Il giornale della scuola

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Marzo-Aprile 2009 - numero 2 scuola media “San Francesco” L’ opinione dei nostri ragazzi “ La scuola serve a vivere” Da Einstein ai giorni nostri REDAZIONE: IMPORTANTI NOVITÀ S i dice che la scuola sia un luogo nel quale si cresce e si fanno e- sperienze. Albert Ein- stein diceva addirittura che “ la scuola serve per vivere”. Noi sia- mo d’accordo con lui, crediamo che dai pro- fessori e dai loro inse- gnamenti si possa im- parare molto, non solo a livello scolastico, ma anche a livello umano. Proviamo a pensare per un attimo a cosa sarem- mo noi senza la scuola. Vivremmo nell’ igno- ranza, non sapremmo confrontarci con gli altri e senza di essa non avremmo gli stru- menti critici per capire la realtà che ci circon- da. Senza contare, tra l’ altro, che ti dà maggiori possibilità di lavoro rispetto a chi non ha un percorso di studi rego- lare . La scuola, riteniamo, può anche essere stimo- lante perché si fanno delle attività aggiuntive molto interessanti e piacevoli. Ne è esem- pio la realizzazione de (Continua a pagina 6) E sce il nuovo nu- mero de “Il No- stro Giornalecon alcune novità impor- tanti. Innanzitutto la redazio- ne si è allargata ad altre classi( 2° A, 2° D, 2° C e 1° A) per dare la possibili- tà a più alunni di parteci- pare a questa attività, cioè scrivere articoli per un giornale. Altre innovazioni rispet- to al primo numero sono la rubrica “Lettere al diret- tore” che permetterà a tutti i ragazzi di esprimere le proprie opinioni su vari argomenti e “L’angolo della fantasia”, destinata alla prima A. Oltre ai soliti articoli relativi alle attività della scuola, non mancheranno gli articoli di opinione le piccole inchieste, le vi- gnette, i giochi. Infine vogliamo segnala- re che questo numero o- spiterà anche uno speciale sulla Shoah da non perde- re. Lisanti M, Camarda M.T SPECIALE SHOAH La scuola “San Francesco” ha voluto fare la sua parte per ricordare la Shoah. Ha infatti realizzato un progetto. Servizio all’interno “La scuola rende liberi” La dottoressa Lucia Rizzi parla agli studenti della “San Francesco” Colpito e… affossato Domani è un altro giorno V enerdì 6 febbraio, alle ore 9.30, nell’Auditorium della nostra scuola, alla presenza degli alunni di prima media e di quel- li di quinta elementare, si è tenuta una conferenza della dottoressa Lucia Rizzi sui rapporti tra bambini e adulti. La dottoressa ha subito catturato l’attenzione del pubblico grazie a un linguaggio molto semplice e chiaro, ricorrendo spesso a esempi e coin- volgendo direttamente i ragazzi. “Io sono una disattenta e una iperattiva proprio come voi. Queste caratteristi- che mi hanno permesso di capire me- glio i miei figli, il mio secondogenito era soprannominato il terribile, a 11 anni si era già rotto tutte le dita di una mano.” Queste sono state le sue prime parole, e con esse ha annullato le distanze tra sé e i ragazzi: non si (Continua a pagina 6)

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il giornale

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Page 1: Il giornale della scuola

Marzo-Aprile 2009 - numero 2 scuola media “San Francesco”

L’ opinione dei nostri ragazzi

“ La scuola serve a vivere” Da Einstein ai giorni nostri

REDAZIONE:

IMPORTANTI NOVITÀ

S i dice che la

scuola sia un

luogo nel quale

si cresce e si fanno e-

sperienze. Albert Ein-

stein diceva addirittura

che “ la scuola serve

per vivere”. Noi sia-

mo d’accordo con lui,

crediamo che dai pro-

fessori e dai loro inse-

gnamenti si possa im-

parare molto, non solo

a livello scolastico, ma

anche a livello umano.

Proviamo a pensare per

un attimo a cosa sarem-

mo noi senza la scuola.

Vivremmo nell’ igno-

ranza, non sapremmo

confrontarci con gli

altri e senza di essa

non avremmo gli stru-

menti critici per capire

la realtà che ci circon-

da. Senza contare, tra l’

altro, che ti dà maggiori

possibilità di lavoro

rispetto a chi non ha un

percorso di studi rego-

lare .

La scuola, riteniamo,

può anche essere stimo-

lante perché si fanno

delle attività aggiuntive

molto interessanti e

piacevoli. Ne è esem-

pio la realizzazione de

(Continua a pagina 6)

E sce il nuovo nu-

mero de “Il No-

stro Giornale”

con alcune novità impor-

tanti.

Innanzitutto la redazio-

ne si è allargata ad altre

classi( 2° A, 2° D, 2° C e

1° A) per dare la possibili-

tà a più alunni di parteci-

pare a questa attività, cioè

scrivere articoli per un

giornale.

Altre innovazioni rispet-

to al primo numero sono

la rubrica “Lettere al diret-

tore” che permetterà a tutti

i ragazzi di esprimere le

proprie opinioni su vari

argomenti e “L’angolo

della fantasia”, destinata

alla prima A.

Oltre ai soliti articoli

relativi alle attività della

scuola, non mancheranno

gli articoli di opinione le

piccole inchieste, le vi-

gnette, i giochi.

Infine vogliamo segnala-

re che questo numero o-

spiterà anche uno speciale

sulla Shoah da non perde-

re. Lisanti M, Camarda M.T

SPECIALE SHOAH

La scuola “San Francesco”

ha voluto fare la sua parte

per ricordare la Shoah. Ha

infatti realizzato un progetto.

Servizio all’interno

“La scuola rende liberi” La dottoressa Lucia Rizzi parla agli studenti della “San Francesco”

Colpito e… affossato Domani è un altro giorno

V enerdì 6 febbraio, alle ore

9.30, nell’Auditorium della

nostra scuola, alla presenza

degli alunni di prima media e di quel-

li di quinta elementare, si è tenuta una

conferenza della dottoressa Lucia

Rizzi sui rapporti tra bambini e adulti.

