Il giornale della scuola
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Marzo-Aprile 2009 - numero 2 scuola media “San Francesco”
L’ opinione dei nostri ragazzi
“ La scuola serve a vivere” Da Einstein ai giorni nostri
REDAZIONE:
IMPORTANTI NOVITÀ
S i dice che la
scuola sia un
luogo nel quale
si cresce e si fanno e-
sperienze. Albert Ein-
stein diceva addirittura
che “ la scuola serve
per vivere”. Noi sia-
mo d’accordo con lui,
crediamo che dai pro-
fessori e dai loro inse-
gnamenti si possa im-
parare molto, non solo
a livello scolastico, ma
anche a livello umano.
Proviamo a pensare per
un attimo a cosa sarem-
mo noi senza la scuola.
Vivremmo nell’ igno-
ranza, non sapremmo
confrontarci con gli
altri e senza di essa
non avremmo gli stru-
menti critici per capire
la realtà che ci circon-
da. Senza contare, tra l’
altro, che ti dà maggiori
possibilità di lavoro
rispetto a chi non ha un
percorso di studi rego-
lare .
La scuola, riteniamo,
può anche essere stimo-
lante perché si fanno
delle attività aggiuntive
molto interessanti e
piacevoli. Ne è esem-
pio la realizzazione de
(Continua a pagina 6)
E sce il nuovo nu-
mero de “Il No-
stro Giornale”
con alcune novità impor-
tanti.
Innanzitutto la redazio-
ne si è allargata ad altre
classi( 2° A, 2° D, 2° C e
1° A) per dare la possibili-
tà a più alunni di parteci-
pare a questa attività, cioè
scrivere articoli per un
giornale.
Altre innovazioni rispet-
to al primo numero sono
la rubrica “Lettere al diret-
tore” che permetterà a tutti
i ragazzi di esprimere le
proprie opinioni su vari
argomenti e “L’angolo
della fantasia”, destinata
alla prima A.
Oltre ai soliti articoli
relativi alle attività della
scuola, non mancheranno
gli articoli di opinione le
piccole inchieste, le vi-
gnette, i giochi.
Infine vogliamo segnala-
re che questo numero o-
spiterà anche uno speciale
sulla Shoah da non perde-
re. Lisanti M, Camarda M.T
SPECIALE SHOAH
La scuola “San Francesco”
ha voluto fare la sua parte
per ricordare la Shoah. Ha
infatti realizzato un progetto.
Servizio all’interno
“La scuola rende liberi” La dottoressa Lucia Rizzi parla agli studenti della “San Francesco”
Colpito e… affossato Domani è un altro giorno
V enerdì 6 febbraio, alle ore
9.30, nell’Auditorium della
nostra scuola, alla presenza
degli alunni di prima media e di quel-
li di quinta elementare, si è tenuta una
conferenza della dottoressa Lucia
Rizzi sui rapporti tra bambini e adulti.
La dottoressa ha subito catturato
l’attenzione del pubblico grazie a un
linguaggio molto semplice e chiaro,
ricorrendo spesso a esempi e coin-
volgendo direttamente i ragazzi. “Io
sono una disattenta e una iperattiva
proprio come voi. Queste caratteristi-
che mi hanno permesso di capire me-
glio i miei figli, il mio secondogenito
era soprannominato il terribile, a 11
anni si era già rotto tutte le dita di
una mano.” Queste sono state le sue
prime parole, e con esse ha annullato
le distanze tra sé e i ragazzi: non si
(Continua a pagina 6)
Speciale
Il 20 luglio del 2000 il Parlamento Italiano ha ema-
nato una legge che istituiva il “GIORNO DELLA
MEMORIA” in ricordo dello sterminio e delle
persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati
militari e politici nei campi nazisti. Ha scelto come
data il 27 gennaio, il giorno in cui nel lontano
1945 furono abbattuti i cancelli di Auschwitz.
Ogni anno vengono organizzate cerimonie, iniziati-
ve, incontri e momenti comuni di narrazione dei
fatti e di riflessione su quanto è accaduto. Anche la
Scuola “San Francesco” ha voluto fare la sua par-
te per ricordare. Ha infatti realizzato un progetto
che ha visto coinvolte e impegnate tutte le terze e
una seconda in un lavoro di ricerca. Il risultato è
stato reso pubblico in una mostra fotografica e
documentaria allestita in contemporanea alla mo-
stra dei “Divieti e dinieghi” curata dall’Archivio
delle Resistenza e della Memoria di Barletta.
Gli alunni della scuola fanno ricerca storica LA “SAN FRANCESCO” RICORDA LA SHOAH
La scuola ospita la mostra dei “Divieti e Dinieghi” dell’Archivio di Barletta
a cura degli alunni
della scuola secondaria di primo grado “San Fran-
cesco”
e del III° Circolo didattico
N ella nostra scuola dal 12 al 20 gennaio si è
tenuta una mostra sulla Shoah organiz-
zata dalla scuola in collaborazione con l’
Archivio della Resistenza e della Memoria di Bar-
letta.
L’iniziativa faceva parte di un progetto intitolato
“Ricordare e testimoniare la Shoah” presentato
dalla professoressa Mina Nardelli e realizzato dai
ragazzi delle classi terze e di una seconda, coordi-
nati dai docenti di lettere.
La mostra era divisa in due sezioni: la mostra-
laboratorio intitolata DINIEGHI e DIRITTI, dal-
le leggi razziali alla Dichiarazione dei Diritti
umani, a cura dell’ Archivio di Barletta e la mo-
stra Fotografica e documentaria a cura degli
alunni della scuola media “S.Francesco”.
