Il Canzoniere N°6

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Transcript of Il Canzoniere N°6

INDICEEDITORIALE, 2

SCUOLA NOSTRA, 2ATTUALITÀ SPOTTED, 9

COMPAGNIE LOW COST:SOTTOVALUTATE?, 10

I TRASPORTI DEL FUTURO, 11SETTE CURIOSITÀ SUI TRASPORTI

MOTORIZZATI A TRIESTE, 12CLASSIFICAZIONE DEGLI

ANZIANI IN BUS, 12PAGINA INTERCULTURALE, 13

RECENSIONI, 14REGOLE, 15

QUIZ, 16RACCONTI BREVI, 17

BONUS, 20

SCUOLA NOSTRAPALIO DEGLI ASINELLIFELICI E SCONTENTI

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Ormai spostarsi non è più un problema: aerei, navi, treni, autobus, macchine, moto, biciclette, metropolitane, tutto il mondo è accessibile in poche ore (o quasi) e questa rivo-luzione ha davvero cambiato la vita degli uomini. Nel dos-sier di questo numero non parliamo di trasporti in genera-le ma analizziamo qualche situzione particolare, singolare, locale. Non perdetevelo. L'anno scolastico sta volgendo al

termine, così come anche il torneo per sezioni e le varie attività scolastiche. Pronti per gli ultimi giorni di studio intenso alla disperata ricerca di una sufficienza? Buona lettura a tutti e buona estate a tutti i docenti, studenti e personale scolastico da parte di tutta la redazione!Lorenzo Gallo

EDITORIALE

Per la XVI edizione del Palio degli Asinelli il gruppo di teatro della scuola ha messo in scena lo spettacolo “Felici e scontenti”, tratto dal testo “Parenti serpenti”. Una famiglia riunita per Natale, due genitori troppo vecchi per poter vivere da soli e una stufetta a gas e il danno è fatto.Tutto inizia con i figli e le rispettive mogli e bambini che arrivano a casa dei genitori. Già quando tutti sono ap-pena arrivati iniziano a susseguirsi situazioni esilaranti: “frecciatine” tra i vari membri della famiglia, il nonno che cerca di imparare l’inglese, con scarso successo, e che è convinto di essere ancora un ufficiale in servizio.Quando i nonni esprimono il loro desiderio di passare i loro ultimi giorni con i figli e lasciano a questi l’onore di decidere chi sarà il “fortunato” scoppia il putiferio. Tra eclatanti dichiarazioni e strane scoperte, tra urla e litigi, lo spettacolo si risolve con un finale totalmente inaspettato…Una favolosa interpretazione da parte di tutti gli atto-ri, i particolari ben curati e dei bellissimi cambi scena, fatti in modo da sembrare quasi parte dello spettacolo. Una particolare menzione a Nicholas Serli, il nonno: ottima voce, interpretazione e comicità.Carla Oriani

COMICIOLI VS BECCARIDopo lo straclassico Stera vs Vidoni, ecco qui il derby più appassionantee incredibile del Petrarca! Buona lettura.

Prof. COMICIOLIQUALE LICEO HA FREQUENTATO E CHE STUDI HA INTRAPRESO SUCCESSIVAMENTE? Ho frequentato il liceo scientifico Galilei e poi la facoltà di Fisica all’università.

COSA L’HA PORTATA AD INSEGNARE? Ho sempre amato questa professione, il piacere di tra-smettere queste materie che mi avevano affascinato.

COSA INTENDE TRASMETTERE INSEGNANDO LA SUA MATERIA? L’amore per queste discipline scientifiche, la visione del-la realtà condizionata da una linea logica di pensiero. Io, inoltre, ho sempre amato la musica e mi ha sempre affa-scinato questo rapporto tra la matematica e la musica. SUONA QUALCHE STRUMENTO? Il piano.

CHE COSA NE PENSA DELLA BUONA SCUOLA?La vedo con preoccupazione. Vedo che gli insegnanti non vengono considerati come dovrebbero, è come se non si desse più fiducia ai docenti, come se dovessero essere so-stituiti e questo è un tipo di scuola molto lontano dalle mie speranze.

COSA NE PENSA DELLO SCIOPERO DEL 5 MAG-GIO? Non è sbagliato, anzi è opportuno.

HA PARTECIPATO? No.

COSA NE PENSA DEGLI SCIOPERI COME FORMA DI PROTESTA? Sono contrario perché ce n’è stato un uso indiscrimina-to ed eccessivo che ha portato a svilirli, hanno perso di efficacia. A mio parere fanno perdere ore di scuola, non ho partecipato neanche allo sciopero contro le invalsi pur essendo contrario. Parteciperei ad uno sciopero contro gli scioperi!!! Penso che sarebbe più efficace agire in modo politico, eleggendo opportunamente i proprio rappresen-tati.

DA QUANTO INSEGNA E CHE CAMBIAMENTI HA VISTO NEI RAGAZZI? Insegno dal 1996. Nei ragazzi non penso ci siano cam-biamenti. Sono nella struttura scolastica alla quale giu-stamente si adattano anche se trovo che la scuola sia in

peggioramento, anche se devo dire che qui al classico c’è un buon livello. C’è stato un leggero miglioramen-to quando hanno reintrodotto gli esami a settembre. Patisco molto il fatto che la scuola non rappresenti più una guida sicura verso il futuro e il lavoro, anzi a volte l’università è vista come una perdita di tempo. Mi dispiace che la sicurezza non sia più una guida verso il futuro.

Prof. BECCARIQUALE LICEO HA FREQUENTATO E CHE STUDI HA INTRAPRESO SUCCESSIVAMENTE? Ho frequentato il liceo scientifico a Borgotaro in provincia di Parma, poi all’università matematica a Pisa con una suc-cessiva specializzazione in calcolo automatico.

COSA L’HA PORTATA AD INSEGNARE?Io a 14 anni ho scelto di insegnare, mi piaceva la mate-matica e mi piaceva l’idea di insegnarla agli altri e sono ancora convinta di aver fatto la scelta migliore.

COSA INTENDE TRASMETTERE INSEGNANDO LA SUA MATERIA? Io sono convinta che un insegnante debba trasmettere l’importanza e la valenza della sua materia. Per quanto riguarda la matematica e la fisica mi interessa che i ragazzi colgano la logica che c’è all’interno della matematica, il rigore del ragionamento, la capacità di analisi e di sintesi. Penso che un insegnante debba saper educare con la sua disciplina ma anche con il suo comportamento personale, anche nel modo di porsi con gli studenti.

CHE COSA NE PENSA DELLA BUONA SCUOLA?Ammetto di non aver approfondito il tema della buona scuola perché io sono quasi alla fine del mio percorso sco-lastico come professore. Insegnando da tanto si osserva che ogni governo tenta di cambiare la scuola con nuove riforme ma non vanno mai bene a nessuno. Da parte mia io desidererei una scuola più severa e sono contraria ad una scuola informatica. Sono d’accordo sul fatto che an-che noi insegnanti abbiamo le nostre colpe, ammetto che ci siano insegnanti che pur essendo competenti non svol-gono la loro professione in modo adeguato non essendo in sintonia con gli studenti.

HA ADERITO ALLO SCIOPERO DEL 5 MAGGIO? No.

COSA NE PENSA DEGLI SCIOPERI COME FORMA DI PROTESTA? Io non ho mai aderito ad uno sciopero in vita mia, scio-pererei però per tematiche non riguardanti la scuola ma più che altro questioni di carattere etico, ciò che riguarda i miei interessi personali.

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DA QUANTO INSEGNA E CHE CAMBIAMENTI HA VISTO NEI RAGAZZI? Insegno dal 1979 e di cambiamenti ne ho visti tanti. Negli anni ho visto i ragazzi perdere la capacità di lavorare da soli e diventare sempre più distratti. Penso che sia giusto che gli studenti abbiamo altre attività all’infuori del mon-do scolastico, io per prima ho sempre giocato a pallacane-

stro quando frequentavo il liceo, ma se una versione non mi veniva la facevo finché non mi riusciva e invece vedo che oggi la scuola viene molto trascurata dai ragazzi. Tro-vo che negli anni siano molto cambiati anche i genitori che difendono i figli in tutto e per tutto. Personalmente ritengo la formazione scolastica di grande importanza e vorrei che ci fosse più impegno da parte dei ragazzi.Anna Venchiarutti

INTERVISTA AI RAPPRESENTANTI D'ISTITUTOLista LONFICOM'È STATA LA VOSTRA ESPERIENZA DA RAP-PRESENTANTI?Fare i rappresentanti d'istituto è un'esperienza complessa che ti assorbe e coinvolge ed è difficile giudicarla su due piedi. E' stata certamente positiva: abbiamo realizzato delle cose belle ed importanti, siamo riusciti a collaborare con i nostri colleghi dell'altra lista con cui avevamo degli obbiettivi in comune nonostante le nostre marcate diffe-renze caratteriali(ridacchiano).

QUAL È STATA LA COSA PIÙ IMPORTANTE E ME-GLIO RIUSCITA CHE AVETE REALIZZATO DA RAP-PRESENTANTI?Fatta eccezione per la mancata partecipazione di Cristic-chi all'assemblea d'istituto all'inizio del''anno, diremmo che ci è piaciuto tutto ciò che abbiamo realizzato. Sicura-mente la cosa meglio riuscita è stata La Notte dei Classici. In quell'occasione abbiamo visto davvero la scuola unirsi e collaborare. La partecipazione all'evento, inoltre è stata altissima e secondo noi ha significato il culmine della coe-sione all'interno dell'istituto.

QUANTO, DI CIÒ CHE TI ERI PREFISSATO COME OBBIETTIVO DURANTE LA “CAMPAGNA ELET-TORALE”, SEI RIUSCITO A REALIZZARE?In generale potremmo dire quasi tutto. Il Canzoniere, sep-pur non grazie a noi, è profondamente cambiato ed è un valido strumento per informare gli studenti. L'Associazio-ne Petrarca è stata molto coinvolta nella vita della scuo-la e ha fatto tantissimo sia per quanto riguarda gli eventi (Notte dei Classici e Trieste Scrive), sia in generale quando avevamo bisogno di aiuto. Anche per quanto riguarda le assemblee ci riteniamo soddisfatti: ci sono stati dibattiti e ospiti. L'unica nota stonata è la partecipazione alle assem-

blee che resta fortemente migliorabile.

LA TENDOPOLI?La Tendopoli si terrà dal 3 al 6 Giugno nel giardino della centrale, sarà un momento collettivo della scuola per in-formarsi e discutere assieme.L'idea di un evento di questo tipo è nata come una for-ma di protesta alternativo alla “Buona Scuola”. Tuttavia, essendo stata modificata a riforma, crediamo che il mo-dello di tutto l'evento cambierà e verranno trattati anche numerosi altri temi. Oltre a ciò ci preoccupa anche la par-tecipazione: le attività della tendopoli si svolgeranno di pomeriggio fino alle otto e, lo ricordiamo, non si dormirà nelle tende, che verranno montate solo a fine dimostrati-vo. Abbiamo già parlato di tutto ciò con la preside che si è detta d'accordo e ci ha dato l'autorizzazione.

BUONA SCUOLA: SIETE D'ACCORDO CON LA RI-FORMA?Nicolas: non del tutto. Alisea: decisamente no. Noi abbia-mo letto il DdL e alcuni punti sono condivisibili. Inoltre, l'accentramento del potere non è del tutto sbagliato: pur-troppo si gioca tutto su libertà ed efficienza. Altri punti, al contrario, ci trovano in completo disaccordo. Si tratta soprattutto del ruolo del preside, il quale, come ricordato-ci da una professoressa, non è più ufficialmente “Preside”, ovvero colui che presidia e difende la scuola, bensì “Diri-gente Scolastico” cioè colui che dirige e comanda. Doven-do scegliere tra Buona Scuola L.I.P. saremmo molto inde-cisi: anche la legge di iniziativa popolare presenta gravi difetti e alcune proposte in essa contenute sono davvero inutili.

