Il Fatto reportage sulla scuola

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4 5LUNEDÌ 4 MAGGIO 2 01 5LUNEDÌ 4 MAGGIO 2 01 5 IL FATTO QUOTIDIANO DEL LUNEDÌ

LA STUDENTESSA

Suona la primac a m p an e l l aal governo Renzi

DOMANI LO SCIOPERO. IL MESSAGGIO VINCENTE DEL PREMIER TROVA IL PRIMO OSTACOLO NELLOSCOLLAMENTO CON IL MONDO DELLA SCUOLA. DOVE DOCENTI, STUDENTI, FAMIGLIE NON GRADISCONO LA RIFORMA

di Salvatore Cannavò

Non basterà il successodi immaginedell’Expo a MatteoRenzi per superare lo

scoglio della riforma della scuo-la. Lo sciopero indetto domanida Cgil, Cisl, Uil, Gilda, Snals,Cobas e altre sigle sarà un suc-cesso. E potrebbe rappresentareil primo attrito, vero, tra il go-verno e una parte importantedel suo mondo di riferimento.Parliamo di circa un milione diaddetti della scuola pubblicastoricamente schierati a sini-stra. Parliamo delle famiglie,degli studenti che dovrebberoessere i riferimenti obbligati dichi, ogni due per tre, parla di fu-turo.Non è quindi casuale che il go-verno abbia deciso di inaugura-re in commissione Cultura allaCamera, dove ilprovvedimento sulla“buona scuola” è indiscussione, una li-nea più morbida. Laministra StefaniaGiannini è stata difatto esautorata dalladiscussione affidataal sottosegretarioDavide Faraone, ve-ro plenipotenziariorenziano e con unruolo più ampio alresto del Pd. La legge è stata inparte riscritta anche se i cam-biamenti, accusa il Movimento5 Stelle, sono solo di “facciata”.

Le piazzedel 5 maggioPer questo lo sciopero non è sta-to disdetto e sarà preceduto, sta-sera, da un “flash-mob” spon -taneo in tutta Italia con le do-centi vestite a lutto e un luminotra le mani. Domani, poi, lescuole saranno sostanzialmentechiuse e si svolgeranno settecortei nazionali fra cui quelli diMilano e Roma. Che ci si aspettiun’adesione molto ampia è di-mostrato anche dalle circolariche stanno girando nelle scuole.A Roma, ad esempio, i presidistanno modificando gli orariper garantire la massima pre-senza degli insegnanti che nonsciopereranno nella fascia tra le8 e le 12, rischiando una deci-sione che lede il diritto di scio-pero. Inoltre, la prova Invalsi,inizialmente prevista per il 5 e 6maggio, è stata spostata, illeg-gittimamente secondo i Cobas,al 6 e 7.Lo scontro è motivato da unadivisione di fondo: la sbandie-rata decisionalità dei presidi e il

presunto primato alle famiglie ,di cui parla Renzi, passano in-fatti per una rimessa in riga de-gli insegnanti che, in modomolto più sottile e mediato,vengono abbinati alla categoriadei fannulloni.Nella scuola pubblica, invece, sisono accumulate attese e spe-ranze per lo meno dal 2009, daquando cioè la riforma Gelminiha “fatto cassa” spogliando unbene pubblico fondamentaleche in circa cinque anni ha per-duto 8 miliardi di finanziamen-ti. Da qui, il blocco degli scattistipendiali, la riduzione deltempo pieno, l’infinita lista diattesa per i giovani, e meno gio-vani, precari, la fatiscenza dellestrutture, il taglio dell’offertaformativa nei singoli istituti.Così, un primo punto di scon-tro sarà proprio quello che at-tribuisce ai dirigenti scolastici il

potere di assumeredirettamente i docen-ti e così di fare il bello eil cattivo tempo conl’obiettivo di “assu -mere gli insegnantimigliori”. Ma chi as-sumerà i “peggiori?”.Chi selezionerà i pre-sidi? Chi vigilerà dav-vero sul loro compor-tamento? Quale ruolo

sarà attribuito agli organi colle-giali, ai docenti ma anche ai ge-nitori? E, ancora, come evitaredi realizzare quel sistema discuole di “serie A” e scuole di“serie B” che sembra esserel’obiettivo della politica italia-na, tutta, da circa quindici anni?Questi punti della legge, la scor-sa settimana, sono stati in parteedulcorati ma non abbastanzada mettere in discussione il ruo-lo del “preside-sceriffo”.

I motividella protestaUn secondo punto molto con-troverso, e che sta facendo im-bufalire i docenti di ruolo il cuicontratto è fermo al 2009, è lapossibilità di “restituire” all’Al -bo territoriale, di nuova istitu-zione, i docenti che risultasseroin soprannumero nei singoliistituti. Ne risulterebbe una si-tuazione di “mobilità” dei do-centi che potrebbero venire as-segnati ogni tre anni a una scuo-la diversa con un effetto imma-ginabile sul piano della conti-nuità didattica.Viene ridimensionato, allo stes-so tempo, il ruolo del Collegiodocenti con quest’ultimi ridottia poveri pedoni di una beffardapartita a scacchi. I docenti vo-

