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Il Filo d’Oro durante la seconda guerra mondiale T rascorso il primo anno, il Filo d’Oro continua a proporsi soprattutto come strumento di colle- gamento con le ex allieve alle quali si intende offrire, oltre a strumenti di formazione religiosa, anche informazioni e suggerimenti utili ai fini di un inserimento nel mondo lavorativo. In questa ottica si inserisce l’iniziativa, avviata nel marzo 1940, a cura di Mamma Laura, in preparazione ai concorsi magi- strali: si tratta di una serie di articoli in cui venivano offerte utili indicazioni sull’impostazione del tema d’esame e qualche esempio di tracce da sviluppare. La bufera che si stava già abbattendo su una vasta parte dell’Europa avrebbe purtroppo modificato i piani di molte giovani, alle quali le suore insegnanti, in un editoriale dal titolo “Tempo di guerra” (luglio 1940) vollero subito inviare il loro augurio ed inco- raggiamento, invocando soprattutto l’aiuto di Dio af- finché “passata la bufera” fosse concesso “un lungo periodo di pace all’Italia, all’Europa e al mondo”. Un avvenimento importante per la vita scolastica del- l’Istituto si registra il 5 luglio 1941, giorno in cui si svolse la prima giornata delle ex allieve, un’iniziativa, questa, che continua ancora oggi a oltre settant’anni di distanza. In quell’occasione venne approvato il re- golamento in cui, tra l’altro, si individuava l’obiettivo di “continuare ad unire le alunne alle loro case di edu- cazione, affinché anche lungi dall’Istituto esse vivano in quella luce di Fede e in quell’ideale di bene che qui, all’alba della vita, hanno imparato ad amare”. Si fissò anche la quota sociale annua in lire 12 e provvisoria- mente venne nominata una segretaria-cassiera, la pro- fessoressa Maria Teresa Capucci. Al termine della guerra, poi, si ricostituirà ex novo l’associazione ex allieve, il cui primo convegno si svolgerà il 29 giugno 1947, durante il quale sarà eletta presidente la prof.ssa Maria Vespignani. Nel periodo compreso tra il 1941 e il 1943 è interes- sante segnalare un’iniziativa che vide coinvolte le alunne dell’Istituto, le quali non solo avviarono una fitta corrispondenza con i soldati impegnati al fronte e con i feriti, ma portarono avanti anche alcune atti- vità a loro favore. Tra queste segnaliamo la “Giornata del fiocco di lana” il 29 ottobre 1941, un’iniziativa che vide la raccolta di 16,850 kg. di lana grezza e filati, che le alunne trasformarono in caldi indumenti per i combattenti. Sul Filo d’Oro rimbalza inoltre, in quegli anni, l’eco di un importante avvenimento per Lugo, ossia l’inaugura- zione del Santuario della Madonna del Molino, il 2 giu- gno 1943, alla presenza del Cardinal Federico Tedeschini che volle far visita anche alla Casa Madre delle suore “Fi- glie di San Francesco di Sales” e qui presenziare la so- lenne funzione della Prima Comunione e della Cresima di alcune educande, pensionanti e allieve. È doveroso ri- cordare che proprio nei sotterranei del nuovo Santuario si rifugerà, nel luglio 1944, l’intera Comunità religiosa, ad eccezione della Vicaria, suor Matilde Donati e altre quattro suore, le quali restarono nella Casa Madre. Rie- vocando tre anni dopo quei terribili momenti e le “lun- ghe tenebrose tenebre del rifugio” la Madre Generale, suor Maria Vittoria Cozzani, così scriverà: “Solo la fede “Mamma Laura”: Grand’Uff. Prof. Lauretta Rensi Perucchi (1873-1966), moglie del filosofo Giuseppe Rensi e mamma di Madre Grazia Rensi Lauretta Rensi Perucchi è stata Ispettrice degli Asili del Canton Ticino, fondatrice di una scuola per ra- gazzi anormali a Verona, insegnante a Lugano, Fi- renze, Messina, Genova; è stata nominata dal Presidente Gronchi, su proposta del Ministro del- l’Istruzione, Grande Ufficiale al merito della Repub- blica – è stata la prima donna ad essere insignita di tale onorificenza; a Genova ha animato il salotto anti- fascista di “casa Rensi” e per questo fu anche incarce- rata assieme al marito. A novant’anni Lauretta Ren- si-Perucchi dirigeva ancora l’immensa casa di riposo di “Genova-Doria”. Ha trascorso vari periodi della sua vita presso il no- stro Istituto, scrivendo moltissimi articoli su Il Filo d’Oro reggeva! La fede in una divina e misericordiosa onni- potenza, in una materna e soave protezione … nella Casa della Madonna”. L’ultimo numero del Filo d’Oro, prima della fine della seconda guerra mondiale, porta la data del dicembre 1943 nel quale spicca un articolo firmato FIDES: pur risultando qui evidente il clima di grande terrore che domina ormai incontrastato da troppi anni, non man- cano alcune parole di speranza. Rivolgendosi alle al- lieve e alle ex allieve ci si appella al senso di responsabilità, invitando tutti a “cooperare allo sforzo immane di una redenzione morale, che deve trovare i suoi presupposti nella formazione di una coscienza integra”. Richiamando poi le parole di papa Pio XI, “nessuno ha il diritto di essere mediocre nell’ora pre- sente”, si auspicava la “concordia di menti e cuori tesi a un solo ideale”, pronti a superare “ogni ostacolo per il bene”. Giordano Dalmonte Congratulazioni vivissime ai nuovi “licenziati” Alunni promossi all’esame di Stato a conclusione del primo ciclo di istruzione: Classe 3ªA: Balbi Francesco, Barlotti Lucrezia, Biolcatti Rinaldi Kriss, Calini Maria, Ca- valiere Rita, Conti Matilde, Cornacchia Lucrezia, Filippi Giovanni, Garbin Filippo, Gior- nelli Anna Giulia, Greco Giuditta, Lusa Sophia, Mambelli Lorenzo, Martelli Chiara, Montanari Tommaso, Mordenti Lorenzo, Paparelli Luca, Pezzi Gabriele, Pinto France- sca, Valvassori Chiara, Venieri Ferdinando, Verlicchi Erica. Classe 3ªB: Agostini Luca, Albertini Pietro, Albicini Michele, Amadei Federica, Berci Cristina Ioana, Boni Nicola, Calderoni Federico, Dassasso Lorenzo, Gallone Alessandro, Guerra Aurora, Hilaj Aurora, Migliaccio Paolo, Sarini Lorenzo, Verghi Carlotta, Vulpe Ia- smina Mihaela, Zironi Giulia. RADUNO EX-ALLIEVI 2013 Carissimi tutti, quest’anno la giornata dedicata a noi sarà il 6 ottobre. La festa siamo noi: per questo vi invi- tiamo tutti, ex giovanissimi ed ex “più maturi”, a partecipare a questo incontro, che sarà sicura- mente gioioso. Sarebbe molto bello se qualche gruppo volesse ricordare un anniversario “speciale” del di- ploma: per consigli e aiuto ci si può rivolgere all’Istituto. Ecco il Programma di massima della GIORNATA EX-ALLIEVI 2013 Domenica 6 ottobre * Ore 12: SANTA MESSA presieduta da don Maurizio Ardini * Ore 13: Pranzo Comunitario * Pomeriggio INSIEME: incontri, ricordi, chiac- chiere, foto, mercatino… * Per il pranzo è indispensabile prenotare allo 0545-22212 o allo 0545-23207. Vi aspettiamo numerosissimi, insieme alle vo- stre famiglie!!! Anna Luisa Fabbri, le suore e gli insegnanti

