La forza del corpo nella Sacra...

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Approfondimento scritturale 7/05/2007 di Caterina Casarano SCUOLA dei PROMOTORI di SVILUPPO DI VITA E MISSIONE - III anno - Secondo Ciclo - 2004-2008 - N°4 Pag. 1 di 16 La forza del corpo nella Sacra Scrittura. Contrariamente alla visione della “scienza”meccanicistica che vede il corpo come un insieme di organi ed ingranaggi da studiare separatamente per comprenderne l’intimo funzionamento (e poi poterlo controllare attraverso i farmaci biochimici), nella Sacra Scrittura il corpo non è assolutamente un insieme di “pezzi” di carne ed ossa che l’uomo possiede per il tempo della sua esistenza terrena e di cui viene spogliato dalla morte. Il corpo ha una dignità ben superiore che è messa in evidenza dall’inizio alla fine delle Scritture ed in modo particolare da S. Paolo. Il corpo non è solo un mezzo per tenere unite le membra che lo costituiscono, ma esprime, con la sua forza o con la sua debolezza, con la salute o la malattia, il modo d’essere della Persona nel suo stato naturale di creazione, nella riduzione e malattia causata dal distacco da Dio e dalle forze dell’Albero della vita in seguito all’inganno del diavolo, nella guarigione conseguente al suo incontro con Cristo, nella luce della vita gloriosa. 1. La creazione della forza del corpo che esprime la dignità naturale della Persona come “anima vivente” e “carne animata” ad immagine e somiglianza di Dio La creazione dell’uomo viene a coronare quella dell’universo (dopo ben 17 miliardi di anni, ci dice la scienza) come l’unica creatura a “Sua immagine e somiglianza”. La sua anima prende vita direttamente dalla Grazia e vive nella continua relazione con la Grazia di Dio. Questa relazione profonda con il Suo creatore, rende l’uomo presenza di Dio sulla terra, con una sessualità feconda nell’amore che lo porta ad essere “concreatore” e con una sessualità forte che lo porta ad essere il signore della terra, capace di assoggettare la terra al suo dominio perché partecipe dell’ordine e quindi rispettoso della sapienza con cui Dio ha creato tutte le cose <<Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. 28 Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra». (Gen 1,27-28) Adamo è una creatura libera in relazione continua ed essenziale con Dio. I suoi nervi e il suo corpo, nati dalla terra (dalla polvere del mondo o meglio dalla “polvere di stelle” e da elementi biochimici, come c’insegna la scienza oggi), non lo limitano ad essa. La sua esistenza prende vita dalla Forza di Dio, che dà vita alla sua anima e, come “anima vivente” è Persona in relazione con Dio e con tutte le sue forze di sessualità, nervi e corpo per una mente sapiente. allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.” (Gen 2, 7) L’uomo è quindi unito al creatore da una relazione vitale e primaria che rimane scritta nelle sue forze inconsce. Il Dio vivente comunica con la sua creatura attraverso queste forze inconsce con cui la Persona esprime la profondità del suo essere.

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SCUOLA dei PROMOTORI di SVILUPPO DI VITA E MISSIONE - III anno - Secondo Ciclo - 2004-2008 - N°4

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La forza del corpo nella Sacra Scrittura. Contrariamente alla visione della “scienza”meccanicistica che vede il corpo come un insieme di organi ed ingranaggi da studiare separatamente per comprenderne l’intimo funzionamento (e poi poterlo controllare attraverso i farmaci biochimici), nella Sacra Scrittura il corpo non è assolutamente un insieme di “pezzi” di carne ed ossa che l’uomo possiede per il tempo della sua esistenza terrena e di cui viene spogliato dalla morte. Il corpo ha una dignità ben superiore che è messa in evidenza dall’inizio alla fine delle Scritture ed in modo particolare da S. Paolo. Il corpo non è solo un mezzo per tenere unite le membra che lo costituiscono, ma esprime, con la sua forza o con la sua debolezza, con la salute o la malattia, il modo d’essere della Persona nel suo stato naturale di creazione, nella riduzione e malattia causata dal distacco da Dio e dalle forze dell’Albero della vita in seguito all’inganno del diavolo, nella guarigione conseguente al suo incontro con Cristo, nella luce della vita gloriosa.

1. La creazione della forza del corpo che esprime la dignità naturale della Persona come “anima vivente” e “carne animata” ad immagine e somiglianza di Dio

La creazione dell’uomo viene a coronare quella dell’universo (dopo ben 17 miliardi di anni, ci dice la scienza) come l’unica creatura a “Sua immagine e somiglianza”. La sua anima prende vita direttamente dalla Grazia e vive nella continua relazione con la Grazia di Dio. Questa relazione profonda con il Suo creatore, rende l’uomo presenza di Dio sulla terra, con una sessualità feconda nell’amore che lo porta ad essere “concreatore” e con una sessualità forte che lo porta ad essere il signore della terra, capace di assoggettare la terra al suo dominio perché partecipe dell’ordine e quindi rispettoso della sapienza con cui Dio ha creato tutte le cose

<<Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. 28Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra». (Gen 1,27-28)

Adamo è una creatura libera in relazione continua ed essenziale con Dio. I suoi nervi e il suo corpo, nati dalla terra (dalla polvere del mondo o meglio dalla “polvere di stelle” e da elementi biochimici, come c’insegna la scienza oggi), non lo limitano ad essa. La sua esistenza prende vita dalla Forza di Dio, che dà vita alla sua anima e, come “anima vivente” è Persona in relazione con Dio e con tutte le sue forze di sessualità, nervi e corpo per una mente sapiente.

“allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.” (Gen 2, 7)

L’uomo è quindi unito al creatore da una relazione vitale e primaria che rimane scritta nelle sue forze inconsce. Il Dio vivente comunica con la sua creatura attraverso queste forze inconsce con cui la Persona esprime la profondità del suo essere.

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“Quando i pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi; 15 essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono.” (Rom 2, 14-16) Per esempio attraverso le “viscere” e più precisamente l’utero si esprime la compassione, la misericordia e ciò che una madre prova per il proprio figlio, dal profondo della propria carne; nelle “reni” viene elaborato il desiderio; il “cuore” poi è il punto più centrale, quello in cui si compiono le scelte fondamentali (non la mente). La Sacra Scrittura esprime da millenni quell’unità della Persona a cui la psiconeuroendocrinoimmunologia si sta appena affacciando.

“Per questo le mie viscere si commuovono per lui, provo per lui profonda tenerezza.” (Geremia 31,20)

“Per questo i miei reni tremano, mi hanno colto i dolori come di una partoriente; sono troppo sconvolto per udire, troppo sbigottito per vedere.” (Isaia 21,3)

“Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze.” (Deuteronomio 6,5)

Rispettare la “legge di natura” significa rispettare l’Amore con cui Dio ha creato ogni cosa, significa rimanere nel rispetto e nello scambio di rispetto con Dio. Egli, unico autore della Vita, ha dato all’Albero della Vita (che rappresenta l’unità e la completezza delle forze inconsce d’anima, sessualità, nervi e corpo) il posto centrale (il 90% della Persona) ed ha posto la “conoscenza” (il rimanente 10%) in dipendenza della “vita”, cioè in dipendenza del mantenimento della relazione con Dio (che è necessario coltivare e custodire). Fuori da questo ordine sacro e naturale, che mette Dio e la creatura ciascuno al proprio posto, c’è la non-vita, c’è il non-amore e quindi la morte. “9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male…. 15 Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. 16 Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, 17 ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti”.(Gen 2,9 e 15-16) Questo stato di pienezza di tutte le forze è l’unico in cui si può uscire da sé stessi e quindi amare. Non a caso la creazione di Eva viene dopo il rispetto da parte di Adamo della relazione con Dio e della centralità dell’albero della vita. Solo in questo rispetto Adamo può “imporre nomi” alle altre creature viventi (che significa partecipare alla natura rispettandola, ma anche riconoscendo la propria posizione rispetto ad essa), ma soprattutto può riconoscere e rispettare il diverso da sé che ha però uguale dignità in tutte le sue forze (rappresentate da una costola del corpo).

20 Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. 21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. 22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. 23 Allora l'uomo disse: «Questa volta essa

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è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta». 24 Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. 25 Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.” (Genesi 2,20-25)

Il corpo dell’uomo esprime l’unità di tutte le forze in comunione con Dio e tra di loro. Splende quindi nella pace, nella sua dignità (non-vergogna), nella relazione con il Suo Creatore che passeggia familiarmente nel suo giardino, nella relazione pulita con la sua compagna, con gli animali e con tutta la creazione.

2. Il diavolo s’infila in questa comunione di forze e le “divide” fino alla morte del corpo Creatura di Dio come tutte le altre, il serpente è tuttavia dotato di una scienza ed un’abilità che superano quelle dell’uomo. Invidioso della comunione delle forze dell’uomo con Dio, è nemico della natura umana e giunge ad operare la divisione usando da subito le armi che gli saranno sempre proprie: inganno, menzogna, seduzione.

“Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio.” (Genesi 3, 1)

“Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».” (Genesi 3, 13)

“44 voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna.” (Gv. 8,44)

“Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.” (Ap. 12,9)

L’inganno del diavolo è grave e profondo: volutamente non rispetta l’ordine ed il contenuto delle forze della vita portando Adamo ed Eva in un’esperienza di non-amore che li allontana dall’Albero della Vita. La principale conseguenza è la divisione. L’uomo è diviso da Dio

“Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». 10 Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto».” (Genesi 3, 9-10) L’uomo è diviso in sé stesso e non sperimenta più la comunione delle sue forze con Dio e tra di loro: l’anima soffre, il sesso devia, i nervi si fissano, il corpo si sente “nudo” e la mente non può “conoscere” sapientemente. La Sacra Scrittura fa riferimento a questa realtà divisa con la parola “carne” mentre con la parola “corpo” più facilmente si riferisce alla realtà di comunione delle forze. L’uomo non è più corpo, ma diviene carne, non più forte di per sé, ma bisognoso di cure.

“Il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli e li vestì”. (Genesi, 3,21) “Sappiamo infatti che la legge è spirituale, mentre io sono di carne, venduto come schiavo del peccato. 15 Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto.” (Rm 7, 14)

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“gonfio di vano orgoglio nella sua mente carnale” (Col. 2,18)

“accecati nei loro pensieri, estranei alla vita di Dio a causa dell'ignoranza che è in loro, e per la durezza del loro cuore” (Ef. 4,18) “poiché se vivete secondo la carne, voi morirete” (Rom. 8,13) L’uomo è diviso dalla donna e la donna dall’uomo: le loro forze sono incapaci di ben amare. Infatti, fuori dalla comunione con Dio e con le loro forze non può esserci relazione tra loro. Alla domanda di Dio, Adamo accusa la moglie senza alcuna solidarietà con essa. Dio conferma che la loro sessualità non è più nell’amore: le loro relazioni saranno, d’ora in poi, sotto il dominio della forza istintiva della concupiscenza e della sete di potere; anche il frutto della loro relazione verrà al mondo nel “dolore”.

