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Il cammino della scienza nella visione di Popper, in relazione alla crisi della Fisica e delle altre scienze di inizio Novecento. Facoltà di Ingegneria dei Sistemi- Politecnico Milano Corso Filosofia dell’Ingegneria e della Scienza Prof.ssa Viola Schiaffonati - A.A. 2008 - 2009 Elena Di Bernardino - Seminario 15/18 Maggio 2009 Heisenberg (1901-1976) e Bohr (1885-1962) Newton (1643-1727) Popper (1902-1994) Einstein (1879-1955) Einstein e Lorentz (1853 –1928)

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Il cammino della scienza nella visione di Popper, in relazione alla crisi della Fisicae delle altre scienze di inizio Novecento.

Facoltà di Ingegneria dei Sistemi- Politecnico MilanoCorso Filosofia dell’Ingegneria e della ScienzaProf.ssa Viola Schiaffonati - A.A. 2008 - 2009

Elena Di Bernardino - Seminario 15/18 Maggio 2009

Heisenberg (1901-1976) e Bohr (1885-1962)

Newton (1643-1727)

Popper (1902-1994)

Einstein (1879-1955)

Einstein e Lorentz (1853 –1928)

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Seminario 15/18 Maggio ‘09

Indice: 2

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Passaggio dalla meccanica newtoniana alla teoria della relatività einsteiniana.

XX secolo – Hanno luogo alcune delle più grandi e radicali rivoluzioni della storia della scienza.

1. Introduzione

Idea del percorso che si seguirà:

2. Un quadro della situazione della scienza ad inizio ‘900Lo scienziato e il suo intervento circa i fondamenti della scienza:Albert Einstein e Popper, K. R.

3. Rivoluzione scientifica di inizio ‘900 Crisi del fondamentodella conoscibilità della realtà.

4. Relazioni tra pensiero di Popper/Einstein e sviluppo della quantistica di inizio Novecento

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“Oggi la fisica è in crisi”(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella Fisica in Poscritto alla Logica della scoperta scientifica)

“Oggi la fisica è in crisi”(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella Fisica in Poscritto alla Logica della scoperta scientifica)

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41. Introduzione: idea del percorso che si seguirà

Parola greca EpistEpistéémeme: conoscenza certa e incontrovertibile.

Sotto le macerie della crisi delle scienze Popper intuisce un “tesoro”:

- Sforzo conoscitivo sempre crescente e mutante dell'uomo di scienza- Disfacimento dell'autoritarismo della scienza

E’ per Popper l'inizio di un nuovo cammino della Scienza lontano dall'idolo della certezza assoluta e tutto proteso

“Verso uno scopo infinito, verso lo studio di problemi sempre nuovi, più generali, più profondi e sottoposti a controlli sempre più rigorosi”. (Popper, 1959, Logica della Scoperta Scientifica)

“Verso uno scopo infinito, verso lo studio di problemi sempre nuovi, più generali, più profondi e sottoposti a controlli sempre più rigorosi”. (Popper, 1959, Logica della Scoperta Scientifica)

Tensione dello scienziato ad un’approssimazione, sempre migliore, della realtà con i suoi modelli e le sue teorie empiriche.

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2. Rapido excursus della crisi della fisica classica di inizio Novecento

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Inizio 1800: Il problema della luce come ONDA .

In seguito esperimenti sui magneti portarono, grazie all’opera di Faraday, ad un concetto fisico del tutto nuovo: l'idea di campo.

Crisi del Meccanicismo NewtonianoErroneamente eretto a teoria in grado di spiegare tutta la

realtà, in ogni suo aspetto.

“I fisici si rassegnarono a rinunciare all'idea di un fondamento meccanicisticodella realtà” ed ancora: “La teoria del campo elettrico di Faraday e Maxwell rappresenta probabilmente la più profonda trasformazione subita dai fondamenti della fisica dopo Newton.”(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili).

“I fisici si rassegnarono a rinunciare all'idea di un fondamento meccanicisticodella realtà” ed ancora: “La teoria del campo elettrico di Faraday e Maxwell rappresenta probabilmente la più profonda trasformazione subita dai fondamenti della fisica dopo Newton.”(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili).

