Il Canzoniere N°4

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INDICEEDITORIALE, 2

SCUOLA NOSTRA, 2ATTUALITÀ SPOTTED, 6QUANDO LE LIBBRERIE

CHIUDONO, 7LA BIBLIOTECA DEI

LIBRI PROIBITI, 7PERCHÈ SEMPRE PIÙ

LIBRERIE CHIUDONO?, 8GENERI LETTERARI NUOVI AL

100%?, 8PAGINA INTERCULTURALE, 9

RECENSIONI, 10INSERTO "RIME SPARSE", 11

REGOLE, 11QUIZ, 12

RACCONTI BREVI, 13

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SCUOLA NOSTRALA NOTTE DEI CLASSICIVenerdì 16 gennaio in tutta Italia i Licei Classici sono ri-masti aperti fino a mezzanotte per omaggiare le materie umanistiche che li contraddistinguono. Quest'iniziativa aperta al pubblico, nata in seguito alle polemiche sull'abo-lizione del classico, per la nostra scuola (così come per il Liceo Dante) è stata una novità assoluta.Al Petrarca si sono presentate quasi 1200 persone: deci-samente un gran numero, considerando che le aspettati-ve non prevedevano più di quattrocento partecipanti. Lo scopo della manifestazione era dimostrare che gli studi classici e umanistici non sono inutili e che, anzi, bisogne-rebbe incentivarli. Per questo tra le 18 e le 24 il program-ma è stato intenso e si sono svolte attività di tutti i generi: dalla musica alle letture in lingua originale, fino al teatro e al (graditissimo) buffet.Ad avviare la serata è stato un saluto delle autorità te-nutosi in Aula Magna, mentre nell'atrio alcuni studenti si dedicavano all'accoglienza e altri suonavano o cantavano. A seguire c'è stato l'attesissimo “Processo al Classico”, che è giunto alla conclusione che “Il liceo classico ha molto da dare, ma anche da ricevere”. Realizzate sulla base di quel-lo condotto da Andrea Ichino e Umberto Eco lo scorso novembre, l'accusa e la difesa erano entrambe sostenute da studenti classicisti o linguistici (da ambo le parti), con i primi che pretendevano un approccio più moderno e i se-condi che sostenevano la scuola così com'è. Dopo il pro-cesso si sono susseguite, una dopo l'altra, delle conferen-ze di studenti e docenti ex-petrarchini e universitari. Tra

questi ultimi i professori Fernandelli, Maris, Lausi, Mancu-so, Barbi, Longo, Collesi, Felician, Vatta e Panizon. Molti si sono attenuti ad argomenti classici e umanistici, ma alcuni hanno preferito sottolineare l'utilità del liceo classico par-lando di astronomia, biologia e medicina. Nel frattempo, nelle varie aule si potevano ascoltare letture di studenti in lingua originale (inglese, tedesco, francese e spagnolo), mentre i curiosi potevano seguire Odisseo nel suo viag-gio di ritorno verso casa: ci si aggirava in sei aule dove gli studenti avevano allestito altrettante tappe narrate ne l'“Odissea”. Gli studenti interpretavano i vari personaggi le cui peripezie sono descritte nel poema omerico. Più o meno a metà della serata si sono svolte le prove aperte del gruppo di Teatro Classico della scuola, che sta metten-do in scena lo spettacolo “Ippolito e Fedra”. Verso la con-clusione, in palestra e in Aula Magna, alcuni alunni si sono esibiti suonando brani di musica classica, mentre l'attrice Sara Alzetta ha recitato un monologo. Durante tutto l'arco della serata hanno suonato e cantato molti ragazzi petrar-chini, tra cui la Firewall Band. La serata si è conclusa con un brindisi e un discorso finale da parte della Preside e dei principali organizzatori.In generale, la “Notte dei Classici” al Petrarca può esse-re definita una serata di successo: pensata per giovani e adulti, ha rispettato e superato ogni aspettativa. Dobbia-mo essere fieri della nostra scuola e di cosa siamo capaci di fare.Carla Oriani

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Ecco a voi il primo Canzoniere del 2015. In questo nu-mero potrete leggere molto sulla nostra scuola, sui libri e ovviamente le nostre rubriche.Per quanto riguarda "Scuola Nostra" , oltre ad un dovuto articolo sul successo della nostra Notte dei Classici, po-trete leggere sondaggi e, da questo numero in poi, il ta-bellone con i risultati del Torneo per sezioni del Petrarca ed il piazzamento complessivo che verrà aggiornato ogni nuovo Canzoniere. Colgo l'occasione per invitare tutti gli studenti a sfidarsi in queste sfide sportive interne e a lot-

tare per la proprio sezione, perché anche solo partecipare porta alla squadra punti importanti ed i giochi sono ancora aperti. Vorrei fare anche un altro invito: vogliamo che sul Canzoniere ci siano più opinioni, più idee su cui confron-tarsi, più argomenti di discussione. Se volete esprimervi non esitate a mandarci un articolo, o a scrivere un articolo di risposta a qualcosa di letto sul Canzoniere, perché tutto ciò non farebbe altro che arricchire questo giornalino. E non dimenticatevi dell'inserto "Rimesparse"!Lorenzo Gallo

EDITORIALE

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SONDAGGIORAPPRESENTANTI A GIUDIZIO

1.Come giudichi l’operato dei rappresentanti fino ad ora?Positivo 55%Negativo 2%Migliorabile 43%2. Ti senti pienamente rappresentato e coinvolto nelle attività studentesche?Sì 56%No 6%Non abbastanza 38%3. Credi che la contenuta partecipazione alle assemblee sia responsabilità dei rappresentanti? Perché?Si 20%No 34%Parzialmente 46%4. Pensi che i programmi presentati durante la “campa-

gna elettorale” siano stati finora mantenuti? Sì 30%No 13%Parzialmente 57%5. Hai l’impressione che l’atteggiamento personale dei rappresentanti sia cambiato dopo l’elezione?Sì 43% (migliorato 18%, peggiorato 25%)No 57%6. Credi che l’istituzione dei rappresentanti della succur-sale possa migliorare la comunicazione fra le due sedi?Sì 61%No 7%Parzialmente 32%Il sondaggio si è svolto su un campione di 100 studenti, rappresentativo per età, sesso e indirizzo scolastico.

Gennaio: tempo di pagelle e, a causa dei voti spesso poco soddisfacenti, di pianti inconsolabili, grida nervose e liti famigliari. I genitori, insoddisfatti, riprendono i figli, che si arrabbiano con i professori, che a loro volta si infastidisco-no per lo scarso rendimento dei loro studenti. È un ciclo ineludibile che si ripete ogni anno. Desiderosi di rompere questa noiosa routine, abbiamo sottoposto agli studenti un breve questionario sull’opera-to dei rappresentanti d’Istituto, offrendo loro l’opportuni-tà di passare dal banco degli imputati a quello della giuria. A dispetto dell’apprensione dei rappresentanti, apparsi un po’ preoccupati per ciò che ne sarebbe potuto emer-gere, siamo lieti di annunciare la loro promozione, anche se ancora lontana dalla lode. Colpisce, infatti, che ben il 25% degli intervistati affermi che il loro atteggiamen-to personale sia peggiorato dopo le elezioni. In fondo, però, è risaputo come l’assunzione di simili cariche ri-schi di rafforzare la già notevole autostima di alcuni. Questo dato è però stemperato dai giudizi sostanzial-mente positivi su quanto svolto finora: ben il 55% si ri-tiene soddisfatto dell’operato dei rappresentanti, mentre il 43% crede ci siano effettivi margini di miglioramento. Secondo quasi 60% degli studenti, il lavoro effettua-

to, seppur valutato favorevolmente, rispecchia solo parzialmente i programmi esposti durante la campa-gna elettorale. Sfida svoltasi, purtroppo, in un clima poco stimolante e partecipato, soprattutto se confron-tato con quello degli anni precedenti. Stupisce, per-ciò, che un sorprendente 56% si dichiari totalmente rappresentato e coinvolto nelle attività studentesche. Il progetto di istituire i rappresentanti della succursale, pre-sentato da “La lista del fare”, riscuote, nonostante le inizia-li perplessità, particolare successo: 61% degli intervistati crede, infatti, che possano migliorare la difficile comunica-zione fra le due sedi. Il dato è ulteriormente rilevante se si considera che solo il 7% si dichiara di opinione contraria. L’ultimo tema affrontato dal sondaggio è la partecipazio-ne poco entusiastica alle assemblee d’Istituto: la respon-sabilità ricadrebbe, secondo gli intervistati, in parte sugli studenti stessi, che ammettono il loro scarso interesse, in parte sui rappresentanti, a cui rimproverano la scelta di argomenti poco attrattivi. Speriamo che questo sondag-gio aiuti i rappresentanti ad agire con maggiore consape-volezza dell’opinione degli studenti e a dimostrare loro che… Il meglio deve ancora venire!Marta Pinzan, Luca Piizzi

POSITIVONEGATIVOMIGLIORABILE

1.

