Il fascino discreto della Manta...Il Castello della Manta, donato al FAI da Elisabetta De Rege...

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19-20 giugno 1 a edizione della Festa dei Circondari INCONTRI, ITINERARI E SORPRESE ALLA SCOPERTA DEL TERRITORIO VIVI L 'ESTATE NEI BENI DEL FAI ANCHE DOPO IL TRAMONTO PROGETTO RONDONI: UN' AZIONE CONCRETA PER LA SOSTENIBILITà Tutela del patrimonio architettonico e biodiversità Tornano le Sere FAI d'Estate POSTE ITALIANE SPA Sped.in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 46) Art. 1, comma 1/CN/BO. GIUGNO - LUGLIO - AGOSTO / 2021 n. 159 Centro da secoli di una fitta rete di relazioni con il territorio circostante, il Castello si staglia severo sullo sfondo del Monviso pronto a svelarsi e raccontare storie e progetti sempre nuovi Il fascino discreto della Manta

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19-20 giugno 1a edizione della Festa dei Circondari

IncontrI, ItInerarI e sorprese alla scoperta del terrItorIo

VIVI l'estate neI BenI del FaI anche dopo Il tramonto

progetto rondonI: un'azIone concreta per la sostenIBIlItà

Tutela del patrimonio architettonico e biodiversità

Tornano le Sere FAI d'Estate

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Centro da secoli di una fitta rete di relazioni con il territorio circostante, il Castello si staglia severo sullo sfondo del Monviso

pronto a svelarsi e raccontare storie e progetti sempre nuovi

Il fascino discreto della Manta

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2editoriale

Periodico del FAISede legale: La Cavallerizzavia Carlo Foldi, 2 - 20135 MilanoDirezione e ufficiLa Cavallerizza, via Carlo Foldi, 2 20135 Milano tel. 02467615.1 Registrazione del Tribunale di Milano del 9.8.1980 n. 314

Direttore responsabileMaurizio VentoDirettore editorialeMarco MagnificoCoordinamento editoriale Isabella DôthelProgetto graficoStudio Pitis

Lavorazione graficaCarlo DanteIn copertinaIl Castello della MantaFoto: Fabrizio Giordano

INDICE

Andrea CarandiniPRESIDENTE FAI

3 Le Giornate FAI di Primavera

UN PICCOLO MIRACOLO

6 Il Castello della Manta

7 La Festa dei Circondari

12 Rubrica Ambiente

IL PROGETTO RONDONI NEI BENI FAI

14 Tutto il Bene che vogliamo ridare

5X1000, LA FIRMA CHE FA LA DIFFERENZA

15 La gentilezza di Angelo

IL RICORDO DI ANGELO MARAMAI

16 Ultime Notizie dal mondo del FAI

18 Sudden Time in mostra a Villa Panza

19 Sere FAI d'Estate

20 Manifestazioni nei Beni FAI

Il primo atto della mia presidenza è stato l’intervento al Convegno nazionale del 21 aprile 2013, tenuto a Trieste e intitolato Fulcri e siste-mi. Ero ancora alle prime armi nel FAI, ma ho immediatamente messo a terra la prima pietra dell’indirizzo che avrei poi seguito e sviluppato in un crescendo di consapevolezza.

L’idea era quella di considerare ciascun Bene del FAI come un ful-cro sviluppatosi nel tempo da anatomizzare, per poterlo meglio pro-teggere, valorizzare e raccontare e da connettere a quanto gli stava ai lati o intorno, quindi al circondario, entro il quale esso contribuisce a formare un sistema di relazioni. Questa coscienza di luogo allargata è una prima cellula ambientale, caratterizzata nel più lontano passato dall’armonia tra natura, storia e arte; nel passato prossimo da un vio-lento contrasto tra quelle componenti, con gravi danni agli elementi, agli animali e all’uomo; e nel futuro in quel ritorno a una relazione armonica tra natura in evoluzione e storia in progresso in cui dovrebbe consistere la transizione ecologica.

Benché tutto ciò paia semplice ed evidente, facile è constatare come alla preminenza unilaterale dell’economia, si stia aggiungendo una pre-minenza altrettanto unilaterale di un ritorno alla natura intesa come un paradiso perduto, a danno quindi della cultura della natura e del-la storia, cooperanti tra loro, in cui sta la tutela del paesaggio e del patrimonio considerata troppo spesso come un ingombro fastidioso da rimuovere, creando magari falle nel Codice dei Beni Culturali. Il nuovo Ministero della Cultura ha un senso solo se, accanto agli sparuti funzionari preparati nelle discipline umanistiche da incrementare se ne aggiungessero altri dedicati alla cultura della natura, per ora assenti.

La festa dei Beni del FAI è pertanto anche quella dei loro circon-dari, dando così valore a tutti i fulcri di un ambiente territoriale e raf-forzando le relazioni tra questi fulcri in una rete contestuale e in uno spirito di sistema. A questo fine i Property Managers collaborano con i presidi del volontariato FAI come le Delegazioni, per far risorgere la coscienza di luogo e un degno modo di vivere il tempo libero in una singola porzione della patria, la quale così, lembo per lembo, ripren-derà a risorgere, ecologicamente, culturalmente ed economicamente.

È tramite i propri beni – immobili e mobili, naturali e storici – e quelli individuati e valorizzati nelle Giornate di Primavera e Autunno e nei Luoghi del Cuore che il FAI riprende a ricongiungere gli Italiani alla significativa e magnifica realtà dei nostri paesaggi e patrimoni, che per un tempo doloroso non abbiamo più potuto abbracciare, perden-do così quella linfa vitale alla quale nuovamente possiamo attingere, apprezzandola fino in fondo proprio perché l’avevamo perduta, avva-lendoci degli schermi, ma per oltrepassarli. Torniamo a vedere, udire, toccare, odorare e gustare!

La coscienza dei luoghi

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3giornate fai di primavera

Orgoglio, coraggio, audaciaIl 15 e 16 maggio con le Giornate FAI di Primavera possiamo dire di aver compiuto un piccolo, grande miracolo!

Non è eccessivo parlare di «miracolo»: fino a due set-timane prima della manifestazione non eravamo sicuri dell’effettiva realizzazione delle Giornate FAI, ma nono-stante tutto ci siamo preparati e lo abbiamo fatto come sempre mossi dalla passione e dal senso di responsabilità che ci contraddistinguono. E abbiamo avuto ragione! Ci abbiamo creduto e in circa 160.000 hanno colto la possi-bilità di riabbracciare le meraviglie che ci circondano tor-nando a visitare 600 luoghi in 400 città italiane, aperti in totale sicurezza. È stato un successo che ci ha riempito di orgoglio.

IL PRESIDENTE CONFERISCE LA TARGA ALLE GIORNATE FAI DI PRIMAVERAUn segno di incoraggiamento ci era giunto nei giorni

precedenti quando abbiamo ricevuto la notizia che alla XXIX edizione delle Giornate FAI di Primavera era stata conferita della Targa del Presidente della Repubblica Sergio Matta-rella. Un riconoscimento alla strada che il FAI ha intrapreso da più di 45 anni: la collaborazione con le istituzioni per il bene del Paese. Come ha dichiarato il Presidente Andrea Ca-randini nella conferenza stampa del 6 maggio 2021, «il Fondo per l’Ambiente Italiano rappresenta ormai una forza cul-turale e civica di rilevanza nazionale, che reca il proprio sussidio alle pubbliche istituzioni, come Costituzione vuole, ridonando agli italiani la coscienza dei loro luoghi e quindi di se stessi, rappresentando il paesaggio e il patrimonio storico e artistico, l’essenza memoriale di quanto degli uomini non viene divorato nel tempo e quindi già è nel futuro».

