Il Canzoniere N°3

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INDICEEDITORIALE, 2

SCUOLA NOSTRA, 2ATTUALITÀ SPOTTED, 3

I MILLENIALS, 5ICE BUCKET CHALLENGE, 5

#INSTAINTERVISTA, 6BOY BAND, 6

PAGINA INTERCULTURALE, 7RECENSIONI, 8

MUSICA, 9QUIZ, 10

RACCONTI BREVI, 11EVENTI, 15REGOLE, 15

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SCUOLA NOSTRASUCCURSALEAlla fine si torna sempre a parlare delle stesse cose. La succursale fa schifo, cade a pezzi, qui non funziona nulla e blablabla. Per questo motivo mi è stato chiesto di svol-gere un piccolo sondaggio tra le classi del biennio (+trien-nio linguistico, mi spiace ragazzi). Non penso che sia così male, ma effettivamente girando per le classi un paio di difetti comuni li ho riscontrati. Parecchi si lamentano delle scale e della nuova "riforma" che prevede la distribuzione degli alunni sulla scala A e B, e tra le due entrate ( Lar-go Sonnino e Via Gambini). Effettivamente non è molto comodo dover aggirare l'edificio quando mancano pochi minuti al suono della campanella e ti aspetta una verifica di matematica. Soprattutto se devi salire fino al terzo pia-no come tocca ad alcuni sfortunati (tra cui la sottoscritta).Altro argomento di discussione è la palestra. "Piccola e sporca" a detta di molti, per pochi fortunati viene sostitu-ita da un'esterna, con prolungamenti d'orario. Ad altri spetta una sorte ben peggiore, il rientro pomeri-diano, che prevede l'entrata posticipata e l'allungamento

delle lezioni fino alle 15 (esperienza personale dato che tocca pure questo alla mia classe). Un'altra classe, invece, segnala una "piccola voragine" tra pavimento e muro, caso non isolato che si presenta in molte altre aule che lamen-tano buchi nel parquet, che oltretutto si stacca, facendo inciampare insegnanti e ragazzi. Tra gli altri oggetti di lamentele c'è l'aula lingue del piano terra, in cui non funzionano computer e molte cuffie sono rotte, le finestre di parecchie aule, che non ci si azzarda ad aprire per paura che crollino, e la solita mancata co-municazione professore-studente, a cui si cerca di porre rimedio ormai da anni. Come se non bastasse il terzo piano è quello meno con-siderato da tutta la scuola, non solo fa freddo e non c'è il banchetto del bar (il che sarebbe molto utile, visto che è il più lontano dalla sua sede originale), ma le ragazze sento-no molto la mancanza di uno specchio in bagno.Insomma, vi sembra che si chieda molto?Caterina Mezzena Lona

SUCCURSALE, TUTTO A POSTO E NIENTE IN ORDINE?

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Ecco a voi il terzo, ed ultimo per questo quadrimestre, nu-mero del Canzoniere. Questo mese trattiamo un tema che non è semplicemente vicino a noi, ma è un qualcosa con cui conviviamo quotidianamente: le nuove tendenze e i social media. Argomenti legati soprattutto al web e alle sue forme di comunicazione, che vengono idolatrate da alcuni e de-monizzate da altri, considerate come il futuro o come la decadenza, commentate ormai da chiunque, analizzate a vari livelli psicologici e sociologici, utilizzate a favore delle proprie teorie sia nel bene che nel male. La nostra genera-zione è immersa in questo turbine di pensieri, usa in modo quasi innato ciò che per molti è un mondo sconosciuto, da alcuni chiamato "universo del web" (termine orrendo usato solitamente da chi di web ha capito poco o nien-te) da altri "mondo digitale" (ancora peggio forse), spesso in modo inconsapevole, spesso senza alcuna riflessione

o scopo ma semplicemente perché, in un certo senso, "è così che va il mondo". Mi fermo qui perché il parlare di queste cose cade troppo facilmente nel banale e questo Dossier infatti si concen-tra su alcuni temi specifici e cerca di raccontarli in modo chiaro. Da questo mese ci sarà una pagina dedicata alla musica con articoli e playlist. Riguardo a queste ultime chiunque di voi voglia crearne una e condividerla sul Can-zoniere è più che benvenuto, anche per scrivere qualcosa sulla musica, sul teatro o sulla letteratura. Non dimenticatevi del concorso fotografico e poetico, avete tempo fino al 23 dicembre a mezzanotte, non ab-biate paura e buttatevi perché per i vincitori c'è qualche sorpresa. Troverete in questo numero anche il bando per la borsa di studio in ricordo di Igor Slavich.Buona lettura.Lorenzo Gallo

EDITORIALE

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SPOTTED

Il numero di nuovi contagiati da Ebola sta drasticamente scendendo in Liberia, uno dei paesi maggiormente colpiti dell'Africa Occi-dentale, ed è in diminuzione, o comunque in uno stato di stabilità, in paesi come Guinea e Sierra Leone. Quest'ultimo è però ancora in situazioni critiche che hanno portato il governo a proibire celebrazioni pubbliche per le prossime festività come il Natale e il Capodanno. Da quando è cominciata l'epi-demia ci sono stati più di 6000 morti e al-trettante migliaia di contagiati soprattutto a causa delle condizioni in cui versa la popola-zione nei luoghi più colpiti dal virus: grande povertà, assenza di strutture adatte, cattive condizioni igieniche. La situazione non è co-munque del tutto risolta. L'epidemia rischia di non essere del tutto sconfitta ma limitata a piccole zone e questo potrebbe causare in futuro nuove diffusioni.

IL FUOCO NERO ESPLODE NEGLI USAL' 8 dicembre 2014 un gruppo di attivisti di Greenpeace è entrato, illegalmente e senza avvisare le autorità locali, nella zona delle Li-nee di Nazca (i geoglifi del deserto di Nazca in Perù, dichiarati dall'UNESCO patrimonio dell'umanità) per porre sul terreno delle let-tere, di grandi dimensioni, che formavano il messaggio “Time for change! The future is renewable. Greenpeace” (“È tempo di cam-biare! Il futuro è rinnovabile. Greenpeace”). Secondo il governo peruviano le tracce la-sciate dagli attivisti hanno provocato danni considerevoli e Luis Jaime Castillo, vice mi-nistro alla Cultura, ha detto che hanno dato “un vero schiaffo a tutto quello che i peru-viani considerano sacro”. Questa azione di Greenpeace aveva lo sco-po di attirare i leader mondiali in occasione della conferenza internazionale sul clima te-nutasi in questi giorni a Lima (Perù), denomi-nata COP 20. Un portavoce di Greenpeace, Tina Loeffel-bein, ha risposto alle accuse mosse dal go-verno peruviano sottolineando che gli atti-visti sono stati molto attenti a proteggere le Linee di Nazca. Successivamente però Greenpeace si è ufficialmente scusata con un comunicato e ha offerto la sua piena di-sponibilità alle indagini.

GREENPEACE E LE SCRITTE DI NAZCA

ATTUALITÀ

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Nella mattina di lunedì 15 dicembre un uomo è entrato ar-mato al Lindt Chocolate Café di Martin Place (Sydney, Au-stralia) e ha preso in ostaggio decine di persone per più di 16 ore, fino all'operazione di polizia in cui hanno perso la vita due ostaggi e il sequestratore (Man Haron Monis, un irania-no di 50 anni che viveva in Australia dal 1996 e aveva dei gravi precedenti giudiziari). Si aprirà un'inchiesta nei prossimi giorni per stabilire cosa sia effettivamente accaduto all'inter-no del locale e soprattutto nei pochi minuti precedenti all'ir-ruzione delle forze armate.

IL SEQUESTRO DI SYDNEY

Il 14 dicembre si sono tenute in Giappone le elezioni an-ticipate per nominare i membri della Camera Bassa (o “dei rappresentanti”, più importante rispetto alla meno potente Camera Alta) ed il primo ministro. Il partito di centrodestra di Shinizo Abe (premier uscente, che appena poche settima-ne fa aveva sciolto l'esecutivo) ha conseguito una schiac-ciante vittoria ottenendo più dei due terzi dei seggi in palio (325/475). Temi fondamentali portati avanti da Abe nella campagna elettorale sono: la riattivazione di alcune centra-li nucleari spente dopo il disastro di Fukushima, la modifica della costituzione di stampo pacifista (in senso opposto), la gestione dei rapporti con Cina e USA e soprattutto l'ado-zione ancora più massiccia della propria politica economica, nota come Abenomics( deprezzamento dello Yen, tasso di in-teresse fisso negativo, politica monetaria esplosiva e aumen-to della spesa pubblica sono alcuni dei suoi punti cardine). Va però notato come l'affluenza alle urne (52,66%) sia la più bassa nella storia politica giapponese dalla seconda guerra mondiale.

Se già la decisione di un grand jury (particolare giuria com-posta da cittadini estratti a sorte, chiamata a giudicare se le prove raccolte siano sufficienti ad incominciare un proces-so penale nei confronti di un individuo) di S. Louis di pro-sciogliere Darren Wilson (il poliziotto che uccise nell'agosto scorso Michael Brown a Ferguson) aveva scatenato un'onda-ta di proteste, non ci si poteva aspettare altrimenti da questa nuova vicenda avvenuta a New York. Un grand jury newyor-chese ha infatti deciso di non sottoporre ad alcun processo Daniel Pantaleo, che nel luglio scorso uccise senza motivo Eric Garner, quarantenne di colore, durante un tentativo di arresto. La massiccia componente afroamericana ha allora dato inizio ad una serie di manifestazioni (tra cui l'imponente blocco dell'Interstatele 80 a Berkley, in California) contro il razzismo congenito nella società americana e l'impunità dei poliziotti che commettono violenze verso i neri.

IL PUNTO SU EBOLAELEZIONI IN GIAPPONE TRIONFA L'ABENOMICS

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Si tratta dell’ennesimo grande scandalo per corruzione. Una cosa che si spera succeda di rado ,eppure, anche chi si interessa da poco di politica e di attualità, ha sentito parlare di due scandali del genere avvenuti non molto tempo fa: quello dell’EXPO di Milano e quello del Mose di Venezia. Come il recentissimo caso di “Mafia Capitale” , in queste due tempeste giudiziarie sono venuti fuori giri di tangenti fra aziende edilizie e politica per ottenere ap-palti, dalle quali però non era esclusa la magistratura, che doveva guardare dall’altra parte al momento opportuno. Nasce con questa premessa lo scandalo che negli ultimi giorni ha investito la nostra Capitale. Massimo Carmina-ti, capo di una cooperativa per l’inserimento nel mondo lavorativo di persone disagiate, come ex detenuti o im-migrati, per anni si è fatto procurare illegalmente appalti dal Campidoglio. I soldi ottenuti dai lavori commissionati venivano poi “reinvestiti” in mazzette, dando vita ad un continuo circolo vizioso piuttosto redditizio, in quanto ne ha ricavato un guadagno di diverse decine di milioni.

