Il Gazzettino della Farmacia

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Distribuzione gratuita - Anno 7 - n. 5/2009 - Settembre/Ottobre Distribuzione gratuita - Anno 8 - n. 4/2010 - Luglio/Agosto CONSIGLI Disturbi in viaggio SPAZIO BIMBI Eritemi da caldo e sudore APPROFONDIMENTO Problematiche oculari In aletta i consigli per proteggere pelle (e nei) dai raggi solari BENEFICI (ESTIVI) DEL CIBO

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Gazzettino della Farmacia Luglio-Agosto 2010

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CONSIGLIDisturbi in viaggio

SPAZIO BIMBIEritemi da caldo

e sudore

APPROFONDIMENTOProblematiche oculari

In alettai consigli per

proteggere pelle (e nei) dai raggi solari

BENEFICI (ESTIVI)DEL CIBO

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L’estate si propone, finalmente, con i dati di sempre – una gran calura –

e una serie di suggerimenti, legati in primis alle scarse calorie, da onorare

come dogma. Al cibo intelligente affidiamo le nostre attese di salute,

non certo per il giro vita ma per i benefici che frutta e verdura arrecano

all’organismo, in combinazione con un consumo opportuno di acqua.

Altri oligoelementi li trovate nei suggerimenti del nutrizionista.

La bella stagione e i benefici dell’anticiclone delle Azzorre invocano

i consigli giusti per chi si mette in viaggio. I disagi sono sempre in agguato,

soprattutto per i piccoli (dai 3 ai 12 anni) a rischio di cinetosi, qualsiasi

sia il mezzo di trasporto prescelto.

Per chi ha genitori anziani o nonni da preservare ecco i consigli utili

per la vacanza con i vantaggi e le controindicazioni, là dove ce ne sono,

in merito alla scelta del mare, del lago o della montagna. Anche i nostri amici

a quattro zampe meritano attenzione, d’estate. Il veterinario suggerisce

di metterli a dieta, è un buon momento, hanno meno appetito e fanno

più volentieri movimento. Siate cauti nel riempire la loro ciotola. I bimbi,

i più piccoli, patiscono col caldo gli eritemi. Vediamo alcuni accorgimenti

utili per prevenirli e per contrastarli efficacemente. Da ultimo, ma è centrale,

l'approfondimento dedicato agli occhi. Organi fondamentali che dobbiamo

preservare dagli agenti esterni e dalle cattive abitudini che la modernità ci ha

regalato. Teniamoli da conto, se possibile.

Sergio Meda

SommarioSPECIALE

Cibi coadiuvanti

CONSIGLIDisturbi in viaggio

APPROFONDIMENTOProblematiche oculari

ANZIANII benefici di mare, lago, montagna

SPAZIO BIMBIEritemi da caldo e sudore

SALUTE A 4 ZAMPEDiete estive

BENESSERECura del capello

RISPONDE IL FARMACISTA 13

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Estate da gestirecon intelligenza

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Prima di tutto, iniziate subito. Non perdete altro tempo. L’alimentazione può aiutarvi a patto che, qualche settimana prima del-le vacanze (e, quindi, dell’esposizione al sole), si cominci ad aumentare l’apporto di antiossidanti come il beta-carotene, la vi-tamina C, la vitamina E, lo zinco, il selenio e il glutatione, utili per rafforzare le difese e minimizzare l’impatto dei raggi solari sull’organismo. A questo si aggiungono delle semplici regole, sempre le stesse, che non passano mai di moda.

EVITARE LA MONOTONIA

La fantasia alimentare deve essere in cima ai vostri pensieri per evitare che si consumino, nello stesso pasto, trop-pi elementi con il medesimo apporto nutrizionale. Cercate di variare le ricette, prediligendo piatti unici, con contorni di verdura di stagione. E se amate i primi, niente di male: basta alternare quelli cotti a quelli crudi, un escamotage per assicu-rarsi tutti i tipi di vitamine contenuti negli ingredienti, anche quelle che si disper-dono durante la cottura o l’esposizione all’aria. Grande importanza va data a frut-ta e verdura, presenti obbligatoriamente ogni volta che ci si siede a tavola. L’appor-to di fibre (insalata, frutta con la buccia ma anche pasta integrale o una moderata quantità di pane) promuove l’attività pe-ristaltica intestinale (responsabile di par-te della digestione) e riveste un ruolo di primo piano nella prevenzione antican-cerogena. Concludiamo questi semplici consigli con l’invito a bere spesso, per favorire il ricambio idrico, prestando at-tenzione alle bevande zuccherate, spesso molto caloriche.

PRO-ABBRONZATURA

Come anticipato, gli alimenti ricchi di beta-carotene (sostanza di origine vege-tale che, quando l'organismo lo richiede, si trasforma in vitamina A) andrebbero assunti prima dell’esposizione al sole e durante tutta la durata della vacan-za, perché aiutano ad intensificare e a mantenere più a lungo l’abbronzatura. Sono contenuti, in grandi quantità, nei vegetali gialli, verdi e arancioni: albicoc-che, pesche, frutti di bosco (che, oltre al carotene, apportano vitamina C, calcio e fosforo) carote e peperoni. Quest’ultimi due sono inoltre ricchi di provitamine che favoriscono, sotto l’effetto dei raggi solari, la calcificazione e quindi il raffor-zamento dello scheletro.

PROTEZIONE DAI DANNI DEL SOLE

Tutti gli alimenti che combattono i radicali liberi svolgono un ruolo protettivo per la pelle. Si tratta di cibi ricchi di vitamina A, C e licopene, come i pomodori, o quelli a base di vitamina E come germe di cereali, oli vegetali, tuorlo d’uovo, avocado, man-dorle, noci (tutti ingredienti che compaio-no spesso nelle composizioni delle creme solari).

