Il federalismo contrattuale - Confartigianato Udine · il federalismo contrattuale imprese °...

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Imprese ° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA /85/2 UFFICIO STUDI CONFARTIGIANATO ASSEMBLEA NAZIONALE GIOVANI IMPRENDITORI R20$, 3-4 MA**,O 201

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Il federalismo

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ASSEMBLEA NAZIONALE GIOVANI IMPRENDITORI

���R20$, 3-4 MA**,O 201�

CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

7° OSSERVATORIO

CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA

L'URLO

UFFICIO STUDI CONFARTIGIANATO

MAGGIO 2013

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7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

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SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA

L'URLO

GIOVANI IMPRENDITORI CONFARTIGIANATO - UFFICIO STUDI

Il Rapporto di ricerca del 7° Osservatorio Confartigianato Giovani Imprenditori

sull’imprenditoria giovanile artigiana in Italia è stato coordinato da Enrico

Quintavalle, Responsabile dell'Ufficio Studi di Confartigianato Imprese con la

collaborazione di Silvia Cellini dell'Ufficio Studi e il contributo di Marianna

Prato.

All'elaborazione dei dati territoriali sul mercato del lavoro ha collaborato

Fabiana Screpante dell'Ufficio Studi di Confartigianato Marche.

Alla predisposizione della ricerca e delle linee di analisi ha collaborato Stefania

Multari, Direttore Relazioni Istituzionali.

Al percorso di analisi e ricerca che trova la sintesi nel Rapporto hanno

collaborato: Mercato del lavoro: Riccardo Giovani, Direttore Relazioni

Sindacali - Imprenditoria giovanile: Stefania Multari, Direttore Relazioni

Istituzionali - Impresa e innovazione: Bruno Panieri, Direttore Politiche

Economiche - Fisco e finanza pubblica: Andrea Trevisani, Direttore Politiche

Fiscali.

Il Rapporto di ricerca è disponibile nell’area riservata ‘Ricerche e Studi’ del

portale Confartigianato www.confartigianato.it

[email protected]

Il lavoro è stato chiuso per la stampa il 24 aprile 2013

Roma, maggio 2013

Copyright © Confartigianato

I testi e le elaborazioni realizzate per questa pubblicazione sono di proprietà di

Confartigianato Imprese. Tutti i materiali, i dati, le immagini, le mappe e le informazioni di

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ne sia citata la fonte. In alcun modo i testi possono essere ceduti a terzi. I nomi di prodotti,

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marchi di proprietà dei rispettivi titolari o marchi registrati di altre società e sono stati

utilizzati a puro scopo esplicativo ed a beneficio del possessore, senza alcun fine di

violazione dei diritti di Copyright vigenti.

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L'urlo (Skrik), di Edvard Munch, 1893,

83,5 x 66 centimetri,

Nasjonalgalleriet di Oslo

http://www.nasjonalmuseet.no/en/

Il soggetto del quadro di Munch ed il titolo

stesso della sua opera - cui si ispira anche il

titolo di questo rapporto - è l’ Urlo. Ed in

questa primavera del ‘tredici’, a noi è venuto

spontaneo pensare a questo celeberrimo

quadro per dare rappresentazione al

sentimento diffuso di un’angoscia

individuale e collettiva. Soprattutto collettiva

di una generazione, quella dei giovani che,

come sul ponte del quadro di Munch, si

affacciano su un mondo del lavoro

minaccioso e sanguigno - un milione di

giovani esclusi dal mondo del lavoro -

generando nuove povertà e rendendo

difficile il fare impresa.

Ma dalla dimensione dello disperazione

senza via di scampo abbiamo volto lo

sguardo verso gli ambiti dell'innovazione,

del capitale umano e delle tecnologie

digitali. Se c’è spazio per un agire razionale,

- quello spazio pittorico non distorto dai

gorghi di quell’angoscia dirompente - a

quello spazio ordinato abbiamo condotto

l'analisi: uno spazio in cui possano esserci

nuovi inventori e nuovi imprenditori.

Attori di un pianeta salvato dalla catastrofe.

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Indice

L'URLO: I GIOVANI SENZA LAVORO, pag. 7

La fredda primavera del 'tredici', pag. 7

Scarsa liquidità e infiniti debiti dello Stato, pag. 9

La dinamica del mercato del lavoro, pag. 14

Cinque 'anni di guerra' per il mercato del lavoro giovanile, pag. 16

La dinamica dell'occupazione degli under 35, pag. 20

I giovani under 35 tra disoccupazione, scoraggiamento e sottoccupazione, pag. 21

I territori: i giovani under 35 per regione, pag. 23

I territori: i giovani under 35 per provincia, pag. 28

La dinamica dell'occupazione degli under 40, pag. 38

UN "PAESE VECCHIO" E LE CRITICITÁ DEL MONDO GIOVANILE, pag. 43

Un "Paese vecchio" tra sindaci e... calciatori, pag. 43

Sempre meno giovani, pag. 47

Troppi giovani inattivi senza studiare e troppi in casa fino a tarda età, pag. 48

Le criticità del sistema formativo, pag. 52

Paradossi tra lauree, difficoltà di reperimento e formazione professionale, pag. 55

Aumenta la povertà delle giovani famiglie, pag. 59

Quattro casi di bad welfare per i giovani, pag. 62

1. Più spesa per anziani e meno per la famiglia, pag. 62

2. Pensioni ricche oggi e rischi default pensionistico domani, pag. 62

3. Un decennio di spesa pubblica 'senza futuro', pag. 63

4. Con i soldi sperperati in baby pensioni avremmo potuto azzerare il fiscal gap con

l'Europa, pag. 67

INNOVAZIONE, VALORE DEL CAPITALE UMANO E IMPRESE, pag. 69

Innovazione come fattore chiave per la crescita, pag. 69

La miniera del capitale umano dei giovani under 35, pag. 71

Il driver della green economy, pag. 72

La formazione on the job nelle imprese, pag. 76

Le competenze della formazione on the job, pag. 77

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GENERAZIONE DIGITALE, pag. 79

Giovani connessi e in mobilità, pag. 79

La mobilità per la partecipazione ai social networks, pag. 82

Gli 'smanettoni': le attività per gestire hardware e software, pag. 83

La comunicazione via internet: dalle mail ai social networks, pag. 84

L'utilizzo via web di giornali, radio, tv e contenuti multimediali, pag. 87

L'utilizzo dei servizi on-line, pag. 91

Gli acquisti via internet e i prodotti maggiormente richiesti on-line, pag. 93

Ancora scarsa la relazione via internet con la PA, pag. 98

IMPRENDITORIALITÁ E DIFFICOLTÁ DI FARE IMPRESA, pag. 101

Leadership europea per giovani imprenditori under 40, pag. 101

La difficoltà di fare impresa in recessione 2012, pag. 104

I settori drivers nell'artigianato, pag. 105

Il caso delle start-up, pag. 108

Il cattivo contesto per fare impresa in Italia, pag. 111

L’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA, pag. 115

Gli imprenditori artigiani under 40 per Provincia, pag. 126

L' analisi della serie storica 2008-2012, pag. 128

FONTI DEI DATI STATISTICI E BIBLIOGRAFIA, pag. 131

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L'urlo: i giovani senza lavoro

La fredda primavera del 'tredici'

In questa primavera del 2013 si registrano numerosi segnali che confermano l’intonazione recessiva

dell’economia italiana. Le ultime stime del Governo nel Documento di Economia e Finanza 2013

presentato lo scorso 10 aprile ritoccano al ribasso la dinamica del PIL, previsto per quest’anno in

discesa dell’1,3%. Con il calo del 2,4% del 2012, si delinea un altro pesante biennio recessivo dopo

quello del 2008-2009.

L'andamento del PIL nel IV trimestre del 2012 certificato da Eurostat nelle 27 economie europee

indica che, su base tendenziale, l'Italia segna un calo del prodotto del 2,8%, facendo peggio di

Cipro (-2,6%) e della Spagna (-1,9%) e collocandosi a grande distanza dal dato medio

dell’Eurozona (in flessione dello 0,9%). Fanno peggio dell’Italia solo Grecia (-6,0%) e Portogallo

(-3,7%).

La dinamica tendenziale del PIL al IV trimestre 2012

Var. % rispetto al IV trimestre 2011; dati destagionalizzati e corretti per i giorni lavorativi a prezzi 2005

4,5

3,5

2,5

1,6

1,1

0,9

0,8

0,7

0,5

0,4

0,3

0,1

0,0

-0,3

-0,4

-1,0

-1,2

-1,7

-1,7

-1,8

-1,9

-2,6

-2,6

-2,8

-3,7

-6,0-8,0

-6,0

-4,0

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0,0

2,0

4,0

6,0

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Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

Le condizioni del mercato del lavoro sono critiche e richiedono cure shock per ridare fiato alla

domanda di lavoro: a febbraio 2013 l'occupazione diminuisce dell'1,0% rispetto allo stesso mese

dell'anno precedente (-219 mila occupati) e il tasso di occupazione, pari al 56,4%, cala di 0,5 punti

rispetto a dodici mesi prima; rispetto al picco pre crisi di aprile 2008, l'occupazione è crollata di

792mila unità. I disoccupati a febbraio sono 2 milioni 971 mila, in calo dello 0,9% rispetto a

gennaio, ma in forte aumento su base annua (i disoccupati crescono del 15,6%, pari a +401 mila).

La riforma del mercato del lavoro si sta rivelando poco efficace: il tasso di disoccupazione è

dell'11,6% e da luglio 2012 - mese di introduzione della riforma Fornero - è salito di quasi un punto

(0,9); nel periodo esaminato fanno peggio solo altre economie del Mezzogiorno d'Europa quali

Cipro (+1,8 punti), Portogallo (+1,6 punti) e Spagna (+1,0 punti).

Sul fronte del commercio estero si osserva che a febbraio 2013 le esportazioni cumulate negli

ultimi dodici mesi salgono del 3,1% mentre le importazioni scendono del 6,5%, con un saldo

commerciale positivo per 16,2 miliardi di euro; tale risultato è composto da un alto e crescente

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saldo positivo della bilancia commerciale non energetica, pari a 77,1 miliardi di euro, e da un saldo

energetico che segna ancora un elevato deficit, pari a 60,9 miliardi di euro. Il sostegno del saldo del

commercio estero energetico è dato da prezzi del petrolio che rimangono elevati: a febbraio 2013, il

prezzo medio del Brent valutato in euro nella media degli ultimi dodici mesi sale del 5,1% rispetto

ai dodici mesi prima, impedendo una più consistente riduzione della bolletta energetica.

Sul fronte del costo del credito, gli ultimi dati rilevati dall’Eurosistema relativi a febbraio 2013

evidenziano che le società non finanziarie in Italia pagano un tasso di interesse del 3,48%, di 84

punti base superiore a quello medio dell’Eurozona; lo spread con la Germania sale a 138 punti

base e con la Francia a 113 punti base. Rispetto ad un anno prima è sceso di 31 punti base, ma tale

diminuzione ci permette di avere un costo del credito più basso solo rispetto a quello spagnolo

(3,59%).

Una liquidità scarsa, ma costosa, penalizza la competitività delle imprese italiane, deprimendo gli

investimenti e l’occupazione e rallenta i processi di innovazione tecnologica.

Tassi d’interesse a società non finanziarie per totale prestiti nei maggiori paesi dell'Area Euro Febbraio 2013- tasso medio per prestiti non c/c di qualsiasi importo (nuove operazioni) in ordine decrescente

Paese Tasso % Var. rispetto febbraio 2012

in punti base Gap a febbraio 2013

in punti base con Italia

Spagna 3,59 -5 -11 Italia 3,48 -31 - Area Euro 2,64 -49 84 Francia 2,35 -71 113 Germania 2,10 -75 138 * Prestiti diversi da debiti da carte di credito (a saldo e revolving) e da prestiti rotativi e scoperti di conto corrente

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca Centrale Europea

La crisi fiscale dello stato aggrava la recessione: nel 2012 in Italia si registra l’aumento di 1,4 punti

di pressione fiscale a fronte di una crescita di 0,8 punti della spesa sul PIL. Gli ultimi dati sui conti

delle Amministrazioni Pubbliche evidenziano il boom del prelievo nel quarto trimestre 2012, con le

entrate totali che arrivano ad assorbire il 56,3% del PIL, quasi due punti superiori al 54,5% del IV

trimestre 2011; la pressione fiscale nel quarto trimestre 2012 arriva al 52,0%, con un aumento di 1,5

punti percentuali rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente: tra settembre e dicembre 2012

passano dai cittadini allo Stato 2.493.239.130 euro al giorno, 103.884.964 euro all'ora, 1.731.416

euro al minuto.

Il boom della pressione fiscale

% del PIL

38,2

39,2

41,7

42,7

40,640,9

41,4

43,4

42,241,9

41,341,0

40,5

41,0

40,440,1

41,7

42,7 42,6

43,0

42,6 42,6

44,0

37,0

38,0

39,0

40,0

41,0

42,0

43,0

44,0

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

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Il critico quadro macroeconomico rende fragili gli indicatori di finanza pubblica: le ultime stime del

Governo evidenziano un valore programmatico del deficit delle P.A. relativo agli anni 2013 e 2014,

pari, rispettivamente, a 2,9 e 1,8 punti percentuali di PIL.

Il saldo primario previsto per quest'anno è positivo e pari al 2,4%del PIL ed arriva al 3,8% nel 2014.

La spesa pubblica è più della metà (51,2%) del PIL, in valore pari a 801,1 miliardi di euro per il

2012. La spesa primaria è di 714,4 miliardi di euro, pari al 45,6% del PIL.

É in corso un processo di stabilizzazione della spesa primaria che nel 2013 sale di 0,6 punti di PIL

rispetto al 2012.

Il debito pubblico all'inizio dell'anno pre crisi - al I trimestre del 2007 - era del 107,1% del PIL e

sale al III trimestre 2012 al 127,3%. Il debito italiano prima dello scoppio della crisi era 38,1 punti

superiore alla media dell'Eurozona; il divario rimane pressochè invariato al III trimestre del 2012:

37,3 punti superiore al 90% della media dell'Eurozona.

Scarsa liquidità e gli infiniti debiti dello Stato

Nella crisi di liquidità in corso l'alto debito dello Stato spiazza progressivamente il credito al settore

privato: nei dodici mesi che vanno da febbraio 2012 e febbraio 2013 i titoli stato nel portafoglio

delle banche sono aumentati di 84,2 miliardi di euro pari al 31,5% in più; al contrario i prestiti alle

imprese sono scesi di 34,1 miliardi, pari al 3,4% in meno.

Dinamica annuale della consistenza di alcune poste dei bilanci bancari

Febbraio 2013; var. in milioni di euro su stesso mese 2012; titoli (BOT, CCT, BTP e CTZ) diversi da azioni e partecipazioni

-34.058,7

-5.113,4

84.223,4

-60.000,0

-30.000,0

0,0

30.000,0

60.000,0

90.000,0

Sistema produttivo Famiglie consumatrici Titoli di stato italiani NB: Sistema produttivo= società finanziarie e famiglie produttrici

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia

Queste condizioni particolarmente critiche per la liquidità aziendale vengono acuite dall'ingente

posizione debitoria della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese fornitici.

Ad introduzione dell'analisi sulle consistenze dei debiti della Pubblica Amministrazione nei

confronti delle imprese scomodiamo Giacomo Leopardi con una parodia della più famosa delle sue

Operette Morali "Dialogo di un venditore d'almanacchi e di un passeggere" scritta nel 1832.

“Dialogo di un venditore d'almanacchi e di un Gabelliere della Guardia di Finanza”

Venditore: Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?

Gabelliere della Guardia di Finanza: Almanacchi per l'anno nuovo?

Venditore: Si signore.

Gabelliere della Guardia di Finanza: Con un bel prodotto che vendete, credete che sarà in ordine la

contabilità della sua azienda?

Venditore: Oh illustrissimo si, certo.

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Gabelliere della Guardia di Finanza: Mi dica, stiamo facendo verifiche per i contribuenti dello

studio di settore XG99, Almanacchi, commercio e produzione, e verificando in particolare anomalie

nelle situazioni debitore.

Venditore: Prego, mi dica, illustrissimo, che informazioni le servono?

Gabelliere della Guardia di Finanza: In particolare il livello dei debiti verso fornitori della sua

impresa?

Venditore: Debiti? Proprio non saprei.

Gabelliere della Guardia di Finanza: Non vi ricordate di alcun debito della vostra azienda?

Venditore: Qualcosa in verità, illustrissimo.

Gabelliere della Guardia di Finanza: Mi dica, altrimenti rischia una sanzione molto salata...

Venditore: All'incirca 3-4 mila fiorini, ma si tratta di una stima.

Gabelliere della Guardia di Finanza: Mi dispiace, lei deve attenersi ai principi contabili e dare una

valutazione precisa, al fiorino.

Venditore: Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse. Sono tanti i miei fornitori...

Gabelliere della Guardia di Finanza: Ma le sembra una scusa per il caso ? C'è un interesse pubblico

nelle valutazioni del suo bilancio, sta facendo un reato molto grave.

Venditore: Non lo credo cotesto. Ci sono anche i principi contabili che adotto che non mi

consentono di farne una valutazione precisa.

Gabelliere della Guardia di Finanza: No, caro venditore, il principio contabile si chiama così per

darle la possibilità di contare i suoi debiti...

Venditore: Oh feroce gendarme, neanche una valutazione approssimativa riesco.

Gabelliere della Guardia di Finanza: Cotesto verbale dovrai pagare, non meno di 40mila fiorini.

Questo dialogo di fantasia ispirato al famoso brano di Giacomo Leopardi serve per introdurre

l'analisi sui debiti della Pubblica Amministrazione ed anteporsi - facendo da esauriente commento -

a quanto dichiarato in audizione in Parlamento da parte della Ragioneria Generale dello Stato,

l'organo dello Stato che ha come visione "garantire la corretta programmazione e la rigorosa

gestione delle risorse pubbliche". Il resoconto dell'audizione dello scorso 15 aprile recita così: "Una

quantificazione dell'ammontare delle somme dovute dal complesso delle amministrazioni pubbliche

(...) ai propri fornitori può al momento essere effettuata esclusivamente tramite stime, tenuto conto

sia dell'universo ampio e articolato di soggetti interessati (oltre 20 mila), sia della circostanza che

le informazioni riportate nei bilanci degli enti, in considerazione dei principi contabili adottati, non

sempre consentono di ottenerne una valutazione (anche approssimativa)." (Audizione della

Ragioneria Generale dello Stato, Decreto legge 8 aprile 20131 n. 35, Audizione del 15 aprile 2013,

grassetti sono nostri).

Appare difficile per imprenditori che tengono un bilancio che "deve essere redatto con chiarezza e

deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della

società e il risultato economico dell'esercizio" art.. 2423 del Codice civile) comprendere come la

P.A. non sia in grado mediante un sistema informatico di procedere ad una contabilizzazione certa e

veritiera delle obbligazioni assunte dai numerosi centri di spesa coinvolti.

Inoltre va ricordato che sono trascorsi oltre 20 anni dal Decreto Legislativo 3 febbraio 1993, n. 29

che all'articolo 63 recita "Al fine di realizzare il più efficace controllo dei bilanci, anche articolati

per funzioni e per programmi, e la rilevazione dei costi, con particolare riferimento al costo del

lavoro, il Ministero del tesoro, d'intesa con la Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento

della funzione pubblica, provvede alla acquisizione delle informazioni sui flussi finanziari relativi

a tutte le amministrazioni pubbliche". Va ricordato che la mancata applicazione della norma del

1993 che non consente una quantificazione certa dei debiti della P. A. avviene nonostante - solo

considerando il periodo dal 2000 al 2011 - la P.A. ha investito in software 18.932 milioni di euro,

con un investimento medio di 1.578 milioni all'anno.

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Ciò premesso passiamo ai dati.

I dati Banca d’Italia per febbraio 2013 indicano un debito pubblico che torna a superare il livello dei

duemila (2.023) miliardi di euro. Il debito pubblico italiano in dieci anni cresce di 633,9 miliardi di

euro e nell'ultimo anno la crescita è del 4,2%, pari a 80,9 miliardi.

La spesa pubblica per interessi è ingente: nel 2012 ammonta a 86.717 milioni, pari al 5,5% del PIL,

e nei prossimi anni è destinata a salire e a superare i cento miliardi: nel 2017 il Documento di

Economia e Finanza del Governo la colloca a 109.289 milioni di euro, pari al 6,1% del PIL.

La crisi fiscale dello stato conseguente all'alto debito pubblico e all'elevato onere per interessi ha

scaricato crescenti debiti commerciali della Pubblica Amministrazione sulle imprese fornitrici,

aggravando le condizioni di liquidità della imprese in un contesto di razionamento del credito.

Il debito della P.A. ammonta a 91 miliardi, pari a 5,8 punti di PIL1, di cui la metà di Regioni e Asl

(44 miliardi, pari al 48,3%). Sono ceduti pro soluto a intermediari finanziari 11 miliardi di euro, di

cui 4 di Regioni ed Asl.

I dati Eurostat riportati da Banca d'Italia (2013) evidenziano che l'Italia è il Paese europeo con il

più alto debito commerciale verso le imprese per beni e servizi - per la sola parte di spesa

corrente - pari al 4,3% del PIL, superiore, tra i maggiori Paesi, al 3,4% della Francia (2° posto),

all'1,4% della Spagna (11° posto) e allo 0,5% del Regno Unito (20° posto).

Debiti commerciali delle Amministrazioni Pubbliche per beni e servizi Anni 2010, 2011-valori in euro per Paesi UEM, per altri (*) valute nazion., e relativi alla sola spesa corrente. Germania e Austria n.d.

Paese Milioni di valuta nazionale % del PIL

2010 2011 var. var. % 2010 2011 rank var.

Belgio 1.293 1.640 347 26,8 0,4 0,4 23 0,0 Bulgaria (*) 1.358 1.303 -55 -4,1 1,9 1,7 9 -0,2 Repubblica Ceca (*) 77.548 76.449 -1.099 -1,4 2,0 2,0 7 0,0 Danimarca (*) 15.953 12.326 -3.627 -22,7 0,9 0,7 19 -0,2 Estonia 198 230 32 16,2 1,4 1,4 11 0,0 Irlanda 3.783 3.433 -350 -9,3 2,4 2,2 5 -0,2 Grecia 7.743 2.582 -5.161 -66,7 3,5 1,2 14 -2,3 Spagna 17.239 15.054 -2.185 -12,7 1,6 1,4 11 -0,2 Francia 66.164 67.030 866 1,3 3,4 3,4 2 0,0 Italia 62.463 67.345 4.882 7,8 4,0 4,3 1 0,3 Cipro 11 8 -3 -27,3 0,1 0,0 25 -0,1 Lettonia (*) 153 150 -3 -2,0 1,2 1,1 16 -0,1 Lituania (*) 1.185 1.227 42 3,5 1,2 1,2 14 0,0 Lussemburgo 168 193 25 14,9 0,4 0,5 20 0,1 Ungheria (*) 368.460 372.088 3.628 1,0 1,4 1,3 13 -0,1 Malta 30 33 3 10,0 0,5 0,5 20 0,0 Olanda 1.817 1.819 2 0,1 0,3 0,3 24 0,0 Polonia (*) - 12.551 - - - 0,8 17 - Portogallo 3.933 3.539 -394 -10,0 2,3 2,1 6 -0,2 Romania (*) 16.441 18.204 1.763 10,7 3,1 3,1 3 0,0 Slovenia 1.041 998 -43 -4,1 2,9 2,8 4 -0,1 Repubblica Slovacca 638 537 -101 -15,8 1,0 0,8 17 -0,2 Finlandia 3.475 3.727 252 7,3 1,9 2,0 7 0,1 Svezia (*) 60.277 59.459 -818 -1,4 1,8 1,7 9 -0,1 Gran Bretagna (*) 7.945 7.945 0 0,0 0,5 0,5 20 0,0

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

L'esame dei dati relativi ai debiti della spesa di parte corrente evidenzia che nell'ultimo anno

disponibile, il 2011, il debito commerciale della P.A. italiana è quello che è aumentato di più in

1 Banca d'Italia spiega che rispetto al 5% indicato nella Relazione Annuale di maggio 2012 e riportato in

Confartigianato (2013), le differenze "sono riconducibili a una metodologia di stima più affinata e all’aggiornamento

delle fonti"

12

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Europa: 0,3 punti di PIL in più contro la stazionarietà della Francia e del Regno Unito e la

diminuzione registrata in Spagna. Il debito della P.A. verso le imprese in Italia è salito del 7,8%,

per un ammontare di 4,9 miliardi in più in un anno: il debito della P.A. verso le imprese cresce al

ritmo di 557.306 euro/ora. Anche per il valore assoluto del debito verso i fornitori la P.A. italiana ha

superato quella francese.

Un dato evidenzia una accentuata traslazione delle criticità del debito pubblico sulle imprese

fornitrici e sulle relative filiere: nel 2011 l'Italia è 1° paese in Europa per crescita del debito

commerciale della P. A. ed è solo 16° per crescita del debito pubblico.

Come si evince dalla tavola successiva, tra i maggiori Paesi UE, la P. A. italiana è l'unica che

registra una crescita del debito verso i fornitori; anche nel confronto con i Paesi periferici a

maggiore crescita del debito pubblico - Irlanda, Grecia, Cipro, Portogallo e Slovenia - l'Italia è

l'unica che aumenta il debito commerciale della P. A. verso le imprese fornitrici.

In Italia debito P. A. scaricato maggiormente su imprese fornitrici in punti di PIL - diff. debito vs. imprese tra 2011 e 2012 per debito pubblico var. IV trim. 2011-IV trim. 2012

Paese dinamica

debito P. A. vs. imprese dinamica

debito pubblico rank UE 25

per dinamica debito pubblico

maggiori paesi UE* Spagna -0,2 7,8 6 Francia 0,0 3,7 8 Italia 0,3 1,5 16 Regno Unito 0,0 5,6 7

paesi periferici UE con maggiore crescita del debito pubblico

Irlanda -0,2 14,2 3 Grecia -2,3 20,4 1 Cipro -0,1 10,3 4 Portogallo -0,2 14,6 2 Slovenia -0,1 8,3 5 *Germania e Austria dato n.d.

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

L'Italia è il primo paese europeo per rapporto tra debito della P.A. e fatturato delle imprese non

finanziarie: la differenza con l'UE, pari a 1,3 punti percentuali di fatturato (2,4% in Italia contro

1,1% in media UE), vale 35,7 miliardi.

Il debito della P. A. tende a crescere in presenza di alti tempi di pagamento: nel 2012 l'Italia è il

paese europeo con i più alti tempi medi di pagamento della P. A. nei confronti delle imprese

fornitrici di prodotti e servizi che arrivano a 180 giorni, contro i 76 della media UE, il 136,8% in

più. Addirittura 6 giorni in più della Grecia.

13

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Tempi di pagamento per la Pubblica Amministrazione nell’EU 27 Anno 2012; giorni medi

180 174160

139

8373

65 62 57 56 52 48 45 45 44 44 43 42 39 38 37 36 3525 24

020406080

100120140160180200

Italia

Gre

cia

Spa

gna

Por

toga

llo

Cip

ro

Bel

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ncia

Rep

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Litu

ania

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Slo

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Aus

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Pol

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ia

Sve

zia

Est

onia

Fin

land

ia

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Intrum Justitia

In Italia la Pubblica Amministrazione fornisce un “cattivo esempio” a tutto il sistema dei

pagamenti. Nelle regioni del Nord Europa, in Germania, Finlandia, Norvegia e Danimarca,

dove i tempi di pagamento sono più contenuti, la Pubblica Amministrazione, invece, fornisce “il

buon esempio”, con tempi di pagamento bassi a cui si allineano le imprese private.

Tempi medi di pagamento delle imprese: dove la Pubblica Amministrazione "dà il buon esempio" Anno 2012 - tempi di pagamento in giorni mercato Germania Finlandia Norvegia Danimarca per confronto: Italia

Imprese 35 27 34 37 96 Pubblica Amministrazione 36 24 34 37 180 differenza tra P.A. e Imprese 1 -3 0 0 84

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Intrum Justitia

La tendenza alla crescita del debito della P. A. verso le imprese si combina, in un mix tossico per la

liquidità d'impresa, con flessione del credito bancario, tassi bancari ancora elevati e superiori alla

media europea.

I ritardi dei pagamenti delle forniture pubbliche e l'accumulo di crediti verso le imprese penalizzano

tutta la filiera dei fornitori: molte piccole imprese, pur non vendendo direttamente alla P. A., sono

subfornitori su cui vengono più facilmente traslati - dato il minore peso contrattuale - i ritardi: i

giorni medi dei pagamenti tra imprese in Italia sono 96, ben 40 in più di quelli dell'UE a 27;

solo la Spagna, con 97 giorni, evidenzia tempi più elevati di quelli italiani.

Giorni medi di pagamento per tipologia di cliente anno 2011; giorni medi – media europea, ponderata per il PIL; non vengono considerati i dati relativi a Malta e Lussemburgo

Consumatori (B2C) Imprese (B2B) Pubblica

amministrazione media

Italia 75 96 180 94 EU27 41 56 76 53 Diff. Italia-EU27 (val. ass.) 34 40 104 42 media ponderata per spesa delle famiglie a prezzi correnti, fatturato al netto del VA e acquisti della P. A.; pesi costanti per tutti i paesi considerati

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e Intrum Justitia

In relazione alle nuove normative sui tempi di pagamento è stato ben indicato che "il rispetto

stringente dei tempi di pagamento fissati dalla nuova direttiva europea, entrata in vigore il 1°

gennaio 2013, riducendo l’incertezza delle imprese in merito ai propri flussi di liquidità, potrebbe

rafforzare gli effetti sulla crescita" (Banca d'Italia, 2013, pag. 14).

14

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

La dinamica del mercato del lavoro

In tutta Europa il mercato del lavoro presenta marcate criticità. La debole ripresa dopo la Grande

recessione ha esaurito rapidamente i suoi effetti e dalla primavera del 2011 la disoccupazione è in

crescita. Secondo l'ultima rilevazione Eurostat di febbraio 2013 il tasso di disoccupazione

destagionalizzato dell'Area euro si attesta sul 12,0%, con un incremento di 1,1 punti percentuali

negli ultimi 12 mesi.

In Italia il tasso delle persone in cerca di lavoro arriva all’11,6%, con una crescita di 1,5 punti

percentuali nell’ultimo anno. Nel confronto con i maggiori paesi europei di cui sono disponibili i

dati mensili di febbraio, il tasso di disoccupazione italiano ha quasi completamente annullato il

divario con il tasso dell'Area euro (12,0%); è migliore di quello della Spagna (26,3%), mentre è

peggiore di quello della Francia (10,8%) e della Germania (5,4%).

Dinamica del tasso di disoccupazione destagionalizzato per l’UE a 27, l’Area Euro e l’Italia

Febbraio 2004-febbraio 2013. Tasso di disoccupazione destagionalizzato

10,9

12,0

11,6

5,0

6,0

7,0

8,0

9,0

10,0

11,0

12,0

feb-

04

mag

-04

ago-

04

nov-

04

feb-

05

mag

-05

ago-

05

nov-

05

feb-

06

mag

-06

ago-

06

nov-

06

feb-

07

mag

-07

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07

nov-

07

feb-

08

mag

-08

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08

nov-

08

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09

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-09

ago-

09

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09

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10

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-10

ago-

10

nov-

10

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11

mag

-11

ago-

11

nov-

11

feb-

12

mag

-12

ago-

12

nov-

12

feb-

13

Ue a 27 Area euro a 17 Italia Dati Eurostat

Secondo le previsioni contenute nello European Economic Forecast - Winter 2013 pubblicato a

febbraio 2013 dalla Commissione Europea, il tasso di disoccupazione nell’Area euro crescerà

ulteriormente nel 2013 arrivando al 12,2% della forza lavoro. Per l’Italia la situazione sarà analoga:

il tasso di disoccupazione nel 2013 salirà all’11,6%, valore inferiore solo a quella della Spagna,

dove vi sarà un disoccupato ogni quattro persone attive sul mercato del lavoro (con un tasso di

disoccupazione pari al 26,9%); il tasso italiano sarà invece maggiore di quello registrato in Francia

(10,7%), Regno Unito (8,0%), Stati Uniti (7,6%), Germania (5,7%) e Giappone (4,3%).

Prendendo ora in esame i dati Istat relativi a febbraio 2013 si rileva che gli occupati in Italia sono

22.739.000 e scendono dell’1,0% (-219.000 unità in meno) rispetto allo stesso mese dell’anno

precedente, ma crescono dello 0,2% rispetto al mese precedente. Il tasso di occupazione

destagionalizzato relativo alla fascia di età 15-64 anni è pari al 56,4% ed è in diminuzione

tendenziale dello 0,5% e in lieve aumento dello 0,1% rispetto al mese precedente.

Focalizzando l’attenzione sulla dinamica dell’occupazione per posizione, sulla base dei dati

trimestrali della Rilevazione continua sulle forza di lavoro si osserva nel IV trimestre 2012 un calo

dell'occupazione dipendente, che scende dello 0,9%, pari a 158.400 unità in meno rispetto allo

stesso trimestre dell'anno precedente, mentre l’occupazione indipendente è in lieve crescita dello

0,2%, pari a 10.400 unità in più rispetto ad un anno prima. Per il lavoro dipendente si tratta del

secondo trimestre consecutivo di flessione tendenziale dopo sei trimestri consecutivi di crescita

mentre, specularmente, l'occupazione indipendente cresce per il secondo trimestre consecutivo dopo

15

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

una serie di cinque trimestri consecutivi di flessione.

La Grande crisi e la mancanza di forza nella successiva ripresa hanno manifestato effetti depressivi

più pesanti sull'occupazione indipendente, comparto del mercato del lavoro con una limitata

copertura del sistema di ammortizzatori sociali. In questa posizione si ritrova il 24,5% del totale

degli occupati, che rimane maggiormente esposto ai rischi dell’attività imprenditoriale e di lavoro

autonomo.

Dinamica occupati per posizione nella professione I trimestre 2005-III trimestre 2011; variazioni % su stesso periodo anno precedente

2,7

2,4 2,

7

2,6

2,5 3,

0

2,3

1,5

0,9

0,8

2,0 2,

3

1,6 2,

0

1,9

1,1

0,4

-0,9

-1,9 -1

,4 -1,0

-1,4

-1,4

0,0 0,

4 0,8 1,

4

0,5

0,2

0,2

-0,1

-0,9

-1,9

-2,7

-5,9

-5,9

-0,5

0,7 1,

2 1,5

-0,8 -0

,5

1,4

-1,3

1,0

-0,9

-3,7

-2,7

-4,5

-3,6 -3

,1

-3,0

-0,5

0,9

0,4

0,1

0,9

-0,7

-1,3

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-2,0 -1

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0,5

0,2

-8,0

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

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. 200

5

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6

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7

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8

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9

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0

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1

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I trim

. 201

2

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III tr

im.

IV tr

im.

Dipendenti Indipendenti Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Le condizioni del mercato del lavoro italiano sono particolarmente critiche, anche in prospettiva di

lungo periodo. Prendendo a riferimento le proiezioni del quadro macroeconomico contenute nel

Documento di Economia e Finanze 2013 presentato dal Governo lo scorso 10 aprile, a fianco di un

calo del PIL del -1,3% previsto per il 2013, l'occupazione, misurata in unità di lavoro a tempo pieno

(ULA), è indicata in calo dello 0,3% nel 2013 e in crescita (0,6%) nel 2014.

Considerando le previsioni al 2017 l’occupazione, misurata in unità di lavoro standard, sarà

inferiore del 2,6% rispetto al picco pre crisi del 2007: a dieci anni dallo scoppio della crisi la perdita

dell’occupazione, nonostante il recupero successivo a quest'anno, rimane elevata e pari a 657.700

unità in meno.

Dinamica dell'occupazione di lungo periodo: il lento recupero dopo la recessione del 2009 Anni 1992-2017; valori ULA in migliaia. Anni 2013-2017 calcolati con variazioni % da DEF del 10 aprile 2013

22.487,7

25.026,4

23.745,9

24.368,7

22.000,0

22.500,0

23.000,0

23.500,0

24.000,0

24.500,0

25.000,0

25.500,0

1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat-Conti nazionali del 1 marzo 2013 e MEF (DEF 2013 del 10 aprile 2013)

16

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Cinque 'anni di guerra' per il mercato del lavoro giovanile

L’analisi di lungo periodo dei dati sull’occupazione evidenzia condizioni drammatiche per il

segmento giovanile del mercato del lavoro. Due recessioni intervallate da una troppo debole ripresa

hanno eretto un muro - quasi insormontabile - per l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. In

questo paragrafo esaminiamo alcune delle dinamiche del lavoro dei giovani.

Il principale indicatore che viene usualmente preso in esame per determinare le condizioni del

mercato del lavoro giovanile è il tasso di disoccupazione dei giovani tra 15 e 24 anni. In Italia

tale tasso, al netto della stagionalità, è strutturalmente più elevato rispetto alla media europea: a

febbraio 2013 è del 37,8% contro la media dell’Unione a 27 del 23,5% e dell’Area euro del 23,9%.

Registrano una più contenuta disoccupazione giovanile la Francia, con un tasso del 26,2%, il

Regno Unito con il 21,1%, gli Stati Uniti con il 16,3%, la Germania con il 7,7% e il Giappone

con il 7,3%, il valore più basso tra le maggiori economie avanzate. La situazione è sempre più

drammatica in Spagna dove la disoccupazione giovanile tocca il 55,7%.

Nell'ultimo quinquennio - che comprende le due recessioni - l'Italia, dietro la Spagna, è il paese tra

le maggiori economie europee con la più alta crescita della disoccupazione giovanile: tra febbraio

2008 e febbraio 2013 in Spagna il tasso di disoccupazione dei giovani under 25 cresce, infatti, di

34,9 punti percentuali, in Italia di 16,9 punti, in Francia di 8,4 punti, negli Stati Uniti di 4,9 punti

mentre in Germania si apprezza una diminuzione di 3,4 punti. Gli ultimi dati mensili disponibili di

Regno Unito e il Giappone mostrano aumenti di 7,4 punti e di 0,2 punti rispetto a febbraio 2008.

Tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni nel quinquennio 2008-2013 in alcune grandi economie Febbraio degli anni 2008-2013; in % della forza lavoro - tassi destagionalizzati e variazioni

Paesi Febbraio

2008 Febbraio

2009 Febbraio

2010 Febbraio

2011 Febbraio

2012 Febbraio

2013 Var. ultimo anno

in punti % Var. 2008-2013

in punti %

Spagna 20,8 34,8 40,1 44,4 50,9 55,7 4,8 34,9 Italia 20,9 23,5 28,1 27,6 33,9 37,8 3,9 16,9 Area euro 15,2 19,1 21,1 20,6 22,3 23,9 1,6 8,7 Ue a 27 15,0 18,8 21,3 20,9 22,5 23,5 1,0 8,5 Francia 17,8 23,2 23,6 23,5 23,0 26,2 3,2 8,4 Regno Unito 13,7 18,0 19,9 20,0 21,7 21,1* -0,6* 7,4* USA 11,4 15,9 18,6 17,6 16,5 16,3 -0,2 4,9 Giappone 7,1 8,9 9,2 8,0 9,1 7,3** -1,8** 0,2** Germania 11,1 11,2 11,0 9,0 8,1 7,7 -0,4 -3,4 * dicembre 2012. Variazioni calcolate rispetto febbraio 2012 e rispetto febbraio 2008 e quindi non confrontabili con quelle degli altri paesi ** gennaio 2013. Variazioni calcolate rispetto febbraio 2012 e rispetto febbraio 2008 e quindi non confrontabili con quelle degli altri paesi Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

Se prendiamo a riferimento la serie storica più lunga della disoccupazione giovanile utilizzando i

dati trimestrali della Labour Force Survey di Eurostat dal I trimestre 2004 si osserva che tutti i

maggiori paesi europei hanno registrato nella crisi una tendenza alla crescita del tasso di

disoccupazione giovanile: successivamente per Italia, Francia e Regno Unito c’è stata una

stabilizzazione e recentemente un aumento, mentre per la Germania è iniziato un percorso di

diminuzione e, all’opposto, la Spagna ha iniziato un percorso di deciso aumento tanto che ormai è

senza lavoro oltre la metà delle forze di lavoro giovani.

17

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Dinamica tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni nelle maggiori economie europee I trimestre 2004-IV trimestre 2012; tassi destagionalizzati

8,0

55,3

26,4

36,9

20,7

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

I tr

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4

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III

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.

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m.

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.

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m.

III

trim

.

IV tri

m.

Germania Spagna Francia Italia Regno Unito Dati Eurostat

Sempre sulla base dell'analisi dell'intera serie storica dati trimestrali della Labour Force Survey di

Eurostat, osserviamo come i maggiori paesi europei mostrino situazioni marcatamente differenti.

Da un lato la Germania tocca il tasso di disoccupazione minimo proprio al IV trimestre 2012

mentre dall'altro il Regno Unito lo ha registrato all’inizio del periodo esaminato, nel I trimestre

2004.

Analizzando la variazione del tasso di disoccupazione giovanile al IV trimestre 2012 rispetto al

valore minimo registrato, la Spagna è il paese che mostra lo scostamento maggiore (+37,8 punti

percentuali) seguita dall’Italia che presenta un ampio gap, pari a 17,2 punti percentuali in più

rispetto al minimo. In Francia e Regno Unito, invece, si registrano scostamenti dimezzati rispetto a

quello italiano, rispettivamente pari a +8,4 e +8,9 punti percentuali.

Tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni nel IV trimestre 2012 rispetto al minimo registrato dal I trimestre 2004 I trimestre 2004 - IV trimestre 2012; Tassi destagionalizzati e variazioni in punti %

Paesi Minimo del

tasso disoccupazione 15-24 anni (I trimestre 2004-IV trimestre 2012)

Trimestre di rilevazione del minimo

Valore attuale tasso disoccupazione giovanile

15-24 anni (IV trimestre 2012)

Variazione in punti % IV trimestre 2012

rispetto al minimo

Spagna 17,5 I trimestre 2007 55,3 37,8 Italia 19,7 II trimestre 2007 36,9 17,2 Regno Unito 11,8 I trimestre 2004 20,7 8,9 Area euro 15,1 I trimestre 2008 23,9 8,8 Francia 18,0 I trimestre 2008 26,4 8,4 UE a 27 15,0 I trimestre 2008 23,3 8,3 Germania 8,0 IV trimestre 2012 8,0 0,0

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

Dopo l'indicatore della disoccupazione under 25, esaminiamo in dettaglio l’andamento

dell’occupazione per classi di età per analizzare nel dettaglio l'andamento nei diversi segmenti del

mercato del lavoro giovanile. A tal scopo utilizziamo i dati Eurostat che forniscono, oltre alla

comparazione internazionale, un elevato dettaglio delle classi di età rendendo possibile un’analisi

più approfondita.

Osservando nel dettaglio le classi di età per i giovani under 35 vediamo che quella che nell’ultimo

anno conta meno occupati è la 30-34 anni (-121.100 giovani), seguita dalla 25-29 anni (-109.500

giovani), la 20-24 anni (-93.900 giovani) ed infine la 15-19 anni (-24.800 giovani).

18

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Consistenza e dinamica degli occupati per classi di età IV trimestre 2008, 2009, 2010, 2011 e 2012-valori assoluti e variazioni assolute in migliaia, variazioni relative Classi di età IV trimestre 2008 IV trimestre 2009 IV trimestre 2010 IV trimestre 2011 IV trimestre 2012

Under 35

15-19 anni 201,5 152,1 134,3 105,1 80,3 20-24 anni 1.190,6 1.127,7 1.094,8 1.067,6 973,7 25-29 anni 2.268,5 2.109,8 2.044,0 1.992,2 1.882,7 30-34 anni 3.286,7 3.070,2 2.937,8 2.806,8 2.685,7

Confronto under e over 25 15-24 anni 1.392,1 1.279,8 1.229,1 1.172,7 1.054,0 25-64 anni 21.957,2 21.642,0 21.706,2 21.780,3 21.751,0

Confronto under e over 35 15-34 anni 6.947,3 6.459,8 6.210,9 5.971,7 5.622,4 35-64 anni 16.402,0 16.462,0 16.724,4 16.981,3 17.182,6

Totale occupati 15 anni e più 23.349,3 22.921,8 22.935,3 22.953,0 22.805,0 VARIAZIONI ASSOLUTE

Lungo periodo: IV trim. 2012 su

IV trim. 2008

IV trim. 2009 su IV trim. 2008

IV trim. 2010 su IV trim. 2009

IV trim. 2011 su IV trim. 2010

IV trim. 2012 su IV trim. 2011

Under 35

15-19 anni -121,2 -49,4 -17,8 -29,2 -24,8 20-24 anni -216,9 -62,9 -32,9 -27,2 -93,9 25-29 anni -385,8 -158,7 -65,8 -51,8 -109,5 30-34 anni -601,0 -216,5 -132,4 -131,0 -121,1

Confronto under e over 25 15-24 anni -338,1 -112,3 -50,7 -56,4 -118,7 25-64 anni -206,2 -315,2 64,2 74,1 -29,3

Confronto under e over 35 15-34 anni -1.324,9 -487,5 -248,9 -239,2 -349,3 35-64 anni 780,6 60,0 262,4 256,9 201,3

Totale occupati 15 anni e più -544,3 -427,5 13,5 17,7 -148,0 VARIAZIONI RELATIVE (%)

Lungo periodo: IV trim. 2012 su

IV trim. 2008

IV trim. 2009 su IV trim. 2008

IV trim. 2010 su IV trim. 2009

IV trim. 2011 su IV trim. 2010

IV trim. 2012 su IV trim. 2011

Under 35

15-19 anni -60,1 -24,5 -11,7 -21,7 -23,6 20-24 anni -18,2 -5,3 -2,9 -2,5 -8,8 25-29 anni -17,0 -7,0 -3,1 -2,5 -5,5 30-34 anni -18,3 -6,6 -4,3 -4,5 -4,3

Confronto under e over 25 15-24 anni -24,3 -8,1 -4,0 -4,6 -10,1 25-64 anni -0,9 -1,4 0,3 0,3 -0,1

Confronto under e over 35 15-34 anni -19,1 -7,0 -3,9 -3,9 -5,8 35-64 anni 4,8 0,4 1,6 1,5 1,2

Totale occupati 15 anni e più -2,3 -1,8 0,1 0,1 -0,6

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

Per un'analisi di lungo periodo abbiamo tenuto conto del picco dell'occupazione pre crisi dell'aprile

del 2008 e abbiamo esaminato il periodo che va dal IV trimestre 2008 all'ultimo disponibile, il

IV trimestre 2012. In questi ultimi quattro anni non cambia l’ordine della performance negativa

per classi di età: il maggiore calo lo riscontriamo sempre la classe 30-34 anni (-601.000 giovani

occupati), seguita dalla 25-29 anni (-385.800 occupati), dalla 20-24 anni (-216.900 occupati) ed

infine dalla 15-19 anni (-121.200 giovani), per una variazione complessiva che arriva a 1.324.900

occupati in meno. Come vedremo nel dettaglio nel capitolo successivo, al calo degli occupati si

sovrappone il calo demografico dei giovani. Abbiamo neutralizzato l'effetto demografico prendendo

a riferimento il tasso di occupazione degli under 35 del IV trimestre 2008 e calcolato che il calo di

occupati dovuto alla crisi è di quasi un milione di giovani, 949.000 per la precisione,

equivalente ad una diminuzione di 650 minori occupati al giorno.

19

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Calo dell'occupazione under 35: effetto della crisi e del calo demografico IV trimestre 2008 e IV trimestre 2012 - valori in migliaia IV trimestre 2008 IV trimestre 2012 Variazione ass.

Popolazione under 35 14.051 13.291 -760 Occupati under 35 6.947 5.622 -1.325 tasso occupazione 49,4 42,3 -7,1 A parità di tasso di occupazione IV trimestre 2008 tasso occupazione ipotizzato costante al IV trim. 2012 49,4 49,4 Occupati potenziali al IV trimestre 2012 (a tasso occupazione costante) 6.572 Occupazione effettiva al IV trimestre 2012 5.622 Minori occupati dovuti a fattori economici -949 Minori occupati dovuti a fattori demografici -376 Numero giorni 1.461 Perdita di occupati per fattori economici al giorno (unità) -650

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

Focalizzando l'attenzione alla fascia dei giovani occupati under 25 rileviamo nel IV trimestre 2012

una diminuzione tendenziale intensa del 10,1%, pari a 118.700 unità in meno; si tratta del

diciannovesimo trimestre consecutivo di flessione e in particolare era dall’inizio del 2009 che non si

osservava un flessione di tale entità (con il minimo del -13,5% nel II trimestre 2009). Nell'ultimo

anno gli occupati over 25 scendono di un limitato -0,3%, pari a 59.400 unità in meno.

Negli ultimi quattro anni la crisi ha ridotto i giovani occupati under 25 di quasi un quarto (-24,3%)

portando il numero dei lavoratori impiegati di questa fascia di età a contare 1.054.000 unità nel IV

trimestre 2012. Nello stesso periodo in esame l’occupazione degli over 25 anni ha registrato una

maggiore tenuta, con una flessione contenuta sotto il punto percentuale (-0,9%).

Dinamica occupati 15-24 anni e 25-64 anni I trimestre 2005-IV trimestre 2012; variazioni % su stesso periodo anno precedente

-6,5

-5,2

-11,

3

-4,6

-0,8

-1,0

1,5

-3,0

-6,3

-2,3

-0,3

-4,2

1,2

-0,1

-2,2

-2,6

-10,

1

-13,

5

-11,

3

-8,1

-4,7

-5,8

-8,3

-4,0

-5,5

-7,3

-4,6

-4,6

-5,3

-1,0

-1,8

-10,

1

2,1

1,5

1,1

0,6

1,8 2,

5

2,0

1,7

1,0

0,7

1,9

1,6

1,2

1,2

0,6

0,4

-0,3

-0,7

-1,3

-1,5 -0

,7

-0,6

-0,5

0,4 0,

9

0,9

0,9

0,2

-0,2

-0,3 -0,1

-0,3

-16,0

-14,0

-12,0

-10,0

-8,0

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

I trim

. 200

5

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 200

6

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 200

7

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 200

8

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 200

9

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 201

0

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 201

1

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 201

2

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

15-24 anni 25-64 anni Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

20

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

La dinamica dell'occupazione degli under 35

Allargando la classe di età e considerando i giovani occupati under 35, osserviamo che nel IV

trimestre 2012 scendono del 5,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, pari a 349.300

unità in meno, mentre gli occupati over 35 aumentano dell’1,0%, contando 171.200 unità in più.

Negli ultimi quattro anni le due recessioni alternate da una debole ripresa hanno ridotto il numero di

questi giovani occupati di quasi un quinto (-19,1%) portando il numero dei lavoratori impiegati di

questa fascia di età a contare 5.622.400 unità nel IV trimestre 2012.

La dinamica tendenziale dell'occupazione dei giovani under 35 mostra, fin dal I trimestre 2008, una

progressiva accentuazione della loro diminuzione che ha raggiunto il minimo del -7,5% nel II

trimestre del 2009. Successivamente il recupero del ciclo economico è stato troppo debole e

l'occupazione dei giovani under ha continuato a scendere e si è solamente apprezzato un

rallentamento della diminuzione. Da metà 2011, però, il calo è tornato ad approfondirsi.

All’opposto, nello stesso periodo esaminato, l’occupazione dei senior ha sempre manifestato un

tasso di crescita tendenziale positivo.

Dinamica occupati 15-34 anni e 35-64 anni

I trimestre 2005-IV trimestre 2012; variazioni % su stesso periodo anno precedente

-2,0

-2,6

-4,1

-2,8

-0,8 -0,5 -0,1

-1,7

-3,7

-2,0

-1,0

-1,8

-0,3

-1,3

-2,6

-2,8

-5,7

-7,5 -7

,0

-7,0 -6

,1 -5,7

-6,5

-3,9 -3

,1

-3,3 -2

,5

-3,9

-4,1 -3,8

-4,0

-5,8

3,3

3,0

2,4

1,8

2,9 3,

6

3,0

2,9

2,6

1,8

3,1

2,6

1,9 2,2

1,8

1,6

1,3

1,2

0,3

0,4 1,

3

1,1

1,3 1,

7 2,0

1,9

1,8

1,4

0,9

0,9 1,2

1,0

-10,0

-8,0

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

I trim

. 200

5

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 200

6

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 200

7

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 200

8

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 200

9

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 201

0

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 201

1

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 201

2

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

15-34 anni 35-64 anni Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati ISTAT

Concludiamo l'analisi con un esercizio controfattuale che mette in evidenza l'ampiezza della

distanza tra il mercato del lavoro giovanile in Italia e quello della Germania. Nel IV trimestre in

Italia si contano 5.855.400 occupati under 35 con un relativo tasso di occupazione del 43,6%: lo

spread con la Germania dell'occupazione giovanile under 35 - valutato con un tasso di

occupazione al livello di quello tedesco pari al 63,5% - vale 2.664.700 occupati e che porterebbe lo

stock di giovani occupati in Italia a 8.520.100 unità.

Lo spread con la Germania dell'occupazione dei giovani under 35 IV trimestre 2012-valori assoluti in migliaia e tassi di disoccupazione e var. in migliaia e in punti % variabile valori

Occupati Occupati under 35 in Italia (con tasso di occupazione italiano del 43,6%) 5.855,4 Occupati under 35 in Italia con tasso di occupazione tedesco (63,5%) 8.520,1 differenza in migliaia 2.664,7

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

21

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

I giovani under 35 tra disoccupazione, scoraggiamento e sottoccupazione

Per fornire ulteriori chiavi di lettura del mercato del lavoro giovanile prendiamo in esame gli

indicatori complementari al tasso di disoccupazione che consentono di quantificare il fenomeno dei

giovani under 35 inattivi scoraggiati e dei sottoccupati. Nel primo caso si tratta di giovani che

dichiarano di non aver cercato lavoro perché convinti di non trovarlo, nel secondo caso si tratta

di occupati che svolgono un lavoro a tempo parziale, ma dichiarano che avrebbero voluto e

potuto lavorare più ore2.

