CONVENZIONE Formare allamagnanimità TRA MAAS E CARITAS - … · É la prima volta dopo 10 anni di...

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P er poter capire la base delle manife- stazioni di questi giorni bisogna rive- dere la cronaca dei fatti. Il 28 maggio scorso con l’abbattimento di tre alberi e di un muro, si è dato il via alla costruzione di un centro commerciale sul parco Gezi nella centralissima piazza Taksim. Ma un gruppo di attivisti per la protezione dell’am- biente, si è stabilito nel parco per impedire l’ab- battimento e il conseguente proseguimento dei lavori. Immediato, violentissimo e sproporzionato l’attacco della polizia, molto legata al partito al potere, l’Akp. Sferrando l’attacco per sgombrare il Gezi Park, la polizia non ha previsto la reazione della popola- zione, che è corsa in massa a sostegno del gruppo degli attivisti, criticando il premier Erdogan e il suo modo spregiativo di insultare tutti. É la prima volta dopo 10 anni di continuo governo che Erdogan, figura egemone del partito AKP, viene contestato. L’Akp è il primo partito nella storia da quando è sta- ta permessa la presenza di vari partiti nel- la Turchia dopo la 2ª Guerra mondiale. Erdogan è salito al poter nel 2002, vincen- do a mano bassa le successive tre elezioni parlamentari. Secondo gli analisti, il moti- vo delle tre schiaccianti vittorie alle ele- zioni parlamentari, sta nel desiderio di emarginare lo strapotere dei militari, che per tanti anni sono stati padroni assoluti del potere cosiddetto “laico” in Turchia. Una volta conquistato il potere Erdogan, a capo del suo partito Akp, è riuscito a spap- polare lo strapotere dei militari, grazie anche al consenso popolare, coprendosi però le spalle da un eventuale golpe con la presentazione nel 2004 del- L’arroganza mal digerita Turchia: continuano a crescere le contestazioni contro Erdogan I ncontrando gli studenti delle scuole dei Gesuiti che, numero- si sono venuti a Roma da ogni parte d’Italia e dell’Albania, per rendere omaggio al primo Papa Gesuita, Papa Francesco ha esordito affermando “Con tutti voi mi sento in famiglia”. La delegazione delle scuole gesuite, assieme a rappresentanti dei movi- menti giovanili ignaziani e delle par- rocchie guidate da sacerdoti della Compagnia di Gesù con i tanti allie- vi ed ex allievi, alcuni dei quali sin- daci, onorevoli, amministratori di aziende, hanno così incontrato il loro “Professore” che è anche Papa, il quale con il cuore di un buon papà raccomanda a tutti di amare sempre più Gesù. Il nome “Compagnia di Gesù”, ha sottolineato il Pontefice, secondo le intenzioni di San’Ignazio appariva piuttosto “impegnativo”, essendo espressione di una particolare e “strettissima amicizia, di affetto tota- le per Gesù, di cui volevano seguire le orme” i primi seguaci di San’Igna- zio di Lojola. “Vivere un’esistenza che abbia un senso profondo, che doni entusia- smo, gioia e speranza”, ideale e sin- tesi del carisma dei Gesuiti, messo a servizio della Chiesa per una diligen- te azione missionaria e di presenza cristiana nel mondo, si incarna nelle scuole e nei tanti collegi che i gesui- ti hanno aperto in tantissime Città d’Italia e del mondo. Oggi sono scuole storiche, gloriose e vantano nei loro registri nomi e personaggi illustri della storia, della politica, della finanza e dell’economia. Rivolgendosi ai ragazzi, Papa Fran- cesco ha fatto una domanda: “Perché andate a scuola?”. Le risposte, ha osservato, sarebbero molteplici “secondo la sensibilità di ciascuno”, eppure è possibile trovare una rispo- sta di sintesi, affermando che “la scuola è uno degli ambienti educati- vi in cui si cresce per imparare a vivere, per diventare uomini e donne adulti e maturi, capaci di cammina- re, di percorrere la strada della vita”. La scuola aiuta “non solo nel- lo sviluppare la vostra intelligenza, ma per una formazione integrale di tutte le componenti della vostra per- sonalità”. Questa precisazione del Papa penetra nel cuore dei giovani e fa ben com- prendere come la formazione cultu- rale che le scuole dei Gesuiti per tra- dizione hanno saputo trasmettere è funzionale soltanto nella riscoperta e valorizzazione dei valori della perso- na e come “scuola cattolica” è proiettata verso gli alti ideali del- l’impegno e della testimonianza cri- stiana. Secondo l’insegnamento di Sant’I- gnazio, a scuola s’impara in primo luogo “ad essere magnanimi, ad ave- re grandezza d’animo” e “ad avere grandi ideali”. Guardando sempre l’orizzonte si desidera di “compiere grandi cose per rispondere a ciò che Dio ci chiede”. “Curare la formazione umana fina- lizzata alla magnanimità” è un monito che Papa Francesco rilancia a tutte le scuole cattoliche che offrono un prezioso servizio pubblico, anche se non adeguatamente riconosciuto e valorizzato. La lealtà, il rispetto, la fedeltà, l’impegno” costituiscono il comple- tamento della “dimensione intellet- tuale” e i pilastri della formazione integrale dell’uomo, che a scuola impara a diventare persona e cittadi- no. Da vero “educatore” Papa France- sco, con il suo dire affabile e accatti- vante, ha spiegato il valore della “libertà” e del “servizio”, spiegando che la vera libertà consiste nel “saper riflettere su quello che fac- ciamo, saper valutare ciò che è bene e ciò che è male, quali sono i com- portamenti che fanno crescere e quindi scegliere sempre il bene”, garanzia di successo e di coraggioso impegno. Il concetto di “servizio” Papa Fran- cesco l’ha spiegato, sollecitando a non chiudersi in se stessi o nel pro- prio piccolo mondo, ma ad aprirsi A PAG. 3 PREMIO INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA Catania - anno XXIX - n. 23 - 16 giugno 2013 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it settimanale regionale di attualità (conv. in L. 27/02/ 2004 n o 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881 “Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 “In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” WORKSHOP tra S. ZAPPULLA e S. SCIACCA a pagina 11 CONVENZIONE TRA MAAS E CARITAS a pagina 7 Formare alla magnanimità (segue a pagina 2) IN SEMINARIO LA STATUA DEL S. CUORE DI GESÙ a pagina 9 Papa Francesco educatore fra gli studenti delle scuole dei Gesuiti Giuseppe Adernò (segue a pagina 2) L.G.

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Per poter capire la base delle manife-stazioni di questi giorni bisogna rive-

dere la cronaca dei fatti. Il 28 maggio scorso conl’abbattimento di tre alberi e di un muro, si è datoil via alla costruzione di un centro commerciale sulparco Gezi nella centralissima piazza Taksim. Maun gruppo di attivisti per la protezione dell’am-biente, si è stabilito nel parco per impedire l’ab-battimento e il conseguente proseguimento deilavori. Immediato, violentissimo e sproporzionato

l’attacco della polizia, molto legata al partito alpotere, l’Akp.Sferrando l’attacco per sgombrare il Gezi Park, lapolizia non ha previsto la reazione della popola-zione, che è corsa in massa a sostegno del gruppodegli attivisti, criticando il premier Erdogan e ilsuo modo spregiativo di insultare tutti.É la prima volta dopo 10 anni di continuogoverno che Erdogan, figura egemone delpartito AKP, viene contestato. L’Akp è ilprimo partito nella storia da quando è sta-ta permessa la presenza di vari partiti nel-la Turchia dopo la 2ª Guerra mondiale.Erdogan è salito al poter nel 2002, vincen-do a mano bassa le successive tre elezioniparlamentari. Secondo gli analisti, il moti-vo delle tre schiaccianti vittorie alle ele-zioni parlamentari, sta nel desiderio diemarginare lo strapotere dei militari, cheper tanti anni sono stati padroni assolutidel potere cosiddetto “laico” in Turchia.Una volta conquistato il potere Erdogan, acapo del suo partito Akp, è riuscito a spap-

polare lo strapotere dei militari, grazie anche alconsenso popolare, coprendosi però le spalle da uneventuale golpe con la presentazione nel 2004 del-

L’arroganza mal digeritaTurchia: continuano a crescere le contestazioni contro Erdogan

Incontrando gli studenti dellescuole dei Gesuiti che, numero-si sono venuti a Roma da ogniparte d’Italia e dell’Albania, per

rendere omaggio al primo PapaGesuita, Papa Francesco ha esorditoaffermando “Con tutti voi mi sentoin famiglia”.La delegazione delle scuole gesuite,assieme a rappresentanti dei movi-menti giovanili ignaziani e delle par-rocchie guidate da sacerdoti dellaCompagnia di Gesù con i tanti allie-vi ed ex allievi, alcuni dei quali sin-daci, onorevoli, amministratori diaziende, hanno così incontrato il loro“Professore” che è anche Papa, ilquale con il cuore di un buon papàraccomanda a tutti di amare sempre

più Gesù.

Il nome “Compagnia di Gesù”, hasottolineato il Pontefice, secondo leintenzioni di San’Ignazio apparivapiuttosto “impegnativo”, essendoespressione di una particolare e“strettissima amicizia, di affetto tota-le per Gesù, di cui volevano seguirele orme” i primi seguaci di San’Igna-zio di Lojola.“Vivere un’esistenza che abbia un

senso profondo, che doni entusia-

smo, gioia e speranza”, ideale e sin-tesi del carisma dei Gesuiti, messo aservizio della Chiesa per una diligen-te azione missionaria e di presenzacristiana nel mondo, si incarna nellescuole e nei tanti collegi che i gesui-ti hanno aperto in tantissime Cittàd’Italia e del mondo. Oggi sonoscuole storiche, gloriose e vantanonei loro registri nomi e personaggiillustri della storia, della politica,della finanza e dell’economia.Rivolgendosi ai ragazzi, Papa Fran-

cesco ha fatto una domanda: “Perchéandate a scuola?”. Le risposte, haosservato, sarebbero molteplici“secondo la sensibilità di ciascuno”,eppure è possibile trovare una rispo-sta di sintesi, affermando che “la

scuola è uno degli ambienti educati-

vi in cui si cresce per imparare a

vivere, per diventare uomini e donne

adulti e maturi, capaci di cammina-

re, di percorrere la strada della

vita”. La scuola aiuta “non solo nel-

lo sviluppare la vostra intelligenza,

ma per una formazione integrale di

tutte le componenti della vostra per-

sonalità”.

Questa precisazione del Papa penetranel cuore dei giovani e fa ben com-prendere come la formazione cultu-rale che le scuole dei Gesuiti per tra-dizione hanno saputo trasmettere èfunzionale soltanto nella riscoperta evalorizzazione dei valori della perso-na e come “scuola cattolica” èproiettata verso gli alti ideali del-l’impegno e della testimonianza cri-stiana.Secondo l’insegnamento di Sant’I-gnazio, a scuola s’impara in primoluogo “ad essere magnanimi, ad ave-re grandezza d’animo” e “ad averegrandi ideali”. Guardando semprel’orizzonte si desidera di “compiere

grandi cose per rispondere a ciò che

Dio ci chiede”.

“Curare la formazione umana fina-

lizzata alla magnanimità” è unmonito che Papa Francesco rilancia atutte le scuole cattoliche che offronoun prezioso servizio pubblico, anchese non adeguatamente riconosciuto evalorizzato.“La lealtà, il rispetto, la fedeltà,

l’impegno” costituiscono il comple-

tamento della “dimensione intellet-

tuale” e i pilastri della formazioneintegrale dell’uomo, che a scuolaimpara a diventare persona e cittadi-no.Da vero “educatore” Papa France-sco, con il suo dire affabile e accatti-vante, ha spiegato il valore della“libertà” e del “servizio”, spiegandoche la vera libertà consiste nel“saper riflettere su quello che fac-

ciamo, saper valutare ciò che è bene

e ciò che è male, quali sono i com-

portamenti che fanno crescere e

quindi scegliere sempre il bene”,

garanzia di successo e di coraggiosoimpegno.Il concetto di “servizio” Papa Fran-cesco l’ha spiegato, sollecitando a“non chiudersi in se stessi o nel pro-

prio piccolo mondo, ma ad aprirsi

A PAG. 3

PREMIOINTERNAZIONALEDI ARCHITETTURA

Catania - anno XXIX - n. 23 - 16 giugno 2013 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it

settimanale regionale di attualità

(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003

“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”

WORKSHOP

tra S. ZAPPULLA

e S. SCIACCA

a pagina 11

CONVENZIONETRA MAASE CARITAS

a pagina 7

Formare alla magnanimità

(segue a pagina 2)

IN SEMINARIO

LA STATUA

DEL S. CUORE

DI GESÙ

a pagina 9

Papa Francesco educatore fra gli studenti delle scuole dei Gesuiti

Giuseppe Adernò

(segue a pagina 2)

L.G.

agli altri, specialmente ai più poveri

e bisognosi, a lavorare per migliora-

re il mondo in cui viviamo”.

Ed ecco che ritorna ancora la cate-chesi di Papa Francesco di difensoredel creato.Un buon docente deve donare ai suoiallievi “speranza” e “ottimismo” peril loro cammino nel mondo, ed inse-gnare “a vedere la bellezza e la bon-tà della creazione e dell’uomo, checonserva sempre l’impronta delCreatore”. L’educazione, tuttavia,richiede essenzialmente la “testimo-nianza” e la “coerenza di vita”.Il Santo Padre, rivolgendosi infineagli insegnanti delle scuole gesuite eai genitori degli studenti ha detto:“Non scoraggiatevi di fronte alle dif-

ficoltà che la sfida educativa presen-

ta!

Educare non è un mestiere, ma un

atteggiamento, un modo di essere;

per educare bisogna uscire da se

stessi e stare in mezzo ai giovani,

accompagnarli nelle tappe della loro

crescita mettendosi al loro fianco”.