LONFI, MA CHE VUOL DIRE “LONFO”?La parola “lonfo” non vuol dire nulla: ognuno può attribu-irle un significato personale. E' un po' come il blocco di

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marmo di Michelangelo: ciascuno può vederci e scolpirsi la propria statua .Rappresentanti della succursale: voi eravate contrari, ave-te cambiato idea? Rimaniamo dell'idea che non siano indispensabili anche se alla fine si sono rivelati utili per fare quei giri delle classi che noi rappresentanti, essendo in centrale, non poteva-mo fare. Probabilmente questa proposta è stata presenta-ta male dalla “Lista del Fare” e fraintesa da parte nostra,.Vi ricandidate l'anno prossimo?L'esperienza di rappresentante d'istituto è impegnativa e comporta anche delle rinunce. Siamo soddisfatti del lavo-ro svolto quest'anno e non intendiamo, perciò, ricandidar-ci l'anno prossimo. Inoltre, sappiamo che ci sono nume-rose persone che vogliono candidarsi l'anno prossimo e girano già i primi nomi.

Lista DEL FARECOME GIUDICATE LA VOSTRA ESPERIENZA DA RAPPRESENTANTI?Florinda: Positiva, impegnativa ma soddisfacente. Matteo: Valo lo stesso anche per me. L’esperienza da rap-presentante è stata fantastica. Avevo deciso di ricandidar-mi quest’anno perché non mi sentivo pienamente soddi-sfatto di ciò che avevo realizzato durante il precedente mandato. Ora però posso dirmi soddisfatto perché sento che nel corso di questi due anni ho dato il mio contributo alla scuola.Inoltre, siamo riusciti a collaborare con i colleghi dell’altra lista e nonostante le discussioni e i piccoli diverbi siamo riusciti ad aiutarci a vicenda e a compensare reciproca-mente le nostre carenze.QUAL È LA COSA MIGLIORE CHE SIETE RIUSCITI A REALIZZARE IN QUESTI DUE ANNI?Siamo particolarmente soddisfatti della Notte dei Classici e della Manifestazione del 5 Maggio. Entrambi gli eventi ci sono riusciti piuttosto bene anche grazie alla forte par-tecipazione. Forse è proprio l’essere riusciti a far parteci-pare di più i ragazzi di prima e seconda ad esserci riuscito meglio. Crediamo di aver trasmesso l’immagine di un nuo-vo modello di rappresentante: una persona responsabile che si preoccupa di far sentire tutti parte della scuola.

ASSEMBLEE: SIETE CONTENTI DI COME SONO RIUSCITE?Siamo molto contenti delle assemblee che abbiamo or-ganizzato perché siamo riusciti a togliere loro quel tono conferenziera che avevano assunto l’anno scorso e a con-centrarle di più su temi della scuola (assemblee d Marzo e Aprile) con anche dei dibattiti.

RAPPRESENTANTI SUCCURSALE?I rappresentanti della Succursale ci hanno aiutato moltis-simo a chiamare, distribuire e andare a fare i giri delle clas-si che non potevamo fare visto che le nostre classi sono in sede Centrale. Non siamo per nulla pentiti della nostra proposta.

CREDI CHE IL CANZONIERE SIA MIGLIORATO NELL’ULTIMO ANNO? RITIENI INFORMI GLI STU-

DENTI SUI TEMI DELL’ATTUALITÀ?Florinda: l’hanno scorso non leggevo il Canzoniere e il fat-to che io l’abbia letto nel corso di quest’anno scolastico è di certo segno di un miglioramento del giornale scolastico. Per quanto riguarda l’informazione è indubbio l'impegno della redazione ma la cosa è relativa al singolo studente e al suo livello di interesse. Molti prendono il Canzoniere solo per fare i cruciverba, non per leggere gli articoli di attualità. Inoltre, esce solo una volta al mese e a volte gli articoli parlano di cose avvenute settimane prima.

BUONA SCUOLA: FAVOREVOLI O CONTRARI? L’AVETE LETTA?Abbiamo letto tutte le versioni della Buona Scuola: dalle linee guida fino al testo approvato alla Camera dei Depu-tati. Rispetto alla sua forma iniziale, la riforma è miglio-rata moltissimo e, se dovesse rimanere in questa forma, saremmo decisamente favorevoli alla sua approvazione. Abbiamo cambiato opinione principalmente perché resta l’autonomia del singolo istituto senza un eccessivo accen-tramento del potere. Oltre a ciò, viene anche introdotto il “Comitato di Valutazione del Preside che è certamente un organo di garanzia. Tra Buona Scuola e L.I.P. sceglierem-mo Buona Scuola. La Legge di Iniziativa Popolare contiene buoni (ma vaghi) punti come il diritto allo studio, il sei per mille alle scuola pubbliche e l’innalzamento della scuola dell’obbligo a 18 anni. A non convincerci per niente, in-vece, sono il biennio unico e comune per tutte le scuole superiori e lo stravolgimento della scuola media.

TENDOPOLI?Dobbiamo ancor finire di leggere l’ultima versione della ri-forma che, però, sembra convincerci. Pertanto, le modali-tà e le finalità delle Tendopoli cambieranno inevitabilmen-te. Inizialmente si pensava a una tendopoli dimostrativa vista come metodo di protesta alternativo. Ora, invece, stiamo pensando ad un’attività informativa nel giardino della Centrale divisa per gruppo in base ai 5 temi più im-portanti del DdL (finanziamenti, edilizia scolastica, figura della preside ecc…). In ogni caso si tratterebbe anche di svolgere dei piccoli dibattiti su ogni articolo e di fare, alla fine, delle critiche costruttive al testo. Arrivati verso sera, credevamo sarebbe stato bello invitare qualche bande or-ganizzare una “Notte dei Classici Due”. Ad ogni modo, di-scuteremo le nuove proposte per la Tendopoli in un Comi-tato Studentesco pomeridiano. Siamo, inoltre, certi che la partecipazione non sarà un problema: se presentata bene con giri per le classi e dovuto entusiasmo per farne capire l’importanza, può essere un successo.

RICANDIDARVI?Florinda: non abbiamo intenzione di ricandidarci. Questa scuola si merita persone che possano dedicarle più tempo di noi che, in quinta, tra studio e attività di rappresentante opteremmo per lo studio.Matteo: per quanto mi riguarda penso che mi candiderò come rappresentante di classe o come membro della Con-sulta Provinciale. Condivido quello che ha detto Florinda e penso di aver dato tutto quello che potevo dare a questa scuola in questi anni da rappresentante; tre anni “anche se del popolo, sarebbero una dittatura”.Luca Piizzi

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Ogni anno il Liceo Petrarca organizza una competizione che coinvolge le classi quinte, che devono sfidarsi a suon di balletti e giochi, che tempreranno i loro giovani animi guerrieri. Ogni anno le classi scelgono un tema da rappre-sentare sotto forma di coreografie divertenti. Ovviamente non possono mancare i giochi: è una specie di piccolo torneo che si disputa tra esercizi con palloni di tutte le dimensioni e/o gavettoni, corde e altri attrezzi del diavolo. Puntualmente c'è una persona che, come dire, è un po' impedita e non manca di far ridere il pubblico e infuriare la sua squadra. Ci sono classi competitive che urlano e che corrono ovun-que, e classi che semplicemente non vedono l'ora di finire gli esercizi e dedicarsi ad altro. E' un evento attesissimo, che si svolge negli ultimi giorni di scuola, ma oltre alla ''gara'' i maturandi ci deliziano andando in giro per la scuo-la vestiti con magliette che preannunciano il tema della loro sezione, appendendo cartelloni raffiguranti la propria classe in modi improbabili e cartelloni con le citazioni più divertenti dei loro professori. Quest'anno, ci siamo intromessi un po' e abbiamo curiosa-to tra le menti geniali delle quinte, chiedendo pareri e opi-

nioni un po' a tutti. Per voi abbiamo intervistato l'Esercito di Silente (5G) che spera in un magico 60, le Mummie (5L) che hanno già comprato i sarcofagi per un riposo eterno post matura, i valorosi del classico pronti a combattere Guerre Stellari per il 60 (3B) e tanti altri ancora. Se per noi le Petrarchiadi sono un grazioso passatempo, per i maturandi sono un altro peso sulle spalle che si ag-giunge agli esami, alle cene di matura e alla scelta delle università. Tutti però hanno detto che è comunque un'ul-tima occasione per stare tutti assieme prima che cominci il delirio delle prove; c'è chi si sta allenando da settimane, chi si è svegliato tardi ed è nei guai, ma il filo conduttore di questo evento è divertirsi con i propri compagni tutti assieme un'utima volta. E' una bellissima occasione per vedere i professori fuori dal loro habitat per assistere i propri studenti in questa sfida all'ultimo ballo. Per chi ha la possibilità di partecipare a questa festa è una boccata d'aria fresca per riposarsi da interrogazioni e verifiche. Auguro un in bocca al lupo ai nostri cari maturandi (anno 2015) e una buona estate a tutti voi!Giorgia Fumarola

Facciamo un esperimento. Vi dico un nome: " Consulta Provinciale". Non vi dice niente? Proprio niente? Vi do un aiutino: è un organo collegiale interscolastico "fon-dato nel 1996 per favorire la corretta applicazione dello Statuto delle Studentesse e degli Studenti sul territorio provinciale, creare progetti che comprendano più istituti e interagire con enti e imprese locali".Brancolate ancora nel buio?Avete perfino votato per eleggere i rappresentanti della nostra scuola nella Consulta! O meglio, esclusi i 'primini', visto le elezioni si tengono ogni due anni.Non vi ricordate proprio di aver messo una crocetta da qualche parte su una scheda, di aver scelto la lista da vo-tare?Ah già, non ve lo ricordate perché non c'era da scegliere: c'erano una sola lista e due candidate per due rappresen-tanti da eleggere. Una scelta alquanto obbligata.In effetti, è da un po' di tempo che la "campagna eletto-rale" per la Consulta Provinciale non è molto movimenta-ta. Molti erano piuttosto perplessi quando hanno dovuto scegliere (si fa per dire) e votare i membri della Consulta: non sapevano che cavolo era!Sì, adesso potete rasserenarvi, rilassarvi e perdonarvi. Non siete né i primi né (credo) gli ultimi a non sapere ce cos'è 'sto cavolo di "organo collegiale".

Questo "organo" peraltro sembra non ami far parlare mol-to di sé. E' stato il grande assente di quest'anno scolasti-co. C'era perfino chi, sinceramente preoccupato, voleva chiamare "Chi l'ha visto'". Tuttavia, dobbiamo cercare di comprendere questo povero, calpesto e deriso organo in-terscolastico: con l'abolizione delle province il suo futuro è incerto.Chissà chi svolgerà i suoi compiti...Lo so che la domanda che vi è sorta spontanea è: "Ma che c'ha dei compiti 'sta Consulta?"Eh si' e anche piuttosto importanti. Oltre a quelli che ho citato prima ci sono anche quelli di interagire col MIUR e proporre progetti e sostanzialmente anche suggerire come spendere quei pochi soldi che ci sono per le scuola della provincia. Insomma, sarebbe carino che sapessimo che certi organi che ci riguardano cosi' tanto esistono, no?Sarebbe altrettanto carino che a far sapere in giro di esi-stere fossero proprio questi organismi, tramite i rappre-sentanti che noi votiamo. Sarebbe anche carino che ci di-cessero che cosa fanno a quelle riunioni. Sarebbe perfino carino che il prossimo anno ci fossero più liste candidate almeno per non dare l'impressione che in fondo in fondo della Consulta non gliene frega niente a nessuno.Luca Piizzi

PETRARCHIADI

LA CONSULTA PROVINCIALE

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CLASSIFICA GENERALETORNEO PER SEZIONI

ABC/NEFGHILM

PIAZZAMENTOPING-PONGVOLLEY 2X2FEMMINILE

VOLLEY 2X2MASCHILE

1513091211108140

1280910141311015

0140151113121000

(27)(76)(33)(74)(62)(72)(46)(49)(29)(15)

9°1°7°2°4°3°6°5°8°10°

LA GAZZETTADEL PETRARCA

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0131214010119150

BASKET 3X3MASCHILE UNIHOCKEY

015111314120000

La B scivola sulla passerella. La sezione ha chiuso la fase finale del torneo di calcetto prendendole, anche se di mi-sura, da F ed E aggiudicandosi il terzo posto. Fase finale di importanza quasi nulla, infatti dopo l'inatteso suicidio sportivo della sezione H, che ha scelto di non partecipare al torneo di unihochey, vinto dalla B, la prima fase del tor-neo di calcetto 4vs4 aveva già decretato il vincitore dello sprint a tre (B, E, G) per il primo posto: vincendo il girone iniziale e qualificandosi nel gruppo dei primi tre, la sezio-ne B era già la regina del Torneo delle Sezioni. La E con il suo secondo posto nel calcetto si riconferma la numero due della classifica generale, data anche la debacle della G, terza in classifica generale, contro la F, che con questa vittoria conferma un quarto posto già saldamente suo. La restante parte della classifica era già delineata senza biso-gno di attendere i risultati della seconda fase del torneo.

