Il Canzoniere N°5

16

description

 

Transcript of Il Canzoniere N°5

Page 1: Il Canzoniere N°5
Page 2: Il Canzoniere N°5

INDICEEDITORIALE, 2

SCUOLA NOSTRA, 2ATTUALITÀ SPOTTED, 6

COS'È L'EXPO, 7QUALI CIBI NUTRONO IL

PIANETA?, 8GOOD EXPO, BAD EXPO, 8GLI APPALTI TRUCCATI, 9

PAGINA INTERCULTURALE, 10RECENSIONI, 11

REGOLE, 11QUIZ, 12

RACCONTI BREVI, 13

Page 3: Il Canzoniere N°5

SCUOLA NOSTRAVIDONI VS STERAChe i professori siano esseri umani come tutti gli altri, fastti di carne ed ossa, con esperienze, sogni, desideri e passioni è cosa evidente a tutti, forse. Allora noi della re-dazione ci siamo chiesti:" Perchè non andare a scorprire qualcosa in più su queste incredibili creature?", e l'abbia-mo fatto. Siamo partiti da due dei professori della mate-ria più amata dagli studenti, a voi vedere cosa n'è venuto fuori...

Prof. VIDONIQUALE LICEO HA FREQUENTATO E DOVE? Ho finito al tecnico commerciale di Trieste.

QUALE ERA IL SUO ANDAMENTO SCOLASTICO? Nella norma, però quand’ero al Dante avevo 9 in italiano. QUALI SONO STATI I SUOI STUDI DOPO IL LI-CEO? Ho studiato all’ISEF a Perugia, uscendo con 110 e lode. CHE COSA L’HA PORTATA AD INSEGNARE E COSA PENSA BISOGNEREBBE CAMBIARE A RI-GUARDO? Mi ha portato ad insegnare l’aver avuto un professore fantastico di educazione fisica, il prof. Adriano Pavica, che poi è stato mio collega quando sono diventato insegnan-

te. Credo che ci siano molte cose da cambiare a riguardo, bisognerebbe essere più aperti verso i ragazzi e bisogne-rebbe darvi più responsabilità, una cosa che è stata possi-bile quando, dal 2005 al 2010, ho insegnato al collegio del Regno Unito. Credo che stata possibile perché lì i ragazzi possono scegliersi le materie e quindi sono più motivati.

DA QUANTI ANNI INSEGNA E CHE CAMBIAMEN-TI HA VISTO NEI RAGAZZI?Insegno dal 1987, quindi 28 anni. Trovo che i ragaz-zi oggi siano meno disposti a mettersi in discussio-ne, a provare, sono più curiosi, ma meno respon-sabili, non accettano di aver sbagliato, è sempre colpa di qualcun altro, questo credo sia cambiato, i ra-gazzi di oggi accettano meno di mettersi in discussio-ne.

QUAL È IL PIŬ BEL VIAGGIO CHE ABBIA MAI FAT-TO? Il viaggio più bello che abbia mai fatto è stato alle Isole Tremiti, nel 1976, a 17 anni, io ed un mio amico, in campeggio. Avevamo deciso di andarci quando, tornando da una gara, avevamo visto sulla cartina dell’Italia questi “due puntini” e abbiamo deciso che saremmo andati lì. Ricordo che non c’era assolutamente nulla, che era tutto deserto. Conservo ancora il piatto che usavamo in cam-peggio.

2

Un po' in ritardo ma eccoci qui con il quinto numero del Canzoniere dove potrete leggere vari articoli riguardan-ti l'EXPO2015, uno dei più importanti eventi mondiali dell'anno che si terrà a Milano dal 1 maggio al 31 ottobre.Il torneo per sezioni del Petrarca va avanti ma siamo agli sgoccioli e la situazione non è per niente decisa, con le se-zioni B, G ed E che si contendono il primo posto della clas-

sifica in attesa delle prossime ed ultimissime sfide. I giochi sono ancora apertissimi. In questo numero intruduciamo le prime vignette! Ricordo a tutti gli aspiranti vignettisti, dichiarati o no, che alla nostra mail potete mandarci tutti i vostri lavori che volete veder pubblicati sul Canzoniere e non esitate a contattarci (o a cercarci per i corridoi).Lorenzo Gallo

EDITORIALE

-Lo Stabilimento, spettacolo sulla Risiera di S. Sabba, in scena il 26 aprile alle 20.00 presso la Risiera di San Sabba-Parenti Serpenti, commedia in due atti, in scena il 28 o il 29 aprile al Palio degli Asinelli presso la Sala Tripcovich dalle 17.00 in poi-Fedra e Ippolito, tragedia greca, in scena la sera dei 10 o dell'11 maggio presso il Teatro Verdi di Muggia-Coralmente, esibizione dei cori delle scuole di Trieste a metà aprile presso il Politeama Rossetti.Per maggiori o più dettagliate informazioni, chiunque sia interessato può rivolgersi ai referenti dei vari gruppi. In ogni caso a breve saranno esposte a scuola dettagliate locandine su ogni specifico evento.

APPUNTAMENTI CULTURALI OFFERTI DAI GRUPPI DI CORO E TEATRO DELLA SCUOLA

Page 4: Il Canzoniere N°5

3

QUAL È IL SUO PIŬ BEL RICORDO? La notte della nascita di mia figlia, tornando a casa vidi la coda della cometa di Hale, nel 1997. E poi quando a Roma portai la torcia Olimpica, vedendo tutte le televisioni con le telecamere, anche la BBC… fu davvero un emozione molto forte.

QUALI SONO IL SUO LIBRO E IL SUO FILM PRE-FERITI? Il film ‘ 2001: Odissea nello spazio’ e il libro potrei dirti il prossimo che leggerò, ma credo ‘Un altro giro di giostra’ di Tiziano Terzani che, tra l’altro, ho conosciuto. QUAL È LA COSA PIŬ ASSURDA CHE LE SIA MAI CAPITATA? Andare a sbattere, all’aeroporto di Helsinki, contro proba-bilmente l’unico altro italiano che poi ho scoperto essere un mio compagno alle elementari che non vedevo da se-coli.

QUAL È LA COSA PIŬ RIBELLE CHE ABBIA MAI FATTO? Manda a quel paese un prof. che mi derideva perché face-vo sport, ha davvero rischiato di essere appeso all’attac-capanni della classe…

QUAL È IL SUO SOGNO NON ANCORA REALIZ-ZATO? Ne ho talmente tanti, devo ancora decidere cosa fare da grande…

QUAL È LA PRESONA ALLA QUALE È PIŬ RICO-NOSCENTE? Mia madre sicuramente, e Adriano Pavica.

QUAL È L’ESPERIENZA CHE L’HA PIŬ SEGNATA? Vedere persone morire all’ospedale quand’ero piccolo, io ero lì per aver preso una febbre in vacanza con la mia fa-miglia in Grecia. Fu una cosa che mi segnò molto vedere delle persone morire.

Prof. STERAQUALE LICEO HA FREQUENTATO E DOVE? Ho frequentato il liceo Garibaldi di Napoli, nel 1984 mi trasferii a Trieste per insegnare.

QUALE ERA IL SUO ANDAMENTO SCOLASTICO? Discreto, alla maturità sono uscito con 50/60.

QUALI SONO STATI I SUOI STUDI DOPO IL LI-CEO? Ho studiato all’ISEF uscendo con 110 e lode, poi mi sono specializzato in pallavolo finendo con 70/70.

CHE COSA L’HA PORTATA AD INSEGNARE E COSA PENSA BISOGNEREBBE CAMBIARE A RI-GUARDO? La passione per l’aspetto pedagogico e psico-pedagogico di questa professione. Credo che la scuola dovrebbe esse-re meno basata sulla misurazione e più sul coinvolgimen-

to. Non bisognerebbe solo misurare, perché misurare non significa valutare, ma bisognerebbe far sì che la scuola sia più inclusiva. Mi piacerebbe che venisse investito più de-naro nella scuola pubblica perché abbia un giusto ricono-scimento, ma adesso mi sembra che tutto stia andando in una direzione diversa e contraria.

DA QUANTI ANNI INSEGNA E CHE CAMBIAMEN-TI HA VISTO NEI RAGAZZI? Insegno dal 1984, 31 anni. In questo momento credo che manchi l’impegno nei ragazzi, mi sento un po’ vecchio di-cendo che i ragazzi “non sono più quelli di una volta” però quando io ero a scuola, sarà perché era il tempo delle ri-volte studentesche, c’era maggiore impegno da parte dei ragazzi, più voglia di sostenere le proprie opinioni, oggi vedo che i ragazzi manifestano di meno le loro idee, le loro opinioni, mi sembra che abbiate sempre”il freno a mano tirato”, ci dovrebbe essere un ritorno a manifestare e a far valere le proprie opinioni.

