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il ponte Settimanale cattolico dell’irpinia [email protected] aNNo XXXVii - N °. 8 - euro 0.50 sabato 26 febbraio 2011 www.ilpontenews.it “Et veritas liberabit vos” Centro Acustico C.so V. Emanuele Avellino tel. 082526057 PoliTica pag. 4 VaNgElo pag. 7 aMBiENTE pag. 11 Padre M. G. Botta A. Santoli V. Spiniello hIRPINIA Le pietre raccontano A nno 1990: in un Istituto superiore della pro- vincia di Avellino un valente docente di scien- ze si trova di fronte ad un enigma. Egli ha propo- sto agli alunni (come del resto fa da tempo) la raccolta di "sassi" nel loro territorio, per poi cata- logarli in apposite cassette, secondo le caratteri- stiche geologiche e mineralogiche. E' una proposta didattica che ha sempre entusia- smato i ragazzi, che diventano così protagonisti di una vera e propria ricerca nell'ambiente in cui vivono. Eppure quella mattina qualcosa non quadra! il professore rigira tra le mani un pezzo di roccia e dalla forma non riesce ad indi- viduare la "nicchia" da cui è stato raccolto. Il sasso è davvero strano perchè presenta delle scanalature laterali e delle super- fici levigate, che non rientrano in nessuna tipologia consacrata dai testi. Il docente - Salvatore Forgione da Frigento - testardo come tutti i veri irpini, non si dà per vinto e si mette a scartabellare tutte le opere più importanti di mineralogia... ma senza esito! Quel sasso, lo intuisce, nasconde gelosa- mente un segreto anzi sembra quasi beffare tutti i suoi tentativi di trovare una spiegazione razionale. Salvatore sente nascere dentro di sé un misto di rabbia e di curiosità, che lo spinge ad un vero e proprio pellegrinaggio tra persone esperte della materia ma purtroppo deve registrare la stessa impotente constatazione per cui quella roccia non è assolutamente nella norma. Finalmente incontra il professor Orfeo Picariello (docente presso la Federico II) che gli fissa un appuntamento con il professore Francesco Fedele, ordinario presso l'Università di Napoli ed antropologo di fama internazionale. Appena il docente universitario vede la famosa pietra rimane di "sasso"... e, dopo un attimo di esitazione esclama: "ma dove l'hai presa?". A questo punto grazie alla competenza dell'esperto, il mosaico misterioso si ricompone pienamente. Non si tratta di un mine- rale ma di un utensile preistorico, scheggiato dalle abili mani di un nostro antichissimo progenitore, probabilmente apparte- nente " ALL'UOMO DI NEANDERTHAL ". Il problema, spiega l'antropologo, è che è stato raccolto in superficie, per cui non è possibile datarlo con certezza, in quanto non può essere messo in connessione con i vari strati corrispondenti alle varie età dell'Uomo. Bisogna, pertanto, dare inizio a degli scavi e caro- taggi sistematici, partendo dal territorio di Frigento molto ricco di rocce particolari, fino ad estenderli verso altre zone limitro- fe... ed in particolare l'altopiano del Formicoso, soprattutto nella zona di Pero Spaccone. Queste parole segnano la vita di Salvatore Forgione, che abbandona la remunerativa attività di microbiologo presso vari laboratori di analisi e si dedica a tempo pieno (a parte l'insegna- mento) alla ricognizione del territorio, in cui vive. Anche la Sovraintendenza, dopo una prima fase interlocutoria, si interessa alle ricerche, anche se non ha sempre i fondi neces- sari per sostenere i lavori di scavo. Nascono, dal tandem Forgione - Fedele, i primi articoli e pubblicazioni, che entrano a pieno titolo nei circuiti elita- ri della Paleontologia e Antropologia. Anche nei convegni degli specialisti il nome dell'Irpinia diviene ben noto. Numerosi studiosi si recano in loco per approfondire la "quaestio" e tutti si rendono conto che i reperti raccolti sono solo la punta di un gigantesco iceberg: sull'altopiano irpino attende di essere dissepolto un immenso tesoro, forse unico al Mondo. Passano gli anni velocemente, si accumulano nuove conoscen- ze: non si esaurisce l'entusiasmo del nostro conterraneo, che, guidato dalla mano ferma e sapiente del professor Francesco Fedele, diviene un vero e proprio esperto dell'intera materia. A questo punto decide di coinvolgere le istituzioni, ben consape- vole dell'importanza che il sito preistorico potrebbe avere sul piano culturale, turistico e occupazionale. Ahimè! Dietro le promesse vuote o gli incoraggiamenti di circostanza deve constatare la totale indifferenza dei "politici" dediti a ben altre attività: chiusi nei gabbiotti del potere sono intellettualmente incapaci di cogliere il valore di questa scoperta, dovuta alla curiosità, ai sacrifici e all'entusiasmo di questo nostro piccolo "eroe quotidiano" e dalla disponibilità generosa e sapiente di un docente universitario, che ispira nel suo conversare un senso profondo di armonia e pacificazione. RISTORANTE  PIZZERIA La buona cucina Via Pianodardine 55 83100 Avellino tel. 0825622041 chiuso il lunedì è gradita la prenotazione LA CIVILTA’ E’ INIZIATA PIù DI CENTOMILA ANNI FA Sociologia pag. 9 P. Matarazzo LA VIGNETTA pag. 3 Nuovi sbarchi a Lampedusa. Stanno arrivando rinforzi dall’Africa... per liberare anche l’Italia! Amleto Tino L’EUROPA “BOCCIA” SEI SOSTANZE TOSSICHE... MA DAL 2015! G ande rilievo, anche sulla stampa, alla notizia che l’Unione Europea ha final- mente bocciato sei sostanze tossiche che erano “sub iudice” dal 2003. In testa al “gruppo” ci sono i ftalati, seguiti da: musk xylene, mda e hbccd. I ftalati vengono prodotti nella misura di 400.000 ton- nellate annue, sono noti fin dagli anni 20 e dagli anni cinquanta in poi hanno avuto il boom di prodizione, quando è stato immesso sul mercato il pvc. Proprio il PVC è il materiale plastico più diffuso ed attraverso il trattamento con i ftalati, le molecole del polimero scor- rono le une sulle altre per migliorare la flessibilità e la modellabilità degli oggetti in costruzione di Gianpaolo Palumbo a pag. 8 GLENN COOPER, AUTORE DEL BEST-SELLER: “LA MAPPA DEL DESTINO”, SCRIVE AL NOSTRO GIORNALE a cura di Claudia Tucci a pag. 13

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il ponteSettimanale cattolico dell’irpinia

[email protected] XXXVii - N °. 8 - euro 0.50sabato 26 febbraio 2011

www.ilpontenews.it

“Et veritas liberabit vos”

Centro Acustico

C.so V. Emanuele Avellino tel. 082526057

PoliTica

pag. 4

VaNgElo

pag. 7

aMBiENTE

pag. 11

Padre M. G. BottaA. Santoli V. Spiniello

hIRPINIALe pietre raccontano

Anno 1990: in un Istituto superiore della pro-vincia di Avellino un valente docente di scien-

ze si trova di fronte ad un enigma. Egli ha propo-sto agli alunni (come del resto fa da tempo) laraccolta di "sassi" nel loro territorio, per poi cata-logarli in apposite cassette, secondo le caratteri-stiche geologiche e mineralogiche.

E' una proposta didattica che ha sempre entusia-smato i ragazzi, che diventano così protagonisti di

una vera e propria ricerca nell'ambiente in cui vivono. Eppure quella mattina qualcosa non quadra! il professore rigiratra le mani un pezzo di roccia e dalla forma non riesce ad indi-viduare la "nicchia" da cui è stato raccolto. Il sasso è davverostrano perchè presenta delle scanalature laterali e delle super-fici levigate, che non rientrano in nessuna tipologia consacratadai testi. Il docente - Salvatore Forgione da Frigento -testardo come tutti i veri irpini, non si dà per vinto e si mette ascartabellare tutte le opere più importanti di mineralogia... masenza esito! Quel sasso, lo intuisce, nasconde gelosa-mente un segreto anzi sembra quasi beffare tutti isuoi tentativi di trovare una spiegazione razionale.Salvatore sente nascere dentro di sé un misto di rabbia e dicuriosità, che lo spinge ad un vero e proprio pellegrinaggio trapersone esperte della materia ma purtroppo deve registrare lastessa impotente constatazione per cui quella roccia non èassolutamente nella norma. Finalmente incontra il professor Orfeo Picariello (docentepresso la Federico II) che gli fissa un appuntamento con ilprofessore Francesco Fedele, ordinario pressol'Università di Napoli ed antropologo di famainternazionale. Appena il docente universitario vede la famosa pietra rimane di"sasso"... e, dopo un attimo di esitazione esclama: "ma dovel'hai presa?". A questo punto grazie alla competenza dell'esperto, il mosaicomisterioso si ricompone pienamente. Non si tratta di un mine-rale ma di un utensile preistorico, scheggiato dalle abili mani diun nostro antichissimo progenitore, probabilmente apparte-nente "ALL'UOMO DI NEANDERTHAL". Il problema, spiegal'antropologo, è che è stato raccolto in superficie, per cui non èpossibile datarlo con certezza, in quanto non può essere messoin connessione con i vari strati corrispondenti alle varie etàdell'Uomo. Bisogna, pertanto, dare inizio a degli scavi e caro-taggi sistematici, partendo dal territorio di Frigento molto riccodi rocce particolari, fino ad estenderli verso altre zone limitro-fe... ed in particolare l'altopiano del Formicoso, soprattuttonella zona di Pero Spaccone.Queste parole segnano la vita di Salvatore Forgione, cheabbandona la remunerativa attività di microbiologo presso varilaboratori di analisi e si dedica a tempo pieno (a parte l'insegna-mento) alla ricognizione del territorio, in cui vive.Anche la Sovraintendenza, dopo una prima fase interlocutoria,si interessa alle ricerche, anche se non ha sempre i fondi neces-sari per sostenere i lavori di scavo. Nascono, dal tandem Forgione - Fedele, i primi articoli epubblicazioni, che entrano a pieno titolo nei circuiti elita-ri della Paleontologia e Antropologia. Anche nei convegnidegli specialisti il nome dell'Irpinia diviene ben noto. Numerosistudiosi si recano in loco per approfondire la "quaestio"e tutti si rendono conto che i reperti raccolti sono solo lapunta di un gigantesco iceberg: sull'altopiano irpinoattende di essere dissepolto un immenso tesoro, forseunico al Mondo. Passano gli anni velocemente, si accumulano nuove conoscen-ze: non si esaurisce l'entusiasmo del nostro conterraneo, che,guidato dalla mano ferma e sapiente del professor FrancescoFedele, diviene un vero e proprio esperto dell'intera materia. Aquesto punto decide di coinvolgere le istituzioni, ben consape-vole dell'importanza che il sito preistorico potrebbe avere sulpiano culturale, turistico e occupazionale. Ahimè! Dietro lepromesse vuote o gli incoraggiamenti di circostanzadeve constatare la totale indifferenza dei "politici" deditia ben altre attività: chiusi nei gabbiotti del potere sonointellettualmente incapaci di cogliere il valore di questascoperta, dovuta alla curiosità, ai sacrifici e all'entusiasmo diquesto nostro piccolo "eroe quotidiano" e dalla disponibilitàgenerosa e sapiente di un docente universitario, che ispira nelsuo conversare un senso profondo di armonia e pacificazione.

RISTORANTE PIZZERIA

La buona cucina

Via Pianodardine 55

83100 Avellino

tel. 0825622041

chiuso il lunedì

è gradita la prenotazione

LA CIVILTA’ E’ INIZIATA PIù DI CENTOMILA ANNI FA

Sociologia

pag. 9

P. Matarazzo

LA VIGNETTA

pag. 3

Nuovi sbarchi a Lampedusa.

Stanno arrivando

rinforzi dall’Africa...

per liberare anche l’Italia!

Amleto Tino

L’EUROPA “BOCCIA”

SEI SOSTANZE

TOSSICHE... MA DAL 2015!

Gande rilievo, anche sulla stampa, allanotizia che l’Unione Europea ha final-

mente bocciato sei sostanze tossiche cheerano “sub iudice” dal 2003.In testa al “gruppo” ci sono i ftalati,seguiti da: musk xylene, mda e hbccd.

I ftalati vengono prodotti nella misura di 400.000 ton-nellate annue, sono noti fin dagli anni 20 e dagli annicinquanta in poi hanno avuto il boom di prodizione,quando è stato immesso sul mercato il pvc. Proprio ilPVC è il materiale plastico più diffuso ed attraverso iltrattamento con i ftalati, le molecole del polimero scor-rono le une sulle altre per migliorare la flessibilità e lamodellabilità degli oggetti in costruzione

di Gianpaolo Palumbo a pag. 8

GLENN COOPER, AUTORE

DEL BEST-SELLER:

“LA MAPPA DEL DESTINO”,

SCRIVE AL NOSTRO GIORNALE

a cura di Claudia Tucci a pag. 13

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2 26 febbraio 2011 Il PonteIl PonteAttualità

Il concetto teologico di vocazione alla vita religio-sa o a un ministero può assumere due modali-

tà di funzionamento radicalmente differenti.La prima può essere qualificata come immagina-ria. Qui l’idea di vocazione, che apparentementesembra insistere sull’alterità del Dio che chiama,diventa in realtà l’occasione per coltivare un’im-magine iper - idealizzata di se stessi. Essere elet-ti da Dio, avere il privilegio di far parte oggi delpiccolo – per non dire dell’esiguo – numero dichiamati, essere oggetto dell’attenzione assiduadel servizio vocazionale o di molti presbiteri, senon addirittura del vescovo, progettare uno statodi vita in cui ci si immagina al di sopra della con-dizione della maggior parte della gente, segnatadalla dominante sessuale e aggressiva, intravede-re un modo di essere nel mondo che instaura unrapporto molto particolare con il denaro…Sonotutte realtà che, nel funzionamento immaginariodella vocazione, fanno il gioco di un forte e malrepresso narcisismo. Gioco tanto più difficile dasmascherare quanto più l’individuo è persuaso dirispondere generosamente a una chiamata radi-cale e molto esigente.E tuttavia, a ben vedere, si constata inevitabil-mente che questa chiamata funziona in granparte come uno specchio dei sogni più o menoinconsci di onnipotenza. L’individuo è più attacca-to alla vocazione che ha che con Dio, dal qualeviene chiamato a divenire sempre più santo,lungo tutta la sua storia. Prima o poi questo fun-zionamento estremamente immaginario dovràentrare in crisi, perché la persona possa confron-tarsi maggiormente con la realtà. Nel caso in cuiquesta crisi venga assunta e attraversata bene siaprirà allora, in modo determinante, un altro tipodi funzionamento della vocazione, la cui dominan-te può essere qualificata come simbolica.Come si riconosce tale funzionamento? Dal fattoche la persona rilegge il suo passato, progetta ilsuo divenire, assume la sua vita concreta e la suaesistenza cristiana in modo tale da esser condot-ta a mettere continuamente tutte queste realtà leune in rapporto con le altre (simbolizzare: sym-bàllein, gettare insieme). Facciamo tre esempi.Invece di fossilizzarsi nella contemplazione del-l’immagine meravigliosa di se stesso come perso-na scelta fra tante altre, l’individuo resta acco-gliente nei confronti di un’interpretazione sempreaperta della propria storia. Interpretazione chenasce mettendo a confronto il suo divenire perso-nale con quello della sua chiesa e della societànella quale vive. Questo lo porta a riconoscereumilmente tanto i condizionamenti sociologicidella vocazione sentita in passato, quanto il motodi libertà di cui essa era espressione.Allo stesso modo, invece di contemplarsi nell’im-

magine di una persona non soggetta alle domi-nanti sessuali, dell’aggressività, e superiore aldesiderio di potere e di denaro, egli osserva congrande attenzione la sua vita pulsionale e la mettein rapporto con le dinamiche reazionali nelle qualiè coinvolto. Scopre allora che la chiamata di Dionon lo invita a negare le sue pulsioni, ma a rego-larle in modo tale che siano messe al servizio del-l’edificazione della sua personalità, delle altre per-sone e delle istituzioni sociali ed ecclesiali.Infine, invece di pretendere di avere la vocazione,egli si scopre sempre chiamato a vivere una sto-ria, piena di imprevisti, con il “Dio dei viventi” e inlui.Comprende allora che quel che gli viene chie-sto è di far funzionare la memoria per mettere inrapporto il presente ed il passato, e far emergerequelle linee di forza a partire dalle quali gli sia pos-sibile individuare, in modo realistico, il suo futuronel tale o talaltro ministero. Scoprirà così di esse-re chiamato a mettere in relazione tra loro le dif-ferenti realtà nelle quali Dio manifesta la sua pre-senza: i sacramenti, la parola di Dio, la chiesa,l’esperienza di tutti coloro, credenti o non creden-ti, che vivono secondo la logica dello Spirito, e infi-ne la realtà del cosmo.Così la sua risposta allachiamata di Cristo Risorto finisce per rompere conle insidie di un legame troppo duale tra lui e Dio,e si inscrive nella prassi di un dialogo instancabil-mente aperto all’altro e alla cultura. Tale vocazio-ne gli chiede di condividere, con le donne e gliuomini della sua epoca, la difficile lettura dei segnidei tempi; contribuisce a renderlo umile davantialla realtà; lo spinge come tutti i profeti dellaScrittura ad aprire l’orecchio alla parola di Dio,conservando nel contempo gli occhi e il cuoreaperti sui conflitti degli uomini.Certo, il passaggio da un funzionamento troppoimmaginario a un funzionamento sempre piùsimbolico della vocazione è un compito che non èmai pienamente concluso. Esso però presentadelle tappe, delle crisi, che lo fanno avanzarenotevolmente, e dei punti di non ritorno. Lecomunità cristiane non devono dunque soccom-bere alla tentazione che la penuria di vocazionipuò far sorgere: cercare di proteggere da questetappe e crisi quelli che oggi sentono una chiama-ta di Cristo.Un simile atteggiamento iperprotettivo, sedovesse verificarsi, dovrebbe risolutamenteesser giudicato poco conforme allo spiritodell’Evangelo. L’Evangelo non chiede forse adogni apostolo di assumersi il rischio, un giorno ol’altro, di condurre fuori nel profondo (cf. Lc 5,4,nel racconto della pesca miracolosa (Lc 5,1-11),in particolare nelle acque profonde della culturaodierna? Una cultura che è segnata da visionidel mondo che incoraggiano il riconoscimento diun “cogito ferito”, secondo la bella formula di

Paul Ricoeur, la cultura di oggi che ha infranto lepretese del cogito esaltato per le quali l’io potreb-be essere totalmente trasparente a se stesso.Essa ha anche superato le teorie del cogito umi-liato, per le quali il soggetto libero non esiste. Oraessa tende a imporre la visione di un io radical-mente segnato dalla finitezza. Una cultura chemolto spesso fa questa affermazione di Yovel: inquanto esseri finiti, noi non possiamo né afferma-re il trascendente, né sbarazzarci completamentedel suo orizzonte vuoto, ma ricco di significato.Per “vuoto” intendo il fatto che non può essereriempito da un contenuto positivo o del quale sipossa affermare che esiste. Ma quell’orizzontevuoto e pieno di significato come memoria dellanostra finitezza e come barriera critica contro latrasformazione del mondo immanente in un asso-luto o in una sorta di Dio. (Spinosa ed altri, Parigi

1991).L’esperienza della teologia ha insegnato che nonè facile remare in acque del genere. In certimomenti si viene assaliti dalla paura. Ma, sullaparola di Cristo, a volte si trova il coraggio di cala-re la reti (cf. Lc 5,5)! Allora si ha l’audacia di affer-mare che il trascendente non è un orizzontevuoto, ma che è davvero pieno dell’umile presen-za di Gesù crocifisso e risorto. Ora, a noi sembrache sia lui, più di chiunque altro, la memoria dellanostra finitezza e una “barriera” radicalmente cri-tica contro la trasformazione del mondo in unassoluto. A condizione però di accoglierlo non sol-tanto nell’intelligenza, ma anche nel cuore!