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CLASSIFICA GENERALETORNEO PER SEZIONI

ABC/NEFGHILM

PIAZZAMENTOPING-PONG VOLLEY 2X2FEMMINILE

VOLLEY 2X2MASCHILE

1513091211108140

1280910141311015

0140151113121000

(27)(35)

(0)(33)(33)(38)(35)(29)(14)(15)

7°2°10°4°5°1°3°6°9°8°

Il Torneo delle Sezioni, manifestazione polisportiva che mette in competizione le sezioni del nostro Liceo tra loro, è giunto ormai alla terza tappa. Dopo il Ping-Pong, la Pal-lavolo 2x2 femminile e maschile la classifica inizia a deli-nearsi, e si possono intravedere i candidati per l'ambito titolo di Campione del Petrarca. La sezione G, mai vittoriosa ma sempre presente, guida saldamente la classifica (38 punti) con tre lunghezze di di-stanza sulla sezione B e sulla H (pari merito a 35 punti), che hanno ottenuto risultati più modesti ma non hanno mai demorso. Seguono la E, che dopo un incerto inizio si

è riportata nella parte alta con il primo posto nel 2x2 ma-schile e la F, più costante nei risultati (pari merito 33 pun-ti). La sezione I chiude la classifica delle “sempre presenti” con 29 punti. Vengono poi la A, la M e la L che, pur otte-nendo ottimi risultati, hanno mancato uno o più appun-tamenti. Indubbia menzione di demerito va alla sezione C/N , mai presente a nessuno dei tornei organizzati, che chiude la classifica con 0 punti. Prossimi appuntamenti il torneo di basket, quello di unihockey e, dulcis in fundo, quello di calcio. A metà della manifestazione possiamo dire che i giochi sono ancora apertissimi per tutti (o quasi).

LA GAZZETTADEL PETRARCA

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VINCITORI DELLA BORSA DI STUDIO PER IGOR-EDIZIONE 2014Questa sezione del nostro giornalino è dedicata alla pubblicazione dei temi vincitori del concorso letterario in memoria dell'ex-alunno del Petrarca, nonché nostro ex-Redattore Igor Slavich, scomparso poco meno di tre anni fa in un inciden-te. La borsa, bandita dall'Associazione Igor Slavich e dall'Associazione Petrarca, è rivolta agli studenti dell'ultimo anno. Ecco l'elaborato che, nella scorsa edizione, ha vinto il terzo premio.L’APPAGAMENTO DELL’ “ESSERE” E IL GODIMENTO DELL’ “AVERE”.Schopenhauer diceva: “La vita è un pendolo che oscilla tra noia e dolore”.L’essere è un espressione di una volontà infinita, deside-rerà sempre senza essere mai appagato. Nella “Teoria del Piacere”, estratta dal 18 febbraio 1821 dello Zibaldone, Leopardi evidenzia l’assoluta infelicità cui l’uomo è sotto-posto. Il Suo piacere è infi9nito, mentre dispone nella sua vita di sole, piccole temporanee soddisfazioni. I piaceri umani sono effimeri. Niente di ciò che abbiamo potrà mai appagare l’essere e, soprattutto, tutto quello che otteniamo non sarà mai bello, dolce e attraente quan-to l’aspettativa di esso prima di possederlo.Il desiderio e l’illusione sono i sogni dell’uomo.L’animale pensante si pone continue mete, le raggiunge e procede con la successiva. Appagamento dell’essere e godimento dell’avere non potranno mai coincidere e, pro-babilmente, sono solo idee irraggiungibili generate dalla mente umana. Il problema è che uno presuppone l’esi-stenza dell’altra. Come può l’uomo sentirsi appagato senza il possesso? Non si tratta solo di materia o oggetti. Si parla di amo-re, amicizia, ragione, intelligenza e bontà. Come può un uomo che non ha mai amato sapere cosa significhi guar-dare una persona e vederci il mondo intero? Come può un uomo malvagio immaginare i sacrifici di una madre per il proprio bambino? Come può un uomo che non ha mai lottato comprendere i vari sforzi di chi ha combattuto per tutta la vita? Allo stesso modo come può l’uomo godere senza l’appagamento dell’essere? Se non ha non può es-sere. Se non è non può avere.E’ dunque l’uomo un eterno infelice.La condanna è il valore, o meglio l’incapacità di ponderare le situazioni, di assegnare delle priorità e di farne una clas-sifica ben ragionata. Ci facciamo distrarre dal lusso, dai beni frivoli e materiali e, lo sappiamo, ne siamo ben consa-pevoli. Ma, in fondo, chi tra di noi è in grado di rinunciare alle inutili superficialità della vita? Forse nessuno. Chi sa dare il giusto peso agli eventi e il corretto valore a ciò che ci circonda? Forse nessuno. Amiamo, ad esempio. Ma chi davvero amiamo? Ci innamoriamo di un’altra persona, di noi stessi innamorati o dell’amore come sentimento posi-tivo e immenso? Amiamo e basta. In qualsiasi modo e in qualsiasi tempo.

L’amore è giungere a un bivio, vedere un’autostrada e un sentiero incolto, battuto da rovi e sterpi e scegliere quest’ultimo, se ci condurrà da chi amiamo.L’amore tanto osannato è dunque il massimo che la vita ci può offrire? Davvero ogni vita, ogni gesto o sentimento positivo si fonda sull’amore? E se l’amore svanisce? E se l’amore viene a mancare? E se non si ha un figlio a cui do-narlo, un genitore o non c’è la persona giusta? E se l’amore che abbiamo non basta?E’ davvero possibile vivere una vita in cui la gioia è sempli-cemente cessazione del dolore? E’ davvero così dolorosa la vita o possiamo scegliere cosa vedere?Bisogna davvero essere così appagati per essere felici? Dobbiamo per forza avere?Il possesso e la smania di esso hanno generato conflitti, omicidi, violenze e non hanno creato altro che uomini più infelici di prima.Ma, in fondo, la domanda sorge spontanea: a questo pun-to cosa significa davvero essere felici? Ridere sempre? Avere lo sguardo raggiante? Avere tanti amici? E’ dunque l’amore che ci appaga? E’ donare o ricevere? E’ la bontà? E’ compiere atti caritatevoli?Mio nonno diceva sempre che bisogna sorridere alla vita e tenersi impegnati. L’ozio non era ben accetto nella sua casa perché era negazione dell’attività ed è solo sfruttan-do al massimo il nostro tempo che possiamo cambiare le nostre vite. Cos’è la felicità se non la completa e asso-luta partecipazione alla vita? La carità, il lavoro, la medi-tazione sono tutti modi diversi di affrontare l’esistenza. La vita non ha un senso? Troviamole allora un significato. Anzi, diamolo noi, diamolo alle nostre esistenze perché è la vita stessa a essere felicità. Non è un singolo attimo, ma l’intero cammino, il nostro viaggio è felice. E’ la forza di andare avanti quando ci portano via tutto, è la forza di amare quando siamo odiati, la forza di sorridere quando siamo tristi e vorremmo piangere, la forza di alzarsi quan-do si cade. E’ felice il cammino di colore che accettano la propria condizione e provano a trasformare la propria vita in felicità perché in punto di morte possono guardare al gigantesco flashback che li invade e dire: “Io ho amato. Io ho cercato di dare un senso a un mondo che ne è privo, è stato il mio mondo. Io ho avuto e ho. Io sono stato e sono. Io ho goduto e sono stato appagato”.Chiara Perrone

Nel seguente sondaggio le nostre “vittime” risponderanno alla domanda: “Perché non vai alle assemblee d'Istituto?” (a volte non si ottiene proprio risposta!).La maggior parte degli intervistati ha risposto con la prima sciocchezza che gli veniva in mente, cioè che:“ Lo studio occupa le mie mattinate e anche i miei pomeriggi!”. Abbia-mo comunque deciso di proporvi le risposte dateci con più frequenza, fatta eccezione dell'ultima di quelle pre-

sentate:Una ragazza del secondo anno ci risponde che non ne è per niente attratta e che le ritiene troppo lunghe. Un ra-gazzo ritiene invece che sia molto più interessante studia-re piuttosto che andare agli incontri. Secondo una nostra vittima di terza non servono a niente perché tanto ci sono i professori a decidere tutto... Ormai eravamo disperati dalle risposte insoddisfacenti: sul punto di mollare, una

PERCHÈ NON VIENI IN ASSEMBLEA?

