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    TAVOLA RICCA E COMMENSALI ILLUSTRI

    Il Comitato nodi e il Garante dellAlta velocit

    Prima ancora che il primo cantiere fosse aperto, al men TAVsi aggiungono nuove portate e la tavola accoglie nuovi com-mensali. Gi allantipasto gli assaggi si moltiplicano e linvitoa tavola si estende ad altri ospiti, a volte anche illustri o famosi.

    LAmministratore delegato delle FS, il 16 gennaio 1992, coni cantieri ancora di l da venire, firma la delibera numero 1077,questa volta senza molta pubblicit. La deliberazione nascedalla necessit di individuare le linee di intervento per la de-finizione di politiche culturali ed urbanistiche finalizzate da unlato allottimizzazione del patrimonio ferroviario, con partico-lare riferimento agli interventi nelle aree metropolitane, e dal-

    laltro allanalisi delle conseguenze sul territorio derivanti dallacostruzione del sistema italiano ad Alta velocit. La decisioneche scaturisce da questa esigenza quella di istituire Il Co-mitato per i nodi e per le aree metropolitane con il compito distudiare un nuovo modello delle funzioni ferroviarie nellevo-luzione del sistema di mobilit e nella trasformazione dellestrutture urbane. Oltre al Comitato per i nodi viene istituitaanche la figura di un Garante del sistema Alta velocit e dun-que con la stessa delibera si decide che Il professor RomanoProdi nominato Garante, con il compito di studiare limpattodiretto ed indiretto del sistema italiano ad Alta velocit sul ter-

    ritorio e sul sistema produttivo del Paese. Per il Comitato ladelibera stabilisce che esso composto da: Senatore SusannaAgnelli, Presidente, dal Professor Carlo Maria Guerci, Dott.Giuseppe De Rita, Arch. Renzo Piano.

    Per lo svolgimento delle attivit del Comitato e del Garante,la delibera stanziava la somma di 9.000.000.000 (novemiliardi)di vecchie lire e stabiliva altres che sia il Comitato che il Ga-

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    Le coop bianche con il Consorzio CER recuperate nel Con-sorzio COCIV; le coop rosse nei consorzi IRICAVUNO e CE-PAVUNO e con limmancabile CMC di Ravenna nelConsorzio CAVET; le imprese dei Cavalieri di Catania, gi so-spettati negli anni 80 di rapporti con Cosa Nostra, nel Con-sorzio CAVTOMI con il Cavalier Costanzo e nel consorzio

    CEPAVUNO con il Cavalier Rendo; non poteva mancare, anzi,il cavaliere siciliano della Milano da bere Salvatore Ligresti,in ben due Consorzi, il CAVET ed il COCIV; ovviamente eranopresenti tutte le imprese delle grandi famiglie di costruttori as-sociate allANCE, dai Caltagirone ai Lodigiani, dai Todini aiSalini, dai Del Favero ai Girola, dai Manzi ai Pizzarotti, daiDel Prato ai Fioroni, dai Federici ai Recchi, sparse in tutti esette i Consorzi; infine, insieme a Snam Progetti e Iritecna,altre tre imprese di Stato che facevano sempre capo ad ENI edIRI. Al banchetto erano tutti presenti e la grande abbuffata po-teva cominciare.

    Il men prevedeva una durata del pranzo di 62 mesi, di 78mesi per la Bologna-Firenze, e dunque la conclusione entro lafine degli anni 90. Dallinizio del 2000, con costi e tempi certi,il materiale rotabile, le tratte, i nodi e le infrastrutture aeree do-vevano essere pronte per fornire al Paese il nuovo servizio fer-roviario ad Alta velocit.Nel 2010, a quasi 20 anni dallinizio del banchetto i com-

    mensali sono ancora seduti a tavola. Si sono per alzati perbrindare in occasione delle innumerevoli celebrazioni per lafine dei lavori di gallerie, ponti e tratte. Brindano e per man-giano ancora, e continueranno a farlo per almeno altri 10 anni.

    Il men si arricchito con nuove portate e con ospiti semprepi numerosi.

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    ciet dagli stessi prescelte non sono mai stati resi noti ma si-curamente hanno di gran lunga superato i miseri 9 miliardi divecchie lire stanziati dalla delibera 1077/92. Miliardi attintidalle somme che lo Stato annualmente trasferisce a FS per ga-rantire il servizio ferroviario universale e che sono stati dirottatial finanziamento di due organismi e due societ che, come lu-

    cidamente denunciava Luigi Preti, solo boiardi di Stato deditialla distribuzione di prebende potevano concepire.Quegli incarichi non avevano alcuna seria utilit per un pro-

    getto ormai tutto definito e contrattualizzato. Le nomine del Co-mitato e del Garante per garantivano il sostegno a, o il silenziosu, un progetto tecnicamente sbagliato e costruito su bugie tal-mente evidenti che solo con linvito al banchetto anche di per-sonaggi famosi o illustri il pranzo poteva apparire pi degno diessere consumato. Serviva il sostegno o il silenzio di personeautorevoli e in quel momento particolarmente corteggiate dallapolitica, come Susanna Agnelli e Romano Prodi. Serviva anche

    il sostegno o il silenzio di Carlo Maria Guerci, presidente delCesit, il pi importante centro studi sul trasporto ferroviario,nonch consulente di FIAT ferroviaria. Serviva pure il sostegnoo il silenzio di Giuseppe De Rita, presidente del Censis e autoredel pi importante e commentato rapporto socio-enonomico an-nuale sul Paese. Serviva il sostegno o il silenzio dellarchitettoitaliano pi celebre, per arricchire il banchetto e garantire ilposto a tavola ad altri famosi architetti. Serviva ovviamenteanche il contratto con Nomisma, per produrre tonnellate di cartache finiranno in qualche cantina, ma che saranno subappaltatea diversi Istituti universitari per comprare il sostegno o il silen-

    zio di numerosi esperti del settore.Il solo contratto di Nomisma assorbir tutti i 9 miliardi di

    vecchie lire stanziati con la prima delibera. Quanto ha incassatoProdi non dato sapere, cos come non stato mai reso noto ilcosto dei quattro componenti del Comitato; altri 9 miliardi,forse. Nulla si sa sui contratti portati a casa dalla societRenzo Piano Building Workshop srl, ma difficile pensare

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    rante potevano avvalersi di volta in volta delle strutture e delleprofessionalit interne ed esterne allEnte necessarie per il per-seguimento degli obbiettivi.

    A gestire i contratti con il Garante ed i membri del Comitatonon sar per il Commissario straordinario di FS: il compitoviene affidato alla Italferr-SIS.TAV Spa. Emilio Maraini, presi-

    dente della societ, formalizza gli incarichi nel Consiglio di am-ministrazione del 25 marzo 1992: Il consiglio di ammini-strazione, dopo approfondito dibattito, allunanimit delibera didare mandato al Presidente del Consiglio di Amministrazione distipulare con i membri del Comitato per i nodi e le aree metro-politane e con il Garante gli atti contrattuali necessari per lesple-tamento dei compiti loro demandanti nellambito dellaistituzione di detti organismi. Il verbale della seduta per pro-segue, riservando unulteriore portata: Il Presidente sottolineale ragioni che consigliano, con riguardo alle prestazioni partico-larmente articolate dal punto di vista tecnico richieste al Comi-

    tato ed al Prof. Romano Prodi, di avvalersi di strutture pro-fessionali esterne da essi prescelte e rispettivamente, la RenzoPiano Building Workshop Srl con sede in Genova e la NomismaSpa con sede in Bologna. Renzo Piano dunque sceglie comesupporto una sua societ, mentre Romano Prodi sceglie una so-ciet della quale un autorevole collaboratore.

    Il contratto con il Garante quello che avr la durata pibreve. Con lesplosione di Tangentopoli, molti manager diStato finiscono in manette. Il 12 maggio 1993 viene arrestatoil presidente dellIRI Franco Nobili con laccusa di corruzionee finanziamento illecito ai partiti. Alla guida dellIstituto viene

    richiamato Romano Prodi. Labbandono dellincarico di Ga-rante dellAlta velocit non determiner per alcuna conse-guenza sul contratto della societ che lo stesso Garante avevaprescelto per svolgere le prestazioni particolarmente articolatedal punto di vista tecnico che con quella nomina gli erano staterichieste.

    I costi delle prestazioni del Comitato, del Garante e delle So-

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    dente della Commissione dellUnione Europea. Questa voltala risposta, ad un quotidiano ed una firma cos autorevoli, nonpoteva mancare; venne affidata ad un ambiguo comunicato conil quale si precisava che Il sig. Prodi non ebbe ruolo decisio-nale nellassegnazione dei contratti a Nomisma. Inoltre il sig.Prodi non aveva alcun interesse, finanziario o altro, in Nomi-

    sma. Non era azionista e non copriva alcun ruolo operativo odecisionale. Era semplicemente il presidente del comitatoscientifico della compagnia.

