Il carcere di San Sebastiano saluta la città prima della chiusura

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cultnews Cerca nel sito Presentato a Sassari il progetto culturale dell'associazione Festina Lente Il carcere di San Sebastiano saluta la città prima della chiusura “Ricordiamoci sempre il fine ultimo dell'istituzione penitenziaria e costruiamo dentro e intorno iniziative come quelle di oggi. Un progetto che, sono sicura, entusiasmerà le detenute e, mi auguro, sortirà un riscontro positivo altrettanto entusiasta da parte della cittadinanza”. Così Teresa Mascolo, direttore del carcere San Sebastiano, ha introdotto la conferenza stampa, lo scorso 27 maggio, all'interno dello stesso penitenziario. “1871 – 2011 San Sebastiano saluta Sassari” è il titolo del progetto culturale presentato dall'associazione Festina Lente, la prima di una serie di iniziative tendenti ad una maggiore integrazione sociale fra popolazione carceraria, enti istituzionali e cittadinanza. L'iniziativa, patrocinata dal Comune di Sassari, rappresentato nelll'incontro dal sindaco Gianfranco Ganau, prende spunto dalla vicina chiusura dell'istituto di pena cittadino e dal conseguente trasferimento presso la nuova struttura di Bancali. L'idea del progetto, voluto da Cecilia Sechi, fondatrice e presidente di Festina Lente, già assessore alle Politiche sociali nella prima giunta Ganau, ha incontrato naturalmente i favori dell'amministrazione comunale. Sia il primo cittadino che l'assessore alle Culture Dolores Lai, hanno incoraggiato l'articolato programma, sostenuto economicamente anche da sponsor di caratura nazionale (Marazzi Group Ceramiche). Fra i promotori partecipano anche La Nuova Sardegna, il direttore Paolo Catella ha offerto la disponibilità dell’archivio di redazione, e l’Archivio Storico Comunale con il responsabile Paolo Cau, stimolato per una iniziativa inedita. L’intento unanime è coinvolgere direttamente le detenute del carcere (sono quindici le donne interessate) con il supporto della direzione penitenziaria e degli educatori che vi lavorano, in una serie di attività volte a lasciare un ricordo alla città. Articolata in tre fasi distinte, l'iniziativa parte con il contributo dei cittadini. Che saranno invitati ad inviare alla direzione del carcere, entro il 30 giugno, immagini della città: luoghi, persone, eventi e documenti riferiti a questo secolo, con una attenzione preferenziale al quartiere che ha ospitato il penitenziario. Saranno le detenute coinvolte nel progetto a catalogare ed archiviare il materiale pervenuto, supportate dalle operatrici dell’area trattamentale che insieme agli educatori forniranno assistenza e formazione. Le stesse donne recluse, formeranno una giuria che selezionerà le tre foto piu’ belle che successivamente saranno premiate con una apposita cerimonia. Durante la fase di archiviazione inoltre il liceo artistico “Filippo Figari” offrirà alle detenute idonee alle attività esterne, la fruizione dei propri laboratori didattici. La direzione del carcere sassarese sottoporrà successivamente il progetto agli uffici ministeriali del D.A.P. per valutare la possibilità di alcune borse lavoro legate a questa iniziativa. La pubblicazione di un volume dedicato e l’allestimento di una mostra dedicata, chiuderanno l’iniziativa che alimenta più di un buon auspicio. A prescindere dalla bontà indiscussa di un’attività di reinserimento sociale, peraltro a favore dell’universo femminile, il tentativo di aggregare maggiormente la popolazione carceraria alla comunità cittadina è stato l’aspetto maggiormente evidenziato durante la presentazione. Sollecitato da un giornalista della carta stampata, il sindaco si è cautamente espresso circa il futuro utillzzo della struttura carceraria, una volta che ne sarà dismessa la funzione istituzionale. La disponibilità di una parte dei locali per lo sviluppo delle attività amministrative dell’attiguo tribunale sembrerebbe un uso ragionevole oltre che necessario. Anche la l’eredità storica e culturale che San Sebastiano ricopre nel patrimonio civico della città potrebbe ispirare un progetto museale di ampio respiro. Proprio nel segno di un rapporto piustretto fra cittadini e istituzioni, su queste scelte assicura Ganau, saranno raccolte tutte le le proposte che potranno all’occorrenza, formulare un vero e proprio concorso di idee. Per ora è bene pensare ancora a coloro che vi abitano nel carcere e non aspettano altro se non il commiato definitivo. Luigi Coppola (30 maggio 2011) nelle foto di Luigi Coppola due momenti della presentazione del progetto Apri le previsioni meteo per la tua l Il carcere di San Sebastiano saluta la città prima della chiusura http://www.cultnews.it/il_carcere_di_san_sebastiano_saluta_la_citta_p... 1 of 1 06/06/2012 12:58