“Parlano di stage,siamo senza i pc”di Annalisa Dall’Oca

La riforma della scuola? E’ il solito elenco di promesse non mantenute”. Va-nessa, studentessa del liceo classico Marco Minghetti di Bologna, a parlare

della Buona Scuola 2015 proposta al Parlamento dalla coppia Renzi - Gianniniallarga le braccia. “Facciamo un esempio: l’edilizia scolastica. Molte scuole in Italiaavrebbero bisogno di manutenzione per una questione di sicurezza. Gli incidentiche si sono verificati recentemente, crolli d’intonaco o addirittura di soffitti, lodimostrano. Renzi quei fondi li aveva promessi, poi però se n’è dimenticato”. E difondi secondo Vanessa avrebbe bisogno anche la didattica. “Uno dei punti dellariforma riguarda gli stage: per avvicinare le scuole al mondo del lavoro il governovorrebbe introdurre 400 ore in azienda per gli studenti degli istituti professionali etecnici, e 200 per i licei. Ma prima di pensare a un tirocinio, uno studente dovrebbeaver acquisito un certo bagaglio di conoscenze, bagaglio che spetta alla scuolafornire. Peccato che molti istituti non abbiano nemmeno le risorse per mandareavanti i laboratori. Al Minghetti abbiamo un laboratorio di chimica, che però èchiuso da anni perché non ci sono i soldi per assumere un tecnico che se ne occupi.Tanto che quest’anno la scuola ha dovuto buttare via tutti i materiali utili per ladidattica, perché erano scaduti. Il laboratorio d’informatica? Fermo anche quel-lo”. Stesso discorso per i vicini di scuola del liceo scientifico Sabin di Bologna, odell’Iss Malpighi, che dovrebbero studiare l’odontotecnica ma per imparare de-vono accontentarsi dei libri di testo. “Il loro laboratorio è chiuso perché non cisono i materiali pratici per imparare a costruire i vari dispositivi sanitari, ma comeè possibile che uno studente di un istituto professionale debba essere costretto asaltare completamente le lezioni pratiche? Così non si impara una professione.Renzi vorrebbe delle scuole più innovative? Sarebbe già un risultato se fosserocompletamente funzionanti”.

PEGGIO DI GELMINIDOVE SI MANIFESTA DOMANIPer domani in programma sette manifestazioni in al-trettante città: Aosta, Bari, Cagliari, Catania, Milano,Palermo, Roma. Questi i punti di ritrovo. Aosta: ore9.30 in Piazza Chanoux; Bari: ore 9 in Piazza Castello

(piazza Federico II di Svevia); Catania: ore 9 in PiazzaEuropa; Cagliari: ore 9.30 in Piazza Giovanni XXIII;Milano: ore 9.30 in Piazza Repubblica; Palermo: ore 9in Piazza Marina; Roma: ore 9.30 in Piazza della Re-pubblica.

IL VERSO SBAGLIATO

IL PRESIDE

“Assunzioni farsae anche sbagliate”Per prima cosa, le assunzioni non bastano. Quelle inizialmente annunciate dal

governo Renzi non sono le stesse attualmente promesse da Roma. Mentre perSergio Simoni, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Crespellano, in Val-samoggia, è questo ciò che il ddl scuola dovrebbe garantire. “Il piano delle as-sunzioni parla di 100 mila posti in palio, fino a qualche tempo fa erano 150 mila.Alla fine mi chiedo quanti insegnanti verranno davvero impiegati. Per di più lariforma dimentica completamente il personale Ata, cioè amministrativo, tecnicoe ausiliario, che ad esempio lavora nelle segreterie delle scuole o nei laboratori. InItalia ci sono 10.000 scuole, e ciascuna avrebbe bisogno di un tecnico per garantireil funzionamento di quelle aule didattiche, invece Renzi parla di classi 2.0 madimentica che per crearle serve qualcuno che poi le mandi avanti”.Vengono anche cancellati con un colpo di spugna, in concorso con la finanziariadell’anno scorso, gli esoneri e i semiesoneri dei collaboratori della dirigenza sco -lastica, “di cui però c’è più che necessità. Dei collaboratori, cioè, su cui un istitutopuò contare per gestire tutta la parte legata all’amministrazione di una scuola:dalle sostituzioni dei docenti che si ammalano, ai progetti didattici, all’organiz -zazione, per fare qualche esempio. Con la finanziaria sono stati abrogati, ma ci sisarebbe aspettati che il governo tenesse conto di questa esigenza. Perché un pre-side da solo altrimenti non riesce a fare tutto. Ma a quanto pare il ddl Renzi -Giannini si scorda anche di questo problema”. Le carenze di personale, docente enon solo, secondo Simoni si riflettono poi sulla scuola nel suo insieme: “La riformadovrebbe partire qualità della didattica e dall’organizzazione della scuola, ga-rantendo ad esempio il tempo pieno, eliminando le liste d’attesa per accedere a undiritto che dovrebbe essere esigibile, ma che invece non è ancora per tutti. Il bloccodi organico non lo permette. Certo, i vari istituti fanno ciò che possono per sup -plire, però non si può sempre contare sulla volontà dei singoli per ovviare allemancanze del governo”. (Annalisa Dall’O ca )

