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IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2 - 1 28 marzo al Tartaglia 48 DAL COLLEGIO DI LODI - Il “piano scavi”: gestione delle terre e rocce da scavo 50 AMBIENTE & BIOEDILIZIA - “Fondo Kioto”: un’opportunità per la Pubblica Amministrazione … ma non solo 56 TECNICA - L’umidità ascendente nelle mu- rature “fuori terra” 62 Riflessioni sparse sulla “Marcatura CE” dei prodotti in pietra 70 L’isolamento acustico degli edifici a norma di legge (parte quarta) 74 GEOLOGIA - Protezione dal dissesto idro- geologico con l’impiego di trincee dre- nanti prefabbricate 80 CONDOMINIO - Ancora sull’articolo 1102 del Codice civile. Uso delle parti comuni 86 Novità per le compravendite. Il notaio può correggere da solo eventuali errori del- l’atto 87 CULTURA - Quando gli Americani disegna- vano le mappe d’Italy 88 Novità di legge 97 La parola agli esperti 98 Aggiornamento Albo 102 Direttore responsabile Bruno Bossini Segretaria di redazione Carla Comincini Redazione Raffaella Annovazzi, Manuel Antonini, Stefano Benedini, Nadia Bettari, Laura Cinelli, Alessandro Colonna, Mario Comincini, Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio, Giovanni Fasser, Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio, Francesco Ganda, Francesco Lonati, Guido Maffioletti, Franco Manfredini, Giuseppe Mori, Fulvio Negri, Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli, Giovanni Platto, Valeria Sonvico, Marco Tognolatti, Giuseppe Zipponi Hanno collaborato a questo numero Benedetto Agnello, Beppe Battaglia, Francesco Cuzzetti, Daniele De Togni, Laura Ferrari, Antonio Gnecchi, Stefano Mazzarolli, Franco Robecchi, Ennio Alessandro Rossi, Massimo Salmi, Isidoro Trovato, U.T. Isolmant, U.T. Tecnored Direzione, redazione e amministrazione 25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12 Tel. 030/3706411 www.collegio.geometri.bs.it Editing, grafica e impaginazione Francesco Lonati Fotografie Studio Eden e Francesco Lonati Concessionario della pubblicità Emmedigi Pubblicità Via Malta 6/b - 25125 Brescia Tel. 030/224121 - Fax: 030/226031 Stampa IGB Group/Grafo Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia) Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20 Di questa rivista sono state stampate ????? copie, che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Sondrio. N. 2 - 2012 marzo-aprile Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali e periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975 Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Brescia Associato alI’USPI Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltà di riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. IL GEOMETRA BRESCIANO Rivista bimestrale d'informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la multiforme attività del geometra nei secoli. Sommario EDITORIALE - Studio della Fondazione A- gnelli sul mondo della scuola. Considera- zioni e proposte 2 INTERVISTA - Forum con i geometri di do- mani: «Cambiare il praticantato per avvi- cinare scuola e professione» 4 DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Standard di qualità: progettazione e verifica ai fini della prevenzione incendi 10 Un’interessante sentenza del Tar delle Marche favorevole all’operatività della categoria 18 LEGALE - Occupazione: tra risarcimento e re- stituzione 20 DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Il Presidente Savoldi con i Consiglieri bresciani sull’Or- dinamento professionale 22 L’Assemblea annuale 2012 del Collegio di Brescia. Gli argomenti dibattuti 26 Ritorna in una seconda versione il Piano Casa regionale 32 La Mediazione e l’Organismo di Media- zione presentati al Tartaglia il 6 marzo scorso 34 L’attività del Collegio di Brescia febbraio- marzo 2012 37 Condominio e Rc auto portano a 14 le ma- terie interessate alla mediazione 38 SCUOLA - L’Istituto Tecnico per geometri “Nicolò Tartaglia” celebra i suoi primi 150 anni di vita 40 LEGISLAZIONE - Norme regionali per la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente 42 URBANISTICA - Ristrutturazione, limitato ampliamento e manutenzione straordi- naria nel T.U. edilizia 44 CATASTO - PreGeo: sperimentate alcune novità introdotte dall’Agenzia del Terri- torio 46 SICUREZZA CANTIERI - L’affollato Con- vegno “Linee guida per C.S.P. e C.S.E.” del

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 1IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2 - 1

28 marzo al Tartaglia 48

DAL COLLEGIO DI LODI - Il “piano scavi”:gestione delle terre e rocce da scavo 50

AMBIENTE & BIOEDILIZIA - “FondoKioto”: un’opportunità per la PubblicaAmministrazione … ma non solo 56

TECNICA - L’umidità ascendente nelle mu-rature “fuori terra” 62

Riflessioni sparse sulla “Marcatura CE” deiprodotti in pietra 70

L’isolamento acustico degli edifici a normadi legge (parte quarta) 74

GEOLOGIA - Protezione dal dissesto idro-geologico con l’impiego di trincee dre-nanti prefabbricate 80

CONDOMINIO -Ancora sull’articolo 1102 delCodice civile. Uso delle parti comuni 86

Novità per le compravendite. Il notaio puòcorreggere da solo eventuali errori del-l’atto 87

CULTURA - Quando gli Americani disegna-vano le mappe d’Italy 88

Novità di legge 97La parola agli esperti 98Aggiornamento Albo 102

Direttore responsabileBruno Bossini

Segretaria di redazioneCarla Comincini

RedazioneRaffaella Annovazzi, Manuel Antonini,Stefano Benedini, Nadia Bettari, Laura Cinelli,Alessandro Colonna, Mario Comincini,Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio,Giovanni Fasser, Piero Fiaccavento,Stefano Fracascio, Francesco Ganda,Francesco Lonati, Guido Maffioletti,Franco Manfredini, Giuseppe Mori,Fulvio Negri, Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli,Giovanni Platto, Valeria Sonvico,Marco Tognolatti, Giuseppe Zipponi

Hanno collaborato a questo numeroBenedetto Agnello, Beppe Battaglia,Francesco Cuzzetti, Daniele De Togni,Laura Ferrari, Antonio Gnecchi, Stefano Mazzarolli,Franco Robecchi, Ennio Alessandro Rossi,Massimo Salmi, Isidoro Trovato, U.T. Isolmant,U.T. Tecnored

Direzione, redazione e amministrazione25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12Tel. 030/3706411www.collegio.geometri.bs.it

Editing, grafica e impaginazioneFrancesco Lonati

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StampaIGB Group/Grafo Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia)Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20

Di questa rivista sono state stampate ????? copie,che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia,Cremona, Lodi, Mantova, Sondrio.

N. 2 - 2012 marzo-aprile

Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornalie periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975

Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento PostaleD.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46)art. 1, comma 1, DCB Brescia

Associato alI’USPI

Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore enon impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltàdi riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articolie le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

IL GEOMETRABRESCIANORivista bimestraled'informazionedel Collegio Geometridella provincia di Brescia

Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del CollegioGeometri di Brescia, sintetizza con efficacia lamultiforme attività del geometra nei secoli.

Sommario

EDITORIALE - Studio della Fondazione A-gnelli sul mondo della scuola. Considera-zioni e proposte 2

INTERVISTA - Forum con i geometri di do-mani: «Cambiare il praticantato per avvi-cinare scuola e professione» 4

DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Standarddi qualità: progettazione e verifica ai finidella prevenzione incendi 10

Un’interessante sentenza del Tar delleMarche favorevole all’operatività dellacategoria 18

LEGALE - Occupazione: tra risarcimento e re-stituzione 20

DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Il PresidenteSavoldi con i Consiglieri bresciani sull’Or-dinamento professionale 22

L’Assemblea annuale 2012 del Collegio diBrescia. Gli argomenti dibattuti 26

Ritorna in una seconda versione il PianoCasa regionale 32

La Mediazione e l’Organismo di Media-zione presentati al Tartaglia il 6 marzoscorso 34

L’attività del Collegio di Brescia febbraio-marzo 2012 37

Condominio e Rc auto portano a 14 le ma-terie interessate alla mediazione 38

SCUOLA - L’Istituto Tecnico per geometri“Nicolò Tartaglia” celebra i suoi primi 150anni di vita 40

LEGISLAZIONE - Norme regionali per lavalorizzazione del patrimonio edilizioesistente 42

URBANISTICA - Ristrutturazione, limitatoampliamento e manutenzione straordi-naria nel T.U. edilizia 44

CATASTO - PreGeo: sperimentate alcunenovità introdotte dall’Agenzia del Terri-torio 46

SICUREZZA CANTIERI - L’affollato Con-vegno “Linee guida per C.S.P. e C.S.E.” del

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EDITORIALE

2 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Bruno Bossini Studio della Fondazione Agnellisul mondo della scuolaConsiderazioni e proposte

centuale di studenti neo-di-plomati che intraprende lastrada degli studi universi-tari. Dodici dei ventisei isti-tuti lombardi si presentanocon una propensione aglistudi universitari scarsa:20%. In altri dodici casi talepercentuale sale al 40%.Solo due istituti raggiun-gono quella del 60-80%.Se analizziamo il dato bre-sciano, verifichiamo per l’O-livelli una percentuale del40%, mentre gli altri tre simantengono nella fasciapercentuale più bassa.L’analisi dello studio si rife-risce a epoca pre-riformaGelmini e quindi i dati pos-sono considerarsi consoli-dati, senza cioè le variabiliche la riforma della scuolasuperiore potrà immetterenel sistema.

I l secondo elementointeressante che e-merge dallo studio

della Fondazione Agnelliconsiste nel dato di fatto in-controvertibile che gli stu-denti di provincia (quelli di-plomati negli istituti tecnicidei piccoli centri) sonoquelli che in generale of-frono i migliori risultati di ap-prendimento.Il lavoro didattico infine chesi svolge nelle scuole pub-bliche (salvo pochi casicome quello dell’Istitutocommerciale di Desio, pri-vato, che risulta primo classi-ficato), resta di qualità supe-riore rispetto a quello offertodagli istituti tecnici privati.A commento delle sopra e-sposte considerazioni si puòcominciare sul primo dato arimarcare che la scarsa

È stato recente-mente pubblicatouno studio della

Fondazione Agnelli sulmondo della scuola e sul-l’eccellenza didattica deisuoi istituti superiori tecnicie scientifici. Partendo dalleperformance in termini di valu-tazione all’apprendimentodelle matricole (gli iscritti alprimo anno di università)provenienti da tali istituti edesaminando altri fattoricome la capacità di prepara-zione didattica, la disloca-zione territoriale, gli indi-rizzi di studio e la percen-tuale di iscritti all’universitàneo-diplomati.Detto studio arriva a stilareuna classifica degli istitutiche “formano” meglio. Ilponderoso lavoro ha inte-ressato qualcosa come145.000 studenti di quattroregioni pilota (Piemonte,Lombardia, Emilia Romagnae Calabria). Gli istituti lombardi messisotto esame sono stati 453,ventisei dei quali (e questisono quelli che ci interes-sano direttamente) sono i-stituti commerciali e pergeometri o istituti per geo-metri. I quattro bresciani in-seriti nella classifica sono:l’Olivelli di Darfo, il Battistidi Salò, il S. Francesco e ilTartaglia della città.Ci interessa in questa sedesoffermarci su alcuni dati si-gnificativi della ricerca,perché strettamente colle-gati alla preparazione pro-fessionale offerta dagli isti-tuti tecnici, così importantenel curriculum di chi intendesvolgere la professione.Il primo si riferisce alla per-

spinta agli studi universitarida parte dei neo-geometrinon è una novità, e la primarisposta ci viene anche dalnumero limitato di geometrilaureati che riroviamo neinostri Albi. Coloro che desi-derano iscriversi all’Istitutoper geometri (fatti salviquelli che sono “obbligati” ocoloro che lo fanno “percaso”, non avendo idea dicosa sarà il loro futuro) sonoin genere spinti dall’idea diun lavoro, di un’occupazioneimmediata per la fine deiloro studi superiori: sentonoil bisogno (illuminante è alriguardo l’intervista di pag. 4con i tre studenti di quintaclasse e con i due praticanti)di migliorare e da subito leloro attitudini professionalie vogliono essere pronti allapratica del lavoro in liberaprofessione o a livello di di-pendenza. Si impegnanoallo scopo anche ad un pro-lungamento degli studi(vedi IFTS) su temi specificio si augurano di poter svol-gere un proficuo pratican-tato in ambiente professio-nale (ditta o studio o ammi-nistrazione) idoneo a svilup-pare quelle conoscenze tec-niche che a scuola sono stateloro , al massimo, accennate.Quelli fra loro che poi supe-rano l’esame di Stato, nonperdono tempo (vedi l’altonumero di nuovi iscritti) adiscriversi all’Albo almenoper provare la professione,pronti a cogliere anche e-ventualmente altre oppor-tunità di occupazione.Ma la scuola tecnica supe-riore anche quella che ci in-teressa dei geometri – equesto è il problema – con i

suoi cicli di studio semprepiù carenti di approfondi-menti professionali (untempo le classiche materietecniche erano quasi sempreappannaggio di docenti pro-fessionisti che in alcuni casisi avvalevano pure di assi-stenti tecnici) e con una li-cealizzazione dei suoi indi-rizzi che anche la riformaGelmini fatica a correggere,può veramente costituireallo stato delle cose il tram-polino di lancio delle loro le-gittime aspirazioni? Pos-siamo dire senza tema dismentita: certamente no. Eallora?

Ecco la necessità diun sempre mag-giore coinvolgi-

mento della professionenell’organizzazione dellaformazione scolastica. La ca-tegoria ha tutto l’interesse ainvestire risorse e impegnointellettuale nella scuola:semplificando il problema sipotrebbe sostenere: “allascuola la formazione intel-lettuale, alla professionequella pratico-lavorativa”.Quest’impegno – lo diciamosenza remora alcuna – dovràessere indirizzato a tutti igeometri, quale sia il futurodella loro professione, overso la libera professione overso il lavoro dipendente.La Commissione Scuola delnostro Collegio sta alacre-mente lavorando per predi-sporre un progetto organicodi interventi che sul temadella formazione tecnica sianell’ambito del ciclo di studiquinquennale, sia in quellonon meno importante ai finidel superamento dell’e-

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EDITORIALE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 3

same di Stato, che si pre-sume avrà queste linee pro-grammatiche che stanno peressere precisate:– aumento delle docenzeinformative sui temi gene-rali della professione nel-biennio ante-diploma;– seminari di studio su speci-fici temi operativi da tenerepresso l’Istituto Tartaglia;– impegno organizzativo edeconomico per la ripetizionedi nuovi IFTS su tematicheprofessionali di attualità;– riorganizzazione dei corsipreparatori durante il prati-cantato da effettuare durantetutto il ciclo ogni 4/6 mesi sudiverse tematiche e con atte-

stato finale da “far valere” insede d’esame di Stato;– stages per IFTS e per prati-canti con visite di praticaprofessionale.

C ome si può vedereè un impegno mol-to gravoso quello

cui si accinge il nostro Col-legio sul proseguimento diquanto già messo in atto. Suitemi della formazione pro-fessionale scolastica si rive-lerà la validità dei suoi inter-venti a favore dei futuri i-scritti.

Considerazioni propositive

La nota del Presidente

N ell’ultima assemblea del Collegio mi ha colpito l’interventodel collega Consigliere Angelo Este sul Catasto e sull’op-

portunità della nostra categoria di intervenire sulle cose da farsi.Stampa e televisioni hanno dato ampio spazio a una riforma che

il governo Monti ha inserito da subito nel suo programma: la riformadel Catasto, in particolare del Catasto fabbricati. A noi geometri, chefrequentiamo il Catasto quasi tutti i giorni, è ben noto come stanno lecose, che cosa voglia dire “metterlo a posto”, quale e quanto imma-ne lavoro ci sarebbe da fare, e quante interpretazioni diverse potreb-bero emergere. Infatti una cosa è la “comodità” con cui oggi è possi-bile predisporre gli atti di aggiornamento (un gran bel passo in avan-ti!), altra cosa è la “qualità” delle informazioni che vengono registratenelle banche dati catastali. Non di rado la “qualità” è figlia della insuf-ficiente consapevolezza e professionalità di colleghi tuttofare; sonoperò certo che la causa prima risieda nell’assoluta inadeguatezza dellalegislazione catastale che risale agli anni ’40 del secolo scorso: se miè permesso un paragone sarebbe come far viaggiare i treni ad altavelocità trainandoli con le locomotive diesel degli anni ’40. Da nondimenticare che il Catasto è un mondo a sé, autoreferenziale, chespesso trova “soluzioni” diverse a seconda degli Uffici e, talvolta, aseconda degli stessi tecnici di turno. È chiaro che in questo contestoè vero tutto e (quasi) il contrario di tutto (chi ha mai visto, ad esempio,una “unità tipo”?) e chi ci va di mezzo è il cittadino che, non di rado,paga di più o di meno tasse per immobili che hanno lo stesso valore;non a caso la bozza Monti prevede il riordino complessivo di tutta lanormativa specifica.

Tutto ciò premesso e precisato che non mi sono mai occupatodirettamente di Catasto, mi sono deciso, come Presidente delCollegio di Brescia, a scrivere questo articolo non per recriminare sulCatasto, ma per portare all’attenzione dei Colleghi e del ConsiglioNazionale Geometri la necessità che a questo appuntamento (e qual-cosa dovrebbe nascere, visto che il Governo si è preso nove mesi) igeometri si facciano trovare pronti, magari con qualche idea proposi-tiva nel merito.

Non nascondo qualche preoccupazione (anche sul ruolo pro-positivo dei geometri) perché in tutti questi anni i geometri (intesicome categoria professionale) hanno “affiancato”, e non di rado acri-ticamente, l’ammodernamento tecnologico dell’Agenzia del Territoriomentre non ho visto, oltre a generiche lamentazioni, una nostra auto-noma progettualità alla ricerca di soluzioni alle innumerevoli incoeren-ze, contro le quali la pratica professionale di ogni giorno deve con-frontarsi, e talvolta soccombere per portare a casa la ricevuta.

Diciamo sempre, e giustamente, che il “Geometra è di famiglia”

e perciò é già capitato a tutti noi che i clienti, confusi e allarmati, chie-dano chiarimenti in merito all’I.M.U. e alla riforma del Catasto: dob-biamo perciò agire ora (e questo è un invito al Consiglio Nazionale cheannovera tecnici di affermata capacità catastale). Siamo, come geo-metri italiani, inseriti negli organismi internazionali di categoria: ci èperciò abbastanza semplice, e naturale, andare a vedere cosa e comefanno negli altri Paesi europei, magari dove il federalismo fiscale lohanno fatto per davvero. Confrontiamoci, anche, con il mondo univer-sitario e con i Comuni (che sicuramente avranno bisogno della nostracollaborazione); diamo voce a chi, fra di noi, dispone della necessariaesperienza, magari di una vita; cogliamo questa occasione, davverostorica, per rimettere in discussione anche il nostro ruolo. Potrebbeessere che la riforma del Catasto faccia emergere la necessità dinuove figure professionali con forte accentuazione di “servizio pubbli-co” (lo prevede anche Monti, ma solo attraverso convenzioni conl’Agenzia del Territorio) e questo per la nostra categoria potrebbeessere, per davvero, un aggiornamento professionale; a patto che nonsi consideri il Catasto come lavoro di seconda categoria e non si fini-sca di fare gli utili portatori d’acqua come è successo con i “fabbrica-ti fantasma”. Meglio avere le idee chiare da subito, almeno fra noi!Chissà che non riusciamo a dare una mano, capace, nella costruzio-ne di un servizio pubblico: il Catasto aggiornato e affidabile, di cui ilnostro Paese ha sempre di più bisogno!

Da ultimo una annotazione locale: il Collegio di Brescia si èmosso, con l’allora presidente Savoldi e non solo, attorno agli anni2000 per supportare i Comuni nel processo di decentramento dellefunzioni catastali (da anni interrotto, ma ancora ben saldo legislativa-mente). I risultati non sono mancati, talvolta anche economicamentesignificativi per la categoria; perché non riprendere noi l’iniziativa,senza attendere che il lavoro ci cada addosso in modo tale che, giun-to il momento, chi di dovere sappia a chi rivolgersi (anche perché, allo-ra, il lavoro potrebbe cadere altrove e noi perderemmo, ancora unavolta, l’occasione).

Qui non ci sono competenze in discussione né cementi armati:si tratta solo di valorizzare le cose fatte, aggiornarle e aggiungervi queltanto di rispetto per la cosa pubblica in modo tale che le nostre pro-poste siano sì al servizio della Categoria, ma non solo. Noi qui aBrescia abbiamo già l’esperienza necessaria e la voglia di fare.Facciamo sì che la categoria partecipi propositivamente alla riformadel catasto; daremmo anche un grosso aiuto per alleviare difficoltà ainostri iscritti giovani e meno giovani.

Il PresidenteGiovanni Platto

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INTERVISTA

4 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Forum con i geometri di domani:“Cambiare il praticantato peravvicinare scuola e professione”

Scuola e mondo del la-voro sono due mondiche faticano ad incon-

trarsi e a dialogare, si dicesiano lontani chiusi, cia-scuno nel loro guscio impe-netrabile. Ma è proprio cosìanche a Brescia? Al Tartagliadove i geometri liberi pro-fessionisti sono da sempredi casa ed organizzano in-contri, stage, conferenze?Ecco vorrei partire da qui, sentendocome è vissuto questo rapporto da voistudenti ormai all’ultimo anno dell’i-stituto.«Non so cosa ne pensano gli

Torniamo sul tormentato rapporto tra scuola elavoro, tra formazione negli istituti tecnici eproblemi del tirocinio, “moria” dei candidatiall’esame di stato al termine del praticantato eoggettive difficoltà all’avvio della liberaprofessione. Siamo partiti dall’amaraconstatazione del fallimento d’un sistemaformativo che promuove praticamente tutti allamaturità e arriva a bocciare il 50% di queglistessi ragazzi solo dopo due anni di tirocinioche, evidentemente solo in teoria avrebbedovuto qualificarne ulteriormente lapreparazione. Di fronte all’ennesima,inspiegabile, altissima percentuale di bocciatiall’esame professionale non ci siamoaccontentati di indagarne le ragioni, ancheattraverso un confronto che ha coinvolto molticolleghi commissari d’esame oltre ad alcunidocenti, ma con il contributo determinante delprof. Fulvio Negri, abbiamo messo nero subianco una proposta: quella d’un praticantatofatto di lavoro nello studio e lezioni al Collegio,seguito passo passo da momenti di verifica

altri – risponde Ignazio DiTusa – ma a mio avviso lascuola è parecchio lontanadal mondo del lavoro, in par-ticolare dalla professione.Ne sappiamo poco, ma quelpoco ci dice che quanto cista dando la scuola è sicura-mente importante ma insuf-ficiente per muoversi con unminimo di speranza di so-pravvivere nel mercato».«Dico probabilmente coserisapute – aggiunge NicolasMerigo – e per certi versi èanche scontato che trascuola e lavoro ci siano diffe-

renze. Il problema non èquesto, quanto piuttostoche quello che la scuola puòoffrire è diverso da ciò che ilmondo del lavoro chiede.Per capirci: la scuola, anchein un istituto tecnico comequesto è molto teorica, forseinevitabilmente teorica ericca di materie umani-stiche, mentre paradossal-mente sono invece pochi icontenuti tecnici professio-nalizzanti».

E con la recente riforma, come ci haefficacemente annunciato il prof.

Negri, questa reale impossibilitàdella scuola ad offrire una adeguatabase tecnica professionalizzante è de-stinata ad aggravarsi…«Ne stiamo già facendo lespese – dice dal canto suoNicole Curti – manchiamopersino banalmente di pra-tica, magari qualche teoria lasappiamo pure, ma al mo-mento di metterla in praticavediamo che ci mancano i ru-dimenti. Anche nelle ma-terie tecniche, se si escludela sola topografia e qualcheprogetto speciale che pro-prio il Tartaglia riesce ad in-

certificata dell’apprendimento e del ‘saper fare’con la creazione d’un patrimonio di crediti daportare all’esame finale. Una proposta dellaquale abbiamo diffusamente parlato nei numeriprecedenti della nostra rivista e che ha trovatointerlocutori attenti tra i presidenti di Collegioriuniti a Roma.Ora, mentre la nostra proposta continua la suastrada, chiudiamo il cerchio dando la parola adalcuni studenti dell’ultimo anno del Tartaglia ea due praticanti. Presenti anche il prof. Negri eil prof. Matteo Cominelli (ingegnere,insegnante al Tartaglia e animatore dell’Ifts pertecnico superiore di cantiere attivato anchequest’anno a Brescia) in una sala messa adisposizione proprio dall’istituto superiorecittadino il nostro direttore Bruno Bossini hainfatti allestito un piccolo forum incontrandoIgnazio Di Tusa, Nicole Curti e Nicolas Merigo,studenti di quinta al Tartaglia, nonché MichelaFranceschetti e Antonino Ralli al loro primoanno di praticantato. Ecco, succintamente,cosa ci hanno detto.

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INTERVISTA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 5

Un momento della conversazionedegli studenti e dei praticanti con ilnostro direttore geom. Bruno Bossini

per trovare lavoro, trove-ranno un lavoro con unamaggiore remunerazione eduno status sociale più alto».

Sarà la vita a dirgli che non è così eche oggi è più facile trovare lavoro adun tecnico realmente preparato chead un laureato, ed anche noi agli e-sami di abilitazione professionale ve-diamo che i laureati sono spesso re-spinti perché le nozioni chieste dallaprofessione si apprendono meglionella pratica del tirocinio che con lasola formazione teorica universi-taria.«Ne siamo convinti anchenoi tre che pensiamo in ef-fetti di intraprendere lastrada della libera profes-sione – interviene Nicolas –e restando al tirocinio edalle colpe dei giovani ag-giungerei un’ulteriore auto-critica della nostra categoria:spetta, oggi come ieri, ai piùgiovani impadronirsi in ogni

modo delle nozioni dete-nute dai più anziani. Ascuola come negli stage e neltirocinio è il ragazzo chedeve approfittare di ogni oc-casione per completare lasua formazione. Fatto il do-veroso mea culpa, lasciatemiperò denunciare comespesso gli stage ed il tiro-cinio, che dovrebbero aiu-tarci a superare il gap lasciatodalla scuola, si rivelanopoco formativi. Per non par-lare dei professori…».

No, parliamone invece.«Sono d’accordo con Nicolas– afferma Nicole – sul bancodegli imputati ci stiamo noistudenti, ma ci stanno certa-mente anche i professori…»«Lo dico con chiarezza – ag-giunge Ignazio – ci sono pur-troppo professori cui nonimporta la distanza tra le no-zioni che insegnano e le ef-

serire nel programma forma-tivo, l’insegnamento restateorico, direi di più quasi a-stratto; così quando en-triamo in uno studio per laprima volta abbiamo bi-sogno di qualcuno che ciguidi anche nei passaggi piùsemplici e banali».

Colpa della scuola? Solo dellascuola?«No, certamente – ammetteIgnazio – ci sono anche tranoi molti che non mettonoimpegno nello studio, altriche sono qui parcheggiati enon faranno mai i geometri,ma se devo distribuire le re-sponsabilità non sono certogli studenti i primi da met-tere sul banco degli accu-sati».

D’accordo però cerchiamo di capire,ad esempio nelle vostre classi quantiintendono diventare geometri,quanti invece hanno scelto questo in-dirizzo senza saper bene perché, esono qui parcheggiati, oppurequanti hanno un’idea precisa delloro futuro.«Difficile fare una valuta-zione sulle motivazioni;nella mia classe, ancheperché è ormai una quinta,sono davvero pochi quelliche non condividono l’indi-rizzo di studi o non si impe-gnano. Semmai, e mi pare lodicesse anche Ignazio, val lapena di vedere quali pro-spettive ciascuno si dà, perdire che più del 70% dei ra-gazzi d’una quinta geometripensa di continuare gli studiall’università e non dedi-carsi subito alla ricerca dellavoro o alla professione.Pensano tutti che con unalaurea avranno più chances

fettive necessità d’un tec-nico. Magari neppure lo sache cosa è richiesto oggi adun tecnico nel mercatoreale, nella sfida quotidianadel lavoro vero».

Un tempo, in verità, proprio istitutitecnici come il vostro eccellevanoperché non pochi professori eranoanche liberi professionisti, opera-vano nel mondo reale del lavoro…«Sì, proprio così – intervieneil prof. Cominelli – ma oggi lasituazione è mutata. Venti,trent’anni fa erano moltis-simi i professori che vive-vano la scuola come integra-zione del loro impegno pro-fessionale esterno, eranotecnici, ingegneri, architetti,progettisti, topografi di va-glia che non disdegnavanodi misurarsi anche con la di-dattica. Ed erano un patri-monio di valore autenticoper la scuola giacché la man-

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INTERVISTA

6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Da sinistra: il prof. ing. MatteoCominelli, insegnante al Tartaglia eanimatore dell’Ifts per tecnicosuperiore di cantiere; gli studenti diquinta Ignazio Di Tusa, Nicole Curtie Nicolas Merigo

smettendo una nozione laconosce solo sul piano teo-rico oppure se la applicaogni giorno nel suo lavoro».«Proprio così – rincara ladose Nicole – è una diffe-renza che noti persino neitermini che vengono utiliz-zati, nel fatto che gli esempipratici sono sempre calzanti,cambiati più volte se ser-vono ad illustrare meglio unconcetto. Su questo temanon sarebbe male, anchesull’onda della rivalutazionedel sapere tecnico e dellaformazione professionalesuperiore legata alla pratica,che si cercassero insegnanticon queste caratteristiche,ovvero con una effettiva pra-tica sul campo».«Se possiamo tornare aquell’ipotetico banco degli

imputati sul quale Abbiamogià messo la scuola, qualchestudente ed i professori, iodirei di mettere anche ilmondo del lavoro, almenouna sua parte. Io sono inquinta e non ho ancora fattotirocinio, ma dai raccontidegli amici e da alcuni stagefatti dai miei compagni dicoche neppure gli studi pro-fessionali sono completa-mente innocenti».

Giusto: completiamo l’atto d’accusa.«Non è un’accusa, ma unaconstatazione – dicono a unavoce Ignazio e Nicole – se lascuola è lontana dal mondodel lavoro, altrettanto vadetto del mondo del lavororispetto alla scuola. Tra-dotto: tra i professionisti enelle imprese nei pur spora-

tenevano naturalmente alpasso con i tempi, con le tec-niche, con le tecnologie. Poiquesto duplice ruolo,questo circuito virtuoso èstato penalizzato, disincen-tivato,visto addirittura comeun comportamento pococommendevole, come unacommistione indebita trapubblico e privato. Ed èstato così gettato alle or-tiche, letteralmente di-sperso, un grande patri-monio di efficace didattica edi reale, continuo collega-mento con il lavoro».

Qualcuno fortunatamente c’è an-cora…«E la differenza si nota, la no-tiamo anche noi studenti –interviene Nicolas – Capiscida mille cose se chi ti sta tra-

dici momenti di incontro,non si coglie quella voglia difar crescere il bagaglio di co-noscenze del ragazzo, di tra-smettere nozioni e pratica.Per tanti avere un praticanteè una scocciatura, al più unpiccolo di bottega da man-dare in Posta o al quale affi-dare il delicatissimo com-pito di far fotocopie…»

Non state esagerando?«Non sappiamo – affermaNicolas aggiungendosi aidue colleghi – ma questisono i racconti di tanti amici.Certo c’è la crisi, certo nes-suno pretende stipendi disorta e al più un piccolo rim-borso, ma durante gli stage esoprattutto durante il prati-cantato di due anni non pos-siamo solo buttar via iltempo, anzi dovremmo averl’opportunità di imparareciò che ci sarà necessario pertrovare un lavoro e svol-gerlo. A onor del vero debboanche dire che non mancanoinvece gli esempi positivi diamici che hanno avuto espe-rienze positive, studi dovehanno potuto misurarsi con inodi del lavoro avendo real-mente a fianco un professio-nista capace di guidarli».

Debbo dire che anche come Collegioci rendiamo conto delle grandi diver-sità d’esperienze che i praticanti ciraccontano. Anche da qui nascel’idea di abbinare le ore nello studioprofessionale ai corsi ed alle lezioni alCollegio così da far progredire se-condo percorsi precisi e costante-mente verificati il saper fare di ognipraticante. Nei due anni in sostanzail neo-diplomato dovrebbe costruirsiun portfoglio di crediti certificati dalsuperamento di apposite prove al

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INTERVISTA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 7

riore.«Apprezziamo sempre le oc-casioni di incontro – rispon-dono tutti e tre i ragazzi –quelle dell’orientamento ele presenze tecniche a fian-co dei nostri professori. Lastrada è quella giusta: sitratta di infittire le occasioni,di moltiplicare le opportu-nità di dialogo, tecnico eprofessionale, di aggiornarcireciprocamente sui pro-blemi della categoria equelli della scuola».

Magari qualcuno di voi potrebbepure venire in redazione, contribuireal dibattito sul ogni nuovo numerodel “Geometra bresciano” e scriverequalche articolo…«Perché no?»

D’accordo, vi farò mandare l’invito.

E veniamo adesso ai nostri due col-leghi che stanno facendo il pratican-tato e che, ho visto, hanno seguitoquesta nostra conversazione spessoassentendo e dunque condividendo.Ecco: raccontatemi un po’ la vostraesperienza.«Mi sono diplomato un annofa – racconta Antonino Ralli –e sto svolgendo il pratican-tato in uno studio associatodi tre diversi professionisti.Era il mio obiettivo dasempre e sono stato dav-vero fortunato a raggiun-gerlo».

Perché dici che sei stato fortunato?«Perché ho anch’io nume-rosi amici che sono prati-canti in studi dai quali e-scono solo per andare inPosta, passano la giornata alcomputer e non vengono

quale aggiungere solo al termine delsuo tirocinio un esame finale, comein qualsivoglia corso di laurea l’iterformativo certificato si chiude conuna tesi.“Sarebbe una novità digrande valore – dicono glistudenti – alla quale an-drebbe anche abbinato ilcambio dell’esame finale: a-vrebbe infatti poco sensocostruire un iter formativoprevalentemente praticochiudendolo con un esameteorico».

Dobbiamo fare certamente un passoalla volta, ma questo è l’obiettivo deigeometri liberi professionisti bre-sciani e italiani. Intanto però vorreiterminare la chiacchierata con voichiedendovi cosa può fare la nostracategoria per aiutare voi nella scuola,nei cinque anni dell’istituto supe-

coinvolti in alcuna attivitàvera dello studio. E per dipiù non ricevono il beccod’un quattrino. Io invece nonnuoto certo nell’oro, ma unminimo rimborso ce l’ho equesto aggiunge motiva-zione a motivazione. Inoltrei tre soci dello studio sonopersone che cercano in ognimodo di coinvolgermi nelloro lavoro, di farmi parte-cipe tanto alle discussionicon il cliente quanto ai pro-blemi di progettazione o allagestione del cantiere.Debbo aggiungere inoltreche non sono ‘figlio d’arte’ enon avevo particolari rap-porti con questo studio,semplicemente ho saputoche cercavano un praticantee mi sono presentato. Pro-prio per questo non esito adire di essere stato fortu-nato».

La fortuna peraltro bisogna un po’cercarsela, soprattutto di questitempi. Volevo ora sapere se avevi giàsentito la nostra proposta di riformadel praticantato e se la condividi?«Non l’avevo ancora letta;l’ho sentita qui oggi e debbodire che mi convince. Ancheperché, su sollecitazione deisoci dello studio, in questimesi ho in qualche modo an-ticipato questa formula se-guendo un corso di specia-lizzazione al Collegio. Pro-prio i soci dello studio mihanno infatti consigliato disfruttare questi due anninon solo per accumulare e-sperienza polivalente nellostudio, seguendo tutte e trele loro diverse attività, mapure qualche corso specificoper accumulare anche ag-giornate competenze pro-

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Il prof. Fulvio Negri, ex preside delTartaglia e ora consulente delCollegio per i rapporti con la scuola

fessionali. Se questi corsidessero diritto a crediti dainserire in un portfoglio chefungesse da presentazioneall’esame di Stato sarebbedavvero perfetto».

Bene, ora veniamo all’altra nostracollega.«La mia è una storia diversa– esordisce Michela France-schetti – anch’io infatti misono diplomata nel 2011, mainvece di cercare uno studioper il praticantato ho sceltodi iscrivermi al corso per re-sponsabile di cantiere delprogetto Ifts (Istruzione for-mazione tecnica superiore)attivato al Tartaglia grazie adun finanziamento regionale,per iniziativa comune delTartaglia stesso, dellaScuola edile, del Collegiodei geometri e di quello deicostruttori, nonché della Fa-coltà di ingegneria dell’Uni-versità di Brescia».

Dunque tu sei una dei trenta diplo-mati dell’Ifts partito quest’anno: che

impressione ne hai ricavato finora?«Anch’io mi reputo fortunatacome il collega, perché stofacendo quello che deside-ravo, ovvero acquisire unaserie di competenze teo-riche e soprattutto pratichenella gestione di un can-tiere. Il corso è impegnativo,giacché mi occupa per tutti ipomeriggi della settimana,ma molto valido».

Sono felice di quanto dici perchécome geometri abbiamo credutomolto in questo progetto; ma, dimmiconcretamente cosa studi?«Studiamo e applichiamoalla concretezza di un can-tiere un’infinità di nozioni:dalla sicurezza, all’acustica,dall’organizzazione alla con-tabilità. Tutte “materie” chenei cinque anni precedentiavevo potuto solo orec-chiare, mentre ora le vivoconcretamente, le applicoogni giorno. Inoltre ho ascol-tato prima con piena condi-visione quanto dicevate aproposito della maggiore ef-ficacia didattica dei docentiche possono vantare ancheun’esperienza di libera pro-fessione, perché all’Ifts pra-ticamente tutti i docentisono anche impegnati nellaprofessione e portano ascuola anche le loro espe-rienze quotidiane».

