Repubblica di
Panama, questo deve, inoltre, preventivamente, ottenere una registrazione
sanitaria e/o fitosanitaria. Chiunque abbia intenzione di introdurre nel paese
un prodotto alimentare, almeno 48 ora prima, deve compilare un Formulario
de Notificación de Introducción de Alimentos da inviare alla Autoridad
Panameña de Seguridad Alimentaria (AUPSA, autorità panamense per la
sicurezza alimentare), l’organismo pubblico che si occupa di effettuare tutti i
controlli sanitari sui prodotti che vengono importati nel paese.
Nella domanda di registrazione dovranno esserci alcuni dati fondamentali:
• nome del prodotto;
• nome del produttore;
• luogo di provenienza;
• descrizione del prodotto;
• nome dell’importatore.
Occorrerà poi allegare altra documentazione:
• Certificato di Libera Vendita in originale, per i prodotti importati questo
certificato viene rilasciato dalle Autorità sanitarie del paese di
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provenienza dei prodotti importati. Il certificato non deve essere
anteriore ai 6 mesi dalla data di presentazione della richiesta di
registrazione.
• La formula quali-quantitativa del prodotto.
• La descrizione del metodo di produzione.
• Informazioni sulla conservazione del prodotto.
• Quattro campioni del prodotto con la rispettiva etichetta con la quale
sarà commercializzato, con sopra tutte le informazioni previste dalla
legislazione panamense.
• Due etichette originali o identiche all’originale con tutte le informazioni
stabilite dalla normativa panamense.
• Codice del lotto del prodotto.
Di seguito tutti i riferimenti dell’AUPSA, sul sito si trovano anche i formulari da
scaricare per effettuare la domanda di registrazione.
AUPSA
(Autoridad Panameña de Seguridad de Alimentos)
Ricardo J. Alfaro, Centro Comercial Sun Tower,
2do piso local #70,
Ciudad de Panamá
Tel. +507 522 00 00
Fax +507 522 00 14
www.aupsa.gob.pa
Il costo della registrazione si aggira attorno ai 500-600 dollari statunitensi.
Si tenga presente che si possono inviare, senza particolari formalità,
campioni di prodotti fino a 5 kg di peso. Per invii superiori occorre rispettare
tutta una serie di formalità stabilite dalla normativa panamense a cominciare
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dall’invio all’AUPSA di una richiesta per poter introdurre nel paese campioni
di prodotti alimentari.
Sul sito dell’AUPSA, al seguente indirizzo, si trovano anche i formulari per
avanzare tale richiesta:
http://200.46.196.147/aupsa/requisitos/FORMATO_SOLICITUD_DE_EVALU
ACION_DE_NOTIFICACION.pdf
Vanno poi allegati i seguenti documenti:
• copia della richiesta fatta ad AUPSA;
• originale della risposta ottenuta da AUPSA;
• certificazione sanitaria rilasciata dalle autorità competenti del paese di
origine dei prodotti.
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DAZI, TARIFFE E IMPOSTE
I dazi sono stati azzerati grazie a un accordo commerciale tra Panama e
l’Unione Europea. Ci sono invece delle imposte sui vini ma non sono
particolarmente elevate.
Esiste innanzitutto la ITBMS (Impuesto sobre las Transferencias de Bienes
corporales, Muebles y Servicios), in sostanza l’equivalente delle nostra IVA,
che sui vini è al 10%.
Per le bevande alcoliche, vini compresi, c’è poi la ISC (Impuesta Selectivo al
Consumo), un’imposta sui consumi che si calcola secondo un criterio che
viene dettagliato più avanti nel capitolo dedicato alla formazione dei prezzi.
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ETICHETTATURA PRODOTTI
Non ci sono normative particolari per ciò che riguarda l’etichettatura dei vini,
si seguono le norme generali previste per i prodotti alimentari.
Sull’etichetta dei vini, in lingua spagnola debbono comparire
obbligatoriamente tutta una serie di dati:
• nome e indirizzo del produttore,
• ingredienti del prodotto,
• data di scadenza,
• lotto di produzione,
• contenuto netto,
• grado alcolico,
• nome e indirizzo dell’importatore,
• paese d’origine.