2 3 .0 4 8EURO L’ANNO

PER UN MAESTRODI ELEMENTARE

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4 5LUNEDÌ 4 MAGGIO 2 01 5LUNEDÌ 4 MAGGIO 2 01 5 IL FATTO QUOTIDIANO DEL LUNEDÌ

di Giulia Zaccariello

In 30 anni passati dietro la cattedra, di riforme ne ha viste alternarsi tante.“Hanno preso nomi diversi, ma sono andate tutte nella stessa direzione e ora

siamo alla quadratura del cerchio”. Giovanni Cocchi, 60 anni tondi tondi, di cuiquasi la metà trascorsa a insegnare italiano, storia e geografia prima ai bambinidelle elementari poi ai ragazzi delle medie “Il Guercino” di Bologna, oggi è inprima fila nella mobilitazione contro il disegno di legge presentato dal governoRenzi. “Un disastro. Porterà a una mutazione genetica della scuola”. Si partedalle assunzioni. “Il premier ne ha promesse 100 mila, ma saranno la metà, vistoche le altre 50 mila saranno stabilizzazioni di insegnanti licenziati a giungo. Nonsono contro le assunzioni, anzi ne servirebbero di più. Ma Renzi sostiene che leavremo solo se passerà il ddl, e questo è un ricatto sulla pelle dei precari. Il cuoredel disegno è poi la nuova figura del dirigente scolastico: avrà il potere di as -sumere chi vuole lui, formando una propria squadra, attraverso contratti trien -nali. In questo modo il futuro dell'insegnante sarà solo nelle mani del dirigente,che sarà come un uomo solo al comando. Mi chiedo: chi assumerà insegnantibravi ma gay? Chi prenderà una maestra incinta, oppure con un figlio disabile? Equanta libertà ci sarà nelle zone inquinate dalla criminalità organizzata?”. C'è poiil capitolo dei finanziamenti privati. “Il sistema del 5x1000 alla propria scuolaandrà ad aumentare le disuguaglianze. È ovvio che ne trarranno più vantaggio lescuole dei quartieri benestanti, con genitori più abbienti”. Già sostenitore dellalegge d'iniziativa popolare sulla scuola, che nel 2006 riuscì a raccogliere 100 milafirme per finire poi in un cassetto del Parlamento, il 5 maggio Cocchi non sarà inclasse, me in piazza a Bologna insieme a molti suoi colleghi. “Questa è l'ultimachiamata. E dobbiamo coinvolgere anche i genitori. Spiegare loro i motivi dellosciopero: se protestiamo lo facciamo anche per i loro figli”.

di Loredana Di Cesare

Riforma sì. Ma no così”. È lo striscione che campeggia davanti all'istitutocomprensivo Tacito- Guareschi nel quartiere Vitinia, periferia sud di Ro-

ma. Oltre lo striscione, si vede la facciata che perde pezzi d'intonaco, ed è chiaro ildisastro strutturale in cui versa l’edificio, con i suoi due plessi - elementari e medie- costruiti nei primi anni Ottanta. E così, mentre gli insegnanti si preparano allamobilitazione nazionale del 5 maggio, contro la riforma della “Buona scuola” delgoverno Renzi, i genitori degli alunni fanno i conti con l’intonaco che crolla acausa delle infiltrazioni d’acqua. “Tre anni fa - racconta Beatrice Borraccetti,presidente del consiglio d’istituto - una ditta si occupò della manutenzionestraordinaria e, per mettere in sicurezza i tetti pericolanti, rimosse gli intonaci”.Risultato? La situazione è peggiorata. “È una scuola pesantemente danneggiata”,continua la rappresentante dei genitori, “perché ora si aggiungono alle infil-trazioni d’acqua dal tetto anche quelle provenienti dalla facciata: è stata picconatae mai più rivestita”. Nella palestra, dove i ragazzi passano l’ora di educazionefisica, alcune mamme descrivono scene anche peggiori: da una plafoniera, perdiversi mesi, scorreva l’acqua piovana. “Abbiamo chiesto di staccare la corrente –raccontano - perché poteva saltare l’impianto elettrico”. E se dagli ambienti in-terni si passa a quelli esterni, la situazione non cambia. Parte del giardino è statainterdetta al passaggio degli studenti: un muro, lungo il quale passano le con -dutture del gas, rischia di crollare. “Qualche settimana fa sono intervenuti i Vigilidel fuoco per transennare l’area”, continua Borraccetti. Questo ennesimo disagiorischia di provocare l'evacuazione di alcune classi. Un fatto però è certo. L’istitutocomprensivo Tacito-Guareschi, tra i suoi numerosi disagi, non ha quello delleclassi pollaio. Il pollaio però ce l'ha a portata di finestra: le aule degli studenti,infatti, affacciano su un capannone con allevamento di galline.

gliono, per lo meno nelle lororappresentanze, mantenere unruolo attivo nella predisposi-zione dell’offerta formativa enell’organizzazione dell’attivitàscolastica.Poi c’è il punto dolente dei pre-cari. All’inizio il governo avevapromesso 148.600 assunzioni,tante quante sono le iscrizionialle Graduatorie a esaurimento(Gae), le storiche liste dei pre-cari. Nella legge, il numero èsceso a 101.701. Gli insegnantiperò contestano la veridicità delnumero. A leggere la relazionetecnica, dicono, si desume cheprobabilmente si arriverà a 40mila assunzioni certe. Il restosarà collocato negli Albi territo-riali in attesa della chiamata deidirigenti sco-lastici che liutilizzerannonell’ambitodell’organicofunzionale,quello cheserve a com-pletare l’of -ferta formati-va. Una for-ma indirettadi supplenzaanche se mi-gliore dell’at -tuale situa-zione. Quelloche non èchiaro, però,è cosa acca-drà a coloroche non ven-gono chia-mati dai dirigenti scolastici iquali devono comunque basarsisulle classi di concorso (le ma-terie di insegnamento). In alcu-ne di queste c’è penuria di do-centi, in altre di insegnanti ce nesono troppi. Questo squilibrionon è stato regolato e, secondo ilM5S, produrrà un disavanzo fi-nale, in termini di posti da as-segnare, di circa 60 mila unità.Irrisolto, anzi non affrontato,invece, è il caso dei docenti chesono risultati idonei all’ultimo

concorso, quello indetto dal mi-nistro Profumo nel 2012, e dicoloro che non sono iscritti nel-le Gae ma nelle graduatorie diistituto con tanto di abilitazioneall’insegnamento.

