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Cuore L’ambiente della storia Il maestro Perboni I compagni di Enrico scuola primaria di Borgaro Torinese classe 4 C anno scolastico 2014 – 2015 ins. Armand Elena Maria

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Cuore

L’ambiente della storia

Il maestro Perboni

I compagni di Enrico

scuola primaria di Borgaro Torinese

classe 4 C anno scolastico 2014 – 2015

ins. Armand Elena Maria

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INTRODUZIONE

CONSEGNA

Ricostruite la storia letta seguendo i punti:

• come si chiama il ragazzo che racconta la storia, quanti anni ha, che classe

frequenta

• in quale periodo storico vive

• dove si svolge la storia

• in quale mese e giorno inizia la scuola

LAVORO DI GRUPPO

Il libro “Cuore” è stato scritto da Enrico, un ragazzo che a tredici anni

frequenta la classe quarta elementare.

Enrico vive durante il periodo delle guerre d’indipendenza, quando

parte dell’Italia era sotto il dominio di imperi stranieri.

La storia si svolge a Torino e inizia il 17 ottobre, primo giorno di scuola.

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17 OTTOBRE – IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA

18 OTTOBRE – IL NOSTRO MAESTRO

CONSEGNA

Abbiamo letto le prime due giornate di scuola di Enrico e notiamo

immediatamente che ci sono notevoli differenze tra la scuola che frequenta

lui e quella di oggi:

• elencate le differenze che avete notato o dedotto dalle descrizioni e

dagli eventi letti

LAVORO DI GRUPPO

Dalla lettura dei primi due giorni di scuola abbiamo dedotti che:

• tutti gli anni ci si iscrive a scuola

• se non c’era più posto a scuola, i bambini non potevano frequentare

• i maestri erano prevalentemente maschi e molto severi

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• la cattedra era rialzata su una pedana: il maestro scende dalla cattedra

• alle elementari c’erano gli esami

• c’erano le punizioni corporali: l’alunno che aspetta la bacchettata

• molti bambini venivano bocciati

• le classi erano molto numerose: nella classe di Enrico sono in 54

• la scuola iniziava dopo: il 17 ottobre

• ogni anno cambiava l’insegnante e la composizione della classe: solo 15

o 16 sono gli stessi compagni che Enrico ritrova dalla terza

• c’erano le classifiche con il primo della classe Derossi è il primo della

classe

• ci si rivolgeva ai bambini e all’insegnante usando il cognome: il maestro

Perboni, Derossi

• il bidello passava tra le aule ad avvertire che la lezione era conclusa:

dava il finis

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CONSEGNA

Disegnate li maestro Perboni: come lo immaginate dalla descrizione letta?

LAVORO INDIVIDUALE

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25 OTTOBRE – I MIEI COMPAGNI

CONSEGNA

Rielabora sotto forma di discorso diretto le descrizioni che Enrico fa dei suoi

compagni.

Raccogliamo tutte le informazioni man mano leggiamo il testo.

LAVORO DI GRUPPO

CROSSI

Ho un braccio paralizzato; mio padre è partito per l’America e vi

è rimasto per sei anni.

Per un caso Enrico scopre però che mio padre ha trascorso

questi sei anni in prigione per aver ucciso il suo padrone che lo

maltrattava.

Siamo molto poveri e viviamo grazie all’elemosina: un giorno è

arrivato Enrico con sua mamma a portarci della biancheria.

Un giorno Franti ha preso in giro mia mamma: mi sono arrabbiato

e ho lanciato il calamaio ma ho colpito il maestro.

Garrone si è preso la colpa per me ma io ho confessato.

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GARRONE

Ho quasi quattordici anni, sono enorme di statura, con

la testa grossa e le spalle larghe; i miei compagni mi

dicono che sono buono d'animo e lo si vede quando

sorrido.

Cerco sempre di aiutare i più deboli.

Quando Crossi ha colpito per errore il maestro con il

calamaio sono stato felice di averlo aiutato.

A scuola tutti mi vogliono bene.

Non sopporto l’arroganza di Franti e la

superbia di Nobis.

In questo anno di scuola ho avuto un

grande dolore: è morta mia mamma. Tutti

sono stati molto comprensivi con me.

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VOLTINI

I miei genitori sono ricchi, i miei compagni mi

considerano superbo, lo so.

Un giorno ero con Enrico e mi vantavo per i miei vestiti

con un ragazzo seduto su una panca. Qual ragazzo

mi ignorava e io mi sono arrabbiato molto.

Quando è arrivato mio padre mi ha fatto notare che

era cieco.

Non sopporto Derossi, vorrei avere io le medaglie per

il primo della classe, invece il migliore è sempre lui.

Secondo me è il maestro che fa delle ingiustizie.

Il maestro mi ha detto di «allontanare il serpe

dell’invidia» perché «rode il cervello e corrompe il

cuore».

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PERCOSSI

Sono figlio di un fabbro ferraio. I miei compagni

hanno notato che sono sempre pallido, e sembro

spaventato.

Effettivamente non rido mai e sono molto timido.

Mio padre mi picchia ed è per questo che sono così

timido. Non lavora ed è sempre ubriaco.

Spesso vado a scuola pieno di lividi ma cerco di

fare in modo che nessuno se ne accorga.

Mi faccio imprestare i libri, uso gli indumenti vecchi

che altri non indossano più, mi aggiusto i vestiti con

gli spilli e i miei piedi navigano dentro le scarpe.

Ho avuto una grande soddisfazione: a febbraio ho

preso la medaglia: la prima è stata data a Derossi e

la seconda a me.

Sono stato premiato per i lavori a casa, la partecipazione alle lezioni, la calligrafia

e la condotta.