La dottoressa ha subito catturato

l’attenzione del pubblico grazie a un

linguaggio molto semplice e chiaro,

ricorrendo spesso a esempi e coin-

volgendo direttamente i ragazzi. “Io

sono una disattenta e una iperattiva

proprio come voi. Queste caratteristi-

che mi hanno permesso di capire me-

glio i miei figli, il mio secondogenito

era soprannominato il terribile, a 11

anni si era già rotto tutte le dita di

una mano.” Queste sono state le sue

prime parole, e con esse ha annullato

le distanze tra sé e i ragazzi: non si

(Continua a pagina 6)

Page 2: Il giornale della scuola

Speciale

Il 20 luglio del 2000 il Parlamento Italiano ha ema-

nato una legge che istituiva il “GIORNO DELLA

MEMORIA” in ricordo dello sterminio e delle

persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati

militari e politici nei campi nazisti. Ha scelto come

data il 27 gennaio, il giorno in cui nel lontano

1945 furono abbattuti i cancelli di Auschwitz.

Ogni anno vengono organizzate cerimonie, iniziati-

ve, incontri e momenti comuni di narrazione dei

fatti e di riflessione su quanto è accaduto. Anche la

Scuola “San Francesco” ha voluto fare la sua par-

te per ricordare. Ha infatti realizzato un progetto

che ha visto coinvolte e impegnate tutte le terze e

una seconda in un lavoro di ricerca. Il risultato è

stato reso pubblico in una mostra fotografica e

documentaria allestita in contemporanea alla mo-

stra dei “Divieti e dinieghi” curata dall’Archivio

delle Resistenza e della Memoria di Barletta.

Gli alunni della scuola fanno ricerca storica LA “SAN FRANCESCO” RICORDA LA SHOAH

La scuola ospita la mostra dei “Divieti e Dinieghi” dell’Archivio di Barletta

a cura degli alunni

della scuola secondaria di primo grado “San Fran-

cesco”

e del III° Circolo didattico

N ella nostra scuola dal 12 al 20 gennaio si è

tenuta una mostra sulla Shoah organiz-

zata dalla scuola in collaborazione con l’

Archivio della Resistenza e della Memoria di Bar-

letta.

L’iniziativa faceva parte di un progetto intitolato

“Ricordare e testimoniare la Shoah” presentato

dalla professoressa Mina Nardelli e realizzato dai

ragazzi delle classi terze e di una seconda, coordi-

nati dai docenti di lettere.

La mostra era divisa in due sezioni: la mostra-

laboratorio intitolata DINIEGHI e DIRITTI, dal-

le leggi razziali alla Dichiarazione dei Diritti

umani, a cura dell’ Archivio di Barletta e la mo-

stra Fotografica e documentaria a cura degli

alunni della scuola media “S.Francesco”.

La prima era costituita dai manichini-scultura di

Ruggiero Spadaro e da 78 pannelli sul cui sfon-

do, identico per tutti, ( il volto di Hitler e quello di

un bambino ariano) erano riportati i divieti ema-

nati nei confronti degli Ebrei con le leggi razziali

tedesche dal 1933 al 1945.

I divieti, raccolti da Maria Teresa Brancaccio e da

Barry Van Drill della Fondazione Anne Frank di

Amsterdam e riadattate da Luigi Di Cuonzo, re-

sponsabile dell’Archivio della Resistenza e della

Memoria di Barletta, toccavano tutti gli aspetti

della vita quotidiana. Dalla proibizione ad eserci-

tare certe professioni a quelle di assistere a un con-

certo, o a comprare un giornale, dalla segregazione

nei ghetti alla espulsione dalle scuole,

dall’internamento nei campi al divieto di acquista-

re pane e latte.

Nella sezione allestita direttamente dalla scuola

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Page 3: Il giornale della scuola

“San Francesco” era possibile visitare la mostra fotogra-

fica con 137 immagini. Dall’avvento del nazismo alle

prime discriminazioni razziali, dal ghetto ai campi

dell’orrore, i campi di concentramento in Italia e, parti-

colarmente interessante, le leggi razziali italiane attra-

verso i documenti e attraverso la stampa. Esposti anche

disegni e opere grafiche, una raccolta di testimonianze e

poesie a cura di alunni e insegnanti e pannelli eseguiti

dai ragazzi del III Circolo “De Amicis”. In contemporanea

venivano proiettati due filmati relativi ai diritti negati

dal nazismo e riconosciuti oggi.

Da segnalare infine che il giorno 12 e 13 gennaio, in con-

temporanea alla mostra, si sono tenuti dei laboratori

storici a cura di Luigi di Cuonzo, che, con il metodo

Brainstorming, ha condotto i ragazzi a ri-

flettere sulle restrizioni nei confronti degli

ebrei e sui diritti umani da non calpestare. Grazia Distante

G iovedì 15

gennaio, alle

ore 10.00,

nell’auditorium della

nostra scuola, alla

presenza di docenti,

ragazzi delle elemen-

tari, medie e superiori,

si è tenuta una confe-

renza sulla Shoah.

Era presente il soprav-

vissuto Shlomo Vene-

zia che faceva parte

del Sonderkommando,

una squadra speciale

incaricata di bruciare i

cadaveri delle camere

a gas.

Il preside ha introdot-

to la manifestazione

ringraziando i docenti

e gli alunni ed in par-

ticolare gli sponsor

che ne hanno reso

possibile la realizza-

zione. Subito dopo è

stato proiettato un

filmato che riassume

le atrocità dei campi di

sterminio. Ha preso

quindi la parola Luigi

di Cuonzo, responsa-

bile dell’Archivio

della Memoria della

Resistenza di Barletta

che, dopo aver fornito

alcune notizie stori-

che sulla città di Bar-

letta, protagonista

della Resistenza nel

meridione, ha presen-

tato, con poche parole

Shlomo Venezia.

