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SUPPLEMENTO AL N. 55 DE IL MASSIMILIANO TRENTO Capolavori rinascimentali dai mu- sei veneziani, un carico di perle e vetri cinque- centeschi recuperati nei fondali marini croati, affascinanti collane di perle vitree destinate al mercato africano, ed ancora il flauto in vetro di Napoleone,sono solo alcuni dei magnifici og- getti che si potranno ammirare in mostra. Dopo il successo della collaborazione con il museo Antichità Egizie di Torino, il Castello del Buonconsiglio sigla un altro importante “ge- mellaggio” con Venezia e il museo del Vetro di Murano, che concederà in prestito circa 200 ve- tri per la maggior parte inediti. Come avvenuto per la straordinaria mo- stra Egitto Mai Visto, sarà ancora la preziosa e, in gran parte inedita, collezione del misterio- so ufficiale asburgico Taddeo de Tonelli, do- nata a metà Ottocento al museo, ad offrire lo spunto per la grande mostra dedicata al vetro in programma al Castello del Buoncon- siglio nell’estate del 2010. Alla passione col- lezionistica di Tonelli si devono infatti due ma- gnifici pezzi rinasci- mentali, unici al mondo per bellezza, rarità e va- lore. Si tratta di un piatto ed un calice con decorazioni a smalto, che assieme a numero- se e preziose testimo- nianze concesse dalla Fondazione Musei Civi- ci di Venezia consenti- ranno di approfondire il tema della storia della produzione del vetro ve- che innovative come la filigrana a reticello e a retortoli. Tra la sorpren- dente varietà di applica- zioni del vetro, la mo- stra focalizzerà in parti- colare l'attenzione sugli impieghi per la creazio- ne di gioielli, bicchieri, calici, vasi e piatti per sontuose tavole e appa- rati decorativi. Il percor- so della mostra, che si snoderà lungo i presti- giosi ambienti del Castello del Buonconsiglio di Trento e le magnifiche sale di Castel Thun in Val di Non, si articolerà in di- verse sezioni con sugge- stive ricostruzioni sce- nografiche: dalla lavo- razione del vetro in una fornace, all’individua- zione e preparazione delle materie prime, ai vetri da tavola, da illu- minazione, da spezieria. Come sempre emozio- nanti saranno gli appa- rati scenografici, oltre all'antica fornace rina- scimentale veneziana, il visitatore potrà entrare nel ventre di una nave cinquecentesca affon- data a Gnalic e vedere i reperti affiorare dall'ac- qua. Non mancheranno filmati dedicati alla la- vorazione del vetro e ai capolavori che nascono ogni giorno a Murano. Una ricca e corposa se- zione sarà dedicata alle variopinte collane di perle vitree provenienti da collezioni pubbliche e private. Si potranno ammira- re le perle a rosetta del XV secolo, le cosidette “regine delle perle”, merce di scambio per acquistare schiavi. Si dice che nel 1626 l'olan- dese Peter Minnit abbia comprato l’isola di Manhattan dagli indiani per un valore totale di ventiquattro dollari in perle di vetro. I circa 100 pezzi provenienti da collezioni private rappresenteranno il meglio della vetraria muranese dell'800 e '900 con capolavori dei più importanti maestri e designers, come Pietro Bigaglia, Jacopo Fran- chini, Giuseppe e Ercole Barovier, Vittorio Zecchin, Napoleone Martinuzzi, Carlo Scar- pa e Fulvio Bianconi. Nel mese di agosto ogni giorno sarà anche proposto lo spettacolo teatrale “Glass” messo in scena da L'uovo Tea- tro Stabile di Innova- zione de L’Aquila. La mostra è curata da Aldo Bova. L’avventura del vetro Dal Rinascimento al Novecento tra Venezia e mondi lontani Trento, Castello del Buonconsiglio, Vigo di Ton, Castel Thun In corso fino al 7 novembre 2010 IL MASSIMILIANO N. 55 Luglio-Settembre 2010 DI FRANCO MARZATICO DIRETTORE MUSEO CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO Piatto veneziano (1460-70) in vetro color ametista decorato a smalto nel quale pampini, grappoli d’uva e uccelli si alternano facendo corona a un profilo femminile neziano e dei suoi approdi in terre lontane. Preziose collezioni pubbli- che e private re- stituiranno l'im- magine delle mol- teplici applicazio- ni del vetro, come materia straordi- nariamente dutti- le e versatile. Questo tema affa- scinante consen- tirà di illustrare anche aspetti sa- lienti della tecnica e degli stili quan- do, in epoca rina- scimentale, le offi- cine dei vetrai muranesi influen- zarono la storia del vetro europeo grazie anche alle nuove scoperte del cristallino, del lattimo e del cal- cedonio e di tecni- Vaso con figure e smalti Efesto, manifattura di Antonio Salviati, 1867, coll. privata

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SUPPLEMENTO AL N. 55 DE IL MASSIMILIANO

TRENTO Capolavoririnascimentali dai mu-sei veneziani, un caricodi perle e vetri cinque-centeschi recuperati neifondali marini croati,affascinanti collane diperle vitree destinate almercato africano, edancora il flauto in vetrodi Napoleone,sono soloalcuni dei magnifici og-getti che si potrannoammirare in mostra.Dopo il successo dellacollaborazione con ilmuseo Antichità Egiziedi Torino, il Castello delBuonconsiglio sigla unaltro importante “ge-mellaggio” con Veneziae il museo del Vetro diMurano, che concederàin prestito circa 200 ve-tri per la maggior parteinediti. Come avvenuto

per la straordinaria mo-stra Egitto Mai Visto,sarà ancora la preziosae, in gran parte inedita,collezione del misterio-so ufficiale asburgicoTaddeo de Tonelli, do-nata a metà Ottocentoal museo, ad offrire lospunto per la grandemostra dedicata al vetroin programma alCastello del Buoncon-siglio nell’estate del2010. Alla passione col-lezionistica di Tonelli sidevono infatti due ma-gnifici pezzi rinasci-mentali, unici al mondoper bellezza, rarità e va-lore. Si tratta di unpiatto ed un calice condecorazioni a smalto,che assieme a numero-se e preziose testimo-nianze concesse dallaFondazione Musei Civi-ci di Venezia consenti-ranno di approfondire iltema della storia dellaproduzione del vetro ve-

che innovative come lafiligrana a reticello e aretortoli. Tra la sorpren-dente varietà di applica-zioni del vetro, la mo-stra focalizzerà in parti-colare l'attenzione sugliimpieghi per la creazio-ne di gioielli, bicchieri,calici, vasi e piatti persontuose tavole e appa-rati decorativi. Il percor-so della mostra, che sisnoderà lungo i presti-giosi ambienti delCastello delBuonconsiglio di Trentoe le magnifiche sale diCastel Thun in Val diNon, si articolerà in di-verse sezioni con sugge-stive ricostruzioni sce-nografiche: dalla lavo-razione del vetro in unafornace, all’individua-zione e preparazionedelle materie prime, aivetri da tavola, da illu-minazione, da spezieria.

Come sempre emozio-nanti saranno gli appa-rati scenografici, oltreall'antica fornace rina-scimentale veneziana, ilvisitatore potrà entrarenel ventre di una navecinquecentesca affon-data a Gnalic e vedere ireperti affiorare dall'ac-qua. Non mancherannofilmati dedicati alla la-vorazione del vetro e aicapolavori che nasconoogni giorno a Murano.Una ricca e corposa se-zione sarà dedicata allevariopinte collane diperle vitree provenientida collezioni pubblichee private.

Si potranno ammira-re le perle a rosetta delXV secolo, le cosidette“regine delle perle”,merce di scambio peracquistare schiavi. Sidice che nel 1626 l'olan-dese Peter Minnit abbia

comprato l’isola diManhattan dagli indianiper un valore totale diventiquattro dollari inperle di vetro. I circa100 pezzi provenientida collezioni privaterappresenteranno ilmeglio della vetrariamuranese dell'800 e'900 con capolavori deipiù importanti maestrie designers, come PietroBigaglia, Jacopo Fran-chini, Giuseppe eErcole Barovier, VittorioZecchin, NapoleoneMartinuzzi, Carlo Scar-pa e Fulvio Bianconi.

Nel mese di agostoogni giorno sarà ancheproposto lo spettacoloteatrale “Glass” messoin scena da L'uovo Tea-tro Stabile di Innova-zione de L’Aquila.

La mostra è curatada Aldo Bova.

L’avventura del vetroDal Rinascimento al Novecento tra Venezia e mondi lontaniTrento, Castello del Buonconsiglio, Vigo di Ton, Castel Thun

In corso fino al 7 novembre 2010

IL MASSIMILIANO N. 55Luglio-Settembre 2010

DI FRANCO MARZATICODIRETTORE MUSEO

CASTELLODEL BUONCONSIGLIO

Piatto veneziano (1460-70) in vetro color ametista decorato a smalto nel quale pampini, grappoli d’uva e uccellisi alternano facendo corona a un profilo femminile

neziano e dei suoiapprodi in terrelontane. Preziosecollezioni pubbli-che e private re-stituiranno l'im-magine delle mol-teplici applicazio-ni del vetro, comemateria straordi-nariamente dutti-le e versatile.Questo tema affa-scinante consen-tirà di illustrareanche aspetti sa-lienti della tecnicae degli stili quan-do, in epoca rina-scimentale, le offi-cine dei vetraimuranesi influen-zarono la storiadel vetro europeograzie anche allenuove scopertedel cristallino, dellattimo e del cal-cedonio e di tecni-

Vaso con figure e smalti Efesto, manifatturadi Antonio Salviati, 1867, coll. privata

Vaso a cono con canne verdi, manifattura di Vittorio Zecchin, 1700-1750, coll. privata

Brocca a granzioli turchesi e manico a foggia di drago, 1880, coll. privata

Dipinto sous verre. Veduta di Piazza San Marco dal lato della chiesa di San Giminiano, inizio XVIII sec., Murano, Museo del Vetro

L’avventura del vetroDal Rinascimento al Novecento tra Venezia e mondi lontaniTrento, Castello del Buonconsiglio, Vigo di Ton, Castel Thun

In corso fino al 7 novembre 2010

la quale l’artista si col-loca in una posizioneoriginale tra il rococò eil tenebrismo, con alcu-ni accenti classicisti chelo rendevano particolar-mente richiesto al suotempo.

Il secondo ciclo pre-sente nel Museo Dioce-sano di Feltre provienedalla vicina Certosa diVedana. Si tratta di al-cuni dipinti cheSebastiano Ricci realiz-zò negli anni 1706-09 eche Rodolfo Pallucchinigiudicava tra le più ispi-rate opere di soggettoreligioso dell’artista bel-lunese.

Due grandi tele, col-locate originariamentea pendant nella cappel-la dei Conversi, raffigu-

go con le pennellate ve-loci, ricche di suggestivieffetti luministici, delcontemporaneo Ales-sandro Magnasco.

Il Museo Diocesanodi Feltre è stato recente-mente aperto al pubbli-co. Si trova nel cuoredel centro storico ed èospitato nelle sale del-l’antico Vescovado, unedificio di notevole pre-gio architettonico, ini-ziato nella seconda me-tà del Duecento, piùvolte ristrutturato nelcorso dei secoli e tra-sformato da castello inpalazzo veneziano pri-ma gotico e poi rinasci-mentale.

La pinacoteca ospitadipinti di Paris Bordon,Jacopo Tintoretto, LucaGiordano e GaspareDiziani; nella sala dellascultura vi sono operedi Andrea Brustolon,definito “il Michelangelodel legno”da Honoré deBalzac, di FrancescoTerilli e di GiacomoPiazzetta.

Molto ricca è anche lasala dell’oreficeria sa-cra, mentre nella ex-cappella vi sono alcunitra i pezzi di maggiorpregio, tra i quali Il

Calice del Diacono Orso,in argento niellato delVI secolo, considerato ilpiù antico calice eucari-stico dell’Occidente, unAltare portatile di stileottoniano del secolo XII,la gotica Madonna diSan Vittore, scolpita inalabastro e la Crocepost-bizantina del 1542,opera di un Monaco delMonte Athos, vero gio-iello di microscultura inlegno di bosso, che insolo 40 cm. di altezzaracchiude 52 sceneevangeliche con 500personaggi e 200 colon-nine.

Il Museo Diocesano sitrova in Via Paradiso,19, nella Città alta diFeltre. Nelle sue vici-nanze si trovano laGalleria d’Arte Moderna“Carlo Rizzarda”, ilMuseo Civico, il Teatrodella Sena di Gianan-tonio Selva, l’AreaArcheologica, il Palazzodella Ragione di AndreaPalladio e il Santuariodei Santi Vittore eCorona dell’XI secolo.

Informazioni:Provincia di Belluno

Servizio Culturatel. 0437 25226

[email protected]

Giulio Ghirardi: - Maestro, la Sua attività si decentra in vari settori sia creativi come scientifici.Pittore, restauratore, studioso, storico dell’arte, esperto di fama internazionale. Per esigenze di sintesi, Lei come si autoqualifica?

