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il ponte Settimanale cattolico dell’irpinia [email protected] anno XXXVii - n °. 3 - euro 0.50 sabato 22 gennaio 2011 www.ilpontenews.it “Et veritas liberabit vos” Centro Acustico C.so V. Emanuele Avellino tel. 082526057 Politica pag. 5 Vangelo pag. 7 Medicina pag. 8 Fede e cultura pag. 6 Padre M. G. Botta G. Palumbo A. Santoli- M. Criscuoli M. Zappella CARA BENZINA, QUANTO CI COSTI? L’editoriale di Mario Barbarisi L a protesta in Tunisia per quella che è stata definita la rivolta del pane, tocca ciascuno di noi. A ben leggere i fatti ci rendiamo conto che non è solo questione di pane ma anche di companatico:è tutto un sistema che si scardina con un effetto domino, a cadere giù non sono pedine ma persone di ogni età. L’aspetto tragico di questi avvenimenti è rappresentato dalle numerose morti registrate nel corso degli scontri. E’ giusto provare dolore ma anche una gran rabbia se pen- siamo che tutto questo era stato annunciato con largo anticipo e nessuno è intervenuto. I governi si presentano solo ed unicamente nei luoghi dove, fingendo spedizioni di pace, è possibile ricavare utili da giacimenti petroliferi o da metalli preziosi. Il pensiero va all’ Iraq e all’ Afghanistan dove si continua a morire sventolando il vessillo tricolore. Siamo privi di una adeguata politica internaziona- le e, purtroppo, anche di politica nazionale. E’ per queste ragioni che si avverte una forte preoccupa- zione per tutta l’area europea: la Tunisia è un Paese confinante con l’Italia, una striscia di mare separa due realtà apparentemente diverse. La crisi della Tunisia ha origini dal problema energe- tico, lo stesso che viviamo da troppo tempo in Italia. Si parla di globalizzazione ma si continuano a rifiutare e ad allontanare i fatti negativi, anche se gli stessi sono dietro l’angolo. All’inizio del 2010 osservatori esperti di economia, su scala internazionale, avevano affermato che i prezzi degli agroalimentari nel mondo non erano mai stati così alti. Secondo i dati FAO sono stati superati record storici del 2008 che portarono a violente proteste in America Latina, Africa ed Asia. Secondo il “Food price index 2010” dell’orga- nizzazione dell’ ONU, la media dei generi alimen- tari fondamentali, come grano, cereali, zucchero e carni, è aumentata da 167 (luglio 2010) a 215 (dicembre 2010) su scala FAO. Soltanto i cereali sono passati da 163 a 238, gli oli vegetali da 174 a 263 e lo zucchero da 247 a 398. Secondo “l’Organization for Economic Co-operation and Development” (OECD) i prezzi dei generi alimen- tari aumenteranno di un altro 40% entro il 2020. E mentre dall’altra parte del Mediterraneo le stra- de di Algeria e Tunisia bruciano, nonostante quanto è già accaduto lo scorso anno in Grecia, Irlanda e Portogallo, l Italia continua a concen- trare gran parte dell’attenzione mediatica e poli- tica sulle note vicende a luci rosse che coinvolgo- no anche (non solo!) il Premier italiano. La storia insegna, fin dalla Roma imperiale, che quando un popolo ha fame non tollera la disattenzione totale di chi governa. In Italia c’è fame. Non siamo certo ai livelli della Tunisia ma i casi di gente che ha biso- gno sono in continuo aumento. Le file di persone bisognose davanti ai centri Caritas sono sempre più lunghe. La vicenda di Mirafiori insegna che in Italia il lavoro si può solo perdere e che la crisi del settore produttivo continua. La battaglia referen- daria sta a significare l’inizio di una nuova era per la rinegoziazione totale del sistema Produzione- Lavoro-Servizi . Al primo posto la spesa del- l’energia:deve essere sempre più bassa per con- tenere i costi della produzione, seguita dal conte- nimento del costo della manodopera. Ma prima di tutto c’è bisogno di un governo che sia in grado di ben governare: di presentarsi come alternativa credibile ad un sistema che con tangentopo- li è stato solo scalfito. continua a pag. 3 RISTORANTE  PIZZERIA La buona cucina Via Pianodardine 55 83100 Avellino tel. 0825622041 chiuso il lunedì è gradita la prenotazione AVVISO Lunedì 24 gennaio 2011, in occasione della festività di San Francesco di Sales-Patrono dei giornalisti- alle ore 17.00, nel salone del palazzo vescovile si terrà il convegno "New media, conoscere i nuovi strumenti della comunicazione". Interverranno: Antonio Prigiobbo (docente Università Federico II-Napoli); Nino Femiani (direttore del "Corrieredelmezzogiorno.it"). Presiede i lavori S.Ecc.za Francesco Marino - vescovo di Avellino. Modera: Mario Barbarisi Direttore del settimanale "Il Ponte"

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il ponteSettimanale cattolico dell’irpinia

[email protected] XXXVii - n °. 3 - euro 0.50sabato 22 gennaio 2011

www.ilpontenews.it

“Et veritas liberabit vos”

Centro Acustico

C.so V. Emanuele Avellino tel. 082526057

Politica

pag. 5

Vangelo

pag. 7

Medicina

pag. 8

Fede e cultura

pag. 6

Padre M. G. BottaG. PalumboA. Santoli- M. Criscuoli M. Zappella

CARA BENZINA,QUANTO CI COSTI?

L’editorialedi Mario Barbarisi

La protesta in Tunisia per quellache è stata definita la rivolta del

pane, tocca ciascuno di noi. A benleggere i fatti ci rendiamo contoche non è solo questione di panema anche di companatico:è tuttoun sistema che si scardina con un

effetto domino, a cadere giù non sono pedine mapersone di ogni età. L’aspetto tragico di questiavvenimenti è rappresentato dalle numerosemorti registrate nel corso degli scontri. E’ giustoprovare dolore ma anche una gran rabbia se pen-siamo che tutto questo era stato annunciato conlargo anticipo e nessuno è intervenuto. I governisi presentano solo ed unicamente nei luoghi dove,fingendo spedizioni di pace, è possibile ricavareutili da giacimenti petroliferi o da metalli preziosi.Il pensiero va all’Iraq e all’Afghanistan dove sicontinua a morire sventolando il vessillo tricolore.Siamo privi di una adeguata politica internaziona-le e, purtroppo, anche di politica nazionale. E’ perqueste ragioni che si avverte una forte preoccupa-zione per tutta l’area europea: la Tunisia è unPaese confinante con l’Italia, una striscia di maresepara due realtà apparentemente diverse. Lacrisi della Tunisia ha origini dal problema energe-tico, lo stesso che viviamo da troppo tempo inItalia. Si parla di globalizzazione ma si continuanoa rifiutare e ad allontanare i fatti negativi, anchese gli stessi sono dietro l’angolo. All’inizio del 2010 osservatori esperti di economia,su scala internazionale, avevano affermato che iprezzi degli agroalimentari nel mondo non eranomai stati così alti. Secondo i dati FAO sono statisuperati record storici del 2008 che portarono aviolente proteste in America Latina, Africa edAsia.Secondo il “Food price index 2010” dell’orga-nizzazione dell’ONU, la media dei generi alimen-tari fondamentali, come grano, cereali, zucchero ecarni, è aumentata da 167 (luglio 2010) a 215(dicembre 2010) su scala FAO. Soltanto i cerealisono passati da 163 a 238, gli oli vegetali da 174a 263 e lo zucchero da 247 a 398. Secondo“l’Organization for Economic Co-operation andDevelopment” (OECD) i prezzi dei generi alimen-tari aumenteranno di un altro 40% entro il2020.E mentre dall’altra parte del Mediterraneo le stra-de di Algeria e Tunisia bruciano, nonostantequanto è già accaduto lo scorso anno in Grecia,Irlanda e Portogallo, l’Italia continua a concen-trare gran parte dell’attenzione mediatica e poli-tica sulle note vicende a luci rosse che coinvolgo-no anche (non solo!) il Premier italiano. La storiainsegna, fin dalla Roma imperiale, che quando unpopolo ha fame non tollera la disattenzione totaledi chi governa. In Italia c’è fame. Non siamo certoai livelli della Tunisia ma i casi di gente che ha biso-gno sono in continuo aumento. Le file di personebisognose davanti ai centri Caritas sono semprepiù lunghe. La vicenda di Mirafiori insegna che inItalia il lavoro si può solo perdere e che la crisi delsettore produttivo continua. La battaglia referen-daria sta a significare l’inizio di una nuova era perla rinegoziazione totale del sistema Produzione-Lavoro-Servizi. Al primo posto la spesa del-l’energia:deve essere sempre più bassa per con-tenere i costi della produzione, seguita dal conte-nimento del costo della manodopera. Ma prima ditutto c’è bisogno di un governo che sia in grado diben governare: di presentarsi come alternativacredibile ad un sistema che con tangentopo-li è stato solo scalfito.

continua a pag. 3

RISTORANTE PIZZERIA

La buona cucina

Via Pianodardine 55

83100 Avellino

tel. 0825622041

chiuso il lunedì

è gradita la prenotazione

AVVISOLunedì 24 gennaio 2011, in occasione della festività di SanFrancesco di Sales-Patrono dei giornalisti- alle ore 17.00,nel salone del palazzo vescovile si terrà il convegno "New media, conoscere i nuovi strumenti della comunicazione".

Interverranno:Antonio Prigiobbo (docente Università Federico II-Napoli);Nino Femiani (direttore del "Corrieredelmezzogiorno.it").

Presiede i lavori S.Ecc.za Francesco Marino - vescovo di Avellino.

Modera: Mario Barbarisi Direttore del settimanale "Il Ponte"

2 22 gennaio 2011 Il PonteIl Ponte

Ha iniziato Eni, rin-carando di 1 cen-

tesimo benzina e die-sel e di 2 centesimi ilGpl. Poi è stata lavolta di Esso e Q8 (1

centesimo sui due pro-dotti principali), Shell e

Tamoil (+0,5 centesimi) e IP (+1centesimo su verde e gasolio, +2centesimi sul Gpl). Ultima laTotalErg con +0,5 centesimi sullabenzina, +0,3 centesimi sul diesele +1 centesimo sul Gpl. La verdeha registrato punte massime benoltre la soglia di 1,5 euro/litro(non lontano dunque dal recorddel luglio 2008 di 1,56 euro/litro),il diesel ha sfondato 1,38euro/litro e il Gpl è arrivato a sfio-rare 0,80 euro/litro. Ormai è cosanota.Più in dettagli, oggi la medianazionale dei prezzi praticati dellabenzina va dall’1,474 euro/litrodegli impianti Esso all’1,484euro/litro dei Tamoil , mentre i no-logo restano a 1,405 euro/litro.

Per il diesel si passa dall’1,356euro/litro riscontrato nei distribu-tori Eni all’1,366 euro/litro rilevatoin media negli impianti Tamoil,contro i no-logo a 1,282. Il Gpl,infine, si posiziona tra lo 0,769euro/litro registrato nei punti ven-dita Esso allo 0,774 degli impiantiIP, Q8 e Tamoil, 0,746 euro/l perle no-logo. Da segnalare che Esso,che aveva tagliato i prezzi racco-mandati prima della nuova torna-ta di aumenti, ha impianti che siconfermano competitivi.

L’Europa trema di fronte al perico-lo inflazione e in Italia i dati Istatconfermano che i prezzi a dicem-bre risultano cresciuti dell’1,9%rispetto allo stesso mese dell’annoprecedente. Ma a farla da padronesicuramente è l’aumento dei car-buranti, che condizionano diretta-mente o indirettamente l’aumentodei prezzi dei beni di consumo. InItalia la benzina ha subito unaumento sensibile, pari al 9,9% subase annua e al 2,5% su base

mensile, ancora peggio per il die-sel che vede crescere del 14,5%il suo prezzo rispetto all’anno pre-cedente e del 3% rispetto anovembre. Stessa cosa è capitataal gasolio da riscaldamento,aumentato del 14,3% in un annoe del 3,2% in un mese. La spe-ranza delle associazioni di consu-matori è quella che si registri inbreve una controtendenza, per-ché la situazione, così com’è, nonè sostenibile dalle famiglie italia-ne. Anche la benzina verde, diret-tamente collegata all’agricoltura,vede il suo massimo storico nelprezzo raggiunto dopo gli ultimiaumenti, rischiando di raggiunge-re la quota 1,80 euro al litro per ilprossimo agosto, secondo i cal-coli di Codacons. Anche se inEuropa il prezzo medio della ben-zina risulta più alto e più bassoquello del gasolio, certamentequello che grava di più in Italia, ediversamente da regione a regio-ne, è l’incidenza delle accise.

EleonoraDavide

COSA SONO LE ACCISEPer accisa si intende una imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti diconsumo. È un tributo indiretto che colpisce singole produzioni e singoli consu-mi. In Italia le accise più importanti sono quelle relative ai prodotti energetici(precedentemente limitati solo agli oli minerali derivati dal petrolio), all'ener-gia elettrica, gli alcolici e ai tabacchi. L'accisa concorre a formare il valore deiprodotti, ciò vuol dire che l'IVA sui prodotti soggetti ad accisa grava anche sullastessa accisa. L'armonizzazione delle accise è stato un elemento indispensabile alla cor-retta instaurazione del mercato unico europeo. D'altra parte, il gettito legato alle acciseè fondamentale per la fiscalità interna dei singoli Stati membri, in quanto costituisce unaparte cospicua delle entrate nel bilancio di ogni Paese. Pertanto, da una parte è statonecessario disciplinare il settore con norme europee applicabili su tutto il territoriodell'Unione, dall'altra è stato lasciato ampio spazio alla sussidiarietà di ogni Stato mem-bro, dal momento che le accise concorrono tradizionalmente alla formulazione di sceltepolitiche, non solamente in campo tributario, ma anche nei settori industriali, energeti-co, sanitario, sociale, dei trasporti e dell'agricoltura.Se guardiamo un po’ indietro, troviamo che la quota regionale della Campania,fissata originariamente, nel 1996, in lire 350 per litro erogato, è stata succes-sivamente modificata in lire 242 al litro con legge 27 dicembre 1997 n. 449 art.17 comma 22 e, a partire dal 2001, con Decreto Legislativo 18 Febbraio 2000,n. 56, in lire 250 ( euro 0,129) al litro. L'accisa regionale sulla benzina è aumen-tata in Campania nell'ultimo anno del 53.5% e ammonta a 3,1 centesimi a litro.La prima accise applicata alla benzina fu di 1,90 lire nel 1935 per finanziare la guerra diAbissinia, poi nel 1956 fu la volta di quella di 14 lire per la crisi di Suez , poi quella di 10lire per il disastro del Vajont nel 1963, poi le 10 lire per far fronte all'alluvione di Firenzenel 1966, ancora le 10 lire per il terremoto nel Belice nel 1968, le 99 lire per il terremo-to del Friuli nel 1976, le 75 lire per il terremoto in Irpinia nel 1980, le 205 lire per la mis-sione in Libano, le 22 lire per la missione in Bosnia nel 1996. La penultima accise la ritro-viamo soltanto nel 2003 per trovare i fondi necessari al rinnovo del contratto degli auto-ferrotranvieri, che impose circa 0,02 euro di accise addizionale sui carburanti. L'ultimaaccise, decisa nel febbraio 2005, servirà per finanziare il rinnovo degli autobus inquinan-ti nel trasporto pubblico. La cosa sconvolgente è che, sebbene quasi tutte le moti-vazioni sopra elencate siano storicamente superate, di fatto continuano ad insi-stere sull’accisa statale complessiva a tutt’oggi applicata.

Cara benzina, quanto ci costi?l’europa trema di fronte al pericolo inflazione e in italia i dati istat confermano

che i prezzi a dicembre risultano cresciuti dell’1,9%

Distributori di carburante no-logo in Campania Santilli Domenico Condominio Le Botteghe,81030 Baia Domizia (CE) 0823/749358;Abate Petroli 24h Via Annunziata Vecchia,Montesarchio (BN); Santilli DomenicoCondominio Le Botteghe, 81030 BaiaDomizia (CE); Ipercoop - Le Porte di NapoliStrada comunale Guerra, Afragola (NA);Indipendente Via Spinelli 24, Pompei (NA);Gas auto Viale della Pace - S. Sebastiano alVesuvio (NA); Gas GPL Via Terracina –Napoli; Gas Auto Cirillo Via Prota, 11 - Torredel Greco (NA); Sud Petroli Prov. Talese Alife3, San Salvatore Telesino (BN) ; CID S.A.S.di Giampiero del Tufo & C. Via FerranteImparato 451, 80146 Napoli (NA)081/7590344; Delfi Gas (solo GPL) ViaCarlo Gatti, Salerno; Privato Metano ViaStarza, 25 Cava de' Tirreni (SA) ; FacomGas Via Kennedy, 26 Siano (SA); GregorioFrancesco Via F.Gregorio, 102 - Capaccio(SA); Califano Service srl Via Riccardo

Ciancio, 23 - Castel San Giorgio (SA); Salerno Energia - Federmetano (metano) Via dei Carrari,30 Salerno.

Per Fabiola De Stefano referentedell’Unione Nazionale Consumatori in

Irpinia, numerose sono state le lamente-le dei consumatori sull’ultimo rincaro deiprezzi dei carburanti, pervenute all’asso-ciazione, ma ancora nessuna azionediretta è stata intrapresa dall’associazio-ne nei confronti del governo. “Tuttavia,nonostante la sezione irpina sia attiva daottobre scorso- assicura la delegata –stiamo lavorando al contrasto delle truffeonline operate dal sito Granbazar, chenella nostra provincia ha mietuto diversevittime. Per loro stiamo portando avantiazioni che consentano di recuperarealmeno in parte quanto versato. Perquanto riguarda la reazione ai rincaridella benzina e di tutto il resto, è ancorapresto per concretizzare delle azioni, mastiamo lavorando a livello nazionale perorganizzare le risposte dei consumatori”.Enrico Marchetti, presidente regionaledella Codacons della Campania, dipingeun quadro nero che vede i consumatori“abbandonati dal governo”. “Pare che anessuno importi della sorte di chi dovràaffrontare un’ulteriore rincaro per genericui è difficile rinunziare, come appunto labenzina – afferma contrariato per l’enne-sima stangata che in Campania è stataancora più forte che nelle altre regioni diItalia- . Il problema sono le accise, losappiamo poiché in Campania abbiamosempre avuto una cattiva gestione del-l’amministrazione e indipendentementeda chi abbia governato questa regione inpassato. Pare proprio che al di sopra della

politica ci sia qualcos’altro a gestirci”. Leazioni, comunque intraprese per lenire glieffetti della crisi che sta attraversando ilnostro Paese, per Codacons vanno dal-l’assistenza ai precari della scuola allosciopero della spesa che fu indetto a set-tembre, invitando i consumatori adacquistare direttamente alla fonte e sca-valcando la filiera intermedia. Lo stessoimpegno è stato messo nella vigilanza suisaldi, ma anche queste iniziative incon-trano, per Marchetti, la forte opposizionedei commercianti, che continuano a gon-fiare i prezzi, sottovalutando l’intelligenzadei consumatori. Per quanto riguarda labenzina, la Codacons si rivolse a Fini,quando era Ministro degli Affari Esteri, equesti oppose alle nostre richieste di con-trollarne il prezzo, la questione delle acci-se che è impossibile toccare. “Senza scor-dare – precisa infine Marchetti- che incaso di eventuale ribasso del costo deicarburanti, questo avviene con moltoritardo alla pompa, permettendo l’ulterio-re indebito introito di tutte le accise rela-tive. Perciò consigliamo ai consumatori diservirsi, per quanto possibile, di pompe dibenzina “bianche” per il rifornimento,cioè di quelle pompe che non riportano ilmarchio del produttore (“no- logo” perintenderci) che praticano in assoluto iprezzi più bassi.”. L’elenco delle pompebianche lo si può trovare proprio sul sitodell’associazione www.codacons.it.Purtroppo non ce ne sono nella provinciadi Avellino.