Questa regola pedagogica PapaFrancesco la mette in pratica nel cor-so del Suo ministero apostolico e sipone come modello di relazione e dicomunicazione educativa.Anche lo stile delle sue omelie cheevidenziano i classici tre punti signi-ficativi da ricordare, s’innesta nelladimensione educativa del Magister

magnus che istruisce, guida e indi-rizza la Chiesa verso una più incisivae coerente testimonianza del Vange-lo e dei valori cristiani.La preghiera delle cinque dita, inse-gnata da Papa Bergoglio, diventaoggi una lezione di scuola ed unatestimonianza di catechesi efficace.Nel volumetto per bambini edito peri tipi di Marcianum Press si leggecome il pollice, indice, medio, anula-re, mignolo: ogni dito della nostramano, ciascuno con la propria forzae debolezza, rappresenta una diversapersona alla quale rivolgere le nostrepreghiere. Il pollice, il più forte, ciinsegna a pregare per i nostri cari.L’indice ha invece il compito di indi-care la giusta direzione a coloro checi educano e curano nel cammino

della vita. Il medio, il più alto, ciricorda i nostri imprenditori e politi-ci, bisognosi della guida di Dio. L’a-nulare, il più debole, ci insegna apregare per chi affronta molte sfidenella vita, come i malati, per i qualile preghiere non sono mai troppe.Per ultimo, ma non per questo menoimportante, il piccolo dito mignoloci ricorda quanto siamo piccoli di

fronte a Dio. Per questo, è necessarioanche pregare per noi stessi.Rispondere alla chiamata di Gesù, eleggere i segni di Dio nella nostravita sono gli insegnamenti di PapaFrancesco che giungano opportuni aconclusione dell’anno scolastico edin vista delle scelte future cui sonoindirizzati tanti studenti.

®

Prospettive - 16 giugno 20132

PRIMO PIANOConcerto polifonicocorale all’ImmacolataConcezione” ai Minoritelli __3

Atto di affidamentoalla Madonna_____________5

INFORMADIOCESINotizie in breve___________6

Lettera dell’Arcivescovo____6

Verbum Domini:Settimana Biblica _________6

DIOCESI“L’aiuto allo studio”,l’iniziativa dell’Ufficiodi pastorale Scolastica______7

Laurearsi a 70 annial San Luca ______________8

Tenda di Ulisse:concerto di pianofortedi musica classica _________9

La vita e il messaggiodi san Josemarìa Escrivà ___11

sommario al n. 23

7Direzione amministrazione

e redazione:

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Questo numero è stato chiuso

alle ore 13.00 di mercoledì 12 giugno 2013

(continua da pag. 1)

FORMARE...

la richiesta d’ingresso della Turchianell’Unione europea.Tale situazione ha permesso a tutti ilivelli, soprattutto alle giovani gene-razioni, di gustare libertà civiliall’occidentale, mai prima assapora-te.Per questo ha una certa verità l’affer-mazione secondo cui la “Primaveraturca” ha avuto inizio nel 2002, conla vittoria dell’Akp alle elezioni.Questi successi hanno però esaltatoErdogan, il quale pur essendo unesperto politico, è privo di cultura,diventando molto arrogante. Del

resto anche egli è figlio di quellamentalità secondo la quale le idee siimpongono non si discutono. Infatti,secondo alcuni sociologi, Erdogannon sa ascoltare. È questo il motivoper cui egli non percepisce l’impor-tanza dei social networks e di certimutamenti sociali che lui stesso hainizialmente permesso a formarsi.Questa sua arroganza e protagoni-smo con conseguenti varie prese diposizioni nello scacchiere interna-zionale, di recente gli hanno creatomolte antipatie nel mondo atlantico emedio-orientale.

®

(continua da pag. 1)

L’ARROGANZA...

Si è svolta nella suggesti-va location di Palazzo

Platamone, dinanzi ad un folto grup-po di studenti di ogni ordine e grado,cittadini e autorità, la cerimonia con-clusiva del Premio artistico-lettera-rio “Ilaria e Lucia”, organizzato dal-l’Istituto Comprensivo “Diaz-Man-zoni”, insieme alla Fondazione “Ila-ria Favara e Lucia Messina”, perricordare le due brillanti studentessecatanesi di Lingue che persero la vitanel 2001, nell’incendio dell’albergoparigino in cui si trovavano. L’ini-ziativa, giunta quest’anno alla deci-ma edizione, è rapidamente cresciu-ta per quantità e qualità delle operepartecipanti, conquistando da ultimovisibilità nazionale e vantando altre-sì collaborazioni di prestigio comequelle, tra le altre, di Università,Provincia e Comune, Comitato pro-vinciale per Unicef, Comunità diS.Egidio, Cope, Movimento per laVita di Catania.La manifestazione, condotta daldirigente scolastico prof.ssa Agrip-pina Barone, è stata aperta dalla tra-dizionale esibizione dell’orchestrad’istituto, accompagnata quest’annodalla giovane voce di EmanueleBertelli, recente scoperta del talentshow “Ti lascio una canzone”. Èseguita quindi la consegna dei rico-noscimenti da parte della giuria e di

alcuni ospiti. In particolare, il primopremio per la poesia è andato, per lacategoria Scuola secondaria di I gra-do, a Elisabetta Botto Benci di Pine-rolo (TO) e Matteo Grasso (Cata-

nia), per la Secondaria di II grado adAlessandra Fichera di Caltagirone

(CT) e Federica Turra di Lentini(SR). Il podio della Sezione prosa èstato conquistato invece, per laScuola primaria, dalla Classe V del-l’I.C. “C. Battisti” di Catania e dalla

Comunità Sant’Egidio; per laSecondaria di II grado, da Martina

Spampinato (Catania) e SamuelBoscarello di Caltagirone (CT). Lasezione Disegno ha visto l’afferma-zione, al primo posto, di StefaniaCancellieri e Laura Stimoli di Adra-no (CT), e di Roberto Trischitti diCatania. Tutti iscritti all’ateneocatanese i premiati delle categorieriservate agli studenti universitari: ameritare l’oro per la poesia è stataShilla Laiacona (Scienze dellacomunicazione), mentre la miglioreper la prosa si è rivelata EmanuelaCalafatello (Giurisprudenza). Tantialtri premi sono andati ai secondiclassificati, attestati, medaglie e tar-ghe sono state consegnati a numero-si studenti selezionati per merito ealle tante scuole partecipanti.La serata è stata rallegrata da un lie-to quanto simbolico evento: la noti-zia della nascita, inaspettata, delpiccolo Antonio Favara, peraltro nelgiorno esatto in cui sarebbe caduto il35° compleanno della zia Ilaria.

Ignazio Spadaro

Anche il Piemonte ricorda

le studentesse catanesi

X Edizione Premio artistico-letterario “Ilaria e Lucia”

Si è concluso il 2 giugnonell’Aula Magna della

facoltà di Giurisprudenza di Trento,il festival dell’economia, questa edi-zione ha avuto per oggetto la “Sovra-nità in conflitto”. Nel palazzo dellaProvincia, il presidente della Came-ra Laura Boldrini è intervenuta sultema della “Sovranità e dignità dellapersona”. È stato presente l’econo-mista indiano Kaushik Basu, autoredel libro “Oltre la mano invisibile.Ripensare l’economia per una socie-tà giusta” (traduzione Fabio Galim-berti), affronta la problematica diAdam Smith e le autorità invisibili,citando Kafka, poiché entrambi han-no individuato i meccanismi nasco-sti che regolano la società. Alcunisono orientati al bene, altri sono, adir poco, infernali. Kafka è riuscito acreare una teoria della società e del-la vita civile; entrambi parlano di

mano invisibile all’interno di un dis-corso della scienza economica, maKafka serve all’autore per farci vede-re l’altra faccia della mano invisibileche, a differenza di quella di Smith èmalevola. Con uno stile meno anali-tico e deduttivo di Smith, Kafka èriuscito a creare una teoria dellasocietà e della vita civile efficacequanto quella del filosofo scozzeseed entrambi concordano riguardoalle forze che possono essere scate-nate dalle azioni individuali atomisti-che, senza nessuna autorità centrale,forze non solo di efficienza, di orga-

nizzazione e di benevolenza, maanche forze di oppressione e malevo-lenza. La mano invisibile di Kafkanon è distante dal nostro mondo con-temporaneo; scrittori più recenticome Josè Saramago, parlano diburocrazie senza volto, di cui tuttigli individui, compresi quelli cheapparentemente le governano, sonovittime. L’impersonalità delle socie-tà totalitarie, fa sì che il potere mali-gno del sistema vada oltre l’indivi-duo. L’autore nel suo libro dimostrache “questa visione più ampia di unamano invisibile buona o cattiva per-

mette la comprensione della società,della vita civile e dell’economia piùprofonda di quella che le scienzesociali tradizionalmente propagano,e questa comprensione, a sua volta,permette una visione delle politicheeconomiche dello Stato profonda-mente diversa da quella tradiziona-le”. La legge è lo strumento che igoverni usano per influenzare lapolitica economica. Lo scrittore sot-tolinea sempre nel suo saggio “Ènecessario avere chiaro il ruolo dellalegge in un’economia per poter crea-re politiche efficaci e ottenere un’e-conomia di successo. Esistono eco-nomie fiorenti e altre no, è necessarioa questo punto capire in che modo lalegge, gli interventi di politiche eco-nomiche del governo interagisconocon l’economia”.

L.B.

Il ruolo centrale della legge

nelle politiche economiche

Il festival dell’economia a Trento

Il progetto di “Recupero eRiconversione della

Chiesa dei Santi Giorgio e Dionigi aCatania”, destinato a sede operativadella Caritas Diocesana, ha ottenutoil Premio Internazionale di Architet-tura “Abitare il Mediterraneo”, orga-nizzato dal Consiglio Nazionaledegli Architetti, Pianificatori, Pae-saggisti e Conservatori, dalla Con-sulta Regionale degli Ordini degliArchitetti della Sicilia e dall’UMAR(Unione Mediterranea degli Archi-tetti).Il Premio è dedicato ai professionistiche, attraverso il loro lavoro, idee epassioni incidono sulle trasforma-zioni della società nel Mediterraneo,promuovendo il dialogo intercultu-rale e interetnico ed ha come obietti-vo quello di alimentare uno scambiodi idee, conoscenze, approcci, chestanno alla base del progetto. La ter-za edizione del premio per l’anno2013 proponeva il tema “l’Architet-

tura Religiosa per l’Integrazione

Culturale”.

L’intervento primo classificato nellasezione dedicata al “recupero e

riconversione di architetture esisten-

ti”, commissionato dalla Diocesi diCatania attraverso l’Ufficio BeniCulturali e realizzato con fondi dellaDiocesi insieme ad un contributoeconomico dell’otto per mille dellaC.E.I., è stato seguito dallo studioEllenia+Tre Architettura Ingegneria(Arch. Giuseppe Amadore, Ing. Gio-vanni Calabrese, Arch. Antonio Car-cione, Ing. Carmelo Russo, Ing.Alessandro Zanghì).La giuria del Premio era compostadall’Arch. Mauro Latini designatodal CNAPP (presidente), dall’Archi-tetto André BEKHAZI designatodall’UMAR, dall’arch. Roberto Flo-ridia designato dalla ConsultaRegionale Siciliana, dall’Arch.Mario BelliniArchitetto di chiarafama e dall’Esperto in architetturareligiosaAndrea Longhi.L’intervento è ubicato in una zona dimargine del tessuto del centro stori-co di Catania tra Piazza Palestro e ilCimitero Monumentale, in un quar-tiere con forti problematiche econo-miche e sociali e con una significati-va percentuale di popolazione immi-grata.Il recupero e la riconversionedella Chiesa dei Santi Giorgio e Dio-nigi, da decenni in stato di abbando-no, in centro culturale e auditoriumgestito dalla Caritas Diocesana diCatania vuole costituire un poloriconoscibile di aggregazione all’in-terno di un contesto, quali le aree dimargine, che abbisogna di elementidi identificazione culturale.L’edificio originario, risalente aglianni ’30 del secolo scorso, non pre-sentava particolari valenze architet-toniche a meno della elegante fac-ciata in stile eclettico e qualche ele-mento all’interno. Il Progetto direstauro ha previsto il recupero ditutti gli spazi esistenti attraverso laristrutturazione della Chiesa, desti-nandola ad auditorium e attrezzando

gli spazi adiacenti come locali percentro di aggregazione. L’impiantod’insieme, con la successione di spa-

zi aperti e chiusi è stato man-tenuto ma ridefinito neivolumi e nelle funzioni. LaChiesa si presentava concaratteri di omogeneitàcostruttiva e con qualcheelemento che, per il valoreintrinseco, si è voluto preser-vare, come l’altare rivestitocon marmi e la decorazionepittorica sulla volta dell’ab-side. Sono stati eliminatialcuni elementi ritenuti pocosignificativi, quali la sgrazia-ta cantoria sopra l’ingressoprincipale, la balaustra diseparazione tra l’altare e lanavata, e il controsoffitto ingesso, in modo da riconfigu-rare lo spazio nella sua inte-rezza, effettuando quasiun’opera di pulizia nella

visione dell’interno. Le parti origi-narie della Chiesa sono state dipintedi bianco così come la struttura del

tetto restituendo così il nuovo spaziocome un involucro neutro all’internodel quale sono stati inseriti nuoviepisodi progettuali. I nuovi elementi

sono stati rivestiti interamentecon pannellature in legno, vetrie acciaio denunciando in talmodo la contemporaneità dellaloro realizzazione. La tribunasospesa all’interno dello spaziodell’aula riequilibra il rapportotra larghezza e altezza dellospazio. Le nicchie laterali adarco ogivale esistenti sono stateoccupate da elementi in legnoche occultano gli impianti tec-nologici. I corpi edilizi a sudsono stati ricostruiti, realizzan-do uno spazio foyer con unascala in acciaio e legno che con-duce allo spazio tribuna e al ter-razzo soprastante. I volumiricostruiti sono stati l’ulterioreoccasione per introdurre ele-menti di contaminazione nel

linguaggio dell’architettura di que-sto edificio.

Ing. Giovanni Calabrese

Prospettive - 16 giugno 2013 3

La sera di sabato 8 giu-

gno la storica chiesa

settecentesca “Immacolata Conce-

zione” ai Minoritelli in Montevergi-

ne ha ospitato un evento di grande

rilievo culturale: il concerto polifo-

nico corale di musica sacra in onore

di Maria Regina della Pace, promos-

so dalla Confederazione Internazio-

nale dei Cavalieri Crociati Guardiani

di Pace e in preparazione alla ceri-

monia ufficiale magistrale di nomina

di cavalieri e dame a livello naziona-

le, per la prima volta tenutasi a Cata-

nia.