Egidio Martini: - Mi qualifico soprattutto come amatore della bellezza. Infatti per la strada guardo solo le belle, giovani creature femminili…-

FELTRE (BL) Grandesuccesso stanno riscuo-tendo le varie iniziativepromosse nel Venetoper ricordare i 350 annidella nascita diSebastiano Ricci, l’ini-ziatore del rococò cheegli ha diffuso in Italia ein Europa, aprendo lastrada al Tiepolo. Nato aBelluno nel 1659, lasua terra natale gli hadedicato un itinerariointitolato “SebastianoRicci tra le sue Dolomiti”che ha come sedi prin-cipali Feltre, con ilMuseo Diocesano, eBelluno con la Chiesa diSan Pietro, il MuseoCivico e la Crepadona.

A Feltre è possibilevedere esposto per laprima volta in pubblicolo straordinario ciclodella Cappella di SanGiuseppe della VillaFabris - Guarnieri diTomo (Feltre).

Si tratta di quattroovali, restaurati perl’occasione da Marian-gela Mattia, nei qualiSebastiano Ricci si con-

fronta negli anni 1719-22 con alcuni tra gli ar-tisti veneziani più im-portanti del suo tempo.Sua è l’Adorazione deipastori, nella quale lacomposizione a modulocircolare e il cromati-smo intriso di luce esal-tano l’intimità della na-scita di Cristo. Al genia-le artista di origine dal-mata Federico Benco-vich (Venezia o Dalma-zia ? 1677 - Gorizia1753) appartiene LaFuga in Egitto, giocatasu toni scuri carichi diun espressionismo daiforti accenti drammati-ci. Gesù nel tempio tra iDottori è un’opera che lostudioso Enrico Luc-chese attribuisce al ca-talogo di GirolamoBrusaferro (Venezia1679 - 1745), con con-vincenti argomentazionisuffragate anche dal re-stauro, che ha eviden-ziato una tecnica diffe-rente da quella diSebastiano Ricci, alquale l’opera venivaprecedentemente attri-buita.

Di Angelo Trevisani(Venezia 1667-1746) èinfine Il transito di SanGiuseppe, un’opera nel-

MONS. GIACOMOMAZZOANADIRETTORE

MUSEO DIOCESANOFELTRE

LUGLIO / SETTEMBRE 2010ANNO XIV - Numero 55

Sebastiano Ricci tra le sue DolomitiAl Museo Diocesano d’Arte Sacra di Feltre (Belluno) - fino al 28 agosto

IN QUESTO NUMERO

DA BACCHELLI ALLA ANTONELLI PAG. 3

L’ELEGANZA DELL’AMORE PAG. 4

ARTE CONTEMPORANEA ITALIANA PAG. 5

DA GORIZIA A COPENHAGEN PAG. 6

L’ISONTINO ALLE PRIGIONI PAG. 7

ARTURO MARTINI PAG. 8-9

INSERTO OPERE D’ARTE RUBATE

CULTURA: RISORSA DI SVILUPPO PAG. 11

MISTERO CARAVAGGIO PAG. 13

BASALDELLA: FU VERA GLORIA? PAG. 14

IN GIRO PER MOSTRE PAG. 15

Sebastiano Ricci, Madonna con Bambino apparea San Ugo e San Bruno. Feltre (BL), Museo Diocesano,(da Sospirolo, Certosa di Vedana)

rano L’apparizione dellaMadonna col Bambino aSant’Ugo e a San Bru-none e Il Battesimo diCristo.

A livello iconograficovengono evidenziati ivalori fondanti di pre-ghiera e di nascondi-mento della spiritualitàcertosina, mentre stili-sticamente il Ricci alter-na nella grandi figure inprimo piano una purez-za formale alla quale fada contrappunto l’estre-ma libertà di tocco deglisfondi paesaggistici,che ricordano quelli nelnipote Marco Ricci.

Due tavolette conSan Bruno in preghierae Sant’Antonio Abatepresentano invece Se-bastiano Ricci in dialo-

Carlo Wostry (Trieste, 1865 - ivi, 1943),“Marina californiana”, olio su tavola, cm. 95x110

GEREMIVia dell’Annunziata, 5 - (angolo Via Cadorna) TriesteTel. 040 / 309501 - Fax 040 / 3224723e-mail: [email protected] [email protected]

VALUTAZIONI GRATUITERILEVIAMO INTERE GIACENZE EREDITARIE

IL MASSIMILIANOLUGLIO - SETTEMBRE 2010 3

DI SANDRO APAVICE QUESTORE AGGIUNTO

POLIZIA DI STATO

TRIESTE

[email protected]

Bacchelli” dal nome diRiccardo Bacchelli chene fu il primo beneficia-rio e la cui situazione diindigenza indusse alcuniesponenti politici del-l’epoca a proporre unatal soluzione al problemaed il Parlamento ad ap-provarla. Trattandosi diuna legge ordi-naria in vigoreda un quarto disecolo e finoramai contestata,sollevare ades-so, come da al-cuni è stato fat-to, eccezionisulla sua con-formità costitu-zionale, mai ec-cepita in prece-denti casi asso-lutamente ana-loghi, sembraatteggiamentoinfondato edesclusivamenteacrimonioso:se nessuno haobbiettato al-cunché quandobeneficiari nefurono, anchein tempi piutto-sto recenti,Alda Merini,Alida Valli,Duilio Loi oUmberto Bindie qualcunos’indigna oggi perché laproposta riguarda LauraAntonelli, significa che ilproblema non è la leggema la Antonelli.

E a questo proposito,per noi, il problema non èla Antonelli, ma la legge,il cui testo è, dal punto divista tecnico, piuttostolacunoso e vago, tale daprestarsi a slabbrature ecedimenti interpretativiche giustificano un po’tutto e si traducono difatto in un arbitrio.

Il secondo commadell’art. 1 della legge inargomento conferisce alPresidente del Consigliodei Ministri il potere diconcedere – con l’espres-so accordo dei ministri edopo averne informato ilParlamento (che tuttavianon sembra avere nelprocedimento una fun-zione diversa da quella diuna pura e semplice pre-sa d’atto) – un assegnostraordinario vitalizio “afavore dei cittadini dichiara fama, che abbianoillustrato la Patria con imeriti acquisiti nel cam-po delle scienze, delle let-tere, delle arti, dell’eco-nomia, del lavoro, dellosport e del disimpegnodei pubblici uffici o di at-tività svolte a fini sociali,filantropici ed umanitarie che versino in stato diparticolare necessità”.

Comprensibilmente,per affermare il principioche la Patria, tramite lasua sostanziazione giuri-dico-costituzionale che èlo Stato, non abbandonai suoi figli migliori nelmomento della sventura,

La recente propostadi attribuire ad un’attricepiuttosto famosa, ma or-mai lontana dal successoed in precarie condizionieconomiche, il tratta-mento pensionistico pre-visto dalla LeggeBacchelli è utile occasio-ne per illustrare questoprovvedimento legislati-vo, di cui molto si parlama di cui non molti han-no conoscenza diretta.L’argomento, oltre cheessere pertinente a que-sta pubblicazione perchériguarda persone che tro-vano la loro legittimazio-ne nel vasto campo dellearti, serve a dare una vi-sione un po’ più analiticae meno passionale dellavicenda attuale.

Premesso che non siintende qui discuteresull’opportunità di pro-cedere all’assegnazionedel vitalizio né su altriaspetti politici della leg-ge, ci si consenta soloun’osservazione prelimi-nare, che costituisce unaparziale risposta a coloroche si sono subito scan-dalizzati dell’iniziativa edhanno dato la stura atutta la propria indigna-zione per l’intollerabiledisuguaglianza che unprovvedimento di tal ge-nere produrrebbe fra icittadini, discriminandopoveri illustri da sovven-zionare e poveri non illu-stri da abbandonare alloro destino: se si ragio-na in tal modo si tendesolo al peggio, cioè al li-vellamento in basso. Selo Stato non ha la possi-bilità di assistere tutticoloro che a vario titolo sitrovino in condizionisvantaggiate o anche dinotevole bisogno, ciò nonimplica che debba, perun malinteso senso diuguaglianza, astenersida qualunque episodicointervento possibile neiconfronti di ristrette ca-tegorie di soggetti, chedevono per forza essereindividuati in qualchemodo. Si potrà discuteresui criteri di individua-zione, ma occorre tenerpresente che, quandonon sia possibile fare tut-to, fare qualcosa è sem-pre meglio che far nulla,anche quando ciò doves-se suscitare risentimentiprobabilmente giustifica-ti o invidie certamenteingiustificate da parte dicoloro che non rientras-sero fra gli eletti.

La legge 8 agosto1985 n. 440 recante il ti-tolo “Istituzione di un as-segno vitalizio a favoredei cittadini che abbianoillustrato la Patria e cheversino in stato di parti-colare necessità” è notaanche come “Legge

è necessaria una formu-lazione alquanto ampiaed onnicomprensiva; èperò evidente che la di-zione letterale della leggeappare invece sconfina-ta, tale da costituire unaparadossale “regola sen-za regole”.

Già l’uso della prepo-

sizione articolata “dei” èfuorviante: essa potrebbeintendersi come “di tutti icittadini etc.”, mentre èchiaro che l’intervento ri-guarda solo qualcuno dicostoro e sarebbe statopertanto più appropriatoscrivere, in modo inde-terminato, “di cittadini”.

Anche il requisito del-la fama è alquanto opi-nabile: un matematico,un filologo, un fisico, unostorico potranno esserepersone di profondissimascienza ed enorme leva-tura, ma i loro nomi sa-ranno conosciuti e vene-rati nel solo ristretto am-bito della comunitàscientifica e completa-mente ignorati dalle mol-titudini, informatissimeinvece su calciatori, can-tanti, guitti, grandifratel-li e becerume vario; d’al-tronde, a parte qualchenome, quanti conosconotutti coloro che hanno ot-tenuto il Premio Nobel ilquale, per quanto possa-no essere criticabili alcu-ne sue assegnazioni, do-vrebbe costituire una ve-trina di rilevanza mon-diale? E allora quali sonoi criteri per accertare la“chiara fama”?

Certamente inoltre leScienze, le Lettere e leArti sono campi abba-stanza individuabili,benché non rigorosa-mente delimitabili: unoche scriva libri, saggi,manuali, racconti, nonnecessariamente è unletterato: gli autori deicosiddetti libri-spazzatu-ra, o di romanzetti rosa ogialli di serie, quand’an-

che ottenessero una cer-ta celebrità sarebberoscrittori o letterati?Illustri, per di più?Quella di Liala e delle suenon poche epigone è let-teratura? Cattelan saràpur celebre, ma lo mette-reste sullo stesso pianodi Michelangelo? E le sue

discutibili e discusse in-stallazioni con contornodi scandalo rendono “il-lustre” la Patria? E se ungiorno la fortuna gli vol-tasse le spalle pure luidovremmo mantenere?Non si sa.

E non è finita: l’eco-nomia, il lavoro che cosasignificano? Tutto e nullaallo stesso tempo: è figu-ra illustre solo l’economi-sta, ossia lo studioso del-la materia, o anche chi lasviluppa e la agevola,producendo beni o servi-zi? Nella seconda ipotesi,che oltre tutto coincide-rebbe con quella del lavo-ro, qualunque imprendi-tore sarebbe teoricamen-te ascrivibile al noverodei possibili destinataridel vitalizio.

Anche peggio, quantoad indeterminatezza edinafferrabilità concettua-le, rappresentano le cate-gorie del “disimpegno deipubblici uffici o di attivi-tà svolte a fini sociali, fi-lantropici ed umanitari”:e, se si può concordareche impiegati comunali ocancellieri o funzionari diministeri – a prescinderedalla non esaltante con-siderazione che ne ha,non sempre a torto, ilMinistro Brunetta – svol-gano funzioni pubblichema non siano così illu-stri, da che grado dellascala gerarchica decorreil requisito qualitativoche, dando lustro allaPatria, concorre a dar ti-tolo alla eventuale con-cessione? Il legislatorenon lo ha precisato.

Ed ancora nel vago si

è tenuto omettendo diprecisare in che consi-stano le attività svolte aifini sociali, filantropici edumanitari: a senso si puòimmaginare che si trattidi imprese o azioni voltea sollevare il prossimodalla fame, dalle malattiefisiche o morali, o dalla

povertà, ma èevidente che ilconcetto di beneè molto soggetti-vo ed anche learzille vecchiettedi quella famosac o m m e d i a“Arsenico e vec-chi merletti” siritenevano, a lo-ro modo, dellebenefattrici…..

Come altrevolte si è detto,l’essenza dellalegge è la sua co-ercitività, cioè ilsuo potere di ob-bligare ad osser-vare i suoi pre-cetti ed elementoindispensabile atal fine è la chia-rezza, ossia l’og-gettività: il legi-slatore deve af-fermare la pro-pria volontà inmaniera chiaraed inequivocabi-le, per consenti-

re a chiunque di percepi-re il confine fra il lecito el’illecito. Quando troppolascia alla discrezione deldestinatario o dell’inter-prete, il legislatore abdi-ca alla propria funzione,generando possibilità diarbitrio. La beneficenzafatta con risorse proprienon è soggetta a critichee ciascuno può regalare ipropri beni a sua discre-zione; quella fatta consoldi pubblici deve esseregiustificata secondo leleggi. Ed è anche da ri-cordare che la “discrezio-nalità della pubblica am-ministrazione” consistein un potere di scelta, marigorosamente motivato,applicando ai casi con-creti i criteri stabiliti invia generale e preventivadal legislatore e non as-secondando le propriepersonali preferenze, an-corché improntate adonestà e probità.