Eleonora Davide

LE ASSOCIAZIONI DI CONSUMATORISUL RINCARO BENZINA IN IRPINIA

322 gennaio 2011Il PonteIl Ponte

Maxistangata in arrivo

Sarà a causa di rin-cari arbitrari o per

manovre puramentespeculative,ma è certoche nel 2011 a caricodei consumatori italia-ni arriverà una maxi-stangata. I maggiori

rincari sono previsti proprio per igeneri alimentari, nonché per i ser-vizi di trasporto e quelli di acqua,casa, rifiuti ed elettricità.E visto che di sicuro in media gli ita-liani l'anno prossimo non guadagne-ranno 902 euro in più, tanti quanti neservono per "neutralizzare" la stan-gata 2011, questo significa che èancora tempo, purtroppo, di rinuncee di sacrifici. Dal 28 gennaio al 4 feb-braio 2011 è stato indetto uno scio-pero dei consumatori come protestaal continuo aumento dei prezzi, inparticolare dei beni di primanecessità. Il presidente della Banca centraleeuropea, Jean-Claude Trichet ha ras-sicurato sull’andamento dell’inflazio-ne che, dopo aver superato il tettodel 2 per cento fissato dalla Bce, saràstabile nel lungo periodo. Ad ognimodo, secondo Trichet, la ripresaeconomica rimarrà su una dinamicasostanzialmente positiva, l’aumentodei costi energetici è un fenomenopasseggero,mentre “il caro vitadovrebbe moderarsi verso la fine del2011″.Nonostante questo, il livello d’incer-

tezza resta elevato e in futuro la pre-occupazione maggiore in Europariguarderà la dinamica dei prezzi e ilrincaro delle materie prime in parti-colare sul comparto energetico.Un 2011 in salita, dunque, anche perle famiglie italiane. Dal carrello dellaspesa, ai carburanti e autostrade, alleassicurazioni: l'anno appena iniziatoregalerà una raffica di aumenti, chenon saranno bilanciati - se non par-zialmente - dal recupero dell'inflazio-ne in busta paga (+1,7%, stimal'Istat) e dall'aumento delle pensioni(poco più di un punto percentuale).

Solo per spese e tariffe, il presidentedi Adiconsum, Paolo Landi, stima unrincaro fra i 500 e i mille euro.

Ma vediamo in dettaglio i princi-pali aumenti previsti nel 2011.

Acqua e rifiuti. Molte sono le segna-lazioni di aumenti consistenti sia dellatariffa dell'acqua che di quella deirifiuti con aumenti anche del 20-30%giustificati dal fatto che la tariffa eraferma da alcuni anni o dai nuovi costidella differenziata. Poiché la spesamedia per l'acqua è di 200euro/anno con oscillazioni che vannodai 100 ai 300 euro a seconda dellecittà e analoga situazione è quella deirifiuti urbani, gli aumenti prevedibilipossono oscillare da zero dove non cisono variazioni ai 50 euro.

Assicurazioni. Aumenti consistentisull'Rc auto sono in corso già da alcu-ni mesi. La situazione è differenziatain relazione al territorio, al veicolo,all'età del conducente, etc. In mediagli aumenti sono attorno a+10/+15% che rapportato a un pre-mio medio di circa 550 euro per unoo due veicoli per famiglia implica unaprevisione di maggior spesa dai 50 ai150 euro. Per i giovani il costo medioè invece di oltre il doppio.

Autostrade. Pedaggi più cari inmedia del 6 per cento. Molto dipen-derà dalla tratta prescelta. Anas hapoi preannunciato aumenti per lecosiddette autovie di raccordo fra leautostrade e le circonvallazioni.Ipotizzando una spesa media dai 100ai 300 euro annui a famiglia, si puòprevedere dunque un aumento dai 2ai 10 euro.

Canone Rai. L'aumento sarà di 1,5euro, passando così dagli attuali 109a 110,5 euro.

Generi alimentari. Molti fornitorihanno richiesto alla distribuzioneaumenti dei propri listini attorno al+4/+5 per cento. Aumenti all'ingros-so che rischiano di essere trasferiti alcarrello della spesa (nonostante ilcalo dei consumi) con aggravi chepossono oscillare dai 200 ai 300euro.

Luce e gas. Si riduce per la luce, maaumenta per il gas. Può sembrareuna contraddizione, ma le ragionivanno ricercate nelle leggi della con-correnza. Nel settore dell'elettricitàda dicembre 2009 a dicembre 2010il costo della bolletta elettrica si èridotto del 6,5%, al contrario diquanto è avvenuto per il gas dove

nello stesso periodo la bolletta èaumentata dell'11 per cento.Considerato che una famiglia spendemediamente dai 200 a 350 euro perl'elettricità e dagli 800 ai 1500 europer il riscaldamento, è da prevedereun aggravio di spesa che può oscilla-re dagli 80 ai 150 euro.

Multe. Tutte le multe del Codice dellaStrada aumenteranno del 3,5 percento.

Treni. Per il trasporto ferroviariosono stati preannunciati aumenti del-l'ordine del 20-25%. Aumenti chedovranno essere concordati con leRegioni e quindi anche in questo casola realtà sarà molto differenziata.Prevedendo anche in questo casouna spesa dai 50 ai 150 euro, lamaggior spesa prevedibile per il2011 potrà essere dai 10 ai 30 euro.Gli unici ribassi riguardano, inve-ce, i servizi ricettivi e di ristora-zione, l’istruzione e le comunica-zioni.

Come fronteggeranno i consu-matori italiani questo ennesimofardello considerando anche ildilagante problema della disoc-cupazione e dei tagli sugli stipen-di e sul personale praticato danumerose aziende?Ci saranno nuovi poveri a bussa-re alle porte delle associazionicome la Caritas, nuovi bisognosispuntati all'improvviso dal cre-puscolo tra normalità e miseria,creature nuove nell'universo delbisogno, alieni cacciati dal piane-ta del benessere. Dalle diocesipiovono alla Caritas italiana rap-porti allarmati sull’impoverimen-to delle famiglie italiane. Povericol cellulare, la tivù e l'auto,poveri che non sembrano poveri:lo stesso concetto di carità cri-stiana è scosso, la "regina dellevirtù" va in crisi quando cerca diindovinare il volto di Cristo nonnegli occhi del malato, del soffe-rente, dell'emarginato, ma inquelli del vicino di casa.

LuigiaMeriano

Un 2011 in salita, dunque, anche per le famiglie italiane. Dal carrello della spesa, ai carburanti e autostrade, alle assicurazioni: l'anno appena iniziato regalerà una raffica di aumenti

continua dalla prima -L’Editoriale-

Non temo smentite nell’affermare che in questo panorama sconcertantela rete del volontariato cattolico rappresenta una sorta di congiunzioneterminale in grado si sostenere un sistema sociale in grave crisi e difficol-tà. Va ricordato che le stesse organizzazioni sindacali in Italia sono sortegrazie al contributo della Chiesa (Rerum Novarum). Rileggendo la sto-ria del nostro Paese si evince che il “mondo cattolico” ha espresso unaclasse dirigente le cui idee e soluzioni, potevano magari non essere con-divise da tutti, ma costituivano una forma di gestione credibile ed efficien-te del sistema che oggi non ha termini di paragone. Quanto allamoralità,poi, credo che ogni commento di fantasia non riesca ad egua-gliare la triste realtà dei nostri giorni. La soluzione l’abbiamo già suggeri-ta da queste colonne più di un anno fa: azzerare tutto! Nuove regole peruna nuova stagione di impegno. C’è bisogno di eliminare i conflitti e letensioni sociali in crescita e lavorare per dare un futuro al Paese, guardan-do con la dovuta attenzione ai giovani, al settore della scuola e dellaRicerca scientifica,mettendo al centro di ogni azione la “persona”, resti-tuendo dignità ad un Paese che nell’anno in corso celebra 150 anni diUnità nazionale. Solo così potremo dire che la Tunisia è davverolontana.

NUOVA NOMINA

Sabato scorso, 15 gennaio 2011, a Roma sono stati elettii nuovi vertici dell’associazione “Greenaccord”. Tra i com-ponenti del direttivo (vedi pag. 12) figura anche il dott.Mario Barbarisi, direttore del settimanale “Il Ponte” e giàmembro del consiglio nazionale della Fisc. La redazione del giornale augura al direttore buon lavoro,condividendone la gioia e la soddisfazione per la prestigio-sa nomina. “Greenaccord”, infatti, ha tra le principali fina-lità quella di promuovere la tutela e il rispetto dell’ambien-te in ambito internazionale.

scontri in piazza a Roma

4 22 gennaio 2011 Il PonteIl PonteAttualità

La vittoria del “si” alr e f e r e n d u m

degli operai delloStabilimento diMirafiori della Fiat aTorino ha segnato unpunto fermo nellastoria del sindacali-smo del nostroPaese. Ora, illustri

commentatori e soprattutto illumina-ti analisti studieranno il risultato allaluce delle pregiudiziali, più attinentialle loro direttive politiche, che aquelle reali socio-economiche. Sidaranno, pertanto, sui giornali,secondo le rispettive affiliazioni politi-che, ispirate e diverse interpretazionidel voto, per evidenziare successi odrammi, ma forse poco risalto saràdato, invece, ad un evento moltoimportante, certamente di portatastorica, che, appunto, obbliga il citta-dino, il lavoratore stesso a rifletteresulle condizioni e sulle circostanzemutate del mondo attuale del lavoro.Di conseguenza, ritornano sullo sfon-do esistenziale di ciascuno di noi anti-che posizioni di valori etici, d’attacca-mento religioso alla propria attività ealla penosa “fatica” di tutti i giorni e diricerca di accurate scelte decisionaliper garantire il nostro bene e quelloprincipalmente della nostra famiglia.Si è capito finalmente che l’unità sin-dacale, tanto professata nei tempiappena trascorsi, appare oggi molto

debole e gracile, senza robuste con-nessioni. Se è vero che l’unità nonesclude la “molteplicità” di idee e distrategie, della quale è concetto cor-relativo e senza di cui sarebbe incon-cepibile, sta di fatto consequenzial-mente che l’esperienza interna èquella che meglio la produce. L’unitàè, infatti, un prodotto di esperienzecostanti, non può essere innata,come si dice nel linguaggio comune,specie nel mondo fenomenico tantoconvulso di oggi, laddove accesi con-trasti di correnti di pensiero, come adesempio di materialismo e di spiritua-lismo, di relativismo e di assolutismo,appesantiscono enormemente lanostra fragile e talune volte tragicaquotidianità.L’unità di cui ora noi parliamo è quel-la che fu già delineata da Aristotele,quell’unità, così come oggi ancoras’intende, formale e sostanziale, chenella recente tradizione filosofica deigiorni nostri ha assunto il suo piùautorevole concetto ideale.Orbene, propria quest’indagine spe-culativa di unità sostanziale e forma-le ci consente oggi di affermare a noitutti, che quest’unità sindacale, cosìconcepita e così trasmessa, non puòpiù essere accettata nel mondo dellavoro. Questa ripetuta unità sinda-cale, così ben esposta a suo tempodagli appositi trattatisti, non è piùassolutamente “una”, cioè indivisibi-le, nel senso che è priva di specificità

di componenti o addirittura che i suoistessi componenti, ossia le varieorganizzazioni sindacali, sono fra loroinseparabili dalla totalità o insepara-bili l’una dall’altra.Quest’unità sindacale di cui si discutesi era composta, invece, nel tempopassato, come si dice, per “acciden-te”, forse più per necessità di strate-gia e di lotta, che per liberi convinci-menti ideologici.

Per il mondo del lavoro, forse, oggi,più che mai, valgono ancora i princi-pi del cattolicesimo sociale, che apartire dalla “magna charta dellaRerum novarum” del Pontefice LeoneXIII fino a giungere all’enciclica“Sollecitudo rei socialis” di PapaGiovanni Paolo II, non possono esse-re più confusi e sottaciuti con altreimprovvide tesi dei tempi moderni.Questi principi continuano oggi ad

avere una propria, autentica, unitariaacclamazione. Forse, se attentamen-te seguiti dal lavoratore con cura eperseveranza, questi stessi nominatiprincipi possono rinsaldare meglioquella fragile unità sindacale, nell’in-teresse supremo, effettivo, vero esacrosanto della dignità del lavoro.

La vittoria del “si” e l’unità sindacale

Mario

Di Vito

Anche quest’anno il c.d. decreto“milleproroghe” di fine d’anno ciregala una strenna di rinvii e sospen-sive mentre, contemporaneamente,una domanda assilla i cittadini comu-ni quando si chiedono per qualemotivo il Parlamento continua adapprovare provvedimenti pieni discadenze più o meno perentorie, perpoi accorgersi, a fine anno, che lestesse non possono essererispettate.In attesa di trovare una valida rispo-sta, si evidenzia che il decreto leggeavente il n. 225 del 29.12.2010,pubblicato sulla GazzettaUfficiale n. 303 del 29 dicembrescorso, dovrà essere convertito inlegge dal Parlamento entro 60 giorni.Esso, rispetto al passato presentauna novità: la miniproroga delle pro-roghe; infatti, al comma 1 dell’art. 1,è stabilito che sono prolungati al 31marzo 2011 tutti i termini di scaden-za di numerosi provvedimenti (circa70) elencati in una specifica tabellaallegata al decreto stesso ed, ancora,nel comma 2, viene stabilito che, conuno o più decreti del Presidente delConsiglio, di concerto con il Ministrodell’Economia e delle Finanze, equindi non più attraverso un passag-gio parlamentare (!), potrà esseredisposta un’ulteriore proroga del pre-detto termine fino al 31 dicembre2011.Rientrano tra le disposizionimomentaneamente prorogate al31 marzo (ma che potrebberobeneficiare di un ulteriore pro-lungamento) quelle che preve-dono l’accatastamento delle case“fantasma” e l’aggiornamento diquegli immobili che hanno subitorilevanti trasformazioni. Restando in campo fiscale, meri-tano di essere segnalati il rifinan-ziamento del 5 per mille, l’allun-

gamento della sospensione deiversamento fiscali per gli alluvio-nati del Veneto, il rinvio dellariscossione dei pagamenti sospe-si ai contribuenti abruzzesi, laconferma degli sgravi per ibenzinai.In materia non fiscale, sono rilevantiil rinvio di un anno della validità dellegraduatorie dei vecchi concorsi edella facoltà dei medici di esercitarel’intramenia ospedaliera……a casapropria. Come già accennato sopra,quin-di, gli intestatari di case “irrego-lari” hanno tempo fino al 31marzo prossimo per “portare allaluce” gli immobili ignoti comple-tamente al Fisco e per denuncia-re eventuali lavori rilevanti effet-tuati negli appartamenti chedovevano essere comunicati, manon lo sono stati, all’Agenzia delTerritorio.Come si ricorderà (ne abbiamo par-lato diffusamente su uno degli ultiminumeri di questo giornale del mesedi dicembre), il precedente termineera stato fissato al 31.12.2010 dallamanovra correttiva d’estate (D.L.n.78/2010).In particolare l’appello era rivolto aiproprietari di quelle particelle di ter-reno sulle quali insistono quei duemilioni e passa di costruzioni nonrisultanti in catasto ed individuatedall’Agenzia del Territorio grazie aduna intensa attività investigativadurata più di quattro anni.A tal proposito c’è da dire che la deci-sione da prendere in tal senso non èscontata, dal momento che l’autode-nuncia potrebbe comportare spiace-voli conseguenze. E’ infatti previstoche l’Agenzia del Territorio, dopo averregistrato gli immobili emersi, mettea disposizione dei Comuni le denun-ce di accatastamento ricevute affin-

chè gli stessi possano verificare laregolarità urbanistico-edilizia; infatti,sistemare un immobile dal punto divista catastale non affranca da even-tuali abusi edilizi commessi nellacostruzione.Altra disposizione che ha subitouna proroga è quella relativa al“5 per mille” e non si comprendebene il perché, pur essendo un istitu-to pubblicamente apprezzato da tuttigli schieramenti politici, ancora nes-sun Governo ha avuto la forza diinserirlo a regime nel nostro ordina-mento tributario.Proprio per questo motivo, ogni annoin occasione della legge di stabilità (laex finanziaria) e del decreto millepro-roghe, si assiste ad una sorta di tea-trino che lascia pensare ad un copio-ne già prestabilito, dove tutti i parte-cipanti “alla rappresentazione” hannol’opportunità di fare bella figura agliocchi dei cittadini a partire dalGoverno che sostiene, rammaricato,l’estrema difficoltà di reperire le risor-

se per finanziare il 5 per mille in que-st’anno per finire all’opposizione cheinsorge sostenendo che in questomodo si fa morire il volontariato e,poi, si priva il contribuente dellasovranità nel decidere a chi destina-re parte della ricchezza prodotta.Con la proroga, pertanto, vengonoconfermate le cinque diverse finalitàalle quali è possibile destinare il 5 permille della nostra IRPEF:1. sostegno del volontariato,delle ONLUS, delle associazioni dipromozione sociale;2. finanziamento alla ricercascientifica ed all’università (cosache dovrebbe fare il Governo dipropria iniziativa!);3. finanziamento della ricercasanitaria;4. sostegno delle attività socialisvolte dal Comune di residenza;5. sostegno alle associazionisportive dilettantistiche ricono-sciute ai fini sportivi dal Coni.Inoltre il decreto milleproroghe allun-

ga fino a metà anno (30 giugno2011) la sospensione dei versamen-ti dei tributi, dei contributi previden-ziali ed assistenziali e dei premi Inail,che il decreto ministeriale del 1dicembre scorso aveva disposto, peril periodo dal 31 ottobre al 20 dicem-bre, nei confronti dei contribuen-ti veneti colpiti dall’alluvione difine ottobre/inizio novembre.Seppure in extremis, anche per icomuni del “cratere”, cioè quellimaggiormente danneggiati dalsisma dell’Abruzzo, è arrivato il dif-ferimento della riscossione dei tribu-ti, dei contributi previdenziali ed assi-stenziali e dei premi Inail, non versa-ti in virtù dei provvedimenti disospensione accordati nei mesi pas-sati. La manovra d’estate ne avevadisposto il recupero a partire da gen-naio 2011, in 120 rate mensili di pariimporto. Il milleproroghe ha invecedisposto la sospensione della riscos-sione di tutte le rate in scadenza tragennaio e giugno 2011, la cui ripresaverrà disciplinata da un successivodecreto del Presidente del Consiglio.Infine è stata confermata anche peril 2011 la norma che, introdotta perla prima volta nel 1999 e prorogatadi volta in volta, riconosce agliesercenti degli impianti di distri-buzione dei carburanti per usoautotrazione, una deduzione for-fetaria dal reddito d’impresa.Per la sorpresa di tutti, nessunaproroga (e non si capisce benese per una svista del legislatoreo per una scelta consapevole) èstata accordata per gli sfratti percui dal 1° gennaio tutti quei loca-tori che non potevano sfrattare iloro inquilini (nonostante il con-tratto fosse scaduto) possonoattivarsi per far liberare il proprioimmobile.