La sezione I, sempre ultima ma sempre presente, occupa il quinto posto, a chiusura dell'alta classifica. Vi è poi la H, che scegliendo di non partecipare agli ultimi due tor-nei, è piombata dal secondo al sesto posto. L'ultima parte della classifica è occupata dalle sezioni il cui tabellone è caratterizzato ad una linea di 0. Settima, in gran recupero rispetto a un inizio anno scadente, la sezione C/N , segui-ta dalla L, dalla A e dalla M, ultima con un unico torneo disputato. Un gigantesco grazie va ai Team Manager, che si sono fatti in quattro per permettere la partecipazione a più persone possibili e ai professori Alberi e Vidoni, senza i quali non si sarebbe potuto fare assolutamente nulla. Le premiazioni si terranno il giorno 9 giugno in palestra, prima dell'attesissimo match di pallavolo classico-lingui-stico.Matteo Giugovaz

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CALCETTO

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VINCITORI DELLA BORSA DI STUDIO PER IGOREDIZIONE 2014Questa sezione del nostro giornalino è dedicata alla pubblicazione dei temi vincitori del concorso letterario in memoria dell'ex-alunno del Petrarca, nonché nostro ex-Redattore Igor Slavich, scomparso poco meno di tre anni fa in un inciden-te. La borsa, bandita dall'Associazione Igor Slavich e dall'Associazione Petrarca, è rivolta agli studenti dell'ultimo anno. Ecco l'elaborato che, nella scorsa edizione, ha vinto il primo premio del concorso per tutte le scuole.

LA CULTURA DELLO SCARTOLa società in cui viviamo si proclama paladina di libertà e giustizia, ma ha in sé forti contraddizioni. La prima contraddizione, molto evidente a livello mondia-le, è l’enorme divario tra i ricchi e i poveri e il suo costante aumento.La seconda contraddizione è invece meno evidente, ma è molto presente n ei paesi con un alto tenore di vita, come ad esempio quelli europei. La nostra società vede nella bellezza, nell’intelligenza, nel successo e nella ricchezza i valori fondamentali dell’uomo ed esalta le persone che rispecchiano questi canoni, ponendole a modello per gli altri, i quali proiettano i valori proposti dalla società e ten-tato di conformarsi ad essi. Si punta quindi (forse anche inconsciamente) all’omologazione e colore che non pos-sono conformarsi a questi canoni, come i malati terminali, gli handicappati e gli anziani, vengono emarginati perché costituiscono un peso per le altre persone.Questa “cultura dello scarto”, come è stata definitiva da Papa Francesco, è una problematica importante del mon-do moderno che tende sempre più a “scartare” colore che sono considerati un “peso” perla società.Anche molti nascituri sono vittime di questa tendenza, perché considerati un peso per le loro madri e perciò uccisi. Per fortuna con gli anziani non si giunge a questo ma, in una società in cui l’uomo è corpo e non più spirito e corpo, risulta evidente come al venir meno delle forze corporee la persona viene considerata solo un peso e per-ciò è ritenuta inutile. In molti paesi, con le leggi sull’aborto e sull’eutanasia, si sta adottando la stessa politica con cui Hitler non si è fatto scrupoli ad uccidere migliaia di malati, vecchi ed handicappati ma, mentre le atrocità commesse dai nazisti fanno molto scalpore, la società elitaria verso cui ci stiamo dirigendo sembra non preoccupare nessuno.La cultura dello scarto si contrappone alla cultura dell’ac-

coglienza. La prima divide la società secondo il criterio dell’utilitarismo e tende a “scartare” le persone conside-rate inutili, la seconda invece si basa sulla consapevolezza che ogni persona è un dono ed è una fonte di arricchi-mento per chi le sta intorno.“I malati e i sofferenti sono l’immagine di Cristo sulla cro-ce” afferma Papa Francesco. Nella malattia, indebolendosi la componente corporea dell’uomo, necessariamente au-menta quella spirituale e spesso nei momenti di sofferen-za ci si pongono molte domande e si ritrova la pace con sé stessi, con il Mondo e con Dio.I malati, gli handicappati e gli anziani hanno bisogno d’a-iuto, hanno bisogno di ricevere molto dagli altri, ma sono anche in grado di dare molto alle altre persone. Aiutandoli si impara dalla bellezza del dare, del donarsi, l’importanza della solidarietà e il grande valore intrinseco della persona umana.La cultura dello scarto tende ad acuire la sofferenza delle persone ed è dovuta al fatto che l’uomo sta perdendo di vista che la propria realizzazione avviene nell’aiuto reci-proco e nella solidarietà verso gli altri e non nella solitu-dine personale.La nostra società sta andando in questa direzione e for-se, a te che stai leggendo, ciò non piace o non sembra neanche vero, eppure è così. Allora dobbiamo chiederci: noi, nel nostro piccolo che cosa facciamo? Contribuiamo a questa cultura dello scarto oppure no? Aiutiamo i malati, i poveri e i sofferenti oppure viviamo nel nostro egoismo?Bisogna sempre ricordare che le sofferenze altrui sono le sofferenze di tutti e la gioia altrui è la gioia di tutti. Se tutti saranno tristi anche Tu sarai triste, mentre se tutti saranno felici anche Tu sarai felice! Per essere felice cerca quindi di rendere felici gli altri! Non “scartarli”, “accoglili”.Andrea Quarantotto

SPOTTED ELEZIONI IN REGNO UNITO

ATTUALITÀ

I Conservatori guidati da David Cameron hanno vinto le elezioni politiche del Regno Unito ottenendo un am-pio argine di vittoria. Con ben 331 seggi il partito conservatore detiene ora la maggioranza assoluta e perciò la possibilità di governare da solo senza doversi coalizzare con nessun'altra forza politica. I laburisti si sono fermati a 232 seggi, un risultato peggiore delle precedenti elezioni e molto al di sotto dei sondaggi cosa che ha portato il segretario del partito, Ed Miliband, a dichiarare le sue dimissioni. Anche Nigel Farage dello UKIP e Nick Clegg dei Liberal-Democratici si sono dimessi a seguito dei risultati deludenti dei loro partiti. Grande sorpresa per lo Scottish National Party guidato da Nicola Sturgeon che ha ottenuto ben 56 seggi.

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NEPAL: UN PAESE DISASTRATOUna terribile catastrofe si è abbattuta sabato 25 aprile sul Nepal. Un terremoto di magnitudo 7.8 della scala Richter ha scosso questo piccolo stato tra la Cina e l’India, situato alle pendici dell’Himalaya, sopra il punto di collisione tra la placca tettonica eurasiatica e il sub-continente indiano; il loro scontro ha dato origine proprio al Tetto del Mondo. Questa faglia è molto attiva a livello sismico e vi si accumula moltissima energia, basti pensare che durante i 30 secondi di terremoto uno spazio pari a 10 volte Roma si è spostato di 3 metri dal punto di partenza: un viaggio enorme, se si considera che normalmente si sposta di 5 cm all’anno.Il Nepal è uno dei Paesi più poveri della Terra dal punto di vista economico, ma è uno dei più affascinanti e magici, ricco di culture ed etnie diverse, che però, a differenza di come va nella gran parte del mondo, riescono a vivere abbastanza in armonia condividendo il poco che hanno. QuestoPaese possedeva alcuni siti unici, patrimoni dell’Umanità, soprattutto templi induisti e stupa buddisti, frutto della sempre grande religiosità degli abitanti. Possedeva, poiché il terremoto ha danneggiato gravemente, se non distrutto, questi luoghi. Le notizie ci giungono confuse, ma sappiamo che la torre Dharahara, sita nella piazza principale della capitale Kathmandu, è stata completamente rasa al suolo.Però, anche se ci può addolorare una tale perdita, bisogna ricordare che il vero dramma di questo sisma è quello delle persone che lo hanno vissuto. In primo luogo colpisce il bilancio delle vittime, che secondo le prime stime sono tra le 5.000 e le 10.000, cifre che si aggirano intorno a quelle di 80 anni fa, quando un altro terremoto si portò via circa una decina di migliaia di vite. Un incubo è quello degli sfollati, costretti a vivere per strada siccome sono crollate le loro abitazioni o vi è l’elevato rischio che succeda. Il Paese è quasi completamente paralizzato, sia all’interno sia verso l’esterno e, anche se ne avrebbe un disperato bisogno, la popolazione non riesce a essere raggiunta dagli aiuti internazionali. Ed è proprio sull’aiuto verso i terremotati che nuovamente l’Italia si copre di ridicolo: abbiamo infatti disposto un fondo di aiuti totale ammontante alla bellezza di 400.000 euro, mentre 8 milioni di sterline sono già state disposti dal Regno Unito, che ha promesso nuovi fondi.Francesco Spagna

LE OPINIONI \ Viaggio attraverso alcune opinioni, tratte dall’Internazionale, che hanno accompagnato nascita e sviluppo della Buona Scuola.

08/09/2014: «[…] È la forma materiale in cui ci viene presentato un testo a orientarci istintivamente nel lavoro di interpretazione che facciamo per capire quale conte-nuto aspettarci. In altre parole: dietro a una tipica coper-tina da libro giallo ci aspettiamo di trovare, appunto, una storia gialla. Se vediamo il disegno di una buffa papera non ci aspettiamo di leggere un trattato di fisica teorica o di astronomia. E così via.[…] Dunque, anche nel caso del documento governativo sulla scuola, è la forma ciò che da una parte rende dispo-nibile “la sostanza” delle proposte, dall’altra ne orienta la

percezione e l’interpretazione, connotandole in termini anche emotivi.Ed eccoci al punto di difficoltà: da vedere è grazioso, il discorso del governo Renzi sulla scuola. La grafica è bella e alla moda, e tutti quei colorini, quei pois, quell’alter-nanza di caratteri piccoli e grandi, di corsivi cicciottelli, di disegnini (matite, un porcellino salvadanaio, un aeropla-nino, una sveglia) mettono allegria e sono una gioia per gli occhi. […] Peccato che sia proprio la grafica a portare i lettori, e anche la disorientata sottoscritta, in un negozio di dolci. Insomma: la forma ci orienta a immaginare una

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scuola non “buona”, ma ghiotta come un bignè, fragrante come una pasticceria, dolce come un gelato, “così squisi-ta da mangiarsela”.»

19/11/2014: «All’inizio di House of Cards, prima serie seconda puntata, il malvagio Francis Underwood chiude un gruppetto di giovani geni della comunicazione in una stanza del Congresso perché scrivano un programma di riassetto dell’educazione scolastica: sarà la prima pro-posta di legge del neopresidente degli Stati Uniti. Alla fine del lavoro, uno dei membri del gruppo chiede a Underwood: “History?”, cioè “Abbiamo fatto la storia?”. “History”, risponde Underwood.Qualche mese fa, la ministra Giannini ha fatto qualcosa del genere. Ha chiuso un gruppo di esperti, per lo più giuristi, in una stanza del ministero e ha chiesto loro di pensare e scrivere un dossier sulla scuola italiana: su com’è e su come va cambiata. Il risultato è un documen-to di 136 pagine che è stato messo online all’inizio di settembre.»