La CCC è un’associazione nata nel

1992 per diffondere una cultura di

pace, di solidarietà e di fratellanza

tra i popoli e promuovere iniziative

culturali e sociali, destinate a tutela-

re le fasce deboli della popolazione,

la difesa dei diritti dell’uomo e la

protezione della personalità umana.

Tutte le attività promosse dall’asso-

ciazione sono legate dalla volontà di

promuovere progetti di solidarietà

per diffondere la cultura di pace. Gli

associati si identificano come Guar-

diani di Pace, cioè testimoni dello

spirito francescano con il dialogo tra

i popoli, lo scambio interculturale,

l’apertura interreligiosa, la coesione

sociale, gli interventi umanitari

rivolti alle popolazioni che vivono in

stato di calamità. Il loro riferimento

spirituale è Assisi Pax Intrenational.

La CCC non è un ordine cavallere-

sco e l’ingresso nella confederazione

è aperto a tutte le persone che si

indentificano come guardiani di

pace.

Dopo l’introduzione del parroco can.

Giovanni Romeo, cappellano dei

cavalieri, del prof. Giorgio Cegna,

gran cancelliere dei Cavalieri Guar-

diani di Pace Assisi-Malta, della

gran dama Carmen Arena, comman-

der CCC per la Sicilia orientale e

presidente dell’Accademia d’Arte

Etrusca, e del comm. Giuseppe Pata-

nè, cavaliere templare della Com-

menda San Giorgio e

coordinatore Tribuna-

le diritti del malato di

Giarre, i giornalisti

dott. Jolanda Scelfo e

cav. prof. Gianvito De

Salvo hanno presenta-

to l’artistica manife-

stazione musicale

mariana di intensa

caratura spirituale e

religiosa.

La Corale con Orche-

stra “Canticum vitae”

di Belpasso, fondata

nel 1994 e diretta dal

m° Salvatore Signo-

rello, ha eseguito due

brani dello “Stabat

Mater” di Pergolesi,

“Salve o Vergine Maria” di Rossini,

il “Magnificat” di Frisina, e “Hail

holy Queen” con arrangiamento di

Shaiman. L’Associazione culturale

“Canticum Vitae”, costituita nel

dicembre 2007, è la normale evolu-

zione della Corale “Canticum

Vitae”, la cui incessante attività arti-

stica e concertistica ha reso ormai

tradizionali gli appuntamenti da essa

organizzati quali: il Concerto di

Capodanno nell’ottava del Natale, la

rassegna “Lu Chinnici d’Austu” per

i festeggiamenti della Madonna del-

le Grazie, “Il Canto della Croce”,

meditazione musicale sulla Passione

di Gesù la Domenica delle Palme.

Parallelamente alla “naturale” attivi-

tà come coro a cappella matura una

notevole esperienza anche come

coro concertante costituendo al pro-

prio interno l’omonima orchestra.

Fra le tante e prestigiose prestazioni

musicali citiamo una delle ultime e

più significative: la partecipazione

nella chiesa capitolare S. Giuliano ai

Crociferi al 7° concerto di Quaresi-

ma per coro e orchestra organizzato

dall’Ordine Equestre del Santo

Sepolcro di Gerusalemme. “Canti-

cum vitae” è associata all’Associa-

zione regionale siciliana Cori e alla

Federazione nazionale italiana delle

Associazioni regionali Cori.

La Cappella Musicale “Mater Puri-

tatis” di Giarre fondata nel 1972 nel-

la settecentesca chiesa San Filippo

Neri e diretta dal m° Giuseppe Ricca

ha cantato altri celebri e popolari

brani di musica polifonica religiosa:

“Salutiam Divotamente” dal Lauda-

rio di G. T., “Madre per le tue Gra-

zie” di anonimo sec. XVI, “Ave

Maria” di Maugeri, “O Santissima”

di Anonimo, “Gaudens Gaudebo in

Domino” di Perosi. Particolarmente

apprezzata l’esibizione del soprano

Sarah Ricca che ha studiato anche

pianoforte, violino, flauto e chitarra

classica, eseguendo brani alla pre-

senza del Beato Papa Giovanni Pao-

lo II. La cappella nasce dall’incontro

di giovani animati da sincera passio-

ne per il canto e dal desiderio di fare

“musica insieme”. Il

suo obiettivo è quello

di creare un ambiente

sereno, nel quale gio-

vani e meno giovani

possono trovare nel

canto corale un

momento di crescita

spirituale, culturale

ed umana. Ha parte-

cipato a numerose

manifestazioni musi-

cali, nazionali e

internazionali. Il suo

repertorio spazia dal

gregoriano alla poli-

fonia sacra, profana,

negro spirituals ai

canti popolari. La

cappella il prossimo

4 ottobre avrà l’onore di cantare

davanti a Papa Francesco in visita

pastorale ad Assisi, pellegrino al

sepolcro di S. Francesco Patrono

d’Italia.

Blanc

Tutte le attività

promosse

dall’associazione

sono legate dalla

volontà di promuovere

progetti di solidarietà

per diffondere

la cultura di pace

L’ARCHITETTURA RELIGIOSAper l’Integrazione Culturale

Il Premio Internazionale di Architettura “Abitare il Mediterraneo” alla futura sede operativa della Caritas Diocesana

Nella foto la Cappella Musicale Mater Puritatis di Giarre con il direttorem° Giuseppe Ricca

Per una cultura di pace, di solidarietà e di fratellanza

Concerto polifonico corale all’Immacolata Concezione” ai Minoritelli in Montevergine

Prospettive - 16 giugno 20134

Prospettive - 16 giugno 2013 5

PRIMOPIANO

Catania- Oggi mi sonorecata all’Archivio di

Stato per documentarmi sulla storiadelle Accademie della città etnea.Consulto uno dei volumi pubblicatida Santi Correnti “Alla scoperta diCatania” dove si menziona l’annodelle principali istituzioni: “Accade-mia dei Chiari” (1621), “degli Eleva-ti” (1655), “degli Incogniti” (1673),“dei Palladii” (1674), “degli Etnei”(1675), “degli Sregolati” (1676),“dei Gioviali” (1728). Nomi altiso-nanti, tutte cariche di augusti propo-siti di conoscenza e di divulgazionedel sapere, ma segnate dall’alito effi-mero del tempo. Una sola risultaessere la più recente e ancora oggidegnamente in vita: l’AccademiaGioenia fondata nel 1824. Mentre midiletto nella lettura sull’esistenza ditali circoli di humanae litterae e discienza, sento una mano che lieve-mente mi sfiora la spalla.Volgo lo sguardo e vedo un uomo suicinquant’anni vestito alla foggia set-tecentesca che bonariamente mi sor-ride e con un cenno del capo a mo’ diinchino così mi parla: <<La miafamiglia, di antico lignaggio, mi die-de i natali in questa città il 12 mag-gio del 1743. Certo che il rinnova-mento degli studi letterari voluto daMonsignor Ventimiglia, come lo spi-rito degli studi naturalistici incarnatodal vulcanologo Giuseppe Recuperoe incoraggiato fortemente dal princi-pe di Biscari, influì molto nella miaformazione. Il mio nome è GiuseppeGioeni>>.La voce mi si ruppe in gola, perchénon avrei mai potuto immaginareche quel mio ardore per la conoscen-za di siffatti cenacoli di culturaavrebbe destato lo spirito del fonda-tore dell’Accademia più importantedel periodo e in vigore tutt’oggi.Dopo essermi riavuta dallo stupore,esortai l’illustre a parlarmi di sé.Sedendosi al tavolo dove erano pog-giati gli antichi testi che poco primaavevo consultato, questo mi riferi-sce: <<È stato il contatto con gliscienziati inglesi a incentivare la miapropensione agli studi di vulcanolo-gia, ma più di tutti, influì quel gran-de libro della natura che è l’Etna conle sue variegate concrezioni lavichee mineralogiche i suoi tanti esempla-ri zoologici a costituire la minieraper un museo. Nel 1780, mi venneassegnata la cattedra di storia natura-le e botanica all’Università degliStudi di Catania, ricoprendo quell’o-norifico incarico che era stato diGiuseppe Recupero, deceduto qual-che anno prima. L’opera con cui miresi noto fu “Relazione di una nuovapioggia…, Catania 1782”, in riferi-mento a un insolito fenomenometeorologico verificatosi l’annoprecedente, quando i dintorni diCatania furono bagnati “da un’acquacolorita cretacea biggia”, che evapo-rando lasciava sugli oggetti un salecalcareo sensibile a un magnete. Glistudi condotti su tale fenomenologiami indussero alla conferma che trat-tavasi di una condizione vulcanica.Gli studi e la fama delle mie ricerchemi portarono alla corte di Napoli,dove meritai la stima e la frequenta-

zione dei regnanti. Da lì si intensifi-carono le ricerche sui fenomeni lavi-ci del Vesuvio comparati a quelli del-l’Etna del quale ci ha lasciato una“Relazione dell’eruzione nel mese di

luglio 1787”. I fenomeni eruttivi ini-ziarono a metà giugno e ne seguiil’andamento e ne descrissi con preci-sione tutti gli aspetti utilizzando

strumentazioni inviatimida colleghi francesi.Trascorsi la mia attivitàscientifica tra osservazio-ni dirette e catalogazionee pubblicazioni di saggi.Alacre è stata anche lamia operosità nel collezio-nare reperti mineralogici enell’esaminare la lorocomposizione chimica.Non pensare cara Stefaniache la mia vita sia statacaratterizzata da ori fasti ebagliori.Ero sempre alle prese conla ricerca di fondi peracquistare libri e strumen-ti per le mie ricerche Cer-cai persino di vendere ilmio museo per pagare idebiti che contraevo permotivi di studi. A causa diun debito col pubblicoErario venni arrestato eprivato della libertà per treanni. Tornato a Catanianulla trovai come prima e mi vennenegata la cattedra che prima era sta-ta di Recupero. Il mio sogno fu quel-lo di fondare un’accademia che

accogliesse valenti studiosi di scien-ze naturali. Lasciai questa vita terre-na il 6 dicembre 1822. L’Accademiavenne istituita due anni dopo la mia

dipartita e ancora oggi cononore continua la sua mis-sione>>. Osservavo quel-l’anima che mi parlava e inogni suo atteggiamento tra-spariva l’amore di un uomoconsacrato alla ricerca,all’indagine scientifica.Che nobile figura così lon-tana dai meri ripetitori discoperte altrui! Lo pregai didarmi un consiglio, un sug-gerimento di vita. Guardan-domi profondamente negliocchi queste parole mi sus-surra: <<Ama il tuo lavoroe non ti arrestare di frontealle difficoltà. Il vero è ilfatto stesso. Confida nellaforza e nella grazia che tigiunge dall’Altissimo, sta lìla tua vittoria>>. Dettoquesto lentamente svanì.L’odore della carta ingialli-ta dal tempo permeava lastanza dell’Archivio. Acaratteri ben evidenti la

scritta “Accademia Gioenia dal1824…”

Stefania Bonifacio

55

Chi si ferma è perduto

Don Giuseppe Ruta,attuale direttore dell’i-

stituto S. Francesco di Sales a Ciba-li, è stato nominato dal Rettor mag-giore dei Salesiani Superiore dell’i-spettoria “Italia-Sicilia” per il ses-sennio 2014-2020, nell’ambito deilavori della sessione plenaria estiva ein accordo col consiglio generaledella Congregazione di S. GiovanniBosco. Don Ruta, finora consigliereispettoriale, succede a don GiovanniMazzali e assumerà l’incarico nelprossimo gennaio. Don Pippo,com’è affettuosamente chiamatodalla Famiglia salesiana di Sicilia, è

nato a Modica il 30 gennaio 1959, èentrato nel noviziato salesiano diLanuvio nel 1974 emettendo i voticome salesiano di Don Bosco il 12settembre 1975 e la professione per-petua il 12 settembre 1982 a Roma,presso la Casa Generalizia. Ordinatosacerdote nel 1986, ha prestato il suoservizio dapprima nella casa salesia-na di Barcellona Pozzo di Gotto, poi

a Messina con l’incarico di direttore.Laureatosi in Teologia catecheticapresso l’Università Pontificia Sale-siana, ha poi insegnato dal 1990 sinoal corrente anno accademico pressol’Istituto Teologico S. Tommaso diMessina; qui è stato anche preside edirettore della comunità.

Memorex

Don Giuseppe Ruta nuovo Ispettoredei Salesiani di Sicilia

“È stato il contatto

con gli scienziati

inglesi a incentivare

la mia propensione

agli studi

di vulcanologia,

ma più di tutti,

influì quel grande

libro della natura

che è l’Etna…”

La sera di venerdì 31maggio, nella festa litur-

gica della Visitazione della Beata Ver-gine Maria, a chiusura del mese pas-quale-mariano tanto caro alla pietàpopolare, si è ripetuto nell’Istitutosalesiano “Maria Ausiliatrice” al Bor-go il corale e commovente atto di affi-damento comunitario dei bambinialla Madonna.Come vuole la tradizione tutta lacomunità delle suore Figlie di MariaAusiliatrice assieme alla comunitàeducante, ai bambini della scuolaaccompagnati dai genitori e ai ragaz-zi del liceo, dopo la recita del santoRosario, ha partecipato nella chiesaSacro Cuore di Gesù dell’Istituto allasolenne Celebrazione Eucaristica pre-sieduta dal sacerdote salesiano, gior-nalista e psicopedagogista don PaoloButtiglieri, docente di Comunicazio-ne sociale presso la Pontificia Univer-sità Salesiana Istituto Teologico “SanTommaso d’Aquino” di Messinarecentemente nominato dalla Confe-renza Episcopale Siciliana nuovoconsulente ecclesiastico regionaledell’Unione Cattolica Stampa Italia-na.