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ragazza di seconda ci fa tornare la voglia di intervistare ri-spondendo: “Ritengo che le assemblee siano inutili a cau-sa degli argomenti insignificanti proposti”. Finalmente un risposta motivata e sensata! Giunti alla fine una ragazza di prima pone una nota di sorriso sulle nostre labbra giustifi-candosi con il fatto che gli alieni la rapiscono ogniqualvol-ta c'è un'assemblea. Tratte le conclusioni, possiamo dire che da Largo Sonnino

provengono, come dimostrato, dati preoccupanti sull'in-sensibilità nei confronti delle assemblee d'Istituto e, so-prattutto, dati che rivelano un alto utilizzo di sostanze stupefacenti anche al biennio...Grazie a tutti per la collaborazione (anche a chi deve cor-rere a prendere la merenda che le pizzette al bar stanno finendo!).Francesco Santarossa, Veronica Ipavec

SPOTTED SERGIO MATTARELLA PRESIDENTE

Sono trascorsi quindici anni da quando il Parlamento Italiano ha istituito il 27 gennaio come “Giornata della Memoria”, giorno nel quale nel 1945 sono stati abbattuti i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz.Nelle righe che seguono, viene pubblicato un estratto di un’intervista realizzata nel gennaio 2012 ad uno degli ultimi sopravvis-suti: Eno Mucchiutti, baritono italiano nato nel 1919 e autore del libro “Il cantante del lager”.“Innanzitutto deve sapere che io sono stato ad Auschwitz e sono uno dei pochi fortunati che chiamate “sopravvissuti”. All’inizio sono stato portato in Germania, nei campi di smi-stamento, e poi rinchiuso ad Auschwitz. Ciò che voglio raccontarle, però, non riguarda la vita nel campo di concentramento o il viag-gio in treno, bensì la partenza ed il ritorno. Sì, in effetti sono proprio questi i momenti che mi provocano più dolore. Ricordo infatti chiaramente il viso umido di lacrime e le gri-da di disperazione di mia madre quando mi hanno portato con forza via di casa e solo ora capisco veramente cosa significhi privare una madre di un figlio. Tuttavia fu il momen-to del ritorno il peggiore in assoluto: durante quegli anni mi avevano dato così tante botte che, quando tornai a casa, mia madre non mi riconobbe neppure. Ero talmente ridotto male al punto da non essere riconoscibile da colei che mi aveva dato la vita”.Spero converrete nel ritenere inutile affian-care alle parole di Eno ulteriori commenti o sottolineature.Allegra Carboni

LA MEMORIA PERCOSTRUIRE IL FUTUROATTUALITÀ

Sabato 31 gennaio Sergio Mattarella è stato eletto Presidente della Repubblica con 665 voti (al quarto scrutinio), quasi due terzi del totale. Ha giurato martedì 3 febbraio ed è il 12 pre-sidente della Repubblica italiana. La sua candidatura è stata avanzata dal Partito Democratico con il sostegno di SEL, NCD, Scelta Civica ed altri gruppi minori. La vittoria è frutto di un'o-perazione politica che ha visto la rottura temporanea del Patto del Nazareno e vari disordini nel centrodestra italiano, diviso e confuso davanti ad una proposta che offriva un nome autorevo-le e stimato ma in modalità contrarie ai patti stabiliti con il Parti-to Democratico. Nonostante l'annuncio di Forza Italia di votare scheda bianca queste sono state meno dei grandi elettori del partito, segno che qualcuno ha votato Sergio Mattarella. Tutti questi eventi potrebbero avere nell'immediato futuro un effetto sul governo e sulle riforme.

Cos'è satira per noi?Un diritto, libertà di espressione, quasi una normale abitu-dine nei confronti della società in cui viviamo.Esprimere un'opinione. Si è radicata nella cultura di ogni popolo, con l'intento di criticare ideali, comportamenti o concezioni altrui. Però esiste un confine invalicabile, oltre il quale la satira diventa offesa, insensata, personale, priva di utilità. Quando si supera il limite? Quando si oltrepassa questo sottile confine? Quando si strumentalizza questa libertà a proprio favore, quando si giudica ma non si offre una prospettiva diversa, quando si toccano volontaria-mente temi pericolosi senza una motivazione. Sorpassare

il confine dell'ironia, dell'intento puramente critico e mo-rale è come giocare con il fuoco, prima o poi ci si scotta.Ma scottarsi per una giusta causa, per condannare azioni illecite o comportamenti inappropriati, offrendo un'alter-nativa, un'altra scelta, è all'opposto di una critica dedita solo alla ridicolizzazione della cultura, ideologia altrui.In conclusione, l'essenza stessa della satira viene a man-care nel momento in cui viene sfruttata in modo impro-prio, offendendo, diffamando una cultura o un'idea senza fornirne una motivazione, facendo di tutta l'erba un fa-scio, quando un fascio non è.Sara Trabucco

La città siriana di Kobane è stata completamente riconquistata lunedì 26 gennaio dai miliziani curdi, dopo aver costretto alla ritirata gli ultimi combattenti dello Stato Islamico che la occupa-vano. Gli scontri per la presa della città andavano avanti da mesi. Negli ultimi giorni lo Stato Islamico aveva tentato di respingere i curdi con l'invio di 140 combattenti, per lo più giovani e poco addestrati, una mossa che non è servita. La riconquista della città ha un significato simbolico oltre che militare, la sua presa da parte dello Stato Islamico aveva infatti scatenato la reazione dei curdi e degli Stati Uniti. Lo stato attuale della città è critico, la maggior parte degli edifici è distrutta e mancano acqua ed elettricità. Molti abitanti hanno aiutato i miliziani a respingere lo Stato Islamico dalla zona e a liberare gran parte della città.

LA RICONQUISTA DI KOBANE

LE OPINIONI \ AI CONFINI DELLA SATIRA

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DOSSIERLO STATODEI LIBRIDa sempre la cultura ci rende liberi. Liberi di pensare, libe-ri di parlare, liberi di vivere. Tutti i grandi dittatori della storia hanno per prima cosa voluto togliere la possibilità alla gente di avere una cul-tura, di pensare diversamente rispetto l’ideologia da loro proposta, poiché in questo modo potevano controllare e manovrare la popolazione. Come possiamo allora auto-privarci della nostra libertà? Come possiamo permetter che vengano chiusi quei luo-ghi che ci fanno essere vivi, come le librerie? Ultimamente sono sempre più numerose quelle che stanno abbassando la saracinesca per sempre. A Roma, per esempio, è stata chiusa la libreria Croce, aperta nel 1945, tradizionale luo-go incontro di Pasolini e Dacia Maraini; a Napoli, è fallita la storica libreria Guida che aveva ospitato Jack Kerouac, Indro Montanelli, Louis Ginzberg, Giorgio Bocca, Umber-to Eco, Giorgio Napolitano e i quadri di Andy Warhol e che dal 1983 era stata dichiarata un bene culturale dello Stato. Per non parlare poi, nel nostro micro-cosmo, del-la storica Libreria del Centro-Borsatti, che ha cessato la

suaattività il 31 gennaio 2015. Questi alcuni illusti esem-pi, ma ve ne sono molti altri acnora.Molti attribuiscono la chiusura delle librerie all’avvento dell’era digitale e al suc-cesso di Amazon e degli e-book . Certo, i vantaggi che of-frono questi nuovi dispositivi sono evidenti: prezzi ridotti, libri che arrivano direttamente a casa o vengono scaricati digitalmente, fino a 3.500 testi in un solo dispositivo che pesa 170 grammi. Inoltre gli e-book sono dispositivi più sostenibili dal punto di vista ambientale rispetto ai libri perché non utilizzano la carta. Ma le librerie sono molto più di un esercizio commerciale, sono un luogo umano, un luogo di confronto, un luogo di cultura, un luogo di libertà. Pasolini diceva: “La morte non è nel non poter comunica-re, ma nel non poter più essere compresi’ . E come faremo a comprenderci senza librerie? Senza luo-ghi che ci fanno scoprire noi stessi, che ci fanno sentire vivi. Come faremo? Se la cultura ci rende liberi di vivere, chiudere le librerie ci lascerà solo sopravvivere.Anna Venchiarutti