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Presentato a Sassari il progetto culturale dell'associazione Festina Lente

Il carcere di San Sebastianosaluta la città prima della chiusura

“Ricordiamoci sempre il fine ultimo dell'istituzione penitenziaria e costruiamodentro e intorno iniziative come quelle di oggi. Un progetto che, sono sicura,entusiasmerà le detenute e, mi auguro, sortirà un riscontro positivo altrettantoentusiasta da parte della cittadinanza”. Così Teresa Mascolo, direttore delcarcere San Sebastiano, ha introdotto la conferenza stampa, lo scorso 27maggio, all'interno dello stesso penitenziario.

“1871 – 2011 San Sebastiano saluta Sassari” è il titolo del progetto culturalepresentato dall'associazione Festina Lente, la prima di una serie di iniziativetendenti ad una maggiore integrazione sociale fra popolazione carceraria, entiistituzionali e cittadinanza.

L'iniziativa, patrocinata dal Comune di Sassari, rappresentato nelll'incontro dalsindaco Gianfranco Ganau, prende spunto dalla vicina chiusura dell'istituto dipena cittadino e dal conseguente trasferimento presso la nuova struttura di

Bancali. L'idea del progetto, voluto da Cecilia Sechi, fondatrice e presidente di Festina Lente, già assessore alle Politiche sociali nellaprima giunta Ganau, ha incontrato naturalmente i favori dell'amministrazione comunale. Sia il primo cittadino che l'assessore alle CultureDolores Lai, hanno incoraggiato l'articolato programma, sostenuto economicamente anche da sponsor di caratura nazionale (MarazziGroup Ceramiche).

Fra i promotori partecipano anche La Nuova Sardegna, il direttore Paolo Catella ha offerto la disponibilità dell’archivio di redazione, el’Archivio Storico Comunale con il responsabile Paolo Cau, stimolato per una iniziativa inedita. L’intento unanime è coinvolgeredirettamente le detenute del carcere (sono quindici le donne interessate) con il supporto della direzione penitenziaria e degli educatoriche vi lavorano, in una serie di attività volte a lasciare un ricordo alla città. Articolata in tre fasi distinte, l'iniziativa parte con il contributodei cittadini. Che saranno invitati ad inviare alla direzione del carcere, entro il 30 giugno, immagini della città: luoghi, persone, eventi edocumenti riferiti a questo secolo, con una attenzione preferenziale al quartiere che ha ospitato il penitenziario.

Saranno le detenute coinvolte nel progetto a catalogare ed archiviare ilmateriale pervenuto, supportate dalle operatrici dell’area trattamentaleche insieme agli educatori forniranno assistenza e formazione. Le stessedonne recluse, formeranno una giuria che selezionerà le tre foto piu’ belleche successivamente saranno premiate con una apposita cerimonia.Durante la fase di archiviazione inoltre il liceo artistico “Filippo Figari”offrirà alle detenute idonee alle attività esterne, la fruizione dei proprilaboratori didattici.

La direzione del carcere sassarese sottoporrà successivamente il progettoagli uffici ministeriali del D.A.P. per valutare la possibilità di alcune borselavoro legate a questa iniziativa. La pubblicazione di un volume dedicato el’allestimento di una mostra dedicata, chiuderanno l’iniziativa che alimentapiù di un buon auspicio. A prescindere dalla bontà indiscussa di un’attivitàdi reinserimento sociale, peraltro a favore dell’universo femminile, iltentativo di aggregare maggiormente la popolazione carceraria allacomunità cittadina è stato l’aspetto maggiormente evidenziato durante la presentazione.

Sollecitato da un giornalista della carta stampata, il sindaco si è cautamente espresso circa il futuro utillzzo della struttura carceraria, unavolta che ne sarà dismessa la funzione istituzionale. La disponibilità di una parte dei locali per lo sviluppo delle attività amministrativedell’attiguo tribunale sembrerebbe un uso ragionevole oltre che necessario. Anche la l’eredità storica e culturale che San Sebastianoricopre nel patrimonio civico della città potrebbe ispirare un progetto museale di ampio respiro. Proprio nel segno di un rapporto piu’stretto fra cittadini e istituzioni, su queste scelte assicura Ganau, saranno raccolte tutte le le proposte che potranno all’occorrenza,formulare un vero e proprio concorso di idee. Per ora è bene pensare ancora a coloro che vi abitano nel carcere e non aspettano altro senon il commiato definitivo.

Luigi Coppola

(30 maggio 2011)

nelle foto di Luigi Coppola due momenti della presentazione del progetto

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