Subito dopo l’atto di affidamento, ibambini cantando inni mariani, in

processione all’interno dell’Istituto,hanno raggiunto il grande cortile sullato est della Casa, con ingresso davia Canfora, per deporre e offrire unfiore in onore della Madre di Dio epartecipare all’inaugurazione e bene-dizione della bianca statua della

Madonnina di Medjugorje, posta inalto tra due edifici limitrofi, con alla

base la scritta “Salve, Regina”. Almomento dello svelamento del nuovosimulacro mariano un lungo applausosi è levato dalla folla dei partecipantial sacro rito, seguito dalla preghieradi benedizione guidata da don Paoloche ha invitato i bambini a lasciar

volare al cielo i palloncini coloratiche tenevano in mano, in segno difiliale e lieto saluto alla Vergine San-tissima, piena della Divina Grazia.A conclusione la prof. Lucia Marino,docente del Dipartimento di Matema-tica dell’Università di Catania, moltoemozionata ha rivolto una specialepreghiera alla Madonnina di Medju-gorje, da lei composta come segno diprofonda gratitudine per la graziaricevuta. È stata lei ad offrire come exvoto all’Istituto Maria Ausiliatrice lacopia del simulacro della Madonnavenerata a Medjugorje.La prof. Marino, felicemente sposatae madre di una bambina di 7 anni, haesposto la sua personale testimonian-za che l’ha portata ad affidarsi allaMadonna.La prof. dichiara anche di essere unafervente devota di S. Agata, e di sen-tirsi quasi cuciti addosso le parole diGesù: “… Donna: «La tua fede ti ha

salvata; và in pace!» (Lc 7, 50).

®

Affidarsi all’amore materno di MariaAll’Istituto salesiano “Maria Ausiliatrice” benedetto il simulacro della Madonna

Indietro nel tempo intervistando Giuseppe Gioeni (naturalista 1743-1822)

l’intervista

Prospettive - 16 giugno 20136

Lunedì 17•• Ore 10.00 Viagrande, Residenza SS. Salvatore:

incontra i Sacerdoti del XV Vicariato.•• Ore 17.00 Catania, Monastero S. Benedetto:

incontra le monache.Martedì 18•• Ore 9.30 Catania, Seminario: presiede l’incontro

del nuovo Consiglio Presbiterale.•• Ore 18.00 Biancavilla, parrocchia S. Maria del-

l’Idria: Visita pastorale.

Mercoledì 19•• Ore 10.00 Biancavilla, parrocchia S. Maria del-

l’Idria: Visita pastorale.

Giovedì 20•• Ore 9.30 Arcivescovado: udienze.•• Ore 18.00 Biancavilla, parrocchia S. Maria del-

l’Idria: Visita pastorale.

Venerdì 21•• Ore 9.00 Arcivescovado:udienze.•• Ore 12.00 Arcivescovado: celebra la S. Messa

con i sacerdoti che ricordano il 10° anniversariodi ordinazione sacerdotale.

•• Ore 19.00 S. Giovanni La Punta, Villa Angela:celebra la S. Messa per il 60° anniversario disacerdozio di P. Ugo Aresco.

Sabato 22•• Ore 9.00 Arcivescovado: udienze.•• Ore 11.30 Catania, Basilica Cattedrale: celebra la

S. Messa in onore di S. Josemaria Escrivà, fonda-tore dell’Opus Dei.

Domenica 23•• Ore 10.30 Catania, parrocchia S. Giuseppe in

Ognina: celebra la S. Messa.®

Dall’Agenda dell’Arcivescovo

Noti

zie

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al 17 a

l 23 g

iugno Verbum Domini

XIII Settimana Biblica residenzialeCatania 28–31agosto 2013

Parola, poveri e fraternità

Discepolato e serviziosecondo le Scritture

Servire, servizio e diaconia sonoparole cruciali del linguaggio cristia-no che rischiano di apparire logoreed esauste più che esaustive. È unaverità scomoda di cui si dovrebbeprendere atto illuminati dalla paroladi Gesù che ricorda a chiunque haintenzione di servire che prima biso-gna diventare discepoli (Gv12,26).Ci si può affaticare invanonelle opere di Dio e si può esserecondannati come «operatori di ini-quità» se non si è riconosciuti dalSignorecome discepoli fedeli chehanno fondato il loro servizio sullaroccia della sua parola (Mt 7,21-27).Il servizio cristiano, secondo laScrittura, è rivolto innanzitutto ai“poveri” perché prendano parte allafamiglia di Gesù e siano accolti nel-la sua fraternità.In questotravagliato tempo di muta-zione economica, politica e religiosache viviamo, in sintonia con il magi-stero vivo di papa Francesco, si sen-te la necessità di investigare il sensoe la misura del servizio cristiano apartire dalle Scritture. Il CentroBiblico Diocesano Verbum Domini,anche quest’anno offre una Settima-

na biblica residenziale per approfon-dire le diverse tipologie di serviziogenerate dalla Parola e che, attraver-

so l’eucaristia, diventano i luoghidella più autentica testimonianza divita cristiana.Gli incontri, seguendo un collaudatocammino di studio e di preghiera,sono coordinati da don Giuseppe-

Bellia, direttore del Centro biblicodiocesano, da don Lanfranco Bella-

vista superiore della Piccola Fami-glia dell’Assunta e da SusannaBagnolini sorella della stessa comu-nità di Rimini. L’iniziativa è diretta apresbiteri, diaconi, religiosi, catechi-sti, insegnanti di religione e a quan-ti, attratti dall’amore di Cristo e delsuo Vangelo, hanno il desiderio dicrescere nel servire Cristo nei suoipoveri.Gli incontri inizieranno mercoledì28 agosto (ore 15,30) e si conclude-

ranno sabato 31 agosto(ore 12,30).Si svolgeranno presso la Casa Gene-ralizia delle Suore Domenicane delSacro Cuore di Gesù, in Via S. Nullo

n° 46, sulla circonvallazione diCATANIA (direzione Ovest). Si ricor-da che sono disponibili 50 camere. Ilcosto della pensione è di 38 €. indoppia e di 43 €. per la camera sin-gola. Il costo dei singoli pasti è di 13€. L’iscrizione rimane invariata (€.20); mentre la richiesta dovrà perve-nire in tempo utile al diacono Giu-seppe Gangemi, segretario del Ver-

bum Domini, all’indirizzo e-mail:[email protected]: oppuretelefonando al 340 2618916 - (ab)095 382417 oppure 095 968256.

®

Come ogni anno, luglio è il tempodel discernimento vocazionale.Dopo la fine degli esami di maturitàe nel tempo delle ferie per i lavora-tori, il campo vocazionale organiz-zato dal Centro diocesano di Orien-tamento Vocazionale per il sacerdo-zio diventa momento di riposo spiri-tuale e di preghiera, di riflessionesulla propria vita, di confronto conaltri giovani che sentono dei “distur-bi vocazionali” e vogliono condivi-derli con coloro che fanno la mede-sima esperienza. Il Signore continuaa chiamare i suoi ministri, questo cel’ha promesso, ma, lo dice lui stessonei Vangeli, “la messe è molta ma glioperai sono pochi. Pregate il Signo-re della messe perché mandi operainella sua messe” (Luca 10, 2). Ora,la chiamata non sempre è chiara,anzi…bisogna metterla alla provaattraverso, prima di tutto, la direzio-ne spirituale; poi, bisogna pregaremolto e bisogna lasciarsi guidare dacoloro che la Chiesa locale mettesulla nostra strada. Quanti ragazziavvertono una forte attrazione versola vita sacerdotale! Potrebbe essereuna chiamata autentica e matura-mente accolta, e questa, dopo unattento discernimento e una puntualeformazione, potrà sfociare nel mini-stero sacerdotale; potrebbe risolversiin un momento di entusiasmo, facil-mente individuabile solo se ci simette in ascolto della Parola e ci siconfronta con i formatori e con leesperienze degli altri – il “fai-da-te”non funziona, credeteci, e ve lo diceuno che ne ha abbondantemente fat-to esperienza – in un contesto comu-

nitario; potrebbe essere una sceltaautentica ma che deve essere suppor-tata da una crescita umana e spiritua-le, e lo specchio per capire ciò lo sitrova in coloro che vivono la mede-sima chiamata; si potrebbe scoprirein sé stessi una chiamata alla vitaconsacrata, ma non diocesana…sonotante le varianti, ma è chiaro chesenza il confronto con Dio e con ifratelli si rischia sempre di rimanerefermi a un punto, non riuscendo acollocare la propria vita nel giustoposto, che poi è quello che il Signo-re ha pensato per noi.Cosa succede in un campo vocazio-nale? Certamente, si vive unmomento di grazia che si condividecon immediatezza. Si realizzano leamicizie nel Signore, per via dellafede condivisa e della presunta voca-zione, che poi è la situazione che haportato in quel luogo i giovani pre-senti e li accomuna in un modo o inun altro.Si diventa fratelli, e questo lo realiz-zano non solo i giovani che si sento-no chiamati e che magari entrerannoall’anno propedeutico, ma anchequelli che partecipano senza aver

preso alcuna decisione. È veramentelo sperimentare l’amore di Dio attra-verso il suo popolo.Partecipare a un campo vocazionaleschiarisce le idee e fa sentire leggerie sicuri, per il fatto di essersi messinelle mani del Signore in modoautentico e totale. Vieni anche tu,giovane ancora incerto sul tuo futu-ro, e tu, giovane che vivi la vita del-la tua Parrocchia o del tuo movimen-to in modo intenso e pieno, vienigiovane che ti interroghi da dovederiva il tuo senso di vicinanza aglialtri, vieni anche tu, che hai l’esigen-za di stare vicino al Signore con laS.Messa giornaliera e con la pre-ghiera, vieni tu che vuoi dare amorea tutti e tu che vuoi semplicementefare un’esperienza di vita comunita-ria, vieni tu che ami lo studio o tuche faresti l’impossibile per annun-ciare il Signore a tutti gli uomi-ni…potrei continuare ancora perpagine e pagine…ma voglio diresemplicemente al giovane che mi staleggendo: vieni e vedi, vieni a speri-mentare l’amore di Dio, vieni a cer-care uno sbocco nella tua vita che,per chi è chiamato, è il più bello chesi possa immaginare, vieni a farequattro giorni di preghiera, di frater-nità, di lettura della Parola di Dio, diriposo spirituale...

Vieni, non te ne pentirai ! Ti aspetto! Per maggiori informazioni, chiamami al3498311049 o scrivimi al mio indirizzoe-mail [email protected].

don Salvo GulisanoResponsabile del Propedeutico

Dal 18 al 21 luglio a Tarderia si svolgeràil campo vocazionale per le vocazioni al sacerdozio

L’ufficio nazionale della Conferenzaepiscopale italiana per i beni cultura-li ha reso disponibile la consultazio-ne online dell’inventario dei benistorico artistici per i parroci. Il servi-zio nasce in alternativa alla consegnadell’inventario parrocchiale su sup-porto mobile (CD), ormai indisponi-bile, preservandone i vantaggi eaccrescendone la potenzialità. Ladisponibilità online dell’inventariogarantisce al parroco di consultare leschede e le immagini sempre aggior-nate e di fruire di maggiori funzionidi ricerca, selezione e stampa.Il sistema permette di consultare lascheda dell’edificio chiesa conteni-tore dei beni. Dopo l’accesso conutente e password, il sistema presen-ta direttamente l’intero inventariodei beni mobili presenti nelle chiese

e negli edifici pertinenti territorial-mente alla propria parrocchia. Lefunzionalità base previste: visualiz-zazione della scheda sintetica delbene e della scheda completa; ricer-ca libera e avanzata su alcuni campi,suggerimenti di ricerca anche percodice scheda e per collocazionespecifica; visualizzazione dell’insie-me di appartenenza; possibilità daparte del parroco di segnalare alladiocesi informazioni sulle schede;protocollo di trasferimento sicuro inhttps. Si segnala la possibilità d’atti-vare localmente percorsi formativi(per esempio di tipo liturgico e cate-chetico), a partire dai beni della par-rocchia, particolarmente interessantispecialemnte nell’Anno della fede.

®

Consultazione online inventario

dei beni storici artistici per i parroci

Ai Presbiteri e ai Diaconi dell’arci-

diocesi

Carissimi,Mi è gradito confermare quanto vicomunicavo lo scorso 24 aprile cir-ca il prossimo CORSO DI AGGIORNA-MENTO TEOLOGICO - PASTORALE.Come previsto, esso si svolgerà inSeminario nei giorni 24 - 27 del cor-rente giugno e sarà dedicato all’esa-me della nuova edizione del Diretto-rio Liturgico - Pastorale.

Procederemo come segue:LUNEDÌ 24 E MARTEDÌ 25Ore 09,30: Celebrazione dell’ora

media.Intervento introduttivo dell’Arcive-scovo.Relazioni di Dom Ildebrando Scico-lone.Intervallo.Interventi in aula.Ore 13,00 Pranzo.

MERCOLEDÌ 26Ore 09,30: Celebrazione dell’oramedia.Gruppi di Studio: Introduzione diDon GiovanBattista ZappalaOre 13,00 Pranzo.

GIOVEDÌ 27Ore 09,30: Ora media.

Relazioni sui Gruppi di Studio.Celebrazione della Giornata Mon-

diale di Santificazione Sacerdotale

Ore 13,00 Pranzo.

Chiedo a ciascuno di esaminare la

bozza del Direttorio Liturgico-

Pastorele, già inviata, e di prepara-

re ogni eventuale emendamento per

iscritto che potrete consegnarmi

durante il Corso. Tali contributi,

unitamente a quanto emergerà

durante i lavori, saranno debita-

mente tenuti in considerazione pri-

ma della promulgazione del testo.