A cura di Padre Andrea Ceceree l’equipe di radio tenda per il ponte

Sulla parola di Cristo, il coraggio di calare le reti

Diocesi di Avellino - Forania di Mirabella Eclano

Ai Parroci e ai Sacerdoti

Carissimi ,Signore Gesù … ottienici di conservare e trasmettere nella com-plessità del nostro tempo la vita buona del vangelo per coniuga-re insieme verità e libertà, bellezza e splendore della virtù e,ancora testimoni della fede dei Martiri abitati dal soffio del tuoSpirito, poter dare anima al convivere civile, speranza profeticaalla rete delle umane relazioni."0 fortissimi e beatissimi Martiri!Voi siete stati chiamati e scelti per la gloria del Signore nostroGesù Cristo".(Tertulliano) Il vostro esempio ci edifichi come chiesa e loSpirito, che in voi ha parlato, operi ancora oggi per l'integralerinnovamento del-le persone,delle famiglie e dei giovani e ditutta l'umana società. A gloria di Dio Padre e di Gesù Cristonostro unico Signore. Amen. (Dalla preghiera del Vescovo perl’Anno Giubilare)

Vi invito a Calore - Casa Canonica

(via Chioccatosta)

martedì 1 marzo 2011 alle ore 9,30

alla riunione foraniale con il seguente o.d.g. :

- celebrazione dell’Ora media (terza) ;

- Anno Giubilare: pellegrinaggio foraniale delle reliquie dei Santi Martiri:

Modestino, Fiorentino e Flaviano 3-10 aprile;

- varie; - pranzo

Certo della vostra preghiera e della vostra presenza, Vi aspetto

Il Vicario Foraneo

Sac D. Rocco Salierno

i funzionamenti della vocazione

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326 febbraio 2011Il PonteIl Ponte Forum della redazione

Si è appena conclu-sa un’importante

campagna di ricerche,iniziata nel 2006, suipiù antichi abitantidell’Irpinia.Poniamo l’attenzione

su una serie di scoper-te fatte nel territorio

dell’Alta Irpinia, in particolare nellearee di Frigento e di Perospaccone, aseguito di tali ricerche.Il progetto è stato promosso e coor-dinato dalla Cattedra di Antropologiadell’Università di Napoli Federico II,nella persona del Prof. FrancescoFedele e vede la collaborazionedell’Osservatorio Vesuviano di Napolie del Consiglio Nazionale delleRicerche di Roma, nonché il sostegnodella Provincia di Avellino e delComune di Frigento, con l’interessa-mento del Prof. Salvatore Forgione,docente di Scienze naturali.

D. Prof. Forgione, perché tali rin-venimenti costituiscono una sco-perta così importante per l’ar-cheologia del nostro territorio?

Prof. Forgione.A partire dal 2006 si è riusciti a por-tare alla luce gli ultimi 110.000-130.000 anni di storia del paesaggioirpino. Il progetto riserva specialeattenzione all’umanità dell’antica etàdella pietra, o età paleolitica, vale adire dalle origini fino a circa 10 000anni fa.

Fino ad oggi la conoscenza del popo-lamento umano dell’Appennino cen-tro meridionale, ritenuta storia relati-vamente recente, era estremamentescarsa, mentre con i ritrovamenti diFrigento si è capito che anche quil’uomo cosiddetto “di Neanderthal”era praticamente di casa.L’errore delle precedenti ricerche èstato quello di cercare un tipo di pie-tra, la selce, particolarmente adattaalla fabbricazione di utensili, che peròqui da noi non è presente, come lo è,ad esempio, sul Gargano.Da noi si trovano altri tipi di rocce, piùdure, adatte ad assumere forme aparallelepipedo dagli spigoli taglienti,infiggendo pochi colpi secchi, comequelle da noi rinvenute. Questo tipodi pietra è stato nominato “pietra diFrigento”.

D. Prof. Fedele, lei, da antropolo-go, ritiene che da questi rinveni-menti si possano avere indizi sulmodo di vivere di queste popola-zioni preistoriche? Ad esempio,vediamo un particolare repertoche sembra avere la forma di unorso. Questo animale, nellepopolazioni nord-europee è sem-pre stato associato allo “sciama-nesimo”, che poi altro non è cheun tentativo dell’uomo di entrarein contatto con la natura.Si può presupporre la presenza ditale pratica anche in Irpinia?

Prof. FedeleDai ritrovamenti in altre partid’Europa sappiamo che, all’internodelle tribù, c’era sempre una figuraaddetta ad entrare in contatto con lanatura, anche se l’etichetta di “scia-mano” non è sempre calzante. Non sipuò pertanto attribuire con certezzala scultura rinvenuta al fenomenodello sciamanesimo. Per questosarebbe opportuno approfondire con

ulteriori scavi.

D. Che altro tipo di reperti sonostati rinvenuti?

Prof. Fedele.Sono arnesi di uso comune: gratta-toi, perforatori per lavorare la pelle,per praticare fori, alcuni dei qualierano “usa e getta”, nel senso che suquesto territorio era diffuso il feno-meno che in gergo si chiama “oppor-tunismo” scaturito dall’abbondanzadi pietre. Pertanto gli uomini poteva-no permettersi di fabbricare utensili egettarli dopo l’uso. Ecco perché lacollina di Frigento è cosparsa di talireperti.

D. Come è stato possibile “data-re” questi reperti?

Prof. ForgioneL’Irpinia è una terra situata tra duevulcani, il Vesuvio e il Vulture, per cuicostituisce un territorio di caduta dilapilli e “vetri” che sono quelle parti-celle che permettono di distingueretra loro le diverse eruzioni vulcani-che. In questo modo, con l’aiuto diequipe di geo-archeologi e vulcanolo-gi, è stato possibile datare questireperti.

D. Ciò che però è interessante è ilfatto che nel nostro territorio cisiano spazi inesplorati chepotrebbero rivelare tracce impor-

tanti… ad esempio si può ipotiz-zare che a Frigento e in AltaIrpinia ci fosse un modo di viverediverso rispetto ad altre zonedella provincia?

Prof. FedeleCerto, l’archeologia è importante perstudiare il rapporto dell’uomo conl’ambiente, il comportamento socia-le, l’orientamento religioso…Per alcuni aspetti, i ritrovamenti diFrigento fanno presupporre un mododi vivere molto simile a quello dipopolazioni di altre parti del mondo,per altri aspetti sono estremamenteoriginali.Questi “documenti” in realtà nondicono nulla di preciso sull’anatomiadell’uomo che li utilizzava. Pertantova sempre fatta un’indagine cronolo-gica, associandoli a manufatti similitrovati in altre aree insieme a restiumani, come il pezzo di femore rin-venuto a Frigento, lungo via Limiti, inpieno contesto urbano... si tratta diun pezzo rarissimo ( 4 o 5 esemplariin tutta Italia) perché appartienead un periodo preistorico in cui nonvi era l’abitudine di seppellire imorti e potrebbe essere addirittu-ra di un uomo del periodo Pre-neandertaliano…

D. Come mai non si è dato clamo-re a scoperte di così granderarità?Non crede che una maggiore dif-fusione della notizia di tali rinve-nimenti aiuterebbe a canalizzaremaggiormente l’attenzione sulproseguimento delle ricerche?

Prof. FedeleAnche se i risultati di tali scopertesono stati già pubblicati in un volu-me, bisogna usare ancora molta cau-tela nelle comunicazioni ufficiali, inquanto si tratta di rinvenimenti “fuoricontesto”.

D. Cosa indica l’espressione“fuori contesto”?

Prof. FedeleTale espressione si usa quando unreperto non viene ritrovato in un’area archeologica delimitata e non èpossibile effettuare una datazioneprecisa e questo, in archeologia, èuna grave limitazione. Per datare unosso occorre rinvenirlo in una sezio-ne stratificata o in un’area orizzonta-le delimitata e studiata mediantescavo. È controproducente “fare cla-more” su una scoperta che non si èin grado di spiegare a pieno.Ad esempio per la sezione di osso sipuò dire con certezza solo che appar-

tiene, per la robustezza, ad un femo-re umano riferibile alla nostra specieHomo ma non si può stabilirne l’anti-chità, non si può delineare un’anato-mia precisa. A Venosa è stato ritrova-to un osso simile ma in un area bendelimitata, pertanto anche dal con-fronto con questo rinvenimento sipossono azzardare delle ipotesi…

Prof. ForgioneAnche perché parliamo di un lasso ditempo che va da 1.000.000 a800.000 anni fa, in cui nell’anatomiadell’uomo non è cambiato molto, mauno scarto di 200.000 anni è tanto inarcheologia…

D. Cos’altro si può stabilire dalritrovamento di questi reperti?

Prof. ForgioneUn’altra importante scoperta fatta aFrigento è che non vi è un unico tipodi pietra, pertanto con il Dipartimentodi Scienze della terra di Napoli sonostati studiati tredici litotipi per decodi-ficare questi ritrovamenti. La zona più ricca di tali reperti èPerospaccone, nel territorio diAndretta, località tristemente famosaper l’ipotesi di una discarica… però sitratta sempre di ritrovamenti fuori

contesto. Se si riuscisse a costruireun parco archeologico, l’ipotesi delladiscarica verrebbe immediatamenteabbandonata…Perospaccone rappresenta, al pari diFrigento, un’altra finestra sulPaleolitico dell’Italia meridionale.È possibile ipotizzare le stesse fre-quentazioni rilevabili ad Andrettaanche in altre zone dell’Irpinia,in rela-zione alla grande mobilità dei caccia-tori paleolitici.Anche in queste aree sarà quindinecessario effettuare analoghe cam-pagne di scavo che potrebbero con-sentire la datazione dell’Acheuleano

locale e contribuire a conosceremeglio quello nazionale.

Quali sono in Italia le aree piùinteressanti per le ricerche sulpaleolitico?

Prof. FedeleLe zone montuose, in particolarel’Appennino centro-meridionale,sono zone poco esplorate al fine distudiare il paleolitico,in quanto ci si èsempre concentrati sulle grotte che sitrovano nelle zone costiere dellaPuglia, della Campania, dellaCalabria, ma certamente nel paleoli-tico le zone interne erano abitate…,pertanto credo che tutto l’Appenninocentro meridionale andrebbe mag-giormente esplorato.

D. Avete trovato pieno appoggioda parte delle Istituzioni, nellaconduzione di queste ricerche?Si prospetta uno scenario di ulte-riore approfondimento di talistudi?

Prof. ForgioneAbbiamo il pieno riconoscimentodella Sovrintendenza della Provinciadi Avellino, che è particolarmenteinteressata ad allestire un parcoarcheologico sul paleolitico irpino eall’istituzione di un laboratorio perproseguire le ricerche, instaurandocollaborazioni con studiosi esperti delsettore, attraverso incontri periodici.Anche il comune di Frigento haaccordato la sua piena disponibilità,ma il maggiore ostacolo provienesempre dal fattore economico… tuttele ricerche si sono basate per la mag-gior parte sul volontariato di studiosidel settore. Bisognerebbe, invece,investire sui giovani, formarli con ilsussidio di borse di studio affinchèproseguano il nostro lavoro… altri-menti si rischia di non approfondi-re ulteriormente questa realtàpaleolitica.Un impegno ancor meno gravosopotrebbe essere quello di allestiredegli “itinerari attrezzati” affiancatidalle colonne stratigrafiche usate perla datazione in cui il visitatore potreb-be essere istruito su tali ritrovamen-ti, così come è stato fatto nel proget-to curato sempre dal prof. Fedelenella piccola località di Ossimo, inprovincia di Brescia, con l’aiuto di una

semplice tettoia e di alcuni pannelli.Inoltre sarebbe auspicabile che lacittà di Avellino, che è capoluogo diprovincia,dedicasse almeno unastanza del suo museo a questi reper-ti, magari inaugurandola con unamostra, per dare loro visibilità.In Campania manca totalmente unmuseo dedicato all’antica storia del-l’uomo, tutte le altre regioni d’Italiace l’hanno… è importante che leIstituzioni territoriali o nazionali prov-vedano a conservare e diffondere laconoscenza di questi tesori.

hIRPINIAIncontro in redazione con il professor Francesco Fedele, antropologo dell’Università Federico II di Napoli, e con il professor Salvatore Forgione

LuigiaMeriano

LA CIVILTA’ E’ INIZIATA PIù DI CENTOMILA ANNI FA

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4 26 febbraio 2011 Il PonteIl PontePolitica

AlfonsoSantoli

l’affittopoli della camera dei Deputati.

in 20 anni, pagati affitti per 540 milioni di euro.

a Palazzo Marini, gli appartamenti di 235 deputati costano 320 euro al metro quadrato

Ci interessiamo questa volta dell’affittopolidella Camera dei Deputati.

Da un’indagine fatta dal deputato del Pdl, LaBoccetta, risulta che il canone pagato perPalazzo Marini, nella centralissima Via delTritone, ove sono ubicati alcuni uffici dellaCamera dei Deputati, per 13 milioni 346

euro l’anno.

Nel palazzo sono alloggiati gli uffici di

235 deputati, oltre a tre appartamenti di

rappresentanza.

I locali appartengono alla “SocietàImmobiliare Milano” di Sergio Scarpellini.Si spendono, da un rapido calcolo, più di

3.800 euro l’anno a metro quadrato

(320 euro al mese).

Lo stesso Onorevole La Boccetta sollevando ilproblema dei costi degli immobili in questio-ne, sostiene che con la stessa cifra e per la

stessa metratura è come se la Cameraavesse acquistato immobili per un prezzo

che oscilla tra i 41.600 ai 50 mila euro a

metro quadrato”; altro che prezzo di

mercato (nella zona del Tritone si aggi-

rano a 10 mila euro a metro quadrato).

Al momento della stipula del contratto di affit-to, la destinazione d’uso dei suddetti locali eraun’altra, e, quindi,non potevano essere

affittati come uffici. Per favorire il proprie-tario, nel contratto è stato incluso l’articolo14 che testualmente recita al punto 1: “laconduttrice Camera dei Deputati dichia-

ra di essere edotta dell’attuale destina-

zione d’uso delle porzioni immobiliari

oggetto della locazione. Al punto 2 di dettoarticolo è scritto: “La Camera dei deputati

attiverà, entro e non oltre giorni 15 dalladata della sottoscrizione apposta in calce ogninecessaria procedura di legge per consegu-

re il cambio di destinazione d’uso delle

porzioni immobiliari oggetto della

locazione”.Secondo la prassi dovrebbe essere il

proprietario ad interessarsi per la desti-

nazione d’uso e non l’affittuario.

Il Municipio 1 di Roma in un primo momentonon ha concesso il cambio di destinazioned’uso. Successivamente è stato assicurato,direttamente, dall’ufficio del Sindaco pro-tempore, Rutelli.I parlamentari oltre ad avere tanti beneficifinanziari hanno anche la “fortuna” di alloca-re, a nostre spese, gli uffici in “prestigiosi ecostosi” edifici della Capitale.Salti chi può…

L’ITALIA DEGLI SPREChI

La scorsa settimana, e precisa-mente il 16 febbraio 2011, nella

nostra provincia si è registrato l’enne-simo suicidio, avvenuto ad una solasettimana di distanza da un altro sui-cidio verificatosi ad Atripalda, dove il“male di vivere” aveva colpito undipendente dell’Ufficio Tecnico dellacittadina del Sabato. La vittima del-l’ultimo suicidio, si chiamava CarmineSpina ed era un dipendente dell’FMA,la fabbrica che tanto aveva alimenta-to i sogni di una vita normale di cen-tinaia di giovani irpini e che oggi conla crisi economica in atto e con iperiodi saltuari di cassa integrazione,sta mettendo in ginocchio gli equilibridi molte famiglie irpine che si trova-no a dover fare i salti mortali perpoter sopravvivere nelle mille difficol-tà quotidiane non potendo più conta-re su una stabilità economica. AncheCarmine aveva tanti sogni, era unragazzo pieno di vita, allegro, circon-dato da tanti amici e colleghi, masoprattutto dalla sua famiglia chetanto lo amava. Apparentementesembrava che non gli mancasseniente, ma appunto solo apparente-mente. La nostra provincia detiene iltriste primato, secondo i dati ISTAT,di primo capoluogo del Sud, insiemea Potenza, per numero di suicidi. Con7 suicidi ogni 100 mila abitanti la pro-vincia di Avellino è uno dei territoriche risente maggiormente del pro-blema. Non meno preoccupantisono i dati dei tentativi di suicidio cheavvengono sempre nel contesto delnostro territorio. Ma che cosa spingecosì tante persone, oltre alla crisi eco-nomica, a compiere un gesto cosìestremo? A tal riguardo abbiamoposto delle domande a don VitalianoDella Sala, per cercare di capire sesimili episodi scuotano un po’ lecoscienze di chi amministra gli Enti ele Istituzioni della nostra provincia ese è possibile porre rimedio, con ade-guate politiche sociali, alle situazionidisperate di tanti giovani.

Don Vitaliano, Il suicidio dell'ope-

raio dell'FMA testimonia la grave

crisi economica e sociale che sta

mettendo in ginocchio la nostra

provincia. Tutto questo dovrebbe

preoccupare politici e ammini-

stratori e invece sembra che non

sia importato a nessuno quanto è

successo. Cosa ne pensa di que-

sti tristi episodi e soprattutto di

questo “silenzio” da parte della

politica e delle Istituzioni?