L’i st r u z i o n eriservata ai ricchiInfine, le risorse. Renzi ha am-morbidito il progetto di riformadegli aumenti stipendiali isti-tuendo un Fondo a disposizio-

ne dei dirigenti scolasticidell’importo di 200 milioni. Hapuntato a ingraziarsi i docenticon il bonus formativo da 500euro l’anno e ha offerto un amoalle famiglie introducendo lapossibilità di stanziare il 5 permille ai singoli istituti e uno“school bonus” che prevede uncredito di imposta del 65% perle donazioni liberali alle singolescuole. Ha poi istituito una de-trazione di 400 euro ad alunnoper le spese di frequenza dellescuole private. Un impiantoche, secondo i sindacati, descri-ve un sistema di divisione cen-soria delle scuole, premiandogli istituti frequentati da perso-ne agiate e, ovviamente, le scuo-le private con violazione dell’ar -ticolo 33 della Costituzione.La distanza è evidente. Si trattadi modelli alternativi di culturascolastica: da un lato l’inclusio -ne, la partecipazione e la valo-rizzazione del personale scola-stico; dall’altro, l’obiettivo rei-terato dell’efficienza e della de-cisionalità. Come se bastassero icapistazione per far arrivare itreni in orario.

I GENITORI

“Piove nelle auledal tetto rifatto”

L’I N S EG N A N T E

“Solo un ricatto,pagano i precari”

BLOGGER E PROF

di Alex Corlazzoli

Stavolta il Governo unrisultato l’ha ottenu-

to. Matteo Renzi e il mi-nistro Stefania Gianninisono riusciti a mettere asegno una grande impre-sa: riunificare il sindaca-to, far chiudere centinaiadi scuole e riportare lepersone in piazza.“Fa ridere scioperarecontro un governo chesta assumendo 100 milainsegnanti”, ha detto ilpremier. Domani, l’exsindaco di Firenze, rideràa crepapelle perché inpiazza contro la “Buonascuola” saremo in mi-gliaia.Era dal 2008 che le orga-nizzazioni sindacali,troppo impegnate a pre-servare le loro posizioni,non riuscivano a cantarevittoria dopo la procla-mazione di uno sciopero.Era dal tempo dei giro-tondini che non si vede-vano persone autocon-vocarsi in 120 piazze at-traverso i social network.Domani non entrerannoin classe quelli che nonhanno mai fatto unosciopero; quelli che han-no letto la riforma; quelliche hanno solo intuitoche si tratta di un prov-vedimento che minerà lalibertà d’insegnamentoma anche quelli che vo-gliono solo dire “no” adun Presidente del consi-glio che è apparso arro-gante perché con la pro-messa delle assunzioni hascelto la strada del ricat-to: vi assumiamo, perciòzitti e muti.“La scuola è delle famigliee degli studenti, non deisindacati”, aveva precisa-to il premier per tentaredi smorzare l’entusiasmosulla manifestazione. Mispiace per lui ma domaninon ci saranno in piazzagli “squadristi” (come hadefinito la Giannini i ma-nifestanti di Bologna),non ci saranno solo “imarziani” (come ha eti-chettato i sindacati, il sot-tosegretario Davide Fa-raone) ma quegli studen-ti e quegli insegnanti chesono anche padri e madridi famiglia.Renzi e la Giannini, se so-no convinti della bontàdella riforma, farebberoalmeno bene a chiedersicome mai così tanta gen-te non l’ha capita. A favo-re di Renzi, gioca solo ilritardo di questo sciope-ro. Il sindacato sta ten-tando di “chiudere la stal-la quando i buoi sonoscappati”. Non ce la farà.Anche questo Ddl po-trebbe passare con la fi-ducia. Resterà solo il caosperché nessun dirigente,nessun insegnante saquel che accadrà a set-tembre al suono della pri-ma campanella. E in fon-do non lo sa nemmeno ilGoverno.

Sonoriuscitia unircituttiFLASH MOB

La protesta organizzata dagli insegnantisulla scalinata di Trinità dei Monti, a Roma,lo scorso 23 aprile Pe rco ss i /A n s a

27.9 93EURO IN SPAGNA,34.286 IN SVEZIA,

40.142 IN GERMANIA

18 OREL’ORARIO

SETTIMANALE,LA MEDIA UE È 16,3

62%INSEGNANTI OVER 50,

IN GRAN BRETAGNASONO IL 28%

400MILAI PRECARI

CHE ATTENDONOUN POSTO

600MILI TAGLI

DECISI DALLA LEGGEDI STABILITÀ

AL CENTRO DELLOSCO N T RO IL GOVERNOPUNTA SUI PRESIDIE SU UNA SCUOLACHE DECIDE. QUESTOPROGETTO PERÒ VUOLERIMETTERE IN RIGAI DOCENTI RIDOTTIA PEDONI DI UNAPARTITA A SCACCHI

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6 LUNEDÌ 4 MAGGIO 2015 IL FATTO QUOTIDIANO DEL LUNEDÌ

Cari italiani,buona scuola

a tutti!

gita al museo, potrà decidere diinserire un corso di aggiorna-mento da leccapiedi. La disobbe-dienza avrà come pena il confinodei rompiballe. Insegni a Roma?Bene, da domani sei a Caltanis-setta. Chi dirige avrà la libertà dispostare di sede, ma anche di as-sumere: il cugino oppure l'amica.Magra consolazione, a loro volta idirigenti subiranno lo stesso trat-tamento dal ministero, il grandesalumiere che girerà i fili a suopiacimento sull'arrosto scolasti-co, mettendo alla prova bambini,docenti, dirigenti, come se fosse-ro file di salsicce che si muovonoa tempo di valzer. I fondi allascuola diminuiscono, ma in fon-do, perché investire sull'istruzio-ne, piuttosto... Investiamola conun camion di riforme.