La prima era costituita dai manichini-scultura di
Ruggiero Spadaro e da 78 pannelli sul cui sfon-
do, identico per tutti, ( il volto di Hitler e quello di
un bambino ariano) erano riportati i divieti ema-
nati nei confronti degli Ebrei con le leggi razziali
tedesche dal 1933 al 1945.
I divieti, raccolti da Maria Teresa Brancaccio e da
Barry Van Drill della Fondazione Anne Frank di
Amsterdam e riadattate da Luigi Di Cuonzo, re-
sponsabile dell’Archivio della Resistenza e della
Memoria di Barletta, toccavano tutti gli aspetti
della vita quotidiana. Dalla proibizione ad eserci-
tare certe professioni a quelle di assistere a un con-
certo, o a comprare un giornale, dalla segregazione
nei ghetti alla espulsione dalle scuole,
dall’internamento nei campi al divieto di acquista-
re pane e latte.
Nella sezione allestita direttamente dalla scuola
2
“San Francesco” era possibile visitare la mostra fotogra-
fica con 137 immagini. Dall’avvento del nazismo alle
prime discriminazioni razziali, dal ghetto ai campi
dell’orrore, i campi di concentramento in Italia e, parti-
colarmente interessante, le leggi razziali italiane attra-
verso i documenti e attraverso la stampa. Esposti anche
disegni e opere grafiche, una raccolta di testimonianze e
poesie a cura di alunni e insegnanti e pannelli eseguiti
dai ragazzi del III Circolo “De Amicis”. In contemporanea
venivano proiettati due filmati relativi ai diritti negati
dal nazismo e riconosciuti oggi.
Da segnalare infine che il giorno 12 e 13 gennaio, in con-
temporanea alla mostra, si sono tenuti dei laboratori
storici a cura di Luigi di Cuonzo, che, con il metodo
Brainstorming, ha condotto i ragazzi a ri-
flettere sulle restrizioni nei confronti degli
ebrei e sui diritti umani da non calpestare. Grazia Distante
G iovedì 15
gennaio, alle
ore 10.00,
nell’auditorium della
nostra scuola, alla
presenza di docenti,
ragazzi delle elemen-
tari, medie e superiori,
si è tenuta una confe-
renza sulla Shoah.
Era presente il soprav-
vissuto Shlomo Vene-
zia che faceva parte
del Sonderkommando,
una squadra speciale
incaricata di bruciare i
cadaveri delle camere
a gas.
Il preside ha introdot-
to la manifestazione
ringraziando i docenti
e gli alunni ed in par-
ticolare gli sponsor
che ne hanno reso
possibile la realizza-
zione. Subito dopo è
stato proiettato un
filmato che riassume
le atrocità dei campi di
sterminio. Ha preso
quindi la parola Luigi
di Cuonzo, responsa-
bile dell’Archivio
della Memoria della
Resistenza di Barletta
che, dopo aver fornito
alcune notizie stori-
che sulla città di Bar-
letta, protagonista
della Resistenza nel
meridione, ha presen-
tato, con poche parole
Shlomo Venezia.
Shlomo ha iniziato il
SHLOMO VENEZIA RACCONTA Nell’Auditorium della “San Francesco” il sopravvissuto commuove il pubblico
3
Da sinistra Shlomo Venezia e il Preside Tiziano Fattizzo
Speciale
Recensioni
S hmuel e Bruno sono i due piccoli protagonisti del
film “Il bambino con il pigiama a righe”. Am-
bientato durante la seconda guerra mondiale,
narra la storia di due ragazzini di appena 8 anni comple-
tamente diversi : Shmuel ebreo, deportato in un campo
di concentramento e Bruno, figlio di un ufficiale tedesco
nazista. Bruno si trasferisce in una casa a pochi chilo-
metri dal campo in cui lavora il padre ed esplorando
nelle vicinanze della casa, all’insaputa dei genitori ,si
ritrova davanti una recinzione di filo spinato. Dall’altra
parte c’è Shmuel bambino timido costretto ai lavori
forzati. Da qui inizia una grande amicizia, fatta di
complicità ma anche di bugie.
La tragedia di un popolo vista dagli occhi ingenui di
due bambini. Un film molto commovente, con scene
toccanti e un finale che non ci aspetteremmo perché
questa non è più una favola ma una dura realtà. La
regia e la sceneggiatura di Mark Herman e le musiche di
James Horner ci regalano 100 minuti di storia vera e
drammatica. Un film per non dimenticare.
G. Distante, F.Ruggiero
IL BAMBINO CON IL
PIGIAMA A RIGHE
Regia : Mark Herman
Sceneggiatura:
M.Herman
Musiche: James Homer
Genere: drammatico
Durata: 100 min
suo discorso con la frase: “Non è facile raccontare la
mia storia …” Ma ha poi proseguito davanti a un pubbli-
co in religioso e attento silenzio. L’autore del libro
“Sonderkommando Auschwitz la verità sulle camere a
gas” è stato catturato con la famiglia nel 1944 a Salo-
nico e deportato ad Auschwitz-Birkenau. Il racconto
della sua tragica esperienza si snocciola attraverso il
ricordo dei tanti episodi che restano impressi indelebil-
mente nella sua mente e anche nella nostra che ascoltia-
mo.
Racconta del tentativo di fuga dal carro merci, fallito
prima ancora di cominciare, rievoca sensazioni(“Ricordo
ancora oggi la voce metallica dei tedeschi …”), si com-
muove quando parla della madre, alla quale era partico-
larmente legato, persa di vista all’arrivo e mai più rivi-
sta.