Non sono mancate le difficoltà dovute all’incertezza del periodo: nonostante questo anche le regioni come Sardegna, Sicilia, e Valle d'Aosta che hanno dovuto posticipare l'evento al 5 e 6 giugno, hanno ottenuto uno straordinario successo di pubblico e partecipazione. Infatti tutto è stato superato soprattutto grazie allo straordinario sforzo dei nostri 355 presìdi territoriali. Vorremmo abbracciare ad uno a uno i volontari delle Delegazioni, dei Gruppi, dei Gruppi Giovani,

di Ponte tra culture, gli Apprendisti Ciceroni e quanti hanno deciso di donare il proprio tempo per realizzare la prima grande festa di piazza dedicata al patrimonio artistico e paesaggistico post lockdown. Rappre-sentano la spina dorsale della manifestazione e come in ogni occasione non smettono di dimo-strare al Paese intero l'entusiasmo e la passione civica che ci anima.

IL SINDACO DI PORTIGLIOLA PREMIA I VOLONTARIUna spirito che per la prima volta quest'anno ha avu-

to un riconoscimento ufficiale. Il Sindaco di Portigliola (RC) infatti, in occasione della Festa della Repubblica, ha consegnato un attestato di Benemerenza Civica alla De-legazione FAI della Locride e della Piana, peri il grande im-pegno a favore della conoscenza e della scoperta di luoghi meravigliosi.

— A fianco i volontari della delegazione di Monza, sotto il conferimento dell'attestato di Benemerenza Civica alla Delegazione FAI della Locride e della Piana

— La Targa del Presidente della Repubblica conferita alle Giornate FAI di Primavera

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Le giornate FAI di Primavera sono il frutto di un grande lavoro di squadra che coinvolge istituzioni europee, nazionali e locali, aziende, associazioni di volontariato, privati cittadini uniti da una volontà comune quella di proteggere e far scoprire agli italiani il patrimonio artistico e naturalistico del nostro Paese, il Paese più bello del mondo

Clicca e scopri tutti coloro che hanno reso possibili le Giornate FAI di Primavera 2021

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Castello della MantaIl Castello, il suo paesaggio e i territori confinanti hanno attraversato i secoli mantenendo viva la rete di relazioni che da sempre li connette. E sono pronti a raccontarsi e a svelarsi a chi li ascolta

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— Il Castelo della Manta sorge a 60 km circa da Torino tra le colline di Saluzzo e quelle di Cuneo

Castello della Manta,Manta (CN)

«Il visitatore della Manta ne esce come colpito da una dolce, de-licata e armoniosa atmosfera, assai diversa dal clamore che al giorno d’oggi ci attornia»

Giulia Maria Crespi, fondatrice del FAI

Il Castello della Manta, donato al FAI da Elisabetta De Rege Provana nel 1985, è un luogo di discreta bellezza. La sua sago-ma austera si staglia in un paesaggio di dolci colline, a pochi chilometri da Saluzzo, in provincia di Cuneo, sullo sfondo delle Alpi – tra cui spicca il Monviso – che segnano il vicino confine tra l’Italia e la Francia. Un confine che storicamente, più che dividere, ha unito due nazioni, due territori e due culture gra-zie a continui e fruttuosi scambi che ben si riflettono proprio nel Castello della Manta, nelle straordinarie decorazioni dipinte che vi sono conservate e nell’affascinante storia che qui si racconta.

— Sullo sfondo del Monviso, nella Riserva della Biosfera

transfrontaliera MaB Monviso Unesco, si staglia una fortezza

medievale dal fascino severo che al suo interno custodisce

una delle più stupefacenti testimonianze della pittura

tardogotica profana, ispirata ai temi dei romanzi cavallereschi

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Circa 40 anni fa, avevo vinto una borsa di studio alla fondazione Roberto Longhi di Firenze e mi stavo dedicando alla pittura lombarda di primo Quattrocento: inevitabile imbattersi negli affreschi del Castello della Manta per chi studia quel periodo. In dicembre con un gruppo di amici decidiamo di andare a passare il Capodanno in una baita sulle montagne della Val Varaita (stupenda!): pelli di foca, zaini pieni di provviste e taniche di cherosene per far funzionare la stufa; follie dei vent’anni, fatica boia, freddo memorabile ma vacanza irripetibile tra metri di neve e lepri bianche. Dormiamo la prima notte a Saluzzo (stupenda!) e la mattina dopo vedo sulla strada il cartello «Manta». «Fermiamoci!» urlo;

gli amici protestano ma guidavo io e punto in alto verso il castello. Di notte aveva dato una spruzzata di neve, quel poco che basta a rendere impraticabili le stradine di campagna in salita; la macchina si impianta e per farla ripartire devo mettere sotto alle ruote il mio vecchio loden; arrivo al citofono quasi invisibile sull’enorme muraglione di cinta: custode; suono. «Buongiorno sono uno storico dell’arte di Milano e avrei il grande desiderio di vedere il salone degli affreschi». «Il signor conte è negli Stati Uniti». «Ma la supplico sono venuto apposta…». Niente da fare. Perso loden e guadagnati sberleffi dai compagni. Due o tre anni dopo una sera in casa Crespi Giulia Maria mi chiede a bruciapelo «Conosci gli affreschi del Castello di Manta?» «Ma certo, sono tra i più importanti del primo quattrocento europeo; perché?» «Non te lo posso dire…». Erano in corso le trattative con i De Rege per la donazione

IL MIO LODEN E I PRODI DELLA MANTA

DA AVAMPOSTO MILITARE A CULLA DELLE ARTIIl castello sorge nel XIII secolo come fortificazione a difesa del

Marchesato di Saluzzo, fino alla metà del Cinquecento territorio au-tonomo che si estendeva dalle vallate alpine fino alla pianura di Car-magnola, governato dall’omonima casata nobiliare. Per resistere all’e-gemonia sabauda e ai numerosi tentativi di conquista, i Marchesi di Saluzzo rafforzarono nei secoli i legami con la corona francese, ma dai frequenti contatti a scopo politico nacque una vera passione per la cultura francese, e per l’atmosfera di quella corte, colta e raffinata, che i Marchesi di Saluzzo portarono in questa terra.

Lo straordinario ciclo di affreschi del Salone Baronale riprende e riflette quella cultura che, ancor prima di Valerano, signore del castello della Manta, conquistò suo padre, il Marchese Tommaso III. Rimasto affascinato dalla Francia dopo un lungo soggiorno, tornò infatti con oggetti di prezioso artigianato, stoffe e mappamondi, l’amore per la poesia – che lo spinse a scrivere un poema in lingua, Le Chevalier Errant – e perfino una moglie francese; in omaggio e in memoria del padre, Valerano fece realizzare quegli affreschi, che oggi sono uno dei più importanti cicli pittorici tardo gotici di soggetto profano: integri e perfettamente conservati, anche grazie all’opera del FAI, vividi nei co-lori e nei dettagli che rimandano alla cultura cavalleresca d’oltralpe.

Nel 1416 Tommaso III morì, lasciando erede il figlio Ludovico, an-cora bambino. La reggenza del marchesato fu perciò affidata a Valera-no (1374 circa – 1443), figlio primogenito ma illegittimo, eppure erede designato per valore e virtù, che assicurò pace e prosperità al Marche-sato di Saluzzo governato proprio dal Castello della Manta, che da lui ampliato e abbellito, divenne dimora signorile della nuova casata, i Saluzzo della Manta, e fulcro del territorio che lo circonda.

