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a cura della redazione

Il futuro del Molisepassa per la sua

Università

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Attualità

Attualità

Lo scorso 15 maggio, con 184 voti a favore contro i 142 di RaffaeleCoppola (7 le schede bianche), l’Università del Molise ha scelto comenuovo Rettore Gianmaria Palmieri, Ordinario di Diritto commerciale e attualmente Direttore del Dipartimento giuridico. Sarà in carica dal

1°novembre prossimo, fino al 31 ottobre 2019. Lo abbiamoincontrato insieme al professor Giovanni Cannata che ha retto le

sorti dell’Ateneo molisano per 18 anni e ne ha disegnato la fisionomia

Siamo con il Professore Palmieri, neo elettoRettore dell’Università del Molise che ini-zierà il suo mandato dal prossimo primonovembre, al posto del Professore GiovanniCannata. Professor Palmieri, recentemente Il Sole 24Ore ha provato ad applicare il DecretoGelmini, quello che sostanzialmente preve-de una riforma del quadro normativo perl’attribuzione dei fondi ministeriali alle uni-versità italiane. Per quanto riguarda il Molise, la situazionepare abbastanza drammatica, con ben settecorsi di laurea che non rientrando nei para-metri e sono destinati alla soppressione.Nonostante il Professore Cannata abbia piùvolte rassicurato l’opinione pubblica, restacomunque il fatto che anche il Governoattuale non sembra discostarsi dalla viatracciata da quelli precedenti, caratterizzatada grossi tagli ai fondi per l’università.Rispetto a questo l’Unimol adotterà unastrategia differente da quella attuale cheprevede un ventaglio abbastanza ampio diopportunità per l’offerta formativa?

Palmieri: Partiamo dalla classifica de Il Sole 24Ore del 5 maggio: questa individua una serie di ate-nei che sforano rispetto ai parametri ministeriali.Noi ci piazziamo al penultimo posto, il che significache siamo più virtuosi di tanti altri atenei del centrosud come la “Federico II” di Napoli, Foggia ed altreuniversità pugliesi. E’ un problema di sistema delle università centromeridionali; l’Unimol è la penultima e ci sono ate-nei che sono messi molto, molto peggio. Questa è lapremessa di un’altra classifica pubblicata a marzoche fa riferimento ad un surplus di sette corsi dilaurea. Certamente la tendenza, a livello italiano, adesso èdi semplificare l’offerta formativa. Noi abbiamo giàiniziato questo percorso con il Rettore Cannata, chelo ha previsto e stimolato. A livello nazionale si èpreso atto che non è la moltiplicazione dei corsi dilaurea a fare la qualità. La CRUI (Conferenza dei Rettori delle UniversitàItaliane) ha pubblicato delle statistiche che indivi-duano questo fenomeno della semplificazione deicorsi di laurea come il trend da seguire. La linea chevoglio proporre da novembre, rimane nel solco diquesta semplificazione dell’offerta e quindi si trat-

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Intervista con Gianmaria Palmieri e Giovanni CannataGianmaria Palmieri

smettere alla comunità scientifica i risultati dellapropria ricerca e trasmettere il proprio sapere aigiovani.

Lauree triennali, magistrali, dottorati diricerca, master: l’Unimol può giocare sututti i fronti o dovrà limitarsi ad alcuni seg-menti di questa offerta?Palmieri: C’è l’esigenza di individuare delle filiereformative forti, che non si interrompono.Dobbiamo puntare su settori d’eccellenza nella pro-spettiva da me già indicata prima, ovvero quella dicreare competenze che possano collocarsi dapper-tutto, non solo in Molise.