In questo scandalo sono stati coinvolti politici di tutti i partiti, anche se quello più di spicco è Odevaine del PD, ex vicecapo della giunta Veltroni, che secondo gli inqui-renti era molto legato all’organizzazione. Secondo gli in-quirenti potrebbero esserci ancora diverse persone non inquisite dietro quanto accaduto, poiché l’attività crimina-le è passata inosservata per molto tempo, e questo risulta decisamente sospetto. Solitamente, in questi casi, quanti accusati riescono ad evitare pene pesanti, poiché ricorrono al “patteggiamen-to”, ovvero ammettono la propria colpa, in cambio di una sensibile diminuzione di pena. Ciò però potrebbe non ac-cadere in questo caso, poiché Carminati e i suoi aiutan-ti, come suggerisce il nome dello scandalo, sono anche accusati di associazione criminale di stampo mafioso, in quanto in caso di necessità ricorrevano anche alle minac-ce. Questa è un’accusa sensibile in Italia, e forse, almeno per questa volta, la giustizia sarà più giusta del solito. Francesco Spagna

EXPO, MOSE E, NON C'È DUE SENZA TRE, MAFIA CAPITALE

Dodici mesi fa Matteo Renzi conquistava il Partito Demo-cratico e, poco tempo dopo, diventava capo del governo. Cos'è riuscito a fare finora? Poco o molto poco: di sicuro meno di quanto ci si aspettasse. Un anno fa Matteo Renzi vinceva le primarie del Partito Democratico e ne diventa-va il segretario. Una vittoria, la sua, così travolgente (un clamoroso 67 %!) che avrebbe portato il neo-segretario, senza che nessuno se ne stupisse troppo, a diventare nel giro di sei mesi il Presidente del Consiglio più giovane della storia Repubblicana e leader del partito più votato d'Europa. Sorge spontaneo chiedersi cos’abbia realizzato in questi mesi il Fiorentino più illustre d'Italia (senza nulla togliere a Dante) e che cosa resti del sogno di cambiare l'Italia che aveva convinto così tanti nostri connazionali. “Nulla” direbbero in molti, “Molto” direbbero altrettanti. Di sicuro, questo lo abbiamo capito, Renzi è un personag-gio controverso. Sta di fatto che il Presidente del Consi-glio non si è dedicato quasi per nulla a risolvere la crisi economica dell'Italia, tenendo esclusi gli 80 € (guai a toc-carli!). Matteo Renzi si è, invece, impegnato a smuovere e velocizzare il Parlamento: facendo approvare, tra bastone e carota, in tempi semi-record la riforma della Costituzio-ne e della legge elettorale e smaltendo anche quasi metà “dell'arretrato” lasciato dai precedenti Governi. Il Presi-dente del Consiglio ha anche convinto i parlamentari ad approvare il famoso “Jobs Act”: la riforma del lavoro che introduce il contratto di lavoro a tutele crescenti, elimina la norma che prevedeva il reintegro nel caso di licenzia-mento per motivi economici ( una parte del famoso artico-lo 18), toglie l'obbligo di assunzione dei giovani in tirocinio presso un'azienda ed estende la maternità (la possibilità per una donna di non andare a lavorare se rimane incin-ta senza essere per questo licenziata) senza indicare però con quali soldi mettere in pratica queste ultime due nor-me. Impegnato com'era a fare delle comparsate in tivù e a sparare promesse quando vedeva calare il suo indice di gradimento, Renzi si è anche dimenticato di pagare i debiti che lo Stato ha nei confronti delle imprese private (venendo meno quindi ad una sua promessa di febbraio) e

di continuare nel risanamento dei conti. Mentre ha elimi-nato dai suoi pensieri la possibilità di rendere più severe le norme anti-mafia, anti-corruzione e anti-evasione. Solo ora, alla luce dei recenti scandali ed essendo sicuro di gua-dagnarvi consenso, ha iniziato a promettere norme anche riguardo questi temi. E' vero che ha iniziato a preparare le riforme della giustizia, della pubblica amministrazione e delle scuola, ma sono anch'esse ancora solo promesse e controverse. Così, mentre veniva elogiato dai giornali in-ternazionali per il suo coraggio e la sua determinazione e lottava per avere un'Italiana agli esteri nella nuova Com-missione Europea, il Presidente del Consiglio è sembrato non accorgersi che le sue riforme costituzionali ed elet-torali erano state approvate in una sola Camera delle due del Parlamento e che il suo “Jobs Act” stava provocando un'ondata di malcontento e insoddisfazione. Renzi, in-somma, appare come uno che ha deluso le aspettative di cambiamento che aveva suscitato e che si è convertito da “rottamatore” (come gli piaceva essere soprannominato) del vecchio sistema a “meccanico” di quest'ultimo. Poco importa, quindi, che vengano messi on-line i conti dello Stato quandoa una SERIA spending-review non si accen-na (intendo nei fatti) e sulla trasparenza si è in alto mare: basta pensare alla segretezza del “Patto del Nazzareno”. Di quel sogno di un'Italia diversa, migliore e più democra-tica che Renzi aveva suscitato sembra non essere rimasto un gran che. Vero è che nessuno si aspettava “miracoli” in dodici mesi ma si pretendeva più impegno sulle materie che interessano di più la vita quotidiana delle persone e maggiore attenzione al disagio sociale. L'8 Dicembre 2013 salendo sul palco per ringraziare tutti per averlo eletto Se-gretario del Partito c'era una canzone di sottofondo: “I don't care” di Icona Pop. Forse era un “segno premoni-torio”. Se così fosse e, se Renzi non dimostrasse di avere la volontà e le capacità per cambiare questo nostro Pae-se, mi azzardo io a fare una premonizione (esagerando e scherzando un po') sulla canzone adatta al giorno in cui finirà la sua esperienza di Governo: Curre, curre guagliò.Luca Piizi

IL PUNTO SU EBOLA

LE OPINIONI \ RENZI: LUCI ED OMBRE DI UN ANNO SUL PALCO SCENICO

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DOSSIERTENDENZEForse ora vorreste sapere chi sono…o siamo. I Millennials, o generazione Y, sono i giovani nati tra il 1980 e il 1999, i primi a vivere in un mondo completa-mente digitalizzato, in cui i confini vengono delineati dalla rete e non più dalle frontiere nazionali. Nati in famiglie più agiate e aperte, dispongono dei mezzi per cambiare la realtà ma forse, a causa dell’egocentrismo e del narcisismo che li caratterizza, non è ciò che realmen-te vogliono. Se da un lato la rete permette loro di confrontarsi e condi-videre idee, dall’altro pone l’attenzione sull’”io”, continua-mente richiamato nei numerosi profili dei social network, e sulle tendenze, identificate come l’unica via per otte-nere l’approvazione altrui. Mode che hanno vita breve e che, nella loro velocità, portano all’eccessiva pratica del consumismo: essere è avere. Per loro il successo rappresenta una necessità, qualcosa da ottenere nel minor tempo possibile e da realizzare per dimostrare di valere di più delle generazione precedenti, scalando le gerarchie ridefinite a causa della crisi. Accettano le sfide del presente, ma hanno la tendenza ad affrontarle come un gioco, senza distinguere la realtà vir-tuale da quella concreta. La tecnologia è il denominatore comune della vita dei Millennials: nonostante i frequenti

casi di dipendenza dalla rete e di difficoltà nelle relazioni sociali, attraverso internet sviluppano anche nuovi modi di comunicare e di reagire di fronte ad una situazioni po-litica in cui non si sentono più rappresentati. Non sono rivoluzionari, come lo sono stati molti dei loro genitori, e credono che la chiave dell’innovazione non risieda nel cambiamento del sistema stesso, ma nel modo in cui que-sto viene concretizzato. Si determinano così dei valori comuni all’intera generazione che predominano la tradi-zionale concezione della politica. Le loro battaglie post-i-deologiche non trovano spazio nelle attuali prerogative dei governi, incentrate sulla risoluzione della difficile si-tuazione economica. Le speranze, forse ormai illuse, di far affermare una nuova rappresentanza politica ha portato loro a giocare un ruolo fondamentale nelle elezioni statunitensi del 2012, da cui è uscito vincitore Barack Obama. Fiducia ricambiata dal-lo stesso presidente che, in una lettera a loro indirizzata, afferma di credere che il futuro politico ed economico sia nelle loro mani. Saranno (saremo) però capaci di sfruttare questo poten-ziale e di vivere da protagonisti, non solo virtuali, questo inevitabile processo di cambiamento?Marta Pinzan, Allegra Carboni

I MILLENNIALS

ICE BUCKET CHALLENGELA MODA DELL'ESTATE

L'Ice Bucket Challenge nasce il 30 giugno 2014 da un'i-dea di Pete Frates, ex promessa del baseball ammalatosi di SLA nel 2012, e del suo amico Corey Griffin. Si tratta di una “sfida a catena” che consiste nel gettarsi addosso un secchio pieno di acqua gelata o in alternativa donare un contributo alle associazioni di lotta alla SLA, o entrambe le cose. A ogni secchiata corrisponde la nomina di un massi-mo di tre persone che entro 24 ore dovranno a loro volta filmarsi mentre si inzuppano e nominare qualcun altro. Il “bagno gelato” è stato una vera e propria “moda” che ha accompagnato tutta l'estate fino al 28 settembre scorso.Ma che cos'è la SLA? È una malattia, la Sclerosi Laterale Amiotrofica, che colpisce i neuroni di moto; ne consegue una progressiva perdita della capacità di muoversi, parla-re, deglutire e addirittura respirare autonomamente. Col-pisce 1 3 persone ogni 100mila l'anno, il che vuol dire che ogni dodici mesi ci sono tra i 60 e i 180mila nuovi malati di SLA. L'Ice Bucket Challenge è stato un evento globale che ha raggiunto risultati straordinari, tanto che soltanto in America i fondi raccolti per la campagna anti SLA hanno

raggiunto i 106 milioni di dollari. La svolta virale si ha ver-so la metà d'agosto quando Mark Zuckerberg, il famoso inventore di Facebook, posta un video mentre si tira ad-dosso un secchio d'acqua ghiacciata. Zuckerberg nomina Sheryl Sandberg, Reed Hastings e Bill Gates, che insieme a personaggi famosi come Lady Gaga, Cristiano Ronaldo, Oprah Winfrey, Jennifer Lopez e Leonardo Di Caprio con-tribuiscono alla popolarità della sfida. Il giorno del “boom” della raccolta si è verificato tra il 21 e il 22 agosto, con 11,5 milioni di dollari raccolti in ventiquattr'ore, anche grazie alle donazioni dei VIP di mezzo mondo. Per capire la portata dell'evento, basti pensare che in tutto il 2013 i fondi raccolti in America a favore dei malati di SLA (sen-za il supporto di un'iniziativa mediatica) ammontavano ad appena 2,8 milioni di dollari. L'Ice Bucket Challenge ha spopolato anche in Italia, con la partecipazione di perso-naggi come Adriano Celentano, Maria De Filippi, Barbara D'Urso, Adriano Galliani e molti altri. In tutto sono stati infatti raccolti 2,4 milioni di euro, un risultato non da poco se si pensa che al 25 di agosto le donazioni sfioravano ap-

