Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va...

83
1 Il bullismo si vince a scuola Un progetto per allenare i bambini alla leadership positiva... fin dalla scuola dell'infanzia Bulli e vittime: apparentemente agli antipodi, ma uniti dalla solitudine, dall'incapacità di esprimere le proprie emozioni e di relazionarsi in modo "sano" con i coetanei. Il bullismo è un aspetto odioso delle relazioni giovanili, con numeri impressionanti e ripercussioni fino all'età adulta, sia per chi è protagonista (il bullo), sia per chi subisce (la vittima). Per cercare di arginare questa problematica sociale arriva un progetto (oggi alla quarta edizione) per sensibilizzare i bambini fin dalla più tenera età. Siamo Tutti Capitano, progetto di prevenzione reso possibile da Farmaceutici Dottor Ciccarelli, si rivolge infatti già alle scuole dell'infanzia, oltre che nelle primarie. Per cercare di fermare il problema fin da quando si gettano le basi del bullismo: la leadership negativa che comincia ad instaurarsi già intorno ai 3 anni di età. Infatti, pur non potendo parlare di bullismo vero e proprio, anche nelle scuole dell'infanzia i bambini sperimentano lotte tra i più forti e i più deboli. In un'età delicatissima, nella quale le emozioni non sono perfettamente codificate. È proprio qui che bisogna intervenire per insegnare le regole MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA Istituto Comprensivo “San Giovanni Bosco” 71043 M A N F R E D O N I A F G Via B. D’Onofrio, 4 – CF: 92055050717 – CM: FGIC872002 Tel.: 0884585923 Fax: 0884516827 Nuovo sito: www.icsangiovannibosco.gov.it PEO: [email protected] PEC: [email protected]

Transcript of Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va...

Page 1: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

1

Il bullismo si vince a scuola

Un progetto per allenare i bambini alla leadership positiva... fin dalla scuola dell'infanzia

Bulli e vittime: apparentemente agli antipodi, ma uniti dalla solitudine, dall'incapacità di

esprimere le proprie emozioni e di relazionarsi in modo "sano" con i coetanei. Il bullismo è un

aspetto odioso delle relazioni giovanili, con numeri impressionanti e ripercussioni fino all'età adulta,

sia per chi è protagonista (il bullo), sia per chi subisce (la vittima).

Per cercare di arginare questa problematica sociale arriva un progetto (oggi alla quarta edizione)

per sensibilizzare i bambini fin dalla più tenera età. Siamo Tutti Capitano, progetto di prevenzione

reso possibile da Farmaceutici Dottor Ciccarelli, si rivolge infatti già alle scuole dell'infanzia, oltre

che nelle primarie. Per cercare di fermare il problema fin da quando si gettano le basi del bullismo:

la leadership negativa che comincia ad instaurarsi già intorno ai 3 anni di età.

Infatti, pur non potendo parlare di bullismo vero e proprio, anche nelle scuole dell'infanzia i bambini

sperimentano lotte tra i più forti e i più deboli. In un'età delicatissima, nella quale le emozioni non

sono perfettamente codificate. È proprio qui che bisogna intervenire per insegnare le regole

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA Istituto Comprensivo “San Giovanni Bosco”

71043 M A N F R E D O N I A – F G Via B. D’Onofrio, 4 – CF: 92055050717 – CM: FGIC872002

Tel.: 0884585923 Fax: 0884516827 Nuovo sito: www.icsangiovannibosco.gov.it

PEO: [email protected] – PEC: [email protected]

Page 2: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

2

della grammatica delle emozioni ed educare ad un atteggiamento positivo. Quando il bimbo

prevale e prevarica i compagni non ha la capacità di mettersi nei panni della vittima, non capisce

quanto può nuocere all'altro. Instillare l'empatia fin dalla più tenera età è il segreto per arginare il

bullismo. Senza dimenticare che la famiglia gioca un ruolo fondamentale: Siamo Tutti Capitano

porta l'esperienza scolastica anche a casa, per una prevenzione che diventa a 360 gradi.

Bullismo: è importante educare a comportamenti positivi "È fondamentale, per prevenire l'insorgere di comportamenti che possono degenerare in fenomeni

di bullismo, intervenire proprio laddove avvengono le prime esperienze di interazione sociale tra i

pari educando a comportamenti positivi per sé e per gli altri e facendo emergere la forza

positiva del gruppo. Il percorso didattico che abbiamo sviluppato si rivolge ai bambini, ai loro

educatori e alle loro famiglie coinvolgendo l'intero sistema sociale nel quale i bambini

sperimentano e sviluppano le loro capacità relazionali".

Ma come insegnare ai bambini a decodificare le emozioni? Il progetto si avvale della

"collaborazione" di 10 figure stimolo rappresentate da altrettanti animali che portano i bambini alla

scoperta delle capacità relazionali individuali all'interno delle dinamiche del gruppo. Grazie ad

attività ludico-didattiche i bambini sperimentano le loro abilità caratteriali, identificandole in ciascun

animale.

Ogni bambino ha in sé tutte le caratteristiche dei 10 Superpoteri relazionali rappresentati dagli

animali: il leone è il "generatore di decisioni" e sa affrontare in modo costruttivo le situazioni, guida

il gruppo e si assume la responsabilità di prendere decisioni costruttive. Poi troviamo il castoro che

sa aiutare chi si trova in difficoltà, non si nasconde e affronta i problemi in modo costruttivo. Il

gatto sa affrontare in modo versatile le situazioni quotidiane, esplorando le alternative e le loro

conseguenze sapendo esprimere liberamente ciò che desidera. Ci sono ancora il falco dal senso

critico, la tartaruga comunicativa, il pavone con una forte consapevolezza di sé. Infine il procione

rappresenta l'empatia, lo stambecco gestisce lo stress, il gufo dalle emozioni d'acciaio e il

cammello sa costruire relazioni indistruttibili.

Identificandosi con gli animali il bambino deve solo riuscire a riconoscere le proprie emozioni,

applicandole alle situazioni quotidiane, per imparare come relazionarsi con il gruppo. E imparare

ad diventare Capitano: cioè leader positivo, né prepotente né vittima.

Il bullismo si combatte con l’autostima e il ‘fare squadra’ Come prevenire il bullismo? Insegnando ai bambini fin dalla scuola dell’infanzia a capire il valore di

sé e dei propri compagni, educandoli a comportamenti positivi e a interagire con gli altri in modo

sano, oltre che al valore del gruppo e del lavoro di squadra. Il progetto didattico: ‘Siamo tutti

Capitano’.

Prevenire il bullismo si può. Come? Insegnando ai bambini fin dalla scuola dell’infanzia a capire il

valore di sé e dei propri compagni, educandoli a comportamenti positivi e a interagire con gli altri in

modo sano, oltre che al valore del gruppo e del lavoro di squadra.

È questa la filosofia alla base dell’attività quotidiana in classe perché cioè siamo tutti unici e

importanti, nell’infanzia e nella primaria per educare alla leadership positiva e alle corrette relazioni

sociali. Perché un intervento sia efficace per contrastare il bullismo deve incominciare in maniera leggera nella scuola dell’infanzia (materna) e in modo diretto in quella primaria (elementare).

Page 3: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

3

Nella scuola dell’infanzia gli interventi sono prevalentemente di carattere disciplinare e di rispetto delle regole, accompagnati da una educazione ai valori molto semplice.

Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione emotiva, affettiva, relazionale. Molto importante la prevenzione, l’intervento tempestivo.

Bullismo definizione

“Il bullismo è la prevaricazione sociale, fisica, psicologica e strumentale, che un soggetto più forte, il bullo, perpetra con continuità ai danni di un soggetto più debole: la vittima.”

Sicuramente navigando in rete e leggendo libri troverete un’infinità di definizioni sul bullismo. Noi abbiamo cercato di riunire in una sola frase gli elementi principali che caratterizzano il fenomeno.

Le prepotenze possono protrarsi per periodi moderatamente brevi, fino a durare anni. La vittima può subire violenza fisica, minacce, intimidazioni, furti, rottura di oggetti personali, emarginazione sociale, derisione, calunnie. La maggior parte delle vittime reagisce vivendo un forte stato di disagio, ansia, paura. Tutto questo può minare seriamente la stabilità psico-fisica di un bambino, fino a provocare forti traumi che possono portare conseguenze anche in età adulta.

Perché si possa parlare di bullismo è importante che ci siano quattro fattori:

1. Ci sia un soggetto più forte, il bullo, che reca danno ad un soggetto più debole, la vittima, in modo diretto o indiretto.

2. Che i soggetti, bullo e vittima, siano sempre gli stessi (mentre possono variare gli altri protagonisti)

3. Che le azioni di prevaricazione si protraggano nel tempo.

4. Che gli atti di prevaricazione non siano estremamente violenti o infrangano la legge.

L’ultimo punto è necessario per chiarire che il bullismo non va confuso con quello che impropriamente definiremo bullismo degenerato. Bisogna sottolineare che quando ci troviamo di fronte a casi di violenza estrema o gravi furti, o ancora a danni alle strutture private e pubbliche, non possiamo parlare di bullismo, ma di veri e propri atti criminali, che vanno annoverati sotto il termine di criminalità o delinquenza minorile. Ma, pur essendo due problematiche molto gravi, bullismo e criminalità non sono strettamente correlate.

Un chiaro esempio può arrivare dalla differenza che passa tra molestie sessuali e lo stupro: Una donna può essere oggetto di molestie sessuali per anni senza che il molestatore (spesso si tratta di colleghi di lavoro o conoscenti) arrivi a stuprarla. Così come una donna può subire uno stupro senza che abbia mai subito molestie sessuali. Ma, altrettanto, una donna può subire uno stupro da chi l’ha molestata per anni. Ma nel momento in cui le molestie degenerano in stupro, non si può più parlare di molestie sessuali ma di “stupro” cioè un vero atto criminale.

Lo stesso discorso vale per il bullismo: un bambino può subire bullismo per anni senza che finisca mai al pronto soccorso, così come può finire al pronto soccorso senza aver mai subito atti di bullismo. Può accadere, però, che una situazione di bullismo degeneri e accada che un bambino che fino a quel momento aveva subito prevaricazioni, venga pestato e mandato al pronto soccorso, ma in questo caso non si può più parlare di bullismo, ma di atto criminale.

È doveroso sottolineare che tale distinzione non tende a sminuire una problematica a favore di un’altra. Si tratta in entrambi i casi, di situazioni che lasciano segni profondi nella psiche di un bambino. Altre situazioni che non rientrano in quelle succitate, possono definite come casi di bullismo occasionale o episodi di prepotenza occasionali.

Dobbiamo sottolineare che spesso sono proprio i mass-media che tendono a utilizzare impropriamente il termine bullismo quando si parla di casi che riguardano i minori. Questo può

Page 4: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

4

accadere per la mancanza in una conoscenza approfondita del problema o, semplicemente, per catturare l’attenzione degli utenti attraverso argomenti che suscitano forti emozioni o perché sono di moda.

Tipologie di Bullismo

Esistono vari modi con cui il bullo può prevaricare la vittima, in maniera diretta o indiretta, in maniera palese o in maniera sottile.

Si tratta sempre di bullismo e ognuna di queste modalità danneggia la vittima, creando disagi di varia gravità a seconda del tipo di prevaricazioni e del tipo di vittima.

Bisogna precisare che nonostante a volte il bullismo psicologico venga citato come una forma a sé stante, tutte le tipologie di bullismo provocano disagi psicologici.

Bullismo fisico

Si può parlare di bullismo fisico quando le prevaricazioni avvengono attraverso il contatto fisico, cioè quando il bullo aggredisce la vittima con: spintoni, sgambetti, schiaffi, calci, pugni, strattoni, afferrando la vittima per i vestiti, sbattendola al muro, mettendola alle strette in un angolo, introdurla in altri luoghi con la forza, cercare di spogliarla etc.

Bullismo verbale

Il bullismo verbale è quando le prevaricazioni avvengono solo ed esclusivamente attraverso il linguaggio: insulti, prese in giro, fastidiosi nomignoli, piccole minacce.

Bullismo psicologico

Il bullismo psicologico si differenzia dal bullismo verbale per l’intenzionalità di ferire la vittima nei sentimenti. L’obiettivo non è quello di prendere in giro o insultare la vittima, ma di suscitare in essa un forte disagio psicologico. Si tratta di vere e proprie offese sul piano personale con la volontarietà di ferire la vittima nei suoi punti più deboli: handicap, difetti fisici, sessualità, religione, ma anche situazioni personali come nel caso di bambini adottati, stranieri, figli di genitori separati. Inoltre vengono indirizzate alla vittima pesanti offese dirette a persone care e familiari, come per esempio screditare la situazione socio-economica della famiglia o il lavoro dei genitori. Infine fanno parte di questa categoria anche l’utilizzo di minacce gravi che tendono a terrorizzare la vittima.

Bullismo sociale

Con bullismo sociale si intendono tutti i comportamenti che il bullo adotta per isolare la vittima dal gruppo dei pari, attraverso l’emarginazione, l’esclusione da gruppi e dai giochi, la diffamazione, cioè parlare male della vittima con gli altri compagni per metterla in cattiva luce. Inoltre il bullo tende ad incolpare la vittima ingiustamente di atti che non ha commesso.

Page 5: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

5

Bullismo strumentale

Per bullismo strumentale si intendono tutte quelle azioni che mirano al danneggiamento o all’appropriazione di oggetti appartenenti alla vittima.

Cyber-bullismo È il bullismo di questo secolo e viene attuato sui social network, su internet o sulla telefonia mobile, attraverso l’uso di strumenti elettronici come: telefonini, PC, tablet e phone. Il cyber-bullismo viene messo in pratica mediante mms, sms, e-mail spediti alla vittima o di persecuzione con squilli anonimi e continui. Inoltre viene perpetrato con immagini, filmati e informazioni che riguardano la vittima che vengono condivise con amici comuni, ma anche pubblicate sulle chat, sui forum, sui blog, sui social-network e su portali che mostrano immagini e filmati. Si tratta sempre di messaggi offensivi, minacciosi, volgari, porno. I bulli possono arrivare perfino ad impossessarsi dell’account e delle password della vittima o creare un account a suo nome per poi utilizzarlo sempre per fini impropri.

Bullismo occasionale

Con il termine di Bullismo occasionale intendiamo episodi di prepotenza che accadono in un determinato momento e in un determinato luogo, ma che restano circoscritti a quel determinato momento e non si ripetono più, o almeno non si ripetono con continuità.

Bullismo protagonisti

Vittima, chi subisce le prepotenze

Bullo, chi attua le prepotenze, a volte non le attua direttamente ma si avvale di uno o più gregari.

Leader, figura importante in presenza del bullismo, direttamente perché potrebbe essere proprio il bullo e indirettamente perché la sua presenza in classe può essere determinante, influendo in maniera positiva o negativa sugli eventi.

Gregari, sono gli amici del bullo, costituiscono con quest’ultimo il branco, tra di loro c’è il braccio destro. A volte è uno di loro a perpetrare le violenze su commissione del bullo, perché il più forte.

Sostenitori, non partecipano direttamente all’azione ma sostengono il bullo, facendo il tifo, applaudendo, sbeffeggiando la vittima.

All’origine di questo comportamento ci possono essere varie motivazioni:

o Antipatia per la vittima o Desiderio di entrare nelle grazie del bullo o Coinvolgimento psicologico alla massa

Spettatori neutrali, presenti durante le prepotenze ma non intervengono.

I motivi per cui non intervengono potrebbero essere:

o Indifferenza sociale o Paura del bullo e del branco o Mancanza di forza e carisma o Pur non condividendo i modi del bullo nutrono antipatia per la vittima

Page 6: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

6

Difensori della vittima, si possono contare sulle dita di una mano, possono essere a loro volta deboli, incapaci di intervenire, troppo piccoli rispetto al branco. Nei pochi casi in cui un soggetto carismatico prende le difese della vittima per quest’ultima la vita a scuola può migliorare significativamente. Da sottolineare, inoltre, che spesso a difendere la vittima sono più disponibili gli individui di sesso opposto.

Emarginato violento, pur non essendo direttamente connessa con il bullismo, in alcuni casi, questa figura può diventare un bullo.

Insegnanti, in presenza di insegnanti attenti e ben formati i casi di bullismo sono rari, purtroppo troppo spesso gli insegnanti acutizzano il fenomeno per vari motivi:

o Mancanza di formazione adeguata o Incapacità di affrontare il problema o Stress dovuto alle difficoltà che incontra in classe o Antipatia verso la vittima o Simpatia per il bullo (vedi carisma del bullo)

Altre figure presenti nella scuola, il personale tecnico, i collaboratori scolastici, il personale assistenziale, persone che in generale bazzicano nella scuola. Spesso non intervengono ritenendo le prevaricazioni semplici contrasti tra bambini o intervengono in maniera errata.

Dirigente scolastico, in genere è interpellato quando ormai i casi sono conclamati o di difficile soluzione. A volte scarica il problema sugli insegnanti, rimproverandoli di non essere competenti. Altre volte si affida a personale titolato come psicologi o sociologi che non hanno mai studiato il fenomeno in maniera approfondita. Singolare è il fatto che la maggior parte dei dirigenti scolastici affermi con ostentata sicurezza che nella propria scuola non ci sia bullismo.

Bullismo cause

Perché alcuni bambini sono vittime di bullismo? E perché altri sono bulli e prevaricano i più deboli?

Quali sono le possibili cause che scatenano questo fenomeno sociale molto radicato?

Analizziamo i vari aspetti che possono dare luogo al bullismo.

Le motivazioni che possono far scaturire casi di bullismo sono molteplici. Noi abbiamo cercato di prendere in considerazione soprattutto gli stili educativi.

Mancanza di regole: Nei luoghi dove non vengono rispettate le regole è più facile che possano sorgere casi di prepotenza.

Mancanza di sorveglianza: Il famoso detto “quando il gatto non c’è il topo balla” vige sempre come regola.

La noia sociale: La mancanza di stimoli, l’insoddisfazione, la monotonia a volte spinge i ragazzi a trovare stimoli in condotte negative.

Fascino del potere e di superiorità del bullo e del branco: Quello del senso di potere è una storia vecchia, tutti amano il potere, stare al comando, prendere decisioni, essere importanti, stare in prima linea, come possono essere molti leader politici. E c’è chi per ottenere il potere non si ferma davanti a niente ed utilizza qualsiasi mezzo.

Appartenenza al branco: l’unione di persone può essere pericolosa, un uomo che da solo si comporta bene, quando si unisce a un branco può diventare cattivo e commettere atti che altrimenti non commetterebbe. Uno degli esempi è quello di alcuni tifosi di calcio che

Page 7: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

7

non hanno mai avuto problemi con la giustizia ma poi quando si trovano nel delirio della violenza commettono gesti incomprensibili.

Il fascino del dominio: Dominare l’altro, imporgli la propria volontà, sottometterlo, umiliarlo, domarlo a proprio piacimento, sentirsi superiore a lui, sono tra i sentimenti che prova chi ama dominare.

Il piacere di far soffrire: Alcune persone provano piacere a vedere l’altro soffrire, ne traggono godimento, a volte oltre ogni limite.

Antipatia verso determinate persone: Spesso cerchiamo di trovare nel bullismo motivazioni particolari, e invece altro non è che una semplice antipatia: mi stai antipatico, ti tratto male.

Intolleranza verso il diverso: Una delle motivazioni più frequenti nel bullismo è l’intolleranza verso chi è percepito come diverso, senza che ci faccia niente di male, per il solo fatto di essere diverso: l’omosessuale, lo straniero (non inteso solo come nazionalità diversa, ma anche diverso paese, diversa regione, nord e sud etc.). Colore della pelle, disabile, ceto sociale, cultura. Spesso le intolleranze per il diverso sono acutizzate da posizioni pericolose come per esempio quelle delle religioni su categorie come gli omosessuali, o quelle di un’ideologia di estrema destra verso gli immigrati e le diverse etnie. Inoltre è chiaro che spesso le intolleranze nascono in famiglia.

Incapacità del leader di gestire il proprio carisma: Alcuni ragazzi hanno un elevato carisma e questo li porta ad avere un grande ascendente sugli altri, ma poi non sanno controllare questo ascendente e lo utilizzano per fini personali, non sempre giusti.

Divario della forza fisica: Stessa origine dell’incapacità di gestire il proprio carisma. La consapevolezza di essere più forte porta a pensare di poter fare ciò che si vuole.

La paura e la debolezza della vittima: Sembra un paradosso, ma se un bambino è forte ed è sicuro di sé, non rischia prepotenze, il fatto di essere debole e pauroso può essere determinante nel far scaturire le prepotenze.

Mancanza di empatia, maturità, responsabilità e moralità del bullo: Il bullo non mostra avere empatia, non mostra maturità e responsabilità, e non mostra avere una moralità, perché allora dovrebbe rispettare la vittima?

Stili educativi incongruenti: molti stili educativi possono essere fonte di disagio e e dar luogo a comportamenti errati.

Bambini viziati: I bambini del 21esimo secolo sono viziati, accontentati in tutto e per tutto. “Mio figlio dovrà avere tutto quello che non ho avuto io!”. Smartphone a 6 anni, Tablet, Automobile a 16. SUV a 20 anni etc.! Quando non ottengono quello che vogliono urlano, picchiano, danno calci a genitori, fratelli e nonni. Come può un bambino che per ottenere quello che vuole utilizza violenza anche con gli adulti e le figure di riferimento, non utilizzare violenza con i compagni quando vuole qualcosa che non può avere?

Page 8: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

8

I luoghi del bullismo - Dove si manifesta il bullismo

Al contrario di quanto si possa pensare il bullismo non è un fenomeno che riguarda esclusivamente la scuola, ma anzi può manifestarsi in tutti i luoghi di aggregazione, quelli dove bambini e ragazzi trascorrono la maggior parte del tempo insieme, che sia per svago, religione, sport o altre attività.

Ma altrettanto anche i luoghi di transito o ritrovi temporanei possono dar luogo a episodi di prepotenza, cioè episodi di bullismo occasionale.

La scuola risulta essere un luogo privilegiato per l’elevato numero di bambini e ragazzi presenti contemporaneamente nell’edificio e per il lungo tempo che vi trascorrono. Inoltre, per quanto possa sembrare un paradosso, c’è una rilevante presenza di spazi dove la sorveglianza degli adulti risulta ridotta o addirittura assente. Naturalmente i luoghi dove trascorrono la maggior parte del tempo risultano sempre quelli più a rischio.

La classe: spesso, nonostante la presenza dell’insegnante, tra i luoghi più a rischio c’è la classe proprio perché il posto dove i bambini trascorrono la maggior parte del tempo. Gli episodi dibullismo possono avvenire nei momenti di assenza o distrazione dell’insegnante. Con insegnanti poco attenti o disinteressati gli atti di prepotenza possono essere frequenti anche in loro presenza. Inoltre le prese in giro, l’emarginazione, l’esclusione, le calunnie, possono essere effettuate in maniera sottile e risultare difficili da individuare anche agli insegnanti più attenti. In caso di bullismo in classe uno dei primi accorgimenti che un insegnante dovrebbe prendere in considerazione è quello di separare bullo e branco e non farli sedere vicini.

Il cortile o luoghi di ricreazione sono sicuramente tra i luoghi privilegiati per il bullismo. I bullied il branco si muovono indisturbati poiché qui la sorveglianza dell’adulto risulta minima se non addirittura assente. Per questo motivo molti autori suggeriscono di intensificare la sorveglianza anche nei luoghi di ricreazione.

La mensa: in molte scuole il pranzo viene consumato in sale apposite, in questi luoghi è facile che bullo e branco riescano a coalizzarsi e a molestare i compagni più deboli. Inoltre a differenza della classe, dove l’insegnante può intervenire e separare bullo e branco, nelle mense in genere non accade e si tende a lasciare che i ragazzi scelgano dove sedersi. Anche in questi luoghi alcuni autori suggeriscono di intensificare la sorveglianza.

I corridoi o androni: sono luoghi di passaggio quasi sempre poco controllati da personale adulto. Sono terreni fertili per le prepotenze soprattutto durante le entrate e le uscite o i momenti per andare in bagno.

I bagni sono forse il luogo meno controllato della scuola, anche in virtù del fatto che gli adulti tendano ad accedervi il meno possibile in presenza di bambini per non dare adito a pericolosi equivoci. Spesso le prepotenze nei bagni possono essere a sfondo sessuale e omofobico.

Il piazzale d’entrata/uscita: altro luogo privilegiato dai bulli, per la scarsa sorveglianza e la confusione che vi regna.

Luoghi antistanti la scuola: sono terra di nessuno, dove insegnanti, collaboratori scolastici e dirigenti scolastici non hanno giurisdizione. Bambini e ragazzi possono sostarvi all’arrivo e all’uscita, a volte anche per tempi lunghi tali da poter dar luogo a prepotenze, sono luoghi dove regna l’anarchia, soprattutto alle scuole medie, ma il picco si

Page 9: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

9

ha nelle superiori, e solo genitori attenti e presenti possono effettuare interventi efficaci, anche attraverso la richiesta di intervento delle forze dell’ordine.

Tragitto casa/scuola e scuola/casa: i bambini più paurosi o razionali tendono ad evitare i tragitti percorsi dai bulli, ciò non toglie che spesso ci possano essere dei tratti da percorrere obbligatoriamente insieme, anche brevi.

Pulmini, bus, treni: molti alunni per andare a scuola e tornare a casa sono costretti a servirsi dei mezzi di trasporto. In questi luoghi le prepotenze possono essere attuate anche da ragazzi più grandi o da ragazzi addirittura di altre scuole ma che condividono il viaggio.

Casa/famiglia: è un fenomeno molto sottovalutato, ma in famiglia avvengono spesso prepotenze sistematiche da parte di fratelli o sorelle maggiori o più forti ai danni di fratelli e sorelle più piccoli o più deboli. Spesso vengono liquidati come semplici contrasti tra fratelli. In altri casi possono essere cugini o amici di famiglia i cui incontri avvengono con una certa frequenza.

Istituti, case famiglia, istituti penitenziari, comunità accoglienza: sono luoghi dove l’aggressività e le prepotenze si sviluppano con molta facilità, atti di bullismo fino a veri e propri pestaggi o atti criminali sono all’ordine del giorno. In questi luoghi possono scatenarsi meccanismi di prepotenza strutturata, attraverso gerarchie come avvengono nelle carceri o nella criminalità. Sono La causa della scarsa presenza di educatori e della loro scarsa preparazione, ma soprattutto nella scarsa formazione di chi le dirige, e molto spesso si tende a non far emergere le situazioni mettendo a tacere tutto, anche i casi gravi.

Luoghi di sport: campetti, palestre, piscine etc. Spesso nelle sedi sportive la sana competizione si trasforma in competizione malata, dove ognuno deve dimostrare le proprie doti di forza, dove vince il più forte, dove il più forte o il più bravo pensa di essere il migliore e questo gli dia ogni diritto sugli altri. Anche qui spesso la causa sta nei cattivi istruttori, che purtroppo hanno competenza nella propria disciplina ma non nel trattare con bambini ed adolescenti. E comunque anche in presenza di bravi istruttori resta il problema docce e altri luoghi non controllati che sono alla mercé dei prepotenti.

Luoghi religiosi: oratorio, parrocchia, cortile. Si pensa che questi luoghi siano esenti da prepotenze, ma non è assolutamente vero, conflitti, attriti, contrasti sono all’ordine del giorno, spesso sono sottovalutati e trattati con superficialità o con l’idea che la religione risolva tutto. In realtà alla base manca sempre una adeguata formazione pedagogica, reiterando l’errore di pensare che con la religione si possano affrontare anche problematiche che niente hanno con essa a che fare.

Luoghi ritrovo gioco: cortile del condominio, piazze, vie, giardinetti, parchi, parchi gioco, sono i luoghi dove bambini e ragazzi giocano da soli, senza sorveglianza, senza adulti, soprattutto adulti competenti. Liti, screzi, prepotenze sono comuni come in tutti i luoghi di aggregazione.

Luoghi attività extrascolastiche: Laboratori scolastici e doposcuola, sia nella scuola che privati. Valgono le stesse dinamiche della scuola, ma con un elemento diverso: altro insegnante, altri bambini. Insegnante diverso, bambini diversi.

La Rete, ovvero il Cyberbullismo, ultimo nella lista, ma non per importanza. È il presente, ma soprattutto il futuro. Senza interventi su vasta gamma, la rete diventerà sempre di più il luogo dove il fenomeno del bullismo avrà il terreno più fertile. Internet, i social, la rete, su PC ma ancor più sui telefonini, uno spazio virtuale senza controllo. Il rapporto tra bullo e vittima può essere anche uno a uno, senza testimoni, senza nessuno che prenda le difese della vittima, senza adulti, genitori insegnanti, o educatori, dove l’anarchia la farà da padrone. Le prepotenze sono prettamente sociali, verbali e psicologiche. Emarginazione, esclusione, pubblica derisione etc. Il rischio che bambini e ragazzi saranno coinvolti in una giungla virtuale è molto elevato, e al momento le istituzioni, ma gli adulti in generale non stanno facendo niente per mettere delle regole e cercare di arginare i rischi.

Tipologie di bullo

Nell’immaginario collettivo vige l’idea che ci sia un solo tipo di bullo: un ragazzo prepotente e cattivo che prevarica la vittima.

Ma la realtà è ben diversa, e si possono delineare profili differenti tra i ragazzi prepotenti: si tratta sempre di bulli, ma con caratteristiche diverse.

Page 10: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

10

Bullismo: Esistono diverse tipologie di bullo. Ogni bullo ha caratteristiche diverse sul piano comportamentale, mentre sono tutti accomunati dall’intenzionalità di prevaricare e recare danno a soggetti più deboli.

Bullo leader: è il bullo per antonomasia, quello più forte dal punto di vista sociale. Elevata autostima, grande comunicatore, abile nel gestire le persone e nelle tecniche di persuasione. Possiede un forte carisma, è attraente, ammirato da molti, anche dal sesso opposto. Tutti vogliono entrare nelle sue grazie, perfino la vittima e gli insegnanti. Primeggia in molte discipline, a volte anche nelle materie scolastiche. Se necessario non disdegna di calunniare ed emarginare gli altri. Spesso utilizza i membri del branco per attuare le violenze. Rispetto agli altri a volte può mostrare qualche segno di empatia. Può essere maschio o femmina.

Bullo freddo: è quello più spietato, manca totalmente di empatia. Può essere leader di un piccolo gruppo. Non è simpatico a tutti; può essere introverso, ha un carattere molto forte; può essere crudele e può godere nel veder soffrire qualcuno, soprattutto la vittima. Si tratta perlopiù di bullo maschio e può suscitare un grandissimo fascino sul sesso femminile. Ma si possono trovare anche ragazze con tali caratteristiche.

Bullo aggressivo: basa il suo potere sulla forza fisica, non sempre è dotato di un grande carisma, a volte può mostrare insicurezza, mentre ha una forte fiducia nella sua superiorità fisica. Abile nell’uso della violenza non ha paura dello scontro fisico. Tende ad ottenere quello che vuole incutendo paura nell’interlocutore, attraverso la forza e le minacce. È molto attento al proprio fisico e spesso pratica sport. Si atteggia ad adulto e si pavoneggia di imprese che lo vedono protagonista, soprattutto quelle dove dimostra la sua mascolinità. Spesso imita gli adulti in atteggiamenti negativi: fuma, beve, bestemmia, fa a botte. In genere si tratta più di un bullo maschio, ma anche le femmine possono essere molto forti sul piano fisico.