““AA TTUU PPEERR TTUU CCOONN IILL FFIISSCCOO”” a cura di Franco Iannaccone

ANCHE QUEST’ANNO, COME UN RIPETUTO RITUALE, DOPOLA FINANZIARIA ARRIVA IL DECRETO MILLEPROROGHE

522 gennaio 2011Il PonteIl Ponte

AlfonsoSantoli

in italia, nonostante le nuove norme sull’incompatibilità,

continua il giro delle “poltrone”

Come è noto la legge 133 del 6agosto 2008 prevede all’articolo 8

che “non possono essere nomina-ti amministratori di società parte-cipate da enti locali coloro che neitre anni precedenti hanno rico-perto la carica di amministratorenegli enti locali che detengonoquote di partecipazione al capita-le della stessa società”.Fatta la legge ecco creato l’inganno.Nulla però vieta che un ex sindaco sisieda su una poltrona di una societàdella Provincia, della Regione o delloStato: l’importante è che non sia delComune.Ed ecco che troviamo dallaLombardia alla Sicilia i “furbastri”di turno, sempre provenienti dalmondo politico, e, non poteva esserealtrimenti, gli “incroci” che aggirano i“divieti”.Andiamo a Bergamo. ValerioBettoni dopo aver lasciato l’incaricodi Presidente della Provincia, èstato immediatamente nominatoconsigliere di amministrazionedelle Autostrade Bergamasche,società, guarda caso, partecipatadalla stessa Provincia. E non finisce

qui. Nello stesso consiglio di ammini-strazione c’è, dall’aprile 2010, ancheil suo successore Ettore Pirovanoche è attualmente deputato e presi-dente della Provincia.Il senatore della Lega Nord, DarioFruscio, attualmente presidentedell’Agenzia per le erogazioni in agri-coltura, dopo un brevissimo lasso ditempo della legislatura, è diventatocapo del collegio sindacaledell’Expo 2015.Giampiero Chirichelli, ex assesso-re della Provincia leghista diPavia, è diventato presidentedella “Finlombarda”, società dellaregione Lombardia, nonché presi-dente dell’ASM di Pavia, controlla-ta dai Comuni del pavese.Andiamo in Sicilia e troviamo l’exconsigliere regionale, GiancarloGranata, come presidente della“Multiservizi spa”, Società controlla-ta al 100% dalla RegioneSicilia, con il modico stipendio di105.516,75 euro.Un fatto più eclatante, in cui lenuove regole sull’incompatibilità nonvengono considerate, lo si trova inCalabria, dove il senatore del Pdl

Vincenzo Speziali è presidentedella “Secal”, società che gestiscel’aeroporto di Lamezia Terme diproprietà della Regione Calabria, delleProvince e dei Comuni calabresi.In questa situazione nazionale abnor-me non poteva mancare Napolidove ognuno si costruisce una leggea proprio uso.Guglielmo Allodi, diessino,Assessore al Bilancio dellaProvincia di Napoli, capo dellasegreteria particolare dell’exPresidente della RegioneCampania, Antonio Bassolino, èamministratore unico dell’AIR diAvellino, azienda di trasporto con-trollata dalla Regione.L’ex deputato della Quercia,Riccardo Marone, ha ottenuto lapresidenza della “Bagnolifutura”,controllata dal Comune di Napoli epartecipata da Regione e Provincia.Chi più ne ha, più ne metta. Tanto…questi “poltronali” incalliti possono,come e quando vogliono, infrangeretutte le norme di legge in vigore, daloro stessi approvate, perché hannola capacità di aggirarle a loro piaci-mento a secondo dell’occasione.

L’ITALIA DEGLI SPRECHI Mura domestiche di Michele Criscuoli

“Ègravissima, è inaccettabile, è contro la leggequesta intromissione nella vita privata delle per-

sone. Perché quello che i cittadini di una democraziafanno nelle mura domestiche riguarda solo loro.Questo è un principio che è valido per tutti e devevalere per tutti, anche per me”! Come non essere d’ac-cordo con la dichiarazione del Presidente del Consiglio resa

all’indomani dell’ultima vicenda scandalistica che lo ha investito insiemeai suoi compari.Certo, se un nonnetto di settantacinque anni, che se ne sta a casa suaa leggere favole o a giocare alla playstation con i nipotini, venisse “spia-to” ed “intercettato” dalla polizia e dalla magistratura non sarebbe unacosa legittima e giusta. Se, poi, quello stesso “padre della patria” pas-sasse le serate nella sua dimora milanese a studiare carte, a ricevereeconomisti, capi di stato, leader politici e facesse tutto ciò al servizio delloStato, sembrerebbe davvero inconcepibile che questa sua attività potes-se essere oggetto di indagini investigative. Se, infine, quell’imprenditoretrascorresse le sue serate ad organizzare il lavoro delle sue imprese e lofacesse nell’interesse suo e dei lavoratori alle sue dipendenze ed incor-resse, per questo, nelle maglie di una “giustizia malata” di protagonismoe di mania di persecuzione nei suoi confronti, anche questo apparirebbeassurdo, spropositato ed inammissibile. Purtroppo, l’esperienza ci insegna che le mura domestiche, solitamen-te luoghi di protezione, dove le persone cercano amore, accoglienza,sicurezza e riparo, (di fatto “la sede privilegiata della famiglia”),diventano, a volte, un luogo che mette in pericolo la vita e dove, a volte,si producono le forme più drammatiche di violenza in danno di donne ebambini. Ne sono l’esempio le centinaia di reati, che ivi si consumano eche vengono ogni anno denunciati e perseguiti dallo Stato. Sono di soli-to reati molto gravi, resi insopportabili dal fatto che, di regola, hanno adoggetto persone “deboli ed indifese”: minori, donne, anziani. Sono cosìgravi che la pubblica opinione non solo non si scandalizza se gli Organidi Polizia Giudiziaria usano ogni mezzo lecito per incastrare i responsabi-li ma addirittura, talvolta, si lamenta della mancanza di tempestività nellaprevenzione (pensiamo ai casi di omicidi a seguito di stalking (persecu-zioni) già accertato). Ora, leggendo le dichiarazioni di Berlusconi non possiamo esimerci daalcune considerazioni.In primo luogo, egli deve avere un concetto un po’ speciale delle cosid-dette “mura domestiche”. Certamente, ha una concezione un po’ atipi-ca dell’istituto “famiglia”: ecco spiegato, probabilmente, perché l’usodelle mura domestiche non lo vede nelle vesti di “nonno”, di “statista”, di“imprenditore”, di “padre di famiglia” impegnato, nella serenità di quellemura, a dare ed a ricevere affetto, sicurezza, testimonianza ed esempiodi una vita sana ed onesta al servizio del Paese che lo ha, democratica-mente, chiamato al ruolo di “guida” politica della nostra comunità.

Un’altra considerazione, sulla “intangibilità” della riservatezza delle muradomestiche, dobbiamo farla sulla possibilità che all’interno di quelle muraa volte si possano commettere reati, abusi ed illeciti di ogni genere.Ebbene, è assolutamente infantile ed ingiustificato reclamare una tute-la, generalizzata, della privacy per commettere reati o atti illeciti punitidalla Legge. Non esiste, in nessun ordinamento giuridico, una simile tuteladella “libertà” personale: nessuno, in tutti gli stati del mondo,può essere libero di commettere reati all’interno delle muradomestiche (lontano dagli occhi del mondo). E ciò non avviene inalcuno stato, tranne in quelli totalitari, dove la Giustizia è unoptional e dove “i sovrani” (di vecchia e nuova matrice) sono aldi sopra della Legge! Per nostra fortuna l’Italia è ancora unoStato democratico e tutti sono (meglio, dovrebbero essere)uguali davanti alla Legge! Un’ultima annotazione. Dalla lettura dei particolari della vicenda che tra-pelano dai giornali rileviamo che la maggioranza degli italiani è, al con-tempo, “disgustata” e “preoccupata”! Disgustata, perché, malgrado quelmisto di “solidarietà-ammirazione” che una propaganda, ben organizza-ta, è riuscita sempre a creare nei confronti di un leader vittima (presun-ta) della cattiveria delle opposizioni e dei magistrati al loro servizio, le sto-rie di lenocinio, di orge, di festini e di ricatti hanno certamente offeso lasensibilità e la dignità della maggioranza degli italiani. Preoccupata, per-ché pochi sembrano, oggi, disposti a dare fiducia ad un soggetto cheappare più “malato” che “furbo”; più “vizioso” che “spregiudicato”; peralcuni, persino più “sfruttato” nelle sue manie che “approfittatore” deibisogni delle donnine che gli venivano procurate da “amici e complici”.Certo, nessuno dovrebbe permettersi di giudicare i comportamenti pri-vati delle persone: ma ci si rende, facilmente, conto che in queste con-dizioni psico-fisiche non è possibile governare un Paese. Dovrebberocapirlo soprattutto gli amici ed i fedelissimi di Berlusconi, se potesseroservirsi dell’autorevolezza che l’ “amicizia vera” consente! Purtroppo nonè così! Purtroppo è ricominciato il coro di accuse alla magistratura, alleopposizioni, ai giornali: per sminuire, per contrastare, per manometterela verità fino a dimostrare, addirittura, “la purezza” di cuore e dimente del capo del governo.Speriamo che tutti questi “difensori per forza”, abbiano l’accor-tezza ed il pudore quando, rientrando nelle loro mura domesti-che, dovessero incrociare il sorriso dei loro giovani figli o dei loronipotini, di volgere altrove i loro occhi. Potrebbero leggere nell’in-nocente sguardo dei loro congiunti la più severa delle condanneal loro complice comportamento!

Don Vitaliano, come commentail risultato del referendum di

Mirafiori?Matematicamente è evidente cheabbia vinto il Si; piuttosto bisogna faredelle riflessioni sulle percentuali rag-giunte nella catena di montaggio,dove la maggioranza degli operai havotato per il NO. Questo è un risulta-to che dovrebbe far riflettere la classedirigente della FIAT. Gli operai, i pro-tagonisti reali della vicenda, coloro sucui cadranno maggiormente le conse-guenze dell’accordo, hanno manife-stato chiaramente la loro opinione.Visto che lei è sempre stato moltovicino agli operai anche durante lavicenda che ha riguardato la FMA,quali pensa che saranno le ricadu-te sulla nostra provincia a seguitodell’accordo?Certamente è inevitabile che cambie-rà il rapporto tra operai e dirigenti. Ilclima di tensione si farà sentire anchenelle nostre fabbriche perché agli ope-rai, che sembrano aver subito l’accor-do, non si potrà assicurare la neces-saria tranquillità che dovrebbe carat-terizzare tutti gli ambienti lavorativi.Alla luce di queste sue ultime con-siderazioni teme che tutto ciòpotrebbe sfociare in conflittisociali più ampi?Non è difficile constatare che in tutti isettori della società, dalla scuola allefabbriche, il malcontento è notevole e

l’esasperazione conduce spesso adatti sconsiderati. Si spera,tuttavia, chele esperienze del passato, in cui si èappurato che la violenza non conducemai a nulla di buono, abbiano almenoportato ad una maggiore maturità econsapevolezza di tutti gli attori coin-volti, affinchè il buon senso e la colla-borazione abbiano la meglio. In questo scenario, la politica cheruolo ha e come potrebbe interve-nire per risollevare la situazione?La politica potrebbe fare tanto, sia alivello nazionale che locale, anzi il suoruolo dovrebbe essere,per definizione,proprio quello di intervenire in questesituazioni di emergenza, adoperarsiper il bene di tutti. Ma in realtà, comele ultime vicende confermano, i politi-ci sembrano interessarsi di altro esempre meno del benessere della col-lettività, grazie alla quale occupano il

loro posto.Quindi lei pensa che il rapporto traetica e politica sia sfalsato negliultimi tempi, con un deteriora-mento della stessa figura del poli-tico?Certamente nei decenni scorsi, sinotava un maggiore interesse verso iproblemi della Nazione e, a livellolocale, un maggiore attaccamento alterritorio. Gli uomini politici dellaPrima Repubblica, anche se conmanovre assolutamente inaccettabili,come la pratica delle raccomandazio-ni, dimostravano, in un certo senso, diavere a cura quantomeno il sostenta-mento di una parte della popolazio-ne… Oggi invece, guardando allo sce-nario politico attuale, mi viene inmente la descrizione di Isaia sugli“spensierati di Sion”, in cui si descriveun gruppo di lauti governanti che can-terellano e banchettano allegramente,mentre Gerusalemme, intesa come“popolo”, crolla. Sono passati duemilaanni ma la situazione sembra essereidentica.

Luigia Meriano

IL FATTO E IL COMMENTOl’opinione di don Vitaliano Della Sala

Politica

don Vitaliano Della Sala

6 22 gennaio 2011 Il PonteIl Ponte

Lunedì 24 Gennaio sicelebra la festa di San

Francesco di Sales,vescovo e dottore dellaChiesa, nonché patronodei giornalisti e di quantidiffondono la verità cri-stiana servendosi deimezzi di comunicazionesociale. Ma vediamo di

conoscere in modo un po’ più approfondi-to la figura di questo santo le cui virtù eapostolato hanno ispirato Don Bosco,qualche secolo dopo la morte di sanFrancesco di Sales, che diede il suo nome(Salesiani) alla congregazione che fondòper l’educazione della gioventù.San Francesco di Sales, vescovo diGinevra e dottore della Chiesa, è sicura-mente il più importante e celebre fiore disantità sbocciato in Savoia, sul versantealpino francese.Figlio primogenito, Francois nacque il 21agosto 1567 in Savoia nel castello di Salespresso Thorens, appartenente alla suaantica nobile famiglia. Ricevette sin dallapiù tenera età un’accurata educazione,coronata dagli studi universitari di giuri-sprudenza a Parigi e a Padova. Qui rice-vette con grande lode il berretto dottoralee ritornato in patria fu nominato avvocatodel Senato di Chambéry. Ma sin dalla suafrequentazione accademica erano iniziatiad emergere i suoi preminenti interessiteologici, culminati poi nelle scoperta dellavocazione sacerdotale, che deluse però leaspettative paterne. Nel 1593 ricevettel’ordinazione presbiterale ed il 21 dicem-bre celebrò la sua prima Messa. Spinto daun enorme desiderio di salvaguardarel’ortodossia cristiana, mentre imperversa-va la Riforma calvinista, Francesco chiesevolontariamente udienza al vescovo diGinevra affinché lo destinasse a quellacittà, simbolo supremo del calvinismo emassima sede dei riformatori, per la diffi-cile missione di predicatore cattolico.Stabilitosi a Ginevra, non si fece remore a

discutere di teologia con i protestanti,ardendo dal desiderio di recuperare quan-te più anime possibili alla Chiesa, masoprattutto alla causa di Cristo da lui rite-nuta più genuina. Il suo costante pensie-ro era rivolto inoltre alla condizione deilaici, preoccupato di sviluppare una predi-cazione e un modello di vita cristiana allaportata anche delle persone comuni,immerse nella difficile vita quotidiana.Proverbiali divennero i suoi insegnamenti,pervasi di comprensione e di dolcezza,permeati dalla ferma convinzione che asupporto delle azioni umane vi fosse sem-pre la provvidenziale presenza divina.Molti dei suoi insegnamenti sono infattiintrisi di misticismo e di nobile elevazionespirituale. I suoi enormi sforzi ed i grandisuccessi ottenuti in termini pastorali glimeritarono la nomina a vescovo coadiuto-re di Ginevra già nel 1599, a trentadueanni di età e dopo soli sei anni di sacerdo-zio. Dopo altri tre anni divenne vescovo apieno titolo e si spese per l’introduzionenella sua diocesi delle riforme promulgatedal Concilio di Trento. La città rimasecomunque nel suo complesso in mano airiformati ed il novello vescovo dovette tra-sferire la sua sede nella cittadina savo-iarda di Annecy, “Venezia delle Alpi”, sullerive del lago omonimo.Fu direttore spirituale di San Vincenzo de’Paoli. Nel corso della sua missione di pre-dicatore, nel 1604 conobbe poi a Dijon lanobildonna Giovanna Francesca Frèmiot,vedova del barone de Chantal, con cui ini-ziò una corrispondenza epistolare ed unaprofonda amicizia che sfociarono nellafondazione dell’Ordine della Visitazione. “Se sbaglio, voglio sbagliare piuttosto pertroppa bontà che per troppo rigore”: inquesta affermazione di Francesco di Salessta il segreto della simpatia che egli seppesuscitare tra i suoi contemporanei.Il duca di Savoia, dal quale Francescodipendeva politicamente, sostenne l’operadell’inascoltato apostolo con la manieraforte, ma non addicendosi l’intolleranza al

temperamento del santo, quest’ultimopreferì portare avanti la sua battaglia perl’ortodossia con il metodo della carità, illu-minando le coscienze con gli scritti, per iquali ha avuto il titolo di dottore dellaChiesa. Le sue principali opere furonodunque “Introduzione alla vita devota” e“Trattato dell'amore di Dio”, testi fonda-mentali della letteratura religiosa di tutti itempi. Quello dell’amore di Dio fu l’argo-mento con il quale convinse i recalcitrantiugonotti a tornare in seno alla ChiesaCattolica.L’11 dicembre 1622 a Lione ebbe l’ultimocolloquio con la sua penitente e qui morìper un attacco di apoplessia il 28 dellostesso mese nella stanzetta del cappella-no delle Suore della Visitazione presso ilmonastero. Il 24 gennaio 1623 il corpomortale del santo fu traslato ad Annecy,nella chiesa oggi a lui dedicata, ma inseguito fu posto alla venerazione dei fede-li nella basilica della Visitation, sulla collinaadiacente alla città, accanto a SantaGiovanna Francesca di Chantal. Francescodi Sales fu presto beatificato, l’8 gennaio1662 e già tre anni dopo venne canoniz-zato il 19 aprile 1665 dal ponteficeAlessandro VII.