12 Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato». 16 Alla donna disse: «Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà». (Genesi 3, 12 e 16) L’uomo è diviso dai suoi simili. L’uomo, essendo fuori dal rispetto e scambio di rispetto con il Creatore, non sa rispettare i suoi simili. La storia e dell’uomo ed anche quella riportata nelle Sacre Scritture è un tessuto di divisioni, una sequela di guerre tra fratelli, tra uomini che non si comprendono più (Babele), tra ricchi e poveri, tra popoli e nazioni, etc. Ne soffrono tutte le forze fondamentali dell’uomo e spesso queste ferite sono espresse in modo visibile dai corpi.

8 Caino disse al fratello Abele: «Andiamo in campagna!». Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. (Genesi 4, 8)

5 Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. 6 Il Signore disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. 7 Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro». 8 Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. 9 Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra. (Genesi 11,1-9) Le forze dell’uomo sono anche incapaci di ben lavorare. L’uomo non sperimenta più l’armonia con l’universo. Dovrà mangiare il pane a forza di pene e con il sudore della fronte. Il suo corpo è destinato alla realtà di polvere da cui era stato tratto prima della comunione di spirito con Dio. 17 All'uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. 18 Spine e cardi produrrà per te e mangerai l'erba campestre. 19 Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra,

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perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!». (Genesi 3, 17-19)

Si apre per la Persona e per il corpo che la rappresenta, un futuro di “fissazione” nei condizionamenti che derivano da questa mancanza di comunione con Dio, un non-sviluppo della potenzialità della sua forza connessa con la forza dei nervi saldi, con una sessualità nell’amore e con un’anima nella Grazia e quindi …malattia e morte 3 Pietà di me, Signore: vengo meno; risanami, Signore: tremano le mie ossa. 4 L'anima mia è tutta sconvolta, ma tu, Signore, fino a quando...? 5 Volgiti, Signore, a liberarmi, salvami per la tua misericordia. 6 Nessuno tra i morti ti ricorda. Chi negli inferi canta le tue lodi? 7 Sono stremato dai lunghi lamenti, ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio, irroro di lacrime il mio letto. 8 I miei occhi si consumano nel dolore, invecchio fra tanti miei oppressori. (Salmo 6) Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? (Rm 7,24)

3. Il corpo dell’uomo redento dal corpo individuale di Cristo

Dio non ha creato l’uomo per lasciarlo morire, ma perché vivesse

Io non godo della morte di chi muore. Parola del Signore Dio. (Ez 18,32)

13 perché Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. 14 Egli infatti ha creato tutto per l'esistenza; le creature del mondo sono sane, in esse non c'è veleno di morte, né gli inferi regnano sulla terra, 15 perché la giustizia è immortale. (Sap. 1, 13-15)

Per questo Dio, già dal Paradiso terrestre ha assicurato all’uomo che avrebbe partecipato alla sua lotta contro il diavolo (che è più forte dell’uomo) attraverso una Donna radicata nell’Albero della Vita. Inoltre Dio promette all’uomo un nutrimento di cui mangiare, che gli avrebbe assicurato la vita per sempre.

15 Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». (Genesi 3, 15)

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Il Signore Dio disse allora: «Ecco l’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre!». (Gen. 3, 22)

Quindi anche se l’uomo è diviso da Dio, Dio continua ad essere vicino all’uomo e manda i profeti e attraverso di loro prepara l’uomo ad uscire dalla schiavitù della morte. Questa preparazione non è semplice ed appare evidente nell’impegno di Mosè che porta gli israeliti 40 anni nel deserto perché si convertano (in realtà la distanza fisica dall’Egitto ad Israele non richiede 40 anni di cammino). Questi 40 anni sono necessari per fargli compiere tutti i necessari passaggi di conversione, di liberazione. Questa conversione è però difficile per gente di dura cervice. Dio si mantiene fedele e continua a preparare la liberazione nonostante le difficoltà del suo popolo (il vitello d’oro, i dieci comandamenti). Ma la durezza dei cuori di questo popolo richiede ancora le regole di una legge (che in molti precetti si occupa proprio della purificazione della carne), rendendo la conversione ancora più difficile perchè la legge è morte, il peccato produce la morte, quindi la forza del peccato è la legge. Comunque la conversione va avanti attraverso persone che mettono Dio al primo posto, prima degli uomini e che continuano a sperare nella salvezza promessa da Dio. Vi riporto, come esempio per tutti, il martirio dei sette fratelli maccabei che sanno andare oltre la carne riponendo la speranza nella misericordia di Dio e nella resurrezione da Lui promessa

1 Ci fu anche il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re a forza di flagelli e nerbate a cibarsi di carni suine proibite. 2 Uno di essi, facendosi interprete di tutti, disse: “Che cosa cerchi di indagare o sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le patrie leggi”. 3 Allora il re irritato comandò di mettere al fuoco padelle e caldaie. 4 Diventate queste subito roventi, il re comandò di tagliare la lingua, di scorticare e tagliare le estremità a quello che era stato loro portavoce, sotto gli occhi degli altri fratelli e della madre. 5 Quando quegli fu mutilato di tutte le membra, comandò di accostarlo al fuoco e di arrostirlo mentre era ancora vivo. Mentre il fumo si spandeva largamente all’intorno della padella, gli altri si esortavano a vicenda con la loro madre a morire da forti, esclamando: 6 “Il Signore Dio ci vede dall’alto e in tutta verità ci dá conforto, precisamente come dichiarò Mosè nel canto della protesta: Egli si muoverà a compassione dei suoi servi”. 7 Venuto meno il primo, in egual modo traevano allo scherno il secondo e, strappatagli la pelle del capo con i capelli, gli domandavano: “Sei disposto a mangiare, prima che il tuo corpo venga straziato in ogni suo membro? ”. 8 Egli rispondendo nella lingua paterna protestava: “No”. Perciò anch’egli si ebbe gli stessi tormenti del primo. 9 Giunto all’ultimo respiro, disse: “Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re del mondo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna”. 10 Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani 11 e disse dignitosamente: “Da Dio ho queste membra e, per le sue leggi, le disprezzo, ma da lui spero di riaverle di nuovo”; 12 così lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza del giovinetto, che non teneva in nessun conto le torture. 13 Fatto morire anche costui, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. 14 Ridotto in fin di vita, egli diceva: “È bello morire a causa degli uomini, per attendere da Dio l’adempimento delle speranze di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te la risurrezione non sarà per la vita”. 15 Subito dopo, fu condotto avanti il quinto e fu torturato. 16 Ma egli, guardando il re, diceva: “Tu hai potere sugli uomini, e sebbene mortale, fai quanto ti piace; ma non credere che il nostro popolo sia stato abbandonato da Dio. 17 Quanto a te, aspetta e vedrai la grandezza della sua forza, come strazierà te e la tua discendenza”. 18 Dopo di lui presero il sesto; mentre stava per morire, egli disse: “Non illuderti stoltamente; noi soffriamo queste cose per causa nostra, perché abbiamo peccato contro il nostro Dio; perciò ci succedono cose che muovono a meraviglia. 19 Ma tu non credere di andare impunito dopo aver osato di combattere contro Dio”.

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20 La madre era soprattutto ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché vedendo morire sette figli in un sol giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore. 21 Esortava ciascuno di essi nella lingua paterna, piena di nobili sentimenti e, sostenendo la tenerezza femminile con un coraggio virile, diceva loro: 22 “Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato lo spirito e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi. 23 Senza dubbio il creatore del mondo, che ha plasmato all’origine l’uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo lo spirito e la vita, come voi ora per le sue leggi non vi curate di voi stessi”. 24 Antioco, credendosi disprezzato e sospettando che quella voce fosse di scherno, esortava il più giovane che era ancora vivo e non solo a parole, ma con giuramenti prometteva che l’avrebbe fatto ricco e molto felice se avesse abbandonato gli usi paterni, e che l’avrebbe fatto suo amico e gli avrebbe affidato cariche. 25 Ma poiché il giovinetto non badava affatto a queste parole il re, chiamata la madre, la esortava a farsi consigliera di salvezza per il ragazzo. 26 Dopo che il re la ebbe esortata a lungo, essa accettò di persuadere il figlio; 27 chinatasi verso di lui, beffandosi del crudele tiranno, disse nella lingua paterna: “Figlio, abbi pietà di me che ti ho portato in seno nove mesi, che ti ho allattato per tre anni, ti ho allevato, ti ho condotto a questa età e ti ho dato il nutrimento. 28 Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l’origine del genere umano. 29 Non temere questo carnefice ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia”. 30 Mentre essa finiva di parlare, il giovane disse: “Che aspettate? Non obbedisco al comando del re, ma ascolto il comando della legge che è stata data ai nostri padri per mezzo di Mosè. 31 Ma tu, che ti fai autore di tutte le sventure degli Ebrei, non sfuggirai alle mani di Dio. 32 Per i nostri peccati noi soffriamo. 33 Se per nostro castigo e correzione il Signore vivente si adira per breve tempo con noi, presto si volgerà di nuovo verso i suoi servi. 34 Ma tu, o sacrilego e di tutti gli uomini il più empio, non esaltarti invano, agitando segrete speranze, mentre alzi la mano contro i figli del Cielo; 35 perché non sei ancora al sicuro dal giudizio dell’onnipotente Dio che tutto vede. 36 Già ora i nostri fratelli, che hanno sopportato breve tormento, hanno conseguito da Dio l’eredità della vita eterna. Tu invece subirai per giudizio di Dio il giusto castigo della tua superbia. 37 Anche io, come già i miei fratelli, sacrifico il corpo e la vita per le patrie leggi, supplicando Dio che presto si mostri placato al suo popolo e che tu fra dure prove e flagelli debba confessare che egli solo è Dio; 38 con me invece e con i miei fratelli possa arrestarsi l’ira dell’Onnipotente, giustamente attirata su tutta la nostra stirpe”. 39 Il re, divenuto furibondo, si sfogò su costui più crudelmente che sugli altri, sentendosi invelenito dallo scherno. 40 Così anche costui passò all’altra vita puro, confidando pienamente nel Signore. 41 Ultima dopo i figli, anche la madre incontrò la morte. (Maccabei 7)

Perché la storia della salvezza vada avanti c’è bisogno di una purificazione, di generazione in generazione, operata da veri credenti, persone con l’anima in Dio, fino alla terra promessa che è la persona completamente convertita come la Madonna. E’ Cristo la vera terra promessa, è il bambino la terra promessa. Difatti, finchè non c’è questa donna, nuova Eva, nell’albero della Vita, con tutte le forze dell’anima, del sesso, dei nervi, del corpo e della mente a posto, Cristo non è nato, e non c’è pace, non c’è libertà, non c’è identità, non c’è sessualità nell’amore, non c’è vita, ma c’è morte. Quante difficoltà e quanto tempo è stato necessario agli uomini per uscire fuori dai grandi condizionamenti delle schiavitù dei loro tempi, rafforzati dalla legge! Ma finalmente la comunione di Maria con Dio e con le forze dell’Albero della Vita (la pienezza del tempo è la pienezza della vita nell’amore di Dio) permettono a Dio di “Incarnarsi”, cioè di prendere la nostra carne nella sua realtà di divisione da Dio e dall’albero della Vita.

Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, 5 per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli. (Gal. 4,4-5)

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E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv. 1,14)

Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, 4 perché la giustizia della legge si adempisse in noi. (Rm. 8,3-4)

Cristo è la pienezza e centralità della vita. E’ l’unico che può aprire il libro della Vita. A differenza di Adamo, mantiene la Sua Persona in Dio in mezzo a tutte le riduzioni del non-amore che incontra tra gli uomini, in tutte le culture, in tutti i tempi. Non va dietro alla Madonna e tanto meno agli scribi e farisei, né ai sacerdoti né agli anziani. Non soltanto si mantiene con gli uomini, ma fa “saltare fuori” tutti i diavoli, tutte le menzogne, guarisce tutte le malattie. La modalità di Cristo supera quella di tutti gli altri uomini, di tutti i profeti, perché è una modalità di grande rispetto, di non giudizio, di umiltà, di cuore, di partecipazione. Lui comprende tutta la storia e tutte le storie personali. Sa perché una persona è sofferente, e prega spesso il Padre perché scompaiano questi mali, che Lui vede. Sa bene che l’origine di tutti i mali sono nei condizionamenti che vengono da secoli e secoli e vede nei condizionamenti il diavolo. La Sua è principalmente una lotta per far fronte al diavolo. Anche se tutti i diavoli gli vanno addosso (gli scribi, i farisei, i sacerdoti, i romani, …), non cede, prega per gli uomini perché non sanno quello che fanno, fa fuori il diavolo che produce la morte, fa fuori la morte e risorge. Questa è la grandiosità di Cristo!

Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. (Gv. 3,17)

10 Una volta stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato. 11 C'era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. 12 Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei libera dalla tua infermità», 13 e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio…. 16 E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciott'anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?». (Lc. 13, ..)

Egli si sottopone con la Sua carne alla potenza della morte, ma una volta per tutte. Con la Sua morte vince la “maledizione” della carne, cioè la divisione delle forze della vita da Dio. Le potenze che si erano infilate tra Dio e l’Albero della Vita dell’uomo, sono spogliate, con la morte e resurrezione di Gesù, del loro potere. Il corpo dell’uomo, che rappresenta l’unità delle forze della vita della Persona, viene liberato dal potere del diavolo, che lo aveva ridotto a un corpo di carne, attraverso il corpo di Cristo.

20 Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. 21 Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; 22 e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. (1 Cor. 15, 20-22)

31 Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32 Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me». 33 Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire.(Gv. 12,31)

sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. 10 Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio. 11 Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù. (Rm. 6, 9-11)

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ora egli vi ha riconciliati per mezzo della morte del suo corpo di carne, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili al suo cospetto (Col. 1,22)

4. Tutti membra di un solo corpo, il corpo di Cristo: essere Chiesa

La forza del corpo di Cristo non si limita a darci la possibilità di tornare all’Albero della Vita e quindi all’unità delle nostre forze di Vita nel nostro corpo personale. La forza del corpo di Cristo ci apre la possibilità di essere addirittura “incorporati” a Cristo, cioè di partecipare al Suo Corpo, che presuppone una più ampia unità. La comunione sacramentale con il corpo di Cristo (incarnazione, croce, resurrezione, eucaristia) ci fa partecipare come membra del suo corpo. La portata universale della sua vita e della sua passione redentrice non fa solo sì che ritorni l’unità nei corpi individuali, ma che addirittura non ci sia più che un “solo” corpo, il corpo di Cristo. In esso ogni cristiano mantiene la sua identità personale e particolare in vista del bene dell’insieme

il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? 17 Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane. (1Cor 10, 16-17)

Le persone che ritrovano l’Albero della Vita in Cristo e tornano quindi ad essere Persone in Dio, possono formare la Chiesa. La Chiesa nella sua vera pienezza è quindi il corpo di Cristo costituito dalle membra “pane vivo” dei corpi (Persone) ritornati alla Vita. Qualunque sia la nostra condizione di divisione, possiamo essere tutti riconciliati per divenire un solo popolo, un solo uomo nuovo, di cui Cristo stesso assicura l’unità

Nessuno v'impedisca di conseguire il premio, compiacendosi in pratiche di poco conto e nella venerazione degli angeli, seguendo le proprie pretese visioni, gonfio di vano orgoglio nella sua mente carnale, 19 senza essere stretto invece al capo, dal quale tutto il corpo riceve sostentamento e coesione per mezzo di giunture e legami, realizzando così la crescita secondo il volere di Dio (Col. 2,19)

14 Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, 15 annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, 16 e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia. (Ef.2, 14-16)

5. Il corpo glorioso

Realmente innestati in Cristo, divenuti membra del suo corpo e templi dello Spirito Santo, anche i nostri corpi sono chiamati ad entrare in quella pienezza di gloria che Cristo ci ha mostrato anche attraverso il

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Suo corpo dopo la Resurrezione. Nelle sue apparizioni il corpo di Cristo è ben reale, ma non è più soggetto alle condizioni d’esistenza della “carne” antecedenti la passione (per esempio passa attraverso le porte). E’ un corpo spirituale, un “corpo di gloria”, di cui alcuni apostoli avevano avuto un anticipo nella Trasfigurazione. Il corpo di Cristo, distrutto nella carne e poi ricostruito nell’unità di tutte le forze in tre giorni, sostituisce l’antico tempio ed è segno della presenza di Dio tra gli uomini.

Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». 40 Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41 Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42 Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43 egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. (Lc. 24, 39-42)

Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29 E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30 Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31 apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. 32 Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. (Lc. 9, 28-32)

Gesù è in persona resurrezione e vita. Contrariamente alle concezioni greche in cui l’anima umana, liberata dai legami del corpo va sola verso l’immortalità, i cristiani sanno che non può che esserci, in Cristo, una restaurazione integrale della persona in tutte le sue forze fondamentali. All’appello del figlio dell’uomo, nell’Apocalisse, i morti risorgeranno. Coloro i quali sono passati per la grande tribolazione ed hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’agnello risorgeranno per la vita eterna, gli altri per la condanna.

13 Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine. 14 Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all'albero della vita e potranno entrare per le porte nella città. (ap. 22, 13-14)

Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: 29 quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. (Gv. 5,28-29)

Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; 43 si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; 44 si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale…. 51 Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati… 53 È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità. 54 Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata ingoiata per la vittoria. (1 Cor. 15, 42-44 e 51 e 53-54)

Il Signore Gesù Cristo, 21 il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose. (Fil. 3,21)

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6. Risvegliare nella nostra “carne mortale” la dignità completa del “corpo glorioso” anticipatamente sulla terra, attraverso Cristo

Una fede cristiana staccata dalla vita spesso presenta la completezza di queste verità contenute nelle Sacre Scritture come se fossero indipendenti dalla Persona stessa. L’inganno è per opera del diavolo, la salvezza è per opera di Cristo. La Madonna è stata “scelta” quando ha voluto Dio (non si comprende bene perché proprio lei!). La Chiesa si forma perché viene incaricato Pietro. Alleluia! Siamo tutti salvi! Ci resta da soffrire ancora un poco qui sulla terra (perché comunque siamo sempre soggetti al peccato originale!), ma se “sopportiamo” questa croce senza lamentarci troppo, alla nostra morte risorgeremo tutti. Senza avere alcuna esperienza di resurrezione qui sulla terra, qualche dubbio ci resta, ma il buon cristiano lo supera con una fede staccata dalla vita, con una preghiera che copre le sue sofferenze, con l’assiduità ai Sacramenti, con una lode a un Dio di cui non ha però vera esperienza.

Ma grazie a Dio, Cristo non si sostituisce a noi e le sofferenze del corpo ci chiamano ad uscire da ogni inganno! Solo il corpo del cristiano che partecipa a Cristo, che prese un corpo di carne, con la sua incarnazione, morte e resurrezione, sperimenta una vittoria continua sui condizionamenti del passato che lo dividono da Dio e riducono le sue forze di Vita. Solo attraverso una vera esperienza di Cristo nella vita concreta, i nostri corpi di carne possono trasfigurarsi in corpi capaci di collegare in unità tutte le forze della vita attraverso lo Spirito. E tutto questo avviene già qui sulla terra.

Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. 10 E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. 11 E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. 12 Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne; 13 poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l'aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete. (Rm. 8, 9-13)

Al di là di ciò che ci arriva dalla spiritualità non incarnata, la partecipazione della Persona è fortemente richiesta. Perché l’uomo non sia più un semplice mortale in virtù di Cristo, è necessario che muoia continuamente all’uomo vecchio perché l’immagine dell’uomo nuovo progredisca, di gloria in gloria, per arrivare all’immagine unica che è Cristo

Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, passione, malizia, maldicenze e parole oscene dalla vostra bocca. 9 Non mentitevi gli uni gli altri. Vi siete infatti spogliati dell'uomo vecchio con le sue azioni 10 e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suo Creatore. 11 Qui non c'è più Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro o Scita, schiavo o libero, ma Cristo è tutto in tutti. (Col 3, 8-11)

ma quando ci sarà la conversione al Signore, quel velo sarà tolto. 17 Il Signore è lo Spirito e dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà. 18 E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore. (2Cor. 3, 16-18)

E’ quindi necessario un profondo e continuo cammino di conversione per arrivare a “vivere in Cristo”, entrando nella propria storia personale, avendo luce sulla presenza “fissata” del diavolo nei nostri condizionamenti derivanti dal non-amore, partecipando con la nostra croce alla Sua Croce per risorgere insieme a Lui.