Fino alla metà del 1800 il modello dominante e comunemente accettatoera stato quello meccanicistico-corpuscolare di Newton.

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2. Rapido excursus della crisi della fisica classica di inizio Novecento

Periodo di transizione e lavoro di H.A. Lorentz:

Tentativo di conciliare la teoria di Newton con quella di Maxwell.

“Le particelle elementari seguono la legge newtoniana del moto del puntomateriale. Questa è la base sulla quale Lorentz ottenne la sua sintesi tra la meccanica di Newton e la teoria di campo di Maxwell. Il punto debole della sua teoria sta nel fatto che essa tenta di determinare i fenomeni attraverso combinazioni di equazioni differenziali alle derivate parziali (le equazioni di campo di Maxwell) e equazioni differenziali ordinarie (equazioni di moto per il punto materiale) e questo metodo è ovviamente innaturale.”(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)

“Le particelle elementari seguono la legge newtoniana del moto del puntomateriale. Questa è la base sulla quale Lorentz ottenne la sua sintesi tra la meccanica di Newton e la teoria di campo di Maxwell. Il punto debole della sua teoria sta nel fatto che essa tenta di determinare i fenomeni attraverso combinazioni di equazioni differenziali alle derivate parziali (le equazioni di campo di Maxwell) e equazioni differenziali ordinarie (equazioni di moto per il punto materiale) e questo metodo è ovviamente innaturale.”(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)

Equazione del moto di Newton (per corpi di massa costante) in cui la forza istantanea rappresenta la derivata della quantità di moto rispetto al tempo

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Convivenza tra leggi della meccanica classica e il concetto di campo,(teorie elettromagnetiche), risultò, ad inizio ‘900, complessa e densa dicontraddizioni.

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2. Rapido excursus della crisi della fisica classica di inizio Novecento

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1900 -1930: la crisi sfocia nella nascita-sviluppo del Paradigma quanto - relativistico

(duplice accezione kuhniana )

Nascita indipendente delle teoriedella relatività e della meccanica quantistica

“Lo sviluppo della scienza durante il XX secolo è caratterizzato da due sistemi teorici essenzialmente indipendenti l'uno dall'altro: la teoria della relatività e la teoria dei quanti.”(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)

“Lo sviluppo della scienza durante il XX secolo è caratterizzato da due sistemi teorici essenzialmente indipendenti l'uno dall'altro: la teoria della relatività e la teoria dei quanti.”(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)

(Il problema einsteiniano della Teoria del Tutto- “Theory of Everything” .)

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82. Il rapporto tra la speculazione filosofica e l’indagine scientifica

Nel periodo della crisi le esigenze si mostrarono per così dire duplici:

Spronare una rivoluzioneScientifica (vari ambiti)

Tentare una comprensione delle cause di questa crisi

“In generale non è compito diretto dell'uomo di scienza filosofare ma certamente diventa inevitabile in un'epoca in cui, come in quella attuale, gli stessi fondamenti della fisica sono diventati problematici.In un'epoca, come la presente, in cui l'esperienza ci obbliga a cercare un nuovo più solido fondamento, il fisico non può semplicemente lasciare al filosofo la considerazione critica dei fondamenti teorici.”

(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)

“In generale non è compito diretto dell'uomo di scienza filosofare ma certamente diventa inevitabile in un'epoca in cui, come in quella attuale, gli stessi fondamenti della fisica sono diventati problematici.In un'epoca, come la presente, in cui l'esperienza ci obbliga a cercare un nuovo più solido fondamento, il fisico non può semplicemente lasciare al filosofo la considerazione critica dei fondamenti teorici.”

(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)

Perché fisico si trova in prima linea? Perché egli è chiamato ad esporsi direttamente circa i fondamenti teorici

della sua disciplina?