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pena i 250mila euro. I fondi raccolti in Italia verranno ge-stiti dalle associazioni dedicate alla SLA in questo modo: 1,4milioni per progetti- studio, ricerca clinica e tecnologia assistenziale innovativa; 700mila euro come sostegno agli individui affetti da SLA e alle loro famiglie e in opere di sensibilizzazione e informazione sulla malattia; i rimanenti 300mila saranno invece destinati alla realizzazione di una Banca Dati Nazionale dedicata alla ricerca sulla SLA. Per il 2015 si pensa inoltre a un nuovo bando scientifico dedi-cato proprio all'Ice Bucket Challenge.Un movimento di questa risonanza non poteva che susci-tare giudizi discordi. Tanti si sono detti a favore della rac-colta fondi, che in effetti è stata piuttosto efficace mentre qualcuno obietta invece che ci sono malattie più gravi che non ricevono la dovuta attenzione ma, in fondo, ognuno combatte per la propria causa, ed è normale che vinca chi ha le idee più innovative.

Non sono mancate anche polemiche più originali: c'è chi ha sostenuto che “così si spreca troppa acqua”. La replica: “ricordiamo che per ogni sciacquone del WC se ne usano 10 15 litri”.Un dottore britannico ha fatto notare che “l'Ice Bucket Challenge nuoce alla salute, tanto che due persone sono morte e molti sono stati i feriti”.Sempre in tema di polemiche, secondo l'ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, “è tragico che per raccogliere fondi occorra fare i deficienti.” Sarà per questo che vari personaggi non hanno accettato la sfida? Tra questi Ba-rack Obama – nominato da più di un VIP – che ha co-munque fatto una donazione, e Papa Francesco, nomina-to dalla cantante Shakira, che si è rifiutato dicendo: “Un cristiano sa dare, la sua vita è piena di atti generosi, ma nascosti, verso il prossimo”.Carla Oriani

Gira voce che Twitter abbia sorpassato Facebook per quanto riguarda la fama. Sarà del tutto vero? A parziale spiegazione e conferma di questo fenomeno, secondo uno studio compiuto in America, vi è la considerevole mi-grazione verso social che garantiscono più anonimato. Su Twitter le relazioni sono infatti incentrate più sui contenu-ti e meno sulle persone e non vi è l'obbligo di instaurare una relazione. Inoltre, scegliere chi “seguire” offre la possi-bilità di “scremare” gli argomenti che interessano, il che fa risparmiare tempo, come pure i messaggi sintetici che ri-sultano più comprensibili e mirati rispetto ai lunghi e spas-sionati stati di Facebook. Tuttavia, se vogliamo parlare di numeri, il social network di Zuckerberg rimane in testa. Se chiedessimo, infatti, ad un italiano quale sia secondo lui il nucleo della rete sociale, metterebbe molto probabilmen-te al primo posto Facebook. Vediamo di capire il perché. Gli iscritti a Facebook scelgono di condividere contenu-ti riguardanti principalmente famiglia e amicizie, mentre Twitter – grazie al suo DNA real-time – si concentra pre-valentemente sullo sport, sul business e sulla politica e

richiede quindi l'utilizzo da parte di persone che di tutto ciò ne sappiano qualcosa. "L'Italiano Medio"-che Maccio Capatonda mi perdoni- rientra tendenzialmente nella pri-ma categoria di persone piuttosto che nella seconda (non che sia un male eh!). Inoltre, per quanto riguardà l'età, se il profilo del “consumatore di notizie” su Twitter tende ad essere più giovane (ben la metà degli iscritti a Twitter è compresa in una fascia che va dai 18 ai 29 anni), è anche vero che i giovani italiani, rispetto ai “tweettanti” del resto del mondo, snobbano il social che viene maggiormente usato da giornalisti, politici e vip o comunque da un'uten-za più “adulta”. Twitter necessita di saper essere usato, cosa che, evidentemente, la maggior parte dei giovani ita-liani non sa fare adeguatamente (ignoranza tecnologica). Molto probabilmente, quindi, il motivo va ricercato solo e soltanto nel nostro solito ed immancabile ritardo nell'ac-cogliere le innovazioni tecnologiche. Come andrà a finire? Non lo so; di certo sarà una battaglia interessante, com-battuta a colpi di like e #ashtag. Teresa Calella

TWITTER SORPASSA FACEBOOK

Qulache giorno fa il mio Direttore mi ha chiesto di scri-vere un articolo su una tendenza derl momento; allora mi son detta:"Perché non sentire direttamente la voce di una ragazza moderna per scoprire coa le interessa di più?". Mi trovo dunque qui oggi in compagnia di una ragazza che mi ha contattato un paio di giorni fa perchésentiva il biso-gno di sfogarsi e di raccontare ai lettori del Canzoniere ciò che più le turba l’animo. Essendo un’intervista raccolta in modo strettamente confidenziale, per ovvi motivi di pri-vacy non posso rivelarne il nome.Cosa ti spinge a rivelare alcuni aspetti della tua vita priva-ta legata ai lettori del Canzoniere?La scorsa settimana è successo qualcosa che ha cambiato la mia vita per sempre. Mentre camminavo per il Viale ag-giornando il mio profilo Facebook è avvenuta la catastro-fe: sono andata a sbattere contro uno di quegli alberi che corrono lungo l’intera via, il cellulare mi è scivolato dalle-mani ed è caduto per terra con un rumoroso CRACK. Mi sono subito avvicinata alla scena deldelitto per esaminare la vittima ma era troppo tardi: il mio adorato iPhone 5 era

riverso in una pozzadi frammenti di vetro (in seguito ho scoperto che erano i resti dello schermo) e non dava alcun segno di vita. Lì, proprio in quel momento, ho pensato che la mia vita stesse volgendo alla fine. Ho mandato subito il cellulare a riparare e quei giorni di distacco sono stati i più lunghi della mia vita.Qual è il tuo rapporto con la tecnologia?Anche se provo un sentimento quasi materno per il mio iPhone 5, spesso vorrei lanciarlo fuori dalla finestra. Hai presente quando hai il 30% di batteria e sono appena le 9 del mattino? Terribile, veramente terribile! Non vedo l’ora di cambiarlo. Secondo te dovrei chiedere per Natale l’i-Phone 6 o l’iPhone 6 Plus? Bianco o nero? Oppure dovrei aspettare ancora un anno per il nuovo modello? Prendere questa decisione mi sta uccidendo.In che modo cominci la tua giornata?Ogni mattina mi sveglio un’ora prima di prendere il bus per prepararmi al meglio. Qualche volta un’ora non mi ba-sta perché scorrendo centinaia di foto su Instagram perdo la concezione del tempo. Dopo essermi truccata, il selfie

#INSTAINTERVISTA

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RE ENSIONItristan da cunha

Buon nuovo giorno di scuola ai miei affezionati e suppon-go stremati lettori; in quest'ultimo mio reportage prima del fatidico 23 dicembre, invece di approfondire la co-noscenza di regioni e città come Snow (Arkansas) o New Year island (Tasmania), vorrei guardare il Natale dal punto di vista di un' isola che è più isolata di Aleutine, Guam e Fær Øer messe insieme: sto parlando, ovviamente, di Tristan da Cunha.SI TROVA VICINO A …Niente di niente: si vuole partire dal Sudafrica? Bene, bi-sogna farsi 2800 km di traversata. Si preferisce il Brasile? Idem come sopra. Infatti non c'è uno sputo di aeroporto poiché l'isola è troppo piccola (98 km²) e sovrastata da un vulcano, e se non si contano terre disabitate ( tra cui l'isola Inaccessibile) l'isola più vicina è Sant'Elena, già di per sé piuttosto solitaria – 2000 km al largo delle coste angolesi. Quindi armatevi di iPod, iPad e libri a volontà per i sei gior-ni di traversata che vi aspettano; sempre che riusciate a

trovare un letto libero su una delle navi che passano per Tristan, visto che gli abitanti ricevono visite otto o nove volte l'anno. Pronti a partire? NATALE A THE SETTLEMENTI 265 attuali abitanti di Tristan da Cunha - esclusi gli iso-lani in vacanza e aggiunti i turisti arrivati con la nave ap-pena ripartita - aspettano con trepidazione l'arrivo del Christmas break-up day, quest'anno il 19 dicembre: da quel giorno in poi, vacanza per TRE INTERE SETTIMANE. Tutto si ferma: il negozio è chiuso, il caffè pure, e il medico sarà disponibile solo per urgenze. L'estate è alle porte, e presto si toseranno le pecore per ricavare la lana con cui fare vestiti e souvenir. Sì, perché non bisogna figurarsi una società di trogloditi: la piccola comunità dell'isola potrebbe somigliare quasi ad un pae-sino italiano. Anche se, ovviamente, lo spirito degli abitanti di the settlement (l'unico insediamento dell'isola, ufficialmente