Beh devo dire che ogni volta che suc-cedono simili episodi non ci sonoparole per commentare l’enorme tra-gedia che si nasconde dietro un attocosì estremo. I nostri cuori si riem-piono di tristezza, e per quanto pos-siamo compenetrarci nel dolore enelle motivazioni che spingono ungiovane nel pieno della sua vita adecidere di farla finita, non potremomai comprendere fino in fondo lasolitudine e la disperazione che siimpadronisce della volontà di coloro,che sommersi dalle innumerevoli dif-ficoltà quotidiane e divenuti estrema-mente fragili, si lasciano andare a sestessi pensando che nulla abbia piùun senso, che la vita stessa nonabbia più un senso! Il “silenzio” di chidovrebbe invece chiedersi il perchéavvengono simili tragedie, soprattut-to tra i giovani, è preoccupante, per-ché vuol dire che si sottovalutano igravi problemi che attraversano lanostra provincia, come la disoccupa-zione, il disagio giovanile, lo spopola-mento dei piccoli paesi da parte dei

giovani in cerca di lavoro al nord, lacrisi di molte attività, ecc..E’ tempo diporvi un rimedio, se non vogliamo faraumentare il triste primato che pur-troppo detiene la nostra provincia perquanto riguarda il numero di suici-di.(Prima città al sud insieme aPotenza!)Il segretario provinciale di

Rifondazione Comunista-Tony

Della Pia- in un comunicato

stampa colpevolizza, di quanto

accade, la rappresentanza politi-

ca. Secondo Lei ha centrato

l'obiettivo, ed è solo un problema

di mancanza di lavoro?

Dietro un suicidio vi sono sempre unamoltitudine di motivi, fino ad arrivareal punto di non sopportazione, aquella goccia che ha “fatto trabocca-

re il vaso” delle tante lotte e delletante delusioni che la vita ci mettedinanzi ogni giorno. La non rispostadella politica a tutto questo, purtrop-po mi costa dirlo, è una “grossa goc-cia” che può innescare reazioni similiin chi nella disperazione non sa che

soluzione trovare ai propri problemi.Quindi c’è da stare veramente atten-ti, e non sottovalutare “le urla didolore” che si celano dietro una vitaspezzata. Qual'è secondo Lei il ruolo della

Chiesa in una provincia che sem-

bra indifferente ai richiami e agli

appelli alla responsabilità da

parte di chi dovrebbe preoccu-

parsi dei disagi e dei problemi

delle classi più deboli?

Il ruolo della Chiesa è da semprequello di essere vicina a chi è nellasofferenza e nelle difficoltà. Oggi noisacerdoti, e il clero in genere, siamomolto presi dai vari compiti che dob-biamo svolgere in parrocchia, tra cuile funzioni religiose, i conti da ammi-nistrare, le catechesi, mentre

dovremmo essere più presenti nellavita delle “nostre pecorelle” che ilSignore ci ha chiamato a “traghetta-re” lungo i sentieri tortuosi della vita.Essere presenti significa ascoltare iloro problemi, capire i loro disagi chea volte vengono nascosti ed interio-

rizzati per paura e per vergogna, cre-ando poi quei danni enormi che lacronaca ci documenta ogni giorno. Micosta dirlo, ma a volte per mancanzadi tempo ci limitiamo solo a fare dellebelle omelie che poi non hanno sensose non raggiungono chi è piegatodalla disperazione. Oggi la tecnologiaci offre la possibilità di raggiungereanche virtualmente persone chesono lontanissime da noi. Gli stessisocial network possono essere utili intal senso, se ben usati, possono darela possibilità anche a noi sacerdoti dipoter dare ascolto agli sfoghi di quel-le numerose anime abbandonate ase stesse che cercano un appiglio pernon precipitare nel buio! Se Carminee tanti ragazzi come lui avesseroavuto qualcuno a cui “affidare” le

proprie paure per sollevare la propriaanima inquieta in cerca di pace, forsea quest’ora non saremmo qui a pian-gere e ad aggiungere un altro nume-ro alla numerosa lista di suicidi dellanostra provincia!

Graziella Testa

don Vitaliano Della Sala

IL FATTO E IL COMMENTO“VITE SPEZZATE” - l’opinione di don Vitaliano Della Sala

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526 febbraio 2011Il PonteIl Ponte

"Idati sul fatturato industriale di dicembre mostrano sin-teticamente, che se la recessione è superata, la ripresa

economica in atto appare ancora troppo debole. L'aumentodei volumi di fatturato (+10,1% ) e degli ordinativi indu-striali (+13,9%) nel 2010 rispetto al 2009, rimedia solo inparte al crollo avvenuto nel 2009". In una nota il SegretarioGenerale della Cisl Irpina, commenta i dati diffusi l’altro gior-no dall'Istat."Le imprese nazionali - continua Melchionna, - hanno pun-

tato soprattutto sulla domanda estera e sull'aumento del margine dei prezzi con-sentito dalle quotazioni oscillanti dell'euro. Il recupero, infatti, non è lineare e appa-re frenato nell'ultimo trimestre (+1,7% sul trimestre precedente). Il sistema industriale appare oggi in una fase di complessa ristrutturazione e ripo-sizionamento, in cui è difficile riassor-bire i lavoratori espulsi o ai marginidel sistema produttivo, soprattutto -sottolinea - nei settori colpiti piùduramente dalla crisi e che nel corsodel 2010 hanno recuperato meno dialtri, come il tessile, l'alimentare, illegno e i mezzi di trasporto. La Cisl chiede, nel corso del 2011,anno cruciale per gli equilibri futuridel settore industriale - concludeMelchionna - il massimo impegno delle Istituzioni nazionali, regionali e provincialiper un'efficace azione di promozione dell'innovazione, di sostegno dei processi diristrutturazione e di riqualificazione dei lavoratori a rischio occupazionale".

Mario Melchionna

segretario provinciale Cisl

La ripresa economica è troppo debole

Ieri la Caritas ha diffuso i dati relativi allivello di povertà che colpisce la nostra

Provincia, sono drammatici, consideratoche moltissime famiglie cercano di risolve-re i problemi, chiudendosi in un disperatotentativo di nascondere le difficoltà chevivono, oggi, una notizia tragica, direttaconseguenza delle reali condizioni econo-miche e sociali che troppo spesso ci limitia-mo ad esaminare solo come freddi datistatistici; il suicidio di un giovane operaio,dipendente della F.M.A. di Pratola Serra,quell’azienda che da circa tre anni ha con-gelato i suoi lavoratori in cassa integrazio-ne, riducendoli a vivere con un sussidio disole 700 euro al mese. Carmine ha vissu-to gli ultimi anni della sua vita, prima didecidere una soluzione tanto drasticaquanto ingiusta, subendo sulla propria pelle questo stato di cose, poi non ha retto e, come tanti altri hascelto di farla finita. La cronaca ci racconta che l’ha fatto senza nemmeno lasciare due righe alla figlia; quan-ta solitudine vedo in questo gesto, che tristezza nel pensarlo soffrire, mentre lascia scorrere nella suamente, cercando di stamparlo per sempre nei suoi ricordi, il volto dell’amata bambina, prima di lasciarsiandare. Carmine Spina era uno di noi, un giovane, un figlio di questa maledetta terra, un compagno impe-gnato nella FIOM – CGIL, era un uomo, un militante, che tentava con il suo impegno di non piegare latesta, non ha retto, oggi siamo più soli. Mi fermo, non oso continuare a scrivere, ancora una volta in quan-to militante di una forza politica mi sento sconfitto, e mi scuso con lui e i tanti che perdendo la speranzahanno lasciato la vita. Io mi vergogno per quello che sta avvenendo, chiedo alla classe politica irpina di farealtrettanto. Condivido sinceramente questo momento di tristezza con i suoi familiari e i compagni del suo,nostro sindacato. Ciao Carmine, che la terra ti sia lieve.

Tony Della Pia Segretario Provinciale P.R.C. – F.d.S.

Nel suicidio di un giovane operaiola sconfitta di tutti noi

Dopo il mancato parere dellaCommissione Bicamerale all’uo-

po istituita, il Governo ha approvato il3 febbraio scorso, con urgenza, ildecreto legislativo attuativo del fede-ralismo fiscale municipale. Siamoarrivati già alle terza versione deldecreto, speriamo quella definitiva inconsiderazione che il decreto è statodichiarato irricevibile da parte delPresidente della Repubblica e, quindi,deve tornare alle Camere per la defi-nitiva consacrazione.Questi i punti essenziali:- via alla cedolare secca sugliaffitti già dal 2011, che consistenella possibilità di farsi tassare i cano-ni di locazione applicando un’impo-sta sostitutiva del 21% sull’interacifra pattuita con l’inquilino: talemodalità sarà alternativa a quella inuso fino ad oggi e che prevede disommare l’85% dei canoni (nel regi-me ordinario, infatti, per i redditi dalocazione viene riconosciuta unadeduzione forfetaria del 15%) a tuttigli atti redditi prodotti o posseduti edi applicare, poi, il regime IRPEF ordi-nario: cioè tassazione del complessi-vo reddito imponibile con aliquotedifferenziate a seconda degli scaglio-ni di reddito che all’attualità vannodal 23% per redditi fino a 15.000euro al 43% per redditi eccedenti i75.000 euro. La tassazione saràpiù bassa e cioè pari al 19%, perquei contratti a canone convenziona-le, ossia quelli riguardanti gli immobi-li situati in Comuni ad alta intensitàabitativa e concessi in locazione inbase agli accordi definiti in sede loca-le tra le organizzazioni dei proprieta-ri e quelli degli inquilini. La tassazione con la cedolaresecca, oltre a ridurre, nella mag-gior parte dei casi il prelievofiscale, garantisce, altresì, van-taggi sul versante della semplifi-cazione degli adempimenti.Detta imposta, infatti, prende ilposto non solo dell’IRPEF e dellerelative addizionali, ma anchedelle imposte di registro (2%) edi bollo (€ 14,62 per ogni quattrofogli) dovute per la registrazione

del contratto di locazione, e sosti-tuisce questi tributi anche in casodi risoluzione e di proroga delcontratto.L’utilizzo della cedolare sarà possibile,su scelta del proprietario, solo per gliimmobili ad uso abitativo e per lerelative pertinenze locate congiunta-mente all’abitazione, posseduti dapersone fisiche ed affittate a personefisiche. Ne consegue che tale tassa-zione sostitutiva non è applicabile allelocazioni ad uso diverso (uffici, nego-zi, ecc.) e quelle effettuate nell’eser-cizio di un’attività d’impresa o di artie professioni.Una novità introdotta nell’ultimodecreto è quella che sancisce ilblocco del canone in caso diopzione per la cedolare secca. Inpratica il proprietario che sceglie latassazione sostitutiva non potrà pre-tendere, per il periodo di durata del-l’opzione, alcun aggiornamento delcanone, nemmeno quello legato allavariazione Istat. Tale circostanza vamanifestata e comunicata per iscritto

all’inquilino con lettera racco-mandata. La cedolare andrà versata, alComune ove è situato l’immobile,entro lo stesso termine stabilitoper pagare l’IRPEF, cioè il 16 giu-gno ovvero il 16 luglio con lamaggiorazione dello 0,40%.Sarà, altresì, dovuto anche unversamento in acconto, la cuimisura è fissata all’85% per il2011 ed al 95% a partire dall’an-no prossimo.Inoltre per scoraggiare e contrastareil fenomeno delle locazioni in nero(quelle occultate del tutto) o in grigio(quelle occultate in parte), il decretolegislativo prevede un sistema san-zionatorio piuttosto punitivo nei con-fronti di coloro che ci provano. In taliipotesi se il Fisco scopre che nelladichiarazione dei redditi è statoomesso il canone di locazione o èstata dichiarata una cifra inferiore diquella effettiva, si applicano le san-zioni, rispettivamente, dal 240 al480% e dal 200% al 400% del-

l’imposta evasa.- dal 2014 il via anche all’ IMU(Imposta municipale) che colpiràil possesso di immobili, inclusi i terre-ni e le aree edificabili, diversi dall’abi-tazione principale e delle sue perti-nenze, sostituendo, così, l’ICI e l’IRPEF e le sue addizionali. E’stata confermata, pertanto,l’esenzione per l’abitazione prin-cipale, intesa quale unica unitàimmobiliare nella quale il possessoredimora abitualmente e vi risiede ana-graficamente, a meno che nonappartenga ad una delle categoriecatastali A/1, A/8 e A/9 ossia di quel-le abitazioni ritenute di tipo signorile,le abitazioni in ville e castelli che adoggi, anche se adibite ad abitazioneprincipale, sono assoggettate ad ICI.La base imponibile sarà quella utiliz-zata per l’Ici, e cioè il valore dell’im-mobile che si ottiene moltiplicando larendita catastale, rivalutata del 5%,per un coefficiente diverso a secondadella classificazione catastale: 140per i fabbricati del gruppo catastale

B, 100 per gli immobili dei gruppi A eC, con esclusione delle categorieA/10 e C/1; 50 per gli uffici, gli studiprivati (categoria A/10), gli alberghi,i teatri, le banche, ecc. (gruppo D),34 per i negozi e le botteghe (cate-goria C/1).L’aliquota di partenza è fissata al7,6 per mille, con possibilità per icomuni di aumentarla o dimi-nuirla, con propria deliberazioneconsiliare, fino ad un massimo di0,3 punti percentuali. Per il paga-mento sono state confermate leattuali scadenze dell’ICI: pertanto, ilversamento dovrà avvenire in duerate di pari importo entro il 16giugno ed il 16 dicembre, con pos-sibilità di saldare l’imposta comples-sivamente dovuta, in unica soluzio-ne, alla prima scadenza.- cambiamenti in vista, sempredal 2014, anche per la tassazionedei trasferimenti immobiliari.Diversamente da quanto previstonella prima versione del decreto, ilprelievo continuerà ad essere a favo-re dello Stato, con attribuzione aiComuni di una compartecipazio-ne al gettito pari al 30%.Per tutti gli atti che trasferiscono laproprietà di immobili (o costituisconodiritti reali di godimento su di essi), sipagherà l’imposta di registro con ali-quota del 9%; l’unica eccezione saràrappresentata dalla “prima casa” (ameno che non sia di categoria a/1,A/8 o A/9), che sconterà l’imposta diregistro al 2%. Esenzione, per questitipi di atti, da tutti gli altri tributi oggiapplicati: quindi, niente più impostedi bollo, ipotecaria e catastale, nien-te, anche, tributi speciali.- altre misure previste dal decre-to sono l’istituzione dell’impostadi soggiorno per tutti i capoluo-ghi di provincia e dell’imposta discopo ossia una vera e propriaaddizionale all’ICI.

(Questo articolo vuole essere ancheuna risposta al quesito che è statoposto al sottoscritto dalla gentilesig.ra Giovanna Iandolo, affezionatalettrice de “Il Ponte”).

““AA TTUU PPEERR TTUU CCOONN IILL FFIISSCCOO”” a cura di Franco Iannaccone

FEDERALISMO FISCALE MUNICIPALE IN DIRITTURA DI ARRIVO ?

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6 26 febbraio 2011 Il PonteIl Ponte

Sul “ Ponte” di sabato 22 Gennaio2011 a pag. 10, abbiamo presenta-

to brevemente gli argomenti di caratte-re storico dell'incontro- dibattito chel'A.I.M.C. ha inteso organizzare il 28Gennaio come primo contributo diriflessione al documento pastorale:“Educare alla vita buona del Vangelo”.Voglio adesso esplicitarne meglio ilsenso. Nell'introduzione del documentoal N° 2, in riferimento al Giubileo del2000, si afferma la dimensione storicadel Mistero della Salvezza:«...Il cristia-nesimo, infatti, è religione calata nellastoria. Lo scriveva Giovanni Paolo II°,spiegando che l'incarnazione del Figlionel grembo di Maria, culminata nellaPasqua e nel dono dello Spirito,... costi-tuisce il cuore pulsante del tempo, l'oramisteriosa in cui il Regno di Dio si èfatto vicino (cfr Mc1,15),anzi ha messoradici, come seme destinato a diventa-re un grande albero (cfr Mc 4,30-32)nella nostra storia ». Nella sua missio-ne la Chiesa porta una costante atten-zione all'uomo, a tutto l'uomo e a tuttigli uomini. Questa missione si sostan-zia anche nella :«...opzione di declina-re la testimonianza nel mondo secondogli ambiti fondamentali dell'esistenzaumana, cercando nelle esperienze quo-tidiane l'alfabeto per comporre le paro-le con le quali ripresentare al mondol'amore infinito di Dio» (N°3), conti-nuando:«...ci è chiesto un investimen-to educativo capace di rinnovare gli iti-nerari formativi, per renderli più adattial tempo presente e significativi per lavita della persona con una nuova atten-zione per gli adulti» (N°3). Un ulterioredichiarazione ne approfondisce ilsenso: «Tra i compiti affidati dalMaestro alla Chiesa c'è la cura del benedelle persone, nella prospettiva di unumanesimo integrale e trascendente.Ciò comporta la specifica responsabilitàdi educare al gusto dell'autentica bel-lezza della vita, sia nell'orizzonte pro-prio della fede... sia come prospettivapedagogica e culturale, aperta alledonne e agli uomini di qualsiasi religio-ne e cultura, ai non credenti, agli agno-stici e quanti cercano Dio. Chi educa èsollecito verso una persona concreta,se ne fa carico con amore e premuracostante, perchè sboccino, nella libertà,tutte le sue potenzialità » (N°5 ). A mioparere questi argomenti dovrebbero

essere gli assunti posti alla base di ognimetodica pastorale. Lo sforzo missio-nario della nostra chiesa locale doveportare a liberarci da una certa centra-tura autoreferenziale sulla prassi sacra-mentale e catechistica ordinariamenteimpostata, quasi che finita laCelebrazione, tra le quattro mura dellaparrocchia, non avessimo bisogno didispiegare all'esterno il dono spiritualericevuto. Tutto ciò sa spesso di “chiusu-ra “ verso le istanze del mondo preseanche in senso educativo. La mediazio-ne simbolico- sacramentale, e la relati-va catechesi, è sempre più spessodebole di ricezione nella vita dellenostre comunità ecclesiali, non incideesistenzialmente, in generale, nell'ani-mo dei fedeli più assidui; immaginiamocosa deve essere per chi ha preso ledistanze dalla vita di fede e dal mes-saggio della chiesa! E' facile che neinostri piani pastorali dichiariamo l'at-tenzione e l'apertura verso l'ambientevitale, storico e culturale, anche dei “lontani”, nel portare l'annuncio, ma difatto l'intenzione non viene agita. Tra gliambiti fondamentali dell'esistenzaumana, l'aspetto storico certamente neè parte: non ci può essere culturasenza storia.Nell'introduzione ai lavori del convegnoaffermavo che viviamo schiacciati sulpresente, senza passato e senza futu-ro, un presente spesso vuoto e dispe-rato, privo di senso storico. Il cristianonon può che ribellarsi a questa prospet-tiva, nella storia egli vede operare lavolontà di Dio e, in questo divenire, visono una genesi e una “crescita “effet-tiva dell'universo che avanza verso ilsuo “ ultimo “orizzonte dove l'umanitàsarà condotta e accolta da Dio stesso.Non si può pensare a una circolaritàplatonica. Nel “Timeo”, il cosmo realiz-za l'unità in quanto ruota circolarmentein se medesimo: «E lo fece (Il demiur-go n.d.r.) accuratamente liscio di fuoritutto intorno, per molte ragioni... Infattiè stato generato ad arte in modo taleche esso stesso desse a sé stesso innutrimento ciò che deriva da sé, e inmodo che subisse e facesse in sé e dasé tutte le cose... Perciò, appunto,facendolo ruotare allo stesso modo,nello stesso luogo e in sé medesimo,fece sì che si muovesse in un movi-mento circolare, gli tolse tutti gli altri sei

