il brindisino 26

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Anno 3 N°26 GENNAIO 2010 www.ilbrindisino.it Direttore Responsabile Gianni Cannalire DISTRIBUZIONE GRATUITA "Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - 70% DCB S1/BR" www.magricasa.it www.magricasa.it Inchiesta Turismo Voce ai protagonisti della “Terra di Brindisi” Francavilla Fontana La stazione della vergogna a pag. 13 a pag. 10 e 11 ASL/BR Nasce il centro di Oncologia a pag. 2 I l centro di Oncologia dell’Ospedale “Perrino” di Brindisi, si candida, dopo tre anni di attività, ad essere il pun- to di riferimento assolutamente primario di questo settore non solo nella Regione Puglia, ma in tutta Italia, al pari dei più im- portanti poli oncologici oltreo- ceano. Merito, soprattutto, del suo “vate”, il prof. Saverio Cinieri, francavillese, primario del re- parto, che ha lasciato impegni molto più prestigiosi dal pun- to di vista professionale, sia all’estero che in Lombardia, per far decollare, da buon brin- disino doc, il reparto oncologi- co della sua provincia natale. a pag. 8 BRINDISI C hi tutela l’ambiente e la nostra costa da scempi vari, chi combatte as- sociativamente e civilmente contro gli abusi in campo am- bientale, come appunto il co- mitato Forum Ambiente, con- sidera assurdo che a pagare e ad essere indicati come colpe- voli siano gli ignari acquirenti delle varie villette, siano esse persone facoltose o famiglie che hanno acceso mutui im- portanti per la loro unica casa. Acque Chiare, gli ambientalisti appoggiano i proprietari da pag. 4 a pag. 7 Intervista al sindaco Ferretti “Così faremo bella la nostra città” Intervista al presidente della Pro Loco, Pinto “Ma non c’è solo il Torneo” FOCUS ORIA

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Periodico mensile della Provincia di Brindisi

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Page 1: il brindisino 26

Anno 3 N°26GENNAIO 2010

www.ilbrindisino.itDirettore Responsabile Gianni Cannalire

DISTRIBUZIONE GRATUITA

"Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - 70% DCB S1/BR"www.magricasa.it www.magricasa.it

Inchiesta TurismoVoce ai protagonisti della “Terra di Brindisi”

Francavilla FontanaLa stazione della vergogna

a pag. 13

a pag. 10 e 11

ASL/BR

Nasce ilcentro diOncologia

a pag. 2

Il centro di Oncologia dell’Ospedale “Perrino” di Brindisi, si candida, dopo tre

anni di attività, ad essere il pun-to di riferimento assolutamente primario di questo settore non solo nella Regione Puglia, ma in tutta Italia, al pari dei più im-portanti poli oncologici oltreo-ceano.Merito, soprattutto, del suo “vate”, il prof. Saverio Cinieri, francavillese, primario del re-parto, che ha lasciato impegni molto più prestigiosi dal pun-to di vista professionale, sia all’estero che in Lombardia, per far decollare, da buon brin-disino doc, il reparto oncologi-co della sua provincia natale.

a pag. 8

BRINDISI

Chi tutela l’ambiente e la nostra costa da scempi vari, chi combatte as-

sociativamente e civilmente contro gli abusi in campo am-bientale, come appunto il co-mitato Forum Ambiente, con-sidera assurdo che a pagare e ad essere indicati come colpe-voli siano gli ignari acquirenti delle varie villette, siano esse persone facoltose o famiglie che hanno acceso mutui im-portanti per la loro unica casa.