Uno dei problemi da affrontare potrebbeessere quello dell’eccessiva frammentazio-ne dell’Università sul territorio. In questo senso è paradigmatico il caso diPesche: le associazioni studentesche, spe-cialmente il Collettivo 2K8, lamentano lascarsità di risorse per il diritto allo studio,pur in un regime di tassazione omogeneo.In più c’è l’atavico problema dell’inefficien-za dei trasporti. Lei come si muoverà rispetto a queste pro-blematiche?Palmieri: L’articolazione regionale è un plusvalo-re per l’Unimol, perché come tutti sanno, e quelleche lei ha citato ne sono espressione, c’è una pro-spettiva di razionalizzazione del sistema universita-rio che, a mio avviso, nel giro di un decennio por-terà al taglio di diverse realtà. La carta vincentedell’Unimol è quella di essere una Università regio-nale: trasformarci nell’Università diCampobasso sarebbe un auto ridimen-sionamento prodromico a quei ridi-mensionamenti che arriverebbero dal-l’alto. Essere l’Ateneo della regione Molise sicombina bene con la prospettiva delladislocazione su più sedi dei corsi di lau-rea. Tuttavia è corretto quello che lei ponein evidenza: ci sono dei problemi cheriguardano la fruibilità dei servizi inalcune sedi e da questo punto di vistadobbiamo lavorare nella prospettivache è già stata percorsa, con un fortedialogo con gli enti locali, perché nonpuò essere l’università a risolvere pro-blemi che spettano alle amministrazio-

ni, come quello del trasporto pubblico e della viabi-lità, dei servizi collettivi; questi sono beni comuniche devono diventare anche beni fruibili dai nostristudenti.

Lei mi pare che abbia costruito il suo pro-gramma in maniera molto partecipata.Adesso che si pone il problema della gover-nance, la eserciterà cercando il massimocoinvolgimento oppure opterà per unamodalità più verticistica?Palmieri: Non posso pensare che non vi sia infor-mazione capillare e adeguata sulle storie personali;io vengo da una esperienza di due volte Presidedella facoltà di Giurisprudenza, Direttore del dipar-timento giuridico e penso di avere sempre lavoratocol metodo della collegialità, credo che oggil’Università che abbiamo costruito, e il RettoreCannata è stato un protagonista di questo percorso,sia un’Università matura, uscita dalla fase adole-scenziale e abbia bisogno di collegialità e di unaresponsabilità che deve essere esercitata collettiva-mente da tutti gli organi e da tutti i soggetti che vipartecipano, quindi non verticismo, ma partecipa-zione e collegialità.

A proposito di organi collegiali, io cerco diassumere il punto di vista dello studente, vistoche è di questo che stiamo parlando, del futu-ro e della vita dei ragazzi: a partire da que-st’anno una quota vicina al 7% del fondo difinanziamento ordinario dell’Università,viene distribuita fra gli atenei, sulla base diuna classifica della qualità della didattica e

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terà di individuare dei corsi d’eccellenza, alla luceanche di quelle che sono le risorse umane e profes-sionali che abbiamo a disposizione nell’ateneo. Nella mia prospettiva, vi è anche un’attenzione par-ticolare agli studenti, nel senso di correggere inqualche modo alcuni squilibri che riguardano ilrapporto tra studenti e docenti, perché non tutti icorsi di laurea prevedono un rapporto omogeneo egli squilibri sono stati indotti dall’esigenza di adat-tare la struttura organizzativa dell’ateneo a quelliche sono i parametri ministeriali che sono in conti-nuo mutamento da quindici anni a questa parte. Sotto questo punto di vista, la prospettiva è di lavo-rare per migliorare la nostra condizione. Ma chiara-mente i parametri ministeriali sono parametripenalizzanti per il centro sud: noi non abbiamo entilocali in grado di finanziarci adeguatamente, nonabbiamo fondazioni bancarie, industrie. Se quindi iparametri con i quali vengono pesati gli atenei,sono quelli della capacità di attrarre risorse dal ter-ritorio il Molise, come le altre regioni centro meri-dionali, non hanno le stesse chance della Toscana odel Veneto. Questa nostra situazione penalizzantedipende anche dal contesto nel quale ci troviamo adoperare.