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Page 1: Il Filo d’Oro durante la seconda guerra · PDF fileIl Filo d’Oro durante la seconda guerra mondiale T rascorso il primo anno, il Filo d’Oro continua a proporsi soprattutto come

Il Filo d’Oro durante la seconda guerra mondialeTrascorso il primo anno, il Filo d’Oro continua a

proporsi soprattutto come strumento di colle-gamento con le ex allieve alle quali si intende

offrire, oltre a strumenti di formazione religiosa,anche informazioni e suggerimenti utili ai fini di uninserimento nel mondo lavorativo. In questa ottica siinserisce l’iniziativa, avviata nel marzo 1940, a curadi Mamma Laura, in preparazione ai concorsi magi-strali: si tratta di una serie di articoli in cui venivanoofferte utili indicazioni sull’impostazione del temad’esame e qualche esempio di tracce da sviluppare. La bufera che si stava già abbattendo su una vastaparte dell’Europa avrebbe purtroppo modificato ipiani di molte giovani, alle quali le suore insegnanti,in un editoriale dal titolo “Tempo di guerra” (luglio1940) vollero subito inviare il loro augurio ed inco-raggiamento, invocando soprattutto l’aiuto di Dio af-finché “passata la bufera” fosse concesso “un lungoperiodo di pace all’Italia, all’Europa e al mondo”.Un avvenimento importante per la vita scolastica del-l’Istituto si registra il 5 luglio 1941, giorno in cui sisvolse la prima giornata delle ex allieve, un’iniziativa,questa, che continua ancora oggi a oltre settant’annidi distanza. In quell’occasione venne approvato il re-golamento in cui, tra l’altro, si individuava l’obiettivodi “continuare ad unire le alunne alle loro case di edu-cazione, affinché anche lungi dall’Istituto esse vivanoin quella luce di Fede e in quell’ideale di bene che qui,all’alba della vita, hanno imparato ad amare”. Si fissòanche la quota sociale annua in lire 12 e provvisoria-mente venne nominata una segretaria-cassiera, la pro-fessoressa Maria Teresa Capucci. Al termine dellaguerra, poi, si ricostituirà ex novo l’associazione exallieve, il cui primo convegno si svolgerà il 29 giugno1947, durante il quale sarà eletta presidente la prof.ssaMaria Vespignani. Nel periodo compreso tra il 1941 e il 1943 è interes-sante segnalare un’iniziativa che vide coinvolte lealunne dell’Istituto, le quali non solo avviarono unafitta corrispondenza con i soldati impegnati al frontee con i feriti, ma portarono avanti anche alcune atti-

vità a loro favore. Tra queste segnaliamo la “Giornata delfiocco di lana” il 29 ottobre 1941, un’iniziativa che vide laraccolta di 16,850 kg. di lana grezza e filati, che le alunnetrasformarono in caldi indumenti per i combattenti. Sul Filo d’Oro rimbalza inoltre, in quegli anni, l’eco diun importante avvenimento per Lugo, ossia l’inaugura-zione del Santuario della Madonna del Molino, il 2 giu-gno 1943, alla presenza del Cardinal Federico Tedeschiniche volle far visita anche alla Casa Madre delle suore “Fi-glie di San Francesco di Sales” e qui presenziare la so-lenne funzione della Prima Comunione e della Cresimadi alcune educande, pensionanti e allieve. È doveroso ri-cordare che proprio nei sotterranei del nuovo Santuariosi rifugerà, nel luglio 1944, l’intera Comunità religiosa,ad eccezione della Vicaria, suor Matilde Donati e altrequattro suore, le quali restarono nella Casa Madre. Rie-vocando tre anni dopo quei terribili momenti e le “lun-ghe tenebrose tenebre del rifugio” la Madre Generale,suor Maria Vittoria Cozzani, così scriverà: “Solo la fede

“Mamma Laura”: Grand’Uff. Prof. Lauretta RensiPerucchi (1873-1966), moglie del filosofo GiuseppeRensi e mamma di Madre Grazia Rensi

Lauretta Rensi Perucchi è stata Ispettrice degli Asilidel Canton Ticino, fondatrice di una scuola per ra-gazzi anormali a Verona, insegnante a Lugano, Fi-renze, Messina, Genova; è stata nominata dalPresidente Gronchi, su proposta del Ministro del-l’Istruzione, Grande Ufficiale al merito della Repub-blica – è stata la prima donna ad essere insignita ditale onorificenza; a Genova ha animato il salotto anti-fascista di “casa Rensi” e per questo fu anche incarce-rata assieme al marito. A novant’anni Lauretta Ren-si-Perucchi dirigeva ancora l’immensa casa di riposodi “Genova-Doria”.Ha trascorso vari periodi della sua vita presso il no-stro Istituto, scrivendo moltissimi articoli su Il Filod’Oro

reggeva! La fede in una divina e misericordiosa onni-potenza, in una materna e soave protezione … nellaCasa della Madonna”. L’ultimo numero del Filo d’Oro, prima della fine dellaseconda guerra mondiale, porta la data del dicembre1943 nel quale spicca un articolo firmato FIDES: purrisultando qui evidente il clima di grande terrore chedomina ormai incontrastato da troppi anni, non man-cano alcune parole di speranza. Rivolgendosi alle al-lieve e alle ex allieve ci si appella al senso diresponsabilità, invitando tutti a “cooperare allo sforzoimmane di una redenzione morale, che deve trovarei suoi presupposti nella formazione di una coscienzaintegra”. Richiamando poi le parole di papa Pio XI,“nessuno ha il diritto di essere mediocre nell’ora pre-sente”, si auspicava la “concordia di menti e cuori tesia un solo ideale”, pronti a superare “ogni ostacolo peril bene”.