@ Salvatore, Arcivescovo

L’Arcivescovo

Prospettive - 16 giugno 2013 7

Si chiama ‘Last MinuteMarket’ la convenzione

stipulata tra la Caritas diocesana diCatania e i mercati agroalimentari diSicilia (Maas) di contrada Jungetto cheprevede la donazione settimanale diprodotti alimentari ortofrutticoli e itti-ci. Risorse che saranno destinate alsoddisfacimento nutritivo di personesenza fissa dimora, adolescenti, bam-bini impegnati in progetti scolastici efamiglie bisognose presenti nel territo-rio del comune di Catania, e a entiecclesiastici e associazioni no profitappartenenti alla rete dell’Arcidiocesidi Catania. Cosi da poter soddisfare lenumerose richieste d’aiuto che quoti-dianamente confluiscono alla Caritasdiocesana costretta a fronteggiare l’e-mergenza crisi con esigue risorse. L’i-niziativa promossa da Mons. VincenzoAlgeri (Direttore Caritas di Catania),

Don Francesco Leto (ResponsabileAmministrativo e Logistico – Caritasdi Catania) e Salvatore Pappalardo(Collaboratore Amministrativo e Logi-stico – Caritas di Catania) ha trovatoparere favorevole dal Maas che, pervolontà del presidente Emanuele Zap-pia, ha permesso di stipulare la con-venzione tra le parti. All’iniziativahanno plaudito anche GiuseppeGugliardi, consigliere del Cda, e Giu-seppe La Spina, presidente del Somac,sindacato degli operatori del mercatoagroalimentare di Catania. L’obiettivoprimario tra le parti è di trasformare glisprechi in risorse cosi da essere riuti-lizzati in maniera solidale. L’intento èstato spiegato dal presidente dei mer-cati agroalimentari di Sicilia che halodato l’iniziativa tesa a valorizzare uncapitale che altrimenti finirebbe almacero: “La mia esperienza di tanti

anni fa come volontario Caritas mi hapermesso di immedesimarmi nelle dif-ficoltà che molte famiglie stanno attra-versando in questo difficile momentostorico, appena sono stato interpellatoper stipulare la convenzione non hoesitato ad esprimere il mio parerefavorevole e ad attivarmi per metterein contatto le parti”. Si tratta di elimi-nare ogni spreco, cosi come ha conti-nuato il direttore del Maas, il piùgrande polo di interscambio commer-ciale del Mediterraneo: “Nel sistemaagroalimentare italiano sprechiamouna quantità di merce che è equiparataal triplo dell’Imu, numeri impressio-nanti che fanno riflettere e mettere per-sino in discussione alcuni passaggidella filiera alimentare”. Motivo per ilquale presso il Maas è nato uno spaziodedicato esclusivamente alla raccoltadei prodotti in eccedenza che saranno,

poi, gestiti e distribuiti dagli operatoridiocesani più volte a settimana; un boxche sarà dotato anche di un sistema direfrigeramento permetterà la necessa-ria conservazione dei prodotti itticidestinati alle varie mense della dioce-si. Per la Caritas di Catania si tratta diun valido aiuto in un momento sfavo-revole per molte famiglie cittadine.Cosi come ha ricordato il direttoreMons. Vincenzo Algeri: “La convezio-ne stipulata con il Maas è stata la

risposta concreta a quanto affermatoda Papa Francesco che, in occasionedella giornata mondiale dell’ambiente,

ha richiamato ifedeli alla neces-sità di eliminaregli sprechi. LaCaritas di Cata-nia, grazie anchealla disponibilitàdegli operatoridel mercato chehanno dimostratogrande sensibilitàper quanti vivonoun periodo di sof-ferenza, ha pron-tamente volutodare seguito

all’esortazione del Santo Padre portan-do avanti questa splendida iniziativa”.La convenzione inerente alla conces-sione a titolo gratuito dei prodotti orto-frutticoli e ittici avrà la durata di unanno, alla scadenza il rinnovo avverràtacitamente a meno che sopraggiunga-no motivi di impedimento dalle partiin accordo. Il Maas per tutta la duratadella convenzione si impegnerà agarantire le donazioni nell’appositolocale all’interno del mercato ittico alfine di attuare la raccolta dei beni ali-mentari e permettere a tutti gli opera-tori il deposito dei prodotti destinatialle donazioni. “In un periodo in cui ipoveri aumentano di giorno in giorno,con le famiglie che quotidianamente sirivolgono alla Caritas per il necessariosostentamento – ha concluso il diaco-no Don Francesco – ci siamo rivolti alMaas per avere un sostegno concreto econtinuo nel tempo cosi da poter farfronte in parte all’emergenza cittadinae allo stesso tempo dare un valido aiu-to alle parrocchie e alle suore che sup-portano le famiglie più bisognose”. Leprime risorse offerte in donazione (unaquindicina di casse di frutta e verduranonché cinque cassette di pesce) sonostate destinate all’Help Center(Responsabili, Don Daniele Pappalar-do, Don Gianni Corriere) ai centri diaccoglienza notturni della Caritas, allaLocanda del Samaritano e al Prope-deutico diocesano; il cui ritiro quattrogiorni a settimana (mercoledì e vener-dì, pesce, martedì e sabato, frutta e ver-dura) è stato curato da Salvatore Pap-palardo.

Filippo Cannizzo

77

Il superfluo per far fronteConvenzione tra i mercati agroalimentari di Sicilia (Maas) e la Caritas diocesana

Si conclude il terzo annodell’iniziativa “Aiuto

allo Studio” dell’Ufficio diocesanoper la Pastorale della Scuola. ComeUfficio, in quest’anno abbiamo rea-lizzato alcune iniziative: un Conve-gno, organizzato insieme al Vicaria-to per la Vita Consacrata, e alcuniinterventi nelle scuole; ma l’attivitàpiù bella e coinvolgente è stata pro-prio quella dell’Aiuto allo Studio,messa in atto fattivamente da profes-sori in servizio e in pensione e daalcuni studenti universitari. Il tuttonasce nel 2010 dall’attività caritativache Comunione e Liberazione portaavanti da molti anni nel quartieredove sorge la nostra struttura, e cheha suggerito alla Prof.ssa GraziellaBiondi, alla Prof.ssa Carmelina Car-rubba (membri dell’equipe dell’Uffi-cio di Pastorale della Scuola) e adalcuni loro colleghi, di aiutare tantiragazzi e ragazze di scuola superiore(e, da un po’ di tempo, anche discuola media) nel loro percorso diformazione non solo culturale, maanche umano. I ragazzi che sonopassati da questa esperienza, spintidapprincipio dalla necessità dellaspiegazione relativa a una materiaostica o dalla preparazione per uncompito in classe imminente, sonorimasti soddisfatti dall’ambienteaccogliente di Via Raciti e dal caloree dalla professionalità dei docenti.Ben presto, hanno cominciato a sen-tirsi a casa loro, invogliati a parteci-pare dall’atmosfera di uno studio incomune che li rassicura e dà loro unsenso di unione.È certamente utile per l’Ufficio potersensibilizzare gli ambienti educativisulle grandi tematiche relative allascuola in tutti i suoi aspetti; ma sonocerto che è partendo da una attivitàpratica, che pure si serve di unastruttura sfornita di tante cose, mache è stracolma di senso umano, dia-logo, accoglienza, che si riesce, for-se, a dare risposta alle domandespesso disattese dei giovani, anchedal punto di vista di crescita umana.

Dalle piccole cose si può risalire allegrandi…Solo mettendo a disposizio-ne un po’ del proprio tempo libero ela propria passione educativa, si puòessere in grado di offrire un servizioapprezzato per la sua utilità, sia cul-turale che umana. È il vero concettodella scuola, intesa un po’ alla don

Milani nel suosignificato di sco-perta e di ricercadella realtà, è unascuola che si svi-luppa nello spiri-to degli antichiprecettori, cheinsegnavano nonsolo nozioni manorme di vita; eche è, infine, unpo’ nella logica

delle grandi scuole dell’antichità,basate sullo scambio culturale e dia-logico.La speranza che mi porto nel cuore èquesta: che questa iniziativa possaessere fatta conoscere in tutta la dio-cesi, in modo da creare degli altricentri di “Aiuto allo Studio” simili, o

agganciare quelli che probabilmente,magari sotto altre forme, sono giàattivi. Sarebbe bello trovarsi “inrete” anche per poter conoscere ilterritorio diocesano e i giovani dellevarie zone della nostra diocesi. L’al-tro sogno è quello di agganciare aquesta iniziativa una forma di orato-rio che possa dare anche una direzio-ne “vocazionale” in senso ampio aigiovani che scelgono di farne parte. Isogni nel cassetto a volte si avvera-no, certamente sempre quando sonoprogetti non nostri, ma del Signore.Le vostre preghiere contribuiscanoalla riuscita di queste aspirazioni. Unabbraccio.

don Salvo Gulisano

per l’Ufficio diocesano

per la Pastorale della Scuola

Ancora una volta…evitate bocciaturee debiti formativi!

Termina l’anno per “l’aiuto allo studio”, l’iniziativa dell’Ufficio di pastorale Scolastica

Acura della comunitàparrocchiale della basi-

lica santuario di Maria SantissimaAnnunziata al Carmine, affidata allezelanti cure pastorali del parroco evicario foraneo fra’ Francesco Collo-doro, è stato ripreso l’itinerario conMaria nel mese di maggio, per le viedella parrocchia, coinvolgendo levarie realtà parrocchiali del 3° Vica-riato della città con momenti di pre-ghiera itinerante e portando in devo-ta processione un piccolo simulacrodella Madonna del Monte Carmelo.Ciò sulla scia di quanto raccomanda-to dal nostro Arcivescovo Mons. Sal-vatore Gristina: “la processione èuna forma pubblica e solenne di pre-ghiera itinerante con la quale la

comunità cristia-na, percorrendole strade di undeterminato ter-ritorio, esprimela sua condizionedi popolo pelle-grino nel tempo,manifesta lafede, alimenta lasperanza, raffor-za la comunio-ne…”.Le tappe di questo itinerario eccle-siale interparrocchiale-vicariale sonostate 4 ed effettuate la sera di ognimartedì del mese mariano partendodal santuario della Fiera per giunge-re in 4 chiese (San Domenico, Santa

Caterina, SS. Crocifisso dei Miraco-li, S. Berillo in S. Maria degliAmmalati) per concludersi, venerdì31, nella festa liturgica della Visita-zione della Beata Vergine Maria nel-la chiesa San Biagio in Sant’Agata

alla Fornace con una fiaccolatada piazza Stesicoro a piazzaCarlo Alberto. Gli incontricomunitari di preghiera hannoavuto al centro l’adorazione del-l’Eucaristìa e la venerazionedella Madre di Dio attraverso larecita di tutti i misteri del S.Rosario e delle litanie lauretanee il canto di popolari inni maria-ni legati alla devozione carmeli-tana. Al rientro nella chiesa delCarmine, dopo la proclamazio-ne di una pericope evangelica,padre Franco ha letto alcuneriflessioni accompagnate da bre-

vi preghiere litaniche per l’affida-mento della comunità a Maria madredi Cristo e della Chiesa

A.B.

Itinerario carmelitano con Maria nel mese di maggio

per il 3° Vicariato

alle nuove povertà

Prospettive - 16 giugno 20138DIOCESI

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9 Aprile 2013: turno primaverile diLaurea in Scienze Religiose al “SanLuca” di Catania. Tra i cinque ‘fina-listi’ candidati alla Laurea c’è pure ilsottoscritto, il quale è un settantenne.L’aula magna è piena di parenti nelcui volto si legge la gioiosa consape-volezza di assistere a un evento vera-mente “extra”: non capita tutti i gior-ni infatti di vedere un proprio con-giunto (che ha superato i 70 anni)sedersi davanti a una Commissione e“difendere” la tesi di Laurea.Per i quattro giovani alla gioia dellatappa che stanno superando è unitala speranza di un futuro che apraprospettive di lavoro. Per me, Set-tantenne, è chiaro che questi studi equesta Laurea non aprono alcunposto di lavoro: sono pensionato sta-tale, ho già lavorato per 35 anni. Per-ché allora questa Laurea?È la domanda che tanti continuano arivolgermi. E a tutti ho detto e dicoche era mio desiderio approfondirelo studio delle Materie Teologiche eavere così l’occasione di colmarealcuni di quei vuoti culturali-religio-si che da tempo desideravo riempire.

Inoltre il percorso universitario di treanni di studio mi rendeva più ido-neo, rispetto a prima, per un qualcheincarico in parrocchia (qualora ilparroco lo ritenesse opportuno).Momento della proclamazione dellaLaurea, momento indimenticabile,carico di gioia e di emozioni: in pie-di davanti alla Commissione non erosolo: il mio nipotino di due anni,scappato al controllo della madre, siattacca a me e dice “’mbraccio!” ealza le braccia per essere preso. Sce-na familiare commovente: il nonnoche si laurea tenendo il nipotinoFrancesco in braccio… Scena proba-bilmente unica oltre che eccezionale.Sarà mai successo qualche voltaaltrove?Vorrei ora accennare alla mia tesiche approfondisce la figura e l’operadi un sacerdote che ha onorato laChiesa di Catania nel secolo scorso:Padre Antonino Distefano (nome ecognome uguali ai miei: era miocugino). Morto a 89 anni nel 1987,egli non solo fu per 50 anni lo stima-tissimo professore di materie classi-che nel Seminario Arcivescovile di

Catania, ma fu un sacerdote dotatodi altissimo senso del suo ministerooltre che uomo di grande cultura epoeta.Come professore ed educatore scris-se due libri: Saper leggere e Ricrea-zioni di latino.Nel primo P. Distefano insegna aldiscente-nipote non soltanto i segre-ti della lettura fatta bene e quanto più

proficua, ma qua e là gli dà autore-voli consigli per realizzare la propriaformazione integrale. A questo pro-posito l’Autore propone al lettore-nipote l’ascesa alla formazione per-sonale agganciandosi alla sapienzadegli antichi, sapienza naturalmenteilluminata dalla spiritualità del Cri-stianesimo, e indica delle “tappe”dando a ognuna di esse un particola-re ‘traguardo’ contraddistinto da unmotto, un detto, un aforisma degliAntichi.“Quod sapit, nutrit”: ciò che si gusta,nutre: la vittoria per una difficoltàsuperata deve essere come un “cibo”che dà forza per proseguire verso lavetta.“Respice finem”: qualsiasi cosa fai,falla con prudenza e tendi sempre alfine, che è quello di arrivare il piùvicino possibile alla perfezione.“Nulla dies sine linea”: nessun gior-no senza un segno, senza una sia purpiccola conquista. Ma chi tende allaformazione di sé non deve aver fret-ta, deve procedere con calma intelli-gente, facendo dei progressi ognigiorno.