QUAL È IL PIŬ BEL VIAGGIO CHE ABBIA MAI FAT-TO? Un viaggio in Provenza, in camper, con mia moglie ed i miei figli.

QUAL È IL SUO PIŬ BEL RICORDO? La nascita dei miei figli. E poi un corso internazionale di pallavolo a Praga durato 10 giorni nell’ 1985.

QUALI SONO IL SUO LIBRO E IL SUO FILM PRE-FERITI? Il libro è un saggio di Gustavo Zagrebelsky, ‘Imparare de-mocrazia’. Il film direi ‘ La Grande Bellezza’.

QUAL È LA COSA PIŬ ASSURDA CHE LE SIA MAI CAPITATA? La cosa più assurda che mi sia mai capitata è stata di non vedere arrivare il mio bagaglio a Praga, perché invece di arrivare direttamente lì, fece praticamente il giro del mon-do passando da Pechino ad Hong Kong per poi arrivare lì…ed io per 10 giorni “sono sopravissuto” grazie ai vestiti prestatemi dagli allenatori di squadre di tutto il mondo…

QUAL È LA COSA PIŬ RIBELLE CHE ABBIA MAI FATTO? Sarebbe un elenco troppo lungo e chi mi conosce sa di cosa parlo.

QUAL È IL SUO SOGNO NON ANCORA REALIZ-ZATO? Allenare la nazionale di pallavolo.

QUAL È LA PRESONA ALLA QUALE È PIŬ RICO-NOSCENTE? Carmelo Pittera, ex-allenatore della nazionale di pallavolo maschile.

QUAL È L’ESPERIENZA CHE L’HA PIŬ SEGNATA? Un ritiro di 200 giorni, 100 all’anno, per la specializzazio-ne in pallavolo, a San Ginesio.Anna Venchiarutti

Page 5: Il Canzoniere N°5

CLASSIFICA GENERALETORNEO PER SEZIONI

ABC/NEFGHILM

PIAZZAMENTOPING-PONG VOLLEY 2X2FEMMINILE

VOLLEY 2X2MASCHILE

1513091211108140

1280910141311015

0140151113121000

(27)(48)(12)(47)(33)(48)(46)(38)(29)(15)

8°1°10°3°6°2°4°5°7°9°

Finale al cardiopalma. Passato il giro di boa (mancano tre appuntamenti) capeggiano la classifica quattro sezioni in appena tre punti. Le sezioni B e G sono prime a pari me-rito (48 punti), sempre presenti, sono riuscite a portare a casa sempre buoni risultati. Ad appena un punto si trova la sezione E, che ha migliorato la sua posizione in classifi-ca grazie a due ottime prestazioni nella pallavolo maschile e nel basket. Attaccata, (46 punti), la sezione H, che non contenta del quarto posto cercherà di recuperare i punti e le posizioni persi a causa di un insoddisfacente risultato

nell'ultimo appuntamento. Fanalino di coda delle 'sempre presenti' la sezione I, che non brilla per risultati, ma com-pensa in tenacia (38 punti). Seguono la F (33 punti), la L (29), la A (27), la M (15 punti) e la C (12 punti).Il prossimo appuntamento sarà il torneo di unihockey, ma-schile e femminile, in cui si delineerà la possibile vincitrice del torneo. Ma fino all'ultimo appuntamento, il torneo di calcio, i giochi restano aperti. Quale sarà la sezione che si aggiudicherà l'ambito titolo? Al campo il responso.Matteo Giugovaz

LA GAZZETTADEL PETRARCA

4

0131214010119150

BASKET 3X3MASCHILE

Page 6: Il Canzoniere N°5

VINCITORI DELLA BORSA DI STUDIO PER IGOR-EDIZIONE 2014Questa sezione del nostro giornalino è dedicata alla pubblicazione dei temi vincitori del concorso letterario in memoria dell'ex-alunno del Petrarca, nonché nostro ex-Redattore Igor Slavich, scomparso poco meno di tre anni fa in un inciden-te. La borsa, bandita dall'Associazione Igor Slavich e dall'Associazione Petrarca, è rivolta agli studenti dell'ultimo anno. Ecco l'elaborato che, nella scorsa edizione, ha vinto il secondo premio.FERMENTI NEI PAESI DELL’EX U.R.S.S.Con la dissoluzione dell’Unione Sovietica in seguito alla caduta del muro di Berlino le ex repubbliche socialiste che la formavano si sono separate dando vita a 15 nuovi stati tra Europa e Asia.Tre repubbliche baltiche, tre paesi dell’Europa orientale, tre stati caucasici, cinque nell’Asia centrale ed infine la Federazione Russa, che costituisce tutt’ora il “corpo prin-cipale” di quello che fu l’Impero Sovietico. Questi nuovi Stati hanno in comune il fatto di nutrire un rapporto di “odio e amore” verso la Russia, in quanto la ragione prin-cipale per la loro separazione dall’U.R.S.S. è stata la spinta nazionalistica che i popoli attuarono per liberarsi della su-premazia della maggioranza russa, salvo poi rendersi con-to che la loro importanza era stata sminuita a livello sia regionale che internazionale, a seguito della loro indipen-denza, e che anzi avevano ancora maggiormente bisogno del supporto economico di Mosca per evitare la banca-rotta; si pensi alle Repubbliche Baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania); durante gli anni ’70 e ’80 ci fu un processo di industrializzazione di cui beneficiò la popolazione fornen-do posti di lavoro. I governi post-sovietici invece hanno chiuso molte fabbriche aumentando la disoccupazione e la recessione che si è intensificata in particolar modo con la crisi del 2008. Tuttavia questi paesi, pur essendo etni-camente molto divisi (ad eccezione della Lituana, dove i cittadini di origini russe sono solo il 15% della popolazio-ne), con le inevitabili discriminazioni e “tendenze politiche inverse”, sono politicamente molto stabili avendo assunto come modello la democrazia occidentale ed essendo en-trati a pieno titolo nell’UE nel 2004.I tre paesi dell’Europa orientale sono molto diversi tra loro: la Bielorussia è diventata uno stato molto autoritario per via del Presidente Lukaschenko che governa il paese fin dal 1991. Spesso viene considerata l’ultima dittatura europea (la pena di morte è ancora in vigore e viene prati-cata soprattutto dagli avversari politici del regime), i mezzi di informazione sono sottoposti al controllo dello stato, le libertà personali sono limitate e i ¾ delle banche e delle industrie sono sotto il controllo dello stato; si può dire che qui l’Unione Sovietica non sia mai tramontata. Cionono-stante, i fermenti popolari sono molto scarsi, perché an-che se lo Stato nega la libertà sopracitata, fornisce istru-zione superiore, assistenza pubblica e contributi lavorativi garantiti, soddisfacendo i bisogni basilari dei cittadini che quindi non si ribellano all’autorità.L’Ucraina è un paese molto vasto situato a nord del Mar nero, che ha visto un periodo di relativa democratizzazio-ne (in seguito ad una quindicina d’anni di politica auto-ritaria), soprattutto con le manifestazioni pacifiche della “rivoluzione arancione” del 2004: in questi eventi si ri-chiedeva un maggior avvicinamento all’UE a discapito della tradizionale politica filorussa. L’Ucraina infatti sem-bra dilaniata tra uno spirito europeista e un bisogno di

sostegno dall’alleato orientale, con la parte orientale che guarda alla Russia, mentre quella occidentale cerca un avvicinamento all’Europa. E’ proprio questa frattura isa-nabile che ha causato le manifestazioni dell’Euromaidan del novembre e dicembre scorso, che hanno causato la fuga del governo filorusso di Viktor Janukovic (che aveva appunto rifiutato un avvicinamento all’Europa e inasprito le repressioni dell’opposizione), nonché l’attuale crisi della Crimea,. Questa penisola (sede di basi militari russe), oc-cupa una posizione strategica e a febbraio di quest’anno ha invocato l’indipendenza dall’Ucraina e l’annessione alla Russia (a cui è seguito un referendum che ha convalidato la scelta), causando così una violenta reazione internazio-nale: ad oggi solo 11 dei 193 paesi dell’Onu riconoscono la sovranità russa sulla regione, e gli Stati Uniti con gli altri paesi del G8 (escludendo la Russia, ovviamente) hanno decretato sanzioni contro quest’atto “illegale” e “antide-mocratico”. Si può dire che la Russia avesse bisogno di una vittoria facile per aumentare il consenso verso un gover-no molto contestato per la sua illiberalità, anti-democra-zia e conservatorismo autoritario. Con la fine dell’Unione Sovietica la Russia si è vista privata di importanti regioni strategiche per ragioni economico-militari, come i pozzi di petrolio in Caucaso e nel Caspio e i porti baltici. L’e-conomia russa soffre per la mancanza di risorse e di rin-novamento e, pur ottenendo ingenti ricavi dalla vendita di petrolio e gas naturale in Occidente, questi giacimenti sono destinati ad esaurirsi e le industrie stanno perdendo competitività portando il paese alla crisi. Per ora la classe dirigente (molto ristretta) si spartisce tutte le ricchezze del paese, causando una forte opposizone4 interna a cui però non viene lasciata libertà di espressione. Per via di questo scontento c’è la necessità di dimostrarsi forti (e magari an-che aggressivi) a livello internazionale, soprattutto verso le masse popolari più facilmente indottrinabili. In fin dei conti però la possibilità di una vittoria democra-tica degli oppositori di Putin e di Russia unita sono molto remote, finchè il governo potrà censurare i media d’op-posizione, compiere arresti preventivi presso i dissidenti e rivoltosi e mantenere la stabilità economica e politica a livelli discreti tra compromessi e provocazioni ai paesi oc-cidentali (è improbabile infatti che senza un “aiuto dall’e-sterno” ci sia una ridistribuzione economica e un progres-so delle condizioni di vita).Un’altra aerea nevralgica che ha visto drammatici svilup-pi geopolitici dal ’91 è il Caucaso: si sono formati 3 stati indipendenti, l’Azerbajan, l’Armenia e la Georgia, ma le fratture politiche sono molto ampie: il territorio montuo-so tra Mar Nero e mar Caspio è abitato da un elevatis-simo numero di popoli che si riconoscono indipendenti e totalmente diversi dagli altri, spesso anche tra vallate confinanti. Nel 2008 ci sono stati conflitti armati tra Ge-orgia e Russia perché quest’ultima supportava le riven-