Continua con particolari che ci proiettano in un mondo
atroce. La rasatura, le docce, i vestiti che non sono della
misura giusta, la cancellazione dell’identità e della di-
gnità.”Mio fratello cominciò a urlare il mio nome e non
si era accorto che gli stavo accanto. Non mi aveva rico-
nosciuto.”
Parla della squadra speciale cui viene destinato, del com-
pito assegnato a lui che si era dichiarato barbiere, tagliare
i capelli delle donne morte nelle camere a gas. Conclu-
de : “ Eri vivo, ma era come fossi morto.”
La conferenza si è conclusa con una serie di domande
fatte dai ragazzi.
C. Argentieri, E. Guarino, A. Maggio, F. Ruggiero
Shlomo Venezia
SONDERKOMMANDO
AUSCHWITZ
La verità sulle camere a gas
Rizzoli
pp. 236
autobiografia
T ragica testimonianza di un sopravvissuto ai
campi di sterminio, il libro è un racconto auto-
biografico. L’autore, Shlomo Venezia, dopo
decenni di soffocato silenzio decide di rivelare al mon-
do la sua importantissima testimonianza di vita affin-
ché una simile storia non possa ripetersi ancora.
L’eccellente cura dei dettagli, anche quelli più ag-
ghiaccianti, consente al lettore di immedesimarsi
nell’esperienza dello scrittore, e rende reali le infor-
mazioni su uno dei più drammatici momenti della
storia. Emozionante e sorprendentemente crudo è un
libro che vale davvero la pena di leggere per conserva-
re ancora intatto il tristissimo ricordo di quella terribile
strage. La celeberrima frase che Shlomo scriverà a
conclusione del suo racconto attesta l’immane difficol-
tà nel superare la tragica esperienza vissuta: - Non ho
più avuto una vita normale. Non ho mai potuto dire che
tutto andasse bene... Tutto mi riporta al campo. Qua-
lunque cosa faccia, qualunque cosa veda, il mio spirito
torna sempre nello stesso posto… Non si esce mai per
davvero dal crematorio.
G.Madaro
4
Intervista a... SHLOMO VENEZIA
Chi le dava la forza di an-
dare avanti?
Non lo so, le persone diventa-
no anormali. La forza è venu-
ta da sé, forse è stata anche
la vita dura che avevo avuto
già prima.
Se il passato è insegnamen-
to per il futuro, perchè con-
tinuano ad esserci le guer-
re?
Le guerre sono una questione
di interesse e non si bada più
all’uomo.
Nel 1933 è possibile che nes-
sun ebreo potesse intuire
quello che stava accadendo?
(Risponde Luigi di Cuonzo)
I nazisti dal ’33 hanno fatto
in modo di isolare gli ebrei e
quando si è soli si ha paura.
Quale momento vorrebbe dimenticare?
Non voglio dimenticare niente, anzi.
Ci sono state delle fughe dai lager, lei ne era
informato?
Noi sapevamo che qualcuno tentava di fuggire,
dodici persone hanno pagato con la vita. Ad
Auschwitz ci sono le forche collettive.
Avevano preso due amici miei per portare al
fiume un camion di cenere umana. Si erano
messi d’accordo per dare un colpo in testa all’
autista e alla guardia che li scortava. L’autista si
è accorto di quello che stava accadendo e ha
sparato a uno dei due che aveva raggiunto il
fiume. Poiché era ormai lontano lo ha colpito
ad una gamba con le pallottole “dum dum”,
quelle che esplodono. Lo hanno trovato morto
dissanguato due giorni dopo. L’altro invece è
stato riportato al campo, ma è sparito.
Perchè avete aspettato tanto per testimonia-
re?
Non era facile testimoniare perché avevamo
paura che ci prendessero di nuovo, ci facevamo
la domanda “chi ci crede?” Stiamo parlando di
un genocidio così grande che non si può narra-
re.
Quali sensazioni ha provato quando siete
stati liberati?
Lì per lì vedevi persone che ridevano e piange-
vano, che sembravano pazzi, altri che non riu-
scivano neppure ad alzarsi.
Non capivo se ero contento o no. Volevo solo
farla pagare a un kapo che mi aveva picchiato.
Quando l’ho visto ho preso un bastone, l’ho
raggiunto e gli ho dato due bastonate in testa.
Non racconto volentieri questo episodio.
Come era la sua fede?
Di solito mi chiedono se credo in Dio, credo
in qualche cosa e penso che chiunque debba
credere. Lì molti pensavano che il Padreterno ci
aiutasse, ma lì quasi non era possibile credere.
Che cosa ne pensa di certi atteggiamenti for-
sennati di alcuni revisionisti ?
Sono ignoranti
5
“Il Nostro Giornale”. Queste ore
aggiuntive sono però destinate a
diminuire, praticamente a scompa-
rire.
Ora ciascun insegnante di lettere ne
ha a disposizione tre e l’insegnante
di tecnologia una, ma, secondo le
nuove regole del ministro
dell’istruzione, in futuro ci sarà una
sola ora aggiuntiva da destinarsi
all’approfondimento delle materie
l e t t e r a r i e , p r o b a b i l m e n t e
all’insegnamento di educazione
civica. Niente più ricerche dunque,
niente più teatro, giornali e altro.
Solo le tradizionali lezioni. Sicura-
mente non è una cosa positiva e va
a discapito soprattutto degli alunni.
Per noi della terza A l’avventura
della scuola media f in irà
quest’anno, ma ci è dispiaciuto
ugualmente questo cambiamento
perché, nel corso di questi tre anni,
nelle ore aggiuntive, ci siamo senti-
ti un po’ giornalisti e un po’ stori-
ci.