Giordano Dalmonte

Congratulazioni vivissime ai nuovi “licenziati”

Alunni promossi all’esame di Stato a conclusione del primo ciclo di istruzione:Classe 3ªA: Balbi Francesco, Barlotti Lucrezia, Biolcatti Rinaldi Kriss, Calini Maria, Ca-valiere Rita, Conti Matilde, Cornacchia Lucrezia, Filippi Giovanni, Garbin Filippo, Gior-nelli Anna Giulia, Greco Giuditta, Lusa Sophia, Mambelli Lorenzo, Martelli Chiara,Montanari Tommaso, Mordenti Lorenzo, Paparelli Luca, Pezzi Gabriele, Pinto France-sca, Valvassori Chiara, Venieri Ferdinando, Verlicchi Erica.Classe 3ªB: Agostini Luca, Albertini Pietro, Albicini Michele, Amadei Federica, BerciCristina Ioana, Boni Nicola, Calderoni Federico, Dassasso Lorenzo, Gallone Alessandro,Guerra Aurora, Hilaj Aurora, Migliaccio Paolo, Sarini Lorenzo, Verghi Carlotta, Vulpe Ia-smina Mihaela, Zironi Giulia.

RADUNO EX-ALLIEVI 2013Carissimi tutti, quest’anno la giornata dedicata a noi sarà il 6ottobre. La festa siamo noi: per questo vi invi-tiamo tutti, ex giovanissimi ed ex “più maturi”,a partecipare a questo incontro, che sarà sicura-mente gioioso.Sarebbe molto bello se qualche gruppo volessericordare un anniversario “speciale” del di-ploma: per consigli e aiuto ci si può rivolgereall’Istituto.Ecco il Programma di massima della

GIORNATA EX-ALLIEVI 2013

Domenica 6 ottobre* Ore 12: SANTA MESSA presieduta da donMaurizio Ardini* Ore 13: Pranzo Comunitario* Pomeriggio INSIEME: incontri, ricordi, chiac-chiere, foto, mercatino…* Per il pranzo è indispensabile prenotare allo0545-22212 o allo 0545-23207.

Vi aspettiamo numerosissimi, insieme alle vo-stre famiglie!!!

Anna Luisa Fabbri, le suore e gli insegnanti

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Una “full immersion”di inglese a scuola

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L’anno scolastico 2012-2013è sicuramente iniziato al-l’insegna di un potenzia-mento della presenza dellalingua inglese a scuola, conl’introduzione di novitàimportanti come le lezionicon un’insegnante madre-lingua e la certificazioneesterna KET, accanto allatradizionale rappresenta-zione teatrale in lingua, giàda anni proposta da questascuola e per entrambe lelingue di insegnamento, in-glese e francese, e allaprima esperienza di ospi-talità di ragazzi americanipresso le famiglie degli stu-denti.Cominciamo con la rappre-sentazione teatrale in lin-gua, che viene propostaormai da anni come un’oc-casione di incontro con par-lanti madrelingua in uncontesto diverso e sicura-mente più motivante dellalezione tradizionale inclasse. Come viene orga-nizzata questa attività? Ilteatro della scuola ospitatutti gli anni una compa-gnia di attori madrelingua,specializzata nella realizza-zione e presentazione dispettacoli per gli studentidella scuola secondaria.Alla rappresentazione faseguito un momento moltoimportante per l’apprendi-mento ed il consolida-mento della linguaappresa, il “workshop” ascuola, un laboratorio incui gli attori e piccoligruppi di studenti si con-frontano per più di un’oracon attività didattiche, gio-chi organizzati e momentidi dialogo, a volte ancheimprovvisato e che scaturi-sce spesso dalla curiosità edall’entusiasmo dei ra-gazzi (ma rigorosamentesempre in lingua!)La compagnia teatrale in-glese Action Theatre([email protected]) propone ogni anno inter-venti didattici diversi e scritti su misura aseconda dell’età e del livello di cono-scenza della lingua inglese. Questa riccae diversificata proposta viene sfruttatacome un’ opportunità per presentare ascuola due spettacoli diversi, uno per leclassi seconda e terza e un altro per leclassi prima e le classi quinta della ScuolaPrimaria, realizzando così un’attività incontinuità verticale. A partire dal mese marzo la scuola haanche organizzato un corso di potenzia-mento di inglese con una insegnantemadrelingua per le classi prima e se-conda, per offrire la possibilità di eserci-tare e potenziare le abilità di ascolto,comprensione e interazione orale con unaparlante madrelingua specializzata anchenella didattica scolastica ed in stretta col-laborazione con l’insegnante di classe. Un’altra importante novità e che ri-guarda le classi terza è stata l’attivazionedi un corso di potenziamento di lingua in-glese e di preparazione alla certificazioneesterna KET FOR SCHOOLS. A partiredall’inizio del secondo quadrimestre sonostati organizzati 10 incontri pomeridianidi un’ora con l’ intervento di un’inse-gnante professionista madrelingua.