    Linchiesta giudiziaria fin nel nulla. A parte gli inquinamenti,che forse hanno orientato questa conclusione, troppo com-plessa era larchitettura contrattuale di quel Progetto, troppe leleggi ed i decreti di riferimento, troppi gli atti e le societ coin-volte, troppe le norme e le competenze necessarie per conte-stare illeciti che attenevano pi al diritto contabile eamministrativo e molto meno a quello penale. Anche questainfatti era la forza di quel Progetto: unarchitettura contrattuale

    e finanziaria complicata ed una rete altrettanto complessa direlazioni contrattuali fra societ tutte di diritto privato. Avevaun solo punto debole, la bugia madre di tutte le bugie: quelladel finanziamento privato, sulla quale per si sono distratti,oltre che i magistrati, tutti gli organi di controllo dello Stato,governi, ministri e interi parlamenti della Repubblica.

    Le nuove stazioni AV e la stazione Mediopadana

    Susanna Agnelli ed i membri del Comitato non avevano com-messo alcun reato e potevano dunque consigliare o garantirele decisioni dei boiardi di Stato di dirottare in altre direzioni isoldi pubblici destinati ai pendolari ed ai migranti degliespressi, intercity e treni notturni a lunga percorrenza. Consi-gliano la progettazione e la costruzione di nuove stazioni, spe-cificamente dedicate al servizio per lAlta velocit, a Torino

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    che il loro importo sia stato inferiore alla cifra incassata da No-misma. Ancora pi ignoto il lavoro prodotto dal Comitato,non essendoci traccia degli studi che avrebbe dovuto produrresul modello delle funzioni ferroviarie nellevoluzione del si-stema della mobilit, e che poco avevano a che fare conlunica proposta nota uscita da questo organo, quella di realiz-

    zare nuove stazioni per lAlta velocit.Sugli incarichi e le attivit del Comitato, del Garante e delleSociet di supporto, anche la guardia di finanza nel 1996, nel-lambito di una inchiesta pi vasta disposta dal PM di RomaGiuseppa Geremia, cerca di capire il perch ed il come di que-sti affidamenti: le Fiamme Gialle hanno acquisito negli ufficidi Fs e della Tav il materiale relativo ai finanziamenti, alle con-sulenze, agli incarichi di appalto e subappalto e ai rapporti in-trattenuti con aziende e sodalizi interessati al progetto, tra cuiil Comitato per i nodi. Per questa tranche di indagine sono in-dagati, oltre a Susanna Agnelli, altre tre persone: sul fascicolo

    sono indicati i reati di falso in bilancio, truffa ed evasione fi-scale (...). Contro ignoti rimangono ancora i fascicoli sulle con-sulenze affidate a Nomisma (della quale lex capo del governoRomano Prodi stato a lungo presidente del Comitato scienti-fico) ed al Credit Lyonnais.1.

    Le notizie dellindagine sulla stampa sono del giugno del 1998.Romano Prodi non figurava fra gli indagati, ma per diversotempo rimase il bersaglio preferito di un quotidiano della fami-glia Berlusconi, con una lunga campagna di stampa proprio sulleconsulenze affidate fino allaprile del 1996 a Nomisma.

    La questione del conflitto di interesse del Professore, come

    Garante del Progetto Tav e collaboratore autorevole di Nomi-sma, venne riproposta il 4 maggio 1999 con un articolo moltopolemico a firma di Ambrose Evans-Pritchard sullautorevoleDaily Telegraph, dopo la nomina dello stesso Prodi a presi-

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    1. Haver Flavio, Alta Velocit, indagati Romiti e Susanna Agnelli, Corrieredella Sera, 25 giugno 1998, pag. 12.

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    dennizzi per i disagi previsti si avviano agli inizi del 2000,dopo che il Comune, la Provincia e la Regione avevano gisottoscritto laccordo di programma per la realizzazione delnodo. Il disagio per i lavori era previsto per la durata di quattroanni: inizio dei lavori 2004, fine dei lavori 2008. Proprio sullabase di questi presupposti vengono concordati gli indennizzi

    ai residenti e ai piccoli esercenti di via de Carracci. Le bugieanche in questo caso sono state la norma, ma questa volta nonricadono su impersonali casse dello Stato, bens sulla testa,sulla vita e sulle tasche di persone in carne ed ossa.

    I disagi cominciano subito con linizio dei lavori, per il ru-more e la produzione di polvere, ma sar il meno. Dopo qual-che settimana si registra una incredibile invasione di rattinelle cantine e nei piani terra degli edifici, causata dalla perfo-razione di alcune fognature con getti di cemento, prodotta dagliancoraggi sparati sotto le fondazioni degli edifici. Dopo qual-che mese nelle case iniziano a comparire delle fessurazioni che

    si allargano e si allungano di giorno in giorno. Tutti gli edificiprospicienti la via sono pi o meno lesionati, in alcuni casi deb-bono essere evacuati e puntellati per evitare rischi di crolli.

    Tutto questo accade nel pi totale silenzio degli addetti ai la-vori e nella pi totale disattenzione dellAmministrazione dellacitt. I cittadini, lasciati soli, sono costretti ad organizzare de-nunce ed azioni legali. In 650 firmano una azione collettiva dirisarcimento per gli sforamenti continui del livello delle polveripm 10, una media di 155 giorni allanno oltre i limiti dilegge. Unaltra causa viene promossa da 500 famiglie e 30 at-tivit commerciali per lo sforamento della durata dei cantieri

    che era stata assunta per il calcolo degli indennizzi per i disagida polveri e rumore. I disagi ipotizzati e gli indennizzi erogatisi sono rivelati semplicemente ridicoli. La durata effettiva, seandr bene, sar almeno il triplo di quella promessa.

    Per i disagi causati da polveri e rumore i cittadini forse riu-sciranno ad avere un qualche minimo risarcimento. Un primoriconoscimento delle loro ragioni arriva con una sentenza del

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    Porta Susa, a Firenze Belfiore, a Roma Tiburtina, a NapoliAfragola e pure una stazione di interscambio nella zona Vesu-vio Est in provincia di Salerno.

    Grazie al Comitato per i nodi, lItalia il primo ed unicopaese al mondo ad avere concepito e realizzato stazioni dedi-cate al servizio Alta velocit, decentrate rispetto a quelle sto-

    riche. I progettisti scelti sono per nomi eccellenti, quasisempre star internazionali, che consentono di spostare latten-zione mediatica sul progetto del famoso architetto e nasconderelassurdit della dislocazione delle stazioni stesse, e la loroscarsa utilit ai fini delleffettivo miglioramento del servizioferroviario.

    Sempre attraverso il Comitato per i nodi passata la deci-sione di affidare al famoso architetto spagnolo Ricardo Bofilil progetto per la nuova stazione centrale di Bologna, in questocaso con la stazione per lAlta velocit sensatamente associataa quella storica. Il mega progetto proposto dallarchitetto post-

    moderno catalano ebbe per la sventura di essere presentato acavallo della storica sconfitta della sinistra che port sulla pol-trona di sindaco Giorgio Guazzaloca. Il progetto, travolto daun mare di polemiche, viene abbandonato e finisce in qualchearchivio polveroso. La polvere per non finisce sulla parcelladovuta allarchitetto che, ovviamente, sar regolarmente pa-gato. Non va nemmeno in archivio la decisione di costruire unastazione specifica per lAlta velocit e dunque si riaffida la pro-gettazione ad unaltra star internazionale, questa volta giappo-nese, Arata Isozaki.

    Se vero che le polemiche e la vittoria di Guazzaloca hanno

    prodotto una soluzione pi razionale e meno costosa per lecasse dello Stato, non stato cos per per le tasche e la salutedei cittadini bolognesi che abitano in via de Carracci, adia-cente e parallela alla nuova stazione per lAlta velocit. Per lecentinaia di famiglie e di piccoli commercianti di quella stradasar un inferno per almeno un decennio.

    Gli incontri e le trattative con i residenti per definire gli in-

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    dopo molti anni che segner lingresso nel capoluogo toscanodella pi importante infrastruttura pubblica oggi in costruzionein Italia, le linee di Alta velocit. Il perch ci fosse bisogno diuna nuova stazione non stato ovviamente spiegato: il progettodella stazione per era firmato da Norman Foster, una superstarinternazionale dellarchitettura.

    Dopo sette anni i cantieri dovevano ancora partire e, nel2009, con il rinnovo dellAmministrazione, a far riflettere ilfuturo sindaco di Firenze sui rischi di replicare lesperienza bo-lognese ci ha provato la storica associazione fiorentina Idra.Nella campagna elettorale del 2009 Matteo Renzi aveva pro-messo che questa riflessione si sarebbe aperta. Vinte le elezionied insediatosi a Palazzo Vecchio le sollecitazioni e le proposteconcrete che il professor Girolamo DellOlio, presidente del-lassociazione fiorentina, continuer ad inviare sono rimastesenza risposta. Lunica iniziativa nota ai cittadini assunta dalnuovo sindaco fiorentino sar quella di condividere e parteci-

    pare allevento del Capodanno ad Alta velocit promosso dalcollega bolognese Flavio Delbono che, un mese dopo, subiruna rottamazione poco onorevole.