5

Page 7: Il Canzoniere N°5

SPOTTED TRAGEDIA GERMANWINGS

LA STRAGE DI AL SHABAAB

ATTUALITÀ

Poco prima delle 11 del 24 marzo un Airbus A320 in viaggio da Barcellona a Düsseldorf della compagnia aerea Germawings è caduto nelle Alpi francesi causando la morte di 144 passeggeri, 4 membri dell'equipaggio e dei 2 piloti. Entrambe le scatole nere sono state ritrovate e le prime dichiarazioni parlano di un atto volontario del copilota. La BEA (Bureau d'Enquêtes et d'Analy-ses pour la sécurité de l'aviation civile) non ha ancora rilascia-to un rapporto preliminare ufficiale e le indagini proseguono. L' aeroplano era in servizio da 24 anni con alle spalle 46700 voli, ma nessun indizio fa pensare ad una causa tecnica o ad un cedimento strutturale.

LE OPINIONI \ VOCE TURCA

6

dicazioni indipendentistiche dell’Ossezia e dell’Abcasia, formalmente sotto la sovranità georgiana. Per non parlare poi delle due guerre cecene che la Russia ha combattuto tra il ’96 e il 2005 per mantenere il controllo su Groznyj (capitale cecena) e sul territorio circostante. Come spesso accade in guerra, il conto più salato è stato pagato dai civili di entrambe le fazioni: oltre alle vittime causate dagli attacchi e bombardamenti russi, si aggiungono quelli che sono stati vittime dei terroristi ceceni nelle stragi del Tea-tro di Mosca (2002) e della scuola di Beslam (2004).Gli interessi russi nell’area sono infatti ancora molto forti, come si accennava prima, per la presenza di oleodotti e giacimenti petroliferi, e i particolarismi locali rendono la situazione particolarmente instabile.L’ultima area in cui si trovano paesi ex-sovietici e l’Asia Centrale.I cinque stati indipendenti hanno moltissimi tratti in co-mune: il gruppo dirigente è lo stesso che formava il par-tito comunista nel ’91 perciò hanno ottenuto caratteri molto autoritari e non c’è stato alcun rinnovamento de-mocratico come è accaduto, per esempio, nei paesi bal-tici; anche in questa regione la divisione etnica è molto forte all’interno degli stessi stati, e si verifica una spinta all’islamismo molto radicale in alcune occasioni che viene duramente espressa, la regione è ricca di risorse econo-miche i cui proventi però non sono distribuiti equamente,

ma rimpinguano le tasse dei gruppi dominanti che man-tengono i loro diritti in maniera autoritaria, concedendo pochissime libertà d’espressione e nessuna scelta demo-cratica.(i Presidenti di Kazakistan e Turkmenistan si sono nominati presidenti a vita); tutti questi stati gravitano tra l’influenza della Russia e quella della Cina, ancora potenza emergente dell’area, pur mantenendo buoni rapporti con l’Occidente.In tutti questi paesi le opposizioni sono spesso persegui-tate (come dimostra il caso di Alma Schalabajeva) e i movi-menti di opposizione democratica e pacifica sono spesso inesistenti: la “primavera araba” che ha coinvolto il Nord Africa e il Medioriente non potrà ripetersi in questa parte del globo, soprattutto per la scarsa connessione ad inter-net degli abitanti (i social network hanno giocato un ruolo di primo piano nelle manifestazioni in Egitto e Tunisia) e per le timide concessioni garantite dai governi che però hanno l’effetto di placare gli animi dei rivoltosi.Riassumendo si può dire che la situazione politica negli stati dell’ex U.R.S.S. varia da paese a paese, e mentre in alcuni casi si sta gradualmente sviluppando un regime democratico e tollerante, in molti, troppi casi le libertà e i diritti fondamentali sono negati alle popolazioni per il mantenimento di una ristretta cerchia di burocrati legati al “mito sovietico".Alberto Zemanek

“Porre donne e uomini sullo stesso piano è contro natura. Uomini e donne sono stati creati diversi. La loro natura è differente. La loro costituzione è differente. La nostra religione ha definito il posto delle donne nella società: la maternità”. Pronunciando questo discorso nel novembre 2014 ad Istanbul, il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva espres-so chiaramente la sua considerazione del ruolo femminile nella società turca, affermando che essa dovrebbe essere limitata alla sfera della maternità.

Le sue dichiarazioni, fin da subito aspramente criticate dalle attiviste per i diritti delle donne, appaiono ancor più sconcertanti in seguito all’ultima tragedia avvenuta nella provincia meridionale di Mersin l’11 febbraio scorso. Una giovane studentessa della facoltà di psicologia è stata bar-baramente uccisa a coltellate dal conducente dell’autobus su cui viaggiava, dopo aver provato invano a resistere ad un tentativo di stupro. L’uomo, che ha successivamente confessato l’omicidio, ha bruciato il corpo della ragazza e l’ha gettato in un fiume con l’aiuto di un amico e del padre.

Giovedì 2 aprile 147 persone sono state uccise in un attentato terroristico presso il Garissa University College, nel nord-est del Kenya. L'attacco è stato compiuto da un gruppo estremista somalo chiamato "Al Shabaab". I miliziani coinvolti sono en-trati nell'edificio uccidendo le guardie e hanno poi cominciato a sparare sulla folla causando la morte di decine di studenti in pochi minuti. L'attacco è stato rivendicato poche ore dopo come anche il rapimento di diversi cristiani. Al Shabaab è un gruppo estremista islamico formatosi nel 2006, dal 2012 affiliato ad al Qaida.

Page 8: Il Canzoniere N°5

7

DOSSIER(QUASI)

L’Expo è un’esposizione a livello mondiale che si pone come obbiettivo l’organizzazione di una mostra, che ha una natura tanto commerciale, quanto divulgativa. La prima esposizione universale fu l'Esposizione di Londra del 1851, nata dall’idea del Principe Alberto, marito della Regina Vittoria; parteciparono 43 Paesi. Per l’occasione venne costruito, in soli nove mesi, il Crystal Palace, un grande edificio in ferro e vetro per ospitare l’esposizione, un capolavoro di ingegneria abbellito con piante e statue per simboleggiare la vittoria dell’uomo sulla natura; per ironia della sorte, il palazzo fu distrutto ne l 1936 da un incendio. La mostra divenne un modello per quelle successive e, negli anni, venne istituita un’organizzazione internazio-nale, la BIE, per coordinare l’organizzazione degli eventi. Questa ha anche stabilito delle condizioni per distinguere le esposizioni universali da mostre minori. Sono necessari una frequenza di 5 anni, una durata di massimo 6 mesi, la costruzione di padiglioni da parte dei partecipanti e un tema, per forza generalizzato.Parigi ospitò ben 4 esposizioni, nel 1855, 1867, 1889 e nel 1937; la più celebre fu probabilmente la terza, in occasione del centenario della Rivoluzione Francese: fu in quest’occasione che venne costruita la Torre Eiffel. La struttura non piacque al pubblico, allo stesso T.A. Edison, giunto dall’America a visitare la mostra, tanto che si pensò di smantellarla. Successivamente si sono trovati degli im-pieghi utili per la Torre, metereologici e radar.Maria Tremuli