Shlomo ha iniziato il

SHLOMO VENEZIA RACCONTA Nell’Auditorium della “San Francesco” il sopravvissuto commuove il pubblico

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Da sinistra Shlomo Venezia e il Preside Tiziano Fattizzo

Page 4: Il giornale della scuola

Speciale

Recensioni

S hmuel e Bruno sono i due piccoli protagonisti del

film “Il bambino con il pigiama a righe”. Am-

bientato durante la seconda guerra mondiale,

narra la storia di due ragazzini di appena 8 anni comple-

tamente diversi : Shmuel ebreo, deportato in un campo

di concentramento e Bruno, figlio di un ufficiale tedesco

nazista. Bruno si trasferisce in una casa a pochi chilo-

metri dal campo in cui lavora il padre ed esplorando

nelle vicinanze della casa, all’insaputa dei genitori ,si

ritrova davanti una recinzione di filo spinato. Dall’altra

parte c’è Shmuel bambino timido costretto ai lavori

forzati. Da qui inizia una grande amicizia, fatta di

complicità ma anche di bugie.

La tragedia di un popolo vista dagli occhi ingenui di

due bambini. Un film molto commovente, con scene

toccanti e un finale che non ci aspetteremmo perché

questa non è più una favola ma una dura realtà. La

regia e la sceneggiatura di Mark Herman e le musiche di

James Horner ci regalano 100 minuti di storia vera e

drammatica. Un film per non dimenticare.

G. Distante, F.Ruggiero

IL BAMBINO CON IL

PIGIAMA A RIGHE

Regia : Mark Herman

Sceneggiatura:

M.Herman

Musiche: James Homer

Genere: drammatico

Durata: 100 min

suo discorso con la frase: “Non è facile raccontare la

mia storia …” Ma ha poi proseguito davanti a un pubbli-

co in religioso e attento silenzio. L’autore del libro

“Sonderkommando Auschwitz la verità sulle camere a

gas” è stato catturato con la famiglia nel 1944 a Salo-

nico e deportato ad Auschwitz-Birkenau. Il racconto

della sua tragica esperienza si snocciola attraverso il

ricordo dei tanti episodi che restano impressi indelebil-

mente nella sua mente e anche nella nostra che ascoltia-

mo.

Racconta del tentativo di fuga dal carro merci, fallito

prima ancora di cominciare, rievoca sensazioni(“Ricordo

ancora oggi la voce metallica dei tedeschi …”), si com-

muove quando parla della madre, alla quale era partico-

larmente legato, persa di vista all’arrivo e mai più rivi-

sta.

Continua con particolari che ci proiettano in un mondo

atroce. La rasatura, le docce, i vestiti che non sono della

misura giusta, la cancellazione dell’identità e della di-

gnità.”Mio fratello cominciò a urlare il mio nome e non

si era accorto che gli stavo accanto. Non mi aveva rico-

nosciuto.”

Parla della squadra speciale cui viene destinato, del com-

pito assegnato a lui che si era dichiarato barbiere, tagliare

i capelli delle donne morte nelle camere a gas. Conclu-

de : “ Eri vivo, ma era come fossi morto.”

La conferenza si è conclusa con una serie di domande

fatte dai ragazzi.

C. Argentieri, E. Guarino, A. Maggio, F. Ruggiero

Shlomo Venezia

SONDERKOMMANDO

AUSCHWITZ

La verità sulle camere a gas

Rizzoli

pp. 236

autobiografia

T ragica testimonianza di un sopravvissuto ai

campi di sterminio, il libro è un racconto auto-

biografico. L’autore, Shlomo Venezia, dopo

decenni di soffocato silenzio decide di rivelare al mon-

do la sua importantissima testimonianza di vita affin-

ché una simile storia non possa ripetersi ancora.

L’eccellente cura dei dettagli, anche quelli più ag-

ghiaccianti, consente al lettore di immedesimarsi

nell’esperienza dello scrittore, e rende reali le infor-

mazioni su uno dei più drammatici momenti della

storia. Emozionante e sorprendentemente crudo è un

libro che vale davvero la pena di leggere per conserva-

re ancora intatto il tristissimo ricordo di quella terribile

strage. La celeberrima frase che Shlomo scriverà a

conclusione del suo racconto attesta l’immane difficol-

tà nel superare la tragica esperienza vissuta: - Non ho

più avuto una vita normale. Non ho mai potuto dire che

tutto andasse bene... Tutto mi riporta al campo. Qua-

lunque cosa faccia, qualunque cosa veda, il mio spirito

torna sempre nello stesso posto… Non si esce mai per

davvero dal crematorio.

G.Madaro

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Page 5: Il giornale della scuola

Intervista a... SHLOMO VENEZIA

Chi le dava la forza di an-

dare avanti?

Non lo so, le persone diventa-

no anormali. La forza è venu-

ta da sé, forse è stata anche

la vita dura che avevo avuto

già prima.

Se il passato è insegnamen-

to per il futuro, perchè con-

tinuano ad esserci le guer-

re?

Le guerre sono una questione

di interesse e non si bada più

all’uomo.

Nel 1933 è possibile che nes-

sun ebreo potesse intuire

quello che stava accadendo?

(Risponde Luigi di Cuonzo)

I nazisti dal ’33 hanno fatto

in modo di isolare gli ebrei e

quando si è soli si ha paura.

Quale momento vorrebbe dimenticare?

Non voglio dimenticare niente, anzi.

Ci sono state delle fughe dai lager, lei ne era

informato?

Noi sapevamo che qualcuno tentava di fuggire,

dodici persone hanno pagato con la vita. Ad

Auschwitz ci sono le forche collettive.

Avevano preso due amici miei per portare al

fiume un camion di cenere umana. Si erano

messi d’accordo per dare un colpo in testa all’

autista e alla guardia che li scortava. L’autista si

è accorto di quello che stava accadendo e ha

sparato a uno dei due che aveva raggiunto il

fiume. Poiché era ormai lontano lo ha colpito

ad una gamba con le pallottole “dum dum”,

quelle che esplodono. Lo hanno trovato morto

dissanguato due giorni dopo. L’altro invece è

stato riportato al campo, ma è sparito.