Ci sono anche altre novità relative
alla scuola. Con il nuovo anno sco-
lastico è stato introdotto il 5 in con-
dotta e, con esso, il pericolo della
conseguente bocciatura. Ma, se
inizialmente si è creato tra gli stu-
denti un certo timore perché sem-
brava relativamente “facile” rice-
verlo, il ministro Mariastella Gel-
mini, proprio in prossimità degli
scrutini del primo quadrimestre, si
è “rimangiata” la decisione, stabi-
lendo dei criteri rigidi. Solo dopo
una sospensione superiore ai quin-
dici giorni. In questi giorni pare
che abbia comunque dichiarato che
i Consigli di classe potranno darlo
anche per sanzioni meno serie (note
disciplinari, mancanza di rispet-
to…)
Questi improvvisi cambiamenti
destabilizzano la scuola. Gli inse-
gnanti non sanno più che fare e
perdono in credibilità, noi alunni
finiamo per approfittarne in modo
assolutamente incosciente.
Grazia Distante
(Continua da pagina 1)
trattava più di una confe-
renza, ma di una chiac-
chierata.
“ Mi devo alzare in piedi
perché devo guardarvi in faccia, gli occhi dei bam-
bini esprimono tutto”. Ha
continuato e, subito dopo,
ha enunciato la sua teoria
sull’educazione: la felici-
tà, che definisce come il
successo una buona abitu-
dine, va voluta intensa-
mente. La dottoressa Rizzi
ritiene che gli adulti
(insegnanti e genitori)
siano in grado di insegna-
re un comportamento che
renda i ragazzi felici e di successo, ma per raggiungere
questo risultato occorre essere in grado di gestire le emo-
zioni. Per rendere più chiaro il concetto ha chiamato sul
palco un bambino che ha dichiarato di aver paura dei cani.
Secondo il ragionamento della dottoressa non si può pensa-
re che il bambino sia uno sciocco, ma bisogna rispettare le
sue emozioni. Gli adulti possono e devono aiutare il bam-bino a superare i suoi problemi e le sue paure.
Successivamente ha fatto un esempio per rendere più chia-
ra la sua teoria: ha nascosto dietro un libro due bicchieri
contenenti acqua e un ingrediente sconosciuto, diverso per
ogni bicchiere, ha poi chiesto ai bambini di scegliere uno
dei due bicchieri. I bambini erano in difficoltà, così la dot-
toressa Rizzi ha spiegato che non sapevano scegliere per-
ché non conoscevano il contenuto dei bicchieri e per sa-
perlo bisognava saper leggere quello che c’era scritto sulle
bottiglie degli ingredienti. “Si impara a leggere a scuola,
quindi la scuola rende liberi perché si è liberi quando si è
in grado di scegliere. La libertà, ha ribadito, dipende dalla
scuola che ci insegna a scegliere. Quindi la scuola e
l’educazione danno la possibilità di essere persone felici,
libere e di successo”.
Infine ha parlato dei ragazzi problematici dicendo che per
raggiungere buoni risultati bisogna che ci sia una collabo-
razione tra la scuola e la famiglia e che bisogna gratificarli
nei momenti giusti ma senza esagerare e dicendo loro sem-
pre la verità. Ha infine criticato i programmi televisivi che,
secondo lei, trasmettono messaggi sbagliati.
Grazia Distante, Federica Ruggiero
(Continua da pagina 1)
“La scuola rende liberi”
“ La scuola serve a vivere”
La dottoressa Lucia Rizzi è esperta
dell’Attention Deficit Hyperactivity Disorder
( sindrome da deficit di attenzione) presso il
Child Development Center (Università della
California).
Collabora con ospedali e scuole e tiene corsi
di terapia comportamentale per genitori e
insegnanti. E’ autrice dei libri “ Fate i com-
piti” e “Fate i bravi” e partecipa in qualità di
esperta al programma televisivo “ Sos Tata”
in onda su “La 7” e “Fox life”.
6
93%
7%
preferenze genitori
voto numerico giudizio
I l Ministro Maristella Gelmini ha emesso un
nuovo decreto legge che ha cambiato il mo-
do di valutare gli alunni: i giudizi sono stati
sostituiti con i voti numerici. Il giornale ha rice-
vuto dai ragazzi molte lettere in cui esprimevano
la propria opinione in merito all’argomento.
Perciò si è deciso di fare un sondaggio per ve-
rificare in modo più specifico come la pensano i
ragazzi. È stato proposto un questionario in cui
si chiedeva la preferenza rispetto al giudizio e al
voto e la motivazione. Dei duecento alunni
intervistati, la maggioranza, cioè il 66%, ha
dichiarato di preferire il voto numerico. I motivi
sono vari: il 78% perché sono migliori, più chia-
ri, concreti e quantificano meglio la valutazione,
l’8% li considera più equi e il 14% non ha dato
una motivazione.
Il 34% ha invece affermato che sono migliori i
giudizi. Il 51% perché si comprendono meglio,
Il 22% non ha dato una risposta, il 12% pensa
che i giudizi mascherino la gravità della non
sufficienza e infine il 15% pensa che il giudizio
sia più facilmente recuperabile del voto numeri-
co.
Lo stesso questionario è stato proposto anche ad
alcuni genitori e il risultato ha confermato
l’opinione dei ragazzi. Infatti ben il 93% di essi
ha affermato che i voti sono migliori perché più
comprensibili.