Quando mio papà l’ha saputo mi ha abbracciato e si è commosso: ha capito

quanto mi ha fatto soffrire.

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IL MURATORINO

Sono figlio di un muratore per questo mi chiamano così. Ho la faccia tonda

come una mela e sono famoso per il «muso di lepre»: quando lo faccio i miei

compagni ridono molto.

Un giorno sono andato a casa di Enrico:

avevo i vestiti di mio padre e ho

impolverato tutta la poltrona.

Loro per non offendermi hanno fatto finta

di niente.

Io ho fatto il muso di lepre ed Enrico ha

riso tanto.

Mio papà con molti sacrifici è riuscito a

terminare le scuole elementari.

E’ stato premiato con tutti gli altri e io ero

emozionatissimo: gli ho fatto il muso di

lepre.

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CORETTI

Mio papà è un veterano delle guerre d'indipendenza, ora

rivenditore di legna. Indosso sempre una maglia color

cioccolato e un cappello di pelo di gatto.

Spesso aiuto mio papà nella bottega della

legna.

E’ una fatica terribile spostare la legna, caricarla

e scaricarla dai carri.

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NOBIS

I miei genitori sono molto ricchi e questo mi fa sentire

superiore agli altri.

So che i miei compagni mi considerano superbo e

arrogante ma non me ne importa nulla.

Un giorno di Novembre ho ricevuto una bella lezione: ho

dato dello straccione al figlio di un carbonaio e quando

mio padre l’ha saputo mi ha costretto a chiedergli scusa.

Nessuno mi parla e se qualcuno fa qualcosa che

a me non piace minaccio di far intervenire mio

padre.

Disprezzo Derossi perché è il primo della classe e

Garrone perché tutti gli vogliono bene.

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DEROSSI

Sono considerato il più bravo e più bello della

classe, a scuola sono bravo.

Prendo sempre la medagli del primo della

classe.

Amo lo studio, sono contento nel vedere il

mio maestro felice quando rispondo bene

alle interrogazioni.

Riconosco che parte della mia gentilezza

deriva anche dal fatto che sono lieto, non

ho preoccupazioni finanziarie in quanto la

mia famiglia è benestante.

Molti miei compagni, invece, sono in grave

difficoltà perché sono molto poveri e

soffrono per le disgrazie successe alle loro

famiglie.

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NELLI

Sono piccolo gobbo, gracile e col viso

smunto.

Un giorno Franti non la smetteva di darmi

pacche sulla gobba deridendomi: Garrone

è corso a difendermi e nessuno mi ha più

toccato la gobba.

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GAROFFI

I miei compagni hanno ragione: ho il naso a

becco di civetta, e gli occhi molto piccoli.

Sono alto e magro.

Sono definito "sempre a trafficare" perché

sono continuamente impegnato in

compravendite di vario tipo.

Quando finirò gli studi voglio un negozio con

un commercio nuovo inventato da me.

Un giorno, senza volerlo, ho colpito un anziano in testa con

una palla di neve: gli ho chiesto scusa e ho pianto tanto

per lui.

Poi ho regalato a suo nipote la mia adorata collezione di

francobolli per farmi perdonare. L’anziano mi ha

perdonato e mi ha restituito i francobolli.

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FRANTI

Ne combino di tutti i colori!

Mi diverto a comportarmi molto male, e per me è

un vanto essere stato espulso più volte dalla

scuola!

Spesso me la prendo con i più deboli. Ho preso in

giro Crossi per quel suo braccio morto e anche

sua madre, rido di Nelli per quella sua orribile

gobba, ho picchiato il muratorino perché è

piccolo, non sopporto Derossi perché sa sempre

tutto!

Solo Garrone mi incute timore.

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STARDI

Sono piccolo e tozzo e sono anche duro di comprendonio. Ma

ho una volontà di ferro: supererò le mie difficoltà grazie

all'enorme impegno nello studio.

Per me la scuola è tutto.

Sono sempre attento alle parole del maestro e so che ce la farò.

Sono perfino riuscito a prendere una medaglia!

Appena ho qualche soldo mi compero dei libri: ora ho una mia biblioteca

fantastica.

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Obiettivi e metodologia

Il lavoro è stato svolto nell’ambito della programmazione di lingua italiana e seguendo alcuni degli obiettivi

di Cittadinanza individuati nelle Raccomandazioni della Commissione europea.

In classe l’insegnante ha letto il libro Cuore di De Amicis.

In questa parte di lavoro i bambini hanno ricostruito gli aspetti salienti della storia attraverso il diario di

Enrico, il protagonista.

In particolare si sono soffermati su:

la personalità degli alunni

le condizioni socio-economiche delle famiglie

le abitudini riferite al tempo libero

gli aspetti legati alla vita scolastica

le emozioni degli alunni rispetto e alla vita personale e di classe.

I bambini hanno quindi elaborato il passaggio dalla narrazione al vissuto (cosa racconta Enrico, come

vivono i bambini di Cuore, quali sentimenti provano e quali esperienze vivono) esaminando i punti di

continuità e di divergenza con la loro attualità.

Sono emerse in particolare le differenze tra la nostra realtà e il contesto storico e sociale descritto nel libro

Cuore attraverso la narrazione della vita scolastica.

Dal punto di vista linguistico questo lavoro è servito per analizzare il testo autobiografico e consolidare la

produzione di testi di tipo descrittivo e narrativo. I bambini hanno riscritto sinteticamente la storia non più come diario ma attraverso i singoli personaggi,

cercando di entrare nel loro vissuto: per questo i testi sono in prima persona al tempo presente.

Ili lavoro è stato svolto in gruppi cooperativi, mentre le illustrazioni sono state realizzate individualmente, il

più delle volte su base volontaria.