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S c u o l a domani Edizione giugno 2010 - stampato in proprio a circolazione interna www.scuolacampana.it - [email protected] A cura degli alunni dell’ ISTITUTO OMNICOMPRENSIVO di CAMPANA e SCALA COELI si conclude il 30 maggio il progetto POR Calabria “scienzambiente” In questo numero Cronaca Racconti Poesie passatempo Il BULLISMO Il bullismo è un aspetto spiacevole della vita e soprattutto di quella scolastica. Significa prendere di mira un coetaneo, un bambino, un anziano o una persona che non può difendersi. Il bullo è una persona esibizionista, sbruffona, che gli piace mostrarsi.“Gli spettatori”, cioè coloro che assistono a queste scene, invece di stare a guardare dovrebbero chiedere aiuto ad una persona grande. Dobbiamo ricordare che chiedere aiuto non vuol dire essere deboli. In classe abbiamo letto un libro intitolato “Non trattatemi così!“. Questo libro parla di una bambina, Emma, vittima del bullismo di alcune sue compagne di classe. Il bullismo è una cosa brutta e noi non dobbiamo mai lasciarci andare: dobbiamo essere forti ed andare a chiamare un adulto. Anche a me è capitato un episodio di bullismo. Stavo giocando con le mie amiche e all’ improvviso arrivò un bambino e riuscì a picchiare solo me. Io subito ho chiamato mamma. Papà andò dai genitori e infatti ora non mi degna più di uno sguardo. Spero che nessuno più arrivi al punto di subire questi atti. Il bullismo è brutto: nessuno deve sentirsi più forte degli altri. Alessandra Ranieri V Primaria di Campana A FERRAMONTI DI TARSIA PER IL GIORNO DELLA MEMORIA Giorno 27 gennaio 2010 noi alunni della classe quinta della scuola Primaria di Campana con le maestre Rosa e Bina e la classe terza media con l’insegnate Ludovico e Francesca siamo andati a Ferramonti di Tarsia(CS) per assistere alle celebrazioni per “Il giorno della memoria”. Già da tempo la nostra classe preparava questo avvenimento e sapevamo cosa andavamo a vedere e perché il parlamento Italiano ha deciso che il 27 gennaio si deve ricordare il giorno della memoria ,cioè lo sterminio e la persecuzione del popolo ebreo . Nel 1940 nell’Italia meridionale e centrale nacquero dei campi di internamento. Gli ebrei del campo erano privati della libertà e distaccati dai propri cari. In Calabria c’è stato anche un campo di internamento, cioè quello di Ferramenti di Tarsia in provincia di Cosenza , il più grande in Italia. Questo campo iniziò la sua attività nel giugno 1940 in una valle paludosa e fangosa. Il campo di Ferramenti ospitò 2000 ebrei in 92 baracche. Ai prigionieri era consentito anche il commercio con le popolazioni vicine di quello che producevano nel campo.

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S c u o l a domani

Edizione giugno 2010 - stampato in proprio a circolazione interna www.scuolacampana.it - [email protected]

A cura degli alunni dell’ ISTITUTO OMNICOMPRENSIVO di CAMPANA e SCALA COELI

si conclude il 30 maggio il progetto POR Calabria “scienzambiente”

In questo numero

• Cronaca • Racconti • Poesie • passatempo

Il BULLISMO Il bullismo è un aspetto spiacevole della vita e soprattutto di quella scolastica. Significa prendere di mira un coetaneo, un bambino, un anziano o una persona che non può difendersi. Il bullo è una persona esibizionista, sbruffona, che gli piace mostrarsi.“Gli spettatori”, cioè coloro che assistono a queste scene, invece di stare a guardare dovrebbero chiedere aiuto ad una persona grande. Dobbiamo ricordare che chiedere aiuto non vuol dire essere deboli. In classe abbiamo letto un libro intitolato “Non trattatemi così!“. Questo libro parla di una bambina, Emma, vittima del bullismo di alcune sue compagne di classe. Il bullismo è una cosa brutta e noi non dobbiamo mai lasciarci andare: dobbiamo essere forti ed andare a chiamare un adulto. Anche a me è capitato un episodio di bullismo. Stavo giocando con le mie amiche e all’ improvviso arrivò un bambino e riuscì a picchiare solo me. Io subito ho chiamato mamma. Papà andò dai genitori e infatti ora non mi degna più di uno sguardo. Spero che nessuno più arrivi al punto di subire questi atti. Il bullismo è brutto: nessuno deve sentirsi più forte degli altri. Alessandra Ranieri V Primaria di Campana

A FERRAMONTI DI TARSIA PER IL GIORNO DELLA MEMORIA Giorno 27 gennaio 2010 noi alunni della classe quinta della scuola Primaria di Campana con le maestre Rosa e Bina e la classe terza media con l’insegnate Ludovico e Francesca siamo andati a Ferramonti di Tarsia(CS) per assistere alle celebrazioni per “Il giorno della memoria”. Già da tempo la nostra classe preparava questo avvenimento e sapevamo cosa andavamo a vedere e perché il parlamento Italiano ha deciso che il 27 gennaio si deve ricordare il giorno della memoria ,cioè lo sterminio e la persecuzione del popolo ebreo . Nel 1940 nell’Italia meridionale e centrale nacquero dei campi di internamento. Gli ebrei del campo erano privati della libertà e distaccati dai propri cari. In Calabria c’è stato anche un campo di internamento, cioè quello di Ferramenti di Tarsia in provincia di Cosenza , il più grande in Italia. Questo campo iniziò la sua attività nel giugno 1940 in una valle paludosa e fangosa. Il campo di Ferramenti ospitò 2000 ebrei in 92 baracche. Ai prigionieri era consentito anche il commercio con le popolazioni vicine di quello che producevano nel campo.