COS'È L'EXPO

Fin da subito è partita una campagna di protesta online, che ha lanciato lo slogan "Siete contrari alla violenza con-tro le donne? Vestitevi di nero in onore di Ozgecan Aslan, brutalmente uccisa e poi bruciata in Turchia”. Le proteste hanno visto, però, gesti più eclatanti, che hanno capovolto i tradizionali ruoli maschili e femminili: migliaia di uomini hanno sfilato per le strade turche indossando una gonna e altrettanti hanno caricato sui social network le loro foto in cui, con una gonna e un cartello in mano, sostenevano la loro causa. Le donne, invece, disobbedendo alle regole islamiche, hanno deciso di portare la bara di Aslan affin-ché “nessun uomo potesse più toccare la ragazza”. Le proteste, sebbene siano state accusate di non offrire un sostegno concreto alle donne turche, hanno senza dubbio richiamato l’attenzione sulla loro condizione. La Turchia è uno stato in forte crescita, sia economica che demografica; è membro del G20 e si è candidato ad en-trare nell’Unione Europea. Ciò nonostante i diritti civili non sono ancora sufficientemente garantiti: le proteste vengono spesso sedate nella violenza, come accaduto nei recenti scontri di piazza Taksim, e la libertà di stampa vie-ne spesso turbata da pretestuosi arresti di influenti gior-nalisti. È, però, nel campo della violenza contro le donne che la situazione appare più grave: secondo gli ultimi dati diffusi dal World Economic Forum nel Global gender gap

report, che analizza la disparità di genere, la Turchia occu-pa il 125esimo posto su 142 e l’ultimo considerando i soli stati membri dell’Ocse. Le leggi che dovrebbero arginare il fenomeno dei femminicidi e delle violenze sarebbero, secondo il parere di alcuni esperti, sufficienti ma vengono spesso applicate con poca severità. I media, inoltre, pre-sentano spesso le vittime come provocatrici, facendo in-sinuazioni su una presunta vita sessuale poco rispettabile. Per porre fine a così gravi violenze è necessaria una mas-siccia azione di denuncia, affinché il tema delle violenze femminili si imponga nell’agenda politica turca e superi il clima di omertà che ne ha finora favorito la prolificazione. Perché ciò si realizzi è fondamentale che le donne, troppo spesso associate unicamente alla loro posizione famiglia-re, ritrovino la loro voce, riscoprendosi individui indipen-denti e, allo stesso tempo, creando una rete di solidarietà che le sostenga e protegga. Come scrive la celebre scrittrice turca Elif Şafak “le donne turche sono divise. Non tra turche e curde. Non tra mu-sulmane e non musulmane. Neanche tra conservatrici e laiche. Da adesso in poi la spaccatura principale sarà tra quelle che difendono il silenzio e lo status quo e quelle che si rifiutano di tacere di fronte all’aumento della vio-lenza di genere”.Marta Pinzan

EXPO2015MILANO

Page 9: Il Canzoniere N°5

8

Il tema dell'Expo di quest'anno è “Nutrire il Pianeta, Ener-gia per la Vita”. Le varie attività, incentrate principalmente su alcuni alimenti indispensabili alla popolazione mondia-le, si svolgeranno in nove Cluster, ovvero dei padiglioni organizzati da più Paesi partecipanti che hanno in comu-ne il cibo in questione.Cluster 1: “Cacao e Cioccolato – Il Cibo degli Dei”: è sta-to scelto il cacao, poiché simbolo di fertilità, è coltivato da millenni e nelle civiltà Maya e Atzeca aveva un ruolo centrale nell'alimentazione come nella cultura: veniva uti-lizzato come bevanda, cibo e perfino moneta. Gli Stati ap-partenenti sono: Camerun, Costa D'Avorio, Cuba, Gabon, Ghana, Sao Tomé Principe.Cluster 2: “Caffè – L'Energia delle Idee”: il chicco di caf-fè dà lavoro a centinaia di milioni di persone; è uno dei prodotti primari dell'economia mondiale, secondo solo al petrolio. Gli Stati appartenenti sono: Burundi, El Salvador, Kenya, Ruanda, Uganda, Yemen, Etiopia, Guatemala, Re-pubblica Dominicana.Cluster 3: “Frutta e Legumi”: si sono coltivati sin dall'anti-chità in tutto il mondo: gli alberi da frutto nelle zone medi-terranee, i legumi in Mesopotamia, fagioli e soia in Asia e America Meridionale. Sono fondamentali per la sicurezza alimentare, poiché contengono grandi quantità di protei-ne e minerali e sono ideali per ridurre la fame, e per la salute e la nutrizione. Gli Stati appartenenti sono: Benin, Gambia, Guinea, Guinea Equatoriale, Kyrgyzstan, Repub-blica Democratica del Congo, Uzbekistan, Zambia.Cluster 4: “Il Mondo delle Spezie”: le spezie vengono uti-lizzate da sempre in cucina e nei rituali sociali e cultura-li. La consumazione di spezie rende più sane le abitudini alimentari, ed è previsto un futuro incremento della pro-duzione, già aumentata del 4,3% nell'ultimo decennio, dovuto all'esigenza dei consumatori, all'aumento dei gua-dagni e della globalizzazione. Gli Stati appartenenti sono: Afghanistan, Brunei Darussalam, Repubblica Unita della Tanzania,Cluster 5: “Cereali e Tuberi – Vecchie e Nuove Colture”: i cereali sono gli alimenti più diffusi al mondo ¬ne esistono oltre 10mila varietà anche se non tutte sono coltivate¬ e sono la fonte principale di alimentazione per moltissime persone. Questi alimenti sono caratterizzati da elevate proprietà nutrizionali, costo contenuto e soddisfazione immediata della fame. Si ipotizza però che nei prossimi decenni, a causa diversi fattori, non sarà più possibile col-tivare mais, riso e grano. I tuberi sono la seconda fonte di carboidrati, vitamine e minerali dopo i cereali. Gli Stati ap-

partenenti sono: Bolivia, Congo, Haiti, Mozambico, Togo, Zimbabwe.Cluster 6: “Riso – Abbondanza e Sicurezza”: il riso fu uno dei primi cereali coltivati dall'uomo, oltre 10mila anni fa, in Cina; da qui venne esportato in tutto il mondo. È l'ali-mento base per 3 miliardi di persone, soprattutto in Asia, dove ha un valore pari a quello del denaro. Siccome è faci-le da coltivare e si conserva a lungo, è un ottimo alimento contro le carestie. Gli Stati appartenenti sono: Banglade-sh, Cambogia, Sierra Leone, Myanmar, Repubblica Demo-cratica Popolare Laos.Cluster 7: “Bio¬Mediterraneo – Salute, Bellezza e Armo-nia”: il Mar Mediterraneo collega Europa, Asia e Africa; un miscuglio di popoli, civiltà e culture legate anche da simili tradizioni alimentari, basate soprattutto su grano, olio e uva. Nel bacino mediterraneo il pasto è un momento im-portante, in cui oltre a nutrirsi ci si riunisce, consumando il cibo più lentamente di qualsiasi altro popolo al mondo: questo è uno dei principali aspetti della dieta mediter-ranea, che è rimasta praticamente immutata nel tempo. È molto salutare e perfettamente in linea con i criteri di sostenibilità. Gli Stati appartenenti sono: Albania, Algeria, Egitto, Grecia, Libano, Malta, Montenegro, San Marino, Serbia, Tunisia.Cluster 8: “Isole, Mare e Cibo”: le isole del Pacifico, dell'O-ceano Indiano Occidentale e quelle Caraibiche sono sog-gette a inondazioni, salinità del suolo e al cambiamento delle precipitazioni: sfide globali che riducono le quantità di terreno coltivabile e porta all'aumento delle attività ar-tigianali e della pesca. Tali abitudini non fanno che intac-car la sicurezza alimentare di questi luoghi. Gli Stati ap-partenenti sono: Barbados, Belize, Capo Verde, Comore, Comunità caraibica Dominica, Grenada, Guinea Bissau, Guyana, Madagascar, Maldive, Saint Lucia, Saint Vincent eGrenadine, Suriname.Cluster 9: “Agricoltura e Nutrizione nelle Zone Aride”: l'a-ridità viene espressa secondo un indice basato su tempe-rature e precipitazioni, che individua tre aree: iper¬arida, arida, semi arida. L'unico modo di contenere minimamen-te la scarsità d'acqua è ottimizzare i metodi di gestione delle risorse idriche, che consistono nella raccolta delle acque piovane e nella conservazione dell'acqua del ter-reno. Bisogna inoltre migliorare i metodi di pratiche agri-cole per poter garantire una qualità di vita migliore e una nutrizione adeguata. Gli Stati appartenenti sono: Eritrea, Gibuti, Mauritania, Mali, Palestina, Senegal, Somalia.Carla Oriani

QUALI CIBI NUTRONO IL PIANETA?