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Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: 3 «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. 4 Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. (Mt. 18, 2-4)

Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? 32 Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. 33 Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. (Mt. 6, 31-33)

Il cammino personale è un cammino nella luce

Per questo sta scritto: «Svègliati, o tu che dormi, déstati dai morti e Cristo ti illuminerà». (Ef. 5,14)

Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che ora vi annunziamo: Dio è luce e in lui non ci sono tenebre. 6 Se diciamo che siamo in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità. 7 Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. (1 Gv 1,5-7)

E’ un cammino di fede, preghiera e digiuno dai propri condizionamenti (ben incarnati nella vita!) che si esprimono nell’attaccamento alla legge, al potere e alla concupiscenza della carne

Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza. (Giac 5,12)

E Gesù gli parlò minacciosamente, e il demonio uscì da lui e da quel momento il ragazzo fu guarito. 19 Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, gli chiesero: «Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?». 20 Ed egli rispose: «Per la vostra poca fede. In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile. 21 Questa razza di demòni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno». (Mt. 17,18-21)

Che diremo dunque? Che la legge è peccato? No certamente! Però io non ho conosciuto il peccato se non per la legge, né avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Non desiderare. (Rm. 7, 7)

E’ un cammino di forza, di non compromesso, di non integrazione

Soprattutto, fratelli miei, non giurate, né per il cielo, né per la terra, né per qualsiasi altra cosa; ma il vostro «sì» sia sì, e il vostro «no» no, per non incorrere nella condanna.(Giac. 5, 12)

E’ un cammino nel sacramento dell’alleanza con Cristo, nell’incarnazione, croce e resurrezione e non solo nei “ segni” sacramentali

Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane 24 e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». 25 Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il

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calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». (1 Cor. 11, 23-25)

E’ un cammino che porta ad un’esperienza concreta di vita in cui ognuno realmente sperimenta la forza dell’anima sempre più collegata a Dio, la sessualità sempre più nell’amore, i nervi sempre più saldi, il corpo sempre più sano, la mente sempre più sapiente. Ce lo dimostra Gesù che ha sempre collaborato con il movimento verso la vita delle persone e con il suo intervento di guarigione su tutte le forze dell’Albero della Vita, ha dimostrato che la forza divina che vince sulla malattia e sulla morte è fin d’ora in azione sulla terra.

17 Avendo udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori».(Mc. 2,17)

Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. 32 Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! 33 Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito. (Ef. 5, 31-33)

E’ un cammino nella testimonianza e nella carità

Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. 16 Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. 17 E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, 18 prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». (Mar. 16. 15-18)

Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. 10 Chi ama suo fratello, dimora nella luce e non v'è in lui occasione di inciampo. (1Gv 2,9-10)

Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. 2 Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. (Rm. 12, 1-2)

E’ un cammino che anticipa la resurrezione, com’è accaduto alla figlia di Giairo, al figlio della vedova di Nain, all’amico Lazzaro, fino alla gloria piena di Dio in tutti

14 Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15 e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!». 16 Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!»…. Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». 24 Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell'ultimo giorno». 25 Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26 chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». 27 Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo»… Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni». 40 Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?»…. 43 E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44 Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».(Gv. 11,…)

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28 E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti. (1 Cor. 15, 28)

7. Un esempio: il corpo glorioso di Stefano

1 In quei giorni, mentre aumentava il numero dei discepoli, sorse un malcontento fra gli ellenisti verso gli Ebrei, perché venivano trascurate le loro vedove nella distribuzione quotidiana. 2 Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense. 3 Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest'incarico. 4 Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola». 5 Piacque questa proposta a tutto il gruppo ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenàs e Nicola, un proselito di Antiochia. 6 Li presentarono quindi agli apostoli i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani. 7 Intanto la parola di Dio si diffondeva e si moltiplicava grandemente il numero dei discepoli a Gerusalemme; anche un gran numero di sacerdoti aderiva alla fede. 8 Stefano intanto, pieno di grazia e di fortezza, faceva grandi prodigi e miracoli tra il popolo. 9 Sorsero allora alcuni della sinagoga detta dei «liberti» comprendente anche i Cirenei, gli Alessandrini e altri della Cilicia e dell'Asia, a disputare con Stefano, 10 ma non riuscivano a resistere alla sapienza ispirata con cui egli parlava. 11 Perciò sobillarono alcuni che dissero: «Lo abbiamo udito pronunziare espressioni blasfeme contro Mosè e contro Dio». 12 E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo trascinarono davanti al sinedrio. 13 Presentarono quindi dei falsi testimoni, che dissero: «Costui non cessa di proferire parole contro questo luogo sacro e contro la legge. 14 Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazareno distruggerà questo luogo e sovvertirà i costumi tramandatici da Mosè». 15 E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo.(Atti 6, …)

…51 O gente testarda e pagana nel cuore e nelle orecchie, voi sempre opponete resistenza allo Spirito Santo; come i vostri padri, così anche voi. 52 Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete divenuti traditori e uccisori; 53 voi che avete ricevuto la legge per mano degli angeli e non l'avete osservata». 54 All'udire queste cose, fremevano in cuor loro e digrignavano i denti contro di lui. 55 Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra 56 e disse: «Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio». 57 Proruppero allora in grida altissime turandosi gli orecchi; poi si scagliarono tutti insieme contro di lui, 58 lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero il loro mantello ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. 59 E così lapidavano Stefano mentre pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». 60 Poi piegò le ginocchia e gridò forte: «Signore, non imputar loro questo peccato». Detto questo, morì. (Atti 7, …)

19 Intanto quelli che erano stati dispersi dopo la persecuzione scoppiata al tempo di Stefano, erano arrivati fin nella Fenicia, a Cipro e ad Antiochia e non predicavano la parola a nessuno fuorché ai Giudei. 20 Ma alcuni fra loro, cittadini di Cipro e di Cirène, giunti ad Antiochia, cominciarono a parlare anche ai Greci, predicando la buona novella del Signore Gesù. 21 E la mano del Signore era con loro e così un gran numero credette e si convertì al Signore. 22 La notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, la quale mandò Barnaba ad Antiochia. 23 Quando questi giunse e vide la grazia del Signore, si rallegrò e, 24 da uomo virtuoso qual era e pieno

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di Spirito Santo e di fede, esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore. E una folla considerevole fu condotta al Signore. (Atti 11, …)

12 Un certo Anania, un devoto osservante della legge e in buona reputazione presso tutti i Giudei colà residenti, 13 venne da me, mi si accostò e disse: Saulo, fratello, torna a vedere! E in quell'istante io guardai verso di lui e riebbi la vista. 14 Egli soggiunse: Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, 15 perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. 16 E ora perché aspetti? Alzati, ricevi il battesimo e lavati dai tuoi peccati, invocando il suo nome. 17 Dopo il mio ritorno a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio, fui rapito in estasi 18 e vidi Lui che mi diceva: Affrettati ed esci presto da Gerusalemme, perché non accetteranno la tua testimonianza su di me. 19 E io dissi: Signore, essi sanno che facevo imprigionare e percuotere nella sinagoga quelli che credevano in te; 20 quando si versava il sangue di Stefano, tuo testimone, anch'io ero presente e approvavo e custodivo i vestiti di quelli che lo uccidevano. 21 Allora mi disse: Va', perché io ti manderò lontano, tra i pagani». (Atti 22,…)

8. La necessità di una cultura che permetta all’uomo di oggi di incontrare Cristo

La forza del corpo degli uomini di oggi non è quella di un corpo glorioso. Lo vediamo nella realtà dei 30.000 bambini che muoiono di fame ogni giorno nel sud del mondo. Anche nell’occidente opulente gli uomini sono talmente lontani dalla grande dignità del loro corpo che non lo rispettano fin dal primo formarsi (aborto), nelle sue necessità di sviluppo naturale (pensiamo al modo in cui sono stressati i bambini), nell’alimentazione (anoressia, bulimia, obesità), nelle violenze a cui è sottoposto dalla dipendenza di sostanze (alcol, fumo, droga,…), nei comportamenti sessuali deviati, nelle malattie (tumori, malattie cardiovascolari, malattie infettive) e nel conseguente abuso dei farmaci, negli interventi chirurgici a scopo estetico, nel suicidio, nell’eutanasia, …

Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». (Lc. 18,8)

Non manca Cristo, ma manca all’uomo l’esperienza di Cristo. Né la fede staccata dalla vita, né la scienza fissata sul materialismo possono aiutare l’uomo ad incontrare Cristo. E’ necessario ed urgente per gli uomini incontrare una cultura di vita rispettosa di Dio e della Vita che sappia, senza ideali o schemi, condurli a Cristo a partire dalla loro realtà

1. Partire dalla loro storia personale e dalla propria realtà tormentata dal non-amore 2. Prendere coscienza della realtà inconscia dell’“io potenziale” (Albero della Vita personale)

che non è messa in evidenza né dalla scienza né dalla fede (la visione dell’inconscio di Freud prevede “l’istinto di morte” e la visione religiosa parte dal “peccato originale”)

3. Avere chiaro l’ordine e le connessioni delle “sei forze” fondamentali della vita e che il 90% di esse è inconscio

4. Avere luce sulle ferite prodotte dal non-amore che rimangono fissate come condizionamenti negativi e che tipo di connessioni avvengono tra i condizionamenti

5. Avere luce sui condizionamenti negativi ed in particolare che il 90% di loro risiedono nell’inconscio (specie sulle forze dell’anima, dell’amore e del sesso) e che tali condizionamenti prodotti dal non amore sono “fissati” da una forza negativa (che non è di Dio e non è dell’uomo) che la storia e la Sacra Scrittura chiamano “diavolo”;

6. Riconoscere che solo l’Amore di Dio può vincere tali negatività del non-amore e per questo Dio si fa uomo-Dio che va in Croce per sconfiggere ogni nostro diavolo;

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7. Comprendere che Chi ama non si sostituisce e quindi Cristo chiede la mia partecipazione di incarnazione, croce, resurrezione e eucarestia;

8. Contare sulla collaborazione (senza sostituzione) di persone mature nella fede e nella vita (promotore di sviluppo di vita e missione o sacerdote) per essere aiutati a percepire la propria croce

9. Avere l’esperienza della “conversione” e della forza (come quella della Madonna), per cui il diavolo, incontrando in me l’uomo-Dio, non può più intaccarmi e anch’io discepolo di Cristo posso scacciare ogni diavolo e guarire ogni malattia.