Perchè avete aspettato tanto per testimonia-

re?

Non era facile testimoniare perché avevamo

paura che ci prendessero di nuovo, ci facevamo

la domanda “chi ci crede?” Stiamo parlando di

un genocidio così grande che non si può narra-

re.

Quali sensazioni ha provato quando siete

stati liberati?

Lì per lì vedevi persone che ridevano e piange-

vano, che sembravano pazzi, altri che non riu-

scivano neppure ad alzarsi.

Non capivo se ero contento o no. Volevo solo

farla pagare a un kapo che mi aveva picchiato.

Quando l’ho visto ho preso un bastone, l’ho

raggiunto e gli ho dato due bastonate in testa.

Non racconto volentieri questo episodio.

Come era la sua fede?

Di solito mi chiedono se credo in Dio, credo

in qualche cosa e penso che chiunque debba

credere. Lì molti pensavano che il Padreterno ci

aiutasse, ma lì quasi non era possibile credere.

Che cosa ne pensa di certi atteggiamenti for-

sennati di alcuni revisionisti ?

Sono ignoranti

5

Page 6: Il giornale della scuola

“Il Nostro Giornale”. Queste ore

aggiuntive sono però destinate a

diminuire, praticamente a scompa-

rire.

Ora ciascun insegnante di lettere ne

ha a disposizione tre e l’insegnante

di tecnologia una, ma, secondo le

nuove regole del ministro

dell’istruzione, in futuro ci sarà una

sola ora aggiuntiva da destinarsi

all’approfondimento delle materie

l e t t e r a r i e , p r o b a b i l m e n t e

all’insegnamento di educazione

civica. Niente più ricerche dunque,

niente più teatro, giornali e altro.

Solo le tradizionali lezioni. Sicura-

mente non è una cosa positiva e va

a discapito soprattutto degli alunni.

Per noi della terza A l’avventura

della scuola media f in irà

quest’anno, ma ci è dispiaciuto

ugualmente questo cambiamento

perché, nel corso di questi tre anni,

nelle ore aggiuntive, ci siamo senti-

ti un po’ giornalisti e un po’ stori-

ci.

Ci sono anche altre novità relative

alla scuola. Con il nuovo anno sco-

lastico è stato introdotto il 5 in con-

dotta e, con esso, il pericolo della

conseguente bocciatura. Ma, se

inizialmente si è creato tra gli stu-

denti un certo timore perché sem-

brava relativamente “facile” rice-

verlo, il ministro Mariastella Gel-

mini, proprio in prossimità degli

scrutini del primo quadrimestre, si

è “rimangiata” la decisione, stabi-

lendo dei criteri rigidi. Solo dopo

una sospensione superiore ai quin-

dici giorni. In questi giorni pare

che abbia comunque dichiarato che

i Consigli di classe potranno darlo

anche per sanzioni meno serie (note

disciplinari, mancanza di rispet-

to…)

Questi improvvisi cambiamenti

destabilizzano la scuola. Gli inse-

gnanti non sanno più che fare e

perdono in credibilità, noi alunni

finiamo per approfittarne in modo

assolutamente incosciente.

Grazia Distante

(Continua da pagina 1)

trattava più di una confe-

renza, ma di una chiac-

chierata.

“ Mi devo alzare in piedi

perché devo guardarvi in faccia, gli occhi dei bam-

bini esprimono tutto”. Ha

continuato e, subito dopo,

ha enunciato la sua teoria

sull’educazione: la felici-

tà, che definisce come il

successo una buona abitu-

dine, va voluta intensa-

mente. La dottoressa Rizzi

ritiene che gli adulti

(insegnanti e genitori)

siano in grado di insegna-

re un comportamento che

renda i ragazzi felici e di successo, ma per raggiungere

questo risultato occorre essere in grado di gestire le emo-

zioni. Per rendere più chiaro il concetto ha chiamato sul

palco un bambino che ha dichiarato di aver paura dei cani.

Secondo il ragionamento della dottoressa non si può pensa-

re che il bambino sia uno sciocco, ma bisogna rispettare le

sue emozioni. Gli adulti possono e devono aiutare il bam-bino a superare i suoi problemi e le sue paure.

Successivamente ha fatto un esempio per rendere più chia-

ra la sua teoria: ha nascosto dietro un libro due bicchieri

contenenti acqua e un ingrediente sconosciuto, diverso per

ogni bicchiere, ha poi chiesto ai bambini di scegliere uno

dei due bicchieri. I bambini erano in difficoltà, così la dot-

toressa Rizzi ha spiegato che non sapevano scegliere per-

ché non conoscevano il contenuto dei bicchieri e per sa-

perlo bisognava saper leggere quello che c’era scritto sulle

bottiglie degli ingredienti. “Si impara a leggere a scuola,

quindi la scuola rende liberi perché si è liberi quando si è

in grado di scegliere. La libertà, ha ribadito, dipende dalla

scuola che ci insegna a scegliere. Quindi la scuola e

l’educazione danno la possibilità di essere persone felici,

libere e di successo”.

Infine ha parlato dei ragazzi problematici dicendo che per

raggiungere buoni risultati bisogna che ci sia una collabo-

razione tra la scuola e la famiglia e che bisogna gratificarli

nei momenti giusti ma senza esagerare e dicendo loro sem-

pre la verità. Ha infine criticato i programmi televisivi che,

secondo lei, trasmettono messaggi sbagliati.

Grazia Distante, Federica Ruggiero

(Continua da pagina 1)

“La scuola rende liberi”

“ La scuola serve a vivere”

La dottoressa Lucia Rizzi è esperta

dell’Attention Deficit Hyperactivity Disorder

( sindrome da deficit di attenzione) presso il

Child Development Center (Università della

California).

Collabora con ospedali e scuole e tiene corsi

di terapia comportamentale per genitori e

insegnanti. E’ autrice dei libri “ Fate i com-

piti” e “Fate i bravi” e partecipa in qualità di

esperta al programma televisivo “ Sos Tata”

in onda su “La 7” e “Fox life”.