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Segue dalla prima pagina ……………………….. A FERRAMONTI DI TARSIA ……

Nel ’42 la popolazione del campo aumentò e così molti internati morirono di fame e le malattie aumentarono. Nel ’43 gli aerei delle forze alleate bombardarono il campo causando morti e feriti. Così i tedeschi furono costretti a ritirarsi. Il comandante del campo permise agli ebrei di scappare. Restarono i malati e i feriti così gli venne un’ idea: di mettere una bandiera gialla per dire che lì c’era la malaria. Le truppe tedesche girarono intorno al campo per giorni e finalmente il 14 settembre questo incubo finì:gli internati furono liberati dagli alleati. Molti di loro decisero di rimanere a Tarsia. La cerimonia è iniziata con la deposizione di una corona di fiori al monumento agli internati. Poi il presidente del museo ha detto che l’idea che il campo fosse “un albergo a 5 stelle” è sbagliata e ha detto che a Ferramenti si è consumata una tragedia. Ha poi parlato un ex soldato di Corigliano, arrestato in Grecia e deportato in un lager nazista. Ha detto che perdonava tutti coloro che gli avevano fatto del male, mentre tutti i presidenti lo applaudivano. Ha poi parlato il prefetto e ha detto che il passato ci deve servire da insegnamento per costruire un futuro migliore. Infine il ministro della Polonia, con cui abbiamo fatto anche una foto, ha invitato a mantenere viva la memoria per le vittime della furia nazista. E’ stato un giorno indimenticabile perché tutti noi abbiamo riflettuto sul fatto che se l’uomo viene privato della libertà perde la cosa più preziosa che possiede. Noi tutti dobbiamo impegnarci affinchè queste tragedie non si ripetano mai più.

PRIMARIA DI CAMPANA IACOVINO VINCENZO CLASSE V

Cronaca, racconti, poesie, passatempo

COME SOPRAVVIVERE SU UN’ISOLA DESERTA Tutto iniziò quella sera quando io e il mio amico Giovanni decidemmo di partire dall’Italia per andare in America. Io gli dicevo continuamente che avevo paura di volare, ma lui volle lo stesso andare… Partimmo di mattina e durante il viaggio sull’aereo tutto bene fino a quando l’aereo cominciò a tremare. La hostess ci tranquillizzò dicendo che era solo una piccola turbolenza, invece, dopo poco tempo, il comandante dell’aereo ci ordinò di allacciare le cinture di sicurezza perché i piloti stavano tentando un atterraggio di fortuna. In quel preciso istante ricordai a Giovanni che io non volevo venire e intanto me la stavo facendo sotto dalla paura … L’aereo cominciava a precipitare e atterrammo su una piccola isola. Precipitammo fra gli alberi che staccarono le ali dell’aereo, il quale continuava la sua corsa e non ne voleva proprio sapere di fermarsi; poco lontano si vedeva un burrone ed io avevo sempre più paura … ma ecco spuntare un masso enorme che ci fermò! Scendemmo dall’aereo tutti distrutti. Andammo a vedere se i piloti stavano bene: uno purtroppo era morto, ma l’altro era solo svenuto. Io, Giovanni, il pilota e tutti i passeggeri ci mettemmo in cerchio per decidere cosa fare per sopravvivere. Andammo a vedere sull’aereo se c’erano abbastanza provviste ma trovammo solo acqua, caffè e creakers. Perlustrammo anche la zona adibita ai bagagli e trovammo un gommone e un lanciarazzi. In seguito, per accettarci che l’isola fosse deserta, decidemmo di salire sulla montagna più alta. Questo faticoso e difficile compito toccò a me e a Giovanni che accettò con molto entusiasmo; io, invece ero terrorizzato all’idea che dovevamo oltrepassare la foresta e poi arrampicarci. Ci mettemmo in cammino nella foresta e non incontrammo niente, neanche un animale feroce, però rischiammo la vita quando ci toccò arrampicarci, perché arrivati a metà della scalata si staccò un grappino e Giovanni rischiò di cadere giù; per fortuna io lo presi per il braccio e lo tirai su con tutta la mia forza. Finalmente arrivammo in cima, dall’alto vedemmo l’aereo e tanti alberi. Nient’altro: su quell’isola non abitava nessuno a parte noi. Al nostro ritorno ci informarono che il pilota era scappato col gommone e la pistola lanciarazzi. Ormai il nostro destino era quello di rimanere bloccati su quell’isola. Per cibarci provammo a pescare e ci andò molto bene: il mare era ricco di pesci. Per la sera ci organizzammo a dormire sull’aereo. Al mattino ci dividemmo in 2 gruppi: gli uomini dovevano pescare, le donne dovevano andare nella foresta a cercare qualche frutto commestibile. Ad un certo punto una donna ci venne a dire che l’aereo era precipitato nel burrone, quindi dovevamo organizzarci meglio per la sera. Tutti gli uomini uscirono dall’acqua per una riunione e si decise che dovevamo costruirci una “casa”. Preparammo degli attrezzi taglienti con le ali dell’aereo, dopo tagliammo molta legna e la portammo sulla spiaggia, invece le donne andarono in cerca di canne di bambù. Ci costruimmo delle capanne che erano molto accoglienti, ma restava il problema del letto, perciò decidemmo di calarci dal burrone per prendere qualcosa dall’aereo . Entrammo nell’aereo, che ormai era messo in verticale, e per muoverci dovevamo saltare di sedile in sedile, fino a quando a Giovanni venne un’idea stupenda. Egli si diresse verso la cabina e prese un telone lungo 35 metri, invece a me toccò il compito di prendere tutto il cotone che c’era nei sedili; finito tutto il lavoro il mio amico mi spiegò l’idea che gli era venuta in mente: con il cotone e il telone avremmo fatto dei materassi e dei cuscini. Ed è così che siamo riusciti e stiamo riuscendo a sopravvivere.