13/02/2015: «In un ospedale, un giorno futuro, di fronte alle sale operatorie: “Avvisiamo la gentile clientela che i medici in servizio in questo reparto hanno tutti consegui-to la Nlm-Bs, Nuova laurea in medicina di Buona sanità. Rispetto al vecchio ordinamento, la Nlm-Bs ha compor-tato una riduzione del 40 per cento dei corsi discipli-nari di medicina del corpo umano, sostituiti da materie gestionali e relazionali indispensabili nella formazione del Bravo Dottore. La Direzione augura a pazienti e familiari una Buona Operazione e una Felice Degenza nel no-stro ospedale.” […] Uno scherzo, si capisce. Chi sa come

lo prenderebbero i pazienti che stessero per entrare in quelle sale operatorie! E chissà con quale serenità i genitori metterebbero la salute dei loro figli nelle mani di quei mezzi dottori. Ma a nessuno verrà mai in mente di proporre, per la laurea in medicina, una simile riforma, che in sostanza dimezzi di colpo lo spazio dedicato alle discipline fino a un attimo prima unanimemente consi-derate indispensabili nella formazione di medici, con la bizzarra motivazione che, oggigiorno, ce ne sono altre ugualmente importanti. E se mai ciò accadesse, certo non ci sarebbe nessuno disposto a prendere sul serio una sciocchezza del genere; figuriamoci, poi, farne oggetto di un pubblico dibattito.E invece è precisamente questo ciò che il ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e il governo hanno annunciato - e non per celia, ma con le fanfare della Buona scuola - di voler mettere in atto per la scuola pubblica italiana: ridurre del 40 per cento la formazione universitaria disciplinare di tutti i futuri docenti, sosti-tuendo l’attuale biennio specialistico con un biennio di formazione pedagogica e didattica trasversale, comune cioè a un intero arco di discipline.»

13/03/2015: «Nel più bel film italiano sulla scuola, Bianca di Nanni Moretti, all’inizio c’è una scena in cui il protagonista Michele Apicella si rivolge a Bianca, dicen-dole: “Io lo so che tipo è lei: ha il suo macellaio di fiducia, che le tiene i pezzi migliori…”. “Perché, c’è qualcosa di male?”. “E certo che c’è, se ci vado io, poi mi prendo i pezzi peggiori!…”.Lo spirito della riforma che Matteo Renzi ha ripresentato ieri, per la decima, undicesima volta dal suo insediamen-to, sta un po’ tutto qui.

DOSSIERTENDENZE

I MILLENNIALSForse ora vorreste sapere chi sono…o siamo. I Millennials, o generazione Y, sono i giovani nati tra il 1980 e il 1999, i primi a vivere in un mondo completa-mente digitalizzato, in cui i confini vengono delineati dalla rete e non più dalle frontiere nazionali. Nati in famiglie più agiate e aperte, dispongono dei mezzi per cambiare la realtà ma forse, a causa dell’egocentrismo e del narcisismo che li caratterizza, non è ciò che realmen-te vogliono. Se da un lato la rete permette loro di confrontarsi e condi-videre idee, dall’altro pone l’attenzione sull’”io”, continua-mente richiamato nei numerosi profili dei social network, e sulle tendenze, identificate come l’unica via per otte-nere l’approvazione altrui. Mode che hanno vita breve e che, nella loro velocità, portano all’eccessiva pratica del

consumismo: essere è avere. Per loro il successo rappresenta una necessità, qualcosa da ottenere nel minor tempo possibile e da realizzare per dimostrare di valere di più delle generazione precedenti, scalando le gerarchie ridefinite a causa della crisi. Accettano le sfide del presente, ma hanno la tendenza ad affrontarle come un gioco, senza distinguere la realtà vir-tuale da quella concreta. La tecnologia è il denominatore comune della vita dei Millennials: nonostante i frequenti casi di dipendenza dalla rete e di difficoltà nelle relazioni sociali, attraverso internet sviluppano anche nuovi modi di comunicare e di reagire di fronte ad una situazioni po-litica in cui non si sentono più rappresentati. Non sono rivoluzionari, come lo sono stati molti dei loro genitori, e credono che la chiave dell’innovazione non risieda nel

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cambiamento del sistema stesso, ma nel modo in cui que-sto viene concretizzato. Si determinano così dei valori comuni all’intera generazione che predominano la tradi-zionale concezione della politica. Le loro battaglie post-i-deologiche non trovano spazio nelle attuali prerogative dei governi, incentrate sulla risoluzione della difficile si-tuazione economica. Le speranze, forse ormai illuse, di far affermare una nuova rappresentanza politica ha portato loro a giocare un ruolo

fondamentale nelle elezioni statunitensi del 2012, da cui è uscito vincitore Barack Obama. Fiducia ricambiata dal-lo stesso presidente che, in una lettera a loro indirizzata, afferma di credere che il futuro politico ed economico sia nelle loro mani. Saranno (saremo) però capaci di sfruttare questo poten-ziale e di vivere da protagonisti, non solo virtuali, questo inevitabile processo di cambiamento?Marta Pinzan, Allegra Carboni

ICE BUCKET CHALLENGELA MODA DELL'ESTATE

L'Ice Bucket Challenge nasce il 30 giugno 2014 da un'i-dea di Pete Frates, ex promessa del baseball ammalatosi di SLA nel 2012, e del suo amico Corey Griffin. Si tratta di una “sfida a catena” che consiste nel gettarsi addosso un secchio pieno di acqua gelata o in alternativa donare un contributo alle associazioni di lotta alla SLA, o entrambe le cose. A ogni secchiata corrisponde la nomina di un massi-mo di tre persone che entro 24 ore dovranno a loro volta filmarsi mentre si inzuppano e nominare qualcun altro. Il “bagno gelato” è stato una vera e propria “moda” che ha accompagnato tutta l'estate fino al 28 settembre scorso.Ma che cos'è la SLA? È una malattia, la Sclerosi Laterale Amiotrofica, che colpisce i neuroni di moto; ne consegue una progressiva perdita della capacità di muoversi, parla-re, deglutire e addirittura respirare autonomamente. Col-pisce 1 3 persone ogni 100mila l'anno, il che vuol dire che ogni dodici mesi ci sono tra i 60 e i 180mila nuovi malati di SLA. L'Ice Bucket Challenge è stato un evento globale che ha raggiunto risultati straordinari, tanto che soltanto in America i fondi raccolti per la campagna anti SLA hanno raggiunto i 106 milioni di dollari. La svolta virale si ha ver-so la metà d'agosto quando Mark Zuckerberg, il famoso inventore di Facebook, posta un video mentre si tira ad-dosso un secchio d'acqua ghiacciata. Zuckerberg nomina Sheryl Sandberg, Reed Hastings e Bill Gates, che insieme a personaggi famosi come Lady Gaga, Cristiano Ronaldo, Oprah Winfrey, Jennifer Lopez e Leonardo Di Caprio con-tribuiscono alla popolarità della sfida. Il giorno del “boom” della raccolta si è verificato tra il 21 e il 22 agosto, con 11,5 milioni di dollari raccolti in ventiquattr'ore, anche grazie alle donazioni dei VIP di mezzo mondo. Per capire la portata dell'evento, basti pensare che in tutto il 2013 i fondi raccolti in America a favore dei malati di SLA (sen-za il supporto di un'iniziativa mediatica) ammontavano ad appena 2,8 milioni di dollari. L'Ice Bucket Challenge ha spopolato anche in Italia, con la partecipazione di perso-naggi come Adriano Celentano, Maria De Filippi, Barbara

D'Urso, Adriano Galliani e molti altri. In tutto sono stati infatti raccolti 2,4 milioni di euro, un risultato non da poco se si pensa che al 25 di agosto le donazioni sfioravano ap-pena i 250mila euro. I fondi raccolti in Italia verranno ge-stiti dalle associazioni dedicate alla SLA in questo modo: 1,4milioni per progetti- studio, ricerca clinica e tecnologia assistenziale innovativa; 700mila euro come sostegno agli individui affetti da SLA e alle loro famiglie e in opere di sensibilizzazione e informazione sulla malattia; i rimanenti 300mila saranno invece destinati alla realizzazione di una Banca Dati Nazionale dedicata alla ricerca sulla SLA. Per il 2015 si pensa inoltre a un nuovo bando scientifico dedi-cato proprio all'Ice Bucket Challenge.Un movimento di questa risonanza non poteva che susci-tare giudizi discordi. Tanti si sono detti a favore della rac-colta fondi, che in effetti è stata piuttosto efficace mentre qualcuno obietta invece che ci sono malattie più gravi che non ricevono la dovuta attenzione ma, in fondo, ognuno combatte per la propria causa, ed è normale che vinca chi ha le idee più innovative.Non sono mancate anche polemiche più originali: c'è chi ha sostenuto che “così si spreca troppa acqua”. La replica: “ricordiamo che per ogni sciacquone del WC se ne usano 10 15 litri”.Un dottore britannico ha fatto notare che “l'Ice Bucket Challenge nuoce alla salute, tanto che due persone sono morte e molti sono stati i feriti”.Sempre in tema di polemiche, secondo l'ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, “è tragico che per raccogliere fondi occorra fare i deficienti.” Sarà per questo che vari personaggi non hanno accettato la sfida? Tra questi Ba-rack Obama – nominato da più di un VIP – che ha co-munque fatto una donazione, e Papa Francesco, nomina-to dalla cantante Shakira, che si è rifiutato dicendo: “Un cristiano sa dare, la sua vita è piena di atti generosi, ma nascosti, verso il prossimo”.Carla Oriani

TWITTER SORPASSA FACEBOOKGira voce che Twitter abbia sorpassato Facebook per quanto riguarda la fama. Sarà del tutto vero? A parziale spiegazione e conferma di questo fenomeno, secondo uno studio compiuto in America, vi è la considerevole mi-grazione verso social che garantiscono più anonimato. Su Twitter le relazioni sono infatti incentrate più sui contenu-ti e meno sulle persone e non vi è l'obbligo di instaurare una relazione. Inoltre, scegliere chi “seguire” offre la possi-

bilità di “scremare” gli argomenti che interessano, il che fa risparmiare tempo, come pure i messaggi sintetici che ri-sultano più comprensibili e mirati rispetto ai lunghi e spas-sionati stati di Facebook. Tuttavia, se vogliamo parlare di numeri, il social network di Zuckerberg rimane in testa. Se chiedessimo, infatti, ad un italiano quale sia secondo lui il nucleo della rete sociale, metterebbe molto probabilmen-te al primo posto Facebook. Vediamo di capire il perché.

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Qulache giorno fa il mio Direttore mi ha chiesto di scri-vere un articolo su una tendenza derl momento; allora mi son detta:"Perché non sentire direttamente la voce di una ragazza moderna per scoprire coa le interessa di più?". Mi trovo dunque qui oggi in compagnia di una ragazza che mi ha contattato un paio di giorni fa perchésentiva il biso-gno di sfogarsi e di raccontare ai lettori del Canzoniere ciò che più le turba l’animo. Essendo un’intervista raccolta in modo strettamente confidenziale, per ovvi motivi di pri-vacy non posso rivelarne il nome.Cosa ti spinge a rivelare alcuni aspetti della tua vita priva-ta legata ai lettori del Canzoniere?La scorsa settimana è successo qualcosa che ha cambiato la mia vita per sempre. Mentre camminavo per il Viale ag-giornando il mio profilo Facebook è avvenuta la catastro-fe: sono andata a sbattere contro uno di quegli alberi che corrono lungo l’intera via, il cellulare mi è scivolato dalle-mani ed è caduto per terra con un rumoroso CRACK. Mi sono subito avvicinata alla scena deldelitto per esaminare la vittima ma era troppo tardi: il mio adorato iPhone 5 era riverso in una pozzadi frammenti di vetro (in seguito ho scoperto che erano i resti dello schermo) e non dava alcun segno di vita. Lì, proprio in quel momento, ho pensato che

la mia vita stesse volgendo alla fine. Ho mandato subito il cellulare a riparare e quei giorni di distacco sono stati i più lunghi della mia vita.Qual è il tuo rapporto con la tecnologia?Anche se provo un sentimento quasi materno per il mio iPhone 5, spesso vorrei lanciarlo fuori dalla finestra. Hai presente quando hai il 30% di batteria e sono appena le 9 del mattino? Terribile, veramente terribile! Non vedo l’ora di cambiarlo. Secondo te dovrei chiedere per Natale l’i-Phone 6 o l’iPhone 6 Plus? Bianco o nero? Oppure dovrei aspettare ancora un anno per il nuovo modello? Prendere questa decisione mi sta uccidendo.In che modo cominci la tua giornata?Ogni mattina mi sveglio un’ora prima di prendere il bus per prepararmi al meglio. Qualche volta un’ora non mi ba-sta perché scorrendo centinaia di foto su Instagram perdo la concezione del tempo. Dopo essermi truccata, il selfie mattutino non me lo leva nessuno. Come dice il mio fede-le amico Cosmo (“famosa” rivista femminile, per chi non lo sapesse): “Un selfie al giorno toglie le rughe di torno!”.Noto che sei molto legata alla fotografia. Che ruolo ha nella tua vita?Non potrei vivere senza la mia fotocamera o, per lo meno,

