Il Canzoniere N°1 2015/2016

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INDICEEDITORIALE, 2

SCUOLA NOSTRA, 2ATTUALITÀ SPOTTED, 4

DOSSIER, 5PAGINA INTERCULTURALE, 11

RECENSIONI, 12RACCONTI BREVI, 13

GIOCHI, 14

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SCUOLA NOSTRA

LE ATTIVITÀDEL PETRARCA

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Ricomincia l'anno, riparte il Canzoniere; la Redazione dà il benvenuto a tutti i nuovi Petrarchini e il bentornato a quelli vecchi. Anche quest'anno vogliamo fornirvi, nel mi-glior modo possibile, un'informazione completa sugli av-venimenti scolastici, sull'attualità, in modo da stimolare la vostra curiosità e il vostro interesse. Abbiamo anche una novità: la pagina Facebook del Canzoniere, uno spazio più dinamico dove potremo tenervi più spesso informati su ciò che avviene al Petrarca. Per quanto riguarda questo primo numero, il Dossier, la parte che affronta da più pun-ti di vista un argomento di carattere generale, tratta un tema molto importante per noi della Redazione. Si parla infatti di musica, che è stato l'ultimo Dossier fatto da Igor Slavich, ex Redattore del Canzoniere, morto in un inciden-te tre anni e mezzo fa. Egli ha avuto il merito di ridare

lustro al giornalino dopo anni di oblio e, se siamo arrivati fino a questo punto, è principalmente grazie a lui. E' per questa ragione che, sulla copertina, vedete scritto “il Can-zoniere di Igor”; esso, insieme alla passione e alla voglia di tutti i suoi membri, è un piccolo tributo della Redazione a questo ragazzo che non deve essere dimenticato. Come ultima cosa, ricordo che chiunque sia interessato al gior-nalino è libero di venire alle nostre riunioni, aperte a tutti. Se avete qualche idea o desiderate ardentemente venga trattato un argomento specifico, vi prego di compilare il tagliando in fondo e lasciarlo negli appositi contenitori in succursale e centrale. A voi non costa nulla, per noi è un aiuto immenso. Buona lettura.Matteo Giugovaz

EDITORIALE

Sin dal 1912, anno della sua nascita, il nostro amato Liceo Petrarca si è contraddistinto per la moltitudine di attività extracurricolari offerte agli studenti. In orario pomeridia-no, la sede centrale ospita lezioni e laboratori opzionali ai quali è possibile aderire liberamente a seconda dei propri interessi e delle proprie predisposizioni.Per gli amanti del mondo dello spettacolo, ad esempio, viene proposta una compagnia teatrale autogestita costi-tuita da aspiranti attori, scenografi, addetti ai costumi, alle luci, alle musiche. Inoltre, è presente un secondo gruppo teatrale denominato “classico” che si occupa di mettere in scena testi latini o greci studiati a scuola.Volete approfondire la vostra conoscenza in una determi-nata lingua? Al pomeriggio, dietro pagamento di una cifra abbastanza modica, potrete frequentare corsi di francese, spagnolo, tedesco e inglese per conseguire a fine anno l'esame per ottenere la certificazione del vostro livello(B1, B2 o C1).Per coloro che invece prediligono la musica, il coro del Liceo Petrarca ( fondato nel 1998 dal Maestro Giorgio

Klauer) ha lo scopo, sin dalla sua creazione, di dare una cultura musicale di base agli allievi del Liceo e di creare un contesto in cui, accanto al senso di appartenenza alla scuola, si sviluppassero competenze e curiosità musicali.Se si propende invece per l’attività fisica, c’è la possibilità di prendere parte a diverse lezioni in ambito motorio e sperimentare nuovi sport in compagnia di altri petrarchini atletici.Per i più impegnati socialmente, non posso non consiglia-re la partecipazione agli incontri del presidio Libera auto-gestito dagli studenti del Liceo, che, attraverso riunioni, dibattiti, cineforum e incontri con ospiti esterni, si occupa di attività di sensibilizzazione e formazione su tematiche inerenti alla questione mafiosa.Per concludere, la Redazione del Canzoniere aspetta tutti gli aspiranti giornalisti alla prossima riunione.In ogni caso, se siete nuovi o insicuri, per qualsiasi infor-mazione potete rivolgervi a ragazzi più grandi, rappresen-tanti o professori. Loro sapranno certo spiegarvi tutto.Allegra Carboni

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BUONASCUOLA

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RIASSUNTO E COMMENTO DELLA RIFORMA CHE CAMBIERÀ LA SCUOLALa Riforma del sistema nazionale di istruzione e forma-zione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti (nota ai più come Buona Scuola) è stata pubblicata il giorno 16 luglio 2015 nella Gazzetta Ufficiale, diventan-do così a tutti gli effetti una Legge della Repubblica. La riforma, discussa da maggio in poi, ha incontrato nel suo iter burocratico l'opposizione di professori e parte degli studenti, venendo più volte respinta e rivista. Alla fine il governo l'ha spuntata, secondo molti vergognosamente, a “colpi di fiducia” (nota: un governo “pone la fiducia” su una legge quando essa è ritenuta fondamentale per la sua azione politica e, nel caso non venga approvata, il governo cade). Ma quali sono i punti nodali toccati dalla riforma? Vediamoli insieme.Si noti che la legge è composta da un unico articolo (Ar-ticolo 1), suddiviso in 212 commi (sottodivisioni di un ar-ticolo) per un totale di 44 pagine, quindi tutti i riferimen-ti necessari saranno fatti in base ai commi. La riforma si pone l'obbiettivo di dare piena attuazione all'autonomia scolastica in modo da migliorare la qualità delle scuo-le italiane. Viene introdotto l'organico dell'autonomia, funzionale alle esigenze didattiche, organizzative e pro-gettuali delle scuole, formato da un surplus di insegnan-ti non impiegato nelle classi. I suoi principali scopi sono migliorare la qualità dell'insegnamento, aumentare le attività extrascolastiche e coprire le supplenze brevi. E' poi predisposto il Piano Triennale dell'Offerta Formati-va (PTOF), documento fondante dell'identità scolastica, elaborato dal Collegio Docenti su indicazione del Presi-de e approvato dal Consiglio d'Istituto. Esso contiene la progettazione curricolare ed extracurricolare della scuola per i successivi tre anni, nonché il fabbisogno di personale docente ed amministrativo. Nell'ambito dell'ampliamento dell'offerta formativa, da notare il comma 22, che preve-de la possibilità di effettuare attività di vario genere negli edifici scolastici durante le vacanze, e il 28 che prevede l'introduzione di insegnamenti opzionali nel triennio finale delle superiori. E' introdotto il curriculum dello studente, che racchiude tutte le esperienze ed attività svolte da uno studente nel percorso scolastico, non solo i voti! Viene poi incrementata l'alternanza scuola-lavoro (200 ore nel triennio finale nei licei, 400 negli istituti tecnici e profes-sionali), che dovrebbe essere attivata nelle classi terze a partire dal prossimo anno scolastico (la legge qui è un po' vaga, per i curiosi si veda il comma 33). Vi è una lunga parte sugli Istituti Tecnici Superiori, su cui non vale la pena di soffermarsi per il poco spazio a disposizione (commi 44-55). Viene poi varato il Piano nazionale per la scuola digitale, con l'obbiettivo di migliorare le competenze in-formatiche degli studenti. Possibilità per le scuole di do-