QUANDO LE LIBRERIE CHIUDONO

È come un cimitero. I libri abbandonati sugli scaffali, la polvere che ricopre ogni superficie, il silenzio assordan-te e l’odore di muffa e inchiostro che permane nell’aria. Sono migliaia i libri che sono stati censurati nel corso della storia e le mensole di questa biblioteca infinita sembrano non voler mai riempirsi del tutto e lasciare spazio a nuovi titoli.Fra le opere proibite più conosciute, troviamo alcuni gran-di classici della letteratura italiana e straniera come Anna Karenina di Lev Tolstoj, Madame Bovary di Gustave Flau-bert, il Decameron di Giovanni Boccaccio, Lolita di Vla-dimir Nabokov, Ulisse di James Joyce, Il giovane Holden di J.D. Salinger e Il buio oltre la siepe di Harper Lee. Libri molto diversi fra loro che hanno soltanto un filo condut-tore che li unisce: la presunta immoralità dei temi che ha assicurato loro la censura. Lolita, infatti, è stata censurata per anni dalle case editrici francesi (e non solo) a causa della trama, incentrata su un rapporto incestuoso fra un alunna e il proprio insegnante. Il buio oltre la siepe, in-

vece, è stato da anni rimosso dagli scaffali delle librerie perché accusato di linguaggio volgare e commenti razzisti.In una parete della biblioteca meno polverosa delle altre si possono ammirare libri pubblicati nell’ultimo decennio che sono continuamente soggetti alle richieste dei lettori (specialmente statunitensi) di venire rimossi dagli scaffali delle librerie. Tra i libri più discussi compaiono alcuni titoli che attirano l’occhio come The Hunger Games di Suzanne Collins, Cercando Alaska di John Green e Noi siamo infini-to di Stephen Chbosky. Una decina di anni fa, inoltre, si è persino pensato di censurare Harry Potter di J.K. Rowling perché, secondo alcuni gruppi religiosi, la serie che ha se-gnato e segnerà generazioni di bambini e adolescenti pro-muove lo sviluppo delle scienze occulte e del paganesimo e quindi potrebbe minare i valori della religione cristiana.Quali sono i motivi per i quali un libro viene censurato e si guadagna un posto nella biblioteca dei libri proibiti? Le dieci ragioni più frequenti sono: i temi razziali, l’omo-sessualità, la profanità, la violenza, il sesso, il pessimismo,

LA BIBLIOTECA DEI LIBRI PROIBITI

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il paganesimo, la religione, la politica e qualunque tema giudicato inadatto per un giovane gruppo di lettori.Negli Stati Uniti, per promuovere la libertà di espressione e di stampa e per sensibilizzare la popolazione a questo problema, ogni anno l’ultima settimana di settembre vie-ne dedicata alla lettura e alla discussione di libri censura-ti. Questa campagna internazionale contro la censura è sponsorizzata da due grandi organizzazioni non-governa-tive americane, Freedom to Read Fundation e American Library Association, che lottano per difendere la libertà di pensiero nel mondo.

Il controllo della comunicazione e della libertà di stampa non riguarda soltanto il periodo buio del Medioevo o i re-gimi dittatoriali moderni. Anche al giorno d'oggi, infatti, nei paesi che vantano la più totale libertà di espressione, diverse opere letterarie hanno dovuto scontrarsi con la censura. Si può quindi ammettere che la libertà di pensiero esiste veramente? Oppure l’uomo continuerà a riempire gli scaffali di questa immensa biblioteca di libri proibiti?Gaia Lisi

PERCHÉ, IN ITALIA, SEMPRE PIÙ LIBRERIE CHIUDONO?

Il fatto che in Italia sempre più librerie stiano chiudendo è un fatto sotto gli occhi di tutto. Solo nella nostra Trie-ste hanno già chiuso i battenti la Fenice, la Svevo mentre la Borsatti è prossima al termine delle attività e come la Feltrinelli. La causa dell’attuale situazione delle librerie va ovviamente cercata in parte nell’avvento delle tecnologie digitali. Non è infatti una novità che i ragazzi preferiscano di gran lunga i suoni e i colori dati dalle immagini, conside-rate più interessanti e divertenti rispetto ad un semplice libro. Eppure le ragazze, a differenza dei loro coetanei ma-schi, sono le “consumatrici” più accanite di libri; infatti la parte più consistente di acquisti è proprio quella da parte di ragazzine di 11-14 anni, anche se con sensibili differen-ze per territorio e ambiente sociale . Esiste anche la co-mune credenza che gli e-book, più comodi da trasportare e facilmente scaricabili gratuitamente da internet, tolgano una fetta di mercato non irrilevante alle librerie. Neanche questo è del tutto vero, poiché la maggior parte dei grandi

lettori preferisce avere in mano un libro cartaceo piutto-sto che in versione digitale, reputando migliore il classico.Purtroppo le librerie, come moltissime altre aziende in-dustriali e commerciali, sono pesantemente danneggiate dalla crisi economica. Infatti, come spiegato dalla pirami-de dei bisogni di Maslow, l’uomo può iniziare a elevarsi culturalmente solamente dopo aver soddisfatto ogni bi-sogno fisico e dopo aver raggiunto la stabilità sociale. In un periodo come quello odierno, in cui le famiglie sono spesso in difficoltà, facilmente la lettura passa in secondo piano e viene sacrificata in favore di questioni più stretta-mente legate alla sopravvivenza. Forse con il miglioramento delle condizioni del nostro Paese si potrà vedere una rifioritura delle librerie, confi-dando nel fatto che il periodo di astensione “forzata” dal-la lettura non abbia allontanato irrimediabilmente molte persone da questa.Francesco Spagna

Ho lanciato una ricerca su Internet, digitando “nuovi ge-neri letterari”. Un sito propone un elenco di quattro gene-ri, ovvero PULP, PARANORMAL ROMANCE, CHICK-LIT e i MANUALI DI SHELF HELP.Due righe per farvi capire che generi sono. Il pulp si con-traddistingue per lo stile freddo, incalzante e aggressivo e per l’argomento, violenti criminali tra le quali spiccano assassini.Il paranormal è una sorta di fantasy, solo più moderno; due capisaldi sono le saghe di Harry Potter e di Twilight. Poi abbiamo il chick-lit: è da vedersi come un’evoluzione del genere rosa, che tratta di donne tra i venti e i qua-rant’anni che hanno successo nel lavoro ma solitamente sfortuna in amore. Last but not least i manuali di auto-a-iuto; è come avere uno psicologo in versione cartacea: attraverso test di diverso genere viene insegnato come aumentare la propria autostima o gestire le proprie emo-zioni. Consultando altre fonti vengo a sapere diverse co-succe interessanti. Il genere pulp non è nuovo di zecca quanto si dice. E’ nato negli anni ’20 e ha

avuto un grande successo negli anni ’30. Col tempo i toni si sono fatti ancora più truci e freddi, entrando ancora di più nel genere horror.Paranormal romance è un termine con cui si indica un sot-togenere del fantasy, il fantasy contemporaneo. Il genere è quindi un’evoluzione che vede ambientazioni contem-poranee con la presenza di creature paranormali (streghe, fantasmi, vampiri…).Il genere chick-lit emerge negli anni ’90 ed è, come già detto, uno sviluppo del romanzo rosa; tra i suoi avi si ri-conosce Jane Austen, mentre al giorno d’oggi un grande esponente è Helen Fielding. I toni sono più umoristici, post-femministi e talvolta anche abbastanza irriverenti.Quelli che sembrano abbastanza nuovi sono i manuali di shelf help. Sta emergendo da qualche decennio e si sta affermando con discreto successo. Si basano su consigli dati a seguito dei risultati dei test e solitamente vengono dati da psicologi o autori che hanno avuto le stesse pro-blematiche e li hanno superati.Maria Tremuli

GENERI LETTERARI NUOVI AL 100%?

