Il Diavolo a Palestrina
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Giovanni Melosi
IL DIAVOLO A PALESTRINADella ricezione italiana del Doctor Faustus di Thomas Mann
Hieronymus Bosch, Linferno musicale, particolare de Il giardino delle delizie, 1480-1490 ca.
DIPARTIMENTO DI FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICACorso di Laurea Triennale in Lettere
ELABORATO FINALE
Il Diavolo a PalestrinaDella ricezione italiana del Doctor Faustus di Thomas Mann
CANDIDATO RELATORE Giovanni Melosi Chiar.mo Prof. Luca Crescenzi
ANNO ACCADEMICO 2012/2013
INDICE
- Was ist das? I-VIII
- Capitolo I: Prima del Doctor Faustus I.1 LItalia in Mann 1
I.2 Mann in Italia 12
- Capitolo II: Doctor Faustus II.1 Un romanzo complesso 23
II.2 La prima ricezione in Italia (1947-1955) 41
- Capitolo III: Il Doctor Faustus dopo la morte del suo autore III.1 Dallanno della morte al centenario della nascita (1955-1975) 89
III.2 Sviluppi (pi o meno) recenti della critica 176
- Bibliografia 274
- Ringraziamenti 277
WAS IST DAS?
Che cos?... Che... cos?... sono le prime, incerte parole pronunciate dalla
piccola Antonie Buddenbrook nel romanzo che rese celebre Thomas Mann e che gli
valse, diversi anni dopo, il premio Nobel, assegnatogli a Stoccolma il 10 dicembre del
1929. La formula che apre I Buddenbrook, ripetendosi, nel corso del racconto, per ben
ventidue volte, non soltanto un esempio del tipico utilizzo manniano del Leitmotiv;
lo scrittore la mutua infatti dal Piccolo catechismo di Martin Lutero, dove essa viene
utilizzata a mo di apertura per introdurre le successive spiegazioni ai Dieci
comandamenti, ai tre articoli del Credo e al Padre Nostro1. In sostanza come se
Lutero si immaginasse le domande dei piccoli bambini tedeschi, le prevenisse
esordendo con esse, e infine vi rispondesse. Noi abbiamo deciso di fare lo stesso, ma
in altro senso, cambiando per cos dire campo e prospettiva, passando da quella
religiosa allaltra, pi consona ai nostri studi, critico-letteraria. Che cos, dunque,
questo elaborato? potremmo dire a questo punto, e la domanda sarebbe completa.
Ebbene, la tesi che seguir a questa breve introduzione intende essere uno studio
riguardo alla ricezione critica italiana di uno dei romanzi pi importanti e conosciuti di
Thomas Mann; con ci non alludiamo, come potrebbe venir fatto di pensare, ai
sopracitati Buddenbrook, bens al Doctor Faustus, il libro della fine, il romanzo-
saggio che lo scrittore tedesco compose negli Stati Uniti durante gli anni della seconda
guerra mondiale e pubblic, sempre a Stoccolma, nellottobre del 1947.
Fatta questa precisazione, non ci stupiremmo affatto se ci venisse posto un altro
interrogativo, vale a dire il seguente: perch proprio il Doctor Faustus? La risposta,
anche in questo caso, abbastanza semplice. Il Faustus va infatti considerato, il
romanzo pi significativo scritto da Mann, cos come Adrian Leverkhn, che ne
protagonista, , fra tutti i personaggi ideati dallo scrittore tedesco, quello cui lautore
per sua stessa ammissione rimarr in assoluto pi legato. Ci significativo, poich
testimonia quanto questopera intensamente sofferta, fortemente pessimista (ma non,
lo vedremo, in tutto e per tutto), e a suo modo modernissima, fosse importante prima
I
1 Cfr. Luca Crescenzi, Notizie sui testi e note di commento. I Buddenbrook, nota 1, in Thomas Mann, Romanzi (vol. 1), Mondadori, collana i Meridiani 2007 (pag. 1269).