10. Essere testimoni, “pane vivo”, come gli apostoli Questa cultura è necessaria ma non c’è mai stata. Oggi per tutti noi è ricchezza di vita. Ringraziando Dio e la Santa Vergine, P. Angelo non ha mai accettato di perdere le sue energie personali. Non si è mai integrato. Si è convertito a Cristo perché non s’integrava nella Madonna, nella cultura del proprio tempo, nei sacerdoti o negli anziani. Ha preso la sua croce, ha collaborato con la Croce di Cristo. Ha sempre incontrato mille condizionamenti o diavoli di una psicoanalisi senza anima e senza Dio, e di una fede integrata e incapace di vedere le ferite diaboliche dell’inconscio. Ha voluto partecipare alla sofferenza delle persone che, senza Cristo, restano indifferenti, ignoranti, senza luce, senza fede, senza amore. Non gli è parso possibile che le persone non sappiano la meraviglia delle forze che sono nella vita, che le riducano a tal punto, che nascono, muoiono e non sappiano neanche perché, e, “come mosche nell’acqua zuccherata”, s’integrino sempre, in tutti i diavoli e nelle falsità di tutti i generi, del sesso senza amore, delle famiglie, del lavoro, dell’università. P. Angelo ha cercato qualcosa di vero che potesse aiutare le persone di oggi ad uscire da tanto inganno, senza dipendere dalle persone, dal fatto che potessero capire o non capire, che si rendessero conto o no. Ha cercato qualcosa per la gente, per coloro che soffrono, senza sostituirsi alle persone. In questo modo ha mantenuto le sue forze in Dio, ha colto nello Spirito la necessita di questa nuova cultura di vita e attraverso di essa continuamente aiuta gli omini di oggi, in ogni parte del mondo, ad incontrare Cristo e quindi a risorgere, scacciando i demoni e guarendo ogni malattia, come vero discepolo di Cristo. Noi questa cultura l’abbiamo incontrata. In questo siamo dei privilegiati. Ora sta a noi essere seri. Rimanere su ciò che è vero e arrivare a tutte le forze del nostro essere, porle nell’Essere di Dio Amore e amare il prossimo come Dio, facendo propagare questa nuova e necessaria cultura di vita.

Caterina Casarano

Approfondimento scritturale 7/05/2007 di Caterina Casarano

SCUOLA dei PROMOTORI di SVILUPPO DI VITA E MISSIONE - III anno - Secondo Ciclo - 2004-2008 - N°4

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La forza del corpo nella Sacra Scrittura. Contrariamente alla visione della “scienza”meccanicistica che vede il corpo come un insieme di organi ed ingranaggi da studiare separatamente per comprenderne l’intimo funzionamento (e poi poterlo controllare attraverso i farmaci biochimici), nella Sacra Scrittura il corpo non è assolutamente un insieme di “pezzi” di carne ed ossa che l’uomo possiede per il tempo della sua esistenza terrena e di cui viene spogliato dalla morte. Il corpo ha una dignità ben superiore che è messa in evidenza dall’inizio alla fine delle Scritture ed in modo particolare da S. Paolo. Il corpo non è solo un mezzo per tenere unite le membra che lo costituiscono, ma esprime, con la sua forza o con la sua debolezza, con la salute o la malattia, il modo d’essere della Persona nel suo stato naturale di creazione, nella riduzione e malattia causata dal distacco da Dio e dalle forze dell’Albero della vita in seguito all’inganno del diavolo, nella guarigione conseguente al suo incontro con Cristo, nella luce della vita gloriosa.

1. La creazione della forza del corpo che esprime la dignità naturale della Persona come “anima vivente” e “carne animata” ad immagine e somiglianza di Dio

La creazione dell’uomo viene a coronare quella dell’universo (dopo ben 17 miliardi di anni, ci dice la scienza) come l’unica creatura a “Sua immagine e somiglianza”. La sua anima prende vita direttamente dalla Grazia e vive nella continua relazione con la Grazia di Dio. Questa relazione profonda con il Suo creatore, rende l’uomo presenza di Dio sulla terra, con una sessualità feconda nell’amore che lo porta ad essere “concreatore” e con una sessualità forte che lo porta ad essere il signore della terra, capace di assoggettare la terra al suo dominio perché partecipe dell’ordine e quindi rispettoso della sapienza con cui Dio ha creato tutte le cose

<<Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. 28Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra». (Gen 1,27-28)

Adamo è una creatura libera in relazione continua ed essenziale con Dio. I suoi nervi e il suo corpo, nati dalla terra (dalla polvere del mondo o meglio dalla “polvere di stelle” e da elementi biochimici, come c’insegna la scienza oggi), non lo limitano ad essa. La sua esistenza prende vita dalla Forza di Dio, che dà vita alla sua anima e, come “anima vivente” è Persona in relazione con Dio e con tutte le sue forze di sessualità, nervi e corpo per una mente sapiente.

“allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.” (Gen 2, 7)

L’uomo è quindi unito al creatore da una relazione vitale e primaria che rimane scritta nelle sue forze inconsce. Il Dio vivente comunica con la sua creatura attraverso queste forze inconsce con cui la Persona esprime la profondità del suo essere.

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“Quando i pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi; 15 essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono.” (Rom 2, 14-16) Per esempio attraverso le “viscere” e più precisamente l’utero si esprime la compassione, la misericordia e ciò che una madre prova per il proprio figlio, dal profondo della propria carne; nelle “reni” viene elaborato il desiderio; il “cuore” poi è il punto più centrale, quello in cui si compiono le scelte fondamentali (non la mente). La Sacra Scrittura esprime da millenni quell’unità della Persona a cui la psiconeuroendocrinoimmunologia si sta appena affacciando.

“Per questo le mie viscere si commuovono per lui, provo per lui profonda tenerezza.” (Geremia 31,20)

“Per questo i miei reni tremano, mi hanno colto i dolori come di una partoriente; sono troppo sconvolto per udire, troppo sbigottito per vedere.” (Isaia 21,3)

“Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze.” (Deuteronomio 6,5)

Rispettare la “legge di natura” significa rispettare l’Amore con cui Dio ha creato ogni cosa, significa rimanere nel rispetto e nello scambio di rispetto con Dio. Egli, unico autore della Vita, ha dato all’Albero della Vita (che rappresenta l’unità e la completezza delle forze inconsce d’anima, sessualità, nervi e corpo) il posto centrale (il 90% della Persona) ed ha posto la “conoscenza” (il rimanente 10%) in dipendenza della “vita”, cioè in dipendenza del mantenimento della relazione con Dio (che è necessario coltivare e custodire). Fuori da questo ordine sacro e naturale, che mette Dio e la creatura ciascuno al proprio posto, c’è la non-vita, c’è il non-amore e quindi la morte. “9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male…. 15 Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. 16 Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, 17 ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti”.(Gen 2,9 e 15-16) Questo stato di pienezza di tutte le forze è l’unico in cui si può uscire da sé stessi e quindi amare. Non a caso la creazione di Eva viene dopo il rispetto da parte di Adamo della relazione con Dio e della centralità dell’albero della vita. Solo in questo rispetto Adamo può “imporre nomi” alle altre creature viventi (che significa partecipare alla natura rispettandola, ma anche riconoscendo la propria posizione rispetto ad essa), ma soprattutto può riconoscere e rispettare il diverso da sé che ha però uguale dignità in tutte le sue forze (rappresentate da una costola del corpo).

20 Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. 21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. 22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. 23 Allora l'uomo disse: «Questa volta essa

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è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta». 24 Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. 25 Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.” (Genesi 2,20-25)

Il corpo dell’uomo esprime l’unità di tutte le forze in comunione con Dio e tra di loro. Splende quindi nella pace, nella sua dignità (non-vergogna), nella relazione con il Suo Creatore che passeggia familiarmente nel suo giardino, nella relazione pulita con la sua compagna, con gli animali e con tutta la creazione.

2. Il diavolo s’infila in questa comunione di forze e le “divide” fino alla morte del corpo Creatura di Dio come tutte le altre, il serpente è tuttavia dotato di una scienza ed un’abilità che superano quelle dell’uomo. Invidioso della comunione delle forze dell’uomo con Dio, è nemico della natura umana e giunge ad operare la divisione usando da subito le armi che gli saranno sempre proprie: inganno, menzogna, seduzione.

“Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio.” (Genesi 3, 1)

“Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».” (Genesi 3, 13)

“44 voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna.” (Gv. 8,44)

“Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.” (Ap. 12,9)

L’inganno del diavolo è grave e profondo: volutamente non rispetta l’ordine ed il contenuto delle forze della vita portando Adamo ed Eva in un’esperienza di non-amore che li allontana dall’Albero della Vita. La principale conseguenza è la divisione. L’uomo è diviso da Dio

“Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». 10 Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto».” (Genesi 3, 9-10) L’uomo è diviso in sé stesso e non sperimenta più la comunione delle sue forze con Dio e tra di loro: l’anima soffre, il sesso devia, i nervi si fissano, il corpo si sente “nudo” e la mente non può “conoscere” sapientemente. La Sacra Scrittura fa riferimento a questa realtà divisa con la parola “carne” mentre con la parola “corpo” più facilmente si riferisce alla realtà di comunione delle forze. L’uomo non è più corpo, ma diviene carne, non più forte di per sé, ma bisognoso di cure.

“Il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli e li vestì”. (Genesi, 3,21) “Sappiamo infatti che la legge è spirituale, mentre io sono di carne, venduto come schiavo del peccato. 15 Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto.” (Rm 7, 14)

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“gonfio di vano orgoglio nella sua mente carnale” (Col. 2,18)

“accecati nei loro pensieri, estranei alla vita di Dio a causa dell'ignoranza che è in loro, e per la durezza del loro cuore” (Ef. 4,18) “poiché se vivete secondo la carne, voi morirete” (Rom. 8,13) L’uomo è diviso dalla donna e la donna dall’uomo: le loro forze sono incapaci di ben amare. Infatti, fuori dalla comunione con Dio e con le loro forze non può esserci relazione tra loro. Alla domanda di Dio, Adamo accusa la moglie senza alcuna solidarietà con essa. Dio conferma che la loro sessualità non è più nell’amore: le loro relazioni saranno, d’ora in poi, sotto il dominio della forza istintiva della concupiscenza e della sete di potere; anche il frutto della loro relazione verrà al mondo nel “dolore”.

12 Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato». 16 Alla donna disse: «Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà». (Genesi 3, 12 e 16) L’uomo è diviso dai suoi simili. L’uomo, essendo fuori dal rispetto e scambio di rispetto con il Creatore, non sa rispettare i suoi simili. La storia e dell’uomo ed anche quella riportata nelle Sacre Scritture è un tessuto di divisioni, una sequela di guerre tra fratelli, tra uomini che non si comprendono più (Babele), tra ricchi e poveri, tra popoli e nazioni, etc. Ne soffrono tutte le forze fondamentali dell’uomo e spesso queste ferite sono espresse in modo visibile dai corpi.