Anche nel definirel’altro elemento che deveporsi a fondamento dellaconcessione, lo stato diparticolare necessità, illegislatore non è andatooltre l’enunciazione,astenendosi dal fornireprecisazioni che sarebbe-ro state di basilare utili-tà, se non altro per daregiustificazione etica aquesto regalo: sembraevidente che altro è nonaver mai posseduto suffi-cienti mezzi di sostenta-mento e subire in vec-chiaia un aggravamentodi tale situazione, ed al-tro è ritrovarsi in ristret-tezze dopo aver dilapida-to cospicue ricchezze;

pur senza volersi atteg-giare a moralisti la primaipotesi sembra inattacca-bile, la seconda assaimeno.

La stessa virtuosaprecisazione, contenutanel 3° comma, stabilenteche l’importo “è commi-surato alle esigenze del-l’interessato e non puòeccedere” una certa cifra,stabilita nella valuta d’al-lora in cento milioni di li-re annui, non indica peròi criteri per tale commi-surazione, lasciandoli difatto alla generosità dichi deve valutare il caso.

Ribadendo il concettoche trattasi di un aiuto apersone in difficoltà enon di un premio allacarriera, il legislatoreprevede anche due possi-bilità di revoca, una og-gettiva e l’altra molto me-no: la prima, che tuttavianon si configura come at-to dovuto ma mantieneuna certa discrezionalità,ricorre quando il benefi-ciario riporti una con-danna penale con sen-tenza irrevocabile checomporti l’interdizioneperpetua dai pubblici uf-fici; l’ipotesi è piuttostoremota, ma sembra giu-sto che chi si macchi dicolpe gravi verso la col-lettività, non possa averela pretesa morale e giuri-dica di essere da essaaiutato, anche se il legi-slatore lascia sempreaperta la porta alla mise-ricor0dia, non escluden-do la possibilità che ilPresidente del Consiglioritenga di non valersi delpotere di revoca.

La seconda, di più dif-ficile attuazione, riguar-da il venir meno dellostato di necessità. Ora, aparte la scarsa probabili-tà che ciò accada, essen-do statisticamente assaipiù facile passare dallaagiatezza alla miseria chenon viceversa, va consi-derato che, come non so-no indicati i criteri perindividuare il particolarestato di necessità, cosìnon risulta facile ravvisa-re il suo pur non impos-sibile superamento; inol-tre, se l’ottenimento delbeneficio, dal punto di vi-sta giuridico, non è cheun interesse semplice,ossia non protetto dallalegge, quello a mantenereil vitalizio una volta otte-nutolo è invece un inte-resse legittimo, per so-praffare il quale occorreuna adeguata motivazio-ne che, come si è visto,non è impresa facile.

Che pensare? Anchele migliori intenzioni, at-tuate in modo maldestroe goffo, possono avere ef-fetti indesiderati. Ritraela situazione, con poten-te effetto icastico, la ve-tusta espressione parte-nopea “Vaje pe’ tte fa’ ‘acroce e tte ceche n’oc-chio” (la traduzione sem-bra superflua).

Da Bacchelli alla Antonelli

Laura Antonelli agli esordi della sua carriera

DI ANNAMARIA [email protected]

mantico fa parte talvoltadell’intrigo amoroso, maquesti cupìdi, che poihanno il medesimoaspetto degli angioletti,non si sa se siano sem-pre tanto pietosi e cle-menti. Comunque, fin-ché si fermano al gioco,rimane l’eleganza.

È quella freccia pun-tata, che non ha ancoracolpito il bersaglio, chedovrebbe attivare la pru-denza, ma che invece at-trae come una vertigineverso il basso, versoistinti primordiali. Ma ilgioco rimane creato pergli “ammalati d’amore”,per quelli che non voglio-no guarire.

Qui la fanciulla, an-che difendendosi, è sorri-dente e compiaciuta,mentre chi tiene in manola freccia ha il visino se-rio e bene intenzionato.

Chiamare elegantel’amore fatto di sguardi,del tocco di una mano, diocchi che sfuggono, forseè azzardato. Potremmodire bello, pur se i con-cetti di eleganza e di bel-lezza da un bel po’ ditempo sono in disuso.Rimane che nessuno puòsottrarsi a questa malìaquando amore lo vuole; eallora si lotta con i proprisentimenti per tiranneg-

Una fanciulla ridentenella sua casta nudità eun piccolo essere cheesprime tutta la sua for-za in un gesto che assale:un angelo o un demone?

Ciascuno di noi lo ve-drà come vuole, ma il di-pinto rimarrà sempreuna nettarea, attraentevisione.

Abbiamo due modiper definire questa sce-na: uno è “l’Amore ele-gante”, che però si limitaal compiacimento esteti-co di una coppia accla-mata. L’altro, più giustoè “l’eleganza dell’amore”,che, invece, è soltanto ungioco e deve essere priva-tissimo ed è a volte peri-coloso, perché la fantasiaè sempre più forte dellarealtà e, in questo caso,ha un ruolo primario.

Tutto si esprime mol-to bene in questa imma-gine creata daBouguereau, che si rifa-ceva al Rinascimento edai Prerafaelliti, ma che vi-veva in pienoRomanticismo, senti-mento che tutti serbanoin un angolino del lorocuore in qualunque epo-ca vivano.

Anche un che di ro-

giare quelli degli altri.Ci sono vittorie, rese,

sconfitte in un alternarsireciproco, perché ognipartita pretende la suavittima, anche se il giocoè elegante.

Può anche succedereche l’amorino sia sopraf-fatto e deriso prima che

scocchi la freccia, ma inquel caso dobbiamo at-tenderci la sua vendetta,che verrà puntuale, sen-za scampo. Chi invece silascerà infine colpire, sa-crificherà all’altare del-l’amore tutti gli altri suoisogni, per il tempo chequesto durerà.

Allora penserai allapersona amata in ognioccasione vissuta e reci-procamente vi rincorre-rete senza sapere maiquanto l’altro sta corren-do più di te, in un circolochiuso di baci agognati enon dati, perché infine sidesidera il proprio desi-derio e non quel che si èdesiderato...

Ed ecco perché il gio-co rimane nella sua ele-ganza.

Molti poeti hannoparlato d’amore, moltiesseri umani hanno sog-giaciuto ai suoi dardi an-che più volte e sono poiguariti. Ma un giornopuò succedere che il fan-

ciullo con la freccia cam-bi la sua arma e facciache il gioco finisca a suomodo.

Ce lo spiega con sbi-gottimento ed emozioneProperzio in una dellepoesie d’amore più belleche siano state scritte.

Egli racconta a Cinzia“sua” di aver incontratouna notte dei fanciullipiccini e di cui alcuni, conle braccia snelle e scioltee preste al saettar, portangli strali. Poi dice che perlui, che ben conoscono,ed è perito e sfuggito amille amori, questa voltahanno preparato unatrappola da cui non potràsciogliersi:

William-Adolphe Bouguereau,La fanciulla si difende da Amore, 1880

L’eleganza dell’amore

…Alcuni con le braccia snelle e sciolteE preste al saettar portan gli strali,

Che me nel cor ferito han già più volte,

Et alcuni altri certi lacci, qualiMostraron d’aver sol per me legare,

Perch’un di loro disse parole tali:“Pigliate costui sù, che state a fare?Lo conoscete pure!”, e quelli prestoMi furo intorno né potei scampare,

Sì che per loro legato in man tua resto.

E qui Cupìdo ha finito di giocare; ha lasciato fi-nalmente, elegantemente Properzio, solo per Cinzia“sua”...

IL MASSIMILIANO LUGLIO - SETTEMBRE 20104

IL MASSIMILIANO

DI DANIELA [email protected]

LUGLIO - SETTEMBRE 2010

alla lorocreatività.Infatti, lavalutazio-ne econo-mica diun’operac o n t e m -p o r a n e anon di-pende so-lo dall’ar-tista, dal-la qualitàe dal messaggio che es-sa comunica ma anche,e soprattutto, dal siste-ma arte e dal comples-so triangolo artista-gal-lerista-collezionista.

A sua volta l’intera-zione tra i diversi pro-tagonisti è condiziona-ta da fattori socio-eco-nomico-politici, e dallecondizioni fiscali e le-gali.

Altre variabili fonda-mentali sono, inoltre,la critica e il contestoculturale.

È interessante ana-lizzare i fattori interniche condizionano ilmercato dell’arte con-temporanea in Italia.

In una nazione in cuila tradizione artistica èconsolidata, il mercatoitaliano contempora-neo è paradossalmentecaratterizzato da gros-se debolezze, specie separagonato al modelloinglese e americano.

I fattori interni chedeterminano la forma-zione dei prezzi sonocaratterizzati da pro-prie peculiarità.

Le quotazioni degliartisti italiani contem-poranei sono di gran

LONDRA Il mercatodell’arte contempora-nea italiana è un mer-cato vivace e interes-sante che ha avuto ne-gli ultimi anni una cre-scita esponenziale, gra-zie alla creatività e al-l’estro di artisti chehanno avuto la possibi-lità di relazionarsi conaltre realtà, partendodalla forte tradizioneartistica del belpaese.

In modo particolare,gli artisti del movimen-to “Arte Povera” hannoconquistato un posto diassoluto rilievo nel pa-norama artistico nonsolo locale ma interna-zionale.

Gli esponenti delmovimento che negliultimi anni hanno rag-giunto un posto impor-tante nel mercato del-l’arte internazionale so-no Mario Mertz, JannisKounellis e Michelan-gelo Pistoletto.

Guardando ad altriartisti, la figura crucia-le è Maurizio Cattelan,un artista giovane e in-traprendente che dopogli inizi milanesi haavuto il coraggio di osa-re e spingersi sino allecapitali francesi e in-glesi per poi approdareoltreoceano nella capi-tale mondiale del mer-cato, New York.

Un altro autore de-gno di nota è FrancescoClemente, rappresen-tante del movimentonoto come “Transan-vaguardia”: un movi-mento nato nei primianni ottanta teorizzan-do un ritorno alla ma-nualità, alla gioia ed aicolori della pittura do-po alcuni anni di domi-nazione dell’arte con-cettuale.

Dopo questa pre-messa possiamo ana-lizzare il sistema del-l’arte contemporaneain Italia e le prospettivedegli artisti nel nostropaese.

Per varie ragioni larealtà italiana è com-pletamente diversa daaltre e gli artisti sonospesso costretti a emi-grare per trovare uncontesto più consono

un fatturatodi 1.1 mi-liardi di eu-ro nel 2007,assicuran-dosi una fet-ta del 2.8%del mercatog l o b a l e .Guardandonello specifi-co al merca-to contem-

poraneo, il totale diopere vendute all’astanello stesso anno è diEuro 6.260.259. Nellostesso anno lo sharedell’arte italian eradell’1.4% per valore e7.4% in volume.

In Gran Bretagna ilsettore contemporaneoaveva uno share in va-lore del 19.6% e in vo-lume dell’11.6% (ri-spettivamente 46.8% e21.4% per gli StatiUniti).

Secondo i dati dellatabella 1 il prezzo me-dio per il costo diun’opera d’arte con-temporanea in Italianel 2007 era Euro3.049, in GranBretagna Euro 27.662e negli Stati Uniti Euro35.597.

Questi dati dimo-strano ulteriormentecome l’arte contempo-ranea italiana abbiamigliori potenzialità eprospettive oltre confi-ne.

Non è un caso, infat-ti, che le aste di arteitaliana presso le gran-di case d’astaSotheby’s e Christie’sdi New York e Londra

siano degli appunta-menti imperdibili percollezionisti appassio-nati.

La debolezza strut-turale interna, la legi-slazione proibitiva, lamancanza di incentivi eagevolazioni fiscali so-no solo alcune delle va-riabili che rendono ilmercato italiano debo-le.

Manca il necessariosupporto agli artisticontemporanei. Dubitoche Cattelan avrebberaggiunto la sua famase non fosse stato lan-ciato da galleristi di fa-ma internazionale qua-li Massimo De Carlo eEmanuele Perrotin.

Il 13 maggio 2010 haraggiunto il suo nuovorecord vendendo la sua“Untitled” che buca ilpavimento per 8 milionidi dollari (6.450.000euro) presso il salonenewyorkese diSotheby’s.

Michelangelo Pisto-letto ha raggiunto ilsuo record mondialedurante l’asta di arteitaliana del XX secolopresso il salone londi-nese di Sotheby’sLondra nell’ottobre2008, una vendita chefu un vero successo no-nostante la tensione el’atmosfera di un con-testo economico checominciava a delinearsipiuttosto grigio.

Il governo intanto di-scute la possibilità diportare l’IVA di un’ope-ra d’arte al 4%, decisio-ne che costituirebbe unincentivo importanteper il mercato.

In generale una ri-forma complessiva delsistema dell’arte con-temporanea sarebbeessenziale per permet-tere all’Italia di essereancora competitiva einnovativa nel quadrodelle sfide internazio-nali.