PAGINAINTER ULTURALE

mattutino non me lo leva nessuno. Come dice il mio fede-le amico Cosmo (“famosa” rivista femminile, per chi non lo sapesse): “Un selfie al giorno toglie le rughe di torno!”.Noto che sei molto legata alla fotografia. Che ruolo ha nella tua vita?Non potrei vivere senza la mia fotocamera o, per lo meno, senza il mio iPhone. Scattare foto fa parte della mia vita e non passa un’ora senza che io mi sia fatta una foto. Per-sino in classe, trascinata dall’entusiasmo della mia com-

pagna di banco che si nasconde dietro il libro di scienze, un selfie postato su Snapchat o su Instagram non manca mai. Proprio stamattina ho guadagnato cinque followers e ho dovuto subito avvertire la mia compagna di banco. Chissà se anche lei ha Instagram e, se ce l’ha, perché non mi segue? Glielo domanderò domani mattina. Comunque, adesso che l’intervista è finita, possiamo co-gliere l’opportunità per farci un selfie?Gaia Lisi

Sembra un fiume in piena. E non mi riferisco alla carica di donne assetate di shopping durante i periodi di saldi. I sal-di terminano, mentre il fenomeno delle boy band sembra non avere arresto. Anzi, grazie al sempre più sviluppato potere dei media, la fama dei giovani cantanti aumenta sempre più. Chi non ha mai sentito nominare gli “One Direction”, i “Five Seconds of Summer” siglati rispettiva-mente 1D e 5SoS, oppure gli italiani “I Volo” e “Aula 39”? Se si parla di boy band spesso volentieri si parla anche di fanatismo. Il pubblico si divide prevalentemente in due fa-zioni: i fans (con la netta maggioranza di ragazze), che ap-prezzano molto la musica pop proposta da queste band, e gli haters ovvero chi critica gli artisti indipendentemente dalla qualità del loro operato. E quando le due fazioni si scambiano i punti di vista, è di norma assistere ad accapi-gliamenti reciproci. Secondo gli haters le canzoni "fanno schifo" (solitamen-te non si esprimono con cotanta eleganza) e a loro modo di vedere, le fans seguono le band solo per il bell’aspetto

dei cantanti. La replica, accesa quanto la critica, sottolinea che l’apprezzamento del gruppo è dovuto alle musiche. E’ un po’ difficile pensare che i cantanti non piacciano fisi-camente, dato che sono ragazzi giovani che curano il loro aspetto. Che poi non c’è nulla di male a detta di una fazio-ne moderata – neutrale. Quello che non viene espresso e sottolineato molto da parte delle followers è che ad attira-re l’attenzione sia spesso volentieri il contenuto dei brani. Parlano per lo più di ragazzi innamorati persi di qualche bella ragazza, nella quale si identificano le adolescenti, oppure di qualche cuore spezzato dove i (le) giovani ri-conoscono la loro situazione sentimentale. Le canzoni o meglio, il loro contenuto sostengono le teenagers nell’a-dolescenza grazie al fatto che in qualche modo si sentono dedicati i testi. Questa forma psicologica è un sostegno non indifferente per alcune ragazze. In esclusiva per i curiosi ecco i nomi di alcune famose bb asiatiche “EXO”, “TFBOY” e “MBLAQ”Maria Tremuli

BOY BAND

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RE ENSIONIteatro e cinema

Dopo il successo londinese lo spettacolo viaggia in Europa e, dopo aver riascosso un notevole gradimento a Berlino, Vienna, Monaco di Baviera e Zurigo, lo spettacolo approda finalmente a Trieste al teatro Rossetti. Nono-stante la grande fatica per ricreare un concerto pop dovuta lo scioglimento del gruppo, il suo team ha realizzato una fedelissima riproduzione di un grande concerto della famosissima band degli anni '70.Con l' arricchimento di filmati originali e documenti dell' epoca, con rapidi cambi di scena e di abito, e una fedelissima riproduzione degli strumenti originali, i musicisti mettono in scena tutta la storia dei quattro amici di Liverpool, e durante lo show cantano i “pezzi migliori della loro carriera: Yesterday, She loves you, Come Together e molti altri (grande assente The Yellow Submarine)". I cantanti che interpretano Paul McCartney, John Len-non, George Harrison e Ringo Star sono alcuni dei migliori performer inglesi tra i quali James Fox e anche un cantante italiano.Grande ritmo e platea in piedi a cantare, ballare ed applaudire, con finale davvero coinvolgente grazie al molto atteso Let it Be e un interminabile Hey Jude. Imperdibile per i fan della band che ha cambiato il corso della storia della Musica.Francesco Santarossa

LET IT BE A CELEBRATION OF THE MUSIC OF THE BEATLES

INTER ULTURALE

Edimburgh of the Seven Seas) è completamente diverso – nel bene, nel male? - dal nostro.I PRIMI TRISTANIL'isola venne scoperta nel 1506 da Tristão da Cunha, ma il primo insediamento permanente venne instaurato nel 1810 da un quartetto di avventurieri il cui capo, Jonathon Lambert, si proclamò autorità sovrana del luogo. Infatti, a quei tempi, l'Atlantico del Sud era piuttosto frequentato da balenieri e navi che facevano la spola tra Europa ed Asia. Lambert rinominò l'arcipelago Islands of Refresh-ment, Isole del Ristoro. Solo uno del gruppo, però, rimase in vita fino al 1816, anno in cui il governo inglese annesse l'isola ai suoi possedimenti per tenere d'occhio Napoleone Bonaparte, esiliato alla già citata Sant'Elena. Lo sfortuna-to, un certo Tommaso Corri originario di Livorno, venne accusato di aver ucciso i suoi compagni nonostante la sua versione fosse un naufragio; circolano perciò molte leggende su un ipotetico tesoro ricavato dai profitti dei commerci con mercanti e pescatori, nascosto chissadove. Sull'isola gli inglesi costruirono poi una base militare.DAL 1817 AD OGGI: ARRIVI E PARTENZESuccessivamente, oltre ai soldati si cominciò a costi-tuire una popolazione di civili. Fu nel 1817 che William Glass sottoscrisse i principi della vita comune a Tristan da Cunha: tutti dividevano il poco che c'era, e nessuno era superiore ad un altro. Quel microcomunismo fu una semi

realizzazione dell'utopia socialista, e dimostrerebbe che in piccole comunità volontarie è possibile condividere, senza scontrarsi in aspre lotte continue per i beni ed il denaro.Dopo un periodo di boom economico e dopo una dram-matica evacuazione in Inghilterra avvenuta nel 1961 a causa di un'eruzione del vulcano, la maggior parte dei tri-stani nel '63 fece ritorno alla propria casa. Attualmente, molto di ciò che Glass aveva ispirato è rimasto: tutte le famiglie hanno un proprio terreno e una propria casa, ma la terra è di tutti ed insieme si decide cosa farne; inoltre, i nuovi arrivati sono davvero pochi e non possono compra-re un appezzamento. Spesso gli isolani svolgono più mestieri: si occupano di cu-rare le coltivazioni, di pescare e anche di svolgere mansio-ni governative. Ci sono 80 nuclei familiari, ma solo sette cognomi (tra cui Lavarello e Repetto, ovviamente originari di queste parti). L'endogamia purtroppo porta svariati di-sagi, come ad esempio l' asma, di cui soffre circa la metà della popolazione.E voi, sareste felici di passare un Natale senza internet, senza negozi o ristoranti, con una famiglia che si mescola agli amici, abbrustolendovi al sole dicembrino dell'emisfe-ro australe e raccogliendo patate? Ad alcuni potrà sem-brare un sogno, ad altri un incubo. Certo è che questa vita non fa per tutti.Beatrice Grigoriev

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MUSICAHappy Birthday to You è probabilmente una delle canzoni più cantate nei paesi occidentali per celebrare i comple-anni, con un testo tradotto in moltissime lingue e con una storia davvero singolare. La sua melodia originale deriva da una canzone del 1893 composta da due sorelle, Mil-dred J. Hill e Patty Smith Hill, maestre d'asilo statunitensi. Si intitolava "Good Morning to All" ed era cantata per ac-cogliere i bambini la mattina.

Good morning to you, Good morning to you, Good morning, dear children. Good morning to all. Non si sa chi scrisse invece il testo inglese dedicato ai compleanni. Questo compare per la prima volta in un li-bro del 1924. La melodia, unita alle nuove parole, ebbe un successo incredibile e questo causò i primi problemi legati ai suoi diritti. La versione originale della canzone era stata infatti pubblicata nel 1893 in un libro intitolato Song Sto-ries for the Kindergarten della Clayton F. Summy Company. La stessa Clayton Summy aveva ottenuto i diritti sul lavo-ro delle due sorelle che in cambio avevano concordato di prendere il 10 percento per ogni copia del libro venduta.

A denunciare tutto ciò fu un'altra sorella, Jessica Hill, dieci anni dopo la prima pubblicazione della nuova versione e in seguito, appunto, al suo grande successo. Jessica Hill collaborava ancora con la Clayton Summy e nel 1935 pub-blicò la canzone definitiva, con la melodia di Good Morning to All e il testo di Happy Birthday to You, coprendola così dal diritto d'autore. Acquistata da John F. Sengstack la Clayton F. Summy Com-pany fu rinominata in Birch Tree Ltd. e successivamente acquisita dalla Warner/Chappell Music (società del gruppo Warner Music) nel 1988 per 25 milioni di dollari. I diritti della canzone passarono così alla Warner Music. I diritti di Happy Birthday to You sono però teoricamente scaduti nel 1963. Le case di produzione cinematografica e gli autori di programmi tv continuano a pagare le royal-ties perché nessuno si è mai fatto avanti per denunciare la Warner Music, probabilmente a causa del fatto che si trat-ta di una tariffa relativamente bassa. Nel complesso però parliamo di 2 milioni di dollari l'anno. Tutto ciò è stato de-nunciato dalla regista Jennifer Nelson che ha fatto causa alla Warner/Chappell presso la Corte federale di New York nel 2013 per rendere la canzone di dominio pubblico. Il processo è ancora in corso.Lorenzo Gallo

P L AY L I S T1.Hero \ Family Of The Year \ Loma Vista Never \ All the Luck in the WorldLove is All \ The Tallest Man On EarthI’m not the only one \ Sam Smith \ In the Lonely HourHigh Hopes \ Kodaline \ In A Perfect World

2.Warriors \ Imagine Dragons \ Warriors Blood On My Name \ The Brothers Bright \ A Song Treasury Love Don’t Die \ The Fray \ HeliosLaura Palmer \ Bastille \ All This Bad Blood Little Baby Pines \ Sunbears! \ Dream Happy Dreams

CHRISTMAS BONUS.Ring Christmas Bells \ Ray Conniff Cold December Night \ Michael Bublé Shake up Christmas \ Train

DI CHI SONO I DIRITTI DI HAPPY BIRTHDAY?