L'analisi si basa su tre indicatori complementari definiti in sede europea che esaminano alcuni

segmenti specifici del mercato.

I primi due indicatori individuano due segmenti della popolazione inattiva: i) inattivi che cercano

lavoro: individui che cercano lavoro, ma non sono subito disponibili a lavorare; ii) inattivi

disponibili a lavorare, composto da individui che non hanno cercato un lavoro nelle ultime quattro

settimane, ma sono subito disponibili a lavorare; all’interno di questo gruppo di inattivi

individuiamo gli 'Scoraggiati', cioè quelli che dichiarano di non aver cercato lavoro perché convinti

di non trovarlo e le Persone che non stanno cercando lavoro per motivi personali o familiari.

Sulla base delle indicazioni dell'International Labour Organisation (ILO) la somma dei due

segmenti di inattivi (i)+(ii) costituisce un'area contigua all'offerta di lavoro e rappresenta la "forza di

lavoro potenziale" (PAF, Potential Additional labour Force).

Il terzo indicatore riguarda i sottoccupati part time: occupati che svolgono un lavoro a tempo

parziale, ma dichiarano che avrebbero voluto e potuto lavorare più ore.

Nella tabella a seguire viene proposto un quadro dettagliato degli under 35 per il loro status

lavorativo nel 2012 e le variazioni intercorse nell’anno. Dei 13.357.700 giovani ricompresi in tale

fascia d’età, il 54,0% rientra nelle forze di lavoro (7.214.400 giovani) mentre il 46,0% sono inattivi

(6.143.400). In particolare le forze di lavoro sommano il 43,3% dei giovani che risultano occupati

(5.788.700) ed il 10,7% che sono disoccupati (il tasso di disoccupazione, che rapporta i disoccupati

alle forze lavoro, è pari invece al 19,8%).

La popolazione under 35 per status lavorativo Anni 2011 e 2012. Valori e variazioni assolute in migliaia, variazioni percentuali, tassi percentuali

2011 2012 Var. ass. Var. % Tassi 2012 e descrizione

Popolazione 13.536,5 13.357,7 -178,8 -1,3

FORZE LAVORO 7.184,2 7.214,4 30,2 0,4 54,0 % su popolazione (tasso di attività) - Disoccupati 1.127,7 1.425,7 298,0 26,4 10,7 % su popolazione 19,8 % su forze lavoro (tasso di disoccupazione) - Occupati 6.056,6 5.788,7 -267,9 -4,4 43,3 % su popolazione (tasso di occupazione)

Sottoccupati part-time 163,5 204,1 40,6 24,9 1,5 % su popolazione (tasso di sottoccupazione) Altri occupati 5.893,1 5.584,6 -308,5 -5,2 41,8 % su popolazione

INATTIVI 6.352,3 6.143,4 -208,9 -3,3 46,0 % su popolazione (tasso di inattività) - Forze di lavoro potenziali (PAF) 1.338,6 1.262,6 -76,0 -5,7 9,5 % su popolazione Cercano lavoro ma non disponibili 62,0 53,0 -8,9 -14,4 0,4 % su popolazione Disponibili che non cercano lavoro 1.276,6 1.209,6 -67,0 -5,3 9,1 % su popolazione

- Altri inattivi 5.013,7 4.880,8 -132,9 -2,7 36,5 % su popolazione

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat ed Istat

In Italia i giovani under 35 sottoccupati part-time sono 204.100, pari all’1,5% dei giovani; i

giovani under 35 in cerca di lavoro ma non immediatamente disponibili sono 53.000 pari allo

0,4% dei giovani e giovani under 35 disponibili a lavorare ma non in cerca di lavoro sono

1.209.600, pari a 9,1% dei giovani. Seguendo quindi le indicazioni dell’ILO, la Forza lavoro

2 Persone tra 15 e 74 anni che lavorano part time, dichiarano che desiderano lavorare un numero maggiore di ore e

sono disponibili a lavorare più ore entro le 2 settimane successive quella di riferimento; cfr. Istat (2013c)

22

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

potenziale ammonta 1.262.600 giovani under 35, pari al 9,5% del totale.

Tra il 2011 e il 2012 si registra una sostanziale stabilità della forza di lavoro (+0,4%), a cui fanno

fronte due fenomeni opposti: 267.900 occupati in meno (-4,4%) e 298.000 disoccupati in più, pari

ad un aumento del 26,4%. Il segmento della "forza di lavoro potenziale" mostra una tendenza alla

decrescita (-5,7%) pari a 76.000 giovani under 35 in meno determinata pressochè interamente dalla

diminuzione dei Disponibili che non cercano lavoro (-5,3%, pari a 67.000 giovani under 35 in

meno). Salgono di 40.600 unità i sottoccupati part-time, pari ad una crescita del 24,9%.

Analizzando infine le motivazioni che portano i giovani under 35 a dichiararsi inattivi vediamo che

oltre i due terzi è impegnato in Studio, formazione professionale (67,4%, pari a 4.143.400

giovani), cui seguono i Motivi familiari (11,6%, pari a 709.700 giovani). L'area dello

Scoraggiamento, cioè il pensare di non poter trovare un lavoro, coinvolge il 7,4% degli

inattivi, pari a 453.700 giovani under 35. Per quanto riguarda la dinamica tendenziale delle motivazioni principali ora descritte, quella che

diminuisce maggiormente è relativa a Motivi familiari (-5,4%) seguita da Scoraggiamento (-5,1%) e

infine da Studio, formazione professionale (-1,5%). In virtù del peso che tale motivo ha tra quelli

indicati come causa dell’inattività, la sua modesta flessione relativa si traduce in 63.400 inattivi in

meno, variazione che più contribuisce alla diminuzione degli inattivi.

Gli inattivi under 35 per motivo Anni 2011 e 2012. Valori e variazioni assolute in migliaia, variazioni percentuali e incidenze Motivo inattività 2011 2012 % Var. ass. Var. %

Scoraggiamento (pensa di non trovare lavoro) 477,9 453,7 7,4 -24,2 -5,1 Motivi familiari 750,4 709,7 11,6 -40,7 -5,4 Studio, formazione professionale 4.206,9 4.143,4 67,4 -63,4 -1,5 Aspetta esiti passate azioni di ricerca 349,9 313,7 5,1 -36,2 -10,4 Pensione, non interessato anche per motivi di età 130,0 101,4 1,6 -28,6 -22,0 Altri motivi 437,2 421,6 6,9 -15,6 -3,6 INATTIVI 6.352,3 6.143,4 100,0 -208,8 -3,3

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

23

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

I territori: i giovani under 35 per regione

In analogia con le analisi svolte sul mercato del lavoro giovanile nazionale ed europeo, in questo

paragrafo esaminiamo i dati territoriali - disponibili in media annuale - del mercato del lavoro

giovanile secondo la classe di età degli under 35, comprendente i giovani tra i 15 e i 34 anni.

Nel 2012, in Italia, gli occupati under 35 sono 5,8 milioni, di cui il 19,4% ha fino a 24 anni, mentre

il restante 80,6% appartiene alla classe di età 25-34 anni.

Gli occupati under 35 nelle regioni italiane Anni 2008-2012; valori assoluti in migliaia; composizione % under 35 anno 2012

Regioni 2008 2009 2010 2011 2012 di cui (%)

15-24 25-34

Piemonte 561,8 525,7 499,5 491,0 461,7 19,4 80,6 Valle d'Aosta 16,7 15,6 15,2 14,4 14,2 20,6 79,4 Liguria 170,3 160,5 149,9 149,6 138,2 19,7 80,3 Lombardia 1.378,7 1.282,0 1.216,2 1.167,9 1.119,5 18,9 81,1 Provincia Autonoma Bolzano 76,0 74,3 73,6 73,2 72,8 31,0 69,0 Provincia Autonoma Trento 71,8 67,3 64,6 63,8 61,8 22,3 77,7 Veneto 686,2 645,3 606,4 582,8 548,0 21,0 79,0 Friuli-Venezia Giulia 151,9 140,9 133,0 126,6 115,4 16,4 83,6 Emilia-Romagna 585,2 549,2 515,1 504,2 483,9 18,4 81,6 Toscana 455,6 431,5 403,8 385,1 367,1 18,6 81,4 Umbria 118,1 108,9 104,3 99,8 94,2 18,5 81,5 Marche 202,0 189,4 180,6 169,7 163,5 19,2 80,8 Lazio 646,6 621,4 596,9 568,7 548,8 16,1 83,9 Abruzzo 157,2 141,8 134,6 133,6 135,7 20,1 79,9 Molise 33,2 30,0 28,9 27,5 25,5 18,0 82,0 Campania 509,9 451,9 417,4 402,3 403,2 22,0 78,0 Puglia 430,8 390,6 373,4 363,2 348,8 20,9 79,1 Basilicata 56,4 52,2 46,1 47,8 44,6 17,0 83,0 Calabria 175,7 164,1 148,7 147,4 144,4 17,5 82,5 Sicilia 435,6 413,4 388,0 382,1 355,7 20,5 79,5 Sardegna 190,1 168,2 159,7 155,6 141,5 18,3 81,7

ITALIA 7.109,8 6.624,3 6.256,1 6.056,5 5.788,7 19,4 80,6

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Nel corso dell’ultimo anno gli occupati under 35 sono scesi, in media annua, del 4,4%, pari ad una

diminuzione di 270.000 unità. A livello regionale, solo in due territori si registrano variazioni

positive: +1,5% in Abruzzo e +0,2% in Campania, mentre tra le restanti regioni, le dinamiche

peggiori si registrano in Sardegna (-9,1%), in Friuli-Venezia Giulia (-8,8%), in Liguria (-7,6%) e

in Molise (-7,1%).

In un’ottica di lungo periodo, tra il 2008, anno di picco dell’occupazione nazionale, e il 2012, la

flessione media nazionale degli occupati under 35 è del -18,6%. La dinamica è negativa in tutte le

regioni: la meno intensa nella Provincia Autonoma di Bolzano (-4,1%), in Abruzzo (-13,7%),

nella Provincia Autonoma di Trento (-14,0%) e in Valle d’Aosta (-14,9%), mentre le più

accentuate si osservano in Sardegna (-25,6%), Friuli-Venezia Giulia (-24,0%), Molise (-23,1%),

Campania e Basilicata (entrambe a -20,9%).

24

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Dinamica degli occupati under 35 nelle regioni italiane Anni 2008-2012; var. % annuali tendenziali, var. ass. 2011-2012 e 2008-2012 e ranghi

Regioni 2008 2009 2010 2011 2012 rank var. %

2008-2012 rank

Var. ass. 2011-2012

Var. ass. 2008-2012

Piemonte -1,7 -6,4 -5,0 -1,7 -6,0 14 -17,8 7 -29,3 -100,1 Valle d'Aosta -3,3 -6,3 -2,6 -5,1 -1,8 4 -14,9 4 -0,3 -2,5 Liguria -5,2 -5,8 -6,6 -0,2 -7,6 19 -18,8 11 -11,4 -32,1 Lombardia -1,2 -7,0 -5,1 -4,0 -4,1 11 -18,8 10 -48,4 -259,2 Provincia Autonoma Bolzano -1,8 -2,2 -0,9 -0,6 -0,5 3 -4,1 1 -0,4 -3,1 Provincia Autonoma Trento -0,7 -6,2 -4,0 -1,3 -3,2 6 -14,0 3 -2,0 -10,0 Veneto -1,7 -6,0 -6,0 -3,9 -6,0 15 -20,1 15 -34,9 -138,2 Friuli-Venezia Giulia -1,3 -7,2 -5,6 -4,8 -8,8 20 -24,0 20 -11,2 -36,5 Emilia-Romagna -1,3 -6,1 -6,2 -2,1 -4,0 10 -17,3 6 -20,3 -101,2 Toscana -1,3 -5,3 -6,4 -4,6 -4,7 12 -19,4 14 -17,9 -88,5 Umbria 1,0 -7,8 -4,3 -4,3 -5,6 13 -20,3 16 -5,6 -24,0 Marche -3,4 -6,2 -4,6 -6,0 -3,7 8 -19,1 13 -6,3 -38,6 Lazio -2,5 -3,9 -3,9 -4,7 -3,5 7 -15,1 5 -19,9 -97,8 Abruzzo 4,1 -9,8 -5,1 -0,7 1,5 1 -13,7 2 2,0 -21,5 Molise -3,5 -9,7 -3,5 -5,0 -7,1 18 -23,1 19 -2,0 -7,7 Campania -4,8 -11,4 -7,6 -3,6 0,2 2 -20,9 18 1,0 -106,6 Puglia -0,1 -9,3 -4,4 -2,7 -3,9 9 -19,0 12 -14,3 -82,0 Basilicata 0,4 -7,4 -11,7 3,8 -6,7 16 -20,9 17 -3,2 -11,8 Calabria 2,3 -6,6 -9,4 -0,8 -2,1 5 -17,8 8 -3,1 -31,3 Sicilia -4,1 -5,1 -6,1 -1,5 -6,9 17 -18,3 9 -26,4 -79,9 Sardegna -1,5 -11,5 -5,0 -2,6 -9,1 21 -25,6 21 -14,1 -48,6

ITALIA -1,8 -6,8 -5,6 -3,2 -4,4 -18,6 -267,8 -1.321,1

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Di seguito analizziamo i tre principali tassi del mercato del lavoro - attività, occupazione e

disoccupazione - per regioni italiane riferiti agli under 35. A livello regionale tali tassi non sono

disponibili pertanto si è proceduto alla stima. In particolare, per quanto riguarda il tasso di

occupazione e di attività, si sono ponderati i tassi disponibili per coloro che hanno tra i 15 e i 24

anni e per quelli appartenenti alla classe di età 25-34 utilizzando il peso del corrispondente numero

di residenti al 1° gennaio di ogni anno sulla popolazione under 35, mentre per il tasso di

disoccupazione, ai fini della ponderazione, si è utilizzata la forza lavoro. A livello nazionale, è

disponibile il tasso di occupazione e di attività per gli under 35, mentre per il tasso di

disoccupazione si è proceduto alla stima nella metodologia presentata.

In Italia, nella media del 2012, si è registrato un aumento del tasso di attività (+0,9 punti

percentuali), una diminuzione del tasso di occupazione (-1,4 punti percentuali) e un aumento del

tasso di disoccupazione (+4,1 punti percentuali). Tale situazione indica che nell’anno è cresciuta

l’offerta di lavoro dovuta sia all'aumento degli attivi sia ad ex occupati che hanno alimentato lo

stock delle persone in cerca di lavoro. Rispetto al 2008 si registrano importanti variazioni negative

per il tasso di attività (-3,1 punti percentuali) e per il tasso di occupazione (-7,1 punti percentuali),

mentre crescita per il tasso di disoccupazione (+8,0 punti percentuali). Tale situazione indica che il

calo dell'occupazione ha accentuato la disoccupazione, pur in presenza di una diminuzione

dell'offerta di lavoro.

Seguono le tavole contenenti la serie storica dei tre indicatori per le regioni italiane dal 2008 al

2012 e le variazioni in punti percentuali tra il 2011 e il 2012 e il 2008 e il 2012.

25

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Nel 2012 il tasso di attività riferito ai giovani under 35 più elevato si registra nella Provincia

Autonoma di Bolzano con il 65,9%, in Valle d’Aosta con il 63,0%, in Piemonte con il 62,9%, in

Emilia-Romagna (62,7%) e in Lombardia (61,9%). All'opposto i tassi di attività più bassi si

osservano in Campania (40,0%), Sicilia (42,0%), Calabria (43,1%), Basilicata (44,3%) e Molise

(46,6%). Tali ampie differenze territoriali riscontrate nel nostro paese si confermano anche nel

contesto europeo. A questo proposito, infatti, il tasso di attività della Provincia Autonoma di

Bolzano si colloca tra quello rilevato in Slovenia (66,1%) e Lettonia (64,8%), rispettivamente al

12° e 13° posto nella UE a 27, classifica in cui l’Italia ricopre l’ultima posizione, a 25,5 punti

percentuali dall’Olanda (1° posto) e a 14,8 dalla Germania (6° posto).

Per quanto riguarda il tasso di attività, la più intensa crescita nel 2012 si registra in Calabria con

+5,6 punti percentuali, segue la Campania (+3,0 punti) e l’Abruzzo (+2,4 punti); in territorio

negativo le dinamiche registrate in Friuli-Venezia Giulia (-1,6 punti), Liguria (-1,5 punti) e

Veneto (-1,3 punti).

Rispetto al 2008, solo in Calabria si registra una aumento del tasso di attività (+1,6 punti

percentuali), negative in tutti i restanti territori: le più intense in Friuli-Venezia Giulia (-7,7 punti),

Lombardia e Veneto (entrambe -5,7 punti) e Liguria (-5,5 punti).

Tasso di attività under 35 nelle regioni italiane Anni 2008-2012; tassi % e var. in punti percentuali 2011-2012 e 2008-2012 e ranghi

Regioni 2008 2009 2010 2011 2012 rank Var. in punti %

2011-2012 rank

Var. in punti % 2008-2012

rank

Piemonte 65,8 64,5 63,4 63,3 62,9 3 -0,5 17 -2,9 10 Valle d'Aosta 64,7 63,0 63,1 62,8 63,0 2 0,2 12 -1,7 6 Liguria 62,4 60,2 58,4 58,5 57,0 12 -1,5 20 -5,5 18 Lombardia 67,6 65,7 63,5 62,0 61,9 5 -0,1 14 -5,7 20 P.A. Bolzano 66,2 65,8 64,7 65,5 65,9 1 0,4 9 -0,3 2 P.A. Trento 64,7 61,7 60,3 60,1 59,7 8 -0,4 15 -5,0 15 Veneto 66,0 64,1 63,1 61,6 60,3 7 -1,3 19 -5,7 19 Friuli-V. Giulia 65,4 62,3 60,8 59,3 57,7 11 -1,6 21 -7,7 21 Emilia-Romagna 67,6 65,6 64,0 62,7 62,7 4 -0,1 13 -5,0 14 Toscana 63,2 61,9 60,3 58,6 58,2 10 -0,4 16 -5,0 17 Umbria 64,5 62,0 60,4 59,5 60,7 6 1,2 7 -3,8 13 Marche 62,1 61,5 58,5 57,6 59,2 9 1,6 5 -2,9 11 Lazio 57,5 57,3 56,6 54,4 54,8 14 0,3 11 -2,7 9 Abruzzo 56,2 52,4 51,6 52,4 54,8 13 2,4 3 -1,4 4 Molise 51,6 47,1 45,6 46,2 46,6 17 0,3 10 -5,0 16 Campania 40,7 37,6 37,0 37,0 40,0 21 3,0 2 -0,6 3 Puglia 49,3 46,6 46,6 45,5 47,3 16 1,8 4 -2,0 7 Basilicata 46,4 44,8 43,1 43,6 44,3 18 0,7 8 -2,1 8 Calabria 41,5 39,0 36,9 37,5 43,1 19 5,6 1 1,6 1 Sicilia 43,4 42,1 41,4 40,5 42,0 20 1,5 6 -1,4 5 Sardegna 56,6 53,7 53,6 53,4 52,9 15 -0,5 18 -3,6 12

ITALIA 57,1 55,2 54,0 53,1 54,0 0,9 -3,1

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

26

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Nel 2012 il tasso di occupazione riferito ai giovani under 35 più elevato si registra nella

Provincia Autonoma di Bolzano (61,3%), in Valle d’Aosta (55,7%), in Emilia-Romagna

(54,7%), in Lombardia (53,9%) e nella Provincia Autonoma di Trento (53,5%). All'opposto i

tassi di occupazione più bassi si osservano in Campania con il 26,5%, in Sicilia con il 27,9%, in

Calabria con il 28,2%, in Basilicata con il 31,8% e in Puglia e in Molise (entrambe con il 34,8%).

Considerando gli stati dell’UE a 27, il livello del tasso di occupazione registrato nella Provincia

Autonoma di Bolzano è superiore a quello della Svezia (60,1%), al settimo posto tra i 27 paesi

europei. Di contro, le ultime sei regioni italiane per tasso di occupazione più basso presentano tutte

un valore inferiore a quello della Grecia (39,9%), ultimo paese in Europa dietro all’Italia.

In termini di dinamica nell’ultimo anno del tasso di occupazione degli under 35, al primo posto

l’Abruzzo con +1,1 punti percentuali, segue la Campania (+0,4 punti); le dinamiche peggiori in

Friuli-Venezia Giulia e Liguria (entrambe -3,7 punti) e in Veneto e Piemonte (entrambe -2,7).

Rispetto al 2008, le variazioni sono negative in tutte le regioni: la meno intensa nella Provincia

Autonoma di Bolzano (-2,4 punti), le più importanti in Friuli-Venezia Giulia (-10,7 punti) e in

Umbria (-10,2 punti).

Tasso di occupazione under 35 nelle regioni italiane Anni 2008-2012; tassi %, var. in punti percentuali 2011-2012 e 2008-2012 e ranghi

Regioni 2008 2009 2010 2011 2012 rank Var. in punti %

2011-2012 rank

Var. in punti % 2008-2012

rank

Piemonte 60,1 56,9 55,1 55,2 52,5 7 -2,7 18 -7,7 13 Valle d'Aosta 61,5 58,5 58,2 56,3 55,7 2 -0,6 5 -5,8 8 Liguria 56,4 54,0 51,3 51,7 48,1 12 -3,7 20 -8,4 15 Lombardia 63,5 59,7 57,5 55,9 53,9 4 -2,1 14 -9,7 19 P. A. di Bolzano 63,7 62,6 62,2 61,8 61,3 1 -0,5 4 -2,4 1 P. A. di Trento 61,4 57,7 55,7 55,2 53,5 5 -1,7 10 -7,9 14 Veneto 62,3 59,2 56,8 55,6 52,8 6 -2,7 19 -9,5 18 Friuli-V. Giulia 60,5 57,0 55,1 53,5 49,8 8 -3,7 21 -10,7 21 Emilia-Romagna 64,1 60,3 57,0 56,5 54,7 3 -1,8 12 -9,4 17 Toscana 58,2 55,9 53,2 51,5 49,6 9 -1,9 13 -8,6 16 Umbria 59,4 55,0 53,3 51,7 49,3 11 -2,5 16 -10,2 20 Marche 56,9 53,7 52,7 50,6 49,3 10 -1,3 7 -7,6 12 Lazio 50,1 48,4 46,9 45,1 43,4 14 -1,7 8 -6,7 9 Abruzzo 49,2 44,7 43,1 43,5 44,7 13 1,1 1 -4,6 3 Molise 42,3 38,8 38,1 36,9 34,8 17 -2,1 15 -7,6 10 Campania 31,7 28,6 26,8 26,1 26,5 21 0,4 2 -5,2 6 Puglia 39,7 36,8 35,9 35,6 34,8 16 -0,8 6 -4,9 5 Basilicata 37,1 35,0 31,6 33,5 31,8 18 -1,7 9 -5,3 7 Calabria 32,5 30,7 28,3 28,5 28,2 19 -0,2 3 -4,2 2 Sicilia 32,7 31,4 29,8 29,7 27,9 20 -1,7 11 -4,8 4 Sardegna 45,1 41,0 40,1 40,2 37,5 15 -2,7 17 -7,6 11

ITALIA 50,4 47,5 45,6 44,7 43,3 -1,4 -7,1

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

27

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Nel 2012 il tasso di disoccupazione riferito ai giovani under 35 più elevato si registra in

Calabria con il 34,4%, segue la Campania con il 33,8%, la Sicilia con il 33,5%, la Sardegna con

il 29,1% e la Basilicata (28,2%). All'opposto i tassi di disoccupazione più bassi si osservano nella

Provincia Autonoma di Bolzano (7,0%), nella Provincia Autonoma di Trento (10,4%), in Valle

d’Aosta (11,6%), in Veneto (12,4%) e in Emilia-Romagna (12,6%). Il valore della Provincia

Autonoma di Bolzano è in linea a quello dell’Olanda e leggermente superiore a quello di

Germania (6,8%) e Austria (6,3%), paesi che tra i 27 dell’UE hanno il valore più basso. Per

quanto riguarda le regioni con il più alto tasso di disoccupazione under 35, quello della Calabria è

inferiore di 2,2 punti percentuali a quello della Grecia – paese nella peggiore posizione per tasso di

disoccupazione nella classifica europea – e in linea a quello, altrettanto drammatico, della Spagna

(34,0%).

Nel 2012 nessun territorio evidenzia segnali di diminuzione del tasso di disoccupazione nel corso

del 2012: crescite meno intense in Valle d’Aosta (+1,1 punti percentuali) e nella Provincia

Autonoma di Bolzano (+1,4 punti percentuali), le più importanti in Calabria (+10,3 punti), Sicilia

(+6,8 punti), Umbria (+5,7 punti) e Basilicata (+5,1 punti). Rispetto al 2008 l’incremento minimo

si registra nella Provincia Autonoma di Bolzano (+3,2 punti percentuali), mentre i più intensi in

Calabria (+12,7 punti), in Campania (+11,8 punti) e in Umbria (+10,9 punti).

Tasso di disoccupazione under 35 nelle regioni italiane Anni 2008-2012; tassi %, var. in punti percentuali 2011-2012 e 2008-2012 e ranghi

Regioni 2008 2009 2010 2011 2012 rank Var. in punti %

2011-2012 rank

Var. in punti % 2008-2012

rank

Piemonte 8,5 11,8 13,1 12,9 16,5 12 3,6 12 8,0 8 Valle d'Aosta 5,0 7,3 7,9 10,5 11,6 19 1,1 21 6,6 16 Liguria 9,7 10,2 12,2 11,6 15,6 13 4,0 11 5,9 19 Lombardia 6,0 9,1 9,4 9,7 12,9 16 3,2 14 7,0 13 P.A. Bolzano 3,9 4,9 4,0 5,6 7,0 21 1,4 20 3,2 21 P.A. Trento 5,2 6,5 7,7 8,1 10,4 20 2,3 18 5,2 20 Veneto 5,5 7,7 10,0 9,9 12,4 18 2,5 17 6,9 14 Friuli-V. Giulia 7,6 8,5 9,3 9,7 13,7 15 4,0 10 6,2 17 Emilia-Romagna 5,2 8,0 11,0 10,0 12,6 17 2,6 16 7,4 10 Toscana 7,9 9,8 11,8 12,1 14,7 14 2,7 15 6,8 15 Umbria 7,8 11,3 11,6 13,0 18,7 9 5,7 3 10,9 3 Marche 8,4 12,7 9,9 12,1 16,7 11 4,6 7 8,3 6 Lazio 12,9 15,5 17,1 17,3 20,7 8 3,4 13 7,8 9 Abruzzo 12,4 14,7 16,5 16,9 18,5 10 1,5 19 6,1 18 Molise 17,9 17,8 16,5 20,2 25,2 7 5,1 5 7,4 11 Campania 22,0 24,1 27,6 29,4 33,8 2 4,4 8 11,8 2 Puglia 19,5 21,0 23,0 21,8 26,4 6 4,6 6 7,0 12 Basilicata 20,0 21,8 26,7 23,1 28,2 5 5,1 4 8,3 7 Calabria 21,7 21,3 23,4 24,1 34,4 1 10,3 1 12,7 1 Sicilia 24,6 25,5 28,1 26,7 33,5 3 6,8 2 8,9 4 Sardegna 20,2 23,6 25,2 24,8 29,1 4 4,3 9 8,9 5 ITALIA 11,7 14,0 15,6 15,7 19,8 4,1 8,0

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

28

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

I territori: i giovani under 35 per provincia

Di seguito si riportano le tavole provinciali contenenti i tre principali indicatori del mercato del

lavoro relativi ai giovani under 353. Ogni tavola contiene la serie storica del tasso considerato dal

2008 al 2012, la variazione in punti percentuali nell’ultimo anno disponibile e la variazione in punti

percentuali rispetto al 2008.

Anche in questo caso, per determinare i valori relativi ai tre indicatori riferiti agli under 35 è stato

necessario procedere ad una ponderazione dei tassi rispettivamente disponibili per le classi di età

15-24 e 25-34. Inoltre, poiché nel 2009 sono state istituite le province di Fermo, Monza e Brianza e

Barletta-Andria-Trani, i dati relativi al 2010, 2011 e 2012 e la variazione di lungo periodo fanno

riferimento alla provincia di Ascoli Piceno “vecchi confini” (che raggruppa le attuali province di

Ascoli Piceno e di Fermo), alla provincia di Milano “vecchi confini” (l'attuale provincia di

Milano con la provincia di Monza e Brianza) e alla 'Metaprovincia' di Bari&Foggia (che

raggruppa le attuali province di Bari, Foggia e Barletta-Trani-Andria e, prima dell'istituzione di

quest'ultima, le province di Bari e di Foggia nei loro vecchi confini). Per determinare i tre indicatori

riferiti a tali province per gli anni 2010, 2011, 2012, nella prima fase di calcolo degli indicatori per

le due classi di età 15-24 e 25-34, si è proceduto ponderando i valori dei territori provinciali che

compongono la provincia di Ascoli Piceno “vecchi confini”, di Milano “vecchi confini” e la

‘Metaprovincia’ di Bari&Foggia per la popolazione residente riferita al primo gennaio di ogni anno

considerato.

Come per il livello regionale, la determinazione dei tassi di occupazione e di attività under 35 è

stata ottenuta ponderando i valori relativi alle due classi, 15-24 e 25-34, per il peso della

corrispondente popolazione residente al 1° gennaio di ogni anni, mentre per il tasso di

disoccupazione si è utilizzata la forza lavoro. Tale valore, per il dettaglio provinciale, non è

disponibile (a differenza del dettaglio regionale), pertanto lo si è determinato applicando il tasso di

attività 15-24 e 25-34 alla corrispondente popolazione disponibile all’inizio di ogni anno. Tale

procedimento di stima della forza lavoro non è stato applicato per le Province Autonome di Bolzano

e di Trento in quanto il dato della forza lavoro è disponibile. Come anticipato nella presentazione

delle tavole regionali, sono disponibili i tassi di occupazione e di attività per il totale Italia, mentre

per il tasso di disoccupazione under 35 si è considerato il dato riportato nelle tavole regionali.

Nel 2012 il tasso di attività riferito ai giovani under 35 più elevato si registra a Varese (67,5%),

segue Cuneo (66,5%), Bolzano (65,9%), Lodi (65,2%) e Ferrara (65,1%). All'opposto i tassi di

attività più bassi si registrano a Caserta (34,1%), a Vibo Valentia (34,6%), a Benevento (37,9%),

Napoli (38,9%) e a Catania (39,5%). Dal confronto con i territori dell’UE a 27, il tasso di attività

di Varese è in linea a quello del Portogallo, all’11° posto tra i 27 paesi.

Nel corso del 2012 il tasso di attività dei giovani under 35 è aumentato di 7,6 punti percentuali a

Cosenza e a Catanzaro, di 6,5 punti a Enna e di 5,9 punti a Terni. Importanti le diminuzioni a

Olbia-Tempio (-6,5 punti), a Siracusa (-5,4 punti) e a Verona (-3,8 punti). Rispetto al 2008 si

registrano incrementi a Ragusa (+8,0 punti), a Crotone (+5,0 punti) e a Catanzaro (+4,1 punti),

mentre variazioni negative a Verona (-11,5 punti), a Grosseto (-11,2 punti) e a Gorizia (-10,7

punti).

3 Nel presente paragrafo non si riportano le variazioni assolute degli stock di occupati tra il 2011 e il 2012 come,

invece, si è calcolato a livello regionale. Si è voluto, in questo modo, evitare problemi di non significatività statistica

legati alla ridotta base campionaria provinciale

29

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Tasso di attività under 35 nelle province italiane 1/3 Anni 2008-2012; tassi %, var. in punti percentuali 2011-2012 e 2008-2012 e ranghi

Province 2008 2009 2010 2011 2012 rank Var. in

punti % 2011-2012

rank Var. in

punti % 2008-2012

rank

Agrigento 41,7 42,2 40,3 39,8 42,5 94 2,7 25 0,8 16 Alessandria 61,5 61,2 61,9 60,1 64,8 7 4,7 8 3,4 4 Ancona 61,2 60,4 59,2 58,9 60,2 37 1,3 39 -0,9 28 Aosta 64,7 63,0 63,1 62,8 63,0 14 0,2 60 -1,7 39 Arezzo 64,6 61,1 60,5 61,1 58,7 48 -2,4 94 -5,9 79 Ascoli Piceno "vecchi confini" 61,7 58,6 55,7 53,3 53,8 68 0,4 54 -8,0 95 Asti 67,5 66,4 62,0 61,2 57,8 53 -3,4 103 -9,7 103 Avellino 49,9 45,7 46,7 45,3 48,3 84 3,0 19 -1,6 36 Bari&Foggia 49,1 45,9 46,4 44,5 46,2 89 1,7 36 -2,9 48 Belluno 66,4 63,2 65,2 61,8 62,1 20 0,3 56 -4,3 60 Benevento 43,2 39,3 39,8 37,3 37,9 104 0,5 49 -5,4 74 Bergamo 68,5 65,4 62,2 60,7 61,5 28 0,9 43 -6,9 91 Biella 68,0 67,0 66,2 63,7 61,6 27 -2,2 90 -6,4 88 Bologna 69,6 64,0 64,8 64,6 63,9 10 -0,6 72 -5,7 78 Bolzano 66,2 65,8 64,7 65,5 65,9 3 0,4 53 -0,3 24 Brescia 68,0 67,2 64,4 60,0 59,0 46 -1,0 77 -9,0 101 Brindisi 49,7 46,6 43,2 46,1 46,1 90 0,0 63 -3,7 53 Cagliari 57,2 52,5 50,9 51,7 50,0 80 -1,8 87 -7,2 93 Caltanissetta 39,3 36,2 42,0 40,3 40,0 101 -0,3 68 0,7 17 Campobasso 51,2 45,7 44,3 45,5 46,4 87 1,0 42 -4,8 67 Carbonia-Iglesias 53,6 47,6 45,0 49,4 51,4 78 2,0 34 -2,2 41 Caserta 33,6 29,7 30,8 33,8 34,1 106 0,3 55 0,5 19 Catania 41,9 41,2 39,1 39,2 39,5 102 0,2 58 -2,4 43 Catanzaro 43,8 43,0 39,1 40,3 47,9 85 7,6 2 4,1 3 Chieti 54,3 51,1 50,5 52,2 52,8 73 0,6 44 -1,5 33 Como 67,2 65,0 63,8 62,3 62,5 17 0,2 57 -4,6 63 Cosenza 42,1 38,6 37,2 36,6 44,2 92 7,6 1 2,1 8 Cremona 66,0 64,0 62,6 63,0 61,8 26 -1,2 79 -4,3 59 Crotone 36,5 36,4 35,7 39,1 41,5 98 2,5 28 5,0 2 Cuneo 71,3 69,8 66,2 66,6 66,5 2 -0,1 65 -4,9 69 Enna 48,0 45,7 43,5 36,2 42,7 93 6,5 3 -5,3 73 Ferrara 69,1 67,4 67,7 66,7 65,1 5 -1,6 85 -4,0 55 Firenze 63,9 61,8 61,9 59,4 59,3 44 -0,1 64 -4,6 62 Forlì-Cesena 66,9 65,6 66,1 62,1 60,7 35 -1,4 82 -6,2 84 Frosinone 51,4 49,9 51,0 48,7 49,0 82 0,2 59 -2,4 44

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

30

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Tasso di attività under 35 nelle province italiane 2/3 Anni 2008-2012; tassi %, var. in punti percentuali 2011-2012 e 2008-2012 e ranghi

Province 2008 2009 2010 2011 2012 rank Var. in punti %

2011-2012 rank

Var. in punti % 2008-2012

rank

Genova 64,2 63,4 59,8 59,4 56,1 62 -3,3 102 -8,1 97 Gorizia 63,9 57,4 53,0 52,6 53,2 72 0,6 48 -10,7 104 Grosseto 67,0 65,1 59,5 55,3 55,8 63 0,5 50 -11,2 105 Imperia 62,3 57,6 57,9 59,3 56,7 58 -2,7 96 -5,6 77 Isernia 52,6 51,1 49,1 48,1 47,1 86 -1,0 75 -5,5 76 La Spezia 58,7 54,8 57,7 55,8 61,0 32 5,2 6 2,3 7 L'Aquila 56,1 50,8 50,8 49,6 52,7 75 3,1 18 -3,4 51 Latina 57,4 54,3 53,4 54,0 56,4 60 2,4 30 -1,0 30 Lecce 49,9 49,6 49,5 48,1 49,3 81 1,2 40 -0,5 26 Lecco 70,7 65,4 65,5 64,5 64,2 9 -0,3 66 -6,5 89 Livorno 61,9 57,1 58,2 60,5 57,2 57 -3,3 101 -4,7 66 Lodi 68,9 66,9 64,1 64,2 65,2 4 1,0 41 -3,7 52 Lucca 58,3 62,2 58,7 53,3 57,9 51 4,7 9 -0,3 23 Macerata 62,7 59,5 57,7 58,0 61,2 30 3,2 17 -1,5 35 Mantova 69,5 66,0 64,9 63,2 61,0 33 -2,2 92 -8,5 100 Massa-Carrara 62,6 67,0 60,5 59,6 57,2 55 -2,3 93 -5,4 75 Matera 46,1 45,8 44,3 46,2 48,8 83 2,6 26 2,7 6 Medio Campidano 53,1 44,0 51,6 53,0 51,7 76 -1,3 80 -1,5 34 Messina 46,1 43,1 40,7 39,7 42,1 95 2,4 32 -4,1 57 Milano "vecchi confini" 67,4 65,4 63,5 62,1 61,2 29 -0,8 74 -6,1 83 Modena 68,4 67,1 63,0 62,5 64,7 8 2,2 33 -3,7 54 Napoli 39,8 36,6 36,1 35,0 38,9 103 3,8 14 -1,0 29 Novara 68,0 63,5 61,9 63,4 62,0 23 -1,4 83 -6,0 80 Nuoro 53,1 50,7 55,5 53,1 51,5 77 -1,6 84 -1,6 38 Ogliastra 54,3 50,7 45,0 51,3 53,8 70 2,4 29 -0,5 25 Olbia-Tempio 66,6 64,4 65,3 66,5 60,0 42 -6,5 106 -6,6 90 Oristano 57,2 53,3 49,7 54,3 58,7 49 4,4 12 1,5 10 Padova 68,4 64,5 64,0 62,0 63,7 12 1,7 37 -4,7 65 Palermo 44,4 44,2 42,4 38,8 41,6 97 2,7 24 -2,8 47 Parma 66,5 63,8 62,1 60,3 63,9 10 3,6 16 -2,5 45 Pavia 66,9 65,4 62,3 60,0 60,6 36 0,6 45 -6,3 87 Perugia 66,2 62,8 62,1 60,4 60,0 41 -0,3 69 -6,1 82 Pesaro e Urbino 63,3 67,6 61,6 59,5 61,9 25 2,4 31 -1,4 32 Pescara 59,1 52,6 50,7 53,3 59,0 47 5,6 5 -0,1 22 Piacenza 64,4 59,8 57,9 59,5 62,1 20 2,6 27 -2,3 42

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

31

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Tasso di attività under 35 nelle province italiane 3/3 Anni 2008-2012; tassi %, var. in punti percentuali 2011-2012 e 2008-2012 e ranghi

Province 2008 2009 2010 2011 2012 rank Var. in punti %

2011-2012 rank

Var. in punti % 2008-2012

rank

Pisa 62,9 59,2 55,4 54,2 54,6 65 0,5 52 -8,2 98 Pistoia 61,9 62,7 59,6 59,7 57,9 52 -1,8 88 -4,0 56 Pordenone 68,0 64,2 60,3 62,2 62,8 15 0,6 47 -5,1 72 Potenza 46,5 44,2 42,4 42,1 41,7 96 -0,4 71 -4,8 68 Prato 65,8 68,3 67,4 63,6 61,1 31 -2,5 95 -4,7 64 Ragusa 44,8 40,2 45,9 49,9 52,8 74 2,9 21 8,0 1 Ravenna 65,5 65,1 65,7 62,2 60,9 34 -1,4 81 -4,6 61 Reggio Calabria 40,4 37,8 35,0 36,5 41,3 99 4,9 7 0,9 14 Reggio Emilia 66,3 66,9 64,0 60,3 59,3 45 -1,0 76 -7,0 92 Rieti 53,4 52,9 54,2 51,8 54,6 66 2,8 23 1,2 12 Rimini 68,2 69,4 64,1 65,2 61,9 24 -3,2 100 -6,3 85 Roma 58,2 58,6 58,0 55,3 55,4 64 0,1 62 -2,8 46 Rovigo 61,3 60,9 61,8 60,5 63,3 13 2,8 22 2,0 9 Salerno 45,2 44,6 40,6 42,3 46,3 88 4,0 13 1,1 13 Sassari 54,2 57,9 58,8 51,5 53,3 71 1,8 35 -0,9 27 Savona 59,5 55,5 54,8 56,3 56,4 59 0,1 61 -3,1 50 Siena 64,4 61,2 59,8 59,7 60,2 40 0,5 51 -4,2 58 Siracusa 40,5 42,5 41,1 46,1 40,7 100 -5,4 105 0,2 20 Sondrio 64,0 66,7 64,3 64,2 64,9 6 0,6 46 0,8 15 Taranto 49,9 45,2 45,8 45,6 50,1 79 4,5 11 0,2 21 Teramo 55,7 55,7 54,8 54,7 56,2 61 1,5 38 0,5 18 Terni 59,4 59,5 54,6 56,6 62,5 17 5,9 4 3,2 5 Torino 64,0 63,4 63,2 63,4 62,4 19 -1,0 78 -1,6 37 Trapani 45,4 40,6 41,8 39,8 44,3 91 4,5 10 -1,0 31 Trento 64,7 61,7 60,3 60,1 59,7 43 -0,4 70 -5,0 71 Treviso 66,3 64,1 63,8 61,0 60,2 38 -0,8 73 -6,1 81 Trieste 62,1 59,2 58,3 56,5 53,8 68 -2,7 97 -8,2 99 Udine 65,2 63,5 63,9 60,4 57,2 56 -3,2 98 -8,0 96 Varese 66,2 66,4 62,9 63,7 67,5 1 3,8 15 1,3 11 Venezia 61,5 63,2 62,3 60,8 58,6 50 -2,2 91 -2,9 49 Verbano-Cusio-Ossola 72,1 65,1 63,5 59,6 62,6 16 3,0 20 -9,5 102 Vercelli 64,1 63,7 62,1 63,8 62,1 21 -1,7 86 -2,0 40 Verona 68,8 66,7 62,5 61,1 57,4 54 -3,8 104 -11,5 106 Vibo Valentia 42,3 39,4 38,0 36,8 34,6 105 -2,1 89 -7,7 94 Vicenza 65,0 62,7 62,3 63,4 60,2 39 -3,2 99 -4,9 70 Viterbo 60,6 61,2 56,2 54,6 54,3 67 -0,3 67 -6,3 86

ITALIA 57,1 55,2 54,0 53,1 54,0 0,9 -3,1

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

32

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Per quanto riguarda il tasso di occupazione dei giovani under 35, si osserva che nel 2012 il valore

più elevato si registra a Bolzano (61,3%), segue Cuneo (59,2%), Varese (58,7%), Modena

(58,3%) e Lodi (57,6%). Di contro i tassi di disoccupazione più bassi si osservano a Vibo Valentia

(22,0%), a Napoli (24,1%), a Caltanissetta (24,5%), a Crotone (25,0%) e a Caserta (25,6%).

Confrontando i livelli dei tassi delle nostre regioni ai primi posti con gli stati UE a 27, si osserva

che i valori di Cuneo, Varese, Modena e Lodi si collocano tra quelli rilevati per la Finlandia

(59,9%) e la Slovenia (57,1%), rispettivamente all’ottavo e al nono posto tra i 27 paesi.

All’opposto, si osserva che ben 34 province italiane presentano un tasso inferiore a quello greco

(39,9%), quest’ultimo addirittura più basso di quello turco (46,2%).

Nel corso del 2012 l’incremento maggiore del tasso di occupazione under 35 si è registrato a

Pescara (+3,5 punti percentuali), seguita da Varese (+3,4 punti) e da Lucca (+2,8 punti); variazioni

negative si registrano invece a Ferrara (-8,9 punti), a Siracusa (-7,9 punti) e a Livorno (-6,9

punti). Rispetto al 2008, in tutti i territori provinciali si osserva una diminuzione: la meno intensa a

Nuoro (-0,6 punti percentuali), a Catanzaro (-0,9 punti) e ad Agrigento (-1,0 punti), mentre le più

accentuate a Grosseto (-15,1 punti), a Verbano-Cusio-Ossola (-14,2 punti) e ad Asti (-13,5 punti).

Tasso di occupazione under 35 nelle province italiane 1/3 Anni 2008-2012; tassi %, var. in punti percentuali 2011-2012 e 2008-2012 e ranghi

Province 2008 2009 2010 2011 2012 rank Var. in punti %

2011-2012 rank

Var. in punti % 2008-2012

rank

Agrigento 29,3 29,2 25,9 27,0 28,3 94 1,3 10 -1,0 3 Alessandria 56,8 55,5 57,5 52,8 51,1 41 -1,7 58 -5,7 32 Ancona 57,3 53,7 53,6 50,2 49,4 46 -0,8 39 -7,9 62 Aosta 61,5 58,5 58,2 56,3 55,7 10 -0,6 33 -5,8 34 Arezzo 58,3 55,3 55,0 54,8 52,3 30 -2,5 72 -6,1 37 Ascoli Piceno "vecchi confini" 55,7 48,4 48,8 46,4 42,6 67 -3,8 86 -13,1 102 Asti 62,9 60,0 54,1 54,9 49,4 47 -5,5 100 -13,5 104 Avellino 41,6 37,5 36,3 32,3 33,8 85 1,4 8 -7,8 60 Bari&Foggia 40,4 36,9 36,9 34,8 33,7 86 -1,1 47 -6,7 48 Belluno 63,8 57,9 59,2 55,8 54,5 15 -1,2 53 -9,3 75 Benevento 33,1 29,8 29,3 28,6 25,7 101 -2,9 74 -7,4 57 Bergamo 65,3 61,3 58,7 56,5 54,3 18 -2,2 64 -11,0 91 Biella 61,9 58,5 56,2 53,1 51,1 40 -1,9 63 -10,8 90 Bologna 67,8 60,7 57,6 59,0 56,1 9 -2,9 75 -11,7 93 Bolzano 63,7 62,6 62,2 61,8 61,3 1 -0,5 32 -2,4 8 Brescia 65,4 61,5 57,9 54,1 53,1 25 -1,1 45 -12,4 96 Brindisi 39,9 35,6 32,9 37,1 36,0 79 -1,1 44 -3,9 24 Cagliari 46,6 40,8 38,0 38,5 33,6 87 -4,9 96 -13,0 101 Caltanissetta 27,4 26,1 27,7 28,0 24,5 104 -3,5 81 -3,0 12 Campobasso 41,6 36,3 36,3 35,4 33,0 88 -2,4 69 -8,6 68 Carbonia-Iglesias 43,6 37,3 27,9 36,7 38,2 75 1,5 7 -5,5 30 Caserta 26,9 23,9 24,1 24,8 25,6 102 0,8 17 -1,3 4 Catania 33,8 32,5 30,3 30,5 27,7 96 -2,7 73 -6,0 36 Catanzaro 33,5 33,9 30,5 32,2 32,6 89 0,4 20 -0,9 2 Chieti 48,0 42,1 42,6 43,4 42,2 70 -1,2 48 -5,8 33 Como 62,5 58,7 58,5 56,8 55,6 11 -1,2 51 -6,9 52 Cosenza 33,6 31,0 28,3 28,3 27,7 97 -0,6 35 -5,9 35 Cremona 60,7 57,0 55,2 56,7 54,4 16 -2,3 67 -6,3 42 Crotone 29,0 27,7 26,7 26,8 25,0 103 -1,8 59 -4,0 25 Cuneo 67,4 65,8 62,4 62,6 59,2 2 -3,4 79 -8,2 65 Enna 35,6 34,2 30,7 25,7 26,0 100 0,3 23 -9,6 82 Ferrara 63,1 61,1 58,9 58,9 50,0 43 -8,9 106 -13,0 100 Firenze 60,3 56,8 56,1 52,3 51,2 39 -1,1 46 -9,1 73 Forlì-Cesena 60,7 59,7 59,2 53,3 51,4 37 -1,9 62 -9,3 77 Frosinone 43,3 42,5 41,6 39,7 35,8 80 -3,8 88 -7,5 58

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

33

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Tasso di occupazione under 35 nelle province italiane 2/3 Anni 2008-2012; tassi %, var. in punti percentuali 2011-2012 e 2008-2012 e ranghi

Province 2008 2009 2010 2011 2012 rank Var. in punti %

2011-2012 rank

Var. in punti % 2008-2012

rank

Genova 57,7 56,0 52,2 51,9 47,4 56 -4,5 95 -10,3 84 Gorizia 57,1 51,7 48,5 44,2 45,3 63 1,1 11 -11,8 94 Grosseto 62,6 59,5 54,4 48,7 47,5 55 -1,2 50 -15,1 106 Imperia 56,1 53,0 51,0 52,3 50,0 44 -2,3 66 -6,1 38 Isernia 44,2 45,5 42,8 40,5 39,6 73 -0,9 40 -4,6 27 La Spezia 53,9 50,4 49,3 50,3 46,7 62 -3,6 83 -7,2 54 L'Aquila 46,0 40,2 42,8 40,9 43,4 66 2,6 4 -2,6 9 Latina 49,3 44,0 43,2 45,9 42,4 69 -3,5 82 -7,0 53 Lecce 36,8 36,1 34,8 36,2 35,2 82 -1,0 43 -1,6 5 Lecco 67,3 60,4 59,4 58,3 57,0 7 -1,3 54 -10,3 85 Livorno 56,8 50,5 49,4 54,2 47,2 57 -6,9 104 -9,5 81 Lodi 64,1 63,2 58,2 60,1 57,6 5 -2,5 71 -6,5 46 Lucca 54,0 57,8 49,5 47,5 50,3 42 2,8 3 -3,7 21 Macerata 58,2 54,0 51,4 52,1 51,9 33 -0,2 27 -6,3 44 Mantova 64,5 60,7 56,6 56,2 52,2 31 -4,0 89 -12,2 95 Massa-Carrara 49,7 54,9 47,7 46,3 41,0 71 -5,4 98 -8,8 70 Matera 37,3 34,7 30,6 34,7 34,1 83 -0,6 34 -3,2 14 Medio Campidano 41,8 33,5 40,3 40,9 37,2 77 -3,8 87 -4,6 26 Messina 34,7 32,4 29,8 29,5 28,0 95 -1,5 56 -6,7 49 Milano "vecchi confini" 63,1 58,8 57,2 56,1 52,8 28 -3,3 78 -10,4 86 Modena 65,1 60,7 53,9 56,3 58,3 4 2,0 5 -6,8 50 Napoli 30,4 27,5 25,6 23,6 24,1 105 0,5 19 -6,3 43 Novara 61,8 55,3 53,9 55,5 52,6 29 -2,9 76 -9,2 74 Nuoro 41,1 41,3 45,9 44,8 40,6 72 -4,2 92 -0,6 1 Ogliastra 42,1 40,5 31,9 34,9 33,9 84 -1,0 42 -8,2 63 Olbia-Tempio 57,7 52,0 52,4 48,8 48,1 52 -0,7 38 -9,5 80 Oristano 45,4 40,9 34,9 38,9 39,2 74 0,4 21 -6,2 40 Padova 64,3 60,3 57,9 55,7 57,0 6 1,4 9 -7,2 55 Palermo 30,6 29,3 27,3 27,2 27,2 98 0,0 26 -3,4 16 Parma 64,0 59,8 58,0 56,3 56,6 8 0,3 22 -7,4 56 Pavia 61,6 59,4 55,6 53,7 49,2 48 -4,5 94 -12,4 97 Perugia 61,3 56,4 55,3 52,0 48,4 51 -3,6 84 -12,9 99 Pesaro e Urbino 56,5 58,8 57,0 54,1 53,9 20 -0,2 28 -2,6 10 Pescara 52,2 47,2 41,7 43,7 47,2 59 3,5 1 -5,0 28 Piacenza 62,2 57,2 54,3 53,8 53,9 19 0,1 24 -8,2 64

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

34

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Tasso di occupazione under 35 nelle province italiane 3/3 Anni 2008-2012; tassi %, var. in punti percentuali 2011-2012 e 2008-2012 e ranghi

Province 2008 2009 2010 2011 2012 rank Var. in punti %

2011-2012 rank

Var. in punti % 2008-2012

rank

Pisa 58,0 52,6 49,3 48,2 47,5 54 -0,7 36 -10,4 88 Pistoia 58,6 56,5 52,9 51,5 47,1 60 -4,4 93 -11,5 92 Pordenone 62,2 59,0 53,5 56,0 55,3 13 -0,7 37 -6,8 51 Potenza 37,0 35,2 32,0 32,8 30,4 91 -2,4 68 -6,6 47 Prato 59,3 61,5 58,6 57,4 53,2 24 -4,2 90 -6,2 39 Ragusa 36,9 34,0 38,8 38,5 35,3 81 -3,2 77 -1,6 6 Ravenna 60,6 58,8 58,1 55,2 51,7 35 -3,5 80 -8,9 71 Reggio Calabria 31,7 29,4 26,9 27,2 28,9 93 1,7 6 -2,9 11 Reggio Emilia 63,1 60,6 58,3 55,0 53,8 22 -1,2 52 -9,3 76 Rieti 47,2 44,1 45,8 43,3 44,1 65 0,7 18 -3,2 13 Rimini 63,5 62,2 55,4 57,0 55,1 14 -1,9 61 -8,4 66 Roma 51,0 50,1 48,5 46,0 44,6 64 -1,4 55 -6,4 45 Rovigo 56,6 57,4 53,6 55,2 52,9 26 -2,3 65 -3,7 19 Salerno 35,6 32,6 28,3 31,8 31,9 90 0,1 25 -3,7 20 Sassari 40,4 39,9 42,8 39,0 37,1 78 -1,9 60 -3,3 15 Savona 54,8 51,1 50,2 50,7 49,8 45 -0,9 41 -5,0 29 Siena 60,5 55,9 54,0 53,1 52,0 32 -1,2 49 -8,5 67 Siracusa 32,0 36,2 33,4 34,4 26,5 99 -7,9 105 -5,5 31 Sondrio 59,2 61,0 56,4 55,8 55,4 12 -0,4 30 -3,8 23 Taranto 41,5 38,2 35,1 36,7 37,7 76 1,0 15 -3,8 22 Teramo 50,9 50,2 45,5 46,2 47,2 58 1,0 13 -3,7 18 Terni 53,8 50,5 46,8 50,9 51,8 34 1,0 14 -2,0 7 Torino 57,6 54,2 52,9 53,9 51,4 38 -2,5 70 -6,2 41 Trapani 37,0 31,5 31,0 29,8 29,5 92 -0,3 29 -7,5 59 Trento 61,4 57,7 55,7 55,2 53,5 23 -1,7 57 -7,9 61 Treviso 62,5 59,4 56,6 54,3 53,9 21 -0,5 31 -8,7 69 Trieste 56,6 54,6 53,8 50,4 46,7 61 -3,7 85 -9,8 83 Udine 61,4 57,9 58,1 55,5 48,7 50 -6,8 103 -12,7 98 Varese 62,2 59,5 57,7 55,3 58,7 3 3,4 2 -3,5 17 Venezia 58,3 57,0 54,8 53,9 47,6 53 -6,3 102 -10,7 89 Verbano-Cusio-Ossola 68,5 61,1 55,9 53,5 54,3 17 0,9 16 -14,2 105 Vercelli 59,6 57,3 54,9 54,9 49,1 49 -5,7 101 -10,4 87 Verona 64,8 61,9 57,3 55,8 51,6 36 -4,2 91 -13,2 103 Vibo Valentia 31,5 30,0 28,9 27,5 22,0 106 -5,5 99 -9,5 79 Vicenza 62,2 57,5 57,0 58,1 52,9 27 -5,2 97 -9,3 78 Viterbo 51,5 48,8 43,3 41,3 42,5 68 1,1 12 -9,0 72

ITALIA 50,4 47,5 45,6 44,7 43,3 -1,4 -7,1

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

35

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Infine, per quanto riguarda il tasso di disoccupazione degli under 35 si osserva che nel 2012 il

valore più elevato si registra a Crotone (40,1%), segue Caltanissetta (38,6%), Enna (38,3%),

Cosenza (38,0%) e Napoli (37,6%). All'opposto i tassi di disoccupazione più bassi si registrano a

Bolzano (7,0%), a Modena (9,2%), a Reggio Emilia (9,4%), a Brescia (9,6%) e a Treviso e

Rimini (entrambe 10,0%). I valori rilevati nelle province di Modena, Reggio Emilia, Brescia,

Treviso e Rimini sono compresi tra i livelli di Lussemburgo (8,6%) e Repubblica Ceca (10,3%),

rispettivamente al 23° e al 22° nella classifica decrescente per tasso di disoccupazione under 35 dei

27 stati membri dell’UE.