    Se gli amministratori di Bologna spendono tempo e denaro perpromuovere eventi che celebrano questa cosiddetta Alta velocit,i colleghi di Reggio Emilia e quelli della Regione non sono dameno. Complice il Comitato per i nodi, gli Emiliani si sonoinventati - qui per siamo davvero ben oltre la follia dei fiorentini- unaltra nuova stazione per lAlta velocit. Collocata a nord diReggio Emilia, nella pianura padana e pi o meno a met fra ilnodo di Milano e quello di Bologna, si chiamer Stazione Me-

    diopadana AV. Sar, la previsione pi semplice che si possafare, un monumento allo spreco e allinutilit. La nuova stazioneoffrir il servizio a qualche decina, forse un centinaio di passeg-geri eccellenti al giorno, che potranno salire, forse, su due o treFrecciarossa che fermeranno in quella stazione, forse quasi tuttii giorni della settimana. Per la costruzione, finanziata solo consoldi pubblici nazionali ed emiliano-romagnoli, non basteranno

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    Tribunale di Bologna, nel novembre 2010, creando le premesseper la richiesta di risarcimento dei danni alla salute per qualchemigliaio di euro, forse, ad essere ottimisti, entro una decina dianni. Il problema vero sar quello dei costi e degli anni neces-sari per riparare i danni prodotti dal cantiere TAV agli edifici,e sar la partita pi difficile per le famiglie e i piccoli commer-

    cianti coinvolti. Sar dura per questi far fronte al contenziosocon imprese che lavorano ormai solo con i loro uffici legali econ SpA pubbliche per le quali il tempo una variabile scono-sciuta. Il rischio di dover pagare di tasca propria, o anche soloquello della risoluzione in tempi biblici, quasi una certezza.Il gioco dello scaricabarile delle responsabilit fra i tanti,troppi, protagonisti che hanno firmato accordi, patti, conven-zioni e contratti infatti iniziato ancora prima delle azioni le-gali promosse dai cittadini.

    Come a Bologna anche a Firenze per il nodo previsto ilsottoattraversamento della citt, al quale per si aggiunge la

    straordinaria idea di realizzare una nuova stazione sotterraneaspecificamente dedicata allAlta velocit, non associata alla sto-rica stazione di Santa Maria Novella.

    I treni che arrivano da Bologna - compresi i Frecciarossa -passano per le due stazioni fiorentine di Castello e di Rifrediprima di arrivare alla stazione di Santa Maria Novella. Quandoripartono per Roma passano per unaltra stazione, quella diCampo Marte. Mentre Santa Maria Novella una stazione ditesta, le altre tre sono stazioni cosiddette passanti: da quipassano sempre i treni veloci che saltano la fermata di FirenzeS.M.Novella. Il sottoattraversamento della citt anche conse-

    guente alla decisione di realizzare una nuova stazione passantesolo per i treni ad Alta velocit. Una decisione concepita dalComitato per i nodi, adottata senza colpo ferire dai boiardi diFS ed accolta con entusiasmo dagli amministratori in carica aPalazzo Vecchio e in Regione Toscana. Si ritroveranno tutti aFirenze il 25 Novembre 2002 alla conferenza stampa che pre-senta la prima grande opera di architettura realizzata a Firenze

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    Lo stesso Lorenzo Necci, il 16 0ttobre 1995, firma latto conil quale viene modificata la convenzione FS-TAV del 1991, conla previsione di non costituire pi la societ TAV-CO Spa, allaquale, secondo la delibera 971, era attribuita lesclusiva dellagestione commerciale del servizio AV. Con lo stesso atto si de-cideva pure che non ci sarebbe pi stata la cessione della retea FS mantenendo di fatto in capo alla stessa TAV SpA anche lagestione dellinfrastruttura.

    Le modifiche alla convenzione comportavano anche dei cam-biamenti nei rapporti fra gli azionisti cosiddetti privati e FS,con la previsione della (...) mitigazione delle obbligazioni fi-nanziarie di FS nei confronti di TAV, attraverso leliminazionedellobbligo di pagamento del canone C1 e la contestuale in-troduzione, in sostituzione, di una nuova obbligazione, ricon-ducibile alla fattispecie dellaccollo interno, che operi solo edesclusivamente in caso di impossibilit temporanea o definitivadi TAV di far fronte al servizio del debito nei confronti degli

    istituti finanziatori... . Tradotto in parole semplici chi paga sempre e comunque lo Stato pantalone.La cosa per pi esilarante che la descrizione di queste stra-

    ordinarie novit era scritta nellallegato numero 11 della Rela-zione al Parlamento presentata dal ministro Burlando nelfebbraio del 2007. Con quella Relazione si dava avvio alla ve-rifica del Progetto TAV sancita con la Legge 662 del 23 dicem-bre 2006 dopo i clamorosi arresti di Necci, Pacini Battaglia edaltri. La Relazione del ministro riprende alla lettera le presuntenovit scritte nellallegato; fra le altre questa: (...) utile se-gnalare al riguardo che limpegno al rimborso del finanzia-

    mento pubblico non era contemplato nelle pattuizioni inizialidel 91, ma frutto di un accordo successivo tra FS e TAV..A parte il fatto che questo impegno fantasioso e inesigibile

    era gi contemplato nella delibera del 1991, sarebbe interes-sante sapere chi ha steso quella Relazione, copiando pari parile fantasie contenute negli allegati forniti da FS, e se rima-sto al suo posto anche dopo il 23 marzo del 1998. Quel giorno

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    100 milioni di euro. Ma il problema sar la gestione e la manu-tenzione: nemmeno il pi sprovveduto degli amministratori po-trebbe avere lardire di giustificarne la sostenibilit. Per ilprogetto per, ovviamente, stato scelto un altro famosissimoarchitetto, Santiago Calatrava.

    Larchitetto spagnolo pare che a Reggio Emilia, per qualchecongiunzione astrale favorevole, abbia trovato leldorado.Nella stessa citt, sempre grazie allAlta velocit, ha progettatotre ponti a vela che sovrastano lautostrada - segni straordina-riamente efficaci per distrarre gli automobilisti che sfreccianonella pista sottostante - costati tre volte di pi di ponti normali.

    Per la nuova stazione mediopadana si poteva solo sperare chequalche amministratore avesse fatto almeno qualche contoprima di dare corso a questa follia. I conti comunque dovrfarli chi si far carico di gestire e manutenere il monumentoallo spreco e allinutilit, ovviamente dopo che il ministro diturno avr celebrato il rito per la cerimonia dellinaugurazione

    accompagnato dal presidente della Regione, dal presidentedella Provincia e dal sindaco della Citt.

    I cambiamenti radicali di Cimoli

    Fra le tante bugie che i boiardi pubblici e privati ci hannoraccontato per fare affari con lAlta velocit, quella della qualenon si mai esplicitamente preso atto il millantato finanzia-mento privato. Per questo si continua a parlare di project fi-

    nancing e a raccontare bugie, modificando larchitetturacontrattuale e finanziaria ma solo con lievi aggiustamenti chelasciano intatte le scelte di fondo del topico 1991. Ad ogni cam-bio dei vertici di FS SpA, si lasciato solo trasparire gli erroridel passato, annunciando per cambiamenti sostanziali. In re-alt si sono aggiunti errori ad errori facendo in questo modolievitare a dismisura i costi.

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    tutti i contratti dei cosiddetti general contractor, caricando suiconti pubblici tutti gli oneri futuri della bugia del finanzia-mento privato e premiando gli stessi privati, complici ed at-tori, con il rimborso della loro quota.

    A gestire questa straordinaria operazione gattopardesca, conil consenso dello stesso ministro che aveva bollato come falsala partecipazione privata, stato Giancarlo Cimoli, il boiardoche aveva preso il posto di Necci dopo larresto di questultimonel settembre del 2006. Cimoli, per gli oltre 6 anni che rimaneal vertice di FS, millanta in pi occasioni cambiamenti radicalial Progetto TAV, ma non modifica nemmeno una virgola dellasua architettura finanziaria e contrattuale. Non solo: come ilsuo predecessore assume il doppio incarico, e la doppia retri-buzione, di amministratore delegato di FS e di Presidente diTAV SpA. Risolver questo conflitto di interesse nel 1999, masolo dopo insistenti e ripetute richieste del nuovo ministro deiTrasporti Pierluigi Bersani. Dar le dimissioni da presidente di

    TAV SpA ma rimarr seduto nel mega-Consiglio di ammini-strazione della stessa societ accanto a Mauro Moretti, futurosuo successore, a Giuseppe Sciarrone, futuro amministratoredelegato di NTV, Nuovo Trasporto Viaggiatori, la societ pri-vata che gestir il servizio Alta velocit, ed altri nove boiardidi Stato, tutti in rappresentanza di un unico socio, FS SpA.

    A chiedere invece un importante cambiamento, quello di azze-rare i contratti di TAV SpA con i general contractor affidatari delletratte ancora in fase di progettazione, fu proprio il successore delministro Burlando. Per dare attuazione a questo indirizzo, lostesso ministro, di fronte allinerzia dellamministratore delegato,

    fu costretto a presentare senza successo prima un emendamentoad un disegno di legge per la conversione di un decreto, poi unprogetto di legge mai arrivato in aula. Riusc a far diventarenorma la sua richiesta di azzerare i contratti TAV con larticolo131 della Legge finanziaria per il 2001.

    Allinizio del 2000, fra le tratte ancora in fase di progetta-zione vi era ancora la Torino-Milano. Su pressione della FIAT

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    il ministro Burlando partecipa a Milano ad un importante con-vegno sui temi della mobilit. Nel suo atteso intervento parlaanche del celebrato finanziamento privato del Progetto TAV e,destando lo stupore delluditorio, afferma: (...) quando siamoandati a vedere abbiamo constatato che era una cosa falsa, bene che si sappia che finita la quota pubblica del 40%, men-

    tre il 60% dei privati non si mai visto.