“Serva ordinem et ordo servabit te”:si tratta dell’ordine di chi sa padro-neggiare la propria vita, di chi fa tut-to con misura e sa sfruttare il tempoper raggiungere mete sempre piùalte.In Ricreazioni di latino il professoreDistefano stimola con sapiente effi-cacia gli studenti “a non sbadigliaresulle pagine della sintassi”.Come sacerdote e poeta scrisseparecchi libretti in dialetto con l’in-tenzione di diffondere in manierasemplice e diretta il verbo evangeli-co e i principi che stanno alla basedella formazione cristiana.E come uomo che visse intensamen-te il suo cammino spirituale, scrisseIl sogno presso l’altare dove con toniora mistici ora altamente poetici,rivive e ripercorre la trepida ascesaai vari gradi di preparazione al sacer-dozio.Nei 14 capitoletti si legge il canto diun’anima innamorata di Dio, un can-to all’Amore per cui egli lascia tuttoe a cui dedica tutta la vita.

Antonino Distefano

Dare ragione della speranzaLaurearsi a 70 anni al San Luca

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A cura del Centro Orizzonte Lavoro

095 320054 / [email protected] opportunità e concorsiOPPORTUNITÀ

Mons. Distefano Antonino (1898-1987)

Questo versetto del van-gelo di Matteo d’ora in

avanti potrà tornare alla mente di chigiungerà al nostro Seminario Arcive-scovile dei Chierici. Dal 7 giugnoscorso, solennità del SacratissimoCuore di Gesù, ad accogliere i tantiche, per diverse occasioni, incontri,celebrazioni, momenti di fraternitàche si svolgono nei locali del semina-rio di Catania, arrivano in questo luo-go speciale, cuore della Diocesi, èuna nuova immagine del Sacro Cuo-re di Gesù. In occasione dell’Annodella Fede e per farne continuamemoria, il nostro Arcivescovo habenedetto una statua collocata inmodo ammirevole sul costone di roc-cia lavica, ricordo di come la nostracittà sia legata inscindibilmente alVulcano. Ma la benedizione è statosolo l’ultimo atto di una giornata diintensa preghiera per noi seminaristi,che abbiamo cantato l’infinita mise-ricordia di Dio e l’amore del Figliosuo per noi, accostandoci alla con-templazione delle meraviglie che Dioci offre con la sua infinita dolcezza.La presenza dell’Arcivescovo, cheha presieduto la solenne Celebrazio-ne Eucaristica, in occasione dellaconclusione dell’anno sociale delSerra Club, incontrando il gruppo diaderenti a questo movimento eccle-siale che si occupa della preghiera edel sostegno per le vocazioni, è statamotivo di particolare gioia per tuttala grande famiglia del Seminario chesi è stretta attorno al Pastore dellanostra chiesa di Catania per ringra-ziare il Signore. L’Arcivescovo nel-l’omelia, partendo dai testi dellaliturgia del giorno, sottolineava comeil Padre dona a tutti la gioia di cele-brare nel cuore del suo Figlio lemeraviglie del suo amore per noi. Unamore che è meraviglia, infinitameraviglia! Il cuore, infatti, esprimel’intensità dell’amore e quello delSignore per noi è senza limiti: lacelebrazione del Sacratissimo Cuoreè rivolta a questo mistero che Gesù ci

ha mostrato e reso accessibile. Lameraviglia di questo amore è sottoli-neata da Paolo nella Lettera ai Roma-ni perché Gesù ha dato la vita per noidimostrandoci così nella concretezzaquesto suo amore. È proprio dell’An-no della Fede credere tutto ciò eapprofondirlo: solo così si avrà unavera crescita nella fiducia e nella spe-ranza perché ognuno può essere rag-giunto da questa meraviglia di Dioche la Celebrazione Eucaristica cimostra e vivere a contatto con la fon-te inesauribile della nostra salvezza.Non è mancato un ricordo proprioper la Giornata di preghiera per laSantificazione dei Sacerdoti che laChiesa tutta celebra in occasione diquesta solennità: pregare per i sacer-doti e sostenerli con la preghiera è ilcompito di tutti i cristiani. Il nostroamato Papa Francesco, ha ricordato

come i pastori devono avere l’odoredelle pecore. In questa espressione èsintetizzato tutto l’amore passibileche ogni pastore deve avere nei con-

fronti del gregge a lui affidato. Mal’odore è segno di un contatto direttodi un vivere accanto, di un essereprossimo ad ogni pecora del gregge e

magari tale odore si ottiene per aver-la presa e portata sulle spalle. Cari-carsi sulle spalle la pecorella smarri-ta, come l’immagine del Buon Pasto-re, è allora il gesto che dovrebbedivenire familiare per tutti coloro chevivono da cristiani con autenticità. Altermine della bella CelebrazioneEucaristica in processione, al cantodelle litanie del Sacro Cuore ci siamodiretti nel luogo dove è stata colloca-ta la statua e lì l’Arcivescovo habenedetto l’immagine e noi che conviva partecipazione abbiamo pregatoin silenzio. Il canto del Te Deum con-clusivo ha unito le voci delle nostrepreghiere personali, nell’unico innodi lode e di ringraziamento al Dio chenella sua grande misericordia cimostra tutto l’amore per noi. L’im-magine di Gesù che attende a bracciaaperte chi arriva in questo luogo, siasegno per tutti che Dio ci ama diamore infinito.

Marco Fiore

Seminarista

La sera di sabato 8 giugnola comunità parrocchia-

le Santa Maria di Ognina ha vissutoun intensissimo momento di piacevo-li emozioni spirituali e culturali: nelcontesto dei festeggiamenti per la ria-pertura del giardino dell’oratorioappositamente ristrutturato e il com-pletamento del restauro esterno delsantuario diocesano Santa Maria diOgnina (mentre ancora si attende ladefinizione del restauro dell’internodella storica chiesa mariana), per ini-ziativa e su presentazione del parro-co-rettore mons. Antonino Fallicopresso la Tenda di Ulisse si è tenutocon grande affluenza di pubblico unostraordinario concerto per pianofortedella prof. Maria Laura Cosentino,titolare di cattedra di pianoforte alconservatorio musicale “FrancescoCilea” di Reggio Calabria.

L’artista catanese, diplomata a 15anni presso il Conservatorio “Vincen-zo Bellini” di Palermo e laureata inGiurisprudenza, è stata giustamente

definita da unentusiasta mons.Fallico vera“enfant prodige”della miglioremusica classicacon un prestigiosocurriculum pro-fessionale di studipianistici a livellointernazionale eun’intensa attivitàdi docente e dipianista associata

a quella di operatrice pastorale dellaparrocchia ogninese nel settore dellamusica liturgica.Il m° Cosentino ha eseguito alla per-fezione, senza leggere, come suolesempre fare, gli spartiti dei celebribrani molto impegnativi e di partico-lare fascino di musica romantica otto-centesca, alcune memorabili edimmortali pagine di insuperabile artemusicale di due sommi, geniali ecelebrati compositori europei.Del musicista polacco Fryderyk Cho-pin ha suonato lo “Scherzo in Si bem.Min. op. 31” e la “Ballata in Sol min.op. 23”. Nello Scherzo, tra le piùpopolari ed esaltanti composizioniserene e brillanti del maestro rapitoall’arte prematuramente, la fantasiadispiega la propria libertà di espres-sione con la più grande libertà creati-va. Schumann definì la Ballata unadelle sue opere più selvagge e carat-teristiche che suscitò non solo stupo-re ma addirittura un dirompente puti-ferio. Come tutti i musicisti romanti-

ci l’autore fu spinto dal desiderio dicreare delle corrispondenze tra lamusica e la poesia, come ha ricono-sciuto anche il grande pianista italia-no Arturo Benedetti Michelangeli.Dell’ungherese Franz Liszt, la prof.Cosentino ha eseguito con stupefa-cente maestria la “Polacca in Mimagg.”, dai dodici “Studi di esecu-zione Trascendentale n.9 Ricordanzae n.10 in Fa min.” e il “Miserere” dal4° atto del “Trovatore” di GiuseppeVerdi. La rimembranza è una roman-za sognante ed evocativa, dove ilricordo traspare dal sapore dolcissi-mo e nostalgico dei temi e dalle sono-rità evanescenti, ricche di leggere evelocissime volatine. Con la parafra-si del salmo davidico 51, musicatomagnificamente da Verdi con esecu-zione del coro cupo maschile a cap-pella fuori scena, il compositore sot-tolinea il grande fascino che l’operalirica ha suscitato nel suo animo sen-sibile alla drammaticità dell’esecu-zione teatrale che preannuncia dolo-rosamente la morte. La bravissimapianista catanese ha fatto precedere ilconcerto da brevi e didattiche annota-zioni illustrative ed esemplificative dicarattere tecnico-storico delle appas-sionate suonate che hanno suscitatovivissimo interesse, lusinghiero edunanime apprezzamento nei numero-si spettatori intervenuti a gustare oltreun’ora di raro godimento artistico distruggenti pagine musicali tra le piùbelle mai composte.

Antonino Blandini

Libertà creativa ed espressiva

Prospettive - 16 giugno 2013 9

DIOCESI

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Un amore infinitoIn Seminario l’Arcivescovo benedice una nuova statua del Sacro Cuore di Gesù

Cari soci e simpatizzanti,l’unione di preghiera e

l’impegno fattivo di tante persone fadella nostra associa-zione una realtà atti-va e collaboranteall’interno dellanostra diocesi.Grazie a tanto impe-gno abbiamo vissutola Pentecoste dei gio-vani 2013 in unaatmosfera di solida-rietà, grazie ancheall’accoglienza deiparrocchiani e delparroco di san Gio-vanni la Punta.La processione con l’icona dellaMadonna della Ravanusa, adagiatapoi sul palco per tutta la giornata, hareso l’evento particolare e i nostrifiori luminosi hanno fatto da degnacornice. La fantasia di Guendalina,Laura, Alessandra, Silvia, Anna hamaterializzato un mondo coloratocon tanti fiori e sovrastato da un sim-bolico Spirito Santo; ma è grazieall’amorevole disponibilità di tantemani che il tutto è stato ottenuto con3000 fiori luminosi. All’imbrunire,dopo la Messa, tutti hanno accompa-gnato l’icona tenendo in mano il pic-colo fiore di carta.Il nostro simbolo durante la mattina-

ta ha fatto da tema conduttore ad unascenetta realizzata dal gruppo deicresimandi sulla traccia scritta da fra

Rosario Pistone, o.p., nostra guidaspirituale.Ci incontreremoDomenica 16 giugno alle ore 19.00

presso il convento San Domenico diCatania tutti insieme,per una solenne

Celebrazione Eucaristica pre-sieduta da fra Rosario Pisto-ne,o.p.Mercoledì 19 giugno alle ore

18.30 presso il Seminario Arci-vescovile di Catania assembleadei rappresentanti delle aggre-gazioni laicali sul tema:”Pro-spettive per il prossimo anno”.Per informazioni: Anna347.9306984 - Laura388.3778886 email: [email protected]

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Consulta diocesana aggregazioni laicali

Ai membri delegati della consulta

Carissimi,a conclusione dell’anno pastoraledesideriamo svolgere una verificadella vita della Consulta e traccia-re insieme, nella piena comunione,le prospettive per il prossimoanno.Per questo, mercoledì 19 giugno2013, alle ore 18.30, presso ilSeminario arcivescovile di Cata-nia, è convocata l’assemblea deirappresentanti della Consulta Dio-

cesana delle Aggregazioni Laicali.Ci siamo proposti di suddividerel’assemblea in tre momenti.Con la segreteria della Consultaabbiamo pensato di dedicare unprimo tempo dell’assembleaall’incontro di Pentecoste di PapaFrancesco con i movimenti eccle-siali.Dopo sarà presentato un breveresoconto della vita della consultadi quest’anno.Infine vorremmo riflettere e dialo-gare su come proseguire la nostra

esperienza, cercando, quanto più èpossibile, di fare delle scelte ope-rative da mettere subito in atto.Concretamente, proponiamoall’assemblea di realizzare per lafine del mese di ottobre p.v. un’i-niziativa, inserita nell’Anno dellaFede: ravvivare il dono della fede,testimoniata dall’unità visibilmen-te espressa dalle nostre aggrega-zioni laicali, attraverso il dialogocon i fratelli e le sorelle delle altreconfessioni cristiane e i seguaci dialtre religioni.

Vi attendiamo, dunque, con grandegioia, certi della vostra partecipa-zione attiva e propositiva.Ricordiamo ancora, a quanti nonl’avessero già fatto, che è possibi-le sostenere le attività della Con-sulta mediante il libero contributoeconomico annuale delle aggrega-zioni aderenti.

Il Segretario

Salvatore Casabianca

Il Delegato arcivescovile

Mons. Alfio Reina

Ginestra Bianca

Alla Tenda di Ulisse concerto di pianoforte di musica classica

Riflessioni sul Vangelo

Sono pochi versetti nei quali è concentra-ta tutta la teologia della creazione del-l’uomo e l’identità del cristiano checammina di pari passo con quella di Cri-sto da cui è imprescindibile.Paolo benedice Dio, Padre del Signorenostro Gesù Cristo, il quale ci ha bene-

detti in Cristo con ogni benedizione neicieli.In lui ci ha scelti prima della creazionedel mondo per essere santi e immacolatidi fronte a lui nella carità, predestinando-ci a essere per lui figli adottivi medianteGesù Cristo secondo il disegno d’amore

della sua volontà, a lode dello splendoredella sua grazia di cui ci ha gratificati nelFiglio amato.Si è scelti da Dio, predestinati ad esserefigli adottivi e gratificati nel Figlio amato.

L.C.

San Paolo in briciole

NON VIVO PIÙ IO, MA CRISTO VIVE IN ME

Lettera agli Efesini - Benedetti in Cristo primadella creazione del mondo Ef 1,1-6

Prospettive - 16 giugno 201310DIOCESI

Amare

Ecco una donna che viene con unvasetto di profumo. Viene con quel-lo che ha, con ciò che esprime amo-re.Il Sacerdote sa che tutti siamo chiamati ad essere testi-moni del Risorto!C’è bisogno di una ripresa di ungrande slancio missionario.La vicenda dei discepoli di Emmauspuò diventare un’icona suggestivadel nostro cammino.“Resta con noi, Signore!” : questa

invocazione contiene le aspirazionipiù urgenti della nostra vita. È comese dicessimo: Signore, fa’ che restia-mo con te, che sappiamo essere latua presenza!Riferendoci a questo episodio diEmmaus, possiamo tentare di sco-prire che cosa è avvenuto nel cuoredei discepoli dopo lo spezzare delpane. Che cosa li ha spinti a correreverso Gerusalemme? Quale forzainteriore li ha mossi a lasciare tuttigli altri progetti e a farsi testimonidel Risorto? E cosa fare per rivivere qui e ora,nelle comunità, lo stesso movimentogeneroso verso la missione e la testi-monianza?