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LA DISTRIBUZIONE COMMERCIALE
Negli ultimi dieci anni la distribuzione commerciale a Panama si è
modernizzata con l’apertura di sempre nuovi supermercati, ipermercati e
grandi centri commerciali che stanno gradualmente sostituendo la
distribuzione commerciale tradizionale basata sui piccoli negozi al dettaglio.
Si sono affermate alcune grandi catene, la principale delle quali, per ciò che
riguarda i prodotti alimentari e i vini è Super 99, che ha più di una quarantina
di punti vendita, in prevalenza concentrati nell’area metropolitana di Ciudad
de Panamá, la capitale.
Negli ultimi anni poi, sul modello americano dei grandi mall, si stanno
creando diversi grandi centri commerciali che al loro interno contengono
numerosi negozi di diverse tipologie commerciali e alcuni supermercati, sia
per prodotti alimentari che di altro genere, dotati anche di ristoranti, caffè e
vari altri luoghi di ristoro e di intrattenimento come, per esempio, sale giochi,
casinò o sale cinematografiche. Questi centri commerciali diventano non
soltanto dei luoghi nei quali andare a far compere ma anche luoghi di incontro
o dove recarsi per trascorrere il tempo libero con la famiglia o con gli amici.
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LA DISTRIBUZIONE COMMERCIALE PER IL VINO
La catena distributiva per il vino a Panama è corta anche perché, come già
sottolineato, il mercato è sostanzialmente gestito da un piccolo gruppo di
operatori e molti di questi sono allo stesso tempo: importatori, grossisti
distributori e hanno magari anche negozi per la vendita al dettaglio.
Gli importatori quindi sono pochi, si tratta in prevalenza di aziende a struttura
familiare, controllano spesso tutta la catena commerciale dall’importazione
alla vendita al dettaglio, dettano un po’ loro le condizioni e chiedono
normalmente un contratto di esclusiva per poter distribuire un nuovo
produttore. I primi tre operatori del settore, assieme, hanno una quota di
mercato del 60%.
Questa situazione da un certo punto di vista può rappresentare un vantaggio
per l’esportatore italiano in quanto ha un unico interlocutore e attraverso di lui
è più semplice anche fare e gestire, per esempio, campagne di
comunicazione o di promozione dei prodotti.
Da un altro punto di vista questa situazione potrebbe creare dei problemi, per
esempio, nel caso in cui ci fosse la necessità di cambiare importatore o
distributore, significherebbe magari non riuscire più ad accedere ai punti
vendita o ai canali gestiti dal vecchio distributore. Inoltre un mercato in mano
a pochi operatori significa una maggiore competizione per riuscire ad entrare
in quel mercato.
Per il vino in sostanza gli stessi operatori che si occupano di importazione e
distribuzione servono poi tutti i canali commerciali sia la GDO (Grande
distribuzione organizzata), sia i negozi specializzati, sia il canale HoReCa
(Hotel, Restaurant, Catering).
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Per ciò che riguarda la distribuzione del vino a Panama, il 50% si vende nelle
catene della GDO, un 40% si vende nel canale HoReCa e un 10% si vende
nei negozi specializzati nella vendita al dettaglio di bevande alcoliche che,
sempre più numerosi, sono sorti negli ultimi anni. Praticamente assente, allo
stato attuale la vendita on-line di vini.
Il settore HoReCa (Hotel, Restaurant, Catering) negli ultimi anni si è molto
sviluppato a Panama, soprattutto grazie alla crescita del settore turistico,
sono stati fatti grandi investimenti nel settore alberghiero, la distribuzione del
vino in questo canale commerciale è quindi diventata molto importante, in
particolare per i vini italiani, grazie alla presenza di numerosi ristoranti che
propongono cucina italiana.
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LA FORMAZIONE DEI PREZZI
Per ciò che riguarda la formazione del prezzo dei vini occorre tener presente
che al prezzo CIF vanno aggiunti:
1) Un’imposta, chiamata ITBMS, che assomiglia alla nostra IVA, del 10%.
