Il Corpo Come Oggetto e La Fisiologia Meccanicistica Capitolo 1

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IL CORPO COME OGGETTO E LA FISIOLOGIA MECCANICISTICA Capitolo 1

La fisiologia meccanicistica è uno sfascio. La Fisiologia moderna fa un passo avanti, non fa più poggiare la percezione sulla dipendenza, sullo stimolo e sull’ipotesi di costanza; ma contribuisce a strutturare questi problemi. Le qualità sensibili, le determinazioni spaziali, l’assenza di una immediata percezione, non sono gli stimoli ma è come l’organismo si organizza. La fisiologia moderna capisce che il corpo contribuisce con gli stimoli e si riferisce al corpo non come un oggetto ma come un qualcosa fenomenico. Per averne un’idea bisogna riflettere sugli arti fantasmi cioè sugli arti mancanti. La misura con cui posso comprendere la funzione del corpo vivente coincide con quanto il corpo si eleva verso il mondo. Solo in questo modo il corpo prende coscienza di se stesso e l’anima si espande su tutte le sue parti. Il corpo fenomeno è ben diverso da un oggetto tra gli oggetti. Dice Ponty il mio corpo non può essere considerato un oggetto perché è ciò con cui io faccio esperienza delle altre cose. L’anima è immediatamente unita al cervello,e per dimostrare ciò Ponty introduce la teoria dell’arto fantasma e il fenomeno dell’anosognosia.-

M-Ponty aveva confutato le due ipotesi dell’arto fantasma:

a) Che fosse un fenomeno neurofisiologico;b) Che fosse un fenomeno di carattere coscienziale cioè una sorte di rifiuto

volontario al cospetto della menomazione.

Ponty dà una serie di spiegazioni sull’arto fantasma. Egli dice che l’arto fantasma non è solo l’effetto di una casualità oggettiva e neanche una cogitazio, quindi non è un fenomeno strettamente mentale ne corporeo. Di certo c’è una componente psicologica e questo lo ammette anche Ponty, ma non sufficiente a spiegare tutto il fenomeno.

Per spiegare ciò, gli aveva fatto riferimento al testo dal titolo “ La struttura del comportamento” in cui analizza la percezione degli animali ai quali viene recisa una zampa e le reazioni di questi alla menomazione.L’animale si ristruttura, mostrando in qualche modo di saper dare un senso alla mutata situazione in cui si trova. Ponty dice che non c’è alcun dubbio e che i riflessi dell’animale si adeguano a quest’ambiente ..ma è vero anche il contrario.

Ponty ricorre all’esempio dell’insetto, che con un atto istintivo, sostituisce la gamba sana a quella recisa,e l’animale dimostra semplicemente di saper dare un senso alla mutata situazione in cui si trova, avendo la capacità di orientarsi nei confronti dell’ambiente in cui si trova e di comportarsi in modo diverso a seconda della situazione. Dietro il fenomeno della sostituzione troviamo il movimento dell’essere al mondo,quando si dice che un animale esiste, che ha un mondo, non vuol dire che ne abbia percezione o coscienza oggettiva. E’ la situazione in cui viene a crearsi che suggerisce all’animale i movimenti e a

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permettere magli arti di sostituirsi. L’essere al mondo è dunque un qualcosa come l’attenzione alla vita, definita da Ponty come la conoscenza dei movimenti che nascono nel nostro corpo. Non c’è dubbio che il comportamento dell’animale si adegui al contesto ambientale, ma è vero che anche che l’animale ha una capacità di orientarsi nei confronti dell’ambiente, e di comportarsi in modo diverso a seconda della situazione. L’animale non decide in modo razionale il riorganizzare del suo stare al mondo,lo fa attraverso il linguaggio corporeo(non è una risposta istintiva ma una capacità propria dell’animale).Il fenomeno dell’arto fantasma e dell’anosognosia, inspiegabili attraverso le teorie psicologiche e fisiologiche, diventano comprensibili nella prospettiva dell’essere al mondo. Il malato conosce la sua menomazione proprio perchè la ignora,e la ignora proprio perché la conosce e tale paradosso caratterizza l’essere al mondo. Da quanto si è detto si evince che il fenomeno dell’arto fantasma che si applica a chiunque subisca una perdita ed è espressione di qualcosa che non si riesce a superare,si ricongiunge a quello della rimozione. Il malato non è che ignori l’arto fantasma o quello paralizzato; egli si distoglie dalla paralisi, come se facesse finta benché sa di averla.(freudiana). Con il termine “repressione” o “rimozione organica” gli studiosi descrivono la credenza nel così detto arto fantasma e nel rifiuto della mutilazione. L’anosognosico è colui che rifiuta il suo stato di malattia. In realtà non ignora semplicemente l’arto paralizzato, ma distoglie la sua attenzione dalla deficienza del suo corpo. In questo modo il malato non deve far fronte ad una realtà che sa di dover incontrare. Pertanto mette fuori gioco il suo arto paralizzato in modo tale da non dover sentire la sua menomazione. La coscienza della gamba fantasma rimane equivoca. Il malato, in effetti, percepisce il suo arto e si comporta di conseguenza: tenta di camminare e, spesso, non si scoraggia nemmeno davanti ad una serie di cadute. La gamba fantasma, infatti, non è una rappresentazione del braccio, ma la presenza ambivalente del braccio.

Non è solo un ricordo, ma un fenomeno psichico a metà di ricordo e oblio e si fa finta di niente proprio perché è presente. M-Ponty fa l’esempio della perdita di una persona cara, la prima reazione è di rifiuto, esprimendolo come una rimozione, come attesa di una risposta da parte di quella persona. Si esprime la consapevolezza del richiamo all’assenza della persona. Per evitare di percepire quel silenzio la distogliamo e seguiamo qualcosa che ci fa capire che quella risposta non arriverà. Così fa colui che ha subito la mutilazione: mette fuori gioco la sua mutilazione e proprio per questo ne ha il sapere. (pag.131-138). L’esperienza traumatica non viene assorbita ma incombe non come un ricordo o un oblio ma come una rimozione, una quasi presenza, come qualcosa che ignoriamo perché c’è!! Proprio perché incombe ma non viene dimenticato, ma non incombe a livello coscienziale, ma a livello rimosso.

Una rimozione è qualcosa di cui ignoriamo proprio perché è presente e non superata-La rimozione non avviene solo per l’arto fantasma, ma si tratta di

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fenomeni organici che si ripetono nella vita. L’arto fantasma è un’esperienza patologica, quindi corporea, oggetto però di un dato psicologico che si esprime in maniera corporea. L’evento psicofisico non è più concepito come affermava la fisiologia cartesiana come la contiguità di un processo in sé,e di una cogitazio. L’unione di anima e corpo si compie in ogni istante nella nostra vita.

L’arto fantasma esprime un modo di essere al mondo e l’individuo non lo capisce perché è un atto volontario., la subisce questa cosa e non sa affermare: ecco perché sente l’arto mancante! In questa prospettiva (pag.135) sono integrati l’atto psicologico e l’atto fisiologico che vanno ad innastarsi.