I SECOLI PASSANO, LE SINERGIE SI RINNOVANO Il Castello della Manta oggi è un fulcro di tipo diverso: grazie

all’attività del FAI – con le sue Delegazioni locali di volontari – ha intes-suto negli anni solide e proficue relazioni che si irradiano nel territorio e penetrano anche oltralpe, come fu nella sua storia. Dalla relazione con le istituzioni locali, ad esempio, è scaturito il lungo lavoro di recu-pero della Chiesa di Santa Maria al Castello e il restauro dell’imperdi-bile ciclo di affreschi della Passione di Cristo che vi è custodito, datato anch’esso agli inizi del ’400: la chiesa è stata affidata dal Comune di Manta al FAI perché fosse inserita in un unico progetto di gestione e valorizzazione culturale insieme al castello, con beneficio di tutti.

Una relazione a più ampio raggio recentemente ha portato il Castel-

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— In alto gli affreschi quattrocenteschhi della Sala Baronale rappresentanto gli Eroi e le Eroine. Di fianco i lavori di recupero del pavimento cinquecentesco della Sala delle Grottesche. Uno spesso strato di cera nascondeva l'originaria decorazione ad affresco di finte tarsie marmoree

— L’ingresso principale della villa, rivolto a monte, accoglierà i visitatori una volta finito il percorso di restauro appena avviato

del Castello che passò al FAI nel 1985; io entrai in Fondazione l’anno dopo. Tra le prime cose che feci tornai alla Manta dove Pinin Brambilla stava pulendo – non posso dire restaurando perché non erano così mal messi – gli affreschi. Entrai da solo nel salone e l’impressione fu enorme. Succede spesso di non aspettarsi una grande emozione quando per la prima volta si sta per vedere dal vero qualcosa che si conosce già benissimo; mi capitò la stessa a cosa a Machu Picchu: in entrambi i casi fu la dimensione sovrumana a lasciami pietrificato. Non sono figure normali i Prodi della Manta; sono veramente nove eroi e nove eroine; lo sono per dimensione, espressione, atteggiamento e rango. Mi sentii sovrastato, umile, ma anche fiero di essere lì da solo al loro cospetto nel silenzio irreale, mitico e variopinto del mondo cavalleresco de Le Chevalier Errant.

Vedo il Monte Bianco più volte l’anno da quando sono nato ma ogni volta che, a una certa curva della strada che sale verso Courmayeur, mi appare la sua mole rimango colpito dalla sua maestà, sempre ben più imponente e regale di quanto me l’aspettassi; la stessa cosa succede ogni volta alla Manta con Carlo Magno, Re Artù, Pentesilea regina delle Amazzoni, l'elegantissima e distante Lampeto, Goffredo di Buglione… Vengono e vivono in un’altra dimensione; quella dei grandi cicli cavallereschi che ci incitano a essere, nel nostro piccolo, anche noi un po’ eroi di buone azioni per migliorare il mondo ce n’è sempre più bisogno…

Marco MagnificoVICEPRESIDENTE ESECUTIVO FAI

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NUOVE TRAME D'AUTORE

La riapertura delle finestre nella Galleria delle Grottesche ci dà l’occasione per avviare un nuovo progetto in collaborazione con San Patrignano Design Lab, laboratorio di tessitura che da 40 anni mantiene viva la conoscenza di antiche tecniche di lavorazione e affianca numerosi brand internazionali nell’ideazione e produzione di tessuti Made in Italy. Le nuove tende per la galleria, infatti, verranno realizzate a mano dalle ragazze del laboratorio. Il progetto, avviato a fine 2019, è stato bloccato dal lockdown, ma ora siamo finalmente ripartiti: abbiamo studiando e fatto ricerche, e ora siamo alle prove di tessitura delle tele di lino e delle passamanerie cercando la resa più idonea all’ambiente. Quest’estate, completato il montaggio delle tende, la galleria sarà pronta ad accogliervi con rinnovato splendore.

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lo della Manta a inserirsi in una rete sinergica con il Castello di Racco-nigi e l’Abbazia di Hautecombe, uniti in un itinerario che si snoda tra i luoghi più emblematici di Piemonte e Savoia, che hanno beneficiato di finanziamenti dell’Unione Europea in un progetto transfrontaliero intitolato «Les Ducs des Alpes/I Duchi delle Alpi» (ALCOTRA 2014-2020). Il progetto intendeva valorizzare la cerniera delle Alpi e quel legame con la Francia alimentato proprio dai Marchesi di Saluzzo, cui si deve nel 1480 il Buco di Viso, il primo traforo alpino della storia.

Oggi è la Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso a raccogliere il testimone di questo legame, che ha il suo cuore nell’a-rea protetta del Parco del Monviso e include il territorio comunale di Manta. Il Parco e il FAI si sono impegnati per i prossimi due anni a promuovere iniziative per la tutela del patrimonio ambientale, pae-saggistico e monumentale del territorio attraverso il MaB (Man and Biosphere, ndr), un programma che ha dato vita a una rete mondiale di «Riserve della Biosfera» protette dall’Unesco.

Il 2021 vedrà così l’avvio di un progetto per favorire la conoscenza e la frequentazione dei sentieri collinari intorno al castello, per raggiun-gere a piedi i Comuni vicini che ricadono nel territorio MaB Monviso. L’attenzione all’ambiente e al patrimonio è ulteriormente rafforzata dall’accordo biennale siglato con il Consorzio per i Servizi Ecologia e Ambiente e con gli enti pubblici (capofila il Comune di Saluzzo, all’interno del progetto Terres Monviso) per la reciproca promozione di luoghi del territorio attraverso itinerari della tradizione locale, come l’antica «Via della Boschiva», un percorso che collega la pianura alla montagna, di cui il FAI garantisce la manutenzione continuativa e la fruizione da parte di sempre più numerosi visitatori.

I RESTAURI. UN RACCONTO CHE SI RINNOVA NEGLI ANNIAccanto alle numerose iniziative rivolte all’esterno del Castello, per

la valorizzazione del territorio di cui esso è parte, il FAI ha portato avan-ti in questi ultimi anni significativi interventi anche all’interno: lunghi e impegnativi restauri che aggiungono nuovi ambienti, nuove scoperte e nuovi racconti al percorso di visita.

Nell’ultimo decennio, sono state riaperte le sale quattrocentesche che tra Ottocento e Novecento hanno ospitato la biblioteca del Castel-lo; grazie al contributo del Programma europeo Interreg ALCOTRA 2014-2020 è stata riportata all’originaria bellezza la Galleria delle Grot-tesche: celato per anni sotto un intonaco color ocra, è stato ritrovato il ciclo pittorico cinquecentesco a trompe l’oeil che decorava le pareti, sono state riaperte le quattro finestre che affacciavano sulla corte inter-na e sono stati recuperati i pavimenti originali a finte tarsie marmo-ree. Un altro intervento ha riguardato la Sala degli Alberi, scoperta e restaurata grazie a Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, che da molti anni affianca il FAI nella cura del Castello della Manta, e che tra il 1998 e 2002 ha finanziato anche il restauro dell'antica Chiesa Ca-stellana dedicata alla Vergine. La Sala era stata cancellata da tramezzi che ne dividevano lo spazio in ambienti di servizio: demoliti quelli, e anche il soffitto, e indagate le pareti con appositi saggi, sotto l’intona-co è apparsa la decorazione quattrocentesca, un tipico “verziere”: filari di alberi che sfondano illusoriamente lo spazio dando l’impressione di trovarsi in un giardino. Infine oggi, sempre grazie a Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, si lavora sul pavimento del Salone delle Grot-tesche per restaurare le decorazioni a finte tarsie marmoree cinquecen-tesche nella loro brillante cromia.

