IL CAMMINO POST CERTIFICAZIONE PER L’ALUNNO DISABILE · Mazzoleni (Corso Formazione Professionale...

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Azienda Sanitaria Locale Provincia di Monza e Brianza Organismo di Coordinamento e Integrazione per la Salute Mentale in Età Evolutiva (OCISMEE) Gruppo di lavoro integrazione alunno disabile IL CAMMINO POST CERTIFICAZIONE PER L’ALUNNO DISABILE Componenti gruppo di lavoro: Roberto Rossi (ASL Servizio Disabili-Coordinatore del gruppo) Rosa M. Carmagnola (ASL Servizio Disabili) Fabia Fogliani (AO Monza) Vittorio Frugis (AO Desio e Vimercate) Maria C. Torrieri (Pediatra) Elio Brillo (UdP Desio) Andrea Bagarotti (Comune Seregno) Antonio Cacopardi (ANFFAS) Laura Cesena (Don Gnocchi) Claudia Carera (AIAS) Monica Panzini (La Nostra Famiglia) Enrico Trabattoni (Scuole Snodo H Monza Ovest) Anna Martinetti (Scuole Snodo H Monza Centro) Giuseppina Castellini (Scuole Snodo H Monza Est) Maria Zanni( scuole snodo H Monza e Brianza) Miriam Mazzoleni (Corso Formazione Professionale ECFOP-Monza) Federico Tavernese (Cooperativa Solaris) novembre 2009

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Azienda Sanitaria Locale Provincia di Monza e Brianza Organismo di Coordinamento e Integrazione per la Salute Mentale

in Età Evolutiva (OCISMEE) Gruppo di lavoro integrazione alunno disabile

IL CAMMINO POST CERTIFICAZIONE PER L’ALUNNO DISABILE

Componenti gruppo di lavoro: Roberto Rossi (ASL Servizio Disabili-Coordinatore del gruppo) Rosa M. Carmagnola (ASL Servizio Disabili) Fabia Fogliani (AO Monza) Vittorio Frugis (AO Desio e Vimercate) Maria C. Torrieri (Pediatra) Elio Brillo (UdP Desio) Andrea Bagarotti (Comune Seregno) Antonio Cacopardi (ANFFAS) Laura

Cesena (Don Gnocchi) Claudia Carera (AIAS) Monica Panzini (La Nostra Famiglia) Enrico Trabattoni (Scuole Snodo H Monza Ovest) Anna Martinetti (Scuole Snodo H Monza Centro) Giuseppina Castellini (Scuole Snodo H Monza Est) Maria Zanni( scuole snodo H Monza e Brianza) Miriam Mazzoleni (Corso Formazione Professionale ECFOP-Monza) Federico Tavernese (Cooperativa Solaris)

novembre 2009

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Introduzione ___________________________________________________________ 3

I documenti utili al percorso scolastico per gli alunni disabili _____________________ 4 La Diagnosi Funzionale (D.F.)____________________________________________ 4 Il Profilo Dinamico Funzionale (P.D.F.)_____________________________________ 5 Il Piano Educativo Individualizzato (P.E.I.)__________________________________ 6

I Servizi_______________________________________________________________ 7

Il mondo delle cure - Servizi Pubblici ________________________________________ 7 UONPIA - Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate__________________________ 7 UONPIA - Azienda Ospedaliera di Monza ___________________________________ 8

Servizi Privati Accreditati _________________________________________________ 9 AIAS ______________________________________________________________ 11 Fondazione Don Gnocchi ______________________________________________ 12 La Nostra Famiglia ___________________________________________________ 13

Il mondo della scuola ___________________________________________________ 14 Scuole Pubbliche _____________________________________________________ 14 Scuole Paritarie ______________________________________________________ 15 Scuole Professionali __________________________________________________ 15 Allegato 1 __________________________________________________________ 17

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Introduzione La stesura del presente documento nasce all’interno del Gruppo di Lavoro sul monitoraggio delle attività connesse alla certificazione degli alunni disabili, che nel corso di questi anni ha prodotto diversi documenti destinati sia alle famiglie degli alunni disabili che ai professionisti che si occupano degli stessi. In particolare, il gruppo nel 2007 ha steso il primo documento “Percorso per il riconoscimento della condizione di alunno in situazione di handicap”, revisionato

nel 2008. Questo documento ha permesso di analizzare, in prima istanza, quali siano state le novità che il DPCM 185/06 ha introdotto in tema di certificazione di alunno disabile. Nel 2008, partendo dalla riflessione relativa alle difficoltà che i Collegi di Accertamento si sono trovati ad affrontare, ovvero alla necessità di esprimersi in merito alla sussistenza o meno di una condizione di handicap, a partire da scarsi elementi clinici presenti all’interno della documentazione specialistica, il gruppo ha predisposto il “Documento orientativo per la certificazione di alunni in situazione di handicap”.