RIVITALIZZANTE PER CAPELLI

L’estate è la stagione peggiore per i capelli, lo sentenzia anche la maggiore caduta che si registra, fisiologicamente, durante l’au-tunno. Niente di grave, ma è importante rendersi conto dell’effetto dei raggi solari sul cuoio e la superficie del capello (come approfondito a pag. 12 nell’articolo di Patri-zia Mantoessi ndr). In particolare, è la caren-za di rame a determinare cambiamenti di colore – spesso molto apprezzati dal gene-re femminile – e consistenza del capello. A cui bisogna opporsi assumendo alimenti che ne sono piuttosto ricchi: sardine, legu-

Cibi coadiuvantiDopo un breve ripasso sull’alimentazione consigliata durante l’estate, scopriamo i trucchi culinari per ravvivare e proteggere pelle e capelli

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Speciale

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mi, frutta secca e frutti di mare. A mantene-re i capelli in salute ci pensano anche altri minerali: il magnesio (presente nei cereali non decorticati, frutti di mare, ciliegie), il se-lenio (germe di grano, gamberi) e lo zinco (carni, polipo, formaggio grana).

ILLUMINARE LA PELLE

Durante l’estate si può intervenire anche sulla luminosità della pelle, spesso opaciz-zata dall’eccessiva sudorazione. I cibi ricchi

di potassio (melanzane, rucola, banane), acido folico e vitamina A (spinaci), aiutano a ridare splendore al viso. Alla pari delle creme di ortaggi - da consumare fredde - i centrifugati di verdure, frutta o cereali.Senza dimenticare i piselli, fonte primaria di minerali, vitamine, aminoacidi, che in-tervengono nella sintesi proteica, facendo fronte ai processi di rinnovamento cellula-re dell’organismo.

CIBO ANTI-RUGHE

Per mantenere più elastica la pelle stres-sata dal sole, per prima cosa bisogna bere molto affinché si reidrati di continuo.Come frutta prediligere quella di colore

giallo, arancio e rosso: melone, anguria, pesche, peperone rosso.In quanto a verdura sono consigliate lat-tuga, sedano, carote, albicocche, pesche, valeriana, piselli: tutti ricchi di vitamine A ed E, potenti antiossidanti in grado di con-trastare i danni provocati dai radicali liberi e dal fotoaging indotto dall’esposizione prolungata ai raggi solari (perdita pro-gressiva di collagene e comparsa di rughe, macchie e discromie).

Federico Meda in collaborazione con Giovanni Seveso,

Specialista in Scienze dell’alimentazione

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Il parere dell’esperto: gli integratoriIl termine stesso indica delle sostanze utili per integrare il fabbisogno nutri-zionale, in caso di inadeguato apporto o eccessivo consumo.L’integrazione può riguardare macronu-trienti (proteine, lipidi, carboidrati) ma, in genere, non è necessaria se non in caso di attività muscolare intensa o a scopo “riparativo”. Diverso è il caso dei micronu-trienti, termine che indica fabbisogni mi-nori ma non per questo meno importanti:

vitamine e sali minerali entrano in gioco per far funzionare al meglio il nostro or-ganismo. Se la nostra alimentazione pre-vede cinque porzioni al giorno tra frutta e verdura il fabbisogno è più che soddi-sfatto. In casi particolari, però, è necessa-ria una integrazione. Qualche esempio? Dosi supplementari di ferro nelle donne in età fertile o acido folico e vitamina B12 in anziani con abitudini alimentari mono-tone o donne in gravidanza.

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Cinetosi, per dirla in termini scientifici, o più semplicemente l’ampio quadro dei males-seri che si accusano in viaggio, i cui sinto-mi non lasciano spazio ai dubbi: parliamo di disagio generale, pallore, sudorazione fredda, ansia, cui seguono spesso nausea e vomito. Tutto questo a prescindere dal mezzo di trasporto che utilizziamo: la cine-

tosi capita su navi, aerei, treni, automo-bili, camper, autobus, tram, ogni genere d’imbarcazione. La cinetosi è un problema rilevante nell’infanzia (fra i 3 e i 12 anni) e tende a migliorare crescendo, come ci conferma Marco Alfieri, medico del turi-smo. Nell’adulto si manifesta quasi esclu-sivamente nelle donne. «Ciò che scatena il

malessere generale», precisa il medico, «è la stimolazione eccessiva dell’apparato ve-stibolare, le strutture dell'equilibrio poste nell'orecchio interno». Rischi veri, effettivi, li affrontano solo gli anziani cardiopatici: «per loro, in casi rari, il calo di pressione può generare tachicardia, ovvero aumento del-la frequenza cardiaca. In questi casi meglio

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Disturbi in viaggioLe cinetosi - i malesseri da movimento - possono coglierci su ogni mezzo di trasporto. Ne soffrono in particolare i bambini fra i 3 e i 12 anni e, fra gli adulti, coglie soprattutto le donne. Vediamo insieme come prevenire il disagio e come contrastarlo efficacemente

Consigli pratici in prevenzioneEcco una serie di precauzioni utili per chi affronta un viaggio, a prescindere dal timore di soffrire di cinetosi:

Partire a stomaco pieno, ma dopo aver •fatto un pasto leggero. Durante il viag-gio si possono fare spuntini a base di grissini, crackers o pane, evitando di bere. Portarsi nel punto più stabile del vei-•colo (zona centrale della nave, sedili anteriori dell'auto o in corrispondenza dell'ala dell'aereo) e distrarsi guardan-

do il paesaggio. Non leggere durante il viaggio. •Su nave o traghetto è bene limitare, da •seduti (la posizione migliore), i movi-menti della testa e del corpo evitando di fissare le onde del mare o altri punti che si muovono. Non rimanere a lungo in silenzio poi-•ché il pensiero va, senza tregua, al ti-more di star male. Evitare, se possibile, di fumare. •Non utilizzare diffusori di profumo per •

auto: limitano l’ossigeno nell’abitaco-lo e favoriscono l'insorgere del mal di stomaco.Attenti al caffè: è utile per chi guida •(tiene svegli), ma può dare acidità di stomaco.Sostare, di tanto in tanto: una pausa •aiuta chi guida e distrae i bambini.Il condizionatore va usato con pruden-•za, per evitare un eccessivo divario di temperatura quando si scende.

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interrompere immediatamente il viaggio». In particolare, il mal d'auto non colpisce il guidatore, ma i passeggeri, soprattutto se seduti sul sedile posteriore dell'auto e se si percorre una strada piena di curve.