La storia recente del Castello della Manta riflette un lavoro inces-sante, dai risultati esaltanti, che il FAI prosegue nei suoi Beni senza so-sta, grazie al sostegno di chi si iscrive al FAI e visita i suoi Beni.

— I restauri nella Sala degli Alberi iniziati nel 2013 hanno permesso di riportare l'ambiente all'originario aspetto quattrocentesco. Prima di procedere al recupero degli affreschi sono stati demoliti tramezzi che dividevano la sala ed è stato demolito il soffitto che tagliava in due un albero

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10la festa dei circondari

traverso voci di Sindaci, giovani imprenditori, studiosi, scrittori, sportivi e grazie ai ricordi narrati dagli stessi abi-tanti. E ancora: laboratori, piccoli eventi musicali, mostre di prodotti locali, dall’artigianato all’enogastronomia, con degustazioni, aperitivi e cene. Ma la festa si estende soprat-tutto fuori dai Beni con aperture straordinarie di luoghi da scoprire e lungo itinerari suggeriti da percorrere da soli o accompagnati da guide, a piedi o in bicicletta, in macchina e perfino in barca, alla scoperta di borghi, chiese e palazzi, curiosi musei, aree archeologiche e naturalistiche, botteghe, aziende agricole e ristoranti che hanno aderito con generosità ed entusiasmo all'iniziativa.

Una festa del FAI, ma in realtà una festa dei territori, resa possibile grazie alla preziosa collaborazione di 28 co-

Il FAI dedica due giorni di festa ai «circondari» dei suoi Beni. Ma cosa sono i circondari? Sono i territori immedia-tamente circostanti i Beni, cui essi stessi appartengono, contesti di straordinaria bellezza e di inestimabile valore culturale, ricchi di piccoli e grandi tesori spesso poco noti, e perciò vere e proprie scoperte! Un patrimonio materiale e immateriale, custodito e tramandato dalle comunità locali.

Tutto ciò merita di essere conosciuto, promosso e valo-rizzato. Tutto ciò merita una festa: la Festa dei Circondari.

L’obiettivo, sostiene il Presidente del FAI, Andrea Ca-randini, è quello di «comporre i singoli Beni con il vasto ambiente paesaggistico, partendo da questi “fulcri” per ri-trovare i “sistemi”. Non più, per fare un esempio, il Castello di Masino come perla isolata, ma quello stesso Castello come bene in sé ma anche come fulcro di un Canavese da riscopri-re nella sua più vasta accezione naturale e culturale».

1 WEEKEND, 9 BENI, 100 INIZIATIVENove Beni del FAI e i loro circondari, in otto regioni di

Italia, saranno quindi protagonisti di un programma ricco di proposte. Dentro ai Beni i territori si racconteranno at-

Festa dei CircondariLa prima edizione della «Festa dei Circondari». Una festa diffusa tra i Beni del FAI e i loro dintorni. Incontri, itinerari e sorprese alla scoperta del territorio sabato 19 e domenica 20 giugno 2021

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— Il Bosco di San Francesco ad Assisi (PG) sarà uno dei protagonisti della Festa con una vasta proposta di eventi, trekking e itineriari in e-bike

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11la festa dei circondari

muni, 27 associazioni, 24 musei, 7 scuole e università e 37 tra imprenditori e artigiani locali, per scoprire oltre 100 luoghi di interesse culturale, mete originali e inedite, vicine alle città e facilmente accessibili, e trascorrere due giorni all’aria aperta, e celebrare l’inizio dell’estate.

La Festa dei Circondari è resa possibile grazie al fondamentale sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI; al significativo contributo di Nespresso, azienda che dal 2020 sostiene la Fondazione, di Delicius, che rinnova il sostegno al FAI affiancandosi per la prima volta al progetto, e di Pirelli che conferma per il nono anno consecutivo la sua storica vicinanza al FAI.Grazie a Rai, Main Media Partner dell’iniziativa, che come sempre racconterà al pubblico il ricco e variegato palinsesto della Festa dei Circondari grazie anche alla capillare collaborazione della Testata Giornalistica Regionale Rai.

• Castello di Masino, Caravino (TO) Tour in e-bike tra Masino e il lago di Viverone ITINERARIUn percorso con pedalata assistita alla scoperta delle me-raviglie naturalistiche e storiche della zona ai piedi della Serra Morenica e una speciale apertura dell’ecomuseo della Cadrega Fiurija (ecomuseo della seggiola) ad Aze-glio, con pause ristoro a base di prodotti tipici.

• Castello della Manta, Manta (CN) Trekking collinare ITINERARIGuide naturalistiche accompagneranno i visitatori in trekking collinari, con partenza (e ritorno) dal Castello della Manta fino alla Castiglia di Saluzzo (il sabato) e al Castello di Verzuolo (la domenica).

• Monastero di Torba, Gornate Olona (VA) Visita tematica: la tutela di api e rondoni NEL BENEUna visita guidata speciale alla scoperta dei nostri progetti dedicati alla biodiversità. Al Monastero di Torba e in tutto il territorio varesino il FAI è impegnato in numerose inizia-tive concrete come ad esempio la tutela di api e rondoni.

• Castello di Avio (TN) Passeggiata culturale sulla strada romana di Avio NEL CIRCONDARIOUn percorso alla scoperta dell’antica strada romana che metteva in comunicazione il Castello e la Pieve di Avio, con una tappa intermedia alla Casa del Vicario, aperta in via eccezionale.

• Villa dei Vescovi, Luvigliano di Torreglia (PD) Museo civico della navigazione fluviale di Battaglia Terme NEL CIRCONDARIOUn museo che costituisce un unicum in quanto rac-coglie al suo interno storie, materiali e ricordi di vita

vissuta attraverso i quali riscoprire tradizioni, pratiche e attività di un recente passato che rischia di essere di-menticato. La visita include il tour in barca lungo il ca-nale Battaglia.

• Bosco di San Francesco, Assisi (PG) Tenute Lunelli - Cantine Castelbuono, Bevagna (PG) NEL CIRCONDARIOL’enoteca delle Cantine è ospitata nel famoso Carapace realizzato da Arnaldo Pomodoro. La prima scultura al mondo in cui sia possibile vivere e lavorare. Oltre alla visita sarà possibile degustare il vino Sagrantino di Mon-tefalco accompagnato da prodotti tipici.

• Abbazia di S. Maria di Cerrate (LE) Artigianato dal Territorio NEL BENEOgni ambiente dell’Abbazia racconterà un’attività arti-gianale in tema con il luogo che lo ospita: dai fiscoli e Li Panari lavorati nel frantoio, ai prodotti legati alle farine nella stanza del forno; sotto il portico la lavorazione della pietra leccese e l'impagliatore di sedie.

• I Giganti della Sila, Spezzano della Sila (CS) Battello elettrico e bike boat sul lago di Arvo NEL CIRCONDARIOSabato e domenica dalle ore 10 si potrà esplorare il lago Arvo, uno dei più belli della Calabria, incastonato fra le due più alte vette dell'altipiano silano, Botte Donato e Montenero, in battello elettrico o su bike boat, biciclette galleggianti che corrono sull’acqua.

• Saline Conti Vecchi (CA) Tour della Laguna Vasta con e-bike ITINERARITour di un'ora con audio-guida a bordo di e-bike a no-leggio con pedalata assistita per scoprire un'area solita-mente inaccessibile al pubblico, tra bacini della salina e fauna selvatica.