“Egli possiede la capacità di sentire dove la scarpa fa male.”(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)“Egli possiede la capacità di sentire dove la scarpa fa male.”(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)

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92. Il rapporto tra la speculazione filosofica e l’indagine scientifica

L’esempio della scarpa:Lo scienziato dovrà comprendere dove una teoria può rivelarsi più fallace:

Dietro queste idee si celano nuove vocazioni dello scienziato:

Lo scienziato popperiano ed einsteiniano ha unanelito di profonda comprensione.

Lo scienziato popperiano ed einsteiniano ha unanelito di profonda comprensione.

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102. Il rapporto tra la speculazione filosofica e l’indagine scientifica

Popper promotore di un nuovo ruolo della scienza: Nuova interpretazione e nuova caratterizzazione della scienza

“Piuttosto il vero progresso della scienza tende verso uno scopo infinito, potremmo dire asintotico.”

(Popper, 1959, Logica della Scoperta Scientifica)

“Piuttosto il vero progresso della scienza tende verso uno scopo infinito, potremmo dire asintotico.”

(Popper, 1959, Logica della Scoperta Scientifica)

Passaggio a teorie man mano meglio corroborabili (in grado di superare maggiori e più forti test critici) e che contengano le precedenti teorie, o almeno delle loro buone approssimazioni.

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112. Il rapporto tra la speculazione filosofica e l’indagine scientifica

Esempio emblematico del cammino della scienza con un livello di universalità sempre più alto:Passaggio dalla teoria di Newton a quella della relatività di Einstein

Falsificazionismo popperiano è influenzato dalla figura di Einstein (Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)

Dalla rivoluzione einsteiniana Popper trae un esempio brillantedel suo criterio di demarcazione tra:

“In vero, credo che sia stata proprio la teoria di Einstein che mi ha condotto ad occuparmi di filosofia della scienza”

(Popper, 1974, Il problema della demarcazione in La Logica delle scienze sociali e altri saggi)

“In vero, credo che sia stata proprio la teoria di Einstein che mi ha condotto ad occuparmi di filosofia della scienza”

(Popper, 1974, Il problema della demarcazione in La Logica delle scienze sociali e altri saggi)

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2. Il rapporto tra la speculazione filosofica e l’indagine scientifica

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Criterio di demarcazione (o criterio di falsicicabilità o criterio di confutabilità)

“Ma implica che, finché non possiamo dare una descrizione di una possibile confutazione della teoria, allora quella teoria è al di là della scienza empirica.”

(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)

“Ma implica che, finché non possiamo dare una descrizione di una possibile confutazione della teoria, allora quella teoria è al di là della scienza empirica.”

(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)

Einstein seppe, secondo Popper, rispondere alla domanda: Sotto quali condizioni devo ammettere che la mia teoria è insostenibile?

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3. Il passaggio dalla fisica di Newton alla relatività di Einstein

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Le teorie possono non solo essere migliorate ma anche falsificate da un momento all'altro: problema del “controllo imminente”.

“Dobbiamo quindi imparare una lezione: non possiamo mai sapere quale sarà laprossima parte della scienza che dovrà essere sottoposta a revisione.”

(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)

“Dobbiamo quindi imparare una lezione: non possiamo mai sapere quale sarà laprossima parte della scienza che dovrà essere sottoposta a revisione.”

(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)

Problema molto discusso: una teoria vecchia può essere demolita e di colpo sostituita con un grattacielo, solo dopo un esperimento che non rientra nella sue effettive previsioni?

Popper parla di “tentativo di comprensione del grado di corroborazione di una teoria scientifica” (Popper, 1959, Logica della scoperta scientifica)Popper parla di “tentativo di comprensione del grado di corroborazione di una teoria scientifica” (Popper, 1959, Logica della scoperta scientifica)

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143. L'aspettazione disillusa e l'incipit di una teoria scientifica

Nascita di una teoria scientifica attraverso “aspettazione disillusa”

problema da risolvereproblema da risolvere

“Qualche volta, mentre scendiamo una scala, ci accade di scoprire improvvisamente che ci aspettavamo un altro scalino (che non c'è), o al contrario, che non ci aspettavamo nessun altro scalino, ed invece ce n'è ancora uno.”