L'Expo è da sempre una straordinaria opportunità per ogni Paese di mostrare al mondo la propria creatività e capacità innovativa. Fu così per la Gran Bretagna dove, nel 1851, si tenne a Londra la prima edizione dell'Espo-sizione Universale e presso le mostre che seguirono negli altri Stati. Si spera, dunque, che possa essere così anche per l'Expo di Milano 2015.In teoria, gli ingredienti per un successo ci sono tutti: l'am-

bientazione in una città moderna e facile da raggiungere come Milano, dotata di infrastrutture capaci di gestire l'imponente flusso di visitatori che ci si aspetta (20 milioni di persone!); le iniziative culturali, gli spettacoli, le feste, i concerti, le nuove infrastrutture e i collegamenti ferro-viari.L'organizzazione dell'Expo è sempre stata motivo di orgo-glio e vanto per il Paese cui fosse affidata tale responsa-

GOOD EXPO, BAD EXPO

Page 10: Il Canzoniere N°5

bilità. Un onere e un onore, insomma, che l'Italia pensava di riuscire a gestire. Gli scandali sulla corruzione, infatti, hanno messo a grave rischio la reputazione dell'evento, collegato ormai da molti italiani più a corruzione ed appal-ti truccati piuttosto che a “straordinaria opportunità per l'Italia” come non si stancano di ripetere molti esponenti politici. A creare questo clima di sfiducia concorre anche il fatto che le strutture espositive dell'Expo sono ancora in alto mare: secondo il sito internet Wired.it l'80 % dei cantieri sarebbe in ritardo sulla tabella di marcia. Bisogna, però, tener conto del fatto che alcuni importanti cantieri sono affidati direttamente ai Paesi e alle aziende che oc-cuperanno gli edifici ultimati.Il giornale “Il Fatto Quotidiano” afferma, inoltre, che entro il 1° Maggio 2015 (data di inaugurazione dell'Esposizio-ne) sarà completato ben poco e che, addirittura, si voglia predisporre un sistema di camouflage dei cantieri ancora in corso per quella data. Queste notizie fanno davvero ar-rabbiare se si pensa a quanto, oltre alla retorica politica, l'EXPO sia una straordinaria opportunità per il Nostro Pa-ese. I visitatori attesi sono, come già riportato, più di 20 milioni e si punta a vendere 10 milioni di biglietti prima del 1° Maggio( i biglietti già acquistati finora sono più di tre milioni!). A ciò si aggiunge l'interesse mediatico che l'Espo-

sizione attira su di sé e l'attenzione verso il nostro Paese di potenziali investitori stranieri, oltre all'ovvia opportunità turistica… L'Expo non è nemmeno (come potrebbe sem-brare) un buco mangia soldi: perché se è vero che l'Expo costerà in totale 2,7 miliardi circa, bisogna ricordare che di quei quasi tre miliardi 883 milioni sono stati stanziati da Roma, 467 da regione Lombardia, Comune di Milano e Camera di Commercio locale, 1 miliardo dai vari altri paesi partecipanti (145 nazioni)e 400 milioni dalle aziende pri-vate. La questione che rimane aperta, però, è quella del dopo- expo. Che cosa ne sarà di quell'immensa area che dopo l'evento internazionale resterà vuota? Molti guarda-no ai modelli dell'Expo di Yeosu 2012 e Saragoza 2008 di riqualificazione urbana. La questione rimane comunque ancora aperta tra chi teme una pericolosa speculazione edilizia e chi invece è convinto che le proposte di creazio-ne di un polo universitario e culturale possano prevale-re. L'Esposizione Universale, nonostante tutto, è davvero qualcosa di fondamentale per il nostro paese e per la sua rilevanza futura in importantisettori economici e dell'innovazione. Un'opportunità che purtroppo tendiamo a sottovalutare, proprio come il po-tenziale stesso del Nostro Paese.Luca Piizzi

GLI APPALTI TRUCCATIL’hanno chiamato il ritorno di Tangentopoli. Infatti, nel con-tinuo ripetersi della Storia, anche uno scandalo avvenuto 25 anni fa può tornare a galla, cosa per altro successa. Ma cosa c’è in comune tra lo scandalo Expo e Tangentopoli? Prima di tutto gli attori. Alcuni personaggi, che erano già finiti in manette negli anni ’90 per poi salvarsi con il patteg-giamento, non contenti di averla fatta franca una volta, ci hanno riprovato. È per questo che ritroviamo nomi come Greganti e Frigerio, nomi che possono non dire nulla ai più ma che, purtroppo, probabilmente i nostri genitori e non-ni conosceranno bene. Questi politici, rispettivamente ex Pci ed ex Dc, avendo fatto diverse “conoscenze” in pre-cedenza, si sono generosamente offerti di fare da tramite per le aziende e, dando soldi e promettendo avanzamenti di carriera, hanno convinto gli organizzatori degli appalti a favorire alcune società per mezzo di concorsi costruiti ad hoc. Ed ecco che entrano in scena i nuovi, per cosi dire, attori: la Maltauro costruzioni, società già nota alla Pro-cura per i suoi contatti con la Mafia, che nonostante ciò è riuscita a pagare 600mila euro di mazzette per aggiudicar-si due appalti da quasi 100 milioni. Inoltre, nella colorita situazione, non mancano aziende come la Mantovani che,

dopo essersi aggiudicata gli appalti offrendo preventivi in-credibilmente bassi, ora chiedono soldi allo Stato perché, a causa di “costi imprevisti”, con i soldi già stanziati non riescono a terminare i lavori. Intorno all’Expo, poi, ci sono altre zone d’ombra non trascurabili e nelle quali, anche se non compaiono direttamente le mazzette, di interessi ce ne sono a volontà. Primo fra tutti il fatto che il terreno su cui stanno edificando era di proprietà di Fiera Milano, che lo ha venduto allo Stato per l’occasione; la cosa non è normale, poiché precedentemente le Esposizioni Univer-sali sono sempre state allestite su terreni pubblici. Inoltre i terreni circostanti, già proprietà di privati, sono edificabili e degli immobili costruiti lì varrebbero molto di più del so-lito a causa della vicinanza ad una zona prestigiosa come l’Expo. Purtroppo l’Expo non è l’unico recente scandalo italiano, ma anzi è in buona compagnia con gli scandali Mose e Mafia Capitale, cosa che si ripercuote sulla situa-zione nazionale e anche sul nostro benessere. Infatti, se-condo gli studi di Transparency siamo la nazione Europea più corrotta, e questo certo non può che peggiorare la no-stra immagine che già non è delle migliori.Francesco Spagna

INTER ULTURALE

9

Page 11: Il Canzoniere N°5

Ho sentito definire lo Sri Lanka - o Ceylon, alla vecchia maniera europea - la lacrima dell'Asia. Spesso oscurato dall'India, flagellato da anni di conflitto terminati soltan-to recentemente e messo in ginocchio dallo tsunami del 2004, questo stato relativamente piccolo è un'esplosione di vita e cultura con i suoi 20 milioni di abitanti. Volendo proporre stavolta qualcosa di leggermente diverso sono andata alla scoperta di una terra che, sebbene si ha ben presente sulla carta, pochi possono dire di conoscere. AMBIENTE Lo Sri Lanka è uno stato relativamente piccolo: un'isola di 65mila km2 a sud dell'India, dal clima caldo e umido do-vuto ai monsoni. Può vantare ben 103 fiumi, nonché una vasta area paludosa ricoperta da mangrovie che ha quan-tomeno attenuato l'impatto dello tsunami di una decina d'anni fa. Inoltre è la casa di moltissime piante ed animali che non vivono da nessun'altra parte nel mondo: si va in-fatti da mammiferi relativamente comuni come elefanti, leopardi, manguste, cinghiali e coccodrilli ad esotici orsi giocolieri, langur dalla faccia viola (specie di scimmie), par-rocchetti e ben 7 specie endemiche di scorpioni a godersi l'ambiente umido delle foreste tropicali. Per non parlare delle decine di tipi di tarantole ... Le piante, decisamen-te più innocue, includono alberi come lo hora, endemico, che può arrivare a 45 m di altezza, ed il jackfruit, i cui frutti possono superare i 30 kg di peso. Un souvenir man-gereccio pratico e facile da portare in valigia, insomma. Soprattutto se si spappola durante il viaggio spargendo il suo succo appiccicoso con aroma vanigliato ovunque sui vestiti. TAMIL E CINGALESI In Sri Lanka i tre quarti della popolazione sono singalesi, mentre una consistente minoranza (18%) appartiene al gruppo dei tamil. I violenti attriti tra le due etnie hanno portato ad una lunga guerra civile che ha visto un mo-vimento tamil da molti definito terrorista battersi per i propri diritti con il governo; il conflitto si è formalmente risolto nel 2009, dopo 25 anni di continue violenze e al-meno 60 000 morti, di cui decine di migliaia sono stati civili di entrambe le fazioni. Oggi le ostilità si sono più o meno placate; questo fatto è in parte stato aiutato dallo tsunami, il quale per quanto catastrofico ha fatto rinasce-