2) L’imposta sul consumo delle bevande alcoliche (ISC) che varia secondo le
seguenti regole:
Per le bevande alcoliche il cui prezzo di vendita all’ingrosso sia inferiore a 18
Balboa (= 18 USD) al litro, si applicherà la seguente tabella:
• contenuto alcolico fino a 4,99% una tassa di 0,1325 (Balboa = USD) al
litro;
• contenuto alcolico da 5% a 20% tassa di 0,045 (Balboa = USD) per
ogni grado di contenuto alcolico per litro;
• contenuto alcolico superiore al 20%, tassa di 0,062 (Balboa = USD) a
litro per ogni grado di contenuto alcolico per litro.
. Per le bevande alcoliche il cui prezzo di vendita all’ingrosso sia superiore a
18 Balboa (= 18 USD) al litro, l’imposta sul consumo sarà pari a 0,105
(Balboa = USD) per ogni grado di contenuto alcolico per litro.
Vanno poi aggiunti i margini commerciali dei diversi operatori.
L’importatore/distributore aggiunge un margine commerciale tra il 20 e il 30%.
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Nella vendita al dettaglio i supermercati aggiungono mediamente un margine
del 20-30%, i negozi specializzati del 30-40%, nel settore HoReCa i margini
sono più elevati: 100-200%.
Provando a fare una simulazione:
Proviamo a fare un esempio grossolano di come si forma il prezzo di una
bottiglia di vino, con un contenuto alcolico supponiamo dell’11%, venduto nel
canale GDO, per semplicità di calcolo esprimiamo tutti i prezzi in dollari
statunitensi (USD).
Prezzo CIF 5 USD
Dazio doganale 0% 0
Imposta sul consumo di
bevande alcoliche (ISC)
0,045 USD per grado
alcolico
0,49
ITBMS 10% 0,5
Totale 5,99
Margine dell’importatore 30% 1,80
Totale 7,79
Margine GDO 30% 2,34
Prezzo al consumatore 10,13
Proviamo ora a fare un esempio grossolano di come si forma il prezzo di una
bottiglia di vino, con un contenuto alcolico supponiamo dell’11%, venduto in
un negozio specializzato nella vendita al dettaglio di bevande alcoliche, per
semplicità di calcolo esprimiamo tutti i prezzi in dollari statunitensi (USD).
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Prezzo CIF 5 USD
Dazio doganale 0% 0
Imposta sul consumo
bevande alcoliche (ISC)
0,045 USD per grado
alcolico
0,49
ITBMS 10% 0,50
Totale 5,99
Margine dell’importatore 30% 1,80
Totale 7,79
Margine Negozio 40% 3,12
Prezzo al consumatore 10,91
Proviamo ora a fare un esempio grossolano di come si forma il prezzo di una
bottiglia di vino, con un contenuto alcolico supponiamo dell’11%, venduto nel
canale HoReCa, per semplicità di calcolo esprimiamo tutti i prezzi in dollari
statunitensi (USD).
Prezzo CIF 5 USD
Dazio doganale 0% 0
Imposta sul consumo
bevande alcoliche (ISC)
0,045 USD per grado
alcolico
0,49
ITBMS 10% 0,50
Totale 5,99
Margine dell’importatore 30% 1,80
Totale 7,79
Margine GDO 200% 15,58
Prezzo al consumatore 23,37
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IL COMPORTAMENTO DEI CONSUMATORI
I consumatori panamensi hanno grande familiarità con bevande alcoliche
come la birra ed il rum mentre il vino ha cominciato ad essere consumato,
dalla classe medio-alta, negli ultimi 15-20 anni. Il consumatore panamense,
che mediamente non ha una grande cultura del vino ricerca prodotti di facile
bevibilità che abbiano un buon rapporto qualità/prezzo e per questa ragione i
vini cileni e argentini sono i più apprezzati e richiesti e spesso vengono
preferiti ai più costosi, oltre che più strutturati e complessi, vini di provenienza
europea.
Il vino sta comunque diventando una bevanda di moda e infatti solo negli
ultimi 5 anni i suoi consumi sono cresciuti di quasi il 40% e i panamensi
hanno i consumi di vino pro capite ch sono tra i più elevati nei paesi
centroamericani. Il vino è sempre più richiesto nel canale HoReCa e in
occasioni sociali: matrimoni, feste, convegni, ricevimenti, ecc.
I consumatori panamensi preferiscono di gran lunga i vini rossi che
rappresentano l’80% dei consumi anche se i bianchi stanno recuperando
terreno, mentre poco conosciuti e poco venduti sono quelli rosati.