Ma se alla scuola superiore segueancora la scuola dell’Ifts non si ri-schia comunque di tenere il lavorosempre a distanza?«No perché già oggi c’è chitra i miei colleghi alterna lamattina in studio con il po-meriggio a scuola, inoltre ladidattica è mirata alla con-cretezza, ai casi di tutti i

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 9

I geometri praticanti MichelaFranceschetti e Antonino Ralli

ovvero corsi di Formazionetecnica superiore stabili e si-curi negli anni darebbe piùcertezze a tutti».

In effetti stiamo lavorando proprio aquesto progetto…«Vale poi la pena di sottoli-

giorni, alle applicazioni quo-tidiane delle nozioni lettesui libri e delle norme con-tenute nelle leggi. Infine ilcorso Ifts che vale come unanno di praticantato sichiude con due mesi di pra-tica tradizionale in unostudio professionale».

Cosa manca a quest’esperienza?«Non saprei: sul piano delladidattica e dell’esperienzami pare non ci sia nulla daaggiungere ed anche perquel che riguarda i docentinon ho proprio appunti dafare. Ciò che manca forse è lacontinuità, nel senso cheogni anno l’Ifts si fa solo searrivano determinati finan-ziamenti regionali, semprepiù incerti; indubbiamenteuna struttura come un Fts,

neare che chi ha fatto il corsoper responsabile di cantiereprima di me ha trovato facil-mente occupazione, e ciò èavvenuto perché il corso ènato proprio su sollecita-zione delle aziende del set-tore edile hanno bisogno diquesta figura professionale.Certo con la crisi di questi ul-timi due anni non mi illudod’aver la strada già spianata,però, francamente questa èla via meno accidentata pos-sibile. Se poi si riuscirà acambiare la formula del pra-ticantato e soprattutto del-l’esame, modulandolo sulformat che io sto sperimen-tando, potrò solo testimo-niare che il mix tra teoria epratica, studio e lavoro puòdavvero funzionare».

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DAL CONSIGLIO NAZIONALE

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Standard di qualità: progettazione e verificaai fini della prevenzione incendi

3.1. Termini e definizioniAi fini del presente documento valgono i termini e le defi-nizioni seguenti. 3.1.1 Comando: il Comando provinciale dei vigili del

fuoco territorialmente competente; 3.1.2 Direzione: la Direzione regionale o interregionale

dei vigili del fuoco del soccorso pubblico e della di-fesa civile;

3.1.3 Progettazione e verifica ai fini della prevenzioneincendi: prestazione svolta da un geometra finaliz-zata per le attività soggette al controllo del CorpoNazionale dei Vigili del Fuoco.

3.1.4 Segnalazione certificata di inizio attività1: Dichia-razione sostitutiva di atto notorio, con l’impegno aosservare,con la messa in sicurezza dell’attivitàtutti gli obblighi previsti, nonché i divieti, le limita-zioni e le prescrizioni delle disposizioni di preven-zione incendi e di sicurezza antincendio vigenti di-sciplinanti la stessa attività

3.1.5 Sportello unico per le attività produttive2: Stru-mento di semplificazione amministrativa che uti-lizza a sua volta altri strumenti di semplificazionequali la Scia, il silenzio assenso, l’accordo tra am-ministrazione e privati, conferenza di servizi al finedi snellire i rapporti tra Pubblica Amministrazionee cittadini.

1 Definizione art. 1 DPR 151/2011: articolo 19 della legge 7 agosto1990, n. 241, come sostituito dall'articolo 49, comma 4-bis, del de-creto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni,dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, in cui la ricevuta della segnala-zione costituisce titolo autorizzatorio ai sensi dell'articolo 38,comma 3, lettere e) ed f), del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112,convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133. 2 Definizione art. 1 DPR 151/2011

3.2 Simboli e abbreviazioni3.2.1 CPI: Certificato di prevenzione incendi, ai sensi

dell'articolo 16, comma 1, del decreto legislativo 8marzo 2006, n. 139; rilasciato dopo un sopralluogoche abbia accertato la conformità delle opere alleprescrizioni previste dalla normativa di preven-zione incendi nonché la sussistenza dei requisiti disicurezza antincendio di cui ai progetti eventual-mente approvati e/o presentati;

3.2.2 CTR: il Comitato tecnico regionale per la preven-zione incendi di cui all'articolo 22 del decreto legi-slativo 8 marzo 2006, n. 139.

3.2.3 NOF: nulla osta di fattibilità 3.2.4 SCIA: segnalazione certificata di inizio attività 3.2.5 SUAP: sportello unico per le attività produttive

4. Principio

D opo aver presentato nel precedente numero i Seminari, orga-nizzati con la collaborazione del Comando Provinciale dei Vigilidel Fuoco di Brescia, con i quali prosegue l’attività di formazione

con corsi di aggiornamento presso la sede del Collegio sui diversi argomenticoinvolti nel nuovo decreto, proponiamo in queste pagine un estratto dalladocumentazione pubblicata dal Consiglio Nazionale Geometri e GeometriLaureati in merito alla “Progettazione e verifica ai fini della prevenzione in-cendi nell’area Edilizia, Urbanistica e Ambiente: «Attività di progettazionee/o verifica di un’attività soggetta al controllo dei Vigili del Fuoco, ai fini delrilascio del CPI. (verificare norme UNI)». Segnaliamo che il termine consentito per l’inserimento dei commenti quantoproposto è fissato per giorno il 15 giugno 2012.

1. Scopo e campo di applicazione Il presente documento specifica i requisiti di conoscenza,competenza ed esperienza del geometra, e ne descrive imetodi di valutazione della conformità, con specifico riferi-mento alla "progettazione e verifica ai fini della prevenzioneincendi", intesa come prestazione svolta da un geometra fi-nalizzata per le attività soggette al controllo del Corpo Na-zionale dei Vigili del Fuoco. Si applica al geometra iscritto all’albo, indipendentementedalla natura dell’impiego.

2. Riferimenti normativi e legislativi Il presente documento rimanda, mediante riferimenti datatie non, a disposizioni contenute in altre pubblicazioni. Taliriferimenti normativi sono citati nei punti appropriati deltesto e sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferi-menti datati, successive modifiche o revisioni apportate adette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nelpresente documento come aggiornamento o revisione. Peri riferimenti non datati vale l'ultima edizione della pubbli-cazione alla quale si fa riferimento. Comunicato “Approvazione del Regolamento sulla forma-zione professionale continua dei geometri” - Gazzetta Uffi-ciale n. 35 del 12 febbraio 2010D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151, Regolamento recante semplifi-cazione della disciplina dei procedimenti relativi alla pre-venzione degli incendi D.M. 5 agosto 2011, Procedure e requisiti per l'autorizza-zione e l'iscrizione dei professionisti negli elenchi del Mini-stero dell'Interno D.LGS 8 marzo 2006, n.139, Riassetto delle disposizioni re-lative alle funzioni ed ai compiti del Corpo nazionale dei vi-gili del fuoco

3. Termini, definizioni, simboli e abbreviazioniD.M. 30 novembre 1983

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DAL CONSIGLIO NAZIONALE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 11

zione); IV) gli impianti e le attrezzature; V) la consistenza e il dimensionamento; VI) le eventuali servitù apparenti e le circostanzeche possano ritenersi pregiudizievoli; VII) il rilevamento della presenza di sostanze tos-siche o nocive nel sito.

3 Art. 2, comma 3, D.P.R. n. 151/2011.

5.2.3.2 Fase 2 ProgettazioneQuesta fase comprende i seguenti compiti: a) Inquadramento tecnico-normativo per lo studioe scelta delle modalità di intervento da adottarsi alfine di rendere conforme il sito e in funzione del-l'attività soggetta, ricadente:

3 Art. 2, comma 3, D.P.R. n.151/2011. – nella categoria A (basso rischio);– nella categoria B (medio rischio)– nella categoria C (alto rischio);

b) Elaborazione del progetto e della relazione tec-nica in funzione della categoria o di:

– attività soggette con presenza contemporaneadi più categorie;– attività soggette ad autorizzazione in deroga; – attività soggette a NOF.

c) Presentazione della praticaI)Per le attività soggette rientranti nella categoriaA:• istanza di SCIA (modello PIN 2-2011);• asseverazione tecnica (certificazioni e dichiara-

zioni);• relazione tecnica;• elaborati grafici;• versamento a favore della Tesoreria Provinciale

dello Stato. II) Per le attività soggette rientranti nelle cate-gorie B e C:• istanza di valutazione del progetto (modello

PIN 1-2011);• documentazione conforme a quanto specifi-

cato nell’Allegato I del DPR 151/2011 (vedereAppendice B);

• versamento a favore della Tesoreria Provincialedello Stato.

III) Per le attività soggette ad autorizzazione inderoga: • istanza di deroga (modello PIN 4-2011); • documentazione conforme a quanto specifi-

cato nell’Allegato I del DPR 151/2011 (vedereAppendice B), integrata della valutazione sul ri-schio aggiuntivo sulla mancata osservanza

La presente prestazione “progettazione e verifica ai finidella prevenzione incendi" richiede la compresenza delcompito (cosa un geometra deve saper fare – quali attività,processi – per essere considerato idoneo alla prestazione),dei requisiti di competenza (cosa deve sapere, quali carat-teristiche deve avere il geometra per essere idoneo alla pro-fessione) e della valutazione (come un geometra è valutatoper esser considerato idoneo al compito), così come svi-luppato nei punti 5, 6 e 7. Il geometra nello svolgimento della prestazione “progetta-zione e verifica ai fini della prevenzione incendi” deve ri-spettare le prescrizioni contenute nella legislazione e nor-mativa vigente.

5. Descrizione del lavoro, servizio o processo

5.1. GeneralitàI compiti sono di seguito elencati: a) analisi documentale preliminare;b) verifiche;c) inquadramento tecnico-normativo;d) elaborazione del progetto e della relazione tecnica;e) presentazione della pratica;f) assistenza alle visite tecniche da parte del Comando.I compiti da a) a f) sono stati rielaborati e sviluppati nei puntida 5.2 a 5.3 secondo le diverse fasi della prestazione al finedi agevolarne lo svolgimento pratico.

5.2.3.1 Fase 1 Operazioni preliminari alla progettazioneQuesta fase comprende una serie di compiti, quali: a) Analisi documentale preliminare. Trattasi di un controllo dei documenti che general-mente il committente fornisce al geometra al fine diindividuare le attività soggette ai controlli di pre-venzione incendi e di consentirne l’inquadramentodell’attività in una delle tre categorie specificatedalla normativa3. b) Verifiche. Trattasi delle analisi di idoneità del sito, sia esso e-sistente che in fase di progettazione,all’attività dasottoporre a prevenzione incendi, mediante con-trollo della corrispondenza tra lo stato di fatto o ilprogetto con l’attività che verrà svolta, indivi-duando:

I) le modalità di accesso e ubicazione;II) lo stato di conservazione (se esistente);III) gli elaborati tecnici (se in fase di progetta-

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DAL CONSIGLIO NAZIONALE

12 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

NOTA: Per il mantenimento dell'iscrizionenegli elenchi del Ministero dell'interno, i pro-fessionisti devono effettuare corsi o seminaridi aggiornamento in materia di prevenzioneincendi della durata complessiva di almenoquaranta ore nell'arco di cinque anni dalla datadi iscrizione nell'elenco o dalla data di entratain vigore del D.M. 5 agosto 2011 per coloro giàiscritti a tale data. 4 D.M. 5 agosto 2011. Procedure e requisiti perl’autorizzazione e l’iscrizione dei professio-nisti negli elenchi del Ministero dell’Interno.

Il geometra nell’espletamento dell’attività di progettazionee verifica ai fini della prevenzione incendi deve avere ca-pacità e abilità per:• conoscere e saper applicare le disposizioni contenute

nelle normative vigenti;• conoscere e saper applicare le normative specifiche per

ogni singola attività;• conoscere correttamente i metodi e le tecniche per svol-

gere una consulenza ai fini di prevenzione incendi; • avere un’adeguata esperienza e competenza nel saper in-

dividuare gli adeguamenti necessari al fine di evitare il pe-ricolo di incendio;

• saper individuare ed eliminare eventuali rischi non pre-cedentemente valutati;

• applicazione delle linee guida predisposte dagli enticompetenti e conoscenza delle buone prassi;

• conoscere i materiali e le metodologie di costruzione.Inoltre, costituisce valore aggiunto la conoscenza della me-todologia di certificazione dei materiali.

delle disposizioni cui si intende derogare; • versamento a favore della Tesoreria Provinciale

dello Stato. IV) Per le attività soggette a NOF: -istanza di nullaosta di fattibilità (modello PIN-1-bis-2011); -do-cumentazione conforme a quanto specificato nel-l’Allegato I del DPR 151/2011 (vedere AppendiceB);• versamento a favore della Tesoreria Provinciale

dello Stato. V) Per la richiesta di verifica in corso d’opera• istanza di verifica (modello PIN-2-bis-2011);• documentazione tecnica illustrativa e certifica-

tiva;• versamento a favore della Tesoreria Provinciale

dello Stato. VI) Per il rinnovo periodico di conformità:• istanza di rinnovo (modello PIN 3-2011); • asseverazione attestante la funzionalità e l’effi-

cienza degli impianti di protezione attiva antin-cendio;

• versamento a favore della Tesoreria Provincialedello Stato.

5.2.3.3 Fase 3 Assistenza alle visite tecnicheQuesta fase comprende il seguente compito di-stinto per attività soggette: b) per le categorie A e B :

• assistenza ai controlli alle visite tecniche delComando volte ad accertare il rispetto delleprescrizioni previste dalla normativa di pre-venzione incendi a campione o in base a pro-grammi settoriali per categorie di attività onelle situazioni di potenziale pericolo co-munque segnalate o rilevate;

• eventuale richiesta di copia del verbale dellavisita tecnica. c) per la categoria C -assistenza aicontrolli alle visite tecniche del Comando voltead accertare il rispetto delle prescrizioni pre-viste dalla normativa di prevenzione incendi; -rilascio del CPI.

6.2.2. Conoscenze e abilità specificheSecondo quanto previsto dalla legislazione vigente4, il geo-metra svolge la presente prestazione solo se in possessodei seguenti requisiti:– iscrizione all'albo professionale;– attestazione di frequenza con esito positivo del corso basedi specializzazione di prevenzione incendi;– iscrizione nell’apposito elenco del Ministero dell’Interno.

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DAL CONSIGLIO NAZIONALE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 13

Compiti Aspetti della verifica

a) Analisi documentale preliminare ❑ verifica sussistenza

b) Verifiche ❑ modalità di accesso e ubicazione

❑ stato di conservazione

❑ elaborati tecnici

❑ impianti e attrezzature

❑ consistenza e dimensionamento

❑ eventuali servitù apparenti

7.2. Liste di controllo7.2.3.1 Fase 1 Operazioni preliminari alla progettazione

7.2.3.2 Fase 2 Progettazione

a. Inquadramento tecnico-normativo per lo studio e sceltadelle modalità di intervento da adottarsi al fine direndere conforme il sito e in funzione dell’attività soggetta

b. Elaborazione del progetto e della relazione tecnica

a

c. I) Presentazione della pratica per attività soggetterientranti nella categoria A

c. II) Presentazione della pratica per attività soggetterientranti nelle categorie B e C

c

c. III) Attività soggette ad autorizzazione in deroga

❑ Ricadente nella categoria A (basso rischio)❑ Ricadente nella categoria B (medio rischio)❑ Ricadente nella categoria C (alto rischio)

❑ Attività soggette rientranti nella categoria A❑ Attività soggette rientranti nella categoria B❑ Attività soggette rientranti nella categoria C❑ Attività soggette con presenza contemporanea di più

categorie❑ Attività soggette ad autorizzazioni in deroga❑ Attività soggette a NOF

❑ Istanza di SCIA (modello PIN 2-2011)❑ Asseverazione tecnica (certificazioni e dichiarazioni❑ Relazione tecnica❑ Elaborati grafici❑ Versamento a favore della Tesoreria Prov. di Stato

❑ Istanza di valutazione del progetto (mod. PIN 1-2011)❑ Documentazione conforme a quanto specificato

nell’Allegato I❑ Versamento a favore della Tesoreria Provinciale

dello Stato

❑ Istanza di deroga (modello PIN 4-2011)❑ Documentazione conforme a quanto specificato

nell’Allegato I❑ Versamento a favore della Tesoreria Provinciale

dello Stat

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DAL CONSIGLIO NAZIONALE

14 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

c. IV) Attività soggette a NOF

c

c. V) Richiesta verifica in corso d’opera

c. VI) Rinnovo periodico di conformitàc

c

a) Assistenza alle visite tecniche per categoria A e B

a

). Assistenza alle visite tecniche per categoria C

c

❑ Istanza di nulla osta di fattibilità(modello PIN-1-bis-2011)

❑ Documentazione conforme a quanto specificatonell’Allegato I

❑ Versamento a favore della Tesoreria Provincialedello Stato

❑ Istanza di verifica (modello PIN-2-bis-2011)❑ Documentazione tecnica illustrativa e certificativa❑ Versamento a favore della Tesoreria Provinciale

dello Stato

❑ Istanza di rinnovo (modello PIN-3-2011❑ Asseverazione attestante la funzionalità e

l’efficienza degli impianti di protezione attivaantincendi

❑ Versamento a favore della Tesoreria Prrovincialedello Stato

❑ Assistenza ai controlli alle visite tecnichedel Comando

❑ Eventuale richiesta di copia del verbale dellavisita tecnica

❑ Assistenza ai controlli alle visite tecnichedel Comando

❑ Rilascio del CPI

7.2.3.3 Fase 3 Assistenza alle visite tecniche

APPENDICE AElenco non esaustivo dei principali termini e definizioniriconducibili al Campo di applicazione della specifica

Altezza ai fini antincendi degli edifici civili: altezza mas-sima misurata dal livello inferiore dell’apertura più alta del-l’ultimo piano abitabile e/o agibile, escluse quelle dei vanitecnici, al livello del piano esterno più basso.Altezza dei piani: altezza massima tra pavimento e intra-dosso del soffitto.Carico di incendio: potenziale termico della totalità dei ma-teriali combustibili contenuti in uno spazio, ivi compresi i ri-vestimenti dei muri, delle pareti provvisorie, dei pavimentie dei soffitti.Carico d’incendio specifico: carico d’incendio riferito all’u-

nità di superficie lorda.Compartimento antincendio:parte di edificio delimitata daelementi costruttivi di resistenza al fuoco predeterminata eorganizzata per rispondere alle esigenze della prevenzioneincendi.Comportamento al fuoco: insieme di trasformazioni fisichee chimiche di un materiale o di un elemento da costruzionesottoposto all’azione del fuoco.Filtro a prova fumo: vano delimitato da strutture con resi-stenza al fuoco REI predeterminata, e comunque non infe-riore a 60’, dotato di due o più porte munite di congegni diautochiusura con resistenza al fuoco REI predeterminata, ecomunque non inferiore a 60’, con camino di ventilazione disezione adeguata e comunque non inferiore a 0,10 m2 sfo-ciante al di spora della copertura dell’edificio, oppure vano

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 15

con le stesse caratteristiche di resistenza al fuoco e mante-nuto in sovrappressione ad almeno 0,3 mbar.Intercapedine antincendio: vano di distacco con funzionedi areazione e/o scarico di prodotti della combustione di lar-ghezza trasversale non inferiore a 0,60 m.Materiale: il componente che può partecipare alla combu-stione in dipendenza della propria natura chimica e delleeffettive condizioni di messa in opera per l’utilizzazione.Reazione al fuoco: grado di partecipazione di un materialecombustibile al quale è sottoposto, in relazione a ciò i ma-teriali sono assegnati alle classi 0,1,2,3,4,5, con l’aumentodella loro partecipazione alla combustione.Resistenza al fuoco: attitudine di un elemento da costru-zione a conservare, secondo un programma termico presta-bilito e per un tempo determinato, in tutto o in parte: la sta-bilità “R”, la tenuta “E”, l’isolamento termico “I”, così defi-niti:– stabilità: attitudine di un elemento da costruzione a con-

servare la resistenza meccanica sotto l’azione del fuoco;– tenuta: attitudine di un elemento da costruzione a non la-

sciar passare né produrre se sottoposto all’azione delfuoco su un lato fiamme, vapori o gas caldi sul lato non e-sposto;

– isolamento termico: attitudine di un elemento da costru-zione a ridurre, entro un dato limite, la trasmissione del ca-lore.

Spazio scoperto: spazio a cielo libero o superiormente gri-gliato avente, anche se delimitato su tutti i lati, superficieminima in pianta non inferiore a quella calcolata moltipli-cando per tre l’altezza in metri della parete più bassa che lodelimita.Superficie lorda di un compartimento: superficie in piantacompresa entro il perimetro delle parti delimitanti il com-partimento.Capacità di deflusso: numero massimo di persone che, inun sistema di vie di esodo, si assume possano defluire at-traverso una uscita di un modulo uno.Densità di affollamento: numero massimo di persone as-sunto per unità di superficie lorda di pavimento.moduli.Larghezza delle uscite di ciascun compartimento: numerocomplessivo di uscite necessarie allo sfollamento totale delcompartimento.Luogo sicuro: spazio coperto ovvero compartimento antin-cendio separato da altri compartimenti mediante spazioscoperto o filtro a prova di fumo.Modulo di uscita: unità di misura della larghezza delle u-scite.Scala di sicurezza esterna: scala totalmente esterna ri-spetto al fabbricato servito.Scala a prova di fumo: scala in vano costituente comparti-mento antincendio avente accesso per ogni piano mediante

porte di resistenza al fuoco almeno RE predeterminata e do-tate di congegno di autochiusura.Scala a prova di fumo interna: scala in vano costituentecompartimento antincendio avente accesso diretto da ognipiano, da filtro a prova di fumo.Scala protetta: scala in vano costituente compartimento an-tincendio avente accesso diretto da ogni piano, con porte diresistenza al fuoco REI.Estintore carrellato: apparecchio contenente un agente e-stinguente che può essere proiettato e diretto su un fuocosotto l’azione di una pressione interna.Estintore portatile: definizione, contrassegni distintivi, ca-pacità estinguente e requisiti sono definiti nel D.M. 20 di-cembre 1982.Idrante antincendio: attacco unificato, dotato di valvola diintercettazione ad apertura manuale, collegato a una rete dialimentazione idrica.Impianto automatico di rivelazione d’incendio: insieme diapparecchiature destinate a rivelare, localizzare e segnalareautomaticamente un principio d’incendio.

APPENDICE CElenco non esaustivo delle principali norme tecnichedi riferimento.

UNI 9494:2007 Evacuatori di fumo e calore - Caratteristiche,dimensionamento e prove

UNI 9503:2007 Procedimento analitico per valutare la resi-stenza al fuoco degli elementi costruttivi di acciaio

UNI 9504: 1989 Procedimento analitico per valutare la resi-stenza al fuoco degli elementi costruttivi di legno

UNI 9795:2010 Sistemi fissi automatici di rivelazione e se-gnalazione allarme d’incendio - Progettazione, installa-zione ed esercizio

UNI 10779:2007 Impianti di estinzione incendi - Reti di i-dranti - Progettazione, installazione ed esercizio

UNI 11198:2006 Impianti di estinzione che utilizzano agentiestinguenti liquidi per la protezione antincendio nelle cu-cine di ristorazione - Proprietà fisiche, progettazione del-l’impianto e metodi di prova - Requisiti generali

UNI 11224:2011 Controllo iniziale e manutenzione dei si-stemi di rivelazione incendi

UNI 11280:2008 Controllo iniziale e manutenzione dei si-stemi di estinzione incendi ad estinguenti gassosi

UNI 11292:2008 Locali destinati ad ospitare gruppi di pom-paggio per impianti antincendio - Caratteristiche costrut-tive e funzionali

UNI/TR 11365:2010 Installazioni fisse antincendio - Chiari-menti applicativi relativi alla UNI EN 12845 4sprinkler)

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16 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

nutenzioneUNI EN 13501- 1:2009 Classificazione al fuoco dei prodotti e

degli elementi da costruzione - Parte 1: Classificazione inbase ai risultati delle prove di reazione al fuoco

UNI EN 13565-2 Sistemi fissi di lotta contro l’incendio - Si-stemi a schiuma - Parte 2: Progettazione, costruzione e ma-nutenzione

UNI EN 15004- 1:2008 Installazioni fisse antincendio - Si-stemi a estinguenti gassosi - Parte 1: Progettazione, in-stallazione e manutenzione

UNI EN 15423:2008 Ventilazione degli edifici - Misure antin-cendio per i sistemi di distribuzione dell’aria negli edifici

UNI CEN/TS 54-14:2004 Sistemi di rivelazione e di segnala-zione d’incendio - Parte 14: Linee guida per la pianifica-zione, la progettazione, l’installazione, la messa in ser-vizio, l’esercizio e la manutenzione

UNI CEN/TS 14816:2009 Installazioni fisse antincendio - Si-stemi spray ad acqua - Progettazione, installazione e ma-nutenzione

UNI CEN/TS 14972:2011 Installazioni fisse antincendio - Si-stemi ad acqua nebulizzata - Progettazione e installazionedei fumi

UNI CEN/TS 15176:2006 Valutazione di conformità nellenorme sui sistemi fissi di estinzione incendi

UNI CEN/TR 15276-1:2009 Installazioni fisse antincendio -Sistemi estinguenti ad aerosol condensato - Parte 1: Re-quisiti e metodi di prova per componenti

UNI CEN/TR 15276-2:2009 Installazioni fisse antincendio -Sistemi estinguenti ad aerosol condensato - Parte 2: Pro-gettazione, installazione e manutenzione

UNI ISO 7240-19:2010 Sistemi fissi di rivelazione e di segna-lazione allarme d’incendio - Parte 19: Progettazione, in-stallazione, messa in servizio, manutenzione ed eserciziodei sistemi di allarme vocale per scopi di emergenza

UNI ISO/TR 13387-1:2008 Ingegneria della sicurezza antin-cendio - Parte 1: Applicazioni dei concetti prestazionaliantincendio nella definizione degli obiettivi di progetto.

UNI /TR 11438:2012 Installazioni fisse antincendio - Gruppidi pompaggio - Istruzioni complementari per l’applica-zione della UNI EN 12845 (sprinkler)

UNI EN 54-1:2011 Sistemi di rivelazione e di segnalazioned’incendio - Parte 1: introduzione

UNI EN 54-2:2007 Sistemi di rivelazione e di segnalazioned’incendio - Parte 2: Centrale di controllo e di segnala-zione

UNI EN 54-3:2007 Sistemi di rivelazione e di segnalazioned’incendio - Dispositivi sonori di allarme e di segnala-zione

UNI EN 54-4:2007 Sistemi di rivelazione e di segnalazioned’incendio - Parte 4: Apparecchiatura di alimentazione

UNI EN 1363-1:2001 Prove di resistenza al fuoco - Requisitigenerali

UNI EN 12094-1:2004 Sistemi fissi di lotta contro l’incendio- Componenti di impianti di estinzione a gas - Requisiti emetodi di prova per dispositivi elettrici automatici di co-mando e gestione spegnimento e di ritardo

UNI EN 12094-2:2004 Sistemi fissi di lotta contro l’incendio- Componenti di impianti di estinzione a gas - Requisiti emetodi di prova per dispositivi non elettrici automatici dicomando e gestione spegnimento e di ritardo

UNI EN 12416-1:2007 Sistemi fissi di lotta contro l’incendio- Sistemi a polvere - Parte 1: Requisiti e metodi di provaper componenti

UNI EN 12416-2:2007 Sistemi fissi di lotta contro l’incendio- Sistemi a polvere - Parte 2: Progettazione, costruzione emanutenzione

UNI EN 12259-1:2007 Installazioni fisse antincendio - Com-ponenti per sistemi e sprinkler e a spruzzo d’acqua - Parte1: Srinklers

UNI EN 12599:2001 Ventilazione per edifici - Procedure diprova e metodi di misurazione per la presa in consegna diimpianti installati di ventilazione e di condizionamentod’aria

UNI EN 12845:2009 Installazioni fisse antincendio - Sistemiautomatici a sprinkler - Progettazione, installazione e ma-

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18 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Un’interessante sentenzadel Tar delle Marche favorevoleall’operatività della categoria

Visti il ricorso e i relativi al-legati;

Visti gli atti di costituzione ingiudizio di Comune di SanBenedetto del Tronto e diDi Concetto Eolo;

Viste le memorie difensive;Visti tutti gli atti della causa;Relatore dell’udienza pub-

blica del giorno 12 maggio2011 il dott; Gianluca Morrie uditi per le parti i difen-sori come specificato nelverbale;

Ritenuto e considerato infatto e diritto quantosegue.

Fatto e DirittoL’ordine degli Ingegneri diAscoli Piceno impugna laconcessione edilizia n.32/1994, rilasciata dal Co-mune di San Benedetto delTronto per la costruzione diun edificio di civile abita-zione su progetto redatto daun geometra.Secondo il ricorrente dettaconcessione sarebbe illegit-tima poiché l’opera, stantele sue rilevanti dimensioni(mc 3261 suddivisi in trepiani fuori terra oltre alpiano interrato di mc 1.000)e la struttura in cemento ar-mato, esula dalle compe-tenze professionali dei geo-metri. Viene in ogni caso de-dotto difetto di motiva-zione, poiché il Comune nonha fornito alcuna indica-zione dei motivi per i qualil’opera è stata ritenuta ascri-

vibile alle competenze pro-fessionali dei tecnici sopraindicati.Si sono costituiti in giudizioil Comune di San Benedettodel Tronto e il geom. Eolo DiConcetto per contestare, nelmerito, le deduzioni di partericorrente chiedendone il ri-getto.Detti resistenti eccepisconoanche la sopravvenuta ca-renza di interesse, non es-sendo stata impugnata lasuccessiva concessione edi-lizia n. 217/1995 in variantealle opere di cui alla conces-sione edilizia originaria og-getto di gravame.È infine intervenuto, ad oppo-nendum, il Collegio dei Geo-metri della provincia di A-scoli Piceno, che solleva a-naloga eccezione prelimi-nare, deducendo comunquel’infondatezza del ricorso

sul ricorso numero di regi-stro generale 566 del 1994,proposto da:Ordine degli Ingegneri di A-scoli Piceno, rappresentatoe difeso dall’avv. Maria Ales-sandra Sandulli, con domi-cilio eletto presso Federa-zione Ordine Ingegneri inAncona, piazza del Plebi-scito, 2;

controComune di San Benedettodel Tronto, rappresentato edifeso dall’avv. Marina DiConcetto, con domicilio e-letto presso SegreteriaT.A.R. Marche in Ancona, viadella Loggia, 24;

nei confronti diMassi Angelo, Massi Nicola;Di Concetto Eolo, rappre-sentato e difeso dall’avv. Ro-berto Galvani, con domiciloeletto presso avv. RobertoGalvani in Ancona, corsoMazzini, 156;

e con l’intervento diad opponendum:Collegio dei Geometri dellaprov. di Ascoli Piceno, rap-presentato e difeso dagliavv. Gabriele Galvani, Salva-tore Alberto Romano, condomicilio eletto presso avv.Gabriele Galvani in Ancona,corso Mazzini, 156;

per l’annullamentodella concessione edilizia n.32/1994, rilasciata dal Co-mune di San Benedetto delTronto per la costruzione diun edificio di civile abita-zione.

Repubblica Italianain nome del Popolo Italiano

Il Tribunale Amministrativo Regionale per le Marche(Sezione Prima)

ha pronunciato la seguentesentenza

nel merito.All’udienza del 12.5.2011 lacausa è stata trattenuta indecisione.Il Collegio ritiene di sopras-sedere dalla trattazione del-l’eccezione preliminare de-dotta dalle parti resistenti,poiché il ricorso è co-munque infondato nel me-rito.Al riguardo va osservato chel’art. 16 del RD 11.2.1929 n.274 attribuisce alla compe-tenza del geometra la pro-gettazione, direzione e vigi-lanza di modeste costru-zioni civili.Quanto all’indagine concre-tamente volta ad accertarese una costruzione destinataa civile abitazione sia daconsiderarsi modesta, essanon può prescindere dal-l’applicazione di un criteriotecnico-qualitativo che ri-

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 19

zione dei lavori) era stata af-fidata all’ing. Giuseppe Lau-reati.A giudizio del Collegio talecircostanza risulta suffi-ciente per affermare chel’apporto progettuale delgeometra si sia mantenutoentro le proprie compe-tenze professionali, limi-tate, nella sostanza, alla pro-gettazione architettonica dimassima le cui problema-tiche strutturali, comunquepresenti, sono state affron-tate sotto la supervisione (eresponsabilità finale) del-l’ingegnere co-progettista.Trova quindi applicazionel’orientamento giurispru-denziale, già condiviso daquesto Tribunale (cfr. TARMarche 13.3.2008 n. 194;23.11.2001 n. 1220), secondocui la presenza dell’inge-gnere progettista delle o-

pere strutturali assorbe perintero quella parte che po-teva esorbitare dalla com-petenza professionale delgeometra. Di conseguenzala contestazione circa l’ini-doneità del geometra a sot-toscrivere il progetto esami-nato dal Comune viene a ca-dere e, quindi, tale aspettodella vicenda non è suscetti-bile di incidere negativa-mente sulla legittimità del-l’impugnata concessione e-dilizia (cfr. Cons. Stato, Sez.V, 4.6.2003 n. 3068; idem3.10.2002 n. 5208).Al riguardo il Collegio non i-gnora che esistono anche in-dirizzi giurisprudenziali dicontrario avviso (cfr. da ul-timo, Cons. Stato, Sez. V,24.4.2011 n. 253), adottati sulrilievo che non sarebbe pos-sibile enucleare e distin-guere un’autonoma attività,per la parte di tali lavori, ri-conducibile ad un ingegnereo ad un architetto, il che(prosegue la citata giuri-sprudenza) apparirebbesenz’altro esatto, in quantochi non è abilitato a deli-neare l’ossatura, neppurepuò essere ritenuto in gradodi dare forma al corpo chedeve essere sorretto.A giudizio del Collegio ap-pare invece possibile, sullabase di comuni esperienzedi fatto, scindere dette atti-vità progettuali, poiché defi-nita l’ossatura (o, meglio, lastruttura portante di un edi-ficio, dimensionata per reg-gere tutte le sollecitazioni,statiche e dinamiche, verti-cali e orizzontali, cui esso è opotrebbe essere sotto-posto) da parte del tecnico aciò abilitato, l’ulteriore atti-

guardi la valutazione dellastruttura dell’edificio e le re-lative modalità costruttive,che non devono implicare lasoluzione di problemi tec-nici particolari, devoluti e-sclusivamente alla compe-tenza professionale degli in-gegneri e degli architetti.Altri criteri, come quelloquantitativo, delle dimen-sioni e della complessità,nonché quello economicopossono soccorrere quali e-lementi complementari divalutazione, in quanto indi-cativi delle caratteristichecostruttive e delle difficoltàtecniche presenti nella rea-lizzazione dell’opera (cfr.Cons. Stato, Sez. V, 3.10.2002n. 5208).Nel caso in esame, come e-videnziato dalle parti resi-stenti, la progettazionestrutturale (e la relativa dire-

vità progettuale si risolvenella definizione di ele-menti di chiusura dellastessa, mediante opere ditamponamento interno edesterno di natura essenzial-mente architettonica; operevolte a delimitare gli spazi incui si svolge l’attività umanae che non richiedono il pos-sesso di specifiche compe-tenze strutturali (attivitàche, spesso, viene svolta daitecnici specializzati nei solicomponenti d’arredo).Il ricorso va quindi respinto.L’incertezza del quadro giu-risprudenziale di riferi-mento costituisce, tuttavia,giusta ragione per disporrela compensazione dellespese tra le parti.

P.Q.M.

il Tribunale AmministrativoRegionale per le Marche,definitivamente pronun-ciando, respinge il ricorso inepigrafe.Spese compensate.La presente sentenza sarà e-seguita dall’Amministra-zione ed è depositatapresso la Segreteria del Tri-bunale che provvederà adarne comunicazione alleparti.Così deciso in Ancona nellacamera di consiglio delgiorno 12 maggio 2011 conl’intervento dei magistrati:Luigi Passanisi, PresidenteGianluca Morri, Consigliere, E-stensoreTommaso Capitanio, PrimoReferendario

L’Estensore Il Presidente❑

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LEGALE

20 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Francesco Cuzzetti Occupazione:tra risarcimento e restituzione

sez. IV 15 dicembre 2011 n.6619, il cui interessante con-tenuto è il reale scopo diquesto scritto.La sentenza rileva anzitutto,una confusione concettualeladdove il Giudice di primogrado sembra non distin-guere tra “restituzione” (nonrichiesta), e “retrocessione”,che è l’oggetto del giudizio.Rileva quindi che l’istitutodella “retrocessione” è pre-visto sia dalla legge2359/1865 sia dalla recenteL. 327/2001 nei due articoli46 (per il caso di retroces-sione totale) e 47 (per il casodi retrocessione parziale), e-videnziando peraltro cheessi, fanno esplicito riferi-

mento come necessario pre-supposto, al procedimentoespropriativo, conclusosicon il decreto di esproprio,che produce l’effetto estin-tivo/acquisitivo del diritto diproprietà.