Successivamente fu proclamato Dottoredella Chiesa nel 1877, nonché patrono deigiornalisti nel 1923.Il Martyrologium Romanum riporta la suacommemorazione nell’anniversario dellamorte, cioè al 28 dicembre, ma per l’inop-portuna coincidenza con il tempo diNatale, il calendario liturgico della Chiesauniversale ha fissato la sua memoriaobbligatoria al 24 gennaio, anniversariodella traslazione delle reliquie. SanFrancesco di Sales, considerato qualepadre della spiritualità moderna, ha avutoil merito di influenzare le maggiori figurenon solo del “grand siècle” francese, maanche di tutto il Seicento europeo, riu-scendo a convertire al cattolicesimo addi-rittura alcuni esponenti del calvinismo.Francesco di Sales a ragione può essereconsiderato uno dei principali rappresen-tanti dell’umanesimo devoto di tipicamarca francese. Fu un vescovo santo,innamorato della bellezza e della bontà diDio.E’ infine doveroso ricordare come al suonome si siano ispirate parecchie congre-gazioni, tra le quali la più celebre è indub-biamente la Famiglia Salesiana fondata daSan Giovanni Bosco, la cui attenzione sirivolge più che altro alla crescita edall’educazione delle giovani generazioni,con un’attenzione tutta particolare allacura dei figli delle classi meno abbienti.Ma come è nata la sua denominazio-ne a patrono dei giornalisti?San Francesco di Sales pur essendoun sacerdote zelante ed un lavorato-re instancabile nella vigna delSignore, visti gli scarsi frutti ottenutidal pulpito con le sue omelie, si diedealla pubblicazione di fogli volanti, cheegli stesso faceva scivolare sotto gliusci delle case o affiggeva ai muri,meritandosi per questa originale atti-vità pubblicitaria il titolo di patronodei giornalisti e di quanti diffondonola verità cristiana servendosi deimezzi di comunicazione sociale.

Ora, in un momento così delicato nellastoria dell’uomo, il ruolo dei giornalistidelle comunicazioni sociali si ricopre diuna responsabilità ancora più grande.Nessuna età ci separa dall’amore incon-trato. Chi è raggiunto dalla grande comu-nicazione di Gesù ha qualcosa di specialeda dire, una speranza in questa vita durae meravigliosa, anche con voci e immagi-ni che attraversano in un baleno continen-ti e oceani, rivolgendosi a milioni di spet-tatori, o anche solo ad una sola personache nel mondo si senta sola, ferita,abbandonata. Il tema scelto dal Santo Padre per la 45aGiornata Mondiale delle ComunicazioniSociali (24 maggio 2011) - Verità,annuncio e autenticità di vita nell’eradigitale - si caratterizza per porre al cen-tro di tutti i processi della comunicazione,la persona umana. Anche in un tempocosì largamente dominato – e, spesso,condizionato – dalle nuove tecnologie,resta fondamentale il valore della testimo-nianza personale: accostarsi alla verità eassumersi l’impegno dell’annuncio richie-de, per chi opera nel mondo dell’informa-zione e particolarmente per i giornalisticattolici, la "garanzia" di un’autenticità divita che non può venir meno neppure nel-l’era digitale.Non sono gli strumenti a poter modificareed accrescere il livello di credibilità dei sin-goli operatori: né possono mutare i valoridi riferimento rispetto a una comunicazio-ne che continua a varcare le soglie disempre nuovi traguardi tecnologici. Laverità resta l’immutabile faro d’approdoanche per i new-media e, anzi, l’era digi-tale, allargando i confini dell’informazionee della conoscenza, può rendere ideal-mente più vicino ciò che rappresenta il piùimportante degli obiettivi per chiunqueoperi nel mondo dei media. A noi nonresta che augurarci e augurare a tutti glioperatori delle comunicazioni sociali ditestimoniare sempre la verità e la speran-za ad un mondo che non ha più certezze!

Quando si esplora esi illustra l’opera di

un gigante della storia,come Giovanni Paolo II,spesso si segue unametodologia di tipo,appunto, storiografico,

diretta ad evidenziarne imolteplici e complessi

aspetti e momenti, le loro reciprocheinterdipendenze, le loro incidenzesulla vita ecclesiale e sociopolitica. Insostanza, si guarda a questa opera,nel dispiegarsi dei suoi effetti, conun’ottica cronologica, ma si corre ilrischio di perdere di vista la sua radi-cazione causale nella realtà ontologi-ca. Qual è il motore della straordinariaenergia vitale, culturale, morale di unPapa che ha esteso “in tutto il mondo”(Mc.16,15) la tensione missionariadella Chiesa; che si è inoltrato, maicome prima, nel cammino dell’ unitàdei cristiani e dell’ unione tra le diver-se fedi religiose in vista di un’ umaniz-zazione della terra; che ha disegnato,con spirito adeguato alla modernitàdei tempi, una civiltà antropocentricavolta alla trascendenza come radicalealternativa al soffocante e disumanoimmanentismo economico-materiali-stico, foriero di guerra, sfruttamento,emarginazione? La risposta è unica:l’uomo interiore, spirituale perchéaperto allo Spirito di Dio che sublimatutte le facoltà e potenze umane. E’nell’interiorità spirituale che si realizzail paolino non sono più io che vivo, maCristo vive in me (Gal. 2, 20). La pre-senza di Cristo, avvertita e sperimen-tata nell’ uomo interiore, comporta ilvivere interiormente alla presenza diCristo: è la preghiera contemplativa.Giovanni Paolo II è, innanzitutto esoprattutto, un uomo di preghiera chevive di preghiera, contemplandol’Uomo-Dio che comunica il suo esse-re Parola nella preghiera. Qui è ilsegreto, meglio il mistero di un’ operache segna la storia dell’ uomo con-temporaneo, ricevendo un riconosci-mento unanime ed universale che nonha riscontri. Se, nell’ interpretare que-sta opera, si prescindesse dalla suafontalità orante, dalla sua causalitàcontemplante, fatalmente si finirebbecon l’ impaludarsi nelle equivoche e

anguste categorie storico-sociologicheche non penetrano nel cuore delmistero.Dunque, si può capire pienamentequesto Papa solo partendo dal suoessere preghiera. Facendo vivereCristo nell’uomo interiore e l’ uomointeriore alla presenza di Cristo, la pre-ghiera diviene il modo e il luogo dell’incessante contatto e dialogo tra l’anima e Dio, della continua comunica-zione dell’ amore umano-divino. L’ esi-stenza, così, assume l’andamento diuna perenne liturgia, di un’eucaristiaadorante in cui si consuma l’ offertasacrificale di tutto di se stesso. Allora,si può comprendere il ministero pasto-rale di un Papa che si è fatto tutto atutti, che si è fatto incontro a ciascu-no, che si è fatto parola capace dimuovere e commuovere il cuore e lacoscienza di ogni uomo, credente enon credente, di ogni razza e latitudi-ne. Questa sorta di globalizzazionedell’ascolto e dell’accoglienza, in tempidi divisioni e particolarismi egoistici,rappresenta la più convincente formadi testimonianza dell’ unità ecclesialedel genere umano che, sollevata efecondata dall’amore sacrificale, sfocianella solidarietà che si dona. La visibi-lità del sacrificio, nell’evidenza dellasofferenza, tocca la più profonda veri-tà dell’ uomo che si fa prossimo all’al-tro uomo solo nell’amore che si donatotalmente, perché l’amore è la primae ultima Parola della storia, alla cuiluce l’uomo è più uomo, in grado diumanizzare ogni realtà.Se, quindi, l’ interiorità spirituale è ilprincipale criterio interpretativo dellastoria di Giovanni Paolo II, e se l’inte-riorità spirituale, nella sua essenza, èuna configurazione a Cristo che si con-templa e alla cui presenza si vive,resta da precisare quale accentuazio-ne cristologica risalta nella spiritualitàdel Papa e che investe e imbeve la suaopera. Pensiamo che si possa indivi-duare nel Cristo, “Redemptor homi-nis”.La redenzione sottolinea l’aspettoespiatorio e riconciliatore dell’ operasalvifica di Cristo. L’ antropologia spiri-tuale di Giovanni Paolo II si diparte daun acuto e drammatico senso dellasottomissione dell’uomo e del suo

progresso “alla caducità”, dall’espe-rienza delle “ferite più dolorose del-l’esistenza terrena dell’uomo, chegenerano nell’ uomo inquietudine epaura”. E’ in questo abisso di iniquitàe di morte che si immerge la redenzio-ne, “tremendo mistero dell’ amore”.“Cristo si unisce” all’uomo, abbrac-ciandolo sulla Croce nella morte perinnalzarlo alla vita che non muore.L’incrollabile fiducia nell’uomo di unDio, “dives in misericordia”, associal’uomo alla redenzione del suo Figlio.La Croce, dove Cristo ha incontratol’uomo nella morte, diviene per ogniuomo l’unico luogo per incontrareCristo nella vita. La sofferenza è gra-zia per eccellenza, essa è vangelo digrazia. In Giovanni Paolo II, l’uomointeriore è talmente con- crocifisso damanifestarsi in una corporeità pietrifi-cata dalla sofferenza. La con-crocifis-sione è, però, alleviata e allietata dall’ammirabile dolcezza e delicatezza diuna Madre. La “Redemptoris Mater”, Madre dellaMisericordia, possiede una “particola-re attitudine a raggiungere tutti colo-ro” che hanno bisogno dell’ amoremisericordioso di Dio, cioè tutti gliuomini. Infatti, “l’uomo non può vive-re senza amore”.Da questa interiorità adorante e con-

templante il mistero dell’ amore mise-ricordioso che si offre in un sacrificioche coinvolge l’uomo, capace di redi-mersi e di riconciliarsi con Dio e con sestesso, sgorga impetuosa l’ azionemissionaria. “Gesù Cristo è la via prin-cipale della Chiesa, e su questa viasulla quale Cristo si unisce ad ogniuomo, la Chiesa non può essere fer-mata da nessuno”. Sgorga impetuosal’esigenza, l’urgenza di incontrare cia-scun uomo della terra, partecipe delmistero della redenzione, per cammi-nare insieme nel faticoso processo diumanizzare sempre di più la vitaumana, facendo rifulgere “lo splendo-re della verità e sconfiggendo il male”.L’urgenza della carità missionaria chespinge prepotentemente GiovanniPaolo II in ogni angolo del mondo, tes-sendo un’imponente rete di rapportiinterpersonali senza precedenti, non sispiega semplicemente con ecceziona-li doti di comunicazione, ma si originada una vita interiore di straordinariaintensità. Giovanni Paolo II dimostrache l’azione cresce di intensità, quan-to più è intensa la contemplazionenella vita spirituale.La “nuova evangelizzazione”, immanemissione della Chiesa contempora-nea, sarà fruttuosa nella misura in cuigerminerà dal sacrificio del corpo e del

sangue di Cristo – “Ecclesia deEucharistia” – e nella misura in cui cia-scun membro della Chiesa rimarrànell’ “intimo di Dio”. La santità è il solocriterio di efficacia dell’azione missio-naria: ecco la grande lezione che, inqualche modo, riassume il senso spi-rituale dell’andare peregrinante diGiovanni Paolo II.L’ uomo redento da Cristo non è l’uo-mo astratto, ma l’uomo storico, impli-cato nelle vicende terrene del propriotempo e inserito nelle formazioni eistituzioni della vita sociale. La reden-zione non riguarda solo il bene eterno,ma pure quello temporale, proprioperché, incarnandosi, il Verbo eternoassume tutto l’uomo nella sua dimen-sione storico-temporale, redimendoloin tutte le realtà della sua esistenza.La spiritualità della redenzione infor-ma, così, il magistero e il ministerosociale del Papa, in una “sollicitudo reisocialis” che affronta, senza esclusio-ni o reticenze, tutte le grandi questio-ni politiche, economiche, sociali, sca-vando fino al loro cuore e offrendosoluzioni definitive, basate sui duegrandi pilastri della giustizia e dellacarità. La dialettica, che anima la dot-trina e l’intervento sociali di GiovanniPaolo II, è propria della spiritualitàdella redenzione: lo smascheramentoe la denuncia del male che si insinuanei sistemi economici e nelle strutturesociopolitiche e la loro liberazioneredentrice, centrata sull’ affermazionedel primato assoluto dell’uomo, dellasua vita e dignità, e dei valori dellapersona.Giovanni Paolo II ha scritto dell’uomo:“La sua vita è priva di senso, se nongli viene rivelato l’amore, se non s’in-contra con l’amore, se non lo speri-menta e non lo fa proprio, se non vipartecipa vivamente”. Giovanni PaoloII ha rivelato l’ amore a ciascun uomodella terra, ha fatto incontrare ciascunuomo della terra con l’ amore, glieloha fatto sperimentare, glielo ha fattopossedere, rendendolo vivamentepartecipe di esso. Non è questo ungiudizio dettato dalla commozione perl’annuncio della beatificazione. E’ ilbilancio di un pontificato attestato esigillato dal consenso universale ditutte le genti.

Giovanni Paolo II e il primato della spiritualità

24 gennaio festa di San Francesco di Sales

GraziellaTesta

MicheleZappella

cerimonia di beatificazione il 1° maggio 2011

Il patrono dei giornalisti

722 gennaio 2011Il PonteIl Ponte

Prima di iniziare questonuovo anno, vorrei for-

mulare a tutti voi lettori gliauguri di un anno sereno,sperando che la rubrica nonsia diventata per voi unanoia, ma possa fornire un

contributo a conoscere meglio non tantogli aspetti giuridici del matrimonio, cheper molti di voi non saranno certo essen-ziali per vivere meglio, quanto i risvoltiquotidiani che la vita matrimoniale pre-senta.Negli ultimi articoli, abbiamo parlato dellepromesse matrimoniali e dei doni scam-biati fra gli sposi nella prospettiva dellefuture nozze.Mi è capitato proprio in questi giorni disentir parlare delle diverse tradizioni esimbologie che caratterizzano le regioniitaliane. In particolare, mi hanno colpitodue episodi.Il primo è stato quello di una donna che,prima di sposarsi, ha avuto due o trefidanzati, dai quali ha ricevuto il cosiddet-to anello di fidanzamento. Nei primi duecasi non sono poi seguite le nozze. Si dis-cuteva sulla necessità di restituire o menol’anello, dopo la rottura. Ma a parte quelleche possono essere le usanze del luogo,che non hanno rilevanza giuridica se incontrasto con la previsione di legge, il

nostro diritto non prevede un obbligo direstituzione dei doni, ma solo la possi-bilità per chi li ha fatti, di chiederne larestituzione.In ogni caso questa richiesta non puòavvenire oltre un anno dal giorno fissatoper le nozze o dalla morte di uno dei duefuturi sposi. La ragione di un termine cosìbreve sta nel fatto che tutti i rapportifamiliari hanno bisogno di definirsi nel piùbreve tempo possibile, senza lasciarenulla di sospeso nel tempo. Anche perchénulla vieta a chi ha rotto un fidanzamen-to di sposarsi con un altro e quest’ultimo

non deve essere esposto ad azioni dirivalsa da parte di un ex pretendente delconiuge.Ma ancor più mi ha colpito l’abitudine diconsiderare la promessa di matrimonio,con tutte le feste, i parenti e lo scambio didoni, come un qualcosa di ormai irre-versibile, per cui è quasi vietato qualsiasiripensamento. è proprio tutta questapubblicità a rendere vincolante la promes-sa, anzi tanta più è la gente coinvolta,tanto maggiore sarà il legame tra gli sposie le famiglie. Dalle nostre parti ancor oggi il fidanza-

mento ufficiale richiede addirittura che ilfuturo sposo vada a casa della sposa achiedere la mano della sposa e che nellasettimana successiva vi sia lo scambio dianelli tra i futuri coniugi e la visita dellefamiglie di provenienza.Tutto questo apparato, ovviamente,doveva trovare una previsione di leggenel nostro codice, soprattutto perchéemanato nel 1942, quando questetradizioni erano ancor più diffuse e, quin-di, dovevano essere in qualche modoregolate.Peraltro il nostro codice civile se da unaparte ha previsto la possibilità di chiederela restituzione di questi doni, tuttavia haanche stabilito che “La promessa dimatrimonio non obbliga a contrarlo né adeseguire ciò che si fosse convenuto per ilcaso di non adempimento”. Il motivo diquesta disciplina sta nel fatto che il matri-monio è per il nostro diritto un istituto cosìimportante, perché segna la nascita delnucleo della nostra società, la famiglia,che la volontà di sposarsi o meno non puòessere oggetto di costrizione in nessunmomento e per nessuna ragione.Soprattutto quando il matrimonio era,fino alla riforma del diritto di famiglia del1975, indissolubile, cioè un vincolo chedurava per tutta la vita, come per il dirit-to canonico, con riflessi importanti nella

vita degli sposi e delle loro famiglie, obbli-gare uno dei due sposi a dire il fatidico “sì”significava vincolarli per la vita, senzatenere più conto degli eventuali ripensa-menti.Invece la volontà di sposarsi deve esserelibera e piena fino al momento dellenozze, senza vincoli e con la possibilità dicambiare idea fino all’ultimo. Meglio noncreare un vincolo non voluto piuttosto chedoverlo sciogliere, con tutte le con-seguenze che comporta.Ecco perché non è possibile concludere unpreliminare di matrimonio: se infatti sot-toscrivendo il preliminare (cosiddettocompromesso) si può essere costretti aconcludere il contratto definitivo, consen-tire tale preliminare vorrebbe dire costrin-gere a sposarsi i due firmatari, cosa che ècontro il nostro diritto.è lo stesso spirito che ha ispirato il leg-islatore quando ha vietato il preliminaredi donazione, perché la volontà di donareun bene deve essere piena e libera finoalla conclusione del contratto.Figurarsi quando si tratta non di donareun oggetto, ma la propria vita: un similedivieto è la tutela minima che il legislatorepoteva dare alla libertà dei futuri sposi.