Tra le varie proposte in programma nel fine settimana segnaliamo:

Clicca e scopri come partecipare!

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Storie di sostenibilità, da scoprire col naso all’insùI rondoni costruiscono i propri nidi nelle cavità degli edifici. Oggi questa specie a rischio ha trovato un posto sicuro dove nidificare: i Beni del FAI

C’è sempre qualcosa da imparare dai nostri Beni, basta avvicinarsi, le domande ci aspettano lì per regalarci nuo-ve scoperte. Come quelle del Progetto Rondoni, dedicato alla biodiversità. Un’avventura per riportare l’antica specie di uccello migratore nelle mura di Casa Macchi, del Mo-nastero di Torba, di Villa Della Porta Bozzolo e dell’Ab-bazia di San Fruttuoso.

PATRIMONIO ARCHITETTONICO E BIODIVERSITÀ«Viaggiare è guardare al mondo con occhi sempre nuo-

vi», scriveva Marcel Proust, alludendo al fatto che il viaggia-re non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi, diversi. Allo stesso modo potremmo dire che ognu-no dei Beni del FAI ha una storia da raccontare sempre nuova, così come ogni elemento architettonico, ogni torre, ogni corte, ogni muro sono lì per parlarci della loro avven-tura attraverso gli anni, più spesso attraverso i secoli, basta solo imparare ad ascoltarli. Oggi capita che questa storia nascosta sia sussurrata attraverso tanti piccoli fori che nessuno aveva mai notato, e ascoltato, prima. È il caso di quelli che punteggiano le masse murarie di cascine, ville e monasteri, disposti in sequenza, a cadenza ritmata, che cre-ano quasi un reticolo, come fossero un’opera d’arte astratta.

Quei piccoli buchi di cinque centimetri circa, sono le rondonaie, che erano un elemento architettonico tipico nelle zone rurali dell’Italia settentrionale già nel Medioevo. Veri e propri nidi artificiali, ricavati con piccoli fori nei muri, per allevare a fini alimentari i rondoni, uccelli migra-tori, che oggi sono tornati a popolare i nostri beni. Come ogni anno, in questo periodo, arrivano in Italia dall’Africa, percorrendo migliaia di chilometri alla ricerca di un nido in condizioni climatiche favorevoli. La loro non è classificata

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— I lavori per l'istallazione delle rondonare nella Torre del Monastero di Torba (VA)

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continuo, che serve ai volatili sia in entrata sia in uscita, magari anche solo per prendere il sole o intonare i canti territoriali, ma può aiutare anche per imbeccare i piccoli o accompagnarli nell’involo». Durante l’imminente fase dei lavori di restauro saranno recuperati anche i nidi all’interno della torretta, per invitare i rondoni, già ospi-ti della Casa nel vicino edificio rustico, a colonizzarla di nuovo nei prossimi anni. «Noi pensiamo che nel Medioevo avessero una conoscenza approssimativa del mondo anima-le», precisa Ferri, «invece conoscevano benissimo il mecca-nismo riproduttivo e i bisogni delle specie e hanno messo a punto una vera e propria tecnologia costruttiva». A una manciata di chilometri da Morazzone, si trovano anche le antiche rondonaie della Torre del Monastero di Torba. Grazie alla collaborazione con la LIPU Varese sono stati installati dei nidi in legno, in corrispondenza dei fori del sottotetto. E ancora nella provincia di Varese, a Casalzui-gno, Villa Della Porta Bozzolo ospita una rondonaia di 120 fori che presto sarà oggetto di restauro. Ma i ron-doni, spinti dall’istinto alla sopravvivenza, hanno scelto anche altri luoghi elettivi, come gli spazi sotto le grondaie e le cavità negli edifici. È stata scoperta una colonia all’Ab-bazia di San Fruttuoso, in Liguria, nelle buche pontaie, utilizzate storicamente per le impalcature. Il restauratore, in accordo con i tecnici del FAI, ha conservato le buche e ha lasciato aperti i teli di copertura dei ponteggi per garantire il passaggio ai rondoni.

I nostri muri parlano, basta saperli ascoltare, ogni Bene riserva sempre nuove rivelazioni. Come quando si riguarda un film, si riscopre un’opera d’arte, si rilegge un libro, ogni volta è diverso e ci dice qualcosa in più di noi e della nostra storia.

— A Morazzone (VA), le indagini condotte da Mauro Ferri per il recupero della rondonara nella torretta di Casa Macchi

come specie in via di estinzione, ma negli ultimi decenni ha subito un calo che ha varie cause, in primis la difficoltà a trovare luoghi adatti a riprodursi.

IL PROGETTO RONDONI NEI BENI DEL FAIOggi, con il Progetto Rondoni, il FAI si impegna a re-

staurare queste strutture storiche e a ridare a questa specie tante nuove case. Accogliere i rondoni nei nostri Beni, dove sono stati presenti fin dal Medioevo, significa tutelare la bio-diversità e l’ecosistema, come raccomandato tra i punti del 15° goal degli SDGs, gli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile individuati dall’Onu. Vuol dire quindi salvaguardare una specie importante per l’uomo, ma anche una peculiarità paesaggistica e architettonica italiana, raccontare un bra-no di storia della tradizione agricola del nostro Paese.

«Tutelare la biodiversità urbana significa avere delle città più pulite e sane. Perciò è importante attuare la con-servazione di specie come i rondoni, vere sentinelle della qualità ambientale» ci racconta Milo Manica, naturali-sta che collabora con la LIPU. L’impegno del FAI diventa quindi sempre più concreto con il progetto per salvare i rondoni. Come quelli di Casa Macchi, a Morazzone, vicino a Varese, dove è in corso il restauro della torretta, le cui pareti esterne contano oltre 150 fori, oggi riaperti e collegati a piccole celle ricavate nello spessore murario. «Le rondonaie di Casa Macchi sono fatte con struttu-re alveolari speciali, di fianco al foro è stato messo un mezzo diaframma che serviva per assicurare uno spa-zio più tranquillo e fuori dall’occhio indiscreto dei pre-datori», racconta Mauro Ferri, di Monumenti Vivi, «sulla parte esterna i mattoni di copertura delle singole celle de-bordano di due dita, in modo da consentire l’atterraggio

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Tutto il Bene che vogliamo ridare

Firma dopo firma facciamo strada alla bellezza del nostro Paese

La meraviglia di perdersi tra stanze ricolme di storie lon-tane nel tempo, l’emozione di passeggiare in un giardino sto-rico riaperto al pubblico e di vedere un bambino che ammira un affresco. La nostra cultura torna a manifestarsi grazie all’aiuto prezioso di chi ci sostiene, affinché il nostro Paese sia, davvero, una grande bellezza.

«La transizione culturale parte dal nostro patrimonio identita-rio umanistico, riconosciuto a livello internazionale». Le parole pronunciate dal Presidente del Consiglio Mario Draghi nel suo celebre discorso al Senato, nel febbraio di quest’anno, risuo-nano ancora forti. Una vera e propria dichiarazione d’intenti rafforzata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 2 giugno quando tra le potenzialità che l’Italia ha per affron-tare le sfide future ha citato, primo tra tutti, «l’ineguagliabile pa-trimonio di arte e cultura, che affonda le sue radici nel passato e che continua a esprimersi e a parlare al mondo».

Questi non sono solo i capisaldi della nostra storia mate-riale e spirituale, ma sono anche i valori fondativi con cui ci impegniamo di fronte allo Stato: guardare avanti per ga-rantire un futuro migliore alle nuove generazioni.