L’Europa è servitaI gusti degli altri per scoprire

che non si mangia solo per nutrirsiSi può studiare geografia come una rassegna di statie climi, ma si può rendere il tutto più accattivantescoprendo che in certi paesi prevale l’uso di burroperché il clima rigido non consente la coltivazionedi ulivi, ma le precipitazioni abbondanti fanno cre-scere pascoli rigogliosi. È quello che abbiamo cer-cato di fare per tutto l’anno scolastico con il progettomultidisciplinare L’Europa è servita che ha coinvoltole classi seconde. Il percorso didattico ha visto il cibocome potente strumento di interpretazione e studiodi altri Paesi. Il risultato è stato un affascinante viag-gio per l’Europa alla scoperta del «cibo degli altri»che ha posto domande e ha maturato l’approccio al-l’alimentazione dei nostri ragazzi. Eccovi il diariodi bordo.Il mercato regionale francese allestito a Lugo, con isuoi colori, sapori ed odori e quattro chiacchiere inlingua con un commerciante d’oltralpe sono servitia dare l’avvio, incuriosendo e motivando la classepiù dell’esame di un testo scritto.Una punta di curry sulla lingua, assaggiato durante l’ora di inglese, ha finitoper rendere accattivante ed immediato lo studio della civiltà britannica e dellacolonizzazione indiana.Abbiamo toccato con mano che l’apprendimento predilige l’uso dei cinquesensi, i collegamenti tra discipline, l’esperienza diretta.Partendo dalla curiosità o anche dal ribrezzo provato nei confronti di piatticome il porridge o l’haggis, che ha tra gli ingredienti anche lo stomaco di pe-cora, si può condurre la classe ad una maggiore apertura e curiosità nei con-fronti del diverso e dell’altro, con l’obiettivo di migliorare la loroconsapevolezza sulle loro personali scelte alimentari.Ogni ragazzo ha approfondito un tema di suo interesse legato al cibo, realiz-zando un documento in lingua inglese e francese, ed un ipertesto sulla cucinadel Paese europeo che più lo aveva interessato. La condivisione in classe delmateriale raccolto ha prodotto risultati a volte curiosi o esilaranti, spesso edu-cativi e mai scontati.Siamo arrivati alla conclusione che il cibo non si limita a soddisfare un bisognoprimario: quello che scegliamo di mangiare rivela spesso chi siamo, a qualegruppo etnico o sociale apparteniamo, è influenzato dalle mode e ha conse-guenze sulla nostra salute.Espedienti ingegnosi hanno portato paesi poveri a inventare piatti calorici maeconomici, latitudini diverse fanno sì che la giornata sia scandita dai pasti adorari differenti e questo inevitabilmente influenza anche gli stili di vita.Le stesse industrie agroalimentari hanno elaborato tecnologie capaci di ri-spondere di volta in volta all’esigenza di conservare, di risparmiare tempo o diassicurare un aspetto accattivante al cibo in vendita.Alcune ricerche si sono concentrate su take away o fast food, termini ormai diuso comune tra i ragazzi ma che hanno chiari risvolti sociali.Sono emersi chiaramente i rischi della globalizzazione che tende ad omologaresapori e ingredienti, e d’altro canto la sempre maggiore diffusione di ristorantie piatti etnici.Ai sapori dell’infanzia e della propria terra non si rinuncia: gli emigrati con-servano gelosamente le ricette di famiglia e le trasmettono alle nuove genera-zioni, ma che dire degli spaghetti alla bolognese, piatto italiano che può esseregustato ovunque nei ristoranti tranne in Italia?Ma L’Europa è servita nasce come progetto eminentemente multidisciplinare.Così l’insegnante di inglese ha presentato un ricettario romagnolo con branitradotti in italiano, dialetto e inglese, sperimentando, non senza alcuni effettiesilaranti, il rapporto ancestrale tra il cibo e la lingua materna, e l’intraducibi-lità di alcuni termini. Come non ridere vedendo gli “orecchioni” tradotti in “bigears” o come non riflettere sulle tagliatelle chiamate “noodles”? Grazie all’interesse e alla partecipazione dei ragazzi quello che doveva essereun percorso motivante e interdisciplinare è diventato occasione di formazioneumana.L’analisi della campagna portata avanti nel Regno Unito dal famoso cuocoJamie Oliver ha stimolato il dibattito sull’opportunità di proporre cibo fresco ebio nelle mense scolastiche.Nella migliore delle ipotesi ci auguriamo di aver aperto un confronto con l’al-tro: del resto non esiste un piatto tipico italiano che possa prescindere da altricontinenti. Cosa sarebbe la pizza senza il pomodoro proveniente da oltreoceano? Sarà vero che la forma degli spaghetti è cinese? Cosa si può scopriresu esportazioni ed importazioni, mercato libero o protezionismo, analizzandola storia dello zucchero, da quello di canna a quello di barbabietola?La partecipazione attiva delle classi e la vivacità del dibattito che ne è seguitoci fanno sperare che il percorso non sia concluso, ma che prosegua in classe, adesempio con lo studio dell’apparato digerente, e in famiglia, con la partecipa-zione alle scelte alimentari e, perché no, alla preparazione dei pasti.