Nelle decisioni di acquisto del consumatore panamense il prezzo è ancora un
elemento decisivo, sia perché non esiste questa grande conoscenza del vino
e delle differenze tra i vari produttori e paesi o le diverse regioni di
provenienza, sia perché il salario medio a Panama è attorno ai 600 dollari
statunitensi al mese e il vino non è un prodotto tra i più economici.
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Nell’area urbana di Ciudad de Panamá si concentrano l’85% dei consumi di
vino del paese a dimostrazione di quanto si diceva sopra, cioè che chi
consuma vino sono principalmente la classe media urbana, gli stranieri
espatriati e i turisti.
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STRATEGIE DI ENTRATA NEL MERCATO PANAMENSE
Il mercato panamense presenta secondo tutti gli analisti buone prospettive di
crescita ulteriore anche se i nuovi produttori che intendono entrare in questo
mercato debbono tenere conto dei limiti e dei problemi che abbiamo già, in
gran parte, segnalato:
• dimensioni limitate del mercato;
• numero ristretto di operatori;
• concorrenza molto agguerrita;
• necessità di effettuare investimenti in informazione, promozione,
pubblicità per fare conoscere i propri prodotti a un pubblico che
mediamente non ha una gran conoscenza del prodotto vino.
A fronte di ciò vanno evidenziati però anche i punti positivi:
• svalutazione dell’Euro che favorisce molto i produttori europei;
• scomparsa dei dazi doganali grazie all’entrata in vigore dell’Accordo tra
Unione Europea e paesi centroamericani;
• presenza di numerosi ristoranti che offrono cucina italiana molto
apprezzata dai consumatori panamensi;
• crescita graduale, ma costante, della classe media e anche dei redditi
medi di tutta la popolazione;
• sviluppo ulteriore del settore turistico, soprattutto si prevede un
aumento delle presenze del turismo americano ed europeo di alto
livello, un target abituato a consumare vino.
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Per quel che riguarda i comportamenti a cui attenersi innanzitutto teniamo
presenti alcune caratteristiche del contesto operativo panamense. La
puntualità non è una delle virtù migliori dei panamensi per cui l’orario di un
qualunque appuntamento, anche di lavoro, è sempre indicativo, in pratica il
ritardo è considerato normale.
Panama è un paese latinoamericano e quindi “i tempi di reazione” non sono
quelli europei, anche nella conduzione di trattative commerciali ci vuole
pazienza!
Importante è stabilire buone relazioni personali, i panamensi sono comunque
latini, piuttosto informali e anche se rispettosi dell’etichetta e delle gerarchie,
sono portati ad aprirsi con gli interlocutori che riescono a conquistare la loro
fiducia. Riuscire a stabilire un rapporto di simpatia e di fiducia è condizione
per poter poi concludere anche profittevoli trattative commerciali.
Molto influenzati dalla cultura e dallo stile manageriale statunitense i
panamensi sono abbastanza informali nei rapporti commerciali ma è d’uso
che una trattativa commerciale abbia tempi medio-lunghi (occorre quindi
pazienza) e c’è l’abitudine a contrattare su qualunque condizione, a
cominciare dal prezzo ovviamente. Quindi mantenete sempre un margine per
la contrattazione, partite anche un po’ altini tanto poi si contratta e si deve
scendere per trovare l’accordo!
I panamensi poi tendono a non dire un no in maniera diretta e definitiva, la
“prendono larga”, ma quando cominciano a usare locuzioni come “forse”, “ci
pensiamo”, “è possibile”, “si può vedere”, è probabile che la risposta finale
sarà un no!
Una piccola osservazione di carattere linguistico, durante le conversazioni
con dei panamensi è bene chiamare gli statunitensi non americani
(americanos, in spagnolo) ma appunto statunitensi (estadounidenses, in
spagnolo), per non solleticare la suscettibilità locale. I panamensi sono anche
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loro e giustamente si sentono (e ci tengono), americani anche se per noi
sono latinoamericani.
Come in tutti i paesi, dimostrare un po’ di conoscenze sulla storia, le
tradizioni, la cultura locale, viene sempre molto apprezzato, come anche
esaltare le bellezze e le attrattive del paese e ovviamente parlare la lingua,
cioè lo spagnolo.