#INSTAINTERVISTA

BOY BANDSembra un fiume in piena. E non mi riferisco alla carica di donne assetate di shopping durante i periodi di saldi. I sal-di terminano, mentre il fenomeno delle boy band sembra non avere arresto. Anzi, grazie al sempre più sviluppato potere dei media, la fama dei giovani cantanti aumenta sempre più. Chi non ha mai sentito nominare gli “One Direction”, i “Five Seconds of Summer” siglati rispettiva-mente 1D e 5SoS, oppure gli italiani “I Volo” e “Aula 39”? Se si parla di boy band spesso volentieri si parla anche di fanatismo. Il pubblico si divide prevalentemente in due fa-zioni: i fans (con la netta maggioranza di ragazze), che ap-prezzano molto la musica pop proposta da queste band, e gli haters ovvero chi critica gli artisti indipendentemente dalla qualità del loro operato. E quando le due fazioni si scambiano i punti di vista, è di norma assistere ad accapi-gliamenti reciproci. Secondo gli haters le canzoni "fanno schifo" (solitamen-te non si esprimono con cotanta eleganza) e a loro modo di vedere, le fans seguono le band solo per il bell’aspetto

dei cantanti. La replica, accesa quanto la critica, sottolinea che l’apprezzamento del gruppo è dovuto alle musiche. E’ un po’ difficile pensare che i cantanti non piacciano fisi-camente, dato che sono ragazzi giovani che curano il loro aspetto. Che poi non c’è nulla di male a detta di una fazio-ne moderata – neutrale. Quello che non viene espresso e sottolineato molto da parte delle followers è che ad attira-re l’attenzione sia spesso volentieri il contenuto dei brani. Parlano per lo più di ragazzi innamorati persi di qualche bella ragazza, nella quale si identificano le adolescenti, oppure di qualche cuore spezzato dove i (le) giovani ri-conoscono la loro situazione sentimentale. Le canzoni o meglio, il loro contenuto sostengono le teenagers nell’a-dolescenza grazie al fatto che in qualche modo si sentono dedicati i testi. Questa forma psicologica è un sostegno non indifferente per alcune ragazze. In esclusiva per i curiosi ecco i nomi di alcune famose bb asiatiche “EXO”, “TFBOY” e “MBLAQ”Maria Tremuli

Gli iscritti a Facebook scelgono di condividere contenu-ti riguardanti principalmente famiglia e amicizie, mentre Twitter – grazie al suo DNA real-time – si concentra pre-valentemente sullo sport, sul business e sulla politica e richiede quindi l'utilizzo da parte di persone che di tutto ciò ne sappiano qualcosa. "L'Italiano Medio"-che Maccio Capatonda mi perdoni- rientra tendenzialmente nella pri-ma categoria di persone piuttosto che nella seconda (non che sia un male eh!). Inoltre, per quanto riguardà l'età, se il profilo del “consumatore di notizie” su Twitter tende ad essere più giovane (ben la metà degli iscritti a Twitter è compresa in una fascia che va dai 18 ai 29 anni), è anche

vero che i giovani italiani, rispetto ai “tweettanti” del resto del mondo, snobbano il social che viene maggiormente usato da giornalisti, politici e vip o comunque da un'uten-za più “adulta”. Twitter necessita di saper essere usato, cosa che, evidentemente, la maggior parte dei giovani ita-liani non sa fare adeguatamente (ignoranza tecnologica). Molto probabilmente, quindi, il motivo va ricercato solo e soltanto nel nostro solito ed immancabile ritardo nell'ac-cogliere le innovazioni tecnologiche. Come andrà a finire? Non lo so; di certo sarà una battaglia interessante, com-battuta a colpi di like e #ashtag. Teresa Calella

Per questo reportage ho deciso d’inoltrarmi in una re-gione ancora da me inesplorata, il Sud America, più pre-cisamente tra la Bolivia ed il Perù. Qui, nella montuosa ed impervia regione andina, troviamo il Titicaca, caso più unico che raro di un bacino che a quasi quattromila metri d’altitudine è comodamente navigabile anche da barche di stazza ragguardevole. Non solo: il lago, infatti, è per vo-lume il più grande di tutto il Sudamerica, e la quarantina di isole che lo punteggiano, ancora popolate da genti locali, sono un immenso patrimonio di cultura e biodiversità.AMANTANI' E TAQUILETaquile è l’isola principale: le due migliaia di abitanti - chiamati taquileňos - sono conosciutissimi per la loro arte tessile diventata patrimonio dell’UNESCO, arte che impregna la cultura del luogo. A lavorare a maglia sono in-credibilmente solo gli uomini, e dal colore del berretto che un ragazzo indossa si capisce se è sposato o meno. Come se non bastasse sono i rappresentanti del sesso maschile a doversi mettere in mostra con le loro creazioni per trovar moglie, e non viceversa! Viene fatto largo uso delle foglie di coca, come in tutto il Sudamerica, e se due uomini ma-ritati si incontrano c’è l’usanza di regalarsele a vicenda. Gli abitanti sono perlopiù cristiani, ma hanno fuso la religione con le loro credenze tradizionali dando vita ad un pecu-liare fenomeno di sincretismo religioso. Nell’isola non ci sono né cani né gatti, e neppure macchine; l’elettricità è ancora poco diffusa. Amantanì, da quest’ultimo punto di vista, è ancor più idilliaca: le 800 famiglie vivono di pesca, agricoltura, allevamento di alpaca e di turismo sostenibile. LE ISLAS FLOTANTES Chiamate anche isole Uros, questo “arcipelago galleggian-te” è costituito da una cinquantina di piccole isole artifi-ciali fatte di canna totora, che cresce abbondante nelle acque più basse del lago. Le isolette prendono il nome dalla tribù Uros, che ha iniziato a costruirle secoli fa nel tentativo di sottrarsi alle più aggressive tribù dei Collas e degli Inca. Oggi diverse centinaia di persone continuano ad abitare nelle tradizionali capanne di frasca delle Islas flotantes, sebbene l’etnia originale sia ormai mista a quella Aymara e la lingua Uro sia andata perduta. Gli abitanti non sono contrari alle comodità moderne, e sebbene la totora

venga ancora mangiata e utilizzata come medicinale sono diffusi i televisori e le barche a motore, a sostituire le pit-toresche canoe in canna finemente intrecciata.ETIMOLOGIA E LEGGENDE Il lago Titicaca potrebbe prendere nome da una sua isola chiamata Intikjarka, parola che deriva da due parole ay-mara e quechua: Inti, ovvero Sole, e kjarka, masso rupe-stre. Un'altra ipotesi sostiene che derivi da Titi (puma) e kaka, cioè pietra. Il tutto significherebbe quindi “puma di pietra” in quanto dall'alto - mi permetto di aggiungere: con molta, molta immaginazione - il lago avrebbe la for-ma di un puma che caccia un roditore. Secondo uno dei tanti miti, il lago è il luogo da cui ebbe origine il popolo Inca. L’acqua ha infatti un ruolo simbolico estremamente importante, associato con la creazione del mondo; i laghi sono una manifestazione della forza di questo elemento, e vengono ritenuti l’origine dell’umanità. In particolare, si narra che il dio Viracocha creò i primi Inca, Manco Cápac e la sua sposa, per poi farli insediare su una delle isole del lago. Inoltre sono numerose le leggende che narrano di città sommerse nelle acque del bacino, ed alcuni sorpren-denti ritrovamenti fanno pensare che queste affondino le radici in avvenimenti realmente accaduti. Un gruppo di archeologi subacquei, infatti, ha recuperato numerose re-liquie appartenenti a epoche diverse, sia del periodo Inca che pre-Inca. Per una volta mi sono sforzata di non sconfinare troppo in ambito eco-naturalistico, ma questa ve la devo proprio raccontare: alla rana peruviana del Titicaca appartiene il primato di anfibio più grinzoso del mondo, e non è un caso se la natura l’ha dotata di una serie infinita di pieghe cutanee. Il simpatico animale, infatti, assorbe la maggior parte dell’ossigeno proprio dalla pelle e le increspature permettono a questi esemplari di respirare meglio anche sulla terraferma. Gli esemplari più grandi sono anche i più rugosi: quelli scoperti da alcuni esploratori negli anni Set-tanta erano lunghi fino a 50 centimetri e pesanti anche un chilo. Forse proprio per la loro stazza queste rane ve-nivano venerate dai locali, che ritenevano il loro gracidio un'invocazione alla pioggia.Beatrice Grigoriev

CINTER ULTURALEPAGINA

lago titicaca

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Imbarcazione tradizionale

RE ENSIONI

INTER ULTURALE CRE ENSIONIlibri, teatro e cinema

Dopo la prima onda la terra sprofonda nel buio. Dopo la seconda onda si salvano i più fortunati. Dopo la terza onda sopravvivono i più sfor-tunati. Dopo la quarta onda non puoi più fidarti di nessuno. La quinta onda è appena cominciata…Cosa succederebbe se un giorno i telefoni smettessero di funzio-nare e le auto non si mettessero in moto? Se un giorno gli alieni invadessero il nostro pianeta senza intenzione di andarsene? Se adesso vi state immaginando questi alieni come molti piccoli E.T. che si intrufolano in casa vostra e vi dicono “ET telefono casa” nel modo più adorabile possibile, vi state sbagliando di grosso.La Quinta Onda è un romanzo di fantascienza che narra la storia di un gruppo di ragazzi che cercano di sopravvivere in un mondo messo K.O. da un’epidemia letale e da un’invasione aliena. Rac-contata in questo modo, la trama sembra un mix di Io Sono Leg-genda, E.T., The Walking Dead e di qualunque libro di fantascienza mai esistito, ma non è scontata come sembra. Infatti, smettere di leggere questo libro è un’impresa impossibile: pagina dopo pagi-na ci si sente così coinvolti nella vicenda che si comincia a tifare per i personaggi (e a sperare che non vengano uccisi da qualche alieno fuori di testa). Anche se è un libro denso di azione, colpi di scena, sparatorie, segreti, morti e suspense, lo scrittore riesce a offrire numerosi spunti di riflessione riguardanti il futuro e il ruolo dell’uomo nell’ordine dell’universo.Con il film in fase di produzione (uscita prevista nel gennaio 2016) e il sequel in processo di pubblicazione in Italia, La Quinta Onda è un libro da non perdere. Consigliatissimo sia alle ragazze che ai ragazzi amanti della fantascienza e di libri/film come The Hunger Games e Maze Runner.Gaia Lisi

LA QUINTA ONDARICK YANCEY

Una sala professori in una palestra disastrata. E' questa l'unica scenografia dello spettacolo intitolato “La Scuola” che ha ispirato l' omonimo film. In periodo di scrutini, sette professori discutono riguardo a promozioni e bocciature, tra amori, amicizie, contrasti e ognuno con le proprie preferenze. Dialoghi brillanti con un cast di tutto rispetto-Silvio Orlando e Marina Massironi interpreti principali-rappresenta la “barzelletta” che sembra essere la scuola italiana, con un preside ignorante ma autoritario, professori litigiosi e studenti irresponsabili. Ne esce uno spettacolo irresistibilmente comico che favorisce un' ampia riflessione sul ruolo della scuola e sull'importanza del mestiere dell'insegnante.Francesco Santarossa

TEATROLA SCUOLA

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• Questo è il momento in cui ti accorgerai che dormire durante le ore di inglese non è stata una buona idea. • Dopo aver fatto la valigia, guardala e chiediti sincera-mente cosa puoi lasciare a casa; se credi che sia tutto ne-cessario, chiedi un parere oggettivo.• Cerca un compagno adeguato: il viaggiatore perfetto

non è né agitato né pigro, è fornito di una buona macchi-na fotografica e soprattutto... sa leggere una cartina! • Anche se ne vedete uno ad ogni angolo, McDonald non è un ristorante tipico