Barbara Santolini

luglio 2013

Nella foto la rappresentazione teatrale in inglese

Il corso di potenziamento di inglese con una insegnantemadrelingua

L’offerta formativa per il potenziamentodella lingua inglese comprende anche daquest’anno la possibilità di ospitare in fami-glia uno studente di nazionalità americanaper un periodo di tre giorni. La scuola hacolto l’opportunità presentata da un’associa-zione austriaca che da anni opera nel settoredel turismo in collaborazione con scuole delcomprensorio lughese, per dare un’ulterioreoccasione ai ragazzi di confrontarsi con lalingua e soprattutto la cultura di un loro coe-taneo madrelingua inglese. I genitori e i ragazzi hanno aderito con en-tusiasmo a questa proposta e le adesionisono state numerose, sollecitate in molticasi dagli stessi ragazzi, curiosi di incon-trare loro coetanei americani. Anche se lapermanenza è stata breve molti ragazzihanno stretto amicizia e si sono scambiatiindirizzi con la seria intenzione di conti-nuare a tenersi in contatto e magari di ri-vedersi il prossimo anno. Non sonomancate le occasioni poi per ritrovarsi in-sieme grazie all’iniziativa di genitori chehanno organizzato giornate e feste. Ad anno scolastico concluso il bilancio delleattività proposte dalla scuola per il poten-ziamento della lingua inglese si può consi-derare più che positivo.

Manuela Buldrini

Studenti italiani e americani in gita al mare

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Noi, Figlie di San Francesco di Sales, nel2008 abbiamo aperto una missione aKatani, Kenia. Quando siamo venute

qui, questo era il posto dove circolavano libera-mente giraffe, zebre, cammelli che passavano acentinaia e tante, tante gazzelle. Katani era unvillaggio quasi inesistente, formato solo da qual-che capanna sparsa qua e là e benché sia abba-stanza vicino all’aeroporto di Nairobi, non erafacile arrivarvi per via della strada, solo tracciatama mai portata a termine e ancora oggi, neigiorni di pioggia è una vera sfida percorrerla acausa del fango.Prima di noi erano giunti qui i missionari di SanFrancesco di Sales e avevano iniziato una scuolaprofessionale per ragazzi, dove ancora oggi duenostre suore insegnano.Noi dapprima abbiamo cercato di conoscere lagente, di capire che cosa per loro era più neces-sario e unitamente al lavoro di evangelizzazioneabbiamo iniziato ad accogliere i piccoli per to-glierli dal fango e dar loro una educazione: è ini-ziata così una piccola scuola materna che via,via, ha preso corpo con l’aiuto dei genitori stessi,pronti sempre a darci una mano, e il sostegnoeconomico di alcuni benefattori.Gli inizi non sono stati facili: la missione piutto-sto isolata, la paura dei ladri che prendevano dimira le scuole e ogni nuovo ambiente e che nonesitavano ad uccidere, il modo di vivere nuovo,le risorse sempre scarse e la polvere, sempre eovunque tanta polvere o fango, ci hanno messoveramente alla

prova. Ma più grande di ogni difficoltà è statol’aiuto del Signore che ci è giunto soprattutto at-traverso l’accoglienza degli abitanti, della lorodisponibilità ad aiutarci nelle fatiche dell’inse-rimento iniziale, della grande fiducia con cui cihanno affidato i loro bambini.Oggi la scuola, che porta il nome della nostraMadre Confondatrice: “Madre Teresa Fantoni”,è concretizzata e molto conosciuta, anche senon ancora completamente finita, ed è fre-quentata da oltre 200 bambini che vengonoanche dai villaggi vicini. Attorno ad essa sonostate costruite tante casette; altri missionari emissionarie sono giunte e il villaggio si sta tra-sformando in un bel paese, sempre però polve-roso perché la strada non è ancora stata finita,chissà se mai si finirà, e il terreno è piuttostoarido, poi c’è il periodo delle piogge e alloraalla polvere si sostituisce il fango, ma il clima èbuono e noi stiamo bene.L’anno scorso abbiamo raggiunto un altro tra-guardo: l’autorizzazione ad aprire una scuolaper maestre di scuola materna in modo da of-frire una qualificazione alle molte ragazze delvillaggio e dintorni che non possono raggiun-gere la città per proseguire gli studi. La scuola èancora in fase di costruzione, ma già funzio-nante per la gioia delle famiglie.Accanto al servizio educativo rimane sempreprioritario l’impegno a conoscere e a vivere conla nostra gente, perciò continuiamo a visitare lefamiglie, ad ascoltare e a cercare con loro di cre-