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RE ENSIONI

Con questo mio reportage sconfinerò davvero nell'esube-rante: se pensate che Lussemburgo, Andorra e Città del Vaticano siano le Nazioni più minuscole del mondo… Beh, in senso stretto vi sbagliate: esistono infatti decine di mi-nuscolissimi Stati non (proprio) riconosciuti dalla Comuni-tà Internazionale, spesso visti come stravaganti e piutto-sto insulsi. Eppure c'è gente che li ha creati… Eccovi i tre più interessanti.

Terzo classificato: Principato di SeborgaSeborga, un piccolo comune ligure di 325 anime, è se-condo molti dei suoi abitanti indipendente dall'Italia poi-ché “nessun documento del Congresso di Vienna ripor-ta Seborga come facente parte del Regno di Sardegna; l’annessione, nel 1861, al Regno d’Italia e, nel 1946, alla Repubblica Italiana è pertanto da considerarsi unilaterale ed illegittima”. Malgrado si dica che questa sia solo una trovata pubblicitaria, sta di fatto che dal 1963 i seborghi-ni lottano diplomaticamente per la loro indipendenza. Di certo la storia e la cultura di questo paesino sono molto particolari: passato di mano in mano nel corso dei secoli, si caratterizza per la sua zecca, per il particolarissimo cen-tro storico nonché per la produzione di olive, pomodori neri e bambole fatte a mano esportate in tutto il mondo. Il governo, che si accosta a quello italiano ma che fino ad oggi non ha alcuna valenza legale, è una monarchia costi-tuzionale liberamente eletta dai cittadini. Il Principato conia le proprie monete – i luigini - le quali vengono usate nel comune ed hanno un valore pari a 6 $ circa, ha un inno, uno stemma ed una bandiera; stampa i propri passaporti e le proprie patenti, eppure secondo il nostro governo Seborga deve attenersi alle leggi italiane.

Secondo classificato: MolossiaIl cartello davanti alla casa del nucleo principale dello sta-terello in pieno deserto, nazione di appena 0.0053 km2, popolazione 21 umani e 6 cani, recita: oltre questo punto non siete più in territorio statunitense, si applicano le leg-gi ed il passaporto di Molossia. Un regno nato per gioco dall'immaginazione di Kevin Baugh, ex militare dell'esercito statunitense, è ora (più o meno) realtà. Pagato il dazio doganale, si può visitare la residenza del governatore e creatore della Repubblica, la quale è di fatto una dittatura essendo Kevin l'unico capo

del governo. In questo territorio sono proibiti armi da fuoco, munizioni, esplosivi, pesci gatto, spinaci, missionari e venditori porta a porta, cipolle, trichechi e qualunque cosa provenga dal Texas. Lo Stato ha addirittura un ufficio postale ed una propria lingua; inoltre è in guerra con la Germania dell'Est da 11410 giorni, secondo alcune fonti. Evidentemente però gli Stati Uniti non lo considerano una grande minaccia, dichiarandosi il territorio un Paese del terzo mondo che ha bisogno dell'aiuto dei suoi fan per completare importanti progetti di sviluppo come una mi-nuscola ferrovia e l'installazione di pannelli solari.

Primo classificato: SealandSealand venne costruita inizialmente come una piatta-forma marina a difesa dagli attacchi aerei tedeschi, ma la Gran Bretagna commise l'errore di crearla in acque inter-nazionali: sui suoi 550 mq la HM Fort Roughs ospitava ben 107 soldati, ma negli anni Sessanta, oramai abban-donata, la struttura venne occupata da Roy Bates, il quale gestiva una trasmissione radio pirata non più trasmissibile a Londra, Radio Essex. Un anno più tardi il figlio di Bates sparò verso un equipaggio che stava passando vicino alla piattaforma; tuttavia il governo britannico non poté farci niente, in quanto il territorio non è compreso nella sua giurisdizione. Bates fiutò quindi l'affare, e dichiarò il luogo Principato di Sealand, dando alla neonata nazione il motto E Mare Libertas e dandosi a trasmissioni illegali. Anche dopo varie vicende, che videro addirittura l'occu-pazione della HM da parte dei Paesi Bassi ed alcuni ostag-gi, nessuno ha riconosciuto ufficialmente l'esistenza di Se-aland, ma per il momento i suoi cittadini non rispondono ad alcuna giurisdizione. Ai circa 50 abitanti si è aggiunto nel luglio 2014 il piccolo discendente del principe attual-mente in carica, Freddy Michael Roy Bates.

… E queste sono solo alcune delle micronazioni esistenti, oltre a Talossa, al Regno dell'Amore, alla libera Repubbli-ca dell'Alcatraz e molte altre! In più, malgrado i giovani abbiano perso interesse ad occupare territori fisici, sono molte le nazioni virtuali che sponsorizzano passaporti e cittadinanze; per informazioni è consultabile il sito www.listofmicronations.com. Arrivederci al prossimo Canzo-niere!Beatrice Grigoriev

CINTER ULTURALEPAGINA

TOP 3 MICRONAZIONI

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C

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RE ENSIONIlibri e cinemaL' eleganza del riccio racconta le vicende di Renée e Paloma che trascorrono la loro vita chiuse dentro un palazzo al numero 7 di rue de Grenelle a Parigi, chiuse come ricci per non svelare le loro segrete qualità: la cultura e l’amore per il sapere della portinaia e l'intelligenza della ragazzina. Renée è la portina-ia del condominio, è vedova ma non affronta la sua solitudine con rancore o nostalgia, bensì esplorando ogni sfaccettatura della propria anima, ogni sfu-matura dei propri sentimenti con grande distacco e filosofia, tuttavia ha un doloroso segreto che verrà celato sino alla fine. Paloma Josse, invece è figlia di un Ministro della Repubblica, viene definita dall’autrice “Giudice dell'Umani-tà”. E’ continuamente in contrasto con tutta la sua famiglia: con la madre, che cerca di non esternare in tutti i modi quello che davvero è, una donna fragile e debole, con il padre, che incentra la sua vita nella politica e nell’aggressività con la sua spietata franchezza, con la sorella Colombe che studia filosofia solo a fini teorici invece di impiegarla per affrontare il mondo in maniera autentica. Paloma, dunque, non riesce a sopportare la mediocrità della gente con cui vive, per questo ha pianificato il suo suicidio il giorno del suo compleanno perché delusa da ciò che la circonda. La vicenda narra dunque di due anime impegnate a celare la loro vera essenza, per rimanere in linea con i canoni imposti dalla società, fino all'arrivo di un nuovo inquilino, Monsieur Ozu, capace di far trape-lare il vero “io” delle due per vivere pienamente. Silvia Staltari