tarsi di laboratori territoriali per l'occupabilità (anche con il contributo di enti privati). Il territorio viene suddiviso in ambiti territoriali, più piccoli di una provincia. Il preside gestisce le risorse umane, finanziare, tecnologiche e ma-teriali, propone gli incarichi ai docenti iscritti negli elenchi degli albi territoriali (N.B.: non può assumere parenti fino al secondo grado), i quali devono accettare la proposta; metodologia di scelta e parametri di valutazione sono resi pubblici sul sito web della scuola. Il preside, nei limiti delle strutture, riduce il numero di alunni. Il suo operato viene valutato, in ogni suo aspetto, da una commissione pre-disposta dall'Ufficio Scolastico Regionale. Il governo vara inoltre un piano di assunzioni straordinarie, per chiudere le Graduatorie ad esaurimento, con il quale vuole assu-mere oltre 100.000 precari. Nodale è la mobilità, poiché molti insegnati temono di dover essere spediti dall'altro capo del Paese. E' inoltre avviato un piano straordinario di mobilità territoriale rivolto ai docenti assunti in ruolo fino al 2014/15 che chiedessero di essere trasferiti. D'ora in poi i professori necessari saranno assunti solo trami-te concorso. I professori neoassunti (in periodo di prova) saranno valutati dal preside, sentite le indicazioni del co-mitato di valutazione, in base all'istruttoria del docente tutor del detto prof. E' introdotta la Carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente di ruolo: 500 euro annui da spendere per varie attività di forma-zione (dall'acquisto di riviste all'iscrizione a corsi univer-sitari, dall'ingresso nei musei a quello nei cinema etc.). Le modalità secondo cui distribuire la carta sono ancora, però, da decidere. La formazione in servizio dei docen-ti è obbligatoria e le attività di formazione sono definite dalle singole scuole. La valutazione degli insegnanti viene eseguita su richiesta degli stessi. Il preside può assegna-re loro un bonus sulla base della valutazione effettuata a partire dai criteri individuati dal comitato di valutazione degli insegnanti (tre docenti, un genitore e uno studente per le superiori). E' istituito un portale unico dei dati della scuola, in modo da rendere pubblici tutti gli atti e le circo-lari del Ministero, nonché tutti i dati delle singole scuole. Complesso è il tema dei finanziamenti dei privati. Ciascun ente che scelga di donare fondi ad una scuola ottiene una detrazione fiscale del 65% . Il denaro donato confluisce in un unico fondo, che poi viene redistribuito tra le scuole; il 10% dei fondi va alle scuole che hanno ottenuto sovven-zioni sotto la media, la restante parte è redistribuita tra le scuole secondo le donazioni. Viene poi una lunga par-te dedicata all'edilizia scolastica, che ricapitolerò molto sommariamente (per gli interessati, commi 153-179). La principale manovra in tale campo è quella di mettere a di-sposizione 300 milioni di euro per mettere in sesto scuole

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BUONASCUOLA

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in cattive condizioni segnalate dalle regioni; esse possono segnalare al Ministero da 1 a 5 interventi da effettuare sul proprio territorio. Sarà poi un'apposita commissione a va-lutare i progetti più urgenti, rispettando il vincolo di alme-no un intervento a regione. Seguono una sfilza di dati cir-ca i fondi e l'impiego nei vari enti di prevenzione, nonché le responsabilità degli enti locali sugli edifici scolastici. Dal comma 180 al 185 vi è una lunga delega al governo per l'adozione di decreti legislativi al fine di riordinare e co-dificare le disposizioni in materia di istruzione. La delega persegue questi principali obbiettivi: riordino delle nor-mative e redazione di un testo unico, semplificazione del sistema di accesso al ruolo di docente (concorsi, forma-zione per i neoassunti, trattamenti salariali nel primo pe-riodo, assunzione a tempo indeterminato), riordino delle classi disciplinari, formazione in servizio anche dal punto di vista pedagogico, promozione dell'inclusione scolastica degli studenti disabili, revisione dei percorsi professionali, istituzione di un sistema di istruzione integrativo dalla na-scita ai sei anni (definizione livelli essenziali di prestazioni della scuola dell'infanzia, generalizzazione della stessa, innalzamento del livello di qualificazione degli educatori, esclusione dei servizi educativi dell'infanzia da quelli a do-manda individuale, creazione di poli di aggregazione per bambini fino ai sei anni), garanzia dell'effettività del diritto allo studio, promozione della cultura umanistica (accesso all'arte, potenziamento delle discipline artistiche a scuola, potenziamento dei licei musicali), adeguamento della nor-mativa sulla valutazione degli studenti e sullo svolgimento dell'esame di matura. I commi dal 186 al 191 riguardano la Provincia autonoma di Bolzano, mentre dal 200 in poi vengono snocciolati tutti i dati relativi ai fondi per i vari progetti. Quello appena terminato vuol essere un riassunto più og-gettivo possibile della legge, a titolo puramente divulga-tivo e lontano da scopi propagandistici, nella consapevo-

lezza che per un adeguato riassunto e commento sarebbe necessario quantomeno un trattatello. Una rapida e superficiale opinione personale? Ritengo la riforma generalmente apprezzabile, quantomeno negli intenti. Buone l'idea dell'organico funzionale, il ridimen-sionamento, rispetto alle prime stesure, del ruolo del preside e la sua valutazione. Ottimi il comma 22, il 28 e l'introduzione del curriculum dello studente. Certamente positivi l'alternanza scuola lavoro (unico modo per fare esperienza in quel campo), il Piano per la scuola digitale e il Portale unico dei dati, anche se nutro qualche dubbio sull'efficienza della loro realizzazione e sulle metodologie. Valutazione sospesa su PTOF e finanziamenti da parte dei privati, ritengo sia necessario aspettare di vedere i meccanismi in atto. Circa quest'ultimo punto, poi, ritengo che destinare il 10% dei fondi alle scuole con donazioni sotto la media sia troppo poco, lo alzerei almeno al 30%. Per quanto riguarda il comparto professori, buono negli intenti il piano di assunzioni straordinarie, assai peggiore nella realizzazione. Positiva la Carta di formazione e, ose-rei dire, la valutazione dei professori in base alle direttive del comitato, anche se bisogna fare attenzione ai parame-tri adottati. I comparti edilizia ed assunzioni sono davvero troppo tecnici per poter dare un giudizio completo e sicu-ro in materia. I giudizi espressi valgono, ovviamente, sul piano mera-mente teorico. Ora è necessario vedere come questa legge verrà effetti-vamente applicata, quali saranno le reazioni di professori e studenti e che cosa deciderà di fare il governo. Ci sono inoltre un sacco di temi della legge che devono ancora es-sere specificati mediante decreti attuativi al più entro 180 giorni. Il governo si è mosso e si sta muovendo, è compito degli studenti tenersi informati, aspettarlo al varco e, se necessario, castigarlo.Matteo Giugovaz

SPOTTED ISIS, ARCHEOLOGO DECAPITATO IN SIRIA

ATTUALITÀ

Il 18 agosto i militanti dell’ISIS hanno compiuto un nuovo gesto barbarico, uccidendo Khaled Assad, ex-re-sponsabile del sito archeologico dell’antica città di Palmira, in Siria. L’archeologo di fama internazionale è stato imprigionato, torturato e decapitato pubblicamente, mentre il suo cadavere è stato appeso a un palo della luce. In precedenza Assad era stato sollecitato dai colleghi ad abbandonare Palmira, ma lui non aveva voluto ascoltarli. Al posto di scappare prima dell’arrivo dei jihadisti, il noto archeologo ha deciso di rimanere per contribuire all’evacuazione di alcuni reperti archeologici, attirando l’attenzione dello Stato Islamico. Dopo aver conquistato Palmira lo scorso maggio, i militanti dell’ISIS hanno posizionato mine e ordigni esplosivi fra le rovine romane della città, come già fatto in siti archeologici in Iraq, e hanno messo in vendita alcuni reperti sul mercato nero internazionale. A Roma i musei e i luoghi di cultura sono a lutto e, per ricordare l’archeologo siriano che ha dedicato gran parte della sua vita all’arte romana, il delegato alla cultura della Città di Roma Dario Nanni ha proposto di dedicargli un’area archeologica della Capitale.

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PLUTONE COME NON L'ABBIAMO MAI VISTO

112 morti e più di 720 feriti a Tianjin, in Cina. La città portuale, a soli 100 km di distanza da Pechino, è stata devastata da una serie di esplosioni e deflagrazioni avvenute il 12 agosto in un deposito di agenti chimici. Le fiamme si sono pro-pagate in tutta la zona industriale, dove hanno preso fuoco numerosi container e magazzini, mentre una nube di fumo nero ha coperto la città. La causa del disastro è l’elevatissima quantità di cia-nuro di sodio, pericolosissimo a contatto con l’acqua e mortale se inalato o ingeri-to, che era conservato nel deposito de-vastato dalle esplosioni. Oltre al numero ingente di vittime e feriti fra vigili del fuoco e civili, preoccupa la possibilità di un rischio chimico causato dai gas tos-sici dispersi nell’aria. Tuttavia, il governo cinese rassicura che «la qualità dell’aria rispetta gli standard». Le autorità cinesi, inoltre, hanno ordinato l’evacuazione di una zona di 3 km intorno al luogo dell’e-splosione per il pericolo di una contami-nazione chimica letale della stessa por-tata del disastro di Cernobyl.