8 Caino disse al fratello Abele: «Andiamo in campagna!». Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. (Genesi 4, 8)

5 Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. 6 Il Signore disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. 7 Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro». 8 Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. 9 Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra. (Genesi 11,1-9) Le forze dell’uomo sono anche incapaci di ben lavorare. L’uomo non sperimenta più l’armonia con l’universo. Dovrà mangiare il pane a forza di pene e con il sudore della fronte. Il suo corpo è destinato alla realtà di polvere da cui era stato tratto prima della comunione di spirito con Dio. 17 All'uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. 18 Spine e cardi produrrà per te e mangerai l'erba campestre. 19 Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra,

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perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!». (Genesi 3, 17-19)

Si apre per la Persona e per il corpo che la rappresenta, un futuro di “fissazione” nei condizionamenti che derivano da questa mancanza di comunione con Dio, un non-sviluppo della potenzialità della sua forza connessa con la forza dei nervi saldi, con una sessualità nell’amore e con un’anima nella Grazia e quindi …malattia e morte 3 Pietà di me, Signore: vengo meno; risanami, Signore: tremano le mie ossa. 4 L'anima mia è tutta sconvolta, ma tu, Signore, fino a quando...? 5 Volgiti, Signore, a liberarmi, salvami per la tua misericordia. 6 Nessuno tra i morti ti ricorda. Chi negli inferi canta le tue lodi? 7 Sono stremato dai lunghi lamenti, ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio, irroro di lacrime il mio letto. 8 I miei occhi si consumano nel dolore, invecchio fra tanti miei oppressori. (Salmo 6) Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? (Rm 7,24)

3. Il corpo dell’uomo redento dal corpo individuale di Cristo

Dio non ha creato l’uomo per lasciarlo morire, ma perché vivesse

Io non godo della morte di chi muore. Parola del Signore Dio. (Ez 18,32)

13 perché Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. 14 Egli infatti ha creato tutto per l'esistenza; le creature del mondo sono sane, in esse non c'è veleno di morte, né gli inferi regnano sulla terra, 15 perché la giustizia è immortale. (Sap. 1, 13-15)

Per questo Dio, già dal Paradiso terrestre ha assicurato all’uomo che avrebbe partecipato alla sua lotta contro il diavolo (che è più forte dell’uomo) attraverso una Donna radicata nell’Albero della Vita. Inoltre Dio promette all’uomo un nutrimento di cui mangiare, che gli avrebbe assicurato la vita per sempre.

15 Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». (Genesi 3, 15)

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Il Signore Dio disse allora: «Ecco l’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre!». (Gen. 3, 22)

Quindi anche se l’uomo è diviso da Dio, Dio continua ad essere vicino all’uomo e manda i profeti e attraverso di loro prepara l’uomo ad uscire dalla schiavitù della morte. Questa preparazione non è semplice ed appare evidente nell’impegno di Mosè che porta gli israeliti 40 anni nel deserto perché si convertano (in realtà la distanza fisica dall’Egitto ad Israele non richiede 40 anni di cammino). Questi 40 anni sono necessari per fargli compiere tutti i necessari passaggi di conversione, di liberazione. Questa conversione è però difficile per gente di dura cervice. Dio si mantiene fedele e continua a preparare la liberazione nonostante le difficoltà del suo popolo (il vitello d’oro, i dieci comandamenti). Ma la durezza dei cuori di questo popolo richiede ancora le regole di una legge (che in molti precetti si occupa proprio della purificazione della carne), rendendo la conversione ancora più difficile perchè la legge è morte, il peccato produce la morte, quindi la forza del peccato è la legge. Comunque la conversione va avanti attraverso persone che mettono Dio al primo posto, prima degli uomini e che continuano a sperare nella salvezza promessa da Dio. Vi riporto, come esempio per tutti, il martirio dei sette fratelli maccabei che sanno andare oltre la carne riponendo la speranza nella misericordia di Dio e nella resurrezione da Lui promessa

1 Ci fu anche il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re a forza di flagelli e nerbate a cibarsi di carni suine proibite. 2 Uno di essi, facendosi interprete di tutti, disse: “Che cosa cerchi di indagare o sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le patrie leggi”. 3 Allora il re irritato comandò di mettere al fuoco padelle e caldaie. 4 Diventate queste subito roventi, il re comandò di tagliare la lingua, di scorticare e tagliare le estremità a quello che era stato loro portavoce, sotto gli occhi degli altri fratelli e della madre. 5 Quando quegli fu mutilato di tutte le membra, comandò di accostarlo al fuoco e di arrostirlo mentre era ancora vivo. Mentre il fumo si spandeva largamente all’intorno della padella, gli altri si esortavano a vicenda con la loro madre a morire da forti, esclamando: 6 “Il Signore Dio ci vede dall’alto e in tutta verità ci dá conforto, precisamente come dichiarò Mosè nel canto della protesta: Egli si muoverà a compassione dei suoi servi”. 7 Venuto meno il primo, in egual modo traevano allo scherno il secondo e, strappatagli la pelle del capo con i capelli, gli domandavano: “Sei disposto a mangiare, prima che il tuo corpo venga straziato in ogni suo membro? ”. 8 Egli rispondendo nella lingua paterna protestava: “No”. Perciò anch’egli si ebbe gli stessi tormenti del primo. 9 Giunto all’ultimo respiro, disse: “Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re del mondo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna”. 10 Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani 11 e disse dignitosamente: “Da Dio ho queste membra e, per le sue leggi, le disprezzo, ma da lui spero di riaverle di nuovo”; 12 così lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza del giovinetto, che non teneva in nessun conto le torture. 13 Fatto morire anche costui, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. 14 Ridotto in fin di vita, egli diceva: “È bello morire a causa degli uomini, per attendere da Dio l’adempimento delle speranze di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te la risurrezione non sarà per la vita”. 15 Subito dopo, fu condotto avanti il quinto e fu torturato. 16 Ma egli, guardando il re, diceva: “Tu hai potere sugli uomini, e sebbene mortale, fai quanto ti piace; ma non credere che il nostro popolo sia stato abbandonato da Dio. 17 Quanto a te, aspetta e vedrai la grandezza della sua forza, come strazierà te e la tua discendenza”. 18 Dopo di lui presero il sesto; mentre stava per morire, egli disse: “Non illuderti stoltamente; noi soffriamo queste cose per causa nostra, perché abbiamo peccato contro il nostro Dio; perciò ci succedono cose che muovono a meraviglia. 19 Ma tu non credere di andare impunito dopo aver osato di combattere contro Dio”.

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20 La madre era soprattutto ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché vedendo morire sette figli in un sol giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore. 21 Esortava ciascuno di essi nella lingua paterna, piena di nobili sentimenti e, sostenendo la tenerezza femminile con un coraggio virile, diceva loro: 22 “Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato lo spirito e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi. 23 Senza dubbio il creatore del mondo, che ha plasmato all’origine l’uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo lo spirito e la vita, come voi ora per le sue leggi non vi curate di voi stessi”. 24 Antioco, credendosi disprezzato e sospettando che quella voce fosse di scherno, esortava il più giovane che era ancora vivo e non solo a parole, ma con giuramenti prometteva che l’avrebbe fatto ricco e molto felice se avesse abbandonato gli usi paterni, e che l’avrebbe fatto suo amico e gli avrebbe affidato cariche. 25 Ma poiché il giovinetto non badava affatto a queste parole il re, chiamata la madre, la esortava a farsi consigliera di salvezza per il ragazzo. 26 Dopo che il re la ebbe esortata a lungo, essa accettò di persuadere il figlio; 27 chinatasi verso di lui, beffandosi del crudele tiranno, disse nella lingua paterna: “Figlio, abbi pietà di me che ti ho portato in seno nove mesi, che ti ho allattato per tre anni, ti ho allevato, ti ho condotto a questa età e ti ho dato il nutrimento. 28 Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l’origine del genere umano. 29 Non temere questo carnefice ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia”. 30 Mentre essa finiva di parlare, il giovane disse: “Che aspettate? Non obbedisco al comando del re, ma ascolto il comando della legge che è stata data ai nostri padri per mezzo di Mosè. 31 Ma tu, che ti fai autore di tutte le sventure degli Ebrei, non sfuggirai alle mani di Dio. 32 Per i nostri peccati noi soffriamo. 33 Se per nostro castigo e correzione il Signore vivente si adira per breve tempo con noi, presto si volgerà di nuovo verso i suoi servi. 34 Ma tu, o sacrilego e di tutti gli uomini il più empio, non esaltarti invano, agitando segrete speranze, mentre alzi la mano contro i figli del Cielo; 35 perché non sei ancora al sicuro dal giudizio dell’onnipotente Dio che tutto vede. 36 Già ora i nostri fratelli, che hanno sopportato breve tormento, hanno conseguito da Dio l’eredità della vita eterna. Tu invece subirai per giudizio di Dio il giusto castigo della tua superbia. 37 Anche io, come già i miei fratelli, sacrifico il corpo e la vita per le patrie leggi, supplicando Dio che presto si mostri placato al suo popolo e che tu fra dure prove e flagelli debba confessare che egli solo è Dio; 38 con me invece e con i miei fratelli possa arrestarsi l’ira dell’Onnipotente, giustamente attirata su tutta la nostra stirpe”. 39 Il re, divenuto furibondo, si sfogò su costui più crudelmente che sugli altri, sentendosi invelenito dallo scherno. 40 Così anche costui passò all’altra vita puro, confidando pienamente nel Signore. 41 Ultima dopo i figli, anche la madre incontrò la morte. (Maccabei 7)

Perché la storia della salvezza vada avanti c’è bisogno di una purificazione, di generazione in generazione, operata da veri credenti, persone con l’anima in Dio, fino alla terra promessa che è la persona completamente convertita come la Madonna. E’ Cristo la vera terra promessa, è il bambino la terra promessa. Difatti, finchè non c’è questa donna, nuova Eva, nell’albero della Vita, con tutte le forze dell’anima, del sesso, dei nervi, del corpo e della mente a posto, Cristo non è nato, e non c’è pace, non c’è libertà, non c’è identità, non c’è sessualità nell’amore, non c’è vita, ma c’è morte. Quante difficoltà e quanto tempo è stato necessario agli uomini per uscire fuori dai grandi condizionamenti delle schiavitù dei loro tempi, rafforzati dalla legge! Ma finalmente la comunione di Maria con Dio e con le forze dell’Albero della Vita (la pienezza del tempo è la pienezza della vita nell’amore di Dio) permettono a Dio di “Incarnarsi”, cioè di prendere la nostra carne nella sua realtà di divisione da Dio e dall’albero della Vita.

Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, 5 per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli. (Gal. 4,4-5)

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E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv. 1,14)

Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, 4 perché la giustizia della legge si adempisse in noi. (Rm. 8,3-4)

Cristo è la pienezza e centralità della vita. E’ l’unico che può aprire il libro della Vita. A differenza di Adamo, mantiene la Sua Persona in Dio in mezzo a tutte le riduzioni del non-amore che incontra tra gli uomini, in tutte le culture, in tutti i tempi. Non va dietro alla Madonna e tanto meno agli scribi e farisei, né ai sacerdoti né agli anziani. Non soltanto si mantiene con gli uomini, ma fa “saltare fuori” tutti i diavoli, tutte le menzogne, guarisce tutte le malattie. La modalità di Cristo supera quella di tutti gli altri uomini, di tutti i profeti, perché è una modalità di grande rispetto, di non giudizio, di umiltà, di cuore, di partecipazione. Lui comprende tutta la storia e tutte le storie personali. Sa perché una persona è sofferente, e prega spesso il Padre perché scompaiano questi mali, che Lui vede. Sa bene che l’origine di tutti i mali sono nei condizionamenti che vengono da secoli e secoli e vede nei condizionamenti il diavolo. La Sua è principalmente una lotta per far fronte al diavolo. Anche se tutti i diavoli gli vanno addosso (gli scribi, i farisei, i sacerdoti, i romani, …), non cede, prega per gli uomini perché non sanno quello che fanno, fa fuori il diavolo che produce la morte, fa fuori la morte e risorge. Questa è la grandiosità di Cristo!

Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. (Gv. 3,17)

10 Una volta stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato. 11 C'era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. 12 Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei libera dalla tua infermità», 13 e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio…. 16 E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciott'anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?». (Lc. 13, ..)

Egli si sottopone con la Sua carne alla potenza della morte, ma una volta per tutte. Con la Sua morte vince la “maledizione” della carne, cioè la divisione delle forze della vita da Dio. Le potenze che si erano infilate tra Dio e l’Albero della Vita dell’uomo, sono spogliate, con la morte e resurrezione di Gesù, del loro potere. Il corpo dell’uomo, che rappresenta l’unità delle forze della vita della Persona, viene liberato dal potere del diavolo, che lo aveva ridotto a un corpo di carne, attraverso il corpo di Cristo.

20 Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. 21 Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; 22 e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. (1 Cor. 15, 20-22)

31 Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32 Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me». 33 Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire.(Gv. 12,31)

sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. 10 Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio. 11 Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù. (Rm. 6, 9-11)

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ora egli vi ha riconciliati per mezzo della morte del suo corpo di carne, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili al suo cospetto (Col. 1,22)

4. Tutti membra di un solo corpo, il corpo di Cristo: essere Chiesa

La forza del corpo di Cristo non si limita a darci la possibilità di tornare all’Albero della Vita e quindi all’unità delle nostre forze di Vita nel nostro corpo personale. La forza del corpo di Cristo ci apre la possibilità di essere addirittura “incorporati” a Cristo, cioè di partecipare al Suo Corpo, che presuppone una più ampia unità. La comunione sacramentale con il corpo di Cristo (incarnazione, croce, resurrezione, eucaristia) ci fa partecipare come membra del suo corpo. La portata universale della sua vita e della sua passione redentrice non fa solo sì che ritorni l’unità nei corpi individuali, ma che addirittura non ci sia più che un “solo” corpo, il corpo di Cristo. In esso ogni cristiano mantiene la sua identità personale e particolare in vista del bene dell’insieme

il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? 17 Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane. (1Cor 10, 16-17)

Le persone che ritrovano l’Albero della Vita in Cristo e tornano quindi ad essere Persone in Dio, possono formare la Chiesa. La Chiesa nella sua vera pienezza è quindi il corpo di Cristo costituito dalle membra “pane vivo” dei corpi (Persone) ritornati alla Vita. Qualunque sia la nostra condizione di divisione, possiamo essere tutti riconciliati per divenire un solo popolo, un solo uomo nuovo, di cui Cristo stesso assicura l’unità

Nessuno v'impedisca di conseguire il premio, compiacendosi in pratiche di poco conto e nella venerazione degli angeli, seguendo le proprie pretese visioni, gonfio di vano orgoglio nella sua mente carnale, 19 senza essere stretto invece al capo, dal quale tutto il corpo riceve sostentamento e coesione per mezzo di giunture e legami, realizzando così la crescita secondo il volere di Dio (Col. 2,19)

14 Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, 15 annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, 16 e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia. (Ef.2, 14-16)

5. Il corpo glorioso

Realmente innestati in Cristo, divenuti membra del suo corpo e templi dello Spirito Santo, anche i nostri corpi sono chiamati ad entrare in quella pienezza di gloria che Cristo ci ha mostrato anche attraverso il

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Suo corpo dopo la Resurrezione. Nelle sue apparizioni il corpo di Cristo è ben reale, ma non è più soggetto alle condizioni d’esistenza della “carne” antecedenti la passione (per esempio passa attraverso le porte). E’ un corpo spirituale, un “corpo di gloria”, di cui alcuni apostoli avevano avuto un anticipo nella Trasfigurazione. Il corpo di Cristo, distrutto nella carne e poi ricostruito nell’unità di tutte le forze in tre giorni, sostituisce l’antico tempio ed è segno della presenza di Dio tra gli uomini.

Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». 40 Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41 Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42 Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43 egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. (Lc. 24, 39-42)

Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29 E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30 Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31 apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. 32 Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. (Lc. 9, 28-32)

Gesù è in persona resurrezione e vita. Contrariamente alle concezioni greche in cui l’anima umana, liberata dai legami del corpo va sola verso l’immortalità, i cristiani sanno che non può che esserci, in Cristo, una restaurazione integrale della persona in tutte le sue forze fondamentali. All’appello del figlio dell’uomo, nell’Apocalisse, i morti risorgeranno. Coloro i quali sono passati per la grande tribolazione ed hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’agnello risorgeranno per la vita eterna, gli altri per la condanna.

13 Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine. 14 Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all'albero della vita e potranno entrare per le porte nella città. (ap. 22, 13-14)

Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: 29 quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. (Gv. 5,28-29)

Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; 43 si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; 44 si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale…. 51 Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati… 53 È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità. 54 Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata ingoiata per la vittoria. (1 Cor. 15, 42-44 e 51 e 53-54)

Il Signore Gesù Cristo, 21 il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose. (Fil. 3,21)

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6. Risvegliare nella nostra “carne mortale” la dignità completa del “corpo glorioso” anticipatamente sulla terra, attraverso Cristo

Una fede cristiana staccata dalla vita spesso presenta la completezza di queste verità contenute nelle Sacre Scritture come se fossero indipendenti dalla Persona stessa. L’inganno è per opera del diavolo, la salvezza è per opera di Cristo. La Madonna è stata “scelta” quando ha voluto Dio (non si comprende bene perché proprio lei!). La Chiesa si forma perché viene incaricato Pietro. Alleluia! Siamo tutti salvi! Ci resta da soffrire ancora un poco qui sulla terra (perché comunque siamo sempre soggetti al peccato originale!), ma se “sopportiamo” questa croce senza lamentarci troppo, alla nostra morte risorgeremo tutti. Senza avere alcuna esperienza di resurrezione qui sulla terra, qualche dubbio ci resta, ma il buon cristiano lo supera con una fede staccata dalla vita, con una preghiera che copre le sue sofferenze, con l’assiduità ai Sacramenti, con una lode a un Dio di cui non ha però vera esperienza.

Ma grazie a Dio, Cristo non si sostituisce a noi e le sofferenze del corpo ci chiamano ad uscire da ogni inganno! Solo il corpo del cristiano che partecipa a Cristo, che prese un corpo di carne, con la sua incarnazione, morte e resurrezione, sperimenta una vittoria continua sui condizionamenti del passato che lo dividono da Dio e riducono le sue forze di Vita. Solo attraverso una vera esperienza di Cristo nella vita concreta, i nostri corpi di carne possono trasfigurarsi in corpi capaci di collegare in unità tutte le forze della vita attraverso lo Spirito. E tutto questo avviene già qui sulla terra.

Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. 10 E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. 11 E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. 12 Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne; 13 poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l'aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete. (Rm. 8, 9-13)

Al di là di ciò che ci arriva dalla spiritualità non incarnata, la partecipazione della Persona è fortemente richiesta. Perché l’uomo non sia più un semplice mortale in virtù di Cristo, è necessario che muoia continuamente all’uomo vecchio perché l’immagine dell’uomo nuovo progredisca, di gloria in gloria, per arrivare all’immagine unica che è Cristo

Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, passione, malizia, maldicenze e parole oscene dalla vostra bocca. 9 Non mentitevi gli uni gli altri. Vi siete infatti spogliati dell'uomo vecchio con le sue azioni 10 e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suo Creatore. 11 Qui non c'è più Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro o Scita, schiavo o libero, ma Cristo è tutto in tutti. (Col 3, 8-11)

ma quando ci sarà la conversione al Signore, quel velo sarà tolto. 17 Il Signore è lo Spirito e dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà. 18 E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore. (2Cor. 3, 16-18)

E’ quindi necessario un profondo e continuo cammino di conversione per arrivare a “vivere in Cristo”, entrando nella propria storia personale, avendo luce sulla presenza “fissata” del diavolo nei nostri condizionamenti derivanti dal non-amore, partecipando con la nostra croce alla Sua Croce per risorgere insieme a Lui.

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Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: 3 «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. 4 Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. (Mt. 18, 2-4)

Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? 32 Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. 33 Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. (Mt. 6, 31-33)

Il cammino personale è un cammino nella luce

Per questo sta scritto: «Svègliati, o tu che dormi, déstati dai morti e Cristo ti illuminerà». (Ef. 5,14)

Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che ora vi annunziamo: Dio è luce e in lui non ci sono tenebre. 6 Se diciamo che siamo in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità. 7 Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. (1 Gv 1,5-7)

E’ un cammino di fede, preghiera e digiuno dai propri condizionamenti (ben incarnati nella vita!) che si esprimono nell’attaccamento alla legge, al potere e alla concupiscenza della carne

Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza. (Giac 5,12)

E Gesù gli parlò minacciosamente, e il demonio uscì da lui e da quel momento il ragazzo fu guarito. 19 Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, gli chiesero: «Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?». 20 Ed egli rispose: «Per la vostra poca fede. In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile. 21 Questa razza di demòni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno». (Mt. 17,18-21)

Che diremo dunque? Che la legge è peccato? No certamente! Però io non ho conosciuto il peccato se non per la legge, né avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Non desiderare. (Rm. 7, 7)

E’ un cammino di forza, di non compromesso, di non integrazione

Soprattutto, fratelli miei, non giurate, né per il cielo, né per la terra, né per qualsiasi altra cosa; ma il vostro «sì» sia sì, e il vostro «no» no, per non incorrere nella condanna.(Giac. 5, 12)

E’ un cammino nel sacramento dell’alleanza con Cristo, nell’incarnazione, croce e resurrezione e non solo nei “ segni” sacramentali

Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane 24 e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». 25 Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il

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calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». (1 Cor. 11, 23-25)

E’ un cammino che porta ad un’esperienza concreta di vita in cui ognuno realmente sperimenta la forza dell’anima sempre più collegata a Dio, la sessualità sempre più nell’amore, i nervi sempre più saldi, il corpo sempre più sano, la mente sempre più sapiente. Ce lo dimostra Gesù che ha sempre collaborato con il movimento verso la vita delle persone e con il suo intervento di guarigione su tutte le forze dell’Albero della Vita, ha dimostrato che la forza divina che vince sulla malattia e sulla morte è fin d’ora in azione sulla terra.