Pascal Parrotta 3A media Campana

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Cronaca, racconti, poesie, passatempo

UN RACCONTO DI FANTASCIENZA Era la sera del dieci agosto 1977. George era appena arrivato a Miami con l’aereo, ma non era molto stanco nonostante avesse affrontato un lungo viaggio. Era stato a Medellin, in Colombia, per motivi di lavoro ed era riuscito a concludere un paio di affari con il boss della zona Pablo Escobar detto “El Majico”. George era molto contento di essere tornato a Miami dove lo aspettava Natalie, la sua fidanzata. Dopo essere stati a un ristorante, Natalie e George decisero di fare una passeggiata in riva al mare per vedere le stelle cadenti. Mentre camminavano mano nella mano, Natalie avvistò una strana luce e la fece notare a George,ma lui disse che era soltanto uno stupido aereo. Natalie continuò, nonostante la rassicurazione di George, a fissare quella luce e si accorse che pian piano si avvicinava verso la terra; poi con uno scatto repentino quell’oggetto dalla forma allungata si trovò proprio sopra di loro e in un attimo da quello strano oggetto uscì una mano meccanica che afferrò George e sparì in un lampo. Natalie, che era stata risparmiata, andò dalla polizia a denunciare l’accaduto, ma nessuno le credette, venne presa per pazza e infine chiusa in un manicomio. La mattina seguente George si svegliò in una specie di letto con le mani e i piedi legati da una corda; non ricordava nulla di quanto era accaduto, quando un essere molto alto, somigliante a un grosso granchio con una cresta in testa, si avvicinò a lui osservandolo minuziosamente. George allora chiese a quell’ essere come si chiamava, cosa voleva e da dove veniva e l’alieno disse : “mi chiamo Zoitberg, dottor Zoitberg”. Disse anche che voleva, insieme alla sua specie, conquistare il mondo e che veniva da Perseo 8, il pianeta che gli umani chiamano Venere. George gli chiese inoltre dove stavano andando e Zoitberg rispose che andavano a caccia di umani e fece nuovamente rotta verso la terra. Allora George decise di intervenire, ma prima doveva liberarsi ..... Dopo molti tentativi finalmente riuscì a slegare la corda e liberare la mano; con essa prese il coltello che teneva in tasca e, dopo essersi liberato completamente, cominciò una violente lotta con Zoitberg. Con un pugno George fece cadere l’alieno sul pannello di controllo dell’astronave che si ruppe. L’astronave cominciò a precipitare verso terra schiantandosi nei pressi di una città di nome Roswell. Zoitberg morì sul colpo e gli abitanti di Perseo 8, non avendo sue notizie, decisero di non attaccare più la terra. Anche George morì sul colpo .Noi tutti dobbiamo ringraziarlo perché senza di lui l’umanità non esisterebbe più…..

Alberto Lautieri 3A media Campana

VIAGGIO D'ISTRUZIONE AI SASSI DI MATERA

Per arrivare a Matera da Policoro ci abbiamo messo quasi due ore. A Matera abbiano visitato i Sassi. Appena siamo arrivati, affacciandoci dalla balconata dove si vedeva un bellissimo panorama, siamo rimasti tutti a bocca aperta: Matera era bellissima! I Sassi sono delle rocce scavate all’ interno. La guida ci ha detto che queste rocce risalgono al tempo della preistoria. Ha detto anche che Matera è la seconda città più antica del mondo, invece in Italia la prima. I Sassi ,non sono altro che le vecchie abitazioni della città e sono due:il Barisano e il Caveoso. Noi li abbiamo visitati entrambi. Abbiamo anche visitato la bottega del vasaio e gironzolato per i negozi,tutti scavati nella roccia. Quando sono entrata nel primo negozio avevo un po’ di paura ma poi mi sono divertita. Finito di visitare Matera siamo ritornati a Campana. Un po’ ero triste perché era l’ ultima gita che trascorrevo con le mie care maestre. Per me è stata la più bella gita in tutti questi anni di scuola insieme alle maestre Rosa, Bina, Anna e Lina. Giusy De Marco V Primaria Campana

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Cronaca, racconti, poesie, passatempo