Diversa quindi l’i-potesi in cui si siaverificata sul bene

semplicemente oggettodell’occupazione, la realiz-zazione dell’opera pub-blica, il che determina l’ef-fetto acquisitivo del dirittodi proprietà alla irreversi-bile destinazione del suoloall’opera stessa, nel qualcaso la giurisprudenza rico-nosce il diritto al risarci-

Una società im-pugna davanti alConsiglio di Stato

la sentenza di un T.R.A. conla quale è stata rigettata lasua domanda diretta a otte-nere la retrocessione di areeurbane, sulle quali era inter-venuta l’occupazione daparte del Comune, che a-veva poi realizzato per in-tero l’opera pubblica pro-gettata, utilizzando peròsolo parte della stessa, purnon essendo intervenuto ildecreto di esproprio, ma ac-quisendone la proprietà inforza dell’accessione inver-tita.Siccome per la realizzazionedell’opera non era stata uti-lizzata l’intera area occu-pata, la società chiedeva ap-punto, la retrocessione dellaparte di area che non erastata oggetto dell’irreversi-bile trasformazione, che ri-teneva perciò doversi rite-nere esclusa dall’acquisi-zione.Il T.R.A. aveva respinto la ri-chiesta sul presupposto chela Corte d’Appello con sen-tenza passata in giudicato,aveva già determinato il ri-sarcimento del danno perl’abusiva occupazione, cal-colato sull’intera area, re-spingendo nel contempo larichiesta di restituzione intale sede formulata dalla so-cietà.La società riproponeva, colricorso al Consiglio di Stato,la domanda di retrocessionea proprio favore della por-zione di area non utilizzatanel compimento dell’operapubblica, ritenendo questoun diritto generalmente sta-bilito, e da qui la sentenza

mento per l’illecito com-messo dalla pubblica ammi-nistrazione.La sentenza ha quindi re-spinto la ragione addotta dalricorrente, con la quale ten-deva a sostenere che la ri-chiesta della “retroces-sione” troverebbe legitti-mazione anche un volta veri-ficatasi l’accessione inver-tita, dal momento che pureesso è un istituto creato alfine del trasferimento dellaproprietà, che dovrebbe a-vere in diritto effetti ana-loghi a quelli dell’espropria-zione. Ma così non è stato ri-tenuto.

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Bruno Bossini Il Presidente Savoldi con i Consiglieri brescianisull’Ordinamento professionale

Allo stato delle cose siamoancora nella prima fase delsuo cammino riformatore,occorre però da subito inter-venire sulla liberalizzazionedi alcune procedure opera-tive per le quali il decretolegge “Salva-Italia” ci im-pone una data inderogabile:il 12 agosto 2012. La categoria è pronta a darerisposte al Governo nei

tempi stabiliti.Sono le prime riflessioni e-merse dalla relazione che ilPresidente Nazionale Fau-sto Savoldi ha tenuto in tra-sferta nella sua Brescia perl’incontro con i consiglieribresciani lunedì 19 marzo2012, sulle modifiche all’Or-dinamento che, come bensappiamo, sta al primoposto nei programmi a

I l nuovo OrdinamentoProfessionale che lacategoria si sta appre-

stando a modificare al fine digarantire la modernizza-zione della sua organizza-zione e quindi della sua o-peratività professionale (ciòche tutti gli indicatori di mer-cato da tempo attendono),non potrà giungere ad ap-provazione in tempi brevi.

breve del Consiglio Nazio-nale.La relazione non poteva nonaffrontare il tema delle Di-rettive Europee che il D.L.del Governo ci impone,ormai ben note a tutti :– eliminazione delle bar-

riere di accesso alla pro-fessione;

– abolizione delle tariffeprofessionali;

– costituzione dell’organodisciplinare;

– ammissibilità della pub-blicità del lavoro profes-sionale;

– durata del praticantato;– società professionali;«Non dovrebbe essere unproblema – ha detto Savoldi– applicare le direttive ri-chieste». Da tempo, infatti,la categoria si può avvaleredi nuove norme che riguar-dano la pubblicità, la forma-zione, la tariffa professio-nale, l’assicurazione, che ri-sultano ormai recepite nelnostro Regolamento e quin-di sono divenute obbliga-torie per tutti gli iscritti.Ma Savoldi si è anche soffer-mato sugli aspetti dellabozza di ordinamento in-viata ai Collegi presso i qualiin tutta Italia è in corso unapprofondimento delle lorotematiche, e il dibattito chene è seguito ha fatto emer-gere le seguenti considera-zioni :– Iscrizione all’Albo : con le

nuove regole sarà effet-tuata in autocertificazioneon line e sarà allargata aidipendenti pubblici e pri-vati se autorizzati dai ri-spettivi datori di lavoro.Sarà di fatto annullato o ri-dimensionato l’art. 7 del

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 23

A sinistra, il Presidente nazionaleFausto Savoldi; a destra ilPresidente del Collegio di BresciaGiovanni Platto

magistrato e dotata di se-greteria, si pronunceràsulle denuncia a caricodegli iscritti in campodeontologico e penale.«Quelle invece di tipo am-ministrativo – ha precisatoSavoldi – continuerannoinvece a essere espletatenell’ambito dei Collegi».È una proposta che ancoranon trova l’assenso dimolti Collegi in Italia, com-preso il nostro, per varieconsiderazioni, non ultimaquella delle implicazioniorganizzative e di costoche un nuovo organismocosì come strutturato nel-l’idea del C.N.genere-rebbe. Molti ritengonoche il tema di questanuova importante modi-fica legislativa debba es-sere riconsiderato e ripre-sentato agli Organi territo-riali prima della sua defi-nitiva approvazione.

– Tariffa professionale: èstata, come ben sappia-

mo, abolita, al fine di –questo è lo scopo che siprefiggono le nuove nor-me di legge – garantire unamaggiore concorrenza (masarà vero? n.d.r.) a parità di

vigente Regolamento, chenon pochi problemi di ap-plicabilità a sinora creatoalla Categoria.

– Formazione continua: «bi-sogna cominciare a cam-biare mentalità – ha soste-nuto il Presidente – il mo-derno geometra dovrà stu-diare sui temi della suaprofessione praticamentetutti i giorni». Da qui l’al-largamento all’obbligo diformazione anche agli i-scritti da più di 35 anni si-nora esclusi da tale im-pegno formativo.

– Nuovo organo disciplinare:la proposta del C.N. pre-vede un nuovo organismosovraprovinciale (o regio-nale) che avrà mansioni dirappresentanza dei Col-legi a livello nazionale edeleggerà al riguardo il C.N.oltre a nominare la Com-missione disciplinare ri-chiesta dalle direttive delD.L. In particolare que-st’ultima, coordinata da un

prestazioni professionali.Resta l’obbligo per i pro-fessionisti del preventivodettagliato da sottoporreall’approvazione del com-mittente in sede contrat-tuale. Sull’argomento per-mangono alcune difficoltàlegate all’individuazione(non ancora definitiva-mente deliberata) deglistandard qualitativi del la-voro professionale e sullaregolamentazione delleprestazioni aggiuntivenon previste alla data del-l’incarico. Vedremo a bre-ve gli sviluppi del pro-blema.

– Competenze: è stato solle-vato il tema della tuteladel lavoro professionale.Tutti conosciamo l’atteg-giamento spesso punitivodella Magistratura sullenostre competenze, anchese in alcuni casi (vedi a

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

24 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Momenti dell’incontro dei geometribresciani con il Presidente nazionaleFausto Savoldi

nostro lavoro professio-nale, l’utilizzo nei discipli-nari della procedura di in-carico congiunto «Almenoqui in Alta Italia – ha soste-nuto Savoldi – dove il con-tenzioso in materia dicompetenze meno fre-quentemente prende la

strada delleaule del Tribu-nale». Il com-mittente, nellaf a t t i s p e c i e ,deve sotto-scrive un inca-rico con il geo-metra e con il/ilaureato/i (a se-conda dellacomplessità dell’opera edelle necessità proget-tuali spesso sono anchepiù di uno) che al loro in-terno potranno discipli-nare le loro responsabilitàprofessionali e la suddivi-sione dell’onorario.

– Società professionali: co-stituiscono, secondo ilPresidente, una risorsa ag-giuntiva per la categoria.Non c’è alternativa, so-prattutto per i giovani chesolo nell’ambito di tali or-ganizzazioni di lavoro sa-ranno incentivati a rita-gliarsi la loro specifica“nicchia” professionale eavranno modo anche digarantirsi su tutti i pro-blemi di competenza. O-peratività professionaleche, non dimentichia-molo, non sempre è cor-rettamente svolta da altrefigure professionali. I capi-tali che potrebbero essereapportati da parte di per-sone o società estraneealle professionalità dasvolgere, dopo l’emenda-mento recentemente ap-provato dal Governo sonostati limitati a un massimodel 33% sul totale del capi-tale sociale. Ciò per favo-rire l’indipendenza del-l’attività intellettuale deiprofessionisti soci.

pag. 18), le sentenze dimerito tengono conto giu-stamente anche di tutte leconsiderazioni e le con-suetudini operative chetutelano anche i dirittidella categoria.È stato comunque sugge-rito, a maggiore tutela del

– Specializzazioni professio-nali: sono emersi dubbi in-terpretativi circa l’obbligoper gli iscritti di dotarsi dititoli supplementari, oltrea quello del diploma giàconseguito, attraversocorsi-esami, anche per al-cune attività già previstedalla tariffa decaduta. Sa-voldi ha precisato che latematica è ancora in fasedi studio «resta però ilfatto – ha aggiunto – che inuna futura professionespecializzata che si pre-sume dovrà essere certifi-cata, l’obbligatorietà dicorsi altamente formatividiventerà di fatto indi-spensabile».

I n chiusura il Presi-dente Savoldi ha datonotizia di una pro-

posta dell’Ordine degli ar-chitetti che vorrebbe darevita ad una “camera di conci-liazione” sui temi delle com-petenze progettuali. L’invitoè stato esteso a tutte le or-ganizzazioni professionalicompresa la nostra e al com-petente ministero.Forse sull’argomento delcontenzioso professionalefra le categoria dei tecnici,che sempre ha messo l’uncontro l’altro i Collegi e gliOrdini, qualcosa sta final-mente cambiando?

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

26 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Bruno Bossini L’Assemblea annuale 2012 del Collegio di BresciaGli argomenti dibattuti

provati dai presenti pratica-mente all’unanimità (solodue hanno votato contro, euno si è astenuto). Vor-remmo piuttosto, in questasede, dare spazio sia ai temidi grande attualità per la ca-

tegoria toccati dal presi-dente Savoldi, argomentiche peraltro aveva già svi-luppato nell’incontro con iConsiglieri del 19 marzo (delquale diamo resoconto apag. 22) sia al vivace dibat-tito che ha fatto seguito allerelazioni e all’intervento diFausto Savoldi. Questi, insintesi, gli spunti più inte-ressanti dell’esposizionedel Presidente nazionale: – le modifiche del nostro Or-

dinamento professionale,che risale al 1929, non po-tranno essere attuate, es-sendo antecedenti alla Co-stituzione, con nuovalegge del Parlamento;

– il termine del 12 agosto2012, entro cui dovrannoessere adottate le libera-lizzazioni imposte dal D.L.Salva Italia, verrà con ogniprobabilità prorogato vistele evidenti difficoltà di al-

Il futuro della nostraprofessione e le nor-me del nuovo Ordina-

mento professionale sonostati al centro del dibattitoassembleare del 18 aprilescorso (erano presenti i so-liti 40-50 iscritti) che, comesempre, ha avuto luogonella sala conferenze dellasede del Collegio. Con lapartecipazione molto ap-prezzata del presidente na-zionale Fausto Savoldi cheha così inteso condividerecon i colleghi della sua cittàl’atto finale dell’attività delCollegio geometri di Bre-scia.Sulla specifica relazione te-nute dal presidente Plattorimandiamo alla sintesipubblicata nei box di questostesso articolo, che amplia-mente illustra l’operositàdel Collegio nell’anno tra-scorso. Per la cronaca, ag-giungiamo che i bilanci (cherispettivamente si sonochiusi, in euro 1.264.064,60 e1.710.500,00) sono stati ap-

cune categorie ad accet-tarle e del Governo a farleproprie;

– l’edilizia si sta orientandosempre più verso il recu-pero del patrimonio esi-stente. È d’obbligo per igeometri rinnovare nel fu-turo la propria attività conspecializzazioni legate alrisparmio energetico, allasicurezza dei cantieri e allevalutazioni di immobili,che possono rivelarsi con-crete fonti di lavoro;

– deve essere intensificatal’azione della categoria neiconfronti di quelle Ammi-nistrazioni pubbliche chenell’esprimere dinieghi dicompetenza nei confrontidei geometri, omettono dicitare la norma di legge chegiustifica tale provvedi-mento. La presenza di ce-mento armato di semplicestruttura nella progetta-

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 27

Il tavolo della presidenza: da sinistra,il direttore Stefano Benedini, ilsegretario Armido Bellotti, ilpresidente del Collegio GiovanniPlatto, il presidente nazionale FaustoSavoldi, il tesoriere GiuseppeBellavia e il revisore dei conti SilvioMaruffi.Sotto: Giovanni Platto e, a destra,Fausto Savoldi

più, per esempio, esseredichiarata motivo di in-competenza professionale

per i geometri;– il futuro della categoria è

sempre più orientatoverso la “laurea breve di 1°livello”, e ciò risponde alledisposizioni delle diret-tive europee in tema di for-mazione professionale perquelle categorie, come lanostra, che necessitano diun percorso post-diploma.

– è ora possibile per leggel’accorpamento di cate-gorie tecniche di attività si-milari. Ciò potrebbe favo-rire l’auspicata unifica-zione in un solo Albo –seppur con diverse specia-lizzazioni – di geometri,periti industriali e periti a-grari, che unitamente ailaureati di 1° livello po-trebbero costituire una“forza operativa” di al-meno 200.000 iscritti, i co-sìddetti “tecnici inter-medi”;

zione a firma dei geometri,con l’abrogazione del R.D.2229/39 sui c.a., non può

– il futuro per i geometriresta fondato sulla forma-zione professionale con-tinua. Anche i seminari dilavoro tenuti da ditte spe-cializzate operanti sul mer-cato, se offrono informa-zioni tecniche e operative,possono costituire un inte-ressante strumento forma-tivo.

– le società tra professio-nisti, riunendo varie spe-cializzazioni di lavoro pro-fessionale, costituisconouna moderna e adeguatarisposta al mercato e la ri-soluzione dei problemi dicompetenza professionaleper quei soci che, in certisettori operativi, nonhanno la competenza pro-fessionale per operare au-tonomamente. Potrannoessere promosse anchedai Collegi provinciali che,in tal modo, oltre a tutelare

Iscritti all’Albo al 18 aprile 2012 3072Iscritti al registro praticanti 712

Iscritti nel 3011 87Iscritti nel 2012 63Totale 150 150

Cancellati dall’Albo nel 2011 105Sospensioni 12

Riunioni del Consiglio 9Riunioni regionali 7Redazione de “Il geometra bresciano” 6

Sessione esami di Stato 2011Candidati ammessi 289Candidati presentati 251Esiti positivi 155Esiti negativi 96Percentuale abilitati 62%

Incontri con i giovani e praticanti– Incontri con i neo-iscritti– Scuola aperta (presso Istituto Tartaglia, Brescia)– Incontro “Borse di studio per studenti extracomunitari” (presso

Istituto Tartaglia, Brescia)– Incontri per avvio ITS (presso il Collegio di Brescia)– Incontro con gli studenti del Tartaglia “Sensibilizzazione Cassa

Geometri, pensione, previdenza– Riunione con dirigenti scolastici– Borse di studio “Geomm. Luciano Camplani e Giuseppe Tedoldi

Zatti (1.500,00 euro) per i candidati con il miglior puneggioconseguito per ciascuna delle 4 Commissioni d’esame di Stato

Il Collegio collabora principalmente con:– Istituto Tecnico “Tartaglia”, Brescia– Istituto Tecnico “ ”, Salò– Istituto Tecnico “Olivelli”, Darfo– Istituto Tecnico “ Bonsignori”, Remedello–Comune di Brescia per sopralluoghi

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

28 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Da sinistra, il Segretario del CollegioArmido Bellotti, il TesoriereGiuseppe Bellavia e il Revisore deiconti Silvio Maruffi.Sotto, veduta complessiva deipartecipanti

l’interesse dei loro iscritti,ne favoriranno la valorizza-zione professionale.

Il dibattito fra i relatori e iconvenuti,Ha fatto emer-gere puntualizzazioni e con-trasti di opinioni sui temiprofessionali e di categoriache via via sono stati solleci-tati. In particolare StefanoLonati nel suo intervento,volto a precisare i motivi delsuo no all’approvazione deibilanci, ha espresso critichealla gestione dell’attività delCollegio e sulla scarsa comu-nicazione delle azioni ge-stionali, della mancata pub-blicizzazione dei verbali diConsiglio e di Commissione,sulle spese “inaccettabili” –secondo lui – relative allacena sociale e al costo dellemedaglie d’oro per i pre-miati, e di quelle delle spon-sorizzazioni sportive. Lonatiha altresì espresso la suacontrarietà alla realizza-

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 29

Il momento dell’approvazione deibilanci

delle sponsorizzazioni spor-tive, d’altra parte di limitataentità, ha precisato che «ilConsiglio direttivo, secondouna scelta consolidata neltempo, ha sempre cercato diassecondare, nel rispetto diun rigoroso controllo dellespese, anche alcune attivitàdi tempo libero richieste

zione del cd sul nuovo Testounico della Sicurezza offertoagli iscritti insieme alla ri-vista, il cui materiale, a suoparere, poteva essere tra-sferito direttamente e conminori spese sul sito del Col-legio.

S tefano Fettalini hainvece posto l’ac-cento sulla limitata

attività del Collegio a favoredei giovani iscritti che, se-condo il collega, risultanopoco tutelati nella quotidia-nità professionale.Ai colleghi ha risposto il pre-sidente Giovanni Platto,precisando che la mole di la-voro in tutti gli aspetti del-l’attività svolta è ben nota atutti gli scritti che anche sal-tuariamente frequentano lasede. «È sempre stato pernoi motivo di orgoglio – hapoi aggiunto – il giusto e do-veroso riconoscimento, pe-raltro da tutti sempre ap-prezzato, per i colleghi chealla Categoria hanno datoquarant’anni e più di vitaprofessionale». Circa il costo

Formazione continua anno 2011– 11 corsi “Gli obblighi dei professionisti, lavori per la sicurezza in

quota”– 10 corsi “Aggiornamento sicurezza” (modulo A - Modulo B)– 4 corsi “Aggiornamento sicurezza”– 5 corsi “Approfondimento impiantistica - Certificati energetici”– 4 corsi “Geometri mediatori”– 5 corsi “Cerificatori energetici”– 1 corso “Gestione dei rifiuti di cantiere”– 6 corsi “Preliminare di compravendita e notaio”– 5 corsi “Successioni”– 6 corsi “Esami per certificatori energetici”

Per un otale di 57 corsi

Convegni, seminari, incontri– 1° Convegno AGIT, Verona, 1 luglio 2011– Convegno FIREPO, “Professione antincendio”, Istituto Tecnico

Tartaglia, 20 settembre 2011– Convegno “Riconfinazioni”, Istituto Ballini, 27 settembre 2011– Incontro “Sicurezza cantieri” presso Università di Brescia, 29

settembre 2011– Convegno “Sicurezza antincendio” presso Istituto Tecnico

Tartaglia, 28 ottobre 2011– “Open Day” presso Istituto Tartaglia, 17 dicembre 2011– “Open Day” presso Istituto Tartaglia, 14 gennaio 2012– Incontro con VVFF “Nuove procedure prevenzione incendi”, pres-

so Istituto Tartaglia, 24 gennaio 2012– Convegno “Edifici a energia zero”, Scuola Edile, 1 febbraio 1012– Incontro con VVFF “Nuove procedure prevenzione incendi”, pres-

so Istituto Tartaglia, 21 febbraio 2012

Internet del Collegio– Forum di discussione tra tutti i Collegi– Dai 350 ai 400 collegamenti giornalieri– Formazione continua degli iscritti– Aggiornamenti sulle iniziative del Collegio– Comunicazioni sulle nuove leggi– “Il geometra bresciano” telematico

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30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

senzialmente alla loro for-mazione professionale.

Sul tema del cd “Si-curezza cantieri” èintervenuto in-

vece il Consigliere NadiaBettari, coordinatrice dellasua impegnativa realizza-

zione, precisando al col-lega promotore della con-testazione che il nuovo ag-giornato strumento di la-voro – peraltro molto ap-prezzato dagli iscritti – ènato da una decisione dellaCommissione Regionalegiunta alla delibera defini-

dagli iscritti sul tema del-l’impegno verso i giovani»Il Presidente ha poi sottoli-neato che l’ingente attività atutti nota a favore dei gio-vani (praticantato, scuola,corsi specializzazione, ridu-zione quote, ecc.) continuaad aumentare e si rivolge es-

tiva dopo ampio e artico-lato dibattito. La versionesu cd, del costo di qualchemigliaio di euro, è stata difatto imposta dalla moledel lavoro e dal suo “peso”in termini di mega byte chene avrebbe reso problema-tica la lettura sul sito.Il direttore della nostra ri-vista, Bruno Bossini, traendospunto dalla meticolositàdelle contestazioni del col-lega Stefano Lonati, haposto l’accento sulla neces-sità di un maggiore coinvol-gimento degli iscritti, spe-cialmente dei più giovani,fra coloro che – anche magaricriticando – si mostrano sen-sibili ai problemi della cate-goria. «Il loro tempo libero –ha detto – e la loro voglia direndersi utili alla categoriapotrebbero essere moltopiù incisivi con una loro di-retta presenza nell’attivitàdel Collegio, dove potreb-bero utilmente parteciparealle decisioni e indirizzare lescelte secondo le loro ideeinnovative, ma nella conte-stualità di un confronto de-

Le Commissioni del Collegio

– Agricoltura coordinatore: Paolo Fappani– Ambiente e Bioedilizia : Silvano Orio– Catasto : Laura Cinelli– Estimo : Armido Bellotti– Mediatori : Armido Bellotti– Parcelle : Giovanni Platto– Protezione civile : Italo Giovanni Albertoni– Scuola : Giovanni Platto– Sicurezza cantieri : Nadia Bettari– Urbanistica : Giuseppe Zipponi– Valutazioni esposti : Giovanni Platto

Attività di consulenza

Gratuita per gli iscritti all’Albo e riguarda le materie:

– Catasto– Legge 494/96 - Sicurezza cantieri– Edilizia - Urbanistica– Consulenza per giovani geometri

Le richieste di consulenza devono essere fissate con la segreteriadel Collegio anche telefonicamente (vedi sito internet Collegio -Comunicazioni - per le giornate riservate alle consulenze).

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 31

mocratico con gli altri i-scritti». Nell’attività di vo-lontari a favore della cate-goria c’è posto per tutti; ilbenvenuto a chi vuol colla-borare ha sempre contrad-distinto l’impegno della di-rigenza bresciana del Col-legio.

Angelo Este ha spo-stato il dibattitosul tema della

“Riforma del catasto” che ilGoverno ha in animo di at-tuare (modifica del sistemadi misura e delle valutazionifiscali, ecc.) «Mi auguro – hasostenuto – che i geometri,da sempre esperti di ca-tasto, riescano a produrrequei progetti innovativi diqualità che la riforma esige edai quali la categoria nonpuò esimersi».Sull’importanza del discipli-nare d’incarico tipo da utiliz-zare anche per firme a inca-rico congiunto di più profes-sionisti anche laureati, si èsoffermato Dario Piotti, ri-cordando che il Sindacatosta predisponendo unabozza da sottoporre al Con-siglio per la sua approva-zione. Il Collega ha accen-nato anche alla necessità diuna maggiore informativaper i cittadini sulla profes-sionalità dei geometri, e cheil tema della concorrenzasulle prestazioni professio-nali non può essere di-sgiunto da quello degli stan-dard qualitativi delle pre-stazioni.Dario Gamba ha chiesto in-fine al presidente Savoldi unsuo parere sui mezzi che laCassa di Previdenza inten-derà ulteriormente “met-

tere in atto” per garan-tire la sostenibilità deisuoi conti allungata a50 anni. «È una deci-sione necessaria,molto delicata – hadetto il Presidente –quella che dovrà ap-prontare la dirigenzadella Cassa, che perònon potrà non tenereconto, nell’ipotesi dinuovi aggravi a caricodegli iscritti, del per-durare di una crisi cheriduce sempre più gliutili professionali».

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Da “Corriere della Sera”3 aprile 2012 Ritorna in una seconda versione

il Piano Casa regionale

In questi casi, la Regionechiede che i progetti «do-vranno assicurare la coper-tura attraverso fonti rinnova-bili del 20 per cento del fab-bisogno energetico perl’acqua calda sanitaria, il ri-scaldamento e il raffresca-mento».Si potrà inoltre realizzare vo-lumetria aggiuntiva (un ulte-riore 5 per cento), senza ul-teriori oneri di urbanizza-zione, nel caso di interventifinalizzati al miglioramentodell’efficienza energetica.L’incremento volumetrico,in questo caso, potrà essereutilizzato unicamente sulfabbricato che è oggetto del-l’intervento.

Gli ampliamenti consentitiI Comuni potranno indivi-duare, entro il prossimo 30settembre, ambiti in cui ren-dere possibili ampliamentidi edifici industriali o artigia-nali, purché ultimati entro il18 luglio 2009, nella misuramassima del 10 per centodella superficie di pavi-mento esistente e fino a unmassimo di 500 mq. Gli am-pliamenti dovranno esseredestinati all’attività produt-

tiva e mantenere un “vincolopertinenziale” di almeno 5anni. Nei Comuni ad altadensità abitativa (una de-cina in tutto, compreso Mi-lano) si potranno autoriz-zare, con delibera comunalee fino al 31 dicembre 2013,trasformazioni anche di edi-fici a destinazione terziaria odirezionale già esistenti manon più utilizzati almeno dal2005, finalizzandoli al riusoresidenziale. In questo caso,almeno il 20 per cento dellasuperficie lorda di pavi-mento esistente dovrà es-sere destinata ad edilizia re-sidenziale sociale. Con lasola delibera comunale, sipotranno infine ampliareanche gli edifici alberghierientro il limite massimo di200 mq, anche realizzandosopralzi fino a un massimo di4 metri.Per quanto riguarda invecegli “interventi di edilizia re-sidenziale sociale” le nuovenorme regionali precisanoche si potranno attuare am-pliamenti del 40 per cento(come massimo) della volu-metria esistente, nel caso gliedifici di proprietà pub-blica, e del 20 per cento nel

Nella costante ri-cerca di soluzioniche possano in-

vertire la situazione di diffi-coltà nella quale si trovanocentinaia di imprese edililombarde, il 6 marzo 2012 laRegione Lombardia ha ap-provato (con voto contrariodel Pd, Italia dei Valori, Sini-stra e Libertà e con l’asten-sione dell’Udc) il progetto dilegge di iniziativa dellaGiunta regionale “Per la va-lorizzazione del patrimonioedilizio esistente e altre di-sposizioni in materia urbani-stica-edilizia”.Il provvedimento, secondole intenzioni della Giunta,mira a incentivare la ripresadegli investimenti nel set-tore delle costruzioni inLombardia in un’ottica anti-congiunturale, dopo l’espe-rienza sostanzialmente ne-gativa della Legge regionale13/2009, il cosiddetto “pianocasa”. Di fatto, l’obiettivo èquello di rilanciare, con si-gnificative modifiche, al-cune linee di interventodella vecchia normativa. Trale principali novità conte-nute nella nuova legge, cisono gli “interventi di sosti-tuzione edilizia”. In buonasostanza, è riproposta lapossibilità di sostituzionedegli edifici esistenti, conampliamenti fino al 30%. Lanovità è che gli interventi sipotranno realizzare con latotale demolizione e rico-struzione dell’edificio,anche con modifiche alla sa-goma, purché il nuovo edi-ficio si armonizzi con quelliesistenti e con la possibilitàdi una diversa collocazioneentro il lotto di riferimento.

caso di altri edifici, anchecon eventuale variazionedella destinazione d’uso.L’Assemblea regionale haapprovato anche un emen-damento con cui si prevedeche nei comuni ad alta den-sità abitativa siano possibiliampliamenti del 40 percento sia da parte di soggettipubblici sia di privati. Le vo-lumetrie in ampliamentopotranno anche essere ce-dute ad altri operatori o tra-sferite su altre aree, sempreper la realizzazione di al-loggi sociali. Il risultato com-plessivo di questi interventinon dovrà, naturalmente, di-minuire la quota di alloggi acanone sociale esistentiprima dell’intervento. Ulte-riori incrementi volumetrici(per un massimo del 10 percento) potranno essere con-sentiti per interventi di mi-glioramento dell’efficienzaenergetica. È inoltre pre-vista la possibilità di ridu-zione degli oneri di urbaniz-zazione.La legge riscrive anche la di-sciplina per la “riqualifica-zione delle aree dismesse”precisando che il comunepotrà invitare la proprietàdell’area dismessa o degra-data a presentare una pro-posta di riutilizzo, con lapossibilità di incrementarefino al 20 per cento la volu-metria o la superficie am-messa. Nel caso la proprietàdell’area non aderisca all’in-vito, il comune potrà ridefi-nire la destinazione urbani-stica dell’area, per acquisirlaal patrimonio pubblico.

Giuliano Campana propone un pianoper salvare l’edilizia bresciana

Tre sono i punti qualificanti di una proposta del Presidente del CollegioCostruttori Giuliano Campana per una ripresa dell’edilizia bresciana che negliultimi tre anni ha perso il 25% dei posti di lavoro:1) Mettere le imprese nella condizione di affittare le unità abitative invendute

con la possibilità di utilizzre la cedolare secca come i privati;2) apertura di mutui agevolati per giovani sotto i 40 anni con reddito inferiore

ai 40.000 euro a tasso zero sulla metà del finanziamento inferiore all’80%del valore dell’immobile;

3) studiare un piano di ristrutturazioni per il patrimonio esistente in ogni città,compresi immobili pubblici. E aggiunge: «…si potrebbe concedere diabbattere quelle case che non hanno valore storico o estetico».

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

34 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Stefano Benedini La Mediazione e l’Organismodi Mediazione presentati al Tartaglia il 6 marzo scorso

All’incontro infor-mativo “Media-zione e Organismo

di Mediazione Interprofes-sionale Nazionale Geo-Cam” proposto dalla Com-missione mediatori del Col-legio di Brescia il 6 marzoscorso presso l’Istituto “Tar-taglia”, è stata purtroppo re-gistrata una scarsissima ade-sione. L’incontro si proponeva di-versi obiettivi: – presentare lo sviluppo

dell’attività di mediazionea un anno circa dalla suaentrata in vigore;

– far conoscere il lavoro diconfronto svolto dallaCommissione del Collegiocon gli altri Ordini presso iquali sono stati istituiti Or-ganismi di mediazione;

– illustrare le prospettiveper l’adesione o la crea-zione di un Organismo dimediazione di riferimentoper gli iscritti.

Lo scopo di questo articolo èquello di presentare sinteti-camente quanto relazionatonell’occasione dai rappre-sentanti della Commis-sione, geomm. Alberto For-tunato e Angelo GabrieleManenti, sulla questionedell’Organismo di media-zione, ora al vaglio del Con-siglio direttivo.Il primo dato che possiamooffrire per introdurre l’at-tuale situazione è quello delnumero di ricorsi alla media-zione come soluzione dellecontroversie, molto distantedalla stima che ne faceva ilMinistero della Giustizia unanno fa: meno di 100.000 ri-spetto all’ipotesi di 280.000.Si è inoltre in attesa della

pronuncia della Corte Costi-tuzionale sulla sua legitti-mità costituzionale solle-vata dall’ordinanza n.3202/11 della Sezione I delTar del Lazio in riferimentoalla mediazione obbliga-toria. Va comunque segna-lato che durante quest’annosi è registrato un diffusocambiamento d’opinione daparte di chi inizialmente a-veva assunto una posizioneprevenuta sulla mediazionee che ora sembra più pro-penso a coglierne i vantaggi.Questa nuova convergenzasull’importanza della me-diazione e sul cambio cultu-rale che richiede – espressacon sintonia tra i rappresen-tanti del Collegio geometri ela referente dell’Organismodi mediazione forense diBrescia, l’organismo provin-ciale che finora ha gestito ilmaggior numero di media-zioni – ha condotto a unprimo contatto con la refe-rente dell’Organismo Fo-rense per l’individuazionedi un elenco di professio-nisti iscritti al Collegio di-sponibili a partecipare allemediazioni come consulentidelle parti in qualità di tec-nici esperti o come media-tori. L’attività della CommissioneMediatori non si è esauritasolo nella ricerca di collabo-razione con le realtà più o-perative del Bresciano, maha anche approfondito laproposta dell’Organismo diMediazione Nazionale (anti-cipato ai nostri lettori nel-l’articolo comparso sul nu-mero 6/2011 de “Il geometrabresciano” e nei verbali diriunione della stessa Com-

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 35

sione ad un Organismo diMediazione Nazionale.Il modello di Organismo diMediazione presentato dairelatori dell’incontro, èquello patrocinato dal Con-siglio Nazionale ed è rivoltoai Collegi che intendano at-tivare sezioni distaccatedell’Organismo di Media-zione InterprofessionaleGeo-Cam. L’idea di un unico Orga-nismo di Mediazione Nazio-nale con sezioni distaccatenasce dalla necessità di u-

niformarne regole e principi,sia nella sua costituzione,sia nella sua conduzione.Il progetto prevede la sededell’Organismo di Media-zione InterprofessionaleNazionale Geo-Cam a Romae le sezioni distaccate pres-so i Collegi provinciali ade-renti all’iniziativa.L’Organismo di Mediazionecosì strutturato consentirà ilriferimento a un unico rego-lamento esteso e applicatoin tutto il territorio nazio-nale; un’unica polizza assi-

missione pubblicati sul sitodel Collegio) con la parteci-pazione di una sua rappre-sentanza ai convegni pro-posti dall’associazione Geo-Cam. In occasione di questi in-contri l’Associazione ha pre-sentato il progetto da leistessa elaborato per corri-spondere alle richieste delConsiglio Nazionale geo-metri, affinché fosse garan-tita alla categoria la pre-senza in questo nuovo am-bito professionale, rite-nendo questo coinvolgi-mento sostanziale alla diffu-sione della mediazione,considerata la propensionedel geometra alla media-zione nella soluzione dellecontroversie. La scarsa conoscenza deipartecipanti all’incontro delTartaglia degli intenti delleassociazioni (tra cui la Geo-Cam) sorte su indicazionedel Consiglio Nazionale, nonha facilitato la compren-sione della proposta pre-sentata dai relatori. È statonecessario l’intervento del-la geom. Nadia Bettari,membro del Consiglio Diret-tivo del Collegio, per rispon-dere ai numerosi quesitiposti dai partecipanti. Invi-tiamo chi fosse interessatoad approfondire la cono-scenza di questi elementi avisitare il sito www.geo-cam.it per acquisire mag-giori informazioni. Già da questi primi ele-menti, emergono le consi-derazioni delle quali il Col-legio dovrà tener conto nellascelta tra la creazione di unproprio Organismo di Me-diazione Provinciale e l’ade-

curativa per la responsabi-lità derivante dallo svolgi-mento dell’attività di me-diazione degli iscritti; un u-nico responsabile dell’Orga-nismo di Mediazione che o-pererà in collaborazione conil “responsabile di sezione”nominato presso ciascunCollegio; l’istituzione diun’unica segreteria/ammini-strazione a Roma presso lasede dell’Organismo di Me-diazione. Ogni Collegio, as-sociato alla Geo-Cam come“socio collettivo”, può di-ventarne “Sezione distac-cata”. L’O.d.M. Geo-Camsarà sostenuto e sovvenzio-nato dalle quote d’iscrizioneversate dai mediatori e daiconsulenti tecnici del me-diatore. Nella propostaGeo-Cam, fatto salvo l’uti-lizzo di alcuni locali e di unaminima dotazione informa-tica, i Collegi non dovrannosostenere ulteriori spese. La Sezione, inoltre, sarà do-tata di un software per la ge-stione delle procedure; diuna guida operativa per lagestione delle procedure eper la nomina dei mediatori,la cui designazione avverrà acura del responsabile di Se-zione, previa verifica e ap-provazione del responsa-bile dell’O.d.M. Geo-Cam;della modulistica neces-saria e delle linee guida perla gestione delle procedure.Le sezioni distaccate del-l’O.d.M. Geo-Cam sarannocostituite da:• “Responsabile di Sezione”

effettivo e supplente;• elenco dei mediatori;• elenco dei consulenti tec-

nici del mediatore.Tutti questi soggetti do-

In queste pagine: il tavolo dei relatorie i geometri Alberto Fortunato eAngelo Gabriele Manenti (a destra),della Commissione mediatori delCollegio di Brescia

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

36 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Al tavolo dei relatori, da sinistra, ilgeom. Angelo Gabriele Manenti, ilSegretario generale del CollegioArmido Bellotti e il geom. AlbertoFortunato

tranno attivare la procedurapresso la Sezione distac-cata, depositando la do-manda di mediazione con ladocumentazione che si ri-terrà opportuno produrre asostegno di quanto chiesto olamentato e l’attestazione diavvenuto versamento all’Or-gano di Mediazione Geo-Cam delle spese di avviodella procedura.La domanda verrà successi-vamente trasmessa dal re-sponsabile di Sezione allasede dell’Organo di Media-zione (Roma), dove il suo re-sponsabile provvederà:1) alla comunicazione alle

parti;2) alla conferma della no-

mina del mediatore – pro-posto dal responsabile diSezione – individuato traquelli iscritti alla Sezionedistaccata presso la qualeè stata attivata la proce-dura;

3) all’espletamento di tuttal’attività amministrativa

(formazione fascicolo; ve-rifica della documenta-zione; richiesta alle partidi corresponsione delleindennità e dei com-pensi; fatturazione; tra-smissione e distribuzionedelle somme per inden-nità ai mediatori e alle Se-zioni e per compensi aiConsulenti tecnici delmediatore; archiviazionee conservazione del fasci-colo.