re solidarietà e generosità. L'isola è uno dei pochi stati del sud-est asiatico a poter vantare un tasso di alfabetizza-zione del 90% ed un ISU relativamente elevato; questo grazie all'esponenziale crescita economica seguita alla guerra civile.TÈ E GASTRONMIA L'economia della Nazione dipende principalmente da prodotti come la famosissima cannella, il riso, i vestiti, la gomma nonché, soprattutto, dal tè - il più famoso è il tè di Ceylon - che fa concorrenza a quello indiano. Ci sono infatti moltissime piantagioni, e persino gli abitanti ne bevono in media tre tazze al giorno! La cucina, anche se molto influenzata dall'India, ha avuto un percorso tutto suo: spezie, riso e cocco sono gli ingredienti base, senza però dimenticare il succo di frutto della passione, il pesce e i gamberetti. PONTE DI RAMA: LEGGENDA O REALTÀ? Nel poema epico induista Ramayana, la moglie del dio Rama, Sita, viene rapita e portata sull'isola di Lanka (l'o-dierno Sri Lanka), nel Regno dei Demoni. Con l'aiuto dei Vanara, un potente popolo di uomini scimmie, Rama e il fratello costruiranno un ponte che colleghi l'estremità meridionale dell'India con Lanka e grazie ad esso riusci-ranno a liberare Sita. Questa leggenda, in apparenza as-surda, potrebbe essere stata formulata perché forse un ponte tra Sri Lanka ed India è esistito davvero: immgini satellitari hanno rivelato infatti una striscia di pietre calca-ree lunga 29 chilometri che un tempo collegava l'isola col subcontinente, una specie di ponte naturale che sarebbe stato sommerso dall'innalzamento del livello dei mari du-rante l'ultima era glaciale. È possibile che, fino 4 500 anni fa, fosse attraversabile a piedi. Per finire, vi dò qualche curiosità sulla toponomastica singalese: i nomi di luoghi, in Sri Lanka, sono anche più lunghi di quelli tedeschi. Ba-sti citare Sri Jayewardenepura Kotte, capitale legislativa dello Stato, e Pidurutalagala, il monte pù alto. Stando ad un frasario, per dire: "Scrivilo, per favore!" la forma usata è කරැණාකරල මට ඒක ලියලා දෙන්න පුළුවන්ද (karunākarala mata eka liyala dhenna puluvandha)! Giudicate voi se Freundschaftsbezeigungen è più difficile da pronunciare ...Beatrice Grigoriev

CINTER ULTURALEPAGINA

sri lanka

10

La bandiera dello Sri Lanka

Page 12: Il Canzoniere N°5

11

CRE ENSIONIcinemaFilm bellissimo. Trama intrigante. Forse alcuni aspetti scontati ma, diciamocelo, c'era da trattenere il fiato per buona parte del film, specialmente se si è nella saletta microscopica del Cinema Nazionale, in seconda fila con il collo storto, il busto verso destra e le gambe a sinistra. Insomma, sono riuscita a vedere il tatuag-gio (cinque puntini come quelli dei dadi) sull'angolo della spalla di Will Smith, e che spalla! Comunque, in breve, la trama consiste in complicate, astute e invisibili truffe ma, come in ogni film, c'è la svolta: una ragazza, che vuole far parte del grande mondo dei ladri. Nascerà una storia d'amore? E chi può dirlo, chi vivrà, vedrà (il film ovviamente). Film da guardare, assolutamente geniale, tutto giocato su ciò che vedi, anzi, ciò che credi di vedere, perché in realtà loro ti fanno vedere ciò che loro vogliono. Certo, è stata una visone, come dire... scomoda! Forse non me la sono proprio goduta al massimo, ma posso dire che è un film che rivedrei molto volentieri. Giugdizio positivo al cento per cento, ve lo consiglio!Giorgia Fumarola

FOCUSNIENTE È COME SEMBRA

• “L’ho trovato su Wikipedia” non è un risposta soddisfacente.• Se controllate costantemente le mail soffrite di un disturbo ossessivo compulsivo.• Un sorriso vincerà sempre su un like. • Moderate il linguaggio: hashtag, twitter e follower non sono termini adatti ad un pubbli-co diversamente giovane. • La prima impressione è quella che conta. (Non il profilo Facebook). • Ogni incomprensibile abbreviazione è una pugnalata alla lingua italiana. • Se la foto del vostro gattino sembra quella di una tigre feroce, forse avete esagerato con Photoshop. • L’avevano capito anche i romani: verba vo-lant, scripta “in rete” manent. Marta Pinzan

REGOLE IRONICHE PER SITUZIONI TRAGICOMICHE

INTERNET E I SOCIAL NETWORK

Page 13: Il Canzoniere N°5

12

1) Supponiamo che, in qualche modo, sia magicamente già il 10 (-11- giugno), primo giorno di vacanza (magari ...)! Come inaugureresti il lungo periodo di relax e diver-timento?○ Rimanendo a letto almeno fino a mezzogiorno.□ Cercando di costringermi a fare i compiti, per finirli al più presto.● Andando a Barcola con gli amici.2) Il/La tuo/a ragazzo/a arriva ad un appuntamento con un'ora di ritardo, quando tu in mezz'ora devi trovarti alla festa per i 18 anni del tuo migliore amico. Come reagisci?● Cerco di farlo sentire in colpa per tutta l'uscita.○ Gli/le dico che non fa niente: riusciranno a fare a meno di me per un po'.□ All'inizio glielo faccio pesare un po' ma poi mi tranquil-lizzo.3) L'ora di ginnastica per te significa...□ Impegnarsi al massimo! ○ Rotolarsi sui tappeti e fare i cretini.● Criticare coloro che non sono esattamente dotati per l'attività fisica.4) Scegli l'animale domestico ideale:● Un gatto, intelligente e vivace.□ Un cane, per giocarci, coccolarlo ed addestralo.○ Pesci tropicali: sono belli da guardare, buffi e poco impegnativi.5) La lavastoviglie si è rotta da una settimana, e i tuoi si alternano a lavare i piatti. Oggi però si ricordano che an-che tu puoi venire sfruttato come forza lavoro… Come affronti la cosa?□ Anche se non ne hai voglia trovi un compromesso, fa-cendoti assegnare qualche altra mansione in cambio.○ Ti nascondi finché qualcuno non si decide a lavarli per te.● Con un fine ricatto psicologico riesci a farti esonerare.

6) Ti si propone una bella camminata saliscendi di 20 km sulle Dolomiti...○ Faccio in modo di “slogarmi una caviglia” al momento giusto.● Durante l'escursione mi perdo ad ammirare piante, ani-mali e paesaggi.□ Anche se 20 km non sono uno scherzo, accetto di buon grado. Camminare fa bene alla salute!7) Cosa preferiresti scambiare, se costretto, con lo smar-tphone ultraevoluto che hai sempre desiderato?□ Un tour di due settimane in Canada potrebbe andare.● Ti tenterebbe alquanto un buono da un paio di migliaia di euro per acquistare musica e libri.○ Lo cederesti volentieri per un videoproiettore stile cine-ma, più un notebook touch di ultima generazione.8) La prof, assetata di interrogazioni, sta scorrendo lenta-mente l'elenco quando tu improvvisamente realizzi che nell'ultima settimana non hai toccato libro. Come risolvi la situazione?● Rimani tranquillo: anche se ti chiamasse, arrampicando-ti sugli specchi e ricordandoti qualche nozione sparsa, sei sicuro che riusciresti ad estorcere un sei.□ Chiedi di andare in bagno, defilandoti prima che il suo dito possa finire sul tuo cognome.○ Fai spallucce, confidando nei suggerimenti dei compa-gni in caso tu venga malauguratamente scelto.9) A pranzo, tua nonna – una settantenne arzilla e piena di vita – ti comunica che vuole mettersi a fare seriamente sport, ora che ne ha il tempo. Cosa le consigli?○ Le dici che, alla sua età, è meglio riposarsi e cucinare per i propri nipoti (cioè per te). □ Contentissimo, dopo aver bocciato le bocce la accom-pagni ad iscriversi in palestra.● Consigli assennatamente di iscriversi invece al circolo del bridge, o ad un club di lettura.