Bullo ansioso-agitato, non è un vero leader, pur avendo una sua cerchia di amici che dirige, ha un carattere violento ma debole, è incoerente, nevrotico, sfoga le sue frustrazioni sulla vittima, può essere manipolatore, falso, opportunista, calunniatore. Si tratta perlopiù di maschi.

Bullo mascolino: si tratta di ragazze che hanno atteggiamenti maschili, sono aggressive e non hanno paura ad utilizzare le mani, non temono il confronto nemmeno con i maschi. Possono essere insistenti nel mostrare linguaggio volgare e sboccato. In genere tendono a prevaricare più le compagne che i compagni, spesso si scontra con la bulla leader.

Bullo spavaldo: è l’emblema del bulletto americano, ovvero l’originario significato di bullo: ragazzo spavaldo, che fa il gradasso, soprattutto con le ragazzine. Il bullo spavaldo spesso è tutto fumo e niente arrosto, è quello che provoca meno danni alla vittima e di solito non si accanisce sistematicamente contro una sola vittima. In rari momenti è anche capace di empatia verso la vittima.

Bullo amico: può rientrare in tutte le categorie sopra menzionate, ma per la vittima può rivelarsi un soggetto subdolo e sleale: per un po’ di tempo il bullo è amico della vittima, fino a quando, senza apparenti motivi, non la emargina, la prende in giro, la calunnia. Dopo qualche tempo il bullo ritorna a cercare l’amicizia della vittima, senza infamia e senza lode, e quest’ultima non riesce a respingerlo, sperando che non si ripetano le molestie. Per la vittima è una situazione molto difficile: le angherie vengono perpetrate da chi è o si finge suo amico. Si tratta di un meccanismo perverso di odio-amore, simile a quello che accade alle donne maltrattate e il loro uomini.

Emarginato violento: figura ambivalente, può essere un borderline tra bullo e vittima. Di solito non è implicata direttamente con il bullismo, e anche laddove mostra comportamenti prepotenti, in genere non sono rivolti sempre alla stessa persona. Ma, essendo una persona aggressiva, potrebbe trovarsi nella situazione di prevaricare qualcuno perché ne

Page 11: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

11

trae qualche vantaggio o per sfogare le proprie frustrazioni. In alcuni casi può capitare che sia proprio l’emarginato violento ad essere preso di mira dal bullo diventando così vittima. Ma si tratta quasi sempre di bullismo occasionale. L’emarginato violento è prevalentemente maschio, sebbene talvolta ci possano essere anche ragazze che abbiano queste caratteristiche.

Vittima ambigua: potrebbe sembrare un paradosso, ma non è raro che la vittima ambigua sia martire e carnefice allo stesso tempo. Lo fa con soggetti più deboli che tende a irretire attraverso la tecnica del bullo amico e poi sfoga su di loro le proprie frustrazioni.

Vittima provocatrice: a volte anche la vittima provocatrice può prevaricare altri soggetti più deboli, in genere lo fa con bambini di classi inferiori.

Profilo del bullo

Ci sono molte leggende metropolitane in merito, non è raro, infatti, trovare informazioni errate in rete o divulgate dai mass media, ma notizie discutibili vengono proposte anche nei corsi di formazione, nei convegni o nei seminari sull’argomento.

Tra le affermazioni errate che spesso troviamo c’è quella che il bullo soffra di scarsa autostima. Ma il primo a mostrare perplessità per tali tesi è stato proprio Dan Olweus, il padre degli studi sul bullismo.

“È un’opinione comunemente sostenuta dagli psicologi e dagli psichiatri che individui con un modello di comportamento aggressivo e ostile sono, al di là delle apparenze, ansiosi e insicuri” (Olweus “Bullismo a scuola” p. 36).

Proprio dagli studi di Olweus e da altri autori, si evince, invece, che il bullo è tutt’altro che ansioso ed insicuro: L’ipotesi che i bulli abbiano un’insicurezza latente è stata analizzata in parecchi nostri studi, ricorrendo anche a metodi indiretti come la rilevazione degli ormoni dello stress e tecniche proiettive. I risultati ottenuti non confermano in alcun modo questa opinione comune; al contrario sostengono una tendenza opposta: i bulli mostrano infatti poca ansia e insicurezza e non soffrono di scarsa autostima. (Olweus “Bullismo a scuola” p. 36).

Gli studi dimostrano tutt’altro: il bullo non solo non è una persona insicura ed ansiosa, ma addirittura mostra avere una elevata autostima, fino alla sfrontatezza. Tende a prevaricare e sottomettere gli altri, soprattutto i soggetti più deboli, sul piano psico-fisico. Non si sottrae a comportamenti violenti per raggiungere i propri scopi, che siano materiali o sociali. Inoltre mostra totale assenza di empatia nei confronti dei soggetti che tende a prevaricare.

Il bullo mostra grandi capacità di dominare gli altri, che riesce a manovrare a suo piacimento, in primis il branco, i suoi amici, ma soprattutto i soggetti più deboli, con i quali cerca continuamente lo scontro. Ma la sua elevata autostima lo porta a non temere nemmeno il confronto con chi sa essere più forte di lui, come alunni di classi superiori o adulti. Ma questa sua caratteristica, invece di portarlo allo scontro, gli procura le simpatie degli altri, accrescendo la sua popolarità, allargando le sue cerchie di amicizia e aumentando notevolmente il suo prestigio in società.

È molto importante, inoltre, non sottovalutare la capacità che il bullo ha di risultare simpatico agli insegnanti e al personale scolastico in generale.

Spesso il bullo giustifica la propria aggressività e quella del suo branco, attribuendo alla vittima la causa delle angherie, definendo quest’ultima provocatoria, antipatica, fastidiosa, etc.

Quest’ultimo elemento è strettamente correlato ad un altro fattore molto importante: l’incapacità del bullo di provare empatia. In sostanza il bullo non è capace di mettersi nei panni della vittima, non gli importa della sofferenza che prova quando viene prevaricata, spesso non comprende nemmeno che la vittima possa soffrire. Questo è molto importante anche in relazione ad alcune metodologie

Page 12: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

12

proposte per affrontare il bullismo, come per esempio il Role-play con il quale si vorrebbe insegnare al bullo l’empatia.

Spesso può mostrare una forza fisica superiore alla norma, mentre è sempre più forte della vittima.

È evidente, quindi, che la sua supremazia non deriva solo dalla forza fisica, ma soprattutto dalla sua personalità, e giocano un ruolo fondamentale le abilità sociali con cui riesce a crearsi un gruppo che lo sostiene. Infine tra le motivazioni che lo rendono forte agli occhi degli altri è il coraggio di non temere lo scontro e la capacità di utilizzare le mani.

Molti studi parlano della famiglia del bullo come una famiglia problematica. Quello che emerge dai nostri studi è sicuramente una famiglia instabile, ma paradossalmente “unita” nei comportamenti negativi.

Un’altra delle caratteristiche più comuni nel bullo è l’arroganza; atteggiamento rafforzato dalla consapevolezza che dietro di lui e i suoi comportamenti negativi, ci sia una famiglia pronta a difenderlo ad ogni costo, anche quando i suoi errori sono evidenti.

Emblematico è il caso dell’insegnante che ordinò al bullo di scrivere 100 volte “sono un deficiente“, dove i genitori del bullo, non solo hanno sminuito il comportamento del figlio, ma addirittura si sono scagliati contro l’insegnante attraverso vie legali. Nessuno mette in dubbio l’errore pedagogico dell’insegnante, ma i comportamenti bullistici di un ragazzo non andrebbero mai difesi dalla famiglia.

Bullismo bullo amico

Chi è il bullo amico? Chi è questa figura di cui si parla poco?

Spesso il problema viene travisato e visto come semplici conflitti tra compagni, ma che in realtà nascondono veri e propri casi di bullismo.

È una forma di bullismo molto difficile da individuare e può sfuggire perfino agli operatori più attenti. Si tratta di un’amicizia “a rischio” che si instaura tra due bambini, ma di solito a questa relazione non viene dato il giusto peso e il più delle volte viene liquidata come un semplice rapporto conflittuale tra i bambini: cane e gatto, odio e amore.

In realtà se analizziamo il problema a fondo, possiamo notare una relazione insana che lascia trapelare modalità di prevaricazione a senso unico, nonostante il rapporto di amicizia. In apparenza i due bambini si amano e si odiano, litigano, si allontanano uno dall’altro reciprocamente. Ma nella maggior parte dei casi, a decidere le sorti di questa amicizia, è sempre uno dei due bambini, quello socialmente più forte: decide i giochi, decide luoghi e tempi, decide quando allontanare il compagno più debole e quando ritornare.

Page 13: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

13

Ed è così che quello che viene considerato “rapporto conflittuale” tra due bambini mostra tutte le caratteristiche del bullismo: c’è la vittima che subisce, c’è il bullo che prevarica, e c’è la continuità nel tempo, perché le angherie e gli allontanamenti del bambino più forte sono ricorrenti. Ciò che, invece, determina una differenza con il bullismo classico è che di base c’è un rapporto di amicizia: la vittima non odia il bullo, ma prova affetto per lui. Il fatto di essere messa spesso da parte, di venire isolata e maltrattata, può però innescare nella vittima dei comportamenti inadeguati, con reazioni spropositate, che a volte possono portare gli operatori a valutarli come atti di bullismo, accade così che addirittura si invertono i ruoli: il bullo diventa vittima e viceversa.

Si tratta di una forma di bullismo molto sottile ed infida. Ad attuare il bullismo non è un compagno di classe qualunque o un ragazzo più grande, e nemmeno il branco, ma il migliore amico della vittima o presunto tale. È un comportamento malato, che rasenta la follia. Molto simile al meccanismo che scatta nei casi di violenza sulle donne: fino ad un certo punto l’uomo è amorevole, tenero, poi improvvisamente scattano le violenze, la donna subisce, dice di non volerlo più, ma poi lui ritorna, piange, la supplica e lei lo perdona.

Accade con modalità molto simili tra il bullo amico e la vittima. Il bullo e la vittima sono amici, spesso migliori amici, poi per meccanismi non sempre chiari, sopraggiunta di altri amici, momentanea intolleranza ai difetti o al carattere del compagno, accade che l’amico più forte abbandoni l’amico di sempre, si unisca ad altri o altro compagno, lo isoli, ne parli male, lo calunni, lo derida e lo offenda, gli usi violenza, o semplicemente gli mostri totale indifferenza. Ma tutto questo può durare un giorno o una settimana o mesi, ma prima o poi il bullo torna ad essere amico della vittima, per convenienza o per affetto.

Ma c’è una seconda modalità, in cui non è il bullo a cercare la vittima, ma il contrario: la vittima cerca il bullo, tenta di rientrare nelle sue cerchie e alla fine il bullo cede e accetta di ridiventare suo amico.

Assieme all’Emarginato violento e alla vittima ambigua il bullo amico è tra le figure più sottovalutate quando si affronta il bullismo.

Giustificare il bullo

Molti operatori, tra insegnanti, psicologi ed educatori, acutizzano il disagio di una vittima di bullismo, trovando falsi alibi al bullo.

Un grave errore commesso da chi tratta il bullismo è quello di ritenere che il bullo vada capito e non punito, avvalorando la tesi con l’idea che il bullo sia un bambino insicuro, che viva situazioni difficili in famiglia e che dietro l’aggressività si celi il bisogno di affetto.

In realtà questa tesi, per altro confutata dai maggiori studiosi di bullismo, non ha nessun fondamento scientifico, anzi gli studi dimostrano l’esatto opposto: il bullo è un bambino con una elevata autostima, spesso sopravvalutata. Spesso poi, il comportamento del bullo non dipende da

Page 14: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

14

maltrattamenti subiti in famiglia, ma più che altro da problemi educativi legati al carattere dei genitori, alle dinamiche familiari, a conflitti all’interno della famiglia, ma soprattutto all’educazione permissiva che molti genitori attuano: viziando il bambino ed accontentando ogni suo desiderio. Inoltre tendono a sottovalutare i comportamenti negativi del figlio, soprattutto quei comportamenti lesivi nei confronti degli altri.

Mentre tendono ad ingigantire quello che il figlio può subire dagli altri: rimproveri da parte di un insegnante o problemi con i compagni.

Il perché si arrivi a delle conclusioni errate può dipendere da molti fattori, ma sicuramente la principale è la mancanza di conoscenza del problema.

Molti autori, purtroppo anche operatori che lavorano a stretto contatto con i bambini, si basano su conoscenze generali, da informazioni lette su giornali, internet o ascoltate per televisione. Probabilmente sommando i dati presi dai mass-media a quelli già presenti nel proprio bagaglio culturale giungono a quella che sembrerebbe una deduzione logica, ma che in realtà si rivela un grossolano errore: come può quello di ritenere il bullo un soggetto con scarsa autostima.

Il bullismo, infatti, pur rientrando nelle aggressività infantili e giovanili, presenta delle forti contraddizioni con le altre forme di aggressività. Spesso i bambini aggressivi (vedi l’emarginato violento) sono soggetti ansiosi e insicuri.

Accade così che ascoltando alla televisione e o leggendo su un giornale che bullismo è la prevaricazione di un soggetto aggressivo, il bullo, ai danni di un soggetto debole, la vittima, si formuli la deduzione che il bullo, essendo un soggetto aggressivo sia ansioso e insicuro.

Si incappa così in quello che possiamo definire un falso sillogismo:

I bambini aggressivi sono bambini insicuri.

Il bullo è un bambino aggressivo, quindi, il bullo è un bambino insicuro.

Per spiegare meglio l’errore facciamo un esempio con la scienza medica:

Se un bambino prende freddo, si ammalerà e gli verrà la tosse. Quindi se un bambino si ammala e ha la tosse, è importante che non prenda freddo. Ora, a chi non conoscesse la sindrome asmatica, verrà spontaneo dire ad una persona asmatica che sta tossendo di non uscire e prendere freddo. Ma, chi come è asmatico dall’infanzia, sa che il freddo non acutizza l’asma, anzi, a volte può dare addirittura sollievo, soprattutto quando si è in un ambiente troppo riscaldato in presenza di molte persone e l’aria è viziata. Eppure uno dei consigli che viene elargito più frequentemente a chi è asmatico è proprio quello di non prendere freddo.

Purtroppo dobbiamo sottolineare con rammarico, che troppo spesso questa tesi errata reca ulteriore danno alla persona prevaricata. Può accadere infatti che la vittima si rivolga agli operatori per chiedere aiuto e le venga risposto di cercare di capire il bullo, di essere più elastica e tollerante nei suoi confronti, perché è di affetto quello di cui il bullo ha bisogno, non di punizioni.

Noi non osiamo immaginare qualora la vittima si recasse dal bullo e gli dicesse che lui è di amore quello di cui ha bisogno e che lei, la vittima, gli vuole bene. Non osiamo perché lo sappiamo fin troppo bene.

Ora se qualcuno non ha ancora ben chiaro il concetto, possiamo fare un esempio molto chiaro: pensate ad una donna che viene maltrattata e malmenata dal marito e che chiedendo aiuto alle forze dell’ordine si sentisse rispondere di avere pazienza e cercare di comprendere il marito, che è un pover’uomo e ha bisogno di aiuto.

Page 15: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

15

E questo è un infelice paradosso applicabile in tutti e due i casi:

Chiedere ad una donna di aiutare il proprio aguzzino Chiedere ad una vittima di aiutare il suo prevaricatore, il bullo.

Carisma del bullo

Ma perché il bullo ha il potere sugli altri? Nell’immaginario collettivo il bullo si crea la sua cerchia di amicizia con la forza e la prepotenza, ma è davvero così?

In realtà le modalità utilizzate dal bullo per creare la sua cerchia, sono tutt’altro che prepotenti.

Quella del bullo si crea la sua cerchia di amici con la forza e la prepotenza è una leggenda metropolitana, nella realtà sono spesso gli altri a cercare i bullo, a voler essere suoi amici. Il meccanismo è quello del gruppo di appartenenza: far parte di un gruppo è il desiderio di molti, soprattutto se a capo del gruppo c’è un leader carismatico. Entrare nelle grazie di un leader è qualcosa di affascinante, soprattutto per chi non ha una buona autostima e chi ha la tendenza a lasciarsi trascinare. Il bambino che fa parte di un gruppo si sente protagonista di un progetto, parte di qualcosa di speciale ed inoltre si sente protetto e soprattutto si sente protetto vicino al leader.

Ma in questo non c’è niente di sbagliato, almeno fino a quando non si esce dalla legalità. È quello che succede ai leader politici o ai leader religiosi che attirano flotte di seguaci che concorrono alla lor ascesa e decretano il loro successo, ma tutto questo esce dalla legalità quando quei leader utilizzano il proprio carisma per scopi biechi e personali, arricchendosi e sottomettendo persone attraverso atti illeciti.

Lo stesso meccanismo accade con il bullismo, un leader, cioè il bullo, attira compagni e crea con loro un gruppo, e in questo non c’è niente di male, ma non c’è niente di male fino a quando quel leader e quel gruppo non incominciano ad infastidire, denigrare e prevaricare gli altri, cioè la vittima.

Il desiderio di piacere agli altri rientra nella natura umana. È un dato di fatto che alla maggior parte di noi piace piacere, ma, soprattutto, ci fa piacere se risultiamo graditi alle persone che ci piacciono. Mi spiego: se incominciate a frequentare un nuovo gruppo di persone, sicuramente sarete contenti di piacere a qualcuno di questo gruppo, anche se si tratta di una persona sempliciotta. Ma immaginate di piacere al leader di quel gruppo, a quello più carismatico, a quello più simpatico. Sicuramente sarete contenti di piacere ad entrambi: sempliciotto e leader, ma volete mettere la simpatia che nutre per voi il leader? O per capirci ancora meglio: immaginate sempre lo stesso gruppo di cui fate parte e pensate che il bruttino/a vi faccia il filo. Probabilmente vi farà piacere che qualcuno vi faccia la corte, ma provate ad immaginate che a farvi la corte sia il ragazzo/a più bella/o, quello/a più corteggiato/a!

Ne sarete certamente più lusingati.

Ed è così che accade anche nel mondo del lavoro: Ad un’insegnante farà certamente piacere essere considerata una brava insegnante dalla donna delle pulizie, ma sicuramente sarà molto più gratificata se a dirlo sarà un collega, un genitore, un alunno o addirittura il dirigente scolastico.

Se questo discorso vale per gli adulti, ancor di più vale per i bambini che hanno meno razionalità e vivono più di istinti che di razionalità. E ci fa capire come un bullo, leader indiscusso, comanda, decide, dirige gli altri, e, allo stesso tempo è amato e corteggiato.

Purtroppo mentre in un contesto tra adulti c’è una maggiore saggezza ed una maggiore consapevolezza su fin dove si possa spingere un leader, i bambini che non hanno ancora piena maturità troppo spesso, da leader, si trasformano in oppressori. Il loro carisma lo utilizzano per prevaricare, per convincere i compagni ad infierire contro i più deboli. Inoltre, mentre nella società adulta c’è una legge che, in un certo qual modo, può fermare i soprusi, nelle scuole o nella strada

Page 16: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

16

non esiste legge che tuteli le vittime di bullismo e comportamenti non idonei di bambini prepotenti, spesso vengono addirittura visti come semplici contrasti tra i bambini.

Bullo carismatico e insegnante

Abbiamo parlato del carisma del bullo, ma ci preme ampliare l’argomento con un tema spesso sottovalutato: la simpatia che il bullo suscita negli insegnanti.

Potrebbe sembrare un paradosso ma si tratta, invece, di una dinamica abbastanza frequente.

Il bullo oltre ad avere grandi capacità di gestire il gruppo dei pari, conquistandosi la fiducia dei membri e diventando leader indiscusso, a volte suscita simpatia anche negli adulti: insegnanti, collaboratori, dirigenti e genitori. Questa circostanza si verifica soprattutto in presenza del bullo leader, un soggetto che, soprattutto con gli adulti, ha grandi capacità comunicative, utilizza le armi dell’adulazione e della simpatia. In questo caso il bullo si presenta con un carattere forte, sicuro, con la risposta sempre pronta, sa essere divertente e il tutto, molto spesso, è condito con una sottile vena d’ironia.

Il bullo leader non teme gli adulti, non ha paura di guardarli negli occhi e sa confrontarsi con loro, possiede grandi capacità relazionali. Non ha paura di prendere decisioni e di assumersi responsabilità. Sa impartire ordini, non ha paura di affrontare situazioni complicate, mostra coraggio, soprattutto nel difendere il proprio gruppo. Agli occhi degli altri risulta essere invincibile e suscita fascino e sa quando assecondare e accontentare le richieste degli adulti. Per queste sue abilità non è raro che anche l’insegnante sia attratto da lui, o comunque, quasi sempre, il bullo gli risulti più simpatico della vittima.

Ma in un contesto dove il prepotente risulta più simpatico della vittima può comportare conseguenze molto pericolose soprattutto per quest’ultima. L’insegnante tende a difendere il bullo e vede nella vittima colei che provoca. Ma la cosa ancor più grave è che, anche laddove ravvisa comportamenti inappropriati del bullo, tende a minimizzare e a sminuire, a volte a giustificare i comportamenti negativi, altre volte prova a deviare il discorso soffermandosi sui pregi del bullo.

Tutto questo può rasentare il paradosso perché, anche se ci fosse provocazione da parte della vittima, niente può giustificare la violenza, che sia fisica, verbale o psichica.

Ricordiamo che nella scuola la vittima non ha difensori, né tra i pari, né tra gli adulti o, qualora li avesse, sono pochi e socialmente deboli e ininfluenti. Tutto questo non fa che acuire fortemente il disagio della vittima, perché è proprio l’insegnante, la figura che più di tutte dovrebbe tutelarla, a diventare, indirettamente, ma a volte anche direttamente, uno dei carnefici.

È doveroso sottolineare che l’insegnante che prende le parti del bullo provoca nella vittima un disagio nettamente superiore a quello che le provoca il bullo.

Infine dobbiamo riferire un’altra spiacevole circostanza, molto rara, ma quando si verifica provoca nella vittima ulteriori traumi e parliamo della situazione in cui la simpatia del bullo fa breccia finanche nei genitori della vittima. Non è impossibile imbattersi in genitori che tendono a sminuire se non addirittura a giustificare il bullo, magari accusando il figlio di essere asociale, incapace di fare amicizia o di essere provocatorio. In genere può succedere quando, per esempio, ci sono rapporti di conoscenza o di amicizia tra la famiglia del bullo e quella della vittima, o quando il bullo frequenta la casa della vittima e riesce a farsi benvolere dalla famiglia di quest’ultima ed infine quando a sminuire il comportamento del bullo e ad accusare la vittima è l’insegnante che gode di ottima considerazione da parte dei genitori.

Non dimentichiamo che difendere la vittima è un nostro dovere, anche se nutriamo forte simpatia per il bullo.

Page 17: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

17

profilo della vittima

Quali sono le differenze tra la vittima passiva e la vittima provocatrice? E chi è la vittima ambigua?

Andiamo ad analizzare attraverso gli studi di Dan Olweus le differenze sostanziali tra le due tipologie di vittime e delineiamo la vittima ambigua.

Vittima Passiva o Sottomessa

Le vittime sono solitamente più ansiose e insicure degli studenti in generale. Inoltre spesso sono caute, sensibili e calme. Le vittime soffrono di scarsa autostima ed hanno un’opinione negativa di sé e della propria situazione. Spesso si considerano fallite, e si sentono stupide, timide e poco attraenti. Solitamente vivono a scuola una condizione di solitudine e abbandono. Di regola non hanno un buon amico in classe. Non sono soggetti aggressivi, né molesti; per questo non si può spiegare il bullismo attribuendolo alle prevaricazioni delle vittime stesse (Olweus “Bullismo a scuola”, p. 34).

Inoltre, dai nostri studi emergono alcune precisazioni importanti, per esempio: spesso le vittime hanno comportamenti che agli altri risultano provocatori. Alla definizione di Olweus che riferisce le vittime come caute, possiamo aggiungere che spesso dietro la cautela si nascondono paura o vigliaccheria. Questa è forse la caratteristica più importante a determinarne lo stato di vittima di bullismo: difficilmente un bambino coraggioso subisce prevaricazioni. Alcune vittime tendono ad auto-colpevolizzarsi e sono introverse e si chiudono in se stesse, a volte fino ad auto-emarginarsi.

Vittima provocatrice

Sono caratterizzati da ansia e aggressività. Hanno spesso problemi di concentrazione e si comportano in modo tale da causare irritazione e tensione; alcuni di questi possono essere definiti iperattivi. Non è raro che il loro comportamento provochi reazioni negative da parte di molti compagni o di tutta la classe (Olweus “Bullismo a scuola”, p. 34). Inoltre, possono essere caratterizzate da un temperamento bollente per cui tendono a ricorrere alla forza o a controbattere, anche se in modo poco efficace…Possono essere… inquiete… offensive, possono creare tensione, possono essere goffe e immature ed aver acquisito abitudini irritanti. Possono essere molto sgradite anche agli adulti (compresi gli insegnanti). Possono tendere a prevaricare gli studenti più deboli (Olweus “Bullismo a scuola”, p. 62/63).

A volte la vittima provocatrice tende realmente a provocare il bullo, con battute o critiche, per esempio correggendo il bullo quando commette errori, contraddicendolo, e a causa della elevata autostima ed intolleranza alle critiche il bullo reagisce in maniera aggressiva.

Aggiungiamo che spesso la vittima risulta fastidiosa, mostra comportamenti negativi, per esempio può essere assillante e poco simpatica, questa caratteristica, insieme ad altre, può essere una delle cause scatenanti che dà origine al bullismo o acuisce i comportamento negativi nei suoi confronti.

Purtroppo questo suo comportamento infastidisce anche chi non è bullo o strettamente connesso con il bullo, per esempio compagni o insegnanti, e si innesca così una situazione infelice in cui si giustifica il bullo per i comportamenti fastidiosi della vittima.

Ma a volte questi comportamenti sono molto di più che fastidiosi ed è il caso della vittima ambigua.

Vittima ambigua

Soggetto molto difficile da gestire, mostra comportamenti falsi e ambigui, fino a commettere azioni infami, come fare la spia o accusare ingiustamente compagni innocenti. Non ha amici, è spesso sola perché emarginata o auto-emarginata.

Page 18: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

18

Vittima reattiva

Spesso viene confusa con la vittima provocatrice, ma in realtà sono due figure ben distinte, poiché la vittima reattiva non provoca, reagisce solo quando subisce prevaricazioni, ma purtroppo le sue reazioni non sono mai funzionali, anzi spesso acuiscono la situazione.

Bullismo tipologie vittima

Esiste un solo tipo di vittima? In realtà ce ne sono diverse, due principali: quella passiva e quella provocatrice. E alcune marginali, meno frequenti: vittima ambigua ed emarginato violento. Infine la vittima reattiva.

Quali sono le differenze sostanziali tra queste vittime?

Vittima passiva, subisce passivamente le prepotenze, tende ad isolarsi e a chiudersi in se stessa, è molto raro che confidi a qualcuno il proprio disagio per le prepotenze a cui deve sottostare.

Vittima provocatrice, ansiosa, agitata, spesso fuori luogo, subisce prevaricazioni non tanto per la sua debolezza, ma per l’antipatia che suscita negli altri. Il suo comportamento è spesso oggetto di critiche, poiché può essere un soggetto fastidioso per la classe. Questo suo atteggiamento porta gli altri e anche l’insegnante a giustificare il comportamento del bullo. A volte la sua rabbia può sfogarla con soggetti più deboli di lui, spesso per i suoi comportamenti provocatori e agitati viene confuso come bullo da insegnanti poco formati. A volte nei confronti del bullo tende a difendersi ma con risultati irrisori.

Emarginato violento, è un soggetto solitamente aggressivo che usa violenza sugli altri, ma, a volte, il suo comportamento infastidisce anche il bullo che incomincia a prevaricarlo.

Vittima ambigua, è soggetto con gravi comportamenti antisociali: falso, subdolo, fino a commettere azioni infami.

Vittima reattiva, si tratta di soggetto che reagisce alle prevaricazioni, difendendosi dagli attacchi fisici o denunciando le prepotenze agli adulti. Nel confronto fisico ha sempre la peggio, e lo scontro è quasi sempre impari: è più debole, è spesso più piccolo, è sempre solo contro tanti, non è abituato alle mani, non è così coraggioso come vuole mostrare. Spesso è confusa con la vittima provocatrice.

Esistono più tipi di vittima di bullismo, con due principali, una è passiva e subisce le prepotenze, senza obiettare, l’altra utilizza un comportamento che può risultare fastidioso, reagendo in maniera sconclusionata alle provocazioni, o mettendo in atto dei comportamenti provocatori.

Ma possiamo affermare che la maggior parte delle vittime mostra comportamenti negativi.

Questi comportamenti portano i compagni, il bullo stesso, il branco, ma anche gli insegnanti, i collaboratori scolastici ed il dirigente, a giustificare, completamente o in parte, le prepotenze che il bullo perpetra ai danni della vittima. Arrivano così a tenere un atteggiamento più morbido verso il bullo, quasi come se il fatto di essere un bambino fastidioso possa giustificare gli altri a rendergli la vita difficile.

A questo punto è chiaro che la situazione per la vittima diventa molto difficile, ma molto arduo diventa anche il compito di chi, cerca di prendere le parti della vittima, poiché molto spesso si trova ad essere solo contro gli insegnanti ed tutto il personale presente nella scuola.

Tutti coloro i quali vogliono aiutare la vittima, e possiamo affermare, che sono davvero pochi, si trovano davanti a loro un muro eretto proprio da chi dovrebbe intervenire per difendere i più deboli. Ma che, invece, trova molto più semplice porre tutta l’attenzione sui comportamenti negativi della

Page 19: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

19

vittima, senza porsi troppo il problema dei comportamenti negativi del bullo il quale resta impunito e libero di continuare a prevaricare.

Bullismo vittima ambigua

Altra figura poco studiata. La si confonde con la vittima provocatrice, anche se hanno pochi punti in comune, se non quello di essere molto fastidiosi per i compagni.

Subdola, falsa, ambigua. Fa la spia, tradisce, è voltagabbana e agisce in modo perfido.

Si tratta di un soggetto dalle caratteristiche comportamentali alquanto negative, che con il suo atteggiamento irrita insegnanti, operatori scolastici e la maggior parte dei compagni.

La vittima ambigua può essere falsa, subdola, infida, ipocrita, opportunistica. Mostra piacere nel fare la spia, a tradire, ad incolpare compagni innocenti, ed essere voltagabbana. A volte può rendersi responsabile di comportamenti che rasentano il paradosso, come per esempio tradire qualcuno che ha preso le sue difese, per esempio in una lite con un compagno o con un insegnante.

Di fronte alle accuse per le sue azioni reagisce con naturalezza e innocenza, come se non avesse fatto niente di male.