Nelle parole di HarryGagosian, illustre gal-lerista tra Londra eNew York, il quale haaperto una sede aRoma nel 2007, l’Italiaappare “un gigante chedorme” con tanto po-tenziale nascosto e an-cora da scoprire.

5

Record per artisti italiani nati nel dopoguerra in Italia eall’estero (dati aggiornati al 2008)

Record per artisti italiani del movimento “Arte Povera”in Italia e all’estero (dati aggiornati al 2008)

L’arte contemporanea all’asta nel 2007 (prezzi in euro)

Arte contemporanea italianaUno sguardo al mercato: tendenze e formazione dei prezzi

Stato membro IVATassa

importazione

lunga inferiori a quelledei loro colleghi inGran Bretagna o negliStati Uniti.

Ma anche per glistessi artisti italiani lequotazioni nel mercatointerno sono di granlunga inferiori a quantosi verifica nella piazza

internazionale comeevidenziano le figure 1e 2 relative rispettiva-mente al mercato degliartisti contemporaneinati nel dopoguerra eagli artisti del movi-mento “Arte Povera”.

Il mercato dell’arteitaliano ha registrato

www.e-antiqua.itil portale dell’antiquariato italiano

DI MARCO MENATODirettore BSI Gorizia

parato fotografico a colo-ri, che ritrae l’installazio-ne e nel suo tecnico farsie nel suo presentarsi du-rante la notte (le foto so-no di KarstenBundgaard).

Il catalogo (in danese,inglese e italiano) è aper-to dal direttore dellaBiblioteca Reale, ErlandKolding Nielsen, che nel-la non rituale prefazionescrive che l’installazioneè «un interessante e sti-molante parallelo con legrandi opere d’arte chegià si trovano all’interno eintorno alla BibliotecaReale» (e questo mescola-mento tra “documenti” e“monumenti” è una posi-zione professionale e cul-turale che non è facilerintracciare nelle nostremaggiori biblioteche …).Si tratta quindi non diuna semplice mostraospitata, ma della mag-giore biblioteca daneseche sceglie un’artista esoprattutto il particolaremodo del suo discorsoper riflettere con forza suun tema fondamentale,quale deve essere ormaiconsiderato il salvataggiodella Terra.

Le parole e le immagi-ni costituiscono due di-scorsi che si sovrappon-gono ma non si elidono,

GORIZIA Varietas,Alibi, Zeit, Svar, Via,Stop, Boomerang, Gas,Deserto, Violence, Klima,Kultur, Impuls, Save.14 parole in latino,italia-no, tedesco, inglese e da-nese stampate alla ma-niera dell’enigmistica su32 pannelli fotograficitrasparenti incollati sullevetrate del ponte (lungo18 metri) che collegal’edificio storico dellaBiblioteca Reale conquello nuovo – inaugura-to nel 1999 – noto comeBlack Diamond: questo èl’ultimo esperimento arti-stico di Annibel CunoldiAttems, di nobile e anticafamiglia goriziana, appro-data a Copenhagen su in-vito del locale IstitutoItaliano di Cultura.

L’installazione – inti-tolata SAVE – è statainaugurata l’11 dicembrein occasione dellaConferenza Internazio-nale sul Clima (COP 15),che si è svolta aCopenhagen dal 7 al 18dicembre 2009; visibiledall’esterno ma anchedall’interno fino al termi-ne dell’estate 2010, è te-stimoniata da un catalo-go con un suggestivo ap-

anzi si rinforzano a vicen-da.

L’incipit e l’explicithanno un tono positivo,pur nella loro imperiosità

(“Salvare la varietà”), leparole all’interno denota-no invece i danni prodot-ti dall’uomo all’ambientee quindi alla cultura. «La

cultura ed il clima vannosalvaguardati da ogni ri-schio, aggressione e su-perficialità», scrive l’arti-sta nel catalogo (e anchequesto scrivere per spie-gare la propria opera fa diAnnibel Cunoldi Attemsuna figura a sé nel mon-do dell’arte).

E così la presenzasimbolica dei quattro ele-menti della natura (fuo-co, terra, acqua e aria)senza i quali il nostro pia-neta non sarebbe abitabi-le, sbatte si direbbe inprima pagina l’ecceziona-le importanza che rivesteoggi qualsiasi idea, anchela più piccola, sulla tute-la della nostra madre ter-ra. Perché almeno ad oc-chio nudo non ne esisteun’altra così bella e varia,appunto.

Insieme alle fotografieanalogiche in b/n (scat-tate dall’artista per que-sta installazione) che ri-traggono i quattro ele-menti, all’altezza dellaparola KULTUR è inserital’immagine di un internodella biblioteca ottocen-tesca, dove sono custodi-ti, entro delle teche, alcu-ni monumenti scrittoriconservati nellaBiblioteca Reale: anche illibro, manoscritto ostampato, è un bene che

va salvaguardato, forsepiù dall’impero delle me-morie elettroniche chedal suo stesso uso.

Annibel CunoldiAttems, messi da parteoramai da molti annipennelli, colori e tele,preferisce gridare il suosdegno verso questa so-cietà appannata e sottoli-neare con forza la suapassione civile, utilizzan-do le armi di tutti i giorni:solo parole e immagini,poche ma significative,rubate alla comune esi-stenza di noi tutti e im-poste all’attenzione col-lettiva (quasi un obbligo ariflettere).

È una pratica, artisti-ca e politica insieme, chela impegna a scrivere edenunciare sui muri dimolte istituzioni pubbli-che: è successo, e mi li-mito alle biblioteche, nel2005 a Gorizia sulla log-gia interna dellaBiblioteca StataleIsontina “FortunaComparationis” ww.ison-tina.librari.beniculturali.it/site/eventi/cunoldi.htme nel 2009 a Copenhagensul “Ponte della SezionePrestiti” della BibliotecaNazionale Danese.

Grazie, Annibel!

Annibel Cunoldi Attems con il progetto dell’installa-zione alla Biblioteca Reale di Copenhagen

Da Gorizia a CopenhagenUn viaggio artistico di Annibel Cunoldi Attems

IL MASSIMILIANO LUGLIO - SETTEMBRE 20106

IL MASSIMILIANO

DI GIANCARLO BONOMOCuratore della [email protected]

LUGLIO - SETTEMBRE 2010

oggi guardiamo incantatinegli interni delle basili-che o nei palazzi nobiliariche si bagnano sul canaleprincipale, cui non è ri-sparmiato al-cuno sfarzo,alcuna priva-zione di ele-menti deco-rativi e variep r e z i o s i t àd’arredo. AVenezia tuttoè arte, tuttopresenta unasua razionaleed artisticacollocazionenell’occupa-zione di spazispesso mini-mi, costante-mente mi-nacciati dal-l ’ abbracc ioi n v a d e n t edelle acquemarine sem-pre sul punto d’innalzarsiin accordo con il minac-cioso vento di scirocco. IlPalazzo delle Prigioni,oramai da secoli, sfida te-merario il suo mare esembra – forte del suo te-mibile nome – non preoc-cuparsene troppo. La suastruttura severa e potentegode della solenne prote-zione del Palazzo Ducaleed è guardata a vista dadue imperturbabili guar-diani del tempo e dellastoria: il Ponte dei Sospiri,umbratile e malinconico,ed il solare e chiassosoPonte della Paglia che col-lega il molo di San Marcocon la Riva degliSchiavoni. Quante storiesi sono consumate allePrigioni di Venezia.Quante attese, ingiusti-zie, fughe rocambolesche,condanne definitive.

VENEZIA Venezia è ilpalcoscenico del Mondodell’arte, di tutte le arti edi un’umanità intera chequi confluisce per ritrova-re con rinnovato entusia-smo una parte di sé checomunque, in qualcheforma, gli appartiene.

Per molti secoli laSerenissi-ma ha vissutol’epopea di una storia irri-petibile originata da unafuga precipitosa delle gen-ti nel V° secolo del primomillennio dopo Cristo –sotto la spinta invasivadelle orde barbariche –dalla terraferma ad unapiù rassicurante lagunache, da quel momento, èdivenuta l’autentica culladella sua gloria. Una sto-ria costituita da grandimovimenti di mare, fio-renti commerci ed inatte-se conquiste frutto di bat-taglie combattute nel no-me dei sogni e delle ambi-zioni senza limiti dei suoidogi che vedevanonell’Oriente non più lon-tano il proprio bacino diespansione. Venezia hacostituito uno dei punti dipassaggio da una civiltàarcaica ad una decisa-mente moderna, autenti-co preludio alle frontieredell’evo moderno, connuove realtà politiche,economiche, sociali edumanistiche. Una gloriafortemente conquistatadunque e sostenuta daun’economia che si pote-va permettere di richia-mare in laguna quanto dimeglio all’epoca si potesseassumere a livello di ar-chitetti, pittori, scultori,scalpellini e maestranzespesso provenienti daquelle colonie che costi-tuivano il naturale serba-toio del suo sviluppo.Basti pensare alla pietrad’Istria, ai marmi pregiatidi Oriente, le policromepietre preziose, le stoffe, ilegni. Tutti materiali che

Quante storie, quante viterinchiuse tra quelle murapossenti a due passi dalmare. Ma il tempo chetrascina tutto con la sua

onda definitiva, muta an-che la destinazione deiluoghi, delle cose. E que-sta sua peculiarità mute-vole ha portato la trasfor-mazione di un luogo dipena in un’istituzione de-dicata alle esposizionid’arte a beneficio di tutti,seguendo quella vocazio-ne che vede la città lagu-nare per sempre coniuga-ta all’espressione dell’ani-mo umano in moltepliciforme. Ora è giunto il mo-mento per Lei di ospitareuna rassegna di pittoriprovenienti da una diquelle terre che ne hannocostituito la sua naturaleappartenenza, la Bisiaca-ria, ovvero – probabilmen-te dall’etimo originario –la terra fra i due fiumi(derivazione dal latino bisaquae). Una terra que-st’ultima ricca di talenti e

di personalità fortementecreative che hanno realiz-zato nell’arte il vertice diun’indagine interiore ispi-rata sia dagli spazi aperti

della natura incontami-nata che si estende finoalla laguna progenitrice diVenezia, quella di Grado(composta da specchid’acqua silenziosi, canne-ti, pioppeti e campi di pa-paveri, tutti aspetti carat-teristici della cosiddettaBassa Friulana) che frut-to di un’innata e misterio-sa propensione all’astra-zione ed al linguaggio in-formale presente in moltiartisti. E proprio questedue dimensioni – una le-gata al dato reale oggetti-vo, l’altra più ‘interiore’,diremmo transrazionale –apparentemente antiteti-che, coesistono in questaesposizione che vuol esse-re una vetrina importanteper un collettivo di artisticertamente divisi da cifrestilistiche diverse ma uni-ti nel respiro comune di

una terra vitalissima cheancor oggi avverte un le-game profondo con laSerenissima madre.L’arte vera è tale quando

si percepiscecome infinita-mente con-temporanea,ovvero quan-d’essa vive esopravvive al-le vicendeumane scan-dite dal tem-po, preser-vando un’in-trinseca inte-grità sia for-male che so-stanziale rife-ribile a qual-siasi momen-to storico.Ebbene, forseproprio perq u e s t oVenezia, cittàaldilà del tem-

po, è il palcoscenico idea-le perché sempre prontaad accogliere il vecchio edil nuovo, il fisico ed il me-tafisico, il reale e l’ideale.Venezia accoglie tutti per-ché a tutti sente di appar-tenere profondamente.Non esiste – nel sensostretto del significato –una città dei veneziani mala città di un’umanità cheperiodicamente si incon-tra per respirare fortequella che vita che qui èpiù intensa che altrove. Inquesta mostra andremo ascoprire un’incredibile va-rietà di pensieri, passioni,sentimenti e percorsi psi-cologici in un dibattitoimmaginario in cui ognu-no degli artisti racconteràse stesso e le infinite ra-gioni nascoste dietro unsimbolo reale, una nuan-ce di colore, una forma

non premeditata o unoscorcio inatteso della na-tura. Molti riconosceran-no dei nomi già ampia-mente affermati, e questoci farà senz’altro piacere.Altri potranno intravedereil senso di antiche nostal-gie, volute citazioni, can-celli aperti sui sogni fan-tastici e luoghi della me-moria gentile. Eppoi an-cora i voli pindarici dellepennellate libere, ‘trasver-sali’, non condizionate danulla se non dalla neces-sità dell’artista di esserecoscientemente presentealle dimensioni del suoprivatissimo sentire. Pre-senteremo anche un’in-stallazione animata, ovve-ro il teatro dell’arte senzaconfini che supera la bar-riera bidimensionale percondividere lo spazio dellavita degli uomini. In ognicaso, una collettiva ponesempre in primo piano lediversità rappresentative,la soggettività delle perce-zioni, e questo senza dub-bio è una ricchezza.L’artista vero è colui cheaggiunge al mondo unasua visone inedita, filtratadalla sua esperienza di vi-ta e sostenuta dalla capa-cità tecnica di esprimerla,realizzando così quellostile che è il vero fonda-mento dell’arte. Stile che,asservito a beneficio del-l’idea, conferisce dignitàestetica e forza comunica-tiva al prodotto finale del-la creazione. Venezia dà ilbenvenuto a questi artistiin uno dei suoi luoghi piùsuggestivi e li accoglie conl’abbraccio riservato a chiritorna a casa dopo unlungo viaggio. Un perso-nale augurio al collettivodei partecipanti ed unsentito ringraziamentoagli organizzatori di que-sto evento – in particolareal Presi-dente ed gli amicidella Pro Loco di Turriaco– che rimarrà scritto persempre negli annali dellastorica terra fra i due fiu-mi un tempo sposata conla Serenissima.