Tale documento, quindi, si è posto il duplice obiettivo: uniformare all’interno del territorio i criteri minimi che guidano il ragionamento diagnostico dei tecnici coinvolti nell’attività certificatoria e, allo stesso tempo, definire per le commissioni alcuni elementi standard rispetto ai quali poter prendere delle decisioni. Quest’anno il gruppo si è invece soffermato sulla terza fase del cammino della certificazione, dedicando quindi particolare attenzione al percorso che ogni famiglia di un minore (o di un maggiorenne), certificato alunno disabile, deve affrontare in ambito scolastico e in ambito clinico riabilitativo. Il presente documento cercherà di definire, da una parte, quali siano le indicazioni legislative che supportano questo percorso, dall’altra l’attività di tutti i Servizi territoriali, pubblici e privati, provenienti dal mondo della scuola e dal mondo delle cure. Verranno quindi descritte, in una prima parte, le modalità di formulazione e di verifica della Diagnosi Funzionale, del Profilo Dinamico Funzionale e del Piano Educativo Individualizzato. Successivamente sarà possibile analizzare come opera il mondo delle cure, con una distinzione tra i Servizi che dipendono direttamente

dalle Aziende Ospedaliere e i Servizi che operano in regime di convenzione come il Privato Accreditato. In seguito verrà descritto il ruolo del mondo della scuola con tutte le sue

componenti: le scuole pubbliche e le scuole paritarie. Nel capitolo dedicato al mondo della scuola, verrà fatto un inciso sulle scuole professionali che, dall’applicazione dell’articolo 1 comma 622 della legge 296 del 26 dicembre 2006 che definisce l’innalzamento dell’obbligo scolastico, rivestono un ruolo importante nel panorama dell’offerta formativa dedicata anche all’area della disabilità. E’ in via di costituzione il Tavolo Tecnico delle Intese che curerà l’aggiornamento degli accordi interistituzionali tra Scuola, Comuni, Aziende Ospedaliere, Azienda Sanitaria Locale e Provincia, ai fini della applicazione della legge 104/92 relativamente all’inserimento scolare dei soggetti portatori di disabilità.

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I documenti utili al percorso scolastico per gli alunni disabili Le famiglie dei minori (o i maggiorenni) che siano passati dal Collegio di Accertamento per la certificazione di Alunno Disabile e che abbiano ottenuto un “Certificato di Alunno Disabile” devono richiedere al Dirigente Scolastico della

scuola in cui lo studente è iscritto le modalità più idonee per rendere possibile una corretta integrazione scolastica. Tra i diversi dispositivi da attivare vi è anche l’assegnazione di un insegnante di sostegno. Il “Certificato di Alunno Disabile”

deve, però, essere accompagnato da tutti i documenti, previsti per legge, che permettono un inquadramento diagnostico e funzionale adeguato.

La Diagnosi Funzionale (D.F.)

La Diagnosi Funzionale è il primo atto successivo alla certificazione. Per Diagnosi Funzionale s’intende “la descrizione analitica della compromissione funzionale

dello stato psicofisico dell’alunno in situazione di handicap, al momento in cui

accede alla struttura sanitaria per conseguire gli interventi previsti dagli articoli 12

e 13 della legge 104 del 1992 (DPR 24/02/1994)”. E’ redatta dall’unità multidisciplinare composta da: medico specialista nella patologia segnalata, dallo specialista in neuropsichiatria infantile, dal terapista della riabilitazione, dagli operatori psico-sociali in Servizio presso l’Azienda Ospedaliera o dell’equipe multidisciplinare del centro di riabilitazione presso cui è in carico il minore.

La Diagnosi Funzionale deve essere redatta secondo la modulistica predisposta

dalla Regione Lombardia, compilando tutte le aree funzionali previste.

Nello specifico la Diagnosi Funzionale deve contenere:

a) i dati anagrafici del soggetto; b) i dati relativi alle caratteristiche del nucleo familiare (ove ritenuto necessario)

La Diagnosi Funzionale, si articola necessariamente nei seguenti accertamenti:

1) l'anamnesi fisiologica e patologica prossima e remota del soggetto. 2) diagnosi clinica, redatta dal medico specialista nella patologia segnalata, o dallo psicologo.

Inoltre, deve tener conto delle potenzialità registrabili in ordine ai seguenti aspetti:

a) Cognitivo; b) Affettivo-relazionale, c) Linguistico, d) Sensoriale, e) Motorio-prassico, f) Neuropsicologico, g) Autonomia personale e sociale.