Da Plutone New Horizons chiama Terra. Il 14 luglio la son-da New Horizons ha raggiunto Plutone dopo nove anni e mezzo di viaggio in cui ha percorso più di cinque miliardi di chilometri. La sonda, sviluppata dalla Nasa per l’esplo-razione dei confini del sistema solare, è la prima e unica ad aver raggiunto Plutone, pianeta così distante dalla Terra da essere stato studiato sinora solo con telescopi spaziali e terrestri. Grazie a un incontro ravvicinato con il pianeta nano, New Horizons è riuscita ad analizzare e fotografare la superficie di Plutone e del suo satellite più grande, Ca-ronte, completando uno degli obiettivi della missione. I dati raccolti, una volta trasmessi a terra, saranno essenziali per analizzare la geologia e la morfologia dei due corpi celesti e studiarne l’atmosfera. Il prossimo obiettivo della missione prevede lo studio di 2014 MU69, un oggetto della Fascia di Kuiper a oltre 6 miliardi e mezzo di chilometri dal Sole.

In caduta la borsa di Shangai. Dal 12 giugno la principale borsa valori cinese sta subendo un crollo che l’ha portata a perdere più del 30% del suo valore in meno di un mese. Le autorità cinesi hanno fatto di tutto per ridare un po’ di fidu-cia ai mercati e per evitare che il valore delle azioni conti-nuasse a scendere. Hanno svalutato la moneta nazionale (lo yuan), hanno abbassato più volte i tassi di interesse e hanno ordinato alle istituzioni statali di investire di più, tutto ap-parentemente senza molto successo. Infatti, sembra che le borse cinesi non siano più capaci di infondere sicurezza ai loro investitori, i quali preferiscono vendere le loro azioni piuttosto che continuare a investire. Inoltre, il crollo dei li-stini asiatici fa volare l’euro e lo yen, considerate monete stabili, mentre il prezzo del petrolio raggiunge i minimi degli ultimi sette anni.

TAFFERUGLI GRECIQuest’estate è stata anche teatro di vari tentativi da parte della Grecia di lasciare a bocca asciutta i suoi vari creditori, Ger-mania in primo luogo. Tsipras ha infatti indetto per il 5 luglio un referendum che chiedeva al popolo greco se sottostare alle condizioni imposte dal Fondo Mo-netario Internazionale. Ha vinto il “No” e Tsipras, forte del risultato, si è opposto alle richieste avanzate dalla Cancelliera Merkel, ma alla fine ha dovuto cedere e pagare alcune rate dei vari debiti. Da ciò si è originata una scissione nel partito di Tsipras, Syriza, poiché l’ala di sinistra più radicale non ha accettato il compro-messo. Il premier è rimasto al governo, seguendo le direttive di privatizzazione imposte dalla Germania fino a fine ago-sto, quando ha rassegnato le dimissioni e indetto nuove elezioni che si terranno in programma per il 20 settembre. Fino a quando non ci sarà un nuovo esecutivo, la carica di capo del governo viene rico-perta da Vassiliki Thanou-Christophilou, presidente della Corte Suprema. Para-dossalmente, nella democrazia più anti-ca del mondo, è la prima volta che si ha una premier donna, anche se per poco tempo.

ESPLOSIONE A TIANJINRISCHIO CHIMICO

ROMA CAPITALE MARINO BARCOLLA MA NON MOLLADa quando è stato eletto sindaco di Roma, il democratico Ignazio Marino non ha avuto vita facile, anzi. Con l’esplosio-ne del caso Mafia Capitale, di cui avevamo parlato a dicem-bre dell’anno scorso, la sua Giunta ha rischiato di essere sciolta per mafia. Poi c’è stato il caso della mala gestione della città, a causa dei servizi scadenti e del tutto inadatti per una capitale che attrae più di 10 milioni di turisti ogni anno. Di recente il tema della mafia a Roma è tornato pre-potentemente di attualità, da quando il clan dei Casamo-nica, cosca già presente in parte del Lazio, ha organizzato un funerale-spettacolo per il capofamiglia, durante il quale sono stati fatti riferimenti espliciti alla mafia e alla potenza del clan. Il sindaco Marino in tutti questi casi è stato attac-cato ferocemente, in particolare da Lega e M5S, che chie-dono un ritorno alle urne, ma talvolta anche dal suo stesso partito. Nonostante ciò lui non ha fatto un passo indietro, e ora, in collaborazione col prefetto della città Franco Ga-brielli, sta cercando delle soluzioni nuove per una situazio-ne quanto mai disperata.

CRISI IN CINABORSE NEL CAOS

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ESPLOSIONE A TIANJINRISCHIO CHIMICO

TRAGEDIA INFINITAL’estate è ormai finita, siamo di nuovo a scuola e in fondo possiamo dire tutti di aver trascorso delle vacanze serene. Eppure il dramma dei migranti non ha conosciuto ferie. Durante l’estate abbiamo assistito ad un au-mento esponenziale degli arrivi in tutta Europa, 100.000 nel solo mese di luglio, per un numero complessivo di circa 340.000 dall’inizio dell’anno.Anche se continuano ad arrivare sulle nostre coste barconi spesso carichi di cadaveri, in una strage sempre più ignorata poiché quotidiana, la maggior parte del flusso migratorio si è spostato sulla via dei Balcani. Sono principalmente siriani in fuga dalla guerra civile, che passando per la Turchia arrivano sulle isole greche coi gommoni e poi proseguono, una volta a terra, verso il Nord Europa. Ma il loro viaggio in cerca di una nuova vita spesso incontra nuove tragedie. Come l’imposizione del blocco temporaneo della frontiera greco-macedone, quando migliaia di disperati si sono dovuti accampare nella “terra di nessuno”, dormendo sotto la pioggia e assaltando il muro di scudi eretto dalla polizia di frontiera in tenuta antisommossa. Oppure il trattamento ri-servato loro in Ungheria, dove il governo, che non nasconde il suo odio per gli stranieri, continua a ostacolarli in ogni modo, deportandoli nei campi di smistamento o impedendo il loro viaggio, costruendo l’ormai celebre muro sul confine con la Serbia o facendo bloccare dalla polizia la stazione di Budapest, da dove partono i treni carichi di disperati verso la Germania. Tali misure, oltre ad essere condannate dalla maggior parte dell’opinione pubblica estera, non risultano nemmeno efficaci, poiché la disperazione porta chi ha ancora un po’ di soldi in tasca ad affidarsi a trafficanti e mafie, sperando di poter giungere prima alla meta. Purtroppo neanche questa via offre sicurezze e certezze, come si è visto qualche settimana fa nel caso dei 71 clandestini trovati morti in un tir in Austria.

Arte, un termine che sentiamo sempre più spesso, tra la televisione, internet e quella semplice cultura generale di cui siamo più o meno tutti dotati. I limiti del concetto di arte si sono spezzati con l'avanzare degli anni, tanto che ormai questa sola parola comprende declinazioni che, personalmente, mi lasciano talvolta perplessa. Persino una sedia al centro di una stanza vuota può valere milioni: sì, perché è arte.“Come, non lo capite? Mi stupisco di voi! Anzi no. No, perché neanch’io lo capisco...” O meglio, capisco il signi-ficato che vi è dietro, che può essere tanto profondo da causare brividi lungo tutto il corpo, ma la messa in opera mi confonde. Su quest’aspetto, però, ci torniamo dopo, perché più che dell'arte e della composizione in sé, mi pia-cerebbe soffermarmi sulla figura dell'artista. Un artista è colui - o colei, ovviamente - che crea opere di un certo valore estetico: da una poesia ad un quadro, da una scul-tura ad una canzone o un testo teatrale. La lista potrebbe andare avanti per altre tre righe, tuttavia per affetto nei vostri confronti ho deciso di tagliarla qua. Non frainten-detemi, io provo rispetto per gli artisti, se essi dimostrano di meritare tale titolo. E non conta che sia stata una fi-gura importante ad affibbiartelo o, al contrario, lo abbia

fatto tu stesso; non è una questione di critici e recensioni. Il punto è trasmettere emozioni. Emozioni che desidero provare anche senza la spiegazione cartacea; ecco perché non apprezzo realmente l'arte contemporanea: una sedia al centro di una stanza vuota mi causa soltanto una gran voglia di sedermi. E come ogni idea può essere tradotta in un'opera d'arte, per essere un artista basta avere un'i-dea: o perlomeno è questo che mi viene naturale pensare, prima che il mio buon senso mi tiri uno schiaffo mentale e mi riporti alla ragione. Un vero artista sente. Forse non più degli altri, forse esattamente allo stesso modo, ma ri-esce a trasmetterlo al mondo, a fare da tramite tra lui e le emozioni. E questo, per quanto tutti provino a convincermi del con-trario, non mi accade con tutti coloro che si reputano ar-tisti. Che sia mia, la colpa, o loro, non mi è dato saperlo.Ciò che so è che non tutti sono in grado di fare arte - al-meno per quanto mi riguarda - ed è meglio così. Perché, e qui lasciatemi citare “Gli Incredibili” a metà e ignorate l'ovvia influenza del mio fratellino:Se tutti fossero artisti, sarebbe come dire che non lo è nessuno.Sveva Nistri

OPINIONIARTE

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I GENERI MUSICALI NATI NEL '900Due conflitti mondiali, lo sbarco sulla luna, la nascita del-la psicoanalisi, l’affondamento del Titanic, l’elaborazione della teoria della relatività generale, il crollo di Wall Street, la guerra in Vietnam… but what about music in the '900?