movimenti, e lo fece immobile rispettoad essi. » (Timeo 33B – 34A).Una circolarità che implica un concettodi “ritorno”, questo concetto è anchedelineato nella famosa dottrina platoni-ca della “metempsicosi”: la trasmigra-zione dell'anima in vari corpi, con unasuccessione di “rinascite” in differentiforme viventi a seconda dei meriti del-l'anima stessa nella vita precedente.Una dottrina simile è affermatanell'Induismo e nel Buddhismo. Nè sipuò pensare a “l'eterno ritorno” diNietzsche il quale dice :« Il mondo siafferma da sé, anche nella sua unifor-mità che rimane la stessa nel corsodegli anni, si benedice da sè, perchè èciò che deve eternamente ritornare,perchè è il divenire che non conoscesazietà né disgusto né fatica.» (Volontàdi Potenza.è lo spirito dionisiaco che magnifica edesalta la vita in sé nel cosmo, è ilmondo che dice sì a se stesso, il riaffer-marsi della volontà cosmica. Siamo difronte a situazioni umane che nonhanno conosciuto la Rivelazione divinada una parte, o l'hanno rifiutata dall'al-tra. Noi cristiani abbiamo accettatonella Fede che l'Assoluto sia entrato neltempo prima con i profeti e poi, informa personale, col Verbo incarnatoGesù, ed abbia comunicato all'uomo il

suo disegno di salvezza. Come si vedesenza dimensione storica la Fede non sifonda, svanisce in un indistinto devo-zionismo stereotipato e abitudinario,senza radici, senza giustificazione. Per ipagani nell'antichità e per gli atei e i lai-cisti nella modernità, il fatto affermatodai cristiani che l'Assoluto sia entratonel tempo è stato ed è uno scandaloe/o un'assurdità; per i credenti in GesùCristo è invece il senso della storiaumana. L'Eterno nel tempo rende lastoria umana pregnante di significati edi fronte a questo dono soprannaturalel'uomo è chiamato a prendere posizio-ne, ad aprirsi al mistero e a collabora-re con Dio. Nel far questo egli pone difronte al suo intelletto i dati della Fede:fa teologia, ma è una teologia che ènella storia, con il suo metodo dialetti-co flessibile ormai, che incontra frater-namente i linguaggi e i temi dellamodernità dialogando con essi. è unateologia che non si isola in una torred'avorio astratta e intoccabile, creandosillogismi presuntamente scientifici,privi di senso storico, come accadeva inpassato, ma cerca un modo nuovo diservire la Verità e di comunicarla. Unateologia tesa a elaborare, attualmenteunica tra le scienze umane, un metodounitario che riporti a dare un senso allaconoscenza umana oggi frantumata

dalle tecno-scienze. Nella nostra chiesalocale bisogna quindi assumere i pro-blemi del mondo. Nella storia dellachiesa è compresa la storia del mondo.E oggi le informazioni e l'economiasono interconnesse come una rete sulpianeta; è stato coniato il termine “glo-cale”, nel dibattito sociologico ed econo-mico, nei termini che quasi ogni fattoaccadente in qualunque luogo dellaterra viene percepito, attraverso imass-media, nelle nostre località intempo reale e incide ormai anche nellamentalità e nella cultura che si vannocreando soprattutto nelle giovani gene-razioni. La chiesa locale deve proiettar-si al di fuori di se stessa a percepire “isegni dei tempi”, come avvertiva laGaudium et Spes (n 4) del ConcilioVaticano II°, per portare il lieto annun-cio servendo gli uomini nei loro bisognie quale bisogno, tra i più urgenti, èl'educazione, un tema che riguardatutti gli ambiti della vita sociale.L'A.I.M.C. è pronta a dare il suo contri-buto di riflessione e di azione chiaman-do a un discorso di comunione tutte leassociazioni laicali e il clero diocesanoper rilanciare la missione della chiesasopratutto verso le giovani generazioni.

Pellegrino De MarcoPresidente sez. A.I.M.C.

Avellino

L'Associazione Italiana Maestri Cattolici e il senso di un convegnogesù Maestro affida alla chiesa la cura del bene delle persone, nella prospettiva di un umanesimo integrale

Finalmente una vocechiara, molto chiara:

Mons. Luigi Barbarito hapubblicato l’altro giornosul nostro settimanale ilsuo pensiero a propositodella controversa rifor-ma dell’Università, in unarticolo di prima pagina,dal titolo “Quale

Università?”, che veramentemerita un’attenta lettura e soprattut-to un approfondito studio delle verità,che il Nostro enuncia.Nel citato saggio, riemergono i valoriautentici della cultura, nella concezio-ne tradizionale, che noi conserviamogelosamente in noi stessi, contro ideepositivistiche, relativistiche e materia-listiche. Questi valori vanno oggi, spe-cialmente, molto meditati ed accura-tamente consacrati nel rinnovatopatrimonio personale delle riflessionidi ciascuno di noi, giacchè, a dire ilvero, questi stessi valori, perenni eduniversali, erano stati un poco, nonsolo sottaciuti, ma anche lasciati per-dere nell’oblio dei tempi, causa questalacerante della virtù, della genuinità edella spontaneità dei sentimenti e

degli ideali.E’ vero quanto Mons. Barbarito affer-ma: “La funzione storica delleUniversità è sempre stata quella diessere innanzi tutto a servizio dellaverità, della ricerca e approfondimen-to di quei valori e principi che nobilita-no l’uomo, gli danno il senso della sua

origine e del suo destino e la maturitàdel pensiero e del carattere…”Meditando con scrupolosa partecipa-zione d’intenti su queste emerite con-siderazioni, si perviene inevitabilmen-te anche all’altro più famoso broccar-do, oggi, purtroppo non più in auge,quello cui fa riferimento il presente

articolo, ossia alla concreta possibilitàdi un felice ritorno a più numerosicenacoli di cultura, perché si possa,con l’aiuto di essi, meglio superare leincombenti difficoltà esistenziali.L’uomo, infatti, secondo gli auspici diun tempo ed oggi resi ancor più effi-caci dalle nuove e pressanti contin-genze, deve tendere sempre meglioal suo effettivo miglioramento, nontanto solo sul piano economico, con-quistando lauti benefici e posizioniredditizie, ma quanto principalmentesu quello più spirituale del godimentodi un’ampia conoscenza della verità,per il superamento, con libera deter-minazione, di barriere, angolosità eristrettezze di ogni sorta, che un'insuf-ficiente e scarsa cognizione del sape-re necessariamente comporta. Ognirinnovato cenacolo, così come ognicostituita Università, si propone diconfigurare al meglio e con massimachiarezza tutto il complesso delle cer-tezze e delle credenze, religiose emorali, teoretiche e politiche, socialied economiche, ancorchè scientifichee tecniche, quali le migliori disposizio-ni intellettive esistenti nella nostranatura e nella nostra storia pluriseco-

lare, a perfetto e completo nostro ser-vizio.Kant mette la cultura a base della suadottrina della virtù; essa produce,sostiene il nostro filosofo, in ogni esse-re ragionevole l’attitudine a realiz-zare i migliori fini nel miglior modopossibile.Orbene, sia le Università, sia i cenna-ti cenacoli di cultura dovrebbero, per-tanto, perseguire nella realtà socialecontemporanea questi predetti identi-ci percorsi non più in maniera faziosaed unilaterale, ma in una nuova visio-ne, generale ed universale, di convin-ta accettazione, ovvero di coscienteapertura indistintamente a tutti gliapprofondimenti, da quelli della scien-za e della tecnica, con le annessesplendide ricerche, a quelli più conge-niali alla natura dell’uomo, nel loroclassico significato di unici strumentiidonei a conseguire la completa for-mazione umana, perché possiamocosì assurgere tutti insieme a degniosservanti della cultura, nella speran-zosa consapevolezza di superare,almeno in parte, la sua formidabilecomplessità.

Il cenacolo di cultura esiste ancora?

Mario

Di Vito

la cultura realizza i migliori fini nel miglior modo possibile

Gesù Maestro

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726 febbraio 2011Il PonteIl Ponte

L’adozione dei minoripassa per la cosid-

detta dichiarazione diadottabilità, contenutain una sentenza con cuiil giudice prende attoche ci sono le condizioni

per l’inserimento del bambino inun’altra famiglia. In particolare,questa decisione passa per la verificadella situazione del minore nellafamiglia di provenienza, cioè in quel-la naturale. Questo perché la norma-tiva in materia attribuisce al minore ildiritto di crescere ed essere educatonella propria famiglia naturale, con-siderandola l'ambiente preferenzialeper garantirne lo sviluppo psicofisicoe mira a garantire tale diritto attra-verso la predisposizione d'interventidiretti a rimuovere, ove possibile, l'in-sorgere di situazioni di difficoltà e didisagio che possano compromet-terne la crescita. Infatti la nostra Costituzione indical'obbligo (prima ancora che il diritto)dei genitori di educare, istruire, man-tenere i figli, e il principio costi-tuzionale trova riscontro nel codicecivile, dove si precisa che i genitorihanno il dovere di mantenere,istruire ed educare la prole, tenen-do conto delle capacità, delle incli-nazioni naturali e delle aspirazioni deifigli. E' necessario quindi da un latotrasmettere al minore, con l'edu-cazione e l'istruzione, i valori neces-sari per fargli progressivamenteacquistare le capacità e posizioni pro-

prie di ogni membro della collettività:a svolgere tale alta e delicatissimafunzione la famiglia non è lasciatasola (vi sono altri soggetti istituzion-ali: ad es. la scuola); essa hacomunque un ruolo preminente edinsostituibile. Ma è pure indispens-abile provvedere anche finanziaria-mente al soddisfacimento dei bisognidel minore e alle sue esigenze dicrescita: si tratta evidentemente diun compito assai complesso ed arti-colato, ben più ampio di quella mini-ma prestazione di cure che serve amantenere in vita il soggetto.Va precisato che solo all'interesse delminore deve farsi comunque riferi-mento; non si sanziona il comporta-mento del genitore, ma ci si devepreoccupare esclusivamente dieliminare le conseguenze che tale

comportamento determina opotrebbe determinare sullo sviluppopsico-fisico del fanciullo. Dunque, ovela situazione familiare fosse tale dacompromettere in modo grave e irre-versibile tale sviluppo, si dovrebbefar luogo ad adozione. Non alla figu-ra di un minore astratto, né a tutti iminori di quell'età o di quell'ambientesociale ci si dovrà peraltro richiamarema a quel minore particolare, con lasua storia, il suo "vissuto", le suecaratteristiche fisiche e psicologiche,la sua età, il suo grado di sviluppo (omeglio le potenzialità, le possibilità disviluppo).L'esigenza è dunque sempre lamedesima: garantire una crescitaarmonica e compiuta del fanciul-lo. L'adozione presuppone unasituazione grave ed irreversibile

(laddove il giudizio di gravità ed irre-versibilità va fatto con riferimento allaposizione del singolo minore).Al riguardo è compito dei servizisociali non solo rilevare le insufficien-ze della famiglia naturale del minore,ma soprattutto concorrere arimuoverle ove possibile con inter-venti di sostegno. La situazione diabbandono, presupposto necessarioper la dichiarazione dello stato diadottabilità del minore, comportandoil sacrificio dell'esigenza primaria dicrescita in seno alla famiglia biologi-ca, è configurabile solo quando siaccerti che la vita offertagli dai geni-tori naturali sia inadeguata al nor-male sviluppo psico-fisico così da fareconsiderare l’uscita dalla famiglia diorigine lo strumento necessario perevitare al minore un più gravepregiudizio. In ogni caso, l’entrata afar parte di un nuovo contestofamiliare deve assicurargli assisten-za e stabilità affettiva, dovendosiconsiderare per "situazione di abban-dono", oltre al rifiuto intenzionale eirrevocabile dell'adempimento deidoveri genitoriali, anche unasituazione di fatto obiettiva delminore, che a prescindere dagliintendimenti dei genitori, impediscao ponga in pericolo il suo correttosviluppo psicofisico, per il non transi-torio difetto di quell'assistenza mate-riale e morale necessaria a tal fine.La valutazione dei giudici deve alloratenere conto del fatto che i genitorinaturali - nonostante lodevole

collaborazione e disponibilità – nonriescano ad assicurare ai bambiniadeguata assistenza.Non possono rilevare, invece, a talfine le anomalie caratteriali e lepatologie dei genitori, ove non siadimostrato da dati obbiettivi che essene determinino l'incapacità non tran-sitoria a svolgere i loro compiti geni-toriali assicurando al minore le con-dizioni per un normale sviluppo.Un caso esemplare di questo tipo,che ha portato giustamente alladichiarazione di adottabilità da partedel giudice, è quello di un bambinoche veniva messo a letto vestito,lavato adeguatamente solo ladomenica, alzato all'ora del pranzosenza avere fatto colazione: ciò erastato oggetto di accertamenti deglioperatori dei servizi, i quali avevanoriscontrato a loro volta gravianomalie nel modo di alimentarlo edevidenti limiti cognitivi nei genitori,incapaci di comprendere i problemidel figlio, nato prematuro e bisog-noso di particolari cure. Solo dopoche il tribunale aveva disposto l'inser-imento del minore in comunità ediniziato il procedimento per ladichiarazione dello stato di adottabil-ità, si erano verificati miglioramentisia nella deambulazione sia nel lin-guaggio, dovuti a stimoli assenti nel-l'ambiente familiare, mentre per-manevano altri gravi limiti non perti-nenti all'età.

* dottore in Diritto Canonico

La rubrica - La famiglia nel diritto a cura di Enrico Maria Tecce*

Iteso¬ri della terra in quanto corrutti-bili e perdibili non possono costituire

la totalità dell’esistenza umana. L’uomonon potrà mai realizzarsi solo con i benidi questa terra perché sono in sé finiti esoggetti a svanire. L’accentuata preoccupazione di accu-mulo e l’attaccamento ai beni materia-li impediscono l’orientamento del“cuore” dell’uomo verso i beni celesti e,soprattutto, minacciano di renderloschiavo delle stesse ricchezze. Ognunoorienta il suo cuore, la sua intelligenzae quindi se stesso verso il proprio teso-ro. Un “tesoro” bisogna sempre averlo,solo occorre saperlo scegliere. Chi siaffida ad un bene transitorio e fallibile,rischia di giocarsi la propria tormentataesi¬stenza per un nonnulla. Gesù esor-ta, perciò, a convertire i beni della terrain valori più duraturi. I tesori in cielo siammassano con le opere di misericor-dia, cioè “disperdendo” più che accu-mulando i beni della terra. Donare, inquesto caso, non è perdere, ma acqui-stare “veri tesori” per l’eternità. La sicu-rezza che l’uomo cerca per la presenteesistenza, si converte in una sicurezzaincrollabile per la vita futura.

Il punto cruciale dell’insegnamento diGesù in questo brano del Vangelo èdove dice: “Non potete servire a Dio ea mammona” che fa da inclusione(figura retorica molto usata da Matteo)con “Cercate prima il regno di Dio e lasua giustizia e tutte queste cose visaranno date in aggiunta”.“Mammona” è il dispregiativo di unaparola molto conosciuta e usata:“Amen”. Amen indica la certezza, laverità, la solidità della cosa o di colui acui fa riferimento. Plasticamente l’amenindica la roccia sicura a cui il naufragosi aggrappa per la salvezza della pro-pria vita.Per Gesù la ricchezza, i beni di questomondo diventano “false sicurezze”(mammona), che non portano allavera salvezza. Il ricco non si salva, per-ché ha posto la sua salvezza nei beniterreni, escludendo la salvezza donatada Dio. Ecco perché Dio e “mammona”sono in contrapposizione. Se ci si mettea servizio dell’uno, non si può essere aservizio dell’altra e viceversa.Per Gesù la vera sicurezza la si trovanel ricercare il “Regno” e nel viverenella sua logica; “la sua giustizia”,appunto, nel mettere in pratica la“nuova legge” del Vangelo, del Regnodei Cieli.Per dimostrare ciò che va dicendo,Gesù, in modo molto poetico ed idillia-co, fa riferimento alla realtà tanto vici-na e tanto conosciuta dal suo ascolta-tore. Egli descrive un paesaggio incan-tato ed affascinante: i voli degli uccellidisegnano nei cieli trame mobili di luce,nelle campagne spuntano gigli, il

deserto è chiazzato da distese d’erba,le varie stagioni sono convocate quasiin una serie di quadretti miniati, dallasemina alla mietitura, mentre un gran-de falò autunnale si leva verso il cielobruciando le sterpaglie e le erbacce;sfila, intanto, un corteo solenne in cuibalena lo splendore dell’abbigliamentodi un re, Salomone.E sotto questo sguardo dolce e appas-sionato Gesù invita a contemplare e adavere fiducia: “Non affannatevi... IlPadre vostro celeste sa di che cosaavete bisogno”.Non è, però, l’invito all’immobilismo o alfatalismo disimpegnato. Non è neppu-re un luogo comune ecologico, néun’isterica reazione contro il progressonecessario all’uomo che da Dio è statoposto sulla terra non solo per “custodir-la”, ma anche per “coltivarla”, comeammonisce il libro della Genesi. Non si deve qui immaginare i nostrigigli opulenti con le loro forme solennied il loro profumo intenso, bensì pensa-re all’anemone rosso, il fiore orientaledell’amore. è questo per eccellenza ilfiore del Cantico dei cantici: “Io sono ungiglio delle valli... un giglio tra i cardi....Il mio amato pascola il gregge tra igigli... I tuoi seni sono come due cer-biatti che pascolano tra i gigli... Il mioamato è sceso nel suo giardino acogliere i gigli”. Che poi il suo coloredominante fosse il rosso appare dalconfronto che l’autore del Cantico fa trale labbra dello sposo ed il giglio palesti-nese: “Le sue labbra sono gigli...”.Anche Gesù pensa certamente a que-sto anemone rosso perché il suo pen-

siero corre subito al manto regale diSalomone: “Vi dico che neancheSalomone con tutta la sua gloriavestiva come un giglio dei campi”.Questa attenzione amorosa di Gesùai fiori ed alla natura ripropone ancheun tema particolarmente caro ainostri giorni, quello dell’armonia trauomo e creato, armonia spesso incri-nata dall’egoismo industriale, dallasuperficialità e dalla volgarità consu-mistica. Inquinare, scardinare i ritmidella natura, spezzare la trama deglielementi cosmici, ferire il creato,disprezzare la materia sono atti disfida al Creatore e alla fine degrada-no il livello stesso dell’esistenzaumana. Non è questione di semplice,anche se necessaria, poesia: nellasalvaguardia ecologica del mondo èposto lo stesso futuro dell’uomo!

“Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. a ciascun giorno basta la sua pena”

La liturgia della Parola: VIII Domenica del Tempo Ordinario

Vangelo secondo Matteo (6,24-34)

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perchéo odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Nonpotete servire Dio e la ricchezza.Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita,di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; lavita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo:non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celesteli nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allunga-re anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate comecrescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neancheSalomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’er-ba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi,gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Checosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani.Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, ilregno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non pre-occupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascungiorno basta la sua pena».

Vorrei che il mio tesoro fossi tu,o Maestro divino!

Vorrei sapere gestire con parsimoniae beato distacco i beni che possiedo.

Vorrei scegliere di servire te, o vero Dio,e non credere di trovare le mie sicurezzein quegli averi che narcotizzano lo spirito.

Vorrei guardare la natura da te creatacon l’innocenza dei puri,

per scorgere in essa i segni del tuo amore.Sapere che se hai cura degli uccelli del cielo,

dei gigli e dell’erba del campo,non puoi trascurare noi tuoi amati figli.

Donami, o Provvidenza del Padre,di cercare in modo vero il tuo Regno,

e viverne la sua illuminata e pacificante logica,così da poter essere liberi da “mammona”

per servire, sempre e solo, teunico ed eterno Signore.

Amen, alleluia!

Sei tu il mio tesoro

p. Mario Giovanni Botta

Vangelo

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8 26 febbraio 2011 Il PonteIl Ponte

L’EUROPA “BOCCIA” SEI SOSTANZE

TOSSICHE... MA DAL 2015!

MEDICINA E SALUTE a cura di Gianpaolo Palumbo

Gande rilievo, anche sulla stam-pa, alla notizia che l’Unione

Europea ha finalmente bocciatosei sostanze tossiche che erano“sub iudice” dal 2003.In testa al “gruppo” ci sono i ftala-

ti, seguiti da: musk xylene, mda e hbccd.I ftalati vengono prodotti nella misura di400.000 tonnellate annue, sono noti fin daglianni 20 e dagli anni cinquanta in poi hannoavuto il booom di prodizione, quando è statoimmesso sul mercato il pvc. Proprio il PVC è ilmateriale plastico più diffuso ed attraverso iltrattamento con i ftalati, le molecole del poli-mero scorrono le une sulle altre per migliorarela flessibilità e la modellabilità degli oggetti incostruzioneSembrano nomi impossibili pure a pronuncia-re in cui è raro imbattersi, invece, le troviamoe le tocchiamo ogni giorno, qualsiasi sia ilnostro lavoro. Si tratta di prodotti di larghissi-mo consumo e che sono contenuti nei deodo-ranti ambientali, nei detersivi, nei detergenti,negli ammorbidenti, nelle vernici, nelle pelli perle borse e le scarpe, nelle colle adesive, neimateriali plastici, nelle gomme e nell’inchiostri

delle stampanti. In pratica in tutto ciò che cicirconda.La sospensione della UE viene dettata dallanecessità di eliminare sostanze dannose perl’uomo e l’ambiente e deriva dalla regolamen-tazione dell’organismo europeo di salvaguar-dia il cui acronimo è REARCH ( Registration,Evalutation, Authorisation ad Restriction ofChemical substances).Tutte le sostanze citate, dannose per l’uomo el’ambiente sono state messe al bando entro il2015. A questo punto la domanda sorge spon-tanea: se sono state etichettate come perico-lose per il genere umano e considerate, inparte, cancerogene, perché si è intrapresa lastrada dolce per eliminarle dalla circolazionecon tutto il comodo di questo mondo? La rispo-sta è quella di non ulteriormente aggravare lacrisi economica di cui solo adesso si iniziano avedere i primi risultati positivi.Queste sostanze sono lasciate in commercioper altri quattro anni, invece di ritirarle da tuttii mercati con grande sollecitudine.La polemica più accesa è sui deodoranti per

ambienti, che hanno un vastissimo mercatonegli Stati Uniti. Questi spray rinfrescano la

casa, dissolvono gli odori ed in particolarequelli di fumo e fritture, però non promettononulla di buono per quanto riguarda la salutedell’umanità. La settimana scorsa il NDRC (NationalResources Defense Council), organismo statu-nitense di alto impegno nella lotta alle sostan-ze nocive, ha pubblicato i test sui 14 deodoran-ti più utilizzati ed hanno scoperto che 12 su 14contengono i ftalati chiamati recentemente in

causa per l’insorgenza di cancro e deformazio-ni degli apparati sessuali nei bambini. Tutti i 14prodotti sul mercato da tempo sono dichiaratidalle aziende produttrici, “naturali e “privi diprofumazione”.Chiarezza sull’argomento non esiste, almomento, ma esiste uno studio su topi dilaboratorio che utilizzano ftalati e che parlanodei danni renali, ai polmoni ed al fegato.L’Istituto Superiore di Sanità, oggi in Itala, con-danna gli ftalati perché provocherebbero ilcancro. La scoperta dell’equipe italiana guida-ta dalla Prof.ssa Tarascio studia le malattie raree proprio una di queste: l’epatoblastoma, untumore raro e grave che sarebbe da rivelarsilegato alla esposizione ai ftalati, gli ammorbi-denti più conosciuti della plastica.L’Istituto svizzero di ricerca innovativa da diecianni è impegnato nella correlazione tra lesostanze sospese entro il 2015 dall’Europa edil cancro, il diabete.Le malformazioni sonostate ampiamente studiate e gli scienziatihanno stabilito la correlazione tra questemalattie e la presenza in tantissimi oggetti checi circondano di ftalati. Anzi si sono aperte altre

possibilità affinchè le sostanze chimiche inquestione vadano sotto processo anche per lenascite premature e per lo sviluppo del senonelle ragazze nell’adolescenza.Nonostante tanti studi e tutto quello che abbia-mo riportato, in Europa si dorme: altri quattroanni di inquinamento Nel frattempo i nostriorganismi, le nostre case e le nostre cittàdiverranno sempre più preda dei ftalati.

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926 febbraio 2011Il PonteIl Ponte

Nulla è paragonabile al dolore che prova un genitore all'insorgere di unapatologia fisica o psichica che accompagnerà per tutta la vita (ma non

sempre) il proprio figlio, particolarmente quando le conoscenze, le tec-niche e i mezzi, per contrastarla o contenerla, sono ancora limitati. Taleaccadimento sconvolge inesorabilmente tutti i progetti che la coppia haelaborato rispetto al proprio presente e futuro. Vanno messe in camponuove risorse motivazionali, relazionali e sociali. Non sempre i coniugiaccettano questa nuova ed inattesa realtà familiare. Così si esprime ungenitore “sono trascorsi sei mesi dalla diagnosi di autismo al nostro bam-

bino e da allora siamo come paralizzati, chiusi al mondo, per capire, approfondire i tanti per-chè di questo accadimento che ha sconvolto la nostra vita di coppia e di singole persone.Siamo tanto confusi. Chi può aiu-tarci?”Il medico di famiglia, senza ombradi dubbio, è la figura primaria ecostante di riferimento, che viaccompagnerà, come famiglia,sempre, come guida consapevoledi un percorso non facile. Altrarisorsa che va assolutamente valo-rizzata è la fiducia in se stessi, ècredere che l'amore può più dellamalattia. Gli altri, che hanno giàvissuto tale dolorosa esperienza,costituiranno un altro notevole rife-rimento, persone a cui poter sere-namente chiedere aiuto sia per unsostegno psicologico, sia per assu-mere preziose informazioni. A tal fine è attiva in Avellinol'ASSOCIAzIONE PIANETAAUTISMO, composta da tuttigenitori di bambini autistici.Per quanto attiene la sfera stretta-mente clinica e riabilitativa ci si puòrivolgere al Centro Australia doveopera una équipe specializzatadell'ASL di Avellino. Ultima e fonda-mentale risorsa è aprirsi alla socia-lità, permettere al bambino di rice-vere costanti stimoli, che suscitanoemozioni e affettività, linfe vitali dicui anche noi avvertiamo il bisogno, per sentire il piacere della vita.

L'amore, più forte dell’autismo

L' Angolo del consulente familiareA CURA DI PAOLO MATARAzzO

La settimana scorsa ci siamolasciati con l’interrogativo

dei molti arrivi a Lampedusa,isola italiana che si trova nelbel mezzo del “mare nostrum”,come lo definivano gli antichiromani tra la Sicilia e la Tunisia.Uomini, donne, bambini lascia-no i loro luoghi nativi per anda-re altrove, per trovare la sicu-

rezza del cibo, del lavoro e la volontà di poter cre-scere i propri figli assicurando loro i diritti fonda-mentali per ogni uomo. Questa è la speranza e ilsogno di ogni essere costretto ad emigrare.Lasciano le proprie case spesso per le condizioni diestrema povertà, per i continui conflitti che nonpermettono più di vivere nel paese dove sono natie si parte verso un futuro migliore affrontando idisagi più impensabili. Si mettono in viaggio spin-ti da questi bisogni e desideri essenziali come lafame, la sete, il lavoro, la salute, il benessere:rimane poi solo la speranza di voler realizzare i

propri sogni. Il Mediterraneo è la linea diconfine tra noi e l’Africa dove giornalmen-te arrivano barconi carichi di uomini edonne in cerca di una vita nuova nono-stante gli sforzi delle nostre forze dell’ordi-ne di frenare all’origine questa immigra-zione. Ma non è solo il mediterraneo lameta degli immigrati verso il vecchio con-tinente ma anche la Turchia e la Greciavengono investiti da questo fenomeno;soprattutto chi arriva dall’Afghanistan,Pakistan, Iran e Iraq. Molti abitanti delMaghreb giungono in aereo ad Istanbul(Turchia) con un regolare permesso disoggiorno e poi attraverso il mar Egeopassano in Italia. I Somali e gli Eritrei pas-sano dallo Yemen attraverso l’ArabiaSaudita, il medio oriente e la Turchia. Unaltro passaggio è attraverso lo Stretto diGibilterra, un piccolo tratto di mare sepa-ra il Marocco dalla Spagna, dove i ragazzimarocchini arrivano nascondendosi nei tirstracarichi di merci. Poi ci sono i ragazziventosa che si infilano sotto la pancia degliautomezzi per eludere i controlli della poli-

zia che sono blandi e così ogni giorno possono par-tire decine e decine di ragazzi verso la Spagna.Oltretutto per sfuggire ai controlli , molti si infilanouna busta di plastica in testa per non essere inter-cettati da uno strumento in dotazione alle forzedell’ordine che viene passato sotto i tir per rileva-re il respiro umano. Con il sacchetto in testa è faci-le sfuggire ai controlli ma se questi si protraggonoa lungo c’è la probabilità di rimanere soffocati. Aqualche Km dal porto di Tangeri si trova una citta-dina agricola dove transitano trattori e furgoni gre-miti di braccianti, diretti verso i campi di aranceclementine di cui la zona è ricchissima. La Chiesafrancese, attraverso i suoi missionari, si occupa daanni dell’emergenza immigrazione e tra le varieiniziative c’è un piccolo laboratorio artigianale dovesi impara a lavorare il legno per fare anche dellevere e proprie sculture. Così alcuni giovani desisto-no dall’idea di immigrare e trovano, in questa cittàmarocchina, i loro sogni per una vita sicuramentepiù serena grazie ai missionari francesi.

SOLIDARIETà SENZA CONFINI

Pasquale de Feo

SOGNANDO ATTRAVERSO IL MEDITERRANEO

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10 26 febbraio 2011 Il PonteIl Ponte

La conversione, cosìcome la sperimenta,

la propone nella suamissione e la considerateologicamente GerardoMaiella, è un camminodi fede e di amore, ispi-

rato da Dio. La fede sicompie nell’amore.

L’amore è la perfezione dellafede.Con la fede l’uomo riconosce di esse-re figlio di Dio e, come figlio, è spintoad andare verso il Padre, per confes-sare umilmente il peccato che lo hagettato in una condizione di vitamiserabile, prossima alla morte.E’l’avvio della conversione. Ma l’an-dare del figlio mira ad abbracciare ilPadre, anzi ad essere abbracciato dalPadre lungo una via, sulla quale ilfiglio cammina e il Padre corre.L’incontro con il Padre, nello SpiritoSanto, per mezzo del Figlio eternoincarnato, è un incontro con Personedivine, la cui vita intratrinitaria è unareciproca circolazione d’amore.L’amore, prima ancora che uno deitanti attributi, è l’essenza più profon-da che identifica Dio nella sua verità,nella sua perfezione, nella sua vitaintima, nei suoi rapporti con il creato,nel suo porsi con gli uomini e nel suoagire per il loro bene e la loro salvez-za. “Dio è amore”: rivela l’apostoloGiovanni, nella sua prima Lettera(4,16). Allora l’uomo, se con lafede va verso Dio, che con la suagrazia gli corre incontro per sol-levarlo dalla melma di male, incui è sprofondato, solo nell’amo-re può abbracciare Dio ed essereabbracciato da Lui. E’ ancora SanGiovanni a illuminarci su questa veri-tà: “…l’amore è da Dio, e chiunqueama è nato da Dio e conosce Dio.Colui che non ama non ha conosciu-to Dio, perché Dio è amore” (4,7-8).Ecco, quindi, che la fede sfocia nel-l’amore, che “non verrà mai meno”(1 Cor.13,8).Nel Regolamento, Gerardo Maiellacosì espone i suoi Desideri: “Amareassai Iddio. Unito sempre a Dio. Fartutto per Dio. Amare tutto per Dio.Conformarmi sempre al suo santovolere. Patire assai per Dio”. Sullabase di questi desideri, che si attua-no nel suo cammino di conversione enella sua esperienza di santità,Gerardo può manifestare a SuorBattista della SS.Trinità, in una let-

tera senza data, la certezza a fonda-mento di tutta la sua vita: “…il centrodel vero amore di Dio consiste intutto ad essere data a Dio e semprein tutto ad essere conformata al suodivino volere e in colà fermarsi pertutta l’eternità”.Proprio l’amore di Dio consentedi amare tutti gli altri di veroamore. A tal riguardo, Gerardo indi-rizza queste stupende parole aIsabella Salvadore, in una letterasenza data: “Figlia mia cara, non vipotete immaginare quanto v’ amo inDio…Ma sappiate, figlia benedetta,che il mio affetto è purificato da ogniardore di mondo. E’un affetto diviniz-zato in Dio. Vi replico dunque che iov’amo in Dio, non fuori di Dio; e sel’affetto mio uscisse poco poco fuoridi Dio, sarei un tizzone d’inferno. Ecome io amo voi, così amo tutte lecreature che amano Dio; e se iosapessi che una persona amasse mefuori di Dio, da parte del mio Signorela maledirei, perché il nostro affettodeve essere purificato in amare ognicosa in Dio e non fuori di Dio”.L’amore in Dio è la verità dell’amore.Un amore fuori di Dio è un amoreapparente, senza sostanza, le cuipiacevoli sembianze presto decado-no o, ancora peggio, celano egoismiantiumani.Si è già rilevato che l’amare Dio, peramare tutti in Dio, è un processosenza fine perché senza fine è l’amo-re divino, nel quale si immergel’amore umano. Ma questo “senzafine” è pur sempre l’attrazione el’aspirazione di un amore finito qualesolo può essere quello di una creatu-ra finita come l’uomo. Ciò comportache il dinamismo dell’amore umanoin Dio, mosso dall’amore divino versol’uomo, avanzi per gradi, via via piùelevati, sino a giungere a un traguar-do ultimo, almeno in questa vita, aduna fine che è “senza fine”.Prendendo in prestito un’espressio-ne, che San Tommaso d’Aquinousa a proposito del peccato controDio: “quandam infinitatem habet”(Summa Theologiae, III, q.1,a.2,ad2), e adottandola per contrapposizio-ne, potremmo dire che anche l’amo-re dell’uomo in Dio “quandam infini-tatem habet”.La teologia, anche sulla scorta del-l’esperienza di grandi mistici, daSanta Teresa d’Avila a SanGiovanni della Croce, da San

Francesco di Sales allo stesso SanTommaso d’Aquino, ha cercato diindividuare i gradi ascetici e misticiche innalzano l’amore finito dell’uo-mo al suo “senza fine”in Dio. L’ultimatappa del cammino di elevazione,che è pure l’ultima tappa del cammi-no di conversione, è detta con diver-sa terminologia: “unione trasfor-mante”, “matrimonio spirituale”,“unione consumata”, “deificazio-ne”. Questo traguardo, chesegna l’ormai esiguo confine trala vita terrena e la beatitudineeterna, si caratterizza per l’im-missione permanente dell’aman-te in Dio nella eterna circolazioned’amore trinitario degli Amantidivini, che trasforma, per parteci-pazione, l’amante negli amatiAmanti che lo amano.Gerardo Maiella ha attinto a questotraguardo, che molti santi bramano,ma non molti raggiungono? Non sor-gono dubbi quando si legge questaconfessione di Gerardo: “Dio solo simerita di essere amato. E comepotrò vivere se manco al mio Dio?Hai! Bisogna che dia freno alla pennae viva sepolto nel silenzio. E colàriposarmi in eterno riposo di liquefa-zione. O inesplicabile Divinità, parlatu per me, chè io non posso” (Letteraa madre Maria di Gesù, senza data).La trasformazione d’amore in unionecon Dio è, per Gerardo, una “lique-

fazione”. Quando si tocca questaaltezza vertiginosa della liquefazionein Dio, le labbra del santo si rinserra-no. L’orazione suprema è il silen-zio. Parla solo Dio e, per questaParola il santo si inabissa nell’Amore,che è pienezza della sua felicità eperfezione totale del suo essere tra-sformato.Una prova ulteriore che Gerardo sisia “liquefatto” in Dio, ci viene offertada lui stesso, quando scrive in un’al-tra lettera, senza data, a madreMaria di Gesù: “…mi veggio tuttoabbattuto e in un gran mare di con-fusione: quasi vicino alla disperazio-ne. Mi credo che per me non vi è piùDio, e la sua divina misericordia èfinita per me”. E’ possibile che unsanto, così pieno di Dio, possa pro-nunciare queste parole, proprie di undisperato o di un ateo? Ebbene, sì.Anzi, tali parole sono la garanzia, lacertificazione di una santità che cam-mina spedita verso il suo ultimo tra-guardo.Per tentare di capire questo parados-so, bisogna, attraverso la fede, guar-dare l’itinerario di conversione con gliocchi di Dio, nei ridottissimi recessilasciati dall’incomprensibilità delmistero. La verità della conversio-ne è che essa è guidata dalloSpirito di Dio. La fede, come affer-ma l’Angelico Dottore, si diparte “eximperio voluntatis sub motu gratiae”

(Summa Theologiae, II-II, q.2, a.9).La volontà dell’uomo non ha in séla potenza e l’energia di avvicina-re Dio, se non è mossa dalla gra-zia dello Spirito. Ora, Dio, che chia-ma tutti alla conversione perché tuttisono suoi figli, correndo, come ilPadre della parabola, verso il figlioperduto, appena questi accenna daLui a ritornare “ex imperio voluntatissub motu gratiae”, man mano che siapprossima, lo illumina di luce piùvivida e lo arricchisce delle virtù e deidoni del suo Spirito. Il figlio, inondatodi luce e di grazia, scopre le sue tanteimperfezioni, acuite dalla contempla-zione delle perfezioni assolute di Dio.Allora, proprio al culmine del suocammino, avverte come incol-mabile la distanza tra la pochez-za del suo amore, misurato dalsuo essere finito, e la grandezzadella misericordia, sgorgantedall’amore senza misuradell’Essere infinito. Allora, è assa-lito dal tormento di non poter piùraggiungere l’Irraggiungibile.Allora, naufraga “in un granmare di confusione” e si dispera,torturato dal pensiero che per lui“non vi è più Dio”.Sempre nella prospettiva “degli occhidi Dio”, la conversione esige una con-tinua purificazione, necessaria percelebrare la festa dell’incontro traPadre e figlio. Il figlio deve preparar-si ad indossare “la veste più bella” edil Padre si riserva il compito maggio-re nel lavare il corpo lordato del figlioe nel versarvi profumi, per purificar-lo. Il cammino di conversione è dis-seminato di tante purificazioni, perogni grado di santità. L’ultima purifi-cazione, largita alla santità eccelsa, èanche la più dolorosa, è quella della“notte dello spirito”, in cui le tene-bre della disperazione e del “senzaDio” oscurano il cammino poco primadel suo traguardo di trasformazione edi “liquefazione”. Gerardo Maiella ha attraversato que-sta notte, superandola per una gra-zia speciale di Dio, “per un eccesso dicarità”: “Io per me altro non possodire che, la carità usata verso di me,sia il renditore il sangue di GesùCristo, unito con li dolori di Maria”(Lettera alla Madre Suor Maria diGesù Cristo Salvatore, 17 dicembre1751).