MURIEL BARBERYL'ELEGANZA DEL RICCIO

Dopo aver letto l'omonimo libro ho deciso di vedere il film di Brian Percival, "Storia di una ladra di libri", per capire se fosse stato l'ennesima delusione dopo una bella lettura. Il film è narrato, come il libro, in modo molto inusuale: dalla Morte, da una chiaccherona e divertente Morte, che non perde occasione per commentare scherzosamente le vicende.Ci troviamo nella Germania nazista del 1939. Liesel Meminger è una ragazzina decenne che ha perduto un fretellino nel viaggio verso la sua nuova famiglia adottiva. È costretta, infatti, ad abbandonare i genitori perchè comunisti. In quell'occasione Liesel ruberà il suo primo libro, nonostante non sappia ancora leggere. Sarà suo padre adottivo Hans Hubermann a insegnarle leggere e a a farle scoprire questo nuovo mondo che diventerà la sua vita. Generosi e pro-fondamente umani, gli Hubermann decidono di nascondere in casa Max Vandenburg, un giovane ebreo sfuggito ai rastrellamenti tedeschi. Max è un personaggio colto e sensibile che completa la formazione di Liesel, arrivando ad essere tra le persone più importanti della sua vita. Colpiscono alcuni aspetti del film: la signora Rosa Hubermann, che inizialmente è spinta a togliersi il problema di Max anche suggerendo al marito di denunciarlo, ma durante il film il sentimento si trasforma completamente, mettendo in risalto la debolezza di quella donna di cui prima impressione inganna. Colpisce anche il misto di sentimento e dei rapporti della piccola Liesel con i nuovi genitori, con Max, con Rudy, l'unico ragazzino disposto a essere suo amico, ma anche con la moglie del sindaco, colei che le permetterà di visitare la sua biblioteca cui Liesel ruberà la maggior parte dei suoi libri. Sia Max che la moglie del sindaco, sebbene in modo completamente diverso, danno la spinta al suo interesse per le parole e per la lettura e quindi per il suo spirito. Oltrtetutto anche la presenza di un amore tra Rudy e Liesel, che non riusicrà a confessargli prima che lui muoia, rende questo film emozionante e colmo di significati.Per quanto riguarda il rapporto libro-film, quest'ultimo è molto simile al libro ma pultroppo nel film non si da la stessa importanza ai furti come si da nel libro. Al contrario viene maggiormente sottilneata la straordinaria amicizia tra Liesel e Max.Se si hanno a disposizione 125 minuti e si è alla ricerca di un bel film, il mio consiglio è di guardare questo; oltre al passatempo contiene dei significati e degli argomenti profondi che possono far riflettere.Silvia Staltari

CINEMASTORIA DI UNA LADRA DI LIBRI

INTER ULTURALE

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“Rime sparse” è un periodico di poesie anonime. In questa pagina de “ Il Canzoniere di Igor” ne offriamo un’anteprima al pubblico. L’obiettivo che ci poniamo è di scrivere, pubblicare, racco-gliere opinioni e, perché no, invogliare a scrive-re. Chiunque voglia partecipare alla redazione può contattarci all’e-mail: [email protected] fine febbraio uscirà ufficialmente il primo numero in edizione cartacea, affiancata da un sito internet, per una maggiore diffusione.

Eroicamente vittimeEroicamente vittime d’un tragico tempospacciati, derisi, abbandonatidal mondo aggrappatoa viscide finzioni:Maschere e modellia cui guardare;ma se cerco me, Iochi sono?

L’amore non fa prigionieriL’amore non fa prigionierie non distingue tra vittimae carnefice.È il labirintorotondo nel qualeinseguendo te stessoti accorgiche il prossimo murosono ancora le tue spalle.

Senza titolo Ridicolaespando cosmisenza gravitàdi certezze e storie stabilimete irraggiungibilivisibili da lontanomentre gravito nel vuotodi un oblio malsanosforzo sovrumanola mente in affannotendo le braccia avantima l’irreparabile dannodi fondamentale mancanzam’uccide d’imprudenza

E scrivoVomito parolesulla carta biancasotto il caldo solearia fiacca, stancama il mio animo duolequalcosa mi manca.

• Mettete una baguette francese sotto il braccio… Ma pri-ma ricordatevi il deodorante!• Non abbiate fretta, seguite lo stile di vita spagnolo: ob-bligatorie la siesta e la cena dopo le nove di sera. • Impostate la sveglia dello smartphone: sarete sempre puntuali al tè delle cinque.

• Spazzolate spesso i denti e potrete sfoggiare uno sma-gliante sorriso scandinavo.• Imparate a dare ordini in tedesco: apparirete più auto-revoli.

Marta Pinzan

REGOLE IRONICHE PER SITUZIONI TRAGICOMICHE

COME SENTIRSI UNPERFETTO EUROPEO

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1) Gli amati e odiati risvolti ai jeans, secondo la maggior parte delle fonti…a) Vanno bene sia per le femmine che per i maschi, ma su pantaloni in cotone o jeans scuri e non devono superare i 5 cm.b) Sono troppo vintage, in più nonostante l'opinione co-mune affermi il contrario per le ragazze sono assoluta-mente out.c) Sono OK su pantaloni molto colorati a tinta unita (rosa, senape, salmone) ma non sul grigio e da evitare con ara-beschi e motivi vivaci.

2) Molte case di moda hanno proposto i cosiddetti meg-gins. Cosa sono?a) Pantaloni piuttosto attillati creati originariamente per Meg Ryan, famosa attrice statunitense, che hanno poi ri-scosso enorme successo tra il pubblico femminile.b) Leggins da uomo, sia fantasia che a tinta unita.c) Neologismo formato da mega- e leggins: sono pantaloni XXL disegnati per le taglie piccole, al fine di donare più sinuosità alla figura.

3) I foulard sugli uomini…a)Stanno bene ma senza esagerare, per un look easy-chic alternativo alla cravatta; secondo alcuni si abbinano con una pochette.b)Stonano troppo su un look casual ed andrebbero portati solo in smoking.c)Devono intonarsi agli occhi ed ai pantaloni; meglio se sono di materiali come cupro, cretonne o damasco.

4) Il tartan quest'anno è stato un trend invernale, ma i motivi stile Scozia disegnati dagli stilisti possono essere brevettati presso the Scottish Register of Tartans. Quale tra queste grandi marche ha registrato il suo?a) Ralph Laurenb) H&Mc) Burberry

5)Quale di questi tessuti si usa maggiormente per l'abbi-

gliamento?a) Zanellab) Pelle d'uovoc) Occhio di pernice

6)Qual è la modella più pagata al mondo?a) Giselle Bundchenb )Kate Mossc) Adriana Lima

7)Che differenza c'è tra astrakan e anorak?a) Sono entrambi capi originari di popolazioni himalayane, ma l'astrakan è un tipo di scarpa mentre l'anorak è un tipo di calza.b) L'astrakan è un tipo di pelliccia d'agnello, oggi sostituita da un tessuto che ne imita le caratteristiche; l'anorak è una giacca a vento di origine eschimese.c) Astrakan ed anorak sono due termini indicanti rispet-tivamente una tonalità grigio-giallina ed una verde scuro molto usate nel mondo della moda.

8)Cosa NON avreste dovuto indossare nell'inverno 2015, secondo Face magazine?a) le righe, per le ragazze; i pois per i gentlemanb) stampe stile cartoon su abiti e t-shirt, sia per ragazzi che per ragazzec) gli uomini avrebbero dovuto evitare le borse col mani-co, le donne i motivi animalier.

9)Dopo bikini, trikini e tankini, ecco che spopola …a) Il face-kini, una specie di passamontagna in tessuto di costume da bagno che lascia scoperti solo naso, occhi e bocca, per proteggere la pelle dall'abbronzatura.b) manikini, un costume di latta in stile palombaro da uti-lizzare nelle piscine, che come si sa sono un ricettacolo di germi.c) recyclekini, trendissimo costume per l'estate 2015 dise-gnato da H&M, che come è noto prende spesso impegni per l'amiente: il capo è interamente costituito da tessuti riciclati.

LOOK AMMODO PER LA MODASei aggiornato sugli ultimi trend in fatto di scarpe, accessori, jeans e felpe dalle fantasie più diverse? Sai quando abbi-nare una maglia fluo ad un pantalone cremisi senza risultare eccessivo? Ma soprattutto, quanto sei devoto alla moda? Questo test farà capire se si è dotati di sesto senso per gli outfit e sconcerterà gli scettici, facendo constatare che sotto il termine generico di “tendenza” si possono mascherare non solo scialli e risvoltini, ma anche prodotti di menti fin troppo creative.