(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)

“Qualche volta, mentre scendiamo una scala, ci accade di scoprire improvvisamente che ci aspettavamo un altro scalino (che non c'è), o al contrario, che non ci aspettavamo nessun altro scalino, ed invece ce n'è ancora uno.”

(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)

Metafora popperiana della scala:

Problema delle aspettazioni inconsce.Uomini “animali ideologici”, più che semplici “animali razionali”.

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3. L'aspettazione disillusa e l'incipit di una teoria scientifica

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Conseguenza di queste piccole discontinuità Quesito

Nascita di un problema.

Si hanno quindi, nella visione popperiana della scienza:

“Problemi – teorie – critiche.”

(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)

“Problemi – teorie – critiche.”

(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)

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163. Il ruolo focale di Einstein nel pensiero popperiano

Popper e la sopravvalutazione del “Problema della verificazione di una teoria”

“Einstein stesso non riteneva che la sua teoria della relatività generale fosse vera anche se credeva che costituisse un'approssimazione migliore di quella rappresentata dalla teoria di Newton.”

(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)

“Einstein stesso non riteneva che la sua teoria della relatività generale fosse vera anche se credeva che costituisse un'approssimazione migliore di quella rappresentata dalla teoria di Newton.”

(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)

Einstein difese in molti agoni le sue teorie della relatività, ma:

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173. Il ruolo focale di Einstein nel pensiero popperiano

“L'epoca dell’autoritarismo della scienza è passata, e io credo per sempre, grazie proprio alla rivoluzione einsteiniana.”

(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)

“L'epoca dell’autoritarismo della scienza è passata, e io credo per sempre, grazie proprio alla rivoluzione einsteiniana.”

(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)

Einstein non tramutò mai la sua scienza nell'impossibilità di conoscenza della realtà

“Scopo principale della scienza rimane infatti, per Einstein, il tentativo di far corrispondere la varietà caotica della nostra esperienza sensibile ad un pensiero logicamente uniforme.”

(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)

“Scopo principale della scienza rimane infatti, per Einstein, il tentativo di far corrispondere la varietà caotica della nostra esperienza sensibile ad un pensiero logicamente uniforme.”

(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)

In Einstein si condensa proprio quell'uomo di scienza aperto e critico che Popper auspica:

Quindi:

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3. Il ruolo focale di Einstein nel pensiero popperiano

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Caratteristiche che vivono in Einstein essenziali per Popper:

“Noi non sappiamo se questa spinta di conoscenza si concretizzerà mai in un sistema concluso oppure no. Di fronte a questa questione si è inclini a rispondere negativamente. Pur lottando in continuazione con i problemi che si presentano, tuttavia non si vorrà mai rinunciare alla speranza che questo supremo finepossa essere raggiunto con un'approssimazione altissima.”

(Einstein, 1950, da Pensieri degli anni difficili)

“Noi non sappiamo se questa spinta di conoscenza si concretizzerà mai in un sistema concluso oppure no. Di fronte a questa questione si è inclini a rispondere negativamente. Pur lottando in continuazione con i problemi che si presentano, tuttavia non si vorrà mai rinunciare alla speranza che questo supremo finepossa essere raggiunto con un'approssimazione altissima.”

(Einstein, 1950, da Pensieri degli anni difficili)

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193. Il ruolo focale di Einstein nel pensiero popperiano

Posizione opposta all'anelito conoscitivo di Einstein, di fronte alle crisi e alle rotture di inizio ‘900:

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203. Il miglioramento di una teoria: sguardosul passaggio da Newton alla relatività

“Ampliamento della teoria di Newton in quella di Einstein”; Relatività come approssimazione della verità migliore di quella rappresentata dalla teoria di Newton

“La teoria di relatività andava a spiegare tutto quello che era in grado di spiegare Newton e, oltre a ciò, molte cose in più, che la teoria classica sembrava non essere in grado di motivare adeguatamente.”

(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)

“La teoria di relatività andava a spiegare tutto quello che era in grado di spiegare Newton e, oltre a ciò, molte cose in più, che la teoria classica sembrava non essere in grado di motivare adeguatamente.”