di tutto per lo stesso Mann, il quale, considerandola come una sorta di voluminoso
epilogo della sua lunga e prolifica carriera di scrittore, ne fece un vero e proprio
testamento poetico, una confessione, se si preferisce, recuperando per essa i temi pi
cari dellintera sua produzione letteraria, ribadendo alcune sue linee di pensiero,
ritrattandone altre, tentando, al tempo stesso, di fornire una propria chiave di lettura ai
terribili eventi che avevano scosso il mondo negli anni immediatamente precedenti,
eventi che lo riguardavano da vicino in quanto scrittore tedesco per antonomasia:
dovera lui, l infatti andava cercata la vera Germania. Perci il Doctor Faustus va
inteso innanzitutto come imponente affresco della Germania stessa, nonch del suo
popolo, un popolo dannato e degenere da cui Mann, al pari del deuteragonista del suo
romanzo, il narratore Serenus Zeitblom, si affretta a prendere le distanze, rimanendovi
tuttavia intimamente legato. Non solo: la proficua collaborazione col filosofo-
musicologo della scuola di Francoforte Theodor Wiesengrund-Adorno, anche lui
esiliato e residente in California, permette allo scrittore tedesco di affrontare, sempre
allinterno del Faustus, la vexata questio relativa allarte moderna, al problema
dellespressione, alla crisi del linguaggio e delle forme tradizionali. Ecco perch il
Doctor Faustus: perch in esso confluiscono temi storici, sociologici, psicoanalitici e
artistici, la Germania, il nazismo, Nietzsche, Schnberg e la dodecafonia, Dio e il
Diavolo, il bene e il male, in una parola: luomo, con tutta la sua irriducibile e atavica
complessit.
naturale che unopera di tale eterogeneit comporti reazioni eterogenee,
interpretazioni diverse e spesso in contrasto fra di loro, giudizi che spaziano dal pi
favorevole al meno lusinghiero. Un grande romanzo anche questo, o, per meglio
dire, un romanzo per essere veramente grande deve sapersi prestare a sempre nuove
chiavi di lettura, fornendo spunti inediti proprio quando si credeva di averli esauriti
tutti. Il Faustus, come vedremo, si dimostrato capace di tutto ci, instaurando una
sorta di dialogo ininterrotto con i tantissimi critici che, dopo averlo letto, sentirono il
bisogno di esprimere il loro personale parere su di esso. Obiettivo del nostro lavoro
mettere in luce proprio tale processo cos tipico di molti classici della letteratura, di
quelli, almeno, che si dimostrano capaci di evolversi nel tempo, che possiedono la
Introduzione
II
miracolosa facolt di attualizzarsi, riflessa, questultima, nella diversa percezione che
ne hanno i lettori di periodi storici differenti. Ma visto che non ci pareva il caso di
cominciare lanalisi cos, ex abrupto - partendo cio dal 1947 -, e visto che, per nostra
sfortuna, il Faustus rappresenta una delle ultime tappe della carriera del lubecchese,
abbiamo preferito esordire con un capitolo che potremmo definire introduttivo. Anche
perch, come accennato di sfuggita poco sopra, il panorama critico che prenderemo in
considerazione solamente quello italiano, dove lutilizzo che abbiamo appena fatto
del termine solamente davvero non rende giustizia alla quantit e qualit dei
contributi saggistici stilati dai vari studiosi italiani.
In Prima del Doctor Faustus cercheremo perci di svelare i legami intercorsi tra
Mann e lItalia nei decenni precedenti luscita del romanzo faustiano, acch il lettore
possa grosso modo comprendere quale fosse il rapporto fra lo scrittore tedesco e il
nostro Paese. Nel primo dei due paragrafi, LItalia in Mann, tratteremo di vicende,
luoghi e personaggi italiani presenti nelle opere maggiori e minori di Thomas Mann, e
vedremo brevemente quale idea avesse il lubecchese del nostro popolo e della nostra
terra. Nel secondo paragrafo, Mann in Italia, opereremo il processo inverso,
occupandoci della prima ricezione manniana in Italia e soffermandoci, sempre
brevemente, sui contributi pi importanti (per esempio il saggio di Mittner del 1936),
sui pi discussi e controversi (alludiamo soprattutto alle polemiche sorte intorno a
Mario e il mago e alla strumentalizzazione che la propaganda fascista fece della
novella Sangue velsungo), o ancora su personalit alquanto significative come Lavinia
Mazzucchetti e Benedetto Croce, veri e propri mediatori culturali e divulgatori
quantomai preziosi delle opere del nostro.
Arriveremo cos al secondo capitolo della presente trattazione, cui abbiamo dato il
sobrio titolo Doctor Faustus. Anchesso al pari del precedente suddiviso in due
paragrafi: in II.1, Un romanzo complesso, diremo la nostra su alcuni temi che ci sono
parsi particolarmente importanti per una corretta analisi del romanzo, pronunciandoci
sui personaggi principali della vicenda, sulla particolare tecnica compositiva utilizzata
da Mann (la cosiddetta tecnica del montaggio), sugli imprestiti autobiografici e su
quelli derivati da altre opere letterarie, fossero esse al momento della stesura gi
Introduzione
III
con