Detto questo, mi pare che sidebba puntare sui diparti-menti che hanno uno strettolegame con le vocazionisocio-economiche del terri-torio. Sappiamo che l’agricoltura,il patrimonio culturale, ilturismo, sono i temi fortiper il Molise del futuro.Come si prepara l’Universitàper favorire l’investimentoin questi ambiti?Palmieri: E’ opportuno pun-tualizzare questa prospettiva,perché l’Università deve forma-re a 360 gradi. Il territorio nonha la capacità di assorbire tuttii nostri laureati, perché laregione è piccola. Noi dobbia-mo formare laureati che sidevono collocare nel mondodel lavoro. In tutti gli atenei ita-liani e del mondo esistono lematerie di base, che sono lematerie forti di tutti gli atenei esono quei corsi di laurea che

danno maggiori chance ai nostri giovani di trovareun’occupazione di livello. L’università non deve avere confini territoriali el’Università del Molise deve formare giovani capacidi collocarsi a Campobasso, Isernia, Termoli,Roma, Milano, New York, in modo da sprovincializ-zare anche questa regione. Io punto sulle eccellen-ze, certamente il dipartimento di Agraria è un valo-re aggiunto, ma non è l’unico di questo ateneo, cisono una combinazione di dipartimenti, corsi dilaurea che tengono conto del territorio, ma anchedelle esigenze formative generali dei giovani chechiaramente non possono essere condizionate dalledinamiche localistiche.

Per il prossimo futuro, l’Università delMolise punterà più sulla ricerca o sulladidattica?Palmieri: Perché creare questa contrapposizionetra le due parti? L’Università è formata da entram-be le componenti e per insegnare occorre essereprima degli ottimi ricercatori e quindi il potenzia-mento della ricerca è funzionale alla didattica. Il professore non è un soggetto autoreferenziale,deve destinare agli altri le proprie conoscenze, tra-

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Uno scorcio della nuova biblioteca

questo punto, delle tasse universitarie, certamentenella prospettiva a cui ha lavorato il Rettore, marispetto alla quale anche io mi collocherò, cioè difavorire il più possibile il diritto allo studio, chesignifica possibilità per la platea degli studentimolisani, ma anche per quelli dei territori limitrofi,di potere accedere alle offerte formative di basesullo stesso piano dei loro colleghi di altre zone ter-ritoriali; quindi un’offerta formativa di base forte èuna prima misura per garantire il diritto allo stu-dio, in più c’è il discorso delle tasse, su cui c’è unosforzo di adeguamento delle borse di studio rispet-to al reddito. Un’altra cosa e chiudo: io ho letto con piacere unadella prime dichiarazioni del Presidente delConsiglio, Enrico Letta, in cui asseriva la sua inten-zione di dimettersi, nel caso in cui si fosse trovatodifronte all’esigenza di provvedere a nuovi tagliall’Università. Io confido in una inversione deltrend e soprattutto in una maggiore attenzione aiproblemi dell’Università nel centro-sud.

Un’ultima domanda, la nuova Ministra haparlato molto di scuola, però riguardo all’u-niversità la tendenza a creare Fondazioniprivate sembra praticamente ineluttabile,come intende rapportarsi a questa realtà?Palmieri: La ministra Maria Chiara Carrozza èuna collega pisana che è stata Rettore delSant’Anna, un’istituzione pubblica; autonomia nonsignifica università privata, l’autonomia dell’uni-versità è un valore costituzionale, l’università pub-blica deve essere autonoma, quindi c’è un’esigenzarispetto alla quale io penso di lavorare nei limiti diquello che un Rettore di un’università che, comequella del Molise, può fare per favorire l’universitàpubblica rispetto alle istituzioni universitarie priva-te, che sono collocate in contesti territoriali chegodono di chance e di risorse esterne, che qui man-cano, quindi non penso che il nuovo Governo simuova in una prospettiva di potenziamento delleistituzioni universitarie private.