SPORT INTELLIGENTICosa suscita in voi la parola sport? Repulsione, felicità, stanchezza? Qualunque sia la vostra opinione e indipenden-temente da quanto riusciate a resistere nuotando a stile, non si può negare che l'attività fisica è salutare. Specie per adolescenti rimpinzati dalle nonne – o chi per loro - come noi. Se comunque non avete intenzione di cominciare a muovervi, almeno provate questo test e scoprite quale tipo di attività si adatterebbe meglio al vostro carattere…

Maggioranza di ○: sport rilassato. Okay, non sei di sicuro un maniaco del fitness, e palestre e campi da calcio sono luoghi da cui stare alla larga, ma siccome lo sport è per tutti ce n'è uno che probabilmente invoglierà persino i più pigri a provare: lo zorbing. In pratica, consiste nel rotolare giù per una collina dentro ad un'enorme palla di plastica gonfia-bile. Ovviamente le pendenze sono piuttosto ridotte: in una gara, vince la sfera che arriva prima al traguardo. Queste ultime possono contenere fino a tre persone: forza, dunque, non siate timidi e raccogliete qualche volontario per un pomeriggio di rotolamenti!Maggioranza di □: sport impegnativo. Ci troviamo di fronte ad un potenziale atleta! Nello sport come nella vita di tutti i giorni dimostri energia e resistenza, nonché un buon sesto senso per le situazioni in cui cavarsela è difficile. La sfida ideale per te potrebbe essere il tennis a due mani – ovvero giocato con due racchette ciascuno – oppure anche la ma-ratona cavallo contro uomo, che in una trentina d'anni ha visto trionfare i maratoneti tradizionali soltanto due volte.Maggioranza di ●: sport intellettuale. Non posso affermare che tu sia un secchione, ma per te lo sport è solo un pas-satempo secondario, mentre invece ciò che conta è l'intelligenza ed altri hobby forse meno pratici. Se sei disposto a sfidare sia mente che fisico propongo il chess boxing, che consiste in 11 round di tre minuti, 6 di scacchi e 5 di boxe in alternanza: la difficoltà sta nel battere l'avversario sul ring mantenendo la mente abbastanza lucida per escogitare un buono schema di gioco scacchistico. Altrimenti si può sempre provare con uno “sport” più incentrato sulla coordi-nazione, lo stacking, ovvero l'arte di impilare speciali bicchieri in sequenze predeterminate nel minor tempo possibile.Beatrice Grigoriev

Page 14: Il Canzoniere N°5

RACCONTII BREV

13

UN'ESTRANEA INTIMITÀEcco fatto, ero in ritardo. Avevo perso il treno e in-sieme ad esso tutta la calma e la tranquillità che ave-vo appena svegliato, quando la giornata non era ancora iniziata e tutto doveva ancora accadere. Dopotutto non era andata così male, nessuno in uf-ficio si sarebbe accorto del mio ritardo, come nessu-no si accorgeva mai della mia (quasi) impeccabile pun-tualità, e io potevo godermi quel momento di pace. Ero seduto su una panchina fuori dalla stazione a sor-seggiare lentamente il mio caffè bollente e sfogliavo il giornale, senza leggerlo veramente. Qualcosa, un profu-mo, un immagine sfuocata intravista girando pagina, una voce acuta e penetrante ma allo stesso tempo melodiosa, un rumore di passi, regolari e leggeri come un ticchet-tio di un orologio mi hanno spinto ad alzare lo sguardo. Ho visto lei. Una donna in tailleur grigio che parlando al telefono si avvicinava e sempre con una camminata ele-gante e composta mi superava avviandosi al binario 7. Ero stregato. L’ho seguita con lo sguardo ma quando ha girato l’angolo mi sono alzato di scatto, impulsivamente. Mi sono alzato e l’ho imitata raggiungendo anch’io lo stesso binario.Avvicinandomi ho potuto notare particolari del suo viso che prima non ero riuscito a percepire: aveva una cica-trice sulla guancia destra che aveva cercato di coprire con del trucco ma il risultato era stato renderla ancora più visibile. Aveva gli occhi di una azzurro così intenso da sembrare irreale e delle labbra sottili, talmente sottili che quando sorrideva quasi scomparivano. I suoi capelli rossi erano raccolti in un accurata acconciatura. E l’ho guardata da lontano salire sul treno e allontanarsi.Il giorno seguente persi di nuovo il treno, ma lo feci di proposito. Volevo rivederla e così è stato.Mi sono seduto sempre sulla stessa panchina e lei è pas-sata sempre alla stessa ora. E io l’ho seguita di nuovo e di nuovo l’ho guardata allontanarsi.

Quei treni persi furono i primi di una lunga serie.Ogni giorno la osservavo, osservavo i suoi modi di fare e le sue abitudini.Ogni giorno beveva una caffè, un cappuccino con due cucchiaini di zucchero per l’esattezza.Avevo imparato a riconoscere le sue emozioni, i suoi modi di fare e le sue abitudini: quando si metteva le scarpe con i tacchi aveva sempre un sorriso stampato sul viso, quando i suoi occhi erano umidi per le lacrime i suoi capelli erano sempre sciolti. Non ne ero innamorato, semplicemente in quella donna c’era qualcosa che mi attraeva, che mi in-curiosiva. In lei c’era un’armonia che non avevo mai visto prima. Il suo modo di correre quando stava per prendere il treno, quello strano modo di correre attraverso la vita; come teneva la tazzina del caffè, stringendola tra le dita affusolate, aspirando avidamente l’aroma; il suo arrossi-re, quando il capotreno le faceva i suoi soliti complimenti, così… Infantile e seducente al tempo stesso. In lei tutto sembrava un musicale accostamento di suoni, di pause, di accenti. Non era una di quelle donne bellissime, da cui è impossibile distogliere lo sguardo ma era proprio quell’ar-monia, quell’equilibrio e quella grazia che mi spingeva a perdere quel treno.E quella curiosità si saziò lentamente, con il corso degli anni, incontrandola giorno dopo giorno senza mai scam-biare una parola. In tutti questi anni l’ho vista emozionarsi, spaventarsi, ar-rabbiarsi. Siamo invecchiati insieme. Ho visto formarsi le sue prime rughe, ho visto i suoi primi capelli bianchi e la sua regolare camminata svelta treno dopo treno rallen-tare.Ma oggi non è venuta in stazione, non è venuta neanche ieri. Non viene più da quasi un mese. Non so perché ci ve-nisse e nemmeno dove la portasse quel treno, ma io oggi so che non tornerà più, che non la vedrò più. Emma Covi

LO SKATERQuello era sempre stato il suo unico modo per sfogarsi.C'era chi scriveva, chi disegnava o suonava uno strumen-to, c'era chi ballava e chi cantava, ma lui non ne aveva mai tratto benefici. Tutto ciò che lo aiutava era andare sullo skateboard - e non importava che saltare una scalinata fosse pericoloso, o che scivolare in mezzo alla città sen-za rispetto per i semafori e utilizzando le macchine come ostacoli da evitare fosse considerato illegale. Era ciò che Evan sapeva fare meglio, ciò che, più di ogni altra cosa al

mondo, lo aiutava ad andare avanti in una vita che spesso gli andava troppo stretta.Essere uno skater era respirare la città, viverla in un modo che pochi altri avrebbero potuto comprendere.Evan era nato per quello. Per cercare le discese più alte, sfrecciare sull'asfalto, mantenere l'equilibrio fino a non poterne più. Sentirsi vivi perché sarebbe bastato un passo falso per abbracciare la morte. Era adrenalina pura.

Page 15: Il Canzoniere N°5

14

Edoardo entrò nella stanza, dopo esser uscito dal Portale che lo aveva trasportato in quella casa al buio. Riaffiora-rono i ricordi.Vide l'uomo vittima dei prossimi avvenimenti, ancora in-compiuti.Edoardo si lanciò sull’uomo steso sul letto, quasi a malin-cuore. Lo colpì alla gola con un coltello. Estratto il pugnale, scoppiò a piangere per la disperazione. Questa sarebbe stata la sua ultima volta nel Mondo. Si alzò dal letto, avvi-cinandosi al Portale, consapevole di ciò che lo attendeva oltre. Durante il viaggio fra una distorsione temporale e l’altra, pensò alla ragione della sua missione. Quasi dubi-tava che fosse realmente successo tutto ciò. Dopotutto, l'uomo che aveva appena ucciso era riuscito ad infiltrarsi nel Sistema Zero, il computer che permetteva i viaggi nel Tempo. Il Pianeta non era al corrente di que-sta tecnologia, poiché questa era stata creata da un'orga-nizzazione segreta che lavorava per la sicurezza globale; nessuno riuscì mai a viaggiare nel Tempo, eccetto l'uomo che fungeva da cavia, il primo uomo a passare il Portale e a sfidare con successo uno dei limiti umani, i viaggi nel