6

Page 7: Il giornale della scuola

93%

7%

preferenze genitori

voto numerico giudizio

I l Ministro Maristella Gelmini ha emesso un

nuovo decreto legge che ha cambiato il mo-

do di valutare gli alunni: i giudizi sono stati

sostituiti con i voti numerici. Il giornale ha rice-

vuto dai ragazzi molte lettere in cui esprimevano

la propria opinione in merito all’argomento.

Perciò si è deciso di fare un sondaggio per ve-

rificare in modo più specifico come la pensano i

ragazzi. È stato proposto un questionario in cui

si chiedeva la preferenza rispetto al giudizio e al

voto e la motivazione. Dei duecento alunni

intervistati, la maggioranza, cioè il 66%, ha

dichiarato di preferire il voto numerico. I motivi

sono vari: il 78% perché sono migliori, più chia-

ri, concreti e quantificano meglio la valutazione,

l’8% li considera più equi e il 14% non ha dato

una motivazione.

Il 34% ha invece affermato che sono migliori i

giudizi. Il 51% perché si comprendono meglio,

Il 22% non ha dato una risposta, il 12% pensa

che i giudizi mascherino la gravità della non

sufficienza e infine il 15% pensa che il giudizio

sia più facilmente recuperabile del voto numeri-

co.

Lo stesso questionario è stato proposto anche ad

alcuni genitori e il risultato ha confermato

l’opinione dei ragazzi. Infatti ben il 93% di essi

ha affermato che i voti sono migliori perché più

comprensibili.

Sembra dunque che solo una minoranza rimpian-

ga i giudizi, ma la motivazione addotta induce a

pensare che siano gli alunni meno diligenti. In

realtà se è vero che mascheravano meglio le in-

sufficienze, non è altrettanto vero che fossero più

facilmente recuperabili. G. Lorito , P. Nisi , N. Nocente

Effettuato un sondaggiio

FINALMENTE D’ACCORDO GENITORI E ALUNNI Il 66% dei ragazzi e il 93% dei genitori preferiscono i voti

78%

8%

14%

preferisco i voti perchè:

più chiari più equi non dà risposta

7

51%

12%

15%

22%

preferisco il giudizio perché:

più comprensibili

maschera la gravità di una insufficienza

più facilmente recuperabile del voto

non dà risposta

Page 8: Il giornale della scuola

L’ Angolo della….fantasia

Modena - Il giorno 23 marzo 2080

uno scienziato pazzo ha catturato il sole.

Il buio è calato improvvisamente sulla

città e i cittadini sono caduti in preda al

panico.

Il fisico Salem ha tentato con un e-

sperimento di sostituire il sole con la luce

elettrica. A Modena gli abitanti hanno

approfittato dell’accaduto per non andare

al lavoro e a scuola. Si sono divertiti fin

quando ratti, pipistrelli, gufi, civette e rari

animali notturni e piante striscianti hanno

invaso la città. I cittadini a questo punto

sono caduti in preda al panico e non sono

più usciti da casa.

Il sindaco, avvisato dell’accaduto, ha

indagato sullo strano personaggio che,

interrogato dalla polizia, ha confessato di

aver preso il sole e di averlo messo in

cassaforte. Lo scienziato ha riferito di

non essere in grado di ricordare la combi-

nazione. È stato quindi condotto in carce-

re dove ha avuto tempo di riflettere.

Dopo tre giorni ha ricordato la formu-

la che apriva la cassaforte. Il sole è ritor-

nato a splendere.

Marinunzia Carucci

*cronaca fantastica

Sole catturato da uno scienziato* Un esperimento oscura la città

L’usignolo Cantarella

è morto ieri notte per

aiutare un ragazzo che

non trovava una rosa

rossa da donare alla sua

amata.

In occasione del ballo

di fine anno scolastico

una studentessa aveva

promesso al suo inna-

morato di ballare con lui

tutta la notte, solo se a-

vesse ricevuto una rosa

rossa. Il ragazzo era

disperato perché nel suo

giardino non ci sono rose

rosse.

L’ usignolo si è ac-

corto della sua sofferen-

za e ha deciso di aiutar-

lo. Si è recato in un ro-

seto per cercare una rosa,

ma il suo amico albero

gli ha riferito che per far

crescere una rosa rossa

bisogna cantare sotto la

luna piena e trafiggersi il

cuore con una spina.

L’usignolo ha quindi

sacrificato la sua vita per

una rosa rossa, bella,

unica al mondo.

Il ragazzo è tornato

al roseto e ha trovato la

bellissima rosa rossa e,

ai piedi del rosaio,

l’usignolo morto.

Il sacrificio del pove-

ro Cantarella non è ser-

vito a niente, la ragazza

lo ha comunque respinto.

Vanessa Mascia,

Ilaria Paiano

Usignolo muore

per una rosa*

Un lupo si traveste da nonna e la ingoia

Nonna e nipote salvate da un cacciatore La bambina disobbedisce alla madre e finisce nelle fauci di un lupo*

Ieri in una casa

al limitare del bo-

sco, un cacciatore

uccide un lupo e

salva una ragazzina

e sua nonna.

La bambina, di

nome Cappuccetto

Rosso, doveva re-

carsi dalla nonna

sofferente per por-

tarle del cibo e delle

bevande. Per rag-

giungere la casa

doveva attraversare

il bosco e la mam-

ma le aveva racco-

mandato di non

perdere tempo e

non parlare con gli estranei.

Cappuccetto Rosso però ha disubbidi-

to e si è fermata a parlare con un lupo che

l’ha abilmente raggirata ed è riuscito a

sapere dove abitava la nonna.

Mentre la bambina si è fermata a rac-

cogliere fiori il lupo è arrivato a destina-

zione e ha divorato in un sol boccone la

vecchietta. Quando anche Cappuccetto è

arrivata non ha riconosciuto il lupo trave-

stito da nonna e ha fatto la stessa fine.