La Regione Lombardia ha predisposto un modello di Diagnosi Funzionale (allegato

n. 1) che risponde i requisiti sopradescritti.

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Il Profilo Dinamico Funzionale (P.D.F.) Il Profilo Dinamico Funzionale è “atto successivo alla Diagnosi Funzionale e indica

in via prioritaria, dopo un primo periodo di inserimento scolastico, il prevedibile

livello di sviluppo che l'alunno in situazione di handicap dimostra di possedere nei

tempi brevi (sei mesi) e nei tempi medi (due anni) ”. (DPR 24/02/1994)

Il Profilo Dinamico Funzionale viene redatto dai Servizi specialistici e riabilitativi

(unità multidisciplinare), dai docenti curriculari e dagli insegnanti specializzati della scuola, che riferiscono sulla base della diretta osservazione, ovvero in base all'esperienza maturata in situazioni analoghe, con la collaborazione dei familiari dell'alunno, e descrive in modo analitico i possibili livelli di risposta dell’alunno in situazione di handicap riferiti alla relazioni in atto e a quelle programmabili.

Il Profilo Dinamico Funzionale comprende necessariamente:

- la descrizione funzionale dell’alunno

- l’analisi dello sviluppo potenziale dell’alunno a breve e medio termine relativo alle seguenti aree:

- Cognitiva

- Affettivo-relazionale

- Comunicazionale

- Linguistico

- Sensoriale

- Motorio – Prassico

- Neuropsicologico

- Autonomia

- Apprendimento

Il Profilo Dinamico Funzionale è aggiornato a conclusione della scuola

dell’infanzia, della scuola primaria, della scuola secondaria di primo grado e durante il corso di istruzione secondaria superiore.

La verifica del Profilo Dinamico Funzionale, invece, viene valutata, in via

orientativa, nelle seguenti occasioni: fine secondo anno scuola primaria, fine quarto anno scuola primaria, fine secondo anno scuola secondaria di primo grado, fine del biennio di scuola secondaria superiore e del quarto anno di scuola secondaria superiore.

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Il Piano Educativo Individualizzato (P.E.I.) Il Piano Educativo Individualizzato, è il documento nel quale vengono descritti gli

interventi integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per l'alunno in situazione di handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all'educazione e all'istruzione, di cui ai primi quattro commi dell'art. 12 della legge n. 104 del 1992. Il Piano Educativo Individualizzato è redatto dal personale insegnante curricolare e

di sostegno della scuola e, ove presente, con la partecipazione dell’educatore scolastico, in collaborazione con gli operatori dei Servizi specialistici e con i genitori (o gli esercenti la potestà parentale dell’alunno). Ove sia possibile il gruppo di lavoro può essere integrato dall’operatore dei servizi comunali che si occupa dell’integrazione scolastica dei minori disabili (Psicopedagogista, Assistente Sociale, Educatore Professionale, altro) e che conosce la situazione specifica. La verifica deve essere correlata all’ordinaria ripartizione dell’anno scolastico o, se possibile, con frequenza trimestrale.

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I Servizi

Gli attori che si occupano di questa seconda fase sono quindi diversi e distinguibili in attori che provengono dal mondo della scuola, e attori che provengono dal mondo delle cure. A sua volta il mondo delle cure si distingue in Servizi Pubblici

(UONPIA) e Servizi Accreditati per l’attività riabilitativa (Privato accreditato). Il mondo della scuola si suddivide invece in Scuole Pubbliche e Scuole Paritarie.

Vediamo quindi nel dettaglio come ogni singola agenzia si muove in questo cammino.

Il mondo delle cure - Servizi Pubblici

UONPIA - Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate

Successivamente alla certificazione, per i bambini in carico, in genere sono condotti due incontri l’anno di “équipe sul caso”. Questi incontri costituiscono l’occasione per confrontarsi sulla situazione, per condividere delle linee operative d’intervento, per definire il Profilo Dinamico Funzionale o il Piano Educativo Individualizzato.

I momenti di confronto si collocano, comunque, all’interno di una prassi consolidata che vede in primo piano il criterio della complessità o della “domanda”. Di conseguenza, i fattori che determinano il tipo di coinvolgimento del Servizio riguardano:

o La complessità dello stato di bisogno del bambino: a fronte di situazioni particolarmente complesse l’investimento del Servizio sul caso si esplica sia attraverso interventi a carattere specialistico diretti sul minore (logopedista, psicologo ecc.) sia attraverso interventi indiretti che riguardano la famiglia e la rete. Ad un altro estremo, nelle situazioni di minor complessità, la scuola sembra costituire il referente centrale per il minore e la famiglia mentre la UONPIA rimane attiva al bisogno: nei momenti definiti dalla normativa nazionale o su impulso della scuola o della famiglia.

o La capacità del Servizio di intervenire in particolari situazioni di bisogno. In alcuni casi, il bisogno rilevato richiede il coinvolgimento di istituzioni e/o Servizi differenti. In tali circostanze, la UONPIA può perdere la sua centralità nella gestione del caso, con i genitori e con gli altri referenti della rete.