Nel corso del 2012 l’aumento più accentuato del tasso di giovani under 35 in cerca di lavoro è

quella di Cosenza (+15,0 punti percentuali), seguita da La Spezia (+13,7 punti) e Catanzaro

(+11,9 punti), flessioni più intense per Olbia-Tempio (-6,8 punti), Viterbo (-2,9 punti) e Rimini

(-2,4 punti). Rispetto al 2008, la crescita maggiore si registra a Crotone (+18,9 punti), a Cosenza

(+17,7 punti) e a La Spezia (+15,5 punti), mentre le diminuzioni si registrano solo a Nuoro (-1,3

punti) e a Isernia (-0,1 punti).

Tasso di disoccupazione under 35 nelle province italiane 1/3 Anni 2008-2012; tassi %, var. in punti percentuali 2011-2012 e 2008-2012 e ranghi

Province 2008 2009 2010 2011 2012 rank Var. in punti %

2011-2012 rank

Var. in punti % 2008-2012

rank

Agrigento 31,7 30,3 35,8 30,2 36,1 8 5,9 32 4,4 89 Alessandria 7,6 9,2 7,1 12,1 21,2 41 9,1 11 13,6 12 Ancona 6,7 11,2 9,6 15,1 18,5 53 3,4 62 11,8 22 Aosta 5,0 7,3 7,9 10,5 11,6 91 1,1 87 6,6 68 Arezzo 9,4 9,5 9,2 10,2 10,8 97 0,6 91 1,4 103 Ascoli Piceno "vecchi confini" 9,6 16,7 12,1 13,3 22,2 36 8,9 12 12,6 17 Asti 6,9 9,7 12,8 10,3 14,6 68 4,3 50 7,7 48 Avellino 16,7 18,3 21,8 28,0 30,1 23 2,1 77 13,4 14 Bari&Foggia 17,3 20,3 20,4 20,9 25,7 31 4,8 42 8,4 41 Belluno 3,7 8,2 9,3 9,8 12,3 86 2,5 70 8,6 37 Benevento 23,6 24,4 27,2 24,4 32,8 14 8,4 13 9,2 31 Bergamo 4,7 6,1 5,7 6,9 11,9 89 5,0 38 7,2 59 Biella 8,8 12,5 15,0 16,2 17,3 55 1,1 86 8,5 39 Bologna 2,6 5,9 12,6 9,2 13,1 77 3,9 57 10,5 27 Bolzano 3,9 4,9 4,0 5,6 7,0 106 1,4 85 3,2 97 Brescia 3,7 8,3 9,8 9,6 9,6 103 0,0 95 5,9 74 Brindisi 19,1 23,0 23,7 20,4 22,0 37 1,6 81 2,9 98 Cagliari 18,5 22,4 25,2 25,5 32,8 15 7,3 22 14,3 7 Caltanissetta 30,3 28,2 35,2 31,6 38,6 2 7,0 25 8,2 43 Campobasso 18,4 20,7 18,8 21,9 29,8 24 7,9 18 11,4 24 Carbonia-Iglesias 18,6 21,5 38,0 25,7 25,7 32 0,0 96 7,1 61 Caserta 19,9 19,2 22,6 24,8 24,6 33 -0,2 98 4,7 84 Catania 18,8 20,5 23,4 23,6 31,0 20 7,4 20 12,2 21 Catanzaro 23,2 20,8 21,6 20,2 32,1 17 11,9 3 8,9 33 Chieti 12,1 18,3 16,1 16,9 19,6 48 2,6 66 7,5 54 Como 7,2 10,2 8,4 9,0 11,7 90 2,6 67 4,5 87 Cosenza 20,3 19,5 24,6 23,0 38,0 4 15,0 1 17,7 2 Cremona 8,2 11,1 12,1 10,0 12,1 87 2,1 75 3,9 93 Crotone 21,2 23,5 25,0 30,0 40,1 1 10,1 7 18,9 1 Cuneo 5,5 5,8 5,8 6,0 11,0 96 4,9 39 5,5 77 Enna 25,7 25,1 28,9 29,0 38,3 3 9,3 10 12,6 16 Ferrara 8,2 9,1 12,7 11,6 21,6 39 10,0 8 13,4 13 Firenze 5,9 8,0 9,6 12,3 13,1 76 0,8 88 7,3 56 Forlì-Cesena 9,3 9,6 10,4 15,0 15,8 60 0,8 89 6,5 70 Frosinone 15,5 13,7 18,0 18,5 26,7 29 8,2 15 11,2 25

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

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7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Tasso di disoccupazione under 35 nelle province italiane 2/3 Anni 2008-2012; tassi %, var. in punti percentuali 2011-2012 e 2008-2012 e ranghi

Province 2008 2009 2010 2011 2012 rank Var. in punti %

2011-2012 rank

Var. in punti % 2008-2012

rank

Genova 10,0 11,2 12,6 11,2 15,7 61 4,5 46 5,8 75 Gorizia 10,4 10,8 9,7 17,6 15,4 63 -2,2 103 4,9 82 Grosseto 6,5 8,6 8,6 12,2 15,1 66 2,8 64 8,6 36 Imperia 8,8 7,7 10,5 11,7 11,3 95 -0,4 101 2,5 100 Isernia 16,1 11,1 12,0 16,4 16,0 58 -0,4 100 -0,1 105 La Spezia 8,9 8,7 14,6 10,7 24,4 34 13,7 2 15,5 3 L'Aquila 17,9 21,9 16,2 18,4 20,0 45 1,6 82 2,0 102 Latina 14,2 19,2 18,8 14,8 22,8 35 8,1 17 8,6 35 Lecce 26,6 27,1 28,7 24,0 27,6 28 3,6 59 0,9 104 Lecco 4,5 7,5 9,6 9,9 11,4 93 1,5 84 6,9 64 Livorno 8,1 12,3 13,8 9,4 16,8 56 7,3 21 8,7 34 Lodi 7,7 6,5 10,3 6,5 13,0 78 6,5 28 5,3 78 Lucca 7,3 6,9 14,7 10,5 12,3 84 1,7 79 5,0 81 Macerata 7,2 9,6 11,2 10,1 14,3 71 4,2 52 7,1 62 Mantova 7,4 8,1 12,4 10,9 14,6 69 3,7 58 7,2 58 Massa-Carrara 20,5 18,5 21,3 22,6 33,8 11 11,2 4 13,3 15 Matera 19,3 24,7 30,3 24,5 29,3 25 4,7 45 9,9 28 Medio Campidano 21,4 23,8 22,0 22,7 28,0 27 5,3 37 6,7 67 Messina 24,1 25,2 26,8 26,5 32,4 16 5,8 34 8,3 42 Milano "vecchi confini" 6,7 11,0 10,3 10,0 14,5 70 4,5 47 7,8 47 Modena 4,5 8,2 14,1 9,1 9,2 105 0,1 94 4,7 83 Napoli 23,3 24,0 28,8 33,1 37,6 5 4,5 48 14,3 6 Novara 9,1 13,0 13,0 12,5 15,2 65 2,7 65 6,0 72 Nuoro 22,6 18,5 17,4 15,6 21,2 40 5,6 36 -1,3 106 Ogliastra 22,4 20,1 29,2 32,0 36,9 6 4,8 41 14,5 5 Olbia-Tempio 13,5 19,3 19,8 26,6 19,8 46 -6,8 106 6,4 71 Oristano 20,7 23,3 29,8 28,4 33,2 13 4,8 44 12,5 19 Padova 5,9 6,5 9,6 10,1 10,4 99 0,3 93 4,5 88 Palermo 30,4 32,7 35,3 30,2 34,4 10 4,1 54 4,0 91 Parma 3,9 6,5 6,9 6,6 11,4 94 4,8 43 7,5 52 Pavia 8,4 9,3 11,2 10,8 18,9 50 8,1 16 10,5 26 Perugia 7,0 10,1 10,8 13,6 19,5 49 5,9 31 12,6 18 Pesaro e Urbino 10,6 12,2 7,3 8,7 13,0 80 4,2 51 2,4 101 Pescara 12,0 10,5 17,8 18,3 20,5 44 2,2 74 8,6 38 Piacenza 3,5 4,0 5,9 9,2 12,7 81 3,5 60 9,2 32

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

37

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Tasso di disoccupazione under 35 nelle province italiane 3/3 Anni 2008-2012; tassi %, var. in punti percentuali 2011-2012 e 2008-2012 e ranghi

Province 2008 2009 2010 2011 2012 rank Var. in punti %

2011-2012 rank

Var. in punti % 2008-2012

rank

Pisa 8,2 11,4 12,0 12,1 13,7 73 1,5 83 5,5 76 Pistoia 5,0 9,8 11,3 14,0 18,9 52 4,9 40 13,8 10 Pordenone 8,4 8,4 11,4 9,9 12,3 85 2,4 72 3,9 94 Potenza 20,0 20,4 25,4 22,3 28,1 26 5,8 35 8,1 45 Prato 10,3 10,1 13,1 10,0 13,2 75 3,2 63 2,9 99 Ragusa 17,2 15,5 14,3 20,9 31,3 18 10,4 6 14,1 8 Ravenna 8,0 9,6 11,6 11,6 16,0 59 4,4 49 8,0 46 Reggio Calabria 22,0 23,3 24,5 26,2 30,1 22 3,9 56 8,2 44 Reggio Emilia 4,8 9,7 8,7 9,1 9,4 104 0,3 92 4,6 86 Rieti 11,5 16,9 15,9 16,5 18,9 51 2,4 71 7,4 55 Rimini 6,8 10,2 13,7 12,4 10,0 101 -2,4 104 3,2 95 Roma 13,3 15,0 16,3 17,6 21,7 38 4,1 55 8,4 40 Rovigo 7,7 5,6 13,3 8,3 15,0 67 6,6 27 7,2 57 Salerno 21,5 26,9 31,1 25,3 31,2 19 5,9 33 9,7 30 Sassari 25,7 30,9 24,9 23,6 30,8 21 7,2 23 5,1 80 Savona 8,3 9,2 8,6 9,8 11,5 92 1,6 80 3,2 96 Siena 6,2 9,2 9,7 10,8 13,4 74 2,6 69 7,1 60 Siracusa 22,2 15,3 19,7 25,1 34,6 9 9,5 9 12,4 20 Sondrio 6,7 7,8 11,8 11,6 13,7 72 2,1 76 7,0 63 Taranto 18,3 15,8 23,2 19,8 25,7 30 5,9 30 7,5 53 Teramo 8,5 9,1 16,7 15,3 15,2 64 -0,2 99 6,7 66 Terni 10,0 16,0 14,5 10,2 16,7 57 6,4 29 6,7 65 Trento 5,2 6,5 7,7 8,1 10,4 98 2,3 73 5,2 79 Torino 10,0 14,5 16,3 15,1 17,7 54 2,6 68 7,7 49 Trapani 18,8 22,6 25,9 25,4 33,7 12 8,3 14 14,9 4 Treviso 5,6 7,3 10,7 10,7 10,0 102 -0,7 102 4,3 90 Trieste 9,1 7,5 6,7 9,5 13,0 79 3,5 61 3,9 92 Udine 5,6 8,8 8,3 8,2 15,4 62 7,1 24 9,8 29 Varese 6,1 10,2 8,6 12,7 12,6 82 -0,1 97 6,5 69 Venezia 5,5 9,9 12,1 12,2 19,6 47 7,4 19 14,1 9 Verbano-Cusio-Ossola 4,9 6,1 11,9 10,6 12,6 83 1,9 78 7,7 51 Vercelli 7,1 10,0 11,6 14,0 20,9 43 6,9 26 13,7 11 Verona 5,8 7,2 8,6 9,7 10,4 100 0,7 90 4,6 85 Vibo Valentia 24,9 23,9 24,4 25,7 36,5 7 10,8 5 11,7 23 Vicenza 4,4 8,4 8,4 7,9 12,1 88 4,2 53 7,7 50 Viterbo 15,0 20,8 23,1 23,8 20,9 42 -2,9 105 6,0 73

ITALIA 11,7 14,0 15,6 15,7 19,8 4,1 8,0

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

38

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

La dinamica dell'occupazione degli under 40

Concludiamo l'analisi delle tendenze del mercato del lavoro per classi di età esaminando il

segmento più ampio di giovani e persone fino a 39 anni, con particolare riferimento al tasso di

disoccupazione e allo stock degli occupati.

A fine 2012 nei 27 paesi dell’Unione vivono 157.731.500 cittadini tra i 15 ed i 39 anni, pari quasi

ad un terzo (31,8%) della popolazione complessiva: in Italia ci sono 17.937.900 cittadini under 40

che rappresentano il 29,6% della sua popolazione. Il dato conferma l’anzianità della popolazione

italiana: per quota di popolazione under 40 siamo il penultimo paese europeo, di soli 0,3 punti

percentuali davanti alla Germania che registra, infatti, l’incidenza più bassa (29,3%).

Cittadini europei di 15-39 anni nell’Unione Europea a 27 IV trimestre 2012; valori assoluti e incidenze decrescenti

Paesi 15-39 anni Popolazione Incidenza %

giovani 15- 39 anni

Ue a 27 157.731.500 495.471.600 31,8 Area Euro 100.934.000 327.790.600 30,8

Repubblica Slovacca 2.058.900 5.404.300 38,1 Cipro 317.500 845.800 37,5 Romania 7.742.600 21.316.400 36,3 Polonia 13.055.700 36.617.000 35,7 Irlanda 1.634.300 4.597.300 35,5 Malta 148.900 421.300 35,3 Ungheria 3.400.900 9.794.300 34,7 Repubblica Ceca 3.641.100 10.520.400 34,6 Lussemburgo 176.600 513.600 34,4 Estonia 458.400 1.335.200 34,3 Lettonia 674.400 2.031.800 33,2 Spagna 15.012.000 45.793.000 32,8 Slovenia 670.200 2.056.300 32,6 Regno Unito 20.187.200 62.073.200 32,5 Lituania 966.600 2.986.100 32,4 Bulgaria 2.350.800 7.267.500 32,3 Portogallo 3.423.300 10.594.500 32,3 Svezia 3.050.300 9.477.000 32,2 Austria 2.650.100 8.349.500 31,7 Belgio 3.479.500 11.099.000 31,3 Danimarca 1.727.900 5.597.100 30,9 Grecia 3.386.600 10.977.200 30,9 Francia 19.113.800 62.178.100 30,7 Paesi Bassi 5.089.400 16.568.300 30,7 Finlandia 1.655.500 5.403.700 30,6 Italia 17.937.900 60.559.900 29,6 Germania 23.721.000 81.093.700 29,3

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

La fascia di età degli under 40 mostra un alto tasso di disoccupazione: nell'Unione Europea a 27 è

del 14,1% e nell'Area euro arriva al 15,6% e tali valori sono superati da quello dell’Italia, dove

tocca il 17,6%. Il nostro è il quinto tasso di disoccupazione under 40 più alto nell’Unione e,

considerando i maggiori paesi, è più basso solo rispetto al tasso della Spagna (31,7%) mentre è

quasi tre volte più alto rispetto a quello della Germania (6,1%), il più basso registrato tra i

maggiori Paesi europei.

39

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Tasso di disoccupazione degli under 40 nel IV trimestre degli ultimi cinque anni nei paesi dell’UE a 27 IV trimestre 2008, 2009, 2010, 2011 e 2012 - in % della forza lavoro - tassi decrescenti, variazioni in punti % e rank

Paesi IV trimestre

2008 IV trimestre

2009 IV trimestre

2010 IV trimestre

2011 IV trimestre

2012 Var. in punti %

IV trim. 2008-IV trim. 2012 Rank

Ue a 27 9,5 12,1 12,4 13,1 14,1 4,6 Area euro 17 10,2 12,8 13,1 13,9 15,6 5,4 Grecia 11,6 14,3 19,8 28,1 34,4 22,8 1 Spagna 17,0 23,1 24,7 27,5 31,7 14,7 2 Portogallo 10,2 12,4 14,0 18,0 21,8 11,6 3 Rep. Slovacca 10,5 16,4 16,9 17,2 17,7 7,2 7 Italia 10,4 12,8 13,1 14,5 17,6 7,2 6 Irlanda 9,4 15,5 17,7 17,8 16,4 7,0 8 Cipro 4,7 7,9 7,2 12,2 16,2 11,5 4 Lituania 9,3 18,3 20,7 15,9 15,2 5,9 10 Bulgaria 6,1 9,9 14,1 14,4 14,9 8,8 5 Francia 10,8 13,1 12,8 12,8 14,1 3,3 16 Lettonia 11,5 22,9 19,2 17,7 14,1 2,6 17 Ungheria 9,6 13,0 12,6 12,4 13,5 3,9 13 Polonia 8,3 10,6 11,4 12,2 12,7 4,4 11 Slovenia 6,0 8,9 10,9 11,5 12,7 6,7 9 Belgio 9,5 11,1 10,7 9,9 11,5 2,0 20 Svezia 8,8 11,9 10,5 10,4 11,0 2,2 18 Estonia 9,2 19,0 14,6 12,9 10,7 1,5 22 Regno Unito 8,6 10,6 10,7 11,7 10,7 2,1 19 Romania 8,2 9,7 9,9 10,8 9,8 1,6 21 Danimarca 5,1 8,6 9,7 9,9 9,4 4,3 12 Rep. Ceca 5,2 9,1 8,1 8,0 9,0 3,8 14 Finlandia 7,7 10,7 9,3 8,8 8,9 1,2 23 Lussemburgo 8,2 7,7 5,7 6,1 7,2 -1,0 26 Malta 7,1 8,7 7,9 7,5 7,0 -0,1 25 Paesi Bassi 3,0 4,6 5,0 5,5 6,8 3,8 14 Germania 7,7 8,3 7,2 6,2 6,1 -1,6 27 Austria 5,3 6,0 5,5 5,7 5,5 0,2 24

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

Nel lungo periodo che è stato interessato dalle due recessioni, tra il IV trimestre 2008 e il IV

trimestre 2012, il tasso di disoccupazione degli under 40 è salito di sia nell’Area euro (+5,4 punti

percentuali) sia nell’Unione europea (+4,6 punti).

In Italia la crescita della disoccupazione under 40 è stata di 7,2 punti, la metà di quella osservata in

Spagna (+14,7 punti). All'opposto la performance della Germania è molto lontana: non solo è il

paese più virtuoso tra i maggiori, ma tra tutti visto che il tasso di disoccupazione degli under 40

mostra il calo maggiore, pari a 1,6 punti in meno.

Focalizzando l’attenzione sulla dinamica del tasso di disoccupazione under 40 per l’Italia e l’Area

euro da quando sono disponibili dati per entrambi, cioè dal I trimestre 2005, il nostro Paese ha

toccato il valore minimo di 8,4% nel III trimestre del 2007. Da un anno esatto è stabilmente

superiore rispetto a quello registrato nella zona euro, con cui a fine 2012 mostra un gap di 2 punti

percentuali.

40

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Dinamica tasso di disoccupazione giovani 15-39 anni in Italia e nell’Area euro I trimestre 2005-IV trimestre 2012 - % forza lavoro

8,4

17,6

15,6

6,0

8,0

10,0

12,0

14,0

16,0

18,0

I trim

. 200

5

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 200

6

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 200

7

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 200

8

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 200

9

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 201

0

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 201

1

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

I trim

. 201

2

II tr

im.

III tr

im.

IV tr

im.

Italia Area euro a 17 Dati Eurostat

Dopo aver preso in esame la dinamica del tasso di disoccupazione, passiamo ad osservare come è

variata l'occupazione tra i lavoratori con meno di 40 anni. Nei quattro anni che vanno dal IV

trimestre 2008 al IV trimestre 2012 l'occupazione degli under 40 nell'Unione europea a 27 paesi è

scesa di 9.128.500 unità (-8,8%) mentre l'occupazione degli over 40 è aumentata di 3.914.900 unità

(+3,3%). Nell'Area euro la situazione appare ancor più critica in termini relativi per gli under 40,

scesi del 10,9%, mentre gli occupati over 40 sono cresciuti del 3,9%.

In Italia, al IV trimestre 2012, risultano occupate 9.029.000 persone tra i 15 e i 39 anni pari al

39,6% degli occupati aventi 15 anni o più. Nell’ultimo anno l'Italia dopo la Spagna è il maggiore

paese europeo per decremento dell'occupazione under 40; in questa fascia di età, infatti, gli occupati

scendono del 4,7%, pari a 441.500 occupati in meno, mentre gli over 40 aumentano del 2,2%, pari a

293.500 occupati in più.

Negli ultimi quattro anni, invece, in Italia la flessione degli under 40 è stata del 15,0%, facendo

mancare all’appello ben 1.588.600 occupati, mentre gli over 40 sono aumentati dell’8,2%,

incrementando il loro totale di 1.044.300 unità.

Come accennato prima, la situazione più drammatica resta quella della Spagna dove gli occupati

under 40 sono crollati, nei quattro anni in esame, di 2.738.900 unità, pari ad un calo del 26,6%. La

crisi è stata severa anche nei confronti degli occupati over 40 spagnoli che sono stati, infatti, gli

unici in Europa a subire una flessione (-1,7%); sommando questi due andamenti negativi, la

Spagna ha perso nel periodo osservato il 14,6% dei suoi occupati.

La tendenza nei maggiori paesi europei è stata di scaricare tutto il costo di aggiustamento

dell'occupazione negli anni interessati dalla Grande recessione sulla popolazione degli under 40.

41

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

L'occupazione degli under 40 nell'UE a 27 nei maggiori paesi europei IV trimestre del 2008, 2009, 2010, 2011 e 2012-valori assoluti e variazioni assolute in migliaia, variazioni relative Paesi IV trimestre 2008 IV trimestre 2009 IV trimestre 2010 IV trimestre 2011 IV trimestre 2012

Under 40 UE 27 104.062,8 99.644,2 98.629,2 97.164,3 94.934,3 Area euro 17 66.947,6 63.832,2 62.813,3 61.620,6 59.683,1 Germania 16.447,0 16.037,8 16.109,6 16.401,4 16.244,2 Spagna 10.292,9 9.236,2 8.903,9 8.311,0 7.554,0 Francia 12.097,2 11.739,1 11.632,7 11.468,3 11.304,3 Italia 10.617,6 10.081,5 9.808,5 9.470,5 9.029,0 Regno Unito 13.927,0 13.444,7 13.459,2 13.348,5 13.655,9

Over 40 UE 27 117.245,3 117.201,9 118.263,5 119.876,6 121.160,2 Area euro 17 77.488,3 77.802,8 78.548,9 79.877,1 80.547,5 Germania 22.589,5 23.012,8 22.992,9 23.840,6 24.130,8 Spagna 9.563,9 9.409,7 9.504,3 9.496,5 9.403,1 Francia 13.729,8 13.727,4 13.990,3 14.239,0 14.464,2 Italia 12.731,7 12.840,3 13.126,8 13.482,5 13.776,0 Regno Unito 15.414,1 15.484,7 15.644,6 15.764,8 16.072,0

TOTALE OCCUPATI (over 15) UE 27 221.308,1 216.846,1 216.892,7 217.040,9 216.094,5 Area euro 17 144.435,9 141.635,0 141.362,2 141.497,7 140.230,6 Germania 39.036,5 39.050,6 39.102,5 40.242,0 40.375,0 Spagna 19.856,8 18.645,9 18.408,2 17.807,5 16.957,1 Francia 25.827,0 25.466,5 25.623,0 25.707,3 25.768,5 Italia 23.349,3 22.921,8 22.935,3 22.953,0 22.805,0 Regno Unito 29.341,1 28.929,4 29.103,8 29.113,3 29.727,9

VARIAZIONI Assolute Relative (%)

Lungo periodo:

IV tr. 2008- IV tr. 2012

IV tr. 2008- IV tr. 2009

IV tr. 2009- IV tr. 2010

IV tr. 2010- IV tr. 2011

IV tr. 2011- IV tr. 2012

Lungo periodo:

IV tr. 2008- IV tr. 2012

IV tr. 2008- IV tr. 2009

IV tr. 2009- IV tr. 2010

IV tr. 2010- IV tr. 2011

IV tr. 2011- IV tr. 2012

Under 40 UE 27 -9.128,5 -4.418,6 -1.015,0 -1.464,9 -2.230,0 -8,8 -4,2 -1,0 -1,5 -2,3 Area euro 17 -7.264,5 -3.115,4 -1.018,9 -1.192,7 -1.937,5 -10,9 -4,7 -1,6 -1,9 -3,1 Germania -202,8 -409,2 71,8 291,8 -157,2 -1,2 -2,5 0,4 1,8 -1,0 Spagna -2.738,9 -1.056,7 -332,3 -592,9 -757,0 -26,6 -10,3 -3,6 -6,7 -9,1 Francia -792,9 -358,1 -106,4 -164,4 -164,0 -6,6 -3,0 -0,9 -1,4 -1,4 Italia -1.588,6 -536,1 -273,0 -338,0 -441,5 -15,0 -5,0 -2,7 -3,4 -4,7 Regno Unito -271,1 -482,3 14,5 -110,7 307,4 -1,9 -3,5 0,1 -0,8 2,3

Over 40 UE 27 3.914,9 -43,4 1.061,6 1.613,1 1.283,6 3,3 0,0 0,9 1,4 1,1 Area euro 17 3.059,2 314,5 746,1 1.328,2 670,4 3,9 0,4 1,0 1,7 0,8 Germania 1.541,3 423,3 -19,9 847,7 290,2 6,8 1,9 -0,1 3,7 1,2 Spagna -160,8 -154,2 94,6 -7,8 -93,4 -1,7 -1,6 1,0 -0,1 -1,0 Francia 734,4 -2,4 262,9 248,7 225,2 5,3 0,0 1,9 1,8 1,6 Italia 1.044,3 108,6 286,5 355,7 293,5 8,2 0,9 2,2 2,7 2,2 Regno Unito 657,9 70,6 159,9 120,2 307,2 4,3 0,5 1,0 0,8 1,9

TOTALE OCCUPATI (over 15) UE 27 -5.213,6 -4.462,0 46,6 148,2 -946,4 -2,4 -2,0 0,0 0,1 -0,4 Area euro 17 -4.205,3 -2.800,9 -272,8 135,5 -1.267,1 -2,9 -1,9 -0,2 0,1 -0,9 Germania 1.338,5 14,1 51,9 1.139,5 133,0 3,4 0,0 0,1 2,9 0,3 Spagna -2.899,7 -1.210,9 -237,7 -600,7 -850,4 -14,6 -6,1 -1,3 -3,3 -4,8 Francia -58,5 -360,5 156,5 84,3 61,2 -0,2 -1,4 0,6 0,3 0,2 Italia -544,3 -427,5 13,5 17,7 -148,0 -2,3 -1,8 0,1 0,1 -0,6 Regno Unito 386,8 -411,7 174,4 9,5 614,6 1,3 -1,4 0,6 0,0 2,1

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

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7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

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7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Un "Paese vecchio" e le criticità del mondo giovanile

Un "Paese vecchio" tra sindaci e... calciatori

Prendiamo lo spunto dalla frase dell'allenatore della Nazionale italiana di calcio, Cesare Prandelli

per descrivere alcune caratteristiche demografiche ed economiche del nostro Paese. Nel luglio dello

scorso anno, dopo la sconfitta nella finale degli Europei con la Spagna, Prandelli disse "Siamo in un

Paese vecchio, abbiamo idee vecchie, abbiamo modalità vecchie....dovremmo avere il coraggio di

dire "ok, cambiamo". Alcuni numeri stilizzano e rendono emblematica la difficile condizione di un

Paese stretto tra crisi demografica ed economica.

Il primo dato esaminato indica che il rapporto tra giovani occupati ed anziani pensionati è in

forte squilibrio: tra il 2004 e il 2012 i giovani occupati under 35 sono scesi di 2.433.000 unità, pari

ad un calo del 26,0% mentre gli inattivi di 65 anni ed oltre sono saliti di 1.382.000 con un

incremento del 13,1%. Tale divaricazione rende molto fragili le basi del nostro sistema di welfare.

Sempre meno giovani occupati e più vecchi inattivi Anni 2004-2012, valori in migliaia, variazioni assolute e relative

segmento popolazione 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Var. ass.

2004-2012 Var. %

Giovani occupati under 35 9.343 9.005 8.936 8.729 8.588 7.943 7.499 7.231 6.910 -2.433 -26,0 Inattivi 65 anni ed oltre 10.584 10.863 11.062 11.229 11.374 11.530 11.645 11.773 11.966 1.382 13,1

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Il secondo numero evidenzia come sono troppo vecchi anche i Sindaci italiani. Come è noto il

sistema elettorale per i Comuni - a differenza di quello utilizzato per le elezioni politiche - valorizza

maggiormente il ruolo dei candidati; nonostante questo maggiore peso della persona candidata è

emblematico osservare che in Italia sono censiti solo 277 sindaci fino a 35 anni, pari al 4,3% del

totale. Il corpo elettorale composto dai cittadini maggiorenni fino a 35 anni è pari al 24,7% del

totale, quasi sei volte tanto. Rapportando, per classi di età, i sindaci alle rispettive basi elettorali, si

osserva che in media sono sufficienti 1.902 vecchi elettori (35 anni ed oltre) per eleggere un sindaco

con almeno 35 anni mentre servono 134.299 giovani elettori per eleggere un giovane sindaco.

Incidenza giovani sindaci fino 35 anni luglio 2012 - % sul totale dei comuni con sindaci per i quali è nota la data di nascita

9,59

7,126,25

4,93 4,86 4,74 4,29 4,26 4,24 3,92 3,83 3,77 3,46 2,99 2,79 2,70 2,44 2,30 2,111,06

4,32

0,00

2,00

4,00

6,00

8,00

10,00

12,00

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ITA

LIA

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati IFEL-Ancitel

44

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Naturalmente l'esperienza è un caratteristica importante per la guida di una Amministrazione

Comunale. Ma il confronto con i managers4 occupati evidenzia che per la guida dei Comuni vi è un

sovrappeso dei sindaci anziani: la rilevazione forza lavoro indica che in Italia operano 248.700

giovani managers pari al 27,4% del totale.

Per dare maggiore consistenza al confronto va ricordato che mediamente ciascun comune italiano

gestisce una spesa di 10,7 milioni di euro; le piccole e medie imprese tra 20 e 250 addetti - dove la

quota di giovani managers è oltre sei volte quella dei giovani sindaci - gestiscono mediamente un

fatturato di 12,1 milioni del 13,1% superiore a quello di un Comune italiano.

Giovani managers delle imprese e giovani sindaci a confronto Anno 2012; incidenze e milioni di euro. PMI tra 20 e 249 addetti indicatore valore

Sindaci fino 35 anni (% su totale) 4,3 Managers fino a 39 anni (% su totale) 27,4 Spesa media comune (mln euro) 10,7 Fatturato medio PMI (mln euro) 12,1

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Ista, IFEL-Ancitel ed Eurostat

In questo capitolo abbiamo preso lo spunto iniziale dal calcio e dall'allenatore della Nazionale

anche perchè nel calcio troviamo un altro dato emblematico che tratteggia un "Paese vecchio". Per

età media dei giocatori delle squadre di calcio della prima divisione nell'anno 2011-2012 i

giocatori più anziani sono a Cipro con 28,23 anni; segue l'Italia con una età media dei giocatori di

27,54 anni, e la Grecia con 27,44 anni.

I giocatori di serie A italiana sono, in media, di 0,79 anni più vecchi di quelli della Premier League

inglese (26,75 anni), di 1,03 anni più vecchi di quelli della Liga spagnola, di 1,7 anni più vecchi di

quelli della Ligue 1 francese e di quasi due anni (1,88) più vecchi dei giocatori della Bundesliga

tedesca.

Età media dei giocatori delle squadre di calcio della prima divisione nell'anno 2011-2012 % sul totale dei giocatori

28,2

3

27,5

4

27,4

4

26,7

5

26,7

3

26,5

7

26,5

6

26,5

1

26,3

4

26,1

5

26,1

2

26,0

1

25,9

25,8

9

25,8

4

25,8

1

25,7

2

25,6

6

25,6

6

25,6

2

25,3

9

25,3

3

25,2

2

25,1

4

25,0

8

25,0

2

24,8

6

24,8

5

24,3

9

24,3

5

24,2

4

23,9

6

23,6

5

21

22

23

24

25

26

27

28

29

Cirp

o

Italia

Gre

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Ingh

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Rom

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Pol

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Tur

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land

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Cor

azia

Irla

nda

Slo

veni

a

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Arel-Pwc-FIGC

Rappresentando una parabola per l'intero Paese, il calcio italiano utilizza poco i giovani: l'Italia,

infatti, è la nazione - nell'ambito calcistico europeo - con la più bassa percentuale di calciatori

4 L’Eurostat considera tale professione seguendo la classificazione ISCO dell’ILO e la Commissione europea li

definisce “dirigenti”

45

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

provenienti dalle giovanili nel campionato di prima divisione. La quota di calciatori provenienti

dai vivai in serie A in Italia è solo del 7,4%, di 8,6 punti inferiore alla quota della Germania, di 8,8

inferiore alla quota della Premier League in Inghilterra, di 15,5 punti inferiore alla Ligue 1 in

Francia e addirittura di 17,3 punti inferiore alle canteras della Liga in Spagna.

Calciatori provenienti dalle giovanili prima divisione 2011-2012 % sul totale dei giocatori

43,4

39 38 37,7

33,7

33,6

32,8

31,8

31,7

30,5

30,2

28,3

26,3

25,4

25,3

25 24,7

24,5

22,9

18,8

17,3

16,6

16,2

16 15,5

15 14,3

14,1

12,5

12,2

8,3

7,9

7,4

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

Isla

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Aus

tria

Spa

gna

Ung

heria

Fra

ncia

Ucr

aina

Rom

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Irla

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Ingh

ilter

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Gem

ania

Pol

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Cirp

o

Gre

cia

Bul

garia

Bel

gio

Rus

sia

Por

toga

llo

Tur

chia

Italia

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Arel-Pwc-FIGC

Una nota di speranza arriva, in relazione al parametro dell'età media, dal considerevole

abbassamento dell'età media dei parlamentari italiani. Con una età media di 48,9 anni i parlamentari

italiani della XVII legislatura sono più giovani di 5,1 anni rispetto all'età media di 54,0 anni degli

eletti nella precedente XVI legislatura. In particolare i senatori hanno un'età media di 54,2 anni, in

diminuzione di 6,1 anni rispetto ai 60,3 degli eletti nel 2008 mentre i deputati hanno un'età media di

46,2 anni, in calo di 4,6 anni rispetto ai 50,8 anni degli eletti nella XVI legislatura.

Età media dei Parlamentari - XVI Legislatura e XVII legislatura Anni 2008 e 2013; età media e divario in anni. Medie per 319 senatori e 630 deputati

Senatori divario

con elettori Deputati

divario con elettori

Parlamentari divario

con elettori

XVI legislatura 60,3 7,2 50,8 0,5 54,0 2,4 XVII legislatura 54,2 1,1 46,2 -4,2 48,9 -2,8

differenza tra due legislature -6,1 -4,6 -5,1 Età media elettori Camera (18 anni ed oltre) 50,3 Età media elettori Senato (25 anni ed oltre) 53,1 Età media elettori due corpi elettorali 51,6 età media popolazione 43,7

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat, Senato e Camera dei Deputati

É interessante osservare che, con l'abbassamento d'età di questa legislatura, gli attuali eletti in

Parlamento sono più giovani degli elettori: in particolare i deputati sono 4,2 anni più giovani dei

propri elettori e i senatori sono di solo 1,1 anni più vecchi della media dei rispettivi elettori. Ma il

peso pressochè doppio dei componenti della Camera porta l'età media dei parlamentari al di sotto

di 2,8 anni rispetto alla media dell'età degli elettori (sulla base dei dati sulla popolazione, si tratta

della media ponderata dei 53,1 anni dei 45.149.939 abitanti con 25 anni ed oltre e dei 50,3 anni dei

49.396.435 abitanti con 18 anni ed oltre).

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7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

I 945 parlamentari eletti nelle elezioni politiche dello scorso 24-25 febbraio hanno un’età media di

48,9 anni e le regioni che hanno scelto rappresentanti più giovani sono le Marche (44,9 anni in

media), l’Umbria (46,6 anni) e il Veneto (47,2 anni) mentre quelle che li hanno scelti meno

giovani sono il Molise (53 anni), la Valle d’Aosta (51,5 anni) e la Sardegna (51 anni).

L'età media dei membri del Parlamento italiano per ramo e regione Anno 2013-età media calcolata sull’anno di nascita e ranghi per età media crescente - senatori eletti

Regione CAMERA SENATO PARLAMENTO

Deputati Età media Rank Senatori Età media Rank Parlamentari Età media Rank

Marche 16 41,2 1 8 52,4 5 24 44,9 1 Umbria 9 44,0 2 7 49,9 3 16 46,6 2 Veneto 51 44,7 4 24 52,5 6 75 47,2 3 Piemonte 45 44,9 5 22 53,1 7 67 47,6 4 Sicilia 52 45,0 6 25 53,9 10 77 47,9 5 Calabria 20 45,5 8 10 54,8 14 30 48,6 6 Emilia-Romagna 45 46,3 11 22 53,5 9 67 48,7 7 Toscana 38 45,6 9 18 55,9 17 56 48,9 8 Campania 60 46,1 10 29 55,1 16 89 49,0 9 Friuli-Venezia Giulia 12 49,0 18 7 49,1 2 19 49,1 10 Puglia 42 46,9 13 20 54,0 11 62 49,2 11 Abruzzo 14 48,0 16 7 52,1 4 21 49,4 12 Liguria 16 46,4 12 8 55,9 17 24 49,6 13 Lazio 58 47,5 15 28 54,3 12 86 49,7 14 Trentino-Alto Adige 12 48,0 16 7 53,4 8 19 50,0 15 Lombardia 101 46,9 13 49 56,9 19 150 50,2 16 Basilicata 6 45,2 7 7 54,9 15 13 50,4 17 Sardegna 18 49,5 19 8 54,5 13 26 51,0 18 Valle d'Aosta 1 56,0 20 1 47,0 1 2 51,5 19 Molise 2 44,0 2 2 62,0 20 4 53,0 20 Estero 12 46,1 - 6 60,8 - 18 51,0 - Senatori a vita -

- 4 87,5 - 4 87,5 -

ITALIA 630 46,2

319 54,8

949 49,1

di cui: eletti 630 46,2 315 54,4 945 48,9

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Senato e Camera dei Deputati

In particolare per la Camera l’età media dei 630 eletti è di 46,2 anni, con i picchi minimi in Marche

(41,2 anni), Molise ed Umbria (entrambe a 44 anni) e Veneto (44,7 anni) e quelli massimi in Valle

d'Aosta (56 anni), Sardegna (49,5 anni) e Friuli-Venezia Giulia (49 anni).

Per quanto riguarda il Senato l’età media dei 315 eletti tocca i 54,4 anni con i valori minimi

registrati in Valle d'Aosta (47 anni), Friuli-Venezia Giulia (49,1 anni) e Umbria (49,9 anni)

mentre quelli massimi si rilevano in Molise (62 anni), Lombardia (56,9 anni) e Toscana (55,9

anni).

47

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Sempre meno giovani

I segnali che arrivano dalle statistiche demografiche delineano l'Italia come un Paese che invecchia.

Prendendo a riferimento la comparazione internazionale di Eurostat, osserviamo che nell'arco degli

ultimi dieci anni la popolazione italiana con meno di 40 anni è scesa di 1.213.011 unità, equivalente

ad una diminuzione del 4,4%, con una flessione più marcata per i giovani tra i 18 e i 34 anni,

diminuiti di 1.682.864 unità, pari al -12,6%. La flessione è più marcata rispetto alla media UE a 27

(-4,5%). All’opposto la popolazione senior con più di 40 anni cresce del 17,3%, oltre 5 milioni di

persone in più.

La popolazione negli ultimi 10 anni: il crollo dei giovani tra 18 e 34 anni e la crescita degli over 40 Anni 2001 e 2011; valori assoluti, variazioni assolute e relative. Dati a 31 dicembre dell’anno Classi di età 2001 2011 Var. assoluta Var. %

ITALIA Under 18 9.832.667 10.232.549 399.882 4,1 18-34 anni 13.396.708 11.713.844 -1.682.864 -12,6 35-39 anni 4.638.942 4.708.913 69.971 1,5 Under 40 27.868.317 26.655.306 -1.213.011 -4,4 Over 40 29.125.425 34.165.390 5.039.965 17,3 TOTALE 56.993.742 60.820.696 3.826.954 6,7

UE 27 Under 18 99.772.943 94.699.637 -5.073.306 -5,1 18-34 anni 115.482.896 110.230.055 -5.252.841 -4,5 35-39 anni 37.253.666 35.549.223 -1.704.443 -4,6 Under 40 252.509.505 240.478.915 -12.030.590 -4,8 Over 40 232.125.614 263.184.686 31.059.072 13,4 TOTALE 484.635.119 503.663.601 19.028.482 3,9

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

Il calo dei giovani con meno di 40 anni non è un fenomeno recente: negli ultimi 20 anni c'è stato un

calo costante interrotto intorno al metà anni 2000, fenomeno spiegato dalle sanatorie degli

immigrati irregolari.

Il calo dei giovani under 40 negli ultimi 20 anni Anni 1991-2011. Dati al 31 dicembre di ogni anno

30.141.358

27.753.754

26.655.306

26.000.000

26.500.000

27.000.000

27.500.000

28.000.000

28.500.000

29.000.000

29.500.000

30.000.000

30.500.000

1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su Eurostat

Concludiamo l'analisi sulla dinamica demografica nell'ultimo ventennio esaminando l'andamento

della popolazione under 40 a confronto con quella di oltre 40 anni: a fronte del calo dell’11,7% dei

giovani sale del 28,3% la popolazione senior. In vent'anni il Paese ha perso 3.486.052 giovani ed

ha guadagnato 7.533.825 senior: per 1 giovane perso si hanno oltre 2 senior in più.

48

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

La forbice di un Paese che invecchia Anni 1991-2011. Dati al 31 dicembre di ogni anno, indice 1991=100

88,3

100,0

128,3

80,0

85,0

90,0

95,0

100,0

105,0

110,0

115,0

120,0

125,0

130,0

1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Under 40 anni Over 40 anni Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su Eurostat

Troppi giovani inattivi senza studiare e troppi in casa fino a tarda età

Oltre alle difficoltà legate alla dinamica degli occupati, una accentuata criticità del mercato del

lavoro giovanile è data da oltre due milioni (2.154.600) di giovani tra 15 e 29 anni che non

lavorano e non studiano (gruppo indicato con l'acronimo Neet, Not in education, employment or

training): si tratta del 22,7% della popolazione giovanile tra 15 e 29 anni.

Esaminando la consistenza dei Neet per classi di età, si riscontra una quota maggiore, pari al 44,4%,

per i giovani tra i 25 e i 29 anni, seguiti dalla classe d'età 20-24 anni con 39,7% mentre minore

risulta la quota per i giovani nella fascia di scolarizzazione fra i 15 e i 19 anni (15,9%).

Esaminando i titoli di studio conseguiti dai Neet, si evidenzia che poco meno della metà di essi ha

conseguito la licenza media (45,4%); altrettanti (45,8%) hanno portato a termine la scuola

secondaria superiore ed, infine, vi è una quota consistente di Neet che hanno completato studi post

secondari (8,8%).

Per quanto riguarda poi la condizione professionale, quasi i due terzi dei Neet risulta inattivo

(65,9%). Il rimanente terzo (34,1%) è in cerca di lavoro.

Analizziamo, inoltre, la composizione percentuale dei Neet in relazione al ruolo ricoperto in

famiglia. Il 71,5% dei Neet ha lo status di 'figlio', con una maggiore incidenza riscontrata per i

maschi (88,3%), segue lo status di ‘genitore’ che rappresenta il 18,6% dei Neet. In questa categoria,

riscontriamo una più elevata incidenza per le donne che, con 365.900 unità, rappresentano il 30,9%

della componente femminile dei Neet; quest'ultima accentuazione per le donne Neet contribuisce al

fenomeno di minore offerta delle donne sul mercato del lavoro in presenza di figli.

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7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Giovani 15-29 anni che nè sono in percorsi formativi né sono occupati (Neet) per sesso, classe di età, cittadinanza, titolo di studio, condizione professionale e ruolo in famiglia Anno 2011-valori in migliaia e composizione percentuale e incidenze. Neet (Not in education, employment or training)

Maschi Femmine TOTALE

Valori assoluti

(migliaia) %

Incidenza su giovani 15-29 anni

Valori assoluti

(migliaia) %

Incidenza su giovani 15-29 anni

Valori assoluti

(migliaia) %

Incidenza su giovani 15-29 anni

CLASSI DI ETÁ 15-19 anni 181,4 18,7 12,0 162,0 13,7 11,4 343,4 15,9 11,7 20-24 anni 423,3 43,7 26,6 432,1 36,5 28,2 855,4 39,7 27,4 25-29 anni 364,5 37,6 21,2 591,3 49,9 34,5 955,8 44,4 27,8

CITTADINANZA

Italiana 877,5 90,5 20,3 937,7 79,1 22,8 1.815,2 84,2 21,5 Straniera 91,7 9,5 18,8 247,7 20,9 45,4 339,4 15,8 32,8

TITOLI DI STUDIO

Fino alla licenza media 447,2 46,1 19,9 531,6 44,8 27,7 978,8 45,4 23,5 Secondario superiore 459,5 47,4 20,8 526,5 44,4 24,2 986,0 45,8 22,5 Post-secondario 62,5 6,4 17,1 127,3 10,7 22,1 189,8 8,8 20,2

CONDIZIONE PROFESSIONALE

Disoccupati 392,7 40,5 90,7 342,3 28,9 87,7 735,0 34,1 89,3 Inattivi 576,4 59,5 22,8 843,1 71,1 28,6 1.419,6 65,9 25,9

RUOLO IN FAMIGLIA

Monocomponente 40,0 4,1 16,9 25,5 2,1 15,8 65,5 3,0 16,4 Genitore 35,0 3,6 19,1 365,9 30,9 64,1 400,8 18,6 53,2 Partner in coppia senza figli 17,2 1,8 11,3 91,6 7,7 31,8 108,8 5,0 24,7 Figlio 855,5 88,3 20,7 685,5 57,8 19,1 1.540,9 71,5 19,9 Altro ruolo 21,5 2,2 20,2 17,0 1,4 26,8 38,5 1,8 22,7 TOTALE NEET 969,2 100,0 20,1 1.185,4 100,0 25,4 2.154,6 100,0 22,7

Dati Istat

Il fenomeno dei Neet mostra una diversificata accentuazione territoriale con tre regioni in cui si

osserva che circa 1 giovane su 3 della fascia di età 15-29 anni non lavora e non studia: la regione

con la più alta incidenza di giovani Neet è la Sicilia con il 35,7%, seguita dalla Campania con il

35,2% e dalla Calabria con il 31,8%

Più di 1 giovane su 4 di questa età non studia nè lavora e dalla Puglia dove si osserva una quota dei

Neet del 29,2%, seguita dalla Sardegna con il 27,6% e dalla Basilicata con il 26,9%.

Sul versante opposto, è nelle due province autonome situate nel Nord-Est del nostro Paese che si

osservano i valori più bassi di giovani che non studiano e non lavorano: nella Provincia Autonoma

di Bolzano si rileva la minor quota, pari al 9,2% cui segue la Provincia Autonoma di Trento con

il 13,3%. In 8 regioni del Centro-Nord la quota dei Neet oscilla intorno al 15%.

Tra recessione e successiva debole ripresa si osserva una crescita dell'incidenza dei giovani sotto i

29 anni fuori dalle scuole e dai luoghi di lavoro, incrementati di 3,8 punti percentuali tra il 2007,

anno pre crisi, e il 2011; nel periodo esaminato tutte le regioni mostrano degli aumenti della quota

di Neet sulla popolazione dei giovani tra 15 e 29 anni e quello maggiore si rileva nel Lazio, dove

sale di 6,2 punti percentuali, seguito dalla Sardegna con 5,9 punti in più, dall’Emilia-Romagna

con 5,6 punti in più e dal Veneto con 5,5 punti in più.

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7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Dinamica nella crisi dei giovani 15-29 anni che non studiano né lavorano (Neet) per Regione Anni 2007-2011; % popolazione 15-29 anni e var. 2007-2011 in punti percentuali. Neet (Not in education, employment or training)

Regione 2007 2008 2009 2010 2011 rank Var.

2007-2011 in punti %

rank

Piemonte 12,3 12,5 15,8 16,7 16,4 10 4,1 9 Valle d'Aosta 11,0 11,5 14,3 14,1 15,2 18 4,3 8 Liguria 13,6 13,5 13,8 15,6 15,1 19 1,6 19 Lombardia 10,9 12,7 14,3 15,7 15,3 17 4,4 6 Provincia Autonoma di Bolzano 8,7 9,2 9,0 9,9 9,2 21 0,5 21 Provincia Autonoma di Trento 9,2 9,7 10,9 13,8 13,3 20 4,1 10 Veneto 10,1 10,7 12,6 15,7 15,6 15 5,5 4 Friuli-Venezia Giulia 11,0 12,0 13,7 14,1 15,7 13 4,7 5 Emilia-Romagna 9,7 9,7 12,6 15,6 15,3 16 5,6 3 Toscana 13,0 12,8 13,0 15,5 16,4 11 3,4 15 Umbria 12,1 12,9 14,4 15,6 15,8 12 3,7 14 Marche 11,3 13,3 16,1 14,6 15,6 14 4,3 7 Lazio 15,4 15,0 16,6 18,9 21,6 8 6,2 1 Abruzzo 14,3 15,4 18,4 18,8 17,6 9 3,3 16 Molise 19,0 19,6 19,7 20,1 22,8 7 3,8 13 Campania 32,3 32,5 32,9 34,3 35,2 2 3,0 17 Puglia 28,2 26,9 28,0 28,7 29,2 4 1,0 20 Basilicata 23,1 23,0 23,7 28,5 26,9 6 3,9 12 Calabria 29,7 28,2 28,1 31,4 31,8 3 2,1 18 Sicilia 31,7 32,6 32,3 33,5 35,7 1 4,0 11 Sardegna 21,7 23,9 27,4 25,6 27,6 5 5,9 2

Nord-ovest 11,5 12,7 14,7 16,0 15,6 3 4,1 3 Nord-est 9,9 10,3 12,5 15,1 15,1 4 5,1 1 Centro 13,9 14,0 15,3 17,1 18,9 2 4,9 2 Mezzogiorno 28,9 29,0 29,7 30,9 31,9 1 3,1 4 ITALIA 18,9 19,3 20,5 22,1 22,7 3,8

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Elaborando i dati per classe di età è possibile osservare la condizione di Neet fino ai 34 anni: in

Italia l’incidenza sui giovani tra i 15 e i 34 anni sale in questo caso al 23,9%, equivalenti a

3.235.200 persone. Di questi oltre i due terzi (68,2%) sono inattivi, pari a 2.206.400 giovani, ed i

restanti giovani (31,4%) risultano disoccupati, pari a 1.015.200 giovani.

