Il fanatismo

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IL FANATISMO Si potrebbe inizialmente ipotizzare che l’argomento dell’approfondimento verta inevitabilmente sul fanatismo religioso, in realtà è molto più di questo, non bisogna circoscriverlo al solo campo religioso. Quando si parla di fanatismo si pensa a persone intransigenti, dottrine rigide e rigorose, a comportamenti violenti. Si tende a pensare a qualcun altro, ma mai a noi stessi, in realtà c’era o c’è una dose di fanatismo presente in noi. In che cosa il fanatismo era o è presente in noi? Cosa produce fanatismo? La peggiore delle situazioni spirituali è quella che produce fanatismo e consiste nel giudizio nei confronti di idee, atteggiamenti e comportamenti. In una situazione così non è possibile avere il perdono del Padre Celeste; la condizione necessaria per avere il perdono del Padre è quella di perdonare gli altri.. Perdonare gli altri significa accettare come sono, con tutti i loro difetti. Il risultato principale del fanatismo è il giudizio che è esattamente l’opposto del perdono. Quando non si perdona una persona alla base c’è sempre un giudizio, gli effetti concreti di questa correlazione e di questo atteggiamento sono disastrosi in tutti gli aspetti dell’esistenza: incomprensioni, liti, divisioni, con effetti sempre molto negativi. In che ambiti? malattie di ogni genere, problemi psicologici, infelicità; in famiglia freddezza, risentimento, rancore, solitudine, allontanamento dai famigliari; nel lavoro stress infelicità, perdita del lavoro stesso; nella scuola inimicizie, scarso rendimento, incapacità di proseguire gli studi; nella società il giudizio produce criminalità, odio, violenza, conflitti fra schieramenti; nel mondo produce guerre economiche, miseria, conflitti armati. In piccola o grande misura, tutti noi siamo stati colpiti da queste conseguenze. Se non fosse presente il “fanatismo interiore”, avremo evitato questi problemi: avvengono tali eventi perchè in noi c’è qualcosa che rispecchia quell’ atteggiamento, quel comportamento. I fanatismi sono di tanti tipi, ma ve ne è uno che è più subdolo degli altri, è il fanatismo che porta ad essere “anti qualcosa”. Chi è “anti qualcosa” sostiene che i fanatici sono gli altri, ossia coloro che sostengono quel qualcosa di cui si è “anti”. In questa categoria vi sono tutte quelle ideologie che partono dal concetto di “contro” (contro la guerra, contro la fame, contro l’inquinamento ecc..) tanto più che spesso si confonde la cosa odiata (es. guerra) con le persone che la fanno, così si finisce per odiare quella categoria di persone e si diventa simili a loro. Però c’è un fanatismo ancora più subdolo dentro a questa ideologia “anti e contro”, ed è l’anti fanatismo (per questo rischiamo di essere un po’ tutti fanatici) quando si esamina il fanatismo non si deve pensare al fanatismo degli altri, ma a quello in ciascuno di noi. 1

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In che cosa consiste il fanatismo? come evitarlo e superarlo?

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IL FANATISMO

Si potrebbe inizialmente ipotizzare che l’argomento dell’approfondimento verta inevitabilmente sul fanatismo religioso, in realtà è molto più di questo, non bisogna circoscriverlo al solo campo religioso. Quando si parla di fanatismo si pensa a persone intransigenti, dottrine rigide e rigorose, a comportamenti violenti. Si tende a pensare a qualcun altro, ma mai a noi stessi, in realtà c’era o c’è una dose di fanatismo presente in noi. In che cosa il fanatismo era o è presente in noi? Cosa produce fanatismo? La peggiore delle situazioni spirituali è quella che produce fanatismo e consiste nel giudizio nei confronti di idee, atteggiamenti e comportamenti. In una situazione così non è possibile avere il perdono del Padre Celeste; la condizione necessaria per avere il perdono del Padre è quella di perdonare gli altri.. Perdonare gli altri significa accettare come sono, con tutti i loro difetti. Il risultato principale del fanatismo è il giudizio che è esattamente l’opposto del perdono. Quando non si perdona una persona alla base c’è sempre un giudizio, gli effetti concreti di questa correlazione e di questo atteggiamento sono disastrosi in tutti gli aspetti dell’esistenza: incomprensioni, liti, divisioni, con effetti sempre molto negativi. In che ambiti? malattie di ogni genere, problemi psicologici, infelicità; in famiglia freddezza, risentimento, rancore, solitudine, allontanamento dai famigliari; nel lavoro stress infelicità, perdita del lavoro stesso; nella scuola inimicizie, scarso rendimento, incapacità di proseguire gli studi; nella società il giudizio produce criminalità, odio, violenza, conflitti fra schieramenti; nel mondo produce guerre economiche, miseria, conflitti armati. In piccola o grande misura, tutti noi siamo stati colpiti da queste conseguenze. Se non fosse presente il “fanatismo interiore”, avremo evitato questi problemi: avvengono tali eventi perchè in noi c’è qualcosa che rispecchia quell’ atteggiamento, quel comportamento. I fanatismi sono di tanti tipi, ma ve ne è uno che è più subdolo degli altri, è il fanatismo che porta ad essere “anti qualcosa”. Chi è “anti qualcosa” sostiene che i fanatici sono gli altri, ossia coloro che sostengono quel qualcosa di cui si è “anti”. In questa categoria vi sono tutte quelle ideologie che partono dal concetto di “contro” (contro la guerra, contro la fame, contro l’inquinamento ecc..) tanto più che spesso si confonde la cosa odiata (es. guerra) con le persone che la fanno, così si finisce per odiare quella categoria di persone e si diventa simili a loro. Però c’è un fanatismo ancora più subdolo dentro a questa ideologia “anti e contro”, ed è l’anti fanatismo (per questo rischiamo di essere un po’ tutti fanatici) quando si esamina il fanatismo non si deve pensare al fanatismo degli altri, ma a quello in ciascuno di noi.