Le indennità per i mediatorie i compensi per i consulentitecnici saranno corrispostidall’O.d.M. trattenendo unapercentuale per attività di-vulgative e di marketing del-l’Associazione Geo-Cam.Accanto al progetto di Orga-nismo di Mediazione nazio-nale, la Commissione me-diatori del Collegio di Bre-scia ha comunque conside-rato l’ipotesi di creare unproprio Organismo di Me-diazione, cercando di repe-rire autonomamente tutti gli

vranno aderire all’Associa-zione Geo-Cam e corrispon-dere le quote annuali d’iscri-zione.Al responsabile di sezione,nominato dal Consiglio Di-rettivo del Collegio, con unsuo supplente è demandatal’attività di raccolta della do-cumentazione per le iscri-zioni agli elenchi dei media-tori e dei loro consulenti tec-nici, e la gestione localedelle procedure.I mediatori sono abilitati allosvolgimento della loro nuo-va attività professionalesolo dopo la partecipazionea un corso di 54 ore, il supe-ramento della prova finale, edi un’ulteriore verifica di ac-cesso al registro Geo-Cam;con l’iscrizione i mediatori siimpegnano a frequentare icorsi di aggiornamento orga-nizzati dallo stesso Orga-nismo di Mediazione.I consulenti tecnici del me-diatore sono iscritti al Col-legio che, anche non abilitatiquali mediatori professio-nali, risultino iscritti all’Albodei Consulenti Tecnici d’Uf-ficio presso il Tribunale ter-ritorialmente competente.Di loro il mediatore potrà av-valersi, qualora ne ravvisi lanecessità, nel corso dellaprocedura di mediazione.I consulenti tecnici del me-diatore, al fine del manteni-mento dell’iscrizione al regi-stro, dovranno impegnarsi afrequentare corsi di specia-lizzazione per garantire lacompetenza necessaria allosvolgimento delle delicate earticolate attività di media-zione e consulenza tecnica.Le parti che decideranno ditentare la mediazione po-

elementi necessari alla suacostituzione; mantenendotuttavia un atteggiamento dicautela, attenti a operare lascelta più vantaggiosa per ipropri iscritti e cercando nelfrattempo di collaborare congli Organismi più referen-ziati già costituiti sul terri-torio provinciale.La necessità di un’attentavalutazione nella scelta haprodotto, tra i membri dellaCommissione, momenti diappassionato dibattito, cosìcome fra i partecipanti all’in-contro del 6 marzo scorso,con sostenitori di entrambele proposte presentate.Tutti hanno avuto modo dicomprendere le molte con-siderazioni che il ConsiglioDirettivo dovrà vagliareprima di adottare la defini-tiva soluzione. Nel meritonon mancheremo di infor-mare gli iscritti.

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 37

L’attività del Collegio di Bresciafebbraio - marzo 2012

Marzo 2012

1 1° corso aggior. prevenzione incendi mod. D

Convegno Professional Day

2 1° corso acustica in edilizia (Lezione IV)

5 3° corso aggior. sicurezza cantieri mod. B (Lezione I)

6 2° corso acustica in edilizia (Lezione III)

Incontro informativo “La mediazione e l’Organismo diMediazione Nazionale Geo-C.A.M.”

7 1° corso perizia e valutazione danni grandine e tecnichedi liquidazione danni in agricoltura (Lezione I)

8 4° corso aggior; sicurezza cantieri mod. B (Lezione I)

9 1° corso acustica in edilizia (Lezione V)

Riunione Commissione Estimo Allargata

12 3° corso aggior. sicurezza cantieri mod. B (Lezione II)

13 2° corso acustica in edilizia (Lezione IV)

14 1° corso perizia e valutazione danni grandine e tecnichedi liquidazione danni in agricoltura (Lezione II)

15 4° corso aggior. sicurezza cantieri mod. B (Lezione II)

Riunione di redazione de “Il geometra bresciano”

16 Riunione Commissione Parcelle

19 1° corso perizia e valutazione danni grandine e tecnichedi liquidazione danni in agricoltura (Lezione III)

20 2° corso acustica in edilizia (Lezione V)

22 3° corso acustica in edilizia (Lezione I) - Breno

23 Esame certificatori energetici Regione Lombardia

26 1° corso aggior. prevenzione incendi mod. E

28 Seminario “Linee guida per C.S.P. e C.S.E. della RegioneLombardia

293° corso acustica in edilizia (Lezione II) - Breno

30 Riunione docenti corsi di preparazione esami di Statoper l’abilitazione alla libera professione

Febbraio 2012

1 2° corso impermeabilizzazioni

2 2° corso aggior. sicurezza cantieri mod. A (Lezione II)

3 Riunione Commissione Mediatori Allargata

4 3° corso aggior. sicurezza cantieri mod. A (Lezione I)3° corso aggior. sicurezza cantieri mod. A (Lezione II)

6 1° corso aggior. sicurezza cantieri mod. B (Lezione I)

7 3° corso impermeabilizzazioni

8 4° corso impermeabilizzazioni

Riunione Comitato Tecnico Scientifico Ist. “Tartaglia”

10 1° corso acustica in edilizia (Lezione I)

Riunione Commissione Catasto Ristretta

11 4° corso aggior. sicurezza cantieri mod. A (Lezione I)

13 1° corso aggior. sicurezza Cantieri mod. B (Lezione II)

14 5° corso impermeabilizzazioni

16 2° corso aggior. sicurezza cantieri mod. B (Lezione II)

17 1° corso acustica in edilizia (Lezione II)

20 6° corso impermeabilizzazioni (c/o Pavone Mella)

21 Seminario “Nuove procedure prevenzione incendi”

2° corso acustica in edilizia (Lezione I)

22 1° corso aggior. prevenzione incendi mod. A

23 1° corso aggior. prevenzione incendi mod. B

24 1° corso acustica in edilizia (Lezione III)

Riunione Commissione Estimo Ristretta

25 4° corso aggior. sicurezza cantieri mod. A (Lezione II)

28 2° corso acustica in edilizia (Lezione II)

29 1° corso aggior. prevenzione incendi mod. C

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

38 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Isidoro Trovatoda “CorrereEconomia”del 19 marzo 2012

Condominio ed Rc autoportano a 14 le materieinteressate alla mediazione

nel Meridione) ed è perquesto che lo scontro tra leparti è destinato a crescereanche nei prossimi mesi. Idati del ministero di Grazia egiustizia parlano chiaro: a-desso le prospettive sono diun incremento significativodella mediazione, almeno agiudicare dai flussi che stori-camente hanno interessatole materie del condominio edel risarcimento danni dacircolazione di veicoli e na-tanti. I registri del settore ci-vile riportano un flusso an-nuale di contenziosi in ma-teria di condominio intornoai 15mila a cui bisogna ag-giungere alcune migliaia dicause derivanti dal recuperosomme da parte degli ammi-nistratori che potrebberorientrare nella casistica e nonsono oggi rilevabili in quantoannotate nella più genericacategoria “recupero crediti”.Per quanto riguarda il risarci-mento danni da circolazione,invece tra competenza deitribunali e dei giudici di paceil flusso storico finora si è at-testato negli ultimi anni tra le320mila e le 350mila causeall’anno.

Come funzionaIl meccanismo rimane iden-tico al passato: si depositaun’istanza presso un entecertificato (Camere di com-mercio, Ordini professionalio enti privati riconosciuti dalministero della Giustizia). Ilmediatore avrà quindicigiorni di tempo per convo-care le parti.Nel caso in cui lacontroparte dovesse rifiu-tare la convocazione, dovràpoi esporre al giudice in tri-bunale le motivazioni del ri-

fiuto. Qualora il rifiuto si rive-lasse infondato, si incorre insanzioni certe. La duratamassima della trattativa è diquattro mesi. Nel caso dimancato accordo il media-tore può comunque avanzareuna propria proposta che poisarà valutata dal giudice nelcaso in cui la causa dovesseproseguire in tribunale. Nelcaso di accordo, l’intesaviene omologata da un giu-dice e diventa esecutiva.

La trattativaSe gli avvocati continuano aribellarsi all’obbligatorietàdella mediazione nelmondo assicurativo e inquello condominiale, in-vece, non si registrano ec-cessive opposizioni. «In ef-fetti – osserva GiuseppeGrechi, già presidente dellaCorte d’appello di Milano eoggi membro del Cda di Adrcenter, organismo di media-zione –.Per l’Rc Auto, l’Ania sta fa-cendo un gran lavoro damesi per preparare l’indu-stri assicurativa a parteci-pare attivamente alle me-diazioni. Hanno previsto di-verse iniziative: dalla pub-blicazione di Linee Guidaalla mediazione a una capil-lare attività di informazione.L’entrata in campo delle as-sicurazioni spazzerà viamolte polemiche: con la pre-visione della conciliazionenelle polizze assicurative siail problema dell’obbliga-rietà per legge del tentativosia quello della mancatapartecipazione del convo-cato vengono infatti meno».Un’apertura che porta i me-diatori a un diffuso otti-

Èpartita il 21 marzola fase due dellamediazione della

giustizia civile. Ed è quellapiù importante perché ri-guarda materie su cui gli ita-liani litigano tanto, forsetroppo: l’Rc auto e il condo-minio.Probabilmente mai nessunanorma nata per comporre lecontroversie ha suscitatotante liti. Da quando è en-trata in vigore, nel marzo del2011, attorno alla media-zione civile il dibattito èsempre stato molto acceso.Da una parte i fautori di unariforma che vede (per di-verse discipline della giu-stizia civile) il passaggio ob-bligatorio attraverso la me-diazione come una solu-zione di grande efficacia: lapossibilità di trovare rapida-mente un accordo tra le partievitando le lungaggini deitribunali. Dall’altra parte idetrattori (in prima linea gliavvocati) che considerano lamediazione incostituzio-nale (perché limita e condi-ziona l’accesso alla giustizia)ma soprattutto inefficaceper quello che è l’obiettivodichiarato: velocizzare lamacchina della giustizia;

La fase dueDopo un anno passato a di-battere gli aspetti positivi enegativi, tra due giorni entrain vigore la fase due dellamediazione: diventa obbli-gatoria anche per le contro-versie che riguardano gli in-cidenti stradali e le liti con-dominiali. Si tratta di tipo-logie che occupano una fettaimportante dei fatturatidegli avvocati (soprattutto

mismo per il futuro, al puntoche c’è chi èpronto a scom-mettere su un allargamentodel raggio d’azione.«È un’eventualità molto pro-babile – concorda Grechi –.Dipenderà dalle “perfor-mance” degli organismi: sel’infrastruttura della media-zione – cioè gli organismi de-cisionali e di formazione – sidimostrerà capace di assor-bire e gestire professional-mente i volumi di lavoro cheora cresceranno esponen-zialmente, sarebbe un de-litto non canalizzare versoquesto strumento altri flussidi contenzioso che gravanosul sistema Paese. Del resto,già notiamo che vengonopresentate, sempre piùspesso, istanze in materieper le quali non è obbliga-toria la mediazione ma perle quali i litiganti chiedonocomunque l’intervento di unmediatore professionaleche in questi casi agisce soloda paciere informale».Malgrado l’ottimismo deimediatori, rimane alto loscontro con l’avvocatura cheresta irremovibile e com-patta: «Gli avvocati – dichiarail Consiglio nazionale fo-rense – sono pronti e dispo-nibili a sviluppare e diffon-dere, in tutte le sedi possi-bili, anche nelle Scuole Fo-rensi degli Ordini, la media-zione facoltativa e le concilia-zioni quali rimedi alternativial processo ed alla sentenza,con un approccio tecnico eculturale indispensabile chenon può passare attraversol’imposizione legislativa». Esu questo principio, nessunaconciliazione.

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SCUOLA

40 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

L’Istituto Tecnico per geometri“Nicolò Tartaglia” celebrai suoi primi 150 anni di vita

ai fini di un felice inseri-mento dei ragazzi nel mon-do del lavoro.Seguirà un intervento deiProfessori Venturini e D’Ad-da, autori del testo “Lascuola dei geometri” per il-lustrare la storia dell’Isti-tuto, facendo riferimentoalla ricchissima dotazione didocumenti della Scuola.Il terzo momento della mat-tinata vedrà la lettura di al-cune lettere particolar-mente significative e com-

moventi scritte dal frontedella prima guerra mondialeda studenti dell’Istituto alloro Preside e ritrovate in ar-chivio dal prof. Venturini.A conclusione della giornatainterverranno il Presidentedel Consiglio NazionaleGeometri, geom. Fausto Sa-voldi e il Presidente del Col-legio di Brescia geom. Gio-vanni Platto per discuteresull’evoluzione degli IstitutiTecnici e sulle possibilitàper i futuri diplomati di in-terpretare positivamente laprofessione del geometra.

I l giorno 12 maggio2012 l’Istituto TecnicoStatale per geometri

“N. Tartaglia” si appresta afesteggiare il 150° anniver-sario della sua fondazione.Seconda scuola superiore a-perta in città, l’Istituto, dovesi sono formate generazionidi geometri, conserva intattil’orgoglio e il desiderio ditrasmettere agli studenti co-noscenze tecniche, ma nonsolo, di particolare rilievo.Il Dirigente Scolastico, con lacollaborazione di alcuni do-centi, sta organizzando perl’occasione un Convegno nelquale saranno affrontatitemi di grande importanzaper il rapporto fra scuola eprofessione.La mattina del 12 maggiosono state invitate, in aper-tura delle celebrazioni(dalle ore 9 alle ore 12), au-torità del mondo scolastico,politico e accademico, cheesprimeranno il loro puntodi vista sui riflessi dellaRiforma degli Istituti Tecnici

Il Comitato organizzatore in-vita tutti a condividere l’entu-siasmo e il senso di apparte-nenza al glorioso “Tartaglia”

Il Comitato Organizzatore

A sinistra e sotto: l’antica (CorsoMatteotti) e l’attuale sededell’Istituto Tartaglia (Via Oberdan).In basso, il monumento a NiccolòTartaglia (Nicola Fontana), insignematematico, ingegnere e topografo(Brescia 1500 ca. - Venezia 1557).

Sono stati invitati:– Il Ministro della Pubblica Istru-

zione, prof. Francesco Profumo;– il Prefetto di Brescia, dott.ssa Livia

Narcisa Brassesco Pace;– il Presidente della Regione Lom-

bardia, dott. Roberto Formigoni;– il Presidente della Provincia di

Brescia, On. Daniele Molgora;– il Sindaco di Brescia, avv. Adriano

Paroli;– il Direttore Scolastico Regionale

per la Lombardia, prof. GiuseppeColosio;

– la Dirigente dell’Ufficio ScolasticoTerritoriale di Brescia, prof.ssaMaria Rosa Raimondi;

– il Preside della Facoltà di Inge-gneria dell’Università di Brescia,prof. Aldo Zenoni.

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Ecco le principali modifiche alla Legge per il Go-verno del Territorio L.R. 12/2005 introdotte dallaL.R. 13 marzo 2012 n. 4.

Art. 13. Procedimento di approvazione degli atti del P.G.T.(come modificato dall’art. 14 della L.R. 4/2012) Obbligo di pubblicazione sul sito informatico dell’ammini-strazione comunale dei vari avvisi inerenti il procedimentodi approvazione dei P.G.T.. Art. 14. Approvazione dei piani attuativi e loro varianti. (come modificato dall’art. 16 della L.R. 4/2012) I piani attuativi conformi agli strumenti urbanistici generalisono adottati e approvati dal Consiglio Comunale nei Co-muni fino a 15.000 abitanti ovvero dalla Giunta nei restanticomuni. Art. 38. Procedimento per il rilascio del permesso di co-struire(come modificato dall’art. 15 della L.R. 4/2012) Viene introdotto anche da Regione Lombardia il “silenzio-assenso” che si forma in assenza di motivato diniego entro60 giorni (45+15) dalla domanda; fatte salve eventuali inter-ruzioni di termini o vincoli. Il termine è raddoppiato nei Co-muni con più di 100.000 abitanti.

Ulteriori modifiche alla L.R. 12/2005“Legge per il governo del territorio”

introdotte dallaLegge Regionale 13 marzo 2012 n. 4

LEGISLAZIONE

42 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Giuseppe Zipponi Norme regionaliper la valorizzazionedel patrimonio edilizio esistente

b) una volumetria aggiuntivapremiale del 5% per inter-venti finalizzati al miglio-ramento dell’efficienza e-nergetica;

c) il Consiglio comunale puòriconoscere una volume-tria aggiuntiva fino a 100m3 per l’adeguamento deisingoli alloggi utilizzati danuclei famigliari che com-prendano persone congravi handicap o non auto-sufficienti;

d) i Comuni, con delibera daassumere entro il 30 set-tembre 2012, possono in-dividuare aree classifi-cate produttive secon-darie in cui consentirel’ampliamento del 10%della superficie lorda dipavimento, fino a un mas-simo di 500 m2, di edificiindustriali o artigianalipreesistenti al luglio2009;

e) con la stessa delibera iComuni possono consen-tire l’ampliamento di edi-fici alberghieri fino a 200m2 e senza superare del50 % l’indice fondiario e ilrapporto di copertura e dioltre 4 metri l’altezza mas-sima;

f) la possibilità, entro il 31 di-cembre 2013, di presen-tare i progetti di “sostitu-zione edilizia”, all’e-sterno dei centri storici,già previsti dalla L.R.13/2009 ovvero: f.1) in deroga alle previ-

sioni quantitative deglistrumenti urbanistici,la sostituzione di edi-fici residenziali connuovo organismo divolumetria incremen-tata fino al 30%;

f.2) la sostituzione di edi-fici industriali o artigia-nali residenziali connuovo organismo resi-denziale e volumetriaincrementata fino al30% (se in aree apposi-tamente individuatecon delibera);

f.3) ulteriore incrementodel 35% del volume perinterventi che assicu-rino un congruo equi-paggiamento arboreoo costituzione di quin-te arboree perimetrali.

Per “sostituzione” si intendela demolizione e ricostru-zione con modifiche alla sa-goma necessaria per l’armo-

Con la legge regio-nale 13 marzo 2012n. 4, oltre che mo-

dificare ulteriormente la L.R.12/2005 (ne riferiamo separata-mente), Regione Lombardiainterviene nuovamente, aquasi tre anni dalla L.R.13/2009, in materia di «razio-nalizzazione del patrimonioedilizio esistente, riqualifi-cazione urbana, anche alfine di contenere il consumodi suolo e di energia da fontifossili». In sostanza, gli articoli 3, 4, 5e 6 prevedono: a) la possibilità, entro il 31

dicembre 2013, di pre-sentare i progetti di «re-cupero edilizio e funzio-nale» già previsti dallaL.R. 13/2009 ovvero: a.1) di edifici ultimati al 31

marzo 2005, non inzona agricola o produt-tiva, in deroga alle pre-visioni quantitativedegli strumenti urbani-stici per utilizzo resi-denziale ivi compresispazi accessori semin-terrati;

a.2) fino a 600 m3 per uti-lizzo residenziale nellearee agricole di edificiesistenti al 1980 ad usodel proprietario, delnucleo famigliare del-l’imprenditore agricoloe dei dipendenti del-l’azienda agricola; an-che per destinazioni ri-cettive non alberghie-re e uffici o attività diservizio compatibili;

Il tutto senza la totale demo-lizione e ricostruzione e ri-spettando criteri architetto-nici, paesaggistici e requisitidi efficienza energetica.

nizzazione architettonica econ diversa allocazioneentro il lotto. Il progettodeve assicurare, tramite ri-corso ad energia prodotta daimpianti alimentati da fontirinnovabili, la copertura del20 per cento del fabbisognoenergetico necessario perl’acqua calda sanitaria, il ri-scaldamento e il rinfresca-mento; g) infine sono previste de-

roghe particolari per l’e-dilizia residenziale so-ciale.

Per maggiori dettagli invi-tiamo a consultare il testo in-tegrale della legge.

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LEGISLAZIONE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 43

antica formazione ove deve essere sempre rispettata l’al-tezza massima consentita dallo strumento urbanistico equella esistente.Art. 66. Norme inerenti la realizzazione di parcheggi.(come modificato dall’art. 10 della L.R. 4/2012) Si tratta degli spazi a parcheggio realizzabili in deroga daglistrumenti urbanistici (interrati o ai piani terra degli edifici inbase all’art. 9 della Legge 122/89 - Legge Tognoli). Viene pre-cisato che, per gli edifici realizzati prima del 7 aprile 1989, èpossibile derogare dal rapporto minimo drenante a condi-zione di garantire idonei sistemi di raccolta e dispersionedelle acque meteoriche. Art. 73 bis. Conversione delle coperture in amianto ce-mento. (come modificato dall’art. 11 della L.R. 4/2012) Per incentivare la rimozione dell’amianto negli edifici resi-denziali o nel tessuto urbano consolidato, ferme restandole quote di gronda, potrà essere aumentata la pendenza finoal 40%. Per gli edifici produttivi sarà consentito un aumentodella superficie coperta del 10% con il limite di 500 m2. Art. 77 comma 1 bis. Coordinamento della pianificazionepaesaggistica con gli altri strumenti di pianificazione. (come modificato dall’art. 17 della L.R. 4/2012) I Comuni adeguano i loro strumenti di pianificazione alPiano Paesaggistico Regionale - approvato il 19 gennaio2010 - entro il 31/12/2013. Art. 97 bis. Recupero delle aree non residenziali dismesse. (come modificato dall’art. 7 della L.R. 4/2012) Viene introdotto il principio per cui il recupero della areenon residenziali dismesse costituisce attività di pubblica u-tilità e di interesse generale. Il Comune può invitare la pro-prietà a formulare una proposta di riutilizzo con incrementofino al 20 % della volumetria.Art. 103 comma 1 ter. Realizzazione di ascensori esterni

(come modificato dall’art. 12 dellaL.R. 4/2012) Fuori dai centri storici la di-stanza tra pareti finestrate,generalmente 10 metri, èderogabile per la realizza-zione di sistemi elevatori apertinenza di fabbricati esi-stenti che non abbiano ac-cessibilità ai vari livelli dipiano.

Per maggiori dettagli vi invi-tiamo a consultare il testo in-tegrale della legge.

Art. 41. Interventi realizzabili mediante denuncia di inizioattività e segnalazione certificata di inizio attività.(come modificato dall’art. 15 della L.R. 4/2012) Viene chiarita l’applicabilità della “S.C.I.A. – Segnalazionecertificata di Inizio Attività” nei casi previsti dall’art. 19 dellaLegge 241/1990 e art. 5 comma 2 lettera c) del D.L. 70/2011ovvero:– interventi di manutenzione straordinaria non liberalizzati,

ovvero eccedenti rispetto alla previsione di cui all’art. 6,comma 2, lett. a), del Dpr n. 380/2001,

– interventi di restauro e di risanamento conservativo,– interventi di ristrutturazione edilizia “leggera”, ovvero non

rientranti nella fattispecie di cui all’art. 10, comma 1, lett.c), del Dpr n. 380/2001;

– interventi di ristrutturazione edilizia che portino ad un or-ganismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedentee che comportino aumento di unità immobiliari, modifichedel volume, della sagoma, dei prospetti o delle superfici,ovvero che, limitatamente agli immobili compresi nellezone omogenee A, comportino mutamenti della destina-zione d’uso;

– interventi di nuova costruzione o di ristrutturazione urba-nistica qualora siano disciplinati da piani attuativi che con-tengano precise disposizioni plano-volumetriche, tipolo-giche, formali e costruttive, la cui sussistenza sia stata e-splicitamente dichiarata dal competente organo comu-nale in sede di approvazione degli stessi piani o di rico-gnizione di quelli vigenti;

– interventi di nuova costruzione qualora siano in diretta e-secuzione di strumenti urbanistici generali recanti precisedisposizioni plano-volumetriche;

– varianti a permessi di costruire che non incidono sui para-metri urbanistici e sulle volumetrie, che non modificano ladestinazione d'uso e la categoria edilizia, non alterano lasagoma dell'edificio e nonviolano le eventuali pre-scrizioni contenute nelpermesso di costruire (art.22 comma 2 Dpr 380/2001).

Art. 64. Recupero dei sotto-tetti(come modificato dall’art. 9 dellaL.R. 4/2012) Per il recupero dei sottotettiè ora possibile derogaredall’altezza massima pre-vista dallo strumento urba-nistico fino a raggiungerel’altezza minima di 1,50metri. La deroga non valenei centri storici e nuclei di

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URBANISTICA

44 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Antonio Gnecchi Ristrutturazione, limitatoampliamento e manutenzionestraordinaria nel T.U. edilizia

Ci scrive il collega A.D.: «Ho avuto modo di leggerequesto articolo trovato su “Professione geometra”: si e-sprime la Cassazione: “negli interventi di recupero

ammessi incrementi ‘modesti’ al di sotto del 20%. La Corte si è espressa in materia di ristrutturazione edilizia,utile per poter individuare la corretta tipologia di interventoedilizio realizzato ai sensi dell’art. 3 del Dpr 380/2001, TestoUnico dell’edilizia.Il Testo Unico, infatti, riconduce alla tipologia delle ristrut-turazioni edilizie anche gli interventi che comportano inte-grazioni funzionali e strutturali dell’edificio esistente, am-mettendo anche eventuali incrementi di superficie e di vo-lume. Nonostante ciò, la Cassazione ha ritenuto che gli incrementiin esame possano avere solo entità modesta perché se siammettesse un ampliamento sostanziale dell’edificio, ver-rebbe meno la linea di demarcazione tra ristrutturazione e-dilizia e nuova opera. Con queste motivazioni è stato rigettato il ricorso in meritoa una serie di lavori implicanti un aumento di volume del20% rispetto a quello consentito, oltre alla realizzazione didue piani seminterrati non esistenti nel fabbricato preesi-stente. La Corte ha inoltre precisato che la ristrutturazioneedilizia non è vincolata al rispetto degli elementi tipologiciformali e strutturali dell’edificio esistente e differisce siadalla manutenzione straordinaria, che non può comportareaumento della superficie utile o del numero delle unità im-mobiliari, modifica della sagoma o mutamento della desti-nazione d’uso, sia dal restauro e risanamento conservativo,che non può modificare in modo sostanziale l’assetto edi-lizio preesistente e consente soltanto variazioni d’uso com-patibili con l’edificio conservato. Nello stesso tempo, l’attività di ristrutturazione può essereattuata attraverso una serie di interventi che considerati sin-golarmente potrebbero ricondursi sia agli altri tipi sopra e-nunciati, sia alla nozione delle opere interne”. Il collega ci pone questo quesito:«In una ristrutturazione è possibile l’aumento fino al 20% senza che sia con-siderata nuova costruzione?In tal caso l’aumento è possibile solo se previsto nel Prg o Pgt? O si può an-dare in deroga?»:

vero, l ’ampliamento diquelli esistenti all’esternodella sagoma esistente,fermo restando quelli e-sclusi dal successivo e.6)(pertinenze).Sono, quindi, da conside-rarsi nuove costruzioni gliampliamenti e i sopralzi diedifici esistenti, qualunquesia la loro entità che, per dipiù, deve essere ammessadallo strumento urbanisticolocale.L’unica eccezione è costi-tuita dai manufatti perti-nenziali che gli strumentiurbanistici non qualifichinocome nuova costruzione,quelli che comportano larealizzazione di un volume

non superiore al 20% dell’e-dificio principale.Diverso è l’intervento di ri-strutturazione edilizia chelo stesso articolo 3, comma1, lettera d), definisce intutti i suoi aspetti, com-preso quello della demoli-zione e ricostruzione con lastessa volumetria e sagomadell’edificio preesistenteNon esiste, in definitiva, unintervento edilizio “promi-scuo” che abbini la ristruttu-razione edilizia con l’am-pliamento, se non nella lo-gica dell’eventuale gratuitàdell’intervento di cui al suc-cessivo articolo 17 del TestoUnico dell’Edilizia.La Cassazione, in effetti,

Non mi pare ci sianulla di nuovo nédi strano nella

sentenza della Cassazione.La demarcazione tra la ri-strutturazione edilizia e lanuova costruzione è bendefinita all’interno dell’arti-

colo 3 del Dpr n. 380 del2001.Il comma 1, lettera e) defi-nisce chiaramente i terminidegli interventi di nuovacostruzione individuando,tra gli stessi, i manufattifuori terra o interrati, ov-

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URBANISTICA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 45

tra gli interventi di ristruttu-razione edilizia e quelli dimanutenzione straordi-naria, per altro abbondan-temente precisati da sen-tenze di tutti i tipi e di variolivello.Basta leggere le definizionidello stesso articolo 3 percapire la differenza.Per quanto riguarda la ri-strutturazione edilizia è ne-cessario però precisare chea quella definita dall’arti-colo 3, comma 1, lettera d),si deve aggiungere quelladi cui al successivo articolo10, comma 1, lettera c).I contenuti della sentenzadella Cassazione, infatti, ri-

producono tali concetti nelsenso che entrambe le ri-strutturazioni non sono vin-colate al rispetto degli ele-menti tipologici, formali estrutturali dell’edificio esi-stente, e inoltre che ai sensidell’articolo 10, possonocomportare anche aumentodi unità immobiliari, modi-fiche del volume, della sa-goma, dei prospetti o dellesuperfici, ovvero, per gli im-mobili in zona A (centro sto-rico)comportano muta-menti di destinazioned’uso.La lettura, viceversa, dellalettera b), comma 1, dell’ar-ticolo 3 del T.U., non lascia

non è andata oltre i limitidel T.U. Edilizia, affer-mando che l’ampliamentodeve essere di “entità mo-desta” con questo soste-nendo che l’eventuale am-pliamento debba co-munque essere legittimatodalla disciplina edilizia vi-gente né, tanto meno, chesono applicabili deroghe atale regime. “La demarcazione” tra gli in-terventi di ristrutturazioneedilizia e le nuove costru-zioni è già stata stabilita dalDpr n. 380 del 2001 e nondeve essere ulteriormenteridefinita.È altresì chiara la differenza

spazio se non a interventi e-dilizi che non alterino i vo-lumi e le superfici di singoleunità immobiliari e noncomportino modifichedelle destinazioni d’uso.È evidente, quindi, la diffe-renza tra gli interventi di ri-strutturazione edilizia equelli di manutenzionestraordinaria che riguar-dano una serie minore disingoli interventi, ma cheperò possono essere attuatianche attraverso l’attivitàdella ristrutturazione edi-lizia.

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CATASTO

46 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Laura Cinelli PreGeo: sperimentatealcune novità introdottedall’Agenzia del Territorio

Commissione catasto locale,a formare e coordinare ungruppo di volontari che te-stasse le novità introdotte,dando come termine di sca-denza per trasmettere le se-gnalazioni il 30 marzo u.s.A Brescia abbiamo ritenutodi chiedere, tramite circo-lare telematica, a tutti gli i-scritti chi volesse parteci-pare alla sperimentazione, ele adesioni pervenute han-no consentito di formare ungruppo spontaneo, com-posto da alcuni membridella Commissione catasto,ma anche da alcuni colleghiesterni esperti, che hanno a-derito con entusiasmo.Faccio presente che la di-sponibilità a partecipare asperimentazioni di questotipo, oltre a essere assoluta-mente a carattere volon-tario, può creare qualche di-sagio e qualche rallenta-mento nel proprio studio,considerato che si tratta ditestare software e magarimodificare qualcosa nel pro-prio modo di lavorare, ca-

pire funzionalitàe anche di in-cappare inqualche in-toppo che ral-lenta la praticache il cliente cisollecita, e cosìvia.Quindi mi paredoveroso men-zionare e ringra-ziare i colleghiAlberto Bacca-rini, MassimoFalappi, Pier-giovanni Lis-sana, Fabio Par-zani, Alessan-

dro Rizzi, Tommaso Rocco,Fabio Sberna, Paolo Ventu-roli e Cesare Verducci, coiquali ho condiviso questaattività.

Venendo ora allenovità del PreGeo,posto il fatto che in

sostanza non è stato stra-volto nulla, e che nulla è va-riato dal punto di vista del-l’interfaccia grafica, si rilevache sono state introdottenuove funzionalità, nuovicontrolli, e sono state appor-tate correzioni a errori delleversioni precedenti. Sonostate aggiunte nuove tipo-logie, ma forse la novità piùinteressante è che la proce-dura riconosce e determinadalla proposta di aggiorna-mento la tipologia di atto, inmaniera automatica.Non ho notizia di come siaandata la sperimentazionenelle altre provincie.Da noi, sostanzialmente,non vi sono stati probleminell’uso della procedura, gliatti presentati sono andati abuon fine, non si sono creatierrori … od orrori, come tal-volta successo in passato.A proposito del passato: perevitare personalismi o cri-tiche inutili e poco costrut-tive, il Consiglio Nazionale el'Agenzia del Territoriohanno predisposto delleschede di segnalazione chenoi sperimentatori abbiamocompilato seguendo unostandard e fornendo così uninsieme di informazioni al-l’Agenzia del Territorio facil-mente gestibili.Ora, il passo successivo –dopo la raccolta da parte delConsiglio Nazionale di tutte

I l mese di marzo havisto impegnato ungruppo di colleghi che

si occupano di catasto e,nello specifico, di catastoterreni in una fase di speri-mentazione di alcune novitàintrodotte dall'Agenzia delTerritorio nel PreGeo che,presumibilmente a breve,sarà aggiornato e reso dispo-nibile a tutti.Diversamente da quanto èavvenuto in passato, ovveroquando le implementazioniinserite dall’Agenzia delTerritorio e da Sogei veni-vano trasmesse agli ordiniprofessionali che, tramite unristretto gruppo di profes-sionisti, testava i programmie segnalava le proprie osser-vazioni, stavolta il test èstato allargato a un numerofinalmente consistente ditecnici e, soprattutto, sututto il territorio nazionale.Infatti il Consiglio Nazionalegeometri nel mese di feb-braio ha invitato tutti i Col-legi provinciali nazionali,tramite il responsabile della

le segnalazioni dei varigruppi di sperimentazioneprovinciali – sarà l’analisi daparte dell’Agenzia del Terri-torio delle problematiche e-ventualmente riscontrate, leloro correzioni e gli aggiusta-menti del software prima direnderlo disponibile a tutti iprofessionisti.Ma questa attività non si è e-saurita col 30 di marzo; in-fatti è nell'intenzione delC.N.G. far sì che anche in fu-turo, con cadenza quadrime-strale, vengano regolar-mente raccolte le segnala-zioni che via via dovesseroemergere.Quindi un dialogo costantecon l’Agenzia del Territorio.Noi a questo in realtà siamogià abituati, ovvero, perquanto concerne il catastoterreni e il PreGeo possiamocontare nel nostro ufficio pro-vinciale su Francesco Corso,il quale ci tiene in manieraparticolare, ed è una figura diriferimento alla quale dasempre possiamo rivolgerciper comunicare i problemi ri-scontrati con la procedura,sapendo che verranno presiin considerazione e risolti abeneficio di tutti.La conferma che nella nostraprovincia l’attività di speri-mentazione appena con-clusa è andata bene è giuntaproprio da lui, il quale, purnon essendo tenuto né chia-mato a farlo, si è reso da su-bito disponibile a suppor-tare gli sperimentatori nelleeventuali problematichemonitorando la proceduradal lato ufficio e fornendoquindi un valore aggiuntoall3attività stessa.

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SICUREZZA CANTIERI

48 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Laura Ferrari L’affollato Convegno “Lineeguida per C.S.P. e C.S.E.”del 28 marzo al Tartaglia

missione sicurezza ristrettadel Collegio e della Com-missione Regionale che,oltre a presentare i relatori,ha rivolto un doveroso rin-graziamento al nostro Col-legio che ha consentito larealizzazione e la distribu-zione del cd non solo agli i-scritti, ma anche ai prati-canti, a dimostrazione del-l’importanza della sicurezzanei cantieri edili e nel mon-do del lavoro in generale.A seguire, il geom. NadiaBettari, coordinatore dellaConsulta regionale dellaLombardia e coordinatoredella Commissione sicu-rezza del Collegio di Brescia,ha presentato nei dettagli icontenuti del cd, illustrandoanche la discussione che haportato la Commissione Re-gionale alla stesura defini-tiva dei vari capitoli.L’intervento del geom. Bet-tari è stato integrato dalla re-lazione dell’avv. FrancescoMenini, penalista specializ-

zato in materia di sicurezzanegli ambienti di lavoro emembro della Commissionesicurezza di Brescia e diquella Regionale, che ha il-lustrato i moduli predispostiper la nomina del Responsa-bile dei lavori sia durante lafase di progettazione, siadurante la fase di esecu-zione, in riferimento allanormativa vigente, nonchéad alcune sentenze emesse.Il geom. Lorenzo Di Schiena,membro della Commissionesicurezza ristretta del Col-legio e della CommissioneRegionale, ha invece riper-corso gli obblighi del CSP edel CSE, presentando i con-tenuti più significativi pre-visti dalla normativa vigente,giustificando quindi il cor-poso capitolo relativo allamodulistica inserito nel cd.Il geom. Bettari ha quindiconcluso la presentazionedel cd segnalando l’inseri-mento della raccolta dellaprincipale normativa sulla

Si è tenuto lo scorso28 marzo nell’aulamagna dell’Istituto

Tecnico Tartaglia di Brescia,il Convegno sulla sicurezzaper la presentazione del Cd“Linee guida per C.S.P. eC.S.E. Collegi GeometriLombardia” alla presenza dicirca cinquecento colleghi. Come già anticipato nella ri-vista n. 1/2012, la Commis-sione sicurezza della Con-sulta Regionale della Lom-bardia, costituita dai rappre-sentanti dei Collegi delleprovince di Bergamo, Bre-scia, Como, Cremona, Lecco,Lodi, Mantova, Milano,Monza e Brianza, Pavia, Son-drio e Varese, ha interpresoin modo del tutto gratuito, larealizzazione di questo pro-getto, per poter fornire dellelinee guida di riferimentoper tutti i coordinatori dellasicurezza nei cantieri, in par-ticolare per i neo-coordina-tori.La Commissione sicurezzadi Brescia ha organizzato ilconvegno secondo le diret-tive della Consulta Regio-nale che ha demandato aogni singolo Collegio l’orga-nizzazione di seminari perfavorire la diffusione delcontenuto del cd.Ad aprire la giornata è statoil ggeom. Italo Giovanni Al-bertoni, consigliere del no-stro Collegio, che ha portatoi saluti del presidente geom.Giovanni Platto e i ringrazia-menti per l’impegno svoltodalla Commissione sicu-rezza di Brescia, oltre che daquella regionale.Il moderatore dell’evento èstato il geom. PiergiorgioPriori, membro della Com-

sicurezza sia a livello regio-nale, sia a livello nazionale,oltre che alle linee guida re-datte dall’ISPESL, da ITACA,dall’ANCE, dall’INAIL e dallaRegione Lombardia, e a cir-colari e sentenze. Per com-pletare il cd sono stati ancheinseriti due prezziari deicosti della sicurezza: uno delCollegio di Brescia e uno delCollegio di Cremona, oltre a

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SICUREZZA CANTIERI

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 49

un fac-simile di contratto diappalto.L’avv. Menini ha quindi ri-preso la parola per illustrarel’interpretazione corretta inmerito all’obbligo di reda-zione del P.S.C. per cantieridi importo inferiore a100.000 euro, argomentoche continua a creare inter-pretazioni distorte dellanormativa, ma che risultaben chiaro se si prende in e-same sia la normativa comu-nitaria, sia quella nazionale.