DETECTIVE PER UN GIORNO Era il 17 settembre 2012. Quel giorno ero andato all’inaugurazione di un centro commerciale a Bologna. Era una giornata molto calda, alle ore 9:30 arrivò il sindaco della città a bordo di una lussuosa limousine nera; appena scese dall’auto, una bellissima ragazza bionda gli consegnò una grande forbice con la quale tagliò il nastro che era all’ingresso. A quel punto tantissime persone entrarono nell’ipermercato spingendosi a vicenda. Io cominciai a visitare qualche negozio e comprai molte cose, finché mi sentii stanco e affamato; quindi mi recai a un bar, dove presi un panino e una red bull che consumai seduto a un tavolo. Dopo aver consumato il pasto, decisi di andare in bagno a lavarmi le mani. Mentre andavo verso il bagno sentii un urlo. Allora cominciai a correre e mi resi conto che il grido proveniva dalla toilet delle donne. Decisi di entrare e vidi una ragazza che guardava terrorizzata il corpo di una donna priva di vita stesa sul pavimento e vicino al suo corpo c’erano un inalatore di ossigeno e una borsetta. Arrivarono altre persone che avevano sentito le grida della ragazza; tra queste c’era un medico che visitò il corpo della donna e disse che era stata avvelenata. Nella stanza si sentiva un leggero odore di gas, quindi cominciai a sospettare che qualcuno avesse scambiato gli inalatori. Guardai nella borsetta della donna e trovai la sua carta d’identità: scoprii che si chiamava Lucia Rossi ed era proprietaria di una fabbrica. In quel momento arrivò la polizia, io dissi a un poliziotto che ero un detective e che suggerivo di cercare un uomo con un inalatore. Dopo una mezz’ora venne fermato un giovane uomo cha stava cercando di liberarsi dell’inalatore e i poliziotto lo portarono da me perché lo interrogassi. Mi sedetti di fronte all’uomo, che sembrava molto impaurito, e gli chiesi che lavoro faceva; Lui mi rispose che era disoccupato perché era stato licenziato. Dopo aver sentito queste parole mi fu chiaro tutto: l’uomo era stato licenziato dalla donna (proprietaria della fabbrica in cui lavorava), perciò voleva vendicarsi, così aveva deciso di farlo al centro commerciale. L’uomo era al corrente del problema di cui soffriva la donna (una brutta allergia che provocava difficoltà respiratorie), quindi aveva comprato un inalatore, lo aveva riempito di gas e nel centro commerciale, nel trambusto della folla, aveva scambiato i due inalatori affinché la vittima respirasse quel gas mortale. Dopo aver esposto la mia ipotesi, l’uomo crollò confermando ciò che avevo detto, i poliziotti lo arrestarono e l’uomo venne condannato a vent’anni di carcere per omicidio premeditato.

Alberto Lautieri 3A media Campana

VIAGGIO D'ISTRUZIONE ALL' OASI WWF DI POLICORO

Il giorno 7/05/10 siamo andati con la scuola a fare un viaggio d'istruzione a Policoro e a Matera. Il giorno prima di andare alla gita io e i miei compagni eravamo contentissimi. Alle 6:50 ero già in Piazza S.Croce dove ho trovato alcune mie amiche vicino alle maestre. Dopo l'appello,verso le 6,00 siamo partiti. Io e le mie compagne ci siamo sedute ai penultimi posti, perchè ormai siamo grandi! Durante il viaggio abbiamo giocato e scherzato, e dopo un paio di orette siamo arrivati a Policoro. Là c'era la guida che ci aspettava per visitare il Bosco Pantano. Abbiamo visto alcune piante che non conoscevamo e quel signore ce l'ha spiegate. Più avanti abbiamo visto un cartello con scritto "Dune".Noi non sapevamo che cosa fossero,allora la guida ci ha visto un pò in difficoltà, e ce l'ha spiegato:sono accumuli di sabbia che si formano sui litorali, con l'azione del vento o con l'azione delle onde di tempesta del mare o con le alluvioni e vengono chiamati campi dunali. Sono molto importanti perché impediscono l’erosione, cioè quando il mare “mangia”la spiaggia. Sulle dune, a volte,crescono alcune erbe di diverso tipo.Ci ha detto anche che non dobbiamo calpestare o tirare le piante. Più lontano c'era il mare,azzurro e limpidissimo. In questo mare vengono a nidificare le tartarughe, per questo quel tratto di mare dell’oasi è un’area protetta. Abbiamo anche visitato l'ospedale delle tartarughe.C'erano alcune vasche con tartarughe malate e in una c'era una tartaruga gigante, che era stata ferita da una nave. Abbiamo,poi visitato il Museo dell'oasi,dove abbiamo visto un filmato sugli animali dell'oasi. Nell’area pic-nic abbiamo consumato il nostro pranzo a sacco. Siamo ripartiti per Matera dove ci aspettava una guida. Giusy La Pietra V Primaria di Campana

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VISITA GUIDATA ALLA CENTRALE IDROELETTRICA “CALUSIA”

Gli alunni della 3.a media di

Campana e di Scala Coeli 19/5/2010

Cronaca, racconti, poesie, passatempo

LA PENA DI MORTE La pena di morte, chiamata anche pena capitale, è l’ uccisione di un individuo ordinato da un tribunale in seguito ad una condanna. Le più antiche civiltà applicavano questa pena senza porsi alcun dubbio etico o religioso, solo in epoche recenti è stata messa in discussione. Nel tempo ci sono stati diversi modi per applicare la pena capitale; secondo le varie epoche e culture ricordiamo ad esempio la crocifissione, usata dagli antichi romani, la ghigliottina usata in Francia a partire dalla rivoluzione francese, l’impiccagione usata nel medioevo, e la sedia elettrica e l’iniezione letale applicate in molti stati americani, la camera a gas usata nei campi di sterminio nazisti. Attualmente ci sono Paesi dove è prevista la pena di morte per reati considerati gravi come l’omicidio o l’alto tradimento, altri invece la ritengono possibile non solo per questi reati ma anche per l’esecuzione di altri crimini come la rapina o lo stupro. La pena di morte rappresenta una delle grandi questioni che preoccupa il mondo e nello stesso tempo divide l’opinione pubblica in favorevoli e contrari. Infatti, alcuni sostengono che la pena di morte è necessaria perché dicono che sia l’unico modo per diminuire la criminalità; altri invece sostengono che non ha nessuna influenza sul tasso di criminalità, poiché in alcuni Paesi dove viene tuttora applicata la criminalità non è diminuita, anzi in alcuni casi è addirittura aumentata. Ogni anno sono giustiziati migliaia di detenuti in decine di Paesi e sono quasi cento i Paesi in cui sono condannati a morte in attesa di un giustizio migliaia di persone … e non parliamo solo di stati arretrati o autoritari, ma anche di alcuni stati tra i più civili e democratici. Io ritengo la pena di morte una pena inutile, che va contro il diritto fondamentale dalla nostra vita e la nostra esistenza, perciò sono favorevole alla sua abolizione e mi auguro che ciò accada al più presto in ogni luogo del mondo.