    2

    La bugia per la primavolta veniva pubblicamente denunciata dal ministro dei Tra-sporti in carica con parole inequivocabili, facendo per nascereil sospetto che egli non avesse nemmeno letto la Relazione cheun anno prima aveva consegnato a tutti i parlamentari, ed ildubbio sulla sua effettiva consapevolezza delle affermazionifatte in quel convegno.Nonostante la denuncia della bugia, infatti, nulla si fece

    per azzerare o comunque ridefinire unarchitettura contrattualee finanziaria fondata su presupposti falsi. Anzich procedereallazzeramento di una societ inutile, costituita al solo scopo

    di millantare finanziamenti privati, stata imboccata la stradaesattamente opposta. I cosiddetti investitori privati, soci di TAVSpA, sono stati tutti rimborsati della loro quota di partecipa-zione; in quel momento i soci cosiddetti privati erano 42, tuttee sole banche, con una quota di capitale da 1 a 2 milioni di eurocadauna. Presenti nella societ con un capitale di rischio ridi-colo, ma pronte per il grande affare del finanziamento pri-vato, e cio quello di prestare soldi alla stessa societpartecipata, con totale garanzia dello Stato. A nessuno maibalenato il dubbio di un evidente conflitto di interesse di questapresenza. Se il loro interesse specifico, ovvio e legittimo, era

    quello di prestare soldi a TAV SpA, altrettanto ovvio era lin-teresse a fare aumentare il pi possibile i costi del Progetto, edunque accrescere lesigenza dei prestiti.

    TAV SpA, anzich essere cancellata, viene trasformata in unasociet al 100% di FS SpA, garantendo cos la continuit di

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    2. TAV fallimento annunciato,Italia Oggi, 24 marzo 1998.

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    sar finanziata - tre gruppi di banche sono molto interessate - conle condizioni sopra descritte. Tutto viene finanziato. I soggetticoinvolti sono Trenitalia ed RFI. Qualcuno paga per linee nuovee, in funzione del numero di passeggeri, si pu ripagare il debitoavendo allungato la concessione da 40 a 60 anni. In questa ipotesi,credo che lo Stato dovrebbe pagare circa otto miliardi di euro nel-larco di una trentina di anni. Limpegno quindi meno gravoso;ci che pi importante che se tutto questo viene attuato, lAltavelocit praticamente finanziata.

    Che la Milano-Torino fosse molto costosa i conti finali lo con-fermeranno chiaramente, ma che fosse anche altamente reddi-tiva era gi in quel momento una previsione ospitata solo nellafantasia del grande manager. Il modello di esercizio di quellatratta prevedeva il passaggio di 160 coppie di treni al giorno, 120per i passeggeri e 40 per le merci. Nel 2010 sulla nuova tratta diAV/AC Milano-Torino passano 9 coppie di treni al giorno perpasseggeri e non passa nessun treno merci. Previsioni sbagliate?

    No, erano semplicemente invenzioni per giustificare la realizza-zione di una nuova tratta assolutamente inutile ed a redditivitnegativa. Cimoli stava raccontando delle storie che i senatorihanno bevuto, in alcuni casi, con entusiasmo.

    Il presidente della Commissione, definendo le parole del ma-nager un grande disegno strategico, chiude la seduta nel modopi degno per celebrare le storie raccontate in quellaula: Ilfatto che una societ (Ispa, ndr), sia pure pubblica, si fa caricodella realizzazione di unopera cos strategica come conti-nuiamo a ritenere lAlta velocit non pu che farci piacereanche perch viene esternalizzata rispetto alle forze del bilan-

    cio dello Stato.Nel 2005 lUnione Europea certificher che quelle storieerano delle favole e per questo dovevano essere cancellatedai documenti contabili delle societ di diritto privato, TAVSpA e Infrastrutture SpA, perch indebitamente tenute fuoridalla contabilit nazionale. Il Parlamento, nel dicembre del2006, accoglier questa prescrizione dellUE, decidendo di li-

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    e della nuova propriet di Impregilo, Cimoli, nonostante il pro-getto di legge gi depositato in Parlamento che ne prevedevalazzeramento, accelera la firma dellatto integrativo per laper-tura dei cantieri. La firma con il general contractor FIAT SpAci sar prima che quella previsione, il 1 gennaio 2001, diven-tasse norma di legge. Salvato lazzeramento del contratto, latratta cambia ufficialmente la sua collocazione. Il ProgettoTAV, fino a quel momento era stato deliberato e pubblicizzatocon due linee, la verticale Milano-Napoli e la trasversale To-rino-Venezia, pi lappendice della Genova-Milano. Da quelmomento la Torino-Milano non sar pi nella linea trasversaleTorino-Venezia e nel famoso Corridoio europeo numero cin-que, bens nella nuova linea Torino-Napoli, entrando, come ap- pendice, o come non si sa, nel famoso Corridoio europeonumero uno.

    Con il cambio del governo nel 2001, Cimoli, confermatosulla stessa poltrona, continua a millantare i cambiamenti ra-

    dicali del Progetto. Convocato dalla Ottava Commissione delSenato, il 10 aprile 2003, racconta che (...) inizialmente siprevedeva di costruire la TAV con il 40 per cento dello Statoed il 60 per cento del mercato con il take or pay; progetto chefeci saltare.. Ovviamente non era cambiato nulla, anzi: maquesto gli consentiva di raccontare che (...) con la stima deipasseggeri, dei ricavi eventuali e del pedaggio nel frattempodefinito, feci presente al Governo di allora, che si disse dac-cordo, di prevedere il 60 per cento di finanziamento pubblicoed il 40 per cento di risorse private..

    Cimoli, sempre davanti ai senatori, conclude il suo racconto in

    libert facendo intendere che questa sua straordinaria intuizioneha ispirato la costituzione, ad opera del creativo Giulio Tremonti,di ISPA, lnfrastrutture SpA, ed annuncia ai senatori la quadraturadel cerchio per il finanziamento della nuova linea di AV: At-traverso ISPA canalizziamo la Torino-Napoli, ad eccezione dellatrasversale, di cui ancora non conosciamo il costo, con tratte al-tamente redditive e molto costose come la Milano-Torino, che

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    contentino al ministro dello Sviluppo economico del governoin carica che di quella forma di affidamento aveva chiesto laz-zeramento.

    Fra i motivi pi onerosi, secondo i super pagati vertici delleFS, vi era quello della fase di approvazione, da parte dellecompetenti autorit Territoriali e Locali, del progetto che haquasi sempre comportato onerose ricadute in termini di appe-santimento delle opere da realizzare e di allungamento deitempi di esecuzione, gravando altres il Progetto, in numerosicasi, di ineludibili obiettivi di riqualificazione delle aree attra-versate estranei alle finalit proprie dellopera ferroviaria.Colpa dunque anche degli Enti locali, che hanno appesantito icosti ed allungato i tempi, proponendo per, si dice, ineludibiliobbiettivi ai quali FS non si potuta sottrarre anche se estranei,si dice, allopera ferroviaria.

    Linventario dei maggiori costi fornito ai senatori era rias-sunto puntualmente: Modalit di affidamento, 6 M; Speci-

    fiche progettuali, orografia e sismicit del territorio, 7 M

    ;Prescrizioni ambientali e territoriali, 6 M; Antropizzazionedel territorio e acquisizione delle aree, 2 M. Il totale dei costigiustificati dalle differenze di contesto e modalit realizzativeera di 21 milioni di euro a chilometro. Secondo i campioni delmanagement di Stato le infrastrutture per lAlta velocit in Ita-lia sarebbero costate, scalando dal costo complessivo i mag-giori oneri esattamente descritti, pi o meno come in Franciae Spagna, 11 M/Km.

    Anche concedendo alla ipocrisia di Moretti e Cipolletta il be-neficio dinventario dei maggiori costi cos puntualmente elen-

    cati, i conti per non tornano. Moretti e Cipolletta, purammettendo alcuni limiti, ma solo per il passato, hanno fornitoai senatori delle cifre taroccate che hanno consentito di nascon-dere uno scarto, nel confronto con Francia e Spagna, ben piclamoroso, esattamente il doppio di quello presentato.

    Il costo medio a chilometro il risultato del rapporto fra ilcosto complessivo delle infrastrutture considerate ed il numero

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    quidare ISPA e di trasferire nel debito pubblico tutti i debiti ac-cumulati per lAlta velocit esternalizzata. Nel frattempo, ilpresidente della Commissione era diventato addirittura que-store dello stesso ramo del Parlamento ed il grande manager,dopo le favole raccontate dal vertice di FS, era stato spedito araccontare storie al vertice dellAlitalia e l, pure, sappiamocom finita.

    I costi taroccati e quelli ignorati da Moretti e Cipolletta

    Con le parole in libert non scherza nemmeno il vertice nomi-nato dal governo Prodi nel 2006; anche in questo caso loccasione data da unaudizione sempre nella stessa aula dellOttava Com-missione del Senato.

    Lamministratore delegato Mauro Moretti ed il presidente In-

    nocenzo Cipolletta, convocati nel marzo del 2007, raccontanola loro versione della storia. Con le informazioni fornite, con-segnano ai senatori dati dettagliati sui costi delle infrastruttureper lAV, pure confrontati con quelli di altri Paesi. Le cifre for-nite indicano un costo medio per le tratte italiane, in quel mo-mento in esercizio, di 32 milioni di euro a km, rispetto ai 10della Francia ed ai 9 per la Spagna. I dati indicano anche lalunghezza complessiva delle linee o tratte in esercizio alle qualiquei costi si riferiscono: 564 km per lItalia, 1.548 km per laFrancia e 1.030 km per la Spagna.