In un lontano futuro, il pianeta Terra è visibilmente in ginocchio innanzi all’ormai prossimo esaurimento delle risorse, a numerose e imponenti tempeste di sabbia e a una malattia che danneggia i raccolti di grano, lasciando come unica chia-ve di sopravvivenza il mais. In una base segreta di ricerca e di lancio della NASA, la NORAD si studiano soluzioni per poter salvare gli esseri umani dall’imminente fine, infatti la generazione della giovane Murphy (detta Murph) è l’ultima che potrà sopravvivere. Ci sono due possibilità per non far estinguere la specie umana: trasferire su un altro pianeta gli esseri umani (Piano A) oppure lasciarli morire e portare degli embrioni congelati in qualche pianeta ospitale (Piano B). Cooper, il padre della ragazzina, e altri quattro scienziati si trovano quindi a condurre una missione nello spazio; dovranno attraversare il wormhole (una sorta di scorciatoia da un punto dell'universo a un altro, che permetterebbe di viaggiare tra di essi più velocemente di quanto impiegherebbe la luce a percorrere la distanza attraverso lo spazio normale – definizione di Wikipedia) nei pressi di Saturno, arrivando in una sorta di realtà parallela da dove partirà la ricerca di un pianeta con condizioni favorevoli per attuare il Piano A. Dalla partenza della squadra scorrono sequenze dal ritmo incalzante e piene di imprevisti, che si alternano a scene di riflessioni sull’amore tra genitori e figli. Viene calcato il costante pericolo che corrono gli astronauti, sono evidenziate la fragilità e le debolezze umane, ma anche il coraggio e il sacrificio per il prossimo.Maria Tremuli

INTERSTELLAR

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1) Se senti qualcuno dire: “ Che mignatta!”, qual è la tua reazione?a) Pensi: “Che imprecazione datata ...”b) Gli chiedi la ricetta.c) Domandi chi si è guadagnato un tale appellativo.

2) L'espressione “andare a carbonella” si può riferire a:a) Un'anziana che cammina lenta.b) Una persona che trotta ad andatura sostenuta.c) Un villano che insudicia la strada.

3) Quando si guarda qualcuno con un'espressione tra il lusco e il brusco:a) Si è infuriati oppure molto infastiditi.b) Si è annoiati a morte, e si fa smorfie di disprezzo.c) Si è combattuti tra severità e comprensione.

4) Un tuo amico sta … bruciando i vascelli. Probabilmen-te:a) Sta sprecando la sua intelligenza leggendo fumetti cre-tini, invece di darsi da fare.b) Ha appena deciso di andare a vivere con la sua ragazza, ed ha venduto il vecchio appartamento.c) Critica ogni opinione differente dalla sua, fa il superbo e lancia frecciatine molto affilate.

5) I tuoi genitori ti rampognano da due ore. Cosa potrà mai essere successo?a) Hai mandato volontariamente in black-out la succursale del Petrarca (e i tuoi sono furiosi).

b) Hai guadagnato con fatica un otto in matematica (e i tuoi ti adulano come se fossi Einstein).c) C'è una verifica in vista (e i tuoi tentano di farti studia-re rompendoti con ogni mezzo, lecito od illecito).

6) Se paliamo di un'impresa aleatoria, la detta impresa sarà …a) Inutile (andare a scuola a balzi invece che camminando).b) Irrealizzabile, fattibile solo in teoria (prendere un dieci e lode).c) Rischiosa, dubbia (dire alla prof che i tuoi temi privi di senso sono in realtà finissimi anacoluti).

7) Una persona melissofobica:a) Ha una paura ingiustificata degli acidi e dei corrosivi.b) Ha una paura ingiustificata delle api e delle vespe.c) Ha una paura ingiustificata di tutti i tipi di colla.

8) Un esempio di frase lapalissiana è:a) Orbene, m'accingo ad analizzare minuziosamente la più sublime opera dell'Ottocento alemanno ...b) Se non fosse cioccolata calda, sarebbe di certo una bar-retta.c) O mordo tua nuora o aro un autodromo!

9) Se, in questo periodo, invacchisci, vuol dire che:a) Pur di non muoverti dal divano, mastichi qualsiasi cosa ti diano.b) Mangi solo verdura sperando di dimagrire.c) Il tuo cervello è un po' intorpidito.

NATALE ALL'ITALIANA

Quante volte ci sentiamo dire dai prof che parliamo peggio di un bambino delle elementari, e che nel lessico siamo re-grediti invece di sfruttare il fatto di studiare, appunto, materie umanistiche? Orbene, è arrivato il momento di scoprire se questi dubbi sul nostro modo di comunicare hanno ragione di esistere. Mettetevi alla prova con questo test che guizzerà da lessico improbabile, forbito e specifico ad espressioni persesi nella notte dei tempi, si spera da riportare in auge.

Da 6 a 9 risposte esatte:Chapeau: sei un brillante critico in erba. Disponi di tutto il lessico precipuo per scrivere coltissimi saggi e trattati super-lativi; oppure, più probabilmente, di un buon intuito che ti è stato d'aiuto a trovare il bandolo della matassa. In ciascuno dei due casi, i docenti non hanno di che lagnarsi!Da 3 a 6 risposte esatte:Andiamo bene, andiamo bene;sarai di certo in grado di trasmettere l'anima della nostra lingua a tutti i tedeschi, ameri-cani e stranieri in genere. Non disporrai forse di un lessico da vegliardo, ma di certo sei in possesso di una mente con le sinapsi al poso giusto.Da 0 a 3 risposte esatte:Orsù, non ti crucciare! Bisogna ammettere che questo quiz andava davvero a spulciare nei più reconditi recessi dell'Ita-liano, ma per leggere Dante occorre dare tempo al tempo. Inoltre, a volte, è molto utile saper parlare come si mangia, per far capire alle persone cosa vuoi da loro senza fraintendimenti.Beatrice Grigoriev

2.Warriors \ Imagine Dragons \ Warriors Blood On My Name \ The Brothers Bright \ A Song Treasury Love Don’t Die \ The Fray \ HeliosLaura Palmer \ Bastille \ All This Bad Blood Little Baby Pines \ Sunbears! \ Dream Happy Dreams

RISPOSTE:1-c; 2-a; 3-c; 4-b; 5-a; 6-c; 7-b; 8-b; 9-c

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RACCONTII BREV

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Era un uomo di età indefinita, aveva gli occhi vissuti, di un colore chiarissimo, un grigio impercettibile, e la pelle, segnata da rughe leggere, era bianca come la luna. Non parlava mai molto, preferiva esprimersi attraverso le sue tele; infatti nessuno sapeva nulla di lui, nemmeno il suo nome. Ognuno gli dava un nome a seconda dei propri gusti, proprio come si attribuisce un significato diverso e personale alla stessa opera. I suoi quadri erano famosi

ovunque. Disegnava con gli acquerelli, con i pastelli, con il carboncino, con i colori ad olio. Le sue opere sembravano avere un significato ben preciso ma al contempo erano incredibilmente soggettive, e non era raro che le persone si mettessero a piangere davanti a quei capolavori, poiché riuscivano in qualche misterioso modo a toccare le corde più intime e segrete dei pensieri umani. Lui però rimaneva sempre impassibile. Quando dipingeva si chiudeva in una

DUECENTODICIASETTESe lo sentiva, Marltoom, che quella sarebbe stata una buona soluzione.Non aveva idea del mese in cui si trovava, per lui ogni giorno era numero ed ogni numero era diverso.Quando la sveglia suonò l'arrivo dell'ultima cifra, si affrettò a spe-gnerla a gentili parole, poiché il duecentodiciasette sape-va di domenica; poteva dormire.Un'esistenza passata a contare, ma chi poteva fargliene una colpa? Nella vita si aspetta e se si ha la fortuna di sa-perlo fare si sta bene; se si sa addirittura cambiare l'attesa ci si rende invincibili. Marltoom decideva, non era fatto di sensazioni; le controllava, le selezionava a seconda del ve-nire e dell'andare di queste, scartando le contrapposizioni, pur tenendole dentro, perché avrebbero potuto servire. Adattava le scelte al numero corrente, ma era la libertà a costituire quest'ultimo. Si pensa che la determinazione nella scelta sia già libertà in sé, ma imponendosi una sensazione siperde la capacità di sentirla sinceramente.Si alzò verso le cinque del pomeriggio, Marltoom, dirigen-dosi verso la doccia. L'acqua fluiva dolcemente, ricadendo sul morbido biancore della sua pelle, al momento ricoper-ta di biancastra schiuma simile a fiocchi di neve di perfetta misura; era tutto misteriosamente calcolato. Non si sciac-quò, ma scelse di avviarsi verso la cucina; prese una taz-za di thè caldo, mentre ripide goccioline ricadevano sulle piastrelle che, se guardate e non solo viste, apparivano come piccolefoglie verdognole disegnate nel suolo, ai lati di un corrido-io centrale, costituito di piastrelle nere enere soltanto. Passando davanti allo specchio si fermò im-provvisamente: un atto meccanico, che una semplice scel-

ta poteva rendere meno impersonale. Improvvisamente, nel suo viso non scorrevano più solamente leggere linee d'acqua, si aggiunserosensazioni, sotto forma di materia.Iniziò a guardarsi e mentre appoggiava la tazzina per terra si guardò gli occhi. Non l'aveva mai fatto prima; Marltoom che sapeva decidere, Marltoom che riusciva a scegliere, Marltoom che poteva ben controllarsi, non aveva mai avuto il coraggio di osservare nei suoi occhi ed arrivare ol-tre, oltre in ogni immaginabile senso.Si strinse nelle spalle, accarezzandosi delicatamente le mani, mentre continuava ad ammirarel'intensità del nero nelle sue pupille, rese im-mensamente vulnerabili. Si disse belle parole e si strin-se ancora più forte. Ne disse ancora altre, un po' meno belle, per poi renderle meravigliosamente sue. Le labbra si incurvarono e si passò flebilmente le mani tra i capelli, a seguito di una profonda inspirazione, che pareva dover essere infinita, come se l'aria non bastasse più ed egli ne fosse completamente privo. Aprì l'acqua, facendo sì che la vasca si riempisse fino alla sommità. Guardandosi negli occhi,un'ultima volta si abbracciò, immergendosi nell'acqua bol-lente che lo avrebbe riscaldato.Si distese completamente, sommerso, mentre il mondo fuori lo sentiva appena, rivelando un'interaesistenza condotta aspettando, quando egli era sempre stato lì, per se stesso, se solo se ne fossereso conto.Respirando acqua, dolcemente affondava, consapevol-mente padrone di una soluzione che ad altriavrebbe fatto paura. Pazzamente affondava in sé; dopo-tutto, il duecentodiciasette sapeva di libertà.Besmire Biniqi