ELENA MINGRONE 3A MEDIA CAMPANA

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Cronaca, racconti, poesie, passatempo

Cronaca, racconti, poesie, passatempo

Il castello di Santa Severina Lo splendore della località di Santa Severina è il castello costruito durante la dominazione normanna (XI secolo) su una fortificazione di epoca romano-bizantina, ad opera di Roberto il Guiscardo. Il castello è costituito da un torrione quadrato con quattro torri cilindriche sugli angoli, ed in corrispondenza delle torri è costeggiato da quattro bastioni sporgenti. I suoi sotterranei intricati, le sue torri sono un esempio di architettura militare che conserva intatto il suo fascino e il suo mistero. Secondo gli studiosi l'aria del Castello rappresenta l'acropoli dell'antica Siberene, che sotto il dominio dei Bizantini divenne un centro di grande importanza, soprattutto nella religione. Nel '500 il Castello fu ristrutturato da Andrea Carafa e con questo nome identificato. Nel corso dei secoli si sono avuti interventi di ristrutturazione e abbellimento del castello quali gli affreschi nel XVIII secolo per mano del pittore Francesco Giordano. Oggi il Castello è sede di un museo in cui sono esposti i reperti degli scavi e altri materiali e collezioni archeologiche provenienti dal territorio limitrofo. Ospita anche il Centro Documentazione Studi Castelli e Fortificazioni Calabresi oltre a mostre d'arte, esposizioni di artigianato artistico e concerti. Di fronte al Castello, sul lato nord della stessa piazza, sorge il più importante edificio sacro di Santa Severina: la Cattedrale. Fu eretta da Ruggero di Stefanunzia ( 1274 - 1295 ). Dell'originaria costruzione rimane solo il portale, mentre il resto risale alla risistemazione dell'edificio sacro curata dall'arcivescovo Carlo Berlingeri sul finire del XVII secolo. Nel museo della cattedrale sono custodite le ricchezze artistiche e religiose del paese. Addossato al corpo della Cattedrale, c’è il Battistero risalente al X secolo, periodo in cui il paese prese l’attuale nome. Santa Severina con poco più delle sue duemila anime sembra un paesino sperduto ed isolato dal resto del mondo e da tutte le cose che potrebbero inquinarlo e renderlo uno come tanti, ma proprio per le caratteristiche geografiche rimane un posto vergine, tranquillo che offre al visitatore l'opportunità di spostarsi facilmente nel giro di pochi chilometri tra il mare e la montagna, alla scoperta di bellezze naturali e antiche tradizioni che sono rimaste quassù immutate, ed estranee all’opera modificatrice dell’uomo moderno. “ Noi alunni della 3A e 3B media di Campana e Scala Coeli siamo giunti al Castello di Santa Severina il 19 Maggio per una visita all’esterno del castello, poiché a quell’ora lo abbiamo trovato chiuso. Abbiamo scattato molte foto all’esterno del castello, i bastioni, le torri e quei due archi altissimi molto caratteristici. La balconata domina la valle del fiume Neto e le montagne della Sila. C’è tanto piaciuto l’entrata del castello e anche alcune parti del paese. Ci siamo divertiti moltissimo, è stata una bella visita, ne è valsa la pena.” Gli alunni della 3A e 3B media Scala Coeli e Campana in visita al castello di Santa Severina

Cronaca, racconti, poesie, passatempo

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Cronaca, racconti, poesie, passatempo

Visita guidata “Le Castella di isola Capo Rizzato”

scuole medie di Campana e Scala Coeli

Visita guidata “Le Castella di isola Capo Rizzato”

scuole medie di Campana e Scala Coeli l’acquario, il battello, Capo colonna

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Cronaca, racconti, poesie, passatempo

Visita guidata in Sila 25 marzo 2010 IV e V Primaria Scala Coeli

Visita guidata Napoli-Capri 12-13 maggio 2010 III IV e V Primaria Scala Coeli

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Cronaca, racconti, poesie, passatempo