scere nel rispettoreciproco. Siamoanche impegnatenella pastoraleparrocchiale.Ci fa piacere sen-tirci accolte eanche apprezzateda questi nostrifratelli e sorelle edesideriamo im-pegnarci semprepiù per esserestrumenti di dia-logo fra di loro ecol laboratric inella crescitaumana e spiri-tuale di questinostri fratelli.

Le sorelledi Katani

Village

luglio 2013

La nostra missione a Katani - Kenia

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Il vostro cuore sia sempre in DioLe Figlie di San Francesco di Sales apostole della preghiera

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Don Carlo CavinaUna vita per la Chiesa

Dal 1850 al 1870È un ventennio pieno di attività e segnato daeventi memorabili. La vita apostolica di don Ca-vina è molto fervente. È un pastore attivissimoe sempre attento alle esigenze del suo gregge. Il1855 è un anno duramente sconvolto da un’epi-demia di colera che miete vittime e mette in gi-nocchio la popolazione lughese. Don Carloripristina una tradizione locale molto antica: laprocessione dell’immagine della Madonna delMolino, venerata dai lughesi, dal Santuario, suaabituale sede, alla Collegiata, in occasione delleRogazioni. Il 29 luglio la “bianca Madonna diLugo patrona” entra in città. Nonostante lagrande affluenza di popolo, non si registranonuovi casi di colera, anzi l’epidemia si arresta.Il 22 luglio 1857 don Carlo, e con lui tutta la cittàdi Lugo, vive la grande emozione di accoglierela visita del Sommo Pontefice Pio IX, dalle cuimani aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotalequand’egli era Vescovo di Imola.Il periodo che va dal 1858 al 1868 è denso dieventi politici che cambiano il corso della storiaitaliana. La Chiesa locale si deve misurare con lacaduta del governo pontificio, il passaggio dellaRomagna al Regno d’Italia, il forte anticlericali-smo che esplode senza limiti. Don Carlo af-fronta questo nuovo difficile momentofavorendo un legame più stretto fra il clero e ifedeli. Organizza iniziative di preghiera, dà im-pulso alle devozioni tipiche della pietà popo-lare, promuove la predicazione e intensifical’attività delle organizzazioni ecclesiali.In ogni attività apostolica si dimostra un uomodi grande equilibrio, ma soprattutto un presbi-tero obbediente, che si attiene alle direttive delsuo vescovo.Nel 1868 Don Carlo Cavina fonda il circolodella gioventù cattolica “San Francesco diPaola”, il primo di tale genere in tutta la diocesidi Imola. È un’iniziativa di grande portata, cherivela la profonda attenzione e sensibilità pa-storale del Cavina nei confronti dei giovani, chesono sempre più esposti a rischi e pericoli.Nel 1872 il Prevosto istituisce a Lugo l’Associa-zione dell’Apostolato della Preghiera che an-cora oggi è animata dalle Suore dellaCongregazione da lui fondata.