Il modo in cui reagisce alle prevaricazioni è diverso da quello delle vittime comuni. A volte continua imperterrita nella sua condotta, altre si isola volontariamente. Ma non è raro che si isoli anche quando non subisce prevaricazioni, e questo non è necessariamente connesso al suo essere introverso o estroverso, ma piuttosto perché è un soggetto tendenzialmente individualista, che mal si amalgama al gruppo dei pari.

Altre volte reagisce alle prepotenze inasprendo il suo lato meschino, intensificando le azioni spregevoli.

Alcuni sostengono che ci sia un certo masochismo nel suo atteggiamento, perché proverebbe piacere nel subire prevaricazioni. Questo dato però non è dimostrabile, almeno non con gli studi attuali, perché potrebbe trattarsi di una deduzione errata, dovuta al fatto che la vittima ambigua non mostri palesemente sofferenza alle prevaricazioni.

Ma il fatto che non palesi il disagio non significa che non lo provi.

Le meschinità della vittima ambigua possono essere indirizzate anche verso insegnanti o operatori scolastici, in genere sono compiute a danno di chi è in una posizione sociale o di potere inferiore, a vantaggio chi è in una posizione superiore, per esempio: la vittima potrebbe screditare un insegnante agli occhi del dirigente scolastico, un operatore socio-assistenziale agli occhi dell’insegnante di classe etc.

Un’altra differenza sostanziale con la vittima comune è che la vittima ambigua può subire prevaricazioni anche da altri compagni e non solo dal bullo e dal branco. Ma in genere sono sempre prevaricazioni occasionali in risposta ai suoi comportamenti.

Anche le prevaricazioni del bullo sono in genere occasionali e raramente la sceglie come vittima abituale. Non abbiamo trovato studi che chiariscano perché il bullo non la prenda come vittima preferita, nonostante sia di gran lunga più fastidiosa della vittima comune.

A riguardo abbiamo potuto fare solo delle ipotesi per spiegare o provare a spiegare i motivi intrinsechi che portano il bullo a non prevaricare la vittima ambigua con costanza.

Page 20: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

20

A volte il bullo usa la vittima ambigua per scopi personali e quindi potrebbe non volere inimicarsela del tutto.

Il bullo teme la sua bassezza, perché a differenza della vittima comune, la vittima ambigua non ha paura di fare la spia, e questo metterebbe il bullo a rischio provvedimenti

Da molti studi si evince che il bullo provi piacere a far soffrire la vittima, e nel caso della vittima ambigua questo piacere potrebbe essere limitato dal fatto che non sempre è percepibile la sua sofferenza.

Come già abbiamo accennato, a volte il bullo può trovare vantaggio ad essere amico della vittima ambigua per un proprio tornaconto, ma in genere dura poco e alla fine il bullo finisce con l’emarginarla e prevaricarla di nuovo.

N.B. Non dobbiamo sottovalutare un elemento importante: la vittima ambigua è una figura bivalente. Essa vive stabilmente lo stato di vittima, ma parallelamente può prevaricare altri soggetti. In genere individui più deboli di essa. Si tratta perlopiù di prevaricazioni psicologiche, attuate anche per sfogare le proprie frustrazioni. Spesso utilizza la tecnica del bullo amico per sottomettere completamente la sua vittima. Non è detto che questo comportamento si verifichi per forza di cose a scuola, ma potrebbe avvenire anche a casa con fratelli e sorelle o con compagni di giochi.

Come abbiamo ribadito più volte, però, il carattere sgradevole della vittima, non può, per nessuna ragione, giustificare le prevaricazioni del bullo e le discriminazioni degli insegnanti.

Dobbiamo però ammettere che la vittima ambigua può essere un fattore di stress non indifferente per l’insegnante e per il gruppo classe, e come avviene per l’emarginato violento, spesso, il disagio causato può essere di gran lunga superiore di quello provocato dal bullo.

E infatti la vittima ambigua ha delle caratteristiche che l’avvicinano all’emarginato violento. Sono in realtà soggetti diversi, ambigua la prima, violento il secondo, ma entrambi possono essere elementi fortemente disturbanti. Un insegnante che si trova in classe un bambino come la vittima ambigua, deve far leva su tutta la sua pazienza ed il rispetto per il ruolo che riveste.

Può accadere, infine, che la vittima ambigua possa avere genitori altrettanto fastidiosi e onnipresenti. L’insegnante si trova così a dover gestire anche l’atteggiamento lagnoso, petulante e invadente del genitore. Questa condizione può inasprire il sentimento di antipatia che nutre nei confronti dell’alunno rendendo la relazione ancora più complicata.

Gli interventi da attuare sono molto difficili, perché anche fermando il bullo, il comportamento della vittima ambigua non cambia. E, mentre, per affrontare il bullismo c’è ormai un’ampia bibliografia, niente c’è sulla vittima ambigua, e gli interventi si limitano spesso all’improvvisazione o progetti mirati sul gruppo classe atti a stimolare emozioni e le affettività.

Bullismo vittima reattiva

Page 21: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

21

Viene confusa con la vittima provocatrice, ma si tratta di un soggetto con caratteristiche diverse, seppur a volte le due figure sono sovrapponibili.

La vittima reattiva non provoca il bullo, ma tenta di reagire alle angherie, anche se in maniera poco incisiva, spesso controproducente.

Si tratta di una vittima che non subisce passivamente i soprusi, ma reagisce come può, anche arrivando allo scontro fisico o denunciando il bullo e il branco agli insegnanti o gli adulti in generale.

Il più delle volte le sue reazioni non producono nessun risultato positivo, anzi, quasi sempre portano a conseguenze ancor più gravi e le sue reazioni possono essere tra i fattori scatenanti per i quali il bullo, a volte, passa dal prevaricazioni psicologiche a quelle fisiche.

Anche le sue denunce spesso cadono nel vuoto, scatenando così l’ira e la vendetta del bullo e del branco, i quali, avendola fatta franca, intensificano le angherie.

In genere non ha un grande carisma, ma ha dignità ed orgoglio, inoltre mostra anche una buona autostima, che però può essere messa a repentaglio dagli altri che tendono a sminuire le sue capacità.

Spesso, la vittima reattiva, è mingherlina o di bassa statura, ma di animo fiero. Odia apparire debole o perdente e questo suo atteggiamento a volte la porta ad ingigantire le proprie capacità, esagerando per esempio nel decantare proprie doti come la forza fisica e l’audacia.

Può mostrare una vera e propria idiosincrasia verso i prepotenti e le ingiustizie in generale.

A volte è troppo impulsiva e si caccia nei guai o le prende per difendere altre vittime.

Contro gli attacchi degli altri la sua difesa è sempre inadeguata, sconclusionata, e non è quasi mai all’altezza degli scontri fisici nei quali incappa.

Spesso la si confonde con la vittima provocatrice. In realtà le due figure possono avere una correlazione, perché a volte la vittima provocatrice può reagire ai soprusi, ma non è un principio, poiché spesso le sue provocazioni finiscono con l’inizio delle angherie.

La vittima reattiva, tendenzialmente non provoca, almeno non direttamente, si tratta semplicemente di un soggetto che non subisce passivamente le angherie come fa la vittima passiva, ma si ribella, anche quando è consapevole che le sue reazioni non portano a nulla.

Un dato preoccupante è che dando sfogo alle proprie frustrazioni psicologiche, le sue reazioni spesso possono essere molto rabbiose, e questo può portare gli adulti ad etichettarla come soggetto difficile, vittima provocatrice o addirittura di essere un bullo.

Bullismo comportamenti vittima - Comportamenti negativi della vittima

Quando parliamo di bullismo siamo soliti elencare i comportamenti negativi del bullo, ma ci soffermiamo poco sui comportamenti negativi della vittima, anche quella passiva.

Non sono comportamenti illeciti, ma atteggiamenti che infastidiscono i compagni, i quali come conseguenza tendono ad isolarla.

Secondo Olweus (Bullismo a scuola pagg. 33 e 34) le vittime non sono soggetti aggressivi, né molesti; per questo, non si può spiegare il bullismo attribuendolo alle provocazioni della vittima.

Page 22: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

22

Se pur vero, dobbiamo però sottolineare che alcuni comportamenti risultano essere molesti per gli altri bambini e per gli insegnanti. Di per sé non sono comportamenti vietati, ma possono essere considerati poco idonei in un gruppo di pari. Altre volte si tratta di comportamenti del tutto innocui, se non addirittura positivi, ma che non sono ben accetti da alcuni soggetti.

Si possono trattare di comportamenti diretti, come nel caso della vittima provocatrice e la vittima ambigua, ma altrettanto di atteggiamenti indiretti come nel caso della vittima passiva, eppure, nonostante non siano comportamenti negativi, concorrono a renderla vittima. Un esempio può essere quello di un gruppo di adulti che si riunisce il sabato sera per ridere, scherzare e bere. Ora potrebbe esserci tra di loro un astemio che non beve, questo non è di per sé un comportamento anti-sociale, anzi potrebbe essere un atteggiamento di tutta ammirazione, eppure questa caratteristica potrebbe causare all’uomo astemio l’emarginazione o addirittura l’esclusione dal gruppo.

Si tratta, quindi di atteggiamenti, modi di essere, aspetti caratteriali, che non sono di per sé provocatori, ma che possono infastidire altri individui, nella fattispecie: compagni di classe. In genere la maggior parte dei bambini tende ad isolare il compagno fastidioso, il bullo, invece, tende a molestarlo. Questo spiega anche uno dei motivi per cui difficilmente qualcuno prende le difese della vittima: è considerata un soggetto antipatico.

Questi atteggiamenti non giustificano nella maniera più assoluta l’emarginazione e le molestie, ciò nonostante i bambini vengono comunque isolati o prevaricati. Spesso dietro l’emarginazione o le molestie si celano sentimenti di intolleranza, come nel caso di bambini di culture o religioni diverse, disabili, bambini con atteggiamenti del sesso opposto (omofobia). Fino a veri e propri casi di razzismo. Alla base c’è la non accettazione dell’altro, altro in quanto individuo diverso, il quale, per svariati motivi, alla lunga viene isolato, poiché ritenuto soggetto fastidioso, ma, soprattutto, soggetto debole, quindi facile da molestare.

La cosa preoccupante sta nel fatto che molto spesso questo fastidio lo percepisca anche l’insegnante. Questo porta ad acutizzare il disagio della vittima, perché oltre ad essere molestata dal bullo, dal branco, ad essere additata o isolata dalla classe, si ritrova ad essere un elemento di fastidio anche per l’adulto di riferimento nella classe, cioè colui che dovrebbe difenderlo.

Se i comportamenti della vittima, non sono ritenuti consoni per il gruppo dei pari, non possono per nessuna ragione, però, scagionare il comportamento dell’insegnante che giustifica o chiude un occhio di fronte agli atti di bullismo.

Ribadiamo ancora una volta che a differenza della vittima ambigua e quella provocatrice, la vittima passiva, il più delle volte mostra comportamenti leciti, sono modi di essere, sfumature caratteriali.

La situazione è sicuramente difficile da gestire, poiché, se da un lato l’insegnante non può giustificare le molestie subite dalla vittima, dall’altro è molto difficile contrastare l’atteggiamento emarginatorio, poiché non si può obbligare un bambino ad essere amico di un compagno verso il quale non prova nessuna simpatia.

Troppo spesso però questa situazione porta a far ricadere tutte le responsabilità sulla la vittima facendo così nascere proposte di interventi mirati su di essa, tra cui la psicoterapia. Ma niente è più sbagliato. Gli interventi vanno fatti sul gruppo classe, sul bullo in primis. Interventi che mirano all’accettazione dell’altro e del rispetto della sua individualità.

Mentre potrebbe essere oggetto di discussione la possibilità di interventi mirati (educazione comportamentale, psicomotricità comportamentista, musicoterapia, sport) sulla vittima provocatrice e soprattutto su quella ambigua, i quali comportamenti possono diventare anche lesivi.

Alcuni comportamenti che può assumere la vittima passiva

Page 23: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

23

Si tratta di comportamenti indiretti perché non sono rivolti direttamente ai compagni

Eccessivo lamentio e petulanza Voce lagnosa Eccessivo protagonismo Eccessiva esuberanza nei confronti degli insegnanti Introversione Timidezza Atteggiamento ambiguo Egocentrismo Superbia Impaccio Logorrea Vigliaccheria.

Alcuni comportamenti che può assumere la vittima provocatrice

Si tratta di comportamenti diretti perché rivolti direttamente ai compagni, anche al fine di recargli danno.

Intromissione continua Toccare i compagni, per esempio su braccia, spalle Fare la spia con insegnanti o con altri bambini Essere ironici e sarcastici Prendere in giro Provocare Punzecchiare e tormentare Fare scherzi fuori luogo Toccare e prendere oggetti altrui.

Alcuni comportamenti che può assumere la vittima ambigua

Si tratta di comportamenti diretti ed indiretti che tendono volontariamente a ledere gli altri.

Mentire Calunniare Fare la spia Gettare fango su compagni e insegnanti in modo sottile Comportamento sarcastico Punzecchiare continuamente Offendere sul piano personale Tradire i compagni Essere volta bandiera Atteggiamento superbo Falsa autostima Comportamenti affettati Falsa amicizia.

Page 24: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

24

Emarginato violento

L’Emarginato violento è una figura che spesso viene confusa con il bullo ansioso o la vittima provocatrice. È in realtà una figura a sé stante, fonte di forte disagio per gli alunni, gli insegnanti e le scuole. Alcuni psicologi e psichiatri li definiscono soggetti affetti da disturbo della condotta o disturbo oppositivo-provocatorio.

Quali sono le problematiche a lui correlate? Quali le differenze con il bullo?

Quando si parla di Bullismo a scuola c’è un figura che troppo spesso viene confusa o ignorata ed è quella che noi definiamo Emarginato Violento. Spesso la si confonde con il bullo ansioso o la vittima provocatrice, o erroneamente con il bullo. Altri come psicologi e psichiatri la definiscono come soggetto affetto da disturbo della condotta o disturbo oppositivo-provocatorio. In realtà si tratta di una figura a sé stante, la cui presenza crea molto scompiglio nella classe e spesso nella scuola. È fonte di stress soprattutto per gli insegnanti che lo ritengono perfino più fastidioso del bullo, in quanto, a differenza del bullo la cui prepotenza la riversa sulla vittima, l’emarginato violento riversa la sua aggressività su tutti, cose e persone, compresi gli insegnanti.

A differenza del bullo, si tratta di un soggetto aggressivo con una scarsa autostima, non è un leader a non è a capo di un branco. Vive situazioni di gravi problemi familiari, spesso lasciato solo, maltrattato, che vive con un genitore separato o vedovo che si è risposato. Subisce violenze fisiche e psicologiche in famiglia, soprattutto dal padre, a sua volta violento, da matrigne e patrigni. Una caratteristica spesso comune è l’assenza della madre, sia perché è venuta a mancare, sia perché è agli arresti, o semplicemente ha abbandonato lui e la famiglia. Non di rado è obeso. È forte sul piano fisico, a volte con una forza fuori dalla norma. Ha molta rabbia repressa che sfoga con aggressività verso cose e persone. Può soffrire di misoginia, dettata soprattutto da una rivalsa nei confronti del mondo femminile che tende ad ignorarlo.

Quasi sempre è isolato dalla classe. Sporadicamente frequenta qualche piccolo gruppo, ma solitamente, dopo un po’, viene emarginato dagli altri o si auto-emargina. Questo lo spinge a cambiare continuamente amicizie e a renderlo uno spirito solitario.

A volte può comportarsi da bullo perché per svariati motivi se la prende sempre con uno stesso soggetto, ma a differenza del bullo non sceglie la vittima tra le persone più deboli e antipatiche della classe e questo comporta un immediato intervento dei compagni e soprattutto degli insegnanti, a favore della vittima, cosa che non avviene quando invece si è in presenza del bullo leader. Molto probabilmente la causa, perché, come abbiamo già detto, è da ricercare nel fatto che l’emarginato violento non gode di nessuna simpatia, né da parte della classe, né dagli insegnanti.

Così come a volte può diventare bullo, l’emarginato violento può, a sua volta, diventare vittima di bullismo, questo perché nonostante la sua forza fisica teme il branco e soprattutto il bullo. L’emarginato violento infatti, non ha né carisma, né autostima e non gode di popolarità, peculiarità che invece possiede in dosi massicce il bullo, e che portano, quest’ultimo, ad avere

Page 25: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

25

la meglio, spesso senza nemmeno arrivare allo scontro fisico, così da rendere l’emarginato violento bersaglio di offese, prese in giro e angherie.

È importante sottolineare, che mentre il bullo disprezza l’emarginato violento, quest’ultimo tende ad avere una celata ammirazione vero di lui. Questa situazione a volte può evolversi, e in alcuni casi, per qualche motivo o episodio in particolare, accade che il bullo prenda in simpatia l’emarginato violento, e ne faccia il suo braccio destro. ossia il suo braccio violento.

Va aggiunto che in genere il bullo difficilmente tende a prendersela sistematicamente contro l’emarginato violento come fa con la vittima, questo perché nonostante la sua capacità di gestire la situazione, teme comunque una sua reazione violenta e spropositata.

Infine dobbiamo aggiungere che a differenza del bullo, che con l’età tende a ridimensionare il comportamento prepotente, l’emarginato violento continua a tenere comportamenti aggressivi anche dopo le scuole superiori, qualora le frequentasse, e in età adulta. A volte il disagio ed il comportamento si ridimensiona con il subentrare di una relazione sentimentale positiva, il venire a contatto con persone che hanno una buona influenza su di lui, o l’appagamento di un lavoro gratificante. Ma negli altri casi l’emarginato violento resta un soggetto aggressivo. Spesso è padre e marito violento, soggetto di disturbo per la società, e non è raro che possa commettere reati, delitti e finire male. Spesso può essere assodato dalla criminalità.

Emarginato violento a scuola

Anche se meno frequente rispetto al bullo, la presenza dell’emarginato violento è sempre fonte di gravi disagi e stress per insegnanti, alunni e per tutto il personale presente nella scuola.

Una vera spina nel fianco soprattutto a causa della mancanza di una bibliografia a riguardo, nessuno strumento per controbatterlo, se non qualche improvvisazione a livello di interventi psicologici.

Quando in una scuola è presente l’emarginato violento, spesso, la soluzione proposta, è quella di allontanare il bambino dalla scuola, giustificando la scelta con l’esigenza di creare un ambiente più sereno per gli altri bambini, o addirittura, prospettando il bene stesso del bambino per il quale sarebbe auspicabile una struttura specializzata. Ma dove si trovano in Italia le strutture specializzate per bambini che mostrano comportamenti violenti? E se pure ci fossero non somiglierebbero a dei carceri minorili?

Ogni qualvolta un bambino viene allontanato da una scuola perché presenta comportamenti negativi o perché è vittima di bullismo, è da considerarsi un grandissimo fallimento sia da parte degli insegnanti che di tutta l’istituzione scolastica. Un fallimento dettato dalla scarsa formazione e preparazione di tutto il personale scolastico.

La mancanza di strutture, la mancanza di formazioni e soprattutto di idee, porta sempre alla stessa soluzione: psicoterapia. Ma in 20 anni di esperienza nel campo dei minori difficili e violenti,

Page 26: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

26

riteniamo che nella stragrande maggioranza dei casi la psicoterapia sia completamente inutile per ragazzi che non abbiano raggiunto l’età dell’adolescenza, fatta qualche eccezione per la psicologia cognitivo-comportamentale.

A nostro avviso, prima dei 12 anni, la psicoanalisi dovrebbe essere presa con le pinze.

L’emarginato violento ha bisogno di poche cose: fermezza, amore e una figura che riesca ad insegnargli come comportarsi. Queste tre fattori li possono dare soprattutto l’Educazione Psico-Comportamentale e la Psicologia Cognitivo-Comportamentale. Inoltre, un grande apporto, possono darlo tutte quelle discipline non riconosciute in Italia ma che, invece, se applicate bene, producono risultati tangibili: Musicoterapia, Pet-Therapy, Arteterapia, Terapia occupazionale (non quella fatta dai fisioterapisti), sono tra le più importanti.

Un altro intervento che purtroppo si rivela poco efficace con l’emarginato violento è lapsicomotricità, soprattutto quella che strizza l’occhio alla psicoterapia, e che così facendo tralascia interventi che sarebbero molto utili, a favore di quelli psicologici.

Infine molto utile potrebbero essere le discipline sportive, prediligendo soprattutto quelli di squadra, con un buon allenatore. Mentre sono assolutamente da evitare Box e Arti marziali che nel caso dell’emarginato violento possono risultare estremamente pericolose, almeno inizialmente. Possono essere presi in considerazione esclusivamente dopo un periodo in cui il ragazzo abbia intrapreso un percorso mirato che abbia dato risultati apprezzabili, e con la supervisione di un ottimo istruttore.

Ma una scuola come può affrontare il problema?

Nelle scuole italiane ci sono poche figure che possono dare un supporto agli insegnanti: insegnante di sostegno, operatori socio assistenziali e a volte gli educatori professionali. Nella maggior parte dei casi queste figure non hanno nessuna competenza nell’affrontare i bambini aggressivi.

L’educatore professionale dovrebbe essere l’unica figura in grado di affrontare il problema, ma risulta alquanto difficile per due fattori principali:

Il corso di laurea non prevede una formazione di tecniche per affrontare bambini aggressivi. Nei pochi casi in cui è prevista una formazione a riguardo è sempre di stampo psicologico.

L’alternativa sono i master di perfezionamento che l’educatore professionale può frequentare dopo la laurea, ma purtroppo, e non si capisce perché, troppo spesso i laureati in scienze dell’educazione manifestano un complesso di inferiorità nei confronti degli psicologi, e tendono ad imitarli, con risultati discutibili, intraprendendo percorsi di studio incongruenti.

Ma come al solito, la soluzione è sempre molto più semplice di quanto si possa pensare, basterebbe formare Educatori Comportamentali, ed inserirli nelle scuole dell’infanzia e primaria.

Ma in Italia, c’è un obiettivo che accomuna tutti i Ministri dell’Istruzione che si sono avvicendati negli anni e continueranno ad avvicendarsi: risparmiare e tagliare, quindi sarebbe pura utopia pensare di poter aggiungere un’altra figura nella scuola. La soluzione potrebbe essere quella di formare gli insegnanti di sostegno, i quali oltre alla formazione pertinente, associassero al proprio piano di studio, tecniche cognitivo comportamentali appropriate.

Resta il problema di un bambino che quasi sempre non avrebbe bisogno che di amore. A differenza del bullo l’emarginato v. è aggressivo perché ha dentro una rabbia che non riesce a contenere. È se vero che si tratta di un soggetto difficile, è anche vero che non è certo per colpa sua, ma per quello che la vita gli ha tolto: affetto, amore, soprattutto quello materno, serenità e tranquillità.

Page 27: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

27

Chiudiamo col dire che l’intervento con l’emarginato violento dovrebbe essere tempestivo, in quanto già con l’arrivo della preadolescenza (10-14 anni) le possibilità di avere risultati si riducono drasticamente.

Bullismo e Branco

Che cosa è il branco? Perché le persone si uniscono in branco? Che cosa spinge una persona a voler far parte di un branco?

Di spiegazioni, psicologiche, filosofiche, sociali e antropologiche, ce ne sono una infinità, con opinioni che possono essere contrastanti o similari.

In questo articolo analizziamo il termine da un punto di vista pedagogico e psico-comportamentale, perché utile al fine degli interventi da attuare per arginare il fenomeno del bullismo. Il nostro interesse è innanzitutto per la vittima, per la classe, per il bullo e per gli insegnanti che si trovano ogni giorno ad affrontare situazioni difficili.

Per prima cosa dobbiamo spiegare il termine “branco” riferito all’argomento bullismo, perché mentre in antropologia può avere molteplici significati, quando si parla di bullismo l’etimologia è chiara e univoca: è utilizzato in senso negativo o dispregiativo, ed è inteso per delineare un gruppo di bambini o di ragazzi che si uniscono e tengono comportamenti inadeguati, lesivi per cose e persone.

I bambini che si uniscono in gruppo non sono di per sé qualcosa di negativo, anzi, l’unirsi è segno di civiltà: stare insieme per giocare, per studiare, per passeggiare o per chiacchierare. Far parte di un gruppo è qualcosa di positivo. È importante per la crescita, per lo sviluppo, soprattutto per imparare le abilità sociali, imparare a confrontarsi con gli altri, imparare a comunicare, a interagire. Far parte di un gruppo, che sia familiare, di amicizie, di lavoro favorisce la maturazione di un individuo. Non a caso, come vedremo in seguito, i risultati migliori e soprattutto duraturi, per contrastare il bullismo, si hanno quando si lavora in equipe.

In un contesto sano è più negativo l’isolarsi ed emarginarsi dalla vita sociale che far parte di un gruppo. La tendenza ad isolarsi nasconde, il più delle volte, uno stato psicologico precario, come può essere il caso della vittima.

Ma un “gruppo” può diventare negativo quando incomincia a chiudersi, ad escludere, quando esige regole severe per entrarvi a farne parte. Un esempio su tutte sono sicuramente le sette religiose, anche quelle minori, come gruppi di associazione religiosa che tendono a chiudersi, soprattutto se hanno capigruppo egocentrici che manovrano gli altri fino a plagiarli.

Qualunque forma di associazione che tende ad escludere gli altri può diventare pericolosa.

Page 28: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

28

Ma il gruppo può degenerare, come per esempio quando al suo interno ci sono più elementi con un equilibrio psichico precario. Le motivazioni e le cause della degenerazione che spesso portano alla violenza sono molteplici: odio, intolleranza, convinzioni ideologiche, politiche o religiose. Il più delle volte questi gruppi hanno a capo un leader, carismatico, sicuro di sé e delle sue idee.

In una società sana, fatta di persone sane, un leader “negativo” non avrebbe vita, poiché nel momento in cui dovesse proporre idee folli, il suo gruppo lo abbandonerebbe. Ma non è così che va la nostra società, non è così che gira il mondo. Coloro che fanno parte di un gruppo, che seguono un leader, che amano il proprio leader, sono in realtà persone con un equilibrio psichico molto instabile, e il bisogno di piacere, di compiacere, di sentirsi parte di quel gruppo li porta ad avere una fede cieca nel proprio leader, anche quando questi esce fuori dalla legalità. Si tende a chiudere gli occhi, a sminuire o ad abbracciare la causa come il sentirsi parte di una ragione per la quale tutto è lecito. Altri, invece, pur avendo un equilibrio più stabile rispetto ai membri più deboli condividono con il leader le idee, anche quelle più folli, per interessi, per un tornaconto personale.

L’unione fa la forza il gruppo può incominciare a sentirsi potente, diventa violento, abusa del proprio potere, e oltrepassa i limiti, sfascia, rompe, distrugge, prevarica i più deboli. Il leader o i componenti più carismatici decidono le scelte di un gruppo, gli altri li seguono.

Così accade con il bullismo: Il bullo odia, il bullo decide, il bullo prevarica la vittima ed il branco e i suoi gregari lo seguono.

Ma quali sono le motivazioni per cui si viene attratti dal branco anche quando questi commette atti illeciti?

Queste alcune delle motivazioni più plausibili.

Il carisma del leader Il senso di sottomissione al leader L’incapacità di opporsi al leader L’essere soggiogati dal leader Il senso di appartenenza La disgregazione sociale La condivisione di idee L’assenza di strutture adatte ai giovani La noia e disagi vari La mancanza di una solida base educativa La mancanza di empatia La mancanza di regole morali Instabilità psichica.

I gregari del bullo

Possono essere definiti in molti modi: spalleggiatori, seguaci, sostenitori, aiutanti, fiancheggiatori, complici, alleati.

Page 29: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

29

Sono i compagni del bullo, i suoi subalterni. Insieme a lui costituiscono quello che si definisce il branco o il gruppo.

Il branco è in genere composto da un minimo di due persone: bullo e un gregario, fino ad un massimo di cinque/sei persone. Senza di loro la maggior parte dei bulli si ridimensionerebbe in breve. Sono i gregari a determinarne lo status di leader, sono loro che gli danno l’energia e la forza. Il bullo è il loro capo indiscusso e questa condizione instilla in lui l’idea di essere potente e imbattibile, di essere superiore agli altri.

All’interno del branco si muovono gregari dalle varie personalità, spesso opposte. Soggetti più docili che si contrappongono a soggetti molto violenti, e pure, nonostante le diverse personalità, mostrano coesione e affiatamento. Ma questo “legame” è spesso tenuto in piedi dal carisma del bullo, senza il quale regnerebbe l’anarchia ed il branco si sgretolerebbe facilmente.

Come vedremo in seguito è molto importante comprendere le sfaccettature caratteriali dei componenti del branco, bulli compresi, perché è proprio su quel terreno che si dovrà lavorare per scardinare i meccanismi che innescano le prepotenze e fermare il bullismo.

Qui di seguito riportiamo alcune delle più comuni tipologie di gregari.

Gregario idolatra/mite

Soggetto caratterizzato da una eccessiva venerazione per il bullo: lo ammira, ne esalta e ne ingigantisce le virtù, anche quelle che non possiede; lo vede come una specie di eroe indistruttibile. È talmente accecato dalla devozione che non vede mai cattiveria nelle condotte negative del bullo, o tende sempre a giustificarle o a sminuirle. La sua eccessiva devozione può indurre a pensare a omosessualità latente. Da sottolineare che la sua sottomissione non è sempre apprezzata dal bullo, il quale in alcune occasioni tende ad allontanarlo o a deriderlo. Nonostante faccia parte del branco è tuttavia una personalità mite e socievole, non è raro che in assenza del bullo e del branco tenga comportamenti positivi, perfino nei confronti della vittima. Non usa mai la violenza e non partecipa direttamente alla prevaricazioni. Può avere un buon rendimento scolastico.

Gregario ansioso

Mostra comportamenti volubili e aggressivi. È fondamentalmente un insicuro con una bassa autostima. Si tratta di un soggetto che ha bisogno di qualcuno che lo guidi nelle decisioni e nelle scelte, soprattutto in quelle negative per poter sfogare le proprie frustrazioni. Può essere iperattivo, agitato e soprattutto impulsivo. Come per il gregario mite, anche il gregario ansioso, in assenza del bullo e del branco può mostrare comportamenti più consoni, perfino nei confronti della vittima, ma in maniera meno costante, data la sua natura instabile. Può essere violento, a volte anche eccessivamente, partecipa alle prevaricazioni, cerca continuamente il consenso del bullo. In genere non ha un buon rendimento scolastico.

Gregario violento

Ha una forza fisica spesso fuori dal comune, può essere corpulento o obeso, ma essendo forte ed aggressivo difficilmente viene preso in giro. Molto violento, sa usare le mani e non teme lo scontro fisico, a volte nemmeno con i ragazzi più grandi. Può essere freddo e spietato. È poco empatico, gode nel fare del male, è solito darsi delle arie soprattutto sulle imprese litigiose che lo vede protagonista. Si atteggia a grande e tende a voler fare cose da grandi, soprattutto quelle vietate: fumare, bere, fare a botte etc.! Ma è un soggetto con bassa autostima che fa il gradasso per nascondere le proprie insicurezze. Ha coscienza della sua forza fisica che è il sua unica fonte di autostima. Mentre si dimostra un soggetto molto insicuro nei confronti del bullo, del sesso opposto e dei compagni più carismatici. È quasi sempre il braccio destro del bullo il quale ha un forte ascendente su di lui. Spesso è proprio lui ad attuare le violenze sotto

Page 30: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

30

le direttive del bullo, soprattutto quello carismatico. A differenza del gregario mite e quello ansioso ed insicuro, il gregario aggressivo continua la sua condotta aggressiva anche in assenza del bullo. Partecipa a pieno titolo alle prevaricazioni.