Essendo forte comunque l’influenza culturale nordamericana, se si intende
fumare in presenza di altre persone, è d’uso chiedere prima il permesso.
Spesso e volentieri le trattative commerciali si fanno a tavola, in qualche bel
ristorante a pranzo o a cena.
A Panama, a differenza di quel che accade in Italia non esiste un periodo o
un mese dell’anno in cui si va in vacanza o meglio nel quale la maggior parte
delle persone va in vacanza come succede da noi nel mese di agosto. Ci
sono comunque alcuni periodi sconsigliati per viaggi di lavoro che sono la
prima settimana di novembre durante la quale si celebra la festa nazionale e
a febbraio nella settimana del carnevale.
Il centro degli affari è la capitale Ciudad de Panamá, nel resto del paese si
possono trovare aree rurali ancora molto povere ed arretrate.
Ricordarsi che il mercato è dimensionalmente piccolo e anche le dimensioni
degli operatori sono medio-piccole per cui, soprattutto all’inizio, non c’è da
attendersi numeri particolarmente significativi.
Va comunque considerato il fatto che, per la sua posizione geografica, per la
presenza di infrastrutture e servizi moderni e sofisticati, per la presenza di
zone franche, Panama potrebbe essere preso in considerazione come punto
di partenza per chi ha intenzione di esportare non soltanto verso questo
paese ma verso gli altri paesi del Centro America e dei Caraibi o per altri
paesi latinoamericani limitrofi, nei quali operare è, oggettivamente, più
complicato come, per esempio, la Colombia e il Venezuela.
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Il clima del paese è un tipico clima tropicale: caldo e umido e questo ha
conseguenze sia sulla programmazione delle attività, sia sulle abitudini di
consumo.
Si tenga presente che Panama è considerato, come la gran parte dei paesi a
“fiscalità agevolata”, una sorta di paradiso fiscale. Ovviamente chi risiede a
Panama o chi vi svolge un’attività le tasse le paga anche lì, certamente le
aliquote fiscali sia per i soggetti privati che per le società, sono di gran lunga
inferiori a quelli italiani! Questa situazione comporta però che qualunque
soggetto italiano intrattenga rapporti economici con Panama o con società
panamensi possa essere attenzionato dalla nostra Agenzia delle Entrate
come potenziale evasore per cui, a chi fosse interessato ad esportare verso
quel paese, si raccomanda massima trasparenza e correttezza
nell’adempimento di tutte le procedure, per essere in grado, nel caso, di
dimostrare le proprie ragioni.
Le attività più gettonate per promuovere il vino a Panama sono degustazioni,
eventi, corsi di formazione per far conoscere i nuovi prodotti sia nei ristoranti
sia in altre location.
Non esistendo una specializzazione dei distributori per canali commerciali e
dovendo comunque fare affidamento su un importatore/distributore dotato di
licenza per importare vino nel paese, è inutile definire a priori una strategia
che punti su un canale piuttosto che su un altro. Sta di fatto comunque che il
modo migliore per entrare nel mercato è, anche a Panama, come in molti altri
paesi, fare leva sui numerosi ristoranti italiani presenti.
Per il resto valgono le solite regole commerciali che valgono su qualunque
mercato, a qualsiasi latitudine:
• comportarsi correttamente;
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• darsi tempi medio-lunghi, il mercato panamense è un mercato piccolo
ma in graduale e costante crescita, e non è comunque un mercato
facile;
• investire tempo e danaro, il tempo dei “fenomeni” è passato,
definitivamente!
• programmare correttamente e precisamente le proprie strategie;
• investire nella comunicazione, informazione, promozione. L’antico detto
per cui “la pubblicità è l’anima del commercio”, sarà banale e scontato
ma contiene in sé una verità universale, che talvolta i produttori
nostrani, per imperscrutabili ragioni, dimenticano!
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FIERE DI SETTORE
Non ci sono attualmente a Panama fiere e manifestazioni specializzate
dedicate al vino. Sino a qualche anno or sono c’era una fiera settoriale che si
chiamava Expovino, ma negli ultimi anni non è più stata replicata. Ci sono
anche degli eventi promozionali, organizzati solitamente in grandi hotel, dai
più importanti importatori e distributori vinicoli del paese come Felipe Motta o
Varela Hermanos.