La ringrazio; porrei adesso volentieri qual-che domanda al Rettore Cannata che haaccompagnato con attenzione finora que-st’incontro. Lei ha ascoltato le domande che abbiamorivolto al professor Palmieri; le chiediamoinnanzitutto di fare un bilancio del suolungo incarico all’Università del Molise.Cannata: Il Rettore Palmieri è stato troppo diplo-

matico su alcune delle domande che avete posto,alcune delle quali però, devo dire, non corrispondo-no a un livello adeguato d’informazione; io possoparlare più liberamente di lui; voi avete rappresen-tato il punto di vista di una associazione studente-sca, mentre andrebbero rappresentati i punti divista di tutti gli organi di rappresentanza degli stu-denti.In un’istituzione, ovviamente, tutto dev’essereascoltato, anche le espressioni più particolari, ma leistituzioni camminano sulle gambe dei loro organi.Alcune questioni sono state impostate in questaconversazione con un approccio non corrispom-dente alla mia filosofia più generale.La mia filosofia di questi anni è stata non divisiva,per usare un termine che oggi va molto di moda, mipare di cogliere invece qualche volta atteggiamentiassolutamente divisivi.Voglio ricordare che le scelte di distribuzionedell’Università a livello territoriale sono state fattein un’altra epoca e con altre condizioni, conGoverni che sono anche cambiati nel tempo, il cen-trosinistra ha ceduto il passo al centrodestra, maqueste questioni sono state affrontate in manieraaperta fin dalle origini. Quindi l’invito che io faccio,anche coma auspicio di buon lavoro per il RettorePalmieri, è che si riesca a superare un atteggiamen-to, contenuto per la verità solo in alcune pieghe dicultura divisiva: non esiste la Facoltà di Agraria equella di Giurisprudenza, la Repubblica ha costitui-to questa Università con alcune scelte che stavanonello Statuto iniziale; le Facoltà sono quelle chesono venute crescendo per rispondere a delle ipote-si di fabbisogno formativo constatato e non sonosmontabili perché rappresentano un valore parten-do proprio dall’affermazione del Rettore Palmieri,quando ha detto che l’Università deve formare;l’Università non è un istituto tecnico superiore,quella è un’altra istituzione che ha le sue regole spe-cifiche. In altri sistemi come quello tedesco, questo vienericonosciuto più specificamente: ci sono le “FacoltSchule” e le Università; in Italia l’esperimento degliistituti tecnici superiori va in quest’ottica, quindi leuniversità e gli istituti di scuola media superiore, sonodue cose del tutto differenti.

E allora come bisognerebbe orientare un’of-ferta formativa equilibrata?Cannata: Il punto è riuscire a dare consapevolezzaalle istituzioni per le funzioni svolgono. Visto che hocapito che c’è una sottile riflessione sul quesito, se ci

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della ricerca redatta dal Ministero; in que-ste classifiche l’Università del Molise si èattestata, mi corregga se sbaglio, al 50esimoposto su 56 atenei. A partire dall’anno acca-demico in corso, l’Unimol ha scelto poi diinnalzare le tasse universitarie all’11% e diintrodurre ulteriori aumenti per gli studen-ti fuori corso. Insomma gli studenti praticamente si paga-no da sé le borse di studio, le quali peròsono riuscite a coprire soltanto il 50% deirichiedenti, quindi abbiamo paradossal-mente un 50% di allievi che sono idonei, mache però non prendono la borsa di studioper mancanza di fondi. Lei cosa intende fare rispetto a questa situa-zione, anche se non è di competenzadell’Università?Palmieri: Partiamo dalla prima parte della suadomanda, cioè dalla questione delle classifiche, chesono compilate sulla base di parametri; uno deiparametri fondamentali che pesa e condiziona for-temente quelle classifiche riguarda il rapporto frapersonale docente e studenti. In periodi di tagli all’università, in cui la virtuosità