A capo di tutto il dirigente cheavrà più poteri. Tutto ciò che finoad ora si discuteva democratica-mente negli organi collegiali: pro-getti, offerta formativa, sarà nellesue mani, compresa la linea di-dattica da seguire, al posto della

miracolo. Prima di lui qualcuno celo aveva solo promesso. L'ondaanomala di privatizzazioni ha in-vestito anche la scuola che diven-terà una azienda privata, comeun negozio, più o meno una sa-lumeria.

di Max Paiella

RENZI UNISCE Dopo sette anni,di nuovo tutti i sindacati uniti, inun mega sciopero contro la " buo-na scuola".Che succede? Renzi ha fatto ó

di Lorenzo Tosa

La “buona scuola” sonofacce. Milioni di voltiche ti passano accantola mattina presto nel

traffico, una cartella portatain spalla da una mamma. È illiceo Colombo di Genova –quello di Mazzini e De Andrè– a mezzanotte, stracolmo diex studenti venuti ad ascoltareil loro vecchio professore chedeclama il Notturno di Al-cmane. Ma all’alba ce n’èun’altra molto più prosaica,fatta di graduatorie, tetti checrollano, conti in rosso. E nu-meri. In chiaroscuro.

Un milionedi studenti in piùSono lontani i tempi della“scuola-carrozzone” affollatadi insegnanti (malpagati) epovera di studenti. Oggi glistipendi sono rimasti al palo,ma gli alunni crescono sem-pre di più: sono 7 milioni e900mila quelli censiti nell’ul -timo anno scolastico, trascuole dell’infanzia, primariee secondarie (1 milione in piùrispetto al 2007-08), mentrenello stesso periodo i docentidi ruolo sono calati dagli840.000 di 7 anni fa agli attuali600.839. Un dato, questo, chenon subisce più variazioni dal2011, congelato da una normadi legge dell’allora ministroTremonti che obbliga ilMIUR a non “sforare” il nu-mero di posti dell’anno sco-lastico 2011-12, per adeguarsiai parametri europei. Risulta-to? Il rapporto docenti-alunniè progressivamente salito finoa circa 1 a 11 (in linea con lamedia UE di 1 a 12). In realtà– come spiega Gianluigi Dot-ti, responsabile del CentroStudi di Gilda, il sindacato na-zionale degli insegnanti – lecifre raccontano solo una par-te della storia, in un Paese do-ve le difformità restano enor-mi. “Siamo di fronte al para-dosso del pollo di Trilussa.Non è il dato in sé che preoc-cupa, ma l’enorme frammen-tazione del territorio: mentrenei paesini di montagna edell’entroterra si fa fatica amantenere un presidio, le cit-tà esplodono con classi-pol-laio da 30-35 alunni”.

Gli insegnantipiù poveri d’E u ro p aÈ in queste condizioni che do-centi, dirigenti e operatoriscolastici si ritrovano a lavo-rare tutti i giorni, tra continuitagli alle risorse e gli stipendifermi ormai al 2009. “Ma giàallora eravamo in ritardo didue anni – ricorda Rino DiMeglio, segretario nazionaledi Gilda – Dieci, quindici annifa le risorse per intervenire

c’erano e non sono state usate.Con la crisi, la situazione èprecipitata e oggi gli inse-gnanti sono definitivamenteusciti dal ceto medio”. Il con-fronto con l’Europa è impie-toso. Una volta entrato inruolo, un maestro elementareitaliano percepisce un redditolordo di 23.048 euro, contro i27.993 del collega spagnolo, i34.286 degli svedesi e addirit-tura i 40.142 dei tedeschi. Maè a fine carriera che la forbicesi divarica del tutto. Se la bu-sta paga d’ingresso in Italia ein Francia è più o meno inlinea, 40 anni dopo il maestrotransalpino avrà staccato ilnostro di oltre 11.000 euro(rapporto Eurydice 2013).Non va meglio ai professori dimedie e superiori, il cui potered’acquisto negli ultimi sei an-ni si è ridotto addirittura del15%. “Dopo 28 anni di ser-vizio, una laurea, un TFA (IlTirocinio Formativo Attivo) eun concorso alle spalle, il miostipendio è fermo a 1.800 eu-ro” racconta un professore diliceo, mentre in ingresso ogginon si supera i 1.300 euro.Un’emorragia che non rispar-mia neppure i bidelli. Ognianno, nei licei e negli istitutisuperiori, ilpersonale au-siliario perdeper strada ol-tre 10.000unità, a frontedi 30.000 nuo-vi studentiiscritti (datiAnief). E inuovi taglisulla scuolanascosti nellaLegge di Sta-bilità appenaapprovata dalgoverno ri-schiano di ve-der cancellatialtri 2.020 po-sti di lavoroATA, pari auna riduzionenella spesa di personale intor-no ai 50 milioni di euro, a par-tire dall’anno scolastico2015/16. “In alcune scuolechiamano imprese di pulizieesterne, perché lo Stato nonha risorse per assumere” rac -conta Franca, operatrice sco-lastica, il cui ultimo scattod’anzianità risale al 2005. “Laretribuzione di un bidello og-gi in alcuni casi non arriva ai1.000 euro – precisa Di Me-glio – Siamo a livello di sus-sidio di disoccupazione”.