IL 5X1000 UNA FIRMA CHE FA LA DIFFERENZAEsiste uno strumento con cui tutti, attraverso una semplice

firma, possono sostenere la missione del FAI: il 5x1000. La no-stra Fondazione rientra nella casella dedicata al Finanziamento delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei Beni

culturali e paesaggistici, e gode anche del finanziamento della casella dedicata al Volontariato. La scelta a favore del FAI aiuta a sostenere progetti di conservazione e tutela dei Beni FAI e a va-lorizzare il ricco patrimonio storico, artistico e culturale del no-stro Paese, aprendo le porte di luoghi straordinari in tutta Italia.

Grazie alle firme della casella Finanziamento delle attivi-tà di tutela, promozione e valorizzazione dei Beni culturali e paesaggistici possiamo garantire l’erogazione di servizi mu-seali nei Beni aperti al pubblico, come l’Orto sul Colle dell’In-finito a Recanati, Torre e Casa Campatelli a San Gimignano e Casa Noha a Matera. Ma non solo: visite guidate per bambini, studenti e famiglie, progetti per le scuole e mostre d’arte.

Con i contributi raccolti dalla casella Volontariato, in-vece, sosteniamo i costi di manutenzione quotidiana per tenere in perfette condizioni 69.900 m2 di edifici storici tu-telati e 6.735.000 m2 di paesaggio protetto in tutta Italia. In particolare, rende possibile l’apertura al pubblico e la ma-nutenzione di 23 giardini storici e la tutela di veri e propri boschi tra cui i 64 ettari del Bosco di San Francesco ad Assisi.

Sostenere la cultura con una firma sul 5x1000 è un’azione concreta e di grande senso civico. Nell’anno della pandemia si è rivelato di vitale sopravvivenza, oggi ci permette di guar-dare con fiducia ad un futuro in cui la cultura può finalmente essere un motore di sviluppo economico, sociale e identitario.

Clicca qui per maggiori informazioni!

LA CULTURA SI FA IN 2(X1000)

La valorizzazione delle piccole realtà locali riparte con una firma. Proprio quest’anno è stato reintrodotto il 2X1000 dell’Irpef, che si può destinare alle organizzazioni culturali, tra le più colpite dalle chiusure della pandemia. Uno strumento per sostenere chi opera con passione e competenza sul territorio. Come gli Amici del FAI, un’associazione di volontariato riconosciuta, nata nel 2007 a fianco del FAI che finanzia restauri o progetti didattici nei nostri Beni, come ad esempio il progetto di adeguamento del fienile del Monastero di Torba ad aule didattiche che ci permette di «prendere per mano» gli italiani di domani. Per sostenere l’associazione il codice fiscale è 97453580157. Per ulteriori informazioni scrivete a [email protected]

— Il Bosco di San Francesco ad Assisi, con il «Terzo Paradiso» opera del maestro Michelangelo Pistoletto

— Le visite all'Orto sul Colle dell'Infinito a Recanati, aperto nel 2019 grazie anche al contributo dell'associazione Amici del FAI

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Penso ad Angelo mentre il treno corre verso Montepulciano; Montepulciano era il suo nido e lì era felice; sono contento di andare a salutarlo nel suo Duomo dominato da quella stupenda Madonna di Taddeo di Bartolo avvolta nel manto bianco della resurrezione.

Angelo era, oltre ad ogni sua altra qualità, un uomo gentile; nelle poesie dello Stilnovo – Dante, Petrarca, Guinizzelli... – l’aggettivo gentile compare spessissimo come indicazione dell’appartenenza a una stirpe dalla antica educazione, sia di modi che di animo; anche la sua lingua, il toscano, è una lingua dalla cadenza gentile. In Angelo questo si sentiva subito; era di una gentilezza composta, molto amabile ma non certo affettata e men che meno ostentata; anzi, a pensarci bene, era sempre misurata a seconda delle occasioni e della persona che aveva di fronte; era giustamente pesata... Chi ne meritava di più, chi di meno: ma sempre gentilezza era.

Anche il suo modo di dissentire era gentile; non era capace di alzare la voce (!) ma si limitava a indurire i tratti del viso e quando era proprio arrabbiato soffiava da un pertugio laterale della bocca e prima di riprendere la parola contava fino a tre (o fino a trenta) per poter riprendere con gentilezza la discussione. 

Anche i suoi tempi erano gentili; non metteva fretta a chi parlava ma non ne tollerava se stava parlando lui; io, lo sapete, scalpito facilmente ma con lui sapevo che non serviva a niente perché la sua gentilezza era contagiosa e comunque più forte della mia irruenza; la gentilezza era la sua forza perché gli consentiva di perseverare nelle sue idee che non arretravano certo di fronte a punti di vista che non condivideva; poteva essere di acciaio la sua gentilezza; era la più affilata delle sue armi e allo stesso tempo la più dolce tra le sue doti.

A questo pensavo mentre il treno corre; e ho pensato che mi faceva piacere condividere con voi tutti questa grande lezione che ha lasciato a chi lo ha conosciuto e gli ha voluto bene; facciamone tesoro.

Un caro abbraccio a tutti. Marco Magnifico VICEPRESIDENTE ESECUTIVO FAI

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Il 13 maggio scorso ci ha lasciati Angelo Maramai Direttore Generale del FAI dal 2009 al 2020. Affidiamo alle parole di Marco Magnifico il ricordo di tutti noi.

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Ultime notiziedal mondo FAIConcorsi per le scuole, progetti per l’ambiente, nuove aperture. Solo alcune delle tante attività con cui apriamo la stagione estiva

Allenare la curiosità fin da bambini forma adulti più con-sapevoli, più responsabili e più sensibili a ciò che li circonda.

«Si difende ciò che si ama, si ama ciò che si conosce» è la frase che ci guida da sempre e più di ogni altra sintetizza l’importanza di insegnare alle nuove generazioni a im-mergersi nell’esperienza del nostro patrimonio culturale.

È nato nel segno di questa missione il concorso «Ti racconto un posto», nell'ambito del progetto «Identità ritrovate, alla riscoperta del patrimonio di storia, arte, na-tura e delle tradizioni civiche italiane» per l’anno scolasti-co 2020/21, che ha avuto conclusione con la cerimonia di premiazione online, il 28 maggio. Obiettivo del progetto è quello di creare una scuola fuori dalla scuola, una scuola da esperire e che appassiona. Perché lo sappiamo bene, il divertimento è la prima motivazione di apprendimento, a tutte le età. Una volta fissata la meta il risultato è stato sorprendente: hanno partecipato più di 40.000 bambini e ragazzi delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I e II grado. Si sono impegnati a indagare i beni mate-riali e immateriali di valore identitario del loro territorio, attraverso ricerche su internet, interviste per poi comuni-carli alla cittadinanza, attraverso un «compito di realtà», rielaborando in modo creativo le informazioni raccolte.

È così che, tra i tanti progetti premiati, c’è quello della classe quarta della scuola primaria Aldo Moro di Gubbio, che racconta l’importanza dei rintocchi del Campanone

per gli abitanti della cittadina. C’è il racconto del Bosco Tusini, un luogo magico per i bambini della scuola dell’in-fanzia Il Girotondo di San Prospero, che hanno identifica-to e classificato le specie arboree. E c’è anche il suggestivo video del Palazzo Imperiale Filotico di Manduria, vicino a Taranto, del liceo classico De Sanctis-Galilei.

Clicca qui e scopri tutti i vincitori del concorso!