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UONPIA - Azienda Ospedaliera di Monza

Successivamente alla certificazione, per i bambini in carico, sono in genere previsti due incontri l’anno(più di due incontri, se necessario)con docenti e, quando presente, l’assistente educativo. In alcuni casi, sono anche coinvolti istituzioni e/o Servizi differenti.

Questi incontri, che costituiscono l’opportunità di verifica e confronto sulla situazione del minore, condurranno, unitamente alla condivisione di linee operative d’intervento, alla stesura del Profilo Dinamico Funzionale (PDF)o del Piano Educativo Individualizzato (PEI).

I momenti di confronto si collocano, comunque, all’interno di una consuetudine che mette in evidenza le necessità del bambino e del suo ambiente.

Le caratteristiche che determinano il tipo di coinvolgimento del Servizio riguardano:

o La complessità dei bisogni del bambino: a fronte di situazioni particolarmente complesse l’investimento del Servizio sul caso si esplica sia attraverso l’attivazione di interventi a carattere specialistico individualizzati (iter riabilitativo logopedico, psicologo ecc.) o di gruppo sia attraverso interventi indiretti che riguardano la famiglia e la rete.

o Nelle situazioni di minor complessità, la UONPIA rimane attiva al bisogno: nei momenti definiti dalla normativa nazionale, su richiesta della famiglia o della scuola. In alcuni casi, il bisogno rilevato richiede il coinvolgimento di istituzioni e/o Servizi differenti. In tali circostanze, la UONPIA può perdere la sua centralità nella gestione del caso, con i genitori e con gli altri referenti della rete.

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Servizi Privati Accreditati

L’elemento cruciale del post certificazione degli Enti Privati Accreditati è costituito dalla presa in carico del minore segnalato in base al bisogno espresso, ovvero bisogno riabilitativo, necessità di monitoraggio o esigenze di rivalutazione diagnostica. Questa, nel costituire criterio d’accesso alla “presa in carico” da parte della struttura, definita in virtù dei protocolli diagnostici e dei sistemi di tariffazione in atto, codifica l’impegno del Servizio in termini di attività da svolgere. Tale particolarità, se da un lato permette di uniformare i livelli di prestazione relativi al dopo certificazione, dall’altro, implica per alcune condizioni cliniche un passaggio al Servizio di neuropsichiatria infantile pubblico. Ciò accade quando le prestazioni previste dai protocolli, per una determinata condizione clinica, non coprono l’impegno prevedibile visto l’impatto che la stessa ha sul funzionamento scolastico dell’alunno. Ad esempio, quando ci si deve confrontare con patologie che coinvolgono solo la dimensione psichica e non sono prevedibili attività riabilitative. In tali circostanze, infatti, qualora l’impatto sul funzionamento sociale della condizione clinica sia rilevante, i protocolli permettono di coprire solo le prestazioni di carattere psicoterapeutico nella misura complessiva di 16 colloqui. Rimarrebbero, quindi, escluse le prestazioni indirette. Nel 2008 l’ASL di Monza e Brianza ha steso, in accordo con gli Istituti di Riabilitazione extraospedaliera afferenti alla DG Famiglia, il “Protocollo diagnostico/terapeutico riabilitazione minore” che è finalizzato all’assunzione di accordi tra Istituti, ASL, UONPIA del territorio, Pediatri di famiglia, per soggetti in età evolutiva, tali da consentire la condivisione di percorsi diagnostici terapeutici a sostegno dell’uso del ricettario del Servizio Sanitario Regionale da parte degli stessi Istituti di Riabilitazione.

Da questo protocollo emerge che le prestazioni ambulatoriali e domiciliari erogate a favore di soggetti in età evolutiva sono atte a:

1) Definizione di un inquadramento diagnostico a. a seguito di prima visita specialistica, finalizzato alla valutazione

preliminare alla presa in carico, per una migliore redazione di PRI e p.r.i.

b. al fine della redazione degli atti richiesti dalle “Linee Guida per alunno disabile” per minori precedentemente in carico e dimessi

2) attivazione di trattamenti riabilitativi (180 prestazioni ambulatoriali in 18 mesi, 90 prestazioni domiciliari )

3) attività indirette (8 prestazioni massime per ciclo) finalizzate all’effettuazione di: a. colloqui con i familiari b. riunioni con operatori di altri Enti