(Popper, 1969, Problemi scopi e responsabilità della scienza in Scienza e filosofia)

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213. Il miglioramento di una teoria: sguardosul passaggio da Newton alla relatività

Il giudizio di Popper circa la crisi della meccanica classica, a lui coeva, èdel tutto nuovo:

Nella comprensione dei problemi che suscita risiede quindi la possibilità del miglioramento della teoria stessa:

“E' capire fino a che punto il sistema della meccanica classica si sia dimostrato inadeguato a servire da base per tutta la fisica.”

(Einstein, 1950, da Pensieri degli anni difficili)

“E' capire fino a che punto il sistema della meccanica classica si sia dimostrato inadeguato a servire da base per tutta la fisica.”

(Einstein, 1950, da Pensieri degli anni difficili)

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223. Il miglioramento di una teoria: sguardosul passaggio da Newton alla relatività

Da alcune considerazioni scientifiche di Einstein (in Pensieri degli anni difficili, 1950), alcuni aspetti della teoria newtoniana che la formulazione relativisticatenta di oltrepassare:

Teoria newtonianaTeoria newtoniana

Descrizione quadridimensionale dei fenomeni, caratterizzata della trasformazione di Lorentz:

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3. Il miglioramento di una teoria: sguardosul passaggio da Newton alla relatività

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La teoria di Newton si fondava essenzialmente su due leggi, che ricoprivano un ruolo centrale:

“Nelle leggi della meccanica classica c'è un punto insoddisfacente , e cioè il fatto che la stessa costante di massa, m, compare due volte in due vesti differenti, vale a dire come massa inerziale nella legge del moto e come massa gravitazionale nella legge della gravitazione.”

(Einstein, 1950, da Pensieri degli anni difficili)

“Nelle leggi della meccanica classica c'è un punto insoddisfacente , e cioè il fatto che la stessa costante di massa, m, compare due volte in due vesti differenti, vale a dire come massa inerziale nella legge del moto e come massa gravitazionale nella legge della gravitazione.”

(Einstein, 1950, da Pensieri degli anni difficili)

Sull'analogia tra queste due formule Einstein lavorò molto, tanto che potremo definirla “l'aspettazione disillusa” da cui scaturì parte della sua teoria generale della Relatività.

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3. Il miglioramento di una teoria: sguardosul passaggio da Newton alla relatività

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Con ciò Einstein si inserisce in quello che è stato definito il problema della spiegazione causale (Kuhn- “Causal Explanation”)

General Scholium, nella seconda edizione dei Principia (1713).

Ecco la traduzione del brano contenente questa famosa annotazione:

“Non sono ancora stato in grado di scoprire la ragione di queste proprietà, dellagravità di fenomeni, e non voglio fingere ipotesi. Qualunque cosa che non venga dedotta dalla fenomeni deve essere definita come una ipotesi, e le ipotesi, siano esse metafisiche o fisiche, o tratte in base a qualità occulte, o meccaniche, non hanno posto nella filosofia sperimentale. In questa particolare filosofia le proposizioni sono dedotte da fenomeni, e successivamente rese generali per induzione.”

“Non sono ancora stato in grado di scoprire la ragione di queste proprietà, dellagravità di fenomeni, e non voglio fingere ipotesi. Qualunque cosa che non venga dedotta dalla fenomeni deve essere definita come una ipotesi, e le ipotesi, siano esse metafisiche o fisiche, o tratte in base a qualità occulte, o meccaniche, non hanno posto nella filosofia sperimentale. In questa particolare filosofia le proposizioni sono dedotte da fenomeni, e successivamente rese generali per induzione.”

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4. Popper e l’indagine sui fondamenti della teoria dei quanti

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Fin qui si è tentata una rappresentazione delle relazioni tra il pensiero di Popper e quello di Einstein.

SCOPO:

Ora ci interessiamo di comprendere come:

SCOPO:

Essenzialmente l'analisi di Popper in merito si sofferma su due aspetti:

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In Popper c’è la certezza della possibilità della conoscibilità della natura, almeno nell'accezione potenziale del concetto di “conoscibilità”.