«Rivolgersi al patrimonio significa capire che siamo parte attiva dell’umanità e che possiamo costruire un felice futuro solo se prendiamo il meglio di quello che l’umanità ha espres-so e andiamo avanti nel bello, nel giusto, nel buono cercando di essere noi stessi, ma anche cercando di sentirci parte degli altri», ha affermato Andrea Carandini, presidente del FAI.

Dai racconti dei protagonisti è trapelata la grande soddi-sfazione per il risultato raggiunto e soprattutto l’orgoglio per essere riusciti a far apprezzare alla giuria quei luoghi del loro territorio che ritenevano significativi e le tante tradizioni che custodiscono. Anche i bimbi più piccoli hanno fatto sen-tire la loro voce dando alla cerimonia il giusto clima festoso.

Nascono così i progetti educativi del FAI Scuola, per sti-molare lo spirito di una cittadinanza attiva che coinvolga i giovani nell’impegno per la tutela e la valorizzazione dell'am-biente, in quanto bene collettivo di inestimabile valore.

Il FAI ringrazia Ferrero per il fondamentale sostegno al progetto dimostrato nel corso degli anni.

I vincitori del concorso per le scuole

— Le due dirette sono state trasmesse sul sito www.faiscuola.it e sono state seguite anche dai genitori dei vincitori, che hanno così condiviso un momento significativo della vita scolastica dei loro bambini e ragazzi.

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Le api arrivano alla Baia di Ieranto!Un luogo pieno di colore, vita e armonia, dove secondo Plinio

il Vecchio Ulisse scorse le sirene durante il suo ritorno verso Itaca. Oggi l’incontro con queste figure mitologiche è arduo da imma-

ginare, ma nella Baia di Ieranto, si possono conoscere famiglie di piccole impollinatrici preziose per l’ecosistema. Infatti, la Baia è l’ul-timo Bene, il dodicesimo, in cui abbiamo inaugurato un apiario, nel segno del progetto «Api nei Beni». Per offrire a questi insetti degli spazi favorevoli alla sopravvivenza e al benessere. Aree in cui garantiamo pratiche agricole ecologiche, libere da insetticidi nocivi.

Grazie alla collaborazione con la Società Agricola Masseria delle Sorgenti Ferrarelle ubicata a Riardo (Caserta) nel territorio custodi-to da Ferrarelle S.p.A., abbiamo trasferito nella Baia cinque fami-glie di api, affinché potessero contribuire, con il loro lavoro, alla salvaguardia della biodiversità e svolgere il proprio ruolo di impor-tante indicatore biologico dello stato di salute ambientale.

Qualora possibile, garantendo alle api le scorte necessarie alla sussistenza, saremo anche in grado di produrre del miele dalle ca-ratteristiche e proprietà organolettiche uniche. È fondamentale ricordare la funzione di queste piccole amiche, senza le quali la pro-duzione alimentare mondiale sarebbe in pericolo. Insieme a molti altri e piccoli animali garantiscono lo scambio tra specie vegetali di pollini destinati alla riproduzione, cruciali per i futuri cicli agricoli produttivi di tutto il pianeta.

TIVOLI: MISSIONE COMPIUTA!

Abbiamo messo in sicurezza, dagli effetti del cambiamento climatico, l’ecosistema fragile e delicato di Parco Villa Gregoriana a Tivoli. I sentieri sottostanti all'area del crollo, avvenuto in febbraio, sono stati liberati dalle macerie e resi nuovamente fruibili, dopo degli indispensabili interventi alla pavimentazione e alle staccionate. Un’impresa che abbiamo portato a termine solo grazie a tutti gli italiani che hanno partecipato generosamente all’appello, al prezioso contributo di Kuwait Petroleum Italia e al sostegno di Sara Assicurazioni. La natura ha i suoi tempi e segue i suoi ritmi, e da secoli in questa Villa si cerca l’equilibrio tra artificiale e naturale, tra l’uomo che cerca di domare e la natura che tenta continuamente di riprendersi i suoi spazi. Per questo continuano i controlli in molte zone del Parco in cui sono state individuate situazioni di rischio. Questa è la storia di Villa Gregoriana, fin da quando nel 1832 l’architetto e ingegnere Clemente Folchi si distinse con una grandiosa opera di ingegneria idraulica per contenere le continue esondazioni del fiume Aniene, incanalando le acque in un doppio traforo nel monte Catillo e dando vita ai 120 metri di salto della Cascata Grande.

— Consolidamento dei muretti lungo i sentieri con pietre di risulta dal crollo

— In alto, le cinque arnie posizionate nella Baia di Ieranto secondo quanto previsto dal progetto «Api nei Beni». Sotto, il trasporto in peschereccio delle api alla Baia

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Chiara Dynys

Sean Shanahan

Il tempo improvviso di Dynys e ShanahanA Varese fino al 5 settembre Sudden Time, la nuova mostra di Villa Panza

Una scultura-varco che si illumina di notte, per ricordarci di osservare il nostro paesaggio inte-riore, pannelli in legno che sembrano fluttuare e piccole eclissi di luna in una stanza.

Sono le installazioni di Chiara Dynys e Sean Shanahan per la mostra Sudden Time, fino al 5 set-tembre a Villa Panza.

«È un luogo dove si entra e si resta per tutto il tem-po necessario a vivere una nuova esperienza». Con questa suggestione Giuseppe Panza di Biumo descrive l’opera di Chiara Dynys, ma le sue parole possono valere per tutta la mostra Sudden Time, che la vede protagonista, a Villa Panza, insieme a un altro grande artista contemporaneo appartenente alla storica collezione del Conte, l’irlandese Sean Shanahan.

Sudden Time è una mostra da cui si esce con uno sguardo nuovo e un nuovo sentire, dove si può speri-mentare, fisicamente e spiritualmente, che cosa succede di speciale quando si incontrano luce e materia, accol-te da una sublime architettura. Le installazioni muovono i visitatori nel profondo, sovvertono la nostra visione e il nostro sentire, avvolte in un silenzio trascendente. Nei pan-nelli di legno sminuzzato in polvere, incollato e pressato di Shanahan sembra che la materia assorba la pittura, «così la superficie diventa sostanza» raccontava il Conte Panza, «e ci accompagna per mano alla speculazione filosofica di Spinoza, secondo cui è sostanza tutto ciò che è conoscibile, non solo la materia».

Dynys e Shanahan lavorano con cifre stilistiche mol-to vicine, seppur diverse. Si passa con lentezza dalla luce

artificiale e dinamica, utilizzata da Dynys come medium per risvegliare la nostra percezione grazie alla sua capacità di trasformarla da impalpabile sostanza a energia che scal-da e fa vedere il mondo, e che tanto aveva colpito il Conte Panza, alla luce naturale dei pannelli bidimensionali di Shanahan che si fanno ritmo, ripetizione e colore. Una luce che, all’interno del percorso espositivo, si fa metafora dell’intuizione artistica, della rivelazione di quel Sudden Time che dà titolo alla mostra, «un tempo improvviso, in un mondo senza tempo», come scrive il poeta Wallace Stevens prendendo ispirazione da una sinfonia di George Benjamin, alludendo al momento dell’illuminazione artistica.

DIPINGERE CON LA LUCEL’esposizione riunisce otto grandi installazioni e

tre opere storiche di Shanahan, messe in scena per la prima volta all’interno dei suggestivi volumi ar-chitettonici della Villa. Dai rustici al piano terra alla scuderia piccola, dove Dynys espone Cami-ni delle Fate, realizzata con 34 vetri di Murano

colorati. Dalle rimesse per le carrozze con Giu-seppe’s Door, una fusione in vetro opalescente, al

parco della Villa con una versione monumentale della stessa opera, realizzata in corten e vetro fotosensibile, che durante il giorno si carica di luce per poi rilasciarla nella notte e trasformarsi in una presenza aleggiante e surrea-le. Si prosegue fino alla scuderia grande con quattro in-stallazioni di Shanahan, Taddeo, S.T., Nunc e Transit, in cui le sue forme colorate sembrano fluttuare sulle pareti, attratte dalla luce che irradia dalla finestra a lunetta sulla sommità delle volte.