I l geom. Corrado Ro-magnoli, anch’eglimembro della Com-

missione sicurezza ristrettadel Collegio e della Com-missione Regionale, ha e-sposto i contenuti dellenorme UNI-CNGeGL elabo-rate dal Gruppo di lavoro“Standard di qualità ai finidella qualificazione profes-sionale della categoria deigeometri” in riferimento aicapitoli che riguardano ilC.S.P. e il C.S.E., sottoli-neando che queste normesaranno utilizzate per verifi-

care la correttezza e la com-pletezza della prestazioneprofessionale svolta dalgeometra, anche per defi-nire il compenso spettanteal professionista.La giornata si è quindi con-clusa con la presentazionedell’Associazione Geo.Sicur.tenuta dal geom. Nadia Bet-tari, segretario del Consigliodell’Associazione: la Geo.-Sicur., Associazione del Con-siglio Nazionale Geometri,si impegna da anni nel set-tore della sicurezza e, soloper citare l’ultima sua inizia-tiva, ha tenuto lo scorso 23marzo presso la Fiera diRoma “Expo Edilizia” ilprimo convegno nazionale“Salute e Sicurezza in edi-lizia”, ottenendo un grandeconsenso dal settore. Il Col-legio di Brescia ne è “SocioCollettivo”, per cui tutti gli i-scritti della provincia di Bre-scia hanno la possibilità di a-derire gratuitamente all’As-sociazione inviando sola-mente il modulo di richiestatramite e-mail.

Da sinistra a destra: Italo GiovanniAlbertoni, Corrado Romagnoli,Francesco Menini, Laura Ferrari,Lorenzo Di Schiena, Nadia Bettari,Piergiorgio Priori

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DAL COLLEGIO DI LODI

50 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Benedetto Agnello Il “piano scavi”:gestione delle terree rocce da scavo

zona “industriale” e il loro riutilizzo rimanga nell’ambitodel cantiere con la medesima destinazione d’uso, il pro-ponente può presentare la dichiarazione di cui al comma6 dell’art. 186 del D.lgs 152/06; la casistica rientra nei limitidella Tabella 1 colonna B dell’Allegato 5 degli allegati alTitolo V della Parte Quarta del D.lgs 152/06, pertanto nonsono necessarie certificazioni analitiche, a meno che lastoria del sito imponga accertamenti particolari impostidagli enti competenti .

– Qualora il proponente ipotizzi che il sito da cui proven-gono le terre e rocce di scavo rientri nei limiti della Tabella1 colonna B dell’Allegato 5 degli allegati al Titolo V dellaparte Quarta del D.Lgs. 152/06, e l’area sulla quale è pre-visto il riutilizzo rientri nella tabella 1 colonna A, è neces-sario acquisire certificazioni analitiche dettagliate. Deve sempre essere indicata la destinazione urbanistica,sia del luogo di origine che del luogo di destinazione.

Non essendo disponibile un modello proprio perla redazione del documento tecnico, uno schematipo da utilizzare può essere il seguente :

1) Premessa e indicazione del sistema di analisi; 2) Descrizione dell’ area di scavo e inquadramento territo-

riale;3) Esame del quadro litostratigrafico. 4) Campionamento e

caratterizzazionedella matrice suolo,verifica rispetto CSC(concentrazioni so-glia di contamina-zione).

1. Sarà effettuatadal geologo una a-nalisi storica delsito ed i risultati ot-tenuti saranno utiliper stabilire i para-metri di riferimentoper le sostanze daricercare nel ter-reno.Se le tecnologie discavo impiegateintroducono ele-menti di contami-nazione, tali agenti inquinanti saranno necessaria-mente aggiunti alla campionatura; i risultati ottenuti sa-ranno indispensabili per la scelta della tipologia discavo e i prodotti impiegati nello stesso.2. Per i siti in cui si ipotizzano contaminazioni dovute a

L a movimentazione delle terre e delle rocce dascavo è regolata dall’art. 186 del D. lgs 152/06, suc-cessivamente integrato dal D. lgs n. 4/2008 e legge

n. 2/2009. Le norme stabiliscono i criteri per il riutilizzo deimateriali e le modalità di smaltimento dei medesimi attra-verso un documento tecnico denominato “Piano scavi”.Il reimpiego delle terre e rocce da scavo è possibile:1. nel caso in cui sia dimostrato il loro integrale riutilizzo

senza necessità di trattamenti; 2. quando i materiali reimpiegati non provengano da siti

contaminati o sottoposti a interventi di bonifica.Nel caso di terreni sottoposti a bonifica, ad operazione com-pletata, possono essere movimentati, una volta ottenuta larelativa certificazione.Il piano scavi, ai sensi del D.lgs n. 4/2008 che ha modificatol’art 186 del D.lgs 152/2006, deve essere valutato e appro-vato contestualmente al titolo edilizio; l’amministrazionecomunale è indicata quale organo competente in materia,che si avvarrà dei pareri necessari all’approvazione. In presenza di titoli abilitativi (quali Dia etc.) che prevedonoil silenzio assenso è consigliabile chiedere agli organismicompetenti parere preventivo in merito al piano scavi primadel deposito della pratica edilizia presso il Comune, inquanto il silenzio assenso non è applicabile in ambito am-bientale; l’avvio delle operazioni dopo 30 giorni con l’uti-lizzo del silenzio assenso non garantisce che l’organismocompetente abbia valutato nel dettaglio il piano scavi.In questo caso l’ amministrazione comunale interrompe itermini per il perfezionamento del titolo edilizio e richiedei pareri necessari.In assenza quindi di piano scavi regolarmente presentato acorredo del progetto, la gestione delle terre e rocce da scavodeve avvenire con formulario e quindi le stesse sono trat-tate come rifiuti.

Note praticheper l’attuazionedel D.lgs 152/06– In relazione a terre e rocce provenienti da scavi in terreni a

destinazione d’uso “agricolo” o “residenziale” il cui riuti-lizzo sia previsto in zona “industriale” si può ritenere suffi-ciente la dichiarazione di cui al comma 6 dell’art. 186 delD.lgs 152/06 (L’ accertamento che le terre e rocce da scavodi cui al presente decreto non provengano da siti contami-nati e da quelli sottoposti a interventi di bonifica è svolto acura e spese del produttore e accertato dalle autorità com-petenti nell’ambito delle procedure previste dai commi 2,3 e 4. art 186 del D.lgs 152/06), sempre che i terreni scavatinon presentino superamenti delle CSC (concentrazioni so-glia di contaminazione) per la tabella di riferimento.

– Nel caso in cui le terre e rocce di scavo provengano da una

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DAL COLLEGIO DI LODI

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2 - 51

4. Nell’impossibilità di campionare i cumuli fuori terra,si può prevedere la caratterizzazione in sito del vo-lume interessato secondo le modalità specificatedal progetto e dal piano di campionamento e analisispecifico di cui al punto precedente, garantendo lastessa rappresentatività.I metodi di analisi utilizzati dovranno essere metodiriconosciuti a livello nazionale e/o internazionale.

5) Corografia e ubi-cazione indaginiambientali su ap-posito grafico.

6) Stratigrafie cam-pionamenti am-bientali e corredofotografico.

7) Certificati analisidi laboratorio.Unitamente al“Piano Scavi”, ledomande da inol-trare all’ammini-strazione comu-nale (comune diprelievo delleterre e comune didestinazione per

il riutilizzo delle medesime) sono quelle delle pagine se-guenti.

fonti diffuse, andranno ricercati gli agenti contaminantidi cui si sospetti la presenza.Esempio: in prossimità di strade a grande traffico, po-tranno essere ricercati elementi quali piombo, cadmio,BTEX (Benzene, Toluene, Etilbenzene e Xileni) ed IPA(Idrocarburi Policiclici Aromatici) .Generalmente in tale contesto l’eventuale con-taminazione interessa lo strato di terreno più superfi-ciale (i primi 30-50 cm); in fase operativa sarà importanteseparare detto terreno dagli strati più profondi e pre-vedere una specifica caratterizzazione dello stesso.3. Le modalità di formazione del campione e le deter-minazioni analitiche andranno effettuate secondo le in-dicazioni dell’Allegato 2 al titolo V del D.lvo 152/06, “Bo-nifica dei siti contaminati”.4. Qualora il materiale sia depositato in cumuli il cam-pionamento di questi ultimi può essere effettuato se-condo quanto indicato nella norma UNI 10802 per i ma-teriali massivi, oppure come criterio di massima e percumuli di media entità si può considerare: posto ugualea n il numero totale dei cumuli realizzabili dall’interamassa da scavare, il numero mdei cumuli da campionareè dato dalla seguente formula:

m = k n 1/3dove k=5 per un volume complessivo da scavare fino a5.000 mc e k=6 per un volume complessivo superiore a5.000 mc, mentre i singoli m cumuli da campionare sonoscelti in modo casuale. (Il campo di validità della for-mula è n>m, al di fuori di detto campo (per n<m) si dovràprocedere alla caratterizzazione di tutto il materialeogni 1.000 mc).

1. Salvo evidenze organolettiche, per le quali potràessere disposto un campionamento puntuale; ognisingolo cumulo dovrà essere caratterizzato in mododa prelevare almeno 8 campioni elementari, di cui4 in profondità e 4 in superficie, al fine di ottenereun campione composito, che per quartatura, darà ilcampione finale da sottoporre ad analisi chimica.

2. Per garantire la rappresentatività del campione, se-condo la modalità di campionamento indicata, si ri-tiene che i cumuli dovranno avere una volumetriamediamente pari a circa 1.000 mc.

3. Per i cantieri di grandi opere risulta indispensabilevalutare le modalità di campionamento inserite inun piano di campionamento e analisi, che il propo-nente è tenuto a elaborare unitamente al piano digestione del materiale, comprensivo anche dellagestione degli eventi critici. Il piano di gestione dovrà prevedere un protocollodi campionamento e analisi di dettaglio da attuaredal proponente e da verificare da ARPA Lombardia.

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52 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

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DAL COLLEGIO DI LODI

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2 - 53

Progetto di utilizzo terre e rocce da scavo(Da presentare almeno 30 giorni prima della data entro la quale è prevista la produzione e/o il riutilizzo delle terre e rocce da scavo)

Progetto di destinazione delle terre e rocce da scavo a terzisegnalazione impossibilità immediato utilizzo terre e rocce da scavo

Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 - Art. 186, come modificato dal D.lgs n. 4/08“Terre e rocce da scavo”

(Prospetto informativo)

Il sottoscritto (cognome)_________________________________________________(nome)______________________________________

nato a ___________________________________ il___________________________ in qualità di ❑ Titolare, ❑ Legale rappresentante

dell’Impresa ______________________________ con sede nel Comune di ______________ n. ______ Partita Iva n.___________________

a seguito degli scavi previsti nel progetto presentato al Comune di ________________ dal quale si originano terre e rocce da scavo che saran-

no utilizzate, ai sensi dell’art. 186 del D.lgs 152/06, come di seguito specificato:

che saranno:

❑ eseguiti direttamente dall’Impresa (con utilizzo delle terre e rocce da scavo da parte della medesima Impresa);

❑ affidati a ditta specializzata di scavi (con utilizzo però delle terre e rocce da scavo da parte dell’Impresa Committente degli scavi);

❑ eseguiti in qualità di Impresa Subappaltatrice di scavi (con utilizzo delle terre e rocce da scavo da parte della medesima impresa);

nel cantiere ubicato nel Comune di ________________________ in (via o mappale) ___________________________________________

produrrà terre e rocce da scavo idonee per il successivo ed effettivo utilizzo, senza trasformazioni preliminari, pari a __________________ m3

e pertanto inoltra il presente:

❑ progetto/richiesta utilizzo terre e rocce da scavo

❑ progetto di destinazione terre e rocce da scavo in altro sito

❑ segnalazione impossibilità immediato utilizzo terre e rocce da scavo

A) ❑ Utilizzo terre e rocce da scavo in cantieri edili per

❑ reinterri

❑ riempimenti

❑ rilevati

❑ macinati

B) ❑ Destinazione a differenti cicli di produzione industriali;

C) ❑ Destinazione per il riempimento delle cave coltivate;

D) ❑ Destinazione per la ricollocazione in altro sito;

E) ❑ Segnalazione di momentanea impossibilità di utilizzo del materiale di scavo1

A corredo, nonché a completamento del progetto di produzione utilizzo/destinazione si sllegano:

– copia della classificazione urbanistica del “luogo di produzione delle terre e rocce da scavo”, come da estratto da P.R.G.;

– copia della classificazione urbanistica del “luogo di destinazione delle terre e rocce da scavo”, come da estratto da P.R.G.;

– dichiarazione sostitutiva ex comma 7 art. 186 D.lgs 152/06 (come da allegato);

– fotocopia carta identità del dichiarante;

– nei casi previsti dalla circolare ARPA e comunque qualora ritenuto necessario, copia della certificazione analitica del terreno, sia di origine

che di destino, attestante il non superamento del C.S.C. - Concentrazione Soglia Contaminante - rilasciato o da ARPA - Dipartimento

Provinciale di Milano oppure da Laboratorio Privato.

Data _____________________________

Timbro e firma dell’Impresa(titolare o legale rappresentante)

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Dichiarazione sostitutiva(Ex art. 186, comma 7, D.lgs 152/2006)

DAL COLLEGIO DI LODI

54 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Con la presente si rilascia dichiarazione (conformemente a quanto disposto dall’art. 47 del Dpr del 28/12/2000, n. 445) in qualità di:

❑ soggetto che esegue gli scavi e che riutilizzerà le terre e rocce da scavo prodotte;

oppure

❑ committente degli scavi che riutilizzerà le terre e rocce da scavo prodotte da ditta subappaltatrice che eseguirà i lavori;

– che nell’esecuzione dei lavori non saranno utilizzate sostanze inquinanti;

– che il riutilizzo avverà senza trasformazioni preliminari;

– che il riutilizzo avverrà per una delle opere di cui all’art. 186 del D.lgs n. 152/2006 ed autorizzata dall’autorità competente;

– che nel materiale di scavo la concentrazione di inquinanti non sarà superiore ai limiti vigenti con riferimento al sito di destinazione.

Si precisa che le terre e rocce da scavo saranno “effettivamente utilizzate” secondo quanto previsto dall’art. 186 del D.lgs n. 152/2006,

e più precisamente per:

❑ REINTERRI

❑ RIEMPIMENTI

❑ RILEVATI

❑ MACINATI

A Dette terre e rocce da scavo saranno effetivamente utilizzate nel cantiere/i ubicato/i:

– m3_________ nel Comune di ________________ Via/Mappale _____________________________ a seguito del rilascio del

permesso a costruire del _____________________ n.___________ oppure D.I.A. presentata in data _______________________

n. prot. ___________________________________ o ❑ conferenza dei servizi del ___________________________ per eseguire

le seguenti opere (specificare tipo di utilizzo delle terre e rocce da scavo tra: reinterri, riempimenti, rilevati, macinati)

_______________________________________________________________________________________________________

_______________________________________________________________________________________________________

in alternativa

B la destinazione delle terre e rocce da scavo (specificare natura e caratteristiche)

_______________________________________ pari a _______________ m3 a differenti cicli di produzione industriale (ad es.

per la produzione di laterizi, oppure per la lavorazione/produzione di inerti, ecc.) a favore della ditta _________________________

___________________________ con sede nel Comune di ________________ Via _________________________ n. _________

ed esercitante l’attività di ___________________________________________

in alternativa

C la destinazione delle terre e rocce da scavo (specificare natura e caratteristiche)

______________________________________________ pari a ________________ m3 per il riempimento della cava coltivata

secondo la convenzione stipulata in data ____________________________ tra il Comune di ____________________________

e la ditta __________________________________________________________ per l’esercizio dell’attività estrattiva ubicata nel

Comune di ________________________ Via __________________________ n. ______ e con obbligo di eseguire le necessarie

“opere di recupero ambientale” secondo quanto autorizzato dall’Ufficio Cave della Provincia di ___________________________

con atto n. _________________________ del ___________________ e avente scadenza il _____________________________

in alternativa

D la destinazione delle terre e rocce da scavo (specificare natura e caratteristiche)

______________________________________________ pari a __________________m3 per la ricollocazione in altro sito e più

precisamente per eseguire, rispettando le modalità progettuali autorizzate dall’Autorità amministrativa competente (Comune,

Provincia, Consorzio di Bonifica, ecc.) ________________________________________________________________________

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DAL COLLEGIO DI LODI

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2 - 55

la rimodellazione ambientale del territorio ubicato nel Comune di __________________________ Via _____________ n. ____

secondo l’autorizzazione del _____________________________ n. _________________________

in alternativa

E non essendo possibile l’immediato utilizzo, sia pure avendolo già individuato e indicato nei capoversi precedenti, del

materiale di scavo, ai sensi dell’art. 186 del D.lgs n. 152/2006. La scrivente impresa esecutrice dei lavori di scavo, autorizzati dal

Comune di __________________________ a seguito del rilascio del permesso a costruire del __________________ n. _______

oppure D.I.A. presentata in data ________________________________

segnala in merito:

1) il sito di deposito ______________________________________________________________________________________

2) il quantitativo depositato ________________________ m3;

3) la tipologia delle terre e rocce da scavo: _____________________________________________________________________;

N.B. in tutti i casi il trasporto delle terre e rocce da scavo sarà effettuato con autocarri senza l’emissione dei “formulari di identificazione del

rifiuto” perché detti materiali, a seguito del presente progetto/segnalazione, ai sensi dell’art. 186, comma 1 del D.lgs. n. 152/2006, non sono

da considerarsi rifiuti.

Luogo e data Firma del dichiarante

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Il Fondo KiotoIl Fondo Kyoto è stato isti-tuito dalla Legge finanziaria2007 per finanziare la realiz-zazione di interventi in at-tuazione dei dettami delProtocollo di Kyoto (1997),ed è "rotativo" perché ali-mentato attraverso le rate dirimborso delle erogazioniconcesse. Per il primo ciclodi programmazione le ri-sorse a disposizione am-montano a 200 milioni di

euro per un bando “a spor-tello” (ossia che non pre-vede graduatoria) per finan-ziamenti a tasso agevolatodello 0,5% per una duratamassima di 6 anni, rimborsa-bili in rate semestrali e rap-presentano una quota partedel costo totale del pro-getto.I restanti 400 milioni di euroverranno destinati durante ilsecondo ed il terzo ciclo diprogrammazione, divisi in

375 milioni di euro ripartiticon il Decreto interministe-riale del 18 ottobre 2010 ealtri 25 milioni di euro, rien-trati nella disponibilità delFondo Kyoto.Le domande per l’accesso aiprimi 200 milioni di finanzia-mento si possono presen-tare fino al 14 luglio, esclusi-vamente online con il formatche si trova sul sito dellaCassa Depositi e Prestiti.

Il Fondo in sintesiRisorseLe risorse del Fondo inquesta prima fase sono di600 milioni di euro - distri-buite in tre cicli da 200 mi-lioni l'uno.BeneficiariImprese (tra cui ESCo - E-nergy Service Company),soggetti pubblici, personefisiche, condomini (e comu-nioni) e persone giuridicheprivate (es. associazioni e

AMBIENTE & BIOEDILIZIA

56 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

A cura di Giuseppe Mori “Fondo Kioto”: un’opportunitàper la Pubblica Amministrazione… ma non solo

Anche i singoli cittadini e, ancor più, le amministrazioni con-dominiali possono accedere al Fondo Kioto per quasi tuttele misure ammesse. Da notare però che ad essi resta pre-sclusa la misura relativa agli interventi sull’involucro degliedifici in quanto per questa tipologia è ancora in vigore ladetrazione fiscale del 55%. Ma se a fine anno cessasse dav-vero questa agevolazione, così come prevede allo stato at-tuala la normativa del Governo Monti che ha già previsto il“passaggio strutturale” al 36%? In questo caso la possibilità alternativa anche per i privatidi accedere ad un fondo di rotazione ad interessi quasi zerosarebbe comunque auspicabile … ma la Legge, al mo-mento, non lo prevede.Resta un altro aspetto cui fare cenno prima di passare all’e-same dettagliato delle singole misure e delle modalità diaccesso al “Kioto”. La norma, come scritto all’inizio, prevedeche la prenotazione dei fondi avvenisse a partire dal 16marzo scorso.Ebbene: nell’arco di poche ore sono stati effettuati oltre7000 accessi e presentate 605 domande che hanno quasi e-saurito immediatamente i 60 milioni di euro previsti dalplafond regionali destinati ad interventi nelle energie rin-novabili, in particolare il fotovoltaico.Per le altre misure, più articolate e complesse, non andràallo stesso modo, ci auguriamo, ma il rischio che tali agevo-lazioni finiscano nelle mani di pochi, preventivamente atti-vati e strutturati, esiste.Per questa ragione il consiglio che ci sentiamo di avanzare,è che le Pubbliche Amministrazioni interessate a percorrerequesta strada si preparino, considerata la scadenza ormaivicina del 14 luglio prossimo. La norma prevede comunqueche le domande presentate e ammesse potranno accederecomunque al finanziamento all’apertura della seconda an-nualità del bando.

P er chi si occupa a livello professionale di RisparmioEnergetico in edilizia come strumento per la ridu-zione dei gas climalteranti non può che vedere con

la possibilità per le Pubbliche Amministrazioni di aderire(prenotazioni a partire dal 16 marzo scorso e fino al 14 luglio)alla prima annualità del cosiddetto “Fondo Kioto” per l’a-deguamento energetico del patrimonio edilizio pubblico.La particolare enfasi che il titolo di questo articolo evi-denzia, si riferisce proprio a loro, i Comuni e gli Enti Pub-blici, finora quasi del tutto esclusi da agevolazioni fiscali esistemi di finanziamento pubblico sino ad ora rivolti so-prattutto ai privati.Le Amministrazioni Pubbliche più virtuose che avevanoconsiderato con favore il risparmio energetico, impegnan-dosi negli anni scorsi nella redazione di diagnosi energe-tiche preliminari del proprio patrimonio, si sono infattisempre trovate nella sostanziale impossibilità di dare con-creta attuazione agli interventi suggeriti dagli studi effet-tuati sulla base di specifici Bandi Europei o promossi dallaFondazione Cariplo.Il “Fondo Kioto” offre ora uno strumento più articolato ecompleto da cui attingere risorse per il risanamento ener-getico del patrimonio edilizio.Inutile ricordare che nessuno regala soldi, e nemmeno inquesto caso ciò avviene, però finalmente, attraverso questaforma di finanziamento a tasso agevolato dello 0,5% che puòcoprire nel caso degli enti pubblici fino al 90% della spesaammissibile (restituzione fino a 15 anni per gli enti pubblici)si apre per molti uno scenario possibile. Molto utile osser-vare che per gli enti è prevista la possibilità di attingere aquesti finanziamenti attraverso le ESCO (Enegy ServiceCompany) che possono occuparsi di tutti gli aspetti, dal pro-getto alla realizzazione degli interventi in sintonia con glienti stessi.E per i privati?

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AMBIENTE & BIOEDILIZIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 57

superiore a 200 m2; • impianti termici a bio-

massa vegetale solida(pellets o cippato) di po-tenza nominale termicacompresa tra 50 kWt e 450kWt;

• impianti fotovoltaici inte-grati o parzialmente inte-grati negli edifici con po-tenza nominale compresatra 1 kWp e 40 kWp.

– Misura usi finaliRisparmio energetico e in-cremento dell'efficienzanegli usi finali dell'energia.Sono ammessi investimentiper singolo intervento:• sull'involucro di edifici esi-

stenti, parti di edifici esi-stenti o unità immobiliariesistenti, riguardanti strut-ture opache verticali, oriz-zontali o inclinate, chiu-sure trasparenti compren-sive di infissi e vetri, chiu-sure apribili e assimilabiliquali porte e vetrine anchese non apribili, delimitantiil volume riscaldato, versol'esterno e verso vani nonriscaldati;

• I. per la climatizzazione di-retta tramite teleriscalda-mento da impianti di coge-nerazione di potenza no-

fondazioni). Sono finanzia-bili anche le comproprietàcostituite da soggetti di e-guale o diversa natura giuri-dica. (Vedi tabella allegata)

Progetti finanziabiliIl Fondo potrà finanziare iprogetti riguardanti:– Misura microcogenerazione dif-

fusaInstallazione di impianti dimicrocogenerazione ad altorendimento elettrico e ter-mico, di nuova costruzione econ potenza nominale fino a50 kWe (elettrici), che utiliz-zano le seguenti fonti ener-getiche: gas naturale, bio-massa vegetale solida, bio-combustibili liquidi di ori-gine vegetale, biogas e in co-combustione gas naturale-biomassa.–Misura rinnovabiliInstallazione di impianti dipiccola taglia e di nuova co-struzione per l’utilizzazionedelle fonti rinnovabili per lagenerazione di elettricità ocalore che devono rientrarein una delle seguenti tipo-logie:• impianti eolici con potenza

nominale compresa tra 1kWp e 200 kWp;

• impianti idroelettrici conuna potenza nominalecompresa tra 1 kWp e 200kWp;

• impianti solari termici consuperficie d’apertura non

minale fino a 500 kW elet-trici, alimentati da gas na-turale, biomassa vegetalesolida, biocombustibili ve-getali liquidi, biogas e inco-combustione gas natu-rale-biomassa. Tale inter-vento è ammissibile solose contempla sia la realiz-zazione dell'impianto dicogenerazione che la rea-lizzazione della rete di te-leriscaldamento ad essoabbinata, inclusi gli allac-ciamenti agli edifici;

• II. per la climatizzazionedegli edifici da impiantigeotermici a bassa en-talpia (quantità di energiache un sistema termodina-mico può scambiare conl'ambiente) fino a 1 MW ter-mico;

• III. impianti di cogenera-zione di potenza nominalefino a 5 MW elettrici ali-mentati da gas naturale,

biomassa vegetale solida,biocombustibili vegetali li-quidi, biogas e in co-com-bustione gas naturale-bio-

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58 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

delle imprese che produ-cono acido adipico e delleimprese agro-forestali. Ri-sorse pari a 5 mln di euro perl’intero territorio nazionale.– Misura ricerca Attività di ricerca precompe-titiva per lo sviluppo di tec-nologie innovative per laproduzione di energia dafonti rinnovabili, per la pro-duzione e separazione e ac-cumulo di idrogeno, per losviluppo di materiali, com-ponenti e configurazioni in-novative di celle a combusti-bile cfr. art. 11 del DecretoKyoto. Risorse pari a 5 mln dieuro per l’intero territorionazionale.

Spese ammissibilia) i costi di progettazione di

sistema, compresa l'e-ventuale realizzazione didiagnosi energetica,

b) gli studi di fattibilità stret-tamente necessari per laprogettazione degli inter-venti; tali costi sono rico-nosciuti nella misura mas-sima dell’8% del totale ge-nerale dei costi ammissi-

bili.c) i costi delle apparecchia-

ture comprensivo delleforniture di materiali e deicomponenti strettamentenecessari alla realizza-zione dell'intervento

d) i costi delle infrastrutturecomprese le opere edilistrettamente necessariealla realizzazione dell'im-pianto,

e) i costi di allacciamentoalla rete, ovvero nel casodella Misura usi finali, icosti strettamente neces-sari al montaggio e as-semblaggio delle tecno-logie installabili,

f) i costi di installazione,compresi avviamento ecollaudo

massa. – Sistema integratoPur non costituendo una mi-sura autonoma, consente dipresentare un unico pro-getto di investimento checontempla l’integrazione dipiù interventi, comunquecombinati, da realizzarsinello stesso sito. Tale pro-getto può riguardare esclu-sivamente la combinazionedelle misure microcogene-razione diffusa, rinnovabili eusi finali.– Misura gestione forestale sosteni-

bileProgetti regionali che pre-sentano la finalità di identi-ficare interventi diretti a ri-durre il depauperamentodello stock di carbonio neisuoli forestali e nelle forestecfr. art. 12 del Decreto Kyoto. Risorse pari a 10 mln di europer l’intero territorio nazio-nale.

Altre misurenon espressamentein ambito edilizio– Misura motori elettriciFinanzia la sostituzione dimotori elettrici industrialicon potenza nominale supe-riore a 90 kW elettrici, conmotori ad alta efficienza. Ri-sorse pari a 15 mln di europer l’intero territorio nazio-nale.– Misura protossido di azoto Interventi sui cicli produttivi

AgevolazioniLa durata dei finanziamentiè compresa fra 3 e 6 anni (tra3 e 15 anni per i soggettipubblici). Ai finanziamentiagevolati è applicato untasso di interesse agevolatodello 0,50%.Le banche aderenti po-tranno concedere un finan-ziamento per la quota partedel costo totale del progettoche non è coperta dal finan-ziamento agevolato.

Percentualidi agevolazionePer tutte le misure, nel ri-spetto dei costi unitari mas-simi ammissibili,le percen-tuali di agevolazione sono:• 90% per i soggetti pubblici;• 70% per imprese, personefisiche, persone giuridicheprivate, condomini.Le ESCo beneficiano dellapercentuale di agevola-zione riconosciuta in capo alproprietario del bene im-mobile oggetto dell'inter-vento per cui è presentata ladomanda.

CumulabilitàI benefici del Fondo Kyotosono cumulabili con i se-guenti incentivi e tariffe:1. Incentivi alla produzione

di energia elettrica dafonti rinnovabili, che con-sente il riconoscimento eil rilascio dei cd. “Certifi-

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AMBIENTE & BIOEDILIZIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 59

Le immagini che illustrano ilpresente articolo sono fotografie etermografie eseguite dal geom.Giuseppe Mori, che evidenziano ledispersioni termiche di edifici dialcuni Comuni bresciani. Sono stateutilizzate per accedere a bandieuropei e bandi Cariplo perl’aggiornamento energetico delpatrimonio edilizio pubblico

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60 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

cati verdi”.2. Tariffe incentivanti per la

produzione di energia daimpianti solari fotovol-taici e per lo sviluppo ditecnologie innovative perla conversione fotovol-taica.

3. Incentivi per la produ-zione di energia elettricada impianti da fonti di e-nergia rinnovabili con po-tenza nominale non infe-riore a 5 MWe e da im-pianti previsti dai pro-getti di riconversione delsettore bieticolo–saccari-fico approvati dal compe-tente Comitato .

4. Incentivi per la produ-zione di energia termicada fonti rinnovabili e perinterventi di efficienza e-nergetica di piccole di-mensioni.

Gestione fuori plafondSe l’importo del finanzia-mento richiesto è superiorealla disponibilità residuadel Plafond, si determina la“Gestione fuori plafond”.Non si procede pertanto al-l’apertura del plico e si so-spende il procedimento diammissione al finanzia-mento. Questo non costi-tuisce motivo di decadenzadella domanda; il procedi-mento sarà riavviato nel mo-mento in cui saranno nuova-mente disponibili le risorse.

Termini di presentazionedelle domandeLe domande devono esserecompilate esclusivamenteonline, previo accredita-mento all’interno di un’ap-posita sezione del sito diCDP (www.cassaddpp.it),

nel quale è anche disponi-bile una “Guida alla compi-lazione della domanda diammissione all’agevola-zione”. Il beneficiario devequindi recarsi presso unadelle banche aderenti allaConvenzione ABI-CDP, il cuielenco è disponibile sul-l’Applicativo web CDP(www.cassaddpp.it) per gliulteriori adempimenti e lastipula del contratto di fi-nanziamento.Le Regioni Abruzzo, Basili-cata, Emilia Romagna, Lom-bardia e Piemonte si occu-peranno direttamente dellafase istruttoria, attraversoEnti di sviluppo o società fi-nanziarie regionali

ScadenzaLe domande potranno es-sere presentate fino al 14 lu-

glio 2012.

Attribuzione beneficiLa procedura di attribuzionedei benefici sarà "valutativaa sportello": le istanze sa-ranno esaminate in base al-l'ordine cronologico di pre-sentazione e fino a esauri-mento dei fondi stanziatiper ciascun Ciclo di Pro-grammazione.

Erogazione finanziamentoPer importi di finanziamentoinferiori euro 50.000: antici-pazione pari all’80% e saldoprevia trasmissione delladocumentazione finale.Per importi di finanziamentotra euro 50.000 ed euro100.000: anticipazione parial 50% e saldo previa tra-smissione della documenta-zione finale.

Per importi di finanziamentosuperiori a euro 100.000: an-ticipazione pari al 20%; ulte-riore 50% del finanziamento(o 70% in assenza di antici-pazione), ratei intermedinon inferiori al 25% del fi-nanziamento stesso, allarealizzazione di uno stato diavanzamento dei lavori dipari quota; il restante 30%previa trasmissione delladocumentazione finale.

InfoNumero verde: 800 098 754 - mail:[email protected].

FontiMinistero dell’Ambiente:www.minambiente.itCassa Depositi e Prestiti:www.cassaddpp.it

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TECNICA

62 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

A cura di Tecnored s.r.l. L’umidità ascendentenelle murature “fuori terra”

mento del livello del liquidonel capillare. Nel primo casola superficie del liquido ap-parirà concava, nell’altro ap-parirà convessa verso ilbasso. Il centro della super-ficie del liquido si chiamamenisco5 ed è a partire daquesto valore che si misural’innalzamento o l’abbassa-

mento del livello.La direzione delvettore risultanteè la stessa dellatangente alla su-perficie del li-quido, e l’angoloche forma si chia-ma angolo di ba-gnabilità.Si noti che l’innal-

zamento o l’abbassamentodel livello non dipendonosolo dal liquido, ma anchedal materiale della parete.L’acqua, per esempio, risalein un capillare di vetro,mentre si abbassa in uno diteflon.

TensionesuperficialeLa molecola diun liquido at-tira le molecoleche la circon-dano ed è a suavolta attratta daesse. Per le mo-lecole che sitrovano all’in-terno del li-quido, la risul-tante di questeforze è nulla eognuna di essesi trova in equi-librio rispettoalle altre.Quando invecequeste mole-

cole si trovanosulla superficievengono attrattedalle molecolesottostanti e daquelle laterali, manon verso l’e-sterno. La risul-tante delle forzeche agiscono sullemolecole di su-perficie è una for-za diretta versol’interno del li-quido. A sua volta,la forza di coe-sione tra le mole-cole fornisce unaforza tangenzialealla superficie. Lasuperficie di un li-quido si comporta dunquecome una membrana ela-stica che avvolge e com-prime il liquido sottostante.La tensione superficiale e-sprime la forza con cui le mo-lecole superficiali si attiranol’un l’altra.

Introduzionealla capillaritàIl fenomeno della capillaritàsi incontra spesso nella vitaquotidiana ed è legato allabagnabilità, cioè alla capa-cità dei liquidi, per esempiol’acqua, di bagnare le super-fici solide. Questa forza di a-desione1 tra liquido e parete

solida, prevalente su quelledi coesione tra le molecoledel liquido, è responsabile,nei capillari, della risalitadel liquido lungo la parete incontrasto con la forza di gra-vità.L’altezza raggiunta dal li-quido è quella nella quale siequilibrano la forza di gra-vità e quella di coesione dauna parte e la forza di ade-sione dall’altra.Se invece è la forza di coe-sione2 a prevalere su quel-la di adesione, la pareterespinge il liquido verso ilbasso in contrasto con lalegge dei vasi comunicanti3.Questo fenomeno si osservaper esempio sulle superfici i-drorepellenti. La risultantedelle forze di adesione e dicoesione lungo la superficiedel liquido è detta tensionesuperficiale4. Essa sarà di-retta verso l’alto nel casodella risalita del liquido lun-go il capillare, e verso ilbasso nel caso dell’abbassa-

Angolo di bagnabilitàÈ esperienza comune cheuna goccia di liquido postasu una superficie piatta mo-stri una tendenza a modifi-care la sua forma a secondadelle caratteristiche dellasuperficie e del liquido u-

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TECNICA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 63

quido aderente al capillare,è quella che sorregge il li-quido ed ha modulo (Fcosa), dove l’angolo è quelloindividuato, detto angolo dicontatto. Se la superficie delliquido è convessa versol’alto, invece, la forza dellatensione superficiale c incorrispondenza delle paretidel tubo sarà diretta verso ilbasso. Ora, considerandoche il bordo di contatto cor-risponde alla circonferenzadel capillare (2pr), si pos-sono calcolare alcuni ele-menti trascurando la lievecurvatura sulla superficie:

I danni provocatidalla risalita capillareIl degrado delle murature,degli intonaci e delle even-tuali pitture o decorazioni èproprio causato dall’acqua

di risalita capillare. Inte-ressa l’edilizia civile in ge-nere e gran parte del nostropatrimonio immobiliare.