(quinta ed ultima parte)

San Gerardo Maiella e la teologia della conversione

Michele

zappella

Quando si tocca l’altezza vertiginosa della liquefazione in Dio,

le labbra si rinserrano e il silenzio diviene orazione suprema

La conclusione delpasso evangelico di

Matteo della quintadomenica del tempoordinario offre, conchiarezza, luce edorientamento, un per-corso di impegno

sociale e politico per icristiani laici impegnati

nella sfera del volontariato, neglispazi di testimonianza cristiana, nellacomunicazione di ispirazione cristia-na: «Voi siete la luce del mondo; nonpuò restare nascosta una città chesta sopra un monte, ne si accendeuna lampada per metterla sotto ilmoggio, ma sul candelabro, e così faluce a tutti quelli che sono nellacasa.» Da dove cominciare, cidomandavamo, qualche giorno fa,con un caro amico – autorevole testi-mone e scrittore di ispirazione cristia-na -. Dopo varie ipotesi di partenza,sui giusti binari, alla fine, ci siamo datiun momento di riflessione prima didelineare un percorso condiviso con ilnostro Vescovo e con i fratelli e lesorelle della Consulta Diocesana delleAggregazioni Laicali della diocesi diAvellino. Frattanto maturavo in meuna consapevolezza sofferta: èurgente ascoltare il popolo in questo

momento di diffuso smarrimento.Ascoltare nel senso di accogliere,convinto che chi è smarrito deveinnanzitutto avvertire il calore e lafiducia della condivisione della suaattuale condizione umana, dei suoistati d’animo, del suo deficit di auto-determinazione e di protagonismo.Non basta l’attenzione ai bisogni perdare ad essi una risposta in cambio diun consenso. Occorre imparare daglialtri, specialmente dai più piccoli e daipiù poveri, per uscire dalla nebbia ecomprendere se stessi, gli altri, la

società e il mistero dell’uomo.Qualcuno obietta: il popolo oggi hapoco da dire perché è stato manipo-lato dai discorsi dei politici che parla-no senza ascoltare e dai mezzi dicomunicazione di massa di cui essidispongono. E’ vero: una spessa col-tre ricopre le esperienze autentica-mente popolari ed occorre andare inprofondità per scoprirle ed ascoltarle.Per questo quando si invita il popoloa parlare non lo si può fare con ledomande caratteristiche della politicacorrente, occorre cercare i modi di

stimolare le comunicazioni di ciò cheè più profondo nell’esperienza popo-lare. Ascoltare il popolo come azionepolitica: praticando personalmentequesto ascolto, per non essere ipocri-ti, e organizzandolo con gli altri neiluoghi e spazi relazionali del nostroimpegno sociale ed ecclesiale. Maattenzione! Per fare questo occorreverificare quale concetto abbiamo dipolitica. Se è quello oggi corrente diricerca e gestione del potere, inevita-bilmente privilegeremo il parlare etrascureremo l’ascolto, chiuderemola bocca al popolo, cancelleremo ogniresto di cultura popolare, e cerchere-mo di irrorare sempre più il popolocon i nostri discorsi per evitare che nenascano dei suoi: non possiamoingannare Dio, attraverso la suaimmensa eredità che è proprio il suopopolo redento.La speranza, quindi, per il futuro dellapolitica sta nella crescita dellacoscienza politica popolare che lapolitica deve porsi come primo obiet-tivo. Chiunque si interessa di politicasi trova a fare una scelta: o puntaresulla crescita della coscienza politicadel popolo o puntare su quelli chesono considerati grandi con la spe-ranza che esercitino bene il potere.Considerare le due cose ugualmente

importanti è già una scelta sbagliatae illusoria. C’è infatti una forza assaigrande che costringe chi non è dispo-sto a resistere a mettere in primaposizione il potere: è la forza del pen-siero corrente fra quanti si interessa-no di politica e i fatti attuali, italiani einternazionali, possono essere lettifondamentalmente con questa chia-ve di lettura. Puntare sulla coscienzapopolare significa riconoscere il pri-mato dell’ascolto nella politica. Lacondizione, la domanda, le emergen-ze, le speranze dei piccoli e dei pove-ri di cui parla il messaggio evangelicoconfigurano una cattedra della quale,con l’umiltà dell’ascolto bisognaripartire nella Chiesa cattolica e nellasocietà civile per arginare il «disastroantropologico» attuale.La cattedra dei piccoli e dei poveri èun cambiamento interiore profondo,un modo radicalmente nuovo e incerto senso capovolto di considerareciò che è negativo e ciò che è positi-vo nei singoli e nella società. Anchel’azione politica più concreta edurgente – oggi più che mai sbandie-rata - avrà pienamente valore separtirà da un profondo cambiamentodella coscienza popolare.

* Dirigente Nazionale ACLI

Ascoltare il popolo come azione politica

GerardoSalvatore*

Materdomini: Tomba di San Gerardo

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1126 febbraio 2011Il PonteIl Ponte

Internet è arrivatoanche in Africa e gli

studenti, insieme a unparte della classemedia, hanno diffuso ilvirus rivoluzionario. Sisusseguono rivolte inmolti paesi arabi, parti-colarmente cruente in

Libia, dove sembra stia iniziando unavera e propria guerra civile. La situa-zione è in costante evoluzione e inquesti giorni ogni notizia sarà dram-maticamente superata dalle altre nelgiro di poche ore. La crisi dell’attuale modello economi-co e sociale è ormai evidente. La teo-ria dei bisogni non è più solo psicolo-gia, né marketing, è diventata l’eticadistorta di programmi governativiorientati sempre meno ai cittadini esempre più al bilancio di entrate eduscite. Stancamente, vichianamen-te, si ripetono i cicli di creazione edistruzione di ricchezza dimenticandoche la ricchezza è un valore. E unvalore è qualcosa che sta per qualco-s’altro. Si confonde, così, la differen-za tra significante e significato, traforma e contenuto per creare unsenso che sovrasta la sua stessa usa-bilità. E’ un conflitto che si iscrive nel-l’alveo tracciato dalla cartesiana divi-sione di materia e spirito e, per certiaspetti, ritroviamo tale conflitto, nelcorso della storia, nell’onnipresentedivario socioeconomico e culturaletra sud e nord, tra occidente e orien-te. Un divario nelle rispettive visionidel mondo che si pensava superatodalla globalizzazione finanziaria, maè proprio attraverso il turbocapitali-smo che si propaga la forsennata rin-corsa alla realizzazione del desiderio.E il desiderio porta a soddisfare ibisogni secondari una volta soddi-sfatti quelli primari.Le risorse materiali, nel frattempo, siesauriranno e l’accelerazione pro-gressiva del consumo è un treno incorsa con delle stazioni che sembra-no obbligate. La storia ci insegna cheil conflitto è economicamente consi-derato come un’efficace via alla crea-zione, o meglio ridefinizione, di valo-re. Un modello di analisi utilizzato dainostri governi che non sanno piùgestire economie orientate al consu-mo quando il consumo diminuisce. Ilvero problema, però, è costituitodalla rigidità dei modelli interpretatividi analisi e dalla poca efficienza disoluzioni efficaci, ma poco perfor-manti nel tempo. La logica lineare eprogressiva prevede un infinito utiliz-zo e spreco di risorse e una massa diconsumatori che si può creare a pia-cimento, così come si spostano leaziende, dove più conviene. Tra ilaboratori proprio il Nord africa e laCina insieme agli altri paesi poveriche poveri continuano a restare e, inpiù, vedono assottigliarsi il loro patri-monio ambientale. Cosa significa?Significa che, ad esempio, la guerra èsempre stata vista come una soluzio-ne che si inserisce in una ciclicità,però con andamento lineare. Le fri-

zioni tra Iran e Israele e tra Corea delnord e Stati Uniti preoccupavano intal senso, ma erano, comunque,parte di una strategia dipendente davariabili determinate. Le rivolte delmondo arabo, invece, sono variabilipure, assolute e il ruolo delle struttu-re di gestione del potere - e quindidel conflitto – ne è stravolto. Puòanche darsi che tali rivolte servirannoa direzionare il malcontento deipopoli arabi per riorganizzare ilmondo islamico, quello più resistentealle sirene della globalizzazione. Nelfrattempo gli occidentali vedonocadere tutti i regimi loro interlocutorie si preoccupano non della creazionedi democrazia, ma del rapporto e deldialogo con i nuovi interlocutori, chenon sono chiaramente delineati.Saranno i cosiddetti estremisti islami-ci o la società civile riuscirà a espri-mere da subito una classe dirigentein grado di orientare al meglio le giu-ste pulsioni egualitarie delle popola-zioni? E’ importante, in queste rivolte, nota-re che internet, nei paesi non occi-dentali, sembra essere il canale diorganizzazione della protesta. Ma èun’arma a doppio taglio, vista la pos-sibilità di oscuramento e tracciamen-to in mano ai governi. In questi gior-ni, in Cina, sono stati arrestati centi-naia di attivisti solo perché incitavanoalla rivolta on line e tramite internetsono stati localizzati e catturati nelleloro case. Gli internauti, in tutto ilmondo, sono principalmente studen-ti, insoddisfatti dei regimi variamentemascherati e appoggiati apertamen-te o ambiguamente da quegli stessiStati che adesso condannano ferma-mente Gheddafi; oppositori il cuicanale di protesta virtuale non siferma all’indignazione, ma diventarivoluzione. Un malcontento che incasi come la Libia, si innesca sudecenni di dittatura assoluta. Intantola preoccupazione dell’Occidente è lapossibilità delle prime vere migrazio-ni africane e le coste italiane e malte-si sono in allarme. Strategicamentel’Europa nel Mediterraneo ha semprecoltivato rapporti con i regimi norda-fricani e in questo vuoto di potere chesi sta creando la paura è quella delcedimento del fronte libico, un tappoche finora ha frenato le onde didisperati con metodi disumani, bru-tali e illegali. Del resto lo stannodimostrando i bombardamenti suicivili. Intanto le rotte migratorie sta-vano già interessando nei giorni scor-si il confine tra Libia e Tunisia che rap-presenta a detta dell’AISI (i serviziitaliani di controspionaggio) un cana-le di sfogo per la pressione inter-na libica.Quali saranno le conseguenze?L’Italia, in particolare il sud Italia,molto probabilmente assisterà aondate migratorie a cui non è assolu-tamente preparata. La Libia, infatti, èil cuneo verso cui spingono le popo-lazioni non solo del nord ma anchedel centro Africa, gente che vive l’in-ferno sulla propria pelle e che finora

è stata trattenuta dalle forze di sicu-rezza libiche.Le altre conseguenze sono di ordineeconomico, basti pensare alle com-messe di Eni, Finmeccanica, Ansaldoe Impregilo, alle partecipazioni libichein Unicredit, ma anche nella Fiat,nella stessa Finmeccanica, o anchenella Juventus e al fatto che la Libia èuno dei più grandi produttori mon-diali di petrolio, con tutti i rischi inflat-tivi del caso. Il 21 febbraio Frattini(Ansa) annuncia che in Libia “il pro-cesso di riconciliazione nazionaledeve partire in modo pacifico arrivan-do poi ad una Costituzione libica e[….] sottolinea la necessità chel’Europa non interferisca nei processidi transizione in atto nei paesi delnord Africa”. Intanto le notizie filtra-tissime che arrivano sull’improbabileprocesso di riconciliazione, in partico-lare da Bengasi, roccaforte della pro-testa, ma anche da Tripoli con il bom-bardamento della folle inerme non cilasciano ben sperare. Il meccanismo della guerra si èmesso in moto, ma non è quello checi aspettavamo. Sarà una guerra acui non siamo abituati, anzi è unaguerra che è già in atto. Una guerratrasversale, longitudinale. In questaguerra il virus che si diffonde non ètelematico, ma è stato favorito dalladiffusione di informazione, dallacapacità di reazione diffusa. E’ unaguerra che potrà avere effetti impre-vedibili che potrebbero cambiareradicalmente il nostro modello diinterpretazione dei blocchi di potere.Non dimentichiamo che in Africal’India e soprattutto la Cina (con ilsuo appoggio ai regimi più controver-si) sono molto presenti e ci sono altrifocolai di rivolta mai sopiti come ilDelta del Niger, ad esempio.L’instabilità di una intera area geo-grafica potrà creare le premesse perallargamenti della protesta, l’interaAfrica potrebbe accendersi con con-seguenze devastanti per il mercatodelle materie prime e per le multina-zionali che ne utilizzano a piacimentole risorse e che caricheranno le per-dite - come le banche hanno fattocon i bilanci degli stati - sui consuma-tori e lavoratori occidentali.

Rubrica “TERRAVERDECIELOAzzURRO”

RIVOLUZIONI AFRICANE, SCENARI

VirginianoSpiniello

ECO FLASH NEWS DI DAVIDE MARTONE

Italia, rischio multa di 2 miliardi di euro perviolazione Protocollo di Kyoto. Recentementeè stata effettuata un'efficace cura del silenzioda parte di persone che da tempo immemore nonfanno altro che parlare di "futuro verde". Silenziointerrotto da un report dell'organizzazione non

governativa londinese Sandbag. Secondo l'Ong inglese, dal2008 il Governo italiano avrebbe concesso un condono di 2,5miliandi di euro alle maggiori compagnie energetiche priva-te (tra cui Eni, E.On, A2A) di modo che potessero produrre e, diconseguenza, inquinare di più – anche oltre i limiti imposti dalProtocollo di Kyoto, i cui firmatari dovrebbero ridurre le emissio-ni di CO2 dal 20% attuale al 30% entro il 2020 (fonte: Il FattoQuotidiano del 18-02-2011). Riguardo alla vicenda il Ministrodell'Ambiente Prestigiacomo si è espressa dicendo che "l’Italianon è assolutamente disponibile ad avvallare il passaggio unila-terale dal 20 per cento al 30 per cento di riduzione delle emissio-ni di gas serra". Passaggio – secondo il Ministro – non persegui-bile "per via della crisi economica mondiale". Cosa che sembrapiuttosto difficile, dato che, in periodo di crisi, vi è un'automati-ca diminuzione della produzione, che dovrebbe favorire una dimi-nuzione di emissioni nell'aria. Non sarà piuttosto la famosaarrampicata sugli specchi di chi, vistosi dalla parte del torto,cerca una scusante o, in questi casi, una scappatoia? Possibileche il nostro governo abbia sempre poco rispetto per ambien-te, ma molto rispetto per il guadagno privato, spendendosoldi pubblici per truffe private?

Fertilità dei suoli italiani, è allarme rosso.Secondo dati raccolti dall'Ispra, l'Istituto per laSicurezza e la Protezione Ambientale, l'80% delsuolo italiano è di scarsa qualità per la pocapresenza di carbonio organico e l'elevatorischio di erosione (fonte: mondoecoblog.com

del 10-02-2011). Ennesima minaccia per un suolo già minaccia-to da agenti esterni: la presenza di specie invasive, come lalumaca killer, e la cementificazione che avanza inesorabile. Sistima che, solo nel 2008, siano stati prodotti "43 milioni di ton-nellate di cemento". Conseguente minaccia è il processo diimpermeabilizzazione che "sottrae all’agricoltura e alla con-servazione naturale porzioni sempre crescenti di terreno, limita eimpedisce l’infiltrazione delle acque e la funzione di ritenzione,aumentando le possibilita’ di repentini eventi di piena". Unabuona notizia è il fatto che è in progetto un programma nazio-nale di monitoraggio della biodiversità del suolo, chedovrebbe essere attuato il prima possibile, prima che il suolocada in rovina. La decadenza del suolo italiano sembra un'altroindizio che porta verso l'attestazione che le politiche ambientalirecenti non stanno portando verso gli effetti sperati. Sarebbeutile, a questo punto, porsi una domanda: si può ancora staread aspettare che la situazione si risolva da sola? Si può conti-nuare a rimanere indifferenti? Perché non attuare una politicanazionale capace di far rinascere la terra, che è stata per annila culla della vita dell'uomo?

Nei Paesi non occidentali, internet è un canale di protesta che non si ferma all’indignazione, ma diventa rivoluzione

LLiiee ttee NNoott ii zz iieeFesta in redazione. La ricor-

renza di Santa Eleonora è

stata l'occasione per augurare

alla nostra validissima colla-

boratrice Eleonora Davide

ogni bene e felicità insieme ai

suoi familiari.