Il razzismo Il razzismo è un insieme di comportamenti basati sulla presunta esistenza di razze superiori e razze inferiori. Nella storia ci sono stati molti episodi di razzismo ma il più drammatico è stato sicuramente la persecuzione degli ebrei ordinata da Adolf Hitler. Egli pensava ( e lo ha anche scritto nel suo libro”la mia battaglia”) che il decadimento della Germania fosse stato causato dalle razze inferiori (tra cui gli Ebrei) che avevano contaminato la razza “pura”,cioè quella ariana. Poi, in seguito a queste dichiarazioni, Hitler in Germania e Mussolini in Italia, emanarono le leggi razziali, che proibivano agli ebrei di frequentare luoghi pubblici frequentati dagli ariani (infatti nei locali cominciarono a comparire le scritte “questo negozio è ariano””vietato agli ebrei e ai cani”) e i matrimoni misti. Poi gli ebrei furono costretti a vivere nei ghetti e privati dei loro diritti civili e politici. Infine vennero deportati, con la forza e con la violenza, nei campi di concentramento. Dopo lunghi ed estenuanti viaggi su carri bestiame arrivavano nei lagher e poi avveniva una prima selezione: gli uomini e le donne che erano in grado di lavorare venivano mandati ai lavori forzati, mentre i bambini, gli anziani e le donne incinte andavano direttamente alle camere a gas. I deportati che sopravvivevano non solo svolgevano lavori durissimi in condizioni proibitive, ma erano anche privati di ogni oggetto personale e persino privati del loro nome, della loro identità: l’unica cosa che li distingueva era un numero marchiato sul braccio. Durante la seconda guerra mondiale, Hitler ordinò la “soluzione finale”, che consisteva nello sterminare la razza ebrea. Così i campi di concentramento si trasformarono in campi di sterminio e furono uccisi circa 6 milioni di ebrei. Hitler nel suo libro parlava anche dell’esistenza di razze superiori e razze inferiori. Secondo me non è giusto che né una razza e né una persona vengano discriminati per i propri costumi, la propria lingua, la propria religione perché siamo tutti esseri umani. Io credo che dobbiamo rispettarci l’un l’altro e dobbiamo rispettare la libertà e la diversità di ognuno perché è questo che ci rende degni di essere chiamati “uomini”. Dobbiamo imparare a confrontarci: se qualcuno non la pensa allo stesso modo come la pensiamo noi, non lo dobbiamo chiamare “stupido” o dirgli che non capisce niente perché questo è un atteggiamento razzista, ma dobbiamo, al contrario, accettarlo così com’è, rispettare il suo modo di essere che, se è diverso dal nostro, non può che arricchirci. Affatato Mario 3A media Campana

I cinque anni della Scuola Primaria In prima non sapevo scrivere né leggere, ma poi ho imparato. In seconda non sapevo disegnare, ma poi ho imparato. In terza non sapevo colorare, ma poi ho capito come dovevo fare. In quarta non sapevo usare il computer, ma poi l’ho capito. In quinta sono stato chiacchierone, come una radio. È stato bello finché è durato, questo percorso che è volato. Ritacco Roberto Scuola Primaria Scala 5b

GITA A ISOLA CAPO RIZZUTO Noi alunni dell’Istituto Onnicomprensivo di Scala Coeli e di Campana il 18 maggio siamo andati a visitare le Castella ed Isola Capo Rizzuto. Il nostro viaggio è iniziato da Scala Coeli (CS) verso le sette e mezza del mattino. Durante il viaggio ci siamo divertiti molto, infatti abbiamo ascoltato musica, scherzato e giocato con i professori. Quando siamo arrivati abbiamo incontrato una guida che ci ha seguito fino a Le Castella dandoci notizie storiche e geografiche sulla località da visitare. All’arrivo abbiamo trovato un’altra guida che ci ha spiegato le origini del castello aragonese ma anche le tecniche che utilizzavano per difendersi dai nemici. La prima era l’uso del ponte levatoio che serviva per non fare entrare i nemici nel castello. Prima di arrivare in cima alla torre abbiamo visto una finestra grande all’interno e piccola all’esterno dalla quale si potevano vedere nemici, ma questi ultimi non potevano vedere loro. Dopo siamo arrivati alla torre attraverso una scala interna a chiocciola; dalla torre si vedeva tutto lo splendore del mare. Poi siamo scesi e siamo arrivati di nuovo al punto di partenza, e la guida ci ha accompagnato fino al porto dove ci aspettava la motonave per imbarcarci. All’interno abbiamo visto attraverso il fondo trasparente: dei pesci, delle alghe, le meduse ma anche un prato di alghe che ricopriva una parte dei fondali. Successivamente siamo saliti al piano superiore della motonave. Più tardi siamo scesi dalla motonave e siamo andati a comperare qualche ricordo del luogo da portare in famiglia. Abbiamo aspettato che tutti finissero di comprare i regali e la guida ci ha portato al ristorante dove abbiamo pranzato. Dopo siamo andati all’acquario di Isola e abbiamo visto molte specie di pesci tra cui: stelle marine, tartarughe, granchi e altri. Usciti dall’acquario abbiamo preso il pullman e ci siamo diretti al centro commerciale “ le spighe “ di Crotone dove ciascuno di noi ha comprato cose necessarie. Verso le 19 siamo partiti per il rientro e alla 21 siamo arrivati a Scala Coeli. Giovanna russo mariagiovanna Benvenuto 1A media Scala