JAZZ Nato a cavallo tra l’800 e il ‘900, trova le sue origini nei worksongs, negli spirituals e nel blues. La storia del jazz ha inizio quando, con l’abolizione della schiavitù nel 1865, molti neri, utilizzando strumenti ‘di scarto’ come pianofor-ti scordati o trombe usate nella guerra civile, iniziarono a suonare melodie totalmente originali nelle quali esprime-vano la loro disperazione e rivendicavano i loro diritti ai quali l’umanità rimaneva totalmente indifferente. Trova il

suo centro di sviluppo nella città di New Orleans, grande porto commerciale: qui, dove molti neri si erano spostati per trovare lavoro, nasce, dall’incontro della cultura nera con la cultura dei coloni bianchi, il jazz. Resta per molto tempo un genere di musica riservato alle classi meno ab-bienti, caratterizzato dall’improvvisazione che raggiunge-va il suo apice nella jam session nella quale tutti i musicisti improvvisavano contemporaneamente. Va via via svilup-pandosi in diverse correnti quali principalmente lo swing, più ondeggiante e ritmico, il boogie-woogie, destinato a intrattenere i bianchi, il ragtime, suonato prevalentemen-te al pianoforte e caratterizzato da un ritmo binario sin-copato, il be-bop, uno tipo di jazz più difficile e raffinato, che i musicisti suonavano ‘per se stessi’ vestiti con abiti da

DOSSIERMUSICA

MUSICA E SOCIALE:NE ABBIAMO DAVVERO BISOGNO?

“E dopo giugno il gran conflitto / e poi l'Egitto / un'altra età. Marce svastiche e federali / sotto i fanali / l'oscurità”. “In Italia fatti una vacanza al mare / in Italia meglio non farsi operare / in Italia non andare all'ospedale / in Italia la bella vita / in Italia le grandi serate e i gala / in Italia fai affari con la mala / in Italia il vicino che ti spara”. Due spezzoni di testi italiani messi a confronto: rispettiva-mente Aida (Rino Gaetano) e In Italia (Fabri Fibra). Basta leggere le poche righe riportate sopra per dedurre che nel giro di 30 anni (1977-2007) le cose sono decisamente cambiate: la musica pop negli ultimi tempi è a corto di idee, forse perché negli anni passati di idee ne sono state bruciate così tante, che ormai non si sa più che cosa scri-vere. E mi sorge spontanea una domanda: perché il boom di testi di profondo impegno politico e culturale è scaturi-to proprio in un dato periodo? Perché la società cambiava e aveva bisogno di cambiare, ognuno voleva dire la sua, e per la prima volta tutti lo potevano fare. La musica era quindi usata come arma di innovazione per esprimere e diffondere concetti, idee, proteste, bisogni, aspirazioni. E tutti ascoltavano la stessa musica, perché tutti volevano le stesse cose, volevano sentirsi parte di un'unica gran-de comunità con le stesse esigenze. E quella stessa mu-sica aveva su tutti lo stesso effetto e si manifestava nella stessa maniera, nelle mode in particolare. Spesso poi le persone si riconoscevano in un divo, un idolo, che diven-tava l'emblema di un'ideologia (a proposito di questo, da

sempre le persone hanno seguito e idolatrato ed emulato i divi, tanto da urlare e strapparsi capelli a un concerto di Farinelli come a uno dei Beatles).Adesso nessuno ha bisogno di un collante ideologico, di un cantante che esprima i bisogni rivoluzionari di una co-munità di giovani che vogliono stravolgere la società in cui vivono: il sessantotto, le brigate rosse, la crisi degli anni settanta, la guerra fredda, mani pulite e la caduta del muro sono uno sbiadito ricordo. Perché la società in cui viviamo noi ci dà un livello di libertà d’espressione talmente eleva-to che non sentiamo il bisogno di cambiare praticamente niente e la musica da strumento di unificazione diventa pura ricreazione: ognuno ascolta quella che gli pare. Vale lo stesso per la moda: lo stile non è più monolitico, ma è un'accozzaglia di stili diversi tra cui possiamo scegliere. Attenzione, però: ogni stile, ogni genere musicale è legato a un preciso contesto sociale. Lo dimostra uno studio che associa a ciascun livello di istruzione una diversa quantità e qualità di consumo della musica, la quale, quindi, è usata un po' come “segno di riconoscimento”.C'è chi pensa che la musica abbia raggiunto il limite, che non possano essere inventati altri generi (al massimo ria-dattati quelli vecchi) perché non c'è più bisogno di cam-biare, non c'è bisogno di qualcosa che accomuni; essa or-mai si ascolta semplicemente per diletto, sta perdendo il valore di arma sociale che precedentemente aveva.Carla Oriani

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IDOLI E BASTALo senti il tempo che passa? Senti il mondo che gira ine-sorabile senza aspettare nessuno? Cambiano le mode, le passioni, le manie. Cambiano le persone. Eppure c’è qual-cosa che rimane. Qualcosa che aspetta lì nell’angolo, fer-ma a guardarti. Qualcosa che è lì da sempre, ma che non si accontenta mai di passare inosservata: la musica, unico porto sicuro in un universo in continuo mutamento. Devi saperla sai ascoltare, logico. Non sono qui per consigliare cos’è da ascoltare e cosa no, voglio parlare dei musicisti più famosi, anche conosciuti come “idoli musicali”. Ma cos’è davvero un idolo? C’è chi dice che è un esempio, chi un’ispirazione. Ognuno ha il suo parere, il suo punto di vista. Personalmente sono affascinata dai fanatici. I fan veri, che vanno ai concerti e coprono le pareti delle loro case con poster colorati per vedere i loro beniamini anche quando vanno in bagno. Loro hanno le più sfrenate fanta-sie. Loro sono quelli che rimangono fedeli sempre, anche dopo anni, qualsiasi cosa accada. Alcuni dicono che per poter definire davvero un musicista “idolo” bisogna co-noscere quello che c’è dietro alla sua semplice immagine. Altri che bisogna sentire un legame, delle somiglianze. E se fosse semplicemente una questione di mode? Se l’amo-re incondizionato verso l’ultimo dei vincitori di X-Factor fosse solo voglia di essere al passo con le tendenze? È sempre stato così, fin dall’inizio. La folla si è spesso fatta condizionare dai media in senso di musica. Ma non tutto

è commerciale, esistono anche i veri appassionati. I sani ascoltatori che sognano ad occhi aperti l’incontro con il compositore della colonna sonora che accompagna le loro giornate, o la loro fonte d’ispirazione che li spinge ad an-dare avanti nella vita quotidiana. Ma tutti possono essere presi come esempi? Tutte le belle canzoni sono frutto del lavoro di una persona esemplare? Prendiamo Miley Cyrus. Su YouTube i video della giovane cantante hanno milio-ni di visualizzazioni, ma è attualmente conosciuta per le numerose critiche che riceve a causa degli atteggiamenti “poco eleganti” che esibisce. Eppure ho sentito parecchie persone chiamarla “idolo”. Non sarà mica una questione di gusti? Non sarà forse il caso di accorgerci che ognuno in-terpreta i messaggi che riceve in modo diverso? Guardia-mo ora Jim Morrison. Ancora oggi se ne vendono poster, magliette e dischi. Ormai sono passati più di trent’anni, eppure il personaggio non ha perso la sua fama dopo la morte, nonostante le esibizioni “da arresto” (letteralmente parlando). Cosa rende tutti questi musicisti tanto amati nonostante i loro atteggiamenti folli? Si tratta di semplice fedeltà alla loro musica oppure c’è dietro dell’ammirazio-ne? Dell’invidia per un coraggio che li ha resi famosi, an-che se a modo loro? Sognare non ha prezzo, e quale modo migliore se non trovarsi un idolo per continuare a farlo, anche attraverso le sue melodie? Tutti abbiamo bisogno di qualcuno da seguire. C’è chi trova la sua vocazione leg-

cerimonia e con le spalle rivolte verso il pubblico, ed infine il rhythm and blues che ispirerà la nascita nel rock ‘n’ roll e del soul. Nato negli anni ’20, è il risultato dell’unione delle forme popolari della musica americana sviluppatasi nel sud.