Nel caso delle donne l’incidenza dei Neet tocca quasi un terzo delle giovani sotto i 35 anni (29,1%),

pari a quasi 2 milioni di giovani (1.944.000): di queste 1.463.000 sono inattive, a conferma del

marcato sottoutilizzo delle forze lavorative femminili in Italia, criticità che, insieme ad una

maggiore partecipazione dei giovani al mercato del lavoro, è una delle sfide future più impellenti.

Giovani tra 15 e 34 in condizione di Neet per sesso Anno 2011-valori in migliaia e composizione percentuale e incidenze. Neet (Not in education, employment or training)

Maschi Femmine TOTALE

Valori

assoluti (migliaia)

% Incidenza su

giovani 15-34 anni

Valori assoluti

(migliaia) %

Incidenza su giovani

15-34 anni

Valori assoluti

(migliaia) %

Incidenza su giovani

15-34 anni

Disoccupati 534,8 41,5 7,8 481,0 24,7 7,2 1.015,2 31,4 7,5 Inattivi 754,2 58,5 11,0 1.463,0 75,3 21,9 2.206,4 68,2 16,3 TOTALE Neet 1.288,9 100,0 18,8 1.944,0 100,0 29,1 3.235,2 100,0 23,9

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

Altro fenomeno da evidenziare è la permanenza dei giovani tra i 18 e i 34 anni non sposati nel

nucleo famigliare nonostante siano occupati: i giovani in questa condizione sono 2.687.000, pari

al 38,8% del totale e al 23,7% del totale dei giovani di questa fascia di età.

51

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

A livello regionale troviamo ai primi 5 posti regioni del Centro-Nord, cioè Valle d'Aosta con il

62,6%, Provincia Autonoma di Bolzano con il 61,8%, Umbria con il 61,2%, Piemonte con il

51,9% ed Emilia-Romagna con il 51,7% e all’opposto regioni del Mezzogiorno quali Calabria

con il 20,2%, Sicilia con il 22,6%, Campania con il 22,9%, Basilicata con il 26,9% e Puglia con il

30,9%, regioni in cui si evidenzia la preponderanza dei giovani in cerca di occupazione rispetto a

quelli occupati.

Giovani di 18-34 anni non sposati che vivono con almeno un genitore per condizione e regione Anno 2011-valori assoluti in migliaia e % su giovani 18-34 anni non sposati e rango

Regione Occupati

% su giovani 18-34 anni non

sposati che vivono con almeno un

genitore

Rank % su giovani

18-34 anni In cerca

di occupazione Casalinghe Studenti

Altra condizione

TOTALE

Piemonte 225 51,9 4 30,1 56 1 144 8 434 Valle d'Aosta 6 62,6 1 27,1 - - 4 - 9 Liguria 62 42,7 12 25,9 27 3 54 - 146 Lombardia 467 50,2 8 26,6 117 - 335 12 931 Prov. Aut. Bolzano 36 61,8 2 35,5 2 - 19 1 58 Prov. Aut. Trento 22 47,1 11 22,5 3 - 22 - 47 Veneto 266 51,1 7 30,2 59 - 189 6 521 Friuli-Venezia Giulia 51 51,4 6 24,9 9 - 37 2 99 Emilia-Romagna 194 51,7 5 25,9 52 - 125 5 376 Toscana 181 48,3 9 28,7 58 1 130 4 374 Umbria 61 61,2 3 37,8 12 - 24 2 99 Marche 85 47,7 10 29,8 27 - 63 3 178 Lazio 259 35,4 14 25,0 175 1 277 19 732 Abruzzo 61 34,8 15 23,7 34 1 73 6 175 Molise 13 32,1 16 20,6 11 - 16 1 42 Campania 200 22,9 19 15,5 292 23 340 21 876 Puglia 177 30,9 17 20,6 162 7 219 8 573 Basilicata 21 26,9 18 17,4 24 1 31 - 77 Calabria 58 20,2 21 13,4 92 1 123 14 289 Sicilia 150 22,6 20 13,9 241 21 241 10 663 Sardegna 91 39,1 13 28,0 71 - 67 4 232 ITALIA 2.687 38,8 23,7 1.525 60 2.533 127 6.933

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

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SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Le criticità del sistema formativo

Per un giovane il periodo scolastico e la fase immediatamente successiva rappresentano un

intervallo di tempo chiave per lo sviluppo personale e professionale. Nel nostro Paese coesistono

gravi criticità nell'offerta scolastica, nella qualità dei percorsi scolastici e nelle scarse - per quantità

e qualità - interazioni tra scuola e mercato del lavoro.

Innanzitutto si osserva che negli ultimi anni la spesa pubblica per l'istruzione in Italia scende

mentre nel resto d'Europa sale: se prendiamo a riferimento un indicatore che considera la spesa per

istruzione per ciascun giovane tra 15 e 24 anni in rapporto al PIL pro capite, osserviamo che nel

2011 l'Italia è il 16° Paese europeo per spesa per istruzione.

Nel quadriennio che va dal 2007 al 2011 il nostro Paese registra una flessione dell'indicatore del

4,8% a fronte di un aumento in Europa del 6,8%; per dinamica dell'indicatore della spesa per

istruzione l'Italia è il terzultimo Paese in Europa: fanno peggio solo l'Ungheria (26° posto con un

calo del 5,5%) e la Lettonia (ultima con una riduzione di spesa del 7,8%).

Spesa per Istruzione per giovani 15-24 anni Anni 2007 e 2011; Valori in euro, indici, rango e var. %. Spesa a valori correnti per ciascun abitante tra 15 e 24 anni

Paese

Spesa per istruzione per 15-24 anni

(euro pro capite) (a)

PIL pro capite (euro)

(b)

Indice spesa per istruzione in rapporto al PIL pro capite

(a/b), UE 27 2007=100

2007 2011 2007 2011 2007 2011 rank 2011 var. %

2007-2011

UE 27 10.340 11.082 25.000 25.100 100,0 106,8 6,8 Eurozona 11.220 12.412 27.600 28.300 98,3 106,0 14 7,9 Belgio 15.489 18.394 31.600 33.700 118,5 132,0 5 11,4 Bulgaria 1.086 1.301 4.000 5.200 65,7 60,5 27 -7,9 Repubblica Ceca 4.016 5.177 12.800 14.900 75,9 84,0 23 10,7 Danimarca 26.052 31.796 41.700 43.200 151,1 178,0 1 17,8 Germania 10.751 12.410 29.500 31.700 88,1 94,7 17 7,4 Estonia 4.861 5.318 12.000 11.900 97,9 108,1 13 10,3 Irlanda 14.147 13.073 42.900 34.700 79,7 91,1 19 14,2 Grecia 6.057 5.972 19.900 18.500 73,6 78,1 25 6,1 Spagna 8.127 8.890 23.500 23.100 83,6 93,1 18 11,3 Francia 14.384 16.625 29.600 30.600 117,5 131,4 6 11,8 Italia 10.872 10.274 26.200 26.000 100,3 95,5 16 -4,8 Cipro 11.640 14.938 20.700 21.100 136,0 171,2 2 25,9 Lettonia 3.614 3.401 9.600 9.800 91,0 83,9 24 -7,8 Lituania 3.014 3.638 8.900 10.200 81,9 86,2 22 5,3 Lussemburgo 31.808 43.360 78.000 82.100 98,6 127,7 8 29,5 Ungheria 3.816 3.644 9.900 10.000 93,2 88,1 20 -5,5 Malta 4.981 6.421 13.600 15.700 88,6 98,9 15 11,7 Olanda 16.190 18.456 34.900 36.100 112,2 123,6 10 10,2 Austria 15.618 18.456 33.000 35.700 114,4 125,0 9 9,2 Polonia 2.948 3.432 8.200 9.600 86,9 86,4 21 -0,5 Portogallo 7.239 7.555 16.000 16.100 109,4 113,5 12 3,7 Romania 1.402 1.549 5.800 5.939 58,5 63,1 26 7,9 Slovenia 7.160 8.420 17.100 17.600 101,2 115,7 11 14,3 Repubblica Slovacca 2.371 3.124 10.200 12.700 56,2 59,5 28 5,8 Finlandia 16.204 18.957 34.000 35.200 115,2 130,2 7 13,0 Svezia 21.949 25.612 36.900 41.000 143,8 151,0 3 5,0 Regno Unito 18.366 16.521 33.800 27.800 131,4 143,7 4 9,4

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

53

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Indice spesa pubblica per istruzione in rapporto al PIL pro capite Anno 2011-indice (UE 27 2007=100) calcolato su spesa a valori correnti in rapporto al PIL pro capite, per abitanti 15-24 anni

106,

8

178,

0

171,

2

151,

0

143,

7

132,

0

131,

4

130,

2

127,

7

125,

0

123,

6

115,

7

113,

5

108,

1

106,

0

98,9

95,5

94,7

93,1

91,1

88,1

86,4

86,2

84,0

83,9

78,1

63,1

60,5

59,5

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

140,0

160,0

180,0

200,0

UE

27

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Cip

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Letto

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Bug

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Rep

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Slo

vacc

a

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

Ulteriori dati evidenziano le criticità del sistema di offerta formativa. In Italia abbiamo ancora

pochi laureati: nel 2012 l'Italia è il Paese europeo con la più bassa percentuale (21,7%) di laureati

tra la popolazione 30 e 34 anni. Fanno meglio dell'Italia la Romania con 21,8% e Malta con

22,4%. All'opposto la quota più alta di 30-34enni laureati la troviamo in Irlanda (51,1%) seguita da

Cipro (49,9%), Lussemburgo (49,6%) e Lituania (48.7%). Otto stati europei hanno già raggiunto

o superato il rispettivo target nazionale della strategia Europa 2020: Danimarca, Cipro, Lettonia,

Lituania, Lussemburgo, Olanda, Finlandia e Svezia. Per l'Italia si registra una distanza di 4,3

punti, in linea, comunque, con il gap medio europeo. Per una analisi degli imprenditori e lavoratori

autonomi laureati si veda il successivo paragrafo Leadership europea per giovani imprenditori

under 40.

Incidenza dei laureati tra i giovani 30-34 anni Anno 2012-laureati in % popolazione 30-34 anni

35,8

51,1 49,9 49,6 48,7 47,9 47,1 45,8 43,9 43,6 43 42,3 40,1 39,2 39,1 39,1 3731,9 30,9 29,9

27,2 26,9 26,3 25,6 23,7 22,4 21,8 21,7

0

10

20

30

40

50

60

UE

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Slo

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Mal

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man

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Italia

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

Arricchiamo l’analisi della qualità del sistema formativo esaminando la comparazione

internazionale dei dati sui giovani che abbandonano prematuramente l'istruzione e la

formazione (early leavers from education and training) basata sull'analisi della quota di

popolazione in età 18-24 anni che ha raggiunto al massimo un livello di istruzione secondaria

inferiore (che in Italia corrisponde al titolo di studio di licenza media) e che non sono coinvolti in

54

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

ulteriore istruzione o formazione. Il tasso di abbandono prematuro dei percorsi di istruzione è più

elevato in Italia, dove è pari al 17,6% della popolazione 18-24, di quasi cinque punti superiore alle

media di 12,8% dell'Eurozona. É ancora rilevante il divario - e pari a 2,6 punti - con il target

Europa 2020 del 15%. L'indice dei 'fallimenti' scolastici in Italia si confronta con quello di nazioni

come Portogallo e Romania mentre lo spread con la Germania è di 7,1 punti.

Tasso di abbandono prematuro dell'istruzione e la formazione dei giovani tra 18-24 anni

Anno 2012-early leavers from formal education in % popolazione 18-24 anni

12,8

24,922,6

20,8

17,6 17,4

13,5 12,5 12 11,6 11,5 11,4 11,4 10,5 10,5 10,5 9,7 9,1 8,9 8,8 8,1 7,6 7,5 6,5 5,7 5,5 5,3 4,4

0

5

10

15

20

25

30

UE

27

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Slo

veni

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Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

Infine l'esame di uno dei principali indicatori per effettuare comparazioni internazionali

sull'efficacia del sistema formativo - espresso dal livello delle competenze degli studenti in lettura,

matematica e scienze rilevato dall'indagine Ocse-PISA - evidenzia per l'Italia valori

significativamente inferiori alla media dei paesi avanzati.

Nel dettaglio si osserva che, per quanto riguarda la lettura, si osserva in Italia una media dei

punteggi (486) significativamente inferiore a quella Ocse (496). Per quanto riguarda le competenze

in matematica si amplia ulteriormente il gap tra la media per l'Italia (483) rispetto alla media Ocse

(499). Anche per le competenze in scienze persiste un elevato divario tra l’Italia (489) e la media

Ocse (501).

Punteggio medio nella prova di lettura, matematica e scienze Anno 2009-punteggio medio e gap

lettura matematica scienze

Italia 486 483 489 Francia 496 497 498 Germania 497 513 520 Media Ocse 496 499 501 Gap Italia con il paese migliore (Germania) -2,3 -5,8 -6,1

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su base dati OCSE PISA 2009

Analizzando lo status lavorativo si osserva che nel 2012 i giovani under 25 impegnati in un

percorso formativo sia scolastico che lavorativo sono il 63,2% della popolazione di riferimento

ed i soggetti in formazione e nello stesso tempo occupati sono solo il 2,8% della popolazione di

riferimento.

Il grado di interazione tra il mondo del lavoro e la formazione, sia scolastica che professionale, è

per i giovani italiani davvero molto basso rispetto a quello rilevato nel resto dei paesi europei dove

in media è pari al 13,6%. Il valore sale al 19,9% nel Regno Unito e raggiunge un quarto dei giovani

under 25 in Germania (25,3%), paese che storicamente risulta molto sensibile su questo tema.

55

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Giovani under 25 in percorsi formativi* per status lavorativo in Italia, Francia, Germania, Regno Unito e UE a 27 Anno 2012-incidenze su popolazione dei giovani under 25

Paese in formazione in formazione

e occupati in formazione e non occupati

Germania 71,0 25,3 45,7 Regno Unito 58,6 19,9 38,6 Unione Europea a 27 67,3 13,6 53,7 Francia 68,8 9,9 58,9 Italia 63,2 2,8 60,4 * formazione scolastica e lavorativa, di tipo formale e non formale (che comprende cioè attività extra classe e anche di contenuto diverso da quello oggetto della formazione a cui si sta partecipando)

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su base dati Eurostat

Paradossi tra lauree, difficoltà di reperimento e formazione professionale

Per il primo trimestre 2013 le imprese italiane hanno indicato previsioni per 137.770 assunzioni di

cui il 60,0% è la quota di assunzioni nelle piccole imprese (fino a 49 dipendenti), il 14,7% la quota

nelle imprese da 50 a 249 dipendenti, mentre quella nelle grandi imprese è del 25,3%5. Il tasso di

entrata per le piccole imprese è del 12,0 assunzioni ogni 1.000 occupati mentre scende ad 11,0 per

le imprese medio-grandi.

Si osserva che nel primo trimestre 2013 vi sono 19.970 assunzioni considerate di difficile

reperimento, pari al 14,5%; in particolare nel settore manifatturiero la difficoltà di reperimento è più

elevata e pari al 17,4%. Considerando poi le 111.960 assunzioni non stagionali del trimestre, che

rappresentano l’81,3% del totale, il dato della difficoltà di reperimento è lievemente superiore e pari

al 14,8%.

In particolare per l'artigianato l'ultima rilevazione disponibile è quella annuale relativa al 2012 ed

indica una quota di assunzioni previste difficili da reperire pari al 19,3%, quasi 5 punti in più

rispetto alla media del totale delle imprese (14,4%).

Focalizzando l’attenzione sulle 58.340 assunzioni non stagionali previste dalla imprese artigiane

risulta difficile da reperire un lavoratore su cinque (21,8%) pari ad un totale di 12.710 posti di

lavoro.

Considerando le professioni più rilevanti - per cui vengono richieste oltre 200 lavoratori - alcune

professioni sono difficili da occupare per oltre la metà e sono: i Lastroferratori (65,9%, pari a 350

posti di lavoro), gli Operai addetti a macchinari per confezioni di abbigliamento in stoffa e

assimilati (63,4%, pari a 320 posti di lavoro), gli Artigiani e addetti alle tintolavanderie (63,1%,

pari a 290 posti di lavoro), i Conduttori di macchinari per il movimento terra (52,5%, pari a

1.600 posti di lavoro) e gli Addetti all’accoglienza e all’informazione nelle imprese e negli enti

pubblici (51,5%, pari a 410 posti di lavoro).

A livello assoluto sono sempre i Muratori in pietra, mattoni, refrattari quei lavoratori che negli

ultimi anni vengono reperiti con maggiore difficoltà: ben 1.795, pari al 35,4% dei 5.070 che le

imprese artigiane prevedono di assumere nel 2012.

É interessante affiancare l'analisi della difficoltà di reperimento nel totale delle imprese, artigiane e

non, con i dati relativi al 2011 recentemente pubblicati dall'Istat (2012d) sull'inserimento dei

laureati nel mercato del lavoro e che mettono in evidenza un ulteriore mismatch del mercato del

lavoro rappresentato da 44.562 laureati - complessivamente per lauree triennali, a ciclo unico,

lauree specialistiche biennali e lauree magistrali biennali6 - del 2007 che nel 2011 risultano ancora

5 L'indagine Excelsior di Unioncamere-Ministero del Lavoro indica le previsioni di assunzione per il I trimestre 2013

rilevate nelle imprese nei mesi di novembre e-dicembre 2012 6 Lauree triennali previste del nuovo ordinamento. Lauree a ciclo unico: corsi di laurea “tradizionali” del vecchio

ordinamento (di durata tra i 4 e i 6 anni) e corsi di laurea specialistica/magistrale a ciclo unico (cinque o sei anni) del

nuovo ordinamento. Lauree specialistiche biennali: corsi di laurea specialistica di secondo livello (due anni), per

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7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

in cerca di lavoro con un tasso di disoccupazione del 17,5%. La difficoltà di inserimento più

elevata è quella dei laureati del Gruppo geo-biologico per cui il tasso di disoccupazione a 4 anni

dalla laurea è del 32,7%, seguito dal Gruppo letterario con il 31,4%, del Gruppo psicologico con

il 28,9% e del Gruppo giuridico con il 26,4%. All'opposto le lauree del Gruppo scientifico

presentano una disoccupazione del 12,9%, quelle del Gruppo ingegneria del 9,5% e quelle del

Gruppo medico del 4,2%: essere il secondo paese manifatturiero d'Europa e il primo paese europeo

per quota di popolazione anziana si riflette, quindi, in un maggiore assorbimento di laureati

provenienti da queste tipologie di facoltà.

Laureati del 2007 in cerca di lavoro nel 2011 per gruppo di corsi Anno 2011-valori assoluti e tassi. Totale Lauree triennali, a ciclo unico, specialistiche biennali e magistrali biennali Gruppo di corsi Cercano lavoro Tasso di disoccupazione

Gruppo geo-biologico 3.348 32,7 Gruppo letterario 6.795 31,4 Gruppo psicologico 3.298 28,9 Gruppo giuridico 5.182 26,4 Gruppo linguistico 3.150 22,8 Gruppo agrario 930 19,1 Gruppo politico-sociale 6.603 18,6 Gruppo architettura 2.281 17,0 Gruppo educazione fisica 523 15,4 Gruppo insegnamento 1.787 13,8 Gruppo economico-statistico 4.976 13,5 Gruppo chimico-farmaceutico 782 13,1 Gruppo scientifico 804 12,9 Gruppo ingegneria 2.991 9,5 Gruppo medico 1.098 4,2 Gruppo difesa e sicurezza 15 1,8 TOTALE 44.562 17,5

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Se prediamo quindi in considerazione le professioni a maggiore vocazione artigianale richieste

dal totale delle imprese nel 2011 ed esaminiamo la difficoltà di reperimento nell’ambito del

ridotto numero di candidati individuata dalle ‘Poche persone esercitano la professione’ -

osserviamo che la professione che registra la più elevata difficoltà di reperimento per tale motivo è

quella dei Pavimentatori e posatori di rivestimenti, con il 26,6% delle assunzioni previste dalle

imprese rese difficili dalla scarsità di offerta, seguono i Montatori di carpenteria metallica

(18,8%), i Camerieri ed assimilati (18,5%), i Meccanici, riparatori e manutentori di automobili

ed assimilati (17,3%), gli Attrezzisti di macchine utensili e affini (16%), i Sarti e tagliatori

artigianali, modellisti e cappellai (14,4%), i Fabbri, lingottai e operatori di presse per forgiare

(14,4%), i Carpentieri e falegnami nell’edilizia (esclusi i parchettisti) (14,1%), gli Addetti a

macchinari industriali per confezioni di abbigliamento in stoffa e affini (13,4%), i Meccanici e

montatori di apparecchi termici, idraulici di condizionamento (13,4%).

Abbiamo abbinato nella tavola successiva, a titolo meramente esemplificativo7 alcuni dei mestieri a

vocazione artigianale con il maggior numero di posti che risultano difficili da reperire a causa di

poche persone che esercitano la professione con classi di laurea che presentano un valore simile di

disoccupati a 4 anni dalla laurea.

accedere ai quali è richiesto il possesso della laurea triennale. Lauree magistrali biennali: corsi di laurea di secondo

livello (due anni) introdotti dal D.M. n. 270/2004 7 La presentazione è di natura meramente descrittiva dei paradossi del mismatch del mercato del lavoro non

considerando fattori determinanti dello sbilanciamento tra domanda e offerta quali, ad esempio, la localizzazione, la

composizione della struttura produttiva ecc.

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7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Assunzioni di difficile reperimento in alcuni mestieri a vocazione artigianale e laureati disoccupati a 4 anni dalla laurea Anno 2011 - % difficile reperim. per 'poche persone che esercitano la professione' su assunzioni totale imprese (artigiane e non)

Professioni

Assunzioni di difficile

reperimento per poche

persone che esercitano

la professione

% di difficile reperimento

Classe di laurea

Laureati nel 2007 e

disoccupati nel 2011

Tasso di disoccup.

Gruppo di corsi

Durata

Pavimentatori e posatori di rivestimenti

290 26,6 Scienze e tecnologie per l'ambiente e la natura

307 32,1 Geo-biologico Triennale

Montatori di carpenteria metallica 951 18,8 Scienze della mediazione linguistica

869 20,9 Linguistico Triennale

Meccanici, riparatori e manutentori di automobili ed assimilati

1.192 17,3 Scienze dell'educazione e della formazione

1.207 18,9 Insegnamento Triennale

Attrezzisti di macchine utensili e affini 621 16,0 Filosofia 652 42,3 Letterario Triennale

Sarti e tagliatori artigianali, modellisti e cappellai

409 14,4 Scienze del servizio sociale 496 18,9 Politico-sociale Triennale

Fabbri, lingottai e operatori di presse per forgiare

220 14,4 Sociologia 220 27,4 Politico-sociale Ciclo unico

Carpentieri e falegnami nell’edilizia (esclusi i parchettisti)

568 14,1 Scienze politiche; Scienze internazionali e diplomatiche; Relazioni pubbliche

616 20,5 Politico-sociale Ciclo unico

Addetti a macchinari industriali per confezioni di abbigliamento in stoffa e affini

170 13,4

Scienze della comunicazione sociale e istituzionale; Pubblicità e comunicazione d'impresa

178 13,8 Politico-sociale Biennale spec.

Meccanici e montatori di apparecchi termici, idraulici di condizionamento

251 13,4 Scienze della comunicazione 270 17,8 Politico-sociale Ciclo unico

Trafilatori ed estrusori di metalli 201 12,7 Filosofia 201 22,5 Letterario Ciclo unico

Falegnami ed operatori specializzati di macchine per la lavorazione del legno

300 12,0

Conservazione dei beni culturali; Storia e conservazione dei beni culturali

303 25,4 Letterario Ciclo unico

Parrucchieri, estetisti ed assimilati 879 11,7 Lettere; Materie letterarie 878 29,6 Letterario Ciclo unico

Verniciatori industriali 140 11,5 Relazioni internazionali 140 16,7 Politico-sociale Biennale spec.

Personale addetto alla pulizia in esercizi alberghieri ed extralberghieri

339 11,4 Scienze sociologiche 336 18,7 Politico-sociale Triennale

Addetti a macchine utensili automatiche e semiautomatiche industriali

502 11,2 Scienze della formazione primaria; Scienze dell'educazione; Pedagogia

506 8,9 Insegnamento Ciclo unico

Panettieri, pastai, pasticceri, gelatai e conservieri artigianali

310 10,0 Psicologia; Scienze cognitive 365 13,2 Psicologico Biennale spec.

Cuochi in alberghi e ristoranti 887 9,8 Lettere; Materie letterarie 878 29,6 Letterario Ciclo unico

Operai specializzati delle calzature ed assimilati

220 9,8 Scienze della Terra 236 40,8 Geo-biologico Triennale

Saldatori e tagliatori a fiamma 350 9,8 Scienze biologiche 343 31,5 Geo-biologico Ciclo unico

Conduttori di macchinari per la fabbr. di articoli in plastica e affini

201 9,2 Filosofia 201 22,5 Letterario Ciclo unico

Meccanici e montatori di macchinari industriali ed assimilati

459 6,8 Scienze e tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali

445 21,2 Agrario Triennale

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Excelsior 2011

É quindi possibile evidenziare che a fronte di 1.192 assunzioni di difficile reperimento per

Meccanici, riparatori e manutentori di automobili ed assimilati vi sono 1.207 Laureati in

Scienze dell'educazione e della formazione (triennale) disoccupati a 4 anni dalla laurea; a

fronte di 951 assunzioni di difficile reperimento per Montatori di carpenteria metallica si

registrano 869 laureati in Scienze della mediazione linguistica (triennale), disoccupati a 4 anni

dalla laurea; a fronte di 887 Cuochi in alberghi e ristoranti vi sono 878 laureati disoccupati in

Lettere e materie letterarie (ciclo unico); a fronte di 879 Parrucchieri, estetisti di difficile

reperimento vi sono 878 laureati disoccupati in Lettere e materie letterarie (ciclo unico); a

58

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

fronte di 621 Attrezzisti di macchine utensili e affini di difficile reperimento vi sono 652

laureati in Filosofia (triennale) in cerca di lavoro a 4 anni dalla laurea; a fronte di 568

Carpentieri e falegnami nell’edilizia di difficile reperimento vi sono 616 laureati in Scienze

politiche, Scienze internazionali e diplomatiche, Relazioni pubbliche (ciclo unico) a fronte di

502 Addetti a macchine utensili automatiche e semiautomatiche industriali di difficile

reperimento vi sono 506 laureati disoccupati in Scienze della formazione primaria, Scienze

dell'educazione, Pedagogia (ciclo unico); a fronte di 459 Meccanici e montatori di macchinari

industriali di difficile reperimento vi sono 445 laureati disoccupati in Scienze e tecnologie

agrarie, agroalimentari e forestali (triennale); a fronte di 409 Sarti e tagliatori artigianali,

modellisti e cappellai di difficile reperimento vi sono 496 laureati disoccupati in Scienze del

servizio sociale (triennale).

In parallelo alcuni dati sottolineano l'importanza rivestita dalla formazione secondaria tecnico-

professionale. In particolare l’Istat (2012) nelle sua analisi condotte per nell'anno 2011 sui percorsi

di studio e di lavoro dei diplomati del 2007 mette in evidenza che oltre la metà dei ragazzi (53,7%)

ha frequentato Istituti tecnici e Istituti professionali: nel dettaglio, nei primi si rileva la

maggioranza relativa, il 37,5%, pari a 168.790 studenti, mentre per secondi si attestano sul 16,2%,

pari a 72.646 studenti.

I diplomati degli istituti tecnici e di quelli professionali che hanno deciso di non continuare la

loro educazione in università - non si sono iscritti a studi universitari rispettivamente nel 49,0% e

nel 76,4% dei casi - presentano una situazione occupazionale migliore rispetto a chi ha

frequentato licei o ha avuto un’istruzione magistrale ed artistica. I diplomati degli Istituti tecnici,

infatti, risultano occupati per oltre la metà (57,6%) toccando un tasso di disoccupazione pari al

22,4% ed inferiore alla media dei diplomati (26,2%), mentre quelli degli Istituti professionali

toccano il 69,0%, l’incidenza maggiore osservata tra i diplomati, a cui si accompagna il più basso

tasso di disoccupazione osservato, pari al 21,4%.

Analizzando meglio i diplomati del 2007 che nel 2011 sono occupati vediamo che un quinto

(19,0%) di questi ha svolto durante l’anno un lavoro occasionale e stagionale, con il picco in

corrispondenza dei diplomati liceali per cui è spesso maggiore la necessità di conciliare studio e

lavoro e i valori minimi, invece, per i diplomati di istituti tecnico-professionali. Questi ultimi

registrano le incidenze più alte di occupazione dipendente a tempo indeterminato che supera il 40%,

mentre i diplomati degli Istituti tecnici sono quelli che hanno scelto maggiormente un lavoro

indipendente (10,1% contro l'8,6% della media).

59

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Diplomati del 2007 per rapporto con l'università e condizione occupazionale nel 2011 e occupati nel 2011 per tipologia di lavoro svolto per tipo di scuola secondaria superiore frequentata

Anno 2011-valori assoluti, Incidenze e tassi %

Scuola secondaria superiore

Diplomati %

Rapporto con l'Università Condizione Tasso di attività**

Tasso di disoccupazione** Iscritti

di cui: hanno abbandonato

Mai iscritti

Occupato* In cerca

di lavoro Studia

esclusivamente Altro

Istituti professionali 72.646 16,2 23,6 8,6 76,4 69,0 18,8 7,0 5,2 87,8 21,4

Istituti tecnici 168.790 37,5 51,0 11,3 49,0 57,6 16,6 21,6 4,3 74,2 22,4

Licei 153.690 34,2 93,8 5,8 6,2 24,1 13,0 59,2 3,7 37,1 35,1

Istruzione magistrale 37.577 8,4 82,7 11,2 17,3 35,8 20,2 38,7 5,3 56,0 36,0

Istruzione artistica 16.840 3,7 46,9 9,9 53,1 44,0 22,8 26,0 7,3 66,8 34,1

TOTALE DIPLOMATI 449.543 100,0 63,7 8,9 36,3 45,7 16,2 33,7 4,4 61,9 26,2

OCCUPATI NEL 2011

Occupati nel 2011

% Occasionale/

stagionale A progetto Dipendente a termine

Dipendente indeterminato

Indipendente

Istituti professionali 44.273 25,8 14,8 5,7 29,0 42,5 8,0

Istituti tecnici 84.406 49,2 14,1 6,5 28,1 41,1 10,1

Licei 25.965 15,1 36,9 11,3 21,0 24,1 6,7

Istruzione magistrale 10.364 6,0 27,1 9,9 28,6 29,4 5,0

Istruzione artistica 6.491 3,8 26,7 8,7 27,9 29,4 7,3

TOTALE DIPLOMATI 171.499 100,0 19,0 7,3 27,3 37,8 8,6 * svolgono attività lavorativa retribuita (inclusi apprendistato e contratti di formazione e lavoro), anche se non regolarizzata da contratto. Sono escluse le attività di qualificazione (dottorato di ricerca, borsa di studio, tirocinio, stage ecc) anche se retribuite ** tassi calcolati in riferimento al campione dei diplomati del 2007

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Aumenta la povertà delle giovani famiglie

La straordinaria fase negativa del ciclo economico ha messo in grande difficoltà le famiglie italiane

e, in particolare, quelle dei giovani. Nel 2011, l’11,1% delle famiglie è in condizione di povertà

relativa (per un totale di 8.173 mila persone) e il 5,2% lo è in termini assoluti (3.415 mila).

L’incidenza della povertà relativa - espressa dalla percentuale di famiglie e persone povere - viene

calcolata sulla base di una soglia convenzionale di povertà che per una famiglia di due componenti

è pari alla spesa media mensile per persona nel Paese che nel 2011 è di 1.011 euro.

Incidenza di povertà familiare per età della persona di riferimento Anni 2007-2011; incidenza % e variazioni in punti percentuali

Età della persona di riferimento 2007 2008 2009 2010 2011 var. 2007-2011

in punti percentuali

Povertà relativa fino a 35 anni 9,2 10,4 9,9 10,2 10,8 1,6 35-44 anni 10,3 12,1 12,5 11,7 11,0 0,7 45-54 anni 10,3 10,7 9,6 10,6 11,4 1,1 55-64 anni 8,9 8,8 7,9 8,7 8,5 -0,4 65 anni e più 13,7 12,7 12,4 12,2 12,2 -1,5 TOTALE 11,1 11,3 10,8 11,0 11,1 0,0

Povertà assoluta fino a 35 anni 3,0 4,6 4,8 4,3 5,3 2,3 35-44 anni 3,6 5,0 5,6 4,4 4,8 1,2 45-54 anni 3,4 4,0 3,9 4,9 5,3 1,9 55-64 anni 3,1 2,9 3,4 3,3 3,7 0,6 65 anni e più 5,6 5,7 5,5 5,4 6,0 0,4

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

60

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

É di soli 0,3 punti inferiore alla media, e pari al 10,8%, la quota di famiglie povere con persona di

riferimento8 fino a 35 anni, in valore assoluto stimate in 220.000 unità familiari. Tra le due

recessioni (2007-2011) l'incremento maggiore della povertà relativa si registra proprio per le

famiglie dei giovani: per famiglie con persona di riferimento fino a 35 anni l'incidenza di povertà

relativa sale nel quadriennio di 1,6 punti, equivalenti in valore assoluto ad un incremento di 33.000

famiglie, pari a 679 giovani famiglie povere in più al mese. Per una famiglia con persona di

riferimento di 45-54 anni la povertà sale di 1,1 punti, per famiglie con persona di riferimento di 35-

44 anni sale di 0,7 punti. All'opposto, invece, scende la povertà relativa della famiglie senior: per

persona di riferimento di 55-64 anni scende di 0,4 punti, per persona di riferimento di 65 anni e più

scende di 1,5 punti. A seguito di questi andamenti divergenti si osserva che prima dello scoppio

della crisi la distanza di povertà relativa tra una famiglia anziana ed una giovane era di 4,5 punti

mentre dopo 4 anni - tra recessione e troppo debole ripresa - la distanza si riduce di due terzi e si

abbatte a 1,4 punti.

Per la povertà assoluta - la cui incidenza viene calcolata sulla base di una soglia di povertà

corrispondente alla spesa mensile minima necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi che,

nel contesto italiano e per una determinata famiglia, è considerato essenziale a uno standard di vita

minimamente accettabile - le famiglie giovani presentano una incidenza del 5,3%. Tra il 2007 e il

2011 le famiglie giovani sono quelle che hanno registrato un maggior incremento dell'incidenza

della povertà assoluta.

Variazione della povertà familiare relativa per età della persona di riferimento Var. 2007-2011 in punti percentuali dell'incidenza percentuale di povertà

2,3

1,2

1,9

0,6

0,4

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

fino a 35 anni 35-44 anni 45-54 anni 55-64 anni 65 anni e più

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Su questo fronte va evidenziato che la forte selezione dell'occupazione indipendente e della

diminuzione delle attività del lavoro autonomo registrata nel corso della crisi ha determinato una

forte crescita della povertà delle famiglie con un lavoratore autonomo come persona di riferimento:

la loro povertà assoluta è, infatti, aumentata di 2,4 punti tra il 2007 e il 2011. Si tratta

dell'incremento maggiore dopo quello delle famiglie dei disoccupati (+5,5 punti).

8 L'Istat indica la persona di riferimento come l'intestatario della scheda anagrafica e corrisponde al vecchio concetto

di capo famiglia

61

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Incidenza di povertà familiare assoluta per status lavorativo della persona di riferimento Anni 2007-2011; incidenza % e variazione in punti percentuali Status lavorativo della persona di riferimento

2007 2008 2009 2010 2011 Var. 2007-2011

in punti percentuali

OCCUPATO 2,7 3,4 3,6 3,5 3,9 1,2 INDIPENDENTE 1,4 2,9 2,0 2,8 2,9 1,5 lavoratore in proprio 1,8 4,5 3,0 4,1 4,2 2,4 DIPENDENTE 3,2 3,6 4,1 3,6 4,1 0,9 dirigente e impiegato 1,3 1,4 1,5 1,4 1,3 0,0 operaio e assimilato 5,2 5,9 6,9 6,4 7,5 2,3 NON OCCUPATO 5,6 6,0 6,0 5,9 6,6 1,0 ritirato dal lavoro 4,8 4,7 4,6 4,7 5,4 0,6 in cerca di occupazione 10,0 14,5 14,5 12,8 15,5 5,5 in altra condizione 8,1 9,5 9,1 8,6 8,4 0,3

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Dinamica della povertà familiare assoluta per posizione professionale della persona di riferimento occupata

Var. 2007-2011 in punti percentuali dell'incidenza percentuale di povertà

1,2 1,

5

2,4

0,9

0

2,3

0

0,5

1

1,5

2

2,5

3

OC

CU

PA

TO

IND

IPE

ND

EN

TE

lavo

rato

re in

prop

rio

DIP

EN

DE

NT

E

dirig

ente

e

impi

egat

o

oper

aio

e

assi

mila

to

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

62

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Quattro casi di bad welfare per i giovani

1. Più spesa per anziani e meno per la famiglia

L'Italia è un paese vecchio e la dinamica demografica determina una forte pressione del 'fattore età'

sulla spesa pensionistica e su quella per la salute.

Nella comparazione internazionale la spesa per la protezione sociale in Italia è del 28,6%, valore

assolutamente in linea con il 28,2% della media dell'UE a 27. Se a prima vista, quindi, non appare

sussistere un problema quantitativo della spesa per welfare, i dati mostrano il suo sbilanciamento a

sfavore dei giovani: l'analisi della distribuzione della spesa in relazione ai differenti bisogni della

popolazione mostra che la spesa per la protezione sociale in Italia è assorbita in gran parte dalla

spesa previdenziale, lasciando quote residuali alla spesa sociale orientata ai giovani e alle famiglie.

La spesa per protezione sociale secondo l'evento, il rischio e il bisogno in Ue a 15 Ue a 27 anno 2010 - % del PIL per eventi, rischi e bisogni

Paese

Mal

atti

a

Inva

lidit

à

Fam

iglia

Vec

chia

ia

Su

per

stit

i

Dis

occ

up

azio

ne

Ab

itaz

ion

e

Esc

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To

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ion

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pro

tezi

on

e

soci

ale

Co

sti

amm

inis

trat

ivi

Alt

ra s

pes

a

Sp

esa

tota

le

Italia 7,3 1,7 1,3 14,7 2,6 0,8 0,0 0,1 28,6 0,8 0,5 29,9 Francia 9,2 2,0 2,7 12,5 1,9 2,2 0,8 0,8 32,0 1,5 0,3 33,8 Germania 9,5 2,4 3,2 9,7 2,1 1,7 0,6 0,2 29,4 1,1 0,1 30,7 Regno unito 8,6 2,8 1,9 11,4 0,1 0,7 1,5 0,2 27,1 0,4 0,4 28,0 Spagna 7,2 1,8 1,5 8,4 2,2 3,5 0,2 0,2 25,2 0,5 0,0 25,7 Ue15 8,6 2,3 2,3 11,2 1,7 1,8 0,6 0,5 29,0 0,9 0,3 30,2 Ue27 8,3 2,2 2,3 11,0 1,7 1,7 0,6 0,4 28,2 0,9 0,2 29,4

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

Nella comparazione internazionale che classifica la spesa pubblica in relazione ad eventi, rischi e

bisogni si osserva che l'Italia è il maggiore paese europeo che più spende - in rapporto al PIL - per i

fabbisogni relativi alla fascia più anziana della popolazione. Se prendiamo a riferimento la quota di

spesa sanitaria assorbita dalla popolazione anziana - nel 2010 la quota di spesa sanitaria (l’evento

Malattia presente nella tabella precedente) attribuita agli anziani è del 44,4% (RGS, 2010) - si

osserva che in Italia la quota di spesa per Vecchiaia, Superstiti e Sanità per anziani è del 20,6%

del PIL, di 4,2 punti di PIL superiore alla media dei paesi UE a 27. Questa polarizzazione della

spesa penalizza le altre componenti del welfare ma soprattutto quella per le giovani generazioni,

come la spesa per le famiglie: in Italia la quota relativa alle famiglie è solo l’1,3% del PIL - un

punto in meno della media europea - mentre la spesa è più alta per gli altri maggiori paesi europei e

pari al 2,7% del PIL in Francia, al 3,2% in Germania, all'1,9% nel Regno Unito e all'1,5% in

Spagna. Il welfare per anziani è 15,7 volte la spesa sociale per le famiglie.

63

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

In Italia è molto elevata la spesa di welfare per anziani Anno 2010 - % del PIL spesa per Vecchiaia, Superstiti e Sanità per anziani (44,4% del totale della spesa sanitaria, evento “Malattia”)

20,6

18,5

16,115,3

13,9

16,7 16,4

10,0

12,0

14,0

16,0

18,0

20,0

22,0

Italia

Fra

ncia

Ger

man

ia

Reg

no u

nito

Spa

gna

Ue1

5

Ue2

7

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

2. Pensioni ricche oggi e rischi di un default pensionistico domani

Il recente ciclo economico evidenzia i rischi di sostenibilità del sistema di welfare in presenza di un

mercato del lavoro che ha registrato un crollo dell'occupazione dei giovani under 35. I giovani,

infatti, finanziano il sistema di welfare utilizzandolo poco; nel contempo si registra una crescita

degli occupati senior che, invece, generano maggiore domanda di welfare sotto forma di

ammortizzatori sociali e di prestazioni sanitarie. La crescita della pressione sulla domanda di

welfare della popolazione anziana a fronte di un calo dei giovani occupati, evidenzia una situazione

di grande squilibrio per entrate ed uscite del sistema di prestazioni sociali.

Nel dettaglio si osserva che i dati di consuntivo per il 2012 riportati nel Documento di Economia e

Finanze del 10 di aprile indicano una spesa pubblica per pensioni è di 249.471 milioni di euro con

una incidenza sul PIL del 15,9%. Nonostante l'azione di contenimento della spesa corrente (+0,1%

nel 2013), la spesa per pensioni continua a crescere: nell'anno in corso sale di 5.729 milioni,

equivalente ad un incremento del 2,3%.

Le previsioni di lungo periodo della Ragioneria Generale dello Stato - secondo l'ultimo

aggiornamento coerente con le ipotesi macroeconomiche di breve periodo sottostanti la Nota di

Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza approvata dal Consiglio dei Ministri del 20

settembre 2012 - evidenziano la sostenibilità della spesa pensionistica dal punto di vista dei saldi di

finanza pubblica ma non nascondono le criticità legate all'invecchiamento della popolazione e alla

insufficienza futura del solo pilastro pubblico per le prestazioni pensionistiche. In particolare va

sottolineato che, nel modello di previsione della Ragioneria Generale dello Stato, la sostenibilità del

sistema pensionistico nel lungo periodo richiede un quadro macroeconomico di riferimento

radicalmente differente rispetto a quello che si è realizzato nei primi anni Duemila.

Lo scenario per le pensioni al 2050 Anni 2010-2050; valori assoluti e variazioni, ipotesi scenario nazionale base

parametri 2010 2050 Variazione 2010-2050

Var. % 2010-2050

Popolazione (migliaia) 60.340 63.546 3.206 5,3 Quota 65 e + 20,2 33,1 12,8 Occupati (migliaia ) 22.872 25.359 2.487 10,9 PIL reale (miliardi di € 2005) 1.420 2.448 1.028 72,4 PIL reale per occupato (€ 2005) 62.062 96.517 34.455 55,5 Spesa pensionistica/PIL 15,3 15,4 0,1

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati MEF-RGS

64

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Per mantenere al 2050 una spesa pensionistica che in rapporto al PIL è in linea con quella del 2010

serve un tasso di crescita che sarà sostenuta solo in parte dalla dinamica della popolazione che -

sulla base dello scenario nazionale base delle previsioni - salirà in quarant'anni del 5,3%.

Nel periodo esaminato gli occupati saliranno del 10,9% mentre il PIL in volume salirà 7 volte

tanto (+72,4%). Da dove potrà arrivare tutta la crescita necessaria a sostenere la spesa

pensionistica ?

Praticamente tutta dalla produttività, che dovrà crescere molto: il tasso di crescita medio della

produttività per occupato tra il 2010 e il 2050 dovrà essere dell'1,1%, quasi quattro volte lo 0,3%

medio registrato tra il 1995 e il 2007.

Sarà possibile quintuplicare il tasso di crescita medio registrato dall'Italia nel corso della rivoluzione

tecnologica data dalla diffusione delle ICT e da Internet e mantenere, quindi, la sostenibilità della

spesa pensionistica senza ulteriori interventi di riforma ?

Età pensionabile secondo le regole di lungo termine per sesso

numero nazioni Ocse Uomini Donne

DNK ITA

CZE IRL GBR

AUS DEU GRC ISL

ISR NOR ESP USA

AUT BEL CAN CHL

EST FIN HUN JPN

KOR MEX NLD NZE

POL PRT SWE CHE

TUR

SVNFRA SVK

LUX

0

5

10

15

60 61 62 63 64 65 66 67 68 69

Pensionable age

Num

ber

of O

EC

D c

ount

ries

CHL LUX POL

SVNFRA SVK CHE ISR

AUT BEL CAN EST

FIN HUN JPN KOR

MEX NLD NZE PRT

SWE TUR

AUS DEU GRC ISL

NOR ESP USA

CZE IRL GBR

DNK ITA

0

5

10

15

60 61 62 63 64 65 66 67 68 69

Pensionable age

Num

ber

of O

EC

D c

ount

ries

Dati Ocse Pensions Outlook 2012

Nella prospettiva che la bassa crescita di lungo periodo renda necessari altri interventi correttivi, va

osservato che alla luce delle recenti riforme pensionistiche - che hanno agito sull'aumento di età

pensionabile e sull'attivazione di meccanismi di adeguamento automatico legati alla speranza di vita

- l'ultima comparazione effettuata dall'Ocse individua nell'Italia e nella Danimarca le due nazioni

con la più avanzata età pensionabile secondo le regole di lungo termine, pari a 69 anni nel

2050. Ne consegue che l'età pensionabile non è più una variabile disponibile per ulteriori riforme

previdenziali e, in un contesto in cui persiste un elevato e insostenibile livello della pressione

fiscale, senza profonde riforme sui meccanismi della spesa primaria, la finanza pubblica italiana

non disporrebbe di altri margini di manovra sulla spesa pensionistica che un intervento sulle

pensioni in essere.

L'incremento della spesa pubblica in cinque anni è tutto determinato dalla spesa per pensioni.

Le ultime previsioni di finanza pubblica contenute nel Documento di Economia e Finanze 2013

presentato dal Governo lo scorso 10 aprile, registrano, per il periodo 2012-2017, un aumento delle

spese delle Amministrazioni Pubbliche completamente imputabile all'incremento della spesa

corrente. Nello specifico sono due le voci che trainano questo aumento di spesa corrente: le

Pensioni che cresceranno di 35.229 milioni di euro (il 47,4% di tutto l’incremento della spesa

65

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

pubblica corrente) e gli Interessi passivi che aumenteranno di 22.572 milioni di euro. Al netto di

queste due voci, il resto della spesa corrente cresce di 16.506 milioni di euro.

Periodo 2012-2017: la dinamica della spesa del bilancio pubblico

Variazioni in milioni di euro

35.229

22.572

16.506

74.307

-4.985

69.322

-10.000

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

80.000

pensioni interessi altra spesacorrente

spesa corrente spesa in contocapitale

totale spesapubblica

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Ministero dell’Economia e delle Finanze 2013

Il 4% dei pensionati genera quasi la metà (52,3%) dell'incremento di spesa pensionistica. A

fianco della crescita della spesa pensionistica, si evidenziano alcuni evidenti squilibri nella

dinamica della spesa per categoria di beneficiari. Se prendiamo a riferimento i dati sui pensionati

contenuti nel Terzo Rapporto di Coesione Sociale (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-

Istat-Inps 2012b), si osserva che il sistema pensionistico attuale è generoso, in particolare con le

pensioni medio alte. Nel dettaglio si osserva che, a fronte di un importo medio di pensione per

1.330 euro/mese, solo il 4,0% di pensionati beneficia di un assegno superiore a 3.000 euro al mese,

rappresentando il 14,3% della spesa ma il 52,3% dell'incremento delle pensioni nel corso del 2011.

In particolare l’importo lordo annuo totale pagato in pensioni tra il 2010 e il 2011 aumenta di 7.565

milioni di euro, pari al +2,9%; mentre per la classe di importo inferiore ai 3.000 euro si registra una

maggiore spesa di 3.610 milioni, che in termini relativi significa solo l'1,6% in più; nel contempo la

spesa per le pensioni di importo maggiore registra una salita dell'11,6% con una maggiore spesa di

3.955 milioni che spiega, appunto, più della metà dell’intero incremento.

La dinamica delle pensioni in Italia per classi di importo mensile Anno 2011-valori assoluti, incidenze e variazioni % rispetto al 2010

valori assoluti incidenza %

indicatore pensioni di 3.000

euro e più al mese

pensioni sotto 3.000 euro al

mese totale

pensioni di 3.000 euro e più al

mese

pensioni sotto 3.000 euro al

mese totale

Numero pensionati 669.736 15.999.886 16.669.622 4,0 96,0 100,0 Spesa per pensioni (milioni euro) 38.037 228.005 266.042 14,3 85,7 100,0 Pensione media (euro/anno) 56.794 14.250 15.960 355,9 89,3 100,0 Assegno mensile (euro/mese) 4.733 1.188 1.330 355,9 89,3 100,0 Incremento pensioni 2010-2011 3.955 3.610 7.565 52,3 47,7 100,0 Incremento % pensioni 2010-2011 11,6 1,6 2,9

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat-Inps-Ministero del Lavoro e delle politiche sociali

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SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Dinamica dell’importo lordo annuale pagato in pensioni per classe di importo mensile var. % dell'importo complessivo erogato per pensioni tra 2011 e 2010

11,6

1,6

2,9

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

14,0

pensioni sotto 3.000 euro al mese pensioni di 3.000 euro e più al mese totale

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat-Inps-dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali

3. Un decennio di spesa pubblica 'senza futuro'

La spesa in conto capitale è una delle tipologia di uscite della P.A. più marcatamente orientata ai

giovani, dato che rappresenta erogazioni per investimenti che manifestano benefici ripetuti e

prolungati nel tempo.

Un Paese con un alto debito pubblico come l'Italia avrebbe dovuto investire maggiormente in spesa

in conto capitale per lasciare alle future generazioni, insieme al maggiore onere del debito, anche

una maggiore dotazione di capitale. Così non è, invece: le giovani generazioni si faranno carico di

un ampio debito e, nel contempo, beneficeranno di minori benefici derivanti dagli investimenti in

capitale fisso come, ad esempio, la costruzione di una grande opera, l'ampliamento di una linea

ferroviaria o la costruzione di un asilo nido. I dati sono impietosi: considerando le previsioni

contenute nel Documento di Economia e Finanza 2013 che arrivano fino al 2017, si osserva che in

dieci anni la spesa pubblica in conto capitale diminuisce passando dal 2,3% del PIL del 2007

all'1,6% del 2017.

Dieci anni di calo della spesa per il futuro: il calo degli investimenti fissi lordi della PA

Anni 2010-2017; in % del PIL.

2,3

2,2

2,5

2,12,0

1,9

1,8

1,71,7

1,71,6

1,5

1,7

1,9

2,1

2,3

2,5

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Ministero dell’Economia e delle Finanze 2013

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SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Anche l'esame della dinamica della spesa per funzioni evidenzia la presenza di ulteriori squilibri

nelle uscite della Pubblica Amministrazione che penalizzano in modo particolare i giovani. In

particolare si osserva che, nel periodo che comprende la Grande recessione e la successiva debole

ripresa - arco di tempo che va dal 2007 al 2011 -, la spesa pubblica sale di 2,4 punti di PIL ma con

un forte squilibrio qualitativo: la crescita è infatti concentrata nella spesa per pensioni -

protezione sociale per vecchiaia e superstiti - che sale di 1,8 punti di PIL. La spesa per istruzione

scende, invece, di 0,3 punti di PIL.