Da 0 a 3 risposte esatte: non sarai preparatissimo sulle ultime tendenze stilistiche, ma forse ti opponi semplicemente alla moda del momento e preferisci jeans e felpa, da che mondo è mondo; oppure sei un irrimediabile alternativo, che però è coerente con ciò che pensa e in cui crede.Da 3 a 6 risposte esatte: per quanto mi riguarda hai conseguito un master in moda dai voti invidiabili: non solo hai dimostrato di conoscere i must del 2015, ma anche di avere qualche conoscenza in campo sartoriale e di gossip.Da 6 a 9 risposte esatte: se hai ottenuto un punteggio simile, forse durante l'ora di matematica, allora non ho parole: nessun vestito esotico ha segreti, e persino Enzo e Carla di Ma come ti vesti? Impallidiscono di fronte al tuo vocabolario ed al tuo stile. Perché, è indubbio, sei un fuoriclasse.Beatrice Grigoriev

RISPOSTE:1-a;2-b;3-a;4-c;5-c;6-a;7-b;8-c;9-a.

Senza titolo Ridicolaespando cosmisenza gravitàdi certezze e storie stabilimete irraggiungibilivisibili da lontanomentre gravito nel vuotodi un oblio malsanosforzo sovrumanola mente in affannotendo le braccia avantima l’irreparabile dannodi fondamentale mancanzam’uccide d’imprudenza

E scrivoVomito parolesulla carta biancasotto il caldo solearia fiacca, stancama il mio animo duolequalcosa mi manca.

REGOLE IRONICHE PER SITUZIONI TRAGICOMICHE

COME SENTIRSI UNPERFETTO EUROPEO

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RACCONTII BREV

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CANDORE D’OMBRALe corde ondeggiavano nelle sue mani, mentre muoveva i piedi nudi uno dopo l'altro con infinita calma; lo sguar-do fisso su di essi, affinché l'inizio del primo accarezzasse il finale dell'altro ogni prima volta, cosicché fosse l'unica. L'aroma stupefacente del legno bagnato le riempiva la mente, accompagnato dal melodico fruscìo sottostante. Di tanto in tanto il suo pallido biancore veniva trafitto dal-le schegge dei legni del ponte, ormai consunti dal tempo.Non alzava lo sguardo a vedere il grigio sopra di sé; il cielo era allora terra e i moti del fiume erano cielo, cielo a cui lei sempre concedeva privilegio.Sentì un impetuoso tuono arricchire la momentanea me-lodia, ma non se ne curò. Che fosse paura o troppa mera-viglia preferì non sceglierlo, vi era un alato confine.Il vento le carezzava la veste, sfiorandole i capelli core-ograficamente. Con abile fragilità danzava assieme a lei, dapprima fedele compagno, per poi trasformarsi in deciso rivale e spingerla contro le sue paure, elevando la notevo-le altezza; giacché loro danzavano, il ponte danzava con loro.Sentendo echeggiare profondamente il cielo sottostante, si fermò e chiuse gli occhi. Si distese e sotto di sé sen-tì il mondo. L'acqua scorreva e con essa ogni filo veniva risciacquato, ogni pensiero reso lucido e ogni momento riavvolto; le vite morivano per poi nascere nuovamente.Ad occhi chiusi, arrivò oltre di sé e con le palpebre com-baciate vide, ciò che era colore diventò nero e le forme divennero persona.Il fiume sussurrò il suo nome e lei delicatamente si alzò. Conquistò ogni frammento di calma e lo vide. Un immen-so desiderio di correre le invase il cuore, ma con immensa cura camminò. Ancora più lievemente di prima, camminò, fino ad arrivare a carezzare la spalla della figura nera lei camminò, camminò e poi si fermò.Respirava affannosamente e si fermò. "Sei qui" sussurrò ansiosamente. "Sei mancato" disse gelida. "Davvero sei qui, lo sei" si convinse, pianse ed era bello, solo bello, in un modo suo, melanconicamente bello, senza fine.Lui si girò e le prese il capo tra le mani. Dolcemente le sfiorò il viso, mentre le dita di lei passavano con spavente-vole riguardo tra i capelli di lui, ma non bastava. "Per te" le

disse, guardandole gli occhi, sostenendo l'amore del loro nascosto chiarore, quell'amore che unicamente gli appar-teneva. Allora non ci fu più nulla da dire, era tutto deciso, accurata intesa dell'esistenza, suo spregevole scherzo.Affondò la nuca tra le sue braccia, accarezzò il suo petto nudo e gli baciò il cuore, respirò il suo odore e si ricordò del sole; lui la strinse, intrecciando le proprie mani dietro la schiena di lei, le serrò, benché non reggessero il peso di quell'insaziabile pena.Le accarezzava la testa con le labbra e sollevandogliela guidò la sua bocca incontro alla sua, con una necessità talmente forte da apparire irruenta. Non bastava, non sa-rebbe bastato allora.Ritornò a stringerla forte, le baciò la fronte e la strinse ancora. Lungamente parlarono, sussurrandosi amore e promettendoselo, voraci senza misura.Gli baciò gli occhi e vide ancora più lontano, rise tanto, co-sicché l'eco della sua felicità ricadde nell'acqua del cielo; forse si sarebbe trasformato in nuova vita, apprezzabile come poche altre.I loro corpi collisero un'ultima volta e gli orologi delle loro anime pulsarono l'ultimo secondo all'unisono.Lo oltrepassò e la figura scomparì dietro le sue spalle. La risata di lei divenne sorriso quando bastò, perché solo al-lora venne realizzata l'intesa, avendola vissuta dentro.Al pulsare dei successivi secondi, non appena la consa-pevolezza divenne ricordo, il sorriso si sciolse e il volto divenne serio.Respirò intensamente, con serenità nell'anima e alate ri-ghe nel volto, quando finalmente aprì gli occhi e si rese conto di essere dall'altra parte, senza più paura dell'altez-za.Allora danzò, abbandonata danzò armoniosamente con il vento, mentre con dolcezza muoveva il capo tra le sue carezze, ricordando la figura nera che fino al momento prima l'avvolgeva.Eppure, avendo osservato l'accaduto, chiunque avrebbe potuto giurare che lui non era esistito lì e che il fragile corpo di una lacerata ragazzina era stato l'unico ad attra-versare il cielo di sotto.Besmire Biniqi

RICORDI INESISTENTILa città era silenziosa quella sera, una sera umida di piog-gia primaverile appena caduta. Aveva imbevuto l'asfalto, l'aria e gli animi della gente, che se ne stava in casa con le persiane abbassate. Le televisioni erano accese, le menti spente, stanche, perché era stato un giovedì pesante, di quelli che non passano mai.

Loro erano là, in macchina, alle porte di quel piccolo mon-do in procinto d'addormentarsi. Persino i lampioni sem-bravano esausti; il bagliore arancione era flebile sotto quella cappa di nebbia soffocante e appiccicosa. Sara guardò Chiara furtivamente: sorrideva mentre gui-dava su quella strada, un tempo così familiare per lei. Sor-

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-Tu vedi niente?-Certo.-Come?! Cosa vedi?!-Beh, se non lo vedi pure tu.-Ma cosa?-Che intendi?-Intendo, cosa vedi?-Dai, te l'ho appena detto!-No, non è vero! Io te l'ho chiesto ma tu non me l'hai detto.Passarono alcuni minuti prima che tornasse la luce.-Oh, ecco ritornata la luce.Qualche giorno dopo i due ne riparlarono.-Allora cos'avevi visto?-Quando?-L'altro giorno, quando è saltata la luce.-Aspetta, era saltata la luce?--Sì, te l'avevo pure detto...-Beh non mi ricordo.-Okay, ma tu cosa vedi di più di me? Stai sempre a van-tarti.-Non so come spiegartelo... E' quasi come vedere tutto e allo stesso tempo niente.