4. Il problema della conoscibilità della realtàe il tentativo di una fisica probabilistica

“L'uomo di scienza deve provare con coraggio ad indovinare, a congetturare con audacia, che aspetto abbiano queste realtà più interne.”

(Popper, 1974, Il problema della demarcazione in La Logica delle scienze sociali e altri saggi)

“L'uomo di scienza deve provare con coraggio ad indovinare, a congetturare con audacia, che aspetto abbiano queste realtà più interne.”

(Popper, 1974, Il problema della demarcazione in La Logica delle scienze sociali e altri saggi)

Compito dello scienziato, per Popper : Cercare leggi che lo mettano in grado di dedurre predizioni.

Convinzione che contrasta con l'accezione di molti scienziati di inizio ‘900, secondo i quali:

“Là dove domina il caso, la regolarità viene esclusa.”

(Popper, 1959, Logica della scoperta scientifica)

“Là dove domina il caso, la regolarità viene esclusa.”

(Popper, 1959, Logica della scoperta scientifica)

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274. Il problema della conoscibilità della realtàe il tentativo di una fisica probabilistica

La stima probabilistica conduce lo scienziato all'abbandono delle leggi di precisione e del principio di causalità

Problema ulteriore: “Le stime probabilistiche non sono falsificabili”(Popper, 1959, Logica della scoperta scientifica)

“Il mondo è o non è regolato da leggi rigorose?”

(Popper, 1959, Logica della scoperta scientifica)

“Il mondo è o non è regolato da leggi rigorose?”

(Popper, 1959, Logica della scoperta scientifica)

“Lo scienziato deve rimanere interessato alla verità, o almeno alla migliore approssimazione di essa; la teoria non è per lui soltanto uno strumento bensìqualcosa in più”.(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica)

“Lo scienziato deve rimanere interessato alla verità, o almeno alla migliore approssimazione di essa; la teoria non è per lui soltanto uno strumento bensìqualcosa in più”.(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica)

Visione opposta a Popper:

Ora è possibile tracciare un'immagine, un modello o un meccanismo del fenomeno in questione; ma non comprendere una teoria nella sua interezza.

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284. Il problema della conoscibilità della realtàe il tentativo di una fisica probabilistica

Per Popper la nascente fisica probabilistica è fortemente legata a questa nuova demarcazione del perimetro della conoscenza scientifica.

Heisenberg- 1927- Relazioni di incertezza o principio di indeterminazione.

La fisica quantistica

È essenzialmente una fisica probabilistica,in quanto non potendo conoscere precisamente posizione e quantità di moto delle particelle assegna alle varie possibilità una probabilità.

Popper sostiene infatti che:

“Se potessimo essere certi delle nostre affermazioni circa queste osservabili non avremmo bisogno di ricorrere alle probabilità”.(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica).

“Se potessimo essere certi delle nostre affermazioni circa queste osservabili non avremmo bisogno di ricorrere alle probabilità”.(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica).

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L'intento del tutto nuovo della fisica quantistica:

Fornire le probabilità dei risultati post misurazioni sui sistemi ad un tempo t fissato.

4. Il problema della conoscibilità della realtàe il tentativo di una fisica probabilistica

“E non determinare ciò che in realtà è, o si muove, nello spazio-tempo del sistema.”

(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili).

“E non determinare ciò che in realtà è, o si muove, nello spazio-tempo del sistema.”

(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili).

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Formulazione statistica di Bohr:

4. Il problema della conoscibilità della realtàe il tentativo di una fisica probabilistica

Il quadrato della funzione d'onda viene a rappresentare la densità della probabilità che il sistema si trovi in un determinato stato.

intervallo di tempo

volume

modulo quadro dellafunzione d’onda, ossia la densità di probabilitàdi Bohr

Abbiamo la probabilità che una data particellasi trovi nel volume in un certo intervallo di tempo

Accettare questa teoria equivaleva quindi ad accettare che:

“Invece della modellazione degli eventi spaziotemporali reali, fossero fornite solamente le distribuzioni probabilistiche delle possibili misure nel tempo.”

(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)

“Invece della modellazione degli eventi spaziotemporali reali, fossero fornite solamente le distribuzioni probabilistiche delle possibili misure nel tempo.”