*dottore in diritto canonico

La rubrica - La famiglia nel diritto a cura di Enrico Maria Tecce*

La svolta che fa uscire Gesù dal suoambito “privato” alla predicazione

pubblica, è stato l’arresto di Giovanniil Precursore. Ma questo non vienepresentato come un caso o un fattopuramente di cronaca. Infatti neltesto greco il verbo che noi traducia-mo “era stato imprigionato”, va lettocome “era stato consegnato” chesembra suggerire un interventodall’Alto. In tal senso Matteo dirà nelracconto della passione di Gesù che ilFiglio dell’uomo sta per “essere con-segnato” (dal Padre) ai nemici. èun’affermazione di grande densitàteologica che manifesta l’interventodi Dio in queste situazioni fondamen-tali per la realizzazione del suo Regnodi salvezza.In un certo modo nel destino diGiovanni, fatto arrestare da Erode econsegnato al suo arbitrio e alla suacrudeltà, si vuole far intravedere lafine stessa di Gesù: anch’egli viene“consegnato” nelle mani degli uomi-ni, alla loro cattiveria e alla loro cru-deltà.E così sull’inizio dell’attività di Gesù si

stendono già le ombre della sua fine.La sua opera fin dai primi passi èsotto il segno della croce.L’attività missionaria di Gesù ha inizionelle zone periferiche d’Israele, nella«Galilea delle genti», in cui abitanoanche i pagani e che è circondata daterritori pagani. La sua opera è rivol-ta al popolo d’Israele, ma qui s’irradiaanche sui pagani e viene conosciutada essi, come si dirà in seguito. Ciòche è stato annunciato dalla venutadei magi e ciò che sarà proclamatonella missione finale degli Apostoli atutti i popoli, si manifesta anche neiluoghi principali della sua attività: “Ilpaese di Zabulon e il paese di Nèftali,sulla via del mare, al di là delGiordano, Galilea delle genti; il popo-lo immerso nelle tenebre ha vistouna grande luce; su quelli che dimo-ravano in terra e ombra di morte unaluce si è levata”. Come per il ProfetaIsaia, qui citato, anche perl’Evangelista Matteo Gesù Cristo è laluce, anche per i pagani.Per noi uomini, nonostante tutte lenostre conoscenze, il fine e il sensodella vita sono impenetrabili e oscuri.Con il suo messaggio su Dio, Gesùporta la luce e dischiude la pienezzadi vita.Nelle sue prime parole “Convertitevi,perché il regno dei cieli è vicino” èriassunto l’intero messaggio di Gesù.Sin dall’inizio la sua predicazione èdominata da questi due temi princi-pali: egli chiarisce che cosa possiamoaspettarci dal regno di Dio (o “deicieli” come usa dire Matteo) e nello

stesso tempo espone quali sono leforme della vera conversione.La conversione è resa possibile solodal gratuito volgersi di Dio all’uomo;giustamente però l’appello alla con-versione è messo all’inizio, perché lanostra risposta a Dio è assolutamen-te necessaria. L’agire di Dio è sicuro;per questo Gesù insiste tanto sullanecessità della conversione.Nel testo di Matteo, che la liturgia dioggi ci offre, viene inoltre sottolinea-to che della missione di Gesù fa parteessenziale la “chiamata” accanto a sédi alcuni uomini che lo accompagni-no stabilmente, stabiliscano con luiuna comunione di vita e possano fareesperienza non solo di una parte, madell’intera sua opera.Gesù non agisce a caso né fa dipen-dere la sua azione da incontri occa-sionali e passeggeri; si circonda diuna “comunità” di discepoli. L’appello“Convertitevi!” è ripreso e chiaritodall’appello “Seguitemi”. La conver-sione viene vissuta nel seguire Gesù.Chi lo segue ha fiducia in lui, perchéegli conosce il fine e sa qual è il suocammino. Chi lo segue si lega a lui ene diviene discepolo. Seguendo luicome discepoli si viene introdotti nelmessaggio sul regno dei cieli e nellavera conversione come giusta rispo-sta ad esso.Coloro che seguono Gesù esconodalle loro precedenti condizioni di vitae si legano a lui. Questo legame nonintende però distaccarli dagli altriuomini, ma, in un certo qual modo,deve prepararli a un nuovo compitopresso di essi. Gesù li chiama al suoseguito e nello stesso tempo manife-

sta loro la sua intenzione: “Vi faròpescatori di uomini”. Così attraversola comunione di vita con lui, Gesùprepara i suoi Apostoli a continuare,come suoi inviati, la sua missione disalvezza.Intorno a questi elementi è fondatala missione di ogni discepolo diCristo. Ogni comunità cristiana, la

Chiesa tutta intera, ha in questa ini-ziale attività di Gesù i parametri dellasua missione.Per essere “pescatori di uomini”, peroffrire loro la “buona novella” delRegno di Dio, c’è bisogno di “seguire”profondamente Cristo in un cammi-no continuo di conversione.

Seguendo gesù come discepoli, si viene introdotti nel messaggio sul regno dei cieli e nella vera conversione come giusta risposta ad esso

La liturgia della Parola: III Domenica del Tempo Ordinario

Vangelo secondo Matteo 4,12-23

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea,lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territoriodi Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzodel profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltreil Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide unagrande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce èsorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché ilregno dei cieli è vicino».Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide duefratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le retiin mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi faròpescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andandooltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratel-lo, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e lichiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Gesùpercorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando ilvangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nelpopolo.

Con la “consegna” del Precursoreha inizio, secondo la volontà del Padre,

la tua missione pubblica, che porterà alla tua totale consegnacon la morte di croce, o Cristo Gesù,

per amore di tutti gli uomini.Dalla Galilea a Gerusalemme,

ci vuoi, nei primi apostoli pescatori,compagni del tuo camminoper annunciare al mondo

la buona novella del tuo regnodi riconciliazione e di vera pace.

La tua chiamata, o Gesù maestro,esige una conversione radicale;

ci dici di lasciare le reti dell’umana fatica,per affidarci la “pesca” degli uomini

che vivono in questo mare in tempesta.Fa', che mai le tue richieste

possano trovare in noi pigrizie e paure.E come a Pietro e Andrea,

Giacomo e Giovanni,aiutaci a dire il nostro “sì”,

nella povertà di spirito assolutae nella totale “consegna” al Padre e ai fratelli.

Amen, alleluia!

nella tua missione

p. Mario Giovanni Botta

Vangelo

8 22 gennaio 2011 Il PonteIl Ponte

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UN FARMACO ED UN VACCINO CONTRO LA DROGA

MEDICINA E SALUTE a cura di Gianpaolo Palumbo

Da anni in campotossicologico ed in

particolare per il tratta-mento della dipendenzanon c’era praticamentenulla all’orizzonte. Il

metadone fu introdotto per liberare itossicodipendenti dall’eroina ed inve-ce stava creando la replica dellavicenda dell’eroina che era stata“inventata” per disintossicare i mor-finomani. Dopo la rovina che il meta-done aveva creato con una dipen-denza che si andava ad instaurare sudi una preesistente, si era tentata lastrada con un antipertensivo: la clo-nidina , utilizzata nello “svezzamen-to” per combattere la dipendenzafisica. Non essendo un oppiaceo nondà il piacere ma una cosa era ed ècerto: si evitano le crisi di astinenza.Si è utilizzata la strada dei farmaciantagonisti (Naltrexone e Naxolone)capaci di occupare i recettori nervosianche per 24 ore. Solo il Narcan(Naloxone) ha rappresentato la tro-vata magica e che costituiva e costi-tuisce il principio eccezionale controle depressioni respiratorie causateda sovradosaggio di eroina(overdose). Dal 2007 a questa parte c’è stato ungrosso impegno da parte dei ricerca-tori di tutto il mondo per fronteggia-re la problematica della tossicodi-pendenza. Per primo è stato messo

a punto un nuovo farmaco antidrogaed all’inizio del 2011 è arrivato il vac-cino che sconfigge la dipendenza daeroina.Il farmaco “antidroga” è una combi-nazione di buprenorfina e naxoloneed affianca di fatto il metadone nelcurare la dipendenza. E’ in pillole algusto di limone che si sciolgono sottola lingua. In Italia in nome commer-ciale è “Suboxone” costituito da duemolecole:buprenorfina e naxolone.L’indicazione ministeriale è per iltrattamento sostitutivo nella dipen-denza da oppioidi nell’ambito di untrattamento medico-sociale e psico-logico.Negli annuari italiani la buprenorfinaè già presente sotto il nomeTemgesic e nella preparazione tran-sdemica (transec), con una potenzadi azione fino a 50 volte più dellamorfina. Viene estratta dalla tebainache rappresenta l’alcaloide più tossi-co dell’oppio derivato dal Papaversomniferum e, come tutti i compostimorfinici, entra in azione oltrepas-sando la barriera emato-encefalica.Dopo il Suboxone è arrivato il vacci-no a base di “adenovirus” che scon-figge letteralmente la dipendenza dacocaina. A sintetizzarlo sono stati gliscienziati della Cornell University diIthaca negli Stati Uniti guidati dalProf. Kim Janda. Essi sono riusciti aprodurlo ed a dimostrarlo capace di

spogliare la droga dai suoi effetti.Sulla rivista che ha pubblicato l’arti-colo (Molecular Therapy) si legge chei ricercatori hanno somministrato ilvaccino ad un gruppo di topi di 13settimane. Il vaccino utilizzato erastato assemblato con antigene dellacocaina e dall’adenovirus. Per inten-derci l’adenovirus è quel virus che

nell’uomo provoca il raffreddore. Alloscadere di tre mesi i ricercatorihanno somministrato agli stessi topiingenti quantità di cocaina rispettoad un gruppo di controllo. Inutile direche i topi trattati con il vaccino, sisono comportati senza che la droganon avesse prodotto loro alcuneffetto.

Rispetto a questi successi per cosìdire terapeutici ci sono altri successilegato all’utilizzo di farmaci o droghe.E’ il caso dell’uso della morfina perbloccare la crescita dei tumori. SulGiornale Americano di Patologia èstato pubblicato uno studio che sot-tolinea la capacità della morfina dibloccare la crescita dei vasi sangui-gni che “nutrono” il cancro, impe-dendone di fatto la progressione.Gli studiosi dell’Università diMinneapolis del Minnesota hannoutilizzato per il loro studio un model-lo animale per dimostrare quantofosse importante la morfina nellaangiogenesi.Alcuni topolini di laboratorio, affettida carcinoma polmonare hanno rice-vuto una grossa dose di morfina inmaniera continuativa e gli studiosihanno dimostrato una importantediminuzione della angiogenesi tumo-rale.Altro successo contro i tumori civiene dall’aspirina che nella quantitàgiusta “leva il medico di torno”. Unostudio inglese ha riesaminato ben50.000 pazienti e si è visto che colo-ro i quali hanno meno probabilità disviluppare il cancro rispetto a quellidi controllo.

La scorsa settimana abbiamo pubblicato una lettera firmata nella quale venivadescritta una vicenda di presunta malasanità. In redazione è giunta una rispostadel Commissario ASL, ingegner Sergio Florio, che pubblichiamo, di seguito, integral-mente. Devo sottolineare che, a mio avviso, non esiste una “sanità perfetta” mauna sanità che funziona nel migliore dei modi; e questo rappresenta l’obiettivo daconseguire cominciando dall’eliminare le disfunzioni segnalate. Instaurare un civiledialogo tra gli utenti e chi amministra rappresenta un passo fondamentale da com-piere per migliorare un Servizio di primaria importanza quale l’assistenza sanitaria.Ringrazio a nome della redazione il commissario Sergio Florio per la disponibilità ela cortesia.

Mario Barbarisi

Gent.mo Direttore,ha perfettamente ragione: questa non è lasanità in Irpinia, non può essere la sanità inIrpinia. Senza punti esclamativi, porgo le miescuse all’utente, troppo paziente, per malgar-bo e successivo indirizzamento alle prestazio-ni specialistiche dell’Azienda Ospedaliera.Non vi sono scuse per chi è sgarbato, partico-larmente se sisoffre: e non vale come giustificazione, ciòanche se il burn-out è la prima motivazione disofferenza per i medici nella loro attività e glistessi medici rappresentano, in categoria, per recente indagine il terzogruppo, per ansia e depressione. Ciò non esime dal comportamento tenuto anche se può essere motivazio-ne originante lo stesso.Per quanto attiene il tempo d’attesa in codice verde, purtroppo questa ècondizione che si rivela essere norma: il fratello dello scrivente corretta-mente è stato “sorpassato” da chi era più urgente di lui.Il P.S. dell’A.O. è moderno ed efficiente: la tecnologia a supporto, avanza-ta ed affidabile, e questi sono i pre-requisiti indispensabili per riporre fidu-cia nella struttura cui ci si rivolge.Con simpatia per il suo costante “watching” sul pianeta sanità,molte cordialità.

Il Commissario StraordinarioIng. Sergio Florio

922 gennaio 2011Il PonteIl Ponte

Non poche sono le famiglie che si dividono o si contrastano vicende-volmente a causa di beni ereditati; sempre più rare sono quelle che

riescono di comune accordo, senza il ricorso ad avvocati, a trovare le giu-ste soluzioni. Riaffiorano, in nome del danaro, antichi dissapori, compor-tamenti sopiti un tempo, aggressivi ed inattesi nell'oggi, in nome dei benidi cui si presume essere i legittimi fruitori. Nelle controversie ereditariemolto spesso entrano in gioco anche familiari dei diretti eredi, che favo-riscono e implementano atteggiamenti di odio e rancore tra fratelli e

sorelle ,madri e figli o viceversa: il danaro o il possesso di un bene hanno il sopravvento sullarazionalità e sull'affettività. A tal proposito così si esprime uno dei tanti protagonisti di que-ste amare storie familiari: ”con i miei fratelli e sorelle ho vissuto una bella storia di affettivi-

tà familiare, improntata alla reciproca solidarietà e complicità, i cui ricordi sono fissati persempre nella mia memoria affettiva e nella mia storia familiare. Tutto è mutato all'indoma-ni della morte di nostro padre, che nel testamento olografo mi ha destinato più beni rispet-to ai miei fratelli e sorelle, che hanno impugnato immediatamente il testamento, interrom-pendo qualsiasi forma di rapporto,come se io avessi influenzato in qualche modo mio padrenelle sue decisioni testamentarie. Tale situazione determina un disagio esistenziale genera-lizzato, causando risvolti negativi ad ogni livello delle mie relazioni sociali. Come uscirne?”Gentile lettore avverto impellente la sua voglia di chiarezza rispetto ai suoi coeredi ma atten-zione a non voler precorrere i tempi. Lasci che il tempo le permetta di elaborare intimamen-te ciò che è accaduto. Se la sua coscienza è tranquilla rispetto alla scelte testamentarie delsuo genitore, non abbia fretta di chiarire, lasci fare al tempo. Non si incattivisca, perchèrischia di essere coinvolto in una spirale legale ed umana che non le appartiene. Quando itempi lo richiederanno, lei si comporterà come il suo cuore e la sua ragione le dettano. Inquesto momento è importante che LEI SI AUTOSTIMI, anche se i suoi affetti più prossimihanno tentato e tentano di metterla in crisi. Un UOMO PULITO e SERENO CON SE STESSONON HA NULLA DA TEMERE O DOVER CHIARIRE: se le sono richieste spiegazioni, garbata-mente le fornisca, altrimenti continui a vivere serenamente la sua vita, curando ancor più isuoi affetti più sani. Ciascuno di noi nel proprio quotidiano vivere in ogni atto relazionale hail dovere di coniugare sempre AMORE e GIUSTIZIA, COMPRENSIONE e GIUSTIZIA, SOLI-DARIETA' e GIUSTIZIA. Auguri

Beni ereditati e rapporti familiari

L' Angolo del consulente familiareA CURA DI PAOLO MATARAZZO

Il 7 dicembre 1990Giovanni Paolo II firmò

l’enciclica RedemptorisMissio circa la validità delmandato missionario e dopovent’anni da questo eventonon possiamo restare indif-ferenti. Il Papa GiovanniPaolo II durante la visitapastorale alle diocesi diNapoli, Pozzuoli, Pagani e

Aversa, il 13 novembre di quell’anno, giunse esi fermò a Ducenta per circa un’ora. Pregò alungo sulla tomba del P. Manna improvvisandoun discorso sul 25° anniversario dell’enciclica“Ad Gentes” di Paolo VI e poi si affacciò al bal-cone centrale del Seminario Sacro Cuore perbenedire la folla che era accorsa per vedere eapplaudire il Papa. Come dicevamo all’iniziosono trascorsi vent’anni e guardando le crona-che giornaliere si ha la netta sensazione che lagente si stia allontanando dalla Chiesa per i vari

scandali o presunti tali. In questa enciclica tro-viamo le risposte più appropriate. Nel frattem-po il Padre Manna è salito agli onori degli altariil 4 novembre del 2001 (quest’anno celebrere-mo il decennale), un Beato tutto avellinese,nato nello stretto della piazza, come comune-mente veniva chiamata via Nappi; un missio-nario della Chiesa universale, conosciuto intutto il mondo. E’ stato un precursore delConcilio Vaticano II e tutta l’enciclica delPontefice sul mandato missionario respira del-l’opera del Beato avellinese. Nel 1946 scriveva:“E’ un grave errore, credere che le missionisiano un affare particolare dei missionari, sianointeresse di questo o quell’istituto di missioni.L’evangelizzazione del mondo è supremo dove-re della Chiesa e di noi suoi figli”. NellaRedemptoris Missio al n. 71 troviamo: “Tutti ilaici sono missionari in forza del Battesimo. Lamissione è di tutto il popolo di Dio; la parteci-pazione dei laici all’espansione della fede risultachiara”. Il nostro missionario era convinto che lamissione rinnova la Chiesa, ringiovanisce lafede dando nuovo entusiasmo e nuove motiva-zioni. La fede si rafforza donandola. Scrivevache la nuova evangelizzazione dei popoli cristia-ni trova sostegno nell’impegno per la missioneuniversale. E proprio dalle parole profetiche delbeato Manna che l’enciclica di Giovanni Paolo IItrova l’attualità e uno sprone per un rinnova-mento vitale della Chiesa. E’ una sfida missio-naria di grandi proporzioni, di fronte alla qualesembriamo impreparati. Qualche mese primadi morire nel 1952, Padre Manna lancia il mottoprofetico: “Tutta la Chiesa per tutto ilmondo” e la n. 84 dell’enciclica RedemptorisMissio Giovanni Paolo II scrive: “La parola d’or-dine deve essere questa: Tutte le Chiese per laconversione di tutto il mondo”. E’ la prima voltache un Pontefice, nella storia della Chiesa, fauna citazione di un missionario. Non resta dun-que a noi che, nella memoria del Beato PadreManna, rimboccarci le maniche per lavorare edessere sul serio operai nella vigna del Signore,come si espresse Benedetto XVI nel messaggioall’inizio del suo Pontificato.