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12 26 febbraio 2011 Il PonteIl Ponte

VOCI DI DONNE PER “IRPINIA IN BIBLIOTECA”

Portano le loro voci, diverse, colorate, alte e profonde, ma tutte pienedi dignità, le donne. Poetesse, cantanti, giornaliste, studentesse,

insegnanti, grafiche, attiviste nel sociale, rappresentanti di istituzioni,tutte hanno parlato al pubblico con i loro linguaggi per ricordare aglialtri e a se stesse che le donne non restano mai in silenzio, anche sec’è chi non le vuole ascoltare. Giovedì 17 febbraio, la Casa della Culturadi Monteforte ha ospitato un appuntamento della manifestazione lette-raria “Irpinia in Biblioteca” dal titolo, appunto “Voci di Donne”, dedica-to agli abusi e alle violenze cui sono soggette ancora oggi molte donne.Così, partendo da un filmato proposto dal giovane regista MaurizioVunturiero, dal titolo “The Chains” – le catene - la collega e redattricede Il Ponte, Luigia Meriano, ha proposto alcune domande a un’inse-gnante della scuola secondaria di primo grado di Monteforte e ad alcu-ne studentesse del Liceo Scientifico “P.S. Mancini” di Avellino, da cui èvenuto fuori un interessante spunto di riflessione. Le giovani donnesono più determinate a difendere la loro dignità di quanto la televisio-ne ci lasci credere, lasciando passare il modello di adolescente chesogna di fare la showgirl. “Non vogliono fare le veline, le ragazzine checonosco e lo dimostrano i loro temi- ha affermato la ProfessoressaAusiello, sventolando i fogli protocollo degli elaborati scolastici – Sono ragazzine che si vergognano di quantosta succedendo , della proposta che la televisione dà del corpo della donna”. Lo stesso vale per le studentes-se, Maria Carosella e Francesca De Santis, che hanno affermato, mostrando di aver a cuore il tema proposto,l’importanza di ruoli sociali, che oggi come un tempo non vengono tutelati, a cominciare dalla mancanza diservizi per la donna che lavora. Hanno le idee chiare queste donne di oggi e di domani e a loro dobbiamoguardare, quando ci riferiamo al mondo femminile.Il quadro della situazione nella provincia di Avellino, disegnato dalla rappresentante del Centro ItalianoFemminile (CIF), Rita Coppola, restituisce la realtà di donne spaventate dalle violenze familiari, che hannobisogno di trovare il coraggio, di essere sostenute e condotte ad utilizzare gli strumenti di contrasto alla vio-lenza di cui il nostro Paese si è dotato. Anche la Regione Campania, infatti, come ha ricordato il ConsigliereRegionale Sergio Nappi in un breve intervento, ha approvato una legge di contrasto alle violenze sulle donne,la quale, però, prevede un’attuazione sul campo che necessità di risorse. In quest’ottica istituzioni come il CIFoffrono un’assistenza sul territorio, che deve estendere la propria rete per poter far fronte in modo tempesti-vo ed efficace alle necessità delle donne. “I dati parlano di incrementi considerevoli dei casi in Irpinia, che daun rilevamento fatto nel 2007 in 16 comuni, contavano già 809 minacce, 503 lesioni dolose, 126 percosse,26 violenze e 5 casi di atti sessuali o corruzione di minorenni” ha riferito la dottoressa Coppola. Le conclusio-ni sono state tratte da Domenica Lomazzo, Consigliera di Pari opportunità della Provincia di Avellino, che hatracciato una disamina attenta della situazione degli abusi richiamando l’attenzione su specifiche priorità cheil governo dovrebbe affrontare per andare incontro al disagio femminile. Un vademecum dal titolo“Discriminazioni, molestie, persecuzioni e violenze, strumenti per combatterle” a cura di Domenica Lomazzo,è stato consegnato al pubblico in sala.L’intervento degli autori proposti dall’Editrice Scuderi per trattare in versi l’argomento della serata ha permes-so di leggere nel cuore di donne e di uomini che hanno filtrato con arte la questione. A esprimere questi sen-timenti sono stati: Gaetana Aufiero, Rosa Battista, Domenico Cambria, Giuliana Caputo, Sonia De Francesco,Paola Di Lorenzo Ronca, Amalia Leo, Vera Mocella, Giovanni Moschella, Agostina Spagnuolo, i cui brani sonostati letti dagli attori della Lati Teatro Insieme: Mario Guerrera, Rita Capaldo, Gina Forino, Vincenzo Di Capua,Linda Silvestri. Mentre la musica, curata da Mario Sibilia e la splendida voce di Sonia De Francesco, hannocommentato le liriche proposte. Le associazioni organizzatrici: Incanto Irpino, Musikarte, Lati, Edoné Films,Pro Loco “Mons Fortis”, Cif di Avellino. Ha realizzato l’immagine di copertina Claudia Tucci. Ha presentatoEleonora Davide.

Recentemente, peri tipi della nota

Casa Editrice Mennadi Avellino, è statopubblicato il volumedal titolo quanto mai

avvincente. “Padre Piomio vicino di casa”.

Questa è una pubblicazione postu-ma, in quanto l’autore, DomenicoLamura, medico, poeta e scrittore,ma soprattutto uomo di grandespiritualità è scomparso da alcunianni.Questo volume ha visto la luce,grazie all’impegno della figlia del-l’autore, Maria Stefania Lamura, la

quale, in seguito al rinvenimentodi una cartella grigia con la scrit-ta: Domenico Lamura “Padre Piomio vicino di casa” ha cercato direalizzare il sogno del propriogenitore, in quanto egli stessoconfessa che il materiale era pron-to da tempo, ma che dinanziall’opera, veramente ardua, piùvolte cominciata, interrotta e rico-minciata, si è trovato disanimato. I fogli contenuti nella cartella,ingialliti dall’usura del tempo,comprendevano versi e meditazio-ni su alcune lettere di Padre Pioscritte al padre spirituale. “Esse cifanno toccare – come scrive MariaStefania Lamura nella prefazionedel volume – con mano la presen-za di Cristo, e lasciano vivo neinostri cuori il messaggio dellaCroce. Cercare dunque di capirequel mistero che lo stesso PadrePio diceva di essere se stesso”.

Le pagine contenute nel volume“sono pagine di vita dalle quali sipuò attingere una parola di spe-ranza, un aiuto e un orientamentospirituale”.Gherardo Leone, nella prefazionedel volume, fa presente che que-sta pubblicazione non è altro cheun’opera, frutto di lunghe medita-zioni. Infatti, l’autore l’ha elabora-ta negli anni così come gli venivadall’anima: con riflessioni, squarcidi narrazione biografica, commen-ti e analisi dell’Epistolario di PadrePio. E’ Padre Pio vivo, studiato,meditato, narrato da un intellet-tuale che lo riecheggia dentro disé in ogni sua parola, vicenda,fase di vita. Leone, inoltre, affer-ma che Domenico Lamura da stu-dioso conoscitore di opere d’altri,da cattolico colto, bene inseritonei dogmi, nel magistero, nellestorie dei Santi, da cristiano chesente, riflette, si interroga nelleprofondità dello spirito, giovando-si delle esperienze, delle conside-razioni, degli insegnamenti diPadre Pio.L’aurore si sofferma sul “proces-so” che ha subito Padre Pio. Egli,infatti, è stato sottoposto, e inmodo anche pesante, a qualcosacome un processo durato per lomeno cinquant’anni: capi di accu-sa le stimmate e le folle straboc-chevoli che arrivavano sulGargano. “Un processo terribileed estenuante in cui paradossal-mente Satana e S. Uffizio si sonotrovati affiancati sul banco degliaccusatori, per mettere un luce lapericolosità di quel frate”.Lo scrittore di queste pagine haconosciuto Padre Pio e quindi hadeciso di fermarsi a scrivere dellesue lettere. A tal proposito, egli fapresente che pur essendo stato“un vicino di casa” di Padre Pio,“non posso dire di essere statoveramente un suo intimo”. Gliaveva chiesto di accettarlo comesuo figlio spirituale appena novemesi prima che egli morisse.L’autore crede di essersi confessa-to da Padre Pio non più di trevolte. Egli aveva capito subito chel’essenziale di quanto lo riguarda-va stava proprio in queste letterescritte da Padre Pio al suo PadreSpirituale.Leggendo questo libro se ne sco-prirà tutta la ricchezza e la perfe-zione: Il volume, che si componedi ben ventinove capitoli, è impre-ziosito di alcune immagini delFraticello di Pietrelcina.

PROGRAMMA

Sabato 26 febbraio 2011

Ore 17,00 Aula Magna del Liceo Artistico“P.A. De Luca” Via Tuoro Cappuccini“VIVERE LA FEDE, AMARE LA VITA:

l’impegno educativo delle aggregazionilaicali nella Chiesa Locale e nelTerritorio”.Interverranno: Monsignor Giuseppe

Giuliano, già assistente nazionale ACR; dot-

tor Antonio Caputo, Sindaco di Aiello delSabato e Consigliere Provinciale. Moderatore:

Angelo Picariello di “Avvenire”. Conclusioni: S.E. Monsignor Francesco

Marino

Domenica 27 febbraio 2011

Salone Palazzo Vescovile

Ore 8,30 Accoglienza ed iscrizioneOre 9,00 Celebrazione Eucaristica S.E.Monsignor Francesco MarinoOre 10,00 Saluti dei Delegati Nazionalee RegionaleOre 10,30 break

Ore 10,45 Ripercorriamo in breve ilTriennio con il Presidente Maria Anna

Lonardo

Ore 11,30 Presentazione, dibattito edapprovazione del Documento Finale Ore 12,30 Ascolta, Condividi, RispondiOre 13,30 Pranzo Ore 15,30 Presentazione delle candida-ture al Consiglio DiocesanoOre 16,00 Apertura del seggio per l’ele-zione del Consiglio DiocesanoOre 18,00 Proclamazione degli elettiOre 18,30 Preghiera finale

XIV ASSEMBLEA DIOCESANA - AZIONE CATTOLICA - AVELLINO

SABATO 26 e DOMENICA 27 FEBBRAIO 2011

LA RECENSIONE

“Padre Pio, mio vicino di casa” di Domenico Lamura

Alfonso

d'Andrea

PARI OPPORTUNITàLE PRIORITA’ PER LE DONNE: LAVORO E CENTRI ANTIVIOLENZA

Per la Consigliera di Pari opportunità Domenica Lomazzo ledonne oggi hanno maggiore consapevolezza dei loro diritti,

perché denunziano e cercano giustizia. “Ma l’attuazione dellalegge contro la violenza andrebbe supportata da centri antivio-lenza che qui in provincia non esistono – ha affermato laLomazzo - al massimo ci sono un paio case protette per donneche non possono ritirarsi a casa dopo la denuncia. Dobbiamopuntare su due cose: le politiche di occupazione delle donne perrenderle davvero libere, indipendenti dal punto di vista economi-co, e la costituzione di centri antiviolenza, strutture indirizzate eattrezzate per recepire le segnalazioni di donne in difficoltà, chevanno accompagnate in un percorso psicologico e giuridico.Tante volte non possono permettersi neanche l’avvocato eanche questo deve essere fornito dallo Stato. Perciò anche la

Regione si è attivata per approvare la Legge regionale che richiama la normativa nazionale”. Le catene, evo-cate dal filmato, sono davvero ancora presenti per le donne, che non hanno lavoro e che sono soggette dicontinuo a violenze psicologiche e materiali. Abusi che si subiscono soprattutto in famiglia, vessazioni che sisubiscono sul luogo di lavoro. “Prima nel 1996 – ha continuato la Consigliera - la violenza sulle donne veni-va dalla legge inquadrata come violenza contro la morale quindi fino ad allora il corpo della donna violenta-to non esisteva. Dobbiamo ringraziare tante parlamentari che, a livello trasversale, hanno cambiato le cose.Oggi leggiamo dati allarmanti sulla disoccupazione in Irpinia, dove 3200 donne con laurea sono registrate alCentro per l’Impiego e non riescono a trovare lavoro, quindi non possono permettersi di avere figli; 2500hanno superato i 40 anni, non avranno grandi possibilità di essere occupate. Quando una donna non va adenunciare la violenza è spesso per tutelare la famiglia che non potrà essere più sostenuta econo-micamente”.

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1326 febbraio 2011Il PonteIl Ponte

Cultura, Arte & SpettacoliLO SCAFFALE LETTERARIOLO SCAFFALE LETTERARIO

Una ballerina del New York City Ballet che sogna il ruolo della vita e un amoreche spezzi l'incantesimo di un'adolescenza mai finita. Questi sono solo alcu-

ni degli elementi del film “Black Swan”di Darren Aronofsky, già regista di “TheWrestler”.Natalie Portman interpreta il ruolo di Nina, ballerina alle prese con la ricercaossessiva del suo lato oscuro e le conseguenze che questa ricerca comporta.La vita della protagonista è condizionata dal rapporto con la madre frustrata,a causa della quale si sottopone ad estenuanti allenamenti, e dal rapporto conil suo coreografo deciso a farla

diventare una stella della danza. Nina, infatti, sitrova ad interpretare il ruolo di Odette in una ver-sione rinnovata del “Lago dei Cigni”, nella qualedeve incarnare alla perfezione non solo il cando-re del cigno bianco, ma anche il suo lato nero etenebroso. E' proprio questa dualità a causare inlei una serie di turbamenti emozionali che difficil-mente riesce a controllare.Inevitabile è il paragone con il precedente lavo-ro del regista, “The Wrestler” interpretato daMickey Rourke. In entrambe i film, infatti, i pro-tagonisti sono costretti ad affrontare con notevo-le forza le vicende della vita, nel primo lo scena-rio di queste vicende è il ring sul quale il protago-nista si trova a combattere, in “Black Swan” loscenario è il palcoscenico sul quale la protago-nista deve mettere a nudo tutta se stessa. Da sottolineare ed ammirare in questa secondaopera la presenza del balletto, un classico del teatro di danza, che attraverso le sue meravi-gliose coreografie riesce ancor più a valorizzare questo film.Il regista volutamente unisce più generi cinematografici, combinandoli in uno spazio scenicoche vede come protagonista una donna alle prese con la propria intimità e con la scoperta diun lato di cui era assolutamente inconsapevole. Un film da vedere e da apprezzare in tutti isuoi aspetti, anche quelli più oscuri.

“cinEtica”

Shantala

Nello scorso numero de Il Ponte abbiamo pubblicato un servizio sulla presentazione dell’ul-timo libro di Glenn Cooper, “La Mappa del Destino”, a Solofra sabato 12 febbraio . In segui-

to abbiamo inviato all’autore di thriller storici, famoso per i suoi best seller, La Biblioteca deiMorti e Il libro delle anime, il link del nostro sito per visualizzare il giornale on-line (www.ilpon-tenews.it), e anche la traduzione degli articoli in Inglese. Nella stessa occasione gli avevamochiesto un commento sul suo viaggio in Irpinia e le sue impressioni. Glenn Cooper ha rispo-sto a Il Ponte e siamo lieti di pubblicare il suo commento, per il piacere dei suoi ammiratori.“Hello Friends, Thanks so much for the translations. Here are some impressions of Solofra:It is a cool, overcast Saturday night and the residents of Solofra are filling a town hall. Why?For entertainment or amusement? Not at all. It's for a more serious purpose, a grand cultu-ral purpose: to save the cultural heart of the town, the ancient and crumbling Castle Orsiniwhich has stood witness to the town's history for centuries.I agreed to come to Solofra because I instantly felt an attachment to the principles of cele-brating cultural history and protecting cultural treasures. My books are about the connectionsbetween the present and the past and I was privileged to be invited to participate in a wor-thy and practical project. I came with no political agenda. The only side I took was the side

of the castle. And here is what I saw.I saw a town filled with energetic people of every age,united in a common purpose. I saw serious-mindedpoliticians who appreciate their stewardship of the past.I saw the intense young members of the cultural asso-ciation, the A.S.BE.CU.SO who will certainly be thefuture leaders of the town and perhaps the country. Isaw a town's passion and commitment to a cause lar-ger than ordinary day-to-day problems and issues.It was one of the more inspirational nights of my life. Itwill stay in my mind and things that stick there some-times make it into my books.Ciao, Glenn”

Salve amiche,Vi ringrazio molto per le traduzioni. Vi lascio qualche impressione su Solofra:E’ un freddo e coperto sabato sera ed i residenti di Solofra hanno riempito una sala munici-pale. Perché?Per intrattenimento o divertimento? Non solo. E’ per uno scopo più serio, un magnifico scopoculturale: salvare il cuore culturale della città,l’antico e fatiscente Castello Orsini che è statotestimone della storia del paese per secoli.Decisi di venire a Solofra poiché ho sentito istantaneamente un legame verso i principi di cele-brare la storia culturale del paese e proteggerne i tesori. I miei libri trattano le connessioni trail presente ed il passato ed io ho avuto il privilegio di essere invitato a partecipare ad un pro-getto nobile e concreto. Sono venuto senza alcun programma politico. L’unica posizione chemi interessa prendere è essere dalla parte del castello.E questo è ciò che ho visto.Ho visto un paese pieno di persone energiche di ogni età, unite da uno scopo comune. Hovisto politici coscienziosi che prendono a cuore la tutela del loro passato. Ho visto gli attivi, gio-vani membri dell’associazione culturale A.S.BE.CU.SO. che saranno sicuramente i futuri lea-der del paese e magari dello Stato. Ho visto la passione e l’impegno di un paese verso unacausa straordinaria rispetto ai problemi e gli affari di ogni giorno.E’ stata una delle sere più ispiratrici della mia vita. Resterà nella mia mente e le cose che hoimpresse le inserirò qualche volta nei miei libri.“Ciao” Glenn

Angelo Romeo “Tonachecross-mediale. Preti, suore

e frati nei mass media". EffatàEditrice, Cantalupa 2011.

