Il disagio della giovinezzagiovinezza - Vita.it · PDF fileIl disagio della...
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Intervengono
Simona Bani psicoterapeuta, Jonas Bologna
Aldo Becce psicoanalista, Jonas Trieste,
docente IRPA
Mariela Castrillejo psicoanalista, Presidente
Jonas Onlus, docente IRPA
Federico Chicchi sociologo, Università di
Bologna
Francesca Dionigi psicoterapeuta, Jonas
Pavia
Chiara Giaccardi sociologa, Università
Cattolica di Milano
Francesco Giglio psicoanalista, Jonas Milano
Costantino Gilardi psicoanalista, membro
dell’Association Lacanienne Internationale
Mauro Magatti sociologo, Università Cattolica
di Milano
Giovanni Mierolo psicoanalista, Jonas
Torino, docente IRPA
Natascia Ranieri psicoterapeuta, Jonas
Milano
Massimo Recalcati psicoanalista, fondatore
Jonas Onlus, direttore IRPA
Maria Teresa Rodriguez psicoanalista,
responsabile di Jonas Trieste, docente IRPA
Francesco Vandoni filosofo, responsabile di
Jonas Dedalus
Uberto Zuccardi Merli psicoanalista, Jonas
Milano, responsabile del Centro Gianburrasca
di Jonas
Il disagio della Il disagio della Il disagio della Il disagio della giovinezzagiovinezzagiovinezzagiovinezza
Milano, sabato 3 ottobre 2009 Milano, sabato 3 ottobre 2009 Milano, sabato 3 ottobre 2009 Milano, sabato 3 ottobre 2009
Palazzo Dugnani Palazzo Dugnani Palazzo Dugnani Palazzo Dugnani
Via Manin 2Via Manin 2Via Manin 2Via Manin 2
Per informazioni e iscrizioni:
tel. 02.55230804
www.jonasonlus.it
Quota di iscrizione € 30,00
Si ringrazia Università della Terza Età Duomo Milano
e www.corsidispagnolo.it
Jonas Onlus, Centro di Clinica
Psicoanalitica, è un’associazione che si
occupa della cura e prevenzione dei Nuovi
Sintomi del disagio contemporaneo
(anoressie-bulimie, depressioni, attacchi di
panico, dipendenze, disagio della famiglia,
iperattività infantile). I Nuovi Sintomi sono
fenomeni oggi largamente diffusi.
La dissoluzione dei legami simbolici
nell’epoca moderna, la mercificazione dei
corpi e del desiderio producono un senso
di precarietà esistenziale e uno
spegnimento degli interessi vitali. Il
soggetto si trova in una gabbia sintomatica
opprimente e impadroneggiabile.
Jonas Onlus offre uno spazio di ascolto
orientato ad accogliere la particolarità
della sofferenza di ognuno, affinché il
soggetto possa trovare un varco tra le
maglie strette del sintomo.
Programma mattina
9:15-9:45
Iscrizioni
9:45-11:00
Senza centro di gravità permanente
Introduce Mariela Castrillejo
Costantino Gilardi Quando i genitori non sanno più dire no
Massimo Recalcati
Prestazione o formazione? Elogio psicoanalitico del fallimento
11:15-13:00
Legami sociali e nichilismo
Coordina Uberto Zuccardi Merli
Federico Chicchi Genealogia dell’(in)civiltà del godimento.
Chiara Giaccardi
Il mondo magico delle neo-tribù
Mauro Magatti La frammentazione come logica costitutiva
del capitalismo tecno-nichilista
Programma pomeriggio
14:30-15:45
Esperienze in Jonas
Coordina Aldo Becce
Francesco Vandoni L’iniziazione e l’enigma
Francesca Dionigi
Alimentare il desiderio a scuola: i giovani, gli insegnanti, gli operatori Jonas
Simona Bani
L’esperienza del limite nel lavoro con la classe
16:00-17:15
La clinica dell’adolescenza
Coordina Natascia Ranieri
Francesco Giglio Sintomi giovanili: tra desiderio
di autonomia e domanda di accudimento
Giovanni Mierolo Non è un paese per vecchi
Maria Teresa Rodriguez Questo non è mio figlio
Convegno Jonas Onlus
“Il Disagio della
Giovinezza”
Sintomi, disagi e desideri
nell’adolescenza di oggi
In una celebre conferenza svoltasi a
Milano nel marzo del 1972, Jacques
Lacan parlava del discorso del capitalista
come quel discorso che, affermandosi
come egemone nella Civiltà occidentale,
tendeva a ridurre i legami sociali a legami
perversi di consumo compulsivo del
godimento. In questo contesto egli parlò
anche del “disagio della giovinezza”. In
cosa consiste questo disagio? In questa
giornata di studi, psicoanalisti e sociologi
proveranno a riprendere il filo interrotto
del discorso di Lacan. Qual è il disagio
della giovinezza oggi? Come un giovane
può soggettivare il proprio desiderio in un’
epoca che impone il conformismo della
marca come unico ideale? Come può
preservare la dimensione dell’amore e del
legame con l’Altro in un’epoca che impone
il consumo del godimento come unico
imperativo sociale?