Dobbiamo sottolineare che spesso il gregario forte e aggressivo ha caratteristiche caratteriali simili al bullo aggressivo. In genere la differenza sta proprio nella bassa autostima e poco carisma. A differenza del bullo, infatti, non ha grandi capacità di attirare gli altri e diventare leader di un gruppo. Ma la linea di confine è spesso sottile e non è difficile infatti che in assenza di altre figure carismatiche il gregario forte ed aggressivo possa diventare bullo. Altre volte pur restando il braccio del bullo può prendere iniziative personali nel prevaricare qualcuno. Il rendimento scolastico può variare tra lo scarso e il sufficiente.

Gregario infido e lusingatore

Soggetto ambiguo, infido, falso. Commette azioni infami, simili a quelle che commette la vittima ambigua, ma con una personalità più forte e furba, tanto da riuscire a far parte del branco e a volte ad essere il braccio destro del bullo, soprattutto in presenza del bullo aggressivo. Sa gestire gli altri, è infido con i deboli ma adulatore con i forti, compresi gli insegnanti. Ma a differenza del bullo il gregario infido non riesce sempre ad ingraziarsi compagni e insegnanti, e questo a causa della sua palese natura ambigua e meschina. In assenza del bullo e del branco mostra nei confronti della vittima un atteggiamento più docile, ma ambigue e pericoloso per quest’ultima.

Gregario carismatico

Anche se molto raro, può capitare di trovare in un branco il gregario carismatico. Si tratta di un soggetto con una forte personalità, quasi alla pari del bullo, se non addirittura maggiore, in quest’ultimo caso a determinarne lo status di capobranco sono la forza fisica e la capacità di essere leader. Il gregario carismatico, infatti, non sempre mostra attitudini al comando, né tanto meno alla prevaricazione, ma ha il desiderio di far parte del gruppo. A volte lavora sottobanco, con astuzia. Non particolarmente forte sul piano fisico, ma scaltro con un forte carisma, soprattutto nei rapporti sociali. A volte lascia il branco a causa di possibili antagonismi che possono nascere con il bullo. Anche in assenza del bullo e del branco può continuare gli atti di prevaricazione nei confronti della vittima, soprattutto sul piano psicologico e sociale, emarginandola, offendendola o prendendola in giro.

Spettatori del bullismo - Spettatori neutrali

Un’altra figura che rientra a pieno titolo nel bullismo è quella degli spettatori neutrali. Si tratta di alunni che assistono passivamente alle prepotenze senza intervenire. Gli spettatori neutrali si trovano ad assistere alle prepotenze loro malgrado o per curiosità. Se le prepotenze avvengono in classe, infatti, diventano spettatori obbligati, mentre in altri casi sono spinti dalla mera curiosità. Involontariamente diventano il pubblico del palcoscenico sul qual il bullo ed il branco si esibiscono.

I motivi per cui non intervengono possono essere molteplici, tra i principali possiamo annoverare:

Page 31: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

31

Paura del bullo e del branco Mancanza di forza fisica e coraggio per intervenire Antipatia per la vittima, pur non condividendo i modi del bullo Indifferenza sociale

È una figura molto criticata dagli autori, perché a loro avviso non dovrebbero avere paura di intervenire o di denunciare gli episodi di bullismo.

Ma colpevolizzare gli spettatori neutrali risulta essere sbagliato e improduttivo.

Sbagliato perché, soprattutto per quanto riguarda le prime due tipologie, quelli che hanno paura del bullo e del branco, e quelli che mancano di coraggio e forza fisica, si tratta di soggetti deboli, paragonabili alla vittima: cioè sono bambini incapaci di affrontare il gruppo ed il branco, inoltre spesso sono o sono stati a loro volta bersaglio del bullo e del branco.

Improduttivo perché, come vedremo nel capitolo del Metodo dei quattro cantoni, gli spettatori neutrali possono essere una risorsa da sfruttare.

I meccanismi che spianano la strada al bullismo sono molteplici, ma uno di questi è sicuramente il fatto che il bullo ha dalla sua parte metà dei bambini della classe, forse anche di più: il branco, qualche ragazzina che gli fa il filo, i sostenitori, quelli che nutrono antipatia per la vittima e gli indifferenti. A volte l’insegnante. È necessario comprendere la posizione dello spettatore neutrale, il quale se dovesse schierarsi dalla parte della vittima, difendendola o denunciando il bullo ed il branco agli insegnanti, con ogni probabilità verrebbe preso di mira e con molta probabilità diventerebbe l’ennesima vittima e rischierebbe di essere isolato dalla maggior parte dei compagni. Inoltre come possiamo vedere nel profilo della vittima ambigua, lo spettatore neutrale rischia di prendere le parti di un compagno che alla prima occasione gli potrebbe voltare le spalle, magari per farsi bello con il bullo. Infine, non è da sottovalutare il fatto che quando ci troviamo in presenza di un insegnante che è chiaramente dalla parte del bullo, lo spettatore neutrale rischierebbe di mettersi anche contro l’insegnante.

Tutto questo risulta incongruente: abbiamo un’istituzione e un insegnante, che chiedono ad un bambino di non aver paura e di denunciare il bullo, ma poi non sono in grado di tutelare il bambino da possibili ripercussioni. La scuola e l’insegnante non sanno come difendere la vittima, come potrebbero difendere lo spettatore neutrale dalle ripercussioni del bullo?

L’unica cosa che deve interessare agli operatori è preservare la vittima dal bullismo, tutto il resto ben venga, ma è un grave errore cercare i capri espiatori tra i bambini che non hanno il coraggio di denunciare le prepotenze.

I sostenitori

– I sostenitori non partecipano direttamente alle prevaricazioni, ma danno sostegno morale al bullo: incitano, applaudono, fanno il tifo, prendono in giro e denigrano la vittima.

Da non confondere con i gregari, gli amici stretti del bullo che insieme a lui formano il branco.

Page 32: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

32

I sostenitori sono altri elementi molto importanti negli episodi di bullismo. Si tratta di ragazzi che assistono alle prevaricazioni, senza partecipare attivamente alle prepotenze fisiche ma solo a quelle psicologiche, e lo fanno sostenendo il bullo: fanno il tifo per lui durante una lite, applaudono alle sue bravate e alle prepotenze contro la vittima, incitano alla prepotenze, sbeffeggiando la vittima.

La loro presenza durante gli episodi di bullismo risulta essere determinante perché con il loro atteggiamento incoraggiano in bullo alla violenza e ai comportamenti negativi. Un vero e proprio sostegno morale, e il bullo si sente come un pugile che tira pugni tra le incitazioni del suo pubblico.

L’appoggio dei sostenitori accresce l’autostima del bullo che si sente più forte e sicuro ma, soprattutto, autorizzato a continuare. Si trova al centro dell’attenzione, protagonista indiscusso, il ruolo che gli è più congeniale.

A differenza degli spettatori neutrali i sostenitori partecipano alle prevaricazioni, e anche se in modo passivo, il loro sostegno è fondamentale.

I sostenitori si suddividono in ragazzi amici del bullo/branco o ragazzi che cercano di entrare nelle loro grazie. Spesso, quando si tratta di sostenitori già amici del bullo, si tratta di soggetti che frequentano la stessa scuola ma in classi diverse, in genere condividono attività come partite di calcio o palestre o altri giochi. Può capitare che sono a loro volta bulli nel proprio ambiente. Si tratta comunque di soggetti con una buona autostima. Mentre tra coloro che vogliono entrare nelle grazie del bullo/branco in genere si tratta di ragazzi della stessa classe del bullo e con diverse caratteristiche caratteriali e di autostima.

Le motivazioni per cui i sostenitori incitano il bullo possono essere molteplici, tra le più importanti:

Antipatia per la vittima Ricerca dell’approvazione del bullo Coinvolgimento psicologico al branco Legame di amicizia con il bullo

I sostenitori, avendo una parte marginale nelle prevaricazioni, non rischiano quasi mai una punizione, al massimo un rimprovero.

Anche laddove ci fosse la presenza di insegnanti attenti o esperti che individuassero immediatamente casi di bullismo e la presenza di sostenitori, sarebbe difficile prendere provvedimenti, questo perché il loro comportamento risulta essere meno grave rispetto a quello tenuto dal bullo e dal branco.

Il lavoro per contrastarli è molto difficile, bisogna lavorare soprattutto sull’educazione morale, poiché non si può allargare la maglia dei colpevoli in modo così vasto da coinvolgerli nelle punizioni. Questo rende il lavoro degli insegnanti ancora più complicato di quello che già è.

Indicatori Bullismo - Segnali possibile bullo

Page 33: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

33

Esistono dei segnali che permettono di poter prevenire casi di bullismo. Si tratta di comportamenti che alcuni bambini possono tenere e che non vanno sottovalutati.

Se un bambino mostra avere alcuni o molti di questi comportamenti, è bene monitorare e tenere la situazione sotto controllo.

La maggior parte delle fonti di informazioni sul bullismo, riportano quelli che possono essere gli indicatori delle possibili vittime e dei possibili bulli. In realtà nella maggior parte dei casi, si tratta di indicatori inerenti ad una situazione di bullismo già in atto. In questo capitolo analizziamo invece quelli che dovrebbero essere gli indicatori preventivi, cioè quei segnali che possono far attivare un campanello di allarme. Un buon insegnante non ha bisogno degli indicatori per capire se c’è in atto una situazione di bullismo: una situazione di bullismo è chiara, o almeno dovrebbe tale.

Purtroppo la scuola italiana non fornisce agli insegnanti i mezzi che potrebbero permettere di individuare situazioni a “rischio”, monitorarle ed intervenire per fermare gli eventi sul nascere.

Quando parliamo di mezzi, parliamo di formazione mirata, lavoro di equipe, riunioni di equipe, presenza nella scuola di un’equipe di esperti, che dia priorità ad altre figure oltre allo psicologo; scuola con spazi sicuri, spazi ed attrezzature specifiche per attività alternative, bibliografia aggiornata.

Ed invece il tutto viene lasciato alla sola responsabilità dell’insegnante che il più delle volte si trova a dover far fronte da solo a problematiche più grandi di lui.

Di seguito segnaliamo alcuni degli indicatori che potrebbero far supporre la presenza di un possibile bullo. Se un ragazzo o una ragazza attua molte, ma anche alcune, di queste condotte, gli insegnanti dovrebbero prestare attenzione, soprattutto se, parallelamente, vi è nella classe un ragazzo o una ragazza che corrisponde al profilo di una possibile vittima.

Ha la tendenza alla leadership Ha la tendenza a comandare Ha atteggiamenti prepotenti Ha la tendenza a decidere giochi e attività da svolgere Ha la tendenza a decidere i componenti dei gruppi Ha la tendenza a manipolare gli altri Ha la tendenza a sottomettere gli altri Ha la tendenza a voler ottenere quello che vuole attraverso l’inganno o la prepotenza

Si mette spesso al centro dell’attenzione Ha una elevata autostima Ha una personalità forte e carismatica Ha una predisposizione alle attività sportive Ha una predisposizione per lo studio ed altre attività È forte sul piano fisico Si sente superiore agli altri, sia sul piano fisico che quello intellettivo Si pavoneggia della sua ricchezza: materiale, vestiario firmato, telefonini, casa e auto dei

genitori etc. Si vanta spesso dell’elevato ceto sociale della propria famiglia Si vanta dei propri successi in generale, anche scolastici

Ha una cerchia di amici che fa riferimento a lui Molti compagni lo venerano Molti ragazzi lo vorrebbero come amico Molte ragazze gli fanno il filo Molti compagni e compagne lo temono Molti insegnanti hanno una opinione positiva di lui

Page 34: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

34

È altezzoso nei confronti dei compagni, ma anche di insegnanti e degli adulti in generale È sarcastico e ironico, anche nei confronti degli insegnanti Ha scarsa empatia per i sentimenti altrui È freddo e spietato

È aggressivo e arriva facilmente all’uso delle mani È intollerante alle frustrazioni È impulsivo e perde facilmente la pazienza Reagisce male alle sconfitte Reagisce male alle critiche

Tutti questi indicatori non comportano per forza di cosa lo status di bullo. Vale a dire che un individuo che ha una forte personalità e che ha una o molte di queste condotte, può comunque non prevaricare gli altri. Un bambino può essere prepotente ma non per questo arrivare a prevaricare sistematicamente un compagno più debole. Un bambino può avere la tendenza a comandare ma questo non lo fa diventare per forza un bullo. Così come un bambino che tende comandare i compagni durante il gioco non vuol dire che poi tenda a prevaricarli.

È quindi compito dell’insegnante, o dell’equipe qualora ci fosse, di valutare i casi in cui si hanno personalità e condotte sopraelencate e monitorarle continuamente.

Ricordate che quando si ha la possibilità di monitorare i comportamenti dei bambini, si può fermare il bullismo sul nascere, il che impiegherebbe uno sforzo minimo rispetto a situazioni già “conclamate”.

Segnali possibile vittima

Esistono dei segnali che se letti in tempo e con attenzione, ci permettono di prevedere quelle situazioni a rischio che possono degenerare in bullismo.

Tali segnali sono solo indicativi e non devono condizionare il normale svolgimento delle lezioni, ma devono essere tenuti comunque d’occhio.

In ogni classe ci sono bambini più forti e bambini più deboli, sia sul piano fisico che su quello caratteriale. Questa condizione non determina per forza di cose che ci siano dei conflitti all’interno del gruppo, ma, sicuramente, la presenza di bambini eterogenei, come accade in natura, può dar luogo a situazioni in cui, chi è più forte, cerca di prevaricare chi è più debole, soprattutto in luoghi non sottoposti al controllo del personale scolastico o in presenza di insegnanti poco qualificati, soprattutto sul tema del bullismo.

Così come abbiamo detto per i bulli, anche per le vittime esistono dei segnali che ci permettono di individuare i bambini più a rischio, quelli che possono essere più facilmente presi di mira dai bulli.

Page 35: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

35

Si tratta perlopiù di comportamenti che di per sé non dovrebbero destare preoccupazione, anche se alcuni di essi non sono propriamente consoni all’ambiente scolastico. La situazione può però cambiare quando in classe sono presenti bulli.

A volte questi atteggiamenti possono risultare fastidiosi ed irritanti agli altri: il bambino fa la spia, interrompe continuamente la lezione.

Altre possono essere fastidiosi anche se non nuocciono direttamente agli altri: il bambino parla con voce lagnosa.

Alcuni comportamenti comunicano ai prepotenti che il bambino non protesta di fronte alle prevaricazioni: è timido, si imbarazza facilmente, abbassa la testa quando gli si rivolge la parola.

A volte questi comportamenti sono totalmente leciti ma irritano i bambini più prepotenti come il bullo: è il primo della classe, è molto gentile, piace agli insegnanti o alle ragazzine, si veste in un determinato modo, oppure è grasso, magro, basso, troppo alto, straniero, disabile etc.

Questi comportamenti possono essere dei segnali che se letti con attenzione possono rivelare possibili vittime di bullismo ed pianificare interventi preventivi e tempestivi.

Di seguito segnaliamo alcuni indicatori che possono determinare lo status di vittima.

L’alunno:

È molto timido È molto pauroso È impacciato È fisicamente impacciato Diventa facilmente rosso Si imbarazza facilmente Si imbarazza con il sesso opposto Non guarda negli occhi Abbassa lo sguardo se viene fissato Balbetta quando parla Parla a bassa voce Ha una bassa autostima Evita di mettersi in mostra Parla con voce lagnosa È eccessivamente cauto È pusillanime È ansioso È impulsivo Tende a mettersi eccessivamente in mostra Fa la spia È logorroico Tende a vantarsi dei suoi risultati scolastici Tende a mostrarsi superiore agli altri.

Come abbiamo già detto per gli indicatori del bullo, è bene precisare che queste caratteristiche caratteriali o condotte sono indicative e non determinano per forza di cose lo status di vittima. Un bambino può tenere molti di questi comportamenti ma risultare simpatico agli altri ed essere stimato o lasciato in pace.

Page 36: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

36

È, comunque, importante tenere sotto controllo la situazione, così da poter intervenire tempestivamente ai primi segnali di rischio, così che non possano degenerare e diventare bullismo “conclamato”.

Bullismo conseguenze da adulti

Vittime e bulli da adulti avranno una vita facile?

Le prepotenze subite dalla vittima a scuola avranno ripercussioni sulla sua vita futura?

E il bullo? Il suo comportamento avrà conseguenze sul suo futuro?

Quando insegnanti, dirigenti scolastici e tutti gli operatori in generale, si trovano di fronte ad una situazione di bullismo, dovrebbero prendere in considerazione un fattore molto importante: le conseguenze psicologiche che minano la vita adulta di vittime e bulli.

Questo disinteresse o incapacità di affrontare il problema può avere dei risvolti particolarmente gravi negli anni a venire. Sia la vittima che il bullo possono trovarsi ad avere un futuro costellato di difficoltà, seppur in modi diversi.

La vittima da grande:

Le conseguenze psicologiche del bullismo sulla vittima possono essere molto serie e possono manifestarsi fino in età adulta inoltrata; a volte le ripercussioni si possono protrarre lungo tutto l’arco della vita. Molte funzioni possono essere compromesse: la stabilità psichica, il carattere, la personalità, i rapporti affettivi, i rapporti relazionali. Le vittime possono mostrare scarsa autostima, ansia, insicurezza. Sono maggiormente esposte a rischio depressione e fallimenti lavorativi e sentimentali. Possono avere attacchi di panico. A volte, i fallimenti nella vita, associati ad una già fragile personalità ed ai traumi subiti, possono favorire istinti suicidi.

Il bullo da grande:

Molto diverse sono le conseguenze sul bullo. Alcuni studi evidenziano come alcuni bulli possano da grandi finire nelle maglie della criminalità, ma si tratta perlopiù del bullo freddo, di quello ansioso e agitato e di quello aggressivo. Queste tipologie di bullo possono commettere errori a causa delle loro personalità che vanno dall’impulsività, all’indifferenza sociale, all’aggressività, e per soddisfare i propri interessi possono agire illegalmente.

Diverso è il discorso per il bullo leader, il quale tende a realizzarsi soprattutto per quanto riguarda il lavoro e la vita sociale, e spesso può arrivare a ricoprire ruoli di rilievo o posti di comando.

Un futuro mediocre, se non infausto ha buone possibilità di trovarlo l’emarginato violento, il quale, qualora non finisse dedito all’alcool o alle droghe, o qualora non finisse nella spirale dell’emarginazione o delle criminalità, avrà quasi certamente una vita poco più che mediocre.

Quando parliamo di bullismo siamo portati a pensare all’immediato, ci preoccupiamo dello stato d’animo della vittima in quel momento, ci preoccupiamo del comportamento del bullo in quel momento, ma non teniamo conto del futuro, del fatto che quello che sta accadendo in quel momento potrà ripercuotersi severamente sul futuro di molti: vittima, bullo e anche altri protagonisti.

Nessun bambino dovrebbe subire prepotenze a scuola e nessun bambino dovrebbe diventare un adulto insicuro e problematico a causa di quelle prepotenze subite a scuola. Gli insegnanti, la scuola, le istituzioni devono ritenersi responsabili di quello che accade a scuola, dei disagi che vive la vittima, delle conseguenze che forse si porterà dietro per tutto il resto della vita.

Page 37: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

37

Nessuno può ritenersi sollevato da responsabilità, nessuno può giustificare la propria negligenza di fronte al problema e soprattutto alla mancata difesa della vittima. Nessun bullo può essere giustificato, nessuna vittima può essere colpevolizzata.

E se c’è una sola possibilità di cambiare il futuro di questi ragazzi, bisogna sfruttarla fino in fondo.

Bullismo scuola infanzia - Troppo spesso sottovalutato

A dispetto di quanto si possa pensare, il bullismo incomincia già nella scuola dell’infanzia. In realtà la vera prevenzione dovrebbe iniziare proprio da lì, ma spesso sono proprio insegnanti e genitori a sottovalutare il problema liquidandolo come semplici liti tra bambini.

Eppure, proprio nella scuola dell’infanzia, basterebbero pochi accorgimenti, che, se anche apparentemente potrebbero sembrare inutili, possono invece dimostrarsi molto rilevanti per la prevenzione nella scuola primaria e in quelle successive.

Non va dimenticato che correggere i comportamenti negativi di un preadolescente è un’impresa ardua, a differenza degli interventi che si possono effettuare con i bambini della scuola dell’infanzia.

Il bullismo nella scuola dell’infanzia è sostanzialmente diverso rispetto alle classi di grado superiore. Innanzitutto risulta più difficile identificare le differenze tra i vari tipi di bulli e vittime, inoltre le tipologie di bullismo sono ridotte: si tratta per lo più di prepotenze e atti di emarginazione. Inoltre non sempre il bullo o la bulla prende di mira la stessa vittima. I maschi tendono più ad atti di prevaricazione attraverso la presa di possesso di oggetti, giocattoli o del territorio: giostrine, posto a sedere, altri luoghi. Le femminucce invece tendono soprattutto ad emarginare, a creare gruppetti e a escludere le altre bambine o qualche bambina in particolare.

Naturalmente questo non significa che le femminucce non possano essere violente o i maschi non possano fare gruppo ed escludere gli altri bambini.

Ma anche se il bullismo alla scuola dell’infanzia presenta delle differenze, alcune dinamiche sono quelle classiche, come la presenza del capobranco (il bullo o la bulla) ed il branco. Il bullo è a capo del suo gruppetto e dirige i giochi, gli altri eseguono gli ordini e lo spalleggiano.

Spesso i gruppetti non durano molto poiché a questa età i rapporti sono ancora fragili e molti gruppetti e amicizie si sfasciano con la stessa rapidità con cui si creano, per poi ricostituirsi. Uno dei primi segnali è sicuramente la costituzione di un duo o un trio molto affiatato, ma caratterizzato da uno dei bambini che è carismatico e preponderante sugli altri. Prende la quasi totalità delle decisioni, ma soprattutto decide chi può far parte o meno del loro gruppetto. Inoltre già a questa età si possono riscontrare bambini che si comportano da gregari idolatri, bambini che tendono, cioè, a compiacere continuamente il bambino carismatico, soddisfacendo le sue richieste,

Page 38: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

38

attuando anche comportamenti negativi, come potrebbe essere il fare la spia, pur di ricevere l’approvazione dell’amichetto carismatico.

È molto importante in questa fase prestare attenzione alle dinamiche relazionali che si instaurano tra i bambini; bastano due episodi in cui un bambino strappa un giocattolo dalle mani di un altro bimbo con prepotenza, o di bambine che si uniscono in gruppetti escludendo altre compagne, per incominciare a tenere la situazione sott’occhio e valutare la possibilità di qualche intervento.

Come vedremo in seguito, la separazione bullo – branco, non forzata, ma attraverso attività di gioco; piccoli gruppi stabiliti dagli insegnanti, e soprattutto spiegare ai bambini i comportamenti sbagliati sul nascere e nell’immediato in cui avvengono, possono fare la differenza.

Attenzione, spesso di fronte a queste situazioni alcuni “operatori” ritengono che bisogna lasciare i bambini liberi, fargli vivere le proprie esperienze, lasciare che se la sbrighino da soli, così che abbiano occasioni per maturare.

Come è stato ampiamente dimostrato dalla maggior parte degli studi a riguardo, il bullismo non ha niente a che vedere con le zuffe innocue che favoriscono la crescita e la maturazione di un bambino, e quando in classe si verificano episodi di bullismo, nessun bambino ne trae vantaggio o matura, ma la situazione tende ad inasprirsi sempre di più, sia per il bullo e il branco, sia per la vittima o i bambini più deboli.

Le liti tra bambini, quelle che insegnano a crescere, si distinguono nettamente dal bullismo, innanzitutto sono episodiche e sono accompagnate quasi sempre da: con te non ci gioco più, non ti voglio bene più etc.! Di solito il bisticcio dura poco e i bambini ritornano a giocare tra di loro come prima. Inoltre nei litigi “sani” non ci soni né vinti né vincitori. Nel bullismo, invece, il bullo ne esce vincitore, la vittima sconfitta. Così come l’esclusione non è isolata, ma è continua nel tempo. I gruppetti restano chiusi, così come le prepotenze non sono limitate ad un solo episodio.

Dobbiamo sottolineare che a volte il “bullo” potrebbe ancora non aver preso coscienza delle proprie potenzialità di leader negativo, si tratta cioè di un bambino carismatico che attira le simpatie degli altri bimbi, senza che per questo sia prepotente o selettivo. Purtroppo però, soprattutto a questa età, la linea di demarcazione tra la correttezza e la scorrettezza è sottile e fragile. Il bambino carismatico, che ha un forte ascendente sui compagni, a lungo andare potrebbe rendersi conto di poter gestire gli altri a suo piacimento.

La presa di coscienza di avere potere sugli altri, vedere che gli altri sono sempre disponibili ad ascoltarlo, a soddisfare le sue richieste, anche quelle meno morali, può innescare un meccanismo critico, dove un bambino, di norma buono, si trasforma in un leader negativo, in un bambino viziato che pretende vengano soddisfatte tutte le sue pretese, anche a costo di utilizzare mezzi scorretti.

Bullismo occasionale - Episodi di prepotenza occasionale

Spesso si parla di bullismo anche quando si tratta di episodi di prepotenza occasionali. Per comodità lo chiameremo, impropriamente, Bullismo occasionale, ma in realtà con il bullismo c’entra ben poco.

Con il termine di Bullismo occasionale intendiamo episodi di prepotenza che accadono in un determinato momento e in un determinato luogo, ma che restano circoscritti a quel determinato momento e non si ripetono più, o almeno non si ripetono con continuità.

Quando ascoltiamo i telegiornali o leggiamo titoli sui giornali inerenti al bullismo, dobbiamo sapere che il più delle volte non si tratta di bullismo, ma di delinquenza minorile o episodi di prepotenza occasionali (bullismo occasionale).

Si tratta perlopiù di condotte prevaricanti che non si ripetono nel tempo, ma sono fatti casuali, come potrebbe essere il caso di una ragazza che passeggia nel parco e viene infastidita da

Page 39: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

39

ragazzi che non conosce; oppure un ragazzino che per strada incontra dei ragazzi più grandi che lo prendono in giro o lo prendono a spintoni. Diverso è il discorso se quel ragazzino passa di lì ogni giorno e ogni giorno incontra quei ragazzi che lo infastidiscono o se viene infastidito tutte le volte che li incontra, in quel caso si tratta di bullismo.

A volte però, utilizzare il termine bullismo è fuori luogo, come per esempio nel caso di atti gravissimi come stupri attuati da un branco ai danni di ragazze coetanee o più piccole. A volte vengono definiti, erroneamente, bulli soggetti maggiorenni che compiono atti di prepotenza o condotte illegali.

Quando parliamo di Bullismo occasionale ci riferiamo ad un atto di prepotenza perpetrato da un ragazzo più forte sul piano psico-fisico ai danni di un altro ragazzo. Ma si tratta di un episodio di prepotenza isolato, cioè che avviene un sola volta, senza continuità. Può verificarsi per una lite occorsa in quel momento; può avvenire tra ragazzi che non si conoscono o tra ragazzi che si conoscono ma che non hanno mai avuto conflitti prima. Ma le prepotenze o gli atti di violenza non hanno conseguenze, cioè non sono atti che si ripetono nel futuro, almeno non in un tempo breve e non con una certa regolarità.

Come abbiamo già visto, infatti, perché si possa parlare di bullismo c’è bisogno che gli episodi di prepotenza si protraggano nel tempo, con continuità e che gli episodi abbiano sempre gli stessi protagonisti: bullo e vittima.

Negli altri casi possiamo parlare, impropriamente, di bullismo occasionale.

Può accadere durante una partita di pallone tra ragazzi, o nei giochi in cortile, dove il bullo occasionale se la prenda, senza apparente motivo o per un motivo futile, con uno dei ragazzi più deboli: prese in giro, calunnie, spintoni, botte; ma resta un episodio a sé, senza che diventi una consuetudine.

Questo, però, non vuol che l’episodio, essendo isolato, non procuri disagi alla vittima. Subire violenze, sottostare a forti prevaricazioni, lascia sempre un segno profondo nelle persone, fino a provocare gravi traumi. Ma anche solo un ricordo negativo può ripercuotersi sulla psiche di un individuo per buona parte della sua vita a venire.

Si tende a pensare che con il tempo si possa dimenticare, ma non è così, possiamo riporre il ricordo in qualche luogo remoto della nostra mente, non pensarci, credere di avere dimenticato, ma quel ricordo è lì, ha già segnato la nostra psiche, ha già assestato un duro colpo alla nostra autostima, e continuerà a venire a galla ogni volta che siamo messi alla prova, che siamo sotto stress, che viviamo un brutto momento, a ricordarci l’ingiustizia che abbiamo subito.

Bullismo femminile

Page 40: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

40

Al contrario di quanto molti affermino, il bullismo femminile non è esente da violenza fisica.

Sicuramente le prevaricazioni al femminile sono in prevalenza di stampo psicologico, ma le ragazze sanno essere molto violente, e lo fanno attraverso tirate di capelli, graffi, sputi, schiaffi, calci e spintoni. Si tratta soprattutto di alcune tipologie di ragazze appartenenti a determinate categorie sociali e comportamentali.

Il bullismo psicologico si manifesta per lo più con prese in giro, isolamento, calunnia, diffamazione e derisione. Una delle caratteristiche più bieche del bullismo femminile è sicuramente quella di rimarcare, fino ad ingigantire o inventare, difetti della persona presa di mira. Ma anche posizioni sociali ed economiche, il modo di essere, i comportamenti, il modo di vestirsi, sono oggetto di critiche e derisioni. Spesso questo atteggiamento non viene attuato con modi esplicitamente cattivi, ma con toni innocenti, affettati, che celano malignità e sarcasmo, quasi che la bulla e il branco fossero preoccupati della situazione e della condizione della vittima. Spesso le prevaricazioni sono così sottili da essere quasi impercettibili, se non per la vittima: sorrisi complici, sguardi ammiccanti o di disapprovazione tra i membri del branco in sua presenza, ma anche sguardi di disapprovazione, sguardi indecifrabili o sorrisi sarcastici diretti a lei. Purtroppo dobbiamo sottolineare che molto spesso questo tipo di bullismo non desta particolare preoccupazione nel gruppo insegnanti, i quali tendono a sminuire la pericolosità di tali condotte, affermando che in realtà non si tratterebbe di bullismo, o come abbiamo già sottolineato più volte, tendono a sminuire i comportamenti del bullo accusando la vittima di essere provocatrice.