La dinamica della spesa per funzioni: sale la spesa per pensioni, scende quella per l'istruzione anno 2007-2011 - variazione in % del PIL

0,2 0,2 0,2

-0,5

0,6

-0,4 -0,3

2,4

1,8

0,6

-1,0-0,50,00,51,01,52,02,53,0

Ser

vizi

gen

eral

i

Dife

sa

Ord

ine

pubb

lico

esi

cure

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Affa

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onom

ici

Pro

tezi

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San

ità

Atti

vità

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ecc

Istr

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SC

ITE

Wel

fare

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chia

ia e

supe

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i

Wel

fare

: altr

o

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

4. Con i soldi sperperati in baby pensioni avremmo potuto azzerare il fiscal gap con l'Europa

Le criticità del bilancio pubblico date dall'eccesso di spesa corrente rispetto alla spesa per

investimenti è ben evidenziata dal seguente confronto con il quale si dimostra che, riducendo di un

quarto il minor periodo lavorativo dei baby pensionati, avremmo recuperato le risorse

necessarie per azzerare i 2,9 punti di pressione fiscale che ci distanziano dell'Eurozona.

Riducendo di un quarto il minor periodo lavorativo dei baby pensionati avremmo potuto azzerare il fiscal gap con l'Europa A valori 2012 - valori in miliardi, impatto baby pensioni cumulato nei 15,7 anni di minore presenza al lavoro

Totale

Maggiore spesa previdenziale in baby pensioni 157,3 Minori entrate contributive 15,7 Impatto sul disavanzo di bilancio delle baby pensioni 173,0 Fiscal gap con Eurozona, equivalente a 2,9 punti di pressione fiscale 45,5 % di riduzione del periodo di minore quiescenza per baby pensionati per finanziare la riduzione del fiscal gap con l'Europa 26,3

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Inps ed Eurostat

In Italia, infatti, vi sono 531.752 pensioni concesse a lavoratori con meno di 50 anni di età; questi

baby pensionati rimangono in pensione, in media per 40,7 anni, il 48% della vita, ricevendo un

trattamento pensionistico più lungo di un pensionato medio di 15,7 anni (Confartigianato, 2012c).

Sulla base dei 15,7 anni di minore presenza al lavoro, abbiamo calcolato un maggiore costo per le

finanze pubbliche che, a prezzi 2012, ammonta a 173 miliardi di euro. Se questo abnorme privilegio

- la maggiore durata della pensione equivale a 191 mesi di maggiore quiescenza rispetto alla media

dei lavoratori - fosse stato ridotto dal legislatore di un quarto (26,5%) avremmo liberato risorse per

ridurre la pressione fiscale per un ammontare tale da azzerare il fiscal gap con l'Europa: il confronto

internazionale effettuato dalla Commissione Europea - che confronta il tax burden comprensivo di

circa mezzo punto di PIL di prelievo per imposte indirette della Unione Europea - mostra che in

Italia nel 2012 il tax burden è del 44,6% del PIL, 2,9 punti superiore al 41,7% dell'Eurozona.

68

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SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

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SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Innovazione, valore del capitale umano e imprese

Innovazione come fattore chiave per la crescita

I processi di crescita vanno affiancati da un deciso efficientamento dell'economia, in particolar

modo in Italia dove si registra una stagnazione della produttività. I dati dell'Ocse indicano che nel

decennio tra il 2001 e il 2011 la produttività del lavoro - misurata dal prodotto interno lordo per ora

lavorata - in Italia è risultata a 'crescita zero' con una dinamica cumulata solo dello 0,6%, a fronte di

una crescita del 10,1% nell'Euro area e del 16,0% nella media dei Paesi Ocse. Come è noto, la

Grande recessione ha generato forti turbolenze sulle curve della produttività; va peraltro segnalato

che l'Italia presenta una bassa dinamica della produttività anche nel periodo di crescita economica

antecedente la crisi: dal 2001 al 2007 la produttività del lavoro in Italia cresce complessivamente

dell'1% contro un aumento dell'8,1% dell'Eurozona e un aumento del 12,1% della media Ocse.

Dinamica della produttività del lavoro Anni 2001, 2007 e 2011-variazione cumulata dell'indice di produttività e tasso medio annuo 1990-2011

2001-2011 Periodo pre crisi

2001-2007 Tasso medio annuo

di lungo periodo (1990-2011)

Francia 10,5 9,3 1,5 Germania 10,9 10,0 1,6 Italia 0,6 1,0 0,8 Giappone 18,5 10,2 1,9 Spagna 11,6 4,5 1,2 Regno Unito 16,3 15,2 2,1 Stati Uniti 19,6 12,7 1,8 Eurozona 10,1 8,1 G7 16,1 11,0 1,8 media Ocse 16,0 12,1 0,0

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

La bassa dinamica della produttività determina un rilevante divario competitivo per i prodotti

italiani consistente in un più alto costo del lavoro per unità di prodotto (Clup), indicatore calcolato

come rapporto tra redditi unitari da lavoro dipendente e valore aggiunto unitario: più alto è il costo

del lavoro contenuto in una unità di valore aggiunto minore sarà la competitività. La relazione tra

costo del lavoro e produttività implicita nel Clup evidenzia che un'economia può aumentare la

propria competitività con soli incrementi della produttività a parità di altri fattori, ovvero con

aumenti del costo del lavoro unitario inferiori agli incrementi di produttività.

Nel decennio compreso tra il III trimestre 2002 e il III trimestre 2012 si segnala una rilevante

perdita di competitività per l'Italia, con un aumento del Clup del 24,8%, ben 7,8 punti in più del

17,0% dell'Eurozona.

Dinamica del Clup in 10 anni Var. % 2002-2012; valori nominali - dati al III trimestre dell’anno Paese var% 2002-2012

Euro zona 17,0 Germania 7,8 Francia 21,9 Italia 24,8 Regno Unito 29,4

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

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Per i processi di crescita determinati da aumenti di produttività, l'innovazione rappresenta un fattore

chiave. Sulle relazioni tra innovazione e produttività si veda la rassegna presentata in Bugamelli M.,

Cannari L., Lotti F. e Magri S. (2012).

Nella comparazione europea i dati statistici evidenziano per l'Italia un gap sulla propensione

all'innovazione. L'elaborazione dei dati Eurostat indica che la spesa in Ricerca e sviluppo - pubblica

e privata - in Italia al 2011 è dell'1,25% del PIL, inferiore al 2,03% della media europea e uguale al

valore del 1990. Nell’ambito della Strategia 'Europa 2020' il rapporto tra spesa R&S e PIL prevede

un target minimo per il nostro Paese dell'1,53% del PIL nel 2020.

Spesa in Ricerca e sviluppo anni 2001 e 2011; spesa pubblica e privata in % del PIL

Paese 2001 2011 Target

Europa 2020

UE 27 1,87 2,03 3,00 Germania 2,47 2,84 3,00 Spagna 0,92 1,33 3,00 Francia 2,20 2,25 3,00 Italia 1,08 1,25 1,53 Regno Unito 1,79 1,77 -

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

In relazione all'analisi sulla propensione ad innovare delle imprese va premesso che le maggiori

fonti statistiche ufficiali in Italia e in Europa escludono dall'analisi le microimprese che, oltre a

rappresentare il 94,9% del totale delle imprese, occupano metà (47,8%) degli addetti. I dati della

Rilevazione sull'innovazione nelle imprese di fonte Istat e Community Innovation Survey (CIS) di

Eurostat presentano questo limite. In Confartigianato-Censis (2007) viene analizzata la spesa per

innovazione nelle micro e piccole imprese evidenziando che le attività di ricerca informale

muovono investimenti e risorse umane in quantità decisamente rilevanti che arrivano al 19,1% dei

costi totali dell’impresa e stimate in circa 2 miliardi di euro a fronte di un valore ufficiale Istat della

spesa in innovazione e ricerca per piccole imprese manifatturiere tra 10 e 49 addetti di 5,1 miliardi;

solo il 15,6% delle spese compare in uno specifico capitolo del bilancio dedicato alla ricerca.

Sempre tenendo presente i limiti impliciti nei dati statistici, le fonti disponibili evidenziano che nel

periodo che include la Grande recessione (2008-2010), poco meno di 1 impresa manifatturiera su 2

(45,4%) ha svolto attività innovative. Circa la metà (48,1%) delle imprese innovatrici ha innovato

sia il prodotto che i processi aziendali. Secondo questo indicatore l'Italia presenta una performance

leggermente superiore (superiore di 3,4 punti) alla media dell'Europa a 27 e superiore di 2,8 punti

alla performance della Francia. Persiste un divario negativo di 23 punti con la Germania. Poco più

di un quarto (27,2%) delle imprese ha solamente generato innovazione di prodotto, mentre il

restante quarto (24,7%) si è concentrato esclusivamente sull'innovazione di processo.

Le relazioni di distretto appaiono importanti in un contesto che registra per la nostra economia una

più bassa capacità di cooperazione delle imprese innovatrici con altre imprese e istituzioni. Secondo

la comparazione internazionale della settima Community Innovation Survey i cui risultati sono stati

di recente pubblicati da Eurostat (2013), in Italia il 10,8% delle imprese manifatturiere innovatrici

ha stipulato accordi di cooperazione per l’innovazione, valore che è all'incirca un terzo di quello

della Germania (29,5%) e della Francia (35,2%). I partner più rilevanti sono quelli a monte e a

valle dell'impresa: in Italia la propensione a collaborare più elevata nel settore manifatturiero è con i

fornitori (6,7%), seguono le società di consulenza (6,6%) e i clienti (5,5%). La cooperazione con le

Università e altri istituti di istruzione superiore e istituti di ricerca pubblici in Italia è pari al 5,3% ed

è, anche in questo caso, dell'ordine di un terzo rispetto al 13,2% della Francia e al 17,1% della

Germania.

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SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Va segnalato come la difficoltà ad innovare delle imprese italiane non è solo una peculiarità delle

piccole imprese. Se prendiamo a riferimento i dati della Commissione Europea pubblicati in EU

Industrial R&D Investment Scoreboard relativi alle prime 1000 imprese europee per investimenti in

Ricerca e Sviluppo nel 2010, si osserva che nel settore manifatturiero la quota di spesa in R&S delle

imprese italiane è pari al 3,2% del fatturato, valore inferiore di 1,1 punti al 4,3% della Francia e di

1,3 punti al 4,5% della Germania.

Nei due settori dove la spesa in R&S è più alta si conferma il gap per le grandi imprese italiane: nel

settore automobilistico in Italia si investe il 3,4% del fatturato, di un punto inferiore al 4,4% della

Francia e al 4,5% della Germania. Nel dettaglio delle imprese automobilistiche si osserva in

Germania che Daimler investe il 5,3% delle vendite in R&S e BMW il 4,9%, in Francia Renault il

4,8%, sempre in Germania Volkswagen il 4,5%, in Francia Peugeot (PSA) il 4,4% e in Italia la Fiat

segna un 3,7%. Nel settore farmaceutico l'incidenza delle spese di R&S delle imprese è pari al

10,5% del fatturato in Italia, di 3,1 punti inferiore al 13,6% della Francia e al 16,8% della

Germania. Si osservano analoghe tendenze anche nel settore energetico, in cui è tipica la

prevalenza della media e grande impresa (Quintavalle E., 2011).

La miniera del capitale umano dei giovani under 35

Il capitale umano è un fattore chiave dei processi di innovazione e di crescita di un Paese. In

particolare la dotazione di capitale umano condiziona nel lungo periodo la dinamica della

produttività: le matrici tecnologiche, sempre più complesse, per essere applicate con successo e

determinare i conseguenti aumenti della produttività, necessitano di conoscenze e competenze

incorporate nel capitale umano. La definizione di capitale umano dell'OCSE include "conoscenze,

abilità, competenze e gli altri attributi degli individui che facilitano la creazione di benessere

personale, sociale ed economico” (Righi A. e Montella M., 2013)

L'Ocse ha definito a livello sperimentale alcuni nuovi indicatori che consentono di integrare le

misurazione sul capitale umano usualmente prese a riferimento e relative alla spesa e ai livelli di

istruzione e formazione degli individui. Gli indicatori proposti si basano sul calcolo della somma

scontata del reddito percepito nell’arco di tutta la vita dai lavoratori da attività di mercato al netto

delle tasse (full labour compensation) considerata per età, sesso e livello di istruzione; il valore del

capitale umano è basato sul valore attuale dei redditi futuri e ponderato per la probabilità di

sopravvivenza.

L'Ocse ha stimato lo stock di capitale umano per quattordici paesi, utilizzando la metodologia

Lifetime labour income approach di Jorgenson-Fraumeni riferita alla popolazione attiva (15-64

anni), per sesso e livello d’istruzione e per le attività comprese nel Sistema Centrale dei Conti

Nazionali. Nella comparazione internazionale il valore dello stock di capitale umano "è pari, nella

media dei paesi considerati, a dieci volte il valore del PIL, un rapporto nettamente superiore a

quello calcolabile con riferimento allo stock di capitale fisico. In termini relativi l’Italia presenta

una posizione non favorevole con un rapporto tra capitale umano e PIL pari, nel 2006, a 8,8" (Istat,

2012e, pag. 192).

Peraltro va osservato che l'Italia, per lo meno prima della Grande recessione, manifestava segnali di

recupero del gap con una dinamica decennale del capitale umano pro capite - a prezzi costanti - del

3,2%, superiore a quelle di Francia (0,1%) e Stati Uniti (-1,8%). La dinamica dell'Italia rimane

inferiore a quella del Regno Unito (4,5%).

72

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Capitale per età e livello di istruzione Anno 2011-miliardi euro correnti e incidenze livello istruzione 15-34 anni 35-54 anni 55-64 anni TOTALE 35 ed oltre % giovani % senior

Alto - Isced 5/6, universitario 1.411 1.807 165 3.383 1.971 41,7 53,4

Medio - Isced 3/4, sec.superiore 4.089 2.626 130 6.844 2.756 59,7 38,4

Basso - Isced 0/1/2, elementare+sec. inferiore 2.463 1.510 99 4.071 1.608 60,5 37,1

Totale 7.962 5.942 394 14.298 6.336 55,7 41,6

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat ed Eurostat

Valutando le sole attività market, e non considerando le valutazioni del capitale umano presenti in

attività non market di produzione familiare e del tempo libero, lo stock di capitale umano - stimato

dall'Istat per il 2008 e rivalutato ai prezzi 2011 - in valore ammonta a 14.298 miliardi di euro. I

giovani sono la miniera naturale del capitale umano del Paese: oltre la metà (55,7%) del capitale

umano è generato dai giovani under 35, per un ammontare complessivo di quasi otto miliardi di

euro: 7.962 miliardi, 5 volte il PIL (che nel 2011 era di 1.578 miliardi).

La rilevanza del capitale umano prodotto dai giovani è evidente anche in rapporto ad altre

grandezze macroeconomiche: lo stock di capitale umano di giovani fino a 35 anni è il 158,4% della

ricchezza in abitazioni famiglie, il 133,2% della ricchezza finanziaria delle famiglie, quasi

equivalente (92,4%) alla ricchezza totale delle famiglie ed è il 135,4% dello stock capitale netto9

dell'intera economia.

Capitale umano dei giovani e 'ricchezze' a confronto Anno 2011-miliardi di euro e incidenze

Capitale umano giovani 15-34 anni 7.962 PIL 1.578 Ricchezza famiglie Abitazioni 5.027 Totale attività reali (a) 5.978 Totale attività finanziarie (b) 3.541 Totale passività finanziarie (c) 900 Ricchezza netta (a+b-c) 8.619 Capitale imprese Stock capitale netto imprese 5.879 Il capitale umano dei giovani VS. altre ricchezze Capitale umano under 35/Ricchezza in abitazioni famiglie 5,0 Capitale umano under 35/Ricchezza in abitazioni famiglie 158,4% Capitale umano under 35/Ricchezza finanziaria famiglie 133,2% Capitale umano under 35/Ricchezza totale famiglie 92,4% Capitale umano under 35/Stock capitale netto imprese 135,4%

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat, Eurostat e Banca d'Italia

Il driver della green economy

Una delle priorità per la crescita del Paese consiste, senza dubbio, in un politica energetica in grado

di mettere gli operatori - imprese e consumatori - nelle condizioni di cogliere le opportunità della

green e white economy (rinnovabili ed efficienza energetica). Il trend del mercato dovrebbe essere

caratterizzato da gap di prezzo dell'energia decrescente tra utilizzatori italiani e quelli europei.

L'economia deve orientarsi a modelli di produzione con tecnologie più efficienti, sostenibili e

distribuite ovvero non accentrate in pochi grandi operatori10

.

9 L'Istat definisce lo stock di capitale netto per un dato anno come "il valore dei beni capitali ancora in uso nel sistema

economico valutati allo stesso prezzo dei beni capitali nuovi dello stesso tipo, meno il valore cumulato del

deprezzamento maturato fino all’anno per il quale si vuole calcolare lo stock" 10

Si veda a tal proposito le Osservazioni alla Strategia Energetica Nazionale di R.E TE. Imprese Italia (2013)

73

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

L'elevato potenziale della green economy come driver per gli investimenti è misurato dal

documento della Strategia Energetica Nazionale in cui si stimano circa 170-180 miliardi di euro di

investimenti da qui al 2020 sia nella green economy (rinnovabili) che nella white economy

(efficienza energetica), sia nei settori tradizionali che includono le reti elettriche e del gas, i

rigassificatori, gli impianti di stoccaggio, la produzione di idrocarburi; si tratta di investimenti

privati - per una metà circa supportati da incentivi - che possono accelerare il processo di crescita

economica del Paese.

Tali nuovi investimenti saranno particolarmente importanti in un contesto in cui l'accumulo di

capitale ha registrato forti ribassi in termini reali legato ad una crisi della domanda che ha

compresso oltremodo l'orizzonte di profittabilità degli investimenti e che si è sovrapposta a due fasi

acute di credit crunch connesse sia al razionamento dei prestiti sia all'aumento - che in alcune fasi si

è tradotta in vischiosità verso il basso - dei tassi di interesse. I dati sugli investimenti sono

particolarmente critici: in volume il livello degli investimenti è tornato indietro di 15 anni, con

valore nel 2012 prossimo a quello del 1997. Dal picco pre crisi gli investimenti sono

drammaticamente crollati di quasi un quarto (-22,8%).

Investimenti fissi lordi valori concatenati con anno di riferimento 2005

-

200000

220000

240000

260000

280000

300000

320000

340000

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

22,8%rispetto a 2007; stesso valore 1997

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Il settore dell’energia potrà essere un driver di investimenti che supportano lo sviluppo. La crescita

del mercato mondiale delle energie rinnovabili determinerà investimenti cumulati in energie tra il

2012 e il 2035 di 6.000 miliardi di dollari di cui 1.300 (22%) in Unione Europea. In Italia si stimano

investimenti cumulati al 2020 per un totale di 160-170 miliardi di cui 50% da investimenti non

incentivati e per la metà da investimenti privati supportati da incentivi o regolati con

riconoscimento tariffario.

Dal comparto delle Energie rinnovabili arriveranno investimenti per 60-70 miliardi - il 60% per

incentivi o investimenti regolati e il 40% da investimenti privati - dall'Efficienza energetica, altri

50-60 miliardi, di cui 60% da investimenti privati, ed infine altri 50-60 da Settori 'tradizionali', per il

50% da investimenti privati.

Nel complesso la green e white economy (rinnovabili ed efficienza energetica) determinerà

investimenti per 110-130 miliardi di euro, il 70% degli investimenti complessivi attesi.

Tenendo conto che secondo i conti nazionali negli ultimi dieci anni gli investimenti fissi lordi nel

settore energetico ammontano a 131 miliardi (a prezzi 2012), gli investimenti stimati nel SEN fino

al 2020 determinano una crescita del 33,9% degli investimenti decennali effettuati nel settore

energetico.

74

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Stime investimenti cumulati al 2020 da Strategia Energetica Nazionale e confronto con investimenti ambito energetico Miliardi di euro - confronto con investimenti del decennio 2000-2009 a valori correnti rivalutati a prezzi 2012

Investimenti:

range

Investimenti: valore

centrale %

% da SEN Stime investimenti (miliardi cumulati)

Incentivi o investimenti

regolati

Investim. privati

Incentivi o investimenti

regolati

Investim. privati

Energie rinnovabili 60-70 65 37,1 60 40 39 26 Efficienza energetica 50-60 55 31,4 40 60 22 33 Green-white economy 110-130 120 68,6 51 49 61 59 Settori tradizionali: E&P idrocarburi, rete e stoccaggio gas; rigassificatori, generaz., trasm. e distrib. elettrica

50-60 55 31,4 50 50 27,5 27,5

Totale Investimenti cumulati al 2020 170-180 175 100,0 51 49 88,5 86,5 Investimenti fissi lordi in 10 anni (2000-2009) in ambito energetico per settore

Estrattivo 27 Raffinazione del petrolio 23 Fornitura di energia elettrica e gas 80 Totale investimenti ambito energetico 131 Incremento % 33,9 Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Mise e Istat

Già oggi gli investimenti green - nel caso specifico quelli ambientali - sono di particolare rilevanza

nel sistema produttivo italiano e in particolare sono le piccole e medie imprese che presentano una

maggiore vocazione ad integrare tecnologie pulite negli investimenti ambientali effettuati. Gli

ultimi dati disponibili forniti dall'Istat indicano che la spesa per investimenti ambientali delle

imprese manifatturiere (totale Industria in senso stretto, Ateco C, D, ed E) è di 1.925 milioni di

euro: 1.440 milioni sono stati spesi per impianti e attrezzature di tipo end-of-pipe e 485 milioni per

impianti e attrezzature a tecnologia integrata.

Sul totale degli investimenti fissi lordi realizzati dalle imprese, quelli per la protezione

dell'ambiente incidono per il 4,7%; gli investimenti ambientali per addetto risultano pari a 463 euro.

In particolare, si osserva che nel complesso le imprese industriali realizzano prevalentemente

(74,8% del totale) investimenti atti a rimuovere l'inquinamento dopo che questo è stato prodotto -

per lo più attrezzature di tipo end-of-pipe o “di fine ciclo" - rispetto all'integrazione dei propri

impianti con tecnologie più "pulite" (25,2%) che contribuiscono a proteggere l'ambiente dagli effetti

negativi del processo produttivo.

Ma sono proprio le piccole e medie imprese quelle che maggiormente investono in impianti a

ridotto impatto ambientale (o "integrati"): gli investimenti in attrezzature, installazioni o

dispositivi che prevengono o riducono alla fonte l'inquinamento generato dal processo produttivo

sono pari al 36,8%, ben 14,2 punti in più delle grandi imprese.

La propensione agli investimenti ambientali integrati per classe dimensionale d’impresa

Anno 2010 - Investimenti integrati in % degli investimenti ambientali

36,8

22,625,2

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

1-249 addetti Oltre 250 addetti TOTALE

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

75

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Secondo il rapporto Unioncamere (2012), circa 4 imprese su 10 indicano di avere in programma

nel 2012 investimenti in tecnologie verdi, ovvero a ridotto impatto ambientale e tendenti al

risparmio energetico. La quota più rilevante è quella degli investimenti nelle tecnologie per la

riduzione dei consumi di energia e di materie prime (49,9% delle imprese che prevedono di

investire nelle tecnologie verdi) seguita da quella relativa alle tecnologie a minor impatto

ambientale applicate al processo produttivo (31,8%) e quella afferente alle tecnologie per la

realizzazione di prodotti eco-compatibili (18,3%).

Gli investimenti in green economy si coniugano con una più alta propensione all'esportazione e ad

un maggiore orientamento all'innovazione, integrando il mix dei fattori di successo per la

competitività di impresa: la quota di imprese esportatrici tra quelle che investono nel green è del

37,4%, contro il 22,2% di quelle che non investono.

Inoltre la propensione all'innovazione - di prodotto e/o di servizio - delle imprese che effettuano

investimenti 'verdi' è del 37,9%, contro il 18,3% delle altre imprese.

Export e innovazione tra imprese che investono in tecnologie green % su totale delle imprese con stesse caratteristiche

% Esportatori % Innovatori

Imprese che investono nel green 37,4 37,9 Altre imprese 22,2 18,3 differenza 15,2 19,6

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Centro Studi Unioncamere

Se prendiamo a riferimento gli ultimi dati territoriali disponibili sulle imprese con almeno un

dipendente che effettuano investimenti green nel triennio 2009-2012 rilevati tramite Sistema

Informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, si osserva che la percentuale di

imprese che effettuano investimenti green è del 23,6%. La regione a maggiore vocazione green è

Umbria con il 27,6% delle imprese interessate, seguita dal Trentino-Alto Adige con il 26,1%,

dall'Abruzzo con il 25,3% e dalla Lombardia con il 25,0%.

Imprese che investono in prodotti e tecnologie green per regione % Imprese con almeno un dipendente che hanno investito/programmato di investire nel green nel triennio 2009-2012

27,6

26,125,3 25,0

24,6 24,5 24,524,0 23,9

23,5 23,4 23,2 23,2 23,222,6 22,6 22,5

21,6 21,4

20,4

23,6

18,0

20,0

22,0

24,0

26,0

28,0

30,0

Um

bria

Tre

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te

Tos

cana

Ligu

ria

Med

ia It

alia

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere

76

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

La formazione on the job nelle imprese

Anche se il contesto turbolento di un ciclo economico intonato alla recessione indebolisce il

mercato del lavoro, nelle imprese persistono i processi di inserimento e arricchimento del capitale

umano dell'economia mediante la formazione on the job: si stima che l'investimento diretto degli

imprenditori e dei collaboratori nella formazione sul campo nelle imprese artigiane ammonta a

2.617 milioni di euro all'anno, pari all'1,5% del valore aggiunto prodotto dall'artigianato. In totale

le ore di affiancamento sono quasi cento milioni (95.173.864), equivalenti al 70,9% delle ore

annuali di insegnamento in aula erogate dai 225.945 docenti a tempo indeterminato della Scuola

Secondaria di II grado statale11

.

La stima del valore del training on the job prende in considerazione le assunzioni non stagionali

nell'artigianato, l'orario medio di lavoro per un dipendente desunto da Conti territoriali Istat, il

valore aggiunto basato sui dati Unioncamere- Tagliacarne, gli addetti dell'artigianato di fonte Istat e

la quota di tempo del personale dell'impresa dedicata al neoassunto per ripartizione desunta dalla

rilevazione dell'Osservatorio ISPO-Confartigianato di fine 2011 (19-25 ottobre 2011).

La valorizzazione del training on the job dei neoassunti comprende le attività di affiancamento del

titolare, dei suoi collaboratori o dei dipendenti al nuovo assunto, finalizzate all’addestramento

relativo alle attività legate al ruolo in azienda: in media il 43% del tempo del tutor aziendale viene

utilizzato per affiancare i nuovi assunti nel primo anno di attività. In questa delicata e

importante fase di ingresso l'imprenditore e i suoi collaboratori mettono a disposizione dei giovani

assunti il patrimonio di competenze e di conoscenze accumulato nel capitale umano dell'impresa.

Formazione sul campo nell'artigianato per ripartizione Anno 2011 - valore del training on the job in milioni di euro; incidenza sul v.a. dell'artigianato

Ripartizione Assunzioni non

stagionali Valore formazione

on the job %

Incidenza sul valore

aggiunto

Nord-Ovest 28.731 702 26,8 1,2 Nord-Est 28.070 612 23,4 1,3 Centro 21.450 457 17,5 1,4 Mezzogiorno 37.370 846 32,3 2,4 ITALIA 115.621 2.617 100,0 1,5

Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Ispo-Confartigianato, Istat e Ministero Lavoro-Unioncamere

La combinazione tra il livello delle assunzioni non stagionali di dipendenti (che, lo ricordiamo, sono

legate sia a crescite dimensionali sia a sostituzione di dipendenti usciti dall'azienda) e la quota di

tempo dedicato alla formazione da parte del personale dell'impresa fanno detenere la quota più

elevata al Mezzogiorno dove si concentra il 32,3% del valore del training on the job, con una

incidenza sul valore aggiunto del 2,4%. Seguono il Nord-Ovest con il 26,8% del valore della

formazione e l'1,2% del valore aggiunto, il Nord-Est con il 23,4% del totale e l'1,3% del valore

aggiunto e il Centro con il 17,5% del totale e l'1,4% del valore aggiunto.

Nelle prime cinque regioni si concentra poco più della metà (50,8%) degli investimenti in

formazione 'sul campo' da parte degli imprenditori: al primo posto troviamo la Lombardia con 398

milioni di euro pari al 15,2% del totale nazionale, seguita dal Veneto con 255 milioni pari al 9,7%,

dal Piemonte con 249 milioni pari al 9,5%, dall'Emilia-Romagna con 236 milioni pari al 9,0% e

dalla Campania con 191 milioni pari al 7,3%.

L'evidenziazione, anche quantitativa, del valore del training on the job è particolarmente rilevante

in quanto riguarda una tipologia formativa che non viene esplicitamente individuata da indagini

sulla forza lavoro - nazionali e comunitarie - che rilevano la partecipazione a processi di

11

Si è tenuto conto di 18 ore di insegnamento per 33 settimane pari a 134.211.330 ore complessive per l'intero corpo

docente a tempo indeterminato

77

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

formazione12

. Le attività di training on the job possono, quindi, migliorare il tasso di partecipazione

degli occupati ad iniziative formative che per l'Italia è inferiore alla media UE (Isfol, 2012).

Formazione sul campo nell'artigianato per regione

Anno 2011 - valore del training on the job in milioni di euro

Regione Assunzioni non

stagionali Valore formazione

on the job %

Abruzzo 4.060 94,4 3,6

Basilicata 1.360 38,0 1,5

Prov. Aut. di Bolzano 1.720 38,0 1,5

Calabria 3.430 65,2 2,5

Campania 7.460 191,1 7,3 Emilia-Romagna 10.930 236,5 9,0 Friuli-Venezia Giulia 2.410 54,0 2,1 Lazio 5.440 132,9 5,1 Liguria 2.220 46,8 1,8 Lombardia 15.680 398,2 15,2 Marche 5.390 110,3 4,2 Molise 910 22,9 0,9 Piemonte 10.480 248,8 9,5 Puglia 6.940 148,6 5,7 Sardegna 4.930 107,1 4,1 Sicilia 8.280 178,7 6,8 Toscana 8.680 176,8 6,8 Prov. Aut. di Trento 1.260 28,4 1,1 Umbria 1.940 37,3 1,4 Valle d'Aosta 351 8,0 0,3 Veneto 11.750 255,0 9,7 ITALIA 115.621 2.616,7 100,0

Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Ispo-Confartigianato, Istat e Ministero Lavoro-Unioncamere

Le competenze della formazione on the job

La formazione aziendale in ingresso rivolta al lavoratore, ed in particolare per il giovane che esce

da un percorso formativo scolastico, rappresenta una fase di grande rilevanza e la stima effettuata ne

da una misura del valore economico sintetizzando i molteplici elementi che nella formazione 'sul

campo' contribuiscono ad accrescere la dotazione di capitale umano dell'impresa.

Per mettere in evidenza le caratteristiche della formazione on the job abbiamo preso a riferimento le

‘competenze chiave’ per l'apprendimento permanente13

indicate dalla Commissione Europea e

di seguito abbiamo evidenziato quegli aspetti per cui la formazione in impresa integra e completa il

percorso di istruzione e formazione, soprattutto in relazione ad alcune abilità e competenze

specifiche.

Nella formazione in azienda il neoassunto acquisisce competenze orientate allo spirito di iniziativa

e all'imprenditorialità oltre che elementi necessari per la programmazione delle attività

aziendali.

12

L’Istat, nell'indagine trimestrale sulla Forza Lavoro, rilevava la partecipazione a corsi di formazione professionale o

ad altri corsi e dal 2004, con la Rilevazione continua, ha esteso l’apprendimento al di fuori del sistema di istruzione ad

un insieme di attività: dai seminari alle lezioni private, dalle conferenze all’Università della terza età (Istat, 2012f) 13

La Raccomandazione europea relativa alle ‘competenze chiave per l’apprendimento permanente’ è stata approvata il

18 dicembre 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio (2006/962/CE). Gli otto ambiti di competenze chiave

individuati nella Raccomandazione sono i) Comunicazione nella madrelingua; ii) Comunicazione nelle lingue

straniere; iii) Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; iv) Competenza digitale; v)

Imparare ad imparare; vi) Competenze sociali e civiche; vii) Spirito di iniziativa e imprenditorialità; viii)

Consapevolezza ed espressione culturale

78

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

In tale contesto di training on the job più che in contesto di apprendimento formale e scolastico è

possibile valorizzare tali competenze declinandole anche in termini di autonomia e responsabilità

nell’agire, essendo le condizioni lavorative fortemente improntate a continue situazioni di problem

solving.

Nell'affiancamento con il personale dell'azienda il neoassunto acquisisce capacità di elaborare ed

organizzare le nuove informazioni integrandole con quelle già acquisite. 'Imparare ad

imparare', infatti, ossia la capacità di gestire autonomamente le strategie ed i processi di

apprendimento necessari per l'aggiornamento tecnico e per la creazione di innovazione, è una

delle competenze raccomandate dall’Unione.

Nell'ambiente di riferimento dell'impresa si incrementa la capacità di relazionarsi con gli altri,

fornitori o clienti. Ma soprattutto, in contesto di training on the job il neoassunto sviluppa capacità

di lavoro cooperativo e di gruppo, situazioni di apprendimento/lavoro nelle quali emergono le

personali vocazioni al pensiero originale e creativo fino alla leadership.

In numerose piccole imprese manifatturiere si esporta ovvero si produce per commessa di aziende

che esportano: in questi casi, il training on the job concretizza l'esperienza della gestione di processi

e procedure aziendali utilizzando la lingua straniera.

Con la formazione in ingresso, inoltre, il neoassunto apprende egli elementi necessari per

utilizzare gli strumenti di information technology in dotazione dell'azienda; una specifica

attenzione viene dedicata alla gestione e manutenzione della dotazione tecnologica dell'impresa,

dagli attrezzi individuali ai macchinari e agli impianti. In questo ambito si sviluppa la formazione

per la sicurezza del lavoratore, l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e il costante

orientamento alla prevenzione. Infine si acquisiscono competenze necessarie per la gestione delle fasi di trasporto delle merci e,

in generale, della logistica di beni e persone.

Lo sviluppo di queste competenze chiave all'interno dell'azienda e la loro integrazione con le

competenze in contesti formali potrebbero essere valorizzati anche da percorsi di integrazione

scuola-lavoro. I confronti internazionali indicano che in Italia questa modalità di integrazione è

meno diffusa rispetto alla Francia e soprattutto alla Germania. Ne consegue una condizione del

mercato del lavoro giovanile decisamente più critica rispetto gli altri maggiori Paesi europei.

79

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Generazione digitale

Giovani connessi e in mobilità

Nonostante la pesante recessione, nell'economia italiana si registrano segnali di progresso, in

particolare nell'utilizzo delle nuove tecnologie per il quale i giovani sono protagonisti primari.

Nel 2012 gli italiani che usano il pc sono 30,7 milioni, rappresentano la maggioranza (52,3%) degli

italiani e sono il 13,2% in più dei 27,1 milioni che non usano il pc. Più della metà della popolazione

è connessa: sono 16,1 milioni di italiani connessi, pari al 52,5% del totale.

Nonostante le difficoltà sociali ed economiche che coinvolgono i giovani, questo segmento della

popolazione risulta connesso alla Rete: l'81,7% dei giovani tra 18 e 34 anni utilizza internet, il

doppio della popolazione con 35 anni ed oltre (41,7%). Nella classe più giovane, tra 18 e 24 anni, la

connessione in Rete sale all'86,4%.

Giovani digitali Anno 2012 - valori assoluti in migliaia

Classi di età

Persone di 3 anni

e più

Uso del personal computer Non

usano il pc

Persone di 6 anni e più

Uso di Internet Non

usano Internet

SI Tutti i giorni

Una o più volte alla

settimana

Qualche volta al

mese

Qualche volta

all’anno SI

Tutti i giorni

Una o più volte alla

settimana

Qualche volta al

mese

Qualche volta

all’anno

under 18 8.627 5.202 2.088 2.481 495 138 3.264 6.890 4.454 1.877 2.005 443 131 2.305 18-24 4.265 3.613 2.649 873 72 17 584 4.265 3.687 2.630 938 92 27 506 25-34 7.108 5.581 3.713 1.584 200 83 1.439 7.108 5.608 3.439 1.899 207 63 1.397 giovani 18-34 11.373 9.194 6.362 2.457 272 100 2.023 11.373 9.295 6.069 2.837 299 90 1.903 35 ed oltre 38.755 16.339 10.260 4.782 935 362 21.857 38.755 16.177 8.874 5.797 1.128 378 21.801 Totale 58.755 30.735 18.710 9.720 1.702 600 27.144 57.018 29.926 16.820 10.639 1.870 599 26.009

per 100 persone di 3 anni e più

under 18 100,0 60,3 24,2 28,8 5,7 1,6 37,8 100,0 64,6 27,2 29,1 6,4 1,9 33,5 18-24 100,0 84,7 62,1 20,5 1,7 0,4 13,7 100,0 86,4 61,7 22,0 2,2 0,6 11,9 25-34 100,0 78,5 52,2 22,3 2,8 1,2 20,2 100,0 78,9 48,4 26,7 2,9 0,9 19,7 giovani 18-34 100,0 80,8 55,9 21,6 2,4 0,9 17,8 100,0 81,7 53,4 24,9 2,6 0,8 16,7 35 ed oltre 100,0 42,2 26,5 12,3 2,4 0,9 56,4 100,0 41,7 22,9 15,0 2,9 1,0 56,3 Totale 100,0 52,3 31,8 16,5 2,9 1,0 46,2 100,0 52,5 29,5 18,7 3,3 1,1 45,6 divario giovani-senior

38,7 29,5 9,3 0,0 -0,1 -38,6 0,0 40,0 30,5 10,0 -0,3 -0,2 -39,5

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Secondo la distribuzione della popolazione connessa per posizione lavorativa, gli occupati

presentano un tasso di connessione ad internet molto elevato, pari al 73,0%, valore doppio rispetto

al 36,2% dei non occupati. La connettività è elevata anche per Imprenditori, lavoratori in proprio,

liberi professionisti e dirigenti che utilizzano internet nel 72,0% dei casi.

Il digital divide si amplia per le persone in cerca di prima occupazione che sono connesse alla Rete

per il 66,5% e per coloro in cerca di nuova occupazione connessi per il 56,3%. I tassi più bassi si

registrano per casalinghe (solo 1 su cinque è connessa, pari al 19,3%) e per i pensionati (i ritirati dal

lavoro sono connessi per il 16,3%).

80

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Uso del pc e di internet per professione Anno 2012 - valori assoluti in migliaia

Classi di età

Persone di 15 anni

e più

Uso del personal computer Non

usano il pc

Uso di Internet Non

usano Internet

SI Tutti i giorni

Una o più volte alla

settimana

Qualche volta al

mese

Qualche volta

all’anno SI

Tutti i giorni

Una o più volte alla

settimana

Qualche volta al

mese

Qualche volta

all’anno

Occupati 22.357 16.365 11.254 4.185 677 249 5.717 16.331 9.867 5.389 832 243 5.697 Imprenditori, lavoratori in proprio, liberi professionisti e dirigenti

6.336 4.555 3.284 1.023 180 69 1.693 4.564 3.006 1.305 187 66 1.666

Altri occupati 16.021 11.810 7.970 3.162 497 180 4.024 11.767 6.861 4.084 645 177 4.031 Non occupati 29.522 10.706 6.377 3.534 571 225 18.350 10.685 6.060 3.742 652 231 18.188 In cerca di nuova occupazione

3.963 2.203 1.247 769 129 58 1.693 2.232 1.163 855 160 55 1.650

In cerca di prima occupazione

1.279 842 539 259 33 11 416 850 506 290 44 10 404

Casalinghe 7.747 1.506 526 727 175 78 6.133 1.493 502 744 167 80 6.071 Studenti 4.290 3.955 3.000 887 55 13 276 3.996 2.937 969 74 16 237 Ritirati dal lavoro 10.788 1.837 862 764 160 51 8.773 1.760 777 744 182 56 8.769 Altra condizione 1.455 363 203 128 19 14 1.059 354 175 140 25 14 1.057 Totale 51.878 27.070 17.631 7.718 1.247 473 24.067 27.017 15.928 9.131 1.484 474 23.884

per 100 persone di 15 anni e più

Occupati 100,0 73,2 50,3 18,7 3,0 1,1 25,6 73,0 44,1 24,1 3,7 1,1 25,5 Imprenditori, lavoratori in proprio, liberi professionisti e dirigenti

100,0 71,9 51,8 16,1 2,8 1,1 26,7 72,0 47,4 20,6 3,0 1,0 26,3

Altri occupati 100,0 73,7 49,7 19,7 3,1 1,1 25,1 73,4 42,8 25,5 4,0 1,1 25,2 Non occupati 100,0 36,3 21,6 12,0 1,9 0,8 62,2 36,2 20,5 12,7 2,2 0,8 61,6 In cerca di nuova occupazione

100,0 55,6 31,5 19,4 3,3 1,5 42,7 56,3 29,3 21,6 4,0 1,4 41,6

In cerca di prima occupazione

100,0 65,8 42,1 20,3 2,6 0,9 32,5 66,5 39,6 22,7 3,4 0,8 31,6

Casalinghe 100,0 19,4 6,8 9,4 2,3 1,0 79,2 19,3 6,5 9,6 2,2 1,0 78,4 Studenti 100,0 92,2 69,9 20,7 1,3 0,3 6,4 93,1 68,5 22,6 1,7 0,4 5,5 Ritirati dal lavoro 100,0 17,0 8,0 7,1 1,5 0,5 81,3 16,3 7,2 6,9 1,7 0,5 81,3 Altra condizione 100,0 24,9 14,0 8,8 1,3 1,0 72,8 24,3 12,0 9,6 1,7 1,0 72,6 Totale 100,0 52,2 34,0 14,9 2,4 0,9 46,4 52,1 30,7 17,6 2,9 0,9 46,0

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

La quota di giovani connessi alla Rete sale con la scolarizzazione: la quota di giovani in età scolare

(under 25) con titolo di studio basso connessa alla Rete è pari al 53,8%, pressochè dimezzata

rispetto al 95,8% dei laureati. Il divario digitale per titolo di studio è più marcato per il totale della

popolazione: 9 laureati su 10 sono in Rete, solo 2 con licenza elementare su 10 sono connessi.

Uso di internet per titolo di studio degli under 25 e del totale popolazione

Anno 2012 - per 100 persone di 6 anni e più dello stessa classe di età e titolo di studio

95,691,6

84,9

53,8

73,0

87,5

75,9

49,0

20,1

52,5

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

Laurea Diploma superiore Licenza media Licenza elementare Totale

UNDER 25 TOTALE

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

81

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

I giovani vincono la partita della digitalizzazione e della connessione in mobilità: i giovani sono

solo un terzo (34,2%) degli utenti internet totali ma in valore assoluto superano i senior con 35

anni ed oltre per uso di un dispositivo portatile, in particolare telefono cellulare e smartphone:

sono 2.639.000 i giovani connessi ad internet con dispositivo portatile contro i 2.599.000 soggetti

con 35 anni ed oltre. In termini percentuali l'incidenza di utilizzo di un computer portatile per

connettersi ad Internet per i giovani è del 23,2%, contro il 14,4% dei senior; per l'uso di un

dispositivo portatile per connettersi ad Internet la quota di giovani under 35 interessati sale al

29,2%, il doppio del 16,8% dei senior.

Uso dispositivo portatile per connettersi ad Internet per età Anno 2012 - dati in migliaia

Classi di età

Hanno utilizzato

Internet negli ultimi 3 mesi

Uso di un computer portatile per connettersi ad Internet Non usano un

computer portatile per

connettersi ad Internet

Uso di un dispositivo portatile per connettersi ad Internet Non usano un

dispositivo portatile per connettersi ad Internet

SI Si, laptop, notebook,

netbook

Si, tablet pc con

touchscreen SI

Si, telefono cellulare,

smartphone

Si, altro dispositivo

portatile (es. palmare, PDA,

lettore MP3, etc)

under 18 1.980 319 209 129 1.639 589 546 88 1.381 18-24 3.585 891 725 220 2.645 1.187 1.097 149 2.366 25-34 5.458 1.209 998 284 4.203 1.452 1.377 148 3.963 giovani 18-34 9.043 2.100 1.723 504 6.848 2.639 2.474 297 6.329 35 ed oltre 15.449 2.231 1.708 689 13.058 2.599 2.389 351 12.707 Totale 26.472 4.650 3.640 1.322 21.545 5.827 5.409 736 20.417

per 100 persone hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi under 18 100,0 16,1 10,6 6,5 82,8 29,7 27,6 4,4 69,7 18-24 100,0 24,9 20,2 6,1 73,8 33,1 30,6 4,2 66,0 25-34 100,0 22,2 18,3 5,2 77,0 26,6 25,2 2,7 72,6 giovani 18-34 100,0 23,2 19,1 5,6 75,7 29,2 27,4 3,3 70,0 35 ed oltre 100,0 14,4 11,1 4,5 84,5 16,8 15,5 2,3 82,3 Totale 100,0 17,6 13,8 5,0 81,4 22,0 20,4 2,8 77,1 divario giovani senior 8,8 8,0 1,1 -8,8 12,4 11,9 1,0 -12,3

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

82

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

La mobilità per la partecipazione ai social networks

La più elevata connessione in mobilità dei giovani viene utilizzata prevalentemente per la

partecipazione a siti di social networks: creare un proprio profilo, postare messaggi o inserire altri

contributi su Facebook, Twitter ecc. avviene per il 69,2% dei casi, seguito da spedire o ricevere

email per il 69,0%, utilizzo del GPS o di altre applicazioni per il rilevamento della localizzazione

per il 54,6% e giocare o scaricare giochi, immagini, video, musica per il 48,8%.

Attività svolte in mobilità su Internet per età Anno 2012 - dati in migliaia - % persone connesse ad internet in luoghi diversi da casa e lavoro con dispositivo diverso dal computer

Classi di età

Hanno usato dispositivo

portatile diverso dal

computer per collegarsi ad Internet negli ultimi 3 mesi

Attività svolte

Spedire o ricevere

email

Leggere o

scaricare giornali,

news, riviste

Leggere o scaricare

libri on-line o

e-book

Giocare o scaricare

giochi, immagini,

video, musica

Usare servizi di podcast per

ricevere automaticamente file audio o video

di proprio interesse

Partecipare a siti di social networks

(creare un proprio profilo, postare

messaggi o inserire altri contributi su

Facebook, Twitter ecc.)

Utilizzo del GPS o di altre

applicazioni per il

rilevamento della

localizzazione

Altro

under 18 589 250 144 72 394 89 461 226 68 18-24 1.187 728 470 140 675 182 893 628 166 25-34 1.452 1.092 738 214 612 233 933 813 243 giovani 18-34 2.639 1.820 1.208 354 1.287 415 1.826 1.441 409 35 ed oltre 2.599 1.803 1.262 337 766 290 883 1.493 513 Totale 5.827 3.873 2.614 763 2.447 794 3.170 3.160 990

per 100 persone che hanno usato dispositivo portatile diverso dal computer per collegarsi ad Internet negli ultimi 3 mesi under 18 100,0 42,4 24,4 12,2 66,9 15,1 78,3 38,4 11,5 18-24 100,0 61,3 39,6 11,8 56,9 15,3 75,2 52,9 14,0 25-34 100,0 75,2 50,8 14,7 42,1 16,0 64,3 56,0 16,7 giovani 18-34 100,0 69,0 45,8 13,4 48,8 15,7 69,2 54,6 15,5 35 ed oltre 100,0 69,4 48,6 13,0 29,5 11,2 34,0 57,4 19,7 Totale 100,0 66,5 44,9 13,1 42,0 13,6 54,4 54,2 17,0 divario giovani senior -0,4 -2,8 0,4 19,3 4,6 35,2 -2,8 -4,2

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

La differenze tra i giovani e gli utenti senior sono assolutamente rilevanti nell’attività di

partecipazione ai social networks con una quota di utilizzatori che è di 35,2 punti maggiore di

quella dei senior e per giocare o scaricare video, musica dove il tasso di utilizzo dei giovani è di

19,3 punti superiore a quello registrato dai senior.

Attività svolte in mobilità su Internet: le differenze tra giovani under 35 e senior

in punti percentuali della quota di persone che effettuano l'attività sulle persone connesse ad internet fuori casa/lavoro senza pc

35,2

19,3

4,6

0,4 -0,4

-2,8 -2,8-5,0

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

Par

teci

pare

soci

al

netw

ork

Gio

care

o

scar

icar

e

vide

o,

mus

ica

Usa

re s

ervi

zi

di p

odca

st

Legg

ere

o

scar

icar

e lib

ri

onlin

e o

e-

book

uso

emai

l

Legg

ere

o

scar

icar

e

gior

nali,

new

s, r

ivis

te

Util

izzo

del

GP

S

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

83

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Gli 'smanettoni': le attività per gestire hardware e software

Il digital divide generazionale si concretizza anche in numerose attività ed operazioni, ormai

quotidiane e necessarie per gestire una postazione di lavoro. Il divario è più accentuato per

l'operazione di trasferire file tra computer e/o da altri dispositivi effettuato dall'82,3% degli under

35, valore di 20,5 punti percentuali in più rispetto ai senior, seguito dalla creazione di presentazioni

multimediali, effettuato dal 50,3% dei giovani, 20,5 punti in più della popolazione con 35 anni e

più, dalla connessione e installazione di periferiche effettuato dal 72,4%, 15,0 punti in più dei

senior, dalla modifica dei parametri di un software effettuato dal 32,9%, 11,2 punti in più dei senior,

l'installazione di un nuovo sistema operativo fatto dal 31,6% dei giovani, 8,0 punti in più dei senior

e infine l'utilizzo di un linguaggio di programmazione per il 18,4% con 7,1 punti in più della

popolazione senior.

Utenti pc per tipo di operazioni che sanno effettuare ed età

Anno 2012-per 100 persone di 3 anni della stessa classe di età che hanno usato il personal computer negli ultimi 12 mesi

82,3

50,3

72,4

32,9 31,6

61,7

29,8

57,3

21,7 23,6

0,0

10,020,0

30,0

40,050,0

60,0

70,080,0

90,0

Trasferire file tra

computer e/o da altri

dispositiv i

Creare presentazioni

multimediali

Connettere e installare

periferiche

Modificare i parametri di

un softw are

Installare un nuov o

sistema operativ o

giovani 18-34 35 ed oltre

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

In generale si osserva che imprenditori e lavoratori autonomi presentano maggiori capabilities per

l'accesso alle nuove tecnologie: si va dai 4,8 punti percentuali in più rispetto agli altri lavoratori per

connettere e installare periferiche ai 1,7 punti in più di soggetti in grado di trasferire file tra

computer e/o da altri dispositivi.

Utenti pc per tipo di operazioni che sanno effettuare ed occupazione

Anno 2012-per 100 persone di 3 anni della stessa occupazione che hanno usato il personal computer negli ultimi 12 mesi

68,172,4

29,5

38,9

29,9

63,3

70,7

26,2

36,8

27,2

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

Connettere e installare

periferiche

Trasferire file tra computer

e/o da altri dispositiv i

Modificare i parametri di un

softw are

Creare presentazioni

multimediali

Installare un nuov o sistema

operativ o

Imprenditori, lavoratori in proprio, liberi professionisti e dirigenti Altri occupati

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

84

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

La comunicazione via internet: dalle mail ai social networks

In relazione alle attività di comunicazione svolte in Rete si rileva che in Italia sono 8.071.000 i

giovani tra 18 e 34 anni, pari all'89,3% dei giovani che usano internet, che utilizzano l'e-mail,

seguiti da 6.666.000 giovani under 35 che postano messaggi su chat, social networks, blog,

newsgroup o forum di discussione on-line, usare servizi di messaggeria istantanea e rappresentano il

73,7%. Di questi si rilevano 3.863.000 giovani che postano le loro opinioni socio-politiche su

social, blog e chat, pari al 42,7% del totale.

Sono 4.115.000 i giovani che caricano in Rete contenuti multimediali di propria creazione, pari al

45,5%, seguiti dai 3.689.000 giovani che effettuano telefonate via internet (40,8%).

Sono 1.243.000 i giovani che partecipano on-line a consultazioni o votazioni su temi socio-politici,

pari al 13,7%. Sono 612.000 i giovani creatori di siti web o blog, pari all'8,0%.

Due attività effettuate su internet registrano una prevalenza, sia relativa che assoluta, dei giovani

rispetto agli utenti senior: i) l'attività di postare messaggi su chat, social networks, blog, newsgroup

o forum di discussione on-line e usare servizi di messaggeria istantanea è effettuata da 6.666.000

giovani contro 5.675.000 senior (nel 73,7% dei casi per i primi, quota doppia rispetto 36,7% dei

secondi) e ii) l'attività di caricamento di contenuti multimediali di propria creazione viene effettuata

da 4.115.000 giovani contro 3.545.000 senior (il 45,4% del totale i primi; anche in questo caso la

quota è doppia rispetto al 22,9% dei secondi).

Le attività di comunicazione su internet Anno 2012-dati in migliaia

Classi di età

Hanno usato

Internet negli ultimi

3 mesi

Mail Telefonate via

internet

Postare su social, blog,

chat

Postare opinioni

socio-politiche su social, blog,

chat

Partecipazione on-line a

consultazioni o votazioni su temi

socio-politici

caricare contenuti

multimediali di propria

creazione

Creare siti web o

blog

under 18 4.240 2.144 1.167 2.383 800 124 1.413 201 18-24 3.585 3.163 1.521 2.982 1.599 401 1.892 288 25-34 5.458 4.908 2.168 3.684 2.264 842 2.223 437 giovani 18-34 9.043 8.071 3.689 6.666 3.863 1.243 4.115 725 35 ed oltre 15.449 13.142 4.212 5.675 4.469 1.710 3.545 612 Totale 28.732 23.357 9.068 14.724 9.132 3.077 9.073 1.538

per 100 persone che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi under 18 100,0 50,6 27,5 56,2 18,9 2,9 33,3 4,7 18-24 100,0 88,2 42,4 83,2 44,6 11,2 52,8 8,0 25-34 100,0 89,9 39,7 67,5 41,5 15,4 40,7 8,0 giovani 18-34 100,0 89,3 40,8 73,7 42,7 13,7 45,5 8,0 35 ed oltre 100,0 85,1 27,3 36,7 28,9 11,1 22,9 4,0 Totale 100,0 81,3 31,6 51,2 31,8 10,7 31,6 5,4 divario giovani-senior 4,2 13,5 37,0 13,8 2,7 22,6 4,1

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Le regioni con la più alta incidenza sul totale degli utenti internet dell'attività di postare messaggi su

chat, social networks, blog, newsgroup o forum di discussione on-line e utilizzo di servizi di

messaggeria istantanea - le attività maggiormente svolte dai giovani - sono il Molise con il 61,7%

seguito dalla Campania con il 61,5%, dall'Abruzzo con il 58,9%, dalla Calabria con il 58,1% e

dalla Sicilia con il 56,5%.