Aprendo il “Regolamento di Vita”- il Direttorio spirituale scritto dadon Carlo Cavina per le suore dalui fondate - proprio al primo arti-colo viene indicata quale missioneesse devono compiere nellaChiesa, anzi ne indica due: le Fi-glie di san Francesco di Sales sonochiamate ad essere apostole dellapreghiera ed educatrici della fede.Ma in un tempo come il nostro incui l’efficientismo, il pragmati-smo, il “fai da te” la fanno da pa-droni, in un “mondo in fuga” -come lo definisce Anthony Gid-dens – in cui “non si ha il tempo”per fare tante cose, tantomenopregare, come si può attualizzarela missione di apostole della pre-ghiera? Papa Benedetto XVI, inun’Udienza Generale il 3 ottobre2012, diceva ai tanti pellegrini pre-senti: “La vita di preghiera consi-ste nell’essere abitualmente allapresenza di Dio e averne co-scienza, nel vivere in relazione conDio come si vivono i rapporti abituali della nostra vita, quellicon i familiari più cari, con i veri amici; anzi quella con il Si-gnore è la relazione che dona luce a tutte le altre nostre rela-zioni. Questa comunione di vita con Dio, Uno e Trino, èpossibile perché per mezzo del Battesimo siamo stati inseritiin Cristo, abbiamo iniziato ad essere una sola cosa con Lui(cfr Rm 6,5)”.E Giovanni Paolo II nel discorso di accoglienza alle migliaiadi giovani convenuti a Roma per la GMG del grande Giubi-leo del 2000 aveva detto: "Fate esperienza di preghiera, la-sciando che lo Spirito parli al vostro cuore. Pregare significaconcedere un po' del proprio tempo a Cristo, affidarsi a Lui,rimanere in silenzioso ascolto della sua Parola, farla risuo-nare nel cuore."Con altre parole, con un linguaggio che appartiene al suotempo, don Carlo nel Regolamento di Vita dice: “Il vostrocuore sia sempre in Dio […] e il vostro sguardo sia fisso efermo nel fine di glorificare – in ogni modo possibile – il vo-stro amato Signore” (RdV cap. VIII art. 12).Per la Figlia di San Francesco di Sales la preghiera è il re-spiro quotidiano, il contatto cuore a cuore col Signore alquale ha donato tutta la propria vita, e a questa intimità at-tinge l’energia, la forza, lo slancio per compiere ogni altramissione che le viene affidata.“La vostra vita deve essere una vita di continua preghiera;voi, più che altri, dovete porre in pratica l’insegnamento diCristo: «Pregate e senza interruzione pregate». È il riferi-mento a una delle frasi più sconvolgenti del Vangelo in cuiGesù dice di «pregare sempre senza stancarsi mai» (Lc 18,1).Sembra un’utopia irrealizzabile e viene da chiedersi: “Comefare?”Don Cavina risponde esortandoci ad avere il cuore semprein Dio, ma anche a praticare quella che San Francesco diSales chiamava la “preghiera vitale”, cioè vivere ogni mo-mento della nostra esistenza come una lode a Dio, una pre-

ghiera incessante fatta di opere. “Pregare sempre” non vuol dire moltiplicare le pre-ghiere, ma orientare tutta la vita a Dio: lavorare, faticare,soffrire, riposare solo per lui, come dice S. Paolo: “Nes-suno di noi, infatti, vive per se stesso e nessuno muoreper se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Si-gnore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia cheviviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore”(Rm 14, 7-8).La preghiera è quindi l’anima di ogni apostolato, anzi di-viene essa stessa una grande forma di apostolato: cispinge e ci sollecita a compiere ogni nostra azione nellaconsapevolezza di fare di essa un prolungamento di ciòche Dio ha compiuto creando il mondo ed affidandoloall'uomo, e una continuazione della missione di Cristosulla terra. Per dirlo con le parole di don Carlo: “Gesù viinvita a far vostri tutti gli interessi del suo Cuore, tutte lesue intenzioni, e ad avere con Lui una perfetta confor-mità di vedere, di sentire, di operare. […]. Vi invita a le-vare le vostre menti al di sopra dei materiali interessi edelle preoccupazioni del tempo, e a prendere parte allefatiche della Chiesa, agli sforzi dei ministri del Signore,alla grande opera della Provvidenza” (RdV, Introd. art.4).Don Cavina, fondatore a Lugo e grande promotore del-l’Associazione dell’Apostolato della Preghiera, volle chela Famiglia religiosa da lui fondata vi fosse iscritta e per-ciò ogni Figlia di San Francesco di Sales ne fa parte dalmomento del suo ingresso in Congregazione, con l’im-pegno di offrire quotidianamente “in unione al Sacrifi-cio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e lesofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati,per la salvezza di tutti gli uomini” (Preghiera di offertadell’AdP).Avviene così ciò che ci esorta a vivere l’apostolo Pietro:

“Stringendovi a Cristo, pietraviva, rigettata dagli uomini, mascelta e preziosa davanti a Dio,anche voi venite come pietrevive per la costruzione di un edi-ficio spirituale, per un sacerdo-zio santo, per offrire sacrificispirituali graditi a Dio permezzo di Gesù Cristo (1Pt 2,4-5).

luglio 2013

La vostra vita sia una vita di fede:camminate dietro questa luce e, quasi lucerna,

illumini i vostri passi(Don Carlo Cavina)

Dolce Madre mia,accoglici

nel tuo cuore,benedici tutti noi e

i fratelliai quali offriamoil nostro servizio(Don Carlo Cavina)