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La gita scolastica Il 12 Maggio 2010 è stata organizzata una gita a Napoli e Capri a cui hanno partecipato la classi III, IV, V. Dovevamo essere per le 4:30 tutti davanti al piazzale della scuola, ma per un ritardo siamo partiti alle 6:30. Siamo arrivati a Napoli intorno alle 12:30 e siamo andati direttamente allo zoo, che a dire la verità non mi è piaciuto. Per prima cosa abbiamo visto il lama, poi le tigri, gli avvoltoi, l’elefante. Ma a quei poveri animali non li trattavano bene. Ho avuto l’impressione di trovarmi davanti ad animali sedati. C’era il leone che non smuoveva lo sguardo dagli scalini su cui era seduto, l’elefante non finiva mai di cullare una pallina che manteneva con la proboscide, l’orso non finiva mai di girare su sé stesso, ecc….Gli unici che ci davano felicità erano i pavoni che gironzolavano per lo zoo. Poi siamo andati al parco divertimenti “Edenlandia”. Prima di tutto siamo andati in un castello stregato dove alcuni miei amici hanno avuto paura, poi su una giostra dei piccoli, poi nella “Vecchia America” dove c’erano delle carrozze che ci facevano vedere come gli indiani vivevano prima in America. Successivamente siamo andati sui “Tronchi” dove io mi sono bagnato fradicio. La giostra che mi è piaciuta di più si chiama” Star Words”, dove c’erano delle navicelle che quando tu alzavi la leva si alzava in aria e si vedeva tutto “Edenlandia”. Poi siamo entrati in un altro castello in cui c’era il pavimento che si muoveva, infine siamo andati su una giostra a pagamento di nome il “Drago”. La sera siamo andati a dormire e la mattina abbiamo fatto colazione e siamo partiti con il pullman per andare al porto di Napoli, da lì ci siamo imbarcati e in tre quarti d’ora abbiamo raggiunto Capri, dove abbiamo mangiato e abbiamo preso per la prima volta la funicolare per andare a Capri sopra. Lì abbiamo girato per i negozi e abbiamo preso il gelato. Poi siamo andati su una carrozza, dove c’erano delle bellissime aiuole e abbiamo visto i faraglioni che mi davano l’impressione di esserci sopra. Sotto si vedevano degli alberghi costruiti su delle rocce a picco. Vedevo ancora delle barche entrare nelle grotte ed uscire. Poi siamo andati in una piazzetta, dove dovevamo mangiare la pizza ma poi l’abbiamo mangiata ad un’altra parte. Alle 17:10 abbiamo ripreso l’aliscafo e alle 18:00 siamo arrivati nel porto di Napoli dove abbiamo preso il pullman per tornare a Scala Coeli. Antonio De Marco V Primaria Scala Coeli le gite scolastiche Ogni anno in ogni scuola si fanno delle gite scolastiche. Quest’anno nella mia scuola ne sono state effettuate tre, una lunga di due giorni con meta Napoli - Capri, una al parco Nazionale della Sila e una al teatro. Io a quella di Napoli - Capri non ci sono andata perché i miei genitori non mi hanno mandata. Non partecipo a tutte le gite proprio perché o non mi mandano loro oppure non ci voglio andare io. Comunque partecipare alle gite scolastiche è importante secondo me perché si conoscono luoghi diversi dall’ambiente in cui si abita, si sta insieme ai compagni in ambiti diversi da quelli scolastici e si fanno nuove esperienze. Quando i miei compagni sono andati in gita a Napoli e a Capri e hanno raccontato la loro esperienza e tutte le cose belle che hanno visto, io ho provato malinconia e tristezza perché ho perso un’occasione per conoscere un luogo che non ho mai visto. Fazio Marina 5b scuola primaria scala coeli

Cronaca, racconti, poesie, passatempo

La gita scolastica Il 12 e 13 maggio abbiamo fatto una gita Napoli – Capri .Siamo partiti alle sei e le classi partecipanti sono state: la terza, la quarta e la quinta della Scuola Primaria. Ci siamo messi nel pullman e la maestra Serafina ha fatto l’appello e c’eravamo tutti. Siamo partiti per Napoli, siamo andati allo zoo. All‘entrata c’era un uomo che dava dei biglietti con sopra degli animali per entrare nello zoo. A dir la verità lo zoo non mi è piaciuto tanto perché trattavano gli animali come ‘‘SCHIAVI ’’, erano tutti sporchi e vecchi. Gli unici animali che mi sono piaciuti di più sono stati i pavoni che erano liberi nello zoo e alcune volte facevano la ruota con la coda. In una fossa c’era un leone seduto e anche se ti avvicinavi lui non si muoveva. Mi è sembrato che il leone e gli orsi fossero sedati, perché il leone che è un animale feroce non faceva niente e l’orso girava sempre su se stesso e non si scomponeva alle urla di noi bambini. Poi non c’erano delle freccette che indicavano il percorso da seguire per visitare tutto lo zoo, al centro c’era un chiosco con delle panchine dove abbiamo mangiato. Siamo usciti dallo zoo e un signore ci ha dato dei braccialetti e siamo entrati nel parco dei divertimenti ‘‘ EDENLANDIA ’’. Abbiamo letto un cartellino dove c’era scritto quali giochi potevamo fare con il braccialetto. I giochi che mi sono piaciuti di più sono stati: il tronco e le case segrete. Poi quando siamo usciti dal parco dei divertimenti due uomini ci hanno preso il braccialetto. Siamo saliti sul pullman e siamo andati in hotel a Torre del Greco. Il giorno dopo siamo andati a Capri. Abbiamo girato per i negozi e abbiamo comprato dei regali. È stato divertente passare il biglietto nell’ obliteratrice per salire con la funicolare, per me è stata la prima volta. Siamo saliti sulla punta di Capri, dove abbiamo visto dei faraglioni nell’acqua, erano grandissimi e io in vita mia non li avevo mai visti. Poi alle 16:30 ci siamo ritrovati a Marina Grande di Capri tutti insieme e alle 17:10 ci siamo imbarcati sull’aliscafo per tornare a Napoli. Pedace Luisa Classe 5b Scuola primaria Scala Coeli