Il lupo, sazio, si è addormentato, ma

non l’ha fatta franca. Un cacciatore passa-

va nei pressi e, attirato da strani rumori

provenienti dalla casa, ha spalancato la

porta. Gli si è presentata una scena incre-

dibile: un lupo dalla pancia enorme russa-

va beatamente in un letto. Non ha perso

tempo e, con un coltello, ha ucciso

l’animale.

Cappuccetto Rosso e la nonna sono

uscite incolumi.

Ilaria Paiano

*cronaca ricavata dalla fiaba “Cappuccetto Ros-

so” di Charles Perrault

8

Page 9: Il giornale della scuola

L’ Angolo della….fantasia

Il famoso pittore, so-

prannominato Barbablu

per la barba, ieri sera, nel-

la sua residenza estiva

“Villa delle Grazie” ha

aggredito la moglie. Per

fortuna sono intervenuti i

fratelli della ragazza e

l’hanno salvata.

Pare che il pittore faces-

se parte della’ndrangheta e

si fosse allontanato da

casa per un affare impor-

tante. Ha affidato le chia-

vi delle stanze alla moglie,

ma le ha proibito di aprir-

ne una in particolare.

La giovane donna, curio-

sa, ha infranto le regole e

vi è entrata. Una scena

orripilante le apparsa: am-

massi di corpi di donne

sgozzate e sangue sul pa-

vimento. Sconvolta, ha

fatto cadere le chiavi che

si sono sporcate

di sangue. Bar-

bablu, è ritorna-

to a casa prima

del previsto e ha

chiesto le chiavi.

Ha notato le

macchie di san-

gue ed ha intuito

subito tutto. A

nulla sono valse

le suppliche, le

lacrime e le pre-

ghiere della po-

vera donna.

L’uomo non ha avuto pie-

tà e l’ha aggredita. E stata

però salvata in tempo dai

fratelli.

Barbablu è stato subito

condotto in carcere e pro-

babilmente verrà condan-

nato all’ergastolo. Gli in-

quirenti hanno appurato

che i cadaveri appartengo

alle precedenti mogli di

Barbablu. L’ultima, so-

pravvissuta, non si è anco-

ra ripresa. V. De Santis, C.Carenza

* cronaca ricavata dalla fiaba “Barbablu” di Char-les Perrault

LA VILLA DEGLI ORRORI* Pittore serial killer aggredisce la moglie

Ladri scoprono

un tesoro*

Ieri, 27 novembre 2008,

presso una campagna alla

periferia di M…, due ladri

hanno scoperto una tomba

micenea.

Tutto è successo casual-

mente ieri notte, quando i

due sono entrati in un’area

protetta per rubare delle

olive. Uno dei malviventi

è inciampato in una spor-

genza del terreno. Incurio-

sito, ha deciso di scavare e

ha trovato una tomba,

probabilmente risalente

all’epoca micenea, ricca di

suppellettili di inestimabile

valore.

I due sono stati colti in

flagranza di reato e portati

in caserma. La sovrinten-

denza alle Belle Arti pren-

derà in carico il tesoro

ritrovato.

F.Bonfrate

*cronaca inventata

CRUCIVERBA

ORIZZONTALI

1. Ha il naso rosso e fa parte del circo

4. Il nono dell’anno

9. Osso del braccio e poeta

10. Pronome personale soggetto

11. Strumento per fare linee dritte

13. Forma di governo

18. Serve per cucire

20 Occhielli per bottoni

21. Nome femminile

22. Lo era Pavarotti

24. Dea della maternità nella mitologia

egizia

26. Vi si siede il re

27. Vienna né è la capitale

30. Tipo di farina

31. Articolo determinativo maschile

32. Non Sufficiente

33. Città siciliana

35. Orange Country

37. Le mogli dei papà

40. Periodizzazione della storia

42. Lo è il perone

43. Help in italiano

44. E’ al passato

VERTICALI

1. Si usa per ricoprire le piccole

ferite

2. E’ in chiesa e nel corpo umano

3. Risposta negativa

4. Momento della giornata

5. Dottrina che va contro i dogmi

della Chiesa

6. Un piccolo roditore

7. Indice della borsa di Milano

8. Vanno ad alta velocità

12. Spirito che si ha nelle gare

14. Personaggio dell’Odissea

15. Migliore in inglese

16. Si ha quando si accende la

lampadina in testa

17. Cane in breve

19. Metallo molto pregiato

23. Una persona come superman

25. La Pivetti della Tv

28. Articolo indeterminativo

29. Simbolo dell’ospedale

31. Capitale del Perù

34. Insetto produttore di miele

35. Pennuto

36. Il più grande fiume italiano

38. Sigla di Milano

39. Prime due di Europa

9

Page 10: Il giornale della scuola

Attualità

G iovedì 19

f e b b r a i o

presso la

chiesa della Madon-

na delle Grazie, si è

tenuto il convegno

o r g a n i z z a t o

dall’editore Savino

d’Andrea intitolato

“La comunicazione

e il linguaggio pub-

blicitario”.

Nell’occasione è

avvenuta la premia-

zione del concorso

“Uno slogan per la

scuola” che si era

svolto nella scuola

San Francesco il 18

novembre scorso.

La manifestazione è

avvenuta alla presenza

di numerose autorità ed

è i n i z i a t a c o n

l’esecuzione musicale

del gruppo polifonico

della scuola diretto dal

Professore Carrozzo.

L’editore d’Andrea

ha poi introdotto il

convegno ed ha spiega-

to i motivi per cui è sta-

to organizzato: premiare

i vincitori e creare uno

spazio di approfondi-

mento sull’argomento.

Sono quindi interve-

nuti il sub commissario

Aprea, in rappresentan-

za dell’amministrazione

comunale che ha patro-

cinato l’iniziativa, e il

professor Capobianco

già Preside del liceo

classico, oggi Provvedi-

tore agli studi di Brindi-

si.

Il preside della scuola

Tiziano Fattizio ha

quindi spiegato che il

concorso è nato perché

desiderava un manife-

sto prodotto dagli stu-

denti che potesse avere

un impatto comunicati-

vo più immediato, con-

siderati i destinatari del

messaggio.