FARMACI ANTIDISAGIO

Non per tutti la prevenzione funziona e al-lora si può ricorrere a farmaci, la quasi to-talità sotto prescrizione medica. La scopo-

lamina, ad esempio, viene utilizzata per i suoi effetti anti-nausea e antivomito. Si trova in farmacia sotto forma di cerotto transdermico da applicare dietro l'orecchio almeno 2 ore prima di iniziare il viaggio. Niente bevande alcoliche o altri farmaci mentre si utilizza il cerotto e precauzione massima per le mani di chi li maneggia: vanno lavate a fondo perché parte della sostanza rilasciata può creare difficoltà agli occhi, se li si sfrega. Il dimenidrinato è un farmaco che agisce con un meccanismo tipicamente antista-minico, ha un effetto diretto e sedativo sul sistema nervoso centrale. Va assunto almeno 30 minuti prima della partenza. Si trova in commercio in forma di compresse, supposte o gomme da masticare, di effica-cia pari alla scopolamina, ha effetto solo per 4-6 ore (per ogni dose). L'assunzione può essere ripetuta se il viaggio dura più a lungo. Da evitare l'assunzione contem-poranea di altri farmaci con effetti sedativi sul sistema nervoso, per esempio quelli per trattare i sintomi del raffreddore e quelli per l'insonnia. Per la stessa ragione vanno evi-tate le bevande alcoliche.

I RIMEDI ALTERNATIVI

Tra i rimedi alternativi, sempre in farmacia, il braccialetto anti-vomito che si basa sull’an-tica medicina cinese. Secondo i principi

dell’agopuntura/digitopressione, il brac-cialetto va applicato (due dita sopra la linea del polso) nel punto P6 dell'agopuntura). La pressione su questo punto diminuisce il senso di nausea. Il braccialetto è preferito dai bambini, per i quali può essere messo sotto forma di gioco se li si convince che non va spostato durante il viaggio. Anche l'omeopatia ha i suoi rimedi per le cinetosi, da assumere in via preventiva o al primo accenno di nausea.

Gianni Poli in collaborazione con Marco Alfieri,

Medico del turismo

Consigli

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Quattro zampe in macchina

Il condizionatore non è pericoloso per lo stomaco del vostro anima-le, ma non fatelo sostare sotto il bocchettone dell'aria fredda: po-trebbe accusare problemi gastroin-testinali. I vostri animali preferiscono respirare l’aria normale, non forzata. Inoltre, cani e i gatti dovrebbero sempre viaggiare in apposite gab-biette (rivolte nel senso di marcia) o nel retro delle auto, divisi da una rete da guidatore e passeggeri.

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ApprofondimentoPROBLEMATICHE OCULARI

Guai in vista

Il professor Roberto Ratiglia, notissimo oftalmologo, diretto-re della Clinica oculistica della Fondazione IRCCS Ca’ Granda - Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, è la persona più adatta per ragionare dell’occhio, il cui funzionamento è spesso pregiudicato da una serie di malattie che, nel procedere degli anni, possono generare danni, a volte irreparabili. «Purtroppo i fattori ambientali, interni ed esterni, favoriscono questioni di stress e incidono sulle qualità visive. Parlo di postura, di scorret-ta illuminazione in casa e sul posto di lavoro, di uso prolungato del computer. L’eccessivo riscaldamento dell’ambiente, quindi il suo microclima, favorisce un cattivo stato di salute dell’occhio. I tessuti ne soffrono, si genera sempre più il fenomeno dell’oc-chio secco, di cui parecchi soffrono».

In che termini l’inquinamento atmosferico produce danni all’occhio?Talune particelle possono insediarsi all’interno dei tessuti, con fenomeni di bruciore, lacrimazione e fastidio generalizzato. Sino a una decina d’anni fa erano fenomeni marginali, non rilevanti.

Il sole, un problema insidioso. Il suggerimento, nel caso, è semplice. Ci si deve proteggere con un paio di occhiali da sole di qualità che assorbano al meglio i raggi UV. In alcuni casi l’esposizione nel tempo agli ultravioletti favorisce l’opacizzazione del cristallino, la cataratta, o la dege-

nerazione della macula. Pensate solo a quanti casi si hanno nel-le popolazioni africane. Da noi ci sono soggetti scriteriati che, sciando in estate sul ghiacciaio o andando in barca a vela, sotto-valutano i rischi che corrono, senza protezioni adeguate.

Quali i fronti in cui tirare un sospiro di sollievo?Sicuramente la scienza che si occupa dei problemi oculari, l’of-talmologia, ha fatto decisi progressi per il trattamento dei difetti visivi e la cura delle malattie dell’occhio, ma tuttora la diagnosi precoce è la miglior forma di contrasto delle varie patologie.

Quando cominciare a farsi vedere dal medico?Durante la prima infanzia, alcune disfunzioni o malattie oculari s’individuano sin dalla tenera età. Non pochi controlli si verifi-cano durante le elementari, ma una prima indagine andrebbe fatta a tappeto a tre anni, a livello di scuola materna.

La vera sentinella?Il pediatra, è lui che indirizza i genitori verso l’oculista. Pur non potendo impiegare terapie specialistiche, che non gli competo-no, è in grado di desumere dai sintomi che cosa fare. Ma il com-pito primario, il primo allarme deve sempre venire dai genitori. Alcuni segnali sono più che evidenti: un occhio un po’ più gran-de del normale deve far pensare al glaucoma, non può essere sottostimato.

L’occhio subisce sempre più oltraggi per l’inquinamento e lo stress. I consigli del professor Ratiglia, notissimo

oftalmologo, per ovviare ai crescenti disagi di cui soffre quest’organo fondamentale: in primis i controlli precoci

Sergio Meda, in collaborazione con Roberto Ratiglia, Oftalmologo

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Il glaucoma è il nemico più subdolo, da arginare per tempo.Dà segnali inequivocabili: lacrimazione, rossore, la sensazione dell’occhio più grande. C’è la possibilità di confonderlo con alcu-ne forme infiammatorie passeggere, tipo congiuntiviti, ma non bisogna mai passare sopra a certi sintomi, quelli elencati.

Per gli adulti, quali controlli suggerisce?L’occhio in età di presbiopia, a partire dai 40-45 anni, va sem-pre controllato. Anche se non è una malattia, se si tratta di un fenomeno fisiologico di invecchiamento dell’occhio. E poi, ogni due-tre anni, è bene farsi controllare la pressione intraoculare, in funzione dell’ipotesi di glaucoma e per anticipare alcune ma-culopatie che intervengono verso i 60 anni.