    Fornendo un costo di due terzi superiore a quello degli altri

    Paesi giustificano dettagliatamente i tanti motivi dello scarto,compresi quelli delle modifiche tecniche intervenute dopo lapresunta trasformazione del Progetto da Alta velocit nella in-definita Alta capacit. Segnalano pure quelli dovuti al contra-ente generale che ha posto la Committenza in una condizionedi minore capacit negoziale rispetto al ricorso ad una compe-tizione di mercato tra soggetti qualificati: concedendo cos un

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    e, comunque, pur escludendo dal calcolo - come dovrebbe esserefatto - il costo attualizzato di questo onere finanziario futuro, gliinteressi intercalari sugli stessi prestiti non possono non essereconsiderati un costo di costruzione a tutti gli effetti.

    Alla fine, facendo un confronto omogeneo, senza tarocchi,le nuove tratte AV italiane, in quel momento in esercizio (To-rino-Novara e Roma-Napoli, 290 km), sono costate 63,4 mi-lioni di euro a chilometro, a fronte del costo a chilometro dellaprincipale linea francese (Parigi-Lione, 417 km) di 10,2 mi-lioni, e della principale linea spagnola (Madrid-Siviglia, 470km) di 9,8 milioni.

    Anche prendendo per buone le precise e dettagliate ragionidei maggiori oneri consegnate ai senatori, rimane da spiegareche cosa hanno finanziato i 31,4 milioni di euro a chilometroche mancano allappello. Per la prossima audizione, sarebbebene chiedere al vertice delle FS, oltre ai chiarimenti su questoclamoroso buco relativo solo al costo delle tratte, di fornire

    un rendiconto su tutte le voci di costo del Progetto AV pre-sentato e celebrato nel 1991. Da quello dei nodi a quellodelle infrastrutture aeree, da quello del materiale rotabilea quello degli interessi intercalari: e solo per rimanere allevoci che nel Progetto del 1991 erano previste e quantificate.

    Ovviamente non sarebbe sgradito che il Parlamento fosse in-formato sulle voci di costo che in quel Progetto non erano pre-viste, ma che nel corso del banchetto si sono aggiunte conlinvito esteso ad altri commensali. Quella dei costi diretti so-stenuti dalle Societ, FS SpA, TAV SpA, Italferr SpA, RFI SpA,Infrastrutture SpA, che hanno gestito, in toto o per la parte di

    competenza, le attivit connesse con il Progetto. Quella dei costisostenuti dalle medesime societ per Comitati, Garanti, studi,consulenze, incarichi a persone e societ, attinenti o connessi.Quella dei costi sostenuti per la progettazione e la realizzazionedelle nuove stazioni per lAlta velocit, compresa quella Me-diopadana. Quella dei costi per tutte le opere, compensative oindotte, finanziate con soldi pubblici e che non sono passate at-

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    di chilometri lungo i quali queste si sviluppano. Bene, nel casoitaliano il costo complessivo assunto era di 18.000 milioni dieuro, esattamente il costo sostenuto per realizzare solo le infra-strutture a terra delle tratte Torino-Novara (85 km), Firenze-Roma (241 km) e Roma-Napoli (204 km). La somma di questetratte, per, che di 531 km, non corrisponde alla cifra utilizzataper il rapporto e scritta nei documenti forniti ai senatori, che era561 Km. Il costo era dunque solo quello delle tratte, senzaquello dei nodi, mentre i chilometri erano sia quelli delle tratteche quelli dei nodi. Ma questo era solo il tarocco pi veniale,portava il costo a km da 32 a 34 milioni di euro.

    Il tarocco clamoroso era un altro, quello di avere incluso nelcalcolo anche la tratta Firenze-Roma, una furbata degna di unpremio al disprezzo dellintelligenza. Con quel Progetto di Altavelocit quella tratta non ci entrava assolutamente nulla e nullaaveva a che fare con le caratteristiche tecniche delle linee dedi-cate francesi e spagnole. La Firenze-Roma, quando il Progetto

    TAV decollato era gi in funzione. stata concepita e realizzatacome linea veloce ed universale, per passeggeri e merci, con unsistema di alimentazione classico, lo stesso delle linee storiche.Costruita attraverso normali gare di appalto, affidate e gestite di-rettamente da FS.

    Escludendo dal calcolo la furbata della Firenze-Roma, il costoa chilometro delle nuove tratte italiane di AV/AC, in quel mo-mento in esercizio, Torino-Novara e Roma-Napoli, confrontabilicon quelle francesi e spagnole, sale ad una media di 55 milionidi euro a km. Ma non basta: nei casi esteri il costo consideratoincludeva ovviamente anche quello delle linee aeree, assente

    invece in quello italiano. Infine, mentre in Francia e Spagna lelinee considerate sono state realizzate direttamente dalle societstatali, SNCF e RENFE, con soldi dello Stato e attraverso normalicontratti di appalto, in Italia lo Stato si fatto carico direttamentedegli interessi intercalari, per i cosiddetti finanziamenti privati,per il tempo della costruzione e fino allavvio dellesercizio. Ov-viamente i prestiti dovranno essere restituiti con relativi interessi

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    nuovo istituto contrattuale, quello dell affidamento a contra-ente generale. Il principio fissato nella legge non era riferitoal contratto bens al contraente ed era esattamente questo: (...)il Contraente Generale distinto dal Concessionario di operepubbliche per lesclusione della gestione dellopera eseguita.

    La definizione conseguente, data dal Governo con il decretolegislativo 190/2002, non aveva nulla da invidiare alla straor-dinaria invenzione dello sfruttamento economico attribuitodalla delibera 971 alla Concessionaria TAV SpA. In questocaso per la definizione del Contraente Generale come Con-cessionario senza la gestione dellopera (cio del corrispet-tivo tipico della concessione) non era in realt una novit. Eraesattamente quello che la Legge 80/1987, proposta allepocadal Ministro Signorile, definiva appunto Concessione di solacostruzione. Larticolo 8 della Legge Signorile per aveva unadurata limitata e la Corte europea nel giugno 1992 ne avevavalutato il contrasto con la direttiva 71/305/CEE. Lo stesso

    Parlamento italiano con lart. 19 della Legge anti-tangento-poli, la n. 109/1994, ne aveva sancito la definitiva cancella-zione dal nostro ordinamento.

    Il ministro Lunardi, nella relazione introduttiva del decretolegislativo, per reintrodurre proprio questo istituto contrattuale,arriver perfino a scrivere che nellAlta velocit la forma di af-fidamento del general contractor aveva consentito di rispettaretempi e costi dei contratti. Con il Contraente generale dunquele grandi opere della Legge obbiettivo partono con gli stessiimpegni che il commissario straordinario delle FS aveva as-sunto con la firma della delibera 971/1991: il tarocco dei tempi

    certi e prezzi chiusi.Con la delibera del CIPE n.121 del dicembre 2001, con laquale si identificavano le opere della Legge obbiettivo, allelinee ad Alta velocit del progetto del 1991 se ne aggiungonodiverse altre.

    Il costo di queste nuove linee AV (vedi Tab.3) stimato inoltre 77 miliardi di euro. Le risorse stanziate al dicembre 2009,

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    traverso i contratti dei general contractor.Sarebbe infine gradito che fosse fornita almeno una stima di

    altre voci che sono certamente di difficile quantificazione mache non sono meno importanti delle precedenti, anzi. Quelladei danni ambientali provocati dai lavori dei general contractor,sui quali si sono gi specificamente misurati i magistrati dellaProcura di Firenze per la Bologna-Firenze e di Milano per laGenova-Milano. Quella del contrasto della corruzione e dellacriminalit organizzata che ha visto impegnate le forze di po-lizia con quasi tutte le Procure della Repubblica delle citt deinodi delle nuove linee dellAlta velocit, oltre a quelle di LaSpezia e di Perugia. Quella dei danni prodotti sullindustria na-zionale sia dal Consorzio Trevi nel settore del materiale rota-bile, che dal Consorzio Saturno nel settore del segnalamentoferroviario. Quella delle risorse pubbliche, trasferite annual-mente dallo Stato a FS SpA per gestire il servizio ferroviariouniversale, che surrettiziamente e indebitamente sono state di-

    rottate sul servizio AV offerto al 5% degli utenti dei servizi fer-roviari. Quella del danno scaricato sulle tasche e sulla qualitdella vita del 95% degli utenti delle ferrovie per levidente peg-gioramento del servizio universale determinato dalle scelte tec-niche, dalle modalit finanziarie e contrattuali nonch dallastessa tempistica con la quale le voci di costo del progetto TAVsono state definite e consumate.

    La Legge obbiettivo

    Solo in un Paese che riesce a non vedere un furto cos cla-moroso pu succedere che gli strumenti che hanno consentitodi consumarlo siano assunti addirittura come modello legaliz-zato per realizzare le grandi opere.