SOLIDARIETà SENZA CONFINI

Pasquale de Feo

Il Beato Padre Paolo Manna e la Redemptoris Missio

10 22 gennaio 2011 Il PonteIl Ponte

Presentato il libro suMargherita Bellucci

Andrea Massaro, noto studiosodi storia locale, ha portato

recentemente alla luce, dopoapprofondite ricerche archivisti-che, con una sua pubblicazione, lafigura di una donna, il cui titolo è:“Margherita Bellucci: una donna

del Risorgimento irpino”. Massaro,questa volta, si è cimentato nella

riscoperta di una donna che occupa un postopreminente, in occasione del 150° anniversa-rio dell’Unità d’Italia.La figura di Margherita Bellucci che ha interes-sato Avellino e l’Irpinia occupa un posto di rilie-vo, in quanto per amore e dedizione al propriomarito, affrontò sacrifici e privazioni “di ognigenere”, fino a morire lontana dalla sua casa,dal suo paese e dagli affetti più cari. Ella avevasposato il colonnello Lorenzo de Conciliis, l’eroedelle cinque giornate di Avellino del 1820.“All’epoca dei giorni di forti impegni politici –scrive l’autore – mostrati nelle vicende rivolu-zionarie di alcune donne napoletane, la Bellucciera poco più che una ragazza quindicenne,quando si rimane affascinati dagli ideali nobili

di giustizia e libertà”. Questi ideali, infatti, influi-rono sensibilmente sull’animo di Margherita,ideali che poi matureranno “negli anni a veni-re”, in determinati momenti importanti dellastoria risorgimentale nazionale, che prende-ranno l’avvio proprio dalla capitale dell’Irpinia,“e nasceranno dal profondo del cuore di quel-l’uomo che aveva sposato un quinquennioprima”.Donna Margherita era nata a Napoli il 28 luglio1784. Il matrimonio fu celebrato a Napoli, nelquartiere San Ferdinando, il giorno 22 giugno1815.Massaro, nelle pagine di questo volumetto,descrive a lungo i componenti della famiglia deConciliis.La permanenza in terra irpina di DonnaMargherita sarà di breve durata, in quanto lacoppia rappresentò per la famiglia una grandenovità “che animò notevolmente la vita localedel Borgo e della Collina della Terra, ove altrimembri della famiglia avevano elevati o com-prati antichi palazzi”.Il 5 giugno 1832 Lorenzo de Conciliis e DonnaMargherita Bellucci misero piede nel porto diMarsiglia, un luogo pullulante di esuli italiani,tra i quali Giuseppe Mazzini. Tra i continui pati-menti, le tante sofferenze e le numerose priva-zioni compromisero la sua salute. Ella, infatti,morì a Marsiglia il 29 settembre 1833, dove fusepolta nel locale cimitero. Il dolore del maritofu indicibile.Il maestro Ettore de Conciliis, nella presenta-zione del volume, sottolinea che questa pub-blicazione va letta con attenzione, in quanto èpiena di puntuali documentazioni, di onestàintellettuale non fosse altro per la riconsidera-zione del valore della nobile anima di una ecce-zionale signora della Napoli del’’800.La pubblicazione è arricchita dalla riproduzionedi molti, autentici documenti.La presentazione del volume, curatadall’Università della Terza Età e del TempoLibero, si è tenuta nella sala Penta dellaBiblioteca Provinciale di Avellino. Ne hannodiscusso il dottor Francesco Di Grezia, presi-dente dell’Associazione, il maestro Ettore deConiliis e, infine, l’autore Andrea Massaro.

Alfonsod'Andrea

Presso la sede del Liceo Classico Collettadi Avellino si è svolto il secondo incon-

tro letterario “Garibaldi scrittore”, pro-mosso dalla rivista scientifico-letteraria“Sinestesie” diretta dal Professor CarloSantoli della Università degli Studi diSalerno, a cui seguiranno durante l'interoanno scolastico altri incontri di rilevantespessore letterario. A tenere la conferenza è stato il ProfessorAngelo Cardillo, che ha preso in esamel'opera autobiografica del GARIBALDIcostituita da ben 3000 versi.Presenti anche i Lyons di Avellino nellapersona del Presidente Notaio dott.Edgardo Pesiri, che ha rivolto ai giovanistudenti del classico pensieri di naturaetico sociale improntati alla solidarietà eall'impegno culturale e sociale che lanostra terra richiede, per superare con-

traddizioni sociali che da tempo la attana-gliano e la soggiogano, riducendone lacreatività e le risposte occupazionali e cul-turali per le nuove generazioni. Sempre brillante e pacato il dirigente sco-lastico, dott Moccia, che ha segnalato imotivi ispitatori di questi incontri, comeapertura all'altro, alla sua storia ed al suosviluppo in una sinergia di intenti.La critica negli anni passati è stata moltosevera nei confronti dell'eroe, ritenendoloun inintellettuale, che scriveva in modoilletterato. Il Professor Cardillo lo rivisita ene coglie i pregi, tra i quali un invito allegiovani generazioni a non desistere rispet-to ai motivi ispiratori della Unità d'Italia,motivi che sono, dalla società del tempo,depauperati delle alte motivazioni etiche esociali. Altro pregio della Autobiografia è lostagliarsi superbo e volitivo della figurafemminile-eroina-Anita,che muore a 30anni nelle valli di Comacchio. In essa sonoriportati gli avvenimenti più salienti dellavita patriottica, sentimentale ed umanadell'eroe e di Anita, la cui anima “si invol-ve all'eterno”, dopo il fallito sbarco.Il Poeta G. Pascoli nel 1911, in riferimentoalla vicenda garibaldina così scriveva sullaTribuna: “Suonò dell'anima Anita la cuicifra riempie il mondo”.Il Professor Cardillo nella lettura di alcunibrani dell'Autobiografia è stato magistraleper la valenza evocativa e giornalistica diavvenimenti e stati d'animo, che permet-tono una lettura sempre più chiara e cri-stallina delle motivazioni che hanno datovita alla sofferta ed eroica UNITA'D'ITALIA.L'incontro è stato chiuso dall'intervento delProfessor Santoli che iscrive tale pagina diletteratura risorgimentale nei canoni gior-nalistici della nostra storia nazionale.

Paolo Matarazzo

Sinestesie: Garibaldi scrittore

Un percorso significativo, tra gli ultimi orien-tamenti pastorali dell’ Episcopato italiano

per il decennio 2016-2020, è certamente costi-tuito dalla rilettura dell’impegno educativoall’interno delle relazioni fondamentali della vitaquotidiana: ambito della vita familiare, del lavo-ro, della cittadinanza attiva, dell’impegno socia-le e politico. “In un tempo in cui è forte il fasci-no di concezioni relativistiche e nichilistichedella vita, e la legittimità stessa dell’educazioneè posta in discussione, il primo contributo chepossiamo offrire è quello di testimoniare lanostra fiducia nella vita e nell’uomo, nella suaragione e nella sua capacità di amare”(Benedetto XVI).Quando in una società e in una cultura segna-ta da un relativismo pervasivo e non dirado aggressivo, sembrano venir meno le cer-tezze basilari, i valori e le speranze che dannoun senso alla vita, si diffonde facilmente tra igenitori, come tra gli insegnanti, la tentazionedi rinunciare al proprio compito, e ancor primail rischio di non comprendere più quale sia ilproprio ruolo e la propria missione. Nell’attualesocietà globalizzata, l’educazione deve mirare

all’unità della famiglia umana e al suo svilupponel bene, al fine di promuovere una culturarispettosa delle persone e delle comunità eaperta alla trascendenza come approdo sicuroper generare coraggio e speranza. Una simileeducazione può servire concretamente al pro-cesso d’integrazione planetaria e al rispettodella libertà religiosa, rimessa recentemente edrammaticamente in discussione dopo unaplurisecolare e negativa esperienza.L’esigenza di educare alla cittadinanza attiva eresponsabile si coniuga con l’urgenza di unosviluppo armonioso della personalità di ogniuomo chiamato a vivere non solo con gli altri,ma anche per gli altri. L’impegno sociale e poli-tico dei cattolici non può ignorare la testimo-nianza educativa, continua e competente,insieme alla riscoperta della sobrietà e dellasolidarietà quali criteri di discernimento e diorientamento concreto del nostro agire quoti-diano nel civile e nel sociale per una sollecitaripresa dei livelli produttivi ed occupazionali ingrave affanno a fronte dell’attuale crisi dalledimensioni planetarie.L’emergenza educativa, il deficit di impegnosociale, politico e progettuale dei cattolici nellacostruzione del bene comune, la mancanza diun orientamento spirituale diffuso capace dirivelarsi come connettivo prezioso per affronta-re unitariamente le ragioni profonde della crisiattuale, non hanno evitato la crisi stessa, anzine hanno esasperato e allungato le conseguen-ze negative e i tempi di durata.è doveroso, frattanto, essere consapevoli comecattolici impegnati nel civile e nel sociale, chesono molteplici gli aspetti da considerare evalutare per uscire, con una proposta educati-va valida e credibile, dall’attuale transizione,seconda alcuni deriva, per una effettiva cresci-ta della partecipazione e della democrazialungo un percorso di impegno concreto e disperanza.

Gerardo SalvatoreDirigente Nazionale ACLI

CATTOLICI IMPEGNATI

orientamenti pastorali 2016-2020Iniziativa dell'AssociazioneItaliana Maestri Cattolici

L'Associazione Italiana Maestri Cattolici ( A.I.M.C. ) propone un convegno centrato sulla storiadella scuola e dell'educazione.

La cittadinanza interessata è invitata a partecipare il 28 Gennaio (venerdì) alle ore 17.00, nellasala del palazzo vescovile (2° piano).Il convegno si svolgerà su due tematiche ,la prima riguar-derà lo sviluppodell'istituzione nelle sue implicazioni politiche-sociali ed avrà per titolo:“Elementi di una storia difficile:la scuola italiana dal Risorgimento ad oggi”. Relazionerà ilProfessore Francesco Barra.Per la seconda: “Lo sviluppo delle idee in educazione nell'ambito europeo, dall'ottocento ad oggi”,la relazione sarà tenuta dalla Professoressa Emiliana Mannese. L'A.I.M.C. vuole così, iniziare adare il suo contributo per lo sviluppo della riflessione sul documento di orientamento pastorale peril secondo decennio del 3° millennio “Educare alla vita buona del Vangelo”.Come sappiamo, nel-l'ottocento la storia italiana è stata caratterizzata dal confronto spesso aspro tra l'èlite risorgimen-tale e la chiesa cattolica. Le prime leggi anticlericali mirarono, tra le altre cose, a togliere alla chie-sa il suo primato nel campo educativo. La stessa chiesa oscillava tra conservatorismo e progres-so, tra modelli educativi tesi a perpetuare le divisioni sociali per cui solo ai figli dei nobili e dellaborghesia ricca e consolidata politicamente, la futura classe dirigente, poteva andare unaformazione.alta, stabile, istituzionalizzata, ed atteggiamenti di solo carattere “caritativo” verso le masse deipoveri popolani,ai quali poteva bastare una semplice alfabetizzazione strumentale al fine non alte-rare l'ordine sociale ! I cattolici liberali (Rosmini, Tommaseo, Aporti ecc.) furono i primi a coglierele istanze sociali delle rivoluzioni risorgimentali (una scuola e una pedagogia rivolte a tutto il popo-lo, un'educazione che realizzasse personalità libere e in grado di decidere del proprio progetto divita). Essi accettarono che la costruzione della scuola popolare appartenesse allo stato, ma affer-marono che il medesimo non ne avesse il monopolio e soprattutto dovesse impostare l'azioneeducativa secondo i principi cristiani senza escludere il fatto religioso dai programmi scolastici.Caratteristiche innovative,importanti aveva per la riflessione dei cattolici liberali, tra le altre, la que-stione del metodo didattico, la preparazione dei maestri, le condizioni ambientali delle scuole. Igrandi educatori cristiani dovettero affrontare difficoltà ambientali e sociali notevoli nell'800. Laincipiente rivoluzione industriale, come si sa, portava fenomeni di abbandono delle campagne edi inurbazione con consecutive tensioni tra le classi sociali. Molti bambini, ragazzi, giovani vaga-vano nelle città senza un'occupazione stabile, con famiglie assenti o precarie, dediti ad azioniimmorali o peggio malavitose. La figura di Don Bosco si erge sopra tutto; il suo oratorio,il suometodo preventivo, prima agito e poi riflettuto, si basa sulla risposta ai bisogni di povertà e mise-ria, materiale e spirituale insieme. Una religione non distante e fredda ma pronta ad ascoltare leragioni del cuore, vicina all'esperienza dei giovani; un approccio “amorevole” impostato sull'acco-glienza, il dialogo per convincere al bene con affetto, nella comprensione e l'incoraggiamento piùche nella severità e punizione; la grande importanza data all'istruzione per far incontrare il mondodel lavoro, con le sue specializzazioni, con il bisogno di lavoro delle giovani generazioni, sono que-sti i fondamenti dell'azione educativa di Don Bosco. Come si vede, gli argomenti accennati, chesaranno sviluppati e ampliati in sede di convegno, sono fondamentali anche oggi: essi vengonodibattuti nel mondo sociale, politico e della scuola e prossimamente l' A.I.M.C. darà un ulteriorecontributo sul tema dell'educazione, dal punto di vista filosofico.

Pellegrino De MarcoPresidente Sez. A.I.M.C. Avellino

1122 gennaio 2011Il PonteIl Ponte

“Sig. Sindaco, ognianno, con l’arri-

vo delle belle giornate,riprende e si perpe-tua senza soluzionedi continuità, finoad autunno inoltra-to, la più violenta emaramalda aggres-

sione alla vivibilità personale diun numero sempre più elevatodi cittadini indifesi. Ovunque,dalle zone rurali, si innalzanogigantesche colonne di fumoprocurate dalla bruciatura diresidui di potature e lavori diagricoltura vari, visibili a chilo-metri di distanza che invadonoper ore tutte le aree circostan-ti compresi i centri abitati, iquali rimangono sommersi dacortine fumogene per ore oaddirittura per intere giornatee la popolazione locale ècostretta a respirare enormiquantitativi di emissioni fumo-se…”. Così inizia la lettera delComitato “Fermiamo gli affumi-catori”, firmata da GerardoPuopolo e rivolta al Sindaco eal Prefetto di Avellino. Ad uncerto punto accade che le per-sone, prendendo consapevo-lezza, non possano far altroche riunirsi ad altre persone esollevare i problemi che glistanno a cuore, che condivido-no. Dall’altro lato, però, unamassa consistente di altre per-sone continuerà a trascurarel’opinione di quei pochi, rite-nendoli fastidiosi intralci. Acosa? Alle cattive abitudini. Sì,perché di questo si tratta, cat-tive abitudini e per cambiareabitudine, si sa, è necessariauna grande motivazione. Sipotrebbe obbiettare che chiaffumica, l’affumicatore di pro-fessione, insomma, non haalternative. Non è vero. E’ pos-sibile praticare la sana abitudi-ne del compostaggio, natural-mente eseguito correttamentecon la necessaria attenzionealle pratiche di smaltimento deirifiuti. Di sicuro non si dovreb-bero inserire nella composta talquali i residui plastici che con-tenevano le sostanze chimichetossiche usate in agricoltura.Questi sono scarti che vannotrattati appositamente per chinon sceglie di praticare l’agri-coltura biologica che eliminafitofarmaci e pesticidi daicampi. Attualmente, come leg-giamo nel comunicato delComitato, “spesso vengonomischiati nei cumuli di residuiagricoli dati alle fiamme ancherifiuti plastici (soprattutto con-tenitori delle sostanze chimicheusate in agricoltura) ed ancheresidui di piante che sono aloro volta fortemente trattatecon materiali chimici tossiciliberando nell'aria esalazioniche diventano pericolosissimeper la salute pubblica”. Per cambiare abitudine, quindi,c’è bisogno innanzitutto che sirenda consapevole l’agricoltoredei rischi che corre lui in primapersona e la sua famiglia, sevive in prossimità dei campi.

Gli effetti delle pratiche scor-rette in agricoltura sono laprima fonte di inquinamentoambientale insieme agli scari-chi industriali, soprattuttorispetto all’inquinamento dellefalde acquifere creato dall’uti-lizzo spropositato di fitofarma-ci, fertilizzanti, diserbanti. Perquanto riguarda la raccoltadelle nocciole i problemi sonomolteplici e relativi anche allepolveri che si sollevano duran-te la raccolta, all’uso dei diser-banti, ai metodi di pulizia dellenocciole. Quindi un altro fronteaperto oltre a quello degli affu-micatori. Ingenuamente potremmo rite-nere che vivere in campagnasia salutare, non quando lapratica di bruciare gli scartiagricoli e il fogliame è così dif-fusa da creare densi aloni dinebbia in piena estate, in tuttala valle del Sabato. Una densanebbia che poi si sposta neicastagneti irpini ed è, in gene-re, l’unico metodo contemplatodall’agricoltore in queste fasi dilavorazione. I pericoli per lanostra salute sono concreti,reali e ben documentati.Innanzitutto i rischi per il con-tadino nelle varie fasi dellalavorazione delle nocciole, neiquali rientrano anche i proble-mi per il rumore delle macchi-ne raccoglitrici causa, per man-canza di protezioni, gravi ipoa-cusie. Ci sono poi i rischi colle-gati al fumo e alle polveri. Lasilice cristallina libera (SiO2) èuna sostanza largamente diffu-sa e sono note le conseguenzedell’inalazione di polveri conte-nenti silice. L’inalazione della

silice libera cristallina può cau-sare silicosi, tubercolosi polmo-nare, malattie respiratorie,cancro polmonare. Degli effettidell’affumicamento abbiamogià detto. Oltre a queste ragio-ni pratiche, del tutto evidenti,Puopolo ricorda che, in realtà,queste cattive abitudini sonoanche sanzionabili penalmente.“I residui da potatura e quellida lavori agricoli e forestali,infatti, compresi quelli derivan-ti dalle attività di potatura emanutenzione del verde, sonooggettivamente e semplice-mente rifiuti speciali in sensostretto e devono seguire lanormativa della disciplina deirifiuti in senso generale…secondo l’art. 184 del T.U.ambientale (D.Lgs n. 152/06)sono rifiuti speciali: a) i rifiutida attività agricole e agro-industriali. La qualifica di rifiu-to è oggettiva e non rimessa avalutazioni soggettive: la suaeliminazione con il fuoco deveconsiderarsi una forma dismaltimento”. Inoltre “a questova aggiunto che, poiché talifalò generano un'emissioneenorme di fumo, idonea a libe-rare nell’aria sostanze pericolo-se e comunque dannose per lasalute pubblica, scatta auto-maticamente anche il reato(perseguibile d’ufficio) di cuiall’articolo 674 del codicepenale (chiunque molesta per-sone provocando emissioni difumo). Si tratta di un reato dipericolo e non di danno: non ènecessario che i cittadini subi-scano un danno diretto tossico-logico o patologico, e dunque alivello fisico, da tali emissioni,

ma basta semplicemente chequel tipo di emissione metta arischio un numero indetermi-nato di persone anche se que-ste persone non hanno pre-sentato una denuncia. Il dannoche la norma richiede è sempli-cemente la molestia alle perso-ne”. Il comitato “Fermiamo gliaffumicatori”, insomma, vaoltre la semplice riflessionepersonale e individuale, oltrel’assunzione di consapevolezzanecessaria e pone la questionenei termini dell’applicazione disanzioni in base a norme giuri-diche. Esorta le istituzioni anon continuare nell’autorizzarecon ordinanze e delibere l’ac-censione di fuochi, ricordandoche non è una pratica consen-

tita e invita le forze dell’ordinea tenere presente il reato dismaltimento illegale di rifiutiagricoli e il reato 674 (chiun-que molesta persone provo-cando emissioni di fumo) e adintervenire di conseguenza,anche non sulla base di denun-ce, ma d’ufficio. L’azione delComitato non si limiterà soltan-to ad Avellino, di sicuro conti-nuerà nella sua opera di sensi-bilizzazione, che ci auguriamoverrà estesa, con la stessa pas-sione civica, anche alle altrequestioni ambientali che dan-neggiano gravemente la salutedi noi cittadini. Buon lavoro!