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Giancarlo Bonomo con gli artisti Francesca Martinelli e Aldo Bressanuttialla vernice della mostra veneziana

Le pitture ritrovate delle PrigioniVenezia ospita le personalità di spicco dell’arte isontina

Giancarlo Bonomo, curatore e critico dell’arte, è presidente del Movimento Arte Intuitiva da lui fonda-to nel 1996, art director del Salone d’Arte Contemporanea di Trieste e della Galleria l’Escale diSpilimbergo (PN). Ha curato numerose mostre di pittura e scultura in Italia. Autore di vari saggi e pubbli-cazioni artistiche e letterarie ha realizzato conferenze su scienza della comunicazione, semiologia appli-cata e teosofia. Nel giugno 2009 ha partecipato alla 53.Biennale di Venezia con il progetto italiano mul-timediale “Blue Zone”. www.giancarlobonomo.it

IL MASSIMILIANO LUGLIO - SETTEMBRE 20108

Da sempre la culturaoccidentale è stata per-meata da precise imma-gini della mascolinità, el’ideale virile è statoquasi sempre invocatosia come simbolo di ri-generazione nazionale epersonale, sia cometratto fondamentale del-la definizione che la so-cietà moderna dà di sestessa, si pensi, soltan-to per fare due esempi,al Discobolo di Mirone eal David di Michelan-gelo.

L’immagine norma-tiva del maschio ideale,potente e aggressivo,raggiunge la sua massi-ma esaltazione nellacultura europea tra lametà degli anni Venti e iprimi anni Quarantadel Novecento. In que-sta particolare temperiel’Italia fornisce uno de-gli esempi più significa-tivi. “La mascolinitàmoderna si era afferma-ta nell’insistenza sullacura del corpo, il trattoche la distingueva dagliideali maschili prece-denti, e che trovò an-ch’esso il suo apogeonel fascismo. Il corpodell’uomo nuovo dovevariflettere la sua mente;il corpo maschile nudo,conforme ai canoni del-la bellezza classica, di-venne un importantesimbolo […] del fasci-smo” (G. L. Mosse,L’immagine dell’uomo.Lo stereotipo maschilenell’epoca moderna,Torino 1997, p. 211.),elementi chiaramentericonoscibili soprattut-to nella produzione pla-stica di soggetto sporti-vo di committenza uffi-ciale negli anni Trenta.

Sulle fondamentaposate già nel

Settecento da Winckel-mann, il corpo virile nu-do ispirato ai greci di-venta, in forme accen-tuate, enfatizzate e mol-to più vigorose, il mas-simo simbolo civile sianella statuaria monu-mentale, sia collocatonell’architettura in stilemoderno come decoro ecompletamento. Il ri-sultato dell’ampio di-battito tra scultura earchitettura è evidentenel 1932-33, quando,per le celebrazioni deldecennale del regime, aRoma si inaugura ilForo Italico, conosciutoanche come ForoMussolini e progettatoda Enrico Del Debbio.Nel Foro Italico l’imma-gine dello sport, eroicae mitica, ra0ggiunge lasua massima apoteosiscenografica con le co-lossali figure maschili:un esercito di quasicento atleti, una catenadi armoniosa impassi-bilità che riproponel’antico tema del gym-nasium, modernizzato,semplificato, simbolodel rinnovato sviluppodella nazione. Atleti-eroi in pose calme o inplastiche e appena ac-cennate attitudini spor-tive che, insieme allafunzione di comunicarevisivamente i concettidi virilità ed energia,ma anche di disciplinae autocontrollo, docu-mentano a quale livellodi definizione giunse ilprototipo normativo delmaschio ideale propriomediante la scultura disoggetto sportivo. Ilsoggetto atletico, gradi-tissimo al regime, di-venne un genere assaifrequentato dagli scul-tori anche al di fuoridella sfera pubblico-monumentale: a taleproposito, le opere diArturo Martini riferisco-no di una ricerca paral-lela e originale che di-chiara la profonda ne-cessità di esprimere lasuggestione individualefiltrando l’emozione.

DI MARIAGIOVANNA VIGINI

GINO PARIN

Arturo Martini(Treviso 1889 – Milano1947) è sicuramente ilpiù interessante tra gliscultori attivi nel perio-do fascista. Eccentricoe spregiudicato, duran-te il regime aveva accet-tato numerose commis-sioni dallo Stato, ma fuanche il primo a realiz-

zare un monumento al-la Resistenza. In unalettera del 1 agosto1945 aveva dichiaratoche, per quanto riguar-da la sua “attività diventicinque anni discultura e di fascismo,[…] questo è il mio me-stiere, cioè tanto di ser-vire il diavolo come ilpadreterno […]. Lo scul-tore è come il calzolaioche fa le scarpe a chi le

riera Martini, che in unrecente interventoFlavio Fergonzi ha defi-nito efficacemente come“l’uomo più assimilato-re che si conosca”(Arturo Martini, catalogodella mostra di Milano eRoma, a cura di C. GianFerrari, E. Pontiggia, L.Velani, Milano 2006, p.

69), guardò a tutti glistili, dalla statuariaclassica ai bronzetti el-lenistici, dal Rinasci-mento italiano al cubi-smo di Picasso, reinter-pretandoli con un lin-guaggio ogni volta di-verso.

L’espressione piùeloquente del genio diMartini e della sua ca-pacità di “assimilazio-ne” degli stili del passa-

to si trova senza dubbionel Centometrista, ope-ra del 1935. L’artistaera rientrato da poco daun viaggio a Napoli, do-ve aveva avuto l’occa-sione di rivedere ilCorridore e gli altribronzetti del MuseoArcheologico, la pitturaromana compendiaria, ifregi di centauromachiedelle ville pompeiane ele statuette votive pro-vinciali. Altre sugge-stioni gli derivavano, inun momento in cui me-ditava sui gesti e suimovimenti del corpo,da quell’enciclopedia didinamismi e posizioniche è il GiudizioUniversale di Michelan-gelo, ma anche dall’ico-nografia delle scenedella resurrezione deimorti, di medesimo te-ma, scolpite nei portalidelle cattedrali romani-che. La riflessione sul-l’antico rappresentavaper Martini uno stimoloa distanziarsi dal mo-numentale e a ripensa-re la costruzione e ilmovimento della figuraumana nelle più dispa-rate direzioni, attuandoricerche e sperimenta-zioni tecniche antiteti-che rispetto alle operesu commissione pub-blica.

Nel Centometrista,emblema per eccellenzadella bellezza atletica,Martini dà un’interpre-tazione assolutamenteanti-canonica del sog-getto e della figura. Ilcorpo sospeso in aria,trattenuto sulle puntedelle mani e dei piedi,cerca la minore aderen-za possibile con il terre-no per essere già inquella velocità in cui stail suo dover essere: sitratta di una sottesaantitesi al futurismo, inquanto dimostra che laposizione statica porta-ta in tensione contieneun dinamismo maggio-re rispetto alla finzionedel movimento. Conce-pita al di là di ogni in-

L’iconografia dello sportivoordina” (M. De Micheli,L’arte sotto le dittature,Milano 2000, p. 62).

Durante i suoi qua-rant’anni di attivitàMartini realizzò anchenumerose opere di sog-getto sportivo, ma que-sti suoi lavori si con-trappongono ai modelliin voga nel ventennio

fascista. Le scultureche realizza su questotema riferiscono infattidi una ricerca assoluta-mente personale: il te-ma dello sport, intesocome raffigurazione digestualità agonistiche,risultava per lo scultoretotalmente secondariorispetto alle specifichesoluzioni linguistiche divolta in volta adottate.Nell’arco della sua car-

Arturo Martini, Centometrista 1935Bronzo, cm 38 x 37 x 36. Venezia, Museo d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro

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Anonim

o del XV

III secoloM

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lio su tela, cm 80 x 50

(Rif.96828/1)

Anonim

o del XV

III secolo San M

arco EvangelistaO

lio su tela, cm 130 x 106

(Rif.96568/1)

Anonim

o del XV

secolo M

adonna col Bam

binoO

lio su tavola, cm 40 x 35

(Rif.07024/1)

Anonim

o del XV

II secolo M

adonna col Bam

bino Angeli e Santi

Olio su tela, cm

142 x 138(R

if.09183/1)

Anonim

o del XV

II secoloG

esù e la Maddalena

Olio su tela

(Rif.41852/3)

Anonim

o del XV

I secoloM

adonna col bambino

e San Giovannino

Olio su tela, cm

111 x 108(R

if.02502/1)

Anonim

o del XV

II secoloTobiolo e l’A

ngeloO

lio su tela, cm 112 x 58

(Rif.67559/2)

Statua del XV

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ietra rossa, cm 60 x 20

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Crocifisso del XVII secolo

Legno, cm 160 x 115

(Rif.84867/1)

Reliquario del XVIII secolo

metallo, cm

15(R

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Bassorilievo del XVIII secolo

Marm

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if.45246/1)

Acquasantiera del XVI secolo

marm

o, cm 40 x 15

(Rif.54376/1)

Porticina Tabernacolo del XV secoloargento, cm

30 x 20(R

if.64444/2)

IL MASSIMILIANOLUGLIO - SETTEMBRE 2010 9

nell’opera di Arturo Martinitento realistico-sporti-vo, la figura è in posizio-ne di partenza, coltanell’attimo che precedeil “via”, ma niente affat-to ortodossa.

Le dimensioni ridot-te, innanzitutto, riman-dano a un’intrinsecapolemica nei confrontidel gigantismo dilagan-te della scultura ufficia-le dell’epoca. La posizio-ne quasi scimmiescasfiora poi i limiti delladecenza e non rinviacerto a nessun ideale ditipo classicistico, maassume quasi una va-lenza caricaturale. Inquest’opera Martini pre-senta un approccio dis-sacrante al tema del-l’atleta, fa dell’ironiasull’iconografia allora invoga, modellando uncentometrista che hamolto poco di sportivo:l’atleta nudo è accovac-ciato a terra con le gam-be aperte, piegato inun’inverosimile posa darana.

Nei primi anniQuaranta compare unMartini nuovo, che ri-torna all’idea originariadel sasso, alla pietraprimordiale, non più so-lo configurata a darciun’ombra lirica ma so-prattutto a esprimereuna tensione formale,memore alla lontanadella rivoluzione cubi-sta. Una ricerca che glifa raggiungere l’estremolimite delle possibilitàfigurative: Donna chenuota sott’acqua (1941)e Tuffatrice che esce dal-l’acqua (1943) sonosculture diverse l’unadall’altra ma che hannoin comune lo stesso bi-sogno di evadere dal-l’episodio umano per re-cuperare l’energia inter-na della materia. Formedeformate, schiacciate,grovigli muscolari chepiù che all’anatomiafanno pensare di esserestate concepite ricor-dando le nuvole, il cieloo le onde del mare, co-me suggeriva Martini ai

suoi allievi dell’Accade-mia di Venezia.

Donna che nuota sot-t’acqua è indubbiamen-te la più famosa operadi Martini degli anniQuaranta. Il marmo fuesposto alla Biennale diVenezia del 1942 e pre-sto acquistato, insiemeal bozzetto in bronzodello stesso, da un col-lezionista milanese.Dopo le mostre del 1948a Venezia e del 1950 aParigi e Londra, per mo-tivi di intrasportabilità,l’opera non è più stataesposta per cinquanta-sei anni, ma è rimastanota esclusivamente at-traverso fotografie.Finalmente, nel 2006 èstata di nuovo espostain occasione della mo-stra Italia nova: uneaventure de l’art italien,1900-1950 al GranPalais di Parigi, curatadalla direttrice del Martdi Rovereto GabriellaBelli.

La prima idea peruna scultura dedicata aun corpo sospeso e flut-tuante nell’acqua erastata suggerita aMartini da alcune se-quenze del film mutoOmbre bianche nei maridel Sud, iniziato daFlaherty e ultimato daVan Dyck, diffuso congrande successo inItalia a partire dal1929. Nei Colloqui l’arti-sta racconta a GinoScarpa di come la scenain cui “delle donne nuo-tavano sott’acqua, ri-voltandosi come anima-li” (Colloqui 1968, p. 19)lo avesse profondamen-te colpito. La presa divisione del film, unapellicola divenuta raris-sima, proiettata alleGiornate del CinemaMuto di Pordenone nel2004, ha consentito fi-nalmente di controllareil riferimento martinia-no relativo alla scena incui il protagonista guar-da, non visto, un grup-po di donne che si ba-gnano e nuotano: si

tratta di pochi foto-grammi, ma che eviden-temente si incrociaronocon la fantasia e le ri-cerche dell’artista inquel frangente.