    Con la Legge obbiettivo, la n. 301/2001, fra le deleghe chequesta affidava al Governo vi era anche quella di definire un

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    somme stanziate erano appena l1,6% delle risorse effettiva-mente necessarie. Se consideriamo anche le tratte del ProgettoTAV del 1991 che sono ancora da realizzare, le risorse da met-tere in campo si avvicinano ai 100 miliardi di euro, ed anchein questo caso le risorse disponibili rappresentano solo il 2,8%di quelle effettivamente necessarie.Nel 2006 il Centro-sinistra vince le elezioni con un pro-

    gramma nel quale si impegnava esplicitamente a superare laLegge obbiettivo e cancellare dal nostro ordinamento listitutocontrattuale del contraente generale. Nei due anni del GovernoProdi non si vista nemmeno una traccia della modifica di que-ste norme speciali. Il ministro delle Infrastrutture Antonio DiPietro non ha trovato nemmeno il tempo di presentare almenoun progetto di legge.

    Il tavolo politico del CIPE ha continuato ad approvare i pro-getti di questo elenco di sogni che svaniscono solo quando asognare non sono le lobby con molti interessi e forti legami

    con il potere. il caso ad esempio della linea AV Salerno-Reggio Calabria e Messina/Palermo/Catania, in bella mostranelle grandi opere prioritarie fino al 2008 con una previsionedi costo di 12.291 milioni di euro. Nel Dpef 2010-2013 non sitrova pi alcun riferimento allAV/AC per questa linea ma soloqualche riferimento al semplice e indefinito potenziamentodi qualche tratta con una previsione di costo di qualche centi-naio di milioni.

    Al contrario, quando gli interessi della lobby del ferro e ce-mento ci sono, la follia del sogno diventa realt ed a garantire que-sto passaggio - si continua a raccontare - il cosiddetto finan-

    ziamento privato del mitico project financing. Proprio su questeopere anche presidenti di Regioni, di Province e sindaci di grandiComuni scommettono il loro futuro politico, a prescindere dallasostenibilit per le casse pubbliche e dalla utilit per i loro ter-ritori, calpestando anche le ragioni ed i diritti dei loro stessi cittadini.Lesempio della Torino-Lione quello pi emblematico.

    105

    con la Legge obbiettivo, erano esattamente il 2,9% dei costiindicati nei documenti ufficiali di programmazione, in granparte vecchi o sottostimati. Rispetto a stime pi veritiere le

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    Nuove tratte e linee AV

    nei programmi

    della Legge Obbiettivo

    Costi Ufficiali

    nel Dpef

    2008-2012

    M

    Nostre stime

    2009 M

    Impegni

    di spesa

    Dicembre

    2009 M

    Quota italianadella Tratta internazionale AV

    Torino-Lione

    4.686 7.500 349,0

    Tratta AVBruzolo-Torino

    2.375 4.400 0,0

    Quota Italianadella Tratta internazionale AV

    Verona-Monaco

    3.000 6.700 260,0

    Tratta AVFortezza-Verona

    8.000 9.500 0,0

    Linea AVVenezia-Trieste

    6.129 12.500 29,4

    Linea AVSalerno-Reggio Calabria

    e Messina-Palermo-Catania

    12.291 28.500 54,0

    Linea AVNapoli-Bari

    4.920 8.200 550,0

    Totale 41.401 77.300 1.242,4

    (Tab.3 - Costi e impegni di spesa per le nuove linee di AV inserite nella

    Legge obbiettivo)

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    matiche immagini del Seghino, di Mompantero e di Venausche dal 31 ottobre a fine dicembre 2005, in una valle militariz-zata, hanno polarizzato lattenzione mediatica nazionale. Menonote per, e prive di riscontro negli stessi media, sono le mo-dalit di approvazione e di gestione del progetto che quelledrammatiche vicende hanno provocato.

    A presentare quel progetto stato un ministro delle Infra-strutture che, con una sua Societ di Ingegneria lavorava pro-prio sulla tratta per la quale chiedeva lapprovazione del CIPE.Limpresa del ministro lavorava sul versante francese, ma il fi-nanziamento richiesto allItalia era esattamente il 67% dellin-tero importo preventivato, mentre solo il 33% della trattainternazionale era sul territorio italiano. Dunque il ministrochiedeva soldi per finanziare i lavori anche della sua impresa.

    Lo staff tecnico che ha garantito al ministro la gestione diquel progetto vedeva la presenza, in posizione di comando, diErcole Incalza, gi amministratore delegato di TAV Spa, ed

    Emilio Maraini, gi presidente di Italferr SIS TAV SpA. Chefossero esperti di Alta velocit non poteva essere messo in di-scussione, ma che fossero nelle condizioni di fornire al mini-stro consigli e valutazioni disinteressate c sicuramente dadubitare; anzi, probabilmente erano le persone meno indicate,e forse anche in una posizione di dubbia legittimit. Entrambierano stati indagati, e poi rinviati a giudizio, per diversi reaticonnessi proprio con il Progetto TAV e la parte offesa per queireati era, fra gli altri, il ministero delle Infrastrutture dal qualeerano regolarmente retribuiti.

    Questo dunque il progetto approvato in sede politica e per il

    quale Lunardi, Incalza e Maraini hanno chiesto nel dicembre2005 lintervento dellesercito, della polizia e dei carabinieri.Dopo le drammatiche vicende del 2005, i cittadini ed i sin-

    daci della Val di Susa sono anche riusciti a far uscire il progettodalle procedure della Legge obbiettivo e a far ritornare la va-lutazione di quellopera su di un tavolo tecnico. Si confidavanel ritorno alla ragione, alla valutazione di merito, al confronto

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    Lesempio della Torino-Lione

    Il CIPE, con la procedura della Legge obbiettivo, il15.12.2003 approva il progetto preliminare della tratta inter-nazionale di questa linea con una stima dei costi della quotaitaliana di 2.278 milioni di euro. Sempre con un progetto pre-liminare, nel 2010 - e senza alcun cantiere aperto - la stimadella quota italiana salir ad oltre 8 miliardi di euro. Non cam-biano invece le stime di traffico, per le quali lunica domandaplausibile che si porrebbe una normale Commissione tecnicadi valutazione se a proporre quellopera siano dei marziani odegli imbroglioni.

    Succede per che, a differenza del governatore, del presi-dente e del sindaco del capoluogo che sollecitano linserimentonella Legge obiettivo e poi applaudono per la sua agognata ap-provazione, nei territori interessati della Val di Susa ci siano

    cittadini molto informati e che da anni conoscono bene quellestime e sanno bene quanto siano prive di fondamento. In questocaso, allora, dalla sede politica del CIPE si passa a quella delministero dellInterno che, su richiesta del ministro delle In-frastrutture, invia lesercito e le forze dellordine per aprire icantieri. Ci hanno provato nel dicembre 2005 e, per la primavolta, il TAV stato fermato dalle ragioni di chi, semplice-mente, vuole che alla base delle decisioni di realizzare infra-strutture pubbliche, linteresse pubblico ci sia veramente, e siaquanto meno dimostrato.

    La scelta di approvare in sede politica il progetto, con la pro-

    cedura speciale della Legge obbiettivo, comporta comunque ladefinizione di un quadro programmatico che ne giustifichilutilit sociale e la sostenibilit economica. In questo caso perdiventa molto pi difficile garantire la valutazione indipen-dente di un progetto presentato su di un tavolo politico comeuna bandiera, e da un ministro, per giunta, personalmente in-teressato. I risultati di questa scelta si sono visti con le dram-

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    merito. Forse sono da sommare i due motivi insieme, in quantopare proprio che la Torino-Lione sia diventata un dogma, unassunto ideologico, indiscutibile.

    Quellopera, nella volont e nelle parole dei ministri delleInfrastrutture, Lunardi con la difesa militare, Di Pietro con unaipotesi di progetto presentato allUE per avere un qualche fi-nanziamento, Matteoli col progetto nellelenco delle opere an-ticrisi, e ancora nelle parole dei presidenti della Regione Bressoe Cota, del presidente della Provincia Saitta, dei sindaci Chiam-parino e Fassino e di molti altri esponenti politici, rimane an-corata ad un quadro programmatico che, in sede tecnica, statosemplicemente demolito. I numeri dicono che quella nuovalinea non necessaria. Loro continuano a ripetere che indi-spensabile.

