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il CROTONESESABATO 17 GENNAIO 2015 N. 6 15
Mancano daticerti, ad oggitanto rumoreper nulla
Dalle scarpateagli abissi, loJonio si perdesotto il Tirreno
Una ricostruzione in3D della frana sottomarina
tra Crotone e Capo Rizzuto. SopraFrancesco Mazzarino, primo
ricercatore dell’Istituto nazionaledi geofisica e vulcanologia
Mazzarini: su quella franaio avrei qualche dubbio
MARIA ROSARIA PALUCCIO
Avere le conoscenze e sape-re come applicarle è impor-tante per risolvere i proble-mi di un territorio. E’ il mes-saggio lanciato da France-sco Mazzarini, geologo eprimo ricercatore dell’Isti -tuto nazionale di geofisica evulcanologia (Ingv) di Pisa,che ha relazionato giovedìscorso, nell’auditorium delLiceo scientifico Filolao, su“Geologia e geometria difrane lungo i margini con-tinentali, esempi dal margi-ne ionico della Calabria edella Sicilia orientale”. Suinvito della dirigente scola-stica, Antonella Cosentino,e del docente Giuseppe Pi-rillo, Mazzarini ha illustratoagli studenti del quinto annoi processi geodinamici deimargini continentali chesviluppano pericolosità co-me la sismicità e la frano-sità, con particolare riferi-mento alle frane in mare.I margini continentali, haspiegato il geologo dell’In -gv, possono essere attivicon la crosta oceanica piùdensa che va in subduzionesotto quella continentale;passivi quando si formanuova litosfera come inprossimità di una dorsale;conservativi quando i mar-gini scorrono e non creanonuovi elementi topografici.In tutti i casi si creano pro-cessi di sedimentazione conl’apporto di sedimenti, ero-sione (dinamica marina efrane), deformazione (pie-ghe e faglie).
LA STORIA dei margini èfatta da deposizioni e franee le frane sottomarine sonofenomeni a grande scala cheesistono su tutti i tipi di mar-gini. Sono il mezzo, ha sot-tolineato Mazzarini, con cuimigliaia di chilometri cubidi materiali sono trasferitidalle scarpate alle pianeabissali. Esse avvengonocon maggiore frequenza aprofondità comprese tramille e milletrecento metri,
e le dimensioni aumentanosu pendii bassi di uno o duegradi. Le frane sono perico-lose, naturalmente, poichédistruggono le infrastruttu-re (cavi elettrici, telecomu-nicazioni, oleodotti) e gene-rano tsunami.Tra la Calabria e la Siciliasono presenti frane marine.La nostra regione - con ilmargine ionico attivo dovela crosta va in subduzione
secondo un piano inclinatoe profondo, e quello tirreni-co in espansione - è moltostudiata dal punto di vistageodinamico. Il margine of-fshore del bacino crotoneseha una pendenza media cheoscilla tra i due e gli ottogradi, ed è il più studiatoperché ai fenomeni di sub-sidenza si accosta quello diuna montagna (il massicciosilano) che continua a sol-
levarsi. Globalmente il ba-cino del crotonese si muoveverso sud-est.
A QUESTO punto l’atten -zione di Mazzarini si è spo-stata sull’ipotesi della megafrana (mega landslide) chesi estenderebbe dalle zonepedemontane della Sila allascarpata sottomarina traCrotone e Capo Rizzuto.“Esiste un’anomalia nei da-
ti - ha evidenziato il ricer-catore dell’Ingv - perché seil bacino si muove versosud-est, il movimento dellafrana, secondo i dati Gps,sarebbe verso est e questonon è coerente”. Inoltre, deisessanta chilometri totali diestensione, quaranta sonoonshore, sulla terra, dovenon esistono evidenze si-smiche negli ultimi diecianni collegati alla lettura deldatabase. Probabilmenteesistono fattori locali di in-stabilità gravitativa, perché,ripetiamo, non sono docu-mentate deformazioni on-shore. Da qui la domanda diMazzarini: “Ma la frana èattiva?”.“E se c’è una frana,qual è attiva?”.E’ evidente che sono neces-sari ulteriori indagini e nuo-vi dati per inquadrare defi-nitivamente il fenomeno. Inpoche parole, se la frana esi-sta e sia realmente pericolo-sa. Non si capisce, invece,perché sia stato fatto fino adoggi tanto rumore... per nul-la.© RIPRODUZIONE RISERVATA
AuditoriumFilolao: da
sinistrail professore
Giuseppe Pirillo,la dirigente
AntonellaCosentinoe l’illustre
relatore
Montessori, insorgono i genitori:mettete l’edificio in sicurezzaDalla grande frana nel sottosuolo traCrotone e Capo Rizzuto a quella piùpiccola (ma non per questo non pe-ricolosa) di via Nicola Calipari, nelrione Santa Maria delle Grazie. I ge-nitori degli alunni hanno depositatouna petizione al Comune con la qua-le chiedono la messa in sicurezza delplesso scolastico ‘Montessori’ del -l’Istituto comprensivo ‘GiovanniXXIII’. La rimozione della frana(nella foto a lato) ed il ripristino delmuro di contenimento a ridosso del-la scuola “è urgente e non più rin-viabile”, sostengono i genitori, ri-cordando che i costi dell’interventonon graveranno sulle casse comunali
(almeno così dovrebbe essere) masulla società che ha realizzato ilcomplesso immobiliare davanti al-l’edificio scolastico, in virtù dellaconvenzione urbanistica con la qua-le venne dato il via libera alla lot-tizzazione. Nello specifico, la socie-tà Santa Maria delle Grazie si è im-pegnata a “ripristinare il muro dicontenimento crollato in via Calipa-ri” e ad “eseguire la sistemazionedell’area a monte del plesso scola-stico”, cioè a “mettere in sicurezzal’enorme collina d’argilla che - ri-cordano i sottoscrittori della petizio-ne - incombe minacciosa sul nostroistituto”; inoltre a “modificare l’as -
setto viario a valle di via Calipari”,con la realizzazione di “una rotondache ridurrebbe i fastidiosi e perico-losi ingorghi che ogni giorno si ve-rificano all’entrata ed all’uscita deglialunni”.I genitori chiedono anche che il Co-mune proceda alla realizzazione deilavori di ristrutturazione della scuolae garantisca nel frattempo la manu-tenzione ordinaria, “ripristinando lafunzionalità dei servizi igienici e ve-rificando se le infiltrazioni d’acquaprovenienti sia dal tetto che dallecondutture abbiano prodotto condi-zioni di pericolo a carico della strut-tura scolastica”.
IL PRIMO RICERCATORE DELL’INGVOSPITE DEL LICEO SCIENTIFICO
CRONACHE