CRISI DEL SISTEMA TONALEParallelamente prende forma anche un altro stile musica-le, completamente diverso, appartenente alla cosiddetta ‘musica colta’, erede della musica classica. Dopo la crisi del sistema tonale, a cavallo tra Ottocento e Novecento si dà inizio ad una ricerca di nuovi codici su cui basare la composizione musicale. Le soluzioni sono diverse. Si pro-pone il ritorno alla modalità, all'adozione di nuove scale di derivazione extraeuropea, come propose Claude De-bussy. Nel secondo decennio viene delineato da Arnold Schönberg un nuovo sistema basato su dodici note. Al-tri musicisti, invece, come Igor Stravinsky, Bela Bartok e Maurice Ravel cercarono nuova ispirazione nelle tradizio-ni folkloristiche e nella musica extraeuropea, mantenendo un legame con il sistema tonale, ma sperimentando nuove scale, ritmi e timbri.

COLONNE SONORECon la nascita del cinema sonoro, nel 1926, si viene a cre-are uno stile musicale completamente innovativo la cui funzione è di commentare musicalmente le scene dei film. Ciò che contraddistingue questo genere è che non esisto-no canoni, ma la musica segue lo stile del compositore; essendo personale può quindi avere influenze totalmente differenti, dalla musica classica al jazz, fino al rock. Insie-me al cinema sonoro si ha anche la trasposizione e a volte l’invenzione di nuovi musical prima rappresentabili solo a teatro. Anche qui vi sono diverse correnti, dai musical

hollywoodiani come il famoso “Singing in the rain” a quelli la cui intenzione era di mostrare problemi socialmente ri-levanti e poco noti come “West Side Story”.

MUSICA LEGGERA Durante tutto il Novecento vengono inoltre inventate nuove apparecchiature tecnologiche grazie alle quali si sviluppa una vera e propria industria musicale. Nasce in questo contesto quella che noi definiamo genericamente ’musica leggera’ con diversi sottogruppi quali principal-mente il rock ‘n’ roll, che trovò il successo nel rockbilly con l’intramontabile figura di Elvis Presley e dalla quale deriveranno al loro volta il rock (inteso più genericamen-te), l’heavy metal, l’hard rock e il punk; la musica elettro-nica che darà vita a diversi generi come la musica house e techno; il soul e il reggea originati dal rythm and blues; infine la pop music, la quale racchiude un insieme di ten-denze musicali caratterizzate da orecchiabilità, semplicità di linguaggio, disimpegno inerente la tematica dei brani e ritmica semplice. Essa si diffonde tramite concerti, video, manifestazioni musicali, incisioni discografiche, trasmis-sioni radiofoniche e televisive. Con questo nuovo genere di musica incomincia a prendere forma un nuovo fenome-no chiamato ‘plugging ‘consistente nella continua propo-sizione di un brano da parte dei media. La pop music era ed è tuttora un tipo di musica accessibile a chiunque è e fu sempre in stretto contrasto con la cosiddetta musica impegnata rappresentata da personaggi come Bob Dylan e Joan Baez. Sicuramente da citare i Beatles, la cui for-mazione ha segnato un cambiamento in tutti gli ambiti — dalla musica alla moda alla pop art — e la cui musica è ancora ascoltata dopo che sono passati decenni dalla loro divisione.Anna Venchiarutti

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I talent show, soprattutto di carattere musicale, sono fra i programmi che mi risultano più indigesti. Non so se, come gran parte dei programmi siano peggiorati nel corso degli anni, ma ora come ora sono una combinazione fra un “re-ality show” - fra virgolette perché mostrano tutto tranne la realtà - e una scarsissima forma di cabaret, decisamente demenziale. I giudici sono degli ipocriti, si adeguano alle reazioni di un pubblico composto al 90% da persone con nessuna conoscenza musicale degna di nota e utilizzano quasi sempre i criteri più discutibili, lasciando passare tutti i figli della musica commerciale, qualche fenomeno da baraccone che scaricheranno prima di arrivare alle se-lezioni più importanti e solo pochi palesi talenti. Ricordo quando mi sono imbattuta nell'edizione di X-Factor USA di qualche anno fa: una dei giudici era Britney Spears e già avevo da ridire. Davvero stavo ascoltando Britney Spears incitare i concorrenti a comunicare più emozioni mentre cantavano? Tralasciando la sua voce, la maggior parte dei suoi testi sono fra i più squallidi e superficiali

che abbia mai ascoltato, non comunicano nessun tipo di valore o sentimento. Fra l'altro queste raccomandazioni mi sembrano inutili, dato che i partecipanti si conquistano il pubblico raccontando la storia della loro vita, parlando del loro presente difficile o instabile - che sembra sempre dipendere dall'esito dell'esibizione -, con tanto di lacrime, sfregandosi continuamente la faccia e facendo chilometri fra passi avanti e indietro per il palco e giravolte sul posto. Per non parlare di Amici, con tutte le rivalità, le storie d'a-more e Briga che deve fare l'alternativo sempre e comun-que. Ci si concentra sempre di più sul personaggio crea-to che sul talento. D'altra parte, alla maggioranza piace il dramma, lo spettacolo. Chi guarderebbe un programma che consiste in sole performance di cantanti amatoriali? Chi si prenderebbe la briga di perdere tempo e soldi per occupare i sedili dello studio televisivo, o anche solo per votare un vincitore? La gente vuole affezionarsi, vuole se-guire ogni puntata come fosse una soap opera. Vogliono un altro tipo di intrattenimento, ed è quello che i “giudi-

gendo e innamorandosi degli autori, dei loro concetti, e chi invece ha bisogno di sentirli vivi, di ascoltarli, stabilen-do un contatto proprio con una musica, con le parole di un cantante. Troverai sempre la persona pronta a criticare i gusti degli altri. Sarà la stessa che alla sera accende lo stereo e alza il volume al massimo esattamente come fai tu, convinta di ascoltare qualcosa di migliore. È per que-sto che esistono le unità di misura. Ci mettono d’accordo, trovano dei punti d’incontro. Ma non mi risulta che ci sia

una tabella che spiega come usare le diverse graduazioni di “bello” o di “brutto”. La musica rimane una questione personale. Esistono idoli che sono stati scelti per l’esem-pio che danno, e altri per le emozioni che trasmettono. Rimangono in qualsiasi caso delle icone. Nel caso in cui non l’avessi ancora capito, chiedilo alla tua compagna di classe, quella che viene a scuola con le maglie delle band. “Cos’è un idolo?”Caterina Mezzena Lona

Cos'è la Beatlesmania? Per molti è un termine senza sen-so, altri fanno due più due e ci arrivano, per tanti è uno stile di vita. “Beatlesmania” è la fusione del nome del gruppo che segnò il mondo della musica negli anni '60 - '70 e la parola “mania”, simboleggia il delirio totale che si provava (e si prova ancora) nei confronti dei Fab Four. Se-condo una stima del 2001, è risultato in assoluto il gruppo musicale di maggior successo e la rivista Rolling Stone ha posto i Beatles al primo posto della classifica dei 100 mi-gliori artisti musicali di tutti i tempi. La Beatlesmania è addirittura considerata materia di stu-dio di psicologi, università e specialisti del settore. Incredi-bile, no? Ma cosa vuol dire essere Beatlesmaniaca/o? Pos-sedere ogni album del gruppo è normale, insomma, pura e semplice cultura generale. Qualche poster in camera è giusto, voglio dire, chi non vorrebbe un sexy e giovane Paul McCartney a vegliare sui propri sogni? Ma un Beat-lesmaniaco ricorda date, concerti, tutti i testi delle can-zoni (del gruppo e dei singoli quando si sono sciolti), ama incondizionatamente Ringo Starr nonostante sia quello messo in ombra. I Beatlesmaniaci conoscono il mito della morte di Paul McCartney e del suo rimpiazzo e decidono di ignorarlo, etichettando la sostituzione come stupida, idiota, pazzia pura, frutto della mente di un matto… In-

somma, una vera bufala! Al massimo la si può interpretare come una trovata pubblicitaria per l'album Abbey Road. Un vero fan crede, però, che il gruppo si sia fumato uno spinello prima dell'incontro con la regina, e c'è chi nega, chi conferma e chi ci spera. I veri seguaci hanno almeno qualche capo anni Sessanta per le feste a tema. Di solito in casa loro trovi qualche altarino sacro, davanti a cui li vedi inchinarsi la sera prima di dormire. È possibile che per casa ci siano gadget di ogni genere, oltre a quaderni e penne troverete cartine di cioccolatini al gusto Beatles, o un set di lenzuola con le facce dei vari membri della band. Ma per carità, non fatevi spaventare, sono persone come altre, solo un po' ossessionate. In Italia, quando sulla sce-na comandavano Mina, Celentano e Morandi, compari-vano Loro, i Beatles. Ammettiamolo, nonostante alcune canzoni senza senso, molte sono tanto profonde da aver segnato il mondo intero, a sostegno di varie cause come la pace e la fine delle guerre. Insomma, li si può ritenere pazzi psicopatici strafatti di acidi, oppure poeti che hanno cercato, con le parole a volte insensate, di salvare un mondo corrotto. -Per me sono semplicemente dei geni –Giorgia Fumarola