CAPOLAVORO

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CINQUE MINUTI DI PANICO

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stanza tutta bianca a strapiombo sull'oceano. Aveva del-le vetrate grandi, le tende sottili e quasi trasparenti che venivano costantemente sollevate dalla leggera brezza marina, come pallidi fantasmi. Nessuno lo aveva mai visto all’opera, solo il mare e il cielo. Una volta terminato il suo lavoro, usciva dalla stanza con la tela stretta dolcemente fra le dita lunghe e bianche. I suoi occhi limpidi non tradi-vano alcuna emozione, tranne forse un briciolo d'orgoglio, quell'orgoglio silenzioso tipico di un padre.Un giorno, dopo aver passato ore e ore ad ammirare la sottile linea quasi invisibile fra l'acqua e le nuvole, si chiu-se nuovamente nella stanza bianca. Prima di chiudersi le porte alle spalle, disse: “Vado a dipingere i sentimenti”.Non era mai successo.Appena ebbe fatto scattare la chiave nella serratura con un rumore flebile e metallico si appoggiò sul legno verni-ciato dello stipite, e fece un lunghissimo sospiro. Poi si av-vicinò al grande tavolo grezzo su cui erano raccolti i suoi barattoli e le sue tavolozze. Sfiorò con le dita i pennelli e i fogli stropicciati, i barattoli di vetro e le macchie colora-te che ricoprivano ogni cosa. Poi prese della tempera, vi intinse un pennello grosso e premete la punta sulla tela. Un punto rosso. Lo trasformò in una linea. Poi staccò il pennello, lo poggiò su un fazzoletto di carta e guardò il ri-sultato. Dopo qualche secondo prese il secchio della ver-nice rossa e lo rovesciò totalmente sul bianco tessuto. Il pavimento sembrava ricoperto di sangue e il colore colava dal cavalletto, denso e lucido. No, così non va, pensò, e mise delicatamente da parte la tela appiccicosa. Poi pre-se un carboncino tingendosi le punte delle lunghe dita e tracciò una curva morbida, un cerchio, nero su bianco. Ma appena staccò la punta scura dalla superficie chiara subito la premette di nuovo, con forza, e mosse la mano e il polso con furia finché non ottenne uno scarabocchio confuso, come quelli che trovi nei disegni dei bambini. Poi prese un taglierino e lacerò la tela, non con metodica precisione ma

con violenti e scomposti spasmi al braccio, fino a quando non rimasero che delle misere strisce senza importanza. L'artista respirava forte, come se avesse appena corso per chilometri e chilometri, e chiuse gli occhi. Li riaprì qualche minuto dopo, ma forse erano ore o anche solo un paio di secondi. Con tre passi lenti e brevi fu di nuovo accanto al tavolo; con mano sicura prese un pennello pulito, una ta-volozza di magnifici acquerelli e un barattolo ricoperto di piccole macchie di tempera blu. Lo portò fuori dalla fine-stra incorniciata da legno bianco e scheggiato; un rumore d'onda e di schiuma e poi ritrasse il braccio. Il barattolo era pieno d'acqua trasparente, il vetro era scivoloso di sale e la mano pallida dell'artista profumava di mare. Si avvicinò a una nuova tela senza alcun dubbio nella mente limpida e calma, e cominciò a dipingere. Tutti vogliono vederlo, il Vento Autunnale con le Foglie, dell'artista Anonimo. E an-che la sua Primavera in Antartide. Certo, vogliono anche vedere Sentimenti Diluiti, ma più per potersene vantare che per guardarlo.Eppur è lì, dietro a una teca lucida che rende difficile fo-tografare, è lì. Ha un'aria così eterea che sembra fluttuare, sembra fragile, sembra un fantasma, un fantasma magni-ficamente colorato. Nessuno lo capisce, perché nessuno osserva. Fingono di apprezzare, forniscono spiegazioni ipocrite e banali. Non si accorgono che dietro ai pallidi aloni magistralmente realizzati ad acquerello macchie chiare di ogni tinta immaginabile si nasconde un piccolo Occhio, tracciato a matita, che osserva il mondo attraver-so quelle lenti quasi invisibili senza esserne mai imbevuto. Presente ma assente, lui stesso forse non si accorge della sua presenza. Ma è lì, io lo vedo. E piango, perché Anoni-mo ha rappresentato le mie Emozioni meglio di chiunque altro; infatti sono l'unico a comprendere e l'unico a essere compreso.Capolavoro.Teresa Kucich

Susanna era una donna sulla quarantina, bionda, di bell’a-spetto. Aveva occhi azzurri, che distinguevano il suo viso dal resto delle sue coetanee. Sedeva in una sala alla sta-zione di Bologna in attesa del treno diretto a Roma Termi-ni. Quando finalmente arrivò, la donna ci salì briosamente sopra. Cercò la sua cabina, ma solamente dopo l' indica-zione da parte delcapotreno la trovò e vi entrò. All' interno c'era solamente un uomo dall'aria visibilmentesconvolta, con il volto sbiancato dal terrore. Susanna non ci fece caso e si sedette di fronte a lui, mettendosi a leg-gere un romanzo horror,Volentieri il suo sguardo si perdeva al di fuori del finestri-no, sognando di esplorare quei folti boschi che si protrae-vano fino a pochi centimetri dalla ferrovia.Improvvisamente il treno entrò in una galleria, priva di luci come la cabina, impedendo a Susanna di continuare la sua lettura. Nel buio cercò di mettere a fuoco l'ambiente e si accorse che l'uomo seduto di fronte a lei non era più sul sedile, anche se la donna era certa di non averlo visto uscire dallo scompartimento. Provò a cercarlo a tentoni nell'oscurità, barcollando ad ogni passo. Una volta fuori dalla galleria la luce del giorno illuminò lo scomparto e

l'uomo riapparve serenamente seduto sul sedile. Susanna gli chiese con sgomento: -Un momento! Dov'era in questi cinque minuti?- e l'uomo, spalancando gli occhi, improvvi-samente esclamò: -COSA?? NOOOO!!-. L'uomo sgranò gli occhi dal terrore, mentre il suo cor-po cominciò a contorcersi su sé stesso, assumendo una posa innaturale e macabra. Tra urla strazianti, lentamente iniziò a rimpicciolirsi, fino a scomparire inaspettatamente nel nulla.Susanna, dopo quello spettacolo raccapricciante, scivolò dal sedile singhiozzando convulsamente.Non riusciva a capacitarsi del fatto che l' uomo fosse mor-to in quel modo davanti a lei.Dopo un paio di fermate salì un ragazzo, con un espres-sione gioiosa ed ottimista, e si sistemò sul sedile difronte a quello di Susanna, proprio dov’era stato seduto l'uomo scomparso... Davvero inquietante.Dopo qualche minuto il treno entrò nuovamente in una galleria, ma questa volta Susanna notò con sollievo che il ragazzo non era scomparso. Si rilassò. Però questo mo-mento si ruppe quando il ragazzo le chiese, attonito: -Un momento! DOV'ERA IN QUESTI CINQUE MINUTI??-Massimo Segulin

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IL CLASSICO EQUIVOCO

ORILLAS DE SINCERIDAD

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“I wish I was specialBut I 'm a creep, I 'm a weirdWhat the hell am I doing here?”I versi di “Creep” dei Radiohead risuonano puntualmente nel buio alle 19:36. Come sempre. Dante però è già sve-glio, aspettava ad occhi aperti il richiamo della sveglia per alzarsi. Come sempre. Accende la luce del suo comodino rivestito di formica (un rimasuglio della camera dei suoi genitori, acquistata dal falegname sotto casa) e appoggia a terra il piede destro. Come sempre. Si alza sospirando e cerca ai piedi del letto la sua vestaglia scozzese sui toni del beige, dono di zia Lucinda, l’unica che ad ogni Natale si ricorda di lui con il solito inutile regalo. Come sempre la solita vestaglia. Infila i piedi nudi nelle pantofole, ma prima di muovere i primi passi si accerta che siano ordi-natamente e simmetricamente disposte sopra le patine di feltro, quelle di sua madre, che non voleva assolutamente che si rovinasse il parquet. Dante è pronto per alzarsi e, mentre trascina i piedi dirigendosi verso la cucina, getta distrattamente uno sguardo verso il piccolo soggiorno, tappezzato dalla carta da parati con scene di caccia, quella scelta da sua madre. Da lì, il vecchio sofà sembra riman-dargli l’occhiata attraverso il riflesso del cellophane che lo avvolge, fin dai tempi in cui sua madre gli aveva spiegato – era ancora un bambino – che così non si sarebbe rovinato.Dante si trascina fino alla cucina, la cucina con le mat-tonelle verde acido e arancione chiaro decorate con dei piccoli fiori bianchi, accende una lampadina che emette una luce fioca appena sufficiente a illuminare il piccolo tavolo e i due mal funzionanti fornelli. Prepara svogliata-mente un caffè acquoso e insipido e lo beve. In silenzio. Guardando il vuoto. Senza apparecchiare la tavola, senza leggere il giornale. Beve e basta, seduto sul bordo della sua unica scomoda sedia, come sempre. Dopo aver riem-pito una piccola e scialba borsa nera con la divisa da la-voro e un termos con del caffè esce di casa alle 20.05. In perfetto orario, come sempre. Mentre il pesante portone

di casa sbatte alle sue spalle, si incammina lentamente per una stradina stretta e buia; sempre la stessa. Arrivato alla fermata dell’autobus numero 34, come sempre, si ferma e aspetta. Una volta salito si siede nell’ultima fila accanto al finestrino e aspetta le solite due fermate, quando dovrà alzarsi per far sedere la vecchia signora con la tinta dei capelli viola, come sempre. Durante il tragitto sta in piedi accanto alla porta pronto a scendere, come sempre. Arri-vato a destinazione prosegue per la sua strada, contando in silenzio i passi. Al 127esimo passo ecco il triste e scial-bo edificio in mattoni, anneriti dallo smog. Prima di entra-re, Dante incontra l’allegra ed eccentrica signora Beatrice che, come sempre torna a casa dopo aver portato fuori i suoi 7 cani, e l’anziano e fiero signor Virgilio de Napolis, ex comandante della marina militare, che fa la sua passeg-giata serale in cerca di qualcuno a cui raccontare i soliti, famosi aneddoti sulla sua avventurosa vita.Mentre sale mestamente le scale che lo separano dal suo ufficio, Dante, come sempre, conta i gradini, ormai per abitudine, quasi per tradizione. Finalmente, con aria stan-ca, mette la chiave nel buco della serratura e lentamente la gira per 3 volte, entra ed imbocca il lungo corridoio. Saluta i presenti con un breve cenno, senza guardare nes-suno in faccia. Come sempre. Entra nella sua stanza, si siede e avvia il suo vecchio computer. Si accende una luce rossa, parte la musica. Dante va in onda:-Buona sera a tutti, cari ascoltatori notturni! Sempre con voi al microfono dj Francis P che vi farà compagnia per tutta la notte! Avete appena ascoltato “Gimme Shelter”, dei mitici e intramontabili Roooolling Stoooones! A breve incominceremo con le telefonate, ma prima scatenatevi con la canzone ufficiale dell’estate 2014, il tormentone per eccellenza, “Haaaaappy” di Phaaaaarrel Williaaaams. Raaagazze, il vostro Francis vuole sentire le vostre storie, ma proprio tutte eh, per tutta la notte-.Come sempre.Emma Covi