-Vuoi dire che tu riesci a vedere tutto? Adesso non dirmi che sei un sensitivo o un veggente di qualche tipo!--Non proprio. Per esempio: tu una cosa la vedi e ti fermi lì, giusto?-Sì beh, giusto.-Ecco, io invece continuo a vederla, non mi fermo, la vedo oltre i limiti degli occhi, io la vedo, nella sua com-pletezza. E' una sensazione che per essere provata richiede tempo.-Beh, sono passati 13 anni ormai...-Già. 13 lunghi anni.-L'hai più sentita?-Chi? Sara? No, dall'incidente non mi ha più voluto par-lare.-Quindi lei non sa?-No, lei non lo sa. L'ironia di tutto questo è che le sue ultime parole sono state ''Non voglio più vederti, è colpa mia se è successo quello che è successo. Non posso neanche sopportare che tu mi veda ridotta così.''.-Sì, ricordo di averti letto quella lettera, non ti offendere, ma sotto sotto ho riso...-Lo so, ti ho sentito. Sai, sarò cieco, ma mica sordo.Giorgia Fumaola

rise anche lei inconsapevolmente, contagiata da quella tranquilla felicità. Si voltò a guardare fuori dal finestrino, verso il mare: vedeva le case sul pendio erboso, così vi-cine che sembrava stessero per cadere l'una sull'altra; la ripida discesa digradava fino a una punta, che terminava a strapiombo sull'oceano. Mentre entravano nella città, per le vie deserte, Sara immaginava Chiara dieci anni prima, un po' più piccola e un po' più insicura, che camminava su quei marciapiedi con lo zaino in spalla, felice e con lo sguardo brillante, o triste, con gli occhi gonfi di lacrime, o ancora arrabbiata, ogni passo un tuono, sintomo di una sua tempesta. Un velo oscurò per un secondo i suoi grandi occhi, un rimpianto amaro le sciolse per qualche attimo le membra, mentre pensava a tutti i ricordi che non avrebbe-ro mai avuto. Ma poi si stropicciò gli occhi, e cercò la mano di Chiara con la sua, stringendola forte. Andava bene così.Chiara scoccò un'occhiata alle loro mani intrecciate, col cuore che si scaldava, perché sapeva che non era stato un gesto casuale, e segretamente gioì di quella tacita intesa che c'era fra loro.Era strano tornare là, nella sua città d'origine, mano nella mano con la sua Sara. Là non si era mai sentita nel posto giusto, ma ora ovunque era il Suo Posto, purché fossero assieme. Doveva ammetterlo, le vie strette che si snodavano come fili fra le case bianche e grigie, i lampioni alti che termina-vano in un ghirigoro, quel piccolo pezzo di cielo che sovra-stava quell'ancora più piccola realtà, tutto le era mancato, inconsciamente. Un angolo della sua mente le mostrava ogni ricordo, come un film, e la sua anima si stava riem-piendo di nostalgia, come una vela sotto la pioggia. Non l'aveva mai ritenuto possibile. La macchina procedeva lenta, l'aria era così pesante che ogni rumore risultava attutito, ma il silenzio fra le due ra-gazze era leggero. Le parole scorrevano semplicemente

lungo un filo invisibile che le aveva sempre collegate, da quando si erano trovate e forse anche prima. Sara sapeva a cosa stava pensando Chiara, sapeva dei ricordi che so-praggiungevano dietro ai suoi occhi attenti, e sapeva che in quel momento aveva bisogno di un'assenza di suoni. E Chiara, Chiara sapeva che per questo Sara taceva, e si limi-tava a stringerle la mano, e di questo le era grata, assieme a tante altre cose, altri segreti e altri dettagli, frammenti. Le case cominciarono a diventare più rare, prevalente-mente condomini moderni, alti, con balconi di metallo scintillante della pioggia recente e vista sul mare; finché la strada non si interruppe in un piccolo parcheggio. Le ragazze scesero, e si incamminarono verso lo strapiombo, sempre dritte, mano nella mano. La punta era rocciosa, scivolosa e primitiva; davanti a loro un'oceano nero di si-lenzio. Non avevano paura, perché avevano imparato in-sieme a non temere l'immensità e l'infinito. “Eccoci”. Chiara si voltò verso Sara, guardandola negli occhi. Sara era senza parole, ma tanto non erano necessarie. Erano troppo riduttive e reali in quei momenti. Le prese anche l'altra mano, le si avvicinò il più possibile, finché si trova-rono a distanza di un sospiro; e quando tutto e niente fu detto, poggiò le sue labbra su quelle sorridenti di Chiara, assaggiando il suo sorriso, i suoi ricordi, il suo passato. E amava anche quello, assieme ad ogni altro dettaglio di lei. Amava ciò che lei arrivava ad odiare, o a rinnegare. Fu un bacio leggero, quasi impercettibile, scontro e fusione, un nuovo nodo nel loro filo. Quando i loro sorrisi si allon-tanarono, entrambe avevano qualcosa in più negli occhi: ricordi inesistenti. Con le dita intrecciate, tornarono verso la città, lo sguardo rivolto alla Luna. Quella sera era crescente, illuminata al 7%.Teresa Kucich

SENSAZIONI BUIE

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1. Cammina all'indietro 5. Iniziali di Petrolini 6. Asso-ciazione in breve 8. Il compagno di Ciop 9. Attrezzo da allenamento nella boxe 11. A carnevale… vale 13. Hanno più di diciotto anni 18. Dopo a Londra 19. Bruciati 21. Iniziali della Ferilli 22. Carlo precursore dell'elettrochimica 25. Profonde per il poeta 27. Mez-zo uomo 28. Insenature della Galizia 29. Sono filanti a Carnevale 31. Popolazione della Nuova Zelanda 32. Gruppo di persone emergenti 33. Battuta considerata nulla 34. Fogli colorati tagliuzzati da lanciare

1. Il martedì di Carnevale 2. Costumi carnevaleschi 3. Colpevoli di reato 4. Lattice del papavero bianco 7. Terreno accanto alla chiesa per sepolture 8. Han-no funzione protettiva nei palazzi 10. Controllo sulle opere del pensiero 12. In fondo ai precipizi 13. Veloce motoscafo antisommergibile 14. Si paga al proprieta-rio per abitare 15. Gran Turismo 16. Bottoni per chiu-dere i polsini delle camicie 17. Collera, stizza 20. Si fa al malato 23. Né mie né sue 24. Costose o dilette 26. Golda che fu premier d'Israele 29. Secolo in breve 30. Il nome dell'attrice Massari 31. Che mi appartiene

ORIZZONTALI VERTICALI

La redazione del CanzoniereDirettore: Lorenzo GalloVice Direttore: Maria TremuliVice Direttore: Matteo GiugovazCopertina, grafica, impaginazione: Lorenzo GalloRedazione: Maria Tremuli, Teresa Kucich, Giorgia Fumarola, Sveva Nistri, Caterina Mezzena Lona, Beatrice Grigorev, Massimo Segulin, Veronica Ipavec, Beatrice Musizza, Maristella Tassetto, Valentina Ceballos, Besmi-re Biniqui, Florinda Bartoli, Silvia Staltari, Gaia Lisi, Allegra Carboni, Sara Trabucco, Marta Pinzan, Tea Zaniboni, Carla Oriani, Teresa Calella, Luca Piizi, Francesco Spagna, Francesco Santarossa

Moltissime grazie alla signora Luisa ed alla bidella Anna per la collaborazione

CERCASIVIGNETTISTI

CRUCIVERBA "MEA CULPA"Rieccoci con la solita rubrica che fa ammenda degli errori dello scorso numero. Ci scusiamo per le brutte ripetizioni nell'articolo d'attualità a pagina 4, frutto della stanchezza dei correttori di bozze. A pagina 6 si parla di #hashtag, non #ashtag (e che ve devo dì, siam retrogradi!) e mi si informa che su Snapchat non si posta, ma si invia (fonte: Bartoli). La stanchezza dei correttori è sem-pre la fonte degli errori a pagina 8, tranquillamente evitabili (ma anche correggibili dai lettori senza proble-mi). Sempre maledettissimi errori di stampa e distrazione (spaziature e ripetizioni) vanno ad inficiare l'artico-lo di pagina 11, mentre a pagina 13 termos è chiaramente thermos. Erro-re ben più grave (ma, nota positiva, unico errore effettivamente grave) è il titolo del Racconto Breve a pagina 14, non L'uomo in Rosso ma Cinque Minuti di Panico. Con questo errore chiudiamo la rubrica Mea Culpa del quarto numero, sperando di conti-nuare a soddisfarvi con l'offerta del Canzoniere. Per qualsiasi informazio-ne, dubbio, critica, potete scrivere a: [email protected] Giugovaz