Sembra dunque che solo una minoranza rimpian-
ga i giudizi, ma la motivazione addotta induce a
pensare che siano gli alunni meno diligenti. In
realtà se è vero che mascheravano meglio le in-
sufficienze, non è altrettanto vero che fossero più
facilmente recuperabili. G. Lorito , P. Nisi , N. Nocente
Effettuato un sondaggiio
FINALMENTE D’ACCORDO GENITORI E ALUNNI Il 66% dei ragazzi e il 93% dei genitori preferiscono i voti
78%
8%
14%
preferisco i voti perchè:
più chiari più equi non dà risposta
7
51%
12%
15%
22%
preferisco il giudizio perché:
più comprensibili
maschera la gravità di una insufficienza
più facilmente recuperabile del voto
non dà risposta
L’ Angolo della….fantasia
Modena - Il giorno 23 marzo 2080
uno scienziato pazzo ha catturato il sole.
Il buio è calato improvvisamente sulla
città e i cittadini sono caduti in preda al
panico.
Il fisico Salem ha tentato con un e-
sperimento di sostituire il sole con la luce
elettrica. A Modena gli abitanti hanno
approfittato dell’accaduto per non andare
al lavoro e a scuola. Si sono divertiti fin
quando ratti, pipistrelli, gufi, civette e rari
animali notturni e piante striscianti hanno
invaso la città. I cittadini a questo punto
sono caduti in preda al panico e non sono
più usciti da casa.
Il sindaco, avvisato dell’accaduto, ha
indagato sullo strano personaggio che,
interrogato dalla polizia, ha confessato di
aver preso il sole e di averlo messo in
cassaforte. Lo scienziato ha riferito di
non essere in grado di ricordare la combi-
nazione. È stato quindi condotto in carce-
re dove ha avuto tempo di riflettere.
Dopo tre giorni ha ricordato la formu-
la che apriva la cassaforte. Il sole è ritor-
nato a splendere.
Marinunzia Carucci
*cronaca fantastica
Sole catturato da uno scienziato* Un esperimento oscura la città
L’usignolo Cantarella
è morto ieri notte per
aiutare un ragazzo che
non trovava una rosa
rossa da donare alla sua
amata.
In occasione del ballo
di fine anno scolastico
una studentessa aveva
promesso al suo inna-
morato di ballare con lui
tutta la notte, solo se a-
vesse ricevuto una rosa
rossa. Il ragazzo era
disperato perché nel suo
giardino non ci sono rose
rosse.
L’ usignolo si è ac-
corto della sua sofferen-
za e ha deciso di aiutar-
lo. Si è recato in un ro-
seto per cercare una rosa,
ma il suo amico albero
gli ha riferito che per far
crescere una rosa rossa
bisogna cantare sotto la
luna piena e trafiggersi il
cuore con una spina.
L’usignolo ha quindi
sacrificato la sua vita per
una rosa rossa, bella,
unica al mondo.
Il ragazzo è tornato
al roseto e ha trovato la
bellissima rosa rossa e,
ai piedi del rosaio,
l’usignolo morto.
Il sacrificio del pove-
ro Cantarella non è ser-
vito a niente, la ragazza
lo ha comunque respinto.
Vanessa Mascia,
Ilaria Paiano
Usignolo muore
per una rosa*
Un lupo si traveste da nonna e la ingoia
Nonna e nipote salvate da un cacciatore La bambina disobbedisce alla madre e finisce nelle fauci di un lupo*
Ieri in una casa
al limitare del bo-
sco, un cacciatore
uccide un lupo e
salva una ragazzina
e sua nonna.
La bambina, di
nome Cappuccetto
Rosso, doveva re-
carsi dalla nonna
sofferente per por-
tarle del cibo e delle
bevande. Per rag-
giungere la casa
doveva attraversare
il bosco e la mam-
ma le aveva racco-
mandato di non
perdere tempo e
non parlare con gli estranei.
Cappuccetto Rosso però ha disubbidi-
to e si è fermata a parlare con un lupo che
l’ha abilmente raggirata ed è riuscito a
sapere dove abitava la nonna.
Mentre la bambina si è fermata a rac-
cogliere fiori il lupo è arrivato a destina-
zione e ha divorato in un sol boccone la
vecchietta. Quando anche Cappuccetto è
arrivata non ha riconosciuto il lupo trave-
stito da nonna e ha fatto la stessa fine.
Il lupo, sazio, si è addormentato, ma
non l’ha fatta franca. Un cacciatore passa-
va nei pressi e, attirato da strani rumori
provenienti dalla casa, ha spalancato la
porta. Gli si è presentata una scena incre-
dibile: un lupo dalla pancia enorme russa-
va beatamente in un letto. Non ha perso
tempo e, con un coltello, ha ucciso
l’animale.
Cappuccetto Rosso e la nonna sono
uscite incolumi.
Ilaria Paiano
*cronaca ricavata dalla fiaba “Cappuccetto Ros-
so” di Charles Perrault
8
L’ Angolo della….fantasia
Il famoso pittore, so-
prannominato Barbablu
per la barba, ieri sera, nel-
la sua residenza estiva
“Villa delle Grazie” ha
aggredito la moglie. Per
fortuna sono intervenuti i
fratelli della ragazza e
l’hanno salvata.
Pare che il pittore faces-
se parte della’ndrangheta e
si fosse allontanato da
casa per un affare impor-
tante. Ha affidato le chia-
vi delle stanze alla moglie,
ma le ha proibito di aprir-
ne una in particolare.
La giovane donna, curio-
sa, ha infranto le regole e
vi è entrata. Una scena
orripilante le apparsa: am-
massi di corpi di donne
sgozzate e sangue sul pa-
vimento. Sconvolta, ha
fatto cadere le chiavi che
si sono sporcate
di sangue. Bar-
bablu, è ritorna-
to a casa prima
del previsto e ha
chiesto le chiavi.