-Te estoy diciendo la verdad- dijo ella con voz sincera. Ella que había sido egoísta, que dio aquellas excusas porque no podía recurrir a la pura verdad, tenía miedo. Pero para él la verdad no era sinceridad. Lo pensaba mientras cami-naban en la orilla, formando un sendero con sus huellas, paralelas a las conchas. Tan blancas algunas, erosionadas por la corriente y llevadas hasta un lugar donde serían cu-biertas de arena otra vez. - Nunca pretendí ofenderte o hacerte algún daño- interrumpió otra vez su imaginación, su coma vigil. - No diré nada, no hace falta ni siquiera que te justifiques. No pretendiste herirme y tampoco lo estás haciendo ahora- él comentó, solo para poder acelerar el intercambio de palabras, para que no se le hiciese tan pesado. En ese momento quería tan solo hundirse en la arena, cómo si de movedizas se tratase. ¿Cómo podía pre-tender que todo aquello no lo había quebrado, que no lo había devorado por dentro? Quería levantar vuelo, correr persiguiendo sus sueños. Gritar al aire, al mar, al viento.

Pegaba zancadas, tan anchas que perdía el equilibrio. Miles de pasos hacia su encanto, su amor, su maravilla. Su destino no era material, era abstracto. Abstracto para muchos, concreto para él. La vida. Sincera o verdadera, pero la quería a toda costa, la quería de noche cuando creaba cortometrajes en su cabeza con los personajes que formaban parte de su día a día, donde también quería ese tipo de electricidad corriendo por sus venas. Pero sin saber amar o perdonar no podía llegar muy lejos, pero lo alivió el hecho de poder llegar hasta el otro extremo de la playa. El camino donde habría perdonado el hecho de amarla y al mismo tiempo amarse a si mismo por haberla perdona-do. Porque pocos pasos mas podría haber dado sin esa figura imaginaria con la que cada día se hacía un examen de conciencia, siempre en la misma orilla hasta que el sol se ponía.Valentina Ceballos

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L' UOMO IN ROSSO

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"Dimitri?"Il ragazzo in questione abbassò lo sguardo sull'amico e annuì impercettibilmente, concentrandosi per mantene-re un'espressione neutra. "Io davvero non capisco," ce-dette infine, quasi fisicamente costretto a parlare. Tutto il suo corpo, infatti, formicolava in attesa di muoversi. "Non fare la faccia cattiva.""Quale faccia cattiva?""Quella da "Sono russo e sono arrabbiato". Lo sai." Dimitri scosse la testa e sbuffò, prima di afferrare l'altro per un braccio e tirarlo in piedi. Dovette poi fare uno scatto e prenderlo al volo, perché quel genio del suo ami-co era tanto ubriaco da non reggersi bene sulle gambe. "Davvero, davvero non capisco," ripeté tra i denti. "Oh, ti prego!" borbottò Andrea sputando per terra e liberandosi in malo modo della presa dell'amico. "Non ho voglia di sentirti." Dimitri lo lasciò fare, rimanendogli comunque abbastanza vicino da riuscire a prenderlo in tempo, in caso di caduta. "È solo che... Non capirò mai cosa ci trovi nel-lo sfondarti di alcol. Che senso ha passare la se-rata sapendo che poi nemmeno te la ricorderai?" "Tu!" scattò Andrea, barcollando fino ad arrivargli di fron-te; gli puntò un dito contro il petto e spinse, forse illu-dendosi di poterlo intimorire con così poco. "Tu sei russo! Butti giù vodka come... Quella cosa, come... Acqua! E vieni a fare la ramanzina a me?!"Probabilmente Dimitri l'avrebbe preso più sul serio se non avesse biascicato - conoscendolo, però, nemmeno in quel caso."Io la reggo, almeno."Andrea non fece tempo a ribattere che si piegò in avanti per rimettere. Da bravo amico, Dimitri lo aiutò poi a darsi una sistemata e si offrì di accompagnarlo a casa. "Sai," mormorò ad un certo punto Andrea, "oggi ho visto la donna più bella al mondo. Cappuccio nero e sguardo che uccide."Il russo non replicò, sorridendo tra sé ai discorsi dell'altro su quella che descriveva come la donna della sua vita. "Semplicemente perfetta."Arrivati a destinazione Andrea si fece una doccia - non sen-za problemi, considerato che Dimitri aveva preferito evita-re di aiutarlo - e quindi si sistemò a letto. "Io dormo sul diva-

no," gli fece presente l'amico. "Per qualsiasi cosa, chiama." Rimasto solo, Andrea si voltò verso l'unica fonte di luce, una finestra socchiusa che dava sul giardino in fiore. La notò un istante dopo.Era esattamente come la ricordava: un cappuccio nero le copriva parzialmente il volto e solo le labbra carnose risul-tavano davvero visibili. Entrò con passo felpato, portando con sé un vento gelido che ebbe il potere di riportare lu-cidità ad Andrea. Si alzò e le si avvicinò, un ampio sorriso ad addolcirne l'espressione; si sporse in avanti e le calò il cappuccio, poi scattò e le sfiorò le labbra con le sue. Alcune ore prima Dimitri era stato svegliato da un but-tafuori particolarmente irritato e ora, ironia della sorte, non riusciva più a dormire. Se pensava che era subito ac-corso ad aiutare quell'idiota! Andrea non aveva mai saputo fermarsi prima di passare da sbronzo a str... Un tonfo sor-do interruppe i suoi pensieri. "Tutto okay?" urlò alzandosi dal divano. Non udendo risposta, si convinse fosse saggio andare a controllare - magari aveva cercato di raggiungere il bagno per vomitare ancora ed era caduto nel tentativo. Entrò in camera e quasi rise vedendo l'amico a terra; fu solo un sorriso accennato, però, ad uscire, perché capì veloce-mente che qualcosa non andava. Andrea era pallido come la morte e le labbra erano blu, neanche fosse in ipoter-mia. Imprecò in russo e lo sollevò, stringendoselo al petto. "L'ho rivista," sussurrò Andrea con difficoltà. Tremava, ma sorrideva. "L'ho rivista. La più bella del mondo... Cappuccio nero e bocca che uccide."E poi, con un sospiro beato, Andrea chiuse gli occhi e scivolò nell'oblio. Dimitri lo lasciò andare con un singul-to. Scattò in piedi, scottato e confuso da quegli avve-nimenti, e si mosse verso la finestra, osservando fuo-ri con le lacrime agli occhi. Cos'era appena successo?! Un'ombra si mosse nell'oscurità del giardino e il russo sus-sultò nel vedere una ragazza allontanarsi a passo svelto, un mantello nero a celarle le curve e il cappuccio calato sul volto. Fu con un orrore quasi piacevole che si ri-trovò a concordare con le parole dell'amico. Che avesse una falce tra le mani o meno, era davvero la donna più bella che avesse mai visto.Sveva Nistri

"Magari le persone fossero belle fuori in proporzione a quanto lo sono dentro, no? In quel caso riusciremmo a capire a che persone avvicinarci o affezionarci." Manuela continua a parlare, come se a me importasse qualcosa. Mi accascio al suolo, contro il muro, e metto la testa sulle gi-nocchia. "Lasciami in pace" dico "Voglio stare sola!". Lei mi guarda per un secondo, desolata, e poi se ne va. E a quel punto mi sento talmente sola che le lacrime cominciano ad affiorare.Cominciò tutto qualche settimana fa, quando quella pen-na arrivò ai miei piedi, io gliela rilanciai e lui mi sorrise. Suppongo che sia stato allora che cominciò a piacermi. Era come un gioco, un gioco di sguardi. Io guardavo lui, lui guardava me, e quando ce ne accorgevamo spostavamo

lo sguardo altrove. Continuammo a scambiarci sguardi e sorrisi per molti giorni, senza mai parlarci. Io continuavo a sperare che lui mi rivolgesse la parola prima o poi, ma non lo fece mai. Insomma, pensavo fosse la perfezione in persona! Cosi bello, simpatico e così... Timido. Proprio come me. Forse è per questo che provai ad avvicinarmi a lui. O forse solo perché non ne potevo più di aspettare. Allora chiesi aiuto ad Elisa, che mi trascinò da lui. Letteralmente. Mi prese per un braccio, mi portò lì da lui e poi se ne andò. Quindi cominciammo a parlare. Ovvero, lui parlava e io farneti-cavo. E, ad un certo punto, lui mi chiese di uscire. E io ovviamente accettai. Che idiota.Arrivò il giorno dell'appuntamento. Mi vestii molto bene,

LA SCOMMESSA

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avevo un top nero e una gonna rossa, con delle scarpe dello stesso colore. Fu tutto bellissimo. Ma che dico bellissimo? Perfetto. Al-meno all'inizio. Andammo a mangiare un gelato e poi mi chiese di andare a fare una passeggiata. Dopo aver cammi-nato per un po', sentii la sua mano sul mio fianco. Andam-mo avanti per un po' così, abbracciati, parlando del più e del meno, mentre le mie guance andavano a fuoco e il mio cuore batteva all'impazzata. Ovviamente pensavo che ci saremmo baciati. Cioè, ero cosi felice e innamorata... e il primo appuntamento non mi sembrava troppo presto. E, inoltre, sembrava che anche lui la pensasse come me. Arrivammo alla spiaggia e fu a quel punto che mi accor-si che qualcosa non andava. A parte l'atmosfera un po'... Imbarazzata... Perché sapevamo entrambi che era giunto