A ogni modo l’esecu-

zione fu procrastinatadi un decennio e più, fi-no all’inverno del 1941quando, nello StudioNicoli di Carrara,Martini poté finalmentemettere in atto il vec-

chio progetto, che nelfrattempo aveva presoforma in un bozzetto dimedie dimensioni, fusoin bronzo.

Il bozzetto differiscedal marmo essenzial-

mente per il particolaredella testa che fu fattastaccare da Martini, in-soddisfatto della riusci-ta dell’opera. Il partico-lare è narrato per la pri-ma volta nel 1989 da un

testimone oculare,Carlo Nicoli: “Dopo averripreso la testa svariatevolte ritornando coi fer-ri da abbozzare sopraparti che eran già statelucidate più volte,Martini indicò un puntodel collo della statua al-l’uomo più forte […] edopo averlo munito diuno di quei martellonida cava che pesan piùdi otto chili e hanno unmanico più lungo disettanta centimetri glidisse: «devi dare un col-po qui ma in modo chela rottura segua questalinea che ti traccio a la-pis». […] Per un operaiodigiuno di rigori formalisoltanto la grappa pote-va giustificare l’elimina-zione di una testa […]Fu invece la più freddae ponderata decapita-zione che sia mai stataeseguita perché soltan-to con questo colpo lascultura è diventataun’opera fuori del tem-po perdendo un detta-glio caduco, la smaglia-tura più debole in unostile di rara essenziali-tà”. Solo grazie a questoformidabile happeningmartiniano la sculturaè diventata perfetta.

Il colpo di fantasiatipico di Martini creal’ipotetica dimensionedell’acqua, ed è pretestoper suggerire alla scul-tura un senso melodicoclassico, ingigantitodalla sintesi spettacola-re che viene ad assume-re il frammento, insie-me al gioco astratto del-le forme che si snodanonei vuoti e nei pieni conun ritmo nitidissimo.Lungi da restituzioninaturalistiche, il nudofemminile, compressodall’acqua, sembra per-dere nel suo vagare lecaratteristiche sessuatee anche figurative, qua-si che il marmo fosse ri-preso nel suo farsi stra-da a ritroso nel tempoper ridiventare quelloche era: forma assoluta,sasso, grembo.

La Nuotatrice cheesce dall’acqua segnaancora un deciso passoin avanti nella ricerca diun nuovo equilibrio tracorpo e spazio. Si trattadi una delle poche ope-re superstiti del periodosperimentale che Marti-ni attraversò nella pri-ma metà degli anniQuaranta, in cui lagrande crisi si risolse ingrandi risultati. La figu-ra che esce dall’acquadiventa una forma ro-tante che si libra nellospazio, innalzandosi dauna piccola base da cuisporgono volumi agget-tanti: braccia e gambesono dislocate a inca-stro per valori pura-mente formali, indipen-dentemente da intentinaturalistici.

Il corpo della donnanon è più un organismocompiuto, ma un volu-me angoloso e ventrico-lare, un aggregato dielementi plastici al li-mite della riconoscibili-tà.

Ne risulta un’operain cui viene esaltata latridimensionalità per-manente, senza soste, ein cui viene annullato esuperato il punto di vi-sta prevalente, con unefficacissimo effetto di-sorientante. Se l’acquaè elemento informe mache trattiene il corponella sua compattezza,lo spazio viene interpre-tato come il luogo dellecontraddizioni e delleforme in libertà. Echi diPicasso e del neo-cubi-smo, di Boc-cioni maanche di Arp si avverto-no nella composizione,che risente eclettica-mente delle suggestionidella scultura europeacontemporanea.

Tutta martiniana ri-sulta invece la tensionealla luce da parte dellafigura, che proiettando-si verso l’alto pare vo-lersi staccare da terra,negando la forza di gra-vità e il plurisecolare“peso” della scultura.

Arturo Martini, Donna che esce dall’acqua 1943Bronzo, cm 53 x 40 x 28, Coll. privata

Arturo Martini, Donna che nuota sott'acqua 1941-1942Marmo di Carrara, cm 79 x 87 x 130Verona, Fondazione Domus per l’Arte Modernae Contemporanea

Ministero per i Beni e le Attività CulturaliBiblioteca Statale di TriesteTrieste Largo papa Giovanni XIII, 6 - 34123 Triestetel. 040307463, fax 040301053 - [email protected] - www.bsts.librari.beniculturali.it

In corso fino al 7 settembre 2010

Curata da Antonio Mussari e Maria Antonietta Selvaggio ed organizzata dall’Associazione Culturale “Amicidel Caffè Gambrinus” di Trieste e dal Museo del Mare di Bagnoli (Napoli) con materiali fotografici che illu-strano l’esperimento pedagogico di Giulia Civita Franceschi, che diresse tra il 1913 e il 1928 la nave scuo-la “Caracciolo” e formò centinaia di ragazzi abbandonati, dai tre ai dodici anni, per il servizio in mare.

MONFALCONE (GO)La Galleria Comunaled’Arte Contemporanea diMonfalcone ha presenta-to in anteprima per ilnordest il VI RapportoAnnuale Federculture2009. Federculture èl'associazione nazionaledei soggetti pubblici eprivati che gestiscono leattività legate alla cultu-ra ed al tempo libero.Federculture nasce nelgiugno del 1997 con 13soci fondatori. Oggi lafederazione conta 159associati, tra regioni,province, comuni, azien-de, consorzi, fondazioni,istituzioni, società eassociazioni, rappresen-tativi delle più significa-tive realtà nazionali ope-

ranti nel settore con lequali promuove lo svi-luppo dell'efficienza edella qualità dei servizi.Il Comune di Monfalconeè associato dal 2002 ed èl’unico esponente regio-nale di Federculture.

La cultura è il settoreche sembra reggere piùdi altri ai colpi della crisie si candida ad essereuno dei fattori trainantidella ripresa. Stando aidati, emergono segnaliincoraggianti, in contro-tendenza rispetto all’an-damento generale deiconsumi: nel 2009 l’in-cremento per quel cheriguarda il pubblico delteatro è del 3,9% rispet-to al 2008. Per i concer-ti, l’aumento è del 3%.

CCuullttuurraa,, aarrttee ee ccrreeaattiivviittààrriissoorrssaa ssttrraatteeggiiccaa ddii ssvviilluuppppooVI° Rapporto annuale Federculture 2009: “Crisi economica e competitività.

La cultura al centro o ai margini dello sviluppo?”Per le mostre dell’1%.

Si conferma in talmodo una tendenza che,dopo diversi segni menoregistrati a fine 2008, siriallinea al trend degliultimi dieci anni, perio-do durante il quale lapartecipazione e l’inte-resse di residenti e turi-sti per le attività deltempo libero legate acultura e spettacolosono notevolmenteaumentati. In questostesso lasso di tempod’altronde la spesa dellefamiglie italiane per lacultura è passata, dai 50miliardi annui del 1999ai 62,5 miliardi del 2009con un incremento del30%. E il peso economi-co della cultura è ampia-

mente testimoniato dalfatto che il settore cultu-rale e creativo ha unvalore pari al 2,6% delPil nazionale, con circa550 mila occupati (il2,3% della forza lavorodel Paese) La culturapuò sostenere dunque laripresa e divenire unodei fattori strategici peraccrescere la competiti-vità dell’intero sistemaPaese. E’ la tesi di fondodel VI Rapporto AnnualeFederculture, che è statopresentato il 21 giugno aMonfalcone, nellaGalleria d’Arte Contem-poranea, nell’ambito diun convegno dal titolo“Cultura, arte e creativi-tà come risorsa strategi-ca di sviluppo”.

IL MASSIMILIANOLUGLIO - SETTEMBRE 2010 11

FVG: La delega alla culturaa Elio De Anna

Elio De Anna (Cordenons, 30settembre 1949), medico, ex rug-bista e dirigente sportivo italiano,già consigliere e assessore dellaRegione Friuli-Venezia Giulia è ilnuovo assessore alla cultura.

Durante la sua carriera sporti-va vinse due scudetti, e militò inNazionale dal 1972 al 1980.

Nel 1999 divenne presidentedella Provincia di Pordenone e,nel periodo in carica, fu anchepresidente della sezione delFriuli-Venezia Giulia dell'Unionedelle Province d'Italia e consigliere di vari enti e società a par-tecipazione pubblica.

Dimessosi per concorrere alla Regione nelle file del PdL, fueletto consigliere alle elezioni del 2008; dall'elezione fino al13 luglio 2009 ha ricoperto la carica di assessore all'organiz-zazione, personale e servizi informativi; da tale data è statoinvece responsabile all'ambiente e lavori pubblici con delegaalle attività ricreative e sportive. È anche presidente dei rico-stituiti Dogi, storica formazione rugbistica di espressioneTriveneta che fino agli anni novanta disputò incontri di rilie-vo contro avversari internazionali.

A. A. A. CercasiVittorio Bolaffio

La dodicesima monografia dellaCollana d’Arte della FondazioneCRTrieste diretta da GiuseppePavanello è in cantiere e si stannoricercando dipinti, disegni,manoscritti, foto e notizie inedite sulpittore Vittorio Bolaffio (Gorizia,1883 – Trieste, 1931).I detentori di opere e notizie sonoinvitati a segnalare allo storicodell’arte referente prof. DanieleDanza (portatile 348-8423634)oppure alla Fondazione CRTrieste(040-3478656).

C.C.I.A.A. Brescia:indagine sulla crisi

La Crisi continua a colpire il siste-ma imprenditoriale privato italiano.Tra gennaio ed aprile 2010 (i datiriguardano al momento il primo qua-drimestre) in Italia hanno cessatol’attività più di 177.500 imprese.

Il saldo purtroppo negativo tranuove e cessate è di circa -14.000imprese.

Nel Triveneto (indagine del nostroperiodico) nel primo semestre del2010 hanno cessato l’attività circa 30tra gallerie d’arte e botteghe d’anti-quariato.

Prima di vendere o comperare un quadrolo fai stimare dal Tuo perito

o ti accontenti della stima del tuo interlocutore?

generart.it rileva e fornisce telefonicamente dal mercato nazionaleed internazionale i più recenti esiti di vendita di un determinato artista,

pittore o scultore che sia e di qualunque epoca.Di solito basta una telefonata di qualche minuto

IL MASSIMILIANO

DI ROBERTA [email protected]

LUGLIO - SETTEMBRE 2010

sufficiente esprimere ilproprio giudizio sogget-tivo, perché si avverte,quando si osservano lesue opere, che chi ciinterpella in quel mo-mento, non è soltantoil dipinto in sé, l’opera,il soggetto rappresen-tato, ma è tutta una vi-ta che trapassa attra-verso di essa, è il pitto-re stesso che ci chiamaad affrontarlo.

Vita e arte, mai co-me in Caravaggio, sem-brano infatti stretta-mente connesse tra lo-ro. E questo, non è unfattore trascurabile, inchi guarda alla suaopera, perché il mitodell’autore, spesso evolentieri, ha rischiatodi offuscarne la straor-dinaria maestria el’ineguagliabile gran-dezza. Un rischio cheha spesso travolto an-che le interpretazionidei suoi dipinti, affron-tati più in chiave anali-tica e psicologistica co-me se la sua arte, lasua capacità creativafossero, dopo tutto, unfattore secondario.Sono molti quelli cheaccorrono alle sue mo-stre, anche solo incu-riositi dalla sua fama,dal suo mito, che hatravalicato i confinitemporali facendosiampiamente beffa deisecoli (sicuramente unfatto in sé già molto“caravaggesco”).

Non c’è però alcundubbio che il pittore,per primo, abbia messoin gioco tutto se stessonelle sue rappresenta-zioni e ancora oggi èforse l’artista più di-scusso anche tra glistudiosi poiché, attor-no alla sua figura, per-mangono dei misteriancora insoluti e cheforse, soltanto le gene-razioni a venire potran-no risolvere.

Alcuni, grazie adeventi fortuiti per lopiù, si sono potuti ri-solvere. Come quello

VERONA Un im-portante storico del-l’arte come Sir DenisMahon, autore dei piùfondamentali studi sulGuercino, in un’inter-vista di un paio di annifa, affermava che qual-siasi studioso o storicodell’arte che sia, primao poi, nella sua carrie-ra deve confrontarsi eoccuparsi diMichelangelo Merisidetto il Caravaggio.Non ne può fare a me-no.

Ma chiunque si av-vicini all’arte, con qua-lunque modalità deci-da di accostarvisi, de-ve, ad un certo punto,entrare in contatto conil mondo di Caravaggioperché quest’artista,come nessun altro pri-ma di lui, ha segnatoun punto di svolta nel-la storia dell’arte e nelmodo di concepire l’ar-te.