BEATLESMANIAUN NOME, UNA LEGGENDA

TALENT SHOWUN INSULTO ALLA MUSICA

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Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Kurt e Amy Winehouse. Sei nomi di sei cantanti che hanno qualcosa di più in comune, oltre alla musica: essersi spenti alla prematura età di 27 anni. Il nome è stato coniato a seguito della morte dei primi quattro artisti verso gli anni ’70, mentre la Winehouse è il caso più recente (2011). Più nello specifico esiste il “J27” ovvero cantanti morti tutti a 27 anni con una J nel nome. Del club of 27 fanno par-te cantanti prevalentemente rock, deceduti per lo più a causa di abuso di alcol e droghe, ma anche per omicidio, suicidio, incidente stradale e malattia. Le morti attribuite a overdose, però, hanno sempre serba-to un alone di mistero, perché le autopsie non sono riu-scite a chiarire se la morte sia veramente stata causata da eccessi di sostanze stupefacenti e alcol. In termini gior-nalistici si parla di “maledizione dei 27” come se potesse trattarsi di un fenomeno che colpisce artisti rock venti-settenni a caso. Si parla di complotti orditi dalla CIA per liberarsi di artisti che stavano diventando scomodi, come di possibili contatti tra le vittime con l’occulto. Lasciando la CIA e l’occulto da parte, si vedano con ragionevolezza le situazioni.In ordine di apparizione: Brian Jones, polistrumentista inglese e fondatore dei Rolling Stones (1962) alla fine degli anni ’60 si allontana sempre di più dai componenti del gruppo fino a venirne estromesso quando non riesce a ottenere il visto per gli States per seguirli in tour. A se-guito delle prime difficoltà con gli altri membri della band, Jones inizia ad abusare di alcol e droga, finché una sera non viene ritrovato morto nella sua piscina, in circostanze misteriose. Viene rilevato che il cuore e il fegato sono sta-ti gravemente danneggiati da overdose. George Harrison è stato suo amico e, in seguito alla morte di quest’ultimo, ha dichiarato che ritiene che Jones non abbia avuto ab-bastanza amore e comprensione e che fosse molto solo.Jimi Hendrix: musicista formidabile che ha rivoluzionato il modo di suonare la chitarra a sei corde; dopo esser stato scoperto in America, il manager lo fa conoscere in Europa, dove riscuote più successo che mai diventando un’icona del rock. Nel 1968 però, comincia il declino psicofisico di Hendrix e la sua band, The Jimi Hendrix Experience, co-mincia a sfaldarsi; il chitarrista inizia una fase di depres-sione accompagnata dalla solitudine e dall’alcol, terminata solo con la sua morte, dovuta a farmaci tranquillanti.Janis Joplin: fin da ragazzina era piena di complessi dai quali cercava rifugio nella musica. Con le prime colla-borazioni coi Big Brothers and the Holding Company, la cantante riceve il suo primo disco d’oro, che la spinge a intraprendere la carriera da solista. Ha condiviso aper-tamente l'ideale Peace & Love hippy ed è stata sempre un’ammiratrice di Bessie Smith. Verso il 1970 pare che la Joplin abbia deciso di staccarsi dalla vita di eccessi che

portava avanti, però, purtroppo, nell’ottobre dello stesso anno l’artista è stata trovata morta a causa di un’overdose di eroina.Jim Morrison: sin da giovane si caratterizza per la vena poetica, l’anticonformismo e l’inquietudine del suo stato d’animo. Fonda i “Doors”, una delle pietre miliari della sto-ria del rock e il primo album ottiene un grade successo, come il secondo. Tra alti e bassi, Morrison ha problemi psicofisici causati dall’abuso di alcol e di droghe e il quar-to album risolleva solo in parte la situazione; nel gruppo ci sono tensioni tra i musicisti e Morrison, che con delle sue follie rovina l’immagine del gruppo. Nel marzo del ‘71 si trasferisce a Parigi e nel luglio dello stesso anno viene ritrovato morto in circostanze mai chiarite.Kurt Cobain: cresciuto come un bambino sereno, dopo la separazione dei genitori, fatto che lo segna a vita, diventa introverso e triste; alle superiori fa il bullo, inizia a fumare marijuana e dorme fuori di casa. L’amicizia con un ragazzo dichiaratamente omosessuale lo isola dai coetanei e lo fa diventare più sensibile sui temi del sessismo, del razzismo e dell’omofobia. Cobain ha una carriera musicale impor-tante, durante la quale non smette mai di drogarsi. Fonda i Nirvana nel 1987 e col celebre singolo “Smell Like Teen Spirit” entra in testa alle classifiche del ’92. Riscuote suc-cesso, soprattutto nei live e, nel ‘93, tiene un concerto ritenuto tra i migliori di sempre. Mentre la sua carriera musicale è all’apice, Cobain nelle sue ultime settimane di vita, nel ’94, lotta contro la depressione e l’abuso di dro-ghe. Il cantante tenta di suicidarsi e le prime due volte la moglie (Courtney Love) lo salva, però alla terza fugge di casa e fa perdere le tracce; viene ritrovato morto a causa di un colpo di fucile. Lascia una lettera di addio toccan-te, un alone di mistero attorno alla sua morte, un tassello fondamentale per la musica rock e un’icona.Amy Winehouse: nasce ribelle e anticonformista e il suo album d’esordio, Frank, uscito nel 2003, riscuote molte-plici critiche positive, mentre nel 2006 l’album Back to Black è un successo mondiale. Sullo sfondo la cantante soffre di disordini alimentari, diventa di dominio pubblico il fatto che abusi di alcol, sia autolesionista con una vita sentimentale turbolenta. Si è sempre interessata alla be-neficenza e, nel 2011, fa domanda per adottare una bam-bina; sfortunatamente, però, la cantante muore misterio-samente prima di poter accogliere la ragazzina.Secondo me, i cantanti del club of 27 non sono stati in grado di gestire l’enorme balzo tra le loro partenze, ca-ratterizzate da un miscuglio di disagi economici e sociali, e il successo che hanno riscosso. In poco tempo hanno ottenuto qualunque bene materiale potessero desiderare però, complice la solitudine, non sono riusciti a controllare la loro fortuna, finendo negli eccessi che li hanno rovinati. Maria Tremuli

ci” e i presentatori si affannano a creare. Perfino Simon Cowell -forse l'unico individuo riguardante questo mondo che riesco ad apprezzare - talvolta mi ha stupita andando contro agli altri giudici o ai concorrenti per nessun motivo apparente, giusto per alimentare il suo mito, il suo ego e

il suo portafogli. Lui è effettivamente una persona dura e senza peli sulla lingua, ma è insopportabile quando di-venta falso, falso e commerciale come tutto il resto del baraccone.Teresa Kucich