Marta Pinzan

REGOLE IRONICHE PER SITUZIONI TRAGICOMICHE

VIAGGIARE

Il film ruota attorno alle vicissitudini di cinque coppie alle pre-se con la gravidanza, le sue gioie e le sue problematiche. Il tut-to rigorosamente esilarante, con attori eccezionali che fanno morire dal ridere. Le vite di cinque coppie sono rivoluzionate dall'arrivo di un figlio: Jules ed Evan sono due celebrità tele-visive e devono far fronte ai cambiamenti inaspettati ai quali stanno andando incontro, cercando dei compromessi con le loro carriere sul piccolo schermo. Una fanatica dei libri di self-help sulla gravidanza, Wendy, si ritrova a vivere sulla sua pelle (e con gli ormoni in piena attività) gli effetti della dolce attesa, mentre la giovanissima e biondissima Skyler, nuova compagna di suo suocero, vive una gravidanza assolutamente perfetta. Una grintosa fotoreporter, Holly, si prepara a girare il mondo per cercare un bambino da adottare, ma suo marito non ap-prova pienamente questa scelta, e per cercare di dominare l'ansia si ritrova ad entrare a far parte di un gruppo di aiuto per 'papà disperati'. Un problema ancora più spinoso inoltre, riguarda due rivali in affari, Rosie e Marco. Consiglio a tutti questo meravigliosa visione di ormoni alle stelle, gravidanze indolori, rapporti a rischio e un gruppo di papà che assomiglia più al fight club, capeggiato dall'attore che da' la voce alla ze-bra di Madagascar! Mi raccomando: preparatevi psicologica-mente per un film che vi farà lavorare nella zona addominale!Giorgia Fumarola

COSA ASPETTARSI QUANDO SI ASPETTA

Alan Turing, matematico e fanatico delle parole crociate, viene ingaggiato dai servizi segreti britannici per decodificare i messaggi bellici nazisti. Inventa così l' antenato del computer moderno, una macchina in grado di eseguire calcoli molto rapidamente. La storia parla del suo lavoro con altri linguisti al fine di decifrare “Enigma” la macchina di comunicazione nazista. Il racconto ci narra con lunghi flashback la vita di Turing sin dall' infanzia, vissuta da genio incompreso. Il film ci racconta, inoltre, la tragedia che lo colpì: come ci dice la storia, Alan Turing, che secondo molti fu il miglior matematico di tutti i tempi, morì a soli 44 anni, suicidandosi in quanto condannato a castrazione chimica perché omosessuale. Con grandi attori come Benedict Cumberbacht e Keira Knightley il film risulta commuovente e capace di far riflettere molto. Ciò che vuole trasmettere è che, come citato all' interno di esso: “Sono le persone che nessuno immagina che possano fare certe cose, quelle che fanno le cose che nessuno può immaginare” .Francesco Santarossa

THE IMITATION GAME

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1) Cominciamo con una domanda facile: in quanti stati è a tutt'oggi abolita, di nome e di fatto, la pena di morte, considerato che nel mondo vi sono circa 200 nazioni?a) Un centinaiob) Una cinquantinac) 180/190 circa

2) In Francia esiste una legge che vieta:a) Di indossare una gonna agli uominib) Di chiamare un maialino Napoleonec) Di dare da bere ai pesci

3) Cosa indica il termine contumacia?a) La situazione di un imputato che, essendo stato citato in giudizio, si astiene dal comparire al dibattimentob) Antica condizione giuridica in base alla quale determi-nati beni di proprietà di enti perpetui, come le chiese, non erano soggetti a imposte di successionec) Azione speculativa illecita volta a provocare variazioni artificiose dei prezzi delle merci, al fine di ricavarne un rapido profitto

4) I Patti Lateranensi, gli accordi che regolano i rapporti tra Stato Italiano e Vaticano, sono in vigore seppur con qualche modifica dal:a) 1861b) 1929c) 1984

5) Quale tra queste norme è tutt'ora valida in Florida?a) Non si può andare in chiesa con baffi fintib) Tutti i residenti devono possedere una barca, si rischia

una multac) I dottori non possono chiedere ai pazienti se posseggo-no pistole poiché violerebbe la loro privacy

6) Qual è il paese che da più tempo si proclama comuni-sta?a) Vietnamb) Cubac) Cina

7) Quale tra questi NON fa parte dei cosiddetti diritti e doveri della Costituzione Italiana?a) Il lavorob) La difesa della patriac) Istruzione, mantenimento ed educazione dei figli

8) La costituzione più lunga del mondo appartiene a ...a) Franciab) Indiac) Norvegia

9) Di cosa si occupa in estrema sintesi la Corte d'Assise?a) Si tratta di un organo giurisdizionale penale istituito per i reati di maggior gravità e allarme sociale, costituita da un organo collegiale di giudici.b) È un organo che giudica la costituzionalità delle leggi emanate, ovvero la loro validità e conformità rispetto alle norme della Costituzione.c) È un giudice di legittimità chiamato a verificare che nei processi precedenti le leggi siano state applicate corretta-mente e che tutto si sia svolto secondo le regole.

VAI D'ACCORDO CON LA LEGGE?Il titolo non è così preoccupante come vuole far credere, anzi: questo quiz è inteso unicamente a vedere se ne capite qualcosa di leggi, decreti e tribunali. Ma non temete! Non sarà un test da facoltà di Legge, bensì domande che do-vrebbero mettere alla prova la vostra logica nonché la vostra fantasia in ambito di costituzioni e decreti, più qualche curiosità sull'argomento. Pronti, partenza, via!

Da 6 a 9 risposte esatte: complimenti, sei un avvocato in erba!Da 3 a 6 isposte esatte: se vuoi iscriverti a legge informati di più ...DA 0 a 3 risposte esatte: questo non è esattamente il tuo campo, ma almeno se andrai a lavorare in una fattoria pro-venzale starai attento ai nomi dei maiali!Beatrice Grigoriev

Risposte: 1-a, anche se “solo” una quarantina di paesi la utilizza come procedimento non eccezionale; 2-b, la a è ita-liana e la c statunitense; 3-a, la b è manomorta e la c aggiottaggio; 4-b, nel 1984 vennero solo modificati; 5-c, la b è hawaiana mentre la a dell'Alabama; 6-c; 7-b; 8-b, la più corta è quella statunitense; 9-a, la b è la Corte Costtuzionale mentre la c è quella di Cassazione.

RACCONTII BREV

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PROMESSE RIARSENegli occhi il riflesso di ciò che di lei rimaneva, il calore delle parole in cenere, il suo profumo che intensamente gli sorrideva, sciogliendosi tra le fiamme.Un albero, una maglietta, carta vissuta d'inchiostro blu. E lui.Vide le sfumature diventare sempre più confuse, il sole tramontare e l'aria circostante impallidire, vestendosi dap-prima d'un rosso lancinante, per poi ornarsi d'arancione, diventare grigio e d'un tratto bianco, tutto assieme e poi gradualmente.Un acuto bruciore gli riempiva la vista, offuscata dai ri-cordi che sempre più sbiadivano; il silenzio notturno gli colmava la mente con il suono della sua voce, mentre il vento vezzeggiava i suoi capelli, nello stesso modo in cui le mani di lei usavano fare e il suo corpo si dimenava con tanta naturalezza al ricordo di quelle dolci carezze.Ogni immagine passava in rassegna, prima di trasformarsi in fumo e scivolare via, mentre i giorni d'oro diventavano inverno, le foglie cadevano e l'acqua del mare perdeva co-lore.Si lasciò stringere un'altra volta dalla sua immaginazione e poi la rifiutò, colmo di rabbia, implorando silenziosamente il suo perdono, colpevole d'averla troppo amata.Bandì l'idea della sua presenza, lasciandosi pervadere dal tepore del rosso, che cresceva a dismisura; al bruciare del-le sue memorie, la forza vitale dell'albero ardeva.

Si alzò, immerse il volto nella maglietta che portava e, sen-tendosi invadere dal profumo di lei, se la strappò di dosso con immensa tranquillità, abbandonandola tra le fiamme.Fece un passo incontro al fuoco, il torso nudo, un foglio consunto a terra.Lo guardò con amarezza, lo raccolse e lesse. "Promesse" disse e scoppiò in una fragorosa risata, che si trasformò in un progressivo schiamazzo confusionario, diventando urla strazianti, imprecazioni e poi calma, infinita quiete.Avvicinò la carta a sé un'ultima volta ed assaporò con la spaccatura delle labbra il suo nome; in basso a destra, cal-ligrafia incerta, un bluastro ferito che sanguinava.Abbassò il capo e con esso le mani, lasciando ricadere la lettera, con il cuore in scompiglio.Il calore lo circondava e una frenetica sensazione gli an-nebbiava i pensieri, mentre il bruciore degli occhi gli riga-va il volto.Se n'era andato tutto, ora. Ogni ricordo di lei ardeva lì, in quel punto che avevano chiamato loro, che una volta era casa. Se n'era andato tutto, ora, quasi. Mancava solo ciò che si portava dentro, circondato dal tepore esterno che si faceva sempre più reale.Una sensazione vertiginosa lo avvolse. "Addio" le disse e sorrise, abbandonandosi, con una vampata di rosso ad av-volgerlo. "Addio" pensò e chiuse gli occhi, amandola.Besmire Biniqui

SEGRETI NELLA NEBBIALa strada era deserta. L'aria era densa e appiccicosa, una leggera nebbia sfumava di bianco ogni cosa. L'unico odore era quello dell'erba bagnata, e l'unico suono era il fruscio che fa la pioggia quando cade sull'asfalto.Alzando lo sguardo appena oltre il bordo dell'ombrello blu scuro, il ragazzo osservava con attenzione il lento movi-mento delle nuvole sfilacciate nel cielo grigio. Si passò una mano nei capelli per tirare indietro dei ricci chiari dalla fronte; l'umidità li aveva resi gonfi e leggeri.Ad un certo punto diede un'attenta occhiata al posto, alle macchine che -non- passavano, ai marciapiedi macchiati di pozzanghere, alla salita alle sue spalle che portava ad una proprietà privata. Non c'era anima viva, tranne lui.Abbassò per un attimo l'ombrello e volse il viso verso il cielo, a occhi chiusi, e sentì le gocce di pioggia accarezzar-gli gli zigomi, scivolare sulle guance, bagnargli le labbra e solleticargli le palpebre.Senza neanche accorgersene, incurvò le labbra rosa chia-ro. Il diluvio lo abbracciava.

"E' così bello".

Nascosta nella foschia, la ragazza dai capelli corvini ammi-rava quell'abbraccio.Il ragazzo sembrava fatto di nebbia e luce e acqua di sor-gente -la pelle bianca, i capelli color del grano, gli occhi trasparenti come cristalli.Avvolta nella nuvola terrena, mordendosi le labbra rosse -di un rosso così profondo, quasi purpureo-, si interrogava sul perché di ciò che stava per fare."Lo so già, il perché".Era solo troppo difficile da accettare.Una lacrima trasparente e quasi invisibile si sciolse su una guancia color del latte. O era pioggia?

Il ragazzo tremò.Istintivamente tirò su l'ombrello e si guardò intorno. Una figura fendeva la nebbia: era lei. Il sorriso si riaccese sul suo viso.La ragazza si avvicinava a piccoli passi, guardandosi le scarpe.Lui faceva il conto dei respiri che separavano le loro lab-bra.

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È il 25 aprile 2015 e lei ha appena avuto un attacco di panico.Proprio così.La protagonista del racconto ha appena avuto un attacco di panico. So che sembra strano, a dirlo in questo modo, ma credete davvero che io volessi cominciare proprio con questa immagine una storia di cui non conosco niente? I personaggi, le ambientazioni, la trama... Non so nulla, di tutto questo!È solo che avevo questa voglia impellente di scrivere qual-cosa di nuovo, un po' per distrarmi dai numerosi progetti che affollano il mio povero cervello e un po' per semplice esercizio di stile. Quindi eccomi qua!È il 25 aprile 2015 e la protagonista ha appena avuto un attacco di panico. Forse è stata male dopo dubbi esisten-ziali come il classico "Chi sono io?", il che è comprensibile, considerato che non ha un nome. O una faccia. O una storia.O un ragazzo no, questo non è rilevante.Quindi... Chi è 'sta povera ragazza? E prima ancora: dov'è ambientato il tutto? Devo saperlo per capire se darle un nome italiano o meno. Boh, facciamo America? Ma sì, alla fine è sempre tutto in America.Okay, ora le serve davvero un'identità, o le verrà un'altra crisi.Vediamo... Il primo numero che mi viene in mente? Tren-tasette. Okay, tre più sette fa dieci, che nell'alfabeto corri-sponde alla lettera J. Bene.Jenny? Nah.Julie? Già usato.