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1. INQUADRAMENTO DIAGNOSTICO

Si identificano percorsi-tipo per le diverse patologie cui fa riferimento l’inquadramento diagnostico; facendo seguito alle indicazioni contenute nelle “Linee di indirizzo regionale per la neuropsichiatria dell’infanzia e della adolescenza in attuazione del PSSR 2007-2009” (allegato 3, paragrafo 4.3)” in cui viene consigliata l’adozione di un sistema di valorizzazione per “pacchetti integrati di prestazioni” anziché di prestazioni singole, si identificano “pacchetti di prestazioni” che caratterizzano diverse tipologie di inquadramento diagnostiche con relazione al Nomenclatore tariffario della NPI per la valorizzazione di ciascuna prestazione (si fa in particolare riferimento alla “proporzione” del valore di ciascuna prestazione rispetto alle altre). Per ciascun “pacchetto” di prestazioni relativo ai diversi percorsi viene indicata la valorizzazione complessiva prevista, calcolata sulla base di una media di prestazioni/test necessari per fare diagnosi in relazione al caso in esame. La ricetta dovrà riportare la dicitura: “inquadramento diagnostico per……… in soggetto di anni…….”. La rendicontazione dovrà rendere conto dei codici effettivamente utilizzati per l’inquadramento diagnostico dello specifico soggetto, elencandoli nelle sottoprocedure. Per ogni patologia si fa riferimento alla relativa codifica ICD X. Si intende ricompreso nel valore del “test” sia la somministrazione, sia la valutazione, sia la refertazione del test stesso. La prima visita va sempre prescritta dal medico curante e va rendicontata a parte, con lo specifico codice previsto. Eccezionalmente, in caso di disabilità multiple e complesse, è prevista la possibilità di rendicontazione di un doppio percorso di inquadramento diagnostico per differenti patologie in valutazione.

2. TRATTAMENTI

Come da regole regionali, sono prescrivibili fino a 180 trattamenti per ogni P.R.I. Di norma i trattamenti si intendono erogabili nel termine di un anno dalla data di inizio, CON UN TEMPO MASSIMO PREVISTO DI 18 MESI. La ricetta dovrà riportare il numero di trattamenti complessivo previsto dal P.R.I., allegando alla ricetta copia dello stesso P.R.I. Il P.R.I. può essere rivisto, come mix di trattamenti durante il suo svolgimento, qualora necessario. In tale caso va nuovamente ridefinito con un nuovo P.R.I. che sostituisce il precedente. Il P.R.I,. può comprendere anche psicoterapia e altre prestazioni non ricompresse nei LEA (all. 2 D.G.R. 3111/2006) purchè non costituiscano la parte preponderante del pacchetto riabilitativo. Per quanto riguarda il numero rendicontabile di colloqui con genitori ed insegnanti che si rendono necessari, si fa riferimento al successivo punto 3).

Per la tipologia delle patologie per le quali sia di norma debba ritenersi appropriato il trattamento riabilitativo si fa riferimento alla tabella riportata in allegato.

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3. COLLOQUI CON GENITORI ED INSEGNANTI

Si fa qui riferimento alla situazione specifica di bambini, per i quali non è previsto un piano di trattamenti, ma per i quali si rendono necessari colloqui con i genitori e le Istituzioni scolastiche. In particolare tali situazioni sono così identificate:

o bambini precedentemente in carico, che hanno terminato il piano di trattamenti, in età scolare (3-18 anni), che devono essere rivalutati ai sensi delle “Linee Guida per l’alunno disabile”; sono comprese tutte le disabilità; i bambini possono essere o meno certificati ex Legge 104.

o bambini precedentemente in carico, che hanno terminato il piano di trattamenti e per i quali viene mantenuto il follow-up clinico della situazione

I colloqui verranno prescritti, anche su un’unica ricetta per ogni tipologia di colloqui (da utilizzare entro 3 mesi) per un numero variabile da 2 a 5 per ognuna delle due tipologie di interlocutori. Resta inteso che si rendesse necessaria una rivalutazione anche con visita NPI la stessa deve venire prescritta dal pediatra. Fatte salve tali circostanze, l’impegno dei diversi centri viene riepilogato nei seguenti paragrafi.

AIAS Il protocollo di collaborazione con la scuola, ricompreso nel “Protocollo diagnostico/terapeutico riabilitazione minore” prevede le attività esplicitate di seguito. Per i bambini con certificazione didattica in carico con un P.R.I. (Piano riabilitativo Individualizzato) aperto, vengono assicurati almeno due colloqui all’anno tra l'equipe scolastica e il neuropsichiatra referente del caso che si fa portavoce dell'equipe riabilitativa. Viene richiesta la presenza dell'insegnante di sostegno e del coordinatore dell'equipe pedagogica. Dopo tali colloqui viene data agli insegnanti la possibilità di partecipare ad una seduta di trattamento con il bambino. Questo "modello base", è adattabile alle esigenze di ogni singolo caso. Lo stesso tipo di collaborazione viene offerto anche ai pazienti che non hanno certificazione di alunno disabile. Inoltre, il Centro effettua la stesura della Diagnosi Funzionale e del Profilo Dinamico Funzionale con le modalità e i tempi definiti dalla normativa.