Il convegno vero

e proprio è iniziato

con l’excursus sto-

rico sui mass-

media del giornali-

sta G. Cannalire.

Dall’ invenzione

della stampa fino

ai giorni nostri con

internet, il relatore

ha toccato le tappe

più importanti della

comunicazione di

massa.

Ha ripreso la

parola Savino

d’Andrea con una

breve presentazione del

manifesto pubblicitario,

nato addirittura nel XV

sec. Infine il professor

Giuseppe Lombardi ha

illustrato come si realiz-

za dal punto di vista

tecnico un manifesto

pubblicitario.

Uno stacco musicale e

poi la premiazione dei

vincitori del concorso

tra cui ha primeggiato

Cosimo Bungaro del-

la 3°H con il manife-

sto che è diventato la

presentazione ufficiale

della scuola San Fran-

cesco.

Al termine i presenti

hanno potuto ammira-

re tutti i manifesti

prodotti dai ragazzi

esposti nella mostra

allestita negli ambienti

sottostanti.

P. Nisi, N. Nocente, F. Sara-

cino, F. Milone

Convegno sulla comunicazione e il linguaggio della pubblicità

LA PUBBLICITA’ E LA SCUOLA Premiazione dei vincitori del concorso “Uno slogan per la scuola” presso la Madonna delle Grazie

Da sinistra il prof. T.Fattizzo, l’editore d’Andrea, il sub commis-

sario Aprea, G.Cannalire e G. Lombardi

Il manifesto vincitore Chiesa della Madonna delle Grazie

La mostra allestita al piano terra

10

Page 11: Il giornale della scuola

G iovedì 18 dicembre, alle

o r e 1 7 . 0 0 , p r e s s o

l’Auditorium della Scuola

“S. Francesco” si è tenuto un concer-

to di Natale.

Le note della marcia di Radesky

hanno introdotto la serata. Sono state

poi spiegate le motivazioni che hanno

indotto ad organizzarla: “far com-

prendere, suonando e recitando

versi , il significato del Natale. E-

sprimere il desiderio di

pace nel mondo deva-

stato dalle guerre e il

desiderio di amore”.

Si sono quindi esibiti il

gruppo di voci polifoni-

che dirette dalla profes-

soressa Mauro e il grup-

po polifonico (flauti)

diretto dal professor

Carrozzo.

È seguito un balletto

classico sulle note dello

“Schiaccianoci” di Chia-

kovsky, danzato da al-

cune alunne.

E’ stata quindi recitata una mi-

scellanea di versi tratti da varie poe-

sie sul tema “ Il senso della vita” e

infine declamata la poesia “Non vive-

re su questa terra come un inquilino”

di Nazim Hikanet.

Ha concluso l’esibizione della ban-

da diretta sempre dal professor Car-

rozzo.

P. Nisi, F.Saracino, N.Nocente

CONCERTO DI NATALE

Musiche, balletti, poesie

“ Dalla plastica nascono i fiori”: è

questo il titolo del progetto “ Diffe-

rentemente” proposto dal Centro di

Educazione Ambientale di Franca-

villa Fontana, al quale hanno aderito

le classi 3^ D e 3^ H della nostra

scuola, guidate dalle professoresse

Angelotti e Ligorio. La finalità del

progetto è stata la seguente: ridurre

la produzione dei rifiuti e implemen-

tare le percentuali di raccolta diffe-

renziata nella regione Puglia, che

attualmente sono le più basse

d’Italia (appena il 5%). Il progetto si

è svolto nei mesi di Ottobre e No-

vembre e si è avvalso dell’aiuto di

due animatori del CEA, il dott. Gio-

vanni Lobello e il signor Mino Ca-

fueri, i quali in 4 incontri di 2 ore

l’uno hanno tenuto delle lezioni nelle

classi interessate per far riflettere gli

alunni sulla necessità di cambiare il

proprio stile di vita e per attuare una

corretta gestione dei rifiuti. Cambia-

re il proprio stile di vita significa

limitare ciò che è inutile, comprare

oggetti realizzati con materiali recu-

perati, evitare di comprare pro-

dotti imballati, privilegiare pro-

dotti “ alla spina”, come detersi-

vi, acqua, ecc. La gestione dei

rifiuti rimane ancora un serio

problema, perché ogni giorno si

produce una quantità enorme di

rifiuti, spesso abbandonati per le

strade. Perciò è di vitale impor-

tanza far diventare una consuetu-

dine nelle nostre case la raccolta

differenziata per separare i mate-

riali che si possono riciclare

( carta, cartone, legno, plastica,

vetro, alluminio, acciaio). Inoltre,

tra non molto, saremo chiamati a

raccogliere anche il materiale

organico ( l’umido), cioè i resi-

dui di frutta e verdura, gli avanzi

di cucina, foglie, fiori, erba sec-

(Continua a pagina 12)

Un saluto a...

Progetto delle terze D e H

“DIFFERENTEMENTE”

M artedì 16 dicembre alle ore 17.00, presso l’Auditorium

della scuola “San Francesco”,

alla presenza di tutto il personale, si è

tenuta una manifestazione per salutare il

Preside, prof. Vincenzo Garganese e gli

altri docenti che sono andati in pensione.

Proprio l’ex preside ha fatto le veci del

padrone di casa e ha consegnato a cia-

scuno dei colleghi un ricordo da parte

della scuola. Particolarmente caloroso è

stato il saluto al prof. Eugenio Rinaldi, la

cui carriera scolastica è stata ricordata

con un filmato.

Sono intervenuti anche l’ex dirigente

scolastico, prof. Adrea de Franco e il

provveditore agli studi prof. Franco Ca-

pobianco, già preside del liceo Classico

“V.Lilla” che hanno elogiato la figura

di Enzo Garganese per il ruolo fonda-

mentale da lui rivestito quale dirigente

della scuola.