degli atenei viene misurata in relazione alla capa-cità di attrarre fondi dal territorio, la circostanzache l’Università degli studi del Molise sia nellafascia medio-bassa dipende dalle scelte politicheche sono state fatte a livello nazionale, che impedi-scono all’Ateneo di poter usufruire degli stessipunti di organico di cui usufruiscono gli atenei delcentro-nord. Quindi l’indisponibilità di docenti di ruolo in servi-zio nell’Ateneo per coprire tutto il fabbisogno deinostri corsi di laurea ci penalizza, perché nonabbiamo i punti di organico per scalare la classifica.Da qui il dato che lei citava, che è un dato che peral-tro ci accomuna a tantissimi atenei del centro-sud. Però abbiamo anche altri dati, che sono quelli dellasoddisfazione degli studenti rispetto ai corsi di lau-rea che hanno seguito, la percentuale di studentiche si riscriverebbero all’Università degli studi delMolise è altissima, rispetto alla prospettiva nazio-nale. Per quanto riguarda le norme sul diritto allo studioinvece, ci sono dei discorsi di sistema che nondipendono dell’Università degli studi del Molise.Ieri siamo stati alla CRUI (Conferenza dei Rettoridelle Università italiane), dove si è parlato anche di

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Giovanni Cannata

critici), ma che non sia divisivo; bisogna trovareassolutamente i punti che uniscono nell’interlocu-zione e dobbiamo trovare ovviamente le risorsenecessarie per operare.

Sono propositi che il nostro giornale sotto-scrive senza eccezioni.Cannata: A proposito del reperimento delle risorse,voglio ricordare il grande sforzo prog ettato da diversotempo, per il quale c’è stato un Accordo di program-ma firmato tra la Regione Molise, il Ministrodell’Economia e il Ministero dell’Università, che portaun titolo importante: Conoscere per competere. E’ uninvestimento per sostenere la formazione di giovaniricercatori, oltre che alcuni interventi strutturali.Le università non si creano dalla mattina alla sera,ma con un lungo percorso; sono passati alcuni annie oggi abbiamo la potenzialità di una classe di gio-vani che potrebbero accedere ai percorsi di alta for-mazione e quindi concorrere al concorso per ricer-catori; ecco com’era destinato quell’accordo di pro-gramma.Io spero che gli impegni presi vengano ribaditi;penso che il Rettore Palmieri onorerà tutte le carteche io ho firmato nel tempo, anche perché tuttequeste carte sono state deliberate negli Organi col-legiali, e negli organi collegiali c’erano anche quelli

che avrebbero potuto dissentire. Oggi abbiamo inmano alcuni strumenti che possono consentire aigiovani di questa regione di specializzarsi, natural-mente in ottemperanza alle normative europee,dobbiamo accelerare in questa direzione e mi augu-ro che questa accelerazione abbia luogo.Penso che ci sia ancora maggiore necessità di farecomunicazione istituzionale sulle scelte dell’univer-sità, proprio perché poi ogni tanto sento delle valu-tazioni che non corrispondono a un’adeguata cono-scenza dei fatti, ma i fatti si conoscono innanzituttose si vogliono conoscere, poi se ci si vuole docu-mentare attentamente e infine se la fonte dell’infor-mazione è onesta nel fornirla.La presunzione di onestà penso che debba esseregarantita a tutti in questo percorso, la presunzionedi disponibilità non è questione che dobbiamoaffrontare oggi perché l’Università ormai esiste datanti anni su questo territorio.L’Università ha un motto che ripeto sempre e che dob-biamo sempre ricordare; lo ricordo io, lo ricordano imiei colleghi, lo onorerà il professore Palmieri, nesono certo, al quale ho espresso il mio voto incondizio-nato di apprezzamento; il motto dell’Università è“scientiarum ad mentis Repubblicae utilitati”, che percoloro che non conoscono il latino che da qualchetempo viene abbandonatonegli studi vuol dire, per