85

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Le principali attività di comunicazione in cui i giovani prevalgono per regione Anno 2012-% degli utenti internet di 6 anni e più

Regioni

Postare messaggi su chat, social networks, blog, newsgroup o forum di discussione on-line, usare servizi di messaggeria

istantanea

rank

Caricare contenuti di propria creazione (testi, fotografie,

musica, video, software ecc.) su siti web per condividerli

rank

Molise 61,7 1 33,1 7 Campania 61,5 2 34,9 3 Abruzzo 58,9 3 36,1 2 Calabria 58,1 4 34,1 6 Sicilia 56,5 5 32,3 9 Marche 55,9 6 34,3 4 Lazio 53,5 7 31,2 12 Puglia 52,0 8 34,2 5 Toscana 51,4 9 32,9 8 Basilicata 50,2 10 36,2 1 Lombardia 50,0 11 32,2 10 Sardegna 48,9 12 30,7 13 Emilia-Romagna 48,2 13 31,9 11 Umbria 47,9 14 29,2 16 Piemonte 46,2 15 29,2 15 Liguria 46,1 16 26,6 20 Veneto 45,7 17 28,5 17 Friuli-Venezia Giulia 45,6 18 28,3 18 Prov. Aut. di Trento 42,4 19 28,1 19 Valle d'Aosta 41,2 20 29,4 14 Prov. Aut. di Bolzano 40,4 21 18,2 21 Nord-ovest 48,6 30,9 Nord-est 46,3 29,3 Centro 52,8 31,9 Sud 57,6 34,7 Isole 54,4 31,8 ITALIA 51,2 31,6

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Per gli imprenditori e lavoratori autonomi registriamo una maggiore presenza, rispetto agli altri

occupati, dell'uso della posta elettronica, effettuato del 91,3% e di 3,5 punti superiore alla media

degli altri occupati. Gli imprenditori effettuano telefonate via Internet e videochiamate nel 32,1%

dei casi, valore di 2,3 punti sopra alla media degli altri occupati e inoltre partecipano on-line a

consultazioni o votazioni su problemi sociali (civici) o politici (es. pianificazione urbana, firmare

una petizione) nel 13,3% dei casi, valore di 2,1 punti sopra alla media degli altri occupati. Inoltre i

lavoratori creano siti web o blog nel 6,6% dei casi, in questo caso 2,0 punti sopra alla media degli

altri occupati.

All'opposto si registra una minore presenza per gli imprenditori e lavoratori autonomi rispetto agli

altri occupati dell'attività di leggere e postare opinioni su problemi sociali o politici su web (es.

tramite blog, social networks ecc.) effettuato dal 30,3% dei lavoratori indipendenti, 2,1 punti in

meno degli altri lavoratori, e in generale postare messaggi su chat, social networks, blog,

newsgroup o forum di discussione on-line, usare servizi di messaggeria istantanea, effettuato da una

quota rilevante di imprenditori (43,5%) ma inferiore di 3,8 punti agli altri lavoratori.

86

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Le attività di comunicazione su internet: imprenditori e lavoratori autonomi vs. altri occupati Anno 2012 - dati in migliaia

Hanno usato

Internet negli ultimi

3 mesi

Mail Telefonate

via internet

Postare su social, blog, chat

Postare opinioni

socio-politiche su

social networks, blog, chat

Partecipazione on-line a

consultazioni o votazioni su

temi socio-politici

Caricare contenuti

multimediali di propria

creazione

Creare siti web o blog

Occupati 15.794 14.021 4.803 7.303 5.021 1.858 4.489 809 Imprenditori, lavoratori in proprio, liberi professionisti e dirigenti

4.430 4.044 1.422 1.928 1.342 587 1.254 292

Altri occupati 11.364 9.977 3.381 5.375 3.679 1.271 3.235 517 Totale utenti pc 25.985 22.371 8.459 13.542 8.846 3.041 8.430 1.443

per 100 persone che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi Occupati 100,0 88,8 30,4 46,2 31,8 11,8 28,4 5,1 Imprenditori, lavoratori in proprio, liberi professionisti e dirigenti

100,0 91,3 32,1 43,5 30,3 13,3 28,3 6,6

Altri occupati 100,0 87,8 29,8 47,3 32,4 11,2 28,5 4,5 Totale utenti pc 100,0 86,1 32,6 52,1 34,0 11,7 32,4 5,6 divario indipendenti-altri occupati 3,5 2,3 -3,8 -2,1 2,1 -0,2 2,0

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Utilizzo per imprenditori e lavoratori autonomi delle attività internet: le differenze con altri occupati

Anno 2012-incidenza imprenditori e lav. aut su 100 utenti internet negli ultimi 3 mesi e differenza in punti percentuali

91,3%

32,1%

13,3%6,6%

28,3% 30,3%43,5%

3,52,3 2,1 2,0

-0,2

-2,1

-3,8-5,0

-4,0

-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

-100,0%

-80,0%

-60,0%

-40,0%

-20,0%

0,0%

20,0%

40,0%

60,0%

80,0%

100,0%

Spe

dire

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l

Tel

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Inte

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line

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i

Cre

are

siti

web

o b

log

Car

icar

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nten

uti m

ultim

edia

li di

pro

pria

crea

zion

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Pos

tare

opi

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prob

lem

i soc

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blog

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ti)

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lav.

Au

ton

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i

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

87

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

L'utilizzo via web di giornali, radio, tv e contenuti multimediali

In relazione alla fruizione di prodotti culturali su internet si osserva che l'attività più frequente per i

giovani è quella di leggere o scaricare giornali, news, riviste svolta da 5.007.000 giovani tra 18 e 35

anni e pari al 55,4% di utenti internet della stessa fascia di età. Segue la fruizione di video in

streaming per 4.014.000 giovani pari al 44,4% e l'ascolto della radio su web per 3.314.000 giovani

pari al 36,6%. Guardano programmi televisivi su web 3.177.000 giovani fino a 35 anni, pari al

35,1% e guardano film in streaming altri 3.134.000 giovani pari al 34,7%.

La fruizione di prodotti culturali su internet Anno 2012-dati in migliaia

Classi ei età Hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi

Leggere o scaricare

giornali, news, riviste

Ascoltare la radio su web

Guardare programmi

televisivi su web

Guardare film in streaming

Guardare video in streaming

under 18 4.240 990 1.330 1.393 1.399 1.804 18-24 3.585 1.859 1.417 1.489 1.635 1.941 25-34 5.458 3.148 1.897 1.688 1.499 2.073 giovani 18-34 9.043 5.007 3.314 3.177 3.134 4.014 35 ed oltre 15.449 8.518 3.159 2.820 1.800 3.183 Totale 28.732 14.515 7.803 7.390 6.333 9.001

per 100 persone che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi under 18 100,0 23,3 31,4 32,9 33,0 42,5 18-24 100,0 51,9 39,5 41,5 45,6 54,1 25-34 100,0 57,7 34,8 30,9 27,5 38,0 giovani 18-34 100,0 55,4 36,6 35,1 34,7 44,4 35 ed oltre 100,0 55,1 20,4 18,3 11,7 20,6 Totale 100,0 50,5 27,2 25,7 22,0 31,3 divario giovani-senior 0,2 16,2 16,9 23,0 23,8

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

É interessante osservare la comparazione tra la lettura di quotidiani tradizionali e la fruizione di

giornali e news on-line. Nel 2012 i giovani che scaricano giornali e news on-line si avvicinano ai

lettori di quotidiani, 5.007.000 contro i 6.101.000 lettori di quotidiani. Il divario è ancora a favore

dei quotidiani tradizionali per tutte le classi di età ad eccezione di quella dei diciottenni che presenta

una, seppur leggera, prevalenza di utenti che scaricano giornali e news on-line (500mila) rispetto ai

lettori dei quotidiani (498mila).

88

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Lettori quotidiani vs. lettori giornali e news on-line per classi di età Anno 2012-valori assoluti e % sul totale popolazione

Classi di età Popolazione

leggono quotidiani

almeno una volta a settimana

Leggono o scaricano

giornali, news, riviste

Differenza

% leggono quotidiani

almeno una volta a settimana

% leggono o scaricano

giornali, news, riviste

6-10 anni 2.844 145 100 45 5,1 3,5 11-14 anni 2.297 434 323 111 18,9 14,1 15-17 anni 1.749 579 567 12 33,1 32,4 18-19 anni 1.178 498 500 -2 42,3 42,4 20-24 anni 3.087 1537 1.359 178 49,8 44,0 25-34 anni 7.108 4066 3.148 918 57,2 44,3 35-44 anni 9.823 5815 3.438 2.377 59,2 35,0 45-54 anni 8.968 5596 2.764 2.832 62,4 30,8 55-59 anni 3.856 2468 962 1.506 64 24,9 60-64 anni 3.780 2374 665 1.709 62,8 17,6 65-74 anni 6.378 3738 572 3.166 58,6 9,0 75 anni e più 5.950 2451 117 2.334 41,2 2,0 totale 57.019 29707 14.516 15.191 52,1 25,5 under 18 6.890 1.158 990 168 16,8 14,4 18-24 4.265 2.036 1.859 177 47,7 43,6 25-34 7.108 4.066 3.148 918 57,2 44,3 giovani 18-34 11.373 6.101 5.007 1.094 53,6 44,0 35 ed oltre 38.755 22.442 8.518 13.924 57,9 22,0 Totale 57.018 29.701 14.515 15.186 52,1 25,5

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Se prendiamo in considerazione il rank medio per i cinque prodotti culturali fruiti via internet

troviamo al primo posto le Marche che, nel dettaglio, presentano una prima posizione per guardare

programmi televisivi su web, film in streaming e video in streaming, seguita dalla Campania al 2°

posto sia per ascolto della radio su web che per visione di film in streaming e al 3° per programmi

televisivi su web, dalla Basilicata, al 2° posto per guardare programmi televisivi su web,

dall'Emilia-Romagna al 3° posto per leggere o scaricare giornali, news, riviste e video in

streaming, dal Veneto al 3° posto per leggere o scaricare giornali, news, riviste e dalla Lombardia

al 2° posto per guardare video in streaming.

In posizioni successive troviamo alcune prevalenze in Lazio al 10° posto per quanto riguarda

l'utilizzo medio dei cinque prodotti culturali esaminati ma al 1° per lettura o download di giornali,

news, riviste, la Sicilia all'11° posto generale ma al 3° per visione di film in streaming, la Calabria

al 15° posto generale al 1° per ascolto della radio su web, il Friuli-Venezia Giulia al 16° posto

generale ma al 3° per utilizzo di video in streaming e la Liguria al 17° posto generale ma al 2° per

lettura o download di giornali, news, riviste.

89

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

I prodotti culturali via internet per regione Anno 2012-per 100 persone di 6 anni e più della stessa zona che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi-possibili più risposte

Regioni (ordinate per media rank su 5 prodotti)

Leggere o scaricare giornali,

news, riviste

rank Ascoltare la

radio su web

rank

Guardare programmi

televisivi su web

rank Guardare

film in streaming

rank Guardare

video in streaming

rank rank

medio 5 prodotti

Marche 51,3 7 28,6 6 30,4 1 26,2 1 35,7 1 3,2 Campania 46,0 17 33,5 2 27,9 3 26,0 2 31,8 8 6,4 Basilicata 45,2 19 32,0 3 29,5 2 24,7 4 33,2 5 6,6 Emilia-Romagna 53,2 3 26,1 11 27,8 4 19,3 16 33,6 3 7,4 Veneto 53,2 3 26,3 10 27,0 6 21,0 13 32,4 7 7,8 Lombardia 50,7 11 25,7 12 25,1 9 23,2 7 35,3 2 8,2 Umbria 52,4 6 25,0 14 24,7 11 23,4 6 30,5 9 9,2 Puglia 45,3 18 31,1 4 27,1 5 22,8 9 29,3 13 9,8 Toscana 52,7 5 25,3 13 24,4 14 21,5 11 33,0 6 9,8 Lazio 56,1 1 27,5 7 24,6 13 20,9 15 28,7 14 10,0 Sicilia 43,4 21 30,1 5 26,1 7 25,2 3 28,0 16 10,4 Abruzzo 50,6 12 27,3 8 23,9 19 24,2 5 30,5 9 10,6 Molise 51,2 9 26,9 9 24,3 16 22,8 9 28,0 16 11,8 Sardegna 48,3 15 24,6 16 24,7 11 23,2 7 30,3 11 12,0 Calabria 44,1 20 33,6 1 25,7 8 21,0 13 24,7 20 12,4 Friuli-Venezia Giulia 50,4 13 24,3 17 24,4 14 18,2 20 33,6 3 13,4 Liguria 54,4 2 21,8 19 24,9 10 17,5 21 25,2 19 14,2 Piemonte 51,3 7 24,8 15 24,2 17 18,5 19 28,5 15 14,6 Prov. Aut. di Trento 50,2 14 19,6 21 23,3 20 21,1 12 29,9 12 15,8 Prov. Aut. di Bolzano 50,8 10 19,8 20 14,2 21 19,3 16 24,0 21 17,6 Valle d'Aosta 46,8 16 23,4 18 24,1 18 18,8 18 27,2 18 17,6 ITALIA 50,5 27,2 25,7 22,0 31,3

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Il prodotto culturale in cui gli occupati presentano una intensità di utilizzo superiore ai non occupati

è la lettura di giornali e news, utilizzata dal 55,9% degli occupati contro il 51,6% nei non occupati.

In questo caso sono proprio gli Imprenditori e lavoratori autonomi che mostrano la quota più

elevata, pari al 57,4%, oltre due punti superiore agli altri occupati (55,3%). Gli altri consumi

culturali via internet maggiormente utilizzati da imprenditori e lavoratori autonomi sono i video in

streaming per il 26,9%, l'ascolto della radio su web per il 25,9%, la visione di programmi televisivi

su web per il 22,2% e la visione di film in streaming per il 17,3%.

90

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

I prodotti culturali via internet per professione Anno 2012 -per 100 persone di 6 anni e più della posizIone che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi

Professione

Hanno usato

Internet negli ultimi

3 mesi

Leggere o scaricare giornali,

news, riviste

Ascoltare la radio su

web

Guardare programmi

televisivi su web

Guardare film in

streaming

Guardare video in

streaming

Occupati 15.794 8.834 4.039 3.451 2.550 4.155 Imprenditori, lavoratori in proprio, liberi professionisti e dirigenti 4.430 2.545 1.100 923 589 1.098 Altri occupati 11.364 6.289 2.939 2.528 1.961 3.057 Non occupati 10.192 5.260 3.049 3.174 3.085 3.849 In cerca di nuova occupazione 2.121 1.047 671 600 557 751 In cerca di prima occupazione 815 349 326 261 281 331 Casalinghe 1.384 634 250 236 154 242 Studenti 3.903 2.085 1.548 1.740 1.908 2.233 Ritirati dal lavoro 1.636 989 171 257 125 212 Altra condizione 333 156 83 80 60 80 Totale 25.985 14.093 7.088 6.625 5.636 8.002

per 100 persone che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi Occupati 100,0 55,9 25,6 21,9 16,1 26,3 Imprenditori, lavoratori in proprio, liberi professionisti e dirigenti 100,0 57,4 24,8 20,8 13,3 24,8 Altri occupati 100,0 55,3 25,9 22,2 17,3 26,9 Non occupati 100,0 51,6 29,9 31,1 30,3 37,8 In cerca di nuova occupazione 100,0 49,4 31,6 28,3 26,3 35,4 In cerca di prima occupazione 100,0 42,8 40,0 32,0 34,5 40,6 Casalinghe 100,0 45,8 18,1 17,1 11,1 17,5 Studenti 100,0 53,4 39,7 44,6 48,9 57,2 Ritirati dal lavoro 100,0 60,5 10,5 15,7 7,6 13,0 Altra condizione 100,0 46,8 24,9 24,0 18,0 24,0 Totale 100,0 54,2 27,3 25,5 21,7 30,8

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

I prodotti culturali via internet per segmenti del mercato del lavoro

Anno 2012 -per 100 utenti internet negli ultimi 3 mesi

55,9 57

,4

55,3

49,4

42,8

51,6 54

,2

40,042,044,046,048,050,052,054,056,058,060,0

Occ

upat

i

Impr

endi

tori,

lavo

rato

riau

tono

mi

Altr

i occ

upat

i

In c

erca

di n

uova

occu

pazi

one

In c

erca

di p

rima

occu

pazi

one

Non

occ

upat

i (di

socc

upat

ie

inat

tivi)

Tot

ale

popo

lazi

one

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

91

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

L'utilizzo dei servizi on-line

La attività di info-commerce - cercare informazioni su merci e servizi - sono quelle maggiormente

svolte dai giovani digitali: cercano informazioni su merci e servizi 6.525.000 giovani under 35, pari

al 72,2%. Seguono le attività di intrattenimento quali giocare o scaricare giochi, immagini, film,

musica con 4.995.000 giovani utenti pari al 55,2%, i servizi relativi a viaggi e soggiorni con

4.433.000 giovani utenti pari al 49,0%. I servizi bancari via Internet sono utilizzati da 2.870.000

giovani under 35, pari al 31,7%, ma la quota sale al 39,4% per i giovani tra 25 e 34 anni. Le attività

di e-commerce - vendite e acquisti su aste on-line, eBay - sono svolte da 1.584.000 giovani pari al

17,5%.

Infine partecipano a giochi in Rete con altri utenti 1.484.000 giovani under 35, pari al 16,4%. Per

dare un ordine di riferimento, il numero dei giovani giocatori on-line è superiore agli spettatori allo

stadio di tutto il campionato di Inter (847mila presenze, date da spettatori ed abbonati) e Lazio

(614mila presenze) messe insieme.

Marginale, data l'età, l'uso di internet per prendere un appuntamento con un medico, svolto da

664.000 giovani, pari al 7,3%.

Uso di servizi on-line e attività su internet Anno 2012-dati in migliaia

Classi di età

Hanno usato

Internet negli ultimi

3 mesi

Cercare informazioni su merci e servizi

Prendere un appuntamento con un medico

(es. sul sito di un ospedale o di un

centro di cura)

Usare servizi relativi a viaggi e

soggiorni

Vendere merci o

sevizi (es. aste on-

line, eBay)

Usare servizi

bancari via Internet

Giocare o scaricare

giochi, immagini,

film, musica

Partecipare a giochi in rete

con altri utenti

under 18 4.240 1.293 31 334 201 53 3.174 1.066 18-24 3.585 2.393 163 1.571 589 721 2.453 825 25-34 5.458 4.132 501 2.862 995 2.149 2.542 659 giovani 18-34 9.043 6.525 664 4.433 1.584 2.870 4.995 1.484 35 ed oltre 15.449 11.649 1.751 6.858 1.974 6.527 4.198 859 Totale 28.732 19.467 2.446 11.625 3.759 9.450 12.367 3.409

per 100 persone che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi under 18 100,0 30,5 0,7 7,9 4,7 1,3 74,9 25,1 18-24 100,0 66,8 4,5 43,8 16,4 20,1 68,4 23,0 25-34 100,0 75,7 9,2 52,4 18,2 39,4 46,6 12,1 giovani 18-34 100,0 72,2 7,3 49,0 17,5 31,7 55,2 16,4 35 ed oltre 100,0 75,4 11,3 44,4 12,8 42,2 27,2 5,6 Totale 100,0 67,8 8,5 40,5 13,1 32,9 43,0 11,9 divario giovani senior -3,2 -4,0 4,6 4,7 -10,5 28,1 10,9

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Il profilo delle attività su internet svolte da imprenditori e lavoratori autonomi vede al primo posto

l'info commerce svolta dall'82,0% del totale, valore di 6,6 punti superiore rispetto alla media degli

altri occupati, seguito dall'uso dei servizi bancari via Internet svolto dal 53,1% degli imprenditori,

10,8 punti in più degli altri occupati, dal uso dei servizi relativi a viaggi e soggiorni svolto dal

50,0%, con 1,3 punti in più degli altri occupati.

92

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Uso di servizi on-line e attività su internet Anno 2012 -per 100 persone di 6 anni e più della posizione che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi

Professione

Hanno usato

Internet negli ultimi

3 mesi

Cercare informazioni su merci e

servizi

Prendere un appuntamento con un

medico (es. sul sito di

un ospedale o di un

centro di cura)

Usare servizi

relativi a viaggi e

soggiorni

Vendere merci o

sevizi (es. aste on-

line, eBay)

Usare servizi

bancari via Internet

Giocare o scaricare

giochi, immagini,

film, musica

Partecipare a giochi in

rete con altri utenti

Occupati 15.794 12.211 1.740 7.754 2.419 7.154 5.336 1.182 Imprenditori, lavoratori in proprio, liberi professionisti e dirigenti

4.430 3.634 500 2.215 795 2.352 1.365 282

Altri occupati 11.364 8.577 1.240 5.539 1.624 4.802 3.971 900 Non occupati 10.192 6.665 703 3.765 1.280 2.296 4.990 1.614 In cerca di nuova occupazione 2.121 1.457 168 789 327 549 964 291 In cerca di prima occupazione 815 457 54 314 124 114 451 188 Casalinghe 1.384 861 123 457 107 284 384 85 Studenti 3.903 2.459 151 1.433 542 590 2.782 986 Ritirati dal lavoro 1.636 1.210 176 649 152 669 308 40 Altra condizione 333 221 31 123 28 90 101 24 Totale 25.985 18.875 2.443 11.520 3.700 9.450 10.326 2.797

per 100 persone che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi Occupati 100,0 77,3 11,0 49,1 15,3 45,3 33,8 7,5 Imprenditori, lavoratori in proprio, liberi professionisti e dirigenti

100,0 82,0 11,3 50,0 17,9 53,1 30,8 6,4

Altri occupati 100,0 75,5 10,9 48,7 14,3 42,3 34,9 7,9 Non occupati 100,0 65,4 6,9 36,9 12,6 22,5 49,0 15,8 In cerca di nuova occupazione 100,0 68,7 7,9 37,2 15,4 25,9 45,5 13,7 In cerca di prima occupazione 100,0 56,1 6,6 38,5 15,2 14,0 55,3 23,1 Casalinghe 100,0 62,2 8,9 33,0 7,7 20,5 27,7 6,1 Studenti 100,0 63,0 3,9 36,7 13,9 15,1 71,3 25,3 Ritirati dal lavoro 100,0 74,0 10,8 39,7 9,3 40,9 18,8 2,4 Altra condizione 100,0 66,4 9,3 36,9 8,4 27,0 30,3 7,2 Totale 100,0 72,6 9,4 44,3 14,2 36,4 39,7 10,8

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

93

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Gli acquisti via internet e i prodotti maggiormente richiesti on-line

Sono 4.122.000 i giovani tra 18 e 34 anni che ordinano e acquistano su internet, pari al 44,3% del

totale; tale quota è di quasi otto punti superiore al 36,5% dei senior con 35 anni ed oltre. La quota è

quasi maggioritaria - salendo al 46,8% - per i giovani nella fascia post-scolare tra 25 e 34 anni.

Tra i differenti segmenti di popolazione, la quota più elevata per ordini ed acquisti on-line è quella

degli imprenditori e lavoratori autonomi, pari al 47,9% di 7,1 punti superiore a quella degli altri

occupati.

Ordini e acquisti di merci e/o servizi su Internet per età Anno 2012-dati in migliaia

Classi di età Hanno usato Internet

negli ultimi 12 mesi Sì

Sì, negli ultimi 3 mesi

Sì, da 3 mesi a 1 anno fa

Sì, più di 1 anno fa

Mai

under 18 2.046 397 162 119 116 1.631 18-24 3.687 1.497 653 382 461 2.160 25-34 5.608 2.625 1.308 626 691 2.938 giovani 18-34 9.295 4.122 1.961 1.008 1.152 5.098 35 ed oltre 16.177 5.902 2.932 1.578 1.392 10.110 Totale 27.518 10.421 5.055 2.705 2.660 16.839

per 100 persone che hanno usato Internet negli ultimi 12 mesi under 18 100,0 19,4 7,9 5,8 5,7 79,7 18-24 100,0 40,6 17,7 10,4 12,5 58,6 25-34 100,0 46,8 23,3 11,2 12,3 52,4 giovani 18-34 100,0 44,3 21,1 10,8 12,4 54,8 35 ed oltre 100,0 36,5 18,1 9,8 8,6 62,5 Totale 100,0 37,9 18,4 9,8 9,7 61,2 divario giovani senior 7,9 3,0 1,1 3,8 -7,6

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Ordini e acquisti di merci e/o servizi su Internet per professione

Anno 2012-per 100 persone di 15 anni e più della posizione che hanno usato Internet negli ultimi 12 mesi

42,8

47,9

40,8

31,533,4

31,2

22,3

36,7

25,7

30,2

38,3

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

45,0

50,0

Occ

upat

i

Impr

endi

tori

a

lav.

Aut

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Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

94

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Ordini e acquisti di merci e/o servizi su Internet per professione Anno 2012 -persone di 15 anni e più che hanno usato Internet negli ultimi 12 mesi

Professione Hanno usato Internet

negli ultimi 12 mesi Sì

Sì, negli ultimi 3 mesi

Sì, da 3 mesi a 1 anno fa

Sì, più di 1 anno fa

Mai

Occupati 16.331 6.988 3.544 1.780 1.664 9.221 Imprenditori, lavoratori in proprio, liberi professionisti e dirigenti

4.564 2.186 1.126 546 514 2.338

Altri occupati 11.767 4.802 2.418 1.234 1.150 6.883 Non occupati 10.685 3.370 1.480 907 983 7.184 In cerca di nuova occupazione 2.232 746 324 197 225 1.469 In cerca di prima occupazione 850 265 102 49 113 576 Casalinghe 1.493 333 153 83 98 1.133 Studenti 3.996 1.467 658 392 417 2.501 Ritirati dal lavoro 1.760 452 202 152 98 1.264 Altra condizione 354 107 41 34 32 241 Totale 27.017 10.358 5.024 2.686 2.648 16.406

per 100 persone che hanno usato Internet negli ultimi 12 mesi Occupati 100,0 42,8 21,7 10,9 10,2 56,5 Imprenditori, lavoratori in proprio, liberi professionisti e dirigenti

100,0 47,9 24,7 12,0 11,3 51,2

Altri occupati 100,0 40,8 20,5 10,5 9,8 58,5 Non occupati 100,0 31,5 13,9 8,5 9,2 67,2 In cerca di nuova occupazione 100,0 33,4 14,5 8,8 10,1 65,8 In cerca di prima occupazione 100,0 31,2 12,0 5,8 13,3 67,8 Casalinghe 100,0 22,3 10,2 5,6 6,6 75,9 Studenti 100,0 36,7 16,5 9,8 10,4 62,6 Ritirati dal lavoro 100,0 25,7 11,5 8,6 5,6 71,8 Altra condizione 100,0 30,2 11,6 9,6 9,0 68,1 Totale 100,0 38,3 18,6 9,9 9,8 60,7

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

I prodotti maggiormente acquistati dagli acquirenti on-line under 35 sono i pernottamenti per

vacanze (alberghi, pensione ecc.) acquistati nel 36,3% dei casi, seguito da Abiti, articoli sportivi per

il 35,3%, dalle altre spese di viaggio per vacanza (biglietti ferroviari, aerei, noleggio auto ecc.) per

il 33,7%. A distanza seguono Libri, giornali, riviste ed e-book acquistati nel 22,8% dei casi,

Biglietti per spettacoli per il 21,2%, Attrezzature elettroniche (macchine fotografiche, telecamere

ecc.) per il 17,7%, Articoli per la casa (mobili, giocattoli ecc.) per il 16,6%, Film e musica per il

16,3% e Servizi di telecomunicazione (tv, abbonamenti banda larga, abbonamenti telefonici, carte

telefoniche ecc.) per l'11,6%.

Al di sotto della soglia del 10% troviamo il Software per computer e/o aggiornamenti (escluso

videogiochi) per il 10,2%, i Videogiochi e/o loro aggiornamenti per il 10,0%, Hardware per

computer per l'8,1%, i Prodotti alimentari per il 3,6%, Materiale per la formazione a distanza per il

3,1%, Azioni, servizi finanziari e/o assicurativi per il 3,0% ed infine biglietti delle lotterie o

scommesse per l'1,5%.

95

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Acquisto prodotti on-line da utenti internet % di coloro che hanno ordinato o comprato on-line-prodotti

Acquisto on-line

MASCHI FEMMINE TOTALE Divario giovani-senior

Divario giovani donne-giovani uomini

Giovani 18-34

35 ed oltre

Totale Giovani

18-34 35 ed oltre

Totale Giovani

18-34 35 ed oltre

Totale

Pernottamenti vacanze (alberghi, pensione ecc.) 33,3 37,3 34,6 40,1 36,4 37,0 36,3 36,9 35,5 -0,7 6,8 Abiti, articoli sportivi 33,9 21,2 26,4 37,0 29,0 32,9 35,3 24,0 28,9 11,2 3,1 Altre spese di viaggio per vacanza (biglietti ferroviari, aerei, noleggio auto ecc.)

29,6 34,8 31,8 39,2 35,3 36,2 33,7 34,9 33,5 -1,1 9,6

Libri, giornali, riviste, ( inclusi e-book) 21,8 25,6 23,8 24,2 29,5 27,2 22,8 27,1 25,1 -4,3 2,4 Biglietti per spettacoli 21,9 19,0 19,7 20,3 19,4 19,6 21,2 19,1 19,7 2,1 -1,7 Attrezzature elettroniche (macchine fotografiche, telecamere ecc.)

23,3 24,3 23,8 10,3 10,5 10,7 17,7 19,2 18,6 -1,5 -13,0

Articoli per la casa (mobili, giocattoli ecc.) 15,2 18,6 17,1 18,3 20,9 19,2 16,6 19,4 17,9 -2,9 3,1 Film, musica 19,0 15,1 16,5 12,6 10,1 11,2 16,3 13,2 14,4 3,0 -6,5 Servizi di telecomunicazione (tv, abbonamenti banda larga, abbonamenti telefonici, carte telefoniche ecc.)

12,8 17,6 15,4 10,0 13,7 11,9 11,6 16,1 14,0 -4,5 -2,9

Software per computer e/o aggiornamenti (escluso videogiochi)

13,4 16,4 15,0 5,9 6,6 6,1 10,2 12,8 11,5 -2,6 -7,5

Videogiochi e/o loro aggiornamenti 14,4 6,9 10,6 4,2 3,6 3,8 10,0 5,7 7,9 4,4 -10,3 Hardware per computer 12,7 12,9 12,6 2,0 1,7 1,8 8,1 8,8 8,4 -0,6 -10,6 Prodotti alimentari 4,2 6,5 5,5 2,8 8,1 5,7 3,6 7,1 5,6 -3,4 -1,4 Materiale per la formazione a distanza 2,9 2,6 2,6 3,3 2,8 3,0 3,1 2,7 2,8 0,4 0,4 Azioni, servizi finanziari e/o assicurativi 3,4 10,3 7,5 2,5 5,2 3,9 3,0 8,4 6,1 -5,4 -0,9 Biglietti delle lotterie o scommesse 2,5 1,3 1,7 0,2 0,4 0,3 1,5 1,0 1,2 0,5 -2,2 Farmaci 0,4 0,6 0,6 0,8 1,4 1,1 0,6 0,9 0,8 -0,3 0,4 Altro 14,9 14,4 14,7 16,3 15,4 15,7 15,5 14,7 15,1 0,8 1,4

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Riscontriamo alcune significative differenze tra giovani e senior relative alla percentuale di

acquirenti del prodotto sul totale degli acquirenti on-line; in particolare i giovani under 35

mostrano una maggiore propensione relativa all'acquisto on line di Abiti, articoli sportivi (11,2

punti in più dei senior con 35 anni e più), Videogiochi (4,4 punti in più), Film, musica (3,0 punti in

più) e Biglietti spettacoli (2,1 punti in più). All'opposto troviamo differenze a favore dei senior per

Alimentari (i giovani hanno una quota inferiore di 3,4 punti), Libri, giornali, e-book (-4,3 punti),

Servizi TLC (-4,5 punti) e Finanza e assicurazioni (-5,4 punti).

Acquisti on-line: il divario per prodotto giovani 18-35 anni e senior 35 anni ed oltre

Anno 2012-differenza per classe di età della % di coloro che hanno ordinato o comprato on-line

11,2

4,43,0

2,10,5 0,4

-0,3 -0,6 -0,7 -1,1 -1,5-2,6 -2,9 -3,4 -4,3 -4,5 -5,4-8,0

-4,0

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8,0

12,0

16,0

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Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

96

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Nell'ambito dei giovani under 35 riscontriamo alcune importanti differenze tra maschi e femmine.

In particolare le giovani donne under 35 mostrano una maggiore propensione relativa all'acquisto

on line di spese di viaggio per vacanza (9,6 punti in più dei giovani maschi), Pernottamenti per

vacanze (6,8 punti in più), Articoli per la casa e Abiti, articoli sportivi (in entrambi i casi 3,1 punti

in più), Libri, giornali, e-book (2,4 punti in più).

Le differenze negli acquisti on-line tra giovani donne e giovani uomini

Anno 2012-differenza per sesso della % di giovani 18-34 anni che hanno ordinato o comprato on-line

6,6

3,3 3,3

2,4

1,7 1,5 1,4 1,4 1,3 1,0 0,80,5

0,1

-0,1-0,5

-2,3

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Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Prendendo a riferimento la professione, osserviamo che i prodotti on-line maggiormente

acquistati da imprenditori e lavoratori autonomi sono i pernottamenti per vacanze (alberghi,

pensione ecc.) indicati dal 43,2% del totale, seguiti dalle altre spese di viaggio per vacanza (biglietti

ferroviari, aerei, noleggio auto ecc.) con il 37,6%, da Libri, giornali, riviste, ( inclusi e-book) per il

28,5% da Abiti, articoli sportivi per il 25,7%, da Biglietti per spettacoli per il 21,8%, da Articoli per

la casa (mobili, giocattoli ecc.) per il 21,3%, da Attrezzature elettroniche (macchine fotografiche,

telecamere ecc.) per il 19,2% e da Software per computer e/o aggiornamenti (escluso videogiochi)

per il 18,8%.

97

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Acquisto prodotti on-line: differenza tra imprenditori e lavoratori autonomi e altri occupati Anno 2012-% di coloro che ordinato o comprato on-line

Acquisto on-line Occupati

Imprenditori, lavoratori in

proprio, liberi professionisti e

dirigenti

Altri occupati

Totale occupati e non

occupati

Differenza imprenditori e

lav. autonomi a altri occupati

Pernottamenti per vacanze (alberghi, pensione ecc.) 39,9 43,2 38,3 35,5 3,3 Altre spese di viaggio per vacanza (biglietti ferroviari, aerei, noleggio auto ecc.)

35,3 37,6 34,2 33,5 2,4

Abiti, articoli sportivi 27,9 25,7 29,0 28,9 -2,3 Libri, giornali, riviste, ( inclusi e-book) 25,3 28,5 23,8 25,1 3,3 Biglietti per spettacoli 21,0 21,8 20,6 19,7 0,8 Attrezzature elettroniche (macchine fotografiche, telecamere ecc.) 19,7 19,2 19,9 18,6 -0,5 Articoli per la casa (mobili, giocattoli ecc.) 19,6 21,3 18,9 17,9 1,7 Film, musica 13,8 15,2 13,1 14,4 1,4 Servizi di telecomunicazione (tv, abbonamenti banda larga, abbonamenti telefonici, carte telefoniche ecc.)

15,0 14,8 15,0 14,0 -0,1

Software per computer e/o aggiornamenti (escluso videogiochi) 12,2 18,8 9,1 11,5 6,6 Hardware per computer 9,1 10,1 8,6 8,4 1,0 Videogiochi e/o loro aggiornamenti 6,9 7,4 6,7 7,9 0,5 Azioni, servizi finanziari e/o assicurativi 7,1 8,3 6,5 6,1 1,3 Prodotti alimentari 6,4 7,4 6,0 5,6 1,4 Materiale per la formazione a distanza 3,0 4,5 2,4 2,8 1,5 Biglietti delle lotterie o scommesse 1,2 1,3 1,2 1,2 0,1 Farmaci 0,8 0,7 0,8 0,8 -0,1 Altro 15,3 13,4 16,2 15,1 -1,9

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Nell'ambito degli occupati troviamo rilevanti differenze tra lavoratori indipendenti e altri

occupati. In particolare gli imprenditori e lavoratori autonomi mostrano una maggiore propensione

relativa all'acquisto on line di Software per computer e/o aggiornamenti (escluso videogiochi) con

6,6 punti percentuali in più rispetto agli altri occupati, seguito da Pernottamenti per vacanze

(alberghi, pensione ecc.) con 3,3 punti in più, Libri, giornali, riviste, e-book, anche in questo caso

3,3 punti in più, da Altre spese di viaggio per vacanza (biglietti ferroviari, aerei, noleggio auto ecc.)

con 2,4 punti in più. Significativamente più bassa rispetto agli altri occupati la quota di acquirenti di

abiti, articoli sportivi con una quota inferiore di 2,3 punti rispetto a quella degli altri occupati.

Le differenze negli acquisti on-line tra imprenditori e lav. autonomi a altri occupati differenza per posizione professione della % di coloro che hanno ordinato o comprato on-line

6,6

3,3 3,32,4

1,7 1,5 1,4 1,4 1,3 1,0 0,8 0,5 0,1

-0,1 -0,5

-2,3-3,0-2,0-1,00,01,02,0

3,04,05,06,07,08,0

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Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

98

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Ancora scarsa la relazione via internet con la P. A.

Nel mondo giovanile, nonostante il forte orientamento a relazioni sociali e di mercato in Rete, vi

sono quote ancora minoritarie di giovani che interagiscono con la Pubblica Amministrazione. I

giovani under 35 che ottengono informazioni dai siti web della P. A. sono il 23,1%, scaricano

moduli della P. A. per il 19,0% ma coloro che effettuano interazioni con la P. A. - e spediscono

moduli compilati della P. A. - sono solo il 12,6%.

Anche per gli imprenditori e lavoratori autonomi le quote di interazione con la PA, pur salendo,

sono ancora insoddisfacenti: ottengono informazioni dai siti web della P. A. il 35,2%, scaricare

moduli della P. A. il 29,5% ma sono nelle condizioni di spedire moduli compilati della P. A. solo il

19,1%, uno sui cinque imprenditori e lavoratori autonomi connessi in Rete. É ancora troppo poco: il

P. A. digital divide - dato dalla quota di coloro che non spediscono moduli compilati alla P. A. - è

dell'80,9%, che in valore assoluto si misura in oltre tre milioni e mezzo di imprenditori e lavoratori

autonomi (3.690.000) per i quali l'offerta di servizi della P. A. deve adeguarsi per poter consentire

l'interazione con la Pubblica Amministrazione. Nel complesso degli utenti internet mancano

all'appello, per una completa interazione con la P.A., 23.728.000 cittadini.

Relazioni su internet con la PA Anno 2012-dati in migliaia. Persone di 15 anni e più utenti Internet negli ultimi 12 mesi

Classi di età Hanno usato Internet

negli ultimi 12 mesi Ottenere informazioni dai siti web della PA

Scaricare moduli della PA

Spedire moduli compilati della PA

15-18 anni 2.046 76 31 24 18-24 anni 3.687 644 564 368 25-34 anni 5.608 1.505 1.201 802 giovani 18-34 anni 9.295 2.149 1.765 1.170 35 ed oltre 16.177 5.420 4.261 2.596 Totale 27.518 7.645 6.057 3.790

per 100 persone di 15 anni e più utenti Internet negli ultimi 12 mesi 15-18 anni 100,0 3,7 1,5 1,2 18-24 anni 100,0 17,5 15,3 10,0 25-34 anni 100,0 26,8 21,4 14,3 giovani 18-34 anni 100,0 23,1 19,0 12,6 35 ed oltre 100,0 33,5 26,3 16,0 Totale 100,0 27,8 22,0 13,8 divario giovani senior -10,4 -7,4 -3,5

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Interazione completa* con la P. A. nell'ultimo anno per Regione

Anno 2012-persone con 15 anni e più ogni 100 della stessa età utenti Internet negli ultimi 12 mesi

19,8

17,7

16,9

16,5

16,1

15,7

15,5

15,4

15,4

15,3

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Tos

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Pug

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Italia

* Attività di “Spedire moduli compilati della PA”

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

99

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Relazioni su internet con la P. A. per professione Anno 2012-dati in migliaia. Persone di 15 anni e più della posizione che hanno usato Internet negli ultimi 12 mesi

Professione Hanno usato Internet negli

ultimi 12 mesi

Ottenere informazioni dai siti web

della PA

Scaricare moduli

della PA

Spedire moduli compilati della PA

PA digital divide

Occupati 16.331 5.374 4.314 2.704 13.627 Imprenditori, lavoratori in proprio, liberi professionisti e dirigenti 4.564 1.606 1.346 874 3.690 Altri occupati 11.767 3.768 2.968 1.830 9.937 Non occupati 10.685 2.255 1.735 1.080 9.605 In cerca di nuova occupazione 2.232 540 395 243 1.989 In cerca di prima occupazione 850 154 132 91 759 Casalinghe 1.493 245 172 105 1.388 Studenti 3.996 662 570 368 3.628 Ritirati dal lavoro 1.760 566 404 229 1.531 Altra condizione 354 88 62 44 310 Totale 27.017 7.629 6.049 3.783 23.234

per 100 persone di 15 anni e più utenti Internet negli ultimi 12 mesi Occupati 100,0 32,9 26,4 16,6 83,4 Imprenditori, lavoratori in proprio, liberi professionisti e dirigenti 100,0 35,2 29,5 19,1 80,9 Altri occupati 100,0 32,0 25,2 15,6 84,4 Non occupati 100,0 21,1 16,2 10,1 89,9 In cerca di nuova occupazione 100,0 24,2 17,7 10,9 89,1 In cerca di prima occupazione 100,0 18,1 15,5 10,7 89,3 Casalinghe 100,0 16,4 11,5 7,0 93,0 Studenti 100,0 16,6 14,3 9,2 90,8 Ritirati dal lavoro 100,0 32,2 23,0 13,0 87,0 Altra condizione 100,0 24,9 17,5 12,4 87,6 Totale 100,0 28,2 22,4 14,0 86,0

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Il mancato ruolo guida della P. A. nella riduzione del digital divide è evidente nella comparazione

internazionale: l'Italia, infatti, è penultima in Europa a 27 per la quota persone tra i 16 e i 74 anni

che hanno usato internet per interagire con le Pubbliche autorità spedendo moduli compilati - che è

l'attività a più alta integrazione, con la maggiore complessità tecnologica e che riduce lunghi temi e

code agli sportelli - con solo l'8%, ben lontani dal 40% della Francia, dal 26% della Regno Unito;

l'Italia rimane dietro anche alla Germania che presenta una quota di cittadini con alta interazione

con al P. A. del 15%.

Il ritardo italiano nell'interazione via internet con la PA Anno 2012-% persone tra 16 e 74 anni che hanno spedito moduli compilati a PA. Rep. Ceca, Danimarca e Olanda dati al 2011

64

4845 45

40 3833 33

29 29 27 26 26 25 23 2118 17 17 17 15 15 15

11 118

4

0

10

20

30

40

50

60

70

Dan

imar

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a

Ger

man

ia

Cip

ro

Slo

veni

a

Bug

aria

Pol

onia

Italia

Ror

man

ia

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

100

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Va peraltro sottolineato che tale comparazione considera l’incidenza di chi ha spedito moduli

compilati alla P. A. rispetto al totale della popolazione tra i 16 e i 74 anni e non rispetto alla

popolazione di tale fascia di età che risulta esser stato utente internet nei 12 mesi precedenti alla

rilevazione come avviene nell’indagine dell’Istat prima analizzata. Pertanto i due dati non sono

confrontabili. la quota di cittadini che interagiscono con la P. A. evidenziato da Eurostat è

influenzata dal tasso di utilizzo di internet della popolazione.

Nel quadriennio 2008-2012 l'interazione con la P.A. è statica: in Italia la quota di soggetti con

maggiore interazione in Rete con gli uffici pubblici sale di solo un punto, mentre in Europa aumenta

di 4 punti. La dinamica nel nostro Paese è di gran lunga distante da quella di altri maggiori Paesi

europei in cui si registrano aumenti consistenti dei cittadini che interagiscono con la P. A. e in

particolare in Spagna (+11 punti), Regno Unito (+10 punti) e Francia (+8 punti). In

controtendenza la Germania (-3 punti nel periodo), che però presenta nel 2012 una quota di

cittadini che interagiscono con la P. A. del 15%, pressochè doppia rispetto a quella dell'Italia.

Interazioni con la PA: invio di moduli compilati Anni 2008-2012-% individui tra 16 e 74 anni e variazione in punti percentuali

Paese 2008 2009 2010 2011 2012 variazione nel

quadriennio

UE 27 17 18 21 21 21 4 Eurozona 18 19 23 21 22 4 Germania 18 21 23 15 15 -3 Spagna 12 12 17 18 23 11 Francia 32 31 40 36 40 8 Italia 7 7 7 8 8 1 Gran Bretagna 16 23 23 23 26 10

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

101

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Imprenditorialità e difficoltà di fare impresa

Leadership europea per giovani imprenditori under 40

In questo capitolo del Rapporto evidenziamo come l'imprenditorialità giovanile rappresenti uno dei

pilastri peculiari del motore della crescita del nostro sistema economico caratterizzato, come noto,

da una diffusa propensione a 'fare impresa'.

Prendendo a riferimento gli ultimi dati sulla struttura dell'occupazione in Europa, relativi al IV

trimestre 2012, si osserva che l’Italia ha il primato europeo per numero di imprenditori e di

lavoratori autonomi14

tra i 15 e i 39 anni: i nostri 1.736.400 occupati in queste posizioni

professionali ci mettono davanti al Regno Unito che ne conta 1.319.700, alla Polonia che ne conta

1.046.100 e alla Germania che non arriva al milione e si ferma a 959.100 unità.

Imprenditori e lavoratori autonomi 15-39 anni nell’Unione Europea a 27 IV trimestre 2012–valori assoluti in migliaia e incidenze

Paese Occupati Imprenditori e

lavoratori autonomi Incidenza

Ue a 27 94.934,3 9.824,3 10,3 Area euro 59.683,1 6.025,5 10,1

Italia 9.029,0 1.736,4 19,2 Regno Unito 13.655,9 1.319,7 9,7 Polonia 7.738,9 1.046,1 13,5 Germania 16.244,2 959,1 5,9 Spagna 7.554,0 870,0 11,5 Francia 11.304,3 842,2 7,5 Romania 4.374,1 618,6 14,1 Paesi Bassi 3.867,2 362,4 9,4 Grecia 1.530,8 341,5 22,3 Repubblica Ceca 2.230,6 317,0 14,2 Belgio 2.061,8 201,4 9,8 Portogallo 1.953,1 188,1 9,6 Repubblica Slovacca 1.109,3 156,4 14,1 Ungheria 1.861,0 132,5 7,1 Austria 1.947,3 127,0 6,5 Svezia 1.975,9 123,5 6,3 Bulgaria 1.285,3 107,4 8,4 Finlandia 1.041,2 83,9 8,1 Irlanda 928,8 70,1 7,5 Danimarca 1.186,4 56,9 4,8 Lituania 533,8 41,8 7,8 Slovenia 427,2 37,5 8,8 Lettonia 409,4 35,3 8,6 Estonia 282,1 17,4 6,2 Cipro 192,6 16,2 8,4 Malta 98,1 8,7 8,9 Lussemburgo 112,2 7,2 6,4

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

14

La componente indipendente degli occupati è data dalla somma degli imprenditori e lavoratori autonomi con i

coadiuvanti familiari che non vengono qui esaminati in quanto non incidono significativamente sull’andamento del

segmento rappresentandone al IV trimestre 2012 solo l’1,2%

102

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Questa leadership europea viene confermata, oltretutto, dal peso dell'imprenditoria e del lavoro

autonomo degli under 40 sul totale degli occupati della stessa classe di età che in Italia è del

19,2%, quasi doppia rispetto al 10,3% della media europea. Nel nostro Paese, quindi, un

giovane occupato under 40 su cinque appartiene alla categoria di Imprenditori e lavoratori

autonomi. Nel dettaglio, osservando i maggiori paesi europei, la propensione al 'fare impresa' degli

italiani è superiore all’11,5% della Spagna, al 9,7% del Regno Unito, al 7,5% della Francia e al

5,9% della Germania.

Analizzando la dinamica nell’ultimo anno degli imprenditori e lavoratori autonomi under 40, nel IV

trimestre 2012 li vediamo diminuire del 3,1%, pari a 55.100 persone in meno, performance migliore

di 1,8 punti percentuali rispetto a quella dei dipendenti che sono in calo del 4,8%, pari a 365.800

persone in meno.

Nel confronto con gli altri maggiori paesi, la componente indipendente scende più della nostra solo

in Germania (-6,9%) dove però la componente dipendente diminuisce meno della nostra (-0,5%

contro il -4,8% italiano).

Un ciclo economico caratterizzato dall'alternarsi ravvicinato di due fasi recessive ha colpito

duramente l'occupazione e, in modo particolare, ha penalizzato quella più esposta alla dinamica

della domanda e rappresentata dal lavoro indipendente.

Dinamica imprenditori e lavoratori autonomi 15-39 anni nell’Unione Europea a 27 nell’ultimo anno e nel lungo periodo III trimestre del 2008, 2011 e 2012; valori in migliaia, variazioni assolute e percentuali

Paesi

Imprenditori e lavoratori autonomi

Dipendenti

Valori assoluti Ultimo anno: IV trim. 2011- IV trim. 2012

Lungo periodo: IV trim. 2008- IV trim. 2012

Valori assoluti Ultimo anno: IV trim. 2011- IV trim. 2012

Lungo periodo: IV trim. 2008- IV trim. 2012

IV trim. 2008

IV trim. 2011

IV trim. 2012

Var. ass.

Var. %

Var. ass.

Var. % IV trim.

2008 IV trim.

2011 IV trim.

2012 Var. ass.

Var. % Var. ass.