In tempi remoti tale feno-meno era ampiamente co-nosciuto, ma consideratodai costruttori quasi ineludi-bile dalla struttura stessa.Oltre ai danni estetici, l’umi-dità ascendente aumenta la

sati. Più la goccia è similealla superficie solida piùsarà piatta. Se, al contrario,tra la superficie solida e il li-quido non vi sono intera-zioni apprezzabili, la gocciaavrà una forma simile ad unasfera per minimizzare il con-tatto con essa. Per quantifi-care tale fenomeno si intro-duce il concetto di angolo dicontatto, definito come an-golo a, che la superficie oriz-zontale forma con la tan-gente nel punto di contattodell’interfeccia liquido-aria,liquido-solido, solido-aria.L’angolo di contatto forniscediverse informazioni sull’af-finità tra il solido, il liquido el’aria.La relazione tra l’angolo dicontatto e la tensione super-ficiale è:

cosa = csa – csl/cla

dove: csa = tensione all’in-terfeccia solido-aria; csl =tensione all’interfaccia so-lido-liquido; cla = tensioneall’interfaccia liquido-aria.Il valore del coseno6 cosa èun numero compreso tra –1 e1 relativamente all’angoloche lo produce. Questo va-lore è utilizzato dalla for-mula di Yurin7 per determi-nare l’altezza della colonnad’acqua in un capillare.Ora calcoliamo l’altezza hche raggiunge il liquido al-l’interno di un capillare. Sela superficie del liquido èconcava verso l’alto, la forzadella tensione superficiale cin corrispondenza delle pa-reti del tubo sarà direttaverso l’alto; la componenteverticale di questa forza, ap-plicata a tutto il bordo del li-

dispersione del calore dal-l’interno dell’edificio versol’esterno e favorisce inoltrel’aumento dell’umidità rela-tiva interna, provocandoproblemi igienici e ambien-tali.

Perché gli intonacie le pietre si sgretolanoTutti i materiali da costru-zione sono porosi; questo fasì che infiltrazioni d’acqua ingenere, o quelle di risalitacapillare, possano far tra-smigrare in superficie i salicontenuti nella muratura oquelli che si trovano discioltinel terreno.Questi sali, non potendocome l’acqua evaporare daimuri, una volta raggiuta lasuperficie esterna cristalliz-zano, rimanendo per sem-pre condizionati dalle con-tinue variazioni del tasso diumidità relativa ambientale,anche dopo aver eliminatole cause della risalita capil-lare.I sali cristallizzati sulla su-perficie, essendo forte-mente igroscopici, riesconoad assorbire l’acqua conte-nuta nell’aria provocando unnotevole aumento del lorovolume (come la formazionedel ghiaccio, ad esempio)passando dallo stato anidroa quello saturo in presenzadi aria secca o umida.La conseguenza di ciò è unaforte azione meccanica de-molitiva in grado negli annidi sgretolare, oltre che gli in-tonaci di rivestimento,anche materiali da costru-zione estremamente com-patti come il mattone, lepietre calcaree e addiritturai graniti (per es.: nelle chiese

La forza F verticale F = c(2pr)(cosa)

dove: c = tensione superficiale;(2pr) = circonferenza;(cosa) = rapporto dipendente dall’angolo a

il volume V del liquido nel capillare V = (pr2)hdove: (pr2) = superficie della sezione capillare;

h = altezza della colonna di fluido nel capillare.

il peso P del liquido nel capillare: P = (pr2) h fgdove: (pr2) h = volume del fluido;

f = densità del liquido;g = accelerazione di gravità.

Eguagliando la forza F, diretta verso l’alto, al peso P della colon-na di liquido, si ha:

c(2pr)(cosa) = (pr2)hfg

da cui si ricava l’altezza h raggiuta dal liquido

Legge di Yurin: h = 2c/rfg . cosa

Soluzione salina veicolata dalle infiltra-zioni d’acqua o dalla risalita capillare

Cristallo di sale anidro all’interno o sullasuperficie delle murature

Cristallo di sale saturo sulla superficiedelle murature, fino a 50 volte più volu-minoso del cristallo anidro

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64 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Sali disciolti nel terreno esuccessivamente trasportatiall’interno della muratura attraversol’acqua di risalita capillare (fig. 1).

Evaporazione dell’acqua consuccessiva cristallizzazione dei saliresidui all’interno delle murature edegli intonaci (fig. 2).

Aumento del volume dei sali in

prossimità della superficie esternacon l’evolversi dei valori dell’umiditàrelativa ambientale e conseguenteinizio delle dinamiche disgregative(fig. 3).

Demolizione dei vecchi intonaci erifacimento degli stessi protettidall’idratazione dell’acqua d’impastodalle boiacche antisaline specifiche(fig. 4).

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 65

sommariamente raggrup-pate in : cloruri, solfati, nitratie nitriti con caratteristichedegenerative sui muri più omeno evidenti in funzionedella loro concentrazione edella natura del materiale.I vantaggi di utilizzare il si-stema fisico, quale l’appli-cazione di boiacche antisa-line specifiche prima dellastesura dei nuovi intonaci,risultano essere quelli rela-tivi alla certezza del risul-tato indipendentementedal tipo di sale presentenella muratura.Tutti i sistemi antisale aprecipitazione chimica, in-vece, necessitano della co-noscenza precisa della ca-

tegoria del sale presente alfine di utilizzare il neutra-lizzante corrispondente.Ovviamente, in presenza diintonaci affrescati, le tec-niche di desalinizzazionepiù appropriate risultanoessere quelle realizzabilicon impacchi assorbenti, ilcui costo, congruo in questicasi, non è certamente pro-ponibile per gli interventidi edilizia civile.

Contrariamente alfenomeno della ri-salita capillare,

dove la pressione atmosfe-rica non esercita alcun ruolonella manifestazione del fe-nomeno, risulta invece de-

le pietre di rivestimento, igradini degli altari, ecc.).Si può facilmente compren-dere l’importanza di impe-dire che questi sali raggiun-gano le superfici esterne, marimangano inerti all’internodei materiali da costruzionee quindi non più a contattocon l’aria esterna.

Risoluzionedel problema sali:il sistema “fisico”Per risolvere le problema-tiche legate ai sali è decisa-mente preferibile il sistema“fisico” a quello chimico.Le principali categorie deisali presenti nei materiali dacostruzione possono essere

terminante nel caso dellemurature interrate.Conseguentemente la scel-ta delle tecnologie per con-trastre questo tipo di umi-dità dovrà essere orientataverso materiali idonei. Un e-sempio per tutti: l’utilizzo diintonaci macroporosi (forte-mente permeabili) diretta-mente su tali murature pro-durrà l’effetto opposto aquanto desiderato. Basterà,in questo caso, utilizzarecome sottofondo una bo-iacca impermeabilizzante,sulla quale successiva-mente potrà essere appli-cato l’intonaco macroporosocon evidenti vantaggi anti-condensativi.

L’umiditànei muri controterraPressione. La pressione èuna grandezza fisica definitacome rapporto tra la forza a-gente ortogonalmente8 suuna superficie e la superficiestessa. Il suo opposto (unapressione con verso op-posto) è la tensione mecca-nica9. La pressione è unagrandezza intensiva1 0 equindi si intende sempre ri-ferita all’unità di superficie.P = PressioneF = ForzaS = SuperficiePressione e tensione, nelcaso in cui siano interne a uncorpo, possono essere ge-neralizzate nel concetto disforzo meccanico.La pressione può essereclassificata in due modi:Pressione assoluta (o reale): de-termina la pressione effet-tiva che viene esercitata.Pressione relativa: deter-mina la pressione differen-

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impedendo che l’umiditàrelativa dei locali non superiil 65-70%.Valori superiori a quelli indi-cati provocheranno proble-matiche importanti qualicondensazioni superficialiche favoriranno la prolifera-zione di microorganismi,funghi, licheni, producendocattivi odori, degrado dellestrutture e inquinamentoambientale.Meno dell’1% dell’aria u-mida riesce a essere smal-tita attraverso la traspira-zione delle murature; il 99%,pertanto, viene eliminatomediante il ricambio del-l’aria (aprendo le finestre) oattraverso una cappa di a-spirazione o tramite deumi-dificaatori e/o climatizzatori.L’importante è prendernecoscienza, fidandosi dellatecnologia e di quanto dettosopra, lasciando perdere lefantasie commerciali di chi

afferma che sia necessaria erisolutiva una “respirazionedei muri”.

Quando l’umiditàrelativa1 3 rag-giunge un valore

pari al 65-70%, deve essereattivata una forma di area-zione. L’ideale è un igro-stato14 collegato a una boc-chetta di scambio con l’e-sterno che immette o e-spelle aria in relazione allapercentuale di umidità rela-tiva riscontrata. In assenza ditecnologia sarà sufficiente a-reare le stanze aprendo le fi-nestre per circa 5 minuti.Rivestendo le pareti e i sof-fitti interni con cartongesso,oppure utilizzando un rive-stimento traspirante con uncoefficiente m basso, otter-remo il caratteristico effettospugna – ciò non al fine di“far respirare il muro”, bensìper utilizzare la finitura in-

ziale o percepibile (per e-sempio, l’atmosfera terre-stre, pur esercitando unapressione di un’atmosfera,non viene percepita dalcorpo umano, mentre vienepercepita la differenza dipressione). Spesso vienepresa come riferimento perla valutazione della pres-sione relativa la pressioneatmosferica (che quindi vale1 atm in senso assoluto e 0atm in senso relativo).

Pressione osmotica: la pres-sione osmotica è una pro-prietà colligativa11 associataalle soluzioni. Quando duesoluzioni con lo stesso sol-vente, ma a concentrazionediverse di soluto, sono se-parate da una membrana se-mipermeabile, le molecoledi solvente si spostano dallasoluzione con minore con-centrazione di soluto alla so-luzione con maggior concen-trazione di soluto, in mododa uguagliare le concentra-zioni delle due soluzioni.

L’umidità relativae i fenomeni condensativiComfort AbitativoL’umidità presente all’in-terno delle abitazioni è de-terminata, in parte, anche daun’elevata produzione divapore da parte delle per-sone che le utilizzano. Atti-vità quali cucinare, lavare, a-sciugare il bucato sui calori-feri ecc. producono valori in-dicativi che possono esserequantificati in 10 litri diacqua (sotto forma di va-pore) per nucleo familiare diquattro persone/giorno.Il mantenimento dello statodi benessere si raggiunge

terna come “polmone” neimomenti in cui la produ-zione del vapore acqueo au-menta, per poi ricederlaquando la percentuale rela-tiva ritorna entro limiti dicomfort.

Traspirabilità dei materialim - resistenza alla diffusioneal vapore: rapporto fra lapermeabilità dell’aria(190x10-9 g/s m Pa) e la per-meabilità del materiale (nu-mero dimensionale sempre> di 1).dv - permeabilità al vapore:rappresenta la quantità divapore che passa nell’unitàdi tempo attraverso una se-zione unitaria di una paretedi spessore unitario sottouna determinata differenzadi pressione (g/s m Pa –grammo/secondo metro Pa-scal).In edilizia per traspirabilitàdi un materiale si intende la

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 67

spessore del prodotto e-spresso in metri.Si ottiene così lo spessoredello strato di aria equiva-lente, che oppone una resi-stenza uguale a quella delprodotto specifico. Un altromodo di quantificare la ca-pacità traspirante dei mate-riali è la diffusione al vapore(WDD5 “wasserdampfdur-chlässigkeit” o permeabilitàal vapore acqueo), cioè laquantità di acqua (espressain grammi) sotto forma di va-pore che passa attraverso unmetro quadrato di mem-brana nelle 24 ore (gr/m2

24h).

L’umidità di costruzioneUmidità residuale. Tuttal’acqua impiegata nelle di-verse operazioni di edifica-zione di un manufatto nuovonecessita di periodi oscil-lanti da uno a tre anni per di-sperdersi ed evaporarecompletamente. Conse-guentemente, i valori di coi-bentazione delle nuovestrutture originariamentecalcolati entreranno a re-gime solamente dopo taleperiodo.In questo lasso di tempo l’e-dificio non dovrebbe essereabitato per evitare il supera-

mento dei valori limite del-l’umidità ambientale favo-rendo, in questi casi, con-densazioni superficiali e re-lative problematiche an-nesse.

L a fase di matura-zione dei calce-struzzi e delle altre

strutture edili potrà essereaccelerata utilizzando uno opiù deumidificatori ambien-tali, avendo cura di chiudereporte e finestre per evitarela deumidificazione del-l’aria esterna.La movimentazione del-l’aria con pale a lenta rota-zione favorirà ulteriormentele operazioni di asciugatura.

L’importanzadegli intonaci macroporosiDovendo abitare l’edificio ilpiù rapidamente possibilerisulterà di fondamentaleimportanza l’impiego di in-tonaci macroporosi in gradodi assorbire e restituire al-l’ambiente notevoli quan-tità di acqua (effetto spugna)evitando le problematichedelle condensazioni super-ficiali, garantendo nel con-tempo in’ottimo comfort a-bitativo.Generalmente questi into-

capacità di essere attraver-sato dall’aria umida.La traspirabilità è in generecorrelata alla porosità delmateriale.Tanto più un materiale è tra-spirante, tanto più bassa è lapossibilità che si crei con-densa sulla sua superficie.La traspirabilità permetteanche un migliore isola-mento termico; l’aria secca,infatti, in condizioni sta-gnanti, costituisce un buon i-solante.La principale unità di misuraimpiegata viene identificatacon una lettera greca: m (mu). il m è la resistenza che op-pone il materiale al pas-saggio del vapore in rela-zione alla resistenza data daun metro di aria. Si trattaquindi di una grandezza adi-mensionale (un coefficientemisurato empiricamente15 inlaboratorio). Più questo va-lore è basso (mai, co-munque, inferiore a 1), tantopiù facilmente il vapore riu-scirà ad attraversare il mate-riale.Nella pratica quotidiana enelle schede tecniche si im-piega ormai sempre più fre-quentemente il valore Sd16,che si ottiene moltiplicandoil m del materiale per lo

naci particolari vengono im-propriamente utilizzati nelrisanamento dei muri affettida umidità ascendente ma,senza il preventivo bloccodella risalita capillare ope-rata con barriere chimiche omeccaniche, la durata deglistessi risulterà estrema-mente limitata. Ciò a causadei sali disciolti nell’acquache, non potendo evaporareunitamente alla stessa, si ac-cumuleranno nelle superficimurarie producendo disgre-gazioni e i danni noti.L’ottimo rapporto quali-tà/prezzo raggiunto dallaTecnored in questo settore èstato possibile grazie allascelta di fornire il TRH780®

esclusivamente nella formu-lazione “concentrata”.Sono stati evitati così tutti gliinutili costi aggiuntivi legatiai trasporti dei leganti idrau-lici e degli inerti che interes-sano oltre il 90% del pro-dotto stesso.L’utilizzo del TRH780® con-centrato consente inoltre diutilizzare leganti idraulici edinerti del luogo totalmentein linea con la filosofia cor-rente del restauro e nel con-tempo avere un prodottosempre in grado di svilup-pare completamente le pro-

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68 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Pennetta elettronica per rilevareautomaticamente le variazionidell’umidità relativa e dellatemperatura ambientale

a separarle.3 Vasi comunicanti.Il principio dei vasi co-municanti è quello se-condo il quale un li-quido presente in duecontenitori comuni-canti tra loro raggiungein entrambe lo stessolivello. L’acqua, cometutti i liquidi, non hauna forma propria, maassume la forma del re-cipiente che la con-tiene.4 Tensione superfi-ciale.Generalmente indi-

cata con c, è una particolare pro-prietà dei fluidi che opera lungo lasuperficie di separazione, tratte-nedo gli stessi come una pellicolaelastica.5 Menisco.È una conca superficiale di un li-quido presente in qualsiasi conte-nitore (per es. in una pipetta, in uncilindro o in un becker).6 Coseno.Dato un triangolo rettangolo, il co-seno di uno dei due angoli interni a-diacenti all’ipotenusa è definito

come il rapporto tra le lunghezzedel cateto adiacente all’angolo edell’ipotenusa. Più in generale, ilcoseno di un angolo a, espresso ingradi o radianti, è una quantità chedipende solo da a, costruita usandola circonferenza unitaria.7 James Yurin (1684-1750) fu unoscienziato e un fisico ricordato per isuoi lavori sulla capillarità.8 Ortogonalità. O perpendicolaritàè un concetto geometrico che indicala presenza di un angolo retto tradue entità geometriche: due rettein un piano, una retta e un piano, odue piani incidenti nello spazio.9 Tensione meccanica. È definitacome la forza di contatto per unitàdi area, cioè è il limite del rapportotra la forza agente e l’area della su-perficie su cui agisce. Essa è unaquantità vettoriale e la sua unità dimisura è il Pascal.10 Grandezza intensiva. Le pro-prietà intensive sono quelle chenon dipendono dalla quantità dimateria o dalle dimensioni del cam-pione, ma soltanto dalla natura edalle condizioni nelle quali si trova.11 Proprietà colligativa. È una pro-prietà delle soluzioni che dipendesolo dal numero di particelle di-

prie specifiche caratteri-stiche espansive aeranti

Contestazioni evitabiliLa conoscenza delle dina-miche relative a questo tipodi umidità consentirà di evi-tare inutili e costose conte-stazioni tra committente eimpresa per vizi costruttivimolte volte inesistenti chepossono essere facilmenteprevisti o evitati.Esempio: nel grafico ripor-tato nella pagina prece-dente si evidenziano le pro-blematiche legate alla con-densazione superficiale diun appartamento causate dauno stile di vita inadeguatoconfrontate con quelle del-l’identico appartamento a-diacente abitato corretta-mente.

❑(Fine della prima parte)

Note1 Forza di adesione.Quando le molecole d’acqua aderi-scono al contenitore o materiale dicontatto.2 Forza di coesione.In fisica, la coesione è la forza di at-trazione che si crea tra le particelleelementari di una sostanza, tenen-dole unite e opponendosi alle e-ventuali forze esterne che tendono

stinte – molecole, joni o aggregatisopramolecolari – che compongonola soluzione e non dalla natura delleparticelle stesse. Quando si ag-giunge un soluto non volatile a unsolvente, le proprietà fisiche dellasoluzione che si forma sono diverseda quelle del solvente puro.13 Umidità relativa (o UR). È il rap-porto tra la quantità di vapore ac-queo contenuto in una massa d’ariae la quantità massima di vapore ac-queo che la stessa massa d’ariariesce a contenere nelle stesse con-dizioni di temperatura e pressione.14 Igrostato. Apparecchio che regolaautomaticamente l’umidità del-l’aria in un ambiente.15 Empiricamente. Che si basa sul-l’esperienza, su ciò che può esseredimostrato sperimentalmente.16 Sd. Acronimo di Superficie Diffu-sione vapore.

Questo articolo è tratto da “Quaderni tec-nici TECNORED” n. 5/2, per gentile con-cessione della Tecnored s.r.l. di Verona, cheringraziamo vivamente.La seconda parte dell’articolo comparirà sulprossimo numero della rivista.

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70 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Andrea Botti Riflessioni sulla “Marcatura CE”dei prodotti in pietra

cendio;3 - Igiene, salute e ambiente;4 - Sicurezza nell’uso;5 - Protezione contro il rumo-

re;6 - Risparmio energetico e i-

solamento termico.Nonostante il tempo tra-scorso dall’inizio del lungoiter, ormai ampiamente con-cluso, può essere utile, inquesta sede, formulare al-cune considerazioni che po-trebbero stimolare even-tuali approfondimenti daparte dei progettisti interes-sati.Il simbolo con il quale dal2006 devono essere contras-segnati tutti i prodotti inpietra naturale (ad esclu-sione dei blocchi e delle la-stre grezze) distribuiti nel-l’ambito dei Paesi dell’U-nione Europea e in quelliappartenenti all’EFTA4 (Eu-ropean Free Trade Associa-tion), non è né un marchiod’origine né un marchio diqualità. Pertanto non vi è re-lazione fra la marcatura CE e

il cosiddetto Sistema di Ge-stione Qualità SGQ, infatti:nel primo caso ci troviamo difronte a una norma europea(EN), obbligatoria, basatasull’autocertificazione, isti-tuita per favorire la libera cir-colazione delle merci e tute-lare la sicurezza del citta-dino; nel secondo caso si fariferimento a una normamondiale (ISO), facoltativa,basata su una verifica in a-zienda da parte di un EnteNotificato, in merito a quan-to dichiarato dal produttore,con l’obbiettivo di garantirequalità e affidabilità del pro-prio prodotto e del processodi produzione.

La procedura di ap-posizione dellamarcatura CE si fon-

da su una Dichiarazione diconformità emessa dal fab-bricante a seguito di “provedi caratterizzazione” ese-guite sul prodotto stesso. L’aspetto qualificante dellanuova procedura riguarda il

Sono trascorsi quasidieci anni dall’en-trata in vigore delle

disposizioni che impongonol’obbligo della marcatura CEper i prodotti realizzati inpietra naturale e circa sei daquando il marchio è dive-nuto definitivamente obbli-gatorio per tutti i manufattilapidei. Tutto è iniziato nel2003, con la messa a puntoda parte del CEN1 (ComitatoEuropeo di Normazione) diuna serie di norme per l’ap-posizione del marchio CEsui prodotti in pietra natu-rale2, previa definizione deirequisiti tecnici che tali pro-dotti avrebbero dovuto pos-sedere (armonizzati tra iPaesi membri della Comu-nità Europea) e dei criteri diproduzione, suddivisi se-condo le diverse categoriedi utilizzo finale. L’introduzione di questanuova procedura si era resanecessaria dal momento incui la Direttiva3 del Consigliodella Comunità Europea del21 dicembre 1988, denomi-nata Prodotti da costruzione(CPD-89/106/CEE), avevaimposto l’immissione sulmercato solo di quei pro-dotti giudicati idonei allospecifico impiego previsto.Ciascuno di essi doveva ri-spondere non solo a requi-siti riguardanti il comporta-mento in seguito a determi-nate sollecitazioni ma anchead esigenze attinenti temiquali sicurezza e sostenibi-lità; più precisamente, gliambiti di valutazione riguar-davano:1 - Resistenza meccanica e

stabilità;2 - Sicurezza in caso d’in-

sistema di controllo: infatti,in precedenza, secondo unapratica diffusa e consolidata,le “prove di caratterizza-zione” (ad esempio la provadi resistenza a compres-sione, a flessione, all’usura,etc.) venivano eseguite sucampioni prelevati dallaproduzione di miglior qua-lità e la validità dei risultatiottenuti era automatica-mente estesa a tutta la pro-duzione. Invece, il nuovo sistema pre-vede che, in occasione diogni controllo sul prodottofinito, siano costantementegarantiti i valori minimi di ri-ferimento per le varie carat-teristiche; e i valori dichia-rati devono essere rappre-sentativi della produzionecorrente e non di quella ec-cezionale; lo stesso fabbri-cante s’impegna, sotto lapropria responsabilità, alcontrollo della produzionein fabbrica.A seconda della destina-zione d’uso le caratteri-

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 71

Nella pagina di sinistra: esempio dischedatura e cava di Botticino aBotticino Mattina

In questa pagina, da sinistra insenso orario: cava di porfido dellaValcamonica; un blocco di Botticino;una fase intermedia del ciclo dilavorazione della pietra naturale

zioni:• il tipo di Sistema di Atte-

stazione di Conformità(SAC) seguito;

• il nome e l’indirizzo delfabbricante o del suo man-datario e il luogo di produ-zione;

• la descrizione del prodotto(tipo, identificazione, im-piego: ad esempio cor-dolo, cubetto, etc.);

• le disposizioni cui ri-sponde il prodotto (ad e-sempio nel caso di lastrein pietra naturale per pavi-mentazioni esterne il rife-rimento è la Norma EN1341);

• le condizioni particolari diutilizzazione (pavimenta-zione, rivestimento, etc.);

• il numero della Dichiara-zione;

• il nome e l’indirizzo del-l’Organismo riconosciuto;

• il nome e la qualifica dellapersona autorizzata a fir-

mare la dichiarazione anome del fabbricante odel suo mandatario.

È ovvio che le “prove di ca-ratterizzazione” riportatenella Dichiarazione di con-formità variano in relazioneal materiale impiegato, alprodotto, all’im-piego previsto:prove relative a ma-nufatti impiegatiper pavimentazioniesterne saranno inparte differenti daquelle relative aprodotti destinatiagli interni, cosìcome il comporta-mento di lavoraticome refilati, soglie,banchine andrà va-lutato diversa-mente da quello di altri, diforme differenti come cu-betti e piastrelle. Per un approfondimentospecifico relativo a ciascuna

stiche da controllare pos-sono essere di due tipi:– caratteristiche essenziali,

quelle cioè che devono ac-compagnare il prodottocon la marcatura CE;

– caratteristiche volontarie,quelle invece richiestedalla norma EN di riferi-mento in quanto ritenutesignificative ai fini com-merciali.

In ogni caso, portati atermine i compiti perl’attestazione della

conformità, il produttore (oil suo rappresentante auto-rizzato con sede nell’Area E-conomica Europea) devepreparare e conservare unaDichiarazione di conformitàche lo autorizza ad apporrela marcatura CE. Tale dichia-razione dovrà riportare(nella lingua ufficiale delpaese di commercializza-zione) le seguenti informa-

prova di caratterizzazione sirimanda ai testi specifici, inquesta sede può essere u-tile trattare, a titolo di e-sempio, quelle più diffuse,presenti in quasi tutte le Di-chiarazioni di conformità:– Assorbimento d’acqua a

pressione atmosferica (EN13755): è il rapporto tra ladifferenza di massa di uncampione saturo d’acqua equella del campione secco.

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72 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Ampliamento del cimitero diBotticino; nuova pavimentazionedella Piazza di Castiglione delleStiviere; edificio scolastico a Perugia

preferenziale della roccia. Simisura in MPa e il dato ri-sulta significativo nei casi diimpiego strutturale dellapietra, ma indirettamente èanche un indice della suacompattezza e omogeneità.– Resistenza a flessione (EN12372): è il carico unitarionecessario per portare a rot-tura un campione di formaparallelepipeda disposto sudue appoggi a coltello agli e-stremi; il carico è applicatoin mezzeria tramite un terzocoltello. Si misura in MPa edè il parametro di resistenza

meccanica più significativoper l’impiego dei materialiin lastre; la resistenza a fles-sione di una lastra aumentacon il suo spessore.– Resistenza all’usura (EN1341): la norma prevede unametodologia di prova checonsiste nell’eseguireun’impronta su una lastrinadi pietra attraverso l’azionedi un disco che trasportadell’abrasivo. Il valore misu-rato è la lunghezza dell’im-pronta che è proporzionalealla resistenza della roccia e-

Si misura in % e il valore rica-vato, quantitativamenteproporzionale alla porositàdel materiale, è utile per va-lutare il comportamentodella pietra in presenza di u-midità.– Resistenza a compres-sione (EN 1926): è il carico u-nitario necessario per por-tare a rottura un campione diforma cubica o di forma cilin-drica. Salvo diversa indica-zione la prova viene ese-guita applicando il cariconella direzione perpendico-lare ai piani di divisibilità

saminata. Questa prova in-dica il grado di resistenza diun materiale alle azioni a-brasive e consente di preve-derne il comportamento inaree soggette a grande usuradovuta a transiti o azioni a-brasive del vento.

A queste si aggiun-gono, fra le più dif-fuse5: la verifica

della Resistenza a flessionee a compressione dopo laprova di gelività e quella ri-guardante la Resistenza allo

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 73

Chiesa cimiteriale di Nave (Bs);residenza privata a Ranzanico (Bg)

scivolamento/slit-tamento.La marcatura CE,oggi più che mai, sipresenta come uni n d i s p e n s a b i l estrumento per su-perare le barrieretecniche del com-mercio e garantireai prodotti da co-struzione, quindianche alla pietra,una libera circola-zione e un libero u-tilizzo all’internodell’Unione Eu-ropea. Contrariamente aquanto si pensaessa non ha il com-pito di certificare i

livelli qualitativi dei pro-dotti lapidei, ma tutelarel’acquirente garantendo i ri-spetto di requisiti ormai im-prescindibili. Oltre ad es-sere obbligatoria a norma dilegge rispecchia la capacitàdell’azienda di affrontare unmercato sempre più esi-gente e concorrenziale dovecertificazioni, ricerca, analisie sviluppo risultano esserefondamentali.

Nonostante ciò, an-cora oggi, si trattadi un provvedi-

mento spesso disatteso che,tuttavia, non va letto comeun onere o un ostacolo buro-cratico ma come «…stru-mento di competitività e di

qualificazione, (…) una for-midabile opportunità perarginare l’invasione incon-trollata di prodotti lapidei dicosto irrisorio e provenientida paesi senza regole esenza scrupoli»6. Un utiledocumento capace di rap-presentare, in poche righe,la sintesi del know how dellenostre aziende (in partico-lare di quelle bresciane) dacontrapporre alla concor-renza, uno dispositivo diprotezione dei mercati, deiprodotti e della qualità delcostruire affidata ai materialiin circolazione e alla loroposa in opera.

1 Il CEN è un’associazione internazionaledi enti di normazione fondata nel 1961.2 A.Botti, M.Gomez Serito, Pietre Bresciane,ed. La Compagni della Stampa, Rocca-franca (BS), 2006.3 La Direttiva e’ uno strumento di legisla-zione comunitaria che deve essere rece-pito in ciascuno stato membro destina-tario. Lo stato membro deve conformarsialle prescrizioni della Direttiva entro itermini temporali previsti e secondo leproprie disposizioni di diritto pubblico.La Direttiva 89/106 è stata recepita in I-talia con il DPR 21 aprile 1993 n. 246, Re-golamento di attuazione della direttiva89/106 CEE relativa ai Prodotti da costru-zione (G.U. n. 170 del 22/7/93), e succes-sive modifiche con DPR 10 dicembre1997 n. 499. 4 L'Associazione europea di liberoscambio (in Italia viene utilizzato l'acro-nimo EFTA dall'inglese European FreeTrade Association), fu fondata il 3 maggio1960 come alternativa per gli stati eu-ropei che non volevano, o non potevanoancora, entrare nella Comunità Econo-mica Europea, ora Unione Europea; lasua sede è a Ginevra e ha uffici aBruxelles e nel Lussemburgo.5 Per eventuali approfondimenti vedi leschede tecniche contenute nei numeridella rivista Schegge – trimestrale del Con-sorzio Marmisti Bresciani del 2010, 2011.6 P.Primavori “Marcatura CE e certificazione deiprodotti lapidei inapplicate” sta in SCHEGGEn. 4/5, Magalini editrice Due, Rezzato(BS), 2010.

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74 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

A cura di Isolmant(geomm. Nicola e CostantePizzamiglio, agenti di zona, Brescia)

L’isolamento acusticodegli edifici a norma di legge(Parte quarta)

di correzione acustica, èpossibile migliorare l’isola-mento dei locali rispetto airumori esterni e interni.

Risanamento acusticodei divisori orizzontaliNella ristrutturazione deisolai esistenti, ove sia pre-vista la finitura con posa dipavimentazione ceramica, èpossibile intervenire conl’inserimento di un materas-sino acustico “sotto pia-strella”.IsolTile garantisce il migliora-mento acustico del livellodi calpestio sia nel caso disostituzione della pavi-mentazione ceramica, sianel caso di posa sul pavi-

mento esistente.È ideale nella realizzazionedi nuovi solai e consente, inabbinamento con un pavi-mento galleggiante, di otte-nere brillanti risultati in ter-mini di isolamento acusticoal calpestio, anche nelle si-tuazioni più complicate.Contribuisce all’isolamentoacustico al calpestio anchenelle nuove costruzionidove il rischio di ponti acu-stici o i fattori di fiancheggia-mento possono compromet-tere l’ottenimento del limitedi legge.IsolTile permette di alloggiareil nuovo pavimento su un ot-timo strato di scorrimentoche consente di ridurre i ri-

Interventi di risanamentoNonostante nel DPCM 5 di-cembre 1997 non si faccia ri-ferimento alcuno alle pre-scrizioni acustiche nel casodell’edilizia esistente, le ri-chieste in merito a come in-crementare le prestazioni a-custiche nel caso di ristruttu-razioni sono in costante cre-scita.Isolmant presenta unanuova linea di prodotti de-stinata al settore della ri-strutturazione acustica. Sitratta di specifiche soluzioniper il risanamento acusticodei pavimenti, delle pareti edei soffitti. Anche nelle si-tuazioni più critiche, instal-lando un adeguato sistema

schi di fessurazione dellanuova ceramica dovuti a ri-tiro, deformazione e umiditàdel fondo (del nuovo) op-pure a planarità, superficie econsistenza dell’esistente(nella ristrutturazione).

Modalità di posa– Lo strato ripartitore di ca-rico su cui andrà posato Isol-Tile dovrà essere piano, suf-ficientemente liscio e por-tante. Se necessario si pro-cederà ad un livellamentodella superficie prima dellaposa.– Stendere il primo strato diadesione, adeguato e com-patibile con il sottofondo,con una spatola dentata fine

Posa su massetto1. Solaio2. Strato di livellamento impianti3. Strato isolante in Isolmant UnderSlim o

Isolmant UnderSpecial4. Isolmant Fascia Perimetrale5. Massetto di finitura6. Strato isolante in IsolTile tra due strati di

colla7. Nuovo pavimento ceramico

Posa su pavimento esistente1. Solaio2. Strato isolante in Isolmant MonoPlus o

Isolmant BiPlus3. Isolmant Fascia Perimetrale4. Massetto di finitura5. Pavimentazione esistente6. Strato isolante in IsolTile tra due strati di

colla7. Nuovo pavimento ceramico

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TECNICA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 75

(ad es. 4 mm), comunque i-donea, nella specifica appli-cazione, a garantire la com-pleta adesione degli ade-rendi.Nel caso di ristrutturazionedell’esistente, lungo il peri-metro del locale, è neces-sario desolidarizzare glistrati di adesione e la pavi-mentazione dalle pareti odagli elementi strutturaliper evitare il ponte acustico.A tal fine possono essere u-tilizzate striscie autoade-sive di materiale resiliente.– Posare IsolTile facendo at-tenzione al tempo apertodel collante e assicurarsidella sua completa adesioneesercitando una adeguatapressione su di esso utiliz-zando un rullo o un frattazzo.Per garantire la continuitàdello strato isolante occorreaccostare e sigillare tra loro ivari teli di IsolTile con l’appo-sita Fascia IsolTile già conte-nuta nella confezione.Al fine di proteggere lostrato isolante, si suggeriscedi posare delle assi di cam-minamento (soprattutto incorrispondenza della zonainteressata dal passaggiodel materiale durante laposa della ceramica).– Si consiglia di attendere al-meno 24 ore dal termine deilavori prima di iniziare a po-sare le piastrelle (il dato èindicativo: sarà cura del po-satore, in funzione del tipodi collante scalto, stabiliredopo quanto tempo è possi-bile iniziare la posa della ce-ramica).– Le piastrelle potranno es-sere incollate direttamentesu IsolTile attraveso un ade-guato strato di adesione po-

sato a letto pieno secondo laregola dell’arte, che dovràessere steso mediante unaspatola dentata idonea,scelta in funzione del tipo edel formato della piastrella,attenendosi scrupolosa-mente alle indicazioni for-nite dal produttore dellacolla.

AvvertenzaIl Centro Ricerche Tecna-sfalti ha utilizzato, per lamessa a punto del prodottoe lo studio degli elementi diaggrappaggio, strati di ade-sione cementizi per pia-strelle classificati C2. In lineadi massima sono utilizzabilitutte le colle certificate perl’uso professionale ade-guate all’applicazione e saràcura dell’applicatore stessovalutarne l’idoneità.Sono consigliate le colle ce-mentizie con caratteristiche

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tali in fase di posa.

Risanamento acusticosotto parquet flottantedei divisori orizzontaliLa posa a secco di un mate-rassino acustico al di sottodel parquet flottante sirende necessaria per impe-dire l’insorgere dei rumori diDrum Sound.Nelle abitazioni, e ancor piùnegli uffici, con pavimento inlegno laminato, i passi dellepersone con scarpe contacchi, risuonano per tutto illocale disturbando il riposoo la concentrazione di chi la-vora.L’obiettivo della linea diprodotti IsolDrum è di ri-

durre questo tipo di rumori,generando il comfort acu-stico nei locali e comple-tando l’opera di ristruttura-zione del benessere.Nel caso di ristrutturazionedell’esistente, lungo il peri-metro del locale è neces-sario desolidarizzare la pa-vimentazione dalle pareti odagli elementi strutturaliper evitare il ponte acustico.A tal fine possono essere u-tilizzate strisce autoadesivedi materiale resiliente.