Tempo. L’uomo fu molto abile nel nascondere la sua bra-ma di potere. Una volta nel passato come prima mossa vietò a tutte le popolazioni della Terra di usare lo sposta-mento temporale, riservandosi il privilegio del Movimento Assoluto. Da quando conquistò questo potere, grazie ad una serie di viaggi mirati nel Tempo, riuscì in breve a proclamarsi padrone assoluto del Pianeta, il quale ancora non era al corrente dell'esistenza delle imprese nel Tempo. L'uomo riscontrò un’ unica problematica: l’equilibrio del Tempo, rotto dai suoi frequenti spostamenti, venne a deteriorare il suo corpo, rendendolo instabile, immortale ma maledet-tamente doloroso. L’unica scappatoia a tutto questo era la morte. Ma chi, sano di mente, avrebbe mai voluto rinun-ciare ad un dominio così vasto?Edoardo si guardò le punte dei piedi, che stavano lenta-mente scomparendo, seguite dalle gambe, generando una reazione a catena, mentre il dolore lentamente svaniva. Alzò lo sguardo e sorrise: la sua unica soddisfazione era di essere stato il primo uomo a viaggiare nel Tempo.Massimo Segulin

Per quel motivo aveva costretto il suo migliore amico, Roy, ad imparare. Voleva condividere il suo mondo con l'uni-ca persona che lo avrebbe capito, apprezzato e non per questo rovinato. Erano dunque cresciuti sullo skateboard. Si erano cuciti addosso la nomea di spericolati e si era-no sentiti i sovrani del mondo, sfiorando uomini e donne troppo occupati per accorgersi del loro passaggio. Aveva-no costruito la loro vita attorno allo skateboard.E poi c'era stato l'incidente.L'impatto con il destino era avvenuto a causa di una mac-china; Evan era caduto a terra e Roy gli era corso accanto, dov'era rimasto fino all'arrivo dell'ambulanza. Aveva chia-mato il suo nome durante tutto il tragitto fino all'ospedale; non aveva voluto lasciarlo solo e ai paramedici aveva det-to di essere suo fratello. Lo erano, lo erano dal loro primo incontro."Evan!"Steso a terra, confuso e quasi soffocato dal dolore, aveva provato a rimanere lucido il più a lungo possibile. Lo sco-nosciuto che lo aveva colpito non aveva aspettato l'am-bulanza, forse non si era nemmeno accertato delle sue

condizioni. Nessuno sapeva chi fosse stato, ad investirlo; Evan, an-nidata nel petto, aveva la sensazione che fosse meglio rimanere nell'ignoranza. Era stato in ospedale per giorni e Roy non lo aveva lasciato un istante. Aveva dormito nel-le posizioni più scomode, litigando puntualmente con le infermiere che lo volevano mandare via. Aveva urlato a tutti che erano fratelli, loro due, e più di una volta gli era crollato addosso, in lacrime. Poi la dottoressa aveva dato loro la notizia.Ed Evan aveva pianto.Per la prima volta da quando era accaduto l'incidente, si era lasciato andare e aveva dato sfogo a tutte le sue la-crime, mentre il fratello lo stringeva a sé e prometteva di non lasciarlo mai solo. Evan non era riuscito a ricambiare l'abbraccio, sopraffatto dal dolore della perdita.Il mondo dello skateboard si era appena disintegrato sotto le ruote della sedia a rotelle su cui avrebbe passato il resto della vita. E questo, benché cercasse di dirsi il contrario, faceva semplicemente schifo.Sveva Nistri

ULTIMA VOLTA NEL MONDO

Lo último que vio fue su propio reflejo en un espejo de plata. Después sintió el leve peso de una sábana sobre su cuerpo. Subió las escaleras dirigiéndose a la buhardilla. Al mismo tiempo daba pasos de gigante para subir aquellos escalo-nes que le parecían tan familiares como la cazadora que se estaba poniendo para refugiarse del frío que allí arriba habría sentido, ya que el viento se colaba por la grande ventana redonda y las grietas de aquellos altos techos de madera. No veía la hora de poder desempaquetar todas aquellas cajas de cartón, en las que sus recuerdos y secre-tos permanecían. Sensación de escalofrío y piel de gallina al imaginar que le esperaría. Tal vez revivir todos aquellos

momentos, de forma abstracta, no era exactamente lo que más la hubiese alegrado, pero el hecho de poder recordar su pasión por la sabiduría la empujaba hacia aquel desván. Entró y la luz faltaba, era demasiado esfuerzo para ella tratar de ver algo en aquella penumbra. Con movimien-tos repentinos y ligeros consiguió encontrar la tecla de la lámpara que colgaba en medio de aquella habitación. Había demasiadas cosas cómo para reconocer cuales eran las suyas. A diferencia que en las escaleras, ahora no con-seguía individuar ninguno de los rincones. Ni siquiera los olores que desprendían aquellos cachivaches de metal, antiguos y estropeados le hacían recordar alguna etapa de su recién pasada vida. Una suave melodía proveniente

REFLEJOS DE OLVIDO

Page 16: Il Canzoniere N°5

La redazione del CanzoniereDirettore: Lorenzo GalloVice Direttore: Maria TremuliVice Direttore: Matteo GiugovazCopertina, grafica, impaginazione: Lorenzo GalloRedazione: Maria Tremuli, Teresa Kucich, Giorgia Fumarola, Sveva Nistri, Caterina Mezzena Lona, Beatrice Grigorev, Massimo Segulin, Veronica Ipavec, Beatrice Musizza, Maristella Tassetto, Valentina Ceballos, Besmi-re Biniqui, Florinda Bartoli, Silvia Staltari, Gaia Lisi, Allegra Carboni, Sara Trabucco, Marta Pinzan, Tea Zaniboni, Carla Oriani, Teresa Calella, Luca Piizzi, Francesco Spagna, Francesco Santarossa

Moltissime grazie alla signora Luisa ed alla bidella Anna per la collaborazione

"MEA CULPA"Rieccoci con il nostro mensile appuntamento che esamina e corregge gli errori del numero precedente, perché di sbagliare non smettiamo mai, per fortuna. Un paio di banalissimi errori di battitura negli articoli del Dossier (pag. 7-8), facilmente cor-reggibili, rendono impossibile la comprensione all'abile lettore. Più grave l'errore dell'articolo di pag. 8, dove il manuale è di self-help, non shelf-help (le mensole stanno benissimo così). Due righe sotto si parla di “violenti crimini tra cui...” e nell'ultimo paragrafo va messo un stanno al posto del sta. Nella sezione “Recensioni”, l'articolo su “Storia di una ladra di libri” è di Beatrice Musizza, ci scusiamo. Un paio di errori di battitura o distrazione inficiano gli articoli della sezione racconti brevi, ma nulla di eccessivamente grave o rilevante. Anche per questo numero è tutto; soddisfatti che questa volta gli errori siano sensibilmente diminuiti, vi diamo appuntamento al prossimo numero. Per qualsiasi dubbio, chiarimento, critica o informazione potete scri-vere a: [email protected] Matteo Giugovaz

de un joyero a cuerda la guio hasta la caja. Más que una caja, un baúl. Por fuera con incisiones de hojas y flores y cubierto de polvo. No podía creerse lo que vio cuando consiguió abrir el candado de bronce que lo cerraba. Y allí la invadió otra vez aquella especie de fenómeno psíquico, el déjà vu. Por dentro era terciopelado, como si fuera nuevo. Un color granate, vivo y apagado al mismo tiempo. Una especie de llama viva en una pequeña hoguera. El fuego que se entrevé en los trozos de tronco en una chimenea. Estaba lleno de libros y cartas. Fotos y amuletos. Pañuelos de seda y cuadernos marrones. Y un espejo de plata. Lo dejó de parte, consideraba más impor-tante observar y apreciar todos aquellos objetos antes que a sí misma. Libros de poesía melancólica, cartas de dolor por amores a los que no podía completar. Fotos de muchísimas personas que habían sido presentes, por muchísimo tiempo. Amuletos que pertenecieron a otros, gente desconocida. Pero habían estado con ella en los momentos que marca-

ron su existencia y que permanecieron en su piel; pañuelos de seda que se ponía cada día, con los cuales se secaba las lágrimas que los menos importantes le habían provocado. Cuadernos marrones en los que escribía prosas y versos que jamás hubiesen visto la luz, al menos no aquella natural del mundo externo. Por último cogió el espejo, quiso observarlo bien antes de verse después de tanto tiempo. Era tal cual. Con un mango corto y ancho. El espejo cuadrado y estre-cho. Lo agarró con fuerza, con valor. Se lo colocó delante de aquella faz. Y no vio nada. La desesperación por saber si era ella la que no podía ver o si su alma no reflejaba nada. Lo que no sabía era que aquel espejo no habría reflejado más su apa-riencia externa, sino sus esperanzas. Las que se habían hun-dido debajo de aquella sábana blanca y que se encontraban entre aquellas lágrimas derramadas y los espacios entre sus nociones de angustia. Se volvió a reflejar, pero no a apreciar.Valentina Ceballos

Apple pie/Babà/Budino/Cannoli/Cassata/Crostata/Millefo-glie/Pastiera/Profiteroles/Strudel/Tiramisù/Torta mimosa