Gli interventi per eliminare i difetti visivi sono più sicuri oggi che in passato?I laser di ultima generazione sono affidabilissimi, se in mano a chirurghi esperti, ma segnalo che i benefici della chirurgia refrat-tiva, quella deputata a eliminare i difetti visivi, sono evidenti in chi elimina gli occhiali, ma con alcune precauzioni. Gli interventi fanno effettuati su persone adulte e in assenza di altre malattie dell’occhio. Se la miglior qualità visiva è garantita dalle lenti a contatto e se il soggetto non ha difficoltà a portarle, non vedo perché questa persona debba rivolgersi alla chirurgia refrattiva. Purtroppo c’è gente che parla delle lenti a contatto come di una schiavitù alla quale è bene sottrarsi.

Ci sono, professore, malattie dell’occhio non ancora trattabili?La retinopatia pigmentosa non ha, al momento, terapie, anche se vi sono interessamenti esperimenti genetici su animali. Lo stesso glaucoma in forma molto evoluta – e sono casi non rari – non si può trattare e solo una forma di degenerazione maculare senile trova un trattamento utile.

I problemi e i fastidi legati all’occhio sono sì, in prima battuta, di per-tinenza del farmacista ma, il più delle volte, il vostro consulente col camice vi indirizzerà correttamente allo specialista. L’oculista è l’inter-locutore primario di chi ha problemi oculari semplicemente perché in farmacia non è possibile controllare la pressione oculare, rilevare disturbi come una leggera miopia o problemi alla cornea, così come le malattie infettive. Il farmacista è un ottimo custode dei presidi, con o senza ricetta, legati agli occhi. Ci riferiamo ai colliri che pos-sono essere disinfettanti, isotonici, vegetali, cortisonici, antibiotici (o combinati, cortisonici e antibiotici), antistaminici (per le allergie); op-pure alle pomate (anche antibiotiche), alle soluzioni per lenti a con-tatto, alle lenti monouso, agli occhiali per la presbiopia e, in casi rari, anche agli occhiali per la ginnastica visiva.

I colliri, in linea generale, sono quelli disinfettanti e rinfrescanti, per “occhi arrossati” e quelli contro la secchezza oculare. I primi, che abbinano un disinfettante e un vasocostrittore, rendono l’occhio più bianco, perché queste sostanze minimizzano i capillari rossi. Sono, a tutti gli effetti, dei farmaci, e vanno usati con cautela: se l’utilizzo è saltuario è bene acquistare confezioni monodose (col tempo la solu-zione si desterilizza e rischia di diventare una coltura di batteri, poten-zialmente pericolosa per la salute dell’occhio). Se l’uso è prolungato, ci si orienta verso la confezione intera, avendo presente che il collirio non deve essere usato oltre i venti giorni dall’apertura del flacone.

Il ruolo del farmacista, custode dei presìdi chiave

Collirio istruzioni per l'usoIl collirio va instillato sia nella parte inferiore del sacco congiunturale tirando leggermente verso il basso la pelle sotto l’occhio, sia nell’angolo esterno per rallentare l’elimi-nazione attraverso il canale oculare. Dopo aver instillato una-due gocce, chiudere l’occhio per qualche secondo ed esercitare una lieve pressione all’angolo interno per chiudere il canale lacrimale, rallentando così il passaggio del collirio verso il naso. Dopo ogni applicazione chiude-re attentamente il contenitore, conservandolo secondo le modalità riportate sulle confezioni. Al termine del ciclo di cura e, in ogni caso, dopo 20 giorni dall’apertura del-la confezione, è bene gettare il collirio. Non a caso sono oggi in commercio efficaci colliri monodose.

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Contro la secchezza oculare i colliri hanno meno controindica-zioni (fra i componenti polimeri e acido ialuronico) e possono essere impiegati anche ogni giorno. La loro azione è rinfrescan-te, lenitiva, ripristina il normale film lacrimale. Vanno segnalate anche le varianti vegetali del collirio, anch’esse rinfrescanti e le-nitive, a base di eufrasia (note le sue proprietà antinfiammatorie), fiordaliso e camomilla.

L’occhio, va detto, diventa secco per l’inquinamento e per l’abuso da schermi (il computer è il principale imputato, ma an-che la tv, il cellulare e le moderne strumentazioni non sono da meno) e da condizionatori d’aria.

Ultimo aspetto, gli occhiali premontati, quelli per i presbiti. Si raccomanda l’acquisto soltanto a chi, in entrambi gli occhi, ha identici deficit visivi perché non correggono alcun difetto ocula-re. L’abbassarsi del prezzo di questo tipo di occhiale è effetto della concorrenza, in precedenza gli occhiali premontati erano venduti in esclusiva dagli ottici.

L’occhio è un organo delicato, molto soggetto agli agenti esterni. Il vento può asciugare il liquido lacrimale provocando secchez-za e, se carico di polvere, può generare bruciore o irritazione. La luce troppo violenta, il sole, il fumo, possono far sentire gli occhi stanchi e irritati. Altri disturbi dipendono da allergie e raffreddori, patologie più primaverili, ma in estate vanno considerati anche il nuoto, lo scarso sonno (non solo dei giovani), la guida a lungo di notte, tutti fattori che inducono disagi all’occhio. Questi stati di sofferenza si manifestano con disturbi di vario genere:

Infiammazioni, arrossamenti, bruciori, irritazioni, fastidio alla •luce.

Affaticamento, secchezza oculare, sensazione di corpo estra-•neo nell’occhio.Manifestazioni allergiche (prurito, gonfiore, lacrimazione ec-•cessiva, irritazione).

La causa di questi disturbi è spesso un’anomala dilatazione dei capillari che provoca maggiore afflusso di sangue all’occhio con arrossamento, irritazione e bruciore. In caso di infiammazioni oculari, caratterizzate da bruciore, eccessiva lacrimazione, arros-samento e fastidio alla luce, è utile applicare un decongestionan-te con un vasocostrittore che riduce l’anormale dilatazione dei capillari.