Il branco femminile è in genere più piccolo di quello maschile. A differenza del bullo, la “bulla” non vuole che il branco si allarghi a troppi elementi, inoltre, non è alla continua ricerca del supporto degli spettatori come accade per il bullo che deve sempre dimostrare la sua superiorità, soprattutto fisica, cercando il consenso di testimoni e sostenitori; la bulla agisce soprattutto nel sommerso, con atti talvolta molto subdoli. Inoltre nella maggior parte dei casi la bulla limita la vera amicizia ad una sola ragazza del branco, e non è raro che, in loro assenza, spettegoli anche su altre componenti del branco, quelle meno forti sul piano sociale e caratteriale.

Tra le motivazioni più forti che spingono a prevaricare le compagne c’è sicuramente quella della ricerca della leadership ma, in cima alle cause c’è “l’invidia”. Un sentimento di odio e rabbia che può scaturire da qualunque pretesto, ed è così che la ragazza più bella, quella con il miglior rendimento scolastico, quella che suscita le simpatie di compagni ed insegnanti, quella più gettonata dai maschi, viene presa di mira diventando oggetto delle prevaricazioni.

Ma la bulla sa essere furba, scaltra, falsa, e sa anche accattivarsi gli insegnanti. Uno delle circostanze più spiacevoli a cui spesso si può assistere è quella dell’insegnante che chiede alla bulla di essere gentile con la vittima e di coinvolgerla nelle attività e nel gruppo. Questo dimostra che l’insegnante comprende la situazione di un’alunna emarginata dal gruppo classe, ma non ne comprende lo status di vittima, e pensando alla bulla come una leader positiva chiede a lei di aiutare la vittima. Ma al contrario di quanto si possa pensare, la bulla si dimostra molto disponibile, in molti casi la più disponibile di tutti i ragazzi della classe, ma questo non avviene per altruismo ma per dimostrarsi accondiscendente con gli insegnanti . Ma quella che potrebbe sembrare una soluzione geniale si ritorce invece contro la vittima, primo perché la situazione dura poco, e la vittima passa da un momento in cui spera di essere finalmente coinvolta nel gruppo classe, a quello immediatamente dopo, in cui ritorna di nuovo ad essere emarginata. Secondo fattore è quello che spesso la bulla utilizza quel momento di finto aiuto per prevaricare ulteriormente la vittima, avendo l’approvazione dell’insegnante. Questo vuol dire che se la vittima denunciasse le prepotenze gli insegnanti la taccerebbero di essere ingrata. Quella di lavorare sull’amicizia tra bulla e vittima può essere un metodo da utilizzare, ma non improvvisando, ma attraverso un piano ben studiato.

La bulla e il branco tendono a prendersela con compagne di classe e soprattutto con ragazzine più piccole. Difficilmente se la prendono con compagne più grandi, salvo i casi in cui la vittima è un soggetto emarginato anche nel suo contesto. Le bulle come i bulli tendono a stringere amicizia con le bulle di altre classi, anche inferiori o superiori, questo non significa che condividano interessi o attività, ma è un modo per marcare il territorio, un modo per affermare lo status di leader.

Page 41: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

41

Molto comuni sono i comportamenti di emulazione degli adulti. Le bulle e il branco si atteggiano a ragazze più grandi, fumano, bevono, si vestono da adulte, a volte indossano abiti provocanti. Spesso i genitori delle vittime proibiscono alle figlie di vestirsi in allo stesso modo, e questo accresce il divario tra il branco e le vittime, soprattutto laddove le vittima presentano una scarsissima autostima.

Diverso è il comportamento di bulle provenienti da quartieri popolari disagiati o da famiglie problematiche, in questi casi le dinamiche si sviluppano in modo assai diverso. Le bulle sono molto violente, non sono accettate dagli insegnanti, anzi spesso anche gli insegnanti sono bersaglio dei loro comportamenti negativi. In questi casi i branchi sono ancora più piccoli, sono limitati a due massimo tre soggetti bulla compresa. Hanno comportamenti antisociali al limite della legalità, se non illegali. Le bulle sono a rischio, possono finire in brutti giri; fare uso di droghe e alcool, macchiarsi di piccolo atti criminali quali furti, atti vandalici, vere e proprie aggressioni.

Cyberbullismo (legge 71/2017)

Negli ultimi anni la tecnologia ha inciso profondamente sul nostro stile di vita, apportando continui e drastici mutamenti nel nostro modo di vivere. L’uso della tecnologia, dei nuovi mezzi di comunicazione, di internet, hanno mutato soprattutto le modalità di relazione tra gli individui.

Oggi interagiamo sempre di più attraverso i social, attraverso il PC e telefoni cellulari sempre più innovativi. Questo ha prodotto delle evoluzioni anche nei fenomeni negativi come il bullismo, che si è ramificato in un fenomeno nuovo: il cyberbullismo.

Si tratta di una ramificazione indipendente, che procede per conto suo, poiché le dinamiche, se pur apparentemente simili, presentano significative differenze.

Ma il cyberbullismo è il nuovo bullismo, il bullismo del futuro: Al momento risulta ancora contenuto rispetto al bullismo tradizionale, ma è in forte crescita, e le probabilità che in un tempo non molto lontano supererà il bullismo tradizionale sono molto alte, se non altro in previsione di un futuro dove i rapporti interpersonali diretti saranno sostituiti sempre di più da quelli virtuali.

È bene chiarire subito che insegnanti e dirigenti scolastici possono fare ben poco, almeno sul piano pratico, dove purtroppo risultano essere impotenti. Mentre possono fare molto sul lato teorico informando gli alunni: che cosa è, quali sono le conseguenze e a cosa si va incontro. Parlarne con i diretti interessati quando si conoscono, avvertire i genitori di bulli, vittime e tutti i protagonisti. Ma oltre questo il ruolo dell’insegnante resta marginale e la cautela è sempre d’obbligo: non sempre è ben accettato che l’insegnante si interessi della vita privata degli alunni.

Dobbiamo sottolineare però che purtroppo senza interventi diretti il bullismo non si può affrontare e tutti i progetti che si possono fare a scuola il più delle volte si riducono meri palliativi.

Page 42: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

42

Ma che cosa è esattamente il cyberbullismo?

Si tratta di molestie, prevaricazioni e maltrattamenti effettuati attraverso l’utilizzo di tutto ciò che è tecnologico: Smartphone, Pc, tablet, attraverso sms, telefonate, squilli, whatsap, gruppi, social, blog, chat, e-mail. Il tutto con lo scopo di recare danno ad una persona: la vittima. Come nel bullismo tradizionale, i cyberbulli commettono gesti intenzionali, per ferire, offendere e recare danno alla persona presa di mira.

Per cyberbullismo possiamo intendere tutto ciò che offende, spaventa, minaccia attraverso:

Telefonate anonime, insulti, offese, volgarità. Sms, mms, whatsap offensivi, volgari, con foto porno, foto della vittima. E-mail offensive, volgari, con foto porno, con foto della vittima

Diffusione pettegolezzi sulla vittima, attraverso le mail, gli sms, le telefonate, sui social, sui gruppi.

Diffusione notizie false della vittima

Derisione: il cyberbullo deride, prende in giro, scredita, ironizza, mette in imbarazzo la vittima sui social, sui forum, nei gruppi.

Diffusione immagini o video riguardanti la vittima, speso video imbarazzanti, offensivi, privati, in momenti di intimità.

Diffusione di video e foto false, in genere video e foto montaggi della vittima. Rendere pubblico materiale, confidenze, notizie, video o immagini che il cyberbullo si è

fatto dare alla vittima dopo aver carpito la sua fiducia, a volte si tratta di una persona che già possiede la fiducia della vittima. Può capitare che la vittima diventi protagonista ignara di qualcosa di imbarazzante e quando si accorge di essere vittima il fatto ha già preso dimensioni immani.

Minacce virtuali attraverso i social, le minacce restano in rete non si estendono alla vita reale.

Minacce reali: il cyberbullo minaccia la vittima di incontrarla e aggredirla, malmenarla o altro.

Furto di identità. Il cyberbullo crea un falso profilo della vittima o si appropria di quello originale e o utilizza in maniera bieca: manda e-mail a nome suo, pubblica cose non vere, calunnia, offende, minaccia, sempre in nome della vittima. Tutto questo con lo scopo di danneggiare le vittima, farla apparire quello che non è, litigare con altre persone, ma anche metterla nei guai: per esempio il cyberbullo utilizza il falso o reale profilo per offendere insegnanti, dirigenti, genitori di altri ragazzi.

Esclude la vittima dai sociali, dai gruppi, dalle liste di amici, con lo scopo di recarle danno, viene fatto intenzionalmente per ferirla.

Riprende la vittima con videotelefonini in momenti imbarazzanti e pubblica o diffonde il video.

Riprende la vittima mentre subisce aggressioni, violenze, molestie e le pubblica o le diffonde.

Indifferenza volontaria: Facebook, twitter, google + e altri social, vivono di “Mi piace” i famosi “like”, di condivisioni, di commenti. Sembra che oggi tutto ruoti intorno alla visibilità virtuale; si mette like ad una foto pubblicata, ad un video, ad un commento, ad un post, ad una frase, ad una considerazione, oppure si condivide, si commenta, è un modo per dire alla persona che ha pubblicato: bravo, bella, bene, sono d’accordo. È anche un modo per dire: hey io ci sono, mi ricordo di te, leggo spesso quello che pubblichi: ti considero. Fin qui è anche una cosa bella, fredda rispetto ai rapporti diretti di una volta se vogliamo, ma è il futuro. Il problema nasce quando alcune persone vengono deliberatamente ignorate. Qualsiasi cosa pubblichino non ricevono mi piace, commenti, condivisioni, anche se pubblicano foto di sé stessi, o post interessanti. Un esempio: Caio condivide un post e non riceve nemmeno un like o un commento. Dopo qualche giorno o anche dopo un’ora Tizio pubblica lo stesso post e riceve molti like, molti commenti e condivisioni. Ma questa forma di cyberbullismo a differenza delle altre è perfettamente legale, immorale magari, ma lecita e non perseguibile.

Page 43: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

43

Il bullo, il cyberbullo, il molestatore o stalker come si preferisce chiamarlo, agisce quasi sempre in anonimato, anche se si tratta di un anonimato fittizio, perché in rete si può sempre risalire ai titolari di account, purtroppo, però, le informazioni non sono accessibili a tutti, e in genere solo attraverso una denuncia e l’intervento delle forze dell’ordine, nella fattispecie la Polizia Postale o i Carabinieri, è possibile risalire agli autori, se non addirittura con una denuncia alla Procura della Repubblica.

Una possibilità per combattere cyberbulli è quella di esporre reclamo presso webmaster, ma anche qui i risultati potrebbero essere esigui, poiché anche qualora venisse bloccato l’account nulla impedirà al cyberbullo di crearsene un altro fittizio o reale presso un altro webmaster.

Per le molestie telefoniche, invece, non è facile richiedere l’intervento dei gestori. Questo avvantaggia molto il cyberbullo che a differenza del bullismo tradizionale può agire indisturbato e senza testimoni. Ovviamente questo rende anche più difficile l’intervento dei genitori, anche quelli più attenti e presenti, perché non possono intervenire direttamente, non possono parlare con gli insegnanti, non possono essere ricevuti dal dirigente scolastico, non possono parlare con il bullo o con i suoi genitori. Almeno fin quando il cyberbullo non oltrepassa gravemente il confine della legalità.

Inoltre, per quanto possa sembrare logico denunciare alle autorità episodi di cyberbullismo, nella pratica non è così facile. Innanzitutto bisogna valutare quanto siano gravi le molestie, ma soprattutto quanto siano considerate gravi dalle forze dell’ordine.

Dobbiamo entrare nell’ottica che smuovere le forze dell’ordine non è sempre qualcosa di semplice, partiamo dal presupposto che spesso quando non ci sono incidenti gravi le forze dell’ordine non sono stimolate ad intervenire. In Italia purtroppo funziona così: se dei rapinatori entrano in un negozio armati di pistole, svuotano le casse e se ne vanno, il negoziante sporgerà denuncia ma nel 90% dei casi non accadrà nulla. Ma se sparano e uccidono qualcuno immediatamente vengono attivate tutte le procedure, vengono visionate le telecamere presenti, le intercettazioni telefoniche etc. Ecco, questo accade anche per il cyberbullismo, se una ragazza si getta dalla finestra si attiva tutto il meccanismo giudiziario, ma fino a quel punto, molto probabilmente nessun genitore troverà aiuto. Ma anche quando si riescono ad attivare le forze dell’ordine non è tutto così semplice come può sembrare, far partire la macchina della giustizia è qualcosa di molto impegnativo, da tutti i punti di vista: economico, psicologico, del tempo da impiegare, spesso è richiesto l’intervento di un avvocato. Infine nel momento in cui parte la macchina giudiziaria sorgono altri problemi, come gli interrogatori della polizia alla vittima, o la possibilità che la famiglia del bullo faccia una contro denuncia per calunnia o diffamazione.

Molti cyberbulli sono avvezzi alla tecnologia e sono a conoscenza che è davvero difficile risalire a loro, e anche laddove la vittima minacciasse di raccontare le molestie ai genitori o di aver avvertire la polizia postale il cyberbullo potrebbe non intimorirsi perché convinto di non poter essere rintracciato.

Inoltre la rete fornisce informazioni di ogni tipo, anche come muoversi per non farsi beccare.

Ma chi sono i cyberbulli e chi sono le vittime?

I dati riportano le ragazze come vittime preferite dai cyberbulli, vengono prese di mira soprattutto con molestie a sfondo sessuale. Una parte di cyberbulli è composta da ex lasciati o ragazzi rifiutati e utilizzano la rete per vendicarsi infangando la reputazione della ragazza.

Dobbiamo sottolineare che seppure il cyberbullismo viene accostato al bullismo tradizionale, in realtà ci sono differenze molto evidenti. La prima, forse la più importante è che mentre nel bullismo tradizionale la fine delle lezioni, quindi l’abbandono dell’edificio scolastico o l’arrivo a casa, coincide con la fine delle prevaricazioni, il cyberbullismo non ha orari e non ha luoghi: ad ogni ora ed in ogni luogo possono verificarsi episodi di bullismo. Le molestie possono arrivare in qualsiasi momento della giornata, anche di notte.

Page 44: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

44

La vittima può essere molestata continuamente senza che possa difendersi o interrompere le angherie. Salvo spegnere o scollegarsi dalle attività: chat, social, sms, whatsap, etc.! Ma mentre in alcuni casi si può bloccare l’utente che ci infastidisce, come per esempio nei social, diventa più difficile per telefonate, e-mail o sms.

Una altra delle differenze che è che rispetto al bullismo tradizionale il cyberbullismo non comporta forme di violenza fisica poiché viene effettuato attraverso gli strumenti tecnologici, ma ciò non toglie che il cyberbullo potrebbe inasprire la propria condotta ed incominciare ad attivare comportamenti pericolosi per la vittima.

A differenza di quanto molti pensano, il cyberbullo che agisce in anonimato, non coincide quasi mai con il bullo tradizionale. Il bullo tradizionale è un leader, ha bisogno di spettatori, ha bisogno che gli altri sappiano che è lui quello forte, non si nasconde. Se utilizzai social lo fa apertamente. Mentre l’anonimato è più una forma di prevaricazione utilizzata da chi non vuole apparire, di chi ha paura, o di chi è solito agire in modo subdolo.

Ciò non toglie che il bullo tradizionale possa utilizzare la rete per emarginare la vittima, prenderla in giro, ma in genere lo fa quasi sempre apertamente, senza agire in anonimato, almeno che l’odio non sia così profondo da desiderare davvero il male della vittima attraverso atti diffamatori etc.!

Paradossalmente lo stesso bullo potrebbe essere preso di mira, forse da una delle sue vittime che non ha il coraggio di reagire o di affrontarlo nella vita reale.

L’anonimato, muovere i fili di nascosto, dà il coraggio di fare cose che non si farebbero nella vita reale. Spesso è proprio lo status di persona debole, di chi gode di poca visibilità o considerazione nella vita reale che può trasformare una persona innocua in cyberbullo, magari per vendicarsi di un bullo, di un ragazzo o un ragazza da cui è stato/a rifiutato/a, di una persona che gli ha fatto uno sgarro, o semplicemente una persona antipatica che non sarebbe possibile molestare nella vita reale perché ci sarebbero ripercussioni, mentre in rete, dove nessuno sa che sei, nessuno può risalire a te, è più facile agire. La rete garantisce anonimato, e l’anonimato sviluppa delle dinamiche che rendono le persone più disinibite, e le spingono ad avere anche condotte illegali o immorali.

Non è irreale scoprire che il cyberbullo, che pensiamo possa essere una persona che ci odia, possa invece essere invece un amico invidioso, qualcuno che si spaccia per amico nella vita reale ma che in fondo cova rabbia, gelosia, invidia, e si nasconde dietro rete, dietro una falsa identità per dare sfogo alle proprie frustrazioni. Questo meccanismo che in apparenza può sembrare poco corretto è in realtà qualcosa di molto complesso e ambiguo: il cyberbullo sviluppa un comportamento meschino, dove nella realtà fa finta di esser amico, nel virtuale dà sfogo alla parte peggio di sé.

Un altro fattore molto grave è il fatto che in rete alcune dinamiche si inaspriscono. Un chiaro esempio viene dato da quelle situazioni in cui un bullo deride o terrorizza un compagno e gli altri invece di indignarsi guardano, ridono, filmano e fanno il tifo. E bene questo atteggiamento in rete può inasprirsi, perché la persona che, invece di indignarsi di fronte ad un video o una foto di un compagno, o commenti denigratori verso una compagna, condivide, mette mi piace e contribuisce alla diffusione di materiale che offende, denigra, ferisce la vittima. Accade così, a differenza del bullismo tradizionale, che è limitato ad una classe o una scuola, nel cyberbullismo una foto, un’informazione, una calunnia arrivi a migliaia di persone, attraverso sms, condivisioni etc., tutto questo prima che la vittima riesca a fare qualcosa per fermare la macchina che si è messa in moto.

Page 45: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

45

Bullismo degenerato

Come abbiamo già spiegato nella definizione di bullismo, perché si possa parlare di bullismo è necessario che gli atti di prevaricazioni non siano estremamente violenti e gravi, che non infrangano la legge.

Se le prevaricazioni sfociano in gravi atti di violenza non possiamo più parlare di bullismo, ma di atti criminali.

Dobbiamo però chiarire un concetto, bullismo e atti criminali non sono strettamente connessi tra loro, possono avere una correlazione, ma sono due fenomeni diversi.Bullismo e atti criminali hanno la stessa connessione che hanno le molestie sessuali e lo stupro: un uomo potrebbe rivolgere continuamente apprezzamenti volgari a sfondo sessuale ad una collega di lavoro senza mai arrivare a violentarla. Questa condotta rientra a pieno titolo nelle molestie sessuali, e se pur gravi, non possono essere definite stupro. Lo stesso uomo, invece, potrebbe violentare la collega senza averla mai molestata. Ma potrebbe anche violentare la collega dopo averla molestata per anni, a questo però punto non si tratterebbe più di molestie sessuali ma di stupro. Questo concetto vale anche per il bullismo: un ragazzo può prevaricare un compagno di scuola per anni senza mai mandarlo in ospedale, oppure potrebbe mandarlo in ospedale senza averlo mai prevaricato, fino a quando si tratta di prevaricazioni, molestie, spintoni, minacce, piccole violenze fisiche, parliamo di bullismo, ma quando questi comportamenti degenerano in qualcosa di molto più grave non possiamo più parlare di bullismo ma dobbiamo parlare di delinquenza o atti criminali.

Nella scuola la casistica degli atti di bullismo che si tramutano in veri e propri atti criminali è bassissima e quando accade vengono immediatamente riportati dai mass media. Quando un caso di bullismo da semplici prevaricazioni si trasforma in veri e propri atti criminali allora possiamo definirlo “bullismo degenerato”.

Bullismo mass media

Spesso i mass media trattano l’argomento bullismo, ma quante volte si tratta davvero di bullismo? E quante invece è solo la ricerca di uno scoop?

Page 46: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

46

Ragazzi incendiano l’auto di un professore Branco pesta ragazzo: è grave Alunni allagano la scuola Ragazzina violentata dai compagni.

Spesso questi titoli inneggiano al bullismo, ma è si tratta realmente di bullismo?

No! Nella maniera più assoluta! Questi casi non si possono annoverare tra le vicende di bullismo, ma bensì di microcriminalità, teppismo, vandalismo. Inoltre spesso si tratta di episodi isolati che vengono presi in considerazione dai mass-media perché suscitano scalpore e fanno notizia e non hanno continuità nel tempo come accade nel bullismo.

Come abbiamo già detto perché si possa parlare di bullismo ci sono cinque condizioni imprescindibili:

1. Ci sia un soggetto più forte, il bullo, che reca danno ad un soggetto più debole, in maniera diretta o indiretta.

2. Ci sia un soggetto più debole, la vittima, che subisce le prevaricazioni da un soggetto più forte.

3. Che i soggetti, bullo e vittima, siano sempre gli stessi (mentre possono variare gli altri protagonisti)

4. Che le azioni di prevaricazione si protraggano nel tempo.

5. Che le prevaricazioni non vengano compiute con estrema violenza.

Il bullismo non è fatto di azioni molto violente, ma di piccole prevaricazioni che si protraggono nel tempo. A volte può capitare che una situazione di bullismo possa degenerare e provocare qualcosa di ben più grave, ma in quel preciso istante dobbiamo smettere di chiamarlo “bullismo” e definirlo con il nome più appropriato.

Un esempio possiamo prenderlo dalla differenza che passa tra le molestie sessuali e lo stupro, cioè: un uomo potrebbe rivolgere continuamente apprezzamenti volgari a sfondo sessuale ad una collega di lavorosenza mai arrivare a violentarla. Questa condotta rientra a pieno titolo nelle molestie sessuali, e se pur gravi, non possono essere definite stupro. Lo stesso uomo, invece, potrebbe violentare la collega senza averla mai molestata. O ancora potrebbe arrivare a violentare la collega dopo averla molestata per anni, a questo però punto non si tratterebbe più di molestie sessuali ma di stupro. Lo stesso dicasi per il bullismo: un ragazzo può prevaricare un compagno di scuola per anni senza mai mandarlo in ospedale, oppure potrebbe mandarlo in ospedale senza averlo mai prevaricato, fino a quando si tratta di prevaricazioni, molestie, spintoni, minacce, piccole violenze fisiche, allora parliamo di bullismo, ma quando questi comportamenti degenerano in qualcosa di molto più grave si esce dal bullismo e si entra nella criminalità o delinquenza, o bullismo degenerato.

Teniamo a precisare, però, che sebbene il bullismo non sia molto violento, questo fattore non esula il bullo da responsabilità, anzi, se pur non violente, le prevaricazioni che attua nei confronti della vittima, spesso provocano conseguenze superiori alle violenze fisiche, e lasciano traumi che la vittima difficilmente riuscirà a superare senza un valido sostegno.

Oggi il bullismo è un argomento di moda e se ne parla molto. Ma purtroppo quando viene affrontato l’argomento dai mass-media, il più delle volte vengono invitati a dibattere sulla questione personaggi, spesso famosi, che niente hanno a che vedere con il bullismo, “esperti” che anche laddove presentino qualifiche specifiche, salta subito all’occhio, almeno per chi è del campo, che non hanno mai nemmeno letto un libro sul bullismo, ma solo sentito qualche notizia di qua e di là o letto qualche informazione su internet.

In Italia ci sono molte persone autorevoli per parlare di questo argomento, ma invece i mass-media invitano personaggi che fanno audience: opinionista, giornalista, lo psichiatra o lo psicoterapeuta

Page 47: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

47

che non conoscono il bullismo, a volte addirittura il criminologo e infine il solito vip dello spettacolo o dello sport. Così ascoltiamo i soliti luoghi comuni, i soliti giudizi errati, i soliti consigli pericolosi e la solita demagogia che tanto piace all’autitel.

Ma perché non invitare un esperto in materia?

Perché se parlasse un vero esperto di bullismo spiegherebbe che le azioni molto violente che commettono alcuni ragazzi, per le quali vengono pubblicati titoloni sui giornali, non hanno a che fare con il bullismo, ma questo sarebbe un chiaro rischio per gli ascolti.

È chiaro che i mass media fanno il loro lavoro, e probabilmente, scrivere o parlare di un bambino che ogni giorno denigra un compagno non fa audience come invece fa il pestaggio, l’omicidio o il suicidio. Questo però crea confusione e l’opinione pubblica è convinta che bullismo equivalga a criminalità.

Ma ai mass-media possiamo perdonare questi peccati di venia, diventa grave invece, quando ad attingere informazioni da internet, da settimanali di cronaca e anche dai mass-media, sian organi istituzionali, come la politica, i dirigenti scolastici che troppo spesso asseriscono con non poca superficialità che nella propria scuola non c’è bullismo, insegnanti e tutti gli operatori socio-psico-sanitari.

Il bullismo aiuta a crescere

Una delle affermazioni da caserma o da osteria di porto che a volte capita di sentire sul bullismo, è che il bullismo fa diventare uomini: vale a dire che il bambino deve imparare a risolvere da solo le beghe che lo riguardano.

Fino a che questa tesi viene espressa da un inesperto possiamo va anche bene, ma è grave quando ad esprimere il concetto è un educatore o un rappresentante delle istituzioni.

Ma davvero il bullismo fa bene?

Assolutamente No. Tale considerazione nasce dall’idea che i bambini imparino anche dalle difficoltà, dai momenti di incontro-scontro, dal confronto, anche forte, che hanno con gli altri bambini. Ma tutto questo fa parte di quelli che possiamo annoverare tra i normali contrasti tra bambini: le zuffe occasionali tra due bambini mentre stanno giocando a calcio, incomprensioni in classe, reciproche prese in giro. Il bullismo non rientra nei normali contrasti tra i bambini o ragazzi.

Per comprendere meglio possiamo farlo analizzando le fasi obbligatorie della crescita: per ogni età corrispondono determinate fasi che l’individuo dovrà affrontare lungo tutto il corso della vita, a partire dall’asilo, passando dalle scuole elementari e medie, gli esami di maturità, l’università, il lavoro. Sono tutti eventi che in qualche modo creano disagio nell’individuo, disagi che però sono

Page 48: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

48

consoni all’età. Sono momenti che fanno parte della vita, dai quali il bambino/a, il ragazzo/ e infine l’uomo/donna non dovrebbero esimersi.

A queste fasi si aggiungono piccoli grandi problemi quotidiani che il bambino deve affrontare:

A 2-3 anni quando il bambino incomincia ad andare alla scuola dell’infanzia vive un momento di separazione dai genitori (anche se, incomprensibilmente, la scuola dell’infanzia non è obbligatoria) poi ci sono i litigi con i compagni, i capricci, lo svegliarsi presto la mattina.

A 6 anni incomincerà la scuola primaria, distacco dalla maestra dell’asilo, nuove regole, stare seduti la maggior parte del tempo, i compiti a casa.

Poi alle scuole medie, le interrogazioni, e, inevitabilmente, i terrificanti esami di terza media.

Sono le tappe della vita, sono fatte di doveri a volte difficili da accettare: lo studio, le interrogazioni, le regole da seguire, i rimproveri dei genitori e degli insegnanti, i litigi con i coetanei, i disagi dell’adolescenza, i brutti voti, la paura delle interrogazione, gli esami. Durante queste tappe l’individuo cresce, impara e si confronta, impara ad accettarsi e ad accettare l’altro, a comprendere l’importanza delle regole.

Queste sono i momenti, belli e brutti, che insegnano a vivere, a crescere, a diventare più forti.

Ma durante queste tappe possono verificarsi eventi imprevisti e traumatici che non rientrano nei normali percorsi della vita: la perdita di un genitore, la perdita di un fratello, di un nonno, un abuso, una forte paura, un grave incidente, la separazione dei genitori etc.!

Questi eventi sono casuali e non rientrano nelle fasi della crescita. Gli eventi traumatici non maturano, ma anzi sono sempre causa di profondi disagi psicologici.

Solo un pazzo potrebbe dire che la morte di un genitore fa bene al bambino, che lo aiuta a crescere. Solo un folle chiuderebbe un bambino di notte nel cimitero per fargli superare le paure e solo un mostro violenterebbe una bambina per farla diventare donna.

Solo un insensato o un ignorante può affermare che non dobbiamo farne una tragedia se due genitori si separano, anzi al bambino farà bene, diventerà più forte.

Ma questi eventi lasciano segni indelebili sull’individuo, e peseranno come un macigno per tutto l’arco della vita.

Ebbene, è proprio in questo contesto che si inserisce il bullismo: un evento traumatico imprevistoe se le molestie non verranno fermate sul nascere, le possibilità che quel bambino sarà un adulto difficile sono molte.

Le zuffe tra compagni, un rimprovero della maestra, un brutto voto, una ragazza che dà un due di picche, sono tutti eventi che rientrano nella crescita e nella maturazione del bambino. Ma se questi episodi incominciano a ripetersi con continuità smettono di essere eventi che aiutano a crescere, e diventano eventi traumatici: Se un’insegnante rimproverasse sempre lo stesso bambino più volte al giorno, anche senza motivo, è naturale che quel bambino si troverà a vivere una situazione di disagio. Ed è esattamente quello che accade con il bullismo: una zuffa tra due ragazzini, in cui uno ha la peggio, è un evento che può aiutare a crescere. Il ripetersi di questo evento incomincerebbe ad essere per il bambino fonte di disagio, la continuità di questo evento diventa un evento traumatico.

Il bullismo non aiuta a crescere, nella maniera più assoluta.

Page 49: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

49

Il bullismo è causa di traumi profondi. Ma la costa grave e triste è che a differenza della la morte, di un incidente, di un abuso, che non sono quasi mai prevedibili e prevenibili, il bullismo lo è.

Il bullismo si può prevedere e si può prevenire.

Bullismo danni - Teoria della goccia cinese

Quando giornali e televisioni parlano di episodi di grave violenza tra ragazzi definendoli atti di bullismo, forniscono notizie inesatte.

Il bullismo non viene perpetrato attraverso azioni gravissime, ma piccole azioni meschine che si protraggono nel tempo.

Quando i giornali riportano a titoli in grassetto: bullismo nella scuola, ragazzo tenuto segregato per due giorni; scuola incendiata; ragazzo finisce in ospedale dopo essere stato spinto dai compagni etc. non si tratta di bullismo ma di delinquenza.

Se è pur vero che a volte gli episodi di bullismo possono evolvere in atti criminali, le due cose non sono direttamente connesse.

Come abbiamo ribadito più volte, il bullismo non è fatto di gravi atti di violenza, ma di piccoli atti di prevaricazione, fisica, psicologica e strumentale. Fisica quando si parla di spintoni, schiaffi, sgambetti, psicologica quando la vittima viene isolata, offesa, calunniata, presa in giro, strumentale quando vengono rotti o presi con la forza oggetti della vittima.

Ma i comportamenti prevaricanti difficilmente si trasformano in grave violenza.

Ma in questa affermazione, che apparentemente sembrerebbe sminuire la gravità del bullismo c’è tutta la meschinità di questo fenomeno, perché limitando le prevaricazioni ai danni della vittima a piccoli gesti quotidiani, il bullo ha a possibilità di proseguire indisturbato nel suo intento persecutorio.