CLUB OF 27

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RE ENSIONI

Ben ritrovati all'ormai consueto appuntamento multietni-co! È vero, purtroppo questo è un giornalino SCOLASTI-CO e in quanto tale presuppone che i numeri escano, ap-punto, nel nefasto periodo che va da settembre a giugno … Ma suvvia, non roviniamoci il fegato pensando a quanto sarà tedioso e faticoso studiare, e concentriamoci invece sulla lettura di questo (in assoluta modestia) meraviglioso giornalino. Dal canto mio, per cominciare, vi offro come antipasto interculturale una selezione del fior fiore delle località dai nomi più impronunciabili del pianeta!Number 3Ouagadougou, Burkina Faso (1 475 200 ab.) /uagadugu/ DOVE E QUANDO: Questa metropoli si trova più o meno al centro del Burkina Faso, e ne è la capitale. Il clima è a due stagioni, ovviamente piuttosto caldo; l'area è inquina-ta, la vegetazione poca e sporadica. Dal 1974, la piccola cittadina che contava solo 120 000 anime ha subito una crescita a dir poco esponenziale. La densità degli edifici è molto bassa, e visto che l'area urbana si sta espandendo a macchia d'olio è necessario percorrere distanze considere-voli per andare da una parte all'altra della città. POPOLA-ZIONE: Gli abitanti di Ouagadougou sono principalmente di etnia More e Dyula, e la città è un misto di cristiani e musulmani. Sebbene la lingua ufficiale sia il francese, sono gli idiomi locali ad essere più diffusi – anche perché il tasso di alfabetizzazione è molto basso. CURIOSITÀ: Mal-grado la pagina di Wikipedia affermi il contrario, secondo un blog locale la circolazione stradale non ha regole ben precise, pochissimi usano il casco quando vanno in moto e, siccome la città è piana, circola un numero incredibile di biciclette(di cui buona parte senza freni). L'aria a volte diventa irrespirabile a causa di un vento secco e caldo, l'Harmattan, che solleva polveri e agenti inquinanti. Ma-grado l'ambiente e la povertà, le feste sono all'ordine del giorno, e di sera ci si può quasi dimenticare di essere in un paese così povero come il Burkina Faso.Number 2Nuevo San Juan Parangaricutiro, nome ufficiale di Paranga-ricutirimícuaro (20 000 ab.)DOVE E QUANDO: Le origini del nome sono controver-se, ma probabilmente è nato dall'unione dei nomi di due etnie, i Parangari e i Cutirimi. Il villagio è stato ricostruito in un altro sito dopo che il vulcano Paricutín lo distrusse nel 1943(da qui l'appellativo di nuevo). Oggi gli abitanti beneficiano del turismo che attrae gli amanti dei vulcani, i quali visitano i resti del vecchio San Juan, in particolare la punta del campanile della vecchia chiesa, svettante su un piano lavico deserto. POPOLAZIONE: gli abitanti sono cattolici e parlano spagnolo; oltre al turismo, si trovano gli

oggetti ed i giocattoli in legno così come i rebozo, tipici scialle femminili caratteristici del folklore messicano, e le gonne a quadri. La gastronomia è anch'essa molto parti-colare, offrendo piatti come le corundas di mais, le carni-tas – ovvero carne di maiale estremamente tenera servita con verdura affettata – e l'Atápakua, una zuppa a base di carne di manzo, spezie tipiche e menta. CURIOSITÀ: il nome Parangaricutirimícuaro è il più lungo toponimo del Messico, ma alcuni credono che sia stato creato ad hoc per i turisti. In spagnolo c'è un popolare scioglilingua che recita: "El pueblo de Parangaricutirimícuaro se va a desparanga-ricutirimicuarizar. Quien logre desparangaricutirimicuari-zarlo primero será un gran desparangaricutirimicuariza-dor."Number 1Llanfairpwllgwyngyll, ufficialmente Llanfair pwllgwyngyll­gogery chwyrn drobwll llan tysilio gogo goch (3 100 ab.)DOVE E QUANDO: Llanfair è un villaggio di tremila ani-me che si trova in galles, nell'isola di Anglesey. Il luogo è abitato sin dal neolitico, ed era raggiungibile solo in barca. L'area fu brevemente occupata dai romani, ma nel 1563 il villaggio aveva una popolazione di sole 80 persone. Dopo un boom demografico nel diciannovesimo secolo, il villaggio raggiunge le sue dimensioni attuali. Qui si tenne il primo incontro del Women's institute e il movimento si espanse poi nel resto della Gran Bretagna. POPOLA-ZIONE: L'unico fatto degno di nota è che ben il 70% dei cittadini parla fluentemente gallese, ponendo Llanfair in cima alle classifiche della regione. CURIOSITÀ: il nome uf-ficiale del paesino venne coniato solo nel 1860, nel tenta-tivo di attrarre turisti; infatti i luoghi d'interesse non sono poi molti, a parte quanche museo e il ponte che collega l'isola al Galles. A seguito del successo turistico, ci sono stati diversi tentativi di rubare il primato di Llanfairpwll per motivi promozionali. Uno di questi è stato quello della compagnia Fairbourne Railway che ha chiamato una sta-zione ferroviaria Gorsafawddacha'idraigodanheddogled-dollônpenrhynareurdraethceredigion, oppure il vicino paese di Llanfynydd nel Carmarthenshire, che per anta-gonismo dal 2004 ha adottato ufficiosamente il toponimo Llanhyfryddawelllehynafolybarcudprindanfygythiadtrie-nusyrhafnauole .Tuttavia nessuno di questi nuovi nomi ha ancora ottenuto il riconoscimento ufficiale di cui invece gode Llanfair PG tra gli enti pubblici e le autorità del trasporto, anche se in pratica la forma abbreviata tende a essere impiegata nell'uso quotidiano.Beatrice Grigoriev

CINTER ULTURALEPAGINA

TOP 3 CITTÀ SCIOGLILINGUA

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CRE ENSIONIlibri, teatro e cinema

Composto da ventun capitoli, “Il sistema periodico” racconta sto-rie di vita quotidiana dell’autore collegate a elementi della tavola periodica. Ogni capitolo porta il nome di un elemento chimico che Levi ricollega alla storia dei suoi antenati, a momenti della sua gio-ventù, a situazioni lavorative e a riflessioni riguardo alla sua attività di scrittore. All’interno del libro sono presenti anche due capitoli non autobiografici che permettono di riflettere su tematiche com-plesse come, per esempio, l’essere costretti a vivere su un’isola disabitata. In una parte del libro l’autore racconta del periodo tra-scorso ad Auschwitz e delle esperienze che l’hanno profondamen-te segnato durante la guerra.Se si è alla ricerca di un libro che possa dare emozioni mai provate, questo è il quello giusto. C’è da dire che in alcuni casi si è tentati di abbandonare la lettura a causa dei suoi punti morti che porta-no solo a domandarsi “Ma perché l’ho comprato?”; però, quando si giunge alla fine, si riuscirà ad apprezzarlo. Personalmente sono rimasta soddisfatta e lo consiglio vivamente a chi vuole dedicarsi ad una lettura non troppo semplice ma al contempo rilassante e piacevole.Veronica Ipavec

IL SISTEMA PERIODICOPRIMO LEVI

Così come la Sposa Giovane, anche gli altri personaggi, ad eccezione di Modesto, il maggiordomo, non hanno nome: vengono presentati come lo Zio, il Padre, la Madre, la Fi-glia e il Figlio, anche se quest’ultimo non c'è perché in Inghilterra a controllare gli affari di famiglia. Il luogo e l'epoca sono entrambi indeterminati, ma dedu-cibili: un'elegante casa italiana il primo, l'inizio del secolo scorso la seconda. La Sposa è promessa da anni al Figlio e, quando questa giunge, tutti sembrano essersi dimenticati del suo arrivo, accogliendola distrattamente, seppur con modi che appa-iono studiati a misura. Essa viene introdotta nella vaghezza di un sogno, in un mondo magico, surreale, per quanto preciso ed incredibile in una maniera sensata. Con una certa sfrontatezza le viene insegnato l'essere donna, la paura della notte e l'esattezza dei suoi gesti; essa dal canto suo, in un mondo senza tempo, con anzi un tempo relativo e in un certo modo lungo e lento, aspetta il Figlio che arriva, o che meglio dovrebbe arrivare.