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serva di più un laureato in Giurisprudenza o un laurea-to in Agraria, (così entriamo direttamente nelle que-stioni senza preamboli), io credo che servono entrambicon specificità diverse; penso per esempio alla collabo-razione che un laureato in Giurisprudenza può dareall’evoluzione della Pubblica Amministrazione piùavanzata, senza la quale non ci può essere nessun pro-getto di sviluppo.Serve il laureato in Agraria? Certamente, serve pervalorizzare alcune caratteristiche del territorio, ma haragione Palmieri quando dice che noi non laureiamoper determinare un posto di lavoro nel Molise; io hosempre disaccoppiato l’attività di formazione conquella di costruzione del posto di lavoro; noi nonsiamo l’ufficio di collocamento, noi siamo un’istitu-zione che deve fare alta formazione.Lei (rivolto a Paolo Di Lella) ha fatto una riflessioneche io non condivido su Pesche, questione che peral-tro ho illustrato anche agli organi ministeriali.

La illustri anche ai nostri lettori...Cannata: Vorrei ricordare che Pesche ha minoredistanza da Isernia da quella che in una città dimedia grandezza uno studente deve attraversare dacasa sua per raggiungere l’università. Avendo a disposizione una struttura bellissima,

fatta con i soldi pubblici e che oggi è adeguata alleesigenze del Dipartimento di Scienze, che inveceprima era ospitato in un ex Seminario e non potevarispondere alla normativa sulla sicurezza, oltre chea quella sulla didattica; certamente c’è il problemadei collegamenti, ma questo non è un problema chedeve risolvere l’Università.L’Università deve svolgere il suo compito e gli Entilocali devono determinare quella che un molisanosaggio una volta ha chiamato “la politica dell’acco-glienza” per gli studenti con i servizi a loro dedica-ti.Ha ancora ragione Palmieri quando fa riferimentoalla necessità di sprovincializzare l’ambiente, e que-sto è un rischio che non deve correre nessuno,neanche un giovane intervistatore; noi abbiamoricevuto tantissime visite di ospiti autorevoli, acominciare dallo stesso Presidente dell’AgenziaNazionale per la Valutazione, che io ho portato invisita a Pesche, proprio per fargli vedere che cos’e-ra questa realtà e come questa realtà oggi funzio-nasse.L’invito che faccio è quello di accompagnare dalprimo novembre in poi, il lavoro che il RettorePalmieri si accinge a fare, con un atteggiamento dinatura anche critica (quando è necessario essere

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Giovanni Cannata durante l’intervista

L’Università del Molise

l’aumento delle conoscenze scientifiche e al serviziodello Stato, della società.