Mettendo in atto prepotenze “lievi” il suo comportamento risulta al limite della legittimità e non viene mai preso realmente in considerazione dagli insegnanti, dai genitori e dai dirigenti scolastici. Mentre, un atto di forte violenza vedrebbe immediatamente un intervento da parte degli insegnanti e probabilmente metterebbe in moto un provvedimento disciplinare. Inoltre non troverebbe terreno fertile l’idea che la vittima l’avesse provocato il bullo. Nei casi gravissimi addirittura verrebbero coinvolte le forze dell’ordine, il servizio sanitario e i mass media. Se un ragazzo viene spedito in ospedale da un compagno prepotente che lo ha preso a pugni durante una lite, riporterà danni fisici e psicologici, ma da quel momento, gravi che siano, incomincia la “rinascita”, si suppone cioè, che da quel momento le prevaricazioni finiranno. Il ragazzo dovrà guarire le ferite e piano piano sconfiggere la paura e il ricordo di quell’episodio sul quale dovrebbe essere stato messo un punto.

Page 50: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

50

Mentre il bullismo non finisce mai, non c’è il momento della rinascita, del ricominciare. I soprusi possono protrarsi per anni, anni in cui nessuno potrebbe prendere le parti della vittima, anni in cui la vittima viene molestata e allo stesso tempo accusata di ingigantisce i fatti, addirittura di provocare il bullo.

Il trauma non è limitato ad un preciso momento, ma a tanti, tantissimi momenti, e le ripercussioni sulla vita da adulto possono essere gravi: bassa autostima, depressione, fallimenti etc.

Per capire la differenza tra bullismo e gravi episodi di violenza possiamo prendere come esempio la differenza che c’è tra l’immergere con la forza la testa di qualcuno sotto l’acqua e la tortura della goccia cinese.

L’immersione coatta è un azione violenta, che provoca mancanza di respiro, bevuta involontaria di acqua, dolore al collo o al cuoio capelluto se la presa è stata effettuata per i capelli, può provocare seri danni, fino alla morte. Ma è un episodio che finisce lì, se non ci sono conseguenze la vittima riprenderà a vivere. La tortura della goccia cinese non provoca un danno immediato, violento, è una piccola, “innocua” goccia che colpisce la testa, senza causare dolore, senza provocare lesioni. Una goccia, lenta, lieve, ma fredda e continua, e la vittima impazzisce.

Ecco che cosa è il bullismo: la tortura della goccia cinese. Il bambino subisce prevaricazioni che non sono brutali come l’essere mandato in ospedale, me le subisce continuamente, quotidianamente, senza che nessuno lo aiuti, senza che nessuno si interessi a lui, anzi, a volte viene perfino accusato e punito. E piano piano, come la vittima che subisce la tortura della goccia cinese, impazzisce.

Quindi, le grandi azioni di violenza in apparenza possono essere considerate più gravi del bullismo, ma solo se ci si ferma a quello che vediamo in superficie, ma se andiamo a fondo, ci rendiamo conto, che il bullismo, fatto di atti di prevaricazioni apparentemente “innocui” ma continui, sono altrettanto devastanti.

Bullismo soluzioni - Invertire la logica dell’intervento

Troppo spesso si ha un concetto sbagliato del bullismo, questo comporta conseguenze gravi per la

vittima. L’errore più comune è quello di invertire la logica dell’intervento.

Cioè: quando, per fronteggiare il bullismo, viene proposta la psicoterapia per la vittima abbiamo

invertito la logica dell’intervento.

Un errore che fanno solitamente gli autori e gli operatori dell’infanzia è quello di invertire la logica dell’intervento per fermare il bullismo. È chiaro che per risolvere un problema non c’è una sola soluzione, ma ce ne possano essere molteplici, ma questo non vuol dire che tutte le soluzioni proposte siano valide e, soprattutto, nel voler dare spazio a più proposte, non si può arrivare ad

Page 51: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

51

accettare anche quelle più assurde. Ancor più quando stiamo parlando ed affrontando un problema serio che richiede tempestività.

Diventa chiaro che quando parliamo di bullismo non si dovrebbero prendere in considerazione soluzioni alquanto discutibili, una fra tutte è quella che alcuni autori ed operatori amano:sottoporre la vittima ad un percorso di psicoterapia.

Precisiamo: non siamo contrari all’intervento per risolvere traumi psicologici causati dal bullismo, siamo contrari al percorso di psicoterapia per risolvere il bullismo: cioè insegnare alla vittima a difendersi.

Vi proponiamo qui un esempio per capire come funziona una sequenza logica di intervento di fronte ad un problema:

Prendiamo un caso di bullismo:

Un bambino (bullo) prevarica un altro bambino (vittima).

L’esperto decide che la vittima deve fare la psicoterapia per imparare a gestire le paure, così che possa affrontare il bullo, essere più sicuro, migliorare l’autostima etc.

Sulla carta è un progetto bellissimo, ma se analizziamo l’intervento sotto la lente di ingrandimento notiamo che c’è qualcosa che non torna e per capirlo ci avvaliamo di un esperto di tubature: l’idraulico.

Poniamo l’esempio che a casa vostra si rompa un tubo:

Problema: Tubo guasto → allagamento casa

Soluzione: Riparare il tubo → asciugare casa

Quindi, con il bullismo la logica di intervento sarebbe:

Problema: Bullo prevarica vittima → Vittima problemi psicologici

Soluzione: Fermare Bullo → sostegno psicologico alla Vittima

Molti operatori, però, non riuscendo a fermare il bullo, cambiano la logica dell’intervento:

Problema: Bullo prevarica vittima → Vittima problemi psicologici

Soluzioni: Psicoterapia alla vittima e insegnarle a difendersi

e il bullo?

Ora la soluzione incomincia a fare acqua. Davvero questa soluzione ferma il bullismo? Conosciamo realmente gli esiti di questo intervento?

E se fosse il nostro ormai caro amico idraulico a non riuscire a trovare la soluzione e invertisse la logica dell’intervento?

Inversione logica dell’intervento dell’idraulico

Problema: Tubo guasto → allagamento casa

Page 52: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

52

Soluzione: Dotare la casa di tappeti ultra-assorbenti (e il tubo guasto?)

Ora siamo certi che in questo caso tutti chiamerebbero un nuovo idraulico, perché allora non dovremmo chiamare un nuovo esperto di bullismo?

Ma ancora una volta vi proponiamo un esempio già proposto:

Se un cittadino fosse minacciato dalla mafia e rivolgendosi alle forze dell’ordine si sentisse rispondere:

–Non si preoccupi, abbiamo al soluzione, le facciamo fare la psicoterapia!

Quale sarebbe la vostra reazione?

ALTRE SOLUZIONI POCO EFFICACI:

Role-Play Cineforum Questionario I progetti Il metodo dell’interesse condiviso (Pikas) L’approccio senza accusa (Maines e Robinson) Training dell’assertività Educazione tra pari Operatore amico

Bullismo e punizioni - Non punire bullo, insegnare alla vittima a difendersi

Una delle affermazioni più aberranti che si sentono in giro è quella di non punire il bullo, ma di insegnare alla vittima a difendersi.

Questa affermazione che in apparenza può sembrare tanto bella è in realtà quanto di più insensato ci sia.

Pensare di poter insegnare alla vittima a difendersi dal bullo è un idea che rasenta l’utopia e racchiude i sé tutta la mancanza di conoscenza del problema, soprattutto per quanto riguarda le conseguenze.

Ma per chiarire meglio il concetto proviamo a fare un esempio con una situazione analoga che vede come protagonisti gli adulti, paragonando il bullismo ad un fenomeno sociale molto grave: la camorra.

Immaginate il titolare di un’attività commerciale che riceve la visita di due emissari della camorra i quali gli intimano di pagare una tangente molto alta. Se ne vanno minacciandolo che se non paga gli faranno saltare il negozio, gli spareranno, o peggio, faranno del male ai suoi familiari.

Page 53: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

53

Ma quel negoziante è una persona onesta e coraggiosa e decide di non cedere al ricatto e di denunciarli.

Immaginate ora che il negoziante vada dal capitano dei carabinieri, dal commissario di polizia o dal magistrato e una volta esposti i fatti si senta rispondere:

Non si preoccupi, l’aiuteremo noi, ma non arrestando il camorrista, no, faremo di meglio, le insegneremo a difendersi dalla camorra.

Vi sembra una risposta assurda?

Ebbene, è tanto assurda quanto dire alla vittima che le verrà insegnato a difendersi.

Per una vittima, difendersi dal bullo e dal branco, è come per un semplice cittadino difendersi dalla camorra.

Prima di dire di non punire il bullo ma insegnare alla vittima a difendersi, dovremmo fare delle riflessioni e porci alcune domande:

Chi insegnerà alla vittima difendersi? L’insegnante? Lo psicologo? La scuola?

Come può la vittima imparare a difendersi da un bambino che utilizza la violenza? La calunnia? L’emarginazione?

Quali armi dovrebbe utilizzare la vittima? Deve utilizzare anche essa la violenza?

Quali armi può utilizzare un cittadino onesto contro un clan camorristico che non rispetta nessuna legge, che usa le armi, che spara e uccide? Come può un cittadino onesto, da solo, fermare chi non rispetta la legge? Il bullo si muove insieme al branco, utilizza modalità scorrette, non ha rispetto delle istituzioni, non ha paura di rubare, rompere, usare violenza, calunniare, infamare, e la vittima dovrebbe essere in grado di fermarlo?

Purtroppo queste idee hanno origine dall’incapacità di trovare una soluzione adeguata per fermare il bullismo, ne conseguono tentativi dettati dall’improvvisazione che portano a scaricare sulla vittima tutte le responsabilità.

Ma come può un’istituzione che non riesce a risolvere un problema insegnare a qualcun altro a risolverlo?

Può una persona che non sa disegnare, insegnare a disegnare a qualcun altro?

Un insegnante, uno psicologo e un’istituzione che hanno fallito e non sono riusciti ad arginare il bullismo, come possono pensare di insegnare alla vittima a difendersi?

Può sembrare una grande idea, ma nella realtà dei fatti stanno solo scaricando la responsabilità sulla vittima, quasi a dire che se non ci riesce è solo colpa sua, perché loro, gli esperti, i mezzi glieli hanno forniti, è stata lei a non averli saputi sfruttare.

“La modernità risolve i suoi problemi con soluzioni ancora peggiori dei problemi.”

Nicolás Gómez Dávila

Bullismo consigli sbagliati - Consigli pericolosi su internet

Sul web si possono trovare una infinità di notizie riguardo il bullismo, ma possiamo davvero fidarci? Sono notizie postate da persone esperte o pseudo-esperte?

Non sempre la rete fornisce notizie corrette riguardo al bullismo, soprattutto quando si tratta di elargire consigli alle vittime.

Page 54: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

54

Quando un insegnante decide di approfondire il fenomeno del bullismo, le prime fonti di informazione a cui può attingere sono i libri, i mass media ed internet. Ma sono proprio gli ultimi due canali che possono nascondere notizie errate e le maggiori insidie.

Ogni giorno siamo sommersi da programmi televisivi dove il problema viene affrontato con la presenza di personaggi di ogni genere: attori, gente dello spettacolo, giornalisti. Ma quello che alla televisione piace maggiormente sono alcune figure che negli ultimi anni stanno prendendo piede: opinionisti, criminologi e psicoterapeuti tutto fare. Figure che intervengono per parlare di tutto e di tutti, senza alcuna competenza in merito, anche laddove gli argomenti sono molto delicati e necessiterebbero la dovuta accortezza.

Lo stesso discorso vale ancor di più per internet, poiché la rete è accessibile a tutti, ma soprattutto, sulla rete, chiunque ha la possibilità di scrivere quello che più gli pare, perfino di bullismo, magari avendone sentito parlare solo attraverso la televisione o i giornali.

Così non è raro trovare siti dove il bullismo viene trattato da preti, medici, psicologi, educatori, etc, i quali però, ne è testimone ciò che scrivono, non hanno mai letto un libro, non hanno mai gestito una classe con la presenza di bulli, non hanno mai affrontato il bullismo. Eppure scrivono, formulano ipotesi, danno giudizi, spiegazioni e, soprattutto, consigli alle vittime, spesso sulla base di esperienze personali fatte in altri campi: politici, religiosi, psicologici.

Tra questo marasma di informazioni, come vedremo nei prossimi articoli, spesso si trovano informazioni e consigli errati, a volte aberranti, spesso pericolosi soprattutto per la vittima, la quale, se cercasse di mettere in pratica i consigli che le vengono elargiti, nella migliore delle ipotesi, peggiorerebbe la già precaria situazione.

Ma ancora più grave, è il fatto che alcuni insegnanti potrebbero prendere per vere quelle tesi e mettere in pratica nella classe interventi pericolosissimi per la vittima e tutti gli alunni coinvolti.

Bullismo consigli su come difendersi - Consigli alla vittima

Quando navighiamo in rete o spulciamo libri sull’argomento bullismo, c’è una cosa che lascia alquanto perplessi: troviamo pochissimi consigli per gli insegnanti, per le scuole e gli operatori in generale, mentre pullulano consigli per le vittime di bullismo.

Ma dare consigli alla vittima è la soluzione giusta? È possibile che la risoluzione del problema debba ricadere tutta sulla vittima?

Sicuramente c’è la buona fede di chi elargisce consigli, ma i consigli errati, come vedremo nei prossimi capitoli, possono provocare danni irreparabili. Se come abbiamo detto in un articolo

Page 55: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

55

precedente, il bullismo rientra in quegli eventi traumatici che minano la psiche di un bambino, e non è lontanamente pensabile che la vittima riesca a risolvere da sola il problema. Le istituzioni, la scuola, gli insegnanti, gli autori, devono prodigarsi a cercare e mettere in atto, soluzioni valide, e che non creino ulteriori disagi alla vittima.

La cosa grave è che spesso i consigli dati alle vittime sono a dir poco utopici, se non aberranti.

Le soluzioni non vanno ricercate nelle capacità caratteriali e relazionali del bambino, ma nelle istituzioni. Le soluzioni vanno cercate nelle attività scolastiche, nella formazione degli insegnanti fornendo loro i mezzi per prevenire, facendo emergere i casi problematici ed intervenire tempestivamente. Vanno cercate nel lavoro sinergico di insegnanti, genitori, dirigenti. Attraverso l’educazione degli alunni, educarli al rispetto delle persone, degli oggetti e dell’ambiente.

Può sembrare un paradosso, ma se nella scuola ci sono casi di bullismo, il dirigente scolastico e gli insegnanti sono i primi responsabili, più del bullo stesso.

Non invertire la logica dell’intervento scaricando il problema sulla vittima.

Diventa quindi di primaria importanza che quando gli autori cercano soluzioni per affrontare il

bullismo, prima di dare consigli alle vittime li diano agli insegnanti, al dirigente scolastico e alle

istituzioni.

La vittima ha bisogno di aiuto, non di essere colpevolizzata.

Rendere la vittima più sicura

Questa ipotesi, se pur bella e molto in voga tra molti operatori presenta delle incongruenze. Ma mettiamo che l’idea fosse possibile, quanto tempo impiegherebbe un operatore per riuscire nell’intento?

Di quanto tempo avrebbe bisogno un operatore per rendere la vittima una persona più sicura? Tanto da poter affrontare il bullo?

Poniamo che fosse possibile l’ipotesi che uno psicologo avesse la capacità di modificare il carattere di un bambino: quanto tempo gli occorrerebbe? Non certo una settimana e neanche un mese. Ci vorrà almeno un anno, ancora meglio due, il periodo minimo per un percorso terapeutico. Ma in questi 2 anni cosa farà la vittima? Subirà le molestie del bullo!

Mentre impara ad affrontare il bullo, continua a subire.

Provate ad immaginare un bambino allergico alle pesche le quali gli provocano delle piaghe sulla pelle, ed immaginate che il medico gli prescriva degli antistaminici, ma obbligandolo a mangiare le pesche per far sì che il suo corpo prima o poi le accetti e non ne sia più allergico.

Page 56: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

56

Noi non elimineremo le pesche, ma insegneremo al suo corpo ad accettarle

Nel frattempo però il bambino, con ogni probabilità, finirà in ospedale.

Il bambino non ci ha chiesto di insegnargli a difendersi, ma di aiutarlo, ci ha chiesto di mettere fine alle sue sofferenze:

Le pesche mi fanno male, non me le fate mangiare più!

Il bullo mi fa male, fatelo smettere!

Ancora una volta queste tesi possono essere fonte di problemi ancor più grandi. Pensate alla vittima nel momento in cui pensando di essere diventata una persona sicura dovesse affrontare il bullo.

Immaginate un insegnante che volesse abbracciare questa tesi e incominciasse ad elargire al bambino consigli per diventare più sicuro.

Tesi errate possono aggravare la già disagiata situazione che vive un bambino vittima di bullismo. Diventa importante quindi che gli operatori che affrontano il bullismo siano formati ed informati in maniera corretta ed adeguata.

Bullismo Interventi - Modificare la personalità della vittima

C’è un solo modo per far sì che la vittima possa avere la meglio sul bullo: renderla più forte e carismatica del bullo.

Ma a parte il problema etico, è assurdo pensare di cambiare la personalità di una persona, soprattutto quando è quella persona a subire ingiustizia.

Modificare il comportamento di una persona che è nata e cresciuta in un modo, e moralmente giusto? Ma se quella persona è contenta di se stessa, perché modificarle la personalità a causa di qualcuno che la molesta?

Vi sembrerebbe normale se a causa delle continue molestie sessuali che una donna subisce, qualcuno le dicesse di cambiare? Di vestirsi in maniera sciatta. Di essere meno gentile. Di essere meno docile.

Non si avverte in questa idea una sorta di plagio? Praticare il lavaggio del cervello ad un bambino perché ce ne un altro che gli crea continuamente problemi.

Un bambino ha un problema dovuto a fattori esterni e noi gli modifichiamo i connotati?

Page 57: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

57

Pensate se negli USA per eliminare il problema della discriminazione razziale verso le persone di colore avessero modificato i connotati alle persone di colore, intervenendo sul patrimonio genetico per cambiargli il colore dell’epidermide.

Si condanna da più parti la modificazione genetica e poi permettiamo la modificazione mentale?

La vittima non reca danno a nessuno, né a persone, né a oggetti, né alla società, almeno non direttamente, a differenza del bullo che, invece, reca danno a persone e cose, volutamente. Se proprio fosse necessario cambiare la personalità di qualcuno, la dovremmo cambiare al bullo, non alla vittima.

La vittima è un bambino fragile, timido, introverso, insicuro come si può trasformarlo in un bambino forte, disinvolto, estroverso e sicuro di sé?

Un insegnante deve aiutare il bambino ad essere meno timido, meno insicuro, meno fragile, ma è un percorso lento e soprattutto non deve modificare le caratteristiche della sua personalità: la sua dolcezza, la sua emotività, la sua sensibilità. Un insegnante deve aiutare un bambino a crescere ed affrontare i problemi della vita, ma non deve insegnargli ad affrontare la camorra o la mafia.

Ma riusciamo a renderci conto di cosa accadrebbe se nell’arco di poco tempo un bambino fragile, timido, introverso ed insicuro, diventasse forte, disinvolto, estroverso e sicuro di sé?

Quali sarebbero le conseguenze?

Il mondo intorno a lui, il suo mondo, vedrebbe un bambino che non conosce. Chi lo amava per quello che era, sarà disposto ad accettarlo per quello che è diventato?

E delle responsabilità di cui lo carichiamo? Per non parlare dell’arma del carisma che di punto in bianco si trova tra le mani.

Fino a ieri un bambino timido, introverso, di colpo divertente, abile nel parlare, sicuro di sé.

Non vi sa tanto di films americani?

Trasformare la vittima in Leader

Alcuni operatori coltivano l’idea di poter modificare la personalità delle persone fino a renderle più forti, più sicure, dei veri leader.

Noi riteniamo che la cosa sia alquanto improbabile, e riteniamo che in questo caso il proverbio dei nostri antenati sia più che giusto: Chi nasce tondo non può morir quadrato!”.

Sicuramente cambiare la personalità di un bambino è più facile rispetto a quello di un adulto, ma anche con un bambino le modifiche che possiamo apportare al suo carattere sono limitate, e non certamente così consistenti da farlo diventare un leader o emulare il bullo. Se qualcuno avesse il potere di trasformare i deboli in leader, andremmo tutti dallo psicologo, così il timido conquisterebbe la bella ragazza, l’ultimo arrivato in un’azienda diventerebbe il direttore etc.!

Se in qualche corso di autostima aziendale qualcuno vi dice che dentro ognuno di noi si nasconde un leader e che basta solo farlo uscire, vi sta riempiendo di menzogne.

Il carattere di un bambino si forma per il 70/80% in famiglia, il restante tra la scuola, gli amici, la società. Se fino a 8 – 9 anni è stato sempre buono, timido, insicuro, noi potremmo provare ad insegnargli ad acquistare un po’ di sicurezza, ad essere meno timido, ma non certo ad essere così forte da difendersi dal bullo.

Page 58: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

58

Ma per far comprendere meglio quanto sia assurda l’ipotesi di trasformare una vittima in un leader o se non altro insegnarle ad essere più forte tanto da difendersi dal bullo, vi proponiamo e lo facciamo avvalendoci di alcuni tra i più grandi musicisti del passato. Mozart, Strauss e Beethoven.

Poniamo che Mozart sia stato il più grande di tutti e subito dopo lui venga Beethoven. Fra i grandi, ma non il più grande c’è Strauss che vorrebbe emulare Mozart. Ora se a insegnare a Strauss fosse Beethoven, forse qualche speranza l’avrebbe, perché Strauss era un genio, Beethoven altrettanto, quindi le possibilità che Strauss possa, se non superare, eguagliare o avvicinarsi a Mozart, ci potrebbero essere, anche se poche.

Ma se per emulare Mozart invece di Strauss, prendessimo Marco Rossi, un mediocre pianista che abita dietro l’angolo, quante possibilità ci sarebbero che il poverino possa emulare Mozart?

Volendo essere ottimisti rispondiamo: poche.

Perché è esattamente questa è la distanza che corre tra il bullo e la vittima, la stessa che c’è tra Mozart ed il mediocre pianista dietro l’angolo.

Se nella classe prendiamo un bambino simpatico, carismatico, forte, con una buona autostima e lavoriamo su di lui per fargli emulare il bullo, avremmo sicuramente qualche possibilità, ma noi non abbiamo preso un bambino con buoni livelli di autostima e carisma, abbiamo preso la vittima, l’esatto opposto, la persona che ha meno autostima, meno carisma in tutta la classe.

La vittima è tale proprio in quanto non ha quelle caratteristiche: paurosa, timida, debole, vigliacca, bassa autostima.

La vittima e il bullo sono diametralmente opposti, e quel divario è un abisso, e non il migliore degli psicologi potrebbe riuscire a cambiare la situazione. Potrà lavorare su un miglioramento parziale, che potrebbe portarlo ad essere più simpatico, più socievole, ma il bullo di lui si è fatto un’idea ed è molto difficile da cambiare.

Ma l’esempio non è finito. Abbiamo detto che le possibilità sono poche e non nessuna, perché l’insegnante di Marco Rossi è un certo Beethoven, non so se rendiamo l’idea. Ma il il problema, nel caso del bullismo, è che l’insegnante della vittima non sarà Beethoven, cioè uno dei più grandi musicisti della storia, nella fattispecie il più grande psicoterapeuta mondiale, ma sarà Luca Bianchi, un altro mediocre musicista che abita dietro l’altro angolo, nella fattispecie, uno psicologo qualunque.

A questo punto, quante sono le possibilità che Luca Bianchi renda Marco Rossi il più grande musicista di tutti i tempi?

Tornando al bullismo: quante possibilità ci sono che uno psicologo possa modificare la personalità di una vittima fino a trasformarla in leader?

Se la vittima diventa bullo?

Ma, che cosa accadrebbe se qualcuno avesse il potere di trasformare le vittime in leader? E, soprattutto, quando il bullo non potrà più prevaricare la vittima, cosa farà?

Pensate a un bambino che è sempre stato debole, criticato, evitato e improvvisamente si trasforma in un bambino sicuro di sé, forte, in gamba, carismatico. Pensate che saprebbe gestire questo nuovo potere? E quanti rischi ci sono che il bambino diventi a sua volta bullo?

Il potere è molto pericoloso, soprattutto quando ad averlo è chi non lo ha mai avuto e non l’ha mai potuto gestire. La storia è piena di personaggi che da una vita normale, mediocre, alla soglia della povertà, di colpo, grazie ad una vincita, o successo nello spettacolo o nello sport, diventano ricchi

Page 59: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

59

e famosi, ma invece di migliorare la propria vita, in men che non si dica riescono a sperperare il successo e a rimanere sul lastrico. Questo perché non hanno saputo non la vincita e il successo, arrivando, nei casi più estremi, a volte addirittura al suicidio. La vittima è sempre stata debole, derisa, l’ultima ruota del carro. Di colpo diventa il leader, comanda, dirige gli altri, impara a sottomettere. Cambia completamente la sua personalità. E se non riuscendo a gestire la nuova personalità diventasse a sua volta bullo?

Naturalmente stiamo esagerando volutamente, un paradosso potremmo dire, ma sempre al fine di dimostrare che la soluzione di insegnare alla vittima di ribellarsi al bullo è alquanto inverosimile.

Ma restando nella possibilità di riuscire ad insegnare alla vittima a difendersi e mandare via il bullo. C’è un problema che non ci siamo posti: se il bullo smette di tormentare la vittima perché essa sa difendersi, che cosa farà poi? Diventa bravo? Smetterà di ricercare il piacere del dominio? Smetterà con il delirio di onnipotenza?

No: il bullo riverserebbe le sue attenzioni su un’altra vittima.

Quindi, a quel punto, riprendiamo a lavorare ed insegneremo alla nuova vittima a difendersi e poi la successiva, e la successiva ancora. È chiaro ora?

Vi sembra ancora una soluzione giusta? Pensate ad un leone fuggito da uno zoo che terrorizza il paese, pensate che si stia scagliando contro un onesto cittadino, e la polizia per salvarlo gli lanci un’armatura d’acciaio che il leone non riesce ad azzannare. Che cosa fa a quel punto il leone? Se ne va, o cerca un altro cittadino da sbranare? Nessun problema abbiamo tante armature… ma non sarebbe meglio fermare il leone?

Consigli per evitare il bullismo - Non fate vedere di aver paura

Se navigate in rete, vedrete che uno dei consigli più frequenti che viene dato alle vittime di bullismo è quello di non far vedere di aver paura. Ma come fa un bambino a nascondere la paura?

La paura è qualcosa che nemmeno gli adulti sanno nascondere, soprattutto le paure forti e quella per il bullo è una paura forte.

Nonostante io sia una persona abbastanza equilibrata, ho il terrore dell’altezza, e quando sono su una seggiovia o sulla ruota panoramica nessuno può dirmi di far finta di non aver paura. Posso anche fingere un momento, ma non appena un colpo di vento, un movimento strano, una vibrazione delle corde d’acciaio provocano uno scossone, io mi aggrappo alle sbarre, mi irrigidisco, la mia mente va in tilt e non ragiona più.

Per quanto tempo un bambino può fingere di non aver paura? Quanto tempo serve al bullo per far crollare quella finta sicurezza?

In realtà il bullo non ha bisogno di provocare la vittima, perché lo sa già che la vittima ha paura, e non perché glielo abbia chiesto preventivamente, il bullo sa già che la vittima ha paura, lo sa da come risponde alle interrogazioni, lo sa da come abbassa la testa quando l’insegnante le parla, lo sa da come diventa rossa quando una persona del sesso opposto le rivolge la parola, lo sa dal modo di camminare e di confrontarsi con gli altri. Se anche cercasse di fare vedere che non ha paura, nella migliore delle ipotesi, ne verrebbe fuori una situazione esilarante, nella peggiore prevaricazioni e umiliazioni più pesanti di quelle che riceve di solito.

Ma davvero qualcuno pensa che il bullo se ne andrebbe con la coda tra le gambe? Il bullo prenderebbe qualsiasi reazione della vittima come una provocazione o una sfida e la sua reazione sarebbe più violenta. La sua idea della vittima è quella di un individuo debole e quell’idea non cambierà solo perché ad un certo punto la vittima si mostrerà più sicura o divertente.

Page 60: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

60

Se la vittima mostrasse un qualsiasi atteggiamento di sicurezza il bullo non si spaventerebbe anzi, prenderebbe la nuova situazione come una sfida che accetterebbe per non perdere il proprio ruolo di leader indiscusso nei confronti del branco e della classe.

L’unico atteggiamento della vittima che potrebbe spiazzare il bullo sarebbe quello vincere il confronto sul piano fisico, mentre un atteggiamento sfrontato spiazzerebbe il bullo per pochi secondi, ma subito dopo, con molte probabilità, scatenerebbe una sua reazione ancor più violenta del solito.

Pensare che il bullo sia tutto fumo e niente arrosto è un idea sbagliata da film americano. Il bullo, come abbiamo già detto possiede grande carisma ed è coraggioso, difficilmente si tirerebbe indietro in un confronto con un coetaneo, almeno che non si tratti di una sfida persa in partenza, come con un ragazzo più grande o qualcuno che è notoriamente più forte di lui.

I consigli dati alla vittima possono avere effetto su un bullo che non conosce la vittima, un episodio di bullismo occasionale, solo in questo caso, la vittima potrebbe cavarsela mostrandosi fermo e sicuro, ma anche in questo caso le possibilità sono poche, poiché la vittima non sa fingere, soprattutto non sa fingere a lungo.

Negli occhi della vittima si legge chiaramente che non vuole arrivare allo scontro fisico, che ha paura, e una volta che il bullo lo ha compreso il gioco è fatto.

Se il bullo prendesse un abbaglio e si trovasse di fronte ad un ragazzo che non ha paura, lo capirebbe alle prime provocazioni, alle quale il ragazzo reagirebbe con prontezza, anche utilizzando le mani.

La vittima invece cerca sempre di evitare lo scontro, il bullo lo percepisce e spingerà fino a quando la recita della vittima non crollerà e mostrerà la sua debolezza. Purtroppo le recite non hanno quasi mai esiti positivi, o si è carismatici o non lo si è, non si può recitare di essere forti, o lo si è o non lo si è.

Un’altra delle tecniche consigliata è quella rispondere al bullo di non voler litigare, di voltarsi e di andarsene, probabilmente il bullo non lo picchierà. Vero, ma lo deriderebbe, appellandolo vigliacco, e così farebbero anche i compagni di classe.

Altro consiglio è quello di scappare, ma scappare di fronte un bullo occasionale è un conto, scappare di fronte al bullo che frequenta la stessa scuola, o addirittura la stessa classe, è un suicidio. Che cosa farà la vittima? Non andrà più a scuola?

Ricordiamo che bullismo non è solo violenza fisica, ma anche psicologica, soprattutto quando parliamo di bullismo femminile.

Noi davvero ci chiediamo come si possa chiedere ad una vittima di non far vedere che ha paura.

Bullismo come risolvere problema. Chi deve risolvere il problema?

Page 61: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

61

C’è una cosa che lascia perplessi quando navighiamo in rete in cerca di notizie o se andiamo in libreria e spulciamo libri sul bullismo, ed è il fatto che son tutti prodighi a dare consigli alle vittime.