“La vecchia scuola”Di fronte a dati del genere,l’opinione pubblica si è spessodivisa. Per alcuni, i lavoratoridella scuola sono stati abban-donati dallo Stato. C’è chi, in-vece, non ha dubbi: “Giusto

così, lavorano troppo poco”.Eppure, a guardar bene, l’ora -rio settimanale di un profes-sore di liceo (le classiche 18ore) in Europa è inferiore soloa Ungheria (20), Danimarca eSpagna (19) e di gran lungasuperiore alle 16,3 di medianell’area UE. Lo spread si al-larga nelle scuole primarie: inItalia sono 22 le ore di lezionifrontali previste, contro le19,6 medie europee (fonteEurydice). Le statistiche nontengono, ovviamente, in con-siderazione le ore spese dalcorpo insegnanti in attivitàdidattiche parallele, tra corre-zione dei compiti, prepara-zione di esami e lezioni, col-loqui con le famiglie, scrutini,programmazione e impegnicollegiali vari. Secondo uncalcolo dell’Istituto Com-

prensivo Quintino di Vona diMilano, l’attività reale sfiorale 40 ore settimanali, per untotale annuo di 1.759 ore.Crescono le ore e cresce anchel’età media dei docenti, oggiintorno ai 50-51 anni, la più inalta in Europa. Al nostro Pae-se tocca un altro primato de-cisamente poco invidiabile.Secondo il rapporto “Educa -tional at a Glance 2013”, lascuola italiana ha il 62% di in-segnanti over 50: più del dop-pio rispetto a Regno Unito(28%) e Spagna (30%) e net-tamente sopra la media Ocse(36%). È lo scontrino più sa-lato del blocco alle assunzioni,ma anche della riforma For-nero che ha innalzato l’etàpensionabile, arrestando difatto il turn-over tra pensio-nati e neo-assunti.

Quell’e s e rc i todi 400mila precariLa coperta è troppo corta. E,alla fine, a farne le spese –come spesso capita – è chi an-cora attende di entrare: l’eser-cito dei 400mila precari dellascuola. Di questi, poco menodella metà sono stabilmenteoccupati ma privi di un con-tratto a tempo indeterminatoe relative tutele. Ogni anno, il30 giugno, la scuola li licen-zia, per poi riassumerli il set-tembre successivo. “Puoi an-dare avanti così anche dieci,vent’anni, una vita intera,senza mai essere assunta” sisfoga Livia, mamma e mae-stra elementare precaria. Unadei 150mila docenti “di fatto”che il ministro dell’IstruzioneGiannini ha promesso di as-sumere entro il 2015. In at-tesa dell’annunciata stabiliz-zazione, la scuola fa i conticon i tagli orizzontali alle ri-sorse che negli ultimi annihanno spolpato l’istruzionepubblica. A cominciare dallaRiforma Gelmini del 2010.“Una non riforma – la defi-

nisce Di Meglio – Si è limitataa tagliare orari e organici, madi azioni concrete neanchel’ombra”. E il governo Renzisi prepara a seguire il solcotracciato: si calcola che i taglialla scuola contenuti nell’ul-tima Legge di Stabilità abbia-no superato i 600 milioni dieuro, a fronte di investimentiscarsi o assenti. A tenere inpiedi la scuola sono, soprat-tutto, i genitori che pagano ditasca propria le funzioni mi-nime primarie che lo Statonon riesce a garantire: cartaigienica, gessetti, ma oramaianche attrezzature, laborato-ri, corsi di recupero. “All’ini-zio era nato come contributovolontario – sottolinea Fabri-zio Azzolini, presdidentedell’AGE (Associazione Ita-liana Genitori) – Oggi è di-ventata una tassa, senza laquale la scuola chiuderebbedomani”. La crisi la scopri an-cora una volta nei numeri.“Per una scuola di 2.000 stu-denti, da Roma arrivano circa50.000 euro all’anno, mentrele famiglie ne investono al-meno 6 volte tanto” calcola ilprof. Dotti di Gilda. E ag-giunge. “In certi istituti alber-ghieri i genitori sono arrivatipersino a comprare il cibo perle ricette”.Metafora perfetta di unascuola su cui per anni hannomangiato in tanti. E ora sonorimaste le briciole.

LA SITUAZIONE

Ai prof più poverinon basta la passione

PEGGIO DI GELMINI

FA N TA S I AI disegni dei bam-bini della scuolaRodari di Pagliaredi Sassa (L’Aquila)esposti in piazzaMontecitorio Ag f

PIÙ ORE, MENO SOLDI.UNA MAESTRA ITALIANAPERCEPISCE 23.048 EURORISPETTO AI 27.993 DIUNA SPAGNOLA E AI40.142 DI UNA COLLEGATEDESCA. PER 18 ORESETTIMANALI DI LEZIONECONTRO UNA MEDIAEUROPEA DI 16,3

7,9 MILGLI ALUNNI

UN MILIONE IN PIÙRISPETTO AL 2007-08

6 0 0. 8 3 9GLI INSEGNANTI,

NEL 2007-08ERANO 840.000

Page 5: Il Fatto reportage sulla scuola

7IL FATTO QUOTIDIANO DEL LUNEDÌ LUNEDÌ 4 MAGGIO 2 01 5

Il maestro si è alzato

e l’ha raggiunta.

Lei prende la penna, senza

una vera direzione. La penna

trema e si torce da sola.

Il maestro appoggia la mano

sulla sua. La guida.