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E’ necessario chiedersi: come queste informazioni possono essere specificatamente applicate a me? La risposta è difficile perchè non siamo abituati a guardare dentro di noi, di solito tendiamo a guardare gli altri. Inoltre per il nostro orgoglio è piuttosto doloroso scoprire che le cose che noi non giustifichiamo negli altri dimorano abbondantemente proprio in noi. Cosa significa non essere fanatici? Essere equanimi (sei importante tu quanto io), essere tolleranti con gli altri, soprattutto quando hanno posizioni diverse dalle nostre. Il fanatismo nasce in due casi particolari:

1) si è sicuri di essere nel giusto, si ha la certezza assoluta di aver ragione 2) quando si considera che qualcosa o qualcuno sia migliore o superiore a priori.

Vi sono anche fanatismi non di un’idea ma di una persona che porta avanti un’idea. Questi atteggiamenti di convinzione totale nell’avere ragione o che una cosa sia migliore a priori nascono col pregiudizio: mentre il fanatismo ha come effetto il giudizio, come causa ha il pregiudizio secondo uno schema di questo tipo: PREGIUDIZIO­FANATISMO­GIUDIZIO. Stabilire qualcosa a priori è l’origine del pregiudizio, ecco perchè tutte le società che si dichiarano espressione di Dio diventano dittature, in quanto ritengono di essere nel giusto e di agire per conto e in nome di Dio. Nessun uomo può giudicare un altro, non c’è nessuna cosa che è auspicabile giudicare, il giudizio è di Dio come compare nel Deuteronomio al capitolo 17: si parla di come organizzare gli uomini che devono giudicare il popolo di Israele e si dice di giudicare senza riguardo se la persona è ricca o povera, se la persona è forte o debole, di non farsi influenzare da alcuna di queste cose nè dagli esseri umani intorno a voi, perchè il giudizio è di Dio, in quanto a quel tempo si parla di una società teocratica dove i governanti rappresentavano Dio, quindi dovevano giudicare; giudicare in questo senso significa prendere il posto di Dio. Di conseguenza è la cosa più grave, vicina a ciò che viene ascritto a Satana, ossia di mettersi al posto di Dio. Vangelo di Matteo, capitolo 7, v. 1­5 “Non giudicate, per non essere giudicati; 2 perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. 3 Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 4 O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? 5 Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.”