Quando si affronta,anche solo per la primavolta, la visione diun’opera artistica,dentro di noi prevaleimmediatamente lasensazione o l’emozio-ne del momento. In chetermini quell’opera,quadro, scultura, in-stallazione che sia, cicolpisce o meno. Cheimpressione ci suscita,se ci piace o non ci pia-ce. Si assume quellaposizione, per lo piùistintiva e relativa mada sempre approfondi-ta dai più eminenti fi-losofi d’estetica, cheviene identificata conla questione del “gu-sto”, molto spesso per-sonale o indotto da mo-de e stimoli del mo-mento. Con Caravaggiotutto questo non avvie-ne. La sua opera sem-bra esigere, fin da unprimo sguardo, un’at-tenzione più profonda,una presa di coscienzadifferente e non è più

per esempio legato allasua nascita. Soltantoinfatti nel 2007, graziead una appassionata diarchivistica setaccian-do tra gli archivi delMuseo Diocesano, èstato scoperto aMilano, l’atto di batte-simo che riporta, sotto

l’anno 1571, al mese disettembre: “Adi 30 fubat(tezzato) Michel an-gelo f(ilio) de D(omino)Fermo Merixio et d(omi-na) Lutia deOratoribus/ compareFran(cesco) Sessa”,confermando così leorigini che lo vedevanofin dall’inizio a Milanoe non a Caravaggio, co-me si è inteso per mol-to tempo. Ma anche lasua morte, avvenutaprematuramente il 18luglio 1610 a soli tren-tanove anni, è conti-nuo oggetto di appro-fondimenti. Così unodei suoi biografi, non-ché contemporaneo e

rivale in pittura,Giovanni Baglione, ladescrisse all’epoca:“postosi in furia, dispe-rato andava per quellaspiaggia sotto la sferzadel Sol Leone a vederese poteva in mare ravvi-sare il vascello, che lesue robe portava.

Ultimamente arrivato inun luogo della spiaggiamisesi in letto con feb-bre maligna; e senzaaiuto humano, tra pochigiorni morì malamentecome male havea vivu-to”. In realtà, nel giro diqualche giorno, la noti-zia della sua morte rag-giunse Roma e gliAvvisi di quella fine diluglio, comunicano latragica scomparsa delCaravaggio come “pitto-re famoso et eccellentis-simo”. A Porto Ercole,infatti, dove il pittorelasciò i suoi resti mor-tali nell’Ospedale diSanta Maria Ausilia-trice, sembra sia in at-

to una campagna discavi per cercare inqualche modo di stabi-lire dove Caravaggiovenne sepolto. Consa-pevoli che una tale sco-perta aggiungerebbeun ulteriore motivod’interesse popolare enon solo.

E poi restano i mi-steri più affascinanti:che tipo di formazioneaveva avuto, anchepresso la bottega delpittore milanese Simo-ne Peterzano? Disegna-va? E se disegnava,perché non è stato ri-trovato neppure unbozzetto preparatorio?Quanto dipingeva? E,soprattutto, come?Perché di alcuni suoidipinti abbiamo più co-pie, con lo stesso sog-getto?

Caravaggio fu un ri-voluzionario e la pittu-ra moderna, come nelNovecento hanno dasempre affermato i cri-tici, inizia con lui (ciòche inizia con l’opera diCaravaggio è moltosemplicemente la pittu-ra moderna, affermavaAndrè Berne-Joffroy)ma Caravaggio, comesottolinea ClaudioStrinati, nel catalogodella Mostra che cele-bra i quattrocento annidalla sua scomparsa,fu quell’uomo, quel ge-nio che “per primo intuìche la dimensione auto-biografica è l’arma perantonomasia che apre ilpassaggio a un flussocomunicativo immensoin grado di arrivare achiunque viva l’espe-rienza estetica”. E que-sta, unita ad una capa-cità esecutiva impareg-giabile e alle invenzionirappresentative, creaquel fenomeno mon-diale che tutt’oggi èl’opera di Caravaggio.Ecco spiegato comeuna mostra dedicata aquest’artista diventisubito un evento glo-bale, in grado di cata-lizzare centinaia di mi-

gliaia di persone di tut-te le estrazioni sociali,provenienti da tutto ilmondo. Ed è così cheRoma ha potuto goderedi un afflusso continuodi “pellegrini” dell’arte,giunti proprio per assi-stere a quell’eventounico che è l’esposizio-ne allestita, perquest’occasione, alleScuderie del Quirinale,dedicata alle opere, disicura attribuzione,dell’artista. Un percor-so d’irresistibile fasci-no che, attraverso le fa-si principali di evolu-zione della pittura ca-ravaggesca, cattura,con le sue luci soffuse esapientemente equili-brate, anche il visitato-re più disattento. Manon è possibile distrar-si di fronte alle sueopere e, nonostante laressa, c’è sempre quelmomento in cui ci sipuò ritrovare quasi dasoli a colloquio con LaCanestra di frutta, mi-racolosamente cedutadall’Ambrosiana diMilano, con I musici delMetropolitan Museumdi New York, con i variSan Giovanni Battista,o con l’Incoronazione dispine di Vienna, o an-cora con la Flagella-zio-ne di Cristo del Museonazionale di Capodi-monte di Napoli… inun itinerario che sor-prende, continuamen-te, per la straordinarie-tà delle opere esposte eper le grandi “assenti”,come la Morte dellaVergine, che il Museodel Louvre non ha vo-luto “liberare” dallapropria sede.

Portare la luce neicuori tenebrosi degli uo-mini- questo è il doveredell’artista, scriveva ungrande musicista comeRobert Schumann, enon c’è dubbio chel’ombra di Caravaggiosia riuscita veramentea portare luce, oggi piùche mai, nei cuori di chisi accosta alla sua arte.

13

Caravaggio, San Giovanni Battista

Mistero Caravaggio

DI LORENZO PAOLOSCORZIATI

ingombro da cui liberarsiè una stupidaggine co-lossale (su cui basta sor-volare per sottintendereche è invece opinione ov-via ed acquisita), ma se siriesce a spacciarla perun’idea, è difficile negar-ne un aspetto catartico e,se si sgombra il campoda qualsiasi sovra-struttura, si ottienepure una purezzaconcettuale assoluta.

Sulla base di que-ste spiegazioni qual-cuno sarebbe dispo-sto a mettermi sullostesso piano, non di-co di Raffaello, maanche soltanto di unGuttuso o – per resta-re in ambito locale –di un Tominz? Ne du-bito.

Pur immaginandole espressioni inorri-dite delle Vestali dellaModernità e le loroprevedibili accuse diqualunquismo ed in-tollerabile rozzezza,devo confessare chequesta elementareconsiderazione mi èvenuta in mente leg-gendo le note con cuiil curatore della mo-stra sui fratelliBasaldella illustravaalcune delle opere lo-ro presenti aPassariano, nellasontuosa villa dell’ul-timo Doge dellaSerenissi-ma. Queicommenti mi sonosembrati un esercizioretorico a sé stante,completamente stac-cato dalla realtà, unaspecie di responso daSibilla Cumana “ibiset redibis”, in cui tut-to può esser vero e falsoal tempo stesso, non es-sendo riscontrabile nelleopere esposte. Che sicommentano da sé.

La maggior parte diloro (quasi tutte quelle di

UDINE Anni fa, com-prai una cornice del pri-mo Novecento ed, in atte-sa di utilizzarla per unquadro del suo formato,la appesi vuota alla pare-te fra gli altri quadri. Unmio amico sentenziòscherzosamente esserequello il mio quadro piùbello; ed io, per stare algioco, applicai alla corni-ce il nome dell’autore,ossia il mio, ed il titolodell’opera: “Parete”. Poi,per completare il tutto vimisi accanto una speciedi recensione, come usain talune gallerie o mo-stre, che recitava testual-mente: “Il biancore dellasuperficie iconograficadimostra la piena matu-rità raggiunta dall’arti-sta, che ha annullato ilsegno in uno sforzo ca-tartico di dimensioniepocali, attingendo allasublimità di una purezzaconcettuale senza confi-ni”.

Questo umoristicocommento, che ho ritro-vato casualmente pochigiorni fa fra le mie carte,nella sua paludata edelegante insensatezza,mostra come si possanoenunciare concetti appa-rentemente solidi, rive-stendo di toni aulici dellebanalità o delle corbelle-rie, rendendoli di fattoincontestabili perché pri-vi di un reale contenuto efondati su assunti asso-lutamente soggettivi: se ilquadro è una paretebianca, si potrebbe nega-re il biancore della suasuperficie? Se un dipin-to, che normalmente èfatto appunto di segni, èdi essi totalmente privo,si potrebbe negare che ilsuo autore abbia annul-lato il segno? Poi, consi-derare il segno come un

Afro, il terzo della nidia-ta, esposte al pian terre-no), informi e sgraziatemacchie in cui il colore –quando c’è – è scaraven-tato sulla tela in modoassolutamente casuale,senza alcuna ricerca,non dico di forma – an-che solo accennata o

suggerita – ma nemmenodi piacevolezza, di unalontana idea di un qual-cosa, aveva almeno laparziale onestà di dichia-rarsi senza titolo.

Coerentemente con

questa impostazione mi-nimalista o nichilista (fa-te voi, a questo puntotutto può andar bene),qualche altra tela conprevalenza di rosso eralaconicamente intitolata“Rosso”; un’altra, invece,un orrendo guazzabuglionerastro, aveva come ti-

tolo, di profondo valoreesplicativo: “Nero”. A talestringatezza intitolatoriafaceva stridente eccezio-ne un quadro, non menobrutto ed incomprensibi-le degli altri, intitolato

“Torre del Greco”: cosaavesse fatto di così turpequel Comune vesuvianoper meritare un affrontodel genere non è dato sa-pere; ma è pur vero che,se l’autore avesse deno-minato tanto capolavoro“Pizzighettone”, “Garba-gnate” o “Barcellona Poz-

zo di Gotto”, nessunoavrebbe potuto ob-biettare alcunché con-siderata la totale as-senza di riferimentipaesaggistici, allegori-ci o d’atmosfera.

Sempre di Afro so-no esposti al primopiano alcuni ritratti dipiccole dimensioni daiquali si comprendeche, se avesse voluto,avrebbe certamentesaputo percorrere unapiù che dignitosa stra-da figurativa, anchese è difficile cogliere inquelle tele, alquantodiverse fra loro e rie-cheggianti autori fraloro differenti, unaprecisa cifra stilisticao un definito indirizzoestetico.Altrettanto può dirsiper certe piccole scul-ture, in legno, in gessoe in bronzo, pure col-locate al primo piano,che denunciano filia-zioni piuttosto eviden-ti, specialmente daMedardo Rosso, di cuiperò non hanno la po-tenza evocativa.

Delle altre scultu-re opera dei fratelliDino e Mirko non parepotersi dire gran che:quelle figurative ope-rano sul soggetto leconsuete stilizzazionidell’epoca, con i volti

inespressivi, le forme al-lungate, la materia nonlevigata; nulla che col-pisse per qualche parti-colarità e, più che di unostile, esse sembrano ilfrutto di una maniera,

che, ripudiato l’obbligodi verosimiglianza, usa ildistorcimento delle for-me in guisa di una nuo-va grammatica della mo-dellatura, in cui ai sapo-ri consueti e rassicuran-ti della scultura accade-mica si sostituiscono gliaromi asprigni di unamodernità fondata piùsul ripudio della figura-zione che non su un suoperfezionamento espres-sivo.

Non meno disgustoseed inutili dei quadri in-formali di Afro sono leferraglie insensate o cer-te “sculture” ottenutecon stravaganti assem-blaggi di pezzi di legno,staffe e chiodi, di suo fra-tello Mirko, taluna asso-migliante a totem, lamaggior parte delle altreassomigliante a nulla,dotate di titoli assoluta-mente arbitrari e privi diqualunque connessionecon i rispettivi manufat-ti, nei quali neppure ilpiù eroico sforzo dellafantasia riuscirebbe aravvisare o anche solointravedere quel che sipretende che rappresen-tino.

Certamente, se si ac-cetta l’idea che la qualitàdi artista si acquisisceper trasfusione da mae-stro ad allievo, iBasaldella hanno, cia-scuno per suo conto, unpedigree scolastico ditutto rispetto, ma, se l’al-bero si giudica dai frutti,non sembra che la linfaassimilata da quelle ra-dici abbia dato prodottitanto commestibili o gu-stosi.

L’ingresso alla mo-stra costa otto euro:sembra questa l’unicacosa che metta i tre fra-telli sullo stesso pianodegli altri artisti dedica-tari delle mostre prece-denti.