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Sere FAI d’Estate 2021Dal 25 giugno al 29 agosto vivi una giornata all’aperto nei Beni del FAI, anche dopo il tramonto

Mai come quest’anno, dopo i mesi trascorsi in casa, si ha voglia di uscire per trascorrere una giornata all’aperto, a contatto con la natura e con l’arte, alla scoperta di luoghi vicini e spesso poco noti, che meritano una gita, o una breve vacanza.

Così i Beni del FAI prolungano l’orario di apertura, per acco-gliere più persone, in tutta sicurezza, e offrire un’esperienza diver-sa: proseguire la visita fino al tramonto e oltre e godere così di un’atmosfera particolare, di un tempo lento e di iniziative speciali.

Gli eventi proposti quest’anno rispecchiano il nostro crescente impegno nella diffusione di una «cultura della natura». L’obietti-vo è promuovere la conoscenza del patrimonio verde (dalla bota-nica alla storia dei giardini e del paesaggio rurale italiano). di cui il FAI si prende cura.

Venite a vivere un’intera giornata immersi nel verde: potrete camminare a piedi nudi in un bosco; leggere in una biblioteca all’aria aperta; partecipare a un’esplorazione guidata per imparare a riconoscere alberi, piante da frutto e insetti; andare in cerca di lucciole; ascoltare i suoni del bosco e riconoscere il canto degli uccelli. E ancora: picnic sul prato al tramonto, aperitivi all’om-bra di alberi centenari o in loggia; piccoli concerti, brevi lezioni di astronomia, trekking e passeggiate guidate alla scoperta di angoli del territorio italiano inediti e pieni delle bellezze che cir-condano i nostri Beni.

Sere FAI d’Estate sono rese possibili grazie al fondamentale sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI; al significativo contributo di Nespresso, azienda che dal 2020 sostiene la Fondazione, di Delicius, che rinnova il sostegno al FAI affiancandosi per la prima volta al progetto, e di Pirelli che conferma per il nono anno consecutivo la sua storica vicinanza al FAI.

Si ringrazia infine la Rai Main Media Partner del FAI.

• Abbazia di Santa Maria di Cerrate (LE) Ghetonìa, canti della tradizione Grika Il Salento e la Grecìa. Un intreccio di canti e melodie tra le due sponde dell’Adriatico, orchestrato dai Ghetonìa, tra le massime espressioni di musica popolare salentina. Il concerto vedrà l’esecuzione di composizioni create su antichi testi in griko o di poeti greca-nici più recenti. Un racconto in musica della vita contadina e di paesaggi contrastanti dove pietra, ulivi e mare si fondono.

• Parco Castello di Avio (TN) Cena Medievale al Castello Una speciale occasione per scoprire l’antica storia del Castello e immergersi nell’atmosfe-ra di una piccola corte feudale. Tra antiche torri e mura merlate si potrà partecipare a una cena medievale, arricchita da un sug-gestivo momento musicale in accompagna-mento.

• Bosco di San Francesco (PG) – Bat nightUna serata dedicata ai pipistrelli in compa-gnia di giovani esperti per imparare a rispet-tare e amare questi fondamentali protagoni-sti dell’ecosistema.

— Santa Maria di Cerrate (LE) uno dei Beni che aprono le porte fin dopo il tramonto per offrire ai visitatori esperienze speciali

TRA LE ATTIVITÀ IN PROGRAMMA:

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Manifestazioni nei Beni FAI per tutta la famiglia

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Dal 21 giugno

Un’estate per imparare e divertirsi MONASTERO DI TORBA (VA), VILLA PANZA (VA)

Antichi castelli, ville affrescate, collezioni d’arte, parchi e giardini storici: è arrivata l’estate e i Beni del FAI, con i servizi educativi, sono pronti ad accogliere piccoli gruppi di bambini e ragazzi in tutta sicurezza con tante attività creative! Nel periodo estivo continuano i tirocini per gli studenti delle superiori, impegnati in attività di accoglienza, giardinaggio e affiancamento al bookshop. Un’occasione per sperimentare sul campo come viene gestito un Bene, per affacciarsi al mondo del lavoro e stimolare uno spirito di cittadinanza attiva. Per maggiori informazioni scrivi a [email protected]. Per i più piccoli, tra le varie proposte segnaliamo: il centro estivo settimanale a cura di Archeologistics al Monastero di Torba (VA), per gli alunni della scuola primaria; e a Villa Panza i laboratori della Collezione Panza Kids, veri e propri atelier pensati per stimolare la fantasia, in occasione della mostra Sudden Time. Chiara Dynys - Sean Shanahan: sette incontri per immergersi nel processo di due grandi autori contemporanei e due incontri dedicati alla scoperta del parco della Villa.

— Al Monastero di Torba (VA) dal 21 giugno al 23 luglio il centro estivo settimanale con tante attività all'aperto, giochi ed esplorazioni nella natura

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Il calendario degli Eventi nei Beni FAI 2021 è reso possibile grazie al fondamentale sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI; al significativo contributo di Nespresso, azienda che dal 2020 sostiene la Fondazione, di Delicius, che rinnova il sostegno al FAI affiancandosi per la prima volta al progetto, e di Pirelli che conferma per il nono anno consecutivo la sua storica vicinanza al FAI.

12 settembre

Giornata del Panorama CLICCA E SCOPRI I BENI COINVOLTI

Torna per l'ottavo anno la manifestazione, organizzata in collaborazione con Fondazione Zegna, dedicata ai panorami da osservare, conoscere ed esplorare a partire dai Beni del FAI, intesi come veri e propri «fulcri» dei sistemi territoriali nei quali sono inseriti e con cui intrattengono una stretta relazione fatta di storie, cultura, luoghi, tradizioni e persone. Non solo: la «Giornata del Panorama» offrirà anche l’opportunità di focalizzare lo sguardo sui panorami all’interno dei Beni del FAI, che con i loro grandi spazi aperti – parchi, giardini, broli, ortaglie – sono essi stessi splendidi angoli di paesaggio storico conservato e valorizzato che hanno molto da raccontare.

— Il Bosco di San Francesco ad Assisi, uno dei Beni coinvolti nell'evento dedicato all’osservazione attenta e consapevole del paesaggio

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15 settembre

TogetherNEGOZIO OLIVETTI, VENEZIA

In occasione della 17a Mostra Internazionale di Architettura, il Negozio Olivetti ospiterà un nuovo progetto espositivo promosso dall’Ordine APPC della Provincia di Venezia e da IQD, rivista internazionale di design e architettura. L’esposizione vuole essere un contributo, approfondito e corale, alla ricerca di nuove modalità con cui gli uomini abiteranno il pianeta nel prossimo futuro e farà da sfondo a un ricco programma di eventi, dibattiti e incontri dedicati: architetti e designer di differenti culture e nazionalità sono stati chiamati a riflettere sull’esigenza di ricercare nuove modalità di vivere insieme, in considerazione dell’ormai nota limitatezza delle risorse disponibili e degli squilibri sociali, economici e culturali riscontrabili nelle città di ogni continente, con particolare attenzione ai modi di abitare oggi a Venezia.

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