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E’ un passo molto noto, fa parte del sermone del monte, è uno dei tanti passi mal compresi nel Vangelo. Significa che se saremo severi nel giudizio saremo severamente giudicati? Se fosse così allora sarebbe possibile giudicare severamente un malfattore e poi passarla liscia se noi stessi non fossimo colpevoli dei suoi stessi misfatti, da noi giudicati. Se la severità è la stessa ma io sono innocente rispetto alle mie colpe, posso giudicarlo e risultare assolto. In realtà il semplice fatto di giudicare è lo strumento della nostra condanna. La pagliuzza non sta ad indicare un difetto piccolo, ma sta ad indicare qualunque difetto, piccolo, grande o enorme; per Dio i nostri difetti sono tutti piccoli come pagliuzze, ma vi sono errori imperdonabili: l’unico errore imperdonabile è quello che non si commette. La trave che cosa è? La trave è il giudizio; perciò il significato di questo passo, reinterpretato e tradotto in lingua moderna è: “se non giudicate sarete scusati di tutti i vostri errori. Se giudicate generate automaticamente lo strumento di giudizio per la vostra condanna.” Perchè concentrarsi sui difetti degli altri, che sono tutti perdonabili, quando l’unico difetto che non può essere perdonato è il giudizio e l’hai tu? Non bisogna innalzarsi al di sopra del prossimo, questo semplice fatto rende inefficace l’aiuto che vorresti eventualmente dare attraverso il tuo giudizio, perchè viene dato con un motivo sbagliato ( di innalzarti e non di aiutarlo). Potrai aiutare efficacemente il tuo prossimo solo quando avrai smesso di giudicarlo. Ricordate il Padre Nostro: “perdona i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”, quindi il perdono si può avere solo se si perdona gli altri e il giudizio è esattamente il contrario del perdono; non a caso tutte le volte che qualcuno giudicava un altro veniva ripreso duramente da Gesù. Nel sentirsi migliori è sempre presente il giudizio: con il perdono, togliendo la trave nel nostro occhio e vedendo così meglio, non vedremo i nostri difetti negli altri e non vedremo quindi i loro difetti, non :vedremo più pagliuzze da togliere: da un lato perchè quella cosa sarà per noi insignificante avendo noi perso l’attitudine a giudicare; dall’altro perchè il nostro ambiente, l’entourage che ci attornia, è l’espressione di ciò che noi siamo interiormente. Se io tolgo il giudizio, il mio ambiente diverrà privo di cose da giudicare. Smettendo di giudicare non incontrerò più persone biasimevoli, persone che mi fanno dannare, e incontrerò persone che già prima conoscevo scoprendo che i loro difetti sono scomparsi. Un risvolto particolare nel giudizio si trova in persone che per lavoro devono giudicare o accusare. La persona che giudica di mestiere prenota delle esperienze future penose, che la vedranno costretta ad azioni riprovevoli in modo che ogni velleità di giudicare in quella persona si estingua.

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Per quelle cose riprovevoli la persona sarà giudicata in modo che che poi le velleità di giudicare in quella persona si estinguano. Il mestiere di giudice prenota esperienze di questo tipo in futuro. I giudici sono certamente necessari in un mondo fisico come questo, così come sono necessarie le esperienze dolorose. Per non essere fanatici non bisogna essere antifanatici , basta il semplice discernimento senza il giudizio, si deve essere freddi nella lucida osservazione dei fatti mentre al contrario non si deve attribuire un giudizio di calore morale al comportamento e all’atteggiamento di quella persona; così come ma non bisogna pure essere contro qualcuno o qualcosa in quanto questo presuppone un giudizio. Anche la verità descritta nei testi sacri è soggetta a evoluzione e cambiamento, occorre sempre esercitare la propria coscienza non fermandosi alal mera interpretazione di detti testi se non vogliamo cadere nel fanatismo. Bisogna ricordare che se avessimo la stessa educazione, le stesse idee e lo stesso livello di evoluzione, faremmo la stessa cosa compiuta dal soggetto che si trova in quello stato. In un lontano passato ci saremmo potuti trovare nelle stesse condizioni dell’altro, perchè tutti attraversiamo nelle varie epoche dell’umanità le stesse fasi evolutive. Un giorno chi è rimasto indietro raggiungerà il nostro livello. Occorre quindi osservare gli errori da un punto di vista tecnico, non morale. Gesù nei suoi insegnamenti non è mai stato morale, ma dava informazioni e soluzioni utili, di carattere tecnico, la trasformazione di questi in carattere morale è stato uno degli effetti collaterali del fanatismo. Con questo atteggiamento si è qualificati per aiutare il prossimo. Bisogna semplicemente chiedersi come si può essere d’aiuto e non chiedersi come una persona può fare certi errori. Non bisogna mai confondere comunque il giudizio dal discernimento, ossia la capacità di comprendere la situazione e di esercitare saggezza, mentre il giudizio è sentirsi migliori, come se si avesse il diritto di esprimere una sentenza verso quella cosa o verso qualcuno in particolare. Egoisti, fanatici, traditori, pervertiti, malvagi, crudeli, assassini, si potrebbe essere disgustati da queste categorie di persone, ma è necessario non giudicare e andare oltre, fare di più, accettare che esistano persone di questo tipo in grado di fare simili azioni. Se assistiamo a simili cose e facciamo parte di un simile mondo, è perchè quelle cose sono dentro di noi, rifiutarle significa rifiutare noi stessi, e trasgredire al primo comandamento che in altre parole significa “ama la tua vita e accetta te stesso”. Accettateli perchè loro sono voi e ringraziateli perchè proprio loro sono il vostro passaporto per il Paradiso, in quanto esistendo permettono di accettarli e di non

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giudicarli, potendoli così far sparire dal vostro interno e una volta riusciti in questo, si otterrà l’effetto di farli sparire anche all’esterno.

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