Rubrica “TERRAVERDECIELOAZZURRO”

Gli affumicatori

VirginianoSpiniello

Comunicato Alto CaloreL’Alto Calore ServiziS.p.a. informa l’uten-za delle province diAvellino e Beneventoche nessun ritoccotariffario sarà appli-cato con decorrenza1° gennaio dell’annoin corso. Infatti il C.diA dell’Azienda, presoatto che tra qualchemese, con l’affida-mento definitivo delservizio idrico daparte dell’ATO 1,

dovranno essere applicate le tariffe stabilitedall’Ente d’Ambito, ha ritenuto opportuno delibera-re di sospendere il passaggio alla nuova tariffazionea consumo effettivo.

12 22 gennaio 2011 Il PonteIl Ponte

Pcome il fosforo che è disciolto inessa, P come pubblica e parteci-

pata possibilità, P come potenzialeprivato di ricerca di trasformazionidei problemi in profitto, P come leperdite dalle condotte in cui essa flui-sce che parlano un linguaggio rumo-roso che solo raffinatissime orecchieascoltano, P come piezometrica chedetta il suo movimento, P comepressione eccessiva che subisce dal-l’uomo, P come preghiera di partico-lare supplica dei popoli a considerarel’acqua un bene di tutti, P come pul-pito per una predica idraulica, spe-rando di essere ascoltato non tantodai fedeli, quanto dai sacerdoti checostruiscono la pubblica opinione eche governano i cittadini, P come lapace che i filetti dell’acqua non sem-pre rettilinei e paralleli, stanno per-dendo durante il loro lento, ma avolte irruento e ciclico scorrere.Nessuna danza della pioggia, nessunrito magico o propiziatorio di antichetribù, nessuna arcadica e bucolicaconvinzione può ridarci le tante voltecitate e memorizzate “chiare, freschee dolci acque” del poeta.Da diritto inalienabile per la vitaumana, l’acqua viene sempre piùvista, nell’economia mondiale, comeuna potenziale fonte di reddito. Con futuri scenari eticamente impre-vedibili, l’acqua cos’è? Un bene pri-mario o economico?In questo mondo teoricamente glo-balizzato, in cui le nazioni dovrebbe-ro avere un progetto comune checonduca la popolazione a condivide-re le ricchezze regalateci dallaNatura, ora più che mai, diventanofonte di conflitti e di litigio anche

quelli che un tempo si consideravanodiritti fondamentali e che ora, conl’accezione di “bisogni”, sono cadutinella sempre più infida legge delmercato. Che l’acqua sia diventata un beneeconomico, fonte di conflitti politici enon solo, come accadeva un tempoper oro e diamanti, lo dimostra lastoria di ogni giorno: le acque delGiordano e il serbatoio del Golan, adesempio, oggetto di diatriba traIsraele e paesi confinanti; o il decen-nale conflitto tra Cina e Tibet che,secondo esperti internazionali,nasconderebbe soprattutto la volon-tà di mantenere il possesso degliimmensi bacini idrici nascosti nel sot-tosuolo tibetano.Si parla di scippi e di furti dell’acquada una Regione all’altra, perché glianalisti finanziari vedono l’acquacome un settore destinato a diventa-re sempre più un’importante fonte direddito. Non è un caso che una

banca svizzera abbia lanciato, qual-che anno fa, un fondo d’investimen-to internazionale basato sull’acquache si prevede, garantirà, nei prossi-mi anni, un rendimento valutabile trail 400 e l’800%.E’ in questo scenario che la privatiz-zazione dell’acqua si muove in silen-zio provocando cambiamenti difficilida valutare a prima vista.Nel novembre del 2009 il governoitaliano ha infatti presupposto la con-cessione della distribuzione idrica asocietà private con l’intenzione diassicurare al cittadino un migliora-mento del servizio.Il decreto, passato con voto di fidu-cia, prevede la messa in opera delprogetto di privatizzazione dell’ac-qua: un business da 5 miliardi di euroe che, da qui a tre anni, secondo lestime del Codacons, potrebbe porta-re a un aumento tariffario del 30%.A tal proposito, l’associazione“Territori e nuove generazioni” di

Avellino ha organizzato, nello scorsomese di maggio, un convegno daltitolo “L’acqua non si vende”, pro-muovendo la campagna referendariae invitando Padre Alex Zanotelli, fon-datore di diversi movimenti solidali emissionario di punta dei combonianidi Verona.A margine di quest’incontro, hoascoltato le parole del Padre combo-niano che da sempre si batte controquesto ipocrita neoliberismo:“Quando il Parlamento ha approvatoil processo di privatizzazione dell’ac-qua per me è stato un vero e propriochoc, racconta Padre Zanotelli,aumentato dal fatto che il decreto èstato approvato con un voto biparti-san. Stiamo parlando di un beneimportante, dagli ampi orizzonti equello attuale è un problema di unagravità estrema. L’acqua non ha enon può avere colore politico; biso-gna essere slegati da qualsiasi ideo-logia quando si tratta un’argomenta-zione delicata come questa e pensa-re solo al bene comune: il fatto chel’Italia sia il primo paese europeo amettere in atto questo processo,aumenta solo la mia preoccupazione.Siamo di fronte a una follia totale:non si può considerarlo un bene dirilevanza economica perché è undiritto dell’uomo e tale deve rimane-re; con questa finta liberalizzazionel’acqua diventa merce”. Ma la disequazione “privato maggio-re o minore del pubblico” non deve,anzi non può, essere ridotta ad unassioma assoluto, ad un mero bilan-cio danni-agevolazioni, ad una sem-plificata analisi benefici-costi. Un vecchio detto, ripetuto dai conta-

dini durante i periodi di siccità, recita:“Da giorni con il ritmo e la forza diuna trivella, incessante, di bocca inbocca, di piazza in piazza, di merca-to in mercato, di Giunta in Giunta èdiventato un fiume in piena, unavera emergenza idrica”. Risolvere la precedente disequazioneequivale a ritrovare il suo valore, aristabilire la sua importanza, perdivenire emergenza tra i popoli.“L’acqua è cosmica!” richiamando ipensieri di Hans Kronberger. Come gli alchimisti medievali, cheerano alla ricerca di un elisir per potertrasformare materie grezze povere divalore in oro, noi, dobbiamo ritrova-re l’idea della nobilizzazione e dellacreazione del valore aggiunto dallesostanze della natura che, invece, siè perduta nei secoli fino alla perver-sione massima che è il valore attri-buito al solo denaro il quale ha asso-luta precedenza rispetto alla conser-vazione della Natura. La scienza parte dal presupposto chel’acqua sia anormale perché ha lasua maggior densità a più 4 gradi enon, come vorrebbe prescrivere lascienza a 0 gradi. Non è l’acqua anormale bensì lenostre formule sono insufficienti perdescrivere il fenomeno acqua, lenostre convinzioni sono esaltazioni dipotenza che tendono ad incatenarlanelle prigioni del dio denaro.L’acqua è fonte di vita: non affoghia-mola in un bicchiere ma lascia-mola libera!

Federico Dell’Orfano

Le "p" dell’Acqua“Laudato sii, o mi Signore, per sora Acqua

èonline il nuovo sito della Facoltàdi Economia della II Università

di Napoli realizzato da Meetwebsubito premiato al 6° eContentAward Italy. Materiale didattico edocenti online sul nuovo portaleaccessibile anche ai portatori dihandicapDidattica e Segreteria online peroffrire un vero supporto agli stu-denti: questi i punti di forza del

nuovo sito della Facoltà di Economia della SUN(www.economia.unina2.it), Seconda Università diNapoli, realizzato dalla web agency Meetweb esubito premiato all’eContent Award Italy 2010 nellacategoria eLearning and Education PER UNA FACOLTA’ MODERNA: Il nuovo porta-le ha consentito alla Facoltà di Economia di Napoli dimantenersi al passo con i tempi, sfruttando le pos-sibilità e l’immediatezza di internet per diverse atti-vità (organizzative e didattiche), rendendole piùaccessibili e facili da gestire per tutti: personaledocente, segreteria amministrativa e studenti. DIDATTICA ONLINE: facile ora per gli studentivisualizzare l’albero dell’offerta didattica, dai Corsi diLaurea ai singoli Insegnamenti e aggiornarsi quoti-dianamente sulle informazioni di loro interesse:orari dei corsi, materiale didattico, assegnazioni aiprofessori, programmi, prove intercorso, date degliesami, appelli, etc.. Tutto è online, consultabileanche da casa senza recarsi necessariamente inFacoltà, direttamente dai minisiti realizzati per ogniInsegnamento e aggiornati quotidianamente dalpersonale dell’università grazie anche ad un siste-ma di Avvisi che consente a segreteria e docenti didiffondere comunicazioni in tempo reale a tutti glistudenti: avvisi istituzionali come l’organizzazione diun convegno, avvisi di facoltà come le date dellesedute di Laurea, avvisi del singolo professore comevariazioni di orari di ricevimento o le date delleprove intercorso.DOCENTI ONLINE: il database dei professori èprogettato in modo da consentire ai professori stes-

si l’accesso alla loro Area Riservata e da qui gestirein prima persona le informazioni sulla propria car-riera e sugli insegnamenti a cui sono assegnati,consentendo l’aggiornamento continuo delle infor-mazioni rivolte ai propri studenti, pubblicando avvi-si e materiale didattico da scaricare. SEGRETERIA ONLINE: Anche tutta la modulisticaè disponibile sul sito web per il download immedia-to. Iscrizioni, bandi di gara, borse di studio, etc..nella sezione Studenti tutti i moduli sono a disposi-zione per essere scaricati e stampati, senza recarsinecessariamente in Facoltà. FACOLTÀ “SENZA BARRIERE”: il nuovo portaleè stato progettato per essere totalmente accessibi-le anche ai portatori di handicap (visivi e uditivi),adeguando il web design alle Disposizioni per favo-rire l’accesso dei soggetti disabili agli strumentiinformatici, detta legge Stanca. “Il sito ha riscosso immediatamente un grande suc-cesso fin dalla sua presentazione ufficiale in Facoltà– dichiara Luigi Chinese, Responsabile Marketing diMeetweb - dopo poco più di un mese dalla suamessa online, abbiamo totalizzato quasi 50.000visite con circa 400.000 pagine viste ed oltre12.500 Visitatori Unici Assoluti.”www.meetweb.it

L’INTERNAUTA - Guida al web

Meetweb realizza il nuovo sito web

della Facoltà di Economia della SUN

VittorioDella Sala

Greenaccord: rinnovata la dirigenza

L’assemblea dell’associazione ha anche nominato GiuseppeRogolino vicepresidente e Roberto Calvigioni, segretario genera-le. Gian Paolo Marchetti presidente onorario. Approvato anche ilcalendario eventi del 2011.Roma, 17 gennaio - Cambio della guardia ai vertici dell’associazione cul-turale Greenaccord. L’assemblea, tenutasi sabato scorso a Roma, hanominato presidente Alfonso Cauteruccio, finora segretario generale. Ilsuo vice sarà il giornalista Giuseppe Rogolino, responsabile comunicazio-ne e promozione di Rainews. Segretario generale è stato invece nomina-to Roberto Calvigioni. già capo sezione della direzione tecnica della RadioVaticana.Nel direttivo dell’associazione entrano anche i giornalisti Angelo Sferrazza, Mauro Banchini, Mario Barbarisi e LuisellaMeozzi.L’attuale presidente Gian Paolo Marchetti lascia quindi dopo due manda-ti quadriennali. A lui vanno le prime parole del neo presidente: “RingrazioGian Paolo Marchetti che mi cede il testimone – ha commentatoCauteruccio – perché se Greenaccord ha raggiunto traguardi ambiziosinel corso di questi anni, molto è dovuto al suo impegno e alla sua capa-cità di gestire al meglio l’associazione, anche in momenti difficili”. Poi, uno sguardo agli obiettivi futuri: “La mia nomina va letta nel segnodella continuità e del consoli-damento della nostra associa-zione. Il mio impegno saràquello di potenziare ciò che èstato già realizzato e di son-dare nuove strade che possa-no dare ulteriore impulso alleattività in favore del Creato.Sono certo che in questo saròsupportato adeguatamentedal nuovo Direttivo, compostoda persone di alto livello, cheriusciranno a elaborare stimo-li e programmi adatti a farmaturare la sensibilità ecolo-gica nel mondo dell’informa-zione, italiana e internazionale”.Oltre al rinnovo degli incarichi,l’assemblea di Greenaccord haanche approvato le attivitàdel nuovo anno. Tre gliappuntamenti più importanti:il 24 febbraio a Roma l’evento “Dammi da bere”, una giornata di studioe riflessione sul tema dell’acqua (dalle 9 alle 18, Sala San Pio X, via dellaConciliazione 5). A giugno, Pistoia ospiterà l’Ottavo Forumdell’Informazione Cattolica per la Salvaguardia del Creato. Infine, a ottobre, oltre 130 giornalisti provenienti da ogni continentesaranno ospiti a Cuneo del IX Forum internazionale dell’Informazioneper la Salvaguardia della Natura, che Greenaccord organizza con l’obiet-tivo di rafforzare la comunicazione sui temi ambientali sui media mon-diali, con un particolare riguardo ai Paesi in via di sviluppo.

1322 gennaio 2011Il PonteIl Ponte

Rendiamo contodell’interessante

convegno tenutosivenerdì scorso pres-so l’Aula Magna delTribunale di Avellino,inaugurando il Pianoformativo degli

avvocati predisposto dal Consigliodell’Ordine per l’anno 2011.Il tema trattato ha percorso le primelinee operative del collegato lavoro,previsto dalla legge n. 183 del 4novembre 2010, entrata in vigoreagli inizi dello scorso mese didicembre.Dopo i saluti e i ringraziamenti per laloro presenza, rivolta sia ai numero-si colleghi che ai relatori, il Presidentedel Consiglio dell’Ordine degli avvo-cati Volino ha dato la parola alresponsabile della Formazione degliavvocati, avv. Pantaleone Fimiani,che ha relazionato sul percorso for-mativo dell’anno appena iniziato,che vedrà lo svolgimento di ben 17eventi, tutti ad altissimo spessoreper le tematiche proposte, nonché dinotevole prestigio per la classeforense per i relatori individuati perogni singolo evento.Per prima ha preso poi la parola

l’avv. Rita Marchitiello, che ha illu-strato la legge 183, in particolare fer-mandosi sui nuovi articoli che hannoinnovato in tema di tentativo di con-ciliazione, ora non più obbligatorio,nonché sui nuovi aspetti dell’istitutodel licenziamento e del reintegro delposto di lavoro in ambito privatistico.Il primo relatore, dott.ssa AntonellaCiriello, valente magistrato del lavo-ro presso il Tribunale del Lavoro diNapoli, nonché componente presso ilC. S. M. del Comitato scientifico, èsubito entrato nel vivo del tema datrattare, esponendo le ragioni dellegislatore per la modifica apportatead alcune norme del diritto del lavo-ro, non senza aver evidenziato il tor-tuoso percorso avuto dalla legge, ini-ziato ad agosto 2008 e conclusosi il19 ottobre scorso, dopo ben setteriletture del testo ed il rinvio alleCamere operato dal Capo dello Statoper alcuni aspetti non condivisi delprovvedimento.Ha illustrato compiutamente, attra-verso l’aiuto di slide, in particolare gliarticoli 30, 31 e 32 della riforma, sof-fermandosi rispettivamente sulleclausole generali e certificazione delcontratto di lavoro, sulla conciliazio-ne e l’arbitrato e sulle decadenze edisposizioni in materia di contratto dilavoro a tempo determinato.In particolare ha rappresentato,all’attento e qualificato uditorio,come il giudice del lavoro si trovi oggilimitato nel suo potere interpretati-vo, essendo il suo compito essenzial-mente di controllo giudiziale sull’ac-certamento del presupposto di legit-timità; ciò probabilmente per evitaresovrapposizioni tra il giudizio di meri-to ed il potere organizzativo esercita-

to dalle imprese.Ha infine ricordato che con la nuovalegge vengono anche modificati gliarticoli del codice di procedura civilein materia di conciliazione ed arbitra-to, soprattutto in relazione al tentati-vo di conciliazione, ora non più obbli-gatorio, ma facoltativo e che, unavolta scelto tale strumento, lo sidebba portare avanti in manieraeffettiva, eventualmente ancheattraverso l’arbitrato.Gli altri relatori, il dott. Cucciniello,funzionario della DirezioneProvinciale del Lavoro di Avellino, el’avv. Sergio Imbimbo, nella suaduplice veste di esperto avvocatolavorista e Presidente dell’I.N.P.S.provinciale, hanno rispettivamentecalcato la mano sul problema delleispezioni il primo e sulle nuove pro-cedure applicative del testo legislati-vo sui lavoratori, il secondo.Il dott. Cucciniello ha illustrato lemodalità operative delle ispezioni suiluoghi di lavoro, rammentando che èobbligatorio rilasciare, al terminedelle medesime, un apposito verba-le di primo accesso ispettivo checontenga l’identificazione dei lavora-tori dipendenti trovati sul posto dilavoro, la specificazione delle attività