Desiderio

Si può sperimentare da una parte ilbisogno di un lavoro paziente etenace in casa nostra, cioè a vantag-gio di tutti quelli che ci seguono esono aperti alle nostre iniziative

pastorali. Viviamo anche il deside-rio di fare qualcosa per gli altri, perquelli che restano fuori? Qualchevolta ci si può domandare con trepi-dazione se non sia venuto il tempodi abbandonare le novantanovepecore del gregge al sicuro nell’ovi-le e correre fuori a cercare quellasmarrita: con la constatazione amarache sono più le pecore fuori che nonquelle che, con tanta fatica, seguia-mo nella pastorale ordinaria.Si scatena allora nell’intimo delcuore la lotta. Si vorrebbe che siandasse ai lontani, che, esagerando,si cancellassero tutti gli impegni chesembrano finalizzati alla conserva-zione dell’esistente, che si buttasse amare la cosiddetta “ordinaria ammi-nistrazione” per dare tutto il tempo ainiziative nuove, di avvicinamentodei lontani, di penetrazione missio-naria. Il senso di sofferenza e quasidi sgomento cresce quando si para-gonano le cifre di coloro che tra noihanno bisogno di essere evangeliz-zati con le innumerevoli masse dicoloro che in altri Paesi sono piùsvantaggiati rispetto alle possibilitàche ci sono da noi di ascoltare laParola di Dio.E queste popolazioni forse ne avreb-bero più desiderio e disponibilità.San Francesco Saverio in una letteradall’India esortava gli orgogliosimaestri universitari di Parigi adabbandonare le loro cattedre e a cor-rere verso quei Paesi lontani dove ipiù grandi e urgenti erano i bisogni e

la disposizione adapprendere il Vangelo. Se guardiamo allaChiesa dal punto divista della sensibilità edelle attività missiona-rie, vi troviamo unagrande ricchezza di fer-menti. Alcune comunitàhanno dato e continua-no a dare alle Missioniun numero considere-vole di vocazioni sacer-dotali, religiose, laicali.Fioriscono molte operedi generosità missiona-ria e di volontariatoanche internazionale.

Mobilitazione

La tensione missionariaintesa come ansia evan-gelizzatrice e apertura ai lontaniappare anche chiaramente in moltiaspetti della vita delle nostre comu-nità. Movimenti di ambiente, gruppidi promozione culturale, di forma-zione cristiana fondamentale, di ani-mazione familiare, di servizio cari-tativo, imprimono un ritmo dinami-co e aperto alla vita pastorale. Ci siinterroga spesso sui modi per passa-re da uno stile di ordinaria ammini-strazione, di gestione dell’esistente,a uno stile di mobilitazione delleforze, di ricerca delle persone chenon vengono spontaneamente, disperimentazione e di innovazione.Di tanto in tanto il pensiero dei lon-

tani, di coloro che non sono rag-giunti dalle iniziative ci attraversala mente, ci dà una stretta al cuore,ci ispira desideri apostolici. Ma poiviene rapidamente cancellato dallemille incombenze quotidiane. Ilrischio per la vita pastorale è divenire privati a poco a poco di fortie drammatiche stimolazioni e diadagiarsi nella ripetizione dei gesti edei riti. In questa atmosfera la mis-sione fuori della patria finisce peressere considerata un’aggiunta, unmomento episodico, un compito peralcuni, non un impegno fondamen-tale e costante di tutta la comunità.Occorre creare un’osmosi benefica

tra la tensione missionaria, profeti-camente alimentata da alcune inizia-tive e da alcune persone, e lo stilemissionario di tutta la comunità. Ilcammino tra le pagine bibliche sullamissione può partire ancora una vol-ta da Emmaus. In questo episodioLuca riesce a farci percepire conparticolare evidenza un aspetto, cheè presente in tutti i racconti evange-lici delle apparizioni del Risorto aidiscepoli, cioè la progressiva consi-stenza che la libertà dell’uomo assu-me dentro il mistero di Cristo.La risurrezione è presentata dallaBibbia come un evento che discendedirettamente dall’amore e dallapotenza del Padre e supera le leggidella nostra esistenza storica. Que-sto evento è annunciato nella storiaumana ed è accolto perché diceveramente qual è il senso della sto-ria, il destino dell’umanità. L’uomoentra in causa sia come destinatarioe sia come protagonista dell’annun-cio della risurrezione. Si può direche la libertà dell’uomo esiste perquesto: per partecipare alla vitarisorta di Gesù, per accoglierla pie-namente dentro di sé e per comuni-carla agli altri.La libertà nasce in un contesto con-trassegnato dall’evento di Gesù.Non è una libertà senza radici, senzariferimenti e senza norme, cometalora ci si immagina quando si par-la della libertà oggi. Essa nasce dauna chiamata, riceve un compito euna missione, cresce nella sequelagenerosa di Cristo, lungo la via dalui tracciata.

Padre Angelico Savarino

Ogni gesto d’amore avvicina a Dio

“Se costui fosse un profeta, saprebbe chiè, e di quale genere è la donna che lo toc-ca: è una peccatrice”.È un brutto vezzo, per non dire peggio,etichettare definitivamente le persone,mettendo anche in dubbio l’identità dellapersona che si sta giudicando. “Se fosseun profeta.. saprebbe…”. Ma chi ha detto che Gesù non sapeva!Questo giudizio provoca in Gesù un con-fronto che fa fare una brutta figura a

Simone. Gesù elenca tutto quello cheSimone avrebbe dovuto fare e non ha fat-to, ciò che ne consegue è troppo amaro.La superbia dell’uomo, che si ritiene giu-sto, che si ritiene migliore degli altri, din-nanzi a cui tutti possono mettersi da par-te non sostenendo il paragone al suocospetto, viene umiliata dal comporta-mento semplice e sincero di una donna,che sarà certamente una poco di buono,ma il suo cuore è grande ed il suo amorsconfinato. Una donna capace di amare.La purezza formale del fariseo Simonenon ha senso proprio perché formale enon sostanziale.Ha dimenticato tutti gli adempimenti cheavrebbe dovuto riservare all’ospite: nonha offerto all’ospite l’acqua per i piedi,

non gli ha dato il bacio, non ha unto conl’olio il capo del suo ospite, mentre quelladonna, poco di buono, si era profusa intutti questi adempimenti. Nota Gesù:“Per questo io ti dico: sono perdonati isuoi molti peccati, perché ha amato mol-to”.Questa dichiarazione riabilita la donnapeccatrice di fronte alla società. Mettetutti sullo stesso piano con l’unica discri-minante: l’amore. Senza amore la vitanon ha nessun valore.Si può sbagliare, si può essere costretti afare ciò che non si vuole fare, ma ciò cheti salva è l’amore verso Dio e i fratelli espenderti per loro.Per amore Paolo può dire: “Sono statocrocifisso con Cristo e non vivo più io, ma

Cristo vive in me”. È in forza di Cristo che vive in me, checome David tutti noi possiamo dire: “Hopeccato contro il Signore”. Rendersi con-to di aver sbagliato e pentirsi dà a tutti disperare nel perdono del Signore. Per que-sto Natan comunica a Davide : “Il Signo-re ha rimosso il tuo peccato: tu non mori-rai”. È la stessa fede della donna: fiduciain Dio e speranza del suo perdono, larisposta non può essere negativa: “Maegli disse alla donna: “La tua fede ti hasalvato, va in pace!””.Le mancanze non uccidono l’uomo, c’èsempre il Padre pronto alla riabilitazionee al perdono.

Leone Calambrogio

XI DOM T.O. / C - 2Sam 12,7-10.13; Sal 31/32,1-2.5.7.11;Gal 2,16.19-21; Lc 7,36-8,3

Il Sacerdote è profondamente convinto che dalla Croce Gesù continua ad attirarci sempre di più a sé

La Fondazione Addamo

e l’Istituto di Storia del-

lo Spettacolo Siciliano, hanno orga-

nizzato, presso la Biblioteca Ursino

Recupero, un workshop dal tema

“Tradizioni veriste e innovazioni

moderniste nella letteratura dialetta-

le tunisina”, relatore il critico prof.

Sergio Sciacca. Immersione cultura-

le che si alimenta con l’introduzione

della prof. Sarah Zappulla Musca-

rà, presidente del Corso di Laurea in

Scienze della Comunicazione, che

ha pubblicato per la prima volta in

un corpus unico, nel 1993, “Tutto il

teatro in dialetto” di Luigi Pirandel-

lo (ben 12 testi, in gran parte inediti,

per i tipi di Bompiani), occupandosi

di letteratura dialettale e ha delinea-

to il sofisticato argomento. Lo stu-

dioso ha tracciato un lucido itinera-

rio dal ’700 ai nostri giorni sottoli-

neando come la tradizione dialettale

tunisina (e dunque popolare) è stata

ed è tuttora fortissima sui due ver-

santi del Canale di Sicilia, ma risen-

te di due radici: quella del Verismo

tradizionale (Verga e Capuana) e

quella invece di ispirazione moder-

nista identificabile nella cultura pari-

gina di inizi Novecento, sofferman-

dosi sul racconto tunisino Khurayf al

Bašìr, e riferendosi anche ad altri

autori della Tunisia del Novecento

ha parlato di cinema, teatro e canzo-

ni, esplorando la lingua dei romanzi,

parlando di etero-glossia, trans-lin-

gua, che riesce a contenere un’iden-

tità linguistica attraverso il disvela-

mento della realtà, poiché il cambia-

mento dialettale è già una realtà, pur

con i suoi problemi. Il relatore ha

sottolineato “Allo scopo parlerei

della letteratura di rinnovamento in

Tunisia, di quella consapevolmente

dialettale (come nel racconto di

Khurayf) per capire come nei paesi

di lingua araba, dunque condiziona-

ta da una plurisecolare adesione al

passato, si stia vivendo, proprio in

questi nostri giorni, un rinnovamen-

to che noi abbiamo vissuto nel corso

della nostra questione della lingua

(da Dante a Manzoni). Il nostro dia-

lettismo si sta affermando, con con-

notazioni politiche, in vario modo:

trionfando con Camilleri, arrancan-

do nella coscienza diffusa di Sici-

lia”.

Emergono alcune tematiche impor-

tanti nella letteratura migrante, tra

divertissement letterario e attrazione

di vita per la cultura italiana, insieme

alla contiguità geografica: la ghurba,

nostalgia, una sorta di saudade ara-

ba, di vincolo irrescindibile con la

terra di origine e la voglia di ricono-

scersi come poeti veristi, come nar-

ratori e artefici dentro la trasforma-

zione. La lingua come mezzo di una

narrazione, diventa il messaggio

stesso della narrazione. In questa

analisi non dimentichiamo il colo-

nialismo e la migrazione soprattutto

per la prima generazione, per cui i

sentieri linguistici si incrociano e si

influenzano. Un patrimonio lettera-

rio che si deve risvegliare dalla

dévalorization e dal silenzio. La

colonizzazione avvenuta tra Otto-

cento e Novecento per molti autori

tunisini che hanno appreso le lingue

della dominazione, vive una sogge-

zione coloniale, attratti in particolare

anche dall’italiano, di cui hanno ere-

ditato il fascino della nostra lingua e

cultura, nonché della letteratura e

dell’arte. Nasce una nuova “questio-

ne della lingua” del tutto nuova,

complessa, dinamica. Nell’ambito

della letteratura araba, la letteratura

tunisina occupa un posto a sé. La

vita intellettuale tunisina, tra fine

‘800 e ‘900 è caratterizzata dalla

coesistenza di più realtà culturali, in

rapporto anche alle diverse comunità

linguistiche ed etniche, un multicul-

turalismo, infatti i francesi riescono

a vivacizzare il clima culturale della

capitale. Nel parlato quotidiano del

XIX secolo si mescolano parlate

siciliane e sabir tunisino, termine

per definire una parlata in cui arabo,

italiano e francese fungono da base

lessicale, a volte morfologica, ad

un’espressione linguistica compren-

sibile forse solo localmente, ma che

non ha nulla da vedere con la lingua

franca parlata nei porti del Mediter-

raneo occidentale fino al XIX seco-

lo, utilizzata per transazioni com-

merciali e scomparsa nel XX, con la

creolizzazione d’Europa. La prof.

Sarah Zappulla Muscarà, studiosa

e legata al freen dell’arte, con la sua

parola eloquente viva e sintetica, in

relazione all’importanza delle tesi

sostenute da Sergio Sciacca afferma:

“da molto tempo Sergio Sciacca, stu-

dioso raffinato ed acuto, i cui inte-

ressi spaziano a vasto raggio in

ambito internazionale, conduce una

meritoria battaglia in difesa del

nostro dialetto che ha, senza alcun

dubbio, la dignità di una lingua.

Basti pensare, per fare soltanto un

esempio, all’ aurea stagione teatrale

siciliana tra Otto e Novecento, che

ha fatto registrare scrittori in dialetto

della statura di Capuana, Pirandello,

Martoglio: Ma pure la splendida tra-

duzione in siciliano di Giuseppe

Antonio Borgese de “La figlia di

Iorio” di Gabriele D’Annunzio,

cavallo di battaglia di Giovanni

Grasso”.

Quali le finalità principali di questa

battaglia? “Quanto più si parla di

Europa, tanto più è necessario, insi-

ste giustamente Sergio Sciacca,

recuperare e promuovere il nostro

incomparabile patrimonio linguisti-

co, antropologico, di costumi, di tra-

dizioni, di folclore, vale a dire la

nostra straordinaria cultura e pro-

muovere così il turismo e quindi

avere un sicuro ritorno economico e

sociale”. Questa weltanschauung

Sciacchiana, integra la bipolarità

geografico-metafisica tra Sicilia e

Tunisia, riallacciandosi alle genera-

zioni letterarie e dialettali del Nove-

cento. Un viaggio storico-culturale,

per facilitare la partecipazione emo-

tiva ed intellettuale del giovane pub-

blico studentesco, stimolato dalla

curiosità narrativa della dotta con-

versazione. La conclusione dell’a-

nalisi di vari testi narrativi e dram-

matici del Novecento arabo e italia-

no, conduce ad osservare che il tea-

tro arabo moderno è nato in Francia

e, per il tramite francese, la nuova

letteratura verista del Nord-Africa

discende da quella siciliana.