La serata è stata allietata dalle musiche

del gruppo “Ensemble” costituito da ex

alunni della scuola. A. Altavilla, F. Bonfrate, I.Carella,

S.Simeone, M. Solazzo

11

Page 12: Il giornale della scuola

ca, ecc., che, attraverso il compo-

staggio, saranno trasformati in conci-

me. Il progetto si è concluso con due

manifestazioni esterne. La prima , il

13 Novembre, presso il Cinema -

teatro Italia, a Francavilla Fontana,

dove si sono incontrate le classi delle

scuole elementari e medie del paese

che hanno partecipato al progetto e

le autorità competenti. Qui sono stati

proiettati i filmati dei vari laboratori

svoltisi nelle classi e un film

d’animazione dal titolo Wall- e , una

storia ambientata nel futuro, in una

Terra priva di ogni forma di vita, a

causa dei rifiuti che l’hanno comple-

tamente sommersa, che, però, per

merito di un coraggioso robot, riu-

scirà a ripopolarsi e a rivivere. La

seconda manifestazione ha avuto

luogo il 15 Novembre, presso il

cinema Impero di Brindisi, dove

sono intervenute le scuole della pro-

vincia di Brindisi aderenti al proget-

to. Qui sono stati esposti i vari car-

telloni e striscioni realizzati durante i

laboratori con gli slogan sul riciclag-

gio ed è stato rappresentato uno spet-

tacolo di marionette, intitolato

“Ecolino e la strega Letizia, la stre-

ga dell’ immondizia”, per sensibiliz-

zare i ragazzi alla necessità della

raccolta differenziata. Elisa Marinosci

Irene Pesce

(Continua da pagina 11)

Redazione

Docente responsabile: Prof.ssa Loredana Weiss

Docente collaboratore Prof.ssa Fiorella Polito

Terza A: Camarda M.T., Guarino, E,

Distante G. Lorito G. , Maggio A., Rug-

giero F.-Seconda A: Milone F., Nisi P.,

Nocente N., Saracino F.- Prima A: Carenza C., Carucci M., De Santis V,

di Coste R., Mascia V. , Paiano I.,

Seconda C: Fino E., Solazzo M.

Seconda D: Altavilla A., Bonfrate F.,

Carella F. Simeone S

Collaboratori esterni : G.Madaro (3^F)

E.Marinosci, I. Pesce, M. Candita (3^ D)

Vignettista: Fabio Sportillo

Caro Direttore,

quest’anno in seguito alla riforma so-

no cambiate le pagelle. Questa nuova

situazione, che vede il voto numerico

anziché il giudizio sulle pagelle, ha

scatenato opinioni diverse in ognuno

di noi. Ad esempio nelle nostre classi,

molti che credevano di essere vicini

alla sufficienza quando c’erano i giudi-

zi, sono rimasti delusi vedendo con il

voto numerico ciò che realmente val-

gono. Ci sono però alcuni, anche se

pochi, che sono rimasti soddisfatti poi-

ché secondo loro la situazione è rima-

sta immutata o è (e questo è un caso

raro) addirittura migliorata. E’ sicura-

mente più gratificante vedere sulla

propria pagella un nove o un dieci

piuttosto che un freddo “ottimo”,ma

fa anche più “male” trovare scritto un

quattro o un cinque piuttosto che un

illusorio non sufficiente che non ri-

specchia realmente la gravità

dell’insufficienza.

P.N, N.N

Lettere al direttore

Caro Direttore,

Le scriviamo per comunicarLe il di-

sappunto di molti per quanto riguar-

da la nuova pagella coi voti. Questa

novità ha stravolto la vita a tutti

quelli che a scuola non vanno bene

perché voti come 3 o 2 sono sembrati

eccessivamente “brutali

Lo scorso anno potevano essere ma-

scherati con un “non sufficiente”, più

generico. Mentre per chi è andato

bene non è cambiato nulla, anzi for-

se è andata meglio, perché è

senz’altro più gratificante mostrare

ai propri genitori e parenti un

bel”9” o un ancor più straordinario

“10”

F.S., F.M.

“ Ho il sogno che un giorno gli

uomini si rizzeranno in piedi e si

renderanno conto che sono stati

creati per vivere insieme come

fratelli. Questa mattina ho anco-

ra il sogno che un giorno ogni

negro nella nostra patria, ogni

uomo di colore in tutto il mondo,

sarà giudicato sulla base del suo

carattere piuttosto che su quella

del colore della sua pelle, e ogni

uomo rispetterà la dignità e il

valore della personalità uma-

na…”.Così diceva in un suo scrit-

to il leader del Movimento per il

riconoscimento dei diritti civili

dei neri americani, Martin Lu-

ther King, premio Nobel per la

pace nel 1964, tragicamente as-

sassinato e Memphis nel 1968.

Oggi il sogno si è avverato. Il 20

Gennaio 2009 si è insediato alla

Casa Bianca il 44^ presidente

degli Stati Uniti, Barack Obama ,

un afroamericano,che è assurto a

simbolo di tutti quei neri che han-

no lottato per il riconoscimento

dei loro diritti, sacrificando la

loro vita per questi ideali.

Sembrava una meta irraggiungi-

bile, soprattutto se si pensa ai se-

co l i bui de l la schiav itù,

o ,comunque, alla segregazione

razziale. L’azione decisiva di pre-

sidenti come Abramo Lincoln e

John Fitzgerald Kennedy, le lotte

del pastore protestante Martin

Luther King. C non avevano can-

cellato l’atteggiamento discrimi-

nante da parte della società ameri-

cana.

Con l’elezione di questo presidente

di colore, dunque, si corona un

sogno che fa sperare che un giorno

tutti gli uomini si considereranno

uguali e si aprirà un’era di pace e

di fratellanza mondiale.

Maria Candita

Numerose sono le lettere di que-

sto tenore. Che dire? Ragazzi ,è

vero, i giudizi nascondevano di

più le insufficienze gravi, ma non

le cancellavano. E quando il

“Non sufficiente” corrispondeva

a una insufficienza grave, occor-

reva molto lavoro per rimediarla.

Esattamente come adesso quando

si prende un “3”.

IL SOGNO SI E’ AVVERATO

Lo speriamo tutti

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