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Fondazione Don Gnocchi Le modalità di presa in carico dell’alunno certificato ai sensi della Legge 104/92 presso l’ambulatorio di Vimercate, sono diverse a seconda del tipo rapporto in atto al momento della certificazione. In particolare, per gli alunni che effettuano trattamento riabilitativo, l’iter è il seguente: • Stesura della Diagnosi Funzionale alla consegna del verbale di accertamento

• Colloquio genitori (almeno due volte l’anno) • Colloqui con la scuola:

1. un colloquio post certificazione per la definizione del Profilo Dinamico Funzionale e del Piano Educativo Individualizzato, (al colloquio è invitata la

famiglia) 2. un colloquio a metà/fine anno per verifica del Piano Educativo

Individualizzato

• Controlli neuropsichiatrici periodici dell’alunno (almeno due volte l’anno) • Equipe di verifica con gli operatori (almeno due volte l’anno) Per gli alunni che hanno terminato il trattamento riabilitativo, invece, l’attività è così schematizzata: • Controlli neuropsichiatrici dell’alunno (due volte l’anno) • Colloqui con la scuola (almeno due volte l’anno per definizione e verifica del

Piano Educativo Individualizzato)

Ove se ne ravvisi l’indicazione gli insegnanti sono invitati a partecipare a sedute riabilitative, previo il consenso della famiglia.

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La Nostra Famiglia Il protocollo di collaborazione con la scuola, ricompreso nel “Protocollo diagnostico/terapeutico riabilitazione minore” prevede le attività esplicitate di seguito. Per i bambini con certificazione didattica in carico con un P.R.I. (Piano riabilitativo Individualizzato) aperto, vengono assicurati almeno due colloqui all’anno tra l'equipe scolastica e il neuropsichiatra referente del caso che si fa portavoce dell'equipe riabilitativa. Viene richiesta la presenza dell'insegnante di sostegno e del coordinatore dell'equipe pedagogica, oltre che della famiglia. Dopo tali colloqui viene data agli insegnanti la possibilità di fare un lavoro integrato con il riabilitatore in base al P.R.I. ad una seduta di trattamento con il bambino. Questo "modello base", è adattabile alle esigenze di ogni singolo caso. Lo stesso tipo di collaborazione viene offerto anche ai pazienti che non hanno certificazione di alunno disabile. Inoltre, il Centro effettua la stesura della Diagnosi Funzionale con le modalità e i tempi definiti dalla normativa e firma per presa visione il Piano Educativo individualizzato.

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Il mondo della scuola

Scuole Pubbliche

La scuola, ricevuta la documentazione relativa gli alunni disabili (certificazione di alunno disabile o aggiornamento della Diagnosi Funzionale), provvede ad

effettuare:

- La lettura della documentazione, utilizzo dei dati per la richiesta dei docenti di sostegno all’Ufficio Scolastico Provinciale nei tempi stabiliti dallo stesso.

- I colloqui con la famiglia.

- L’osservazione diretta degli alunni presso le scuole del grado precedente di provenienza e i colloqui di approfondimento con gli insegnanti di riferimento; questo avviene ove vi siano degli accordi tra scuole che permettono questo tipo di scambio.

- I colloqui con il presidio/equipe di riferimento per la presentazione globale del caso (neuropsichiatria, famiglia, scuola di provenienza, eventuali altre strutture di riferimento). Seguono colloqui in itinere per la definizione del Profilo dinamico funzionale, la condivisione del Piano educativo individualizzato e l’aggiornamento sugli alunni che proseguono il percorso scolastico nella stessa scuola.

- La formazione delle classi e la predisposizione dell’accoglienza alunni disabili.

- I colloqui/contatti con la UONPIA o il Privato Accreditato per i casi più problematici e/o per eventuali chiarimenti.

- L’assegnazione dei docente di sostegno alle singole classi in cui siano stati inseriti alunni disabili, e il monte ore da dedicare.

- Provvede ad effettuare la stesura del PEI e la relativa programmazione didattivo/organizzativa che garantisca la migliore integrazione possibile del soggetto disabile.

- Promuovere azioni di monitoraggio e verifica sulle attività realizzate in favore degli alunni disabili.