17 Avendo udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori».(Mc. 2,17)

Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. 32 Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! 33 Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito. (Ef. 5, 31-33)

E’ un cammino nella testimonianza e nella carità

Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. 16 Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. 17 E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, 18 prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». (Mar. 16. 15-18)

Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. 10 Chi ama suo fratello, dimora nella luce e non v'è in lui occasione di inciampo. (1Gv 2,9-10)

Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. 2 Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. (Rm. 12, 1-2)

E’ un cammino che anticipa la resurrezione, com’è accaduto alla figlia di Giairo, al figlio della vedova di Nain, all’amico Lazzaro, fino alla gloria piena di Dio in tutti

14 Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15 e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!». 16 Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!»…. Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». 24 Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell'ultimo giorno». 25 Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26 chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». 27 Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo»… Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni». 40 Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?»…. 43 E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44 Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».(Gv. 11,…)

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28 E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti. (1 Cor. 15, 28)

7. Un esempio: il corpo glorioso di Stefano

1 In quei giorni, mentre aumentava il numero dei discepoli, sorse un malcontento fra gli ellenisti verso gli Ebrei, perché venivano trascurate le loro vedove nella distribuzione quotidiana. 2 Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense. 3 Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest'incarico. 4 Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola». 5 Piacque questa proposta a tutto il gruppo ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenàs e Nicola, un proselito di Antiochia. 6 Li presentarono quindi agli apostoli i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani. 7 Intanto la parola di Dio si diffondeva e si moltiplicava grandemente il numero dei discepoli a Gerusalemme; anche un gran numero di sacerdoti aderiva alla fede. 8 Stefano intanto, pieno di grazia e di fortezza, faceva grandi prodigi e miracoli tra il popolo. 9 Sorsero allora alcuni della sinagoga detta dei «liberti» comprendente anche i Cirenei, gli Alessandrini e altri della Cilicia e dell'Asia, a disputare con Stefano, 10 ma non riuscivano a resistere alla sapienza ispirata con cui egli parlava. 11 Perciò sobillarono alcuni che dissero: «Lo abbiamo udito pronunziare espressioni blasfeme contro Mosè e contro Dio». 12 E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo trascinarono davanti al sinedrio. 13 Presentarono quindi dei falsi testimoni, che dissero: «Costui non cessa di proferire parole contro questo luogo sacro e contro la legge. 14 Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazareno distruggerà questo luogo e sovvertirà i costumi tramandatici da Mosè». 15 E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo.(Atti 6, …)

…51 O gente testarda e pagana nel cuore e nelle orecchie, voi sempre opponete resistenza allo Spirito Santo; come i vostri padri, così anche voi. 52 Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete divenuti traditori e uccisori; 53 voi che avete ricevuto la legge per mano degli angeli e non l'avete osservata». 54 All'udire queste cose, fremevano in cuor loro e digrignavano i denti contro di lui. 55 Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra 56 e disse: «Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio». 57 Proruppero allora in grida altissime turandosi gli orecchi; poi si scagliarono tutti insieme contro di lui, 58 lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero il loro mantello ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. 59 E così lapidavano Stefano mentre pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». 60 Poi piegò le ginocchia e gridò forte: «Signore, non imputar loro questo peccato». Detto questo, morì. (Atti 7, …)

19 Intanto quelli che erano stati dispersi dopo la persecuzione scoppiata al tempo di Stefano, erano arrivati fin nella Fenicia, a Cipro e ad Antiochia e non predicavano la parola a nessuno fuorché ai Giudei. 20 Ma alcuni fra loro, cittadini di Cipro e di Cirène, giunti ad Antiochia, cominciarono a parlare anche ai Greci, predicando la buona novella del Signore Gesù. 21 E la mano del Signore era con loro e così un gran numero credette e si convertì al Signore. 22 La notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, la quale mandò Barnaba ad Antiochia. 23 Quando questi giunse e vide la grazia del Signore, si rallegrò e, 24 da uomo virtuoso qual era e pieno

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di Spirito Santo e di fede, esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore. E una folla considerevole fu condotta al Signore. (Atti 11, …)

12 Un certo Anania, un devoto osservante della legge e in buona reputazione presso tutti i Giudei colà residenti, 13 venne da me, mi si accostò e disse: Saulo, fratello, torna a vedere! E in quell'istante io guardai verso di lui e riebbi la vista. 14 Egli soggiunse: Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, 15 perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. 16 E ora perché aspetti? Alzati, ricevi il battesimo e lavati dai tuoi peccati, invocando il suo nome. 17 Dopo il mio ritorno a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio, fui rapito in estasi 18 e vidi Lui che mi diceva: Affrettati ed esci presto da Gerusalemme, perché non accetteranno la tua testimonianza su di me. 19 E io dissi: Signore, essi sanno che facevo imprigionare e percuotere nella sinagoga quelli che credevano in te; 20 quando si versava il sangue di Stefano, tuo testimone, anch'io ero presente e approvavo e custodivo i vestiti di quelli che lo uccidevano. 21 Allora mi disse: Va', perché io ti manderò lontano, tra i pagani». (Atti 22,…)

8. La necessità di una cultura che permetta all’uomo di oggi di incontrare Cristo

La forza del corpo degli uomini di oggi non è quella di un corpo glorioso. Lo vediamo nella realtà dei 30.000 bambini che muoiono di fame ogni giorno nel sud del mondo. Anche nell’occidente opulente gli uomini sono talmente lontani dalla grande dignità del loro corpo che non lo rispettano fin dal primo formarsi (aborto), nelle sue necessità di sviluppo naturale (pensiamo al modo in cui sono stressati i bambini), nell’alimentazione (anoressia, bulimia, obesità), nelle violenze a cui è sottoposto dalla dipendenza di sostanze (alcol, fumo, droga,…), nei comportamenti sessuali deviati, nelle malattie (tumori, malattie cardiovascolari, malattie infettive) e nel conseguente abuso dei farmaci, negli interventi chirurgici a scopo estetico, nel suicidio, nell’eutanasia, …

Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». (Lc. 18,8)

Non manca Cristo, ma manca all’uomo l’esperienza di Cristo. Né la fede staccata dalla vita, né la scienza fissata sul materialismo possono aiutare l’uomo ad incontrare Cristo. E’ necessario ed urgente per gli uomini incontrare una cultura di vita rispettosa di Dio e della Vita che sappia, senza ideali o schemi, condurli a Cristo a partire dalla loro realtà

1. Partire dalla loro storia personale e dalla propria realtà tormentata dal non-amore 2. Prendere coscienza della realtà inconscia dell’“io potenziale” (Albero della Vita personale)

che non è messa in evidenza né dalla scienza né dalla fede (la visione dell’inconscio di Freud prevede “l’istinto di morte” e la visione religiosa parte dal “peccato originale”)

3. Avere chiaro l’ordine e le connessioni delle “sei forze” fondamentali della vita e che il 90% di esse è inconscio

4. Avere luce sulle ferite prodotte dal non-amore che rimangono fissate come condizionamenti negativi e che tipo di connessioni avvengono tra i condizionamenti

5. Avere luce sui condizionamenti negativi ed in particolare che il 90% di loro risiedono nell’inconscio (specie sulle forze dell’anima, dell’amore e del sesso) e che tali condizionamenti prodotti dal non amore sono “fissati” da una forza negativa (che non è di Dio e non è dell’uomo) che la storia e la Sacra Scrittura chiamano “diavolo”;

6. Riconoscere che solo l’Amore di Dio può vincere tali negatività del non-amore e per questo Dio si fa uomo-Dio che va in Croce per sconfiggere ogni nostro diavolo;

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7. Comprendere che Chi ama non si sostituisce e quindi Cristo chiede la mia partecipazione di incarnazione, croce, resurrezione e eucarestia;

8. Contare sulla collaborazione (senza sostituzione) di persone mature nella fede e nella vita (promotore di sviluppo di vita e missione o sacerdote) per essere aiutati a percepire la propria croce

9. Avere l’esperienza della “conversione” e della forza (come quella della Madonna), per cui il diavolo, incontrando in me l’uomo-Dio, non può più intaccarmi e anch’io discepolo di Cristo posso scacciare ogni diavolo e guarire ogni malattia.

10. Essere testimoni, “pane vivo”, come gli apostoli Questa cultura è necessaria ma non c’è mai stata. Oggi per tutti noi è ricchezza di vita. Ringraziando Dio e la Santa Vergine, P. Angelo non ha mai accettato di perdere le sue energie personali. Non si è mai integrato. Si è convertito a Cristo perché non s’integrava nella Madonna, nella cultura del proprio tempo, nei sacerdoti o negli anziani. Ha preso la sua croce, ha collaborato con la Croce di Cristo. Ha sempre incontrato mille condizionamenti o diavoli di una psicoanalisi senza anima e senza Dio, e di una fede integrata e incapace di vedere le ferite diaboliche dell’inconscio. Ha voluto partecipare alla sofferenza delle persone che, senza Cristo, restano indifferenti, ignoranti, senza luce, senza fede, senza amore. Non gli è parso possibile che le persone non sappiano la meraviglia delle forze che sono nella vita, che le riducano a tal punto, che nascono, muoiono e non sappiano neanche perché, e, “come mosche nell’acqua zuccherata”, s’integrino sempre, in tutti i diavoli e nelle falsità di tutti i generi, del sesso senza amore, delle famiglie, del lavoro, dell’università. P. Angelo ha cercato qualcosa di vero che potesse aiutare le persone di oggi ad uscire da tanto inganno, senza dipendere dalle persone, dal fatto che potessero capire o non capire, che si rendessero conto o no. Ha cercato qualcosa per la gente, per coloro che soffrono, senza sostituirsi alle persone. In questo modo ha mantenuto le sue forze in Dio, ha colto nello Spirito la necessita di questa nuova cultura di vita e attraverso di essa continuamente aiuta gli omini di oggi, in ogni parte del mondo, ad incontrare Cristo e quindi a risorgere, scacciando i demoni e guarendo ogni malattia, come vero discepolo di Cristo. Noi questa cultura l’abbiamo incontrata. In questo siamo dei privilegiati. Ora sta a noi essere seri. Rimanere su ciò che è vero e arrivare a tutte le forze del nostro essere, porle nell’Essere di Dio Amore e amare il prossimo come Dio, facendo propagare questa nuova e necessaria cultura di vita.

Caterina Casarano