Ad arrotondare, a salire,

scendere, rigirare, concludere

Orbite e destini

Quei bambinicome luce di stelle

IL RACCONTO

di Wanda Marasco

Il primo giorno di scuolaCarmelina a scuola non civoleva andare. Ha i pochianni senza memoria, la ma-

dre semianalfabeta, il padre im-piegato del Comune, che tornatardi la sera. Se dovesse scavarenella testa avrebbe da ricordaresoltanto qualche abbaglio, i gio-chi a terra, gli alberi letargici chevede dal balcone.Non ci voleva andare a scuola.Aveva frignato lungo il vico epuntato i piedi a terra. La madredisse che non doveva sporcare ilcolletto e il fiocco, l’avrebberocacciata subito. L’idea della“cacciata” la fece ammutolire.- Tieni, piglia il fazzoletto, e nonlo perdere.La madre aveva detto “f a z z o l e t-to”, ma dentro casa lo chiama-vano “pezza pulita”. Ogni voltache qualcuno lo offriva a un altro, il gesto si-gnificava consolazione e riparo. Carmelina sichiese come mai la madre avesse cambiato lin-gua. A metà del vico, mentre si asciugava le la-crime della separazione, vide uno sbocco dello

spirito: foglie arrossate, gatto pezzato, scaglie divetro che maliavano il brillio tra i solchi dei ba-soli. Poi la madre - capa cotonata come le fem-mine della televisione, bocca sottile e grigi occhida gufo - l’aveva lasciata all’imbocco dell’aula,nelle mani del maestro. Rimasta sola, un’i m m e n-sa timidezza era calata sulla sua testa.Adesso la tiene piegata nella penombra e sulbianco del foglio. Il maestro ha distribuito deicartoncini con il disegno e la parola. “Ape” e“Ala” lo devono copiare per dieci volte. Le ge-melle ricce hanno già cominciato. Lei è ferma afissare il foglio. Che fine ha fatto la madre? Per-ché il maestro ha socchiuso le ante? Che devefare, buttarsi sul bianco del foglio o nella pe-nombra dello spazio?- Devi copiare, non distrarti.Il maestro si è alzato e l’ha raggiunta. Leiprende la penna, senza una vera direzione.La penna trema e si torce da sola. Il mae-

stro appoggia lamano sulla sua. Laguida. Ad arroton-dare, a salire, scen-dere, rigirare, con-cludere. Carmelinaè contenta di avereil maestro ma-schio, alto, con latesta un poco im-biancata. Ha la vo-ce bassa e gentile.Non urla come la ma-dre, le orche del pa-lazzo, i Trasuolo sulvascio del vico.- Gira, gira... Così.Metti una gambetta...Le lettere sul foglio laguardano, tremano,volano, si abboccano.La loro storta rilega-tura somiglia al filocontorto degli asticiin fuga verso il mare,

che lei vede dalle inferriate del balcone. Il mae-stro l’ha lasciata. La mano scorre da sola. In que-sta situazione la mano di Carmelina, strusciandosul foglio, fa un rumore di passi sul fogliame.“Ape” e “Ala” per dieci volte, dieci merlature di

una seconda mente.

QUATTRO ANNI DOPO: L’ECLISSE A SCUOLAL’hanno detto in televisione: oggi c’è l’eclisse e ilmondo si farà scuro. Carmelina e i compagnisono eccitati. Il maestro ha chiesto al Direttore ilpermesso di portarli sull’astico per osservare. Cisono Flora, la figlia della siringaia, Tetella, labionda, Emilia la mongoloide, Cecilia, la figlia delbarbiere, Mario il femminiello e i maschi dei Tra-suolo.I piccioni che dormivano nella colombaia hannosentito arrivare la guagliunera. Fuggono attra-verso un fenestriello. Nell’aria restano piume eonde di calore. Carmelina spalanca la bocca:l’astico e la cielata fanno un sipario aperto. Vedei piccioni appoiati sul parapetto e la vita che èdiventata il loro batticuore in equilibrio. La gua-gliunera si maschera con le lenti di plastica aran-cione. Le bocche ridono e i sandali s’incollano

alla pece liquefatta sotto il sole. Le facce diven-tano grigie e porose. I Trasuolo si sono messi inpompa magna: maschi strigliati a dovere, incra-vattati come alla Prima Comunione, femmineimprofumate di essenza alla violetta. La guagliu-nera opacizzata si affaccia al parapetto e cominciaa lapidare una banda di cani che passa.Il maestro li tira per le orecchie. Nell’aria incupitaè diventato pazzo, piglia a parlare “scientifico”, enessuno lo capisce. Gli è venuto lo sghiribizzo dispiegare che cosa è l’eclisse. Ridono. Il maestroingoia e resiste, ma dopo aver detto “corpo ce-leste” e “interposizione”, capisce che deve cam-biare lingua.- Venite ‘accà- Chi, nuie?- Me serveno tre guagliune.- Ch’avimm ‘a fa’?’- O sole, ‘a terra e ‘a luna.Si offrono i Trasuolo che all’inizio sfottono ilmaestro. Poi si fanno manovrare senza fiatare.Umberto fa il sole, Nando la luna, Debora la terra.Il maestro li posiziona nell’allineamento perfettoe a ognuno, con un colpetto sulla spalla, imprimeil movimento rotatorio.Carmelina osserva e capisce. La guagliunera girasu se stessa. In sincrono ruotano nella Galassia idue crani rasati, le cravatte della Prima Comu-nione, i piedi a papera, le orecchie svasate tra lestelle e i pianeti. I Trasuolo fanno una giostra dilampare nel nebbioso, obbediscono al maestro estanno uniti, perché alla guagliunera del vico èsempre piaciuto andare dietro ai pazzi.A fine lezione il maestro ha posato una mano

sulla spalla di Um-berto e un’altra suquella di Ubaldo.Carmelina invidia iTrasuolo. Avrebbevoluto fare lei unodegli astri. Avrebbeobbedito al maestro

senza sfotterlo, interpretando al meglio la ma-novra spettrale che aveva orientato l’universo inmetamorfosi perpetua.