Inoltre, per migliorare il Servizio della scuola rispetto al tema dell’inclusione degli alunni disabili, vengono promosse riunioni e corsi di formazione in Servizio dedicati ai docenti, anche attraverso le proposte provenienti dagli Snodi handicap. Vengono inoltre attivati laboratori interni oltre che protocolli con le Amministrazioni

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Comunali che permettono l’affiancamento di personale educativo al personale di sostegno assegnato dalla scuola.

Scuole Paritarie

Per le scuole materne paritarie e primarie parificate ,per il sostegno alunni disabili c’è un diretto finanziamento da parte del Ministero della Pubblica Istruzione,tramite l’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia. Intervengono anche i Comuni tramite delle convenzioni Per le scuole primarie e secondarie si entra nel meccanismo della dote, deliberato dalla Regione Lombardia. “Per i residenti in Lombardia che frequentano scuole paritarie elementari, medie e medie superiori, con sede in Lombardia o in regioni confinanti, è previsto un contributo per la frequenza”. Oltre al buono scuola , il disabile certificato dall'ASL, ha diritto a un contributo, richiesto dalla famiglia, aggiuntivo di euro 3.000 per le spese riguardanti l'insegnante di sostegno. Non sono richiesti ISEE o Indicatore reddituale. All’interno di ogni scuola si utilizzano le stesse procedure delle scuole statali.

Scuole Professionali

Il centro di formazione Professionale può essere contattato da diversi soggetti interessati all’inserimento nei propri percorsi di un ragazzo disabile, in linea di massima questi sono:

• la famiglia; • la scuola di provenienza; • i servizi sociali.

L’inserimento di un ragazzo nei percorsi della Formazione Professionale avviene attraverso la prenotazione della Dote. La Dote è un insieme di risorse destinate alla persona per garantirle la possibilità di rafforzare le proprie competenze e aumentare le opportunità professionali. In particolare, per i ragazzi in Diritto e Dovere di Istruzione e Formazione, la Dote permette di accedere a servizi di formazione all’interno del sistema di Istruzione e Formazione Professionale regionale per acquisire la qualifica triennale e, frequentando il IV anno, il diploma regionale. La Dote fornisce le risorse finanziarie minime per la realizzazione del percorso formativo, la Dote disabilità fornisce invece una ulteriore risorsa finanziaria dedicata alla loro formazione personalizzata. E’ necessario che il contatto con il CFP avvenga con un preavviso sufficientemente ampio rispetto al momento della prenotazione della Dote: i ragazzi portatori di disabilità hanno spesso necessità di un momento di accompagnamento nella scelta del tipo di percorso da intraprendere e, dato che

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le Doti, in linea di massima, devono essere prenotate entro gennaio/febbraio, questo breve percorso di valutazione e di orientamento deve essere svolto precedentemente. Per poter arrivare alla scelta del percorso, a seconda delle caratteristiche di ciascun ragazzo, si organizzano incontri con i servizi sociali e le famiglie, incontri con il ragazzo stesso, momenti di valutazione, anche attraverso prove pratiche e test cognitivi, motivazionali, attitudinali e orientativi. In base alla valutazione fatta, concordemente con i servizi sociali e le famiglie, si identifica il percorso formativo più adeguato, si predispone il Piano di Intervento Personalizzato, si definisce la richiesta della Dote Disabilità e si invia la richiesta di Dote. Al momento del contatto viene richiesta la documentazione necessaria alla valutazione della situazione del ragazzo: certificazione di alunno disabile o aggiornamento della Diagnosi Funzionale, comunicazioni delle scuole precedenti, altra documentazione atta a costruire il profilo della situazione di disabilità. Parallelamente alle procedure di avvio dei percorsi si attivano anche i contatti con i comuni di residenza dei ragazzi per valutare la richiesta di un educatore a sostegno del ragazzo durante l’apprendimento in aula. Il percorso formativo inizia sempre con un periodo di osservazione finalizzato a confermare le scelte precedentemente operate e a predisporre il PEI per ciascun ragazzo. Anche questo documento viene realizzato in accordo con le famiglie e i servizi sociali. Periodicamente lo staff dei formatori assegnato ai singoli percorsi formativi monitora l’andamento del ragazzo, conferma o aggiorna il PEI e organizza gli incontri periodici con la UONPIA o il Privato Accreditato, in particolare per i casi più problematici. Durante la predisposizione del PEI viene anche ipotizzata la tipologia di certificazione finale pensata per il ragazzo (Certificazione delle competenze o Qualifica triennale) e l’eventuale prolungamento del percorso formativo attraverso la ripetizione di uno o più anni formativi.

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Allegato 1

(carta intestata della struttura)

REGIONE LOMBARDIA

AZIENDA _______________

SERVIZIO DI ...........................................