Isolamento acusticodai rumori di Drum Soundnei divisori orizzontaliCon la definizione “DrumSound” si identifica una par-

di adesione e di lavorabilitàpari o superiori alla classe C2.Si ricorda di rispettare scru-polosamente il tempo a-perto del collante indicatodal produttore, al fine di ga-rantire, al momento dellaposa, le massime presta-zioni dello strato di ade-sione.Si sconsiglia l’impiego distrati di adesione non ade-guatamente supportati dascheda tecnica, istruzionisulla modalità di impiego egaranzia delle prestazionida parte del produttore.Può risultare problematicol’utilizzo di collanti poliure-tanici in quanto molto sensi-bili alle condizioni ambien-

ticolare famiglia di rumoriche si generano per l’azionedei passi o della caduta dioggetti sul pavimento e chesi riflettono all’interno dellocale, disturbando chi viveo lavora nel locale stesso.Il rumore di Drum Sound siverifica molto spesso nei lo-cali in cui è stato posato unparquet prefinito (o flot-tante).Questo tipo di finitura sta a-vendo una grande diffu-sione sia in Italia sia all’e-stero per le numerosissimepossibilità di formati e solu-zioni cromatiche, ma soprat-tutto per l’accessibilità eco-nomica.La posa a secco di un mate-

Posa su massetto1. Solaio2. Strato di livellamento impianti3. Strato isolante in Isolmant UnderSlim o

Isolmant UnderSpecial4. Isolmant Fascia Perimetrale5. Massetto di finitura6. Strato isolante in IsolDrum N, IsolDrum

Film, IsolDrum Fiber7. Parquet flottante

Posa su pavimento esistente1. Solaio2. Strato isolante in Isolmant MonoPlus o

Isolmant BiPlus3. Isolmant Fascia Perimetrale4. Massetto di finitura5. Pavimentazione esistente6. Strato isolante in IsolDrum N, IsolDrum

Film, IsolDrum Fiber7. Parquet flottante

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 77

passi dei vicinidel piano disopra o le vi-brazioni do-vute allo spo-stamento di ta-voli e sedie e diogni altra sor-gente di ru-more impat-tivo che, origi-nato in altri lo-cali, si propagaper tutta lastruttura.L’ isolamentodei rumori di calpestionecessita di un interventostrutturale sul solaio del-l’unità abitativa volto allarealizzazione del “pavi-mento galleggiante” ov-vero di un sistema co-struttivo che preveda l’in-serimento di un materas-sino acustico al di sottodel massetto di finiturasul quale il massettostesso possa galleggiaredissipando l’energia ru-more sotto forma di movi-mento. Tale interventodeve essere realizzato daun’impresa specializzatae consente di registrare

nel locale sotto-stante dei livellidi rumore di cal-pestio conformi alrequisito previstodalla legge.2. Isolamento darumori da DrumSound (rumore ri-flesso).Con Drum Soundsi identificanotutti quei rumoriinterni ad un lo-cale generati dasorgenti impat-

tive situate nel localestesso.Ad esempio il rumore deitacchi delle persone chevi camminano, la cadutadi oggetti sul pavimento eogni altro tipo di rumoreche si genera per impattocon il pavimento stesso.Tale fenomeno è moltodiffuso nei locali in cui si èinstallato un pavimentoin legno prefinito. Questafinitura molto diffusa e

rassino acustico al di sottodel parquet flottante sirende necessaria per impe-dire l’insorgere dei rumori diDrum Sound.Nelle abitazioni, e ancor piùnegli uffici, con pavimentodi legno laminato, i passidelle persone conscarpecon tacchi, risuonano pertutto il locale disturbando ilriposo o la concentrazione dichi lavora.L’obiettivo della linea diprodotti IsolDrum è di ri-durre questo tipo di rumori,generando il comfort acu-stico nei locali e comple-tando l’opera di ristruttura-zione del benessere.

P er affrontare tecni-camente il pro-blema in modo cor-

retto occorre fare due impor-tanti precisazioni:1. Isolamento da rumori di

calpestio (rumore tra-smesso). I rumori di cal-pestio che si generano al-l’interno del locale ven-gono trasmessi per via so-lida attraverso le strutturenei locali adiacenti.È il caso in cui si sentono i

molto gradita necessitaperò di adeguato isola-mento acustico.Intervenire per isolare ilDrum Sound è molto piùsemplice rispetto all’iso-lamento acustico del divi-sorio orizzontale e pre-vede il posizionamentosotto la finitura di legno diun adeguato materialespecifico. Attenzione!Non isoliamo il vicino delpiano di sotto, ma gene-riamo il comfort acusticointerno dei nostri stessilocali.

Risanamento acusticocon controparetedei divisori verticaliIl risanamento acustico e ter-mico delle pareti di confinefra unità immobiliari o di fac-ciata, potrà essere effettuatorealizzando una contropa-rete in cartongesso su ordi-tura metallica, isolata u-sando Isolmant TT o Isol-mant Piombo, Isolmant Per-

Il rumore di calpestio viene trasmesso ailocali adiacenti

Il rumore di Drum Sound si riflette all’in-terno del locale

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fetto RB (gomma) o Cg (car-tongesso);Qualora si volesse miglio-rare la resistenza acusticaalle basse frequenze (mi-glior comfort acustico), siconsiglia di inserire fra ledue lastre di cartongesso I-solmant 5 mm.Per una migliore resa,poiché le vibrazioni sidiffondono per fiancheggia-mento, il lavoro andrebbe e-seguito anche sulle pareti a-diacenti a quelle di confine.

Consigli di messa in opera• L’orditura metallica deveessere in acciaio zincato 8/10e deve essere desolidariz-zata per mezzo di facs in po-

lietilene reticolato fisica-mente, spessore 4 mm, den-sità 50 kg/m3 (Fascia Taglia-muro Standatd) da tutte lestrutture perimetrali (parti-zioni verticali e orizzontali) ei rivestimenti (lastre in car-tongesso) ad essa adiacenti.• Non dvono essere praticatiscassi per l’alloggiamento diprese elettriche o per il pas-saggio degli impianti perchériducono inevitabilmente laresistenza acustica del si-stema.• Tutte le giunture tra la-stre/lastre e lastre/strutturelaterali (pareti, soffitto, pavi-mento) devono essere sigil-late con il silicone acrilico.• Le giunture delle seconde

Nelle contropareti si consiglia di inserire materialefibroso a elevato fonoassorbimento

1. Laterizio forato sp. 8 cm2. Intonaco sp. 1,5 cm3. Orditura metallica4. Isolmant Perfetto RB o Isolmant Perfetto CG5. Isolmant Fascia Nastro6. Cartongesso sp. 12,57. Isolmant Special sp. 5 mm8. Cartongesso sp. 12,59. Isolmant Fascia Tagliamuro Standard (sp. 4 mm,

densità 50 kg/m3)

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 79

Il potere fonoassorbante ègarantito dal funzionamentodel sistema costituito daipannelli in gesso rivestitocon fibra porosa.In questo caso infatti l’impe-denza acustica dei due ma-teriali più l’intercapedined’aria va a comporsi in modoseriale in un sistema acusti-camente molto perfor-mante. Al fine di ridurre letrasmissioni di rumore pervia strutturale e per viaaerea verso i locali adia-centi, si consiglia di realiz-zare un controsoffitto acu-stico che sia integro. La pre-senza di fori determina unaperdita di isolamento pro-porzionata alla quantità di

forature effet-tuate.Un buon contro-soffitto consenteanche di aumen-tare l’assorbi-mento acusticodel locale e di ga-rantire quindi il comfort ne-cessario.

Consigli di messa in opera• Realizzare orditura metal-lica su pendini antivibranticon inserito all’interno ma-teriale isolante.• Desolidarizzare la strut-tura dal rivestimento con I-solmant Fascia Nastro.• Applicare la prima lastra dicartongesso da 12,5 mm a-

lastre devono essere realiz-zate in modo da risultaresfalsate rispetto alle giun-ture delle prime lastre.•In generale, per quanto ri-guarda la tecnica costruttivadella parete in cartongesso,bisogna rifarsi alle prescri-zioni del produttore.

Risanamento acusticodei divisori orizzontalicon controsoffittoIl risanamento acustico e ter-mico dei solai di confine traunità immobiliari potrà es-sere effettuato realizzandoun controsoffitto in carton-gesso su orditura metallica i-solato con Isolmant Piomboe Isolmant Perfetto.

vendo cura di sigillare legiunte con stucco al silicone.• Applicare uno strato di I-solmant Piombo.• Applicare la seconda lastradi cartongesso da 15 mm a-vendo cura di sigillare legiunte con stucco al silicone.

❑(Fine della parte quarta)

Controparete su orditura metallica in carton-gesso su laterizio forato da 8 cm con IsolmantPerfetto CG in intercapedine

Rw = 55 db (certificato di prova)

1. Muratura blocchi forati 25x25x8 cm con into-naco

2. Orditura metallica sp. 75 mm con IsolmantPerfetto Cg 45 mm

3. Doppi lastra di gesso rivestito sp. 12,5 mmciascuna

Nota:Con la medesima stratigrafia, ma inserendo inintercapedine Isolmant Perfetto RB il poterefonoisolante certificato è risultato:Rw = 56 db

1. Piedini antivibranti2. Orditura metallica3. Isolmant Perfetto RB o Isolmant Perfetto

CG4. Cartongesso sp. 12,5 mm5. Isolmant Piombo6. Cartongesso sp. 15 mm7. Isolmant Fascia Nastro

Nei controsoffitti acustici si consiglia per ilriempimento Isolmant Perfetto RB/CG

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GEOLOGIA

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Massimo Salmigeologo, responsabile Ufficio Tecnico BorghiAzio S.p.A.

Daniele De Tognigeologo, consulente Geotecnico Borghi AzioS.p.A.

Stefano Mazzarolligeologo, agente Lombardia Borghi AzioS.p.A.

Protezione dal dissestoidrogeologico con l’impiegodi trincee drenanti prefabbricate

a riempimento di uno scavosvasato con tubo microfo-rato alla base e rivestimentodel corpo così realizzato congeotessile non tessuto, que-st’ultimo con ruolo di sepa-razione e filtrazione del ter-reno e delle acque.Il presente scritto vuole dareconto delle più moderne efunzionali evoluzioni chequesta tecnica ha cono-sciuto negli ultimi 10 anni esi propone di porre l’atten-zione su un sistema alterna-tivo e tecnologicamente in-novativo che prevede l’uti-lizzo di moduli drenanti pre-fabbricati (Gabbiodren®)dalle caratteristiche mecca-niche e idrauliche testate,note e ben determinate. Sitratta di un sistema modu-lare dove ogni pannello pre-fabbricato è costituito dauno scatolare metallico e-sterno in rete metallica adoppia torsione realizzatoin filo di acciaio rivestito inlega eutettica a elevata du-rabilità (zincatura con lega

Zinco e Alluminio) (foto 1). Loscatolare che rappresenta“l’ossatura” esterna del si-stema è accoppiato con un i-doneo geotessile di filtra-

zione e separazione. Lamassa drenante è rappre-sentata da un riempimentoleggero e resistente realiz-zato con “ciottoli” di polisti-rolo espanso, imputresci-bile e chimicamente inerteall’acqua. Alla base dei pan-nelli drenanti viene solita-mente applicata una guainaimpermeabile in polietileneche ha la funzione di favorirelo smaltimento delle acquedrenate senza permetterne

la dispersione (foto2). Il pan-nello drenante prefabbri-cato esiste anche nella va-riante con tubo preassem-

blato del diametrodi 160mm interna-mente al pannellostesso (Gabbio-dren®T) (foto 3);

la presenza di un tubo mi-croforato all’interno del pan-nello consente di migliorareulteriormente l’efficacia i-draulica del sistema dre-

La realizzazione ditrincee drenanti agravità è una tec-

nica diffusamente utilizzatanel drenaggio dei terreniallo scopo di consolidare estabilizzare movimenti gra-vitativi fino a profonditàmassime di circa 6-7 metri,oltre tali altezze la possibi-lità di impiego di queste tec-niche viene meno a causadei limiti di lavoro dellemacchine operatrici.Le trincee drenanti possonoessere considerate inter-venti di drenaggio “sub-su-perficiale”. Esse agisconoper differenza di pressionerichiamando l’acqua di faldain virtù della loro permeabi-lità che risulta essere mag-giore di diversi ordini digrandezza rispetto a quelladel terreno da drenare.L’acqua così raccolta vienequindi velocemente allon-tanata per gravità. In virtù della differenza dipermeabilità esistente al-l’interfaccia tra trincea dre-nante e mezzo geologico inposto, si innesca un moto difiltrazione che porta all’ab-battimento delle sovrapres-sioni neutre e alla diminu-zione del tenore di acquanel terreno. La riduzionedelle pressioni interstizialiha come conseguenza il mi-glioramento delle caratteri-stiche geotecniche dei ter-reni con effetto favorevolenei confronti della stabilitàgenerale.La soluzione classica, ancoralargamente impiegata nelleapplicazioni geotecnichetradizionali, prevede essen-zialmente un sistema costi-tuito da pietrame o ghiaione

nante a parità di condizioniapplicative di esercizio. Lascelta del pannello con tuboè da suggerire in quelle si-tuazioni operative partico-larmente critiche, dove peresempio vi sono incertezzeriguardanti le portate com-plessive da drenare o dovela massa di acqua da racco-gliere è superiore rispettoad altre linee lungo lo stessointervento di drenaggio (peresempio lungo la linea cen-

trale “collettore”in un drenaggioconcepito congeometria a spinadi pesce). L’impiego delpannello drenan-te prefabbricatoGabbiodren® haconsentito l’intro-duzione di unaserie di migliora-menti tecnici e

applicativi nella geotecnicadei drenaggi, con importantirisvolti sulla velocità diposa, gestione del cantieree sicurezza delle mae-stranze.Fondamentali risultano i ri-svolti inerenti la sicurezza incantiere; il Sistema Gabbio-

dren® infattiviene assembla-to fuori scavo es u c c e s s i v a -mente calato intrincea a mano ocon l’ausilio del-le macchine ope-ratrici. Tutte le o-perazioni di con-

nessione e realizzazione deldreno avvengono in sicu-rezza a bordo scavo e nonsussistono imprevisti chepossono portare gli operai a

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 81

Foto 1: particolare del pannelloGabbiodrenFoto 2: particolare del pannelloGabbiodren TFoto 3: allineamento del sistemaGabbiodren, camini drenanti eguaina impermeabile

Foto 4: allineamento del sistemadrenante fuori dallo scavo poco primadella posa a scavo realizzatoFoto 5: posa del sistema drenanteall’interno dello scavo Foto 6: rinterro a fine lavori conterreno di risulta nello scavoFoto 7: particolare della posa inopera

zione dei terreni per la rea-lizzazione della trincea.Nella maggior parte dei casiè possibile lavorare conscavi a sezione obbligataconsentendo anche il par-

ziale riutilizzo deiterreni movimen-tati (la trincea vieneinfatti richiusa conlo stesso terreno discavo) (foto 5 e 6).La modularità esemplicità di realiz-zazione della lineadrenante ha un ri-flesso diretto anchesulla produttività el’avanzamento deilavori; la produtti-

vità media, anche in condi-zioni logistiche piuttostocomplesse, si attesta media-mente su 80-100 metri linearial giorno e può arrivare anchea 150 metri lineari/giorno diopera finita (foto 7).

Il pannellopreassem-blato pre-senta di-m e n s i o n istandard di200x100x30cm e ha unpeso di circa15-17kg; puòcosì esserem o v i m e n -

tato anche manualmente etrasportato senza problemiin aree caratterizzate da lo-gistiche particolarmente im-pegnative e difficili. Questatecnica ha aperto scenarinuovi di utilizzo su corpi difrana, in aree montane ezone difficilmente accessi-bili attraverso la possibilitàdi operare in aree di cantieredi ridotte dimensioni esgombere da grandi quan-tità di inerti. Di primaria im-portanza risultano anchealtri aspetti, quasi mai tenutiin debita considerazione,relativi alla realizzazione adhoc di piste di cantiere per iltrasporto di inerti e alla ridu-zione del traffico pesantesulle strade e dei conse-guenti ripristini a seguitodegli ammaloramenti delmanto stradale dati da pas-saggi frequenti di camion diinerte a pieno carico.

Un punto im-portante dar i m a r c a r e ,che risulta diprimaria im-portanza, èrelativo a unaspetto geo-tecnico tantofondamen-tale quanto

occupare la zona dello scavocome invece avviene nellarealizzazione di trincee tra-dizionali (per esempio lagiunzione dei tubi o la ri-presa del tessuto in scavo)

(foto 4).La possibilità che il sistemaoffre di assemblaggio fuoriscavo permette, a parità dicondizioni geometriche egeotecniche, di ridurre dra-sticamente la movimenta-

trascurato: spesso accade,nella realizzazione di dre-naggi realizzati classica-mente, che il geotessile nonriceve adeguata specifica senon quella generica delpeso o grammatura minima.In realtà tale caratteristicanon ha alcuna valenza tec-nica e funzionale. La caratte-ristica più importante per ungeotessile di filtrazione e se-parazione è la porometria oapertura caratteristica me-dia dei pori. Questa dotepermette di identificare iltipo idoneo di tessuto nontessuto per uno specificotipo di terreno. Infatti l’e-sperienza e la pratica nellageotecnica applicata inse-gnano che se vi è una sceltasbagliata nella tipologia ditessuto non tessuto letrincee possono avere vita efunzionalità breve e pos-sono arrivare a perdere effi-

cienza in pocotempo (anche po-chi mesi). In so-stanza si può arri-vare in brevetempo a una situa-zione di intasa-mento diffuso deltessuto esterno se-paratore che nonpermette più la fil-trazione dell’acquanel dreno. La possi-

bilità di poter scegliere daparte della DL, dell’Impresae ancor prima dai progettistiil tessuto idoneo per il dre-naggio fornisce sostanzialigaranzie di durabilità ed ef-ficienza delle trincee.Senza addentrarsi nellateoria specifica relativa allascelta del tessuto, è utile ri-cordare che l’apertura carat-

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Foto 8: Soave (VR): particolare dellagabbionata di sottoscarpa a sostegnodella strada provincialeFoto 9: Soave (VR): lato strada dicontroripa dove è stata realizzata labarriera drenante a protezione delrilevato stradaleFoto 10: Montorso Vicentino(VI):posa tra i filari di un vigneto

feriscono al dreno una mi-nore capacità di intasa-mento dell'interfaccia dicontatto e quindi sono ga-ranzia di lunga vita utile peri drenaggi in argilla, rispettoai geotessili non tessuti tra-dizionalmente impiegati.

L’ utilizzo del Si-stema Gabbio-dren® trova

quindi largo impiego soprat-tutto nella sistemazione deidissesti idrogeologici in am-bito di frana dove la pre-senza di acque circolantirappresenta una delle causedi principale di predisposi-zione e innesco delle dina-miche gravitative. Sono lar-gamente impiegate con effi-cacia negli interventi di con-solidamento di frane sia ascorrimento rotazionale chedi colata che presentanofasce di scollamento fino a 6-7 metri con qualsiasi tipo diterreno. Ma il sistema trova largo im-piego anche in ambito infra-strutturale, in agricoltura e inedilizia.

I n ambito infrastruttu-rale si possono van-tare numerosissime

esperienze effettuate convari enti che hanno in ge-stione la manutenzione e laprogettazione delle strade.La finalità è quella di allon-tanare le acque dall’ambitostradale con differenti mo-dalità applicative; mediantedrenaggi a consolidamentodei versanti posti a monte oa valle dell’infrastruttura;oppure mediante la realiz-zazione di una “barriera dre-nante” come per esempio in

un intervento effettuatolungo la S.P. n. 38 in comunedi Soave (VR) per conto del-l’Amministrazione Provin-ciale di Verona. L’interventoè stato finalizzato al consoli-damento della sede stra-

dale a seguito diun evento fra-noso. Il progettoha previsto la rea-lizzazione di unmuro di sostegnodrenante di sotto-scarpa in gabbioniin rete metallica adoppia torsioneappoggiato sufondazione in mi-cropali (foto 8) e larealizzazione diun sistema di dre-naggio a montedella stradastessa con pan-nelli prefabbricatiGabbiodren®, alfine di porre una“barriera dre-nante” a prote-zione del rilevatostradale (foto 9). Lalinea drenante èstata realizzata apochi metri dallacarreggiata esi-stente con diret-

teristica dei pori del geotes-sile filtro dovrebbe essere lapiù piccola possibile pertrattenere anche le più pic-cole particelle di terreno,ma contemporaneamenteanche la più grande possi-bile per garantire il maggiorafflusso d’acqua verso ilcorpo poroso del dreno.Poiché questi due obiettivisono in antitesi tra loro è e-vidente che lo scopo del di-mensionamento diventaquello di trovare il migliorcompromesso tra le due esi-genze, in modo che en-trambe siano assolte nelmodo maggiormente effi-ciente. Dall’esperienza ma-turata in tanti anni in diversicantieri in tutta Italia da pro-gettisti ed enti che hannoimpiegato il sistema Gab-biodren®, con cantieri ese-guiti per lo più con terreni abassa permeabilità fini conmatrici argillose e limose, èstata verificata la piena ido-neità di un filtro in geotes-sile tessuto monofilamentoin polietilene, a maglia a-perta di 300 mm, rispetto al-l’impiego di filtri in geotes-sile non tessuti caratterizzatida maglie più chiuse maanche meno permeabili. Aconferma di ciò uno studiosperimentale finalizzato astudiare il comportamentonel tempo di filtri di geotes-sile di varia natura effettuatapresso l'Università degliStudi di Reggio Calabria - Fa-coltà di Ingegneria - Diparti-mento di Meccanica e Mate-riali, ha dimostrato in ma-niera netta ed evidente lestesse conclusioni, e cioèche i tessuti utilizzati per idrenaggi Gabbiodren® con-

trice parallela a quella dellastrada stessa; la profonditàdi installazione è stata dicirca 4,50 m rispetto il pianocarrabile con presenza di ca-mini drenanti verticali di al-tezza di due metri, con

passo di circa 6 me posti al di sopradella la linea dibase. A n a l i z z a n d oanche altri ambitidi intervento sisegnala l’estremafunzionalità delsistema applicatoa l l ’ a g r i c o l t u r adove si è rivelatoparticolarmente

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GEOLOGIA

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Foto 11: Montorso Vicentino(VI):sistemazione area di cantiere a finelavoriFoto 12 e foto 13: posa in opera inun intervento a protezionedell’apparato fondale e delseminterrato di un edificioresidenziale

cessario i movimenti terra ele problematiche di ge-stione del cantiere.

In ambito edilizio il Si-stema Drenante Gab-biodren® viene uti-

lizzato come presidio per losmaltimento delle acque difalda freatica, causa soprat-tutto in pianura di infiltra-zioni nei seminterrati e/o ri-salita capillare sui muri. Il si-stema si presta ad essereimpiegato soprattutto comebarriera drenante sull’esi-stente, quando l’operativitàè spesso limitata dalla pre-

efficace, soprattutto nellecolture di pregio come vi-gneti e frutteti. Il sistemaconsente realizzazioni ve-loci e soprattutto poco inva-sive, con ingombri di lavoromolto ridotti che nella mag-gior parte dei casi consen-tono interventi senza rimo-zione di filari o piante (foto10 e 11). In particolare le fo-tografie sono relative allarealizzazione di un dre-naggio all’interno di un vi-gneto, parzialmente coin-volto in un dissesto avve-nuto in Comune di Mon-torso Vicentino (VI) neiMonti Lessini. L’interventoè consistito nel creare undrenaggio a monte del-l’area in frana a profonditàdi circa 3 m da p.c., finaliz-zato alla regimazione delleacque sotterranee, princi-pale causa innescante deldissesto. Tale sistema hapermesso di lavorare tra i fi-lari del vigneto stesso, ri-spettando gli spazi esigui adisposizione, senza dan-neggiare le piante esistenti,limitando allo stretto ne-

senza di giardini o altrestrutture adiacenti che sonoda ostacolo a eventuali lavo-razioni. L’approccio è quellodi creare un drenaggio a pro-tezione delle strutture se-polte garantendo unaprofondità di installazionedel sistema drenante co-munque maggiore rispettoall’impianto di fondazionedella casa/edificio, al fine dievitare eventuali problemidi sifonamento e intercet-tare ogni eventuale possi-bile contatto tra l’acqua,muri perimetrali interrati eapparato fondale. La finalità

è anche quella di migliorarela portanza dei terreni in cor-rispondenza di strutturefondali realizzate in pre-senza di acqua (foto 12 e 13).L’altezza del drenaggio saràvariabile in funzione dellaprofondità delle struttureinterrate, in generale realiz-zato con una linea di base dialtezza 1m, con eventuali ca-mini drenanti verticali o oriz-

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GEOLOGIA

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Foto 14 e foto 15: Madonna diCampiglio (TN): fasi della posa inopera durante la realizzazione deilavori lungo la Pista da sci con ilsistema Gabbiodren T di altezza0,75m

l’impiego di tale sistemanella primavera del 2011 edè stato realizzato in comunedi Madonna di Campiglio(TN) dalla Società FunivieCampiglio S.p.A. La pista erainfatti soggetta a una seriecomplessa di problema-tiche gravitative ed erosivecausate principalmentedalla saturazione dei ter-reni. L’intervento ha pre-

visto la creazione di un reti-colo di drenaggio sub super-ficiale a bassa profonditàcon sistema preassemblatoGabbiodren® T di altezzapari a 0,75 m (foto 14 e15).

D a segnalare i-noltre che il si-stema di dre-

naggio Gabbiodren® puòessere valutato nelle sue ca-ratteristiche di efficacia efunzionalità idraulica me-diante un software dedicato,creato per il dimensiona-mento e la progettazione diun sistema drenante prefab-bricato.Il codice di calcolo del pro-gramma, si basa su fonda-menti teorici di validità ge-nerale presenti in lettera-tura ed è stato calibrato spe-cificamente sul SistemaGabbiodren® grazie allosviluppo di una serie di atti-vità di caratterizzazione inlaboratorio (prove condottepresso L’Università Di Parmae Polo Idraulico e Strutturaledel Centro di Ricerca Enel)

zontali ad aumentare laquota del drenaggio e pro-teggere più integralmente leporzioni interrate.

Un altro importantesettore dove l’im-piego delle trin-

cee drenanti rappresentauna tecnica molto efficace,risolutoria e poco invasiva èquello della stabilizzazionedei versanti montani e pisteda sci. In questi contesti lalogistica rappresenta unodegli aspetti di più difficilegestione con il cantiere ge-

neralmente impostatolungo versanti molto acclivi,a quote molto elevate, diffi-cili da raggiungere anche coinormali mezzi operativi.L’impiego di pannelli pre-fabbricati facilita la gestioneoperativa grazie soprattuttoalla facilità di trasporto e diposa come precedente-mente discusso. Un caso ap-plicativo specifico ha visto

finalizzate alla definizionedelle prestazioni idraulichedei pannelli nelle diversecondizioni di impiego.Concettualmente il softwareè in grado di verificare in-nanzitutto l’efficienza idrau-lica dei dreni in funzionedella deformabilità del pan-nello (in relazione alla suaprofondità di installazione)e quindi valutare la con-gruità della sezione idrau-lica del dreno nei confrontidelle portate di progetto dasmaltire. Il Software aiutanella determinazione del-l’interasse dei dreni in rela-zione alla profondità di in-stallazione e alla permeabi-lità del mezzo; è in grado divalutare la portata da dre-nare, attraverso specificherelazioni analitiche relativeal bilancio idrologico del-l’area o attraverso soluzioniempiriche.Il codice di calcolo imple-menta per l’utente la possi-bilità di elaborare valuta-zioni circa la stabilità delpendio (ipotesi di pendioindefinito con scivolamentoplanare parallelo al pendiostesso con verifiche di stabi-lità del versante condottesia in condizioni statiche chesismiche) al fine di determi-nare la profondità di pro-getto della falda alla qualecompete il coefficiente di si-curezza desiderato; così fa-cendo è progettualmentepossibile determinare laprofondità di installazionedei dreni.

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CONDOMINIO

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Francesco Ganda Ancora sull’articolo 1102del Codice civileUso delle parti comuni

grado, ma la Corte d’appellodi Venezia la ha invece ac-colta affermando, malgradoche il consulente tecnicod’ufficio avesse dichiaratoche la collocazione del ma-nufatto, così come collocato,fosse la migliore possibile,la violazione del diritto diveduta e quindi l’obbligodel proprietario di rimuo-vere il manufatto.Contro questa sentenza ilproprietario del manufattoha fatto ricorso in Cassa-zione criticando il riferi-mento della Corte d’Appelloall’articolo 907 del C.c.La Cassazione ha esaminatoil ricorso e ne ha decretatol’accoglimento. Nella sen-tenza la Cassazione ha riba-dito un principio che si èletto in numerose sue pro-nunce: ovvero quello se-

condo il quale all’interno delcondominio, nei rapporti tracondomini, non si applicanole norme previste dal Co-dice civile in materia di dic-tanze che sono state conce-pite nel contesto di pro-prietà diverse e separate.All’interno del condominio,ha precisato la Cassazioneanche in questo caso, oc-corre innanzitutto conside-rare e richiedere il rispettodell’articolo 1102 del C.c. inordine all’uso dei beni co-muni da parte del condo-mino.

M entre invecenon è correttofare riferimento

a quelle norme che stabili-scono delle distanze mi-nime da rispettare nell’ese-cuzione di interventi edilizi.

In pratica tra le normeche stabiliscono di-stanze minime e lanorma che consentel’utilizzo più intensodel bene comune oc-corre verificare il ri-spetto di questa daparte del condominoper stabilire se l’operacontestata sia da consi-derarsi corretta oppureno.

Sentenza. CassazioneCivile Sez. II del 23 feb-braio 2012 n. 2741Per valutare la liceitàdella collocazionedella canna fumaria chein aderenza al murocondominiale dalpiano terra di un edi-ficio sale fino all’attico,pregiudicandone le ve-dute, occorre fare riferi-

Caso tipico del con-dominio che a-gisce in giudizio

per la rimozione di un manu-fatto collocato in aderenza almuro condominiale a ri-dosso della sua terrazza.Il proprietario confinante la-menta una violazione del-l’articolo 907 del C.c. Questanorma prevede che quandosi è acquistato il diritto diaver vedute verso il fondovicino, il proprietario diquesto non può fabbricare adistanza minore di tre metri.Il confinante ha quindichiesto il rispetto dellanorma che impone di man-tenere le costruzioni a di-stanza minima di tre metridalle vedute e quindi l’eli-minazione del manufatto. La domanda ha trovato unarisposta negativa in primo

mento all’articolo 1102 delC.c., atteso che vi sia diffi-coltà a concepire una cannafumaria (nella specie tubo dimetallo) come costruzioneai sensi dell’articolo 907 delC.c. trattandosi di manufattoche costituisce un sempliceaccessorio di un impianto(nella specie forno), facenteparte di una unità immobi-liare di proprietà esclusivacollocato non nel fondo a-diacente a quello del condo-mino che ne denuncia la ille-gittimità, ma nello spazionon condominiale.

Assemblea:diritto d’impugnazioneLa legge garantisce con l’ar-ticolo 1137 la tutela della po-sizione della minoranza dis-senziente. Il condominocontrario o colui che si è a-stenuto hanno diritto di im-pugnare davanti al giudicele decisioni della maggio-ranza che violano il regola-mento oppure quelle cheviolano la legge.La giurisprudenza ha poiammesso che l’impugna-zione possa essere fattaanche in assenza di una e-splicita violazione dellalegge o del regolamento:quando la decisione appaiaviziata per eccesso di poteree determini, pur nell’appa-rente rispetto della norma dilegge, la lesione dei beni co-muni o del servizio comune.Le decisioni della maggio-ranza nella gestione deibeni comuni sono obbliga-torie anche per la mino-ranza. Principio insito nelmeccanismo di decisionecollegiale.

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CONDOMINIO

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 87

Ennio Alessandro Rossi Novità per le compravenditeIl notaio può correggere da soloeventuali errori dell’atto

1) il notaio potrà procedere“d’ufficio” una volta che siaccorga di un errore?2) ci vorrà la richiesta di al-meno una parte interessata?3) si dovranno avvertire pre-ventivamente tutti coloroche avevano firmato l’atto?4) quali sono gli “errori” chesi possono veramente consi-derare “materiali”?5) quale sarà il trattamentofiscale applicato a questi attidi rettifica?

A parte questi dub-bi la norma è sicu-ramente apprez-

zabile e utile in quanto for-nisce uno strumento rapidoper porre rimedio a situa-zioni che, se scoperte a di-stanza di tempo, non sa-rebbe per niente facile risol-vere ancor più se si dovesse

ricorrere all’intervento ditutte le originarie parti del-l’atto.Nel campo degli atti immo-biliari i casi più comuni cuitroverà applicazione lanorma sono sicuramentequelli costituiti dall’errataindicazione dei dati cata-stali, pur in presenza di unadescrizione certa e non e-quivoca di un determinatoimmobile. Modificare quan-to venduto come “mappale178” invece che “mappale187” non dovrebbe costi-tuire problema stante l’im-possibilità di equivocare suldato, visto che chi vendenon ha mai posseduto un“mappale 178” in quella cittàe in quella via.A parere dello scrivente do-vrebbe essere possibile va-riare con relativa facilità

Quante volte suc-cede che rileg-gendo l’atto nota-

rile il compratore o il vendi-tore si accorgano che a causadi un involontario errore ditrascrizione, una inversione,sono stati riportati dati nonesatti? E quanti scrupoli arecarsi dal notaio perchéquesti corregga errori banalicui può incappare colui chelavora con migliaia di dati enumeri. Ai più è sfuggita unaleggina che può sembraresecondaria ma che invece hauna sua preziosità e utilità inquanto risolve il problema el’imbarazzo.Con l’entrata in vigore delD.Lgs. 2 luglio 2010, n.110, èstato introdotto il nuovo ar-ticolo 59-bis della legge no-tarile: «Il notaio ha facoltà direttificare, fatti salvi i dirittidei terzi, un atto pubblico ouna scrittura privata autenti-cata, contenente errori od o-missioni materiali relativi adati preesistenti alla sua re-dazione, provvedendovi,anche ai fini dell’esecuzionedella pubblicità, mediantepropria certificazione conte-nuta in atto pubblico da luiformato».La norma appare quanto maiopportuna; ciò facilita enor-memente la possibilità diregolarizzare l’atto in quantoin sostanza il legislatore per-mette al notaio di modifi-care un atto che gli interes-sati hanno già firmato, percorreggere eventuali errorirelativi a dati “preesistenti”.La norma ha lasciato apertealcune problematiche dellacui soluzione non si ha no-tizia e che sarebbe bene ilnotariato diffondesse:

anche possibili errori di datadi nascita, l’indicazione dinomi non pertinenti con ilcodice fiscale, l’errata indi-cazione del numero civico odella vecchia via difformedal nominativo della nuova,variazione dovuta all’impo-sizione del cambio di nomeda parte del Comune ecc.La norma va accolta con fa-vore. Speriamo che dottrinae giurisprudenza la “ratifi-chino” dandole contorni piùcerti.

❑Da “OttopiùCasa” del 18 aprile 2012

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CULTURA

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Quando gli Americani disegnavanole mappe d’Italy

Franco Robecchi

La cartografia è una delle espressioni della cono-scenza. Conoscenza è necessaria per tracciare lemappe e le carte geografiche e conoscenza le

mappe consentono a chi le consulti. Si tratta, quindi, di unadelle grandi azioni dell’intelligenza umana. Le mappe, nonsolo quelle terrestri, ma anche quelle di interni di edifici, odel cielo o del corpo umano, riproducono la realtà in facsi-mile, in miniatura, portando sul tavolo di chiunque ilmondo, osservabile in riproduzionegrafica, nelle sue forme, nelle sue mi-sure, nelle proporzioni e rapporti reci-proci. Naturalmente la riproduzione èfrutto, oltre che di un’osservazione at-tenta della realtà, di una selezionedella medesima, poiché, ovviamente,nessuna rappresentazione può ripor-tare la stessa realtà integralmente. Ènota la lucida creazione dello scrittoreLuis Borges, che additava i limiti dellavirtualità intellettualizzata rispetto allamaterialità, quando, parlando di carto-grafi, immaginava, come esasperata ri-sposta alla richiesta di perfezione neltracciamento di carte geografiche, la ri-produzione dei terreni in scala uno auno. La vera mappa perfetta è quellache si sovrappone integralmente al ter-ritorio reale. Così normalmente nonpuò essere, per cui le carte presentanouna forzata semplificazione, le cui an-notazioni risentono di scelte e di con-dizionamenti. Questi ultimi derivanodalla sommarietà delle rilevazioni,dalla scala di riproduzione, dalle infor-mazioni pervenute per vie indirette,dall’impraticabilità dei luoghi, dallaloro distanza. Le scelte derivano dagliinteressi personali e dalle finalità deldisegno e sono lo specchio di una men-talità, di un clima culturale, di un’epocastorica. In questo senso è interessante osser-vare le mappe che riguardano l’Italia eil territorio bresciano, rappresentati daautori stranieri. Le mappe, e parliamosolo di una selezione storica, sono il ri-flesso del come quegli stranieri ci ve-devano o ci immaginavano, compren-dendo in quella soggettività anche l’i-nevitabile dose di disinteresse, più omeno spinto. È possibile qui avere

qualche esempio di come ci abbiano descritti gli Americani,gli Statunitensi, che hanno spesso guardato all’Italia con uninteresse molto maggiore di quello da noi dimostrato nel-l’osservare e nel conoscere loro. Significativo è il fronte-spizio di un loro atlante nel quale è raffigurato lo sbarconelle terre della futura America del padre italiano CristoforoColombo, cui gli Americani dedicano una giornata festosadel loro calendario, il Columbus Day. Le mappe qui pubbli-

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CULTURA

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In basso: carta geografica dell’Italiadel Nord, che però si estende sino aGaeta, edita a New York nel 1874.Si nota l’esclusione dallo stato delTrentino-Alto Adige e del territorio diGorizia e Trieste. Sono tinteggiate,per evidenziazione, le singoleprovince.

cate sono ottocentesche, e sono deltutto inedite nell’ ambiente bre-sciano. Costituiscono, quindi, un’in-teressantissima novità. Dietroqueste carte immaginiamo agri-mensori e cartografi di lingua in-glese, a noi sconosciuti, che guarda-vano all’Italia come ad un territorioesotico. Chissà che non ci guardas-sero anche con un senso di superio-rità, anche loro immaginando un’I-talia contemporanea fatta di pa-stori, briganti e suonatori di mando-lino. Gli Americani erano, all’epoca,cow boy e schiavisti, pionieri e co-struttori di ponti, produttori di co-tone e ferrovie, estrattori di petrolioe giustizieri sommari di colpevoliappesi all’albero. L’Italia aveva, agliocchi statunitensi, un valore certa-mente maggiore di quanto non av-venisse nel rapporto inverso, pervia di un’innegabile valenza cultu-rale, storica, religiosa e filosofica.Entrambi i Paesi, tuttavia, avevanoanche qualcosa in comune: erano invia di formazione. Gli Americani e-

Nella pagina precedente: cartageografica dell’Italia pubblicata nel1863 a New York. Si nota la curiosadeformazione del Nord Italia nel suorapporto con il resto della penisola.In questa pagina, in alto: particolaredella mappa americana del 1863,riferito ai territori bresciani. Sinotano l’errata rotazione oraria deiterritori e svariati erroritoponomastici

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Un’Italia disegnata a Baltimora nel1823, ancora con una graficasettecentesca. Una strana Lombardiasi estende dal lago Maggiore adAquileia, includendo anche ilparmense. Il Lago di Garda èmiseramente deformato, mentreappaiono toponimi come Breccata(Brescia), Palizzato (Palazzolo) e L.Less (Lago d’Iseo).