    Qualche tecnico di quel tavolo ha provato a difendere la ve-rit acclarata, di fronte alle sempre pi fantasiose esternazionidel politico di turno; uno lo ha fatto anche con una lettera

    aperta al ministro dopo lennesima dichiarazione ancorata ascenari privi di qualsiasi riscontro: Illustrissimo Sig. Ministro,La disturbo, come ho gi fatto in altra occasione, scrivendolein qualit di membro dellOsservatorio Tecnico sul nuovo col-legamento ferroviario tra Torino e Lione e a seguito dellin-contro con gli amministratori locali svoltosi ieri, 30 luglio2009, presso la prefettura di Torino. Ella, in quel contesto, hapresentato uno scenario di cui lOsservatorio come tale non eraconsapevole; (...) ci che Lei ha comunicato ai presenti statoche se il nuovo tunnel di base non si far il traffico raggiungerla paralisi nel giro di una decina di anni. Se cos si prospetta

    una situazione di assoluta emergenza in quanto, come Lei sa,la data ufficiale di entrata in funzione del tunnel di base il2024, non solo, ma il programma di completamento delle operedi adduzione sul versante francese prevede scadenze che vannoanche al di l del 2030. Per altro, Lei ci ha detto, questo allar-mante scenario non era presentato alla leggera ma derivava dastudi effettuati da suoi consulenti. Mi spiace che, essendo il

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    sui numeri, al calcolo dei costi e dei benefici di quellopera.Il primo marzo del 2006, con un decreto del presidente del

    Consiglio, si istituiva anche un Osservatorio del ministero delleInfrastrutture con rappresentanti della Presidenza del Consi-glio dei Ministri, dei dicasteri della Salute, dellAmbiente edelle Politiche Comunitarie e degli esperti designati dagli entiterritoriali interessati, Regione Piemonte, Comune e Provinciadi Torino, Comunit Montane dellAlta e Bassa Valle di Susa,Comuni della Gronda di Torino. Con lo stesso decreto, SilvioBerlusconi nomina il Commissario-presidente dellOsservato-rio e la scelta cade sullarchitetto Mario Virano, un ex comu-nista, amico e compagno di partito del segretario del maggiorepartito di opposizione, Piero Fassino. Gi insieme nella segre-teria della Federazione del PCI a Torino negli anni Ottanta, Vi-rano era stato al ministero della Giustizia nel 2000 comeesperto economico del ministro Fassino. Era anche stato no-minato dal ministro Lunardi nel 2001 nel Cda dellANAS,

    dopo che lo stesso ingegner Lunardi era stato consulente dellaSitaf SpA, concessionaria dellautostrada del Frejus, nellaquale larchitetto Virano era amministratore delegato. Il neo-presidente annuncia subito un orientamento promettente sullefinalit dellOsservatorio: Fin dallinizio ho apertamente con-diviso lidea dei sindaci che la discussione debba avvenire apartire dal se e non solo come, valutando lopzione zeroe limpatto cumulativo delle infrastrutture sul territorio.

    I primi quaderni tecnici prodotti dallOsservatorio in effettisembravano confermare il primato della valutazione del se,ed i numeri forniti con quei primi approfondimenti in sede tec-

    nica offrivano una risposta quasi univoca. Le stime e le previ-sioni di traffico, condivise e sottoscritte da tutti i rappresentantidegli Enti rappresentati, disegnavano un quadro programma-tico univoco: quella nuova linea non serve. O linutilit certi-ficata in sede tecnica, per, non stata illustrata ai vertici degliEnti pi importanti rappresentati a quel tavolo, o la volont diquesti stessi ormai prescindeva dalle logiche del confronto di

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    ramente, sopra e contro la logica dei numeri. La sua colpa stata solo quella di essere caduto nella trappola ordita da unpresidente che, nella gestione di quel tavolo tecnico, dovevaperseguire un solo obbiettivo, quello della realizzazione di quelprogetto.

    Proprio limpegno che, alla vigilia dellinsediamento di queltavolo, il presidente dellOsservatorio aveva assunto per la va-lutazione del se, e dunque anche della eventuale opzionezero, era infatti una delle tante bugie che da sempre accom-pagnano questo Progetto. Quella possibilit, nel decreto cheistituiva lOsservatorio e che lo nominava presidente, noncera, anzi, al contrario, ed a chiare lettere, si affermava chequello era il progetto che si doveva realizzare e, con un breveaccenno, faceva riferimento solo ad eventuali modifiche.Tecnicamente, la sua nomina era e rimane quella di Commis-sario straordinario per la realizzazione della nuova lineaAC/AC Torino-Lione. LOsservatorio e rimane un organi-

    smo utile solo a millantare un coinvolgimento del territorio chenon vi mai stato. Non un caso che il testo di quel decretosia rimasto sconosciuto per molti mesi al pubblico, e cosquella bugia ha consentito al presidente di costruire una raf-finata trappola, nella quale anche i rappresentanti dei sindacidella Val di Susa sono in parte caduti, e di sbandierare un pre-sunto accordo storico, quello cosiddetto di Pr Catinat, pre-sentato alla Francia ed allUnione Europea come il via liberaalla realizzazione della grande opera con il consenso di tutti iComuni della Val di Susa. Un accordo mai votato da alcunConsiglio comunale e mai sottoscritto da alcun sindaco, bens

    un puro e semplice verbale scritto dal Commissario-presidente,un capolavoro di affermazioni ambigue dalle quali statoestratto solo quello che conveniva e che la cassa di risonanzadei mass media ha fatto diventare addirittura un esempio dipartecipazione e condivisione di scelte urbanistiche.

    Quando per gran parte dei sindaci, che erano stati presi peri fondelli, sono stati rieletti nel 2009, e con un programma che

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    suo ministero parte dellosservatorio, nessun suo funzionarioabbia mai fatto menzione di queste previsioni, che sicuramente,se conosciute, avrebbero dato una svolta importante ai nostrilavori torinesi. Vorrei pregarla ora di far cortesemente perve-nire allOsservatorio gli studi e le analisi di cui dispone, inmodo che in quella sede, istituita anche a questo scopo, se nepossa discutere dal punto di vista tecnico. La pregherei anchedi invitare gli autori degli studi a venire in Osservatorio per il-lustrare direttamente le loro risultanze. molto importante checi avvenga in quanto tutte le audizioni di esperti di varia ten-denza effettuate fin qui avevano prospettato scenari diversi daquello che apprendiamo ora (...). Se riterr di rispondere glienesar fin dora grato. La pregherei per, nel caso, di farlo nelmerito; lOsservatorio un organismo tecnico e pertanto la lo-gica che in esso vale quella che si basa su numeri e ragiona-menti comprovabili. Ci sono altre logiche che per valgono insedi diverse. Personalmente sono sensibile solo ad argomenta-

    zioni di ordine razionale.Alla lettera non c stata alcuna risposta. Gli studi effettuatisono rimasti ignoti cos come i consulenti del ministro che liavevano effettuati. Nessuno si mai presentato per illustrarele risultanze di quello scenario drammatico che il ministroaveva presentato ai Sindaci della Val di Susa e della Val San-gone. A scrivere quella lettera era il professor Angelo Tartaglia,docente di Trasporti al Politecnico di Torino, apprezzato e ri-conosciuto come uno dei maggiori esperti del settore e fra ipochi con una conoscenza approfondita di quel progetto. Era,fra laltro, il tecnico che da vari mesi era sottoposto alle critiche

    pi feroci dei comitati NOTAV, soprattutto per luso politicodistorto delle risultanze tecniche di quel tavolo e che Tartagliaancora accoratamente con quella lettera cercava di difendere.Nonostante la sua onest intellettuale ed il contributo decisivoche ha fornito a quel tavolo, le sue argomentazioni razionalisono diventate carta straccia e proprio le logiche di altre sediche richiamava nella sua lettera erano quelle che contavano ve-

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    Val Cenischia, nel presupposto che il progetto di realizzazioneper la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione, ap-provato dal CIPE con la delibera 113/2003, sia stato stralciatodallambito applicativo della Legge 443/2001 e ricondottonellalveo delle procedure ordinarie ex art.81 del DPR616/1977.

    Il ministero delle Infrastrutture, dal 2006 al 2009, ha convo-cato solo delle pseudo riunioni preparatorie della Conferenzadei servizi. Fino al Maggio del 2010 una vera e propria Con-ferenza dei servizi non stata mai convocata e nelle cosiddetteriunioni preparatorie i Comuni interessati non hanno mai vistoalcun progetto definitivo o preliminare.Nella pi totale disinformazione dei sindaci, Il 17 maggio

    2010 la societ LTF (Lyon Tourin Ferroviaire) pubblica sullastampa lavviso per lavvio del procedimento finalizzato alladichiarazione di pubblica utilit mediante lapprovazione, aisensi dellart. 166 del D.Lgs. 163/06 del progetto definitivo del

    cunicolo esplorativo de La Maddalena sito nel Comune diChiomonte (To) facente parte della nuova linea Torino-Lione,parte comune Italo/Francese, tratta in territorio italiano. Conlo stesso avviso comunica che il cunicolo esplorativo de LaMaddalena progettualmente necessario ai fini della realizza-zione del collegamento ferroviario Torino-Lione che rientranellambito del primo Programma delle Infrastrutture Strate-giche di cui alla Deliberazione del 21 dicembre 2001, n.121/2001 (Legge Obbiettivo) del Comitato Interministerialeper la programmazione Economica (CIPE).

    Il presunto cunicolo esplorativo, per il quale LTF avviava

    la procedura per la dichiarazione di pubblica utilit, era in re-alt una galleria di servizio analoga a quella che aveva de-terminato lo stralcio della Torino-Lione dalla Legge obbiettivo.Allorigine della decisione di stralciare la Torino Lione dallaLegge obbiettivo vi era stato proprio il tentativo di apertura delcantiere per la galleria di servizio che nel progetto approvatodal Cipe nel 2003 prevedeva limbocco a Venaus.

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    ribadiva la contrariet allopera, proveranno nuovamente achiedere chiarezza al momento della ricostituzione dellOsser-vatorio, le finzioni della partecipazione e delle scelte condivise,verranno messe subito da parte.