Gli occhi in estate

20 milioni di occhialuti«Nell’ultimo decennio», ci racconta Maurizio Chiodi, otti-co optometrista a Milano – «la qualità dei materiali con cui vengono approntate le lenti per occhiale o quelle a contatto, ha raggiunto standard elevatissimi di affidabi-lità e sicurezza». L’esercito degli occhialuti, stimato in non meno di 20 milioni di italiani, a maggioranza donne, può stare perciò tranquillo, a fronte di un mondo complesso, dove è possibile reperire lenti fotocromatiche, antiriflesso, con trattamento indurente (che le rende resistenti ai graf-fi) e preferibilmente infrangibili. Ce n’è davvero per tutti gusti, alla costante ricerca dell’occhiale o della lente a con-tatto che piaccia, faccia piacere a chi guarda e soprattut-to faccia star bene chi se ne serve. Interessante il risvolto psicologico che Chiodi sottolinea: «Noi ottici siamo anche confidenti della clientela, la accompagniamo verso un ac-quisto ragionato e consapevole, ovviamente nel rispetto dell’etica professionale che mai deve venir meno».

ApprofondimentoPROBLEMATICHE OCULARI

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Foille Sole e Foille Insetti.Dedicato a chi

fra punture e scottaturesi sta bruciando le vacanze.

pronto soccorso della pelle

Eritemi e scottature solari Punture d’insettiari

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Essendo in piena estate, ci concentriamo in particolare sui benefici dell'esposizione al sole che, con le dovute precauzioni e prote-zioni, non solo è piacevole ma utile per di-verse sindromi e patologie legate alla terza età. Iniziamo dicendo che i responsabili del calore, avvertito durante l'esposizione, sono i raggi infrarossi che rappresentano il 60% delle radiazioni solari. Sono quindi radiazioni calde che provocano vasodilatazione, l'irro-razione suppletiva di sangue che permette una maggiore ossigenazione ai tessuti. Con l'eccezione di persone con problemi a vene e capillari, o di particolari irritazioni alla pel-le (couperose, ad esempio) per tutti gli altri un bagno di sole è più che consigliato. An-che perché le note positive non finiscono qui. Il sole contrasta la perdita di calcio os-seo e previene l'osteoporosi e, a livello psi-

cologico, favorisce l'attivazione del sistema neuroendocrino e dell'asse ipotalamo-ipo-fisiotiroide-surrene con conseguenze molto positive sull'umore e sulla risoluzione degli stati depressivi. Per non parlare delle sindro-mi reumatiche, prime fra tutte l'artrosi. Se le articolazioni non sono gonfie (in quel caso meglio l'ombra e il fresco), il sole e l'aria di mare possono svolgere un'azione lenitiva molto importante. Vediamo ora, secondo le destinazioni di viaggio, i benefici che si possono ottenere.

AL MARE

L'umidità tipica delle località marittime ha un effetto salutare per le vie respiratorie e per patologie ad essa collegate. Ci riferiamo alla tubercolosi extrapolmonare, ai reumati-smi, alla già citata artrite e al rachitismo.Inoltre al mare il corpo tende a “eccitarsi”, particolare interessante per chi è affetto da esaurimento ed è in cerca di stimoli, meno per chi è nervoso.Anche se ormai non di esclusiva pertinenza delle località marittime, la talassoterapia - nel senso più etimologico del termine: tha-lassa/mare, thérapeia/trattamento - è utile per il riposo fisico e psicologico, la riabilita-zione (ortopedica e muscolare) e ha proprie-

tà sedative in caso di anemie, allergopatie stagionali, pollinosi, vasculopatie e affezioni ginecologiche.

IN MONTAGNA

La rarefazione dell'aria, la bellezza del pae-saggio e la quasi totale assenza di inquina-mento rendono la montagna uno dei luoghi più salubri che esistono. Si presta per le pa-tologie del sistema nervoso, dell'equilibrio psicofisico, per l'ipertiroidismo, oltre alla riso-luzione di problemi respiratori come l'asma bronchiale. L’altitudine influisce anche sulle riserve corporee: favorisce la riduzione del peso e migliora la funzionalità cardiocirco-latoria, apportando maggior ossigeno alle cellule.Oltre ai cibi - mediamente più freschi e meno trattati rispetto a quelli che si trovano nei supermercati della città - la montagna vanta una vasta offerta di centri termali, utili per curare moltissime patologie, e abitudini che aiutano a sintonizzarci sul nostro orolo-gio biologico. Dato che a passeggiate, gite e bagni in piscina si contrappongono salutari dormite, chi soggiorna in montagna è porta-to a sfruttare al meglio l’illuminazione natu-rale, sentendo meno il fastidio nel passaggio dal sonno alla veglia.

AL LAGO

La ridotta escursione termica, sole e vento mai troppo intensi fanno sì che l'organismo non subisca mai stimoli o sbalzi violenti, per-mettendo al corpo di rilassarsi e distendersi a dovere. In confronto a mare e montagna, il lago - al pari della campagna - è indicato per persone che non possono sopportare un cambiamento climatico eccessivo. Fra le indicazioni più importanti le affezioni car-diovascolari: ipertensione arteriosa, atero-sclerosi, arteriopatie, esiti di infarto, diabete; ma anche tutte le malattie osteoarticolari e le affezioni respiratorie.

Federico Meda in collaborazione con Bruno Rigamonti,

Gerontologo

Anziani

Acclimatazione beneficaL'esposizione a un clima diverso da quello abituale può essere un toccasana per il corpo ed essere sfruttato a fini terapeutici

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Per goderne i benefici ci vogliono almeno 15 giorni, considerato che i primi 4-5 servono al nostro organismo per ambientarsi

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Soffrono ben più di noi il caldo e vanno preservati dalla scottature, ad evitare problemi di pelle da adulti

L’estate ci ha raggiunto e con essa il gran caldo, che spesso però porta con sé fastidi e disagi per la pelle dei più piccoli. La cute dei bambini è più sottile e delicata di quella degli adulti, e per questo necessita di mag-giori cure e attenzioni, soprattutto quando fattori esterni, come sole e alte tempera-ture, possono creare problemi. Premesso che il sole fa bene, sia dal punto fisico che psicologico, perché mette di buon umore e stimola il movimento, bisogna sempre fare attenzione a “dosi” e “quantità”. Fino alle 11 del mattino e dopo le 16 i rischi per la pelle sono minori, ed è in queste ore che se ne possono sfruttare i benefici. Ma quando caldo e sole diventano eccessivi quali sono i problemi a cui la cute dei bambini può an-dare incontro?

SE SUDA?