Ha notato le
macchie di san-
gue ed ha intuito
subito tutto. A
nulla sono valse
le suppliche, le
lacrime e le pre-
ghiere della po-
vera donna.
L’uomo non ha avuto pie-
tà e l’ha aggredita. E stata
però salvata in tempo dai
fratelli.
Barbablu è stato subito
condotto in carcere e pro-
babilmente verrà condan-
nato all’ergastolo. Gli in-
quirenti hanno appurato
che i cadaveri appartengo
alle precedenti mogli di
Barbablu. L’ultima, so-
pravvissuta, non si è anco-
ra ripresa. V. De Santis, C.Carenza
* cronaca ricavata dalla fiaba “Barbablu” di Char-les Perrault
LA VILLA DEGLI ORRORI* Pittore serial killer aggredisce la moglie
Ladri scoprono
un tesoro*
Ieri, 27 novembre 2008,
presso una campagna alla
periferia di M…, due ladri
hanno scoperto una tomba
micenea.
Tutto è successo casual-
mente ieri notte, quando i
due sono entrati in un’area
protetta per rubare delle
olive. Uno dei malviventi
è inciampato in una spor-
genza del terreno. Incurio-
sito, ha deciso di scavare e
ha trovato una tomba,
probabilmente risalente
all’epoca micenea, ricca di
suppellettili di inestimabile
valore.
I due sono stati colti in
flagranza di reato e portati
in caserma. La sovrinten-
denza alle Belle Arti pren-
derà in carico il tesoro
ritrovato.
F.Bonfrate
*cronaca inventata
CRUCIVERBA
ORIZZONTALI
1. Ha il naso rosso e fa parte del circo
4. Il nono dell’anno
9. Osso del braccio e poeta
10. Pronome personale soggetto
11. Strumento per fare linee dritte
13. Forma di governo
18. Serve per cucire
20 Occhielli per bottoni
21. Nome femminile
22. Lo era Pavarotti
24. Dea della maternità nella mitologia
egizia
26. Vi si siede il re
27. Vienna né è la capitale
30. Tipo di farina
31. Articolo determinativo maschile
32. Non Sufficiente
33. Città siciliana
35. Orange Country
37. Le mogli dei papà
40. Periodizzazione della storia
42. Lo è il perone
43. Help in italiano
44. E’ al passato
VERTICALI
1. Si usa per ricoprire le piccole
ferite
2. E’ in chiesa e nel corpo umano
3. Risposta negativa
4. Momento della giornata
5. Dottrina che va contro i dogmi
della Chiesa
6. Un piccolo roditore
7. Indice della borsa di Milano
8. Vanno ad alta velocità
12. Spirito che si ha nelle gare
14. Personaggio dell’Odissea
15. Migliore in inglese
16. Si ha quando si accende la
lampadina in testa
17. Cane in breve
19. Metallo molto pregiato
23. Una persona come superman
25. La Pivetti della Tv
28. Articolo indeterminativo
29. Simbolo dell’ospedale
31. Capitale del Perù
34. Insetto produttore di miele
35. Pennuto
36. Il più grande fiume italiano
38. Sigla di Milano
39. Prime due di Europa
9
Attualità
G iovedì 19
f e b b r a i o
presso la
chiesa della Madon-
na delle Grazie, si è
tenuto il convegno
o r g a n i z z a t o
dall’editore Savino
d’Andrea intitolato
“La comunicazione
e il linguaggio pub-
blicitario”.
Nell’occasione è
avvenuta la premia-
zione del concorso
“Uno slogan per la
scuola” che si era
svolto nella scuola
San Francesco il 18
novembre scorso.
La manifestazione è
avvenuta alla presenza
di numerose autorità ed
è i n i z i a t a c o n
l’esecuzione musicale
del gruppo polifonico
della scuola diretto dal
Professore Carrozzo.
L’editore d’Andrea
ha poi introdotto il
convegno ed ha spiega-
to i motivi per cui è sta-
to organizzato: premiare
i vincitori e creare uno
spazio di approfondi-
mento sull’argomento.
Sono quindi interve-
nuti il sub commissario
Aprea, in rappresentan-
za dell’amministrazione
comunale che ha patro-
cinato l’iniziativa, e il
professor Capobianco
già Preside del liceo
classico, oggi Provvedi-
tore agli studi di Brindi-
si.
Il preside della scuola
Tiziano Fattizio ha
quindi spiegato che il
concorso è nato perché
desiderava un manife-
sto prodotto dagli stu-
denti che potesse avere
un impatto comunicati-
vo più immediato, con-
siderati i destinatari del
messaggio.
Il convegno vero
e proprio è iniziato
con l’excursus sto-
rico sui mass-
media del giornali-
sta G. Cannalire.
Dall’ invenzione
della stampa fino
ai giorni nostri con
internet, il relatore
ha toccato le tappe
più importanti della
comunicazione di
massa.
Ha ripreso la
parola Savino
d’Andrea con una
breve presentazione del
manifesto pubblicitario,
nato addirittura nel XV
sec. Infine il professor
Giuseppe Lombardi ha
illustrato come si realiz-
za dal punto di vista
tecnico un manifesto
pubblicitario.
Uno stacco musicale e
poi la premiazione dei
vincitori del concorso
tra cui ha primeggiato
Cosimo Bungaro del-
la 3°H con il manife-
sto che è diventato la
presentazione ufficiale
della scuola San Fran-
cesco.