VENT’ANNI DOPO: CARMELINA È MAESTRAPrende la corriera ogni giorno e va al circoloDidattico di Acerra, Rione Gescal. Ci sono i bam-bini fermi nel tempo, uguali a quelli del vicodell’infanzia. Adesso è lei che deve insegnare ascrivere e a leggere.A Natale, quando insieme alle collegheattacca la neve finta alle finestre, comeper miracolo i bambini cominciano a leg-gere le frasi intere. All’uscita li vede cor-rere verso i campi inaciditi e i cubi dellecase. Riprende la corriera e torna a casa:filari di peschi, mandorli, meli, cantieri,tubi, cemento demoniaco, curve fraudo-lente che menano alle rotatorie e lungheschiere di impalcature. È la strage da cui ibambini andrebbero salvati. Apre il gior-nale sulla strada del ritorno. Legge il nomedell’ultimo ammazzato. Nome perduto e ritro-vato. Aveva avuto il ruolo di palo e di traspor-tatore dell’esplosivo fino alla stazione di Bologna.Eroinomane. Inseguito dai killer lungo la salitadel Moiariello. I compari avevano paura che par-lasse. Lui picchiava alle porte per essere salvato.Nessuno gli aveva aperto, perché nessuno potevaaprirgli. Si chiamava Trasuolo, Ubaldo Trasuo-lo.Durante l’eclisse recitava la parte della luna sopral’astico della scuola, e il maestro lo faceva ruotarein sincrono con gli astri, in mezzo alla Galassia,senza che si perdesse.

Madre w Non parlava maternamente.Cumannava e implorava, lasciandosempre qualcosa di sospeso che il figlioavrebbe dovuto assolutamentecompiere. Ma a volte quella povertà di

casa dava una strana pace. Una speciedi disciplina interiore come quellostato di attesa e contenimento cheprecede una speranza o un grandeevento.

Chi è

IL GENIO DELL’A B BA N D O N OWanda Marasco è nata a Napoli, do-ve vive. Diplomata in regia e recita-zione all’Accademia d’arte dramma-tica «Silvio D’Amico» di Roma, è au-trice di romanzi e poesie. Ha ricevutoil Premio Bagutta Opera Prima per ilromanzo “L'arciere d'infanzia”(Manni editore, 2003), prefato daGiovanni Raboni, e il Premio Montaleper la poesia con la raccolta Voc ePoè (Campanotto 1997). Ha lavoratoin teatro come regista e autrice. “Ilgenio dell'abbandono”(Neri Pozza)è nella rosa dei finalisti dello Strega.

IN CLASSELa vitalità di una scolarescadi PistoiaC a s te l l a n i /A n s a

Italicum:nome dip ro f u m oo vestito

VOX POPULI

di Alessandro Ferrucci

ROMA Vicino al Parla-mento, zona nevralgica,tra turisti, romani in pas-seggiata, polizia, tantapolizia, qualche banca-rella e il sole caldo dietroalcune nuvole. In setti-mana la Camera ha vota-to l’Italicum, ma cos’è?Simonetta, 42 anni,mamma. “Una marca dip ro f u m o? ”. No. “Ah... Dive s t i a r i o? ”. Siamo ancoralontani. “Mi arrendo. Eo ra? ”.Te re s a , 49 anni, infer-miera. “Oddio, ne parlavaproprio l’altro giorno mimarito.... aspetti... aspet-ti... Non mi viene! Ah ahah. . .”M a rce l l o, 32 anni, com-messo. “Non lo vendia-m o”. Ma cosa? “Quelloche mi ha chiesto”. Non èun prodotto. “Mi scusi,ho iniziato da poco”.Gino, 56 anni, pensiona-to. “Ma lei è del program-ma di Del Debbio?”. No,del Fa t to. “Ah, peccato”.G ra z i e .Vi r g i n i a , 19 anni, incertasul futuro. “A dire il verosono incerta anche suquello che te devo rispon-de“. Proviamo. “Mmmm,no. Evito la presa per ilc u l o”.Dav i d , 39 anni, lavorospecifico non svelato.“Lavoro in Parlamento,purtroppo conosco benequesta porcheria”.N i n o, 46 anni, elettrici-sta. “Questa la doman-da? Pensavo peggio: è lalegge elettorale”.C a ro l i n a , 32 anni, aspi-rante attrice. “C h e e e e?”Co s ’è l’Italicum. (Alza lavoce, mano al lato dellabocca) “Amoreee! Vieniqua, non mi lasciare so-la”.Pi e ro, 36 anni, fidanzatodi Carolina. “Credo siarobba de politica. Ciao”.Pi e r g i o r g i o, 49 anni, li-bero professionista.“Vuoi sapere anche i voticon i quali è passato? Mihai visto? Pensi sia unc re t i n o? ”. Ci manchereb-be.Lucia, 42 anni, collabora-trice domestica. “Co l l a -boratrice, ma laureata difilosofia. Comunque è lalegge elettorale”.Gaia, 34 anni, esperta dicomunicazione. “Riguar-da il sistema di voti, manon ho capito come fun-ziona”.Maurizio, 39 anni, exsportivo. “Ah, pensavovolessi un autografo”.No, mi dispiace. (S co n s o -lato se ne va).

Twitter: @A_Ferrucci