Affronta il bullo, ferma il bullo, doma il bullo, difenditi dal bullo, non aver paura del bullo e via discorrendo. Ma è questa la strada giusta?

Tutto questo ci pone nella condizione di porre alcune domande:

1. Chi elargisce consigli alla vittima conosce bene il fenomeno? Cioè ha mai visto realmente una situazione di bullismo? È mai stato vittima o bullo? Ha mai visto una situazione di bullismo da vicino?

2. Chi suggerisce alla vittima come difendersi dal bullismo ha una formazione in merito alle soluzioni?

L’incongruenza di queste tesi la si può dimostrare andando in rete o in una libreria:

Provate a digitare su un motore di ricerca come difendersi dal bullismo, bene compariranno migliaia di siti che elargiscono consigli alle vittime. Poi andate in libreria e vedete quanti autori, psicologi, pedagogisti e sociologi, scrivono libri in cui elargiscono consigli alle vittime.

Bene dopo aver fatto questo lavoro proviamo a fare lo stesso digitando come difendersi dalla mafia e dalla camorra. Bene non troverete niente, perché nessuno si sognerebbe di scrivere un articolo o un libro in cui si consiglia a comuni cittadini come difendersi dalla camorra: “se un camorrista vi minaccia fate finta di non aver paura“.

Sarebbe assurdo pensare di trovare libri che consigliano come combattere la mafia, perché la lotta contro certi fenomeni sociali spetta solo ed esclusivamente allo stato, alle istituzioni e alle forze dell’ordine, con la collaborazione dei cittadini, ma solo quando richiesti dalle istituzioni. Nessun cittadino può da solo affrontare mafia e camorra.

Ora se migliaia di siti web e molti autori elargiscono consigli alla vittima, questo vuol dire che migliaia di siti web e molti autori sottovalutano il problema.

Sia chiaro una volta per tutte:

Camorrista sta a Cittadino, come Bullo sta a Vittima.

La vittima vede il bullo come una persona molto più forte che la prevarica, utilizzando il supporto del branco e metodologie scorrette: minacce, percosse, spintoni, insulti.

Se guardiamo come agisce la camorra contro il cittadino l’esempio non è poi tanto strano.

Se si valuta il problema a 360 gradi diventa molto chiaro che la vittima non solo non è in grado di risolvere il problema, ma se agisse da sola nel 90% dei casi peggiorerebbe la situazione.

È compito delle istituzioni, della scuola, del dirigente scolastico, degli insegnanti, del personale esperto, dei genitori risolvere il problema, e non della vittima.

I casi di bullismo possono emergere anche nelle migliori scuole, ma se quelle scuole non sanno come affrontarlo, non sono più delle buone scuole.

Page 62: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

62

Coinvolgimento delle famiglie

Se leggete un libro sul bullismo, se partecipate ad un convegno o ad un seminario sul bullismo, se spulciate in rete sotto la voce soluzioni per il bullismo, tutti i progetti danno grande risalto al coinvolgimento dei genitori dei ragazzi, siano essi bulli o vittime.

Ma questo tipo di intervento è davvero efficace? Dà realmente dei buoni risultati?

Quando in un scuola viene presentato un progetto per arginare il bullismo, tra le proposte da tutti ritenute più interessanti c’è quella degli incontri scuola-famiglia, genitori e insegnanti. Ma quasi sempre si tratta di progetti belli sulla carta, ma difficili da realizzare ma soprattutto poco efficaci.

Il primo problema è la partecipazione dei genitori, soprattutto i genitori del bullo. Così, tra impegni difficoltà dei più, ci si ritrova a far riunioni con i genitori della vittima e quei genitori onnipresenti nella scuola, perché non hanno altro da fare.

Il secondo problema è che sono pochi i genitori che accettano di sapere che il figlio sia un ragazzo problematico che compie atti di prepotenza. Soprattutto quando siamo in presenza di unbambino viziato, il cui comportamento negativo viene rinforzato proprio dai genitori. Ma ancora più complicata è la situazione del bullo leader, in cui i genitori potrebbero realmente cadere dalle nuvole. Il bullo leader spesso non mostra gravi comportamenti apparenti: è brillante, intelligente, ha la risposta sempre pronta, piace a tutti. Non ha atteggiamenti aggressivi in generale. Spesso eccelle anche nelle materie scolastiche. Come si spiegherà a quel genitore che il figlio fa il prepotente con un altro bambino? Nel 99% dei casi vi risponderà che il figlio non fa queste cose e che sicuramente è stato provocato.

Sono pochi i genitori che accettano di sapere che il proprio figlio è un bullo. E comunque tenderanno sempre a difenderli.

Dobbiamo però constatare che in presenza di genitori che accettano che il proprio figlio sia un bullo, le possibilità di risoluzione del caso sono maggiori.

Ma per la maggior parte dei genitori il proprio figlio è sempre buono, magari vittima, ma mai prepotente.

Un chiaro esempio è quello del bambino che torna a casa con un occhio nero. Il giorno dopo la madre si reca a scuola chiedendo spiegazioni all’insegnante, pretenderà che si prendano provvedimenti, rimprovererà le insegnanti di essere poco attente, che il bambino che ha picchiato il figlio è maleducato, e tanto altro. Ma la stessa madre nella situazione inversa, in cui è stato il figlio a picchiare un altro bambino, tenderà a sminuire l’accaduto: in fondo sono bambini; sono cose che possono succedere; la madre del bambino picchiato sta esagerando; che colpa ne hanno le insegnanti con tutti questi bambini in classe?

Page 63: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

63

Ed è quello che accade quando si prospetta ad un genitore che il proprio figlio commette gesti di bullismo. Sicuramente dirà che il figlio è un po’ vivace, ma niente di più, non è un bullo, forse è stato provocato, che non è colpa sua ma dei compagni. I pochi casi in cui i genitori accettano le problematiche del figlio si tratta perlopiù dell’emarginato violento, e in quel caso il genitore vi dirà: Lo so, ma che ci posso fare? Mica lo posso uccidere?

Altro problema, non di poco importanza, è l’eterogeneità di pensiero degli individui di un nucleo familiare. Un insegnante potrà trovarsi davanti una mamma che ammette che il figlio sia un bullo, ma che una volta tornata a casa e parlato con marito, madre, suocera o un fratello più grande, cambi idea e il giorno dopo riveda le sue posizioni con l’insegnante, magari dice che il figlio è solo una vittima, e che l’insegnante lo ha preso di mira.

Possiamo affermare con certezza che è giusto che i genitori siano coinvolti e soprattutto informati di quello che succede nella scuola soprattutto per quanto riguarda i propri figli, ma per arginare il bullismo il loro coinvolgimento risulta poco efficace.

Dobbiamo però sottolineare che chi sono casi in cui il coinvolgimento dei genitori può risultare controproducente. Nel caso per esempio di bulli figli di genitori appartenenti a posizioni sociali alte e potenti, può accadere che questi, non accettando che il figlio sia un bullo, potrebbero rivolgersi ad amicizie influenti, fino a far arrivare all’insegnante una diffida del dirigente scolastico.

Certo è che se si trovano genitori disponibili ad un confronto e ad accettare consigli per aiutare vittime e bulli, il lavoro diventa più semplice, per la scuola e gli insegnanti.

Bullismo questionario - Soluzioni poco efficaci

La somministrazione di un questionario, il role-play, il cineforum, tutti interventi studiati appositamente per sconfiggere il bullismo.

Ma sono efficaci? A nostro avviso no, e spesso sono tempo tolto ad interventi che potrebbero rivelarsi più efficaci. Sono interventi che tolgono spazio ad interventi più efficaci.

Quando partecipate ad un convegno o un seminario sul bullismo, quando leggete un libro o cercate notizie in rete su questo fenomeno, ad un certo punto arriva il momento delle soluzioni e degli interventi, ed in quel preciso momento sentirete le parole magiche:

questionario, cineforum e role-play.

Nessuno mette in dubbio la bellezza di questi progetti, ma quanto sono efficaci? E quanto tempo si perde per attuarli?

Il questionario, secondo i più, servirebbe a far emergere casi nascosti di bullismo, a far comprendere bene il problema. Ma nella realtà il questionario è un ottimo espediente per le statistiche, per la raccolta dati ai fini dello studio del fenomeno. Ma un insegnante o un educatore

Page 64: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

64

che decidesse di intervenire per arginare il bullismo, non riuscirebbe a trovare notizie utili per la risoluzione del problema.

In primo luogo la veridicità delle risposte può non rispettare la la realtà, anche quando è anonimo. I dati raccolti possono essere viziati da molti fattori. Il bullo, soprattutto il leader, non ammette mai di prevaricare gli altri, e spesso non ne è realmente consapevole, ritenendo lavittima un soggetto fastidioso. La vittima ha seri problemi a denunciare gli episodi di cui è vittima, anche per un problema di auto-colpevolizzazione.

Gli alunni in generale parlano di problemi relativi a episodi di cui sono stati vittime personalmente, episodi isolati che magari non hanno niente a che vedere con il bullismo, mentre potrebbero non menzionare quello che la vittima subisce ogni giorno: questo per paura o perché, come il bullo, non ritengano la vittima innocente, o non si accorgano nemmeno della sofferenza che ella prova.

Non è raro che dai questionari la vittima ne esca come una sorta di bullo passivo che infastidisce la classe.

In secondo luogo un bravo insegnante dovrebbe essere in grado di riconoscere perfettamente le problematiche di una classe senza l’utilizzo di un questionario. Un bravo insegnante dovrebbe osservare, analizzare e valutare ogni situazione. Non c’è miglior prevenzione di individuare un caso di bullismo sul nascere.

Infine, quandanche dal questionario emergessero casi di bullismo l’insegnante non saprebbe comunque quali interventi effettuare.

In realtà il questionario in sé non richiederebbe un grande dispendio di tempo e quindi l’utilizzo potrebbe essere preso in considerazione, ma calcolando le giornate in cui viene spiegato il funzionamento ai ragazzi, il significato, le motivazioni, poi la somministrazioni e la raccolta dati e l’analisi delle informazioni, possono trascorrere anche due settimane.

La nostra attenzione deve focalizzarsi laddove ci sono vittime e bulli, in maniera diretta e tempestiva.

Il pericolo è che mentre noi stiamo proponendo il questionario, la vittima continua a subire e a soffrire.

Un buon insegnante deve saper instaurare un ottimo rapporto con la classe e a quel punto non ha bisogno più dei questionari, ha bisogno solo di stare in classe, di vivere con loro. Con un insegnante capace la vittima prima o poi si aprirà e anche gli altri avranno più coraggio di denunciare il bullo.

Il questionario male non fa, ma sicuramente come vedremo successivamente, per affrontare il bullismo, la letterina degli alunni all’insegnante è un sistema molto più efficace.

Cineforum bullismo - Attività poco efficaci

Dopo i questionari un’altra proposta che troviamo nella maggior parte dei progetti per arginare al bullismo è il cineforum.

A cosa serve? Può essere efficace, oppure si tratta di uno specchietto per le allodole? Il cineforum piace tanto agli operatori ma che l’aiuto che dà alla vittima è quasi nullo!

Un’attività che viene utilizzata per affrontare o prevenire il bullismo è il cineforum, cioè la proiezioni di film che tratta il problema. Dopo il film in genere vengono proposte altre attività, quali la discussione, la drammatizzazione e altro ancora, le possibilità sono molte. Naturalmente, per la gioia dei ragazzi, il solito tema, riassunto o ricerca che l’insegnante di italiano assegnerà come

Page 65: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

65

compito a casa. Battuta a parte l’intenzione è quella di sensibilizzare gli alunni attraverso la visione di un film ed il successivo dibattito.

Ci sono molte perplessità in merito. La prima è sicuramente la difficoltà di reperire una filmografia adatta. Come abbiamo già detto alcuni film trattano il bullismo, ma lo fanno come argomento di contorno, mentre quelli che trattano l’argomento utilizzano poco il supporto di esperti studiosi di bullismo.

Come abbiamo visto ci sono molti luoghi comuni riguardo al bullismo, si commettono molti errori di valutazione, e se li commettono insegnanti e psicologi, figuriamoci un regista o uno sceneggiatore che una mattina si sveglia e decide di scrivere un copione sul bullismo. Con un film che nel 90% dei casi manda un messaggio sbagliato non si rischia di aggravare la situazione?

Ma poniamo che il film sia fatto bene. Che cosa accade poi? Pensate che il bullo si riconosca nel bullo del film? Pensate che dal film la vittima trovi il coraggio di denunciare il bullo? O che gli altri alunni prendano coscienza e raccontino quello che succede in classe?

E dalla bellissima discussione che ne scaturisce, emergono poi i casi di bullismo? Il bullo chiede scusa e abbraccia la vittima? Quanti film verranno proposti? E dopo aver utilizzato del tempo per i questionari, utilizziamo altro tempo per i cineforum. Nel frattempo sarà trascorso già un mese. Un altro mese di sofferenze per la vittima.

Ma se in casa vostra trovaste dei topi e vostro figlio vi dicesse che ha il terrore dei topi, voi cosa fareste? Cercate di far dileguare quanto prima i topi o fate vedere a vostro figlio una decina di documentari su topi, ratti ed affini? Vostro figlio guarda i film, poi aprite un dibattito e fate svolgere a vostro figlio un tema sui topi. Nel frattempo la casa sarà invasa dai topi…

Ma vi siete mai messi realmente nei panni della vittima? È costretta a subire prevaricazioni dal bullo, e si aspetta che qualcuno l’aiuti e invece si ritrova insieme al bullo a vedere un film sul bullismo, per capire che cosa è, per capirne i meccanismi. Ma la vittima, già lo sa, e sa meglio di voi che cosa si prova ad essere vittima di bullismo, non ha bisogno di un film, ha solo bisogno di qualcuno che faccia smettere il bullo, niente altro.

Leggi anche altra soluzione poco efficace: role-play

Role play bullismo - Interventi inefficaci

Un’altra attività utilizzata per contrastare il bullismo è il Role-play, ma funziona davvero? Può essere un’arma efficace o è solo un palliativo?

A nostro avviso il Role play è inefficace, ma pur trattandosi di una attività molto bella da realizzare non produce risultati.

Il role-play un intervento molto quotato per contrastare il bullismo, è infatti un’attività proposta dalla maggior parte degli esperti di bullismo, e ci rendiamo conto che una critica a questo intervento potrebbe suscitare qualche perplessità da parte dei sostenitori.

Ma la nostra preoccupazione è: che cosa accade mentre parlate con i genitori, somministrate questionari, mostrate film sul bullismo e fate interpretare ai ragazzi i giochi di ruolo?

La vittima continuerà a subire prepotenze.

Ma analizziamo sotto la lente di ingrandimento il role-play.

Prima questione: perché il recitare un ruolo dovrebbe far capire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato? Se così fosse tutti gli attori di cinema e teatro che interpretano il ruolo del cattivo o del

Page 66: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

66

bravo sarebbero più buoni di altri attori? Cioè un attore che interpreta un film sull’apartheid non potrà mai essere razzista?

La storia del cinema è piena di attori che hanno recitato film sull’alcolismo o sulla droga eppure sono diventati alcolizzati o tossicodipendenti. Non avrebbero dovuto imparare e non cadere nell’errore?

Se ci basassimo su questi dati empirici potremmo quasi affermare che il recitare un ruolo potrebbe addirittura acutizzare il problema.

Ma quanti bulli capirebbero quello che prova la vittima se gli facessero recitare il ruolo della vittima? Il bullo ritiene che la vittima si meriti le angherie perché è fastidiosa e soprattutto il bullo è incapace di provare empatia, cosa ci fa credere quindi che interpretando il ruolo della vittima o del bullo capirebbe il male che sta facendo alla vittima?

Nella maggior parte dei casi il bullo nemmeno assocerebbe quell’attività al suo comportamento di bullo.

Vien da sé, quindi, che anche i gregari partecipando vivamente ad un gioco dovrebbero capire che il bullo ha torto e la vittima ragione. Ma i gregari sono sottomessi o assoggettati al bullo ed è quasi impossibile che capirebbero gli errori del loro capo sulla base di un ruolo recitato.

Tutti da piccoli abbiamo giocato a buoni e cattivi, ma non c’è statistica che possa affermare che chi recitava il buono sia diventato buono e chi recitava il cattivo sia diventato cattivo.

Il role-play è una bellissima attività, ma non fermerà il bullo, ma soprattutto non proteggerà la vittima.

Mentre potrebbe risultare molto importante nella prevenzione e, come vedremo nella parte dell’intervento da noi proposto, nell’informazione che le scuole dovrebbero fare a inizio anno scolastico.

Davanti a queste proposte la vittima non potrà fare altro che riempire il questionario, ascoltare i genitori del bullo mentre affermano che il figlio è un bravo ragazzo, assistere alla proiezione di una decina di film sul bullismo, poi recitare una commedia sul bullismo, magari la parte del bullo. Tutto questo con la speranza che il bullo recepisca questi suggerimenti velati e capisca che sta sbagliando, che smetta di essere bullo e gli chieda scusa. Ma tutto questo non accade, e la vittima continuerà a subire, con tutte le conseguenze che ne deriveranno.

Eppure la vittima ci supplica, con gli occhi, con gli sguardi, con le sue paure non ci sta chiedendo altro che questo:

“Scusate… se siete a conoscenza che in classe c’è un bullo e ci sono io che sono la vittima, perché ci fate fare il questionario? Non potreste dirgli di smetterla?

E perché ci fate vedere dei film? Perché ci fate recitare delle storielle?

Non potreste, per favore, imporre al bullo di lasciarmi in pace?

Oppure poteste mandarlo a casa!

Perché volete a tutti i costi convincermi a denunciarlo? Così ve ne lavate le mani e incolpate me di averlo denunciato?

È così difficile fermarlo?

Page 67: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

67

Perché vi ostinate a cercare di fargli capire da solo che sta sbagliando?

E perché volete che io capisca che lui ha dei problemi e va aiutato? Aiutatelo se volete, dategli anche una medaglia, ma prima di incominciare ad aiutarlo, potreste, così tra una medaglia e l’altra, fermarlo?

Davvero non avete capito che sto vivendo un momento di inferno?”

Ancora una volta vi proponiamo un esempio pratico riportato in età adulta:

Immaginate che uno stalker continui a molestare una ragazza e la polizia proponga alla ragazza e allo stalker di rispondere a un questionario, poi vedano insieme vari film sulle violenze sessuali, e che poi interpretino un bel gioco di ruoli, e per finire gli si chieda anche di diventare amici.

Vi sembra assurdo? Ecco sì, è assurdo, in entrambi i casi.

Bullismo Progetti - Bullismo a scuola

Nella scuola italiana gli interventi vengono proposti sotto forma di progetti. Progetti che gli stessi insegnanti o associazioni, cooperative o persone fisiche sottopongono alle scuole.

Ma i progetti possono essere una soluzione per contrastare il bullismo? Gli obiettivi su carta, trovano conferma nella pratica?

Tra le proposte più utilizzate per risolvere i problemi la più gettonata nella scuola italiana è sicuramente quella dei progetti. Tutto quello che esula dalla normale programmazione scolastica, viene proposto sotto forma di progetto.

Ma che cosa è un progetto? È la proposta di un intervento che si vorrebbe attuare presso o per l’ente a cui viene proposto. Un professionista, ma soprattutto associazioni e cooperative, presentano un plico riguardante tutto il percorso lavorativo ideato dai promotori: intervento, finalità, obiettivi, contenuti, attività, metodologie, verifiche iniziali, in itinere e conclusive. Titoli, qualifiche ed esperienza dei promotori. E via discorrendo.

Purtroppo nella realtà i progetti sono delle iniziative tanto belle sulla carta quanto inutili nella realtà, spesso anche dispendiose.

In apparenza il progetto sembra articolato ma nella realizzazione è molto carente. Eppure il progetto si è radicato nella realtà italiana; associazioni, cooperative, ma gli insegnanti stessi, hanno imparato a sfornare progetti a iosa, spesso lo stesso progetto viene proposto a più enti.

A progetto ultimato le relazioni risultano spesso essere evanescenti: il progetto ha favorito, ha potenziato, ha rinforzato, sono migliorate le abilità, i ragazzi hanno avuto la possibilità di

Page 68: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

68

esprimersi, hanno affinato la capacità di… e via discorrendo. Ma nella realtà i risultati sono scadenti, spesso non raggiungono nemmeno il 20% degli obiettivi prefissati.

Naturalmente non facciamo di tutta l’erba un fascio, ma possiamo affermare che i progetti, nella maggior parte dei casi, presentano molte lacune:

Nonostante gli obiettivi siano specifici, nella realtà non sono rispondenti alla soluzione del problema.

Vengono realizzate solo il 50% delle attività proposte sulla carta.

Vengono realizzati in maniera sbrigativa e superficiale.

Il personale, gli strumenti e le risorse proposte sulla carta si riducono drasticamente in fase di realizzazione.

Risultano poco efficaci e i risultati finali sono blandi, se non nulli.

Vengono proposti da enti o persone che non sono davvero specializzate riguardo al problema.

Sono di breve durata, spesso non superano i sei mesi, e le 20-30 ore.

I problemi di organizzazione, la messa a punto di materiale etc. causa ritardi di inizio ad ogni incontro, il che riduce ulteriormente il tempo effettivo.

Riguardo al punto finale possiamo immaginare che se un progetto prevede un incontro a settimana di 2 ore, nella realtà dei fatti si riduce ad una sola ora, poiché il tempo impiegato per spiegare, organizzare il lavoro, gestire i ragazzi e partire fa parte di quelle due ore. Un progetto di 32 ore, diviso in 16 incontri settimanali, circa 4 mesi, nella realtà dei fatti si riduce a 20 ore effettive. Il che possono essere valide per progetti che hanno bisogno di interventi al quanto brevi. Per esempio se volessi insegnare ai ragazzi di in una scuola superiore come intervenire in caso di arresto cardiaco, forse 20 ore potrebbero bastare. Ma per problematiche come il bullismo i tempi sono lunghi, occorrono almeno 6 mesi con 4 ore settimanali… ma i costi lieviterebbero inesorabilmente e la maggior parte delle scuole non investirebbero in un problema che ancora da molti è sottovalutato o etichettato come semplici conflitti tra ragazzi.

Come abbiamo detto una lacuna sta nei promotori che spesso non sono veri esperti in materia, probabilmente hanno titoli e qualifiche ma non hanno fatto studi specifici relativi al problema che si va ad affrontare. Proprio riguardo al bullismo i progetti sono spesso presentati da laureati in scienze dell’educazione, da psicologi, sociologi, e perfino psicomotricisti e logopedisti, ma la loro conoscenza del fenomeno si limita a notizie apprese da internet e qualche libro di testo, magari studiato appositamente per realizzare il progetto. Ma basta internet e un libro di testo? E quali sono le loro reali competenze? Quanti casi di bullismo hanno visto? Quanti sono i casi di bullismo che hanno affrontato? Quanti risolti? Basta così poco per realizzare un progetto e affrontare il bullismo?

Altra lacuna dei progetti è che spesso sono destinati solo ad alcuni alunni: nel caso del bullismo non si può escludere nessun bambino visto che, direttamente o indirettamente, sono tutti protagonisti.

Un altro problema è che proprio l’ente richiedente, la scuola, nel momento in cui si affida ai progetti dimostra di non aver chiaro il problema bullismo, e come farà in questo caso, data la mancanza di conoscenza, scegliere tra i progetti presentati quello più idoneo? Le scuole, gli ospedali, le ASL e gli enti pubblici in generale sono molto attratti dalla progettazione, ma si può realmente comprendere la preparazione di un proponente in base a quello che redige su carta?

Per vostro figlio scegliereste un pediatra per la capacità di scrivere una ricetta o per la sua capacità di medico?

Riguardo le cooperative e le associazioni il problema diventa ancora più grande: queste due categorie spesso vivono di progetti e di bandi di concorso. Basti guardare le gare pubbliche, i bandi pubblici che riguardano il sociale e notare che spesso sono sempre le stesse associazioni a vincere.

A volte i bandi pubblici vanno al ribasso, cioè vince chi propone il prezzo migliore, ma il prezzo migliore rende lo stesso servizio?

Page 69: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

69

Ho assistito spesso a progetti redatti da associazioni e cooperative, ho partecipato anche a dei colloqui in passato dove richiedevano titoli specifici per quel bando. Sul progetto vengono inserite le più disparate figure, anche più di dieci, ma una volta vinto il bando, l’associazione mette in pratica il progetto con uno/due laureati e la collaborazione di qualche tirocinante universitario, non retribuito.

Ogni progetto che si rispetti, soprattutto con il bullismo, con ogni probabilità proporrà il Coinvolgimento dei genitori, il Questionario, il Cineforum e il teatro (Role-play) che come abbiamo già visto non sono molto efficaci con il bullismo.

Se soffrite di bruciori allo stomaco vi rivolgerete ad un medico specialista: il gastroenterologo, ma se vi rivolgeste ad un cardiologo, comunque un medico, quante saranno le possibilità che emetta la giusta diagnosi e vi prescriva la giusta cura?

Se a scuola c’è un problema con il bullismo va interpellato un esperto di bullismo, non si stendono progetti.

Se avete un problema legale vi recherete da più avvocati e sceglierete quello che riterrete più preparato, che vi ispirerà maggiore fiducia, quello che riterrete il migliore, e non perché avete scelto il miglior progetto che vi hanno sottoposto, dell’iter legale che avrebbero percorso. Avete mai visto un avvocato che vi fa il progetto del percorso legale che intende intraprendere? Avete mai visto un medico che vi sottopone il progetto della cura a cui andrete a sottoporvi?

Il bullismo è un fenomeno serio e va trattato con tutta la professionalità e la serietà del caso. Gli avvocati, i medici, i professionisti, non fanno progetti, agiscono.

L’importanza di intervenire sul bullismo sta nel fatto di fermare il bullo e salvaguardare la vittima, i progetti possono essere una grande perdita di tempo e non raggiungere il vero obiettivo: tutelare la vittima.

Molti operatori e dirigenti scolastici di fronte alla critiche mosse ai progetti rispondono che almeno stanno facendo qualcosa, e che anche se poco l’importante è fare qualcosa. Per rispondere a questa affermazione andiamo ad attingere ancora una volta al campo medico, con un esempio chiaro:

Immaginate che per terra ci sia una persona con in atto un arresto cardiaco. Pensate ora che arrivi un tizio e gli alzi le gambe come si fa quando qualcuno perde i sensi, e immaginate che voi gli diciate che serve un massaggio cardiaco, non alzare le gambe e il tizio vi risponda che lui, almeno, qualcosa la sta facendo.

Ecco, un progetto sterile può avere la stessa valenza di alzare le gambe a chi sta avendo un infarto.

Concludiamo dicendo che il progetto può andare bene solo se proposto da persona esperta e deve contenere solo le informazioni essenziali riguardo le attività che si andranno a svolgere. Fermo restando che il miglior progetto da attuare con il bullismo sarebbe quello di inserire nella scuola una figura stabile, esperta in problemi che riguardano i minori che coordini insegnanti, genitori e dirigente scolastico.

Il metodo dell’interesse condiviso

Che cosa è il metodo dell’interesse condiviso? Può essere la soluzione giusta per risolvere il bullismo?

Noi crediamo di no, anzi, pensiamo che ci sia alla base un gravissimo errore morale, e vi dimostreremo qual è e perché!

Page 70: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

70

È stato ideato da Pikas e ha delle similitudini con altri metodi che vedremo in seguito, e sono accomunati dal fatto che il bullo non viene mai accusato.

Nessun rimprovero, nessuna punizione, nessuna presa di posizione nei suoi confronti.

È un metodo che richiede un copione ben stabilito, da rispettare pedissequamente, soprattutto negli incontri che si svolgono con bullo e vittima, in cui vengono proposte pochissime domande, ma poste in un cliché ben stabilito. Inoltre anche la sequenza degli incontri deve avere norme ben stabilite.

Il metodo è suddiviso in tre fasi:

Chiacchierate individuali con ogni alunno

Colloqui successivi con ogni alunno

Incontro di gruppo.

Pikas richiede che il copione venga rispettato fino in fondo, addirittura sconsiglia di praticarlo a chi non riesce ad eseguirlo con precisione.

Il primo incontro viene svolto con quello che Pikas chiama capobanda, in realtà coincide con quello che noi chiamiamo bullo leader. Si tratta di colui che comanda il gruppo, senza essere per forza di cose il braccio, può capitare infatti che sia solo la mente, e che deleghi agli altri le prevaricazioni.

È importante per Pikas che sia lui a partecipare al primo incontro, perché essendo un colloquio non accusatorio, il bambino torna in classe rilassato e questo fa sì che gli altri alunni vedendo il loro leader rilassato, si sentano a loro volta più tranquilli e partecipano all’incontro con atteggiamento positivo.

Altro fattore importante per l’autore è che il tutto avvenga dopo aver raccolto tutte le informazioni che riguardano il caso di bullismo in quella classe e dopo aver trovato una stanza adatta per i colloqui.

Gli alunni non devono essere informati di questi colloqui, ma all’ora convenuta l’insegnante manderà i ragazzi all’incontro.

Pikas pone altre condizioni importanti: l’operatore che presiede gli incontri deve essere totalmente neutrale e non lasciarsi condizionare da rabbia o desiderio di punizione. Sconsigliando vivamente di intraprendere il metodo a chi ha rabbia o voglia di punire.

Anche se sembra un metodo semplice, che si basa su quattro domande, Pikas suggerisce di imparare molto bene il copione da seguire, addirittura di esercitarsi con altri insegnanti e attraverso il role-play.

È importante secondo Pikas non alterare il copione, non aggiungere commenti, e di non lasciarsi prendere dal desiderio di altre domande, cosa non facile per un insegnante. Questo perché potrebbe inficiare la riuscita di tutto il lavoro.

Ecco le quattro domande che devono essere poste al bullo:

Ho sentito che ti sei comportato male con X. Raccontami. Beh! Sembra che non si trovi molto bene a scuola. Ok. Stavo pensando cosa potresti fare per aiutare X in questa situazione. Molto bene. Provaci per una settimana e poi ci vediamo e sentiamo come è andata.

Arrivederci.

Page 71: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

71

Pikas propone poi degli schemi di come si possono svolgere i colloqui tra insegnante e bullo, insegnante e vittima, insegnante e vittima provocatrice.

Qui di seguito analizziamo lo schema del colloquio con il bullo leader. (tratto da Bulli e prepotenti nella scuola, di Sharp e Smith, pag. 94)

Quello che si evince in maniera lampante è che oltre a dare la possibilità al bullo di commettere degli illeciti: non lo si accusa, non lo si punisce, gli si dà anche la possibilità di mentire.

Schema:

1. Matteo vittima di bullismo

2. Bullo

3. Insegnante

Insegnante: Ho sentito che ti sei comportato male con Matteo.

Alunno: No, non sono stato io.

Insegnante: Gli sono successe cose spiacevoli. Raccontami.

Alunno: Beh, sono stati gli altri, non io.

Qui il ragazzo racconta la sua versione dei fatti poco veritiera.

Insegnante: Beh, sembra che Matteo stia passando un brutto periodo a scuola.

Alunno: Beh, penso di sì.

Insegnante: Ok. Stavo chiedendomi che cosa potresti fare per aiutarlo in questa situazione.