Al termine i presenti
hanno potuto ammira-
re tutti i manifesti
prodotti dai ragazzi
esposti nella mostra
allestita negli ambienti
sottostanti.
P. Nisi, N. Nocente, F. Sara-
cino, F. Milone
Convegno sulla comunicazione e il linguaggio della pubblicità
LA PUBBLICITA’ E LA SCUOLA Premiazione dei vincitori del concorso “Uno slogan per la scuola” presso la Madonna delle Grazie
Da sinistra il prof. T.Fattizzo, l’editore d’Andrea, il sub commis-
sario Aprea, G.Cannalire e G. Lombardi
Il manifesto vincitore Chiesa della Madonna delle Grazie
La mostra allestita al piano terra
10
G iovedì 18 dicembre, alle
o r e 1 7 . 0 0 , p r e s s o
l’Auditorium della Scuola
“S. Francesco” si è tenuto un concer-
to di Natale.
Le note della marcia di Radesky
hanno introdotto la serata. Sono state
poi spiegate le motivazioni che hanno
indotto ad organizzarla: “far com-
prendere, suonando e recitando
versi , il significato del Natale. E-
sprimere il desiderio di
pace nel mondo deva-
stato dalle guerre e il
desiderio di amore”.
Si sono quindi esibiti il
gruppo di voci polifoni-
che dirette dalla profes-
soressa Mauro e il grup-
po polifonico (flauti)
diretto dal professor
Carrozzo.
È seguito un balletto
classico sulle note dello
“Schiaccianoci” di Chia-
kovsky, danzato da al-
cune alunne.
E’ stata quindi recitata una mi-
scellanea di versi tratti da varie poe-
sie sul tema “ Il senso della vita” e
infine declamata la poesia “Non vive-
re su questa terra come un inquilino”
di Nazim Hikanet.
Ha concluso l’esibizione della ban-
da diretta sempre dal professor Car-
rozzo.
P. Nisi, F.Saracino, N.Nocente
CONCERTO DI NATALE
Musiche, balletti, poesie
“ Dalla plastica nascono i fiori”: è
questo il titolo del progetto “ Diffe-
rentemente” proposto dal Centro di
Educazione Ambientale di Franca-
villa Fontana, al quale hanno aderito
le classi 3^ D e 3^ H della nostra
scuola, guidate dalle professoresse
Angelotti e Ligorio. La finalità del
progetto è stata la seguente: ridurre
la produzione dei rifiuti e implemen-
tare le percentuali di raccolta diffe-
renziata nella regione Puglia, che
attualmente sono le più basse
d’Italia (appena il 5%). Il progetto si
è svolto nei mesi di Ottobre e No-
vembre e si è avvalso dell’aiuto di
due animatori del CEA, il dott. Gio-
vanni Lobello e il signor Mino Ca-
fueri, i quali in 4 incontri di 2 ore
l’uno hanno tenuto delle lezioni nelle
classi interessate per far riflettere gli
alunni sulla necessità di cambiare il
proprio stile di vita e per attuare una
corretta gestione dei rifiuti. Cambia-
re il proprio stile di vita significa
limitare ciò che è inutile, comprare
oggetti realizzati con materiali recu-
perati, evitare di comprare pro-
dotti imballati, privilegiare pro-
dotti “ alla spina”, come detersi-
vi, acqua, ecc. La gestione dei
rifiuti rimane ancora un serio
problema, perché ogni giorno si
produce una quantità enorme di
rifiuti, spesso abbandonati per le
strade. Perciò è di vitale impor-
tanza far diventare una consuetu-
dine nelle nostre case la raccolta
differenziata per separare i mate-
riali che si possono riciclare
( carta, cartone, legno, plastica,
vetro, alluminio, acciaio). Inoltre,
tra non molto, saremo chiamati a
raccogliere anche il materiale
organico ( l’umido), cioè i resi-
dui di frutta e verdura, gli avanzi
di cucina, foglie, fiori, erba sec-
(Continua a pagina 12)
Un saluto a...
Progetto delle terze D e H
“DIFFERENTEMENTE”
M artedì 16 dicembre alle ore 17.00, presso l’Auditorium
della scuola “San Francesco”,
alla presenza di tutto il personale, si è
tenuta una manifestazione per salutare il
Preside, prof. Vincenzo Garganese e gli
altri docenti che sono andati in pensione.
Proprio l’ex preside ha fatto le veci del
padrone di casa e ha consegnato a cia-
scuno dei colleghi un ricordo da parte
della scuola. Particolarmente caloroso è
stato il saluto al prof. Eugenio Rinaldi, la
cui carriera scolastica è stata ricordata
con un filmato.
Sono intervenuti anche l’ex dirigente
scolastico, prof. Adrea de Franco e il
provveditore agli studi prof. Franco Ca-
pobianco, già preside del liceo Classico
“V.Lilla” che hanno elogiato la figura
di Enzo Garganese per il ruolo fonda-
mentale da lui rivestito quale dirigente
della scuola.