    La risposta alle loro legittime ragioni, depurate dal mai esi-stito accordo di Pr Catinat, uscir da Palazzo Chigi l8 gen-naio del 2010 con un comunicato stampa, condiviso daipresidenti della Regione Bresso e della Provincia Saitta, con ilquale il governo constata che la nuova Comunit Montana,con riferimento alla nuova linea Torino-Lione non si connotacon un profilo di sensibilit politico-istituzionale idoneo a rap-presentare il pluralismo delle Comunit locali presenti sul ter-ritorio. Ed a questa esilarante constatazione fa seguireaddirittura il criterio in base al quale i Comuni ricadenti negliambiti territoriali interessati dai tracciati potranno partecipareal tavolo dellOsservatorio: Comuni ricadenti in tali ambitiche dichiarano esplicitamente la volont di partecipare alla mi-

    glior realizzazione dellopera nel quadro della miglior tutela evalorizzazione del territorio e del rispetto del calendario euro-peo. Anche per la nomina dei propri rappresentanti in un ta-volo senza poteri si partecipa solo se si favorevoli allarealizzazione della Torino-Lione. Il decreto che seguir, ancoraa firma di Silvio Berlusconi, confermer ovviamente presi-dente dellOsservatorio lodiato comunista Mario Virano.

    Il gioco delle tre carte non ha risparmiato nemmeno la deci-sione sottoscritta a palazzo Chigi, sotto il governo Berlusconinel 2005, e poi sbandierata dal governo Prodi nel 2006, diescludere la Torino-Lione dalle procedure speciali della Legge

    obbiettivo: gestita scientemente per illudere ed ingannare gliamministratori della Val di Susa. Quella decisione aveva tro-vato un riscontro persino in una sentenza che non lascia mar-gini ad interpretrazioni ambigue. Il Consiglio di Stato, VISezione, con la sentenza n. 4482 del 23.8.2007 dichiarava im-procedibile per cessata materia del contendere il ricorso in ap-pello proposto dalla Comunit Montana Bassa Valle di Susa e

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    tratta di unopera del tutto similare, ma ai fini della concorrenzaanche se fosse la stessa identica opera, lindizione di una garaad evidenza pubblica non pu in alcun modo essere aggirata.

    Lavviso per il cunicolo esplorativo era per solo un assaggiodella faccia tosta dei ladri dellAlta velocit. Qualche settimanadopo, in piena estate, esattamente il 10 agosto, LTF pubblica unnuovo avviso con il quale annuncia il deposito del progetto pre-liminare della soluzione di tracciato in Italia in variante dellatratta internazionale della nuova linea Torino-Lione. Anche inquesto caso la procedura viene avviata con richiamo esplicitoalle norme speciali della Legge obbiettivo. Un richiamo palese-mente illegittimo; la Torino-Lione era fuori dal perimetro di ap-plicazione della Legge obbiettivo, agli atti non risultava alcundocumento che consentisse anche lontanamente di richiamarequelle norme speciali.

    Lesposto degli amministratori della Val di Susa e della ValSangone alle autorit competenti poneva semplicemente que-

    stioni di rispetto della legalit, della corretta spndita di denaropubblico e di garanzia della concorrenza. Sui quotidiani nazio-nali non si letta alcuna notizia in merito a questa palese e ar-rogante violazione delle norme, e nessuno dei tanti paladini diquesti pilastri fondamentali del funzionamento di un paese ci-vile si fatto vivo.

    In molti invece si erano pronunciati nel dicembre del 2005.Per un paio di settimane, dopo che il 6 dicembre le immaginidrammatiche della carica notturna delle forze di polizia al pre-sidio di Venaus avevano fatto il giro del mondo, le firme piprestigiose di giornalisti e politici si sono esercitate a scrivere

    articoli su articoli e dotti editoriali. Quasi tutti favorevoli allarealizzazione della nuova linea Torino-Lione.Un docente dellUniversit di Ancona con i sui studenti

    iscritti al corso di Analisi delle Politiche Pubbliche propriosu questi articoli avevano realizzato un itinerario di lettura permostrare come le ragioni del s alla Tav in Val di Susa sareb-bero state recuperate dagli archivi e dai documenti pertinenti e

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    Quello definito cunicolo , da progetto definitivo deposi-tato, una galleria con un diametro di 6 metri e della lunghezzadi quasi 8 chilometri che, dal punto di imbocco sito nel comunedi Chiomonte, raggiunge la galleria di base della nuova lineaTorino Lione in territorio francese. Nelle stesse carte depositatesi scopre addirittura che LTF definisce quello presentato noncome nuovo progetto ma semplicemente come Variante Tec-nica della galleria di Venaus. Il tentativo di nascondere la ve-rit non inganna per la Comunit montana della Val di Susa edella Val Sangone, che invia un esposto dettagliato alle diverseAutorit competenti con il quale si denuncia () il compor-tamento del Committente, contraddittorio ed omissivo, teso atenere nascosto ai cittadini ed alle istituzioni una verit: loperache si intende realizzare non solo del tutto simile alla galleriadi servizio di Venaus, ma addirittura per LTF formalmenteproprio la stessa. Quella che oggi viene presentata al pubblicocome nuova opera eufemisticamente ribattezzata cunicolo

    esplorativo o cunicolo geognostico, viene invece trattataformalmente come semplice variante del progetto della galleriadi servizio di Venaus gi affidata e contrattualizzata con lim-presa CMC.

    Non solo si ricorre alle procedure speciali della Legge ob-biettivo per unopera che era stata esplicitamente stralciata daquesto perimetro, ma si tenta anche di aggirare le norme sullaconcorrenza come giustamente la Comunit montana denun-ciava con lo stesso esposto: (...) se LTF con questa definizioneformale di variante tecnica ha aggirato o intende aggirare lenorme europee e nazionali sullaffidamento dei contratti pub-

    blici, il comportamento illegittimo ad avviso degli scriventitalmente palese e clamoroso che merita solo poche righe dicommento. Quello gi affidato, o che LTF ha chiaramente in-tenzione di affidare a trattativa privata alla CMC, comunqueuna nuova opera, da realizzare in un sito ed in un anno total-mente diversi da quelli per i quali stata espletata la gara perlaffidamento della galleria di servizio di Venaus. Di certo si

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    registrato un andamento esattamente opposto.Secondo le valutazioni ufficiali di FS lattuale infrastruttura

    pu garantire un traffico di merci fino a 32 milioni di tonnel-late, nel 2003 si prevedeva il raggiungimento di questo volumenel 2015. Dal 2003 al 2010 il volume di traffico non solo non aumentato ma addirittura diminuito del 72 per cento. Nel2010 sono transitate 2,4 milioni di tonnellate di merci, il 7,5%della potenzialit consentita dalla linea storica.

    Marziani o imbroglioni? Nessun giornalista e nessun politico,che nel dicembre del 2005 sosteneva le ragioni del s, ha pro-vato a misurarsi con questo quesito. Non si faranno vivi, nem-meno dopo che a Chiomonte il Ministero degli interni, cercherdi replicare quello che a provato a fare sei anni prima a Venaus,con lo stesso drammatico risultato. Perch le ragioni del no deiValsusini sono fondate su dati inoppugnabili, mentre quelle dels sono nel limbo di una ideologia sostenuta solo da bugie cla-morosamente smentite dalla realt. Perch il confronto non

    questione di ordine pubblico, ma questione etica. Perch inValdisusa in discussione le ragioni della verit e la prova dellademocrazia.

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    poi comunicate, spiegate e come esse sarebbero affiorate senzatroppa fatica nel dibattito pubblico, bench con le semplifica-zioni e le carenze normali della comunicazione giornalistica.3

    Il docente, Antonio Calafati, racconta: abbiamo iniziato asfogliare i quotidiani e discutere gli articoli pi importanti viavia pubblicati sullargomento, articoli nei quali le ragioni dels, ne ero sicuro, le avremo trovate, anche se solo delineate,anche se discutibili. E ho scelto, per questo esercizio, tre quo-tidiani di indiscussa autorevolezza e grande diffusione:Il Cor-riere della Sera,La Repubblica,La Stampa .

    Lo studio, avviato e condotto senza alcun pregiudizio, ar-rivato a queste conclusioni: non stato trovato niente, nienteche assomigli a una ragione, a una argomentazione razionale.Accorgersi, prima sorpresi e poi sconcertati, dellincapacit digiornalisti e politici di organizzare un pensiero sul tema dellaTav in Valdisusa che abbia un significato, una logica, un senso.Accorgersi di come giornalisti e politici siano, tuttavia, a favore

    dellopera, risolutamente, ostinatamente, inspiegabilmente. Ini-ziare cercando le ragioni del s alla Tav in Val di Susa e termi-nare riflettendo, sconfortati, su che cosa possa essere accadutoai nostri maggiori quotidiani. Giungere a pensare che, forse, ildeclino italiano nasce da qui, da questa incapacit del giorna-lismo italiano di fornire un resoconto attendibile, pertinente efondato, degli effetti delle politiche pubbliche. Un giornalismoche ci impedisce di pensare collettivamente.Nel 2010 non si vista alcuna grande firma commentare il

    nuovo progetto preliminare depositato da LTF; eppure, sia sulmetodo, che sul merito, cose da dire non mancavano di certo.

    Il nuovo progetto contiene addirittura le stesse previsioni ditraffico di quello approvato dal Cipe nel 2003, vengono sem-plicemente traslate di 7 anni. Quelle previsioni di traffico, chesupportano la scelta della costruzione di una nuova linea, neisette anni trascorsi, non solo non si sono verificate ma hanno

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    3. Antonio Calafati,Dove sono le ragioni del s , Edizioni SEB 27, Torino 2006