Alunno: Io?

Insegnante: Sì, tu.

Alunno: Beh… potrei dire agli altri di lasciarlo stare.

Insegnante: Molto bravo! Bene. Prova questa settimana e poi ci incontriamo a quest’ora, martedì prossimo e vediamo come è andata. Arrivederci.

Sembra bello, ma lo è?

Ci sono degli errori di fondo, alcuni anche gravi. Innanzitutto, è importante capire che nessuna società può essere sana se chi commette reati non paga, anche se vige come pseudo-idee in alcune correnti religiose, filosofiche e politiche.

Nelle nazioni dove i reati non vengono sanzionati non c’è una diminuzione dei reati, ma un incremento. Un esempio è la condotta che c’è nel sud Italia di sanzionare poco il mancato utilizzo della cintura o di imboccare strade con divieto di accesso: in quelle zone non sono diminuite le infrazioni, sono le zone con più alto tasso di infrazioni.

Ma vediamo nel merito:

Il bullo commette un reato

Page 72: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

72

Non viene rimproverato – Non viene punito

Mente spudoratamente sui suoi misfatti

Nessuno gli dice niente, ma, anzi, chiedendogli di aiutare la vittima viene rinforzata la sua idea di averla fatta franca e di dar credito alle sue menzogne.

È importante poi sottolineare un fattore preoccupante:

Si chiede al bullo di trovare una soluzione e soprattutto gli si dice anche “molto bravo”.

Quasi fosse un eroe.

Per caso la vittima dovrebbe anche ringraziare il bullo?

Non c’è il rischio che l’indomani il bullo entrerà in classe, dirà al branco di lasciar perdere Matteo e gli insegnanti soddisfatti diranno che il bullo è davvero un bravo ragazzo? E non gliela diamo una medaglia?

E tutto sarà risolto? O è solo l’illusione di credere nel proprio metodo?

Ma siamo sinceri:

Quante persone che commettono un illecito sono disposte a cambiare senza essere accusate, rimproverate e punite?

Perché un ragazzo dovrebbe cambiare il proprio atteggiamento che tanto gli piace, se dalle azioni del suo comportamento non derivano conseguenze?

Perché un obeso dovrebbe smettere di mangiare se gli dicono che ha il colesterolo basso, il cuore in super-forma e le ragazze gli dicono che è un super-fico?

Un obeso decide di fare una dieta perché sa che continuando ad ingrassare rischia sulla sua pelle, sa, cioè, che ci saranno delle serie conseguenze per la sua salute, ma anche sociali.

Probabilmente per un po’ la vittima avrà vita facile. Ma poi? Per quanto tempo il bullo ed il branco la lasceranno in pace? E se anche smettessero di molestarla, quante sono le probabilità che non se la prenderanno con un’altra vittima?

Dobbiamo ricordare che, soprattutto le ragazze, sono subdole e potrebbero far finta di aiutare la vittima per un po’, fare bella figura e riprendere in maniera più subdola successivamente.

Ma sono gli stessi autori ad ammettere che il metodo può non avere risultati e a quel punto propongono altri interventi.

Coinvolgimento della famiglia

Cambiamento di classe per dividere la banda di bulli Piani personalizzati di intervento sul comportamento

Sostegno individuale intensivo

È importante sottolineare che queste proposte sono dettate dal fatto che il metodo non può essere riproposto. Pensate se il bullo continuasse ad essere bullo e fosse richiamato a colloquio con quello stesso copione. Lui stesso penserebbe che gli insegnanti sono ammattiti.

Page 73: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

73

È molto chiaro che questo metodo può avere effetti blandi su casi di bullismo di lieve entità o bullismo.

E allora non si capisce perché provare prima questo metodo, che richiede del tempo, e poi rivolgersi comunque ad interventi comportamentali (per quanto, come abbiamo già visto e come vedremo in futuro, quelli succitati non sortiscano comunque alcun effetto).

Se per i casi difficili il metodo comportamentale risulta più efficace, non lo si potrebbe prendere in considerazione prima?

Ma veniamo a quello che noi consideriamo insostenibile.

È nostra opinione che c’è un gravissimo errore di sottovalutazione del fenomeno bullismo e che viene commesso proprio dagli autori del metodo:

SI SOTTOVALUTA LA GRAVITÀ DEL BULLISMO

Abbiamo più volte sottolineato che il bullismo viene considerato da molti come una normale fase delle tappe dello sviluppo. E abbiamo sottolineato come questa considerazione sia completamente errata, e che il bullismo rientra tra quelli che si possono considerare traumi infantili, almeno per quanto riguarda la vittima.

Nel momento in cui Pikas prende a cuore il caso del bullismo, lo studia e cerca di trovare una soluzione dichiara implicitamente una tesi:

il bullismo è un fatto grave e deve essere arginato.

Ma nel momento in cui propone la sua soluzione, dimentica la gravità del bullismo e, inconsapevolmente, si rifà alla tesi di considerare il bullismo come normale fase dello sviluppo, e lo fa commettendo un grave errore morale verso la vittima.

Per rendere chiaro il concetto facciamo un esempio che potrà mettere fine alla questione facendo comprendere a pieno dove sta l’errore e lo facciamo in modo molto semplice: lasciamo invariato tutto il colloquio che vi abbiamo mostrato sopra, cambiando però i protagonisti.

Schema:

1. Maria vittima di stupro.

2. X stupratore a capo di un branco che l’ha violentata.

3. Magistrato

Magistrato: Ho sentito che hai violentato Maria

X stupratore: No, non sono stato io.

Magistrato: Gli sono successe cose spiacevoli. Raccontami.

X stupratore: Beh, sono stati gli altri non io.

Qui lo stupratore racconta la sua versione dei fatti poco veritiera.

Magistrato: Beh, sembra che Maria stia passando un brutto periodo.

X stupratore: Beh, penso di sì.

Page 74: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

74

Magistrato: Ok. Stavo chiedendomi che cosa potresti fare per aiutarla in questa situazione.

X stupratore: Io?

Magistrato: Sì, tu.

X stupratore: Beh… non saprei proprio… penso che potrei dire agli altri del branco di non violentarla più.

Magistrato: Molto bravo! Bene. Prova questa settimana e poi ci incontriamo a quest’ora, martedì prossimo e vediamo come è andata. Arrivederci.

Se prendiamo come esempio lo stupro questo approccio è a dir poco aberrante, mentre con il bullismo lo troviamo funzionale.

Questo approccio è errato e il bullo la fa franca su tutti i fronti, inoltre si sottovaluta la gravità degli atti di bullismo per la vittima che, nel migliore dei casi, troverà miglioramenti per qualche tempo, ma alla prima occasione si ripresenteranno i problemi.

Metodo dell’approccio senza accusa

L’Approccio senza accusa

di Barbara Maines e George Robinson è un altro metodo a livello internazionale che nasce per ostacolare il bullismo.

A nostro avviso ha molte pecche, partendo dall’errore morale che abbiamo già valutato nel metodo Pikas.

È un metodo simile a quello dell’interesse condiviso di Pikas. Entrambi i metodi hanno in comune il fatto di non accusare il bullo. Ma mentre il metodo d Pikas cerca di trovare la soluzione dal colloquio con il bullo, l’approccio senza accusa la soluzione cerca di trovarla nella classe.

Si svolge in più step, attraverso incontri nei quali viene affrontato l’argomento bullismo.

Colloquio con la vittima

Incontri con bullo, spettatori, soggetti esterni al fenomeno

Comunicare al gruppo come si sente la vittima

Favorire un’assunzione di responsabilità da parte de gruppo e stimolare la collaborazione

Ottenere suggerimenti da parte degli alunni Consegna al gruppo, il problema viene visto in senso generale

Incontri individuali con i partecipanti

Il primo incontro si svolge con la vittima, dove le viene chiesto di comunicare eventuali disagi, il tutto liberamente senza avere paura di ripercussioni perché il bullo non verrà accusato.

Page 75: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

75

Successivamente l’incontro sarà con il bullo e i soggetti non coinvolti direttamente, anche qui si affronterà la tematica bullismo. Si parla del disagio che prova la vittima e dei suoi sentimenti.

Ancora una volta il bullo non viene accusato.

Si cerca di responsabilizzare i presenti chiedendo loro anche proposte per sostenere la vittima e migliorare la sua vita scolastica.

A nessuno però viene chiesto di impegnarsi direttamente.

A questo punto il problema bullismo dovrebbe essere diventato un problema di tutti, e tutti dovrebbero fare qualcosa per arginare il problema.

Infine vengono effettuati incontri/colloqui individuali.

Critica: È nostra opinione, che non ci può essere una società in cui chi commette un grave reato, provocando danni a terzi, passi ingiudicato, soprattutto se l’errore è intenzionale e non involontario.

L’insegnamento che produce questo società è:

Fa’ ciò che vuoi, tanto non ti succederà niente.

Farla franca non è in fondo quello che spera chi beve alcolici e si mette al volante?

Farla franca non è quello che spera chi investe un pedone innocente e scappa?

Farla franca non è il desiderio di tutti coloro che delinquono?

Che uomo sarà un ragazzo che infrange continuamente le regole e non viene mai punito? Perché da adulto dovrebbe rispettare le regole e non ottenere quello che vuole con ogni mezzo?

Se domani approvassero una legge che protegge i pirati della strada, si registrerebbero meno incidenti? Forse diminuirebbero i pirati che fuggono (forse perché avrebbero paura del linciaggio), ma diminuirebbero gli incidenti e i bevitori di alcool?

NO, molto più probabile che aumenteranno in maniera vertiginosa.

Altro dubbio, molto forte, è il fatto che la soluzione dovrebbe provenire dagli alunni. Come abbiamo visto anche nell’articolo relativo all’educazione dei pari, è un po’ utopico che da un gruppo di bambini o di ragazzi possa uscire una soluzione valida senza punire né incolpare il bullo.

Inoltre questi metodi di intervento hanno un altro neo: la lungaggine del progetto. Quello che sfugge alla maggior parte degli studiosi di bullismo è il fatto che mentre espongono il progetto e lo fanno partire, trovano delle soluzioni e le mettono in pratica, passa del tempo in cui molto probabilmente la vittima continua a subire.

Il problema è che la vittima ha bisogno di aiuto e chi dice di volerla aiutare si perde perlopiù in chiacchiere e nel frattempo lei continua a subire senza vedere via di uscita.

Questo non farà altro che inasprire l’isolamento in già si trova, perdendo così totalmente la fiducia negli adulti.

Tutto questo andrebbe evitato a favore di interventi più rapidi e concreti. Perché come abbiamo visto nel metodo Pikas se il problema non si risolve, vengono adottate misure drastiche come cambiamento di classe dei bambini.

Page 76: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

76

Il training dell’assertività

Un altro metodo che scarica le responsabilità sulla vittima è il Training dell’assertività.

In realtà non è sbagliata l’idea dell’assertività. È sbagliata l’idea dell’assertività proposta dagli esperti che dovrebbero intervenire per arginare il bullismo.

Un genitore può, e forse deve, insegnare al figlio ad essere assertivo, sottolineiamo, non insegnare ad essere prepotente e arrogante, ma può insegnare al bambino ad assumere un comportamento assertivo quando qualcuno cerca di prevaricarlo. Ma non può essere la soluzione proposta da chi deve proteggere la vittima.

Abbiamo già trattato l’argomento in un altro articolo Insegnare la vittima a difendersi, in cui vi mostravamo l’esempio di un commerciante che va dai Carabinieri per denunciare di essere vittima di camorra e invece di essere aiutato si sente dire che gli insegneranno a difendersi. Già in quel caso abbiamo visto come l’idea è molto discutibile.

Il metodo consiste nel creare un gruppo di bambini a cui si insegna il metodo assertivo, ma può essere insegnato anche ad un bambino singolarmente. Si tratta di un copione da imparare, dove l’alunno risponderà in maniera chiara le proprie posizioni a chi cercherà di prevaricarlo.

Viene svolto con bambini di età dai 4 ai 15 anni (è importante sapere che più sono piccoli i soggetti a cui viene insegnato, più funziona il metodo, più sono grandi i soggetti più diventa difficile da attuare, addirittura si rischia di mettere il soggetto in ridicolo, ndr).

I gruppi si riuniscono con cadenza settimanale, possibilmente nel tempo libero (questo risulta essere un altro punto a sfavore del metodo, poiché le vittime lo vedono come un ulteriore tempo da dedicare alla scuola, ndr).

I punti sui quali si lavora sono:

Fare affermazioni assertive

Resistere al raggiro o alle minacce

Rispondere agli insulti Abbandonare una situazione di bullismo

Ottenere appoggio degli astanti Accrescere la propria autostima

Rimanere calmi in situazioni stressanti

Ma cosa vuol dire fare affermazioni assertive?

Vuol dire non subire passivamente le provocazioni, ma saper rispondere senza però diventare a propria volta aggressivo.

Uno degli esempi classici che fanno gli autori è quello di rispondere a cantilena ad un tentativo di aggressione. Noi l’abbiamo modificato, ci è sembrato più realista rispetto a quelli proposti da loro, almeno per quanto riguarda l’Italia.

Page 77: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

77

Gianni: Dammi la bici

Michele: No non te la do, è mia

Gianni: E dai non fare lo scemo

Michele: No non te la do, è mia

Gianni: Allora stasera non uscirai con noi

Michele: Non importa, la bici non te la do, è mia.

Gianni: Sei proprio scemo

Michele: Va bene, ma la bici è mia.

Questo esempio è calzante. Ma è quello che succede quando il bullo si trova di fronte ad un ragazzo con una buona autostima. Ma la vittima non ha una buona autostima, e tutto il lavoro che voi farete con essa non servirà a niente, perché il bullo la conosce, e se domani dovesse rispondere NO, il bullo non desisterebbe. E perché conosce l’indole della vittima, non ha dubbi sulla sua debolezza, e per non fare brutta figura con il branco e con gli astanti. Che il bullo sia un vigliacco è una bugia inventata da chi propina consigli errati.

La bici è di Michele, e probabilmente il bullo non andrebbe oltre, ma in un’altra situazione?

Nel giardino della scuola: Michele siede su una panchina.

Gianni: Alzati, dobbiamo sederci noi.

Michele: No, non mi alzo, c’ero prima io.

Gianni: Sì, ma a me non importa, alza i tacchi e vattene se no si mette male.

Michele: No, non mi alzo, c’ero prima io.

Gianni: Allora sei scemo?

A questo punto il bullo o uno del branco spinge via Michele e lo allontana con la forza o addirittura gli mollano un ceffone.

A cosa è servito il metodo assertivo? Cosa farà Michele a questo punto?

Se ne andrà con la coda tra le gambe. Manderà al diavolo le sedute per il metodo assertivo e diventerà più insicuro di prima.

Il metodo assertivo e tutte le attività proposte:

ottenere appoggio degli astanti – accrescere la propria autostima – rimanere calmi in situazioni stressanti

non servono alla vittima, perché non le potrà mettere in pratica.

Ma abbiamo presente quanto lavoro ci vuole per accrescere l’autostima di una persona?

Page 78: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

78

E quanto lavoro ci vuole per ottenere l’appoggio degli astanti? Cioè: gli amici del bullo e i sostenitori del bullo? O i bambini che restano neutrali perché hanno paura?

La vittima non ha tutto questo carisma, spesso non ha nemmeno la simpatia per ricevere l’aiuto degli altri.

Rimanere calmi in situazioni stressanti o pericolose?

Come si pensa di poter insegnare ad un bambino a restare calmo in una situazione di stress o pericolo, quando più del 50% degli adulti non riesce a stare calmo nella medesima situazione?

Il metodo assertivo, così come le arti marziali, possono essere utili se imparati prima di diventare vittime di bullismo. Se si interviene su un bambino che è già vittima di bullismo non serviranno a niente, ma anzi rischiano di acutizzare la già difficile situazione.

Molti bambini hanno sono assertivi, non sappiamo se ce l’hanno nel DNA o perché lo imparano da piccolissimi, quei bambini è difficile che subiscano prevaricazioni, ma ce l’hanno dentro, crescono insieme a quel comportamento, lo hanno acquisito sin dai primi mesi di vita, loro sono in grado di usarlo senza recitare, mentre la vittima dovrà impararlo e recitarlo, non sarà mai una sua caratteristica.

Ma mentre studia subirà dal bullo e dal suo branco, che neanche si accorgerà che sta studiando il metodo assertivo o le arti marziali.

Educazione tra pari

Il bullismo che trattiamo in questo lavoro si riferisce a quello dell’età evolutiva e rimandiamo ad altre letture per quanto riguarda il bullismo tra gli adolescenti, pur essendo certi che il 90% delle informazioni che riportiamo vadano bene anche per gli adolescenti.

Non abbiamo, quindi, dati empirici sugli effetti dell’educazione tra pari sugli adolescenti, ma possiamo affermare che, nella fascia dell’età evolutiva, l’educazione tra pari può risultare inefficace.

Ma, soprattutto può diventare pericolosa per la vittima perché ci sono molte probabilità che la situazione possa ritorcerglisi contro.

L’unica figura, come vedremo, che in alcuni casi può essere d’aiuto alla vittima è l’operatore amico, ma sempre con le dovute accortezze.

L’educazione tra pari nasce dal presupposto che i ragazzi si sentano più a proprio agio a confidarsi e confrontarsi con un coetaneo (o una figura del gruppo dei pari), che con un adulto. Premettiamo

Page 79: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

79

che quest’ipotesi non è sempre corretta, in primis perché molti ragazzi preferiscono rapportarsi, invece, proprio con un adulto, in secondo luogo perché abbiamo osservato che alcuni ragazzi preferiscono interagire con i propri pari, non per una questione di appartenenza, ma per la difficoltà di trovare un adulto empatico, cioè capace di ascoltarli e capirli, una persona di cui abbiano fiducia, che non li stia sempre a giudicare, rimproverare e a propinare nozioni.

Sicuramente il desiderio di rapportarsi agli adulti affievolisce con l’avanzare dell’età, e in adolescenza sono pochi i ragazzi, soprattutto i maschi, che cercano e trovano un confidente nell’adulto. Ma questo dipende davvero dalla difficoltà di comunicazione tra giovani e adulti? Noi riteniamo che spesso gli adulti / insegnanti siano poco preparati e poco proclivi ad interagire e relazionarsi con i giovani. Molti operatori, d’altronde, sono fermi nell’idea che l’insegnante debba essere solo un distributore di nozioni e non un educatore che assieme all’insegnamento, si preoccupi anche del benessere psico-fisico degli allievi.

È bene sapere, quindi, che nelle scuole con un ottimo organico o alcuni insegnanti preparati l’educazione tra pari può rivelarsi superflua se non addirittura inutile.

Qui di seguito riportiamo alcuni esempi di educazione tra pari.

I circoli di qualità

Il counseling tra i pari Mediazione dei conflitti tra i pari L’operatore amico.

I circoli di qualità

Un circolo di qualità è un gruppo che va dai cinque ai dodici alunni che si riunisce normalmente una volta alla settimana e attraverso il problem solving (risoluzione del problema) e altri interventi mirati cercano di modificare situazioni problematiche. Attraverso questi incontri si cercano di individuare le soluzioni a vari problemi, che possono andare dal bullismo a conflitti tra i ragazzi. Il circolo di qualità offre agli alunni la possibilità di modificare gli ambienti, assumere ruoli di responsabilità.

Il processo si muove su varie fasi:

1. Identificazione del problema

2. Analisi del problema

3. Sviluppo delle soluzioni

4. Presentazione delle soluzioni alla direzione

5. Revisione e attuazione.

Il counseling tra i pari

È un approccio che a differenza degli altri tenta di utilizzare modalità più complesse. Si basa essenzialmente su due modalità: lo sportello ascolto gestito dai ragazzi e la linea telefonica sempre gestita dai ragazzi.

I ragazzi dapprima ricevono una formazione specifica da uno psicologo o da un esperto e poi operano con la continua supervisione degli esperti.

Mediazione dei conflitti tra i pari

Nasce dal presupposto che i conflitti vadano affrontati e risolti. Questo avviene attraverso due ragazzi, precedentemente formati, che lavorando insieme, cercano la soluzione insieme ai contendenti, attraverso incontri separati, poi insieme per una mediazione. I ragazzi possono

Page 80: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

80

esprimere i propri disagi, il proprio punto di vista. Poi si invitano i contendenti a trovare delle soluzioni insieme ai mediatori.

L’operatore amico

Si tratta di un approccio di sostegno. Alcuni compagni socialmente più sicuri, precedentemente formati, si occupano dei compagni più deboli, che necessitano di un sostegno in varie situazioni scolastiche, che possono andare dall’organizzazione ad un supporto psicologico.

Quando la vittima di bullismo reagisce

A volte, anche se molto raramente, accade che una vittima di bullismo abbia la forza di reagire, ma quali sono le conseguenze?

Incomprensibilmente, a volte, accade che venga punita più di quanto non sia mai stato punito il bullo. Sembrerebbe un paradosso, ma è un dato di fatto che accade sempre più spesso nella società attuale, soprattutto in quella italiana dove si tende a proteggere i carnefici a danno delle vittime.

A volte accade che un ragazzo subisca atti di bullismo da parte di un bullo o di un branco. Per mesi deve sottostare a prese in giro, offese, calunnie, diffamazioni. Tutto questo senza che un insegnante o un qualsiasi adulto intervenga in maniera decisa. Ma non tutte le vittime sono così deboli come possono sembrare in apparenza e che ad un certo punto, o perché riescono a mettere da parte la paura, o perché arrivano al limite della sopportazione, accade che reagiscano e riescano ad avere la meglio sul bullo. Ma a quel punto, non si capisce per quale motivo, le stesse persone che non sono mai intervenute in maniera decisa per fermare il bullo quando prevaricava la vittima (insegnanti, educatori, dirigenti scolastici, psicologi, personale non docente etc.), di colpo si sveglino dal torpore in cui hanno vissuto fino a quel momento e decidano che è arrivato il momento di mettere fine a quella situazione di conflitti e quindi decidano di punire il colpevole: la vittima.

È un paradosso, ma alcune vittime possono subire per mesi le molestie dei bulli, a volte per anni, ma quando decidono di reagire vengono punite, addirittura additate come bulli. Ma anche quando le prevaricazioni subite dalle vittime sono palesi vengono incolpate: reazione spropositata, reazione violenta, aggressione ingiustificata, poteva chiedere l’intervento degli insegnanti invece di farsi giustizia, etc.

Sembra che tutte le prepotenze subite per mesi non abbiano peso, sembra conti solo la reazione della vittima anche se subiva atti di bullismo. E il bullo, che fino a quel momento si è divertito a prendere in giro la vittima, ad offenderla, a spingerla per le scale, a sgambettarla mentre passa nei corridoi, all’improvviso si ritrova ad essere un povero ragazzo indifeso che è stato aggredito da un violento, e solo per aver scherzato un po’, magari si giustificherà dicendo che voleva solo provare a fare amicizia. La nostra ironia, naturalmente, cela un malcontento verso una mentalità che si mostra sempre più indulgente verso chi compie crimini, anche gravi, con la scusa della riabilitazione e la reintegrazione in società, e sempre più colpevolista verso chi dopo aver subito ingiustizie per anni, improvvisamente reagisce.

Page 81: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

81

Per questo vediamo stupratori, pedofili, assassini, camorristi, mafiosi, politici, medici e avvocati disonesti che si sono arricchiti sulla pelle degli altri, a piede libero, e chi commette piccoli reati finire dentro e restarci per molto. Quando una vittima di bullismo ha finalmente il coraggio di reagire, le istituzioni, che fino a quel momento erano dormienti, intervengono tempestivamente per fermarla e punire, mentre tutto questo si potrebbe evitare, con la prevenzione e l’intervento immediato.

Bullismo come risolvere problema. Chi deve risolvere il problema?

C’è una cosa che lascia perplessi quando navighiamo in rete in cerca di notizie o se andiamo in libreria e spulciamo libri sul bullismo, ed è il fatto che son tutti prodighi a dare consigli alle vittime.

Affronta il bullo, ferma il bullo, doma il bullo, difenditi dal bullo, non aver paura del bullo e via discorrendo. Ma è questa la strada giusta?

Tutto questo ci pone nella condizione di porre alcune domande:

1. Chi elargisce consigli alla vittima conosce bene il fenomeno? Cioè ha mai visto realmente una situazione di bullismo? È mai stato vittima o bullo? Ha mai visto una situazione di bullismo da vicino?

2. Chi suggerisce alla vittima come difendersi dal bullismo ha una formazione in merito alle soluzioni?

L’incongruenza di queste tesi la si può dimostrare andando in rete o in una libreria:

Provate a digitare su un motore di ricerca come difendersi dal bullismo, bene compariranno migliaia di siti che elargiscono consigli alle vittime. Poi andate in libreria e vedete quanti autori, psicologi, pedagogisti e sociologi, scrivono libri in cui elargiscono consigli alle vittime.

Bene dopo aver fatto questo lavoro proviamo a fare lo stesso digitando come difendersi dalla mafia e dalla camorra. Bene non troverete niente, perché nessuno si sognerebbe di scrivere un articolo o un libro in cui si consiglia a comuni cittadini come difendersi dalla camorra: “se un camorrista vi minaccia fate finta di non aver paura“.

Sarebbe assurdo pensare di trovare libri che consigliano come combattere la mafia, perché la lotta contro certi fenomeni sociali spetta solo ed esclusivamente allo stato, alle istituzioni e alle forze dell’ordine, con la collaborazione dei cittadini, ma solo quando richiesti dalle istituzioni. Nessun cittadino può da solo affrontare mafia e camorra.

Ora se migliaia di siti web e molti autori elargiscono consigli alla vittima, questo vuol dire che migliaia di siti web e molti autori sottovalutano il problema.

Sia chiaro una volta per tutte: Camorrista sta a Cittadino, come Bullo sta a Vittima.

La vittima vede il bullo come una persona molto più forte che la prevarica, utilizzando il supporto del branco e metodologie scorrette: minacce, percosse, spintoni, insulti.

Page 82: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

82

Se guardiamo come agisce la camorra contro il cittadino l’esempio non è poi tanto strano.

Se si valuta il problema a 360 gradi diventa molto chiaro che la vittima non solo non è in grado di risolvere il problema, ma se agisse da sola nel 90% dei casi peggiorerebbe la situazione.

È compito delle istituzioni, della scuola, del dirigente scolastico, degli insegnanti, del personale esperto, dei genitori risolvere il problema, e non della vittima.

I casi di bullismo possono emergere anche nelle migliori scuole, ma se quelle scuole non sanno

come affrontarlo, non sono più delle buone scuole.

Coinvolgimento delle famiglie

Se leggete un libro sul bullismo, se partecipate ad un convegno o ad un seminario sul bullismo, se spulciate in rete sotto la voce soluzioni per il bullismo, tutti i progetti danno grande risalto al coinvolgimento dei genitori dei ragazzi, siano essi bulli o vittime.

Ma questo tipo di intervento è davvero efficace? Dà realmente dei buoni risultati?

Quando in un scuola viene presentato un progetto per arginare il bullismo, tra le proposte da tutti ritenute più interessanti c’è quella degli incontri scuola-famiglia, genitori e insegnanti. Ma quasi sempre si tratta di progetti belli sulla carta, ma difficili da realizzare ma soprattutto poco efficaci.

Il primo problema è la partecipazione dei genitori, soprattutto i genitori del bullo. Così, tra impegni difficoltà dei più, ci si ritrova a far riunioni con i genitori della vittima e quei genitori onnipresenti nella scuola, perché non hanno altro da fare.

Il secondo problema è che sono pochi i genitori che accettano di sapere che il figlio sia un ragazzo problematico che compie atti di prepotenza. Soprattutto quando siamo in presenza di unbambino viziato, il cui comportamento negativo viene rinforzato proprio dai genitori. Ma ancora più complicata è la situazione del bullo leader, in cui i genitori potrebbero realmente cadere dalle nuvole. Il bullo leader spesso non mostra gravi comportamenti apparenti: è brillante, intelligente, ha la risposta sempre pronta, piace a tutti. Non ha atteggiamenti aggressivi in generale. Spesso eccelle anche nelle materie scolastiche. Come si spiegherà a quel genitore che il figlio fa il prepotente con un altro bambino? Nel 99% dei casi vi risponderà che il figlio non fa queste cose e che sicuramente è stato provocato.

Sono pochi i genitori che accettano di sapere che il proprio figlio è un bullo. E comunque tenderanno sempre a difenderli.

Dobbiamo però constatare che in presenza di genitori che accettano che il proprio figlio sia un bullo, le possibilità di risoluzione del caso sono maggiori.

Page 83: Il bullismo si vince a scuola - Istituto Comprensivo "San ...€¦ · Nella scuola primaria va aggiunta una incisiva educazione ai valori in modo articolato, interventi di educazione

83

Ma per la maggior parte dei genitori il proprio figlio è sempre buono, magari vittima, ma mai prepotente.

Un chiaro esempio è quello del bambino che torna a casa con un occhio nero. Il giorno dopo la madre si reca a scuola chiedendo spiegazioni all’insegnante, pretenderà che si prendano provvedimenti, rimprovererà le insegnanti di essere poco attente, che il bambino che ha picchiato il figlio è maleducato, e tanto altro. Ma la stessa madre nella situazione inversa, in cui è stato il figlio a picchiare un altro bambino, tenderà a sminuire l’accaduto: in fondo sono bambini; sono cose che possono succedere; la madre del bambino picchiato sta esagerando; che colpa ne hanno le insegnanti con tutti questi bambini in classe?

Ed è quello che accade quando si prospetta ad un genitore che il proprio figlio commette gesti di bullismo. Sicuramente dirà che il figlio è un po’ vivace, ma niente di più, non è un bullo, forse è stato provocato, che non è colpa sua ma dei compagni. I pochi casi in cui i genitori accettano le problematiche del figlio si tratta perlopiù dell’emarginato violento, e in quel caso il genitore vi dirà:Lo so, ma che ci posso fare? Mica lo posso uccidere?

Altro problema, non di poco importanza, è l’eterogeneità di pensiero degli individui di un nucleo familiare. Un insegnante potrà trovarsi davanti una mamma che ammette che il figlio sia un bullo, ma che una volta tornata a casa e parlato con marito, madre, suocera o un fratello più grande, cambi idea e il giorno dopo riveda le sue posizioni con l’insegnante, magari dice che il figlio è solo una vittima, e che l’insegnante lo ha preso di mira.

Possiamo affermare con certezza che è giusto che i genitori siano coinvolti e soprattutto informati di quello che succede nella scuola soprattutto per quanto riguarda i propri figli, ma per arginare il bullismo il loro coinvolgimento risulta poco efficace.

Dobbiamo però sottolineare che chi sono casi in cui il coinvolgimento dei genitori può risultare controproducente. Nel caso per esempio di bulli figli di genitori appartenenti a posizioni sociali alte e potenti, può accadere che questi, non accettando che il figlio sia un bullo, potrebbero rivolgersi ad amicizie influenti, fino a far arrivare all’insegnante una diffida del dirigente scolastico.

Certo è che se si trovano genitori disponibili ad un confronto e ad accettare consigli per aiutare vittime e bulli, il lavoro diventa più semplice, per la scuola e gli insegnanti.