Jane? Come sopra.A questo ti riduci quando finisci i nomi che ti piacciono davvero. Va beh, ci penserò dopo, quando avrò il colpo di genio. E fisicamente com'è? Il "capelli scuri, occhi ghiac-cio" che amo tanto? Ormai è troppo abitudinario. Quindi? Bionda?Vada per bionda. Mossa? Facciamo così, Janet Juliet ha i capelli biondi corti.O rasati.Corti, dai, è meglio.(Tanto cosa importa? È come sei dentro, che cont-AHAHAHAH)Poi, vediamo... Ha un fratell- no, ha una sorella più piccola con cui litiga spesso. I genitori sono tanto presenti, nella sua vita, da risultare soffocanti - e, come abbiamo già ap-purato, Juliet Johanna soffre di attacchi di panico. Forse ha una fobia che questo fatidico 25 aprile l’ha fatta stare male! O forse è semplicemente stufa che la sua esistenza dipenda dagli scleri di una povera matta che vorrebbe de-finirsi una scrittrice - povera, nemmeno io la vivrei bene.Scommetto che non desidera altro che liberarsi. Ah!, po-vera illusa.Sento che sto perdendo interesse. Oh, lo sapevo, finirà come quando, da bambina, giocavo a The Sims e passavo ore a costruire la casa e a creare i personaggi, per poi spegnere la Play Station dopo appena dieci minuti di gioco vero e proprio. Va beh, magari tornerò su Johanna Judith un’altra volta. Ma ora che faccio? Mmm...Erik Thomas ha... Sveva Nistri

Quando furono a pochi passi di distanza non riuscì a trat-tenersi e le si avvicinò.Cinque respiri.Erano fermi in mezzo alla strada. Lei lo guardò con i suoi occhi color della notte. Non sorrideva."Quattro respiri"."Tre"."Due"."Uno..."

La ragazza se ne stava andando. Gli occhi come cristalli di lui guardavano la sua chioma nera ondeggiare leggermen-te al ritmo dei suoi passi."Undici respiri"."Dodici"."Venti".

"Cento".Non la vedeva più, era stata inghiottita dal diluvio e dalla nebbia.Allora qualcosa dentro al ragazzo si spezzò.Lasciò andare l'ombrello, che rotolò via. Con lentezza straziante -quasi quanto il dolore che si spandeva come sangue nel suo petto-, le sue ginocchia si flessero. Non riuscivano più a reggere il peso del suo corpo e delle sue emozioni.Come un fiore che si chiude alla sera, appoggiò il mento sulle ginocchia e si coprì il viso con dita tremanti. I capelli erano già fradici. Le lacrime cadevano più fitte della piog-gia. Brividi come terremoti.Glielo aveva sussurrato all'orecchio, come un terribile se-greto. "Non ti amo più".Teresa Kucich

SENZA TITOLO

LA FORMICAUna formica è talmente piccola che noi nemmeno la no-tiamo. Se ne va in giro come se non gliene fregasse niente di nessuno, ma in realtà non fa altro che lavorare per la società di cui fa parte. Io e i miei amici siamo come quel-la formica. Ogni giorno abbiamo la stessa idea in testa, affrontiamo gli stessi problemi e percorriamo lo stesso tragitto, ancora, ancora e ancora. E nonostante la bile, la

noia, la rabbia... Nonostante tutto, continuiamo a farlo. Non hai il coraggio di cambiare le cose. Preferisci lamentarti, che agire davvero - non è questo, che ti diceva sempre tuo padre? Arriva il giorno, però, in cui nella solita vita della formica avviene qualcosa. E improvvisamente, il tempo in cui una scarpa tocca il terreno, tutto cambia. Ad alcuni è accaduto

alla fine della scuola, altri hanno resistito un paio di anni ancora. Io sono stato il primo. Ero alle medie quando ho capito che non mi sarei liberato facilmente del senso di oppressione che provavo. Semplicemente, un giorno que-sto grosso stivale si è abbattuto su di me. E lì è rimasto. Non vali niente. Non puoi cambiare le cose, non sei abba-stanza forte. Sei debole. - Grazie, papà, incoraggiante come sempre. L'ombra dello stivale si ingrandisce, mentre l'uomo alza il piede e si prepara ad avanzare, senza nemmeno accor-gersi della vita che stroncherà. Lo stivale si appoggia al terreno e tutto è perduto.

Sei un fallito. Sai solo lamentarti. Fai schifo. - Perché, papà, tu? Guardati allo specchio, sono figlio tuo. Sono metà di te. La metà marcia. Lo stivale si appoggia al terreno e tutto è perduto. A volte, però, la formica - quella stessa formica troppo insignifi-cante per essere notata - rimane in quel piccolo spazio vuoto tra la scarpa e la terra. Così, quando il piede si alza e l'ombra si allontana, ecco il sole tornare a brillare. E, in qualche modo, la formica è sopravvissuta. - Metà marcia o no, io sono ancora qui. Sarò pure una formica, ma sono anco-ra qui. E tu, papà, goditi l'Inferno.Sveva Nistri

Fresco. Come la brezza marina che faceva garrire le ban-diere sul tetto dell’edificio di fronte a me. Come la sensa-zione che mi facevano provare le candide pareti della sa-letta in cui aspettavo pazientemente. Come la superficie del marmo chiaro che ricopriva i pavimenti del corridoio in cui ci incontrammo per la prima volta. Aveva degli occhi chiarissimi, una strana capigliatura un po’ infantile e degli imbarazzanti pantaloncini troppo larghi per il suo fisico. Se ne stava lì, qualche passo avanti a me, a chiacchiera-re con i suoi nuovi amici, mentre venivamo tutti condotti alla sala conferenze. Rideva rumorosamente, e smise solo quando la giovane ragazza che aveva preso posto di fron-te alla platea battè le mani, si schiarì la voce, e cominciò un discorso lungo una vita. Discorso che non ascoltai, in-tenta a seguire la melodia di sottofondo che quel ragazzo continua a produrre sussurrando con la sua voce grossa.Da quando ci fecero alzare e ci condussero agli spogliatoi fino a quando misi piede per la prima volta in barca non lo vidi più. O forse non ci feci caso. Se ne stava sempre lì con i suoi compari a fare comunella, un po’ come facevo io con le mie nuove amiche.La routine giornaliera prevedeva una piccola riunione completa di appello, un’uscita in mare mattutina, il pran-zo tutti assieme, del tempo libero per fraternizzare e poi nuovamente l’uscita in mare, fino alla sera, quando era-vamo lasciati liberi di andare a dormire alle nostre case, stravolti dalla stanchezza. I giorni passarono, e noi non ci parlammo mai, almeno fino quando non fu necessario.Eravamo in pausa pranzo, e lui sfidava come ogni giorno i più piccoli a ping pong, vantandosene. Non resistetti alla tentazione di chiedere “ma contro a quelli della tua età ci hai mai provato?”, finendo per reagire ad una sua provoca-zione e sfidarlo in quella che fu la partita più rovinosa del tennis da tavolo. Persi, come previsto, e da quel momento tra di noi regnò un silenzioso odio quasi palpabile nelle occhiatacce che ci lanciavamo. Era diventato un inferno. Ogni volta che poteva non mancava mai di provocarmi

sottovoce, ricevendo silenziose maledizioni di risposta.Il corso si concluse, e non lo vidi più. Almeno non fino a quando non ricevemmo entrambi una convocazione ad un’ulteriore settimana intensiva di vela, che ci portò a sce-glierla come sport per gli anni successivi.Le mie giornate al circolo erano caratterizzate dal mio fug-gire imperterrito da lui e dai suoi sguardi che mi sfidavano, a cui non potevo fare a meno di rispondere. Cercavo di evitarlo, ma non sempre si riesce nelle proprie imprese. Infatti una domenica mattina, quando entrai come al so-lito nel lussuoso bar dove ero solita fare colazione lo vidi, seduto su una poltrona, intento a sorseggiare il suo caffè, con un sorrisetto poco rassicurante. “Buongiorno, compa-gna di barca” furono le ultime parole che sentii prima che la vista mi si offuscasse dalla rabbia facendomi precipitare in spogliatoio.Passai una mattinata terribile. Continuava a dirmi cosa fare, credendosi più esperto di me. Io di controbattuta facevo esattamente l’opposto di quello che mi ordinava, ottenendo come risultato che la barca si arenasse nel bel mezzo del golfo.Ce ne stavamo ad insultarci mentalmente a vicenda quan-do successe. Virò senza avvertirmi, ed io, che me ne stavo seduta sottovento a fissare le onde, mi ritrovai a mollo, con un dolore che mi martellava dalla tempia destra fino ai meandri più profondi della scatola cranica. Tra i mille pallini colorati che ballavano nel mio campo visivo, quan-do alzai lo sguardo trovai anche i suoi occhioni azzurri che mi fissavano preoccupati.La nostra amicizia iniziò quel giorno, anche se non era de-stinata a durare a lungo. Infatti lo vidi sempre meno. Due volte al mese, poi una, poi a mesi alterni, fino a quando non ci salutammo definitivamente. Almeno credevo fosse un saluto definitivo, visto che me lo ritrovai davanti alla prima assemblea degli studenti del liceo che iniziai a fre-quentare qualche anno dopo.Caterina Mezzena Lona

QUANTO TI ODIO, AMICO MIO

Comprenditi e apprezzati per come sei

Prendi un pomeriggio estivo e togli ogni impegno possi-bile.Prendi qualcosa di comodo su cui distenderti, stravaccar-

ti, sederti, metterti a testa in giù. Sollevalo, trascinalo, calcialo vicino a una finestra, magari investita da un temporale improvviso.Buttati o adagiatici sopra. Osserva le nuvole che magari non ci sono, annoiati o

SENZA TITOLO

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emozionati, l'essenziale è perdersi.Dimenticati come si parla per qualche istante, estraniati dalle emozioni, slega momentaneamente i nodi dello spa-go dei ricordi dalle dita -liberati di ogni peso che ti rende ciò che sei, scollati di dosso le paure, svincolati dalla rab-bia e spogliati dai rimpianti e dai rimorsi.

Fa' respirare la tua pelle, sciogliti i capelli.Percepisci il tuo viso, gli zigomi, il naso, il mento, le ciglia e le palpebre che si sfiorano rapidamente.Segui la linea della mascella da sotto l'orecchio, poi si cur-va e diventa collo. Toccati le ossa sotto la pelle calda di sole. Il tuo corpo c'è, il suolo sostiene il tuo peso e sei attratto da una forza invisibile verso il centro incandescente del pianeta. Non devi saperlo e basta, devi esserne consape-vole.Accettati, amati.

Poi scordati della tua fisicità e scruta la tua anima.Prendi in mano ogni tuo pensiero e osservalo da tutte le angolazioni, espandilo, restringilo, memorizza ogni nuova forma che riesci a vedere.Scova i fili su cui scorrono le lacrime, i sottili legami fra ragione e sentimenti e i punti in cui fra le due cose non c'è alcuna differenza. Conosciti.

Ora fai due passi e guardati da un altra prospettiva. Fanne altri due, altri tre, gira in tondo, allontanati. Può essere il punto di vista di qualcun altro o di nessuno, può non essere mai stato pensato fino a questo momento, può es-sere l'abitudine di uno sconosciuto, può essere una bella facciata o una breccia nel tuo muro, una porta aperta, una

scheggia di chi sei.Non esiste il giusto né lo sbagliato, ma solo cose diverse e distanti fra loro -diecimila anni luce o pochi millimetri.