Var. %

Ue a 27 10.788,0 9.996,2 9.824,3 -171,9 -1,7 -963,7 -8,9 91.789,9 85.697,3 83.675,6 -2.021,7 -2,4 -8.114,3 -8,8 Area euro 6.921,9 6.154,3 6.025,5 -128,8 -2,1 -896,4 -13,0 59.444,7 55.008,8 53.273,6 -1.735,2 -3,2 -6.171,1 -10,4

Belgio 206,2 202,5 201,4 -1,1 -0,5 -4,8 -2,3 1.897,9 1.851,7 1.853,3 1,6 0,1 -44,6 -2,3 Bulgaria 118,6 93,3 107,4 14,1 15,1 -11,2 -9,4 1.342,7 1.196,7 1.165,9 -30,8 -2,6 -176,8 -13,2 Rep. Ceca 308,5 342,6 317,0 -25,6 -7,5 8,5 2,8 2.065,0 1.946,5 1.893,9 -52,6 -2,7 -171,1 -8,3 Danimarca 60,7 57,2 56,9 -0,3 -0,5 -3,8 -6,3 1.283,5 1.161,9 1.127,1 -34,8 -3,0 -156,4 -12,2 Germania 1.057,9 1.029,9 959,1 -70,8 -6,9 -98,8 -9,3 15.327,4 15.331,0 15.254,7 -76,3 -0,5 -72,7 -0,5 Estonia 19,8 15,0 17,4 2,4 16,0 -2,4 -12,1 286,3 261,9 263,4 1,5 0,6 -22,9 -8,0 Irlanda 111,5 77,2 70,1 -7,1 -9,2 -41,4 -37,1 1.015,4 862,4 851,1 -11,3 -1,3 -164,3 -16,2 Grecia 422,6 363,3 341,5 -21,8 -6,0 -81,1 -19,2 1.575,0 1.230,1 1.102,0 -128,1 -10,4 -473,0 -30,0 Spagna 1.192,3 868,9 870,0 1,1 0,1 -322,3 -27,0 8.995,8 7.370,4 6.634,3 -736,1 -10,0 -2.361,5 -26,3 Francia 785,7 824,9 842,2 17,3 2,1 56,5 7,2 11.278,5 10.619,6 10.435,8 -183,8 -1,7 -842,7 -7,5 Italia 2.067,5 1.791,5 1.736,4 -55,1 -3,1 -331,1 -16,0 8.386,5 7.545,6 7.179,8 -365,8 -4,8 -1.206,7 -14,4 Cipro 21,0 15,7 16,2 0,5 3,2 -4,8 -22,9 168,4 179,1 174,6 -4,5 -2,5 6,2 3,7 Lettonia 33,5 33,6 35,3 1,7 5,1 1,8 5,4 463,1 351,9 373,5 21,6 6,1 -89,6 -19,3 Lituania 58,4 33,5 41,8 8,3 24,8 -16,6 -28,4 641,4 487,9 487,4 -0,5 -0,1 -154,0 -24,0 Lussemburgo 7,2 4,9 7,2 2,3 46,9 0,0 0,0 91,6 98,9 104,4 5,5 5,6 12,8 14,0 Ungheria 159,6 137,7 132,5 -5,2 -3,8 -27,1 -17,0 1.774,0 1.707,2 1.722,3 15,1 0,9 -51,7 -2,9 Malta 8,9 8,6 8,7 0,1 1,2 -0,2 -2,2 80,1 86,8 89,4 2,6 3,0 9,3 11,6 Paesi Bassi 339,9 355,0 362,4 7,4 2,1 22,5 6,6 3.866,8 3.519,9 3.488,9 -31,0 -0,9 -377,9 -9,8 Austria 130,9 117,9 127,0 9,1 7,7 -3,9 -3,0 1.847,2 1.814,3 1.807,0 -7,3 -0,4 -40,2 -2,2 Polonia 1.106,1 1.148,4 1.046,1 -102,3 -8,9 -60,0 -5,4 6.874,8 6.823,7 6.429,2 -394,5 -5,8 -445,6 -6,5 Portogallo 273,4 186,0 188,1 2,1 1,1 -85,3 -31,2 2.124,8 1.932,4 1.753,0 -179,4 -9,3 -371,8 -17,5 Romania 623,9 595,3 618,6 23,3 3,9 -5,3 -0,8 3.462,7 3.138,7 3.131,3 -7,4 -0,2 -331,4 -9,6 Slovenia 29,9 35,3 37,5 2,2 6,2 7,6 25,4 449,0 395,8 376,2 -19,6 -5,0 -72,8 -16,2 Rep. Slovacca 159,6 173,8 156,4 -17,4 -10,0 -3,2 -2,0 1.071,9 965,4 952,4 -13,0 -1,3 -119,5 -11,1 Finlandia 87,5 84,1 83,9 -0,2 -0,2 -3,6 -4,1 982,2 943,7 953,3 9,6 1,0 -28,9 -2,9 Svezia 118,0 109,8 123,5 13,7 12,5 5,5 4,7 1.863,7 1.878,5 1.849,2 -29,3 -1,6 -14,5 -0,8 Regno Unito 1.278,8 1.290,5 1.319,7 29,2 2,3 40,9 3,2 12.574,2 11.995,3 12.222,2 226,9 1,9 -352,0 -2,8

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

103

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

É nel lungo periodo, infatti, che si può osservare quanto per la componente indipendente degli

italiani under 40 sia maggiore l’esposizione agli effetti della Grande recessione; sempre nel periodo

tra il IV trimestre del 2008 e il IV trimestre del 2012, tale segmento di occupati si è ridotto del

16,0% contando 331.100 persone in meno. Risulta meno intensa la flessione registrata per i

dipendenti che scendono nel periodo del 14,4% che si traducono in una diminuzione di 1.206.700

giovani under 40.

Nel confronto con gli altri maggiori paesi europei gli indipendenti under 40 mostrano un calo più

intenso di quello rilevato in Germania (-9,3%) ed inferiore solo a quello osservato in Spagna, dove

nel periodo esaminato si sono ridotti di oltre un quarto (-27,0%) Si osserva, all'opposto, che in

Francia e nel Regno Unito sono addirittura aumentati (rispettivamente del 7,2% e del 3,2%).

In un contesto, come quello dell'economia italiana, caratterizzato da una elevata propensione dei

giovani italiani all'imprenditorialità si osserva che, nel IV trimestre 2012, il 29,1% degli

imprenditori e lavoratori autonomi con meno di 40 anni è in possesso di un titolo di studio di livello

universitario (laurea e dottorati, corrispondenti ai livelli 5 e 6 della classificazione internazionale

ISCED 1997). Si tratta di una incidenza che nel nostro Paese è ancora inferiore alla media

dell'Unione Europea, pari al 34,0%, ma che è cresciuta di 13,2 punti percentuali in 10 anni ed in

particolare di 4,0 punti nel lungo periodo considerato (IV trimestre 2008-IV trimestre 2012); questo

rallentamento è condizionato della crisi economica e dalla maggiore difficoltà dei giovani italiani di

'fare impresa' che hanno rarefatto l'ingresso delle coorti più giovani dotate di un più alto titolo di

studio; nel periodo l'incremento della quota di imprenditori e lavoratori autonomi laureati inferiore

alla media europea (+5,9 punti percentuali nel periodo). Nel confronto con gli altri maggiori paesi

europei il paese più virtuoso è il Regno Unito che ha aumentato tale l’incidenza di 10,3 punti

percentuali, seguito dalla Spagna con una variazione di 5,7 punti; dietro di noi troviamo la

Germania, con 2,1 punti in più, e chiude la Francia, con una variazione di 1,5 punti.

Gli indipendenti under 40 italiani mostrano inoltre una incidenza della formazione di più alto livello

superiore di circa 10 punti rispetto ai dipendenti della stessa età: il 29,1% contro il 19,6%.

Anche a livello di dinamica la situazione è migliore: tra il IV trimestre del 2008 e lo stesso periodo

del 2012 la crescita dell’incidenza degli indipendenti è quasi doppia rispetto ai dipendenti (+4,0%

contro il +2,6%) e rispetto a 10 anni fa è una volta e mezza maggiore (+13,2% contro +8,7%).

Dinamica lungo periodo dell’incidenza imprenditori e lavor. aut. e dipendenti under 40 con preparazione universitaria IV trim. 2008 e del 2012 – incidenza livelli 5 e 6 classificazione ISCED 97 (lauree e dottorati) sul totale e var. in punti percentuali INDIPENDENTI DIPENDENTI

Paesi IV trimestre

2008 IV trimestre

2012

Var. in punti percentuali

IV trim. 2008- IV trim. 2012

Var. in punti percentuali

IV trim. 2002- IV trim. 2012

IV trimestre 2008

IV trimestre 2012

Var. in punti percentuali

IV trim. 2008- IV trim. 2012

Var. in punti percentuali

IV trim. 2002- IV trim. 2012

Regno Unito 29,9 40,2 10,3 14,8 35,6 43,3 7,8 14,0 Ue a 27 28,2 34,0 5,9 - 29,1 34,6 5,6 - Spagna 34,8 40,5 5,7 12,3 38,7 46,0 7,3 11,5 Italia 25,1 29,1 4,0 13,2 17,0 19,6 2,6 8,7 Germania 38,9 41,0 2,1 - 20,4 25,1 4,6 - Francia 43,2 44,7 1,5 - 38,7 43,7 5,0 -

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

104

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

La difficoltà di fare impresa in recessione

Sono 1.438.601 le imprese artigiane registrate a fine 2012. Nell’anno ci sono state 100.317

iscrizioni e 122.899 cessazioni lorde (di cui 120.636 non d'ufficio), pari ad un saldo negativo di

22.582 imprese artigiane.

Il risultato del 2012 è determinato da una forte riduzione delle iscrizioni (4.121 unità in meno

rispetto al 2011) e da un aumento di 9.881 cessazioni; la progressiva accentuazione nel tempo del

tasso di crescita negativo è stato trainato dalla discesa del tasso di natalità di impresa nell'ultimo

quinquennio; il tasso di cessazione nel 2012 è in salita pur rimanendo leggermente al di sotto

rispetto al precedente massimo del 2009.

Indicatori della demografia delle imprese artigiane 2005-2012

Dati annuali-tassi % con cessazioni al netto di quelle di ufficio Tasso di crescita dell'artigianato Tasso di natalità e di mortalità dell’artigianato

1,04

0,710,84

0,37

-1,06

-0,34

-0,43

-1,39

-2,00

-1,50

-1,00

-0,50

0,00

0,50

1,00

1,50

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Tasso di crescita

8,31

8,22

9,25

8,40

7,257,42

7,10

6,87

7,27

7,51

8,41

8,03

8,32

7,777,53

8,26

6,00

6,50

7,00

7,50

8,00

8,50

9,00

9,50

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Tasso di natalità Tasso di mortalità

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Movimprese-Infocamere

Prendendo a riferimento la nati mortalità al netto delle cessazioni di ufficio, al fine di intercettare la

demografia naturale d'impresa, nel 2012 si registra un tasso di crescita negativo per l'artigianato e

pari a -1,39%, in peggioramento rispetto al -0,43% del 2011. Il processo di selezione dell'artigianato

si registra in un contesto in cui la dinamica per il totale delle imprese rimane positiva (0,31%),

anche se in rallentamento rispetto al 2011 (0,82%).

Il calo registrato dalle imprese artigiane nel 2012 è addirittura peggiore del precedente minimo del

2009 e pari a -1,06%. I due anni di debole ripresa, il 2010 e il 2011, sono stati caratterizzati da una

selezione più fisiologica delle imprese artigiane, con diminuzioni inferiori al mezzo punto

percentuale, rispettivamente del -0,34% e del -0,43%.

Nel 2012 il settore dell’artigianato con la flessione più accentuata è quello delle Costruzioni che

registra un tasso di crescita del -1,96%. Marcata anche la flessione delle imprese artigiane nel

Manifatturiero, settore che segna una diminuzione dell'1,71%. Maggiore tenuta delle imprese

artigiane dei Servizi che segnano un calo attorno al mezzo punto percentuale (-0,56%).

La serie storica con una classificazione settoriale omogenea secondo l’Ateco 2007 è quella che va

dal 2009 al 2012 ed in questi quattro anni appare evidente il processo di intensa selezione subito

dall'artigianato manifatturiero che segna una flessione cumulata del 5,89%, decisamente

superiore alla media dell'artigianato che nel periodo è pari a -3,20%. Il prolungato calo dell'attività

delle Costruzioni determina tra il 2009 e il 2012 una flessione del 2,82% delle imprese artigiane

del settore. Il calo più attenuato si riscontra nei Servizi dove si registra un tasso di crescita negativo

del -1,82%.

105

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Nel dettaglio per il Manifatturiero artigiano l'anno peggiore per la demografia di impresa è stato il

2009 quando il crollo delle esportazioni e dell'attività produttiva ha determinato una caduta dello

stock di imprese artigiane del 2,11%. Il ritmo di caduta del livello delle imprese si è

progressivamente attenuato nel 2010 (-1,23%) e nel 2011 (-0,91%), biennio caratterizzato da un

maggiore dinamismo delle esportazioni che si è riverberato, almeno in parte, sull'attività

manifatturiera. La recessione del 2012 ha riportato una nuova accentuazione della caduta

dell'artigianato manifatturiero (-1,71%).

Per quanto riguarda le Costruzioni, proprio il 2012 è l'annus horribilis in cui si è registrata la

caduta più intensa nel periodo esaminato, pari a -1,96%; nel quadriennio esaminato l'andamento

tendenziale delle imprese del comparto è stato più altalenante ed è influenzato dalla forte recessione

in atto e dalla caduta della domanda di lavoro.

Infine per i Servizi, dopo la flessione dello 0,79% del 2009, si era registrata una attenuazione della

fase selettiva con un calo limitato allo 0,17% nel 2010. Il successivo ingresso in una nuova fase di

recessione caratterizzata da un calo marcato della domanda interna ha portato ad una accelerazione

della selezione delle imprese artigiane del comparto che nel 2011 scendono dello 0,31% e nel 2012

dello 0,56%.

I settori drivers dell'artigianato

In questo paragrafo proponiamo una analisi sulla dinamica delle attività economiche dell’artigianato

definite drivers cioè aventi tasso di crescita positivo nel 2012.

A tal fine vengono prese in considerazione le classi di attività economica della classificazione Ateco

2007 corrispondenti a 4 digit escludendo quindi le imprese censite con un minor livello di

specificazione cioè a 2 e 3 digit. Al netto di tali minori specificazioni l'archivio camerale ci

consente di individuare 1.204.335 imprese artigiane classificate con i 4, 5 e 6 digit (massimo

dettaglio disponibile), pari all'83,7% dell’artigianato nazionale.

Dopo aver incorporato nelle 469 classi presenti nell’archivio camerale le imprese classificate con i

relativi maggiori livelli di specifica a 5 e 6 digit abbiamo considerato solamente le 169 classi Ateco

2007 rilevanti che contano cioè più di 200 imprese registrate a fine 2012: complessivamente si tratta

di 1.191.198 imprese, pari all’82,8% del totale, e mostrano un tasso di crescita del -0,92%, risultato

meno negativo del totale artigianato che si attesta sul -1,39%.

Infine in questo cluster di imprese rilevanti arriviamo ad individuare come settori driver 45 classi:

complessivamente sono 191.248 imprese, pari al 13,3% dell’artigianato italiano, che nel 2012

mostrano un tasso di crescita del 3,46%, pari ad un saldo positivo di 6.401 unità.

Le attività drivers che hanno segnato il maggior tasso di crescita sono Attività di servizi per la

persona n.c.a.15

con il +21,64% (pari a 627 imprese in più), Pulizia generale (non specializzata)

di edifici con il +18,45% (pari a 1.759 imprese in più), Attività di supporto alla produzione

animale con il +16,98%, Riparazione di altre apparecchiature con il +14,15%, Attività di

pulizia specializzate di edifici e di impianti e macchinari industriali con il +12,03%,

Riparazione e manutenzione di prodotti in metallo con il +11,24%, Riparazione e

manutenzione di apparecchiature elettriche con il +9,27%, Servizi dei centri per il benessere

fisico con il +8,78%, Altre attività dei servizi connessi alle tecnologie dell'informatica16

con il

15

Attività di sgombero di cantine, solai e garage, Attività di tatuaggio e piercing, Agenzie matrimoniali e d'incontro,

Servizi di cura degli animali da compagnia (esclusi i servizi veterinari), Organizzazione di feste e cerimonie, Attività di

astrologi e spiritisti, Servizi di ricerca genealogica, Servizi di lustrascarpe, Addetti al parcheggio di automobili,

Gestione di macchine a moneta per servizi alla persona (cabine per fototessera, bilance pesapersone, macchine per

misurare la pressione del sangue, armadietti a chiave funzionanti a moneta), Assistenza bagnanti (bagnini) e Servizi

domestici svolti da lavoratori autonomi 16

Configurazione di personal computer, Recupero dati da computer danneggiati e Installazione di software non

connessa con la produzione e la consulenza

106

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

+8,18%, Attività di supporto alle rappresentazioni artistiche con il +8,14%, Altri servizi di

supporto alle imprese n.c.a.17

con il +7,19% e Riparazione e manutenzione di navi e

imbarcazioni (esclusi i loro motori) con il +6,42%.

I primi 10 settori driver dell'artigianato nel 2012 per tasso di crescita positivo Imprese registrate a fine 2012- al netto delle cessazioni di ufficio. Classi rilevanti (oltre 200 imprese) con tasso di crescita positivo Classe Ateco 2007

Descrizione Imprese

registrate a fine 2012

Saldo 2012 Tasso di crescita

2012

96.09 Attività di servizi per la persona n.c.a. 3.525 627 21,64 81.21 Pulizia generale (non specializzata) di edifici 11.292 1.759 18,45 01.62 Attività di supporto alla produzione animale 248 36 16,98 33.19 Riparazione di altre apparecchiature 355 44 14,15 81.22 Attività di pulizia specializzate di edifici e di impianti e macchinari industriali 298 32 12,03 33.11 Riparazione e manutenzione di prodotti in metallo 396 40 11,24 33.14 Riparazione e manutenzione di apparecchiature elettriche 507 43 9,27 96.04 Servizi dei centri per il benessere fisico 545 44 8,78 62.09 Altre attività dei servizi connessi alle tecnologie dell'informatica 476 36 8,18 90.02 Attività di supporto alle rappresentazioni artistiche 239 18 8,14 82.99 Altri servizi di supporto alle imprese n.c.a. 1.282 86 7,19 33.15 Riparazione e manutenzione di navi e imbarcazioni (esclusi i loro motori) 1.160 70 6,42 NB: classi comprensive delle relative categorie e sottocategorie (5 e 6 digit)

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Movimprese

Focalizzando l'analisi sui settori più consistenti - con un tasso di crescita positivo e nel contempo

un saldo positivo superiore alle 50 imprese - troviamo al primo posto le Attività di servizi per la

persona n.c.a.18

(21,64%, pari a 627 imprese in più, il terzo maggior saldo positivo rilevato tra i

drivers), Pulizia generale (non specializzata) di edifici (18,45%, pari a 1.759 imprese in più, il

saldo positivo maggiore rilevato tra i drivers), Altri servizi di supporto alle imprese n.c.a.19

(7,19%, pari a 86 imprese in più), Riparazione e manutenzione di navi e imbarcazioni (esclusi i

loro motori) (6,42%, pari a 70 imprese in più), Attività di design specializzate (5,55%, pari a 392

imprese in più), Riparazione e manutenzione di apparecchiature elettroniche ed ottiche

(5,35%, pari a 52 imprese in più), Produzione di software non connesso all'edizione (4,59%, pari

a 192 imprese in più), Fabbricazione di bigiotteria e articoli simili (4,37%, pari a 101 imprese in

più), Riparazione e manutenzione di macchinari (3,15%, pari a 307 imprese in più), Ristoranti e

attività di ristorazione mobile (3,09%, pari a 1.348 imprese in più, il secondo maggior saldo

positivo rilevato tra i drivers), Fabbricazione di articoli da viaggio, borse e simili, pelletteria e

selleria (3,09%, pari a 157 imprese in più), Confezione di altri articoli di abbigliamento ed

accessori (2,25%, pari a 58 imprese in più), Elaborazione dei dati, hosting e attività connesse

(2,13%, pari a 93 imprese in più), Riparazione di altri beni per uso personale e per la casa

(1,54%, pari a 68 imprese in più), Produzione di pane; prodotti di pasticceria freschi (1,32%,

pari a 319 imprese in più) e Trasporto con taxi, noleggio di autovetture con conducente (0,78%,

pari a 198 imprese in più).

17

Attività di agenzie di recupero crediti; agenzie di informazioni commerciali, Attività di imballaggio e

confezionamento per conto terzi, Imprese di gestione esattoriale, Agenzie di distribuzione di libri, giornali e riviste,

Servizi di gestione di pubblici mercati e pese pubbliche, Richiesta certificati e disbrigo pratiche, Servizi di stenotipia,

Sottotitolatura in simultanea di meeting e conferenze, Organizzazione di raccolta fondi per conto terzi, Servizi di

raccolta monete nei parchimetri, Attività dei banditori d'asta autonomi, Gestione di programmi di fidelizzazione

commerciale, Altre attività di supporto alle aziende non classificate altrove, Lettura di contatori del gas, acqua ed

elettricità, Volantinaggio, Affissione di manifesti e Emissione di buoni sostitutivi del servizio mensa 18

cfr. nota 4 19

cfr. nota 6

107

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

I settori rilevanti e driver dell'artigianato nel 2012 Imprese registrate a fine 2012- al netto delle cessazioni di ufficio. Classi rilevanti (oltre 200 imprese) con tasso di crescita positivo Classe Ateco 2007

Descrizione Imprese

registrate a fine 2012

% Saldo 2012

Tasso di crescita

2012 rank

56.10 Ristoranti e attività di ristorazione mobile 45.034 1.348 3,09 21 49.32 Trasporto con taxi, noleggio di autovetture con conducente 25.711 198 0,78 35 10.71 Produzione di pane; prodotti di pasticceria freschi 24.461 319 1,32 30 81.21 Pulizia generale (non specializzata) di edifici 11.292 1.759 18,45 2 33.12 Riparazione e manutenzione di macchinari 10.066 307 3,15 20 74.10 Attività di design specializzate 7.449 392 5,55 15 95.11 Riparazione di computer e periferiche 5.641 6 0,11 45 15.12 Fabbricazione di articoli da viaggio, borse e simili, pelletteria e selleria 5.238 157 3,09 21 33.20 Installazione di macchine ed apparecchiature industriali 4.675 12 0,26 42 95.29 Riparazione di altri beni per uso personale e per la casa 4.480 68 1,54 29 63.11 Elaborazione dei dati, hosting e attività connesse 4.459 93 2,13 27 10.73 Produzione di paste alimentari, di cuscus e di prodotti farinacei simili 4.445 8 0,18 44 62.01 Produzione di software non connesso all'edizione 4.379 192 4,59 18 43.12 Preparazione del cantiere edile 4.330 45 1,05 32 96.09 Attività di servizi per la persona n.c.a. 3.525 627 21,64 1 01.61 Attività di supporto alla produzione vegetale 3.413 20 0,59 37 14.19 Confezione di altri articoli di abbigliamento ed accessori 2.633 58 2,25 25 32.13 Fabbricazione di bigiotteria e articoli simili 2.410 101 4,37 19 10.51 Industria lattiero-casearia, trattamento igienico, conservazione del latte 1.702 4 0,24 43 15.11 Preparazione e concia del cuoio; preparazione e tintura di pellicce 1.374 9 0,66 36 82.99 Altri servizi di supporto alle imprese n.c.a. 1.282 86 7,19 11 96.03 Servizi di pompe funebri e attività connesse 1.209 10 0,83 34 33.15 Riparazione e manutenzione di navi e imbarcazioni (esclusi i loro motori) 1.160 70 6,42 12 33.13 Riparazione e manutenzione di apparecchiature elettroniche ed ottiche 1.024 52 5,35 17 49.39 Altri trasporti terrestri di passeggeri n.c.a. 962 15 1,58 28 52.24 Movimentazione merci 847 49 6,14 13 17.21 Fabbricazione di carta e cartone ondulato e di imballaggi di carta e cartone 744 3 0,4 41 81.29 Altre attività di pulizia 732 38 5,48 16 96.04 Servizi dei centri per il benessere fisico 545 44 8,78 8 71.20 Collaudi ed analisi tecniche 545 6 1,11 31 33.14 Riparazione e manutenzione di apparecchiature elettriche 507 43 9,27 7 22.19 Fabbricazione di altri prodotti in gomma 494 2 0,41 40 62.09 Altre attività dei servizi connessi alle tecnologie dell'informatica 476 36 8,18 9 10.39 Altra Lavorazione e conservazione di frutta e di ortaggi 469 12 2,63 24 13.91 Fabbricazione di tessuti a maglia 432 2 0,47 39 13.96 Fabbricazione di articoli tessili tecnici ed industriali 402 4 1,01 33 33.11 Riparazione e manutenzione di prodotti in metallo 396 40 11,24 6 33.19 Riparazione di altre apparecchiature 355 44 14,15 4 27.12 Fabbricazione apparecchiature per le reti di distribuzione e il controllo dell'elettricità 349 20 6,08 14 28.23 Fabbricazione di macchinari ed attrezzature per ufficio (esclusi computer e periferiche) 323 9 2,87 23 81.22 Attività di pulizia specializzata di edifici e di impianti e macchinari industriali 298 32 12,03 5 22.21 Fabbricazione di lastre, fogli, tubi e profilati in materie plastiche 284 6 2,16 26 01.62 Attività di supporto alla produzione animale 248 36 16,98 3 90.02 Attività di supporto alle rappresentazioni artistiche 239 18 8,14 10 31.02 Fabbricazione di mobili per cucina 209 1 0,48 38

TOTALE DRIVER DELL’ARTIGIANATO (classi* rilevanti a tasso di crescita positivo) 191.248 13,3 6.401 3,46

Totale classi rilevanti (oltre 200 imprese registrate) 1.191.198 82,8 -11.041 -0,92

Classi* non rilevanti, divisioni e gruppi (2 e 3 digit) 247.403 17,2 -9.278 -3,61

TOTALE ARTIGIANATO 1.438.601 100,0 -20.319 -1,39 * comprensive delle relative categorie e sottocategorie (5 e 6 digit)

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Movimprese

108

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Il caso delle start-up

Dal 19 dicembre 2012 è entrato in vigore il Decreto Legge Crescita 2.0 che, tra l'altro, introduce

una nuova tipologia di imprese, la start-up innovativa: una società di capitali italiana costituita

anche in forma cooperativa (o anche una società europea avente sede fiscale in Italia) che ha come

oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di

prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. Tale tipologia d’impresa gode di

esenzioni nei processi di costituzione ed iscrizione nel Registro delle Imprese, di agevolazioni

fiscali, di deroghe al diritto societario e di una specifica disciplina nei rapporti di lavoro e viene

iscritta in una sezione speciale del Registro delle Imprese a loro riservata.

I dati pubblicati da Unioncamere, aggiornati all’8 aprile 2013, contano 544 imprese start-up che,

per oltre la metà (61,2%), si concentrano in cinque regioni: 89 in Lombardia (16,4%), 75 in

Piemonte (13,8%), 64 in Veneto (11,8%), 59 in Emilia-Romagna (10,8%) e 46 in Toscana

(8,5%).

Imprese Start-up innovative per regione e nelle principali province Dati all'8 aprile 2013. Valori assoluti, incidenze, imprese start-up ogni 10.000 iscritte nel 2012 e rango

Regione Numero imprese start-up

% Propensione all'avvio di imprese

start-up (start-up ogni 10.000 imprese* iscritte nel 2012)

Rank

Abruzzo 8 1,5 38 15 Basilicata 3 0,6 42 12 Calabria 4 0,7 22 18 Campania 6 1,1 7 20 Emilia-Romagna 59 10,8 104 8 Friuli-Venezia Giulia 31 5,7 290 1 Lazio 35 6,4 25 17 Liguria 18 3,3 122 5 Lombardia 89 16,4 55 10 Marche 25 4,6 117 6 Molise 2 0,4 40 13 Piemonte 75 13,8 186 4 Puglia 19 3,5 39 14 Sardegna 9 1,7 51 11 Sicilia 11 2,0 20 19 Toscana 46 8,5 90 9 Trentino-Alto adige 33 6,1 270 2 Umbria 4 0,7 35 16 Valle d'Aosta 3 0,6 226 3 Veneto 64 11,8 107 7 ITALIA 544 100,0 65

Le province con oltre 10 start-up

Torino 61 11,2 263

Milano 40 7,4 47

Roma 35 6,4 30

Trento 29 5,3 532

Padova 24 4,4 184

Bologna 23 4,2 172

Genova 16 2,9 187

Lecce 14 2,6 140

Pisa 14 2,6 253

Treviso 14 2,6 132

Trieste 14 2,6 693

Verona 14 2,6 111

Brescia 12 2,2 68

Ancona 11 2,0 187

Reggio Emilia 10 1,8 146

* società di capitale e cooperative

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Movimprese

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SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Le province dove si contano oltre 10 imprese di questo tipo sono quindici ed in particolare abbiamo

ai primi posti Torino con 61 imprese (11,2% del totale), Milano con 40 (7,4%), Roma 35 imprese

(6,4%), Trento con 29 imprese (5,3%), Padova con 24 imprese (4,4%) e Bologna con 23 imprese

(4,2%).

Abbiamo calcolato la propensione allo start-up innovativo dei territori rapportando il numero di

start-up registrate ogni 10.000 imprese iscritte nel 2012 in forma di società di capitale e di

cooperativa: questo ci ha permette di indicare il Friuli-Venezia Giulia come regione più orientata

verso questo nuovo tipo di imprese con 290 start-up registrate ogni 10.000 iscritte, seguita dal

Trentino-Alto Adige con un valore del rapporto pari a 270, dalla Valle d'Aosta con 226, dal

Piemonte con 186 e dalla Liguria con 122.

I settori. Considerando poi solo le start-up di cui è indicata la divisione economica - che sono

complessivamente 533 - si osserva che il macrosettore maggiormente rappresentato è quello dei

Servizi alle imprese20

con 405 imprese, seguito dal Manifatturiero con 101, dai Servizi alle

persone21

con 19, dalle Costruzioni con 4 e dagli Altre sezioni22

sempre con 4 imprese. In termini

relativi, il settore con la più alta propensione allo start-up innovativo per macrosettore è quello dei

Servizi alle imprese con 998 imprese start-up ogni 10.000 imprese iscritte nel 2012 sotto forma di

società di capitale e cooperative, seguito dal Manifatturiero con 524, dalle Altre sezioni con 112,

dai Servizi alle persone con 47 e dalle Costruzioni con 31.

Propensione allo start-up innovativo per macrosettore economico Dati all'8 aprile 2013. Valori assoluti e incidenze. Classificazione Ateco 2007

Macrosettore Numero imprese start-up

% Propensione all'avvio di imprese

start-up (start-up ogni 10.000 imprese* iscritte nel 2012

Rango

Manifatturiero 101 18,9 524 2 Costruzioni 4 0,8 31 5 Servizi alle imprese (sez. H, M e N) 405 76,0 998 1 Servizi alle persone (G, P e Q) 19 3,6 47 4 Altre sezioni (sez. A, D ed E) 4 0,8 112 3 TOTALE START-UP 533 100,0 457 NB: solo imprese start-up per cui è stata indicata la divisione economica di appartenenza * società di capitale e cooperative

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Movimprese

In particolare abbiamo 158 imprese start-up nella Produzione di software, consulenza

informatica e attività connesse, 114 nella Ricerca scientifica e sviluppo, 40 nelle Attività degli

studi di architettura e d'ingegneria; collaudi ed analisi tecniche e 31 sia nella Fabbricazione di

computer e prodotti di elettronica e ottica che nelle Attività dei servizi d'informazione e altri

servizi.

20

H Trasporto e magazzinaggio, J Servizi di informazione e comunicazione, M Attività professionali, scientifiche e

tecniche e N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 21

G Comm. all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di auto e moto, P Istruzione e Q Sanità e assist. sociale 22

A Agricoltura, silvicoltura pesca, D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata ed E Fornitura di

acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento

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7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Imprese Start-up innovative per divisione e macrosettore economico Dati all'8 aprile 2013. Valori assoluti e incidenze. Classificazione Ateco 2007

Divisione e macrosettore Numero imprese

start-up %

J 62 Produzione di software, consulenza informatica e attività connesse 158 29,6 M 72 Ricerca scientifica e sviluppo 114 21,4 M 71 Attività degli studi di architettura e d'ingegneria; collaudi ed analisi tecniche 40 7,5 C 26 Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica 31 5,8 J 63 Attività dei servizi d'informazione e altri servizi informa 31 5,8 C 28 Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature n.c.a. 28 5,3 M 74 Altre attività professionali, scientifiche e tecniche 20 3,8 M 70 Attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale 18 3,4 C 27 Fabbricazione di apparecchiature elettriche ed apparecchiature 12 2,3 M 73 Pubblicità e ricerche di mercato 9 1,7 C 30 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 7 1,3 G 46 Commercio all'ingrosso (escluso quello di autoveicoli e di motocicli) 7 1,3 G 47 Commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e di motocicli) 7 1,3 C 32 Altre Industrie manifatturiere 6 1,1 J 58 Attività editoriali 6 1,1 C 22 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 4 0,8 H 52 Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti 4 0,8 C 29 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 3 0,6 C 31 Fabbricazione di mobili 3 0,6 F 43 Lavori di costruzione specializzati 3 0,6 N 79 Attività di servizi di agenzie viaggio, tour operator e di prenotazioni e attività connesse 3 0,6 P 85 Istruzione 3 0,6 C 20 Fabbricazione di prodotti chimici 2 0,4 C 33 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature 2 0,4 N 77 Attività di noleggio e leasing operativo 2 0,4 A 02 Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali 1 0,2 C 15 Fabbricazione di articoli in pelle e simili 1 0,2 C 23 Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 1 0,2 C 25 Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e a 1 0,2 D 35 Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 1 0,2 E 38 Attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti; recupero dei materiali 1 0,2 E 39 Attività di risanamento e altri servizi di gestione dei rifiuti 1 0,2 F 42 Ingegneria civile 1 0,2 Q 86 Assistenza sanitaria 1 0,2 Q 88 Assistenza sociale non residenziale 1 0,2

Servizi alle imprese (sez. H, M e N) 405 76,0 Manifatturiero 101 18,9 Servizi alle persone (G, P e Q) 19 3,6 Costruzioni 4 0,8 Altre sezioni (sez. A, D ed E) 4 0,8 TOTALE START-UP 533 100,0 NB: solo imprese start-up per cui è stata indicata la divisione economica di appartenenza * società di capitale e cooperative

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Movimprese

Concludiamo questa parte dedicata alle start-up riportando alcuni dettagli sugli elementi

qualificativi di questa tipologia di impresa. I requisiti di una impresa (riportati in Infocamere, 2013),

per essere qualificata start-up, oltre all’oggetto sociale - oggetto sociale esclusivo o prevalente lo

sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore

tecnologico - è che l’impresa: a) non sia nata da una fusione, scissione societaria o da una cessione

di azienda o di ramo di azienda b) che sia giovane (meno di 48 mesi) c) che al momento della

costituzione e nei 24 mesi successivi, la maggioranza delle quote o azioni del capitale sociale e dei

diritti di voto nell'assemblea ordinaria dei soci sia detenuta da persone fisiche d) che abbia sede

principale dei propri affari e interessi in Italia e) che dal secondo anno di attività il totale del valore

della produzione annua non superi i 5 milioni di euro f) che non distribuisce e non ha distribuito

utili. Infine deve essere verificato uno di questi tre requisiti i) le spese in ricerca e sviluppo sono

maggiori o uguali al 20% del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione ii) la forza

111

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

lavoro sia per un terzo o più composta da dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo che abbia - o

stia per avere - un dottorato di ricerca presso università italiana o straniera o che sia un laureato con

almeno tre anni di attività di ricerca certificata presso istituti di ricerca pubblici o privati, in Italia o

all'estero iii) l’impresa è titolare o depositaria o licenziataria di almeno un titolo di diritto di

proprietà intellettuale che riguardi una invenzione industriale o biotecnologica, a una topografia di

prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale coerente con l'attività d'impresa.

Nel dettaglio, considerando i rapporti di lavoro, potrà assumere personale con contratti a tempo

determinato con una durata tra i 6 e i 36 mesi (contratti che potranno essere anche di breve durata e

rinnovati più volte) e, dopo tale termine, il contratto potrà essere rinnovato una sola volta e al

massimo per 1 anno salvo poi dover essere convertito in un contratto a tempo indeterminato se si

intende mantenere in azienda il lavoratore; la remunerazione dei collaboratori potrà essere con stock

option e dei fornitori di servizi esterni potrà avvenire tramite work for equity, il tutto con un regime

fiscale e contributivo vantaggioso e disegnato per le esigenze di tali imprese.

Nell’ambito della fiscalità la start-up avrà accesso prioritario alle agevolazioni (credito d’imposta)

per le assunzioni di personale altamente qualificato e ci saranno incentivi fiscali per gli investimenti

provenienti da aziende e privati tra il 2013 e il 2015 (maggiori se interessano start-up a vocazione

sociale o che operano nel settore energetico).

Per quanto riguarda poi l’approvvigionamento finanziario verrà introdotto il crowdfunding - cioè

la raccolta fondi che avviene grazie all’apporto di una rete di contatti e che tipicamente sfrutta le

potenzialità di incontro e pubblicità del Web ed in particolare oggi dei social networks - e ci sarà

l’accesso semplificato, gratuito e diretto al Fondo Centrale di Garanzia.

Infine per la promozione e lo sviluppo di tale impresa è previsto il sostegno dell'Istituto nazionale

per il Commercio Estero (ICE) nel processo di internazionalizzazione.

Il cattivo contesto per fare impresa in Italia

L'inefficienza di numerosi processi di interazione tra Pubblica e imprese con la conseguente

creazione nel nostro Paese di un ambiente ostile al 'fare impresa' è certificato da indagini

internazionali: nella classifica sulla facilità di fare impresa contenuta nel Doing Business 2013

redatto dalla Banca Mondiale, l’Italia si colloca al 73° posto migliorando rispetto alla rilevazione

precedente in cui occupava il 75° posto23

.

Facilità di fare impresa: Italia ultimo tra i maggiori Paesi avanzati Anno 2012-ranking su 185 Paesi Paese rank

Singapore 1 Hong Kong 2 Nuova Zelanda 3 Usa 4 Danimarca 5 Norvegia 6 Regno Unito 7 Corea del Sud 8 Georgia 9 Australia 10

Germania 20

Giappone 24

Francia 34

Spagna 44

Italia 73

dati Banca Mondiale-Doing Business 2013

23

La classifica del Doing Business 2012 è stata rettificata in occasione della pubblicazione dell’edizione 2013

112

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

In un anno l'Italia migliora il suo posizionamento nel ranking mondiale dell'anno precedente per sei

delle dieci variabili considerate dall’indice Doing Business, nel dettaglio si tratta del Trasferimento

di proprietà immobiliare (dal 47° posto al 39° posto, pari ad una salita di 8 posizioni), del

Commercio transfrontaliero marittimo (dal 59° posto al 55° posto, pari ad una salita di 4

posizioni), dell’Allacciamento alla rete elettrica (dal 109° posto al 107° posto, pari ad una salita di

2 posizioni), del Pagamento delle imposte (dal 133° posto al 131° posto, pari ad una salita di 2

posizioni) e della Risoluzione dell'insolvenza e procedure concorsuali (dal 32° posto al 31°

posto, pari ad una salita di 1 posizioni) mentre, per quanto riguarda la Risoluzione di dispute

commerciali, la posizione risulta invariata rispetto ad un anno prima (160° posto).

All’opposto la nostra performance risulta peggiorate in particolare nell’Avvio d'impresa (dal 76°

posto al 84° posto, pari ad una discesa di 8 posizioni), seguito dall’Accesso al credito (dal 97°

posto al 104° posto, pari ad una discesa di 7 posizioni), dalla Protezione degli investitori di

minoranza (dal 46° posto al 49° posto, pari ad una discesa di 3 posizioni) ed infine

dall’Ottenimento di permessi edilizi (dal 100° posto al 103° posto, pari ad una discesa di 3

posizioni).

Facilità di fare impresa: nell'ultimo anno l'Italia guadagna 2 posizioni Anni 2011 e 2012-posizionamento in classifica e variazione 2012 su 2011. Numero paesi: 185

Variabili considerate dall’indice Doing Business Rank 2011

Rank 2012

variazione di posizione

2012 su 2011

Trasferimento di proprietà immobiliare 47 39 -8 Commercio transfrontaliero marittimo 59 55 -4 Allacciamento alla rete elettrica 109 107 -2 Pagamento delle imposte 133 131 -2 Risoluzione dell'insolvenza e procedure concorsuali 32 31 -1 Risoluzione di dispute commerciali 160 160 0 Ottenimento di permessi edilizi 100 103 3 Protezione degli investitori di minoranza 46 49 3 Accesso al credito 97 104 7 Avvio d'impresa 76 84 8

Facilità di fare impresa in Italia 75 73 -2

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca Mondiale-Doing Business 2013

La peggiore performance rilevata dalla Banca Mondiale è quella relativa alla Risoluzione di

dispute commerciali, considerandone i tempi, il numero di procedure necessarie e il costo in

percentuale del valore della disputa stessa: nel dettaglio i 1.210 giorni e le 41 procedure

necessarie ed il costo del 29,9% ci porta ad occupare il 160° posto nel ranking mondiale. Nel focus

italiano del Doing business 2013 si ricorda che i lunghi tempi di attesa possono essere spiegati in

parte con l’elevato numero di casi di questo genere trattati nei tribunali, ma si sottolinea che questi

stanno adottando nuovi sistemi di gestione delle cause e stanno investendo in informatizzazione e

indirizzando verso una maggior specializzazione dei giudici nelle materie trattate.

I 1.210 giorni che in Italia servono per tutelare un contratto sono ben 741 giorni in più -

equivalenti a 2 anni e 11 giorni - rispetto alla media di 469 giorni rilevata nei paesi OCSE ad

alto reddito24

.

24

Sono 31, cioè i 34 membri esclusi Cile, Messico e Turchia

113

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Tempi della giustizia civile per procedimento di tutela di un contratto commerciale nei principali paesi OCSE Anno 2012-giorni. Media OCSE dei paesi a più alto Pil

Paese Posizionamento in classifica generale

per la variabile Giorni Indice Ocse=100

Italia 160 1.210 258,1 Spagna 64 510 108,8 Regno Unito 21 399 85,1 Germania 5 394 84,0 Francia 8 390 83,2 USA 6 370 78,9 Giappone 35 360 76,8 Media 31 paesi Ocse a più alto reddito 469 100,0 Differenza Italia-31 paesi Ocse a più alto reddito 741 NB: i paesi OCSE a più alto reddito sono 31, cioè i 34 membri esclusi Cile, Messico e Turchia

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca Mondiale-Doing Business 2013

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7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

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7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

L’imprenditoria giovanile artigiana

In quest’ultimo capitolo del Rapporto esaminiamo la struttura dell’imprenditoria giovanile

artigiana, considerando le cariche imprenditoriali25

ricoperte da giovani con meno di 40 anni.

L’analisi presenta diversi livelli di approfondimento: in particolare, esaminiamo la consistenza e la

dinamica annuale dei giovani imprenditori su base territoriale e per settore di attività economica,

con uno specifico e dettagliato riferimento alle Attività Manifatturiere.

Nell’analisi sono presi in esame gli ultimi dati disponibili forniti da Infocamere26

relativi al 31

dicembre 2012 e riferiti alle imprese iscritte all’Albo Artigiani.

Al IV trimestre 2012 in Italia, gli artigiani con meno di 40 anni che rivestono cariche

imprenditoriali sono 576.177. La ripartizione geografica rileva una più alta concentrazione di

giovani imprenditori nel Nord-Ovest (31,7%), segue il Mezzogiorno (25,1%), il Nord-Est (23,4%)

e il Centro (19,8%). Nel dettaglio regionale, si registra una maggiore presenza di giovani

imprenditori artigiani in Lombardia che si attesta con una quota del 18,7%, pari a 107.585 giovani

imprenditori, seguono il Veneto e l’Emilia-Romagna, entrambe con una quota del 9,8%, pari

rispettivamente a 56.598 e 56.461 giovani imprenditori.

Imprenditori artigiani under 40 nel 2012 per regione e ripartizione geografica

31 dicembre 2012-valori assoluti

182.

511

144.

415

135.

045

114.

206

107.

585

56.5

98

56.4

61

55.7

36

46.7

62

37.2

04

32.9

97

30.2

05

29.6

41

20.7

96

17.6

41

15.4

69

15.2

01

13.7

48

11.0

19

10.9

67

9.44

4

4.21

3

2.94

1

1.54

90

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

160.000

180.000

200.000

Nor

d-O

vest

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ilica

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Mol

ise

Val

le d

'Aos

ta

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Infocamere

Nel 2012 si contano 37.938 imprenditori artigiani under 40 in meno rispetto al 2011, pari ad

un calo del -6,2%. Un dato quest’ultimo che evidenzia come la recessione economica abbia messo

in atto un processo di selezione delle imprese che ha interessato, in modo significativo, anche il

segmento giovane dell’imprenditoria artigiana. L’area geografica dove si registra il calo più

consistente e superiore al dato nazionale è il Nord-Est con una flessione pari al -7,1%; segue il

Nord-Ovest che rileva una diminuzione del -6,0%. Più contenute, seppur di poco, sono le flessioni

registrate nel Mezzogiorno (-5,9%) e nel Centro (-5,7%).

25

Si considerano imprenditori: titolari, soci, amministratori ed altre cariche 26

Società Consortile di Informatica delle Camere di Commercio Italiane per azioni

116

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

A livello regionale si osserva una diffusa e generalizzata dinamica negativa dei giovani imprenditori

artigiani con flessioni superiori alla media nazionale (-6,2%) in ben nove regioni. Le riduzioni più

rilevanti si rilevano in Sardegna, dove si registra una diminuzione degli imprenditori artigiani

under 40 del -8,8%, in Friuli-Venezia Giulia (-7,8%), Valle d’Aosta (-7,7%), Emilia-Romagna

(-7,3%), Veneto e Toscana (entrambe a -7,2%) e Abruzzo (-7,1%). All’opposto, il Lazio è la

regione che registra il calo più contenuto, pari al -4,2% rispetto all’anno precedente, seguito dalla

Sicilia (-4,5%), dalle Marche (-4,7%) e dalla Puglia (-4,9%).

Imprenditori artigiani under 40 per regione e ripartizione geografica 31 dicembre del 2011 e del 2012 - valori assoluti, variazione assoluta e percentuale, incidenza e ranking

Regione Imprenditori

anno 2011 Imprenditori

anno 2012 Var.

assoluta Var. % Rank

Distribuzione su territorio

Rank

Abruzzo 14.805 13.748 -1.057 -7,1 14 2,4 14 Basilicata 4.476 4.213 -263 -5,9 9 0,7 18 Calabria 16.402 15.469 -933 -5,7 8 2,7 12 Campania 31.604 29.641 -1.963 -6,2 11 5,1 9 Emilia-Romagna 60.932 56.461 -4.471 -7,3 17 9,8 3 Friuli-Venezia Giulia 11.896 10.967 -929 -7,8 19 1,9 16 Lazio 38.816 37.204 -1.612 -4,2 1 6,5 6 Liguria 18.563 17.641 -922 -5,0 5 3,1 11 Lombardia 114.424 107.585 -6.839 -6,0 10 18,7 1 Marche 21.830 20.796 -1.034 -4,7 3 3,6 10 Molise 3.105 2.941 -164 -5,3 7 0,5 19 Piemonte 59.453 55.736 -3.717 -6,3 12 9,7 4 Puglia 31.776 30.205 -1.571 -4,9 4 5,2 8 Sardegna 16.667 15.201 -1.466 -8,8 20 2,6 13 Sicilia 34.568 32.997 -1.571 -4,5 2 5,7 7 Toscana 50.377 46.762 -3.615 -7,2 15 8,1 5 Trentino-Alto Adige 11.624 11.019 -605 -5,2 6 1,9 15 Umbria 10.133 9.444 -689 -6,8 13 1,6 17 Valle d'Aosta 1.679 1.549 -130 -7,7 18 0,3 20 Veneto 60.985 56.598 -4.387 -7,2 16 9,8 2

Nord-Ovest 194.119 182.511 -11.608 -6,0 3 31,7 1 Nord-Est 145.437 135.045 -10.392 -7,1 4 23,4 3 Centro 121.156 114.206 -6.950 -5,7 1 19,8 4 Mezzogiorno 153.403 144.415 -8.988 -5,9 2 25,1 2 ITALIA 614.115 576.177 -37.938 -6,2 100,0

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Infocamere

Consideriamo ora la consistenza e le incidenze delle diverse tipologie di cariche imprenditoriali che

i giovani under 40 ricoprono nelle imprese artigiane in qualità di Titolare, Socio, Amministratore e

Altre cariche. Nel dettaglio, osserviamo che a guidare le classifiche relative alla numerosità di

ciascuna tipologia sono sempre le stesse cinque regioni: Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte,

Toscana e Veneto; fa eccezione la tipologia Altre cariche in cui spicca la Sicilia. In particolare

nelle prime cinque regioni ora menzionate si concentra complessivamente il 55,0% dei titolari, il

56,2% dei soci e il 60,4% degli amministratori.

Con specifico riferimento alla carica di titolare, spicca la Lombardia che registra il più alto numero

di giovani titolari artigiani, pari a 67.825 unità, segue il Piemonte (36.408 unità), l’Emilia-

Romagna (34.176 unità), il Veneto (32.710 unità) e la Toscana (28.682 unità).

Prendendo in esame poi i dati relativi all’incidenza dei titolari sul totale regionale dei giovani

imprenditori under 40, si registra una più alta presenza di titolari nel Lazio (70,1%), in Valle

d’Aosta (69,5%), in Liguria (67,9%), in Puglia (67,8%) e in Calabria (67,1%).

117

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Imprenditori artigiani under 40 per tipologia di carica ricoperta, per regione e ripartizione geografica 31 dicembre del 2012 - valori assoluti, incidenze su totale imprenditori e rango

Regione Titolare Socio Amministratore Altre

cariche TOTALE

Incidenza Titolare

Rank Incidenza

Socio Incidenza Amm.ore

Incidenza Altre cariche

Abruzzo 8.631 1.616 3.218 283 13.748 62,8 11 11,8 23,4 2,1 Basilicata 2.634 728 672 179 4.213 62,5 12 17,3 16,0 4,2 Calabria 10.373 1.834 2.736 526 15.469 67,1 5 11,9 17,7 3,4 Campania 19.840 3.880 5.453 468 29.641 66,9 7 13,1 18,4 1,6 Emilia-Romagna 34.176 5.690 15.723 872 56.461 60,5 16 10,1 27,8 1,5 Friuli-Venezia Giulia 6.748 699 3.294 226 10.967 61,5 13 6,4 30,0 2,1 Lazio 26.090 3.743 6.983 388 37.204 70,1 1 10,1 18,8 1,0 Liguria 11.976 2.316 3.134 215 17.641 67,9 3 13,1 17,8 1,2 Lombardia 67.825 9.850 28.835 1.075 107.585 63,0 10 9,2 26,8 1,0 Marche 11.379 5.181 3.890 346 20.796 54,7 19 24,9 18,7 1,7 Molise 1.866 347 665 63 2.941 63,4 9 11,8 22,6 2,1 Piemonte 36.408 6.078 12.288 962 55.736 65,3 8 10,9 22,0 1,7 Puglia 20.479 3.105 5.866 755 30.205 67,8 4 10,3 19,4 2,5 Sardegna 9.260 1.705 3.773 463 15.201 60,9 15 11,2 24,8 3,0 Sicilia 22.110 3.186 5.836 1.865 32.997 67,0 6 9,7 17,7 5,7 Toscana 28.682 7.537 9.897 646 46.762 61,3 14 16,1 21,2 1,4 Trentino-Alto Adige 6.104 2.509 2.141 265 11.019 55,4 18 22,8 19,4 2,4 Umbria 5.147 2.625 1.593 79 9.444 54,5 20 27,8 16,9 0,8 Valle D'Aosta 1.077 205 249 18 1.549 69,5 2 13,2 16,1 1,2 Veneto 32.710 14.039 8.853 996 56.598 57,8 17 24,8 15,6 1,8

Nord-Ovest 117.286 18.449 44.506 2.270 182.511 64,3 2 10,1 24,4 1,2 Nord-Est 79.738 22.937 30.011 2.359 135.045 59,0 4 17,0 22,2 1,7 Centro 71.298 19.086 22.363 1.459 114.206 62,4 3 16,7 19,6 1,3 Mezzogiorno 95.193 16.401 28.219 4.602 144.415 65,9 1 11,4 19,5 3,2 ITALIA 363.515 76.873 125.099 10.690 576.177 63,1 13,3 21,7 1,9

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Infocamere

Dall'esame dei dati riguardanti la distribuzione dei giovani imprenditori artigiani under 40 nelle

diverse attività economiche - secondo la Classificazione Ateco 2007 - osserviamo che il 42,7%, pari

a 246.105 imprenditori, opera nelle Costruzioni (33,6% solo nei Lavori di costruzione

specializzati) e il 21,2%, pari a 122.340 imprenditori, nelle Attività manifatturiere. Questi due

settori, nel complesso, assorbono quasi i due terzi dell’imprenditoria artigiana giovanile (63,9%).

A seguire è significativa la quota di giovani imprenditori artigiani a capo di imprese attive nelle

Altre attività di servizi con il 13,2% (11,4% rappresentato dalle sole attività di servizi per la

persona quali per esempio lavanderie, parrucchieri, estetiste e centri benessere fisico), nel

Commercio all’ingrosso e al dettaglio e nella riparazione di autoveicoli e motocicli con il 5,2%,

nelle Attività di servizi di alloggio e ristorazione con il 5,1%, nel Trasporto e magazzinaggio

con il 4,6%, nel Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese con il 3,3% e nelle

Attività professionali, scientifiche e tecniche con l’1,1%.

118

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Imprenditori artigiani under 40 per tipologia di carica ricoperta e per sezione economica 31 dicembre 2012 - val. ass., incidenze carica su att. econ. e incid. totale cariche att. econ. su totale econ. (Ateco 2007)

Sezione e divisione Titolare Socio Amm.

ore Altre

cariche TOTALE

CARICHE

Incid. Titolare

su TOTALE

CARICHE

Incid. Socio su TOTALE CARICHE

Incid. Amm.ore

su TOTALE

CARICHE

Incid. Altre

cariche su

TOTALE CARICHE

Incid. TOTALE

CARICHE riga su

TOTALE ECON.

A - Agricoltura, silvicoltura e pesca 2.545 406 500 21 3.472 73,3 11,7 14,4 0,6 0,6 B - Estrazione di minerali da cave e miniere 41 109 141 6 297 13,8 36,7 47,5 2,0 0,1 C - Attività manifatturiere 55.277 25.653 40.018 1.392 122.340 45,2 21,0 32,7 1,1 21,2 D 35 Fornitura di energia elettrica, gas,

vapore e aria condizionata 13 3 9 0 25 52,0 12,0 36,0 0,0 0,0

E - Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento

259 276 442 58 1.035 25,0 26,7 42,7 5,6 0,2

F - Costruzioni 181.550 22.073 38.078 4.404 246.105 73,8 9,0 15,5 1,8 42,7 G - Comm. all'ingrosso e al dettaglio;

riparazione di autoveicoli e motocicli 11.261 6.180 9.961 2.600 30.002 37,5 20,6 33,2 8,7 5,2

H - Trasporto e magazzinaggio 16.790 3.872 5.485 471 26.618 63,1 14,5 20,6 1,8 4,6 I - Attività dei servizi di alloggio e di

ristorazione 15.089 5.788 8.461 233 29.571 51,0 19,6 28,6 0,8 5,1

J - Servizi di informazione e comunicazione 3.499 890 1.538 29 5.956 58,7 14,9 25,8 0,5 1,0 K - Attività finanziarie e assicurative 0 0 56 59 115 0,0 0,0 48,7 51,3 0,0 L 68 Attività immobiliari 1 30 31 6 68 1,5 44,1 45,6 8,8 0,0 M - Attività profession., scientif. e tecniche 6.891 1.132 2.173 123 10.319 66,8 11,0 21,1 1,2 1,8 N - Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di

supporto alle imprese 14.304 1.840 2.858 229 19.231 74,4 9,6 14,9 1,2 3,3

P 85 Istruzione 303 335 429 26 1.093 27,7 30,6 39,2 2,4 0,2 Q - Sanità e assistenza sociale 199 64 102 2 367 54,2 17,4 27,8 0,5 0,1 R - Attività artistiche, sportive, di

intrattenimento e divertimento 1.817 266 522 28 2.633 69,0 10,1 19,8 1,1 0,5

S - Altre attività di servizi 53.313 7.847 14.047 997 76.204 70,0 10,3 18,4 1,3 13,2 X - Imprese non classificate 363 109 248 6 726 50,0 15,0 34,2 0,8 0,1 TOTALE ECONOMIA 363.515 76.873 125.099 10.690 576.177 63,1 13,3 21,7 1,9 100,0

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Infocamere

Nelle due tavole a seguire vengono proposti per sezioni e divisioni economiche i dati al 31

dicembre 2012 relativi alla numerosità delle tipologie di cariche imprenditoriali ricoperte dai

giovani under 40 e alla loro incidenza; nell’ultima colonna viene infine presentata l’incidenza del

totale cariche di ogni sezione e divisione economica sul totale economia.