DIAGNOSI FUNZIONALE

COGNOME...........................................................................NOME.....................................................

NATO A ......................................................... IL.................................................................................

RESIDENTE A.............................................VIA...............................................Tel ……....................

SCUOLA.......................................................................................CLASSE..........................................

REFERENTE DEL CASO................................................................................................................….

N.B. Il presente documento vincola al segreto professionale chiunque ne venga a

conoscenza (art. 622 C.P.). Il presente atto va conservato all'interno del Fascicolo

personale con facoltà di visione da parte degli operatori che si occupano del caso.

La Diagnosi Funzionale descrive la situazione clinico-funzionale del ragazzo al momento dell’accertamento (qual è la situazione nel qui e ora); deve quindi evidenziare non solo i deficit ma anche le potenzialità (sul piano cognitivo, affettivo-relazionale, sensoriale linguistico, ecc.). E' un documento dettagliato, redatto dal servizio s pecialistico che ha in carico il minore e consegnato alla famiglia, che a sua volta lo fa ave re alla scuola, sulla base del quale verrà poi predisposto collegialmente il PDF e il PEI. Include conseguentemente le informazioni essenziali utili per l’integrazione scolastica, tra cui la specifica del livello di gravità e tipo di disabilità e delle eventuali tipologie di assistenza necessarie, onde consentire alla scuola e all'ente locale l'attribuzione delle risorse necessarie. Per gli allievi di primo inserimento a scuola, vien e effettuata entro la scadenza delle iscrizioni a gennaio, per gli allievi già inseriti a scuola e in viati al collegio di accertamento in corso d’anno, viene redatta entro fine maggio.

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Viene aggiornata al passaggio di ciclo scolastico ( entro la scadenza delle iscrizioni a gennaio) o in qualunque momento vi siano cambiamenti significa tivi del quadro di base, tali da richiedere modifiche relative alle tipologie di assistenza nec essarie.

DIAGNOSI CLINICA (si veda il Verbale di Accertamento di Handicap allegato)

Patologie prevalenti ���� PSICOFISICA ���� VISTA ���� UDITO

EVIDENZIARE POTENZIALITA’ E DIFFICOLTA’ NELLE SEGUENTI AREE:

COGNITIVA (Sviluppo raggiunto / Capacità di integrazione delle competenze)

AFFETTIVO-RELAZIONALE ( Rapporti interpersonali, controllo pulsionale, tolleranza

alle frustrazioni, autostima)

COMUNICAZIONE (Comprensione / Produzione / Modalità compensative)

SENSORIALE (���� Vista: specificare tipo e grado di deficit /���� Udito: specificare tipo e grado

19

di deficit )

MOTORIO-PRASSICA (Motricità globale / Motricità fine)

NEUROPSICOLOGICA (Memoria / Attenzione / Organizzazione spazio-temporale)

AUTONOMIA (Personale / Sociale)

EVENTUALI NOTE DESCRITTIVE DELLE FUNZIONI COMPROMESSE

20

NOTE DESCRITTIVE DELLE POTENZIALITA’ E RISORSE

In base a quanto sopra esposto, per garantire il diritto allo studio secondo quanto

previsto dagli artt. 12 e 13 della L 104/92 e dall’art. 2, comma 2 bis della L.R. 31/80,

l'alunno ha bisogno di:

� NECESSITA’ DI SOSTEGNO PER LA DIDATTICA

���� LIEVE ���� MEDIO

���� ALTO

� NECESSITA’ DI ASSISTENZA

� di base1

� accompagnamento per gli spostamenti

□ non deambulante

□ non vedente

� assistenza per l'igiene personale

� assistenza durante la mensa

� specialistica per l’autonomia personale2 per :

� accompagnamento per la comunicazione

□ non udente

□ non vedente

1 Di competenza della scuola ai sensi della Legge 124 del 3 maggio 1999, art. 8, Protocollo d'Intesa tra il Ministero P.I. con ANCI UPI UNCEM e OO.SS del 13 Settembre 2000, e CCNL 1998/2001, Nota MP 3390 del 30.11.2001, CCNL 24.07.2003 (comparto scuola) 2 Di competenza dell’Ente Locale, Protocollo d'Intesa tra il Ministero P.I. con ANCI UPI UNCEM e OO.SS del 13 Settembre 2000

21

□ gravemente ipovedente

� assistenza educativa per la comunicazione e le relazioni sociali

□ Scuola

□ Casa

□ Entrambi

� AUSILI SPECIFICI (ausili motori e/o posturali, protesi, tecnologie

compensative):

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� SERVIZIO TRASPORTO

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DATA................................... TIMBRO E

FIRMA......................................................................