Vi è un susseguirsi intenso di intrecci tra le varie vite dei protagonisti e i flashback della vita dello scrittore, la cui voce narrante si trasforma in un ulteriore personaggio. Baricco colpisce il lettore nell'intelletto, accattivandolo e divertendosi a rendere la prospettiva narrante eccessiva-mente mobile, questione di poco conto quando ci si ri-trova immersi in questa atmosfera. Nonostante il bisogno di soffermarsi a cogliere la narrazione, essa risulta molto scorrevole, effetto dovuto alla sovente mancanza di pun-teggiatura e del modo di scrivere, che potrebbe risultare addirittura sgrammaticato. Dopotutto non è necessario comprendere il contenuto a fondo, poiché una storia resta sempre e solo una storia ed è importante intuirla a modo proprio.C'è da dire che, come l'autore stesso afferma, vi si ritrova un virtuosismo narrativo traboccante, che potrebbe sem-brare eccessivo e attuato solamente per dimostrare che se lo può permettere. Ma in effetti è Baricco, e se lo può certamente permettere.Besmire Biniqi

LA SPOSA GIOVANEALESSANDRO BARICCO

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INTER ULTURALE

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RACCONTII BREV

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UN RICORDOSi prenda un ricordo di ciò che si dovrà ancor vivere e lo si spezzi in due. Un'immagine nitida, accecante speranza racchiusa, suoni taglienti- dolce melodia, nuvole d'acqua, un'ultima riga in sospeso. Si prenda un filo silenzioso, col-mo d'ogni colore e lo si getti nel lago, fatale tonfo.Lo si sommerga e se ne liberino le paure, le si abbracci e le si stringa con forza, fino a sentirne la fragranza.La superficie si colorerà; un candore ghiacciato difenderà due anime che in profondità si regaleranno segreti, annaf-fiandoli di lacrime, mentre le labbra d'una accarezzeranno dolcemente le palpebre dell'altra, sussurrando dolci silen-zi.Due corpi abbandonati danzeranno trattenendo i respiri, senza più angoscia alcuna.Il vento muoverà gli alberi circostanti e mentre il candore farà resistenza alla notte, dieci dita si intrecceranno de-bolmente, si annulleranno per esaltarsi a vicenda; dolori incompatibili. Non basterà una vita a spolverare la sabbia segnata da mi-gliaia di spensierate orme, a non pensare alla felicità che

si crederà di poter provare, senza mai crederci davvero.Mano nella mano, si muoveranno tra le onde, scavandosi nell'anima, stringendo due spiragli con un filo, che prima è filo, poi corda, poi nuovamente filo, stretto, forte, com-presso.Si immaginino parole che non esistono, le si metta assie-me e un bacio si potrà spiegare, sotto il ghiaccio: calde labbra sovrapposte, nel giusto modo, con una studiata misura; brividi sussurrati, occhi negli occhi, dolce visione. Si spezzi ora quel filo e se ne sbarazzi nel lago; si sciolga lo strato di ghiaccio resistito al vento e si guardi in basso tra le orme; sembrerà tutto vivo. Si chiudano gli occhi e le si immagini forte: danzano anco-ra spensieratamente.Si aprano ora quest'ultimi e si guardino i colori dell'acqua, si lasci vagar il cuor, che incrocerà le anime tra le fragranze dei ricordi che ancora dovranno essere vissuti.Mani intrecciate, corpi distesi; allora davvero non respi-reranno più.Besmire Biniqui

L' IMPORTANZA DI SAPER AMAREErano seduti a quel tavolo da diversi minuti e non aveva-no osato guardarsi negli occhi.Lui si chiedeva dove aveva sbagliato ma non trovava ri-sposte, si considerava un fidanzato perfetto.«Perché?».«Perché lei non ti amava davvero».«E dopo 14 anni insieme Giada mi avrebbe lasciato perché non mi amava veramente? Olga, è impossibile».«Non eravate più felici insieme, se ne erano accorti tutti».«Io fino a stamattina non me ne ero accorto».«Forse perché non eri mai a casa con lei! Lavori otto ore al giorno, quando torni a casa ti siedi sul divano e accendi la televisione e quasi ogni sera vai a giocare a calcetto con i tuoi amici. Filippo, apri gli occhi: non passavi mai del tem-po insieme a Giada».«E tutte le volte che l’ho portata a cena fuori, alle feste e al teatro? Ogni settimana andavamo a trovare i vostri genitori».«Hai sempre deciso tu dove andare, non hai mai dato a mia sorella la possibilità di scegliere! Tutte le feste a cui la portavi erano organizzate dai tuoi datori di lavoro e la lasciavi sempre da sola in un angolo. Quando andavate a cena fuori la portavi sempre nel ristorante di tuo cugino, per non pagare nulla!».«Olga stai zitta!».

«L’unico che deve stare zitto qui sei tu! Mia sorella ha fatto bene a lasciarti».

Olga si alzò lasciando Filippo da solo. Lui non capiva per-ché Giada non gli avesse mai parlato di tutto ciò, ma era sicuro di amarla. Non sapeva cosa fare senza di lei, non sapeva dove andare a vivere perché non aveva il coraggio di ritornare nell’appartamento dove avevano abitato in-sieme per tanto tempo.Voleva riconquistarla, ma sapeva che non ne sarebbe val-sa la pena: conosceva bene Giada e sapeva che una volta deciso non avrebbe mai fatto un passo indietro sulle sue scelte.

Intanto Giada era a casa insieme all’uomo con cui tradiva Filippo da mesi. Era felice, lui la rendeva felice. Da quando aveva lasciato il suo ex fidanzato si sentiva molto meglio ed era sicura di non volerlo mai più rivedere. Giada non aveva avuto il coraggio di lasciarlo prima perché Filippo era stato il suo primo amore, si erano conosciuti alle supe-riori e da lì non si erano mai più lasciati, ma ora con Davide si sentiva libera e serena, cose che non provava da anni.Non si sarebbe certo lasciata sfuggire l’occasione della sua vita.Veronica Ipavec

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El dolor de cabeza estaba ahí desde hacía días. Su mente, llena de ideas y preocupaciones, tramaba pequeñas accio-nes que se habrían convertido en errores irremediables. Lo único que necesitaba era refugiarse en la burbuja ligera y transparente que la acogía en sus sueños. Pero sabía que lo único que esa esfera llena de neblina le habría pro-vocado sería dependencia y aún mas migrañas. Se sen-taba delante de la pantalla por horas y horas, sin sacar ningún provecho y malgastando tiempo que podría haber pasado con las personas que formaban parte de su vida. Esas personas con las que siempre se comparaba, hasta tal punto que creó una única, compuesta por los términos antónimos de sus propios defectos, los cuales le molesta-ban y le impedían trabajar con tranquilidad y ligereza; las pocas cosas que apreciaba realmente eran inalcanzables en tiempos de poca imaginación dónde lo único que se hacía era recurrir a prosas escritas y versos cantados para comunicar con el prójimo. Tiempos en los que la hipo-

cresía era infravalorada y las decisiones ajenas poco re-spetadas. Prejuicios pertenecientes a entes importantes e injusticias traídas por mano de nuestro reflejo público. Y cuando sus pensamientos circulaban de esta forma se daba cuenta que de eso vivía: de supuestos dolores de cabeza provocados por lo que al día siguiente habría sido titular en portadas de periódicos. Y sólo para parecer me-nos miserable y negligente conversaba sobre temas del estilo con personas importantes que lo único que le apor-taban, a parte de falsas sonrisas, era trabajo. Fue así cómo se dio cuenta de lo mala que era su situación, haciendo referencia al tiempo y al lugar. Poco a poco se daba cuenta que tenia que reemplazar verdadera información con calumnias inventadas por ava-ros, embusteros y usufructuarios de bienes permitidos gracias otra vez a los que se encuentran al otro lado del espejo cívico.Valentina Ceballos

CRÓNICAS DE UN PERIODISTACONTEMPORANEO

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La redazione del CanzoniereDirettore: Matteo GiugovazVice Direttore: Allegra CarboniRedattore: Lorenzo GalloCopertina, grafica, impaginazione: Lorenzo GalloRedazione: Maria Tremuli, Teresa Kucich, Giorgia Fumarola, Sveva Nistri, Caterina Mezzena Lona, Beatrice Grigoriev, Massimo Segulin, Veronica Ipavec, Beatrice Musizza, Maristella Tassetto, Valentina Ceballos, Besmi-re Biniqui, Florinda Bartoli, Silvia Staltari, Gaia Lisi, Allegra Carboni, Sara Trabucco, Tea Zaniboni, Carla Oriani, Teresa Calella, Francesco Spagna, Francesco Santarossa, Emma Covi

Moltissime grazie alla signora Luisa ed alla bidella Anna per la collaborazione

SONDAGGIOCOSA VORRESTI FOSSE MIGLIORATONEL CANZONIERE? (MAX 3)

SCUOLA NOSTRAATTUALITÀDOSSIERRECENSIONI E RACCONTIQUIZSONDAGGIINTERVISTECULTURA

NELLO SPECIFICO COME VORRESTI FOSSERO APPROFONDITI GLI ARGOMENTI DA TE INDICATI

STACCA IL TAGLIANDO COMPILATO E LASCIALO NELLE APPOSITE SCATOLE ALL'INGRESSO DELLA SUCCURSALE E DELLA CENTRALE ENTRO IL 30 SETTEMBREGRAZIE DA TUTTA LA REDAZIONE

Carne - Cioccolata - Formaggio - InsalataMela - Panino - Patate - Prosciutto

Spaghetti - Spinaci