(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)

Difese e risposte alle critiche di Einstein da parte di Bohr e Heisenberg.

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314. Il problema della conoscibilità della realtàe il tentativo di una fisica probabilistica

Risoluzione di Einstein della disputa con la scuola dei fisici quantistici:

“A mio avviso ogni uomo è libero di scegliere la direzione del proprio sforzo e di trarre conforto dalle meravigliose parole di Lessing secondo cui la ricerca della verità è più preziosa del suo possesso”

(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)

“A mio avviso ogni uomo è libero di scegliere la direzione del proprio sforzo e di trarre conforto dalle meravigliose parole di Lessing secondo cui la ricerca della verità è più preziosa del suo possesso”

(Einstein, 1950, Pensieri degli anni difficili)

Breve parentesi sul problema dell'osservatore nell’esperimento quantistico

Popper tenta un forte ridimensionamento del problema

“L'ingerenza dello scienziato nella preparazione di un esperimento o della sua interpretazione scientifica sono ovviamente guidate dalla teoria; sono invenzioni o prodotti della conoscenza dell'uomo di scienza, quindi, in quanto tali, sono ineliminabili dall'esperimento stesso. Ma questo non ha nulla a che fare con l'intrusione dell'osservatore o del soggetto nella fisica”.

(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica)

“L'ingerenza dello scienziato nella preparazione di un esperimento o della sua interpretazione scientifica sono ovviamente guidate dalla teoria; sono invenzioni o prodotti della conoscenza dell'uomo di scienza, quindi, in quanto tali, sono ineliminabili dall'esperimento stesso. Ma questo non ha nulla a che fare con l'intrusione dell'osservatore o del soggetto nella fisica”.

(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica)

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324. La teoria dei quanti come teoria della “fine della strada”

Problema del raggiungimento della verità completa e definitiva attuato dalla fisica quantistica.

La fisica quantistica visse tra il 1927 e il 1932 un periodo di grande fortunae credibilità all'interno delle comunità scientifiche dell'epoca.

Popper la definì l'epoca della “tesi della fine della strada”.

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334. La teoria dei quanti come teoria della “fine della strada”

Circa “il fatto che la meccanica quantistica fosse o no completa”Einstein e Bohr disputarono una famosa discussione, che ci vieneraccontata da Popper.

In che senso va inteso il termine “completa”? Ce ne parla lo stesso Popper :

“Dove completa va intenso come la possibilità che la meccanica quantistica segnasse, almeno in linea di principio, la fine della strada della fisica”.

(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica)

“Dove completa va intenso come la possibilità che la meccanica quantistica segnasse, almeno in linea di principio, la fine della strada della fisica”.

(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica)

Anche se lo stesso Einstein riconobbe sempre la rivoluzione della fisica quantistica come ci riporta Popper:

“Einstein affermò infatti: “Probabilmente io credo che mai fino ad ora si era sviluppata una teoria capace di fornire un mezzo per interpretare e calcolare un complesso così eterogeneo di fenomeni dell'esperienza, come la meccanica quantistica”.

(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica)

“Einstein affermò infatti: “Probabilmente io credo che mai fino ad ora si era sviluppata una teoria capace di fornire un mezzo per interpretare e calcolare un complesso così eterogeneo di fenomeni dell'esperienza, come la meccanica quantistica”.

(Popper, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica)

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344. La teoria dei quanti come teoria della “fine della strada”

Così Einstein sintetizza il motivo di questa incompletezza:

“Io credo che la rappresentazione quantistica non sia nient'altro che il prodottodi un'interpretazione statistica della natura e quindi un'interpretazione incompleta delle sue stesse leggi”.

(Einstein, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica)

“Io credo che la rappresentazione quantistica non sia nient'altro che il prodottodi un'interpretazione statistica della natura e quindi un'interpretazione incompleta delle sue stesse leggi”.

(Einstein, 1956, La teoria dei quanti e lo scisma nella fisica)

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355. Tentando delle conclusioni

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365. Tentando delle conclusioni

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Bibliografia: 37