I neonati, a causa di una termoregolazio-ne non ancora perfettamente sviluppata,

soffrono il caldo e gli sbalzi di temperatu-ra molto più degli adulti. Sul corpo di un bambino troppo coperto o che suda molto potrebbero comparire piccole chiazze rosa localizzate nei punti dove in genere si accu-mula sudore (collo, petto, inguine, pieghe delle braccia e delle gambe). Quest'eru-zione cutanea, spesso accompagnata da prurito, si chiama sudàmina e si manifesta quando il sudore non riesce a evaporare (i bambini piccoli fanno più fatica a smaltire il sudore poiché hanno a disposizione una superficie di evaporazione ridotta, all'incir-ca un nono rispetto a quella degli adulti). Il sudore, trattenendosi nei pori della cute, forma piccolissime vescichette che spor-

gono leggermente dalla superficie della pelle, rendendola ruvida al tatto. Si ovvia al problema facendo più volte al giorno dei bagnetti in acqua tiepida in cui sarà stato aggiunto bicarbonato o amido di riso, tam-ponando bene il bambino con un asciuga-mano di cotone e mettendo una pomata all'ossido di zinco o borotalco (anche in for-ma di crema per evitare problemi di inala-zione delle polveri), che assorbe il sudore e mantiene la pelle asciutta. Se l'irritazione è molto diffusa e il prurito intenso, il pediatra potrebbe anche consigliare un antistamini-co da prendere per bocca. Vestendo il pic-colo con abiti più leggeri e tessuti naturali quando fa caldo, mantenendo gli ambienti

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A tutela dei piccoli

Protezione e idratazione: linee guida da seguire. La protezione va sempre scelta in base al fototipo che determina la carnagione del-la pelle. Se la carnagione è chiara, i capelli biondi e gli occhi azzurri è consigliata la protezione massima (50 spf). Per i piccoli dai 4 anni in su con carnagione, occhi e capelli scuri anche la protezione media va bene. Scegliete una crema solare specifica per bambini e applicatela in maniera uniforme su tutto il corpo. Il filtro più adatto è quello con fattore di protezione elevato, con filtri Uva e Uvb con schermi fisici (ossido di zinco e titanio), ancora meglio se privi di ni-

chel. Lo strato di crema non deve essere né troppo spesso, perché bloccherebbe l’evaporazione del sudore, né troppo sot-tile, perché altrimenti non proteggerebbe adeguatamente, e le applicazioni vanno ripetute più volte nell'arco della giornata.Durante l'estate la cute dei bambini va idratata maggiormente. La sera, di ri-torno dal mare, dopo il bagnetto è bene stendere una crema emolliente che idrati a fondo ed elimini il senso di secchezza che i piccoli avvertono in mi-sura maggiore rispetto agli adulti. Anche in questo caso, così come per le creme

solari, è meglio scegliere prodotti speci-fici per bambini, adatti a un'epidermide non ancora completamente matura. So-litamente i prodotti per adulti, anche se si tratta di semplici creme idratanti, sono troppo aggressivi per loro e potrebbero scatenare irritazioni. Le creme scelte poi devono avere formulazioni ipoallergeni-che e un pH neutro. Se il bambino ha la pelle molto secca, si possono usare delle cold cream (creme dal maggiore conte-nuto di acqua) dall'azione estremamente idratante e che donano un'immediata sensazione di freschezza.

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in cui si soggiorna freschi e areati il pro-blema non dovrebbe più riproporsi. Se fa davvero molto caldo, non esitate a vestire il piccolo solo con il pannolino, anche se ha appena qualche giorno.

SE SI SCOTTA?

Proteggere i più piccoli dai danni del sole non è più solo un consiglio, ma un vero e proprio dovere. Le scottature in età pedia-trica sono, infatti, considerate tra i mag-giori fattori di rischio per l’insorgenza del melanoma in età adulta, e la profilassi per prevenire malattie in futuro si può fare solo da piccoli. Usare sempre una crema solare ad alta protezione, evitare le ore più cal-de, cercare di tenere i bambini all’ombra il più possibile, usare cappellino e occhiali da sole sono regole da seguire scrupolo-samente. Se questi consigli sono arrivati tardi però e il bimbo si è già scottato, due sono le soluzioni. In caso di eritema solare lieve bisogna idratare abbondantemente la pelle con una crema emolliente, coprire il bambino con una maglietta o una cami-cina di cotone ed evitare che si esponga al sole nei giorni successivi. Se invece l’eri-tema solare è diffuso e profondo è bene chiedere consiglio al medico o al farmaci-sta che, oltre alle stesse regole da seguire, potrebbe proporre una crema cortisonica a bassa potenza.

E SE MIGLIORA?

Ci sono alcune patologie dermatologiche che traggono giovamento dall’estate. Ec-zemi e dermatite atopica, per esempio, mi-gliorano notevolmente con il caldo e grazie all’azione antisettica dei raggi ultravioletti. Anche la dermatite da pannolino, sebbene non sia legata alla stagionalità, può trarre benefici da questi mesi estivi. D’estate, in-fatti, si possono sfruttare le alte tempera-ture e la possibilità di stare all’aperto per lasciare più spesso il bambino senza pan-nolino, in modo che la pelle possa respirare meglio. Fino a pochi anni fa diffusissima, la

dermatite da pannolino si è oggi ridotta in maniera notevole, soprattutto per gravità, grazie alla nuova generazione di pannolini imbottiti di poliacrilati (sostanze simili al polistirolo che assorbono i liquidi trasfor-mandoli in gel). Ora si ragiona per lo più di arrossamenti e lievi eritemi, ai quali si può ovviare con cambi frequenti (anche ogni 2-3 ore), igiene accurata, una pasta all’os-sido di zinco e, come accennato, lasciando respirare la pelle quanto più possibile.