La serata è stata allietata dalle musiche
del gruppo “Ensemble” costituito da ex
alunni della scuola. A. Altavilla, F. Bonfrate, I.Carella,
S.Simeone, M. Solazzo
11
ca, ecc., che, attraverso il compo-
staggio, saranno trasformati in conci-
me. Il progetto si è concluso con due
manifestazioni esterne. La prima , il
13 Novembre, presso il Cinema -
teatro Italia, a Francavilla Fontana,
dove si sono incontrate le classi delle
scuole elementari e medie del paese
che hanno partecipato al progetto e
le autorità competenti. Qui sono stati
proiettati i filmati dei vari laboratori
svoltisi nelle classi e un film
d’animazione dal titolo Wall- e , una
storia ambientata nel futuro, in una
Terra priva di ogni forma di vita, a
causa dei rifiuti che l’hanno comple-
tamente sommersa, che, però, per
merito di un coraggioso robot, riu-
scirà a ripopolarsi e a rivivere. La
seconda manifestazione ha avuto
luogo il 15 Novembre, presso il
cinema Impero di Brindisi, dove
sono intervenute le scuole della pro-
vincia di Brindisi aderenti al proget-
to. Qui sono stati esposti i vari car-
telloni e striscioni realizzati durante i
laboratori con gli slogan sul riciclag-
gio ed è stato rappresentato uno spet-
tacolo di marionette, intitolato
“Ecolino e la strega Letizia, la stre-
ga dell’ immondizia”, per sensibiliz-
zare i ragazzi alla necessità della
raccolta differenziata. Elisa Marinosci
Irene Pesce
(Continua da pagina 11)
Redazione
Docente responsabile: Prof.ssa Loredana Weiss
Docente collaboratore Prof.ssa Fiorella Polito
Terza A: Camarda M.T., Guarino, E,
Distante G. Lorito G. , Maggio A., Rug-
giero F.-Seconda A: Milone F., Nisi P.,
Nocente N., Saracino F.- Prima A: Carenza C., Carucci M., De Santis V,
di Coste R., Mascia V. , Paiano I.,
Seconda C: Fino E., Solazzo M.
Seconda D: Altavilla A., Bonfrate F.,
Carella F. Simeone S
Collaboratori esterni : G.Madaro (3^F)
E.Marinosci, I. Pesce, M. Candita (3^ D)
Vignettista: Fabio Sportillo
Caro Direttore,
quest’anno in seguito alla riforma so-
no cambiate le pagelle. Questa nuova
situazione, che vede il voto numerico
anziché il giudizio sulle pagelle, ha
scatenato opinioni diverse in ognuno
di noi. Ad esempio nelle nostre classi,
molti che credevano di essere vicini
alla sufficienza quando c’erano i giudi-
zi, sono rimasti delusi vedendo con il
voto numerico ciò che realmente val-
gono. Ci sono però alcuni, anche se
pochi, che sono rimasti soddisfatti poi-
ché secondo loro la situazione è rima-
sta immutata o è (e questo è un caso
raro) addirittura migliorata. E’ sicura-
mente più gratificante vedere sulla
propria pagella un nove o un dieci
piuttosto che un freddo “ottimo”,ma
fa anche più “male” trovare scritto un
quattro o un cinque piuttosto che un
illusorio non sufficiente che non ri-
specchia realmente la gravità
dell’insufficienza.
P.N, N.N
Lettere al direttore
Caro Direttore,
Le scriviamo per comunicarLe il di-
sappunto di molti per quanto riguar-
da la nuova pagella coi voti. Questa
novità ha stravolto la vita a tutti
quelli che a scuola non vanno bene
perché voti come 3 o 2 sono sembrati
eccessivamente “brutali
Lo scorso anno potevano essere ma-
scherati con un “non sufficiente”, più
generico. Mentre per chi è andato
bene non è cambiato nulla, anzi for-
se è andata meglio, perché è
senz’altro più gratificante mostrare
ai propri genitori e parenti un
bel”9” o un ancor più straordinario
“10”
F.S., F.M.
“ Ho il sogno che un giorno gli
uomini si rizzeranno in piedi e si
renderanno conto che sono stati
creati per vivere insieme come
fratelli. Questa mattina ho anco-
ra il sogno che un giorno ogni
negro nella nostra patria, ogni
uomo di colore in tutto il mondo,
sarà giudicato sulla base del suo
carattere piuttosto che su quella
del colore della sua pelle, e ogni
uomo rispetterà la dignità e il
valore della personalità uma-
na…”.Così diceva in un suo scrit-
to il leader del Movimento per il
riconoscimento dei diritti civili
dei neri americani, Martin Lu-
ther King, premio Nobel per la
pace nel 1964, tragicamente as-
sassinato e Memphis nel 1968.
Oggi il sogno si è avverato. Il 20
Gennaio 2009 si è insediato alla
Casa Bianca il 44^ presidente
degli Stati Uniti, Barack Obama ,
un afroamericano,che è assurto a
simbolo di tutti quei neri che han-
no lottato per il riconoscimento
dei loro diritti, sacrificando la
loro vita per questi ideali.
Sembrava una meta irraggiungi-
bile, soprattutto se si pensa ai se-
co l i bui de l la schiav itù,
o ,comunque, alla segregazione
razziale. L’azione decisiva di pre-
sidenti come Abramo Lincoln e
John Fitzgerald Kennedy, le lotte
del pastore protestante Martin
Luther King. C non avevano can-
cellato l’atteggiamento discrimi-
nante da parte della società ameri-
cana.
Con l’elezione di questo presidente
di colore, dunque, si corona un
sogno che fa sperare che un giorno
tutti gli uomini si considereranno
uguali e si aprirà un’era di pace e
di fratellanza mondiale.
Maria Candita
Numerose sono le lettere di que-
sto tenore. Che dire? Ragazzi ,è
vero, i giudizi nascondevano di
più le insufficienze gravi, ma non
le cancellavano. E quando il
“Non sufficiente” corrispondeva
a una insufficienza grave, occor-
reva molto lavoro per rimediarla.
Esattamente come adesso quando
si prende un “3”.
IL SOGNO SI E’ AVVERATO
Lo speriamo tutti
12