Mi permetta di fare una precisazione, noifacciamo delle domande anche per dareoccasione di chiarire le questioni, ma senzaalcun pregiudizio.Cannata: Ha usato il sostantivo che ci vuole inquesto caso, il pregiudizio, un altro sarebbe stereo-tipo. Bisogna buttare a mare l’uno e gli altri.Io potevo avere una strategia, quella di continuaread occupare queste stanze fino al 31 ottobre in iso-lamento; sarebbe stata una scelta idiota. Abbiamoscelto, anche per la qualità del nostro rapportointerpersonale col Rettore Palmieri, cioè fra il pro-fessore Palmieri e il professore Cannata, cioè fraGianmaria Palmieri e Giovanni Cannata e cioè fra ilRettore in carica e il Rettore eletto, di condivideregià da subito un percorso.Ieri siamo stati insieme, per esempio, in Conferenzadei Rettori, non è frequente che il Rettore uscente siporti dietro il suo collega subentrante, e posso dire diaver letto nello sguardo affettuoso di tanti colleghi incarica ma anche nello sguardo di soddisfazione delRettore Palmieri, che l’accoglienza che ci è stata riser-vata è stata di grande riguardo.Perché sto citando questo fatto? Non gliela possodare perché è ancora una bozza di mozione che saràpubblicata ad horas in quanto il Presidente dellaConferenza ci sta lavorando, ma molte delle que-stioni contenute nelle sue domande, sono stateaffrontate in Conferenza dei Rettori, dove esisteuna assoluta consapevolezza della gravità dellasituazione attuale. Le cito solo dei temi, così lascia-mo un’agenda di riflessione per il futuro: la questio-ne finanziaria, il diritto allo studio, piccolo inciso,come ho già detto nella mia precedente incursione,questa non è competenza nostra; ricordo in que-st’ambito che la copertura media nazionale è del60%, quindi noi abbiamo dei problemi, ma è ilsistema Italia, poi c’è il problema del turn over deidocenti e del personale, la questione dell’autono-mia didattica e la farraginosità di alcune procedureburocratiche che determinano il fatto che la stam-pa, anche quella nazionale, prende cantonate per-ché non ha consapevolezza delle tecnicalità che cisono sotto, il problema delle Commissioni per leabilitazioni nazionali, il tema importante del dotto-rato di ricerca, alcuni temi di gestione di naturaoperativa, il tema delle università non statali, iltema delle università telematiche, le questioni delfondo per l’edilizia per il quale non abbiamo più

fondi dallo Stato, gli unici fondi sono stati dati giu-stamente all’Emilia Romagna dopo il terremoto,per dare un contributo a quella realtà, il rapportocol servizio sanitario nazionale per quanto riguardale facoltà mediche; 19 punti di agenda sui quali noistiamo lavorando.E’ chiaro che di tutto questo sia le università sui ter-ritori, sia la Conferenza nazionale, sia il Ministeroper le sue competenze, sia gli Enti locali, devonoavere consapevolezza. Questa è un’agenda di problemi sulla quale bisognalavorare; è importante che la stampa l’accompagnicon un’informazione corretta, che non vuol dire chela stampa deve dire quello che vogliamo noi, madeve accompagnare queste informazioni, perchéviceversa torniamo ai sostantivi che ci siamo rega-lati poc’anzi: pregiudizi e stereotipi.

Palmieri: Volevo rivolgervi un ringraziamento perquest’intervista anche così vivace, perché a mepiace il dialogo, anche quando è ruvido, purché sialeale. L’Università è un ben comune; così come inospedale non si può dire ci deve essere il reparto dicardiologia e non quello di ginecologia per inten-derci, lo stesso vale per la struttura universitariache deve garantire formazione rispetto alle esigen-ze che derivano dalla comunità delle persone, e daigiovani innanzitutto. Sono i giovani a richiedere di iscriversi ad un corsoinvece che ad un altro, perché evidentemente c’èun’esigenza che va in quella direzione. L’Universitàcome bene comune richiede che essa sia autonoma,perché l’Università appartiene a tutti, non appartie-ne a una parte; voi lavorate in un giornale che sichiama il bene comune, io partecipo a un progettonazionale sull’acqua.L’acqua è un tema che investe una realtà comequella di Agraria, di Scienze, ma anche il diparti-mento giuridico...

Certo, perché è un bene universale...Palmieri: Esatto, è un bene universale e per la suatutela esistono le scienze dure e quelle sociali, sidevono combinare; e così come in un ospedale cidev’essere sia il reparto di chirurgia, di ortopedia edi ginecologia, lo stesso vale per l’Università.

Bene, abbiamo terminato. Noi ringraziamo ilRettore Cannata anche per essere stato 18anni al servizio delle Res pubblica e facciamoi nostri migliori auguri di buon lavoro alnuovo Rettore Gianmaria Palmieri.

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