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La droga Le droghe sono delle sostanze che alterano lo stato psicofisico del consumatore e lo fanno entrare, finchè ne dura l’effetto, in un “paradiso artificiale”, cioè in una forte sensazione di benessere e di euforia. Le droghe influiscono soprattutto sul sistema nervoso centrale e gli effetti collaterali che si manifestano subito, dopo circa due ore, sono: nausea, vomito e dolori addominali. Invece gli effetti psichici sono ansia, affaticamento e depressione. Quando il consumatore assume queste sostanze, dopo alcune volte non può più farne a meno e, per ottenere l’ effetto sperato, deve assumere dosi sempre maggiori; per questo alcune persone possono morire di overdose, cioè per la troppa quantità di droga presente nel loro corpo. Oggi per fortuna in tutto il mondo sono presenti dei centri di disintossicazione dove vanno i tossicodipendenti che vogliono distaccarsi dalla droga. La droga può essere assunta in tanti modi:può essere fumata, iniettata, inalata o ingoiata. Le droghe inalate cioè “sniffate” possono provocare perdita di controllo e di coscienza, possono compromettere la vista, il controllo dei muscoli e dei riflessi. Se l’inalazione viene fatta con continuità può danneggiare gravemente il cuore e il sistema circolatorio. Esistono vari tipi di droga: la cocaina, l’eroina, il crack, la marijuana, l’hashish ecc. ecc. La cocaina è uno stimolante che colpisce soprattutto il cervello, è una polverina bianca che viene sniffata. Il crack viene chiamato così perché quando viene fumato scricchiola, esso può provocare ictus, infarto, aumento del battito cardiaco e comportamento suicida. L’ eroina è una droga che viene iniettata e può provocare nausea, vomito e depressione. L’hashish è una droga che deriva dalla resina di una pianta ricca di THC; il consumatore dopo averla assunta si sente loquace ed eccitato. La marijuana infine deriva dalla canapa che è una pianta che si produce soprattutto negli Stati dell’America Meridionale; le sue foglie vengono prima essiccate poi triturate e infine vengono fumate o ingerite. Io non farei mai uso di queste sostanze sapendo quali sono le conseguenze; so anche che in molti casi è la curiosità a spingere le persone a provarla e per questo, dato che lo so, non cadrò in questo sbaglio. Ausilio Agostino 3A media campana

Cronaca, racconti, poesie, passatempo

La gita scolastica Nel mese di maggio siamo stati in gita a Napoli – Capri. Giorno 12 alle ore 6:00 abbiamo iniziato il viaggio per andare verso Napoli. Appena siamo arrivati, siamo andati allo zoo, che a dire la verità non mi è piaciuto molto perché i vialetti erano sporchi, c’era un odore nauseante e gli animali sembravano sedati. Nel pomeriggio siamo andati al parco dei divertimenti “Edenlandia”, lì ci siamo divertiti un sacco su “Star Words”, che sono macchine che volano. Giorno 13 maggio alle 6:00 siamo partiti dall’Hotel dove abbiamo pernottato e siamo andati al porto di Napoli per imbarcarci e andare all’isola di Capri, a Marina Grande. C’era tanta gente, poi con la funicolore siamo saliti nel centro di Capri dove c’erano tanti negozi di abbigliamento, gioielli, yogurterie ecc….. Dopo che abbiamo visitato i negozi siamo saliti su una terrazza da cui si vedevano i faraglioni di Capri, il mare era stupendo e si vedevano delle barche che entravano nella grotta azzurra. Alle ore 17:10 siamo partiti per tornare a Napoli e da lì con il pullman abbiamo ripreso il viaggio per tornare a casa. Mauro Acri Benigno Classe 5b Scuola primaria Scala Coeli La gita scolastica Il 12 maggio 2010 si è effettuata una gita scolastica avente per meta Napoli - Capri . Siamo partiti alle 6:00 del mattino e le classi che hanno partecipato erano: terza quarta e quinta. E’ arrivato il pullman e abbiamo sistemato le valigie e poi abbiamo preso posto, la maestra Serafina ha fato l’appello. Siamo partiti e ci siamo fermati per fare sosta. Siamo arrivati a Napoli e siamo andati direttamente allo zoo dove c’erano tantissimi animali, però tutti depressi. C’erano i conigli, gli elefanti che dondolavano, il leopardo, il leone, le tigri, gli avvoltoi, gli orsi tra cui uno che soffriva, era sdraiato e aveva la lingua che gli pendeva. Proprio una delusione! Nel pomeriggio, siamo andati al parco divertimenti, all’entrata la maestra ci ha dato dei braccialetti che ognuno doveva mettere. Siamo entrati e la maestra ha chiesto a un giostraio quali giostre potevamo frequentare con quel braccialetto. La prima giostra era una barca e poi ce n’erano tante altre. Alla fine siamo andati in hotel, ci siamo sistemati e siamo andati giù nella sala a mangiare. Il giorno dopo ci siamo dovuti svegliare presto perché dovevamo fare colazione e poi andare a Napoli per imbarcarci con l’aliscafo della SNV e andare a Capri. Ci siamo imbarcati e mentre ci allontanavamo dal porto di Napoli si vedevano le isole dell’arcipelago. Comunque il Golfo di Napoli era bellissimo. Siamo arrivati a Capri, l’isola del sole e dell’amore. Prima di andare sulla funicolare abbiamo obliterato il biglietto nell’apposita macchinetta. Abbiamo aspettato l’arrivo e poi siamo andati su una terrazza dove si vedevano i faraglioni, erano bellissimi. Siamo partiti dal porto di Capri per ritornare a Napoli. Il viaggio da Capri a Napoli non è stato bello perché il mare era agitato. Siamo arrivati al porto di Napoli, siamo scesi e li ci aspettava l’autista, per ritornare a Scala Coeli. Sara Perri Costantino 5B primaria Scala

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Al mare . . .

In montagna . . .

La redazione del giornalino della scuola augura

agli alunni, al personale scolastico, agli Insegnanti, al Dirigente Scolastico

Buone vacanze