Una volta che sai tutto puoi riprendere la tua umanità.Ripristina ogni contatto e ogni emozione cristallizzata, ri-prendi a scrivere la tua storia con i respiri. Ora puoi comporti. Sei di frammenti, puoi invertire l'ordine o modificare il co-lore e addirittura la materia di ogni pezzo.Puoi essere ciò che ti sei lasciato diventare, puoi diventa-re una cosa nuova.Puoi farlo gradualmente o abbattendo violentemente in poco tempo ciò che per te va demolito.

Puoi.

Alzati, sfiora il vetro di quella finestra, incantati a fissare una crepa nel muro o fai rimbalzare lo sguardo da una cosa all'altra -vi deposita un sentimento con un celere tocco di un'intimità impercettibile-, apprezza il raggio di luce che ti scalda la mano quasi insensibile, l'odore dell'ambiente composto da tanti elementi, proprio come te.

Mettiti le scarpe, esci di casa. Vai dove ti pare, fai quel che vuoi. Disegna anche se non ti riesce, leggi qualcosa, vai al mare, corri, ubriacati. Lasciati contagiare da una follia immaginaria, prega ciò in cui credi, e se scegli di credere in te stesso pregati, scon-giurati, rispettati e venerati, e andrà come vuoi che vada.

L'universo non sarà mai tuo, ma puoi dominare la tua ga-lassia.Teresa Kucich

BONUSULTIMONUMERO

+QUIZGENIA fine anno, lo so, ci vorrebbe proprio un bel quiz di cultura generale; però, siccome non è nel mio stile e probabilmente sarebbe soltanto deprimente realizzare quanto (non) abbiamo imparato durante l'anno, ho deciso di basarmi più sul vostro schema di ragionamento che sulle nozioni scolastiche, e di creare un quiz per scoprire che tipo di genio siete. Perché credo che tutti siano intelligenti, anche se in molte maniere diverse.

Il test funziona così: per ogni gruppo di tre affermazioni dovete scegliere quella che è per voi più vera (se più di una vi si adatta, scegliete quella che sentite maggiormente come una caratteristica che vi definisce), dopodiché dovete tenere a mente il numero che si trova dopo la frase e calcolare se avete maggioranza di 1,2 o 3.

1)- Adoro conoscere nuove persone, anche perché mi risul-ta piuttosto facile (1)- Vorrei viaggiare per conoscere persone con cultura di-versa dalla mia (2)- Mi definirei una persona precisa ed organizzata, anche

quando si tratta di pianificare feste e uscite (3)

2)- Sono bravo/a a risolvere rompicapi logici (3)- I miei consigli sono di solito molto azzeccati (1)- Mi piace molto speculare e discutere su un dato argo-

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mento (2)

3) - Leggere è uno dei miei passatempi preferiti (2);- La matematica non mi dispiace, indipendentemente dal fatto che io vada bene o meno (3);- Riesco a comunicare le mie idee e opinioni in maniera

veloce ed efficace (1);

4)- Non ho difficoltà a fare scelte(1);- Cerco di procedere nelle mie azioni nella maniera più logica e congruente possibile (3);- Mi trovo quasi sempre disposto a fare compromessi (2).

PROFILIMaggioranza di 1: genio del senso praticoNon posso pronunciarmi sull'andamento scolastico, ma sicuramente le questioni pratiche non ti spaventano; ti trovi a tuo agio a comunicare con le persone, riuscendo a relazionarti con gli altri senza essere egocentrico/a. Inoltre, quando si tratta di improvvisare, di solito sei piuttosto creativo e riesci bene in ciò che fai.

Maggioranza di 2: genio linguisticoQuesta è la scuola che fa per te: ami comunicare, conoscere realtà diverse dalla tua e credi nella diplomazia per riuscire a creare, forse, un mondo migliore con le tue conoscenze. Credi nei tuoi ideali e cerchi di metterti nei panni degli altri: la tua intelligenza sta nel capire come ragionano le altre persone.

Maggioranza di 3: genio logico-matematicoCredi nell'ordine e nella logica, due cose molto importanti affinché il sistema su cui ci appoggiamo continui a reggere. Sei scettico di fronte ai metodi empirici, e trovi la matematica il sistema perfetto ed imparziale per risolvere le questio-ni. Di certo se il mondo fosse altrettanto preciso si creerebbero meno problemi ..La tua mente razionale spera che nella scienza l'uomo riesca a migliorare, e non viceversa.Beatrice Grigoriev

+INTERCULTURAHAWAIIEssendo questa l'ultima pagina interculturale dell'anno mi sono fatta persuadere, e non ho scritto di luoghi gelidi come Siberia o Groenlandia; così, a grande richiesta, ecco un servizio su uno dei più conosciuti paradisi in terra: le Hawaii, ladies and gentlemen.

ISOLE ...Le Hawaii si trovano nel Pacifico settentrionale, e contano otto isole principali di cui le più interessanti sono senza dubbio:- Ni'ihau, detta "isola proibita" poiché proprietà privata di due fratelli; sono 180 km2 di terra a cui hanno accesso solo parenti dei proprietari, personale militare ed ufficia-li governativi. I fratelli Robinson hanno persino respinto un'offerta di acquisto da un miliardo di dollari da parte degli Stati Uniti. In realtà circa un centinaio di autoctoni abita ancora sull'isola, ma la loro economia si basa soprat-tutto su pesca ed agricoltura di sussistenza.-Lana'i, nota anche come "Pineapple island" perché un tempo era ricoperta da piantagioni di ananas.- Molokai, un'isola con paesaggi talmente mozzafiato da venire utilizzati per girare Jurassic Park.- Hawai'i, la più grande delle isole, fu la patria di re Ka-mehameha il grande che alla fine del XVIII secolo riunì sotto il suo comando la maggior parte dell'arcipelago.... E VULCANISu Hawai'i si trovano anche i più famosi vulcani dell'arci-pelago: il Mauna Loa, il Mauna Kea e il Kilauea. Il Mauna Kea, in stato di quiescenza è il monte più alto della terra se misurato rispetto alla sua base sottomarina: si eleva infatti per 9966 metri, quindi anche più dell' Everest. Il suo nome significa "montagna bianca", e infatti è possibile sciare sulle sue pendici. Il Mauna Loa non erutta dal 1984,

ma non è ancora considerato quiescente; il Kilauea invece è molto, molto attivo: la sua ultima eruzione è cominciata nel 1983, e non si è più fermata ricoprendo strade e di-struggendo edifici. Nella mitologia hawaiana, il padre del cielo, sposando la madre della terra, duede origine all' ar-cipelago. Il Kilauea sarebbe il corpo di Pele, dea del fuoco e dei vulcani. Durante eruzioni imponenti, quando sottili zampilli di lava fuoriescono da una colata e si solidificano rapidamente, si creano delle forme allungate simili a ca-pelli ribelli, conosciuti come "capelli di Pele"CULTURALe Hawaii sono davvero isolate, anche per essere delle isole in pieno Pacifico: distano infatti quasi 4 km da Cali-fornia e Giappone, e sono inoltre piuttosto lontane dagli arcipeliaghi polinesiani. Le tradizioni e la cultura si sono quindi preservate quasi intatte fino a un paio di secoli fa, tramandate oralmente di genereazione in generazione, e ad oggi sono numerose le manifestazioni che lottano per non far scomparire questo immenso patrimonio immate-riale. La parola che più rappresenta gli Hawaiani è sicuramente aloha. Oltre ad essere un saluto, questa espressione espri-me amore ed affetto. Lo statuto hawaiano riconosce lo spirito dell'Aloha come una legge che tutti i cittadini sono tenuti a rispettare, prendendosi cura dell'altro con umiltà e perseveranza. Le famose ghirlande di fiori, i lei, venivano anticamente scambiate come simbolo di condivisione, per esempio quando ci si riuniva per aiutare un conoscente a costruire una casa. Oggi è soprattutto un dono da regalare ai nuovi arrivati, oppure da scambiare in occasione di ma-trimoni e lauree. L'arte di creare queste ghirlande non ha limiti di creatività - si possono infatti utilizzare moltissimi tipi di fiori - ed è considerata sacra. La hula, tipica danza

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hawaiana, si originò come forma di venerazione della dea Laka. Era però anche il metodo con cui, cantando e dan-zando, venivano trasmesse storie e leggende. Una curio-sità: l'alfabeto locale si compone di sole 12 lettere (cinque vocali più sette consonanti - è per questo che le parole suonano così ripetitive).OAHU E HONOLULUOahu, conosciuta come "il punto di ritrovo", è con i suoi 900mila abitanti l'isola più popolata. Sede della capitale Honolulu, di una base militare e di vasti campi di ananas, dopo la seconda guerra mondiale ha sperimentato uno sviluppo turistico senza precedenti. Waikiki, la più famo-sa spiaggia di Oahu, e Honolulu si trovano sul lato sud dell'isola, dove gli arcobaleni sono un fenomeno molto frequente. La vista può spaziare tra cascate, crateri vulca-nici, lussureggianti foreste ... Per i suoi splendidi paesaggi, Oahu è stata scelta come set per il film Hunger Games - la ragazza di fuoco e per numerosi altri.Il noms Honolulu significa porto riparato, ed è capitale di

Stato dal 1845. La sua annessione agli Stati uniti risale al 1900, anche se le Hawaii diventarono uno stato statuni-tense solo nel 1959. Nonostante l'attacco giapponese a Pearl Harbor, la città è da sempre il maggior porto dell'ar-cipelago. Cittadini statunitensi celebri nati ad Honolulu sono Bruno Mars, Nicole Kidman e - udite udite - Barack Obama.

Per finire, un paio di scioccanti curiosità animali: le Hawaii sono la casa del cosiddetto ragno dalla faccia sorridente, il cui addome giallo reca, in alcuni individui, un motivo nero e vermiglio simile ad un inquietante smiley o alla faccia di un pagliaccio ghignante. Il pesce simbolo del luogo, in-vece, viene chiamato "humuhumunukunukuapua'a" - hu-muhumu per gli amici. Il suo nome significa letteralmente "pesce che grugnisce come un maiale", probabilmente per il suono che emette quando viene catturato. Buone va-canze tropicali a tutti!Beatrice Grioriev

+GIOCHICRUCIVERBA&SUDOKU

Come si risolve? E’ semplice. A numero uguale corrisponde lettera uguale. Inoltre trovate già nello schema delle lettere visibili per cui sarà più facile. Come vedete la lettera A cor-risponde al numero 26 per cui iniziate a mettere la lettera A in tutte le caselle in cui trova-te il numero 26. Lo stesso fate con la B nelle caselle col 21 e la T nelle caselle col 5. Sarà più facile trovare le parole di senso compiuto sia in orizzon-tale che in verticale.

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La redazione del CanzoniereDirettore: Lorenzo GalloVice Direttore: Maria TremuliVice Direttore: Matteo GiugovazCopertina, grafica, impaginazione: Lorenzo GalloRedazione: Maria Tremuli, Teresa Kucich, Giorgia Fumarola, Sveva Nistri, Caterina Mezzena Lona, Beatrice Grigorev, Massimo Segulin, Veronica Ipavec, Beatrice Musizza, Maristella Tassetto, Valentina Ceballos, Besmi-re Biniqui, Florinda Bartoli, Silvia Staltari, Gaia Lisi, Allegra Carboni, Sara Trabucco, Marta Pinzan, Tea Zaniboni, Carla Oriani, Teresa Calella, Luca Piizzi, Francesco Spagna, Francesco Santarossa, Emma Covi

Moltissime grazie alla signora Luisa ed alla bidella Anna per la collaborazione

"MEA CULPA"Data la temporanea indisponibilità della correttrice ufficiale, il Mea Culpa di questo numero sarà un po' più corto e sicura-mente meno completo. Se si considera poi la brevità del numero, la possibilità stessa di commettere errori era limitata. Una goffa e colloquiale formula che alla nostra mail potete mandarci dell'editoriale a pagina 2 va sostituita con un più corretto che alla nostra mail potete mandare. Sempre a pagina 2 nell'intervista al prof. Vidoni, domanda 4, non è stata possibile, ma sia possibile. Non essendoci stati segnalati altri errori, per questo numero il mea culpa finisce qui. Vi ricordo che per qualsiasi richiesta, critica o dubbio potete scrivere a: [email protected] Giugovaz

AgostoAmiciCompitiDivertimentoGiochiGiteLuglioMareMontagnaMontiPasseggiateRiposoSabbiaSpiaggiaVacanze