Afro Basaldella: Autoritratto, 1935 circa tempera su tela,cm 96 x 60. Roma, Galleria nazionale d’arte modernae contemporanea. Su gentile concessione del Ministeroper i Beni e le Attività Culturali

I Basaldella: fu vera gloria?IL MASSIMILIANO LUGLIO - SETTEMBRE 201014

FRIULI VENEZIA GIULIA

SAN VITOAL TAGLIAMENTO (PN)Dal 1 luglio al 31 ottobre 2010Sguardi sull’AfricaCurata da Walter Liva e allestitapresso la Chiesa di San Lorenzo,la mostra raccoglie 140 fotografierealizzate da numerosi fotografidall’800 ad oggi. Il rilievo dell’iniziativaè confermato dalla presenzadi prestigiosi musei italiani ed europeicon i loro archivi, i più importantifondi fotografici, documentalie di oggettistica sull’Africa.0427 91452 - 0434 80251

VENETOSTRA (VE)VILLA PISANIIn corso fino al 26 settembre 2010OTTOCENTO venezianoVENEZIANO contemporaneoLa rassegna, allestita nelle sale e nelparco di Villa Pisani, illustra il ruolocentrale che Venezia ha avuto nellaformazione, nell’accoglienza e nel-l’ispirazione degli artisti dal XIX seco-lo ai giorni d’oggi. Il percorso esposi-tivo è organizzato in due nucleidistinti: le opere dell’Ottocentosaranno presentate negli ampicorridoi della villa, mentre le operedi alcuni giovani artisti contempora-nei dialogheranno con il parco.049 9800590 www.villapisani.beniculturali.it

VICENZAIn corso fino al 10 ottobre 2010La pietra e il leone. San Pietro esan Marco nell’Oriente cristianoLa mostra dossier (dodici preziosetavole) è quella riservata alle iconeche hanno per soggetti i santi Pietroe Marco, personaggi chenell’iconografia dell’Oriente cristianosono rarissimi, al contrario di quantoavviene nella Cristianità occidentale.Le rarissime tavole esposte in questamostra-dossier, curata da MicheleBacci, provengono dal quel tesororappresentato dalla Collezione diicone che Intesa Sanpaolo custodiscenel Palazzo Leoni Montanari.Qui, in un allestimento di grandesuggestione, sono abitualmenteesposte circa 130 delle quasi 500icone patrimonio della raccolta. Gallerie di Palazzo Leoni Montanari0444 991280 800 578875www.palazzomontanari.com

VENEZIAIn corso fino al 18 luglio 2010SAFET ZEC Il potere della pitturaLa mostra, a cura di GiandomenicoRomanelli, presenta oltre centotrentaopere - oli, tempere, disegni a matita,schizzi e studi preparatori, grandidipinti e piccole tele - alcune maiesposte al pubblico finora e realizzate

negli ultimi dieci anni di attivitàdell’artista bosniaco, protagonistadrammatico e magistraledella figuratività odierna.***dal 31 luglio al 21 novembre 2010GIACOMO FAVRETTOL’esposizione, articolata attraversouno scadenzario cronologico,presenta il cammino artisticodel pittore veneto dell’Ottocentoin tutte le sue sfaccettature a partiredalle tele degli esordi finoai capolavori degli anni Ottanta.Museo Correr 041 2405211 www.museiciviciveneziani.it

In corso fino al 19 settembre 2010Louise Bourgeois The Fabric Works- Emilio Vedova ScultoreDue importanti e originali mostre,curate da Germano Celant e dedicatead aspetti mondialmente ineditidell’opera di Louise Bourgeois,con i suoi “The Fabric Drawings”, mai

esposti nella sua complessità, quantodel lavoro di Emilio Vedova con il suopotente intreccio, mai completamenteanalizzato, tra pittura e scultura.Fondazione Vedova041 5226626 www.fondazionevedova.org

VERONAIn corso fino al 19 novembre 2010Carlo Guarienti Oltre il realeLa mostra, a cura di GiuseppeAppella, presenta nel Museo diCastelvecchio dipinti e scultureeseguiti dall’artista tra il 2004e il 2010 ed è accompagnata da unastraordinaria opera-ambienterealizzata dall’artista in palazzoCanossa. Carlo Guarienti, esponentedi un’antica famiglia veronese,è il -decano’ degli artisti scaligeri,notissimo in campo nazionalee internazionale per la sua lunga equalificata ricerca poetica e tecnicain sintonia tanto profonda quantooriginale con movimenti fondamentali

del Novecento come la Metafisica.Museo di Castelvecchio – PalazzoCanossa 045 8062611ANTICIPAZIONEDal 14 al 18 ottobre 2010ARTVERONA Fiera d’Arte Modernae Contemporanea

TRENTINO ALTO ADIGE

ROVERETO (TN)In corso fino al 12 settembre 2010Arte americana 1850-1960.Capolavori dalla PhillipsCollection di WashingtonLa mostra, a cura di SusanBehrends Frank con la collaborazionedi Elisabetta Barisoni e la direzionescientifica di Gabriella Belli, presentaoltre cento opere con capolavori diartisti quali John Sloan, Arthur Dove,Stuart Davis Adolph Gottlieb, PhilipGuston, Jackson Pollock, RobertMotherwell, Clyfford Still, MarkRothko e di Edward Hopper e GeorgiaO’Keeffe, che per primi hannoimposto l’originalità di uno stilamericano, tagliando con forza i ponticon la cultura europea.Mart 800-397760 www.mart.trento.it

In corso fino al 17 ottobre 2010Mendini > DeperoLa mostra, a cura di Gabriella Bellie Nicoletta Boschiero, presenta unaserie di mobili ed arazzi ineditiispirati alla creatività dell’artistaroveretano, progettati e realizzatida Alessandro Mendiniappositamente per questa occasione.Mart - Casa D’Arte Futurista Depero 0464 431813

TRENTOIn corso fino al 07 novembre 2010 L’AVVENTURA DEL VETRO dal Rinascimento al Novecento traVenezia e mondi lontaniUn affascinante viaggio alla scoper-ta della magia del vetro, attraversol’arte dei maestri veneziani che,dal Rinascimento al Novecento,hanno conquistato il mondo. Castello del Buonconsiglio0461 233770

PERGINE VALSUGANA (TN)CASTELLO DI PERGINEIn corso fino al 7 novembre 2010Carlo Ciussi: Quadratura del cerchioIl protagonista della 16° edizionedella mostra monografica nel Castellodi Pergine è Carlo Ciussi, uno deiprotagonisti dell’arte italiana delsecondo ‘900 e tuttora attivo traUdine – sua città natale – e Milano,dove opera nel suo studio fin dallametà degli anni ’60. La rassegnacomprenderà una ventina di scultureinstallate nel percorso tra le cintamurarie, altrettanti dipinti di grandidimensioni saranno ambientati nellesale del maniero medievale. 0461 53 11 58 www.castelpergine.it

In giro per mostreA cura di Dolores Del Giudice - [email protected]

Inviateci le notizie e le date delle mostre entro il 20 settembre 2010 a

IL MASSIMILIANOTrieste 34123 - in Via Armando Diaz 26/a - e-mail: [email protected]

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IL MASSIMILIANOè un’iniziativa privata.

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l’importo di euro 10 (dieci)sul c/cp n. 23562366

IL MASSIMILIANOLUGLIO - SETTEMBRE 2010 15

Settembre 2010Alpe Adria Puppet Festival - 19a edizione

Dal 2 al 4 settembre spettacoli di burattini, marionette, teatro d'ombre e di sagome... Un festival rivolto ai bambini e agli adulti

Dal 15 al 30 settembre 2010Mostra documentaria interattiva e intermediale

dell'Associazione corale goriziana 'C.A. Seghizzi'“Seghizzi 1920-2010:

IMMAGINI E SUONI DI UNA STORIA90° anniversario della fondazione”. Galleria d’arte “Mario Di Iorio” www.seghizzi.it

Dal 16 settembre al 15 ottobre 2010Mostra fotografica Ex allievi O.N.F.A. (Opera Nazionale Figli Aviatori)

Organizzata dall’Associazione Culturale 4° Stormo GoriziaSottoportici della Biblioteca al piano terra www.asso4stormo.it

La mostra fotografica intende ricordare i luoghi di Villa Coronini a San Pietrodi Gorizia (ora Slovenia) ove trascorsero diversi anni della loro giovinezza gli allievi dell’ O.N.F.A.

"Umberto Maddalena". L’ Istituto, creato per ospitare gli orfani di aviatori, fu attivo dal 1930 al 1943.

In corso fino al 7 settembre 2010

Da Scugnizzi a MarinarettiL’esperienza della Nave-Asilo Caracciolo

1913-1928 mostra fotodocumentaria

Curata da Antonio Mussari e Maria Antonietta Selvaggio ed organizzatadall’Associazione Culturale “Amici del Caffè Gambrinus” di Trieste e dalMuseo del Mare di Bagnoli (Napoli) con materiali fotografici che illustranol’esperimento pedagogico di Giulia Civita Franceschi, che diresse tra il 1913e il 1928 la nave scuola “Caracciolo” e formò centinaia di ragazzi abbando-nati, dai tre ai dodici anni, per il servizio in mare.

34170 Gorizia Via Mameli, 12 tel. 0481580211 fax 0481580260È aperta al pubblico nei giorni feriali dalle 8 alle 19 sabato fino alle 13.30

www.isontina.librari.beniculturali.it e-mail: [email protected] info 048181215

Biblioteca Statale - Trieste Largo papa Giovanni XIII, 6 - 34123 Triestetel. 040307463, fax 040301053 - [email protected] - www.bsts.librari.beniculturali.it

Ingresso libero. Orari di visita lun.-ven. 8.30-18.30; sab. 8.30-13.30; festivi chiuso.

www.artericerca.itArte Ricerca nasce dall'idea di alcuni studiosi ed operatori del settore, con la finalità di

promuovere e valorizzare il patrimonio artistico e culturale italiano nel mondo, utilizzando almeglio le potenzialità di Internet.

Divulga tematiche culturali inerenti la pittura, la scultura, la grafica, l’incisione, la cerami-ca, il vetro artistico, la fotografia, ecc.., proponendo biografie di artisti, testi, pubblicazioni,edizioni audiovisive e multimediali. Pubblica studi e ricerche sulle opere e sugli artisti italia-ni di tutti i periodi storici.

Offre a chiunque uno spazio dove pubblicare biografie, ricerche ed articoli, sempre ine-renti l’Arte, senza alcun costo, ottenendo una buona visibilità in tempi brevi. Adotta regoledemocratiche di partecipazione alle attività artistiche in condizioni di eguaglianza e pariopportunità.

Chiunque, dal semplice appassionato al docente universitario, può inviare del materialeper l'inserimento sul Web; una opportunità ed un banco di prova per i giovani studenti, maanche per l’appassionato o per lo studioso. E' possibile, inoltre, inviare informazioni sui variartisti, che ci consentiranno di arricchire le schede biografiche con dati inediti.

Nuova anche la formula di collaborazione con le Case Editrici, le quali possono inviaretesti ed immagini tratti dai loro libri e cataloghi, che vengono inseriti con un Link al sito com-merciale; un eccellente modo per stimolare il lettore all’acquisto dell’edizione cartacea.

Arte Ricerca è impegnata inoltre, a favorire rapporti di collaborazione con tutti gli Enti cheperseguono obiettivi culturali, quali Musei, Fondazioni ed Associazioni, con una particolareattenzione ai progetti riguardanti il patrimonio artistico interregionale.

Grande anfora in vetro pulegoso verde, manifattura di Napoleone Martinuzzi, 1928-32, coll. privata

Candeliere in filigrana a reticello, XVII sec., Museo delle Arti Decorative, Praga

Coppa piatta su piede e nodo in vetro verde con decorazione applicata in paglia, manifattura veneziana o spagnola, XVI sec., Murano, Museo del Vetro

Secchiello a ghiaccio, con manico ritorto, metà sec. XVII, Museo del Vetro, Murano

L’avventura del vetroDal Rinascimento al Novecento tra Venezia e mondi lontaniTrento, Castello del Buonconsiglio, Vigo di Ton, Castel Thun

In corso fino al 7 novembre 2010

L’AVVENTURADEL VETRO

DAL RINASCIMENTO AL NOVECENTOTRA VENEZIA E MONDI LONTANI

Trento, Castello del Buonconsiglio,Vigo di Ton, Castel Thun

In corso fino al 7 novembre 2010

Tariffe: Intera € 7,00 - Ridotta € 4,00 - Promozionale 4 sedi € 8,00Didattica per famiglie (laboratori) € 7,00 - Servizio didattico per scolaresche € 2,00

Servizio visite guidate per gruppi organizzati in orario € 50,00Servizio visite guidate per gruppi organizzati fuori orario € 60,00

Visite guidate a orario fisso € 2,00 - Ingresso a Torre Aquila € 1,00 (su prenotazione)

Orario 10.00 - 18.00 Chiuso i lunedì non festivi

Ingresso gratuitoInsegnanti accompagnatori di scolaresche in visita al museo, o comunque accreditati presso il museo

Guide turistiche ed interpreti nell’esercizio della loro professione. Portatori di handicap e loro accompagnatoriForze dell’ordine. Giornalisti accreditati presso il museo

Professionisti del settore beni e attività culturali accreditati presso il museo e muniti di tesseradi riconoscimento e altri soggetti convenzionati

Ragazzi fino ai 18 anni di età - Persone che abbiano compiuto i 65 anni di età

Tariffa ridotta - Studenti fino ai 26 anni di etàGruppi di visitatori di almeno 15 persone - Soci o tesserati di enti convenzionati con il museo

Agevolazioni familyAllo scopo di agevolare l’entrata dei nuclei familiari,

è prevista la gratuità della tariffa per eventuali visite guidate per i minori di anni 18Ingresso gratuito alla famiglia di bambini fino ai 12 anni nel giorno del loro compleanno (max 2 adulti)

Fotografie e riprese video per uso editoriale pubblicitario e commerciale sono consentite solo previa autorizzazione.

Settore Comunicazione e PromozioneMuseo Castello del Buonconsigliomonumenti e collezioni provincialiVia della Cervara 7, 38122 Trentotel. 0461 492803 - 0461 492846fax 0461 982268 - 0461 239497

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