Tonache cross-mediali –Preti,suore e frati nei mass media è il

titolo di un libro che spiega l’impor-tanza del religioso nel mondo dellacomunicazione con una ricca strati-

ficazione di tematiche. “Uno studio- rileva il cura-tore Angelo Romeo, dottorando di ricerca inScienza della comunicazione e organizzazionicomplesse alla Libera Università Maria SS.Assunta di Roma - sulla presenza della figura delreligioso (prete, frate, suora, ecc.) nel mondo dellacomunicazione attraverso un’analisi comparativache utilizza approcci sociologici, storici e semiotici”.Il curatore ha raccolto i contributi di VincenzoCorrado, Paolo Padrini, Silvia Moretti e GiorgioSimonelli, Andrea Verdecchia, Sergio Perugini,Paolo Peverini e Stefano Gorla. La prefazione portala firma di mons. Dario Edoardo Viganò,Professore di Teologia della comunicazione alla

Pontificia Università Lateranense. Il volumemostra il ruolo del religioso attraverso i mezzi dicomunicazione: dalla stampa alla radio, dalla tele-visione al cinema, per arrivare alle fiction, al web,alla pubblicità e al fumetto, con la fatica che que-ste figure vivono nel mondo contemporaneo, prin-cipalmente in relazione ai problemi delle famiglie eal mondo giovanile..Nella presentazione mons. Dario Edoardo Viganòtraccia una linea ben precisa di questo lavoro: “(…)un caleidoscopio di presenze nel sistema deimedia ancora tutto da studiare, sia nel porsi comeinterrogativo rispetto alle forme di ministero oggi,sia nella comprensione che tali presenze e messein scena hanno sul pubblico e la loro ristrutturazio-ne di simboliche culturali. All’interno di questodibattito s' inserisce il lavoro curato da AngeloRomeo, che ha come priorità, appunto, l’analisi apiù voci della presenza dei religiosi nel mondomediatico. Un tratto che caratterizza la presentericerca è la molteplicità di approcci al tema: daquello sociologico a quello semiologico, da quellostorico a quello contenutistico. Le differenti discipli-ne coinvolte non disperdono la centralità dell’og-getto di indagine, ma riescono ad analizzare l’evo-luzione del religioso all’interno del mondo comuni-cativo, non limitandosi a una riflessione sociale,ma andando a cogliere tratti nascosti della loropresenza, indice di uno sforzo culturale, oltre cheidentitario, a cui si espone questa figura quotidia-namente”Il libro, frazionato in capitoli e in settori, si apre conla stampa e poi in ordine pone l’accento sulla radio,a fronte della parola da annunciare. Tra i capitolipiù importanti è da rilevare il quarto con la figuradel religioso nel cinema come immagine della real-tà. Lo slogan «quella parte di cinema chiamatatelevisione» ha preso sempre più piede con l’au-mento della ‘fiction’, dentro la quale sacerdoti esuore hanno un ruolo meritevole. Il sesto capitolocolloca la presenza del religioso nella promotiondell’otto per mille, con un approccio socio-semioti-co rilevante. Infine gli ultimi capitoli sono rivolti allefigure religiose nel fumetto e all’avvento del web2.0. Il lavoro di Angelo Romeo ci offre l’opportu-nità di comprendere ancora di più l’importanza diquesti operai di Dio, che testimoniano la fede finoalle frontiere del mondo.

AntoniettaGnerre

GLENN COOPER, AUTORE

DEL BEST-SELLER: “LA MAPPA DEL DESTINO”,

SCRIVE AL NOSTRO  GIORNALE a cura di Claudia Tucci

La presenza dei religiosi nelmondo della comunicazione

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14 26 febbraio 2011 Il PonteIl Ponte

Sulle note di “Se bruciasse la città”, nel-l’incantevole cornice del Teatro Carlo

Gesualdo di Avellino, si è aperto il sipariosulla 535 replica dello spettacolo diMassimo Ranieri “canto perché non sonuotare”. Lo scugnizzo di S.Lucia è unindiscutibile talento artistico: canta, balla,recita, intrattiene il pubblico raccontandola sua vita, marcando il periodo dell’infan-zia con la fatica del vivere quotidiano.Ranieri, nella vita Giovanni Calone, con-serva, a differenza di alcuni suoi colleghi,

l’umiltà; ad ogni sua esibizione sembraaccorciarsi la distanza con la platea che loaccoglie sempre con entusiasmo e affet-to. Uno scambio reciproco che vede ilcantante, di origini partenopee, ringrazia-re di continuo il pubblico che applaude enon accetta il termine regolamentaredello spettacolo. Come in un incontro dicalcio, si va ai supplementari e nasce lospettacolo nello spettacolo. Ranieri offreun saggio della splendida forma fisica:compie esercizi ginnici, flessioni, addomi-

nali, salta e continua a cantare senzamostrare un minimo di affanno. Simostra non solo al pubblico ma al bravocorpo di ballo e all’orchestra che inmaniera egregia esegue senza sbavaturetutto il repertorio: è una cornice tutta“rosa” quella che affianca MassimoRanieri, ad eccezione del cantanteSenegalese Badarà Seck e del 16enneFederico Pisano che duetta con Ranieri inun tip-tap mozzafiato.

(Senzatrucco)

“Se bruciasse la città”

Mestieri e figure scomparse nel tempo

‘O SEGGIARO‘O seggiaro non è “ ‘O mpagliasegge” ma colui che non solo impa-

glia, bensì fabbrica le sedie.Tanti e tanti anni fa, molte persone lasciavano l’Italia e partivanoper l’America per trovare lavoro.Quelli che restavano cercavano di sbarcare il lunario cercando diguadagnarsi da vivere come potevano.Cosi’ nacque l’attività dei seggiolai, forse causalmente………uno si èmesso a fare le sedie e tutti gli altri l’hanno imitato.

Anche se non si guadagnava molto,questo lavoro dava però da mangiare.Un tempo chi aveva un campetto, una mucca era in grado di fare

sedie e le donne erano tutte in grado di impagliarle..Queste donne si mettevano, all’ombra, con la cassetta della paglia davanti e ilfascio della lesca(erba di palude) di fianco, sulle ginocchia il telaio da impagliaree con le altre donne che sapevano già, dopo poco tempo guardando bene impa-ravano anche loro.D’ inverno lavoravano nelle stalle e durante quelle ore c’era sempre un po’ d’alle-gria, mentre impagliavano cantavano o raccontavano storie.Gli uomini erano falegnami seggiolai, costruivano il telaio delle sedie e le donneerano impagliatrici.Ogni sabato c’era un commerciante ambulante che ritirava queste sedie che veni-vano portate al mercato e vendute.Qualcuno, non avendo un mezzo di trasporto, riusciva a mettersi sulle spalle seisedie e le portava a vendere nei paesi vicini.I più fortunati le portavano al mercato con una balilla su cui caricavano un po’ disedie e se non riuscivano a venderle tutte, si spostavano di paese in paese, dipiazza in piazza.

AntoniettaUrciuoli

Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e,messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi

discepoli. Prendendo allora la parola, li ammae-strava dicendo: “Beati i poveri in spirito, perché diessi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perchésaranno consolati. Beati i miti, perché erediteran-no la terra. Beati quelli che hanno fame e setedella giustizia, perché saranno saziati. Beati imisericordiosi, perché troveranno misericordia.Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beatigli operatori di pace, perché saranno chiamati figlidi Dio. Beati i perseguitati per causa della giusti-zia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voiquando vi insulteranno, vi perseguiteranno e,mentendo, diranno ogni sorta di male contro divoi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, per-ché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Cosìinfatti hanno perseguitato i profeti prima di voi”(Matteo 5, 1-12).Certamente i poveri sono cambiati rispetto altempo di Gesù. Ma non sembrano cambiate lecondizioni che generano la povertà. Gesù nellesue beatitudini si rivolge ai poveri sociali, margi-nali, che proprio perché persone di modesta con-dizione, sono alla mercé dei potenti e dei violenti.Egli afferma con un elenco di temi, il cui svolgi-mento andrà cercato poi lungo tutto il Vangelo, lafelicità di chi, secondo i nostri standard, felicitànon può avere: ”Felici i poveri, perché a loro favo-re è il potere regale di Dio. Felici gli affamati per-ché da Dio saranno saziati. Felici quelli che sonoafflitti, perché da Dio saranno consolati”. Forse si tratta di affermazioni che ci mettono inuna condizione che è anche esistenziale e che cicoinvolge nell’inquietudine, nella sofferenza, nellafede. Si manifesta un’afflizione perché il regno dentrociascuno di noi e nel mondo non è come dovreb-be essere. Facciamo fatica a vedere questo sognodi Dio nella nostra realtà. E, di fronte alle granditragedie, alle ingiustizie, alla povertà della mag-gioranza delle persone che vivono su questanostra Terra, di fronte allo scempio ecologico, aidiritti non riconosciuti, alle violenze contro ledonne, non potendo farne a meno continuiamo a

domandarci: Dov’era Dio…? Dov’è Dio…?Ma l’uomo non è in qualche modo la manifesta-zione di Dio sulla Terra? E la politica, il politico non dovrebbe essere lavolontà espressa e condivisa, se non condivisibiledei popoli?...Ma allora la politica dovrebbe salva-guardaci, renderci beati, miti, sollevarci da ognisofferenza.Avverto invece che spesso essa ci affossa, ci sof-foca, ci deprime, immobilizza in micro cristalli diacqua ghiacciata, in mini pozzanghere di sabbiemobili. Non scruta, non vede, non scorge orizzon-ti migliori, pascoli più floridi, più ricchi.No, non sa dimostrare di essere all’altezza dell’uo-mo, degli uomini.Si presenta povera, fa credere che sia misera emisericordiosa. Si spoglia, si trucca, si traveste per apparire ciòche invece non è: il principe dei poveri! Cara vecchia politica, il sogno degli uomini è trop-po veloce per te, troppo lontano dai tuoi target,troppo distante dai tuoi loschi e meri affariterreni. L’uomo è altro da te, si distingue, si discosta! Non puoi aiutarlo, né saziarlo, né dissetarlo; nonc’è peggior sordo di chi non vuol sentire, né arti-sta che non vuol dipingere, né poeta che non vuolcantare in versi la bellezza di un mondo ormai fru-strato, né un pescatore che non vuol pescare.Per dare agli altri, si deve essere ricchi dentro! Corriamo in fretta ad arricchirci, spasmodicamen-te vogliamo tutto, sempre più. Noi siamo, ci autoelogiamo, compriamo, vendia-mo tutto, compriamo gli altri, vorremmo compra-re noi stessi, il mondo intero, Dio in persona sefosse in vendita!La politica è una sceneggiatura riflessa allo spec-chio di un mondo che chiede, ma non ha. Si bea di essere lungimirante, ma nelle furiose einefficaci arrampicate sugli specchi, si mostranuda dietro i cespugli, in attesa di incontrareescort a poco costo, di propagandare le ennesimemenzogne, di utilizzare i voti degli uomini per rico-prire calde e comode poltrone.Discorsi al Senato, al Parlamento, per strada,echeggiano parole di povertà, di bisogno, di aiuto?Magari ci vorrebbe solo un altro discorso dellaMontagna, ma ci sentiremmo solo più felici nel-l’anima: abbiamo bisogno di sentirle certe frasi,certe parole, certi suoni; ma poi abbiamo bisognodi scelte vere, di coraggio per cambiare davvero!Le risposte sono lente ad arrivare, i soccorsi pocoveloci.L’attesa del cambiamento è lunga, pesante,barbosa.Restiamo così pieni di progetti e sogni in attesache si trasformino in realtà …ma, noi, sempre qui,povera gente, restiamo a galla, in balia delleonde!!

Federico Dell’Orfano

Il principe dei poveri: il politicoil sogno di Dio: «Beati i poveri perché di essi è il regno dei cieli!»

AVVISO A partire da Marzo, ogni venerdi dalle 17 alle 19, pressola chiesa del Cuore Immacolato di Maria di Avellino, saràoperativo Il CENTRO DI ASCOLTO della CARITASPARROCCHIALE.

***Sempre presso la stessa chiesa sono aperte le iscrizio-ni al CORSO PRE- MATRIMONIALE, per le coppie checontrarranno matrimonio nell'anno 2011

AAUUGGUURRIIAuguri dalla redazione de “IL PONTE” a CarlaDe Palma per la nomina a dirigente NazionalePari Opportunità UGL

NNEELLLLAA  CCAASSAA  DDEELL  PPAADDRREEGiusto un mese fa saliva prematu-ramente al cielo l’amico LivioSpagnuolo. Un male incurabile hastrappato Livio portandolo via dallamoglie Patrizia, da amici e paren-ti, e da quanti hanno apprezzatol’umanità, la compostezza e la suagrande generosità. Ricordo il tuo fare sornione con lemille passioni e curiosità vissutesempre con lo spirito di un eternofanciullo. Resterà memorabile il tuosorriso che ricorderemo raccolti in

preghiera affinché il Signore della Vita ti accolga nel Regnoceleste.

L’amico Mario

Successo dello spettacolo di Massimo Ranieri: “Canto perché non so nuotare”

avellino - la Stagione al Teatro carlo gesualdo

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1526 febbraio 2011Il PonteIl Ponte

IL TEMPO SI E’ FERMATOAntonio Iannaccone

Otto anni dopo la storica vittoria diCrotone, l’Avellino di Vullo riprende a

correre. I tre punti conquistati sul campodell’Isola Liri, infatti, rilanciano le ambizio-ni playoff dei lupi a dieci giornate dal ter-mine del campionato.

Analizzando, nello specifico, il match giocato in terralaziale, si può notare come la bravura del tecnico sici-liano stia tutta nei primi minuti della ripresa. ConMarra, infatti, il tè caldo di metà gara non ha mai dota-to i calciatori irpini della cattiveria agonistica di cuinecessitavano. Sasà Vullo, invece, dopo un primotempo chiuso a reti bianche (nonostante il dominiobiancoverde in campo), ha sfruttato l’intervallo per cari-care al meglio i propri atleti, capaci di andare due voltea segno nel giro di cinque minuti con De Angelis eComini. Nel finale di gara, poi, è arrivata la cilieginasulla torta: il tris del redivivo Ciccio Millesi, entrato alposto di Rega nella ripresa.

Insomma, è il solito Vullo: un tecnico competente,bravo a fare spogliatoio lavorando innanzitutto sul-l’aspetto psicologico della squadra. Non a caso, sempredomenica scorsa, dopo il triplice fischio dell’arbitroD’Iasi, il mister ha guidato i calciatori dell’Avellino sottoil settore ospiti affinché ricevessero gli applausi (final-mente meritati) dei tifosi.Applausi a parte, comunque, c’è ancora da lavoraresoprattutto in attacco: le nostre punte, infatti, faticanoa segnare, e questa sta diventando una spiacevolecostante. Certo, con l’Isola Liri i lupi sono andati in reteper ben tre volte, ma soltanto una di queste marcatureporta la firma di un centravanti puro (De Angelis) e,inoltre, i gol sono arrivati dopo parecchie occasionimancate nel primo tempo: non sempre avremo davan-ti un avversario debole in difesa e, allora, dovremoessere bravi a sfruttare ogni occasione, dalla primaall’ultima. Cominciando dall’incontro con il Fondi.

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fondazione “opus solidarietatis pax onlus”

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dicembre 1975

iscrizione al RNS n. 6.444

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legge 662/96 Filiale P.T. Avellino

17/02/11 - E' online EDUFORM.IT, il sito uffi-ciale della CONSULENZA E/F - ConsulenzaEducativa e Formativa della Dott.ssa TizianaPastore. Tiziana Pastore si è laureata con ilmassimo dei voti all'Università di Torino,prima in Scienze dell'Educazione e poi inFormazione dei formatori. Le sue due tesi dilaurea, triennale e specialistica, conseguitecon il massimo dei voti, lode e menzioned'onore, vertono sulla relazione ineludibile

tra: l'educazione e la formazione (formale e informale), lo svi-luppo affettivo individuale e la propria possibilità di essereveramente felici. Per Tiziana Pastore, infatti, la sola ed unicaFelicità dipende soprattutto dallo sviluppo della propria affet-tività, che condiziona inconsapevolmente la “Qualità di tuttele nostre Relazioni”, in ogni ambito della nostra vita. Entrambele sue tesi di laurea sono state pubblicate. La prima con il tito-lo "Come le emozioni influenzano il cervello" (Psiche 2, Torino2005). La seconda, che le è valsa appunto la menzione d'ono-re, con il titolo "Colpa, Vendetta, Perdono. EducazioneAffettiva e Formazione dell'uomo" (Armando Editore, Roma2010). A chi si domandasse come o perché l'Educazione e laFormazione avrebbero così tanto a che fare con la “Qualitàdelle Relazioni” o addirittura con la “Vera Felicità” non potrànon interessare la seguente osservazione della Dott.ssaTiziana Pastore: «L’Educazione e la Formazione sono la tramae l’ordito su cui è intessuta l’esistenza stessa di ognuno di noi.Dal momento in cui veniamo al mondo, fino ai primi anni divita, ‘cresciamo’, ci ‘evolviamo’, esclusivamente all’interno diuna “Relazione educativa/formativa”, prima materna, poianche paterna e/o parentale. In seguito saranno anche altriadulti di riferimento (insegnanti, professori, docenti, datori dilavoro, ecc.) a influenzare, nel bene e nel male, la nostra ‘cre-scita’ come Persone. Per tutta la vita, sempre, tutto quello cheapprendiamo, ma soprattutto il modo in cui lo apprendiamo,

di fatto contribuisce a definire ulteriormente la nostra perso-nalità e la nostra sensibilità, anche in termini di bisogni, desi-deri e aspettative di Benessere – o di Felicità – materiale, per-sonale, affettivo e relazionale. A un certo punto della vita diogni uomo e di ogni donna, la propria “realizzazione persona-le” dipende (o potrebbe dipendere) sempre meno dall’inter-ferenza o dalla volontà degli altri e sempre di più dalla propriacapacità (tipicamente adulta) di autodeterminarsi, ovvero diEducare e di Formare “se stessi”, come Persone, anche rispet-to al modo di interpretare l’Altro e quindi di entrare in relazio-ne con “gli altri”, in un modo, oppure sempre almeno anchein un altro, più congeniale». La Dottoressa Tiziana Pastoresuddivide la sua “Consulenza E/F” in tre macro-categorie diServizi professionali personalizzati:- CONSULENZA PRIVATA: personale, famigliare, di coppia,genitoriale;- CONSULENZA PROFESSIONALE: a favore di chiunque sioccupi professionalmente di Educazione e/o Formazione/Istruzione, nelle tradizionali sedi educative, formative, socio-culturali o in altri contesti, nel settore pubblico, privato e no-profit (comparto medico, assistenza sociale, volontariato,cooperazione, ecc.);- CONSULENZA AZIENDALE: rivolta a imprenditori, liberi pro-fessionisti, commercianti, managers, responsabili di enti no-profit e funzionari di enti pubblici, consapevoli dell’importan-za della “Qualità delle relazioni” in ogni contesto lavorativo/organizzativo/istituzionale, in qualsiasi settore o categoria.Nel sito, inoltre, è a disposizione dei visitatori, gratuitamente,un Forum in cui è possibile discutere di tematiche educativee formative di comune interesse, condividere (in manieratotalmente anonima) le proprie esperienze, e rivolgere delledomande dirette alla Consulente (Dott.ssa Tiziana Pastore),nel più totale rispetto della privacy.www.eduform.it

L’INTERNAUTA - Guida al webOnline EDUFORM.IT - La Consulenza Educativa/Formativa come

Miglioramento della Qualità delle Relazioni e via maestra per la vera Felicità

VittorioDella Sala

Page 16: il ewin.ilpontenews.it/img/archivio/feb_26_2011.pdf · 2011. 2. 25. · Il sasso è davvero strano perchè presenta delle scanalature laterali e delle super - fici levigate, che non

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