Laura Camanzi in collaborazione conSara Valenti, Dermatologa

Spazio bimbi

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I lavori sempre più sedentari, le facilitazioni dovute alla tecnologia, il consumo spesso eccessivo di cibo hanno portato ad un aumento generalizzato di peso nella popolazione.La dilagante obesità che sta colpendo la nostra generazione non è un problema che riguarda solo gli uomini oramai, e i nostri amici a quattro zampe hanno spesso finito per rassomigliarci anche in questo

CAUSE

Si può parlare di allarme obesità anche tra i nostri piccoli amici di casa? «Anche se può sembrare eccessivo i dati recenti parlano chiaro: il 30-40% degli animali domestici è in sovrappeso e il 20% raggiunge la soglia dell’obesità». La dottoressa Virano esordisce con questo dato preoccupante e traccia poi un quadro chiaro dei fattori e degli elementi

che hanno portato a tale sviluppo. «Le cau-se dell’aumento di peso sono molteplici, an-che se la principale fonte di questo disagio resta un’errata abitudine alimentare. Spesso gli animali vengono iperalimentati da pro-prietari che trovano gratificazione nel farlo. Nutrire l’animale diventa un modo per sup-plire la mancanza di altre attenzioni, come il tempo dedicato al gioco o alle passeggiate in ampi spazi verdi. Causa associata è poi la mancanza di attività fisica, diventata sem-pre più evidente nelle nostre città dove le passeggiate risultano brevi e in spazi sem-pre più ristretti. A queste due grandi con-cause vanno aggiunti anche altri elementi che possono influenzare l’aumento di peso: l’età dell’animale (più invecchia e meno tenderà a muoversi, ingrassando di conse-guenza), la razza (ci sono razze che tendono maggiormente all’obesità, come il labrador). Anche il sesso può incidere sull’aumento di peso, infatti, si è visto che le femmine sta-tisticamente ingrassano più dei maschi. Ci sono poi fattori come la possibile presenza di malattie ormonali (le disfunzioni tiroidee per esempio) o la sterilizzazione che porta-no più frequentemente all’obesità».La sterilizzazione appunto, è uno degli elementi più spesso additato come causa dell’ingrassamento del proprio animale da parte di proprietari che evitano così di met-tere in discussione il proprio comportamen-

to. Ma è corretto addossare tutte le colpe a questa operazione? «Il rischio di ingrassare in un cane o in un gatto sterilizzato è di 2 volte superiore a quello di un animale che non viene sottoposto a tale intervento. La sterilizzazione apporta dei cambiamenti nel metabolismo dell’animale, e l’errore sta nel non tenerne conto. Con il cambia-mento ormonale il fabbisogno energetico dei nostri piccoli amici diminuisce, ma non altrettanto avviene per il loro appetito. Il cane o il gatto, senza un intervento di “rido-saggio” delle porzioni da parte nostra, ten-deranno a mangiare come facevano prima, non avendo però più la possibilità di bru-ciare la stessa quantità di energia. Aumen-teranno così di peso e andranno incontro anche a gravi conseguenze».

CONSEGUENZE

Come per l’uomo sono infatti molti i rischi e le patologie connessi all’obesità. «In-grassare», continua la dottoressa Virano, «riduce innanzitutto le aspettative di vita, e questo non è certamente un fattore da sottovalutare se si vuole bene al proprio animale. Può inoltre comportare lo svilup-po di patologie osteo-articolari, problemi cardio-respiratori, dermatopatie e predi-sporre al diabete. Nel gatto poi può indur-re la calcolosi: muovendosi di meno e be-vendo, di conseguenza, di meno, le urine tendono a concentrarsi, creando problemi alle vie urinarie».Spesso i proprietari per il troppo affet-to tendono a non essere obiettivi e a sottovalutare un aumento di peso che andrebbe invece tenuto sotto controllo. Tendenzialmente l’animale viene conside-rato in sovrappeso quando supera di oltre il 15% il peso forma, cioè il peso che aveva in pubertà o attorno al primo anno di vita. Esistono tabelle e grafici che permettono di stabilire il grado di obesità del cane o del gatto, ma l’esame più obiettivo resta sempre quello del veterinario, che prima di prescrivere dieta e movimento si ac-certa che l’aumento di peso sia dovuto ad un’errata valutazione del fabbisogno ener-getico dell’animale e non a una patologia specifica.

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Occhio alla bilancia

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SOLUZIONE: DIETA E MOVIMENTO

Il fai da te è sempre sconsigliato quando si tratta di dieta, sia che si parli di animali che di persone. Rivolgersi ad uno specialista è questione di amore e di buon senso. «Evitare i fuori pasto, seguire un regime ali-mentare corretto e fare tanta attività fisica: questi i diktat da seguire. Il cane deve poter passeggiare o giocare all’aperto almeno

per 40-60 minuti al giorno e il gatto, spesso costretto in ambienti chiusi che tarpano il suo senso innato da cacciatore, deve essere stimolato con giochi e percorsi che aiutino a ritrovare vitalità e a non rifugiarsi nel cibo come sostitutivo. La depressione, soprat-tutto nei gatti, è una delle principali cause dell’aumento di peso». Per quanto riguarda il regime alimentare, invece, le possibilità sono due: dieta casalin-ga o a base di prodotti commerciali specifici

per il sovrappeso. «Tra le due mi sento di consigliare la seconda, non solo per la pra-ticità, ma anche per le precise indicazioni riportate sulle confezioni delle quantità da somministrare, cosa che non risulterebbe altrettanto facile da fare se foste voi a pre-parare i pasti». A questo punto la domanda è quasi d’obbli-go: l’estate può essere un buon momento per iniziare una dieta? «Direi di sì: sfruttare la diminuzione dell’appetito dovuta al caldo e la possibilità di muoversi maggiormente sono due ottimi punti di partenza. Complici le vacanze e il clima favorevole si possono fare con i propri amici a quattro zampe lun-ghe passeggiate che non solo aiutino loro a tornare in forma, ma permettano anche a voi di godere degli stessi benefici».

Laura Camanzi in collaborazione con Vilma Virano,

veterinario a Torino

Salute a quattro zampe

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IN OMAGGIO

Spesso gli animali vengono

iperalimentati: nutrirli diventa

un modo per supplire alla mancanza

di altre attenzioni

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Benessere

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Esposto al sole il capello - al pari di tutte le fibre naturali - tende o a schiarirsi o, nel caso siano bianchi o decolorati, a ingiallire. Que-sto effetto decolorante è stato apprezzato a tal punto da diventare una tecnica adot-tata dai parrucchieri che ha preso il nome, appunto, di “colpi di sole”. Il meccanismo è semplice: la luce interagisce con le fibre de-terminandone la lucentezza perché viene sia riflessa sia assorbita dalla superficie del capello, la cuticola. Il colore, invece, è deter-minato da due pigmenti: uno giallo, la feo-melanina, e uno bruno-scuro, l’eumelanina, che si trovano nella corteccia; la luce attra-versando gli strati della cuticola ne rivela il colore.