Artemisia

Prospettive - 16 giugno 2013 11

eventi

Legami filologici tra verismodel Nord-Africa e della Sicilia

Workshop tra Sarah Zappulla Muscarà e Sergio Sciacca nella biblioteca Ursino-Recupero

Presso l’Aga Hotel, l’as-

sociazione “Famiglia

prima e dopo” ha promosso un

incontro di approfondimento su “La

vita e il messaggio di san Josemarìa

Escrivà”. L’associazione di recente

formazione, a livello locale raggrup-

pa una ventina di famiglie che si pre-

figgono di diffondere la cultura della

famiglia, accompagnando le giovani

coppie sia negli anni che precedono

il matrimonio, sia in quelli in cui il

nuovo nucleo familiare inizia il pro-

prio cammino. Lo spirito che anima

l’associazione è la condivisione, fra i

suoi membri, dell’e-

sperienza di vita fami-

liare e il confronto con

sfide e problematiche

sociali attuali. Per far

questo, l’associazione

si avvale dell’insegna-

mento di don Josema-

rìa Escrivà (il fondato-

re dell’Opus Dei cano-

nizzato nel 2002 da

papa Giovanni Paolo

II, nato in Spagna nel

1902 e morto a Roma

nel 1975) e della testi-

monianza dei suoi figli

spirituali, giacché

alcune delle famiglie

che aderiscono a que-

sto progetto associati-

vo provengono dall’Opus Dei. Il

relatore è stato il prof. Aldo Capucci,

giornalista e storico, attualmente

direttore della Residenza universita-

ria catanese “Alcantara”, il quale ha

ricordato che: “San Josemaria parla-

va di vocazione al matrimonio defi-

nendo il letto coniugale come un

altare dove i coniugi offrono la loro

vita a Dio”. Ha introdotto il dott.

Maurizio Arena, presidente dell’as-

sociazione: “Papa Francesco ci ha

detto che esiste una classe media del-

la santità di cui tutti possiamo fare

parte; san Josemarìa è un santo della

vita ordinaria”. Capucci ha messo in

evidenza il valore che il Santo ha

dato alla quotidianità e alla libertà

dell’uomo in quanto luoghi privile-

giati dell’incontro con Dio. Nella

visione di don Escrivà, la vita ordi-

naria è la suprema via della santità

perché tutte le circostanze sono per i

cristiani occasioni per donare agli

altri - e quindi a Dio- la parte miglio-

re di se stessi. L’aura di rigore che

circonda gli ambienti in cui opera

l’Opus Dei deriva proprio dal mes-

saggio del suo fondatore per il quale

la parte migliore di ogni cristiano

doveva esprimersi

nella qualità del-

l’impegno indivi-

duale su tutti i

fronti. Ha sottoli-

neato Capucci:

“San Josemarìa ha

parlato di vocazio-

ne professionale.

Esiste infatti una

via normale, cioè

laica, della santità;

santificarsi sul

lavoro significa

arrivare puntuale,

non lamentarsi,

portare a termine

bene le pratiche,

ubbidire al capo e

trattare bene i sot-

toposti”. Per conquistare il cuore

degli uomini, Dio gioca la Sua parti-

ta d’amore con la loro libertà, per

questo san Josemarìa insegnava ai

suoi figli che il loro apostolato non

avrebbe dovuto mai prescindere dal-

la tolleranza verso gli altri nelle rela-

zioni sociali; ha infatti sottolineato

Cappucci: “L’Opus Dei negli anni

’50 volle chiedere alla Santa Sede il

permesso (che ottenne con qualche

difficoltà) di annoverare fra i suoi

cooperatori i non cristiani e addirit-

tura i non credenti”.

Laura Napoli

Le vie ordinarie della santità

“La vita e il messaggio di san Josemarìa Escrivà” è il tema di un incontro dell’associazione“Famiglia prima e dopo”

“San Josemaria

parlava di vocazione

al matrimonio

definendo

il letto coniugale

come un altare

dove i coniugi offrono

la loro vita a Dio”

Da sin. S. Grasso, M. Arena, A. Capucci

Sarah Zappulla Muscarà, Sergio Sciac-ca, Rita Carbonaro

La solidità di un sistemaeconomico si basa sulla

correttezza delle transazioni commer-ciali, il rispetto delle regole e la pun-tualità dei pagamenti, i ritardi pre-giudicano la competitività e la reddi-tività delle imprese, soprattutto lemedie e le piccole che hanno maggio-re difficoltà di ricorso al credito difunzionamento. I maggiori ritardi neipagamenti derivano dalla pubblicaamministrazione e, nel caso specifico,proprio dalla Regione Siciliana, cheha accumulato un ritardo nella liqui-dazione e pagamento dei propri debi-ti ormai insostenibili per l’economiadelle imprese e/o dei soggetti cheaprono nel territorio e devono farfronte ai pagamenti obbligatori neces-sari per la regolarità contributiva che,se non rispettata, impedisce il succes-sivo pagamento di un futuro credito aloro vantaggio; così nell’assenza dirisorse si opera la triste scelta di nonpagare il personale per far fronte aimposte e contributi, creando tutto ciòun gravissimo vulnus, che si riper-cuote non solo sui percettori di reddi-to, ma soprattutto sui cittadini lavora-tori.Secondo l’indagine European Paya-ment Index 2010, l’Italia si attestaall’ultimo posto per celerità di paga-menti da parte della Pubblica Ammi-nistrazione; ciò è stato oggetto di unadirettiva europea (dir. 2000/35/CE)che ha stabilito i termini massimi dipagamento per le pubbliche ammini-strazioni; inoltre il dlgs 9 ottobre2002 n. 231, ha dato attuazione alladirettiva citata, ma allo stato attualenon è stata mai applicata e così la PAnon paga i propri debiti. Il mondo del-

la cooperazione e in particolar modoil settore socio-assistenziale oggi stavivendo dei momenti di alta criticitàdi carattere economico, organizzati-vo, normativo. Start up per gliimprenditori del sociale, che desti-nano le proprie risorse finanziarie adaiutare gli altri pur non disponendo digrandi capitali in una Regione con unaltissimo potenziale da sfruttare per lasua comunità, anche attraverso azionefilantropica. La cooperativa DELFI-

NO di Catania insieme agli altriimprenditori del sociale, si fa promo-

trice di un incontro svoltosi per orga-nizzare le azioni da intraprendere etrattare le problematiche che hannomesso in crisi la cooperazione in Sici-lia, riunendo imprenditori sociali, percreare una regia di coordinamento eingrandire la famiglia delle cooperati-ve, affrontando e discutendo le tema-tiche, inerenti alle difficoltà relative alcosto del lavoro, buste paga, tabelleministeriali, durc, al di là dei casipersonali. La Tavola Rotonda, svol-tasi in questi giorni, è stata unmomento di confronto fra le realtà

cooperativistiche, concludendosi conla redazione di un documento conte-nente tutte le proposte esposte, daportare all’attenzione diretta del Pre-sidente della Regione, per la creazio-ne di un “fondo di rotazione” in virtùdell’attuazione del dlgs 231/2002,che dia la possibilità alla PA, anche inpresenza di non regolarità contributi-va, di trovare forme di pagamentodiretto a compensazione dei creditivantati agli enti impositori, far sì chepossano nascere nuovi posti di lavoroe aiutare l’economia regionale; pro-muovere un cambiamento culturale,anche attraverso il “documento”, chediventa uno strumento innovativo checollega tutte le realtà legate a questofermento. Il nuovo nucleo di coopera-tive sociali vuole diventare un sogget-to forte per sensibilizzare e dialogarecon la PA e percorrere strade, liberi daqualsiasi impegno politico. La presi-dente Adonella Faraone ha sottoli-neato: “le soluzioni proposte nellamaggior parte dei casi hanno trovatoil consenso unanime dei partecipantie se realizzate concretamente porte-rebbero le Cooperative fuori da unasituazione economicamente “comato-sa”, che rischia seriamente di diventa-re irreversibile”. Glauco La Martina

(Prospettiva-CT) auspica “un fronte

di tutta la cooperazione sociale sici-liana per richiedere alla Regione, l’i-stituzione di un fondo di rotazione,che renda possibile la regolarità deipagamenti e quindi la regolarità el’efficacia dei servizi agiti”, per Ass.Airone, S. Agata li Battiati il Dott.

Pranio evidenzia: “condivido quantodetto, è assurdo sostenere da diecimesi i ritardi di pagamento da partedella Regione e dei Comuni, e doverpagare mensilmente, con “denaroprestato dalle banche”, i contributi deidipendenti, che aspettano lo stipendioda mesi, e utenti a cui non si possonofare svolgere le attività per mancanzadi fondi, il durc ci sta facendo mori-re”. Presente anche Don Giuseppe

Cutrupi (Salesiani Palermo) che sin-tetizza: “vogliamo dare voce a tutticoloro che lavorano nel sociale, per ilbene comune e per coloro che usu-fruiscono del nostro contributo contanti bisogni. I ritardi dei contributi daparte degli enti Pubblici ci hannomesso in serie difficoltà economiche,indebitati con le banche, affossatidagli interessi. Vogliamo invece lavo-rare con grande professionalità, pergarantire: prevenzione, recupero,serenità e futuro per tutti i giovani,soprattutto per i più svantaggiati”,Maurizio Nicosia (Progetto 86, SanCataldo) ha focalizzato condividendole problematiche esposte dalla riunio-ne “La cooperazione sociale di fattofinanzia i servizi socio-assistenziali esocio-assistenziali della PA. Essereimpossibilitati a pagare la giusta retri-buzione agli operatori è frustrante, maè drammatico non potere erogare ser-vizi a persone bisognose. Con lenostre cooperative ci occupiamoanche di inserimento lavorativo dipersone svantaggiate e non possiamopensare di interrompere processi diinclusione socio-lavorativa, che solola cooperazione sociale di tipo “B”può garantire. Bisogna unirsi ed esse-re di forte sollecitazione e tutti insie-me affrontare gli annosi e sempreattuali problemi”, in conclusione Sal-

vo Barcellona (San Giuseppe,Ramacca) “chiediamo aiuto allaRegione Siciliana, affinché non siadottino comportamenti anticostitu-zionali che ledono i diritti dei lavora-tori”

Lella Battiato

Prospettive - 16 giugno 201312

RUBRICHE

omnibus

12

I ritardi nei pagamentisoffocano le imprese

Atmosfere neb-biose e avvol-

genti scorci lagunari, trariverberi lucenti di coloripastello. Ecco una Veneziadai canali iridescenti, trasagome indistinte di barcheo gondole all’imbrunire sot-to cieli plumbei. È la voltadella corrente impressioni-sta, nella quale il pittorerusso Oleg Supereco intin-ge il suo pennello ad ampitocchi, restituendo l’enigma

e la malinconia della città da cui sisente attratto e che lo ha formatoall’Accademia di Belle Arti (dopoquella russa), sotto la scuola del

maestro Maurizio Martelli, dal qualeha appreso la tecnica dell’affresco.L’arte del paesaggio, dunque, a fian-co dell’ispirazione religiosa e dellaritrattistica, lungo il percorso dellamostra “ Nel segno del sacro” cheMonsignore Leone Calambrogio haospitato al Museo Diocesano diCatania fino al 25 maggio. Superecotralascia quasi del tutto l’improntarealistica della sua terra per acco-starsi a Monet, Manet e Renoir: icontorni si sfumano nella suggestio-ne del colore che evoca e suggerisce,dissolvendosi nella fugacità di luceen plain air. I dipinti a olio dell’arti-sta ne traggono riflessi immediati,dall’arancio-ocra al verde rame,all’azzurro intenso con varie grada-zioni, fiancheggiando accenni difinestre sul chiarore di case consun-te, tra comignoli che svettano al cie-lo e tetti offuscati da nubi che siaddensano. Dalla passione per il

sacro che si radicanel Cinquecentor inasc imenta le ,alla modernità delsecondo Ottocentoche prelude alleavanguardie delsecolo successivo.Il pennello diOleg, affascinatodal patrimonio ita-liano e russo, per-corre la storia del-l’arte che è anchestoria dell’uomo,

suscitando richiami al linguaggiosimbolista di Mallarmè o al suonoevanescente di Debussy. Appagatodal suo percorso stilistico, prima dirientrare in Veneto, dove risiede daoltre dieci anni, il pittore si è soffer-mato volentieri a parlare di sé.Maestro, nel suo viaggio attraverso

l’Italia, quali città hanno suscitato

il suo interesse, oltre a Venezia?

Certamente Roma, che ha avuto unosviluppo monumentale con Miche-langelo e Bernini; mentre Firenzemantiene in prevalenza un aspettomedievale, pur essendo stata il ful-cro dello stile rinascimentale. Neipaesaggi sono stato ispirato anchedalla Toscana e dalla Russia.Visitan-do i capolavori italiani dal vivo,come le opere di Tiziano e Tintoret-to nelle chiese, ho aperto la miamente alla bellezza del pensiero arti-stico.Quale finalità è sottesa alla creazio-

ne di un’opera d’arte? Essenzial-mente l’espressione di un’idea che èricerca, mai fine a sé stessa. Noncapisco infatti certe estremizzazionicontemporanee, dove la pretesa dicomunicare a tutti i costi, anche inmodo blasfemo, si traduce nel vuotosperimentale più assoluto.Lei ha raggiunto livelli adamantini

nell’arte sacra. Ritiene che tale

espressione possa avere un futuro?

Penso di sì. Il sacro, essendo legatoalla Chiesa, è una forma d’arte eter-na, in quanto espressione della cri-stianità nel mondo. Noi siamo staticreati a immagine di Dio, e come talisaremo in qualche misura creatoriper sempre.

Anna Rita Fontana

Tavola rotonda tra gli imprenditori per presentare all’Ars un documento di attuazione per un “fondo di rotazione”

Un’opera d’arte è espressione di ricerca

Museo Diocesano: L’arte del paesaggio lungo il percorso della mostra “Nel segno del sacro”