119

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Imprenditori artigiani under 40 per tipologia di carica ricoperta e per sezione/divisione economica - 1/2 31 dicembre 2012 - val. ass., incidenze carica su att. econ. e incid. totale cariche att. econ. su totale economia (Ateco 2007)

Sezione e divisione Titolare Socio Amm.

ore Altre

cariche TOTALE

CARICHE

Incid. Titolare su

TOTALE CARICHE

Incid. Socio su TOTALE

CARICHE

Incid. Amm.ore

su TOTALE CARICHE

Incid. Altre cariche su

TOTALE CARICHE

Incid. TOTALE

CARICHE riga su

TOTALE ECON.

A 01 Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi

1.233 286 344 14 1.877 65,7 15,2 18,3 0,7 0,3

A 02 Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali 1.296 113 147 7 1.563 82,9 7,2 9,4 0,4 0,3 A 03 Pesca e acquacoltura 16 7 9 0 32 50,0 21,9 28,1 0,0 0,0

A - AGRICOLTURA, SILVICOLT. E PESCA 2.545 406 500 21 3.472 73,3 11,7 14,4 0,6 0,6 B 08 Altre attività di estrazione di minerali da cave e

miniere 40 109 141 6 296 13,5 36,8 47,6 2,0 0,1

B 09 Attività dei servizi di supporto all'estrazione 1 0 0 0 1 100,0 0,0 0,0 0,0 0,0

B - ESTRAZ. DI MINERALI DA CAVE E MIN. 41 109 141 6 297 13,8 36,7 47,5 2,0 0,1 C 10 Industrie alimentari 6.100 4.927 6.478 281 17.786 34,3 27,7 36,4 1,6 3,1 C 11 Industria delle bevande 83 131 172 10 396 21,0 33,1 43,4 2,5 0,1 C 13 Industrie tessili 1.617 778 1.010 13 3.418 47,3 22,8 29,5 0,4 0,6 C 14 Confezione di articoli di abbigliamento.;

confezione di articoli in pelle e pelliccia 7.226 1.138 1.514 52 9.930 72,8 11,5 15,2 0,5 1,7

C 15 Fabbricazione di articoli in pelle e simili 2.474 885 1.002 27 4.388 56,4 20,2 22,8 0,6 0,8 C 16 Industria del legno e dei prodotti in legno e

sughero (esclusi i mobili); fabbr. di articoli in paglia e materiali da intreccio

4.810 2.045 3.100 85 10.040 47,9 20,4 30,9 0,8 1,7

C 17 Fabbricazione di carta e di prodotti di carta 203 178 310 7 698 29,1 25,5 44,4 1,0 0,1 C 18 Stampa e riproduzione di supporti registrati 1.971 1.244 1.983 29 5.227 37,7 23,8 37,9 0,6 0,9 C 19 Fabbr. di coke e prodotti derivanti dalla

raffinazione del petrolio 4 1 3 0 8 50,0 12,5 37,5 0,0 0,0

C 20 Fabbricazione di prodotti chimici 135 193 234 7 569 23,7 33,9 41,1 1,2 0,1 C 21 Fabbr. di prodotti farmaceutici di base e di

preparati farmaceutici 1 1 1 0 3 33,3 33,3 33,3 0,0 0,0

C 22 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche

620 547 932 25 2.124 29,2 25,8 43,9 1,2 0,4

C 23 Fabbr. di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi

2.696 1.455 2.109 52 6.312 42,7 23,1 33,4 0,8 1,1

C 24 Metallurgia 117 126 207 7 457 25,6 27,6 45,3 1,5 0,1 C 25 Fabbr. di prodotti in metallo (esclusi macchinari

e attrezzature) 11.626 5.777 10.515 303 28.221 41,2 20,5 37,3 1,1 4,9

C 26 Fabbr. di computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi

703 312 582 20 1.617 43,5 19,3 36,0 1,2 0,3

C 27 Fabbr. di apparecchiature elettriche ed apparecchiature per uso domestico non elettriche

755 564 1.028 70 2.417 31,2 23,3 42,5 2,9 0,4

C 28 Fabbr. di macchinari ed apparecchiature n.c.a. 1.511 1.102 2.024 93 4.730 31,9 23,3 42,8 2,0 0,8 C 29 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e

semirimorchi 168 124 234 12 538 31,2 23,0 43,5 2,2 0,1

C 30 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 520 233 357 21 1.131 46,0 20,6 31,6 1,9 0,2 C 31 Fabbricazione di mobili 1.777 1.346 2.119 42 5.284 33,6 25,5 40,1 0,8 0,9 C 32 Altre industrie manifatturiere 5.429 1.529 2.278 50 9.286 58,5 16,5 24,5 0,5 1,6 C 33 Riparazione, manutenzione ed installazione di

macchine ed apparecchiature 4.731 1.017 1.826 186 7.760 61,0 13,1 23,5 2,4 1,3

C - ATTIVITÀ MANIFATTURIERE 55.277 25.653 40.018 1.392 122.340 45,2 21,0 32,7 1,1 21,2

D 35 Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata

13 3 9 0 25 52,0 12,0 36,0 0,0 0,0

E 36 Raccolta, trattamento e fornitura di acqua 7 0 1 1 9 77,8 0,0 11,1 11,1 0,0 E 37 Gestione delle reti fognarie 65 74 103 21 263 24,7 28,1 39,2 8,0 0,0 E 38 Attività di raccolta, trattamento e smaltimento

dei rifiuti; recupero dei materiali 152 192 305 35 684 22,2 28,1 44,6 5,1 0,1

E 39 Attività di risanamento e altri servizi di gestione dei rifiuti

35 10 33 1 79 44,3 12,7 41,8 1,3 0,0

E - FORNITURA DI ACQUA; RETI FOGNARIE, ATTIVITÀ DI GESTIONE DEI RIFIUTI E RISANAMENTO

259 276 442 58 1.035 25,0 26,7 42,7 5,6 0,2

F 41 Costruzione di edifici 27.523 8.198 13.790 1.139 50.650 54,3 16,2 27,2 2,2 8,8 F 42 Ingegneria civile 837 252 505 85 1.679 49,9 15,0 30,1 5,1 0,3 F 43 Lavori di costruzione specializzati 153.190 13.623 23.783 3.180 193.776 79,1 7,0 12,3 1,6 33,6

F - COSTRUZIONI 181.550 22.073 38.078 4.404 246.105 73,8 9,0 15,5 1,8 42,7 G 45 Commercio all'ingrosso e al dettaglio e

riparazione di autoveicoli e motocicli 10.741 5.839 9.518 2.542 28.640 37,5 20,4 33,2 8,9 5,0

G 46 Comm. all'ingrosso (escluso quello autoveicoli e motocicli)

39 46 126 22 233 16,7 19,7 54,1 9,4 0,0

G 47 Comm. al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e motocicli)

481 295 317 36 1.129 42,6 26,1 28,1 3,2 0,2

G - COMM. ALL'INGROSSO E AL DETTAGLIO; RIPARAZIONE DI AUTOVEICOLI E MOTOCICLI

11.261 6.180 9.961 2.600 30.002 37,5 20,6 33,2 8,7 5,2

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Infocamere

120

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Imprenditori artigiani under 40 per tipologia di carica ricoperta e per sezione economica - 2/2 31 dicembre 2012 - val. ass., incidenze carica su att. econ. e incid. totale cariche att. econ. su totale economia (Ateco 2007)

Sezione e divisione Titolare Socio Amm.

ore Altre

cariche TOTALE

CARICHE

Incid. Titolare

su TOTALE

CARICHE

Incid. Socio su TOTALE

CARICHE

Incid. Amm.ore

su TOTALE CARICHE

Incid. Altre

cariche su TOTALE

CARICHE

Incid. TOTALE

CARICHE riga su

TOTALE ECON.

H 49 Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte

15.776 3.654 5.127 424 24.981 63,2 14,6 20,5 1,7 4,3

H 50 Trasporto marittimo e per vie d'acqua 237 33 33 0 303 78,2 10,9 10,9 0,0 0,1 H 52 Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti 632 168 288 44 1.132 55,8 14,8 25,4 3,9 0,2 H 53 Servizi postali e attività di corriere 145 17 37 3 202 71,8 8,4 18,3 1,5 0,0

H - TRASPORTO E MAGAZZINAGGIO 16.790 3.872 5.485 471 26.618 63,1 14,5 20,6 1,8 4,6 I 55 Alloggio 1 0 0 1 2 50,0 0,0 0,0 50,0 0,0 I 56 Attività dei servizi di ristorazione 15.088 5.788 8.461 232 29.569 51,0 19,6 28,6 0,8 5,1

I - ATTIVITÁ DEI SERVIZI DI ALLOGGIO E DI RISTORAZIONE

15.089 5.788 8.461 233 29.571 51,0 19,6 28,6 0,8 5,1

J 58 Attività editoriali 23 22 23 0 68 33,8 32,4 33,8 0,0 0,0 J 59 Attività di produzione cinematografica, di video e

di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore

696 108 194 1 999 69,7 10,8 19,4 0,1 0,2

J 60 Attività di programmazione e trasmissione 2 3 1 0 6 33,3 50,0 16,7 0,0 0,0 J 61 Telecomunicazioni 10 0 3 0 13 76,9 0,0 23,1 0,0 0,0

J 62 Produzione di software, consulenza informatica e attività connesse

1.790 356 804 14 2.964 60,4 12,0 27,1 0,5 0,5

J 63 Attività dei servizi d'informazione e altri servizi informatici

978 401 513 14 1.906 51,3 21,0 26,9 0,7 0,3

J - SERVIZI DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE

3.499 890 1.538 29 5.956 58,7 14,9 25,8 0,5 1,0

K 64 Attività di servizi finanziari (escluse le assicurazioni e i fondi pensione)

0 0 31 34 65 0,0 0,0 47,7 52,3 0,0

K 66 Attività ausiliarie dei servizi finanziari e delle attività assicurative

0 0 25 25 50 0,0 0,0 50,0 50,0 0,0

K - ATTIV. FINANZIARIE E ASSICURATIVE 0 0 56 59 115 0,0 0,0 48,7 51,3 0,0

L 68 Attività immobiliari 1 30 31 6 68 1,5 44,1 45,6 8,8 0,0 M 69 Attività legali e contabilità 0 1 18 10 29 0,0 3,4 62,1 34,5 0,0 M 70 Attività di direzione aziendale e di consulenza

gestionale 3 4 126 14 147 2,0 2,7 85,7 9,5 0,0

M 71 Attività degli studi di architettura e d'ingegneria; collaudi ed analisi tecniche

93 58 201 66 418 22,2 13,9 48,1 15,8 0,1

M 72 Ricerca scientifica e sviluppo 1 0 1 0 2 50,0 0,0 50,0 0,0 0,0 M 73 Pubblicità e ricerche di mercato 846 212 398 2 1.458 58,0 14,5 27,3 0,1 0,3 M 74 Altre attività professionali, scientifiche e

tecniche 5.947 857 1.427 31 8.262 72,0 10,4 17,3 0,4 1,4

M 75 Servizi veterinari 1 0 2 0 3 33,3 0,0 66,7 0,0 0,0

M - ATTIVITÀ PROFESSIONALI, SCIENTIFICHE E TECNICHE

6.891 1.132 2.173 123 10.319 66,8 11,0 21,1 1,2 1,8

N 77 Attività di noleggio e leasing operativo 22 16 18 1 57 38,6 28,1 31,6 1,8 0,0 N 79 Attività dei servizi delle agenzie di viaggio, dei

tour operator e servizi di prenotazione e attività connesse

7 0 7 1 15 46,7 0,0 46,7 6,7 0,0

N 80 Servizi di vigilanza e investigazione 0 1 2 0 3 0,0 33,3 66,7 0,0 0,0 N 81 Attività di servizi per edifici e paesaggio 13.041 1.524 2.269 208 17.042 76,5 8,9 13,3 1,2 3,0 N 82 Attività di supporto per le funzioni d'ufficio e altri

servizi di supporto alle imprese 1.234 299 562 19 2.114 58,4 14,1 26,6 0,9 0,4

N - NOLEGGIO, AGENZIE DI VIAGGIO, SERVIZI DI SUPPORTO ALLE IMPRESE

14.304 1.840 2.858 229 19.231 74,4 9,6 14,9 1,2 3,3

P 85 Istruzione 303 335 429 26 1.093 27,7 30,6 39,2 2,4 0,2

Q 86 Assistenza sanitaria 126 25 56 2 209 60,3 12,0 26,8 1,0 0,0 Q 87 Servizi di assistenza sociale residenziale 0 0 1 0 1 0,0 0,0 100,0 0,0 0,0 Q 88 Assistenza sociale non residenziale 73 39 45 0 157 46,5 24,8 28,7 0,0 0,0

Q - SANITÀ E ASSISTENZA SOCIALE 199 64 102 2 367 54,2 17,4 27,8 0,5 0,1 R 90 Attività creative, artistiche e di intrattenimento 1.538 116 248 15 1.917 80,2 6,1 12,9 0,8 0,3 R 91 Attività di biblioteche, archivi, musei ed altre

attività culturali 10 3 4 0 17 58,8 17,6 23,5 0,0 0,0

R 93 Attività sportive, di intrattenimento e di divertimento

269 147 270 13 699 38,5 21,0 38,6 1,9 0,1

R - ATTIVITÀ ARTISTICHE, SPORTIVE, DI INTRATTENIMENTO E DIVERTIMENTO

1.817 266 522 28 2.633 69,0 10,1 19,8 1,1 0,5

S 94 Attività di organizzazioni associative 0 1 0 0 1 0,0 100,0 0,0 0,0 0,0 S 95 Riparaz. di computer e di beni per uso

personale e per la casa 7.646 1.140 1.867 150 10.803 70,8 10,6 17,3 1,4 1,9

S 96 Altre attività di servizi per la persona 45.667 6.706 12.180 847 65.400 69,8 10,3 18,6 1,3 11,4

S - ALTRE ATTIVITÀ DI SERVIZI 53.313 7.847 14.047 997 76.204 70,0 10,3 18,4 1,3 13,2

X Imprese non classificate 363 109 248 6 726 50,0 15,0 34,2 0,8 0,1

TOTALE ECONOMIA 363.515 76.873 125.099 10.690 576.177 63,1 13,3 21,7 1,9 100,0

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Infocamere

121

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Proseguendo nell’analisi, focalizziamo l’attenzione sulle Attività manifatturiere, accorpando in

macrodivisioni le divisioni economiche secondo un criterio di affinità produttiva. Nello specifico, si

evidenzia una particolare propensione dei giovani artigiani nella lavorazione dei Metalli27

, dove

opera il 23,4% degli imprenditori under 40 operanti nel manifatturiero; le altre macrodivisioni

principali - dove si contano più di 5.000 giovani imprenditori - sono il Legno, mobili, carta e

stampa28

, dove si concentra il 17,4% degli imprenditori, cui seguono le attività di Alimentari e

bevande29

(14,9%), del Tessile e abbigliamento30

(14,5%), delle Altre attività manifatturiere e

riparazioni31

(13,9%, in cui, oltre alla riparazione, figurano in particolare le attività collegate al

mondo dei gioielli e quelle che producono articoli sportivi, strumenti e forniture mediche e

dentistiche) e della Plastica, gomma e metalli non metalliferi32

(6,9%).

Totale cariche ricoperte da imprenditori artigiani under 40 nelle Attività manifatturiere 31 dicembre 2012 - valori assoluti e incidenze. Ateco 2007

Macrodivisioni e divisioni Totale cariche

2012 %

C 10 Industrie alimentari 17.786 14,5 C 11 Industria delle bevande 396 0,3 Alimentari e bevande 18.182 14,9

C 13 Industrie tessili 3.418 2,8 C 14 Confezione di articoli di abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia 9.930 8,1 C 15 Fabbricazione di articoli in pelle e simili 4.388 3,6 Tessile e abbigliamento 17.736 14,5

C 16 Industria del legno e dei prod. in legno e sughero (esclusi i mobili); fabbr. art. in paglia e mat. da intreccio 10.040 8,2 C 17 Fabbricazione di carta e di prodotti di carta 698 0,6 C 18 Stampa e riproduzione di supporti registrati 5.227 4,3 C 31 Fabbricazione di mobili 5.284 4,3 Legno, mobili, carta e stampa 21.249 17,4

Prodotti petroliferi 8 0,0

Chimica 569 0,5

Farmaceutica 3 0,0

C 22 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 2.124 1,7 C 23 Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 6.312 5,2 Plastica, gomma e metalli non metalliferi 8.436 6,9

C 24 Metallurgia 457 0,4 C 25 Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) 28.221 23,1 Metalli 28.678 23,4

Computer 1.617 1,3

Apparecchiature elettriche 2.417 2,0

Altri macchinari 4.730 3,9

C 29 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 538 0,4 C 30 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 1.131 0,9 Mezzi di trasporto 1.669 1,4

C 32 Altre industrie manifatturiere 9.286 7,6 C 33 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature 7.760 6,3 Altre attività manifatturiere e riparazioni 17.046 13,9

C - ATTIVITÀ MANIFATTURIERE 122.340 100,0

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Infocamere

27

C24 Metallurgia e C25 Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) 28

C16 Industria del legno e dei prod. in legno e sughero (esclusi i mobili); fabbr. art. in paglia e mat. da intreccio, C17

Fabbricazione di carta e di prodotti di carta, C18 Stampa e riproduzione di supporti registrati e C31 Fabbr. di mobili 29

C10 Industrie alimentari e C11 Industria delle bevande 30

C13 Industrie tessili, C14 Confezione di articoli di abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia e C 15

Fabbricazione di articoli in pelle e simili 31

C32 Altre industrie manifatturiere e C33 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature 32

C22 Fabbr. di art. in gomma e materie plastiche e C23 Fabbr. di altri prod. della lavoraz. di minerali non metalliferi

122

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Passiamo ora ad esaminare la dinamica dei giovani imprenditori artigiani under 40 tra il 2011 e il

2012 nelle diverse attività economiche secondo la classificazione Ateco 2007.

Per offrire infine una visione sintetica della dinamica abbiamo aggregato le sezioni economiche

nelle macrosezioni denominate Manifatturiero esteso33

, Costruzioni e Servizi ed altro34

.

Nel complesso, si evidenzia che la significativa riduzione di giovani imprenditori artigiani - pari, lo

ricordiamo, a 37.938 unità in meno rispetto al 2011 - è determinata prevalentemente dalla dinamica

delle Costruzioni che registrano in termini assoluti la maggiore flessione, pari a 19.063 unità in

meno (-7,2%), e tale dinamica dei giovani imprenditori under 40 conferma quanto sia questo il

segmento produttivo più duramente colpito dagli effetti negativi della fase recessiva. Segue il

Manifatturiero esteso con una diminuzione di 11.166 giovani imprenditori artigiani (-8,1%) e i

Servizi ed altro che conta 7.709 unità in meno (-3,7%).

Dinamica totale cariche ricoperte da imprenditori artigiani under 40 per macrosezioni 31 dicembre del 2011 e del 2012-valori assoluti, variazioni assolute e percentuali. Ateco 2007

Macrosezioni Totale cariche

2011 Totale cariche

2012 Var. assoluta Var.%

Manifatturiero esteso* 138.335 127.169 -11.166 -8,1 Costruzioni 265.168 246.105 -19.063 -7,2 Servizi ed altro** 210.612 202.903 -7.709 -3,7 TOTALE 614.115 576.177 -37.938 -6,2 *Alle Attività Manifatturiere, sezione C codice Ateco 2007 si aggiungono le sezioni: A Agricoltura, Silvicoltura e pesca, B Estrazione di minerali da cave e miniere, D fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata ed E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione di rifiuti e risanamento **I servizi oltre alle attività di servizi comprendono anche quelle residuali e le attività non classificate

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Infocamere

Dall’analisi della dinamica imprenditoriale per settori di attività economica, evidenziamo le

divisioni che mostrano un incremento del numero dei giovani imprenditori artigiani under 40

nel 2012, in controtendenza al trend negativo rilevato per il totale economia (-6,2%).

Divisioni con variazione assoluta positiva del totale cariche ricoperte da imprenditori artigiani under 40 31 dicembre del 2011 e del 2012-valori assoluti, variazioni assolute superiore a 20 unità e percentuali. Ateco 2007

Divisioni Totale cariche

2011 Totale cariche

2012 Var.

assoluta Var. %

N 81 Attività di servizi per edifici e paesaggio 16.441 17.042 601 3,7 C 33 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature 7.576 7.760 184 2,4 M 74 Altre attività professionali, scientifiche e tecniche 8.116 8.262 146 1,8

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Infocamere

Nel dettaglio, si osserva che nelle Attività di servizi per edifici e paesaggio (che nell’artigianato

comprendono prevalentemente la pulizia di edifici, la cura e la manutenzione del paesaggio, global

service35

ecc) si contano 601 giovani imprenditori artigiani in più rispetto al 2011, registrando la più

alta variazione in termini assoluti, pari ad una crescita del 3,7%. A seguire il comparto della

Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature (che tra le altre

attività annovera la Riparazione e manutenzione di prodotti in metallo, la Riparazione e

manutenzione di macchinari, la Riparazione e manutenzione di apparecchiature elettroniche ed

ottiche e la Riparazione e manutenzione di apparecchiature elettriche) che rileva 184 unità in più,

pari ad un tasso di crescita del 2,4% e le Altre attività professionali, scientifiche e tecniche (che

33

Alle Attività Manifatturiere, sezione C codice Ateco 2007 abbiamo aggiunto le seguenti sezioni: A Agricoltura,

Silvicoltura e pesca, B Estrazione di minerali da cave e miniere, D fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria

condizionata ed E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione di rifiuti e risanamento 34

La macrosezione Servizi, oltre alle attività di servizi, comprende anche quelle residuali e le attività non classificate 35

Definito dalla norma della serie UNI 10685/98 come "un contratto, basato sui risultati, che comprende una pluralità

di servizi sostitutivi delle normali attività di manutenzione, con piena responsabilità dei risultati da parte

dell’assuntore". Tipicamente usato per esternalizzare f unzioni proprie (outsourcing)

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7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

nell’artigianato comprendono prevalentemente le attività di design specializzate e quelle di

fotografia) che contano 146 giovani imprenditori in più, pari ad un incremento del 1,8%.

Di seguito sono riportate due tabelle con i dati riguardanti la consistenza e la dinamica tra il 2011 e

il 2012 dei giovani imprenditori artigiani under 40 per sezioni e divisioni economiche.

Consistenza e dinamica del totale cariche ricoperte da imprenditori artigiani under 40 per sezione e divisione 1/2 31 dicembre del 2011 e del 2012-valori assoluti, variazioni assolute e percentuali. Ateco 2007

Sezione e divisione Totale cariche

2011 Totale cariche

2012 Var.

assoluta Var. %

A 01 Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi 2.046 1.877 -169 -8,3 A 02 Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali 1.588 1.563 -25 -1,6 A 03 Pesca e acquacoltura 33 32 -1 -3,0 A - AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA 3.667 3.472 -195 -5,3 B 08 Altre attività di estrazione di minerali da cave e miniere 320 296 -24 -7,5 B 09 Attività dei servizi di supporto all'estrazione 2 1 -1 -50,0 B - ESTRAZIONE DI MINERALI DA CAVE E MINIERE 322 297 -25 -7,8 C 10 Industrie alimentari 18.481 17.786 -695 -3,8 C 11 Industria delle bevande 406 396 -10 -2,5 C 13 Industrie tessili 3.770 3.418 -352 -9,3 C 14 Confezione di articoli di abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia 10.724 9.930 -794 -7,4 C 15 Fabbricazione di articoli in pelle e simili 4.523 4.388 -135 -3,0 C 16 Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); fabbricazione di articoli in paglia

e materiali da intreccio 11.370 10.040 -1.330 -11,7

C 17 Fabbricazione di carta e di prodotti di carta 758 698 -60 -7,9 C 18 Stampa e riproduzione di supporti registrati 5.700 5.227 -473 -8,3 C 19 Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 10 8 -2 -20,0 C 20 Fabbricazione di prodotti chimici 604 569 -35 -5,8 C 21 Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di preparati farmaceutici 6 3 -3 -50,0 C 22 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 2.313 2.124 -189 -8,2 C 23 Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 7.095 6.312 -783 -11,0 C 24 Metallurgia 531 457 -74 -13,9 C 25 Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) 31.268 28.221 -3.047 -9,7 C 26 Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di

misurazione e di orologi 1.856 1.617 -239 -12,9

C 27 Fabbricazione di apparecchiature elettriche ed apparecchiature per uso domestico non elettriche 2.687 2.417 -270 -10,0 C 28 Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature n.c.a. 5.378 4.730 -648 -12,0 C 29 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 578 538 -40 -6,9 C 30 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 1.311 1.131 -180 -13,7 C 31 Fabbricazione di mobili 5.985 5.284 -701 -11,7 C 32 Altre industrie manifatturiere 10.296 9.286 -1.010 -9,8 C 33 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature 7.576 7.760 184 2,4 C - ATTIVITÀ MANIFATTURIERE 133.226 122.340 -10.886 -8,2 D 35 Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 27 25 -2 -7,4 E 36 Raccolta, trattamento e fornitura di acqua 8 9 1 12,5 E 37 Gestione delle reti fognarie 277 263 -14 -5,1 E 38 Attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti; recupero dei materiali 717 684 -33 -4,6 E 39 Attività di risanamento e altri servizi di gestione dei rifiuti 91 79 -12 -13,2 E - FORNITURA DI ACQUA; RETI FOGNARIE, ATTIVITÀ DI GESTIONE DEI RIFIUTI E RISANAMENTO

1.093 1.035 -58 -5,3

F 41 Costruzione di edifici 55.366 50.650 -4.716 -8,5 F 42 Ingegneria civile 1.797 1.679 -118 -6,6 F 43 Lavori di costruzione specializzati 208.005 193.776 -14.229 -6,8 F - COSTRUZIONI 265.168 246.105 -19.063 -7,2 G 45 Commercio all'ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli 29.917 28.640 -1.277 -4,3 G 46 Commercio all'ingrosso (escluso quello di autoveicoli e di motocicli) 283 233 -50 -17,7 G 47 Commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e di motocicli) 1.270 1.129 -141 -11,1 G - COMMERCIO ALL'INGROSSO E AL DETTAGLIO; RIPARAZIONE DI AUTOVEICOLI E MOTOCICLI

31.470 30.002 -1.468 -4,7

H 49 Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte 27.261 24.981 -2.280 -8,4 H 50 Trasporto marittimo e per vie d'acqua 342 303 -39 -11,4 H 52 Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti 1.153 1.132 -21 -1,8 H 53 Servizi postali e attività di corriere 226 202 -24 -10,6 H - TRASPORTO E MAGAZZINAGGIO 28.982 26.618 -2.364 -8,2

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Infocamere

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7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Consistenza e dinamica del totale cariche ricoperte da imprenditori artigiani under 40 per sezione e divisione 2/2 31 dicembre del 2011 e del 2012-valori assoluti, variazioni assolute e percentuali. Ateco 2007

Sezione e divisione Totale cariche

2011 Totale cariche

2012 Var.

assoluta Var. %

I 55 Alloggio 4 2 -2 -50,0 I 56 Attività dei servizi di ristorazione 29.898 29.569 -329 -1,1 I - ATTIVITÀ DEI SERVIZI DI ALLOGGIO E DI RISTORAZIONE 29.902 29.571 -331 -1,1 J 58 Attività editoriali 84 68 -16 -19,0 J 59 Attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e

sonore 1.023 999 -24 -2,3

J 60 Attività di programmazione e trasmissione 10 6 -4 -40,0 J 61 Telecomunicazioni 13 13 0 0,0 J 62 Produzione di software, consulenza informatica e attività connesse 3.010 2.964 -46 -1,5 J 63 Attività dei servizi d'informazione e altri servizi informatici 1.965 1.906 -59 -3,0 J - SERVIZI DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE 6.105 5.956 -149 -2,4 K 64 Attività di servizi finanziari (escluse le assicurazioni e i fondi pensione) 52 65 13 25,0 K 66 Attività ausiliarie dei servizi finanziari e delle attività assicurative 72 50 -22 -30,6 K - ATTIVITÀ FINANZIARIE E ASSICURATIVE 124 115 -9 -7,3 L 68 Attività immobiliari 75 68 -7 -9,3 M 69 Attività legali e contabilità 29 29 0 0,0 M 70 Attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale 146 147 1 0,7 M 71 Attività degli studi di architettura e d'ingegneria; collaudi ed analisi tecniche 444 418 -26 -5,9 M 72 Ricerca scientifica e sviluppo 1 2 1 100,0 M 73 Pubblicità e ricerche di mercato 1.734 1.458 -276 -15,9 M 74 Altre attività professionali, scientifiche e tecniche 8.116 8.262 146 1,8 M 75 Servizi veterinari 5 3 -2 -40,0 M - ATTIVITÀ PROFESSIONALI, SCIENTIFICHE E TECNICHE 10.475 10.319 -156 -1,5 N 77 Attività di noleggio e leasing operativo 65 57 -8 -12,3 N 79 Attività dei servizi delle agenzie di viaggio, dei tour operator e servizi di prenotazione e attività

connesse 17 15 -2 -11,8

N 80 Servizi di vigilanza e investigazione 0 3 3 - N 81 Attività di servizi per edifici e paesaggio 16.441 17.042 601 3,7 N 82 Attività di supporto per le funzioni d'ufficio e altri servizi di supporto alle imprese 2.208 2.114 -94 -4,3 N - NOLEGGIO, AGENZIE DI VIAGGIO, SERVIZI DI SUPPORTO ALLE IMPRESE 18.731 19.231 500 2,7 P 85 Istruzione 1.177 1.093 -84 -7,1 Q 86 Assistenza sanitaria 227 209 -18 -7,9 Q 87 Servizi di assistenza sociale residenziale 1 1 0 0,0 Q 88 Assistenza sociale non residenziale 164 157 -7 -4,3 Q - SANITÀ E ASSISTENZA SOCIALE 392 367 -25 -6,4 R 90 Attività creative, artistiche e di intrattenimento 2.154 1.917 -237 -11,0 R 91 Attività di biblioteche, archivi, musei ed altre attività culturali 24 17 -7 -29,2 R 92 Attività riguardanti le lotterie, le scommesse, le case da gioco 2 0 -2 -100,0 R 93 Attività sportive, di intrattenimento e di divertimento 780 699 -81 -10,4 R - ATTIVITÀ ARTISTICHE, SPORTIVE, DI INTRATTENIMENTO E DIVERTIMENTO 2.960 2.633 -327 -11,0 S 94 Attività di organizzazioni associative 1 1 0 0,0 S 95 Riparazione di computer e di beni per uso personale e per la casa 11.645 10.803 -842 -7,2 S 96 Altre attività di servizi per la persona 67.828 65.400 -2.428 -3,6 S - ALTRE ATTIVITÀ DI SERVIZI 79.474 76.204 -3.270 -4,1 X Imprese non classificate 745 726 -19 -2,6

TOTALE ECONOMIA 614.115 576.177 -37.938 -6,2

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Infocamere

Infine, esaminiamo la dinamica nelle Attività Manifatturiere, prendendo a riferimento le stesse

macrodivisioni già definite precedentemente. Nel complesso il numero degli imprenditori artigiani

under 40 attivo in questo comparto registra una flessione del -8,2%, pari a 10.886 unità in meno

rispetto al 2011.

Prendendo in considerazione le macrodivisioni principali, dove si contano almeno 5.000 giovani

imprenditori under 40, rileviamo che la flessione più marcata è quella di Legno, mobili, carta e

stampa (-10,8%, pari a 2.564 imprenditori in meno), di Plastica, gomma e metalli non metalliferi

(-10,3%, pari a 972 imprenditori in meno), dei Metalli (-9,8%, pari a 3.121 imprenditori in meno, la

diminuzione maggiore in termini assoluti), del Tessile e abbigliamento (-6,7%, pari a 1.281

imprenditori in meno), delle Altre attività manifatturiere e riparazioni (-4,6%, pari a 826

imprenditori in meno) e di Alimentari e bevande (-3,7%, pari a 705 imprenditori in meno).

125

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Dinamica totale cariche ricoperte da imprenditori artigiani under 40 nelle Attività manifatturiere 31 dicembre 2012 - variazione assoluta e percentuale rispetto 31 dicembre 2011 - Ateco 2007

Macrodivisioni e divisioni Var.

assoluta Var. %

C 10 Industrie alimentari -695 -3,8 C 11 Industria delle bevande -10 -2,5 Alimentari e bevande -705 -3,7 C 13 Industrie tessili -352 -9,3 C 14 Confezione di articoli di abbigliamento; confez. di articoli in pelle e pelliccia -794 -7,4 C 15 Fabbricazione di articoli in pelle e simili -135 -3,0 Tessile e abbigliamento -1.281 -6,7 C 16 Ind. legno e prod. in legno e sughero (esclusi i mobili); fabbr. art. in paglia e mat. da intreccio -1.330 -11,7 C 17 Fabbricazione di carta e di prodotti di carta -60 -7,9 C 18 Stampa e riproduzione di supporti registrati -473 -8,3 C 31 Fabbricazione di mobili -701 -11,7 Legno, mobili, carta e stampa -2.564 -10,8 Prodotti petroliferi -2 -20,0 Chimica -35 -5,8 Farmaceutica -3 -50,0 C 22 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche -189 -8,2 C 23 Fabbr. di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi -783 -11,0 Plastica, gomma e metalli non metalliferi -972 -10,3 C 24 Metallurgia -74 -13,9 C 25 Fabbr. di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) -3.047 -9,7 Metalli -3.121 -9,8 Computer -239 -12,9 Apparecchiature elettriche -270 -10,0 Altri macchinari -648 -12,0 C 29 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi -40 -6,9 C 30 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto -180 -13,7 Mezzi di trasporto -220 -11,6 C 32 Altre industrie manifatturiere -1.010 -9,8 C 33 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature 184 2,4 Altre attività manifatturiere e riparazioni -826 -4,6

C - ATTIVITÀ MANIFATTURIERE -10.886 -8,2

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Infocamere

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7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Gli imprenditori artigiani under 40 per Provincia

Gli imprenditori artigiani under 40 sono in flessione in tutte le province, tranne che a Macerata

dove si rileva una sostanziale stabilità (0,7%). Considerando le province con una significativa

presenza di tali imprenditori - oltre le 5.000 unità - osserviamo le flessioni più contenute nelle

province di Roma (24.231 unità) e Milano (26.621 unità) che scendono rispettivamente del -3,3% e

del -3,6%. Segue la provincia di Torino (28.436 unità) con un calo del -6,0% e le province di

Brescia (16.896 unità) e di Bergamo (13.814 unità) entrambe sul -6,8%. Imprenditori artigiani under 40 per tipologia di carica ricoperta per provincia - 1/2 31 dicembre 2012-valori assoluti, incidenza titolare su totale cariche, variazioni assolute e percentuali rispetto al 2011 e ranking

Provincia Titolare Socio Amministratore Altre

cariche TOTALE cariche

Incidenza Titolare su Totale cariche

Var. ass. 2011-2012 Totale cariche

Var. % 2011-2012 Totale cariche

Rank

Agrigento 1.739 287 619 125 2.770 62,8 -168 -5,7 34 Alessandria 3.169 1.046 510 71 4.796 66,1 -290 -5,7 34 Ancona 2.877 1.546 677 86 5.186 55,5 -255 -4,7 20 Aosta 1.077 205 249 18 1.549 69,5 -130 -7,7 84 Ascoli Piceno 1.330 778 275 81 2.464 54,0 -197 -7,4 71 L'Aquila 1.830 351 824 47 3.052 60,0 -214 -6,6 53 Arezzo 2.478 437 1.678 48 4.641 53,4 -376 -7,5 75 Asti 1.828 230 675 47 2.780 65,8 -222 -7,4 71 Avellino 1.886 392 571 83 2.932 64,3 -236 -7,4 71 Bari 7.846 1.407 2.801 378 12.432 63,1 -794 -6,0 40 Bergamo 8.502 1.309 3.932 71 13.814 61,5 -1.006 -6,8 58 Biella 1.559 457 236 47 2.299 67,8 -164 -6,7 55 Belluno 1.212 626 196 38 2.072 58,5 -124 -5,6 31 Benevento 1.317 282 419 42 2.060 63,9 -98 -4,5 17 Bologna 6.534 897 2.989 229 10.649 61,4 -813 -7,1 64 Brindisi 2.119 332 530 191 3.172 66,8 -141 -4,3 15 Brescia 9.684 2.193 4.803 216 16.896 57,3 -1.226 -6,8 58 Bolzano 2.890 609 1.475 148 5.122 56,4 -235 -4,4 16 Cagliari 3.289 747 1.503 202 5.741 57,3 -545 -8,7 96 Campobasso 1.280 244 480 41 2.045 62,6 -121 -5,6 31 Caserta 3.301 607 889 43 4.840 68,2 -305 -5,9 36 Chieti 2.610 414 822 98 3.944 66,2 -286 -6,8 58 Caltanissetta 1.014 145 307 265 1.731 58,6 -65 -3,6 8 Cuneo 5.214 624 3.103 187 9.128 57,1 -595 -6,1 43 Como 4.391 516 2.155 111 7.173 61,2 -528 -6,9 61 Cremona 2.624 317 1.185 52 4.178 62,8 -345 -7,6 79 Cosenza 3.510 627 992 102 5.231 67,1 -368 -6,6 53 Catania 5.187 540 1.188 282 7.197 72,1 -395 -5,2 22 Catanzaro 1.853 384 436 119 2.792 66,4 -178 -6,0 40 Enna 1.031 112 228 40 1.411 73,1 -41 -2,8 3 Ferrara 2.208 275 938 60 3.481 63,4 -233 -6,3 48 Foggia 2.941 374 775 54 4.144 71,0 -213 -4,9 21 Firenze 7.877 2.260 1.782 191 12.110 65,0 -765 -5,9 36 Fermo 1.621 865 349 54 2.889 56,1 -173 -5,6 31 Forlì - Cesena 3.063 1.875 724 74 5.736 53,4 -472 -7,6 79 Frosinone 2.554 441 836 102 3.933 64,9 -224 -5,4 27 Genova 5.610 1.315 1.409 122 8.456 66,3 -369 -4,2 13 Gorizia 705 55 232 28 1.020 69,1 -131 -11,4 105 Grosseto 1.486 512 492 36 2.526 58,8 -247 -8,9 97 Imperia 2.413 248 517 30 3.208 75,2 -92 -2,8 3 Isernia 586 103 185 22 896 65,4 -43 -4,6 19 Crotone 1.061 174 257 80 1.572 67,5 -134 -7,9 86 Lecco 2.305 379 1.266 67 4.017 57,4 -275 -6,4 51 Lecce 5.538 690 1.234 53 7.515 73,7 -330 -4,2 13 Livorno 1.677 253 811 39 2.780 60,3 -206 -6,9 61 Lodi 1.706 197 596 39 2.538 67,2 -238 -8,6 95 Latina 2.574 480 842 51 3.947 65,2 -220 -5,3 26 Lucca 3.431 1.310 629 54 5.424 63,3 -616 -10,2 104 Monza e Brianza 5.832 745 2.698 58 9.333 62,5 -585 -5,9 36 Macerata 2.778 1.486 528 63 4.855 57,2 35 0,7 1 Messina 3.329 482 897 175 4.883 68,2 -133 -2,7 2 Milano 17.685 2.454 6.306 176 26.621 66,4 -985 -3,6 8

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Infocamere

127

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Imprenditori artigiani under 40 per tipologia di carica ricoperta per provincia - 2/2 31 dicembre 2012-valori assoluti, incidenza titolare su totale cariche, variazioni assolute e percentuali rispetto al 2011 e ranking

Provincia Titolare Socio Amministratore Altre

cariche TOTALE cariche

Incidenza Titolare su Totale cariche

Var. ass. 2011-2012 Totale cariche

Var. % 2011-2012 Totale cariche

Rank

Mantova 3.595 397 1.310 97 5.399 66,6 -403 -6,9 61 Modena 5.145 613 3.307 131 9.196 55,9 -804 -8,0 87 Massa Carrara 1.565 235 663 20 2.483 63,0 -144 -5,5 30 Matera 910 169 277 58 1.414 64,4 -80 -5,4 27 Napoli 8.034 1.496 1.956 93 11.579 69,4 -1.019 -8,1 89 Novara 2.972 381 892 42 4.287 69,3 -236 -5,2 22 Nuoro 1.778 301 596 92 2.767 64,3 -292 -9,5 103 Oristano 858 101 281 28 1.268 67,7 -126 -9,0 99 Palermo 4.160 630 1.035 269 6.094 68,3 -225 -3,6 8 Piacenza 2.266 296 900 49 3.511 64,5 -344 -8,9 97 Padova 6.357 2.773 1.864 179 11.173 56,9 -802 -6,7 55 Pescara 1.850 386 717 61 3.014 61,4 -246 -7,5 75 Perugia 3.969 2.415 925 41 7.350 54,0 -569 -7,2 68 Pisa 2.660 521 1.457 102 4.740 56,1 -315 -6,2 46 Pordenone 1.689 219 1.082 54 3.044 55,5 -235 -7,2 68 Prato 3.178 1.139 407 61 4.785 66,4 -318 -6,2 46 Parma 3.502 381 1.483 66 5.432 64,5 -437 -7,4 71 Pesaro e Urbino 2.773 506 2.061 62 5.402 51,3 -444 -7,6 79 Pistoia 2.629 626 908 45 4.208 62,5 -323 -7,1 64 Pavia 4.291 389 1.235 30 5.945 72,2 -405 -6,4 51 Potenza 1.724 559 395 121 2.799 61,6 -183 -6,1 43 Ravenna 2.930 346 1.371 51 4.698 62,4 -385 -7,6 79 Reggio Calabria 3.040 529 848 133 4.550 66,8 -131 -2,8 3 Reggio Emilia 6.092 661 2.565 93 9.411 64,7 -628 -6,3 48 Ragusa 1.709 300 674 84 2.767 61,8 -152 -5,2 22 Rieti 1.082 142 291 31 1.546 70,0 -64 -4,0 12 Roma 17.605 2.336 4.139 151 24.231 72,7 -818 -3,3 7 Rimini 2.436 346 1.446 119 4.347 56,0 -355 -7,5 75 Rovigo 1.921 591 408 67 2.987 64,3 -202 -6,3 48 Salerno 5.302 1.103 1.618 207 8.230 64,4 -305 -3,6 8 Siena 1.701 244 1.070 50 3.065 55,5 -305 -9,1 100 Sondrio 1.161 205 741 58 2.165 53,6 -222 -9,3 101 La Spezia 1.386 487 291 29 2.193 63,2 -191 -8,0 87 Siracusa 1.952 172 377 186 2.687 72,6 -127 -4,5 17 Sassari 3.335 556 1.393 141 5.425 61,5 -503 -8,5 94 Savona 2.567 266 917 34 3.784 67,8 -270 -6,7 55 Taranto 2.035 302 526 79 2.942 69,2 -93 -3,1 6 Teramo 2.341 465 855 77 3.738 62,6 -311 -7,7 84 Trento 3.214 1.900 666 117 5.897 54,5 -370 -5,9 36 Torino 18.943 2.775 6.212 506 28.436 66,6 -1.828 -6,0 40 Trapani 1.989 518 511 439 3.457 57,5 -265 -7,1 64 Terni 1.178 210 668 38 2.094 56,3 -120 -5,4 27 Trieste 1.031 67 265 34 1.397 73,8 -77 -5,2 22 Treviso 5.639 2.872 1.410 180 10.101 55,8 -825 -7,6 79 Udine 3.323 358 1.715 110 5.506 60,4 -486 -8,1 89 Varese 6.049 749 2.608 100 9.506 63,6 -621 -6,1 43 Verbano Cusio Ossola 1.173 146 505 34 1.858 63,1 -191 -9,3 101 Vercelli 1.550 419 155 28 2.152 72,0 -191 -8,2 91 Venezia 4.429 2.050 1.265 160 7.904 56,0 -720 -8,3 92 Vicenza 5.731 2.692 1.934 192 10.549 54,3 -817 -7,2 68 Verona 7.421 2.435 1.776 180 11.812 62,8 -897 -7,1 64 Viterbo 2.275 344 875 53 3.547 64,1 -286 -7,5 75 Vibo Valentia 909 120 203 92 1.324 68,7 -122 -8,4 93 ITALIA 363.515 76.873 125.099 10.690 576.177 63,1 -37.938 -6,2

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Infocamere

128

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

L' analisi della serie storica 2008-2012

Per una analisi di lungo periodo esaminiamo la dinamica dei giovani imprenditori artigiani con

meno di 40 anni con riferimento al periodo 2008-2012. Negli ultimi quattro anni le due recessioni

intervallate da una debole ripresa hanno contribuito, in modo manifesto, alla performance negativa

dei giovani imprenditori artigiani: rispetto al 2008, si registra un calo del 5,6%, pari a 34.425

unità in meno.

Imprenditori artigiani under 40 per regione e ripartizione geografica 31 dicembre degli anni dal 2008 al 2012 - valori assoluti, variazione assoluta e percentuale 2008-2012

Regione 2008 2009 2010 2011 2012 Var. ass.

2008-2012 Var. %

2008-2012

Abruzzo 14.715 14.860 15.547 14.805 13.748 -967 -6,6 Basilicata 4.862 4.814 4.714 4.476 4.213 -649 -13,3 Calabria 14.374 14.380 17.107 16.402 15.469 1.095 7,6 Campania 29.446 30.053 33.157 31.604 29.641 195 0,7 Emilia-Romagna 61.873 61.646 64.130 60.932 56.461 -5.412 -8,7 Friuli-Venezia Giulia 13.334 13.357 12.561 11.896 10.967 -2.367 -17,8 Lazio 39.959 40.471 40.888 38.816 37.204 -2.755 -6,9 Liguria 19.995 20.224 19.433 18.563 17.641 -2.354 -11,8 Lombardia 112.959 113.998 120.094 114.424 107.585 -5.374 -4,8 Marche 22.358 22.303 23.083 21.830 20.796 -1.562 -7,0 Molise 3.202 3.146 3.232 3.105 2.941 -261 -8,2 Piemonte 54.288 55.200 62.590 59.453 55.736 1.448 2,7 Puglia 30.757 30.929 33.176 31.776 30.205 -552 -1,8 Sardegna 17.432 17.475 18.004 16.667 15.201 -2.231 -12,8 Sicilia 32.105 32.442 36.318 34.568 32.997 892 2,8 Toscana 50.426 51.015 53.523 50.377 46.762 -3.664 -7,3 Trentino-Alto Adige 12.587 12.583 12.265 11.624 11.019 -1.568 -12,5 Umbria 10.857 10.942 10.838 10.133 9.444 -1.413 -13,0 Valle d'Aosta 1.819 1.814 1.816 1.679 1.549 -270 -14,8 Veneto 63.254 63.587 64.923 60.985 56.598 -6.656 -10,5

Nord-Ovest 189.061 191.236 203.933 194.119 182.511 -6.550 -3,5 Nord-Est 151.048 151.173 153.879 145.437 135.045 -16.003 -10,6 Centro 123.600 124.731 128.332 121.156 114.206 -9.394 -7,6 Mezzogiorno 146.893 148.099 161.255 153.403 144.415 -2.478 -1,7 ITALIA 610.602 615.239 647.399 614.115 576.177 -34.425 -5,6

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Infocamere

L’area geografica con il calo più consistente e superiore al dato nazionale è il Nord-Est, che

registra una flessione del 10,6%; seguono il Centro (-7,6%) e il Nord-Ovest (-3,5%).

Significativamente più contenuto è il calo dei giovani imprenditori nel Mezzogiorno, dove si rileva

una diminuzione pari al -1,7%. A livello assoluto la diminuzione maggiore è quella registrata nel

Nord-Est dove si contano 16.003 giovani imprenditori in meno rispetto al 2008, variazione che

spiega da sola il 46,5% della flessione nazionale.

A livello regionale, si evidenzia una dinamica positiva solo in quattro territori; spicca, in particolar

modo, la Calabria che registra una crescita degli imprenditori artigiani under 40 del 7,6% rispetto

al 2008; seguono la Sicilia (+2,8%), il Piemonte (+2,7%) e la Campania che, con una variazione

del +0,7%, evidenzia una situazione di sostanziale stabilità. All’opposto, le regioni che mostrano le

diminuzioni più rilevanti nel periodo in esame sono: il Friuli-Venezia Giulia (-17,8%), la Valle

d’Aosta (-14,8%), la Basilicata (-13,3%) e l’Umbria (-13,0%).

129

7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Dinamica imprenditori artigiani under 40 per regione e ripartizione geografica 13 dicembre 2012-variazione percentuale rispetto 31 dicembre 2008

7,6

2,8 2,70,7

-1,8

-4,8-6,6 -6,9 -7,0 -7,3 -8,2 -8,7

-10,5-11,8 -12,5 -12,8 -13,0 -13,3

-14,8

-17,8

-1,7-3,5

-7,6

-10,6

-5,6

-20,0

-15,0

-10,0

-5,0

0,0

5,0

10,0C

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st

ITA

LIA

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Infocamere

Al calo dei giovani imprenditori si aggiunge, come già evidenziato nel rapporto, il calo demografico

della popolazione giovanile registrato in Italia negli ultimi anni. Abbiamo pertanto neutralizzato

l’effetto demografico prendendo a riferimento l’incidenza del 2008 tra i giovani imprenditori

artigiani e la fascia di popolazione 18-39 anni. Mantenendo costante nel 2012 una tale incidenza, si

determina un calo di 5.349 giovani imprenditori artigiani per effetto della crisi, pari al 15,5%

del calo complessivo dei giovani artigiani registrato nel 2012.

Calo degli Imprenditori artigiani under 40: effetto della crisi e del calo demografico Anno 2008 e 2012 - valori assoluti e incidenze

2008 2012 Variazione 2008-2012

Popolazione 18-39 anni 17.068.983 16.256.173* -812.810 Imprenditori artigiani under 40 610.602 576.177 -34.425 Incidenza Imprenditori artigiani under 40 su Popolazione 18-39 anni 3,6 3,5 -0,1 A parità di incidenza anno 2008

Imprenditori artigiani under 40 con incidenza anno 2008 3,6 3,6

Potenziali imprenditori artigiani under 40 (con incidenza costante del 3,6%) 581.526

Imprenditori artigiani under 40 effettivi

576.177

Imprenditori artigiani under 40 in meno dovuti a fattori economici

-5.349

Imprenditori artigiani under 40 in meno dovuti a fattori demografici

-29.076

numero giorni 2008-2012

1.461

perdita di imprenditori artigiani under 40 per fattori economici al giorno (unità) -4

* previsioni demografiche Istat anni 2011-2065

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Infocamere e Istat

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7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

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7° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI

SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA - MAGGIO 2013

Fonti dei dati statistici e bibliografia

BANCA MONDIALE (2012a), Doing Business 2013

BANCA MONDIALE (2012b), Doing Business in Italia 2013

BUGAMELLI M., CANNARI L., LOTTI F. E MAGRI S. (2012), Il gap innovativo del sistema

produttivo italiano: radici e possibili rimedi, Questioni di Economia e Finanza di Banca d'Italia, n.

121, aprile

COMMISSIONE EUROPEA (2009), Raccomandazione della Commissione del 29 ottobre 2009

sull’utilizzo della classificazione internazionale tipo delle professioni (ISCO-08)

COMMISSIONE EUROPEA (2013a), European Economic forecast – winter 2013. Febbraio

COMMISSIONE EUROPEA (2013b), General Government Data

COMMISSIONE EUROPEA (2013c), Ameco Database-Annual macro-economic database

CONFARTIGIANATO (2011), 6° Osservatorio Confartigianato Giovani Imprenditori

sull’imprenditoria giovanile artigiana in Italia – Marzo

CONFARTIGIANATO (2012a), Le sfide dell'occupazione e le riforme del mercato del lavoro.

Focus sul lavoro nell'artigianato, aprile

CONFARTIGIANATO (2012b), Made in Italy ed innovazione. Le esportazioni nei settori di micro

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informa. I programmi occupazionali delle imprese rilevati da Unioncamere. I trimestre 2013

Imprese

�° OSSERVATORIO CONFARTIGIANATO GIOVANI IMPRENDITORI SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE ARTIGIANA IN ITALIA

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UFFICIO STUDI CONFARTIGIANATO

ASSEMBLEA NAZIONALE GIOVANI IMPRENDITORI

���R20$, 3-4 MA**,O 201�

Il federalismo

contrattuale

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���R20$, 3-4 MA**,O 201