QUEL momento... c'era anche qualcos'altro... Era come se lui mi nascondesse qualcosa. Ma io non diedi peso a quel-la sensazione. Pensai che era tutto dovuto al mio nervosi-smo, e inoltre non volevo rovinare il momento. Mi fermò, la mano ancora sul mio fianco, e si girò verso di me. "Sei... Meravigliosa" disse, e si avvicinò a me. Fu un bacio mera-viglioso, il più bello che io abbia mai ricevuto. Si staccò da me e... Si mise a ridere. Una risata rozza e crudele. "Ci sei cascata in pieno! Era tutto uno scherzo, una scommessa! Lo sapevo che ti saresti innamorata di me! Povera illusa... Insomma, pensi seriamente che uno come ME potrà mai interessarsi a una come TE?!". E continuava a ridere, a ri-dere e a ridere. Ed é questo il motivo per cui sono seduta qui, a piangere, con il cuore a pezzi.Tea Zaniboni

EVENTILUCCA COMICS&GAMESIl Lucca Comics&Games si è tenuto come ogni anno nella pittoresca cittadina di Lucca, in Toscana. Cos'è? Si tratta di una fiera, tenuta solitamente tra ottobre e novembre, che ha come tema fumetti e giochi, italiani e non, con una particolare cura per la cultura giapponese.E' seconda al mondo per numero di visitatori solo dopo il Comitek di Tokyo. L'evento attira moltissime persone, soprattutto ragazzi, più in particolare coloro che apprez-zano i fumetti e/o partecipano a giochi (di ruolo, online, fantasy) e quelli che impersonano un personaggio di un manga/anime/film/fumetto vestendosi a tema e copian-done i movimenti, i cosplayer.Mai come negli anni passati, però, si è resa evidente la necessità di più spazio: quest'anno l'affluenza è stata di 240mila persone in 4 giorni di fiera, 100mila solo nella giornata di sabato!I padiglioni adibiti ai fumetti erano affollatissimi, la dura-

ta dell'attesa per il padiglione “games” si aggirava attorno all’oretta.Nonostante i difetti nell'organizzazione degli eventi e nella distribuzione degli stand, rimane una delle fiere più belle e interessante da vedere. Fermarsi una sola giornata potrebbe lasciare insoddisfatti, viste le innumerevoli at-tività da provare, i padiglioni da visitare ed i concorsi di cosplay da vedere.Quest'anno inoltre è stata introdotta la zona ''Japan Town'', un intero quartiere riservato alla cultura giapponese, alle pietanze, ai manga ed agli anime, dove si ha la possibilità di comprare poster, pupazzetti ed anche cosplay (costume che rappresenta un personaggio). Insomma, con qualche miglioramento e ingrandimento della zona sfruttabile, potrebbe diventare una meta insostituibile, anche per le vacanze in famiglia.Sara Trabucco

• Attenti a come attraversate le porte: passare sotto un ramo di vischio con la persona sbagliata potrebbe risve-gliare gelosie e dar vita a drammi shakespeariani e duelli cavallereschi.• Se durante l’acquisto dei regali avvistate un paio di jeans anche per voi, siate furbi e non costringetevi in una taglia 38: i panettoni sono dolci ma non così innocui. • Quando appendete le decorazioni, chiedetevi sempre quale effetto volete ottenere: un allegro e luminoso al-bero di Natale o un’allucinante strobosfera da discoteca? • Anche ripercorrendo a ritroso ogni ramo del vostro al-bero genealogico, ci sarà sempre qualche trisavolo a cui

dimenticherete di comprare un regalo. Tenetene uno di scorta ed eviterete brutte figure.• Mi dispiace distruggere le vostre illusioni, ma devo av-visarvi: non basta seguire attentamente un episodio di Benedetta Parodi per riuscire a sfornare perfetti biscotti natalizi. Rassegnatevi e andate a comprarli nella pasticce-ria sotto casa. • Cominciate a seguire un corso di recitazione su internet: vi sarà molto utile quando dovrete fingere che quell’ec-centrico maglione rosa, fatto all’uncinetto dalla vostra prozia Gertrude, era proprio il regalo che desideravate. Marta Pinzan

REGOLE IRONICHE PER SITUZIONI TRAGICOMICHE

SOPRAVVIVERE AL NATALE

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La borsa di studio in ricordo di Igor Slavich, stu-dente scomparso nel marzo del 2012 è il frutto di un lavoro congiunto delle Associazioni F. Petrarca e Igor Slavich, che nasce con l'obiettivo di stimo-lare una curiosità dei ragazzi nei confronti delle tematiche di attualità,valorizzando interessi come la geopolitica, l'impegno sociale e civile, la musi-ca e l'arte, che si pongono spesso ai margini dei programmi ministeriali delle scuole superiori. La borsa si configura come un concorso in cui gli stu-denti ricevono una rosa di titoli tra cui scegliere quello che vorranno sviluppare come tema; suc-cessivamente a scuola si svolge l'elaborato scrit-to, che viene poi esaminato da una commissione giudicante formata da Donatella Bigotti (Dirigen-te Scolastico del Petrarca), Laura Trani e Franca Chiricò (ex docenti del Liceo), Marina Gobbato (insegnante al Petrarca), Miranda Slavich (Presi-

dente Associazione Igor Slavich), Paolo Crozzoli (Presidente Associazione Petrarca), Nicolò Ceriani e Marco Cernich (Vicepresidenti dell'Associazio-ne Petrarca), Guido Almerigogna (socio fondatore dell'Associazione Igor Slavich). Il bando si divide in due concorsi, uno riservato agli studenti dell'ulti-mo anno del Liceo Petrarca e l'altro agli studenti dell'ultimo anno di tutte le scuole superiori del comune di Trieste. Per questa borsa di studio vie-ne messo a disposizione un ammontare di 1.200 euro he verranno ripartiti in due graduatorie tra i 6 premiati.Tra i titoli assegnati agli studenti partecipanti nel-le precedenti edizioni: "Mercato e democrazia", "Aspirazioni al cambiamento e democrazia nelle rivolte arabe", "Il Rock e i suoi eroi", "Partecipazio-ne politica e movimenti", "Privacy e Social Forum (si può vivere sul web?)".

Gli studenti del Petrarca potranno fare domanda per entrambe le borse ma vincerne una soltanto. La domanda dev'essere presentata entro il 31/12 all'indirizzo mail [email protected] co-municando i seguenti dati: nome e cognome, classe, sezione, data di nascita, indirizzo mail di recapito. Le tracce dell'elaborato scritto verranno comunicate entro il 6/01 mentre la prova si svolgerà il 6/02 dalle 15:30 alle 18:30 presso la nostra sede. La borsa di studio sarà conferita il 16/10/2015. Il bando completo dovrebbe circolare nelle classi nei prossimi giorni. Verrà inoltre appeso all'albo concorsi e pubblicato sulla voce del Petrarca. L'associazione Igor Slavich, l'associazione Petrarca e il Liceo stesso promuovono ardentemente la partecipazione.

BORSA DI STUDIO IN RICORDO DI IGOR SLAVICH

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1. Un saluto di non arrivederci – 6. La famosa città con la torre penden-te – 7. La… fine della sfida – 8. Sigla nei videogiochi che indica i poin-ts – 9. Novembre nei datari – 10. Le… vocali in centro – 11. Città in Lombardia sull’omonimo lago – 12. Esclamazione per richiamare l’atten-zione di qualcuno – 13. Il contrario di bassi – 14. La sigla di Venezia – 15. Puoi infilarci dentro le gambe e fare una gara saltando a piedi uniti.

1. Lo è una camicia sull’attaccapanni – 2. Lo è il pollice – 3. Un dosso… senza vocali – 4. In… fondo alla ghiacciaia – 5. L’animale che fa la ruota con la coda – 7. Domenica abbreviato – 9. Né loro né voi – 11. Molto elegante e raffinato, detto alla francese – 12. La riveli quando dici quanti anni hai – 14. Mezzo voto!

ORIZZONTALI VERTICALI

La redazione del CanzoniereDirettore: Lorenzo GalloVice Direttore: Maria TremuliVice Direttore: Matteo GiugovazCopertina, grafica, impaginazione: Lorenzo GalloRedazione: Maria Tremuli, Teresa Kucich, Giorgia Fumarola, Sveva Nistri, Caterina Mezzena Lona, Beatrice Grigorev, Massimo Segulin, Veronica Ipavec, Beatrice Musizza, Maristella Tassetto, Valentina Ceballos, Besmi-re Biniqui, Florinda Bartoli, Silvia Staltari, Gaia Lisi, Allegra Carboni, Sara Trabucco, Marta Pinzan, Tea Zaniboni, Carla Oriani, Teresa Calella, Luca Piizi, Francesco Spagna, Francesco Santarossa

Moltissime grazie alla signora Luisa ed alla bidella Anna per la collaborazione

CERCASIVIGNETTISTA

CRUCIVERBA "MEA CULPA"Rieccoci colla nostra solita rubri-ca di correzione ed ammenda. In questo numero, devo essere sin-cero, vi sono stati soltanto errori di battitura, di cui riporto una ra-pida carrellata: a pagina 2 ora mai è ormai, alla 4 a è ha e l'uomo at-terra, non attera; nella sesta ab-biamo farò in modo di ospitarla e multa, non da ospitarla e mutla; e ovviamente si parla di distribu-tore, non distrinbutore. A pagina 7 troviamo degli activity leader (invece di dei) e il ghiaccio, non certo giaccio. A pagina 11 si deve mettere un prenderebbero al po-sto di quel prederebbero (so che probabilmente non ve ne siete accorti neppure voi) e si parla di begli occhi, non bei occhi, men-tre nella 12 inifinite va sostituito con infinite. A pagina 14, infine si tocca terra e non terre. Con ciò abbiamo terminato il Mea Culpa per il secondo numero. E' consi-stentemente più sottile dell'al-tro, dato che stiamo iniziando a fornirci di efficienti correttori di bozze, in modo da fornirvi un ser-vizio sempre migliore e di qualità. Per qualsiasi dubbio, curiosità, critica o correzione potete scri-vere alla nostra mail: [email protected] Matteo Giugovaz