MANTENERLI SANI

Le buone condizioni della superficie del capello sono fondamentali per riflettere co-lore e brillantezza. Fattori ambientali (acqua del mare e piscina, inquinamento), traumi (spazzola, elastici vari), sostanze chimiche e stress ne compromettono l’aspetto este-riore e possono comportare problemi in termini di resistenza alla trazione, fragilità e caduta.I danni strutturali sono dovuti alla fotossida-zione degli amminoacidi che compongono la cheratina, proteina essenziale per l’elasti-cità la flessibilità e l’integrità del capello.La fotoprotezione dei capelli non rientra ancora tra le necessità terapeutiche proba-bilmente perché, anche se danneggiati, i capelli ricrescono. Ma la caduta fisiologica maggiore che si riscontra in autunno può - almeno in parte - essere attribuita all’azione ossidante del sole in estate.Per contrastare la fotossidazione, al tratta-mento topico di shampo, balsami e lozio-

ni protettive, vanno associati integratori a base di vitamine o minerali, mirati e per pe-riodi di tempo stabiliti da un dermatologo o tricologo. In ogni caso, prima di partire, chiedete un consiglio al vostro farmacista: l’industria co-smetica ha messo a punto shampo e lozioni completi di filtri solari in grado di prevenire la rottura del fusto e ridurre i danni fotossi-dativi.

PREVENZIONE, SEMPRE E COMUNQUE

L’alimentazione è la prima forma di preven-zione, anche per quanto riguarda i capelli. Infatti, oltre ai macroelementi responsabili dell’adeguato apporto energetico, i micro-elementi sono importantissimi per una cor-retta nutrizione a fini tricologici. Parliamo di vitamine, sali minerali, alcuni estratti natura-li, aminoacidi. Le dosi non sono massicce - al-cuni milligrammi o addirittura microgrammi - ma fondamentali per la messa a punto del capello. Non a caso, queste sostanze sono definite bioregolatori o micronutrienti.I più comuni complessi e preparati vitami-nici garantiscono la giusta dose quotidiana di ferro (importante per la sintesi dell’emo-globina e l’ossigenazione dei tessuti), zinco,

magnesio, silicio, zolfo, rame (concorre alla colorazione) e aminoacidi (cistina e lisina sono tra i principali componenti della chera-tina, uno dei costituenti principi del capello) di cui l’organismo necessita e che colmano le carenze dovute a situazione temporanee come diete squilibrate, post-gravidanza, stress, stanchezza e depressione.

SOLUZIONI NATURALI

Rhodiola rosea, Serenoa repens o Saw pal-metto risultano utili qualora ci sia una rile-vante caduta di capelli, ritenuta anomala se superiore ai 100 capelli al giorno. La pri-ma, la Rhodiola, contrasta la stanchezza, migliora le prestazioni fisiche e condiziona l’umore: tutte condizioni che, in negativo, caratterizzano la caduta di capelli (soprat-tutto nelle donne); La Serenoa, invece, con-trolla l’iperproduzione di sebo e di forfora e svolge un’azione antiossidante che risulta utile in caso di alopecia androgenetica do-vuta ad un eccesso di diidrotestosterone, un metabolita che il Saw palmetto è in grado di mantenere su livelli di equilibrio.Concludiamo con delle semplici raccoman-dazioni. Si possono ridurre notevolmente i danni del sole - senza esagerare con le ore di esposizione - assumendo le razioni giorna-liere raccomandate di minerali, vitamine e aminoacidi e con l’uso regolare di filtri solari contenuti in shampo e lozioni specifici.

Patrizia Mantoessi, Farmacista a Monza

Colpi di sole

La caduta fisiologica maggiore che si riscontra in autunno può - almeno in parte - essere attribuita all’azione ossidante del sole

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Bimestrale di informazione al pubblico della Cooperativa Farmaceutica Lecchese

Anno 8, n° 4 Luglio-Agosto 2010Reg. Trib. Lecco N. 10/03

del 22/09/2003

Direttore responsabile Sergio Meda

Comitato Scientificodottor Paolo Borgarelli

dottoressa Valentina Guidi

CollaboratoriVirginia Caliendo, Laura Camanzi, Patrizia

Mantoessi, Federico Meda, Gianni Poli

Coordinamento redazionaleHand&Made Milano

Impaginazione e graficaDe Marchi di De Marchi Simone

www.de-marchi.com

StampatoreGam Edit Srl – Italy

Via A. Moro, 8 - 24035 Curno (Bg)

Associazione Nazionale EditoriaPeriodica Specializzata Socio Effettivo

A.N.E.S.ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA

PERIODICA SPECIALIZZATA

Associata al sistema Confindustria

Risponde il Farmacista

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Durante le vacanze capita spesso che mia figlia, giocando a tutte le ore del giorno, si ferisca nei modi più disparati possibili: ca-dute sulle pietre che delimitano le aiuole, vetri nei piedi in spiaggia, ferite varie per collusioni (!) contro cabine dello stabilimen-to o il recinto del giardino (entrambe in le-gno). Come devo comportarmi in ottica di primo soccorso? Quali sono le precauzioni da prendere per evitare cicatrici perenni o contagi pericolosi? Grazie.

Risponde la Dermatologa Virginia Caliendo

Prima di tutto è importante disinfettare e pulire la ferita con dell'acqua ossigenata o dei prodotti a base di clorexidina - evitando accuratamente l'acqua: potrebbe essere veicolo di batteri e altro. Se i bordi della ferita sono vicini e non sanguina molto non è necessario recarsi al pronto soccorso. Meglio concentrarsi sulla pulizia e sull'applicazione di un cerotto che deve sì ripa-rare e proteggere, ma anche permettere l'eventuale fuoriuscita di siero e residui.Per evitare brutte sorprese, è consigliata una pomata antibiotica, affinché si formi una bella cicatrice senza gonfiori o colorazioni strane.Per evitare, col tempo, che la cicatrice diventi discromica (più chiara o scura rispetto alla pelle circostante), è meglio non esporla al sole, coprendola con un cerotto o proteggendola con una crema ad alto fattore protettivo.

Cicatrici estive

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