compiute dal personale ispettivo, leeventuali dichiarazioni rese dal dato-re di lavoro o dalla persona incarica-ta dal medesimo, presente all’ispe-zione.Qualora siano rinvenute delle irrego-larità, dalle quali dipendano irrora-zione di sanzioni amministrative, siprovvede a diffidare il trasgressore el’eventuale obbligato in solido, invi-tandolo a sanarle entro il termine di30 giorni dalla data di notificazionedel verbale, evitando così sanzioniulteriori di maggior importo ed estin-guendo, di fatto, il procedimentosanzionatorio limitatamente alleinosservanze oggetto di diffida.L’avv. Imbimbo ha invece relaziona-to sugli aspetti pratici del nuovotesto, in particolare per quanto con-cerne il divieto di superamento, peril lavoratore, delle 48 ore della dura-ta media settimanale di lavoro,anche calcolato come media suiperiodi più lunghi, il riposo settima-nale obbligatorio ed il riposo giorna-liero di 11 ore consecutive.Ha ricordato come l’art. 16 prevedaora nuove disposizioni relativamenteai lavoratori part–time nel pubblicoimpiego, con possibilità per leAmministrazioni di trasformare talirapporti in full–time, mentre l’art. 36amplia il raggio di azione in prece-denza previsto dalla legge 238/93,prevedendo la possibilità di utilizzodei fondi relativi anche per misure disostegno al reddito per lavoratoridisoccupati o a rischio di esclusionedal mercato del lavoro.Ha espresso il suo convincimento,infine, che la complessiva valutazio-ne finale del testo di legge sia positi-va, anche in considerazione delle

osservazioni espresse dal Presidentedella Repubblica e dell’avviso comu-ne di adesione delle parti socialiavvenuto nel mese di marzo 2010. Infine ha preso la parola il prof.Giorgio Fontana, ordinario di dirittodel lavoro presso la Facoltà diGiurisprudenza dell’Università deglistudi di Reggio Calabria, ha tracciatoun peculiare quadro sinottico di talenuova problematica, evidenziando-ne sia le carenze ancora strutturaliche la contraddistingue, soprattuttotrasportate sul piano operativo, chele novità interessanti sul tema,soprattutto in tema di arbitrato.Attraverso tale strumento, infatti, simodifica anche la previsione dell’art.412 c.p..c., potendo ora le parti, inqualunque momento del tentativo diconciliazione, affidare la soluzionedella controversia, in via arbitrale,alla stessa commissione di certifica-zione, indicando un termine perl’emanazione del lodo e le normeche la commissione deve applicare;il lodo arbitrale sarà così impugnabi-le solo per vizi procedurali.Il novellato articolo 412 introduceora la possibilità, per le parti, di deci-dere il lodo secondo equità, dando intal modo risalto al rispetto dei dirittiindisponibili dei lavoratori, mentrecon la modifica operata all’art. 411 diconsiderare riuscita la conciliazioneriuscita anche solo relativamente aduna parte della controversia; se laconciliazione non dovesse riuscire, èprevisto che la commissione di con-ciliazione formuli una proposta per lacomposizione bonaria della contro-versia.Infine il nuovo collegato prevede,

all’art. 412 quater, l’introduzione dimodalità di conciliazione ed arbitratoirrituali, non regolamentati solo daicontratti collettivi, ma anche dallalegge e dai contratti individuali certi-ficati.Un ultimo accenno il professorFontana lo ha fatto alla clausolacompromissoria: questa può essereinvocata, ha precisato concludendo ilsuo dotto intervento, solo se sia pre-vista da accordi interconfederali ocontratti collettivi di lavoro stipulatidalle organizzazioni dei datori dilavoro e dei lavoratori comparativa-mente più rappresentative sul pianonazionale; la medesima non puòcomunque essere pattuita e sotto-

scritta prima della conclusione delperiodo di prova e, ove non previsto,prima che siano trascorsi 30 giornidalla stipulazione del contratto dilavoro, né avere ad oggetto le con-troversie relative alla risoluzione delrapporto di lavoro.Naturalmente i lavoratori potrannofarsi assistere, dinanzi alle commis-sioni di certificazione, alternativa-mente sia da legali di loro fiducia cheda rappresentanti delle organizzazio-ni sindacali o professionali cui abbia-no conferito regolare mandato,fermo restando che le commissioniadite dovranno avere caratteristichedi terzietà.

OSSERVATORIO GIURIDICOa cura dell'avv. Ernesto Pastena

Avellino - Palazzo di Giustizia

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14 22 gennaio 2011 Il PonteIl Ponte

Cultura, Arte & SpettacoliDDooppppiioo //SSgguuaarrddoo ii nn CCii tt tt àà

Torniamo sull’argomento trattato la setti-mana scorsa, ponendo l’attenzione sulle

pellicole partecipanti al concorso indetto dallaPro Loco di Avellino che sono state insignite deipremi speciali della critica.Tre le giurie di esperti impegnati nell’attribu-zione degli altrettanti ambiti premi per ilmiglior soggetto, la migliore fotografia e quel-lo della critica giornalistica. Per la fotografia, lagiuria formata da Gelinda Vitale, Sabino Zainoe Antonio Giuditta, ha conferito il premio a

“Terre al margine” di Alessandra Ondeggia diMartina Franca “per le sapienti inquadrature eriprese che riescono a trasmettere il senso diinquietudine e alienazione”. Per il miglior sog-getto, la giuria formata da Pietro Ucci,Elisabetta Pescatore, Rocco Capobianco eAniello Russo, ha conferito il premio a“Carillon” di Emanuele Sana di Almè (BG)perché “il cortometraggio fotografa appieno ilproblema della solitudine senile con la dram-maticità insita in un’esistenza che si va consu-mando tra l’indifferenza della comunità,esclusivamente concentrata sul proprio egoi-smo”. Infine, la giuria composta dalle giorna-liste Stefania Marotti (Il Mattino), EleonoraDavide (Il Ponte), Francesca Festa (Il Corrieredell’Irpinia) e Fabrizia Barbarisi (Ottopagine),ha attribuito il premio a “Bisesto” di GiovanniEsposito di Roma “per la sensibilità e l’atten-zione espressa con tenacia artistica dimostra-ta verso quanti, per condizioni personali osociali tendono all’integrazione in un’ambien-

tazione particolare quale l’Italia degli anni‘50”. Una menzione speciale per “Althea”, realiz-zato dal Centro Servizi Didattico-Educativi diMontefalcione, è stato inoltre conferito dallaCommissione esaminatrice del Festival, per ilparticolare tema dell’integrazione delle diver-se abilità trattato nella pellicola.Dalla scelta fatta dagli esperti operatori del-l’informazione e della comunicazione ingenerale emerge, senza dubbio, un’attenzio-ne particolare verso i temi che cercano il dia-

logo tra generazioni e tra i diversi modi dicomunicare. Giovani senz’altro, i cortome-traggi proposti presentano il mondo com’èoggi, nell’apparentemente ineluttabile degra-do in cui sono immerse le aggregazioniumane; nell’inevitabile confronto con lamalattia e con la vecchiaia; nel tradizionalerapporto tra superstizione e vita reale. Undisagio che si staglia nettamente sullo sfondodi quella che è la famiglia di oggi, una voltapilastro della società, oggi valore in pericolo,come ci ha ricordato giustamente ancheBenedetto XVI in questo inizio d’anno. Nelgiudicare i lavori di questi emergenti produt-tori di messaggi, i critici hanno cercato di leg-gere il loro grido di aiuto, ma anche i sugge-rimenti su come il mondo dovrebbe funziona-re, attribuendo a Bisesto, Terre al margine eCarillon il riconoscimento per aver saputocomunicare queste cose con chiarezza nelcaos che ci circonda.

LE NUOVE PROPOSTE a cura di Eleonora Davide

Il reading con la poetessa siria-na Maran al-Masri, presso la

libreria “L’angolo delle storie”, èstato organizzata dalla “Casadella poesia” di Baronissi; in col-laborazione con: Archivio storico

della CGIL irpina, CentrodonnaAvellino e Quaderni di Cinemasud.

La poetessa siriana Maram Al-Masri rappresen-ta una delle voci più interessanti sulla scenainternazionale del panorama della poesia fem-minile araba. La poesia è il genere più ricerca-to del mondo arabo, un mondo che si pronun-cia in una lingua dal registro lessicale illimitato,incantevole, carico e sonoro. Nata in epocapreislamica come idea caratterizzata da regole,misure e metri codificati e inalterabili, la poesiaaraba ha subito una vera e propria rivoluzionea partire dagli anni Quaranta del Novecento;artigiana di questo sconvolgimento fu una

donna, l’irachena Nazik al-Mala’ika, che perprima ha fatto a pezzi una serie di tabù. Laspezzatura col passato è la cifra che caratteriz-za anche Maram al-Masri. Una sfida da viveresulla pelle della carta. Una sfida che diventa unpassionale gioco di percezioni. Scrive il critico,della pregiata rivista italiana Atelier, GiulianoLadolfi: “I tocchi rapidi, sintetici e densi deicomponimenti di Maram sono l’espressione delmondo della donna, mondo di interiorità e pae-saggi, di flussi interni e reti che agganciano icorpi amati o ancora da amare: un mondo con-creto, spietatamente sincero, crudo e crudele,con grandi aspettative deluse… È una ricerca divita e di parola che vanno di pari passo: comeuna rabdomante, Maram fa vibrare il suo cuorealla ricerca di una pari intensità e tutto il restodiventa superfluo”. L’affascinante poetessa haletto le sue poesie tratte dall’ultimo libro (Tiguardo – Edizioni Multimedia 2009) nella sualingua originale. Sono versi rapidi e taglientiquelli di Maram al-Masri, senza titolo, una sortadi epigrammi con le note lievi ma intense deiprofumi dell’Oriente. Nei suoi versi entranotemi di attualità e temi eterni come le inquietu-dini esistenziali, il sentimento, l’amore e ilcorpo:

Come i Fazzoletti di cartache raccoglie stropicciCome uno abituatoinsensibile al loro doloreli mandia mortenella boccaspalancatadella pattumiera…mi getti fuori dal tuo letto…

Di lei Giuseppe Conte, nella nota introduttivadel libro, ha scritto: “Ho visto una sola voltaMaram Al Masri, e una sola volta l’ho ascoltataleggere le sue poesie. Tanto è bastato per capi-re la qualità del suo lavoro e cogliere in lei unintreccio inscindibile di bellezza e sofferenza,come solo i poeti al mondo sono capaci di sop-

portare”. Al termine del reading Maram al-Masri ha dialogato con il pubblico e ha rispo-sto con tanta sensibilità a domande e curio-sità. Infatti, ha dichiarato l’autrice, rispon-dendo ad una domanda, sull’inizio della suapoesia: “Fu mio fratello, che ancora oggirappresenta un’interessante voce del pano-rama poetico siriano, il primo a insegnarmiqualcosa della poesia”. Maram al-Masri ènata nel 1962 a Lattakia (Siria), sulle rive delMediterraneo, ad appena venti miglia mari-ne dall’isola di Cipro. Vive a Parigi dal 1982.Dopo un primo libro pubblicato nel 1984 aDamasco dal titolo “Ti minaccio con unacolomba bianca”, presso la casa editrice delMinistero dell’Educazione, ritorna alla poesiacon “Ciliegia rossa su piastrelle bianche”,pubblicato a Tunisi nel 1997. Nel marzo1998 le è stato attribuito il premio del Forumculturale libanese in Francia. I suoi libri sonostati tradotti in spagnolo, in francese e ininglese (Gran Bretagna e Stati Uniti). Il suoterzo libro “Ti guardo”, pubblicato originaria-mente a Beirut nel 2000 (e poi in Francia ein Spagna) è stato pubblicato nell’agosto del2009 da Multimedia Edizioni. La voce diMaram al-Masri riesce a parlare al mondo,con una forza straordinaria che lancia sfide.è un lampo che illumina le ombre, un semeche plasma la vuota materia delle cose.

Scrive di lei il grande poeta Adonis: “Due cosemi attraggono nella scrittura di Maram al-Masri.La prima è il modo con cui Maram riesce a dareforma linguistica alla sua femminilità, vissutaed immaginata con purezza originale, ma chescivola poi con le parole, le sensazioni e leimpressioni, in modo libero attraverso i labirin-ti dell’erotismo. La seconda è come tutto ciò siatradotto in una scrittura che pare non tanto tec-nica quanto organica, fatta di passione, di quo-tidianità, di cose semplici ma calorose ed incon-tenibili, al punto che tutto il suo corpo ne vengacoinvolto, per fermarsi invece quasi all’orlodella lingua…” Maram è una donna ricca di lucee tutto questo c’entra naturalmente con la suaopera. Questa luce visiva raggiunge il culminecon le sue parole creando delle cadenze e unacomposizione colorata che fa eco nella memo-ria, di chi la legge, in modo quasi incan-cellabile:

Come brezzam’intrufolo trale labbra della tua portacome l’ultimo respirosenza che tu mi trattenga…

AntoniettaGnerre

Incontro con la poetessasiriana Maram al-Masri

I PREMI SPECIALI DEL II FESTIVAL DELCORTOMETRAGGIO CITTA’ DI AVELLINO

Appare quanto mai difficile non parlare del nuovo film di Checco Zalone “Chebella giornata”, non tanto per il suo spessore culturale, quanto per l’affluen-

za di pubblico che è corsa nelle sale cinematografiche a vederlo. Questo film,infatti, è riuscito battere per record di incassi “La vita è bella” di Roberto Benigni,unico film italiano imbattuto da ben quattordici anni.Checco Zalone interpreta un giovane addetto alla security di una discoteca dellaBrianza, che sogna di fare il carabiniere ma che, alla fine, grazie all’interventodi uno zio, viene assunto come addetto alla sicurezza del Duomo di Milano. In

questa occasione conosce una giovaneragazza araba, che finge di essere unastudentessa, ma che in realtà ha comeobiettivo quello di organizzare un atten-tato terroristico per vendicare la mortedella sua famiglia. Tuttavia, la ragazzanon riesce a realizzare che la maggiorminaccia per il prossimo e per il patrimo-nio artistico italiano sia rappresentatoproprio da Checco, un adorabile connu-bio di ignoranza e ingenuità. Da questoincontro scaturiranno una serie di vicen-de davvero divertenti ed esilaranti, tra le quali occorre ricordare la cerimonia dei parenti delprotagonista organizzata tra i trulli di Alberobello.La comicità genuina di Zalone emerge in tutti i suoi aspetti, attraverso le vicende del suo per-sonaggio, che non rappresenta altro che il peggio del “buon uomo” italiano. Il film, infatti,mette in evidenza le contraddizioni del nostro Paese non rinunciando, talvolta, a denunciarnegli aspetti peggiori, a cui siamo talmente assuefatti che oramai non provocano altro che amarerisate. Da segnalare, inoltre, le musiche composte dallo stesso Zalone e ben descrittive dellesituazioni da lui vissute. Si può ben dire che con questo film Zalone conferma la scintilla di genialità che gli permettedi conquistare il consenso del pubblico e della critica, distraendoli perfino da alcune debolez-ze inevitabilmente presenti nei suoi film.

“cinEtica”

Shantala

1522 gennaio 2011Il PonteIl Ponte

LA PAZIENZA E’ FINITAdi Antonio Iannaccone

Cari lettori, vi chiedo scusa in anticipoper questo mio articolo ridondante,

egocentrico e a tratti banale ma, sincera-mente, non saprei più cosa dire su questoscialbo campionato dei lupi, vissuto sem-pre tra (pochi) alti e (molti) bassi. Sono stanco di una squadra che, in un tor-

neo alquanto mediocre, non riesce neanche a mantene-re l’ultimo posto della zona playoff. Sono amareggiato nel constatare che nel girone C,dopo il Catanzaro fanalino di coda, l’Avellino sia la squa-dra che ha fatto peggio in trasferta (appena quattro

punti e nessuna vittoria). Sono esterrefatto per le ingenuità di una difesa semprepiù disattenta, l’incapacità del centrocampo di fare daponte tra i reparti e, dulcis in fundo, l’immobilità degliattaccanti tanto, troppo decantati in altre piazze. Sono deluso nel vedere alcuni tesserati, che fannospesso le ore piccole in qualche locale della zona (eanche oltre), recuperare in campo il sonno perduto. Sono frustrato quando penso che in passato il lupo riu-sciva a tener testa a grandi squadre come Inter, Milane Juve, mentre oggi non è in grado di pareggiare nep-pure contro un rimaneggiato Milazzo.Sono arrabbiato con la dirigenza irpina, colpevole dinon aver sfruttato la lunga sosta invernale per dare adun nuovo allenatore la possibilità di inserirsi nel gruppobiancoverde, e ora potrebbe essere troppo tardi. Nonche le colpe siano tutte di Marra, ma l’Avellino (che amio avviso resta forte) necessita di uno scossone,innanzitutto dal punto di vista psicologico.Sono infastidito da tutti quei tifosi pronti a nascondersidietro i risultati scadenti della squadra (senza contare inoti discorsi su logo, partita Iva, ragione sociale, etc.),al solo scopo di giustificare la propria costante assenzadomenicale dagli spalti del Partenio.Nonostante tutto, sono pronto a vivere con la solitaintensità la gara che ci vede opposti al Brindisi: ennesi-ma occasione dei biancoverdi per evitare una stagioneche sia destinata all’oblio più totale.

SPort

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Il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero di mate-ria prima non sono più solo parole d’ordine

ecologiste, ma le basi della corretta gestione deirifiuti.Informare e sensibilizzare i cittadini è uno deglielementi importanti per intervenire nell’emer-genza ambientale dello smaltimento dei rifiuti:

resta però fondamentale la partecipazione attivadi ognuno di noi, perché poco potranno le

Amministrazioni Pubbliche nel risolvere questo problema senzauna “cittadinanza attiva”.Ogni giorno ognuno di noi compie gesti automatici ai quali nondiamo peso, ma, in realtà, sono pieni di significati e conseguen-ze. Tutte le volte che gettiamo qualcosa, automaticamente, ciliberiamo di un fastidio.Con questo gesto noi non stiamo gettando rifiuti ma risorse equesto deve farci riflettere....

AntoniettaUrciuoli

Mestieri e figure scomparse nel tempoLE TRE ERRE

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Emergenza Sanitaria 118

Vigili del fuoco 115

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Ariano Irpino 0825871583

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Sidigas Avellino 082539019

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Napoletana Gas 80055300

Farmacie di Turnocittà di Avellino

dal 24 al 30 gennaio 2010servizio notturnoFarmacia Cardillovia Zanotti Bianco

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il ponteSettimanale cattolico dell’Irpinia associato alla Fisc

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fondazione “opus solidarietatis pax onlus”

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16 22 gennaio 2011 Il PonteIl Ponte