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CULTURA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2 - 91

rano alla conquista del FarWest e gli Italiani stavanotrasformando un mosaicopolitico, ben evidente pro-prio nelle variopinte raffigu-razioni cartografiche ante-riori al 1861, in un’unità sta-tale. Le forme dell’Italia riportatenelle carte americane nonsono sempre attendibili espesso sono alterate ri-spetto alla realtà. A noi l’a-nomalia risulta evidente, maper i lontani Americani nonera il caso di andare per ilsottile, considerata l’impro-babile necessità di dover u-tilizzare concretamentenomi e collocazioni topogra-fiche. Naturalmente ciò non valeva per le città più famose,Roma in testa. Invece per le piccole località del Bresciano lecuriosità sono più diffuse. Addirittura il nome del capoluogoè storpiato, in una carta, nella sorprendente scritta Breccata.Alcune località della provincia sono, stranamente, annotate,anche se prive di speciale rilevanza. Evidentemente, i car-tografi si avvalevano di carte precedenti, nelle quali paesicome Brozzo erano stati annotati per specifiche finalità o peresclusiva focalizzazione geografica. Naturalmente, invece di

Brozzo si scrive spesso Brozo e Pisogne può diventare Pi-sagri o Pisigni. Isorella diventa Isoretta oppure Isoletto o I-solella e Rovato diventa Royato. Iseo è scritto Isco, per unchiaro errore di lettura di scritte da cui si era copiata lamappa, mentre compaiono paesi dai nomi irriconoscibili,come Leteze, Cape di Ponta (Capodiponte?), Iesso (Iseo?),Patizola (Bedizzole?) o Cagno S. Martino, che forse è Caz-zago S. Martino, se non fosse che è collocato in Valcamonica.Abbiamo poi una Rocca d’Anso invece della Rocca d’Anfo,

In alto: carta geografica dell’Italia,con un particolare (in basso) delSettentrione, stampata aPhiladelphia nel 1814. L’assetto delNord Italia è ancora quello dellacaduta Repubblica Veneta, sostituitadal regno napoleonico. La carta è inritardo di 17 anni sull’evoluzionepolitica.

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A destra, in questa pagina:frontespizio di un atlante geograficoamericano del 1855 che reca ildisegno dello sbarco di CristoforoColombo nelle terre americane: undebito di rapporto con l’Italia, anchesotto il profilo cartografico.In basso (e in alto nella paginasuccessiva): carta geografica del1828 che unisce Italia del Nord e delSud. I confini statali sono corretti eBrescia si trova nel RegnoLombardo-Veneto: “Kingdom ofLombardy”, focalizzato nelparticolare.

CULTURA

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un Rezolo al posto di Rezzato, un Cogazza al posto di Co-gozzo e anche un Coccagglio, sovrabbondante di g.Talora Breno è collocato sullo stesso asse fluviale che snoc-ciola, verso valle, anche paesi triumplini, una sintesi fra Val-camonica e Valtrompia. Talora Riva è posta sul Lago d’Iseo.Non parliamo, poi, delle variegate e fantasiose forme delLago di Garda. Una carta geografica dell’intera Italia, pub-blicata a New York da A. J. Johnson nel 1863, mostra uno sti-vale così deformato da recare Cremona non a sud di Bresciama ad ovest, Pavia e Milano a nord-ovest, Verona a sud-este Mantova esattamente a sud di Brescia, anziché a sud-est.Tutto il Nord Italia è ruotato in senso orario di circa 60 gradi.Tutto ciò ci fa sentire davvero estranei e lontanissimi dagliStati Uniti, ed emerge, da queste carte geografiche, una ver-

sione dell’Italia si-mile a quella che, inalcune nostre cartedel Cinquecento, sitracciava con riferi-mento a terre pococonosciute, comel’India o l’Africa meri-dionale. Ciò che del-l’Italia noi abbiamocome familiare, neisuoi nomi e nelle sueforme, è lì deformatoe alterato, dandociuna sgradevole sen-sazione che rompel’idea del centrismoche ognuno tende adassegnare alla pro-pria posizione e mo-strandoci con evi-denza la marginalitàche ci può investirequando ci vediamoattraverso gli occhi di

A pagina 93, in basso: cartageografica dell’Italia settentrionale ecentrale, “Italy – North Part”,stampata a Philadelphia nel 1859,anno della prima annessione alRegno piemontese della Lombardia,dopo Solferino. La carta riporta,però, ancora la situazioneantecedente, con il Bresciano inclusonel Regno Lombardo-Veneto.

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chi è lontano e poco interessato a noi. Incuriosisce vederescritto “Kingdom of Italy – Piedmont & Lombardy”, o “R. O-glio”, per indicare il fiume Oglio, dove R. sta, ovviamente,per “river”. Talora tutto l’Adriatico non è indicato come, ap-punto, “Adriatic Sea”, ma come “Gulf of Venice”. Una cartageografica pubblicata a Philadelphia nel 1824 riporta, cor-rettamente, Brescia, però chiamata Bresscia, entro il“Kingdom of Lombardy and Venice”, il Regno Lombardo-Veneto, in una scala piccola, per cui le località della pro-vincia bresciana annotate sono solo quattro. Stranamente,fra queste poche (non vi sono né Desenzano né Chiari, Ma-nerbio, Salò o Rovato) appare invece Borno, chissà perché.Anche in altra carta prevalgono i paesi della Valcamonica. E-videntemente si trattava degli effetti di informazioni basatesu carte locali, appunto, magari, della Valcamonica, chequindi annotavano i propri paesi, che furono trascritti senzauna valutazione della posizione gerarchica che tali abitati a-vevano in una visione globale della dimensione dei paesidella provincia. Dopo questa preistoria dell’interesse cartografico degliStati Uniti per l’Italia e quindi anche per il territorio bre-sciano, ben altre qualità sarebbero state ottenute nell’inte-resse descrittivo degli Americani nei nostri confronti e ven-gono in mente le mappe militari che i soldati statunitensi a-vevano in tasca quando sbarcarono in Sicilia e nel Lazio, por-tandoci, al prezzo di molti dolori, anche italiani, a causa del

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nostro “voltagabbanismo”, la libertà di cui ancora godiamo,aggregandoci, per nostra infinita fortuna, al blocco occiden-tale europeo, che ci preservò da un’ennesima sfortuna dit-tatoriale, tanto invocata dai nuovi antifascisti. Su quellemappe si versò il sangue dei marine a Montecassino e Anzioe la cartografia americana, anche con gli errori di topono-mastica, seppe guidare Yankee e Italiani verso la libertà everso la prosperità.

In senso orario: una delle carteamericane più ricolma di strafalcionitoponomastici.Carta dell’Italia edita a Philadelphianel 1824 e particolare del territoriobresciano, appartenente al“Kingdom of Lombardy andVenice”, il Regno Lombardo-Veneto.Solo tre sono i paesi annotati nelBresciano, oltre al capoluogo“Bresseia”: Edolo, Do (forse Mu),Iseo e Borno

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2- 97

a cura del geom. Alfredo Dellaglio

Novità di LeggeNovità di Legge

Finalità della rubrica è di contribuire all’informazione sull’emana-zione di leggi, decreti e circolari pubblicati sulla Gazzetta Ufficialedella Repubblica e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lom-bardia.I lettori della rivista che sono interessati ad approfondire i conte-nuti delle norme sopra elencate potranno consultare gli organi uf-ficiali (GU e BURL) presso il Collegio dei Geometri.

D.Lgvo 29 dicembre 2011 n. 228 (Gazzetta Ufficiale 6 febbraio2012 n. 30)Attuazione dell’articolo 30, comma 9, lettere a), b), c) e d) dellalegge 31 dicembre 2009 n. 196 in materia di valutazione degli in-vestimenti relativi a opere pubbliche. (In vigore dal 21 febbraio2012).

D.Lgvo 29 dicembre 2011 n. 229 (Gazzetta Ufficiale 6 febbraio2012 n. 30)Attuazione dell’articolo 30, comma 9, lettere e), f) e g) della legge31 dicembre 2009 n. 196 in materia di procedure di monitoraggiosullo stato di attuazione delle opere pubbliche, di verifica dell’uti-lizzo dei finanziamenti nei tempi previsti e costituzione del Fondoopere e del Fondo progetti. (In vigore dal 21 febbraio 2012).

Decreto Ministero Infrastrutture e Trasporti 23 dicembre 2011(Gazzetta Ufficiale 11 febbraio 2012 n. 35)Programma di formazione per i controlli della sicurezza stradale,ai sensi dell’articolo 9 del Decreto legislativo 15 marzo 2011 n. 35;Definito il programma dei corsi di formazione di durata 180 ore,che forniscono preparazione anche per lo svolgimento delle i-spezioni nelle gallerie stradali. Corsi di aggiornamento di 30 orecon cadenza triennale.

Decreto Legge 9 febbraio 2012 n. 5 (Supplemento Ordinarion. 27 Gazzetta Ufficiale n. 33 del 9 febbraio 2012)Cosiddetto “Decreto semplifica Italia)Tratta le principali disposizioni urgenti in materia di conformità

degli impianti termici, parcheggi pertinenziali, appalti pubblici, re-sponsabilità solidale negli appalti, impianti negli edifici, segnala-zione certificata di inizio attività e patrimonio immobiliare scola-stico.

Decreto Presidente Repubblica 19 ottobre 2011 n. 227 (Gaz-zetta Ufficiale 3 febbraio 2012 n. 289)Regolamento per la semplificazione di adempimenti amministra-tivi in materia ambientale gravanti sulle imprese, a norma dell’ar-ticolo 49, comma 4-quater, del decreto legge 31 maggio 2010 n.78, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010 n. 122(in vigore dal 18 febbraio 2012).

Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri 28 novembre2011 (Gazzetta Ufficiale 8 febbraio 2012 n. 32)Regolamento di attuazione dell’articolo 3, comma 2, del Decretoleg.vo 9 aprile 2008 n. 81, recante: «Attuazione dell’articolo 1 dellalegge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e dellasicurezza nei luoghi di lavoro», relativamente all’individuazionedelle particolari esigenze connesse all’espletamento delle attivitàdel Dipartimento della Protezione civile, nel conseguimento dellefinalità proprie dei servizi di protezione civile.(In vigore dal 23 febbraio 2012).Sono esaminate all’articolo 9 le attività da svolgere nei cantieritemporanei o mobili, tra le quali rientrano gli interessi da eseguirecon urgenza. In questi casi vi è l’esonero dell’obbligo di redigereil Piano di sicurezza e coordinamento (PSC) ma deve essere co-munque nominato il Coordinatore per la sicurezza in fase di ese-cuzione, per la cui attività sono state dettate norme derogatorierispetto alle ordinarie previsioni del D.lgs.vo 81/2008. Non rien-trano tra i “cantieri temporanei e mobili” le aree di accoglienza egli altri luoghi connessi alle attività di assistenza alla popolazionecolpita da calamità.

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98 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Terrazzo in tasca

In un edificio vorrei creare un “terrazzo in tasca”; tale intervento mi mo-difica la sagoma dell’edificio?

geom. B.L.

La semplice “terrazza in tasca” di per sé non modifica la sagoma del-l’edificio in quanto si considera la stessa come delimitazione esternadi un edificio che tale deve rimanere prima e dopo l’intervento.Non ritengo neppure che una terrazza a tasca nella falda del tettocomporti la modifica del prospetto dell’edificio.Se mai, è necessario valutare che il terrzzo ricavato all’interno dellatasca sia di modesta entità tale da svolgere una funzione quale l’a-pertura di finestre o porte-finestre per adeguamenti del Rai e sempreche tale elemento sia ammissibile in base alle norme. Se la tasca, ar-retrata rispetto alla gronda, è di limitate dimensioni, non visibile daterra, non modifica la linea di colmo e di gronda, non modifica nep-pure la sagoma dell’edificio.

geom. Antonio Gnecchi

Edilizia-Urbanistica

Deroghe Regione Lombardia su volumi, rapporto copertura e slp. Lenormative che regolano quanto sopra sono esclusivamente: 1) L.R. n.26 del 1995; 2) L.R. n. 39 del 2004; 3) L.R. 33 del 2007; 4) D.lgs115/2008 art. 11? Grazie.

geom. B.L.

Le norme delle leggi regionali citate (L.R. 26/95 e quelle modificativedel 2004 e del 2007), stabiliscono dei criteri applicativi in base ai qualisi determinano i volumi (correlati alla maggior altezza per i maggiorispessori degli elementi orizzontali), la superficie coperta o la super-ficie lorda di pavimento (se i Comuni hanno adottato questi parametri).Il tutto per un risparmio energetico certificato.La legge regionale 26/95 (articolo 1, comma 3) afferma che tali di-sposizioni «prevalgono sui regolamenti e sulle altre norme comunali.La legge regionale 39/04 (articolo 1, comma 3) aggiunge che trovanoapplicazione nei regolamenti comunali entro un anno dall’entrata invigore della legge.Entrambe le leggi precisano che restano invariate le norme sulle di-stanze minime tra gli edifici.Le suddette norme si applicano alle nuove costruzioni e agli edifici e-sistenti.Il D.lgs 115/08 ha invece introdotto una nuova disposizione in basealla quale, nel rispetto dei limiti stabiliti dallo stesso articolo 11, è pos-sibile derogare, sia per le nuove costruzioni sia per gli edifici esistenti:– alle distanze minime tra edifici– alle distanze minime dei confini di proprietà– alle distanze minime dalle strade– alle altezze massime degli edifici.È però opportuno segnalare come tutte le deroghe dimensionali pre-viste dall’articolo 11 non potranno essere utilizzate nel caso in cui ci

si trovi di fronte a limiti posti dalla normativa in materia di sicurezzastradale e antisismica.In ogni caso, le disposizioni sui “bonus” volumetrici e sulle distanzecontenute nel D.lgs 115/08 hanno carattere di temporaneità, ovve-rossia rimangono in vigore sino a quando le regioni non hanno prov-veduto a emanare apposita normativa locale che rende operativi iprincipi di esenzione decisi a livello territoriale. La Regione Lom-bardia, in questo caso, ha già legiferato secondo la norma sopra ri-chiamata e da rispettare.

geom. Antonio Gnecchi

Recupero sottotetto di un appartamento

Ho un appartamento posto al piano sottotetto già adibito a civile abi-tazione che attualmente ha un’altezza media di m 2,42 con un’altezzadi m 1,20 ai due estremi della falda. Vorrei rifare il tetto con l’aggiuntadi due abbaini per aumentare l’altezza agli estremi delle due falde por-tandola da 1,20 m a metri 2,10 e migliorare così la sfruttabilità e la vi-vibilità dell’appartamento.Posso utilizzare la legge 12/2005 per il recupero del sottotetto perquesto intervento anche se il locale è già adibito a civile abitazione ola legge per il recupero del sottotetto la posso utilizzare solo per il re-cupero di locali non ancora adibiti a civile abitazione?

geom. G.R.

La legge regionale 12/2005 consente il recupero del sottotetto, al-zando il tetto secondo quanto stabilisce l’articolo 63 e la disciplina dicui al successivo articolo 64.Se si può alzare il tetto (con aumento dell’altezza – non mai superiorea quella massima di zona – e del volume), non capisco come possainfluire la volumetria aggiuntiva degli abbaini, a meno che non ai finidel contributo di costruzione.I locali del sottotetto, con altezza media di m 2,42 non sono abitabili(anche se di fatto lo sono) secondo il RCI, per cui il recupero del sot-totetto potrà avvenire, nella maniera più semplice alzando il tetto “aimargini” fino a metri 1,50 e portando il colmo a m 3,30 così da far ri-sultare l’Hmp di m 2,40, in deroga al RCI, ma ammesso dalla legge re-gionale n. 12/2005 (si tenga però conto di quanto stabilisce l’articolo63).La legge regionale 12/05, infatti, consente il sopralzo, le modifichedelle altezze di colmo e di gronda e delle linee di pendenza delle falde,l’apertura di finestre, lucernari, abbaini e terrazzi.Il suo intento è quello del recupero volumetrico per garantire il be-nessere degli abitanti.

geom. Antonio Gnecchi

Norme igienico sanitarie

Devo adeguare un negozio in un piccolo mini-market di circa 60 mqlordi al piano terra con deposito al piano interrato.Il servizio igienico per i dipendenti o almeno lo spogliatoio, con carat-teristiche e dimensionamenti che rispettano le norme igienico-sani-

a cura del geom. Alfredo Dellaglio

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2 - 99

tarie, è possibile realizzarli nel piano interrato, considerate le esiguedimensioni del negozio?

geom. C.E.

Presumo che il RCI di Brescia risponda ai principi base del RCI tipodella Regione (1989) in base al quale, nei casi di impossibilità tecnicadocumentata, si può derogare alle stesse norme igienico sanitarie,qualora le soluzioni prospettate, previo sopralluogo e parere favore-vole dell’Asl, siano considerate ottimali e accettabili.Proprio per questo motivo l’Asl di Brescia fornisce un modulo checonsente di aderire a queste soluzioni. Anche il Comune si adegueràa quanto accertato e certificato dall’Asl.

geom. Antonio Gnecchi

Volume tecnico serra bioclimatica

La L;r. 21 dicembre 2004 della Regione Lombardia n. 39, all’articolo 4definisce le serre bioclimatiche come volumi tecnici quindi non rile-vanti ai fini della volumetria di un immobile: «4. Le serre bioclimatichee le logge addossate o integrate all’edificio, opportunamente chiusee trasformate per essere utilizzate come serre per lo sfruttamento del-l’energia solare passiva, sono considerate volumi tecnici e quindi noncomputabili ai fini volumetrici a condizione che siano progettate inmodo da integrarsi nell’organismo edilizio nuovo o esistente e che di-mostrino, attraverso i necessari calcoli energetici, la loro funzione diriduzione dei consumi di combustibile fossile per riscaldamento in-vernale, attraverso lo sfruttamento passivo e attivo dell’energia solareo la funzione di spazio intermedio».È autorizzabile un volume tecnico, cioè una serra bioclimatica, in zonaA centro storico dove è ammissibile solo una manutenzione straordi-naria e con la specifica delle norme: sono vietati la costruzione disporti, balconi e tettoie?

geom. S.S..

La stessa L.R. n. 39/04, articolo 1, comma 3, stabilisce che“le dispo-sizioni prevalgono sui regolamenti e sulle norme comunali e trovanorecepimento nei regolamenti comunali entro un anno dall’entrata invigore della presente legge. Restano invariate le norme sulle distanzeminime tra edifici”. Ne consegue che, anche qualora i Comuni non ab-biano recepito tali disposizioni all’interno delle proprie norme, lestesse prevalgono automaticamente sugli strumenti urbanistici locali,salvo il rispetto delle distanze minime tra edifici.Si tenga inoltre conto che lo stesso articolo 4, comma 4, LR 39/04 pre-cisa che le serre bioclimatiche sono considerate “volumi tecnici equindi non computabili ai fini volumetrici”, a condizione che siano pro-gettate in modo da integrarsi nell’organismo edilizio esistente.In definitiva, si deve verificare innanzitutto se il Comune ha recepitole disposizioni regionali all’interno delle normative edilizie locali ed ènecessria una previsione di serre bioclimatiche che siano compatibilicon il tessuto urbano in cui vengono realizzate (zone A-B o altro),sempre che non assumano, in alcun modo, condizioni di abitabilitàche non possano precludere l’ammissibilità da parte dei Comuni.

geom. Antonio Gnecchi

Domanda di accertamentocompatibilità paesaggistica

Cronologisa dei fatti: domanda di p.c. per opere in difformità al p.c. n.158/06 presentata in data 17.09.2010 trasmessa istanza alla Soprain-tendenza per l’acquisizione di parere vincolante ai sensi art. 167 D.lgs42/04, in data 08.10.2010. Comunicazione della Soprintendenza di ri-chiesta di parere forestale; parere forestale favorevole trasmesso allaSopr. in data 03.02.2011. Sono trascorsi ormai otto mesi e tutto tace.È possibile? Ringrazio anticipatamente del vostro aiuto.

geom. B.C.

Innanzi tutto è necessario precisare quanto segue:1 - a seguito dell’articolo, comma 4 del D.lgs 42/2004 (sostituito dalD. Lgs 26 marzo 2008, n. 63), fuori dai casi di cui all’articolo 167,commi 4 e 5, l’autorizzazione non può essere rilsciata in sanatoriasuccessivamente alla realizzazione, anche parziale, degli interventi.2 - A norma dell’articolo 167, commi 4 e 5, stesso decreto, è possi-bile ottenere la sanatoria ambientale per un limitato numero di inter-venti edilizi che:• siano realizzati in assenza o in difformità dell’autorizzazione pae-saggistica, che non abbiano determinato creazione di SU o vlume ov-vero aumento di quelli legittimamente realizzati;• per l’impiego di materiali in difformità dall’autorizzzione paesistica;• per lavori comunque configurabili quali interventi di manutenzioneordinaria o straordinaria ai sensi dell’articolo 3 del Dpr n. 380/2001.Il progetto deve ottenere un favorevole accertamento della compati-bilità della Commissione per il paesaggio e il parere vincolante dellaSoprintendenza, da esprimersi entro il termine perentorio di 90 giorni.L’autorità competente (Comune, Ente parco, ecc.) si deve pronun-ciare sulla domanda entro il termine perentorio di 180 giorni. La normasopra citata non dispone che, trascorso inutilmente il termine di 90giorni concesso alla Soprintendenza per il prescritto parere, si costi-tuisca il silenzio-rifiuto, per cui, l’Amministrazione comunale può rila-sciare l’autorizzazione paesaggistica in sanatoria.La compatibilità paesaggistica e il rilascio dell’autorizzazione pae-saggistica comporta l’applicazione della sanzione pecuniaria pari almaggior importo tra il danno arrecato ed il profitto conseguito me-diante la trasgressione.La sanzione pecuniaria è determinata previa perizia di stima. Il fattoche la Soprintendenza abbia richiesto il parere forestale, reso in sensofavorevole, in data 3 febbraio 2011, non cambia il fatto che, dopo 90giorni dalla data di ricezione del parere forestale, la Soprintendenzadoveva adottare un parere vincolante, non pervenuto nel terminesopra menzionato e cioè entro il 3 maggio 2011.Come prevede la norma, il Comune, in qualità di autorità competente,poteva rilasciare l’autorizzazione paesaggistica in sanatoria e appli-care la sanzione ambientale.Se però il Comune non ha assunto, nei 180 giorni, il provvedimentodefinitivo non scatta il silenzio assanso e non resta che sollecitare ilComune.

geom. Antonio Gnecchi

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100 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Rilascio dell’autorizzazione paesaggisticain sanatoria

Un mio cliente è proprietario di un fabbricato ristrutturato nel 1981.All’epoca le opere erano state realizzate in parziale difformità dallaConcessione edilizia: diversa dimensione e posizione delle aperture equota di imposta delle falde di copertura più alta, 60-100 cm (la mag-gior altezza del fabbricato non ha comportato aumento della super-ficie utile – in un caso si tratta del tetto a vista del salone e, nell’altro,di un sottotetto comunque non abitabile).All’epoca della ristrutturazione l’area su cui sorge il fabbricato era sot-toposta a vincolo ex L. 1497/39. Successivamente, dalla sua istitu-zione, si è trovata all’interno del Parco dell’Alto Garda.Ora il mio cliente vorrebbe presentare una sanatoria per poter vendereil fabbricato.Le difformità sopra descritte (relative all’altezza) sono sanabili?

geom. D.C.

Dopo un periodo di incertezza nel quale non era dato per certo che sipotesse rilasciare l’autorizzazione paesaggistica in sanatoria, ora lasituazione sembra abbastanza delineata.Uso questi termini perché, nonostante le ultime modifiche al CodiceUrbani, qualcuno mette ancora in discussione il veto al rilascio del-l’autorizzazione paesaggistica postuma.Attualmente l’articolo 146, comma 4, del D.Lgs. n. 42 del 2004, di-spone che: «Fuori dai casi di cui all’articolo 167, commi 4 e 5, l’auto-rizzazione non può essere rilasciata in sanatoria successivamente allarealizzazione, anche parziale, degli interventi».Secondo la Regione Lombardia (così al paragrafo 5.2. della Dgr 22 di-cembre 2011, n. 2727 che ha riscritto, aggiornandoli, i criteri per l’e-sercizio delle funzioni paesaggistiche), il Codice dei Beni culturali edel paesaggio non prevede la possibilità di rilasciare autorizzazionipaesaggistiche in sanatoria.È ovvio che l’affermazione della Regione Lombardia, oltre che ri-schiare di generare molta confusione, in una materia in cui c’è n’è giàtanta, sia alquanto imprecisa, per non dire totalmente sbagliata.La formulazione del Codice Urbani, nel testo modificato, prima dal-l’articolo 16, D.Lgs. 24 marzo 2006 e da ultimo dall’articolo 2, D.Lgs26 marzo 2008, n. 63, vuol dire che l’autorizzazione paesaggistica insanatoria può essere rilasciata nei casi di cui all’articolo 167, commi4 e 5.Come sopra si diceva, dopo un lunghissimo periodo in cui le normepaesaggistiche non vietavano in assoluto il rilascio di autorizzazioniin sanatoria (contrariamente alla giurisprudenza), demandano nontanto al rilascio esplicito, ma ad una sorta di “certificato di assenza didanno ambientale”, applicando la sanzione pecuniaria, il testo at-tualmente vigente dell’art. 146 (ancora prima delle ultime modificheapportate) ha escluso il rilascio della sanatoria postuma, ma ha atte-nuato questo divieto, rendendolo relativo, e ha ammesso il rilascio diautorizzazioni in sanatoria nei casi (molto limitati) precisamente elen-cati all’articolo 167.In altre parole: se l’autorizzazione in sanatoria non può essere rila-sciata “fuori” dai casi di cui all’articolo 167, vuol dire che può essere

rilasciata “dento” ai casi di cui all’articolo 167. O no?Dal punto di vista tecnico, come per il passato, si potrebbe definire“accertamento di compatibilità paesaggistica”, ma si può benissimochiamare “autorizzazione in sanatoria”, come parla esplicitamente iltesto dello stesso articolo 167, come ogni altro titolo abilitativo rila-sciato dopo che un intervento è stato realizzato.Restando nell’ambito delle norme sopra richiamate, gli interventi chesono ammessi alla sanatoria paesaggistica sono:a) Per i lavori realizzati in assenza o in difformità dell’autorizzazionepaesaggistica che non abbiano determinato creazione di superfici u-tili o volumi ovvero aumento di quelli legittimamente autorizzati;b) Per l’impiego di materiali in difformità dall’autorizzazione paesag-gistica;c) Per i lavori comunque configurabili quali interventi di manutenzioneordinaria o straordinaria ai sensi dell’articolo 3 del Dpr n. 380 del 2001.La procedura da seguire è quella stabilita dallo stesso articolo 167,comma 5.Premesso che l’area sulla quale sorge l’edificio è sottoposta a vincolopaesaggistico ex legge 1497/39 e s.m.i., ma che la legge regionale n.12 del 2005 ha subdelegato, in questo caso, al Parco dell’Alto Garda,non cambia nulla per quanto riguarda l’eventuale sanatoria paesag-gistica, nel senso che l’eventuale richiesta deve essere presentata ailoro uffici e questi, valutati gli interventi che devono rientrare tra quellisopra riportati, e accertata la compatibilità paesaggistica da partedella Commissione del Paesaggio, chiedendo il parere vincolantedella Soprintendenza, prima di rilasciare, se reso in senso favorevole,l’autorizzazione in sanatoria, non senza aver pagato la sanzione pe-cuniaria maggiore tra il danno arrecato e il profitto conseguito.Tutta sta, quindi, nel qualificare l’intervento edilizio, per cui se si trattadi una straordinaria manutenzione, sicuramente è sanabile, mentre,se si tratta di un intervento di livello superiore, non lo è.Risulta determinante anche la presa di posizione degli uffici compe-tenti, a cominciare dall’UTC, il quale potrebbe considerare che non sitratti di aumento della superficie utile o del volume (aspetto edilizio –urbanistico), mentre la Commissione del Paesaggio del Parco consi-deri positivamente gli aspetti ambientali indipendentemente da quellourbanistico-edilizio, e che la Soprintendenza, di fronte ai due parerifavorevoli del Comune e del Parco, non opponga il suo veto che ri-sulterebbe vincolante al rilascio dell3autorizzazione paesaggistica insanatoria.A questo proposito c’è da aggingere la radicale differenza tra la valu-tazione paesaggistica e il con cetto “quantitativo” di compatibilitàpaesaggistica e, invece, la valutazione urbanistico-edilizia e il con-cetto “quasi-quantitativo” di conformità. È dentro questa differenzache troviamo l’orientamento giurisprudenziale secondo il quale allavalutazione paesaggistica è connotata una significativa dose di di-screzionalità.Come sopra dicevo usando il condizionale, qualcuno sostiene chel’autorizzazione paesaggistica è ammissibile in sanatoria se c’è “van-taggio ambientale”, quasi si trattasse di una sorta di deroga al divietodi rilasciare l’autorizzazione.Secondo questa ipotesi, il Codice dei Beni culturali, nella parte in cuiesclude la sanatoria ambientale e prevede come una sanzione la ri-messione in pristino, effettua una comparazione nell’interesse pub-

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2 - 101

blico e un’utilizzazione controllata del territorio con l’interesse privatoalla sanatoria, facendone prevalere l’interesse pubblico. Ipotesi chesi configura, per esempio, laddove all’attività edilizia oggetto di sa-natoria derivi, direttamente o indirettamente, in via convenzionale, peratto unilaterale d’obbligo o sulla base di una previsione dello stru-mento urbanistico, un vantaggio ambientale.Questo vantaggio può avere molteplici contenuti purché sia apprez-zabile in modo distinto rispetto alla semplice modificazione dello statodei luoghi apportata dal privato, quale l’assunzione di oneri per mi-gliorare le infrastrutture pubbliche o gli standard urbanistici secondocriteri ispirati a una sensibilità ambientale.Si tratta di ottenere di risultati che assicurano una tutela dei valori edella fragilità ambientale maggiore rispetto alla semplice rimessa inpristino e dunzue non categoricamente vietati dal meccanismo degliarticoli 146 e 167 del D.lgs. 42/2004, tale da essere considerata unasorta di “sanatoria giurisprudenziale” al divieto di sanatoria ambien-tale, sempre attraverso il meccanismo dell’accertamento che dalle o-pere abusive non possa derivare alcun danno collaterale all’ambiente.Sussistendo questi presupposti, l’ordine di rimessione in pristinoquale condizione necessaria per l’ottenimento di un’autorizzazionepaesaggistica avente ad oggetto le medesime opere demolite appa-rirebbe fondata su un’interpretazione irragionevole del quadro nor-mativo, imponendo al privato un sacrificio non conforme al principiodi proporzionalità.Secondo le suddette considerazioni, non può considerarsi vietato ilrilascio dell’autorizzazione paesaggistica in sanatoria tutte le volte incui oltre all’interesse pubblico alla utilizzazione controllata del terri-torio che giustifica, in via ordinaria, l’applicazione delle sanzioni ripri-stinatorie delle opere difformi qualora si ravvisi un ulteriore e distintointeresse pubblico (da intendersi, quale “vantaggio ambientale”) con-sistente nell’impiego da parte del soggetto privato a svolgere speci-fiche attività ispirate a criteri di maggiore sensibilità ambientale ov-vero ad assumersi specifici oneri per migliorare le infrastrutture pub-bliche o gli standard urbanistici mediante un atto d’obbligo unilate-rale con il Comune, previa aver accettato che dalle opere abusive nonpossa derivare alcun danno ambientale.D’altronde non appare ragionevole che gli abusi edilizi di cui stiamotrattando, sulla scorta di un’equa valutazione degli interessi pubblicie privati sottesa alla sanatoria degli interventi realizzati in assenza oin difformità dall’autorizzazione paesaggistica, non possano essere“sanati”, anche al fuori delle ipotesi dei cosiddetti “abusi minori”, peri quali è ammesso il procedimento di accertamento della compatibi-lità paesaggistica ai sensi dell’articolo 167, comma 4, del D.Lgs. n. 42del 2004.La conclusione, quindi, è abbastanza articolata, ma appare chiaroche:• se il Comune ritiene che le opre eseguite in difformità non rientranotra quelle di cui al comme 4, dell’articolo 167, del D.Lgs. n. 42/2004,l’Ente Parco non può rilasciare la sanatoria ambientale e il Comunedeve perseguire l’abuso mediante l’ordinanza di rimessa in pristino;• se il Comune valuta che l’intervento realizzato non costituisce su-perficie utile né volume secondo la disciplina edilizia e urbanistica lo-cale ed esprime il suo parere favorevole, l’Ente Parco, acquisito il pa-

rere favorevole della Commissiuone del Paesaggio, mediante l’ac-certamento di compatibilità paesaggistica dell’intervento e l’assenzadi danno ambientale, previo parere favorevole (o silenzio assenso)della Soprintendenza, può rilasciare una sorta di “certificazione in or-dine alla disciplina di cui all’articolo 167 del Decreto legislativo 22 gen-naio 2004, n. 42”, applicando la relativa sanzione ambientale corri-spondente a una somma equivalente al maggior importo tra il dannoarrecato e il profitto conseguito mediante la trasgressione.• se l’Ente Parco, pur non condividendo appieno il divieto di rilasciarel’autorizzazione paesaggistica in base a quantostabilito dall’articolo167, comma 4, del D.Lgs. n; 42/2004, ma valuta favorevolmente unasorta di “sanatoria ambientale giurisprudenziale”, cura tutti i passaggiprevisti dalla procedura dei cosiddetti “abusi minori” e rilascia la “cer-tificazione” in base alla disciplina della norma sopra richiamata, fa-cendo pagare, ovviamente, la sanzione ambientale.

geom. Antonio Gnecchi

Il mondo di B. Bat.

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102 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2

Aggiornamento Albo

Errata-corrigeNel numero scorso della rivista siamo incorsi in un involontario refuso. Ce ne scusiamo con il geom. Daniele Giuseppe Mattioli, la cui posizione èla seguente:

Iscrizioni all’Albo con decorrenza 30 gennaio 2012N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza

6138 Mattioli Daniele Giuseppe Breno (Bs) 24/06/1988 25040 Braone (Bs) Via Ponte Pallobia 2

Iscrizioni all’Albo con decorrenza 23 aprile 2012N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza

6195 Montani Giorgio Desenzano d.G. (Bs) 09/02/1983 25025 Manerbio (Bs) Vicolo Castelletto 6/8 (Reiscrizione)

6196 Clerici Nicola Battista Leno (Bs) 09/03/1983 25012 Calvisano (Bs) Via Zilie Superiori 45/A

6197 Bonato Leonardo Desenzano d.G. (Bs) 26/12/1987 25016 Ghedi (Bs) Via A. Moro 1/D

6198 Moraschi Daniela Chiari (Bs) 30/09/1987 25031 Capriolo (Bs) Via Adro 14

6199 Ottelli Davide Gardone V.T. (Bs) 14/03/1988 25060 Tavernole s.Mella Via Padre Marcolini 21

6200 Poli Daniel Gardone V.T. (Bs) 23/08/1988 25065 Lumezzane (Bs) Via Maestro Zanagnolo 25/F

6201 Torresani Dario Manerbio (Bs) 29/11/1989 25025 Manerbio (Bs) Via S. Martino del Carso 8

6202 Casagrande Angelo Salò (Bs) 22/02/1973 25019 Sirmione (Bs) Via Ca’ Nova 8

6203 Farumi Stefano Chiari (Bs) 21/05/1985 25033 Cologne (Bs) Via San Rocco 15

6204 Felappi Fabio Brescia 11/11/1987 25040 Corte Franca Via Conicchio 6

6205 Ferrari Giorgio Seriate (Bg) 03/10/1989 25040 Corte Franca Via Madonna 12

6206 Gasparetto Michele Brescia 12/05/1982 25125 Brescia Via F. Palazzoli 33

6207 Manganoni Nicola Breno (Bs) 17/03/1989 25040 Ceto (Bs) Via Medio 1

6208 Patroni Nicola Brescia 11/06/1987 25020 Poncarale (Bs) Via Monte Grappa 10

6209 Polonioli Alice Breno (Bs) 21/04/1990 25047 Darfo (Bs) Via Nazario Sauro 7

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 23 aprile 2012N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

5162 Cajola Michael Desenzano d.G. (Bs) 28/02/1982 25015 Desenzano d.G. (Bs) Via S. Pietro 45 Dimissioni

3791 Davo Laura Leno (Bs) 07/07/1968 25020 Pavone Mella (Bs) Via Papa Giovanni XXIII 42/C Dimissioni

5930 Fiora Mara Leno (Bs) 26/09/1976 25016 Ghedi (Bs) Via Fogazzaro 21 Dimissioni

4599 Franchini Fabio Montichiari (Bs) 14/07/1973 25018 Montichiari (Bs) Via S. Giovanni 307 Dimissioni

2890 Vezzola Armando Salò (Bs) 11/03/1955 25087 Salò (Bs) Via Montessori 31 Dimissioni

5714 Zani Matteo Manerbio (Bs) 22/02/1982 25025 Manerbio (Bs) Via Moretto 47 Dimissioni

Page 103: IL GEOMETRA BRESCIANO - collegio.geometri.ro.it › pdf › 2012 › 11429.pdf · una classifica degli istituti che “formano” meglio. Il ponderoso lavoro ha inte-ressato qualcosa
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