Esistono tre sole fiere che potrebbero risultare interessanti in quanto due
sono dedicate all’enogastronomia e l’altra, una fiera multisettoriale, ha
comunque una sezione dedicata ad alimenti e bevande.
PANAMA GASTRONOMICA
Quando: fine agosto.
Periodicità: annuale.
Tipologia: fiera dell’enogastronomia aperta al pubblico
Dove: Ciudad de Panamá, Centro de Convenciones Atlapa, Avenida 5 B Sur.
Organizzazione: tel. +507 396 03 75, www.panamagastronomica.com,
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EXPOCOMER
Quando: marzo 2018.
Periodicità: annuale.
Tipologia: è una classica fiera multisettoriale, ma è la più importante che si
tiene nel paese e tra le varie sezioni ne ha anche una dedicata agli alimenti e
alle bevande.
Dove: Ciudad de Panamá, Centro de Convenciones Atlapa, Avenida 5 B Sur.
Organizzazione: +507 207 34 34, www.expocomer.com,
PANAMA FOOD EXPO SHOW Quando: agosto 2017.
Periodicità: annuale.
Tipologia: fiera gastronomica.
Dove: Ciudad de Panamá, Centro de Convenciones Atlapa, Avenida 5 B Sur.
Organizzazione: Oficinas Principales Edificio PH “Palmas Balles” L-C, Calle
IRA Parque Lefebre, Ciudad de Panamá, tel. +507 222 22 21, fax +507 222
14 13, [email protected], www.panamafoodshow.com.
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MASS MEDIA DI SETTORE
Non ci sono a Panama riviste specializzate nel settore vino. Esistono alcune
riviste che si occupano di gastronomia all’interno delle quali si parla anche di
vino. Segnaliamo di seguito anche i principali giornali del paese, alcuni dei
quali pubblicano degli inserti dedicati alla gastronomia
LA PRENSA
El Dorado Ave. 12 de octubre y Calle Las Sabanas, Hato Pintado,
Ciudad de Panamá
Tel. +507 222 12 22
Apartado 0819-05620, República de Panamá
[email protected], [email protected]
www.prensa.com
Pubblica ogni sabato un supplemento dedicato alla gastronomia che si intitola
A LA MESA.
EL PANAMÁ AMÉRICA
Avenida Ricardo J. Alfaro,
Ciudad de Panamá
Tel. +507 230 77 77
Fax +507 230 77 73
44
Apartado 0834-02787
www.epasa.com
www.elpanamaamerica.com.pa
LA ESTRELLA DE PANAMÁ
Avenida Frangipany. Ciudad de Panamá
Tel. +507 204 00 00
Apartado 0815-00662
www.estrelladepanama.com
CAPITAL FINANCIERO
Calle 50, Edificio Frontenac. Piso 5,
Ciudad de Panamá
Tel. +507 210 14 14
Fax +507 210 12 44
Apartado 0833-0206
www.capitalfinanciero.com
Pubblica mensilmente un supplemento dedicato alla gastronomia che si
intitola VIDA CULINARIA PANAMA
Tel. +507 6780 10 09,
45
Pubblica anche, ogni tre mesi, una rivista che si intitola VINOS Y MÁS
dedicata al mondo del vino e che viene distribuita anche nei negozi di
bevande alcoliche del paese.
ENCUENTRO
Rivista generalista che si occupa di diversi argomenti ma ha un’ampia
sezione dedicata alla gastronomia.
www.revistaencuentropanama.com
tel. +507 6102 38 06
GOURMET
Rivista di gastronomia.
Editore: Grupo Editorial Vivir Bien
www.vivirbien.com
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INDIRIZZI UTILI PANAMA
IN ITALIA
AMBASCIATA DELLA REPUBBLICA DI PANAMA
Largo di Torre Argentina, 11
00186 Roma
Tel. 06 44 25 21 73
Fax 06 44 25 22 37
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A PANAMA
AMBASCIATA DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Avenida Balboa - Torre BBVA- Piso 25
Apartado Postal 0816
04453 Zona 5 - Panama.
Tel. +507 22 58 948 / +507 22 58 949
Fax. +507 22 74 906
www.ambpanama.esteri.it