Acque Chiare,gli ambientalistiappoggianoi proprietari

da pag. 4 a pag. 7

Intervista al sindaco Ferretti

“Così faremo bella la nostra città”Intervista al presidente della

Pro Loco, Pinto

“Ma non c’è soloil Torneo”

FOCUS ORIA

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Il centro di Oncologia dell’Ospe-dale “Perrino” di Brindisi, dopo l’inaugurazione nelle settimane

scorse del proprio reparto degenza con 10 posti letto, si candida, dopo tre anni di attività, ad essere il punto di riferimento assolutamente prima-rio di questo settore non solo nella Regione Puglia, ma in tutta Italia, al pari dei più importanti poli oncologi-ci oltreoceano.Merito, soprattutto, del suo “vate”, il prof. Saverio Cinieri, francaville-se, primario del reparto, che ha la-sciato impegni molto più prestigiosi dal punto di vista professionale, sia all’estero che in Lombardia, per far decollare, da buon brindisino doc, il reparto oncologico della sua provin-cia natale.“Sì – ci dice il dott. Cinieri – vorrei portare questo reparto, questa Unità Operativa Complessa come amo de-finirla, ai massimi vertici nazionali ed internazionali, non solo per l’ef-ficacia medico-sanitaria, ma anche, soprattutto, per ciò che riguarda la formazione, l’informazione e l’orga-nizzazione di simposi in loco, di cli-nic di ricerca a cui parteciperanno i massimi luminari del settore, solita-mente programmati nei paesi asiati-ci, nord europei e negli Stati Uniti. La spinta decisiva per il buon esito della nostra mission è proprio que-sta. Ce la faremo, ne sono convinto e ce la faremo solo se lavoreremo in equipe, per sistema, in simbiosi con gli altri reparti di diversa professio-nalità. Intanto, abbiamo già prodot-to 32 lavori scientifici, alcuni dei

quali sotto l’egida dell’Internationa Breast Cancer Study Group, ed è in atto una convenzione tra questa ASL, il nostro reparto e l’Istituto eu-ropeo di Oncologia. Ciò ci permette anche di gestire una borsa di studio annuale”.Cinieri ha tutte le carte in regola per sbilanciarsi in tal senso. Lui che il prof. Umberto Veronesi, massimo esponente dell’oncologia italiana, avrebbe voluto al suo fianco in quel di Milano. E Cinieri ci sorprende an-cora quando ci elenca le sue priorità organizzative e programmatiche. Al primo posto c’è l’accoglienza dei pazienti e dei familiari, primo ed im-portantissimo biglietto da visita di ogni reparto ospedaliero, in primis quello oncologico per tanti motivi, tra

cui quelli psicologico, motivazionale ed affettivo. E in tal senso l’impe-gno per la formazione del personale paramedico e sanitario è ai massimi livelli. Un fatto importantissimo che limita i viaggi della speranza, spesso inutili, lo sperpero di denaro pubbli-co e che, d’altro canto, dà lustro alla nostra città.Poi, il reparto oncologico dell’Ospe-dale “Perrino” di Brindisi punta molto sul trasporto dei malati per le terapie settimanali. Si tratta di un ser-vizio gratuito che consente al pazien-te di spostarsi dalla sua abitazione all’Ospedale senza particolari disagi e senza costi aggiuntivi. Uguale at-tenzione viene riservata all’assistenza domiciliare attraverso collaborazioni con le varie associazioni di volon-

tariato esistenti in zona. Ma, il fiore all’occhiello è davvero sorprendente. “Qui, nel nostro reparto – confessa con orgoglio il prof. Cinieri – non esiste alcun segnale di accanimento terapeutico inutile per il malato. E il ritorno d’immagine, avvalorato dai risultati sanitari sul campo, è stato eccellente e positivo”.Ma, entriamo nello specifico. Qui si trattano i tumori alla mammella, al polmone, al colon, allo stomaco, alla prostata.Le tecniche prevedono un’aggres-sione terapeutica solo ed unicamente specifica, cioè diretta alla cellula ma-lata, al vero bersaglio molecolare.Non si lascia nulla alla casualità.Si preferisce, cioè, una terapia dolce.

IIinfo@ .it

La banca dati AIRTUM è il grande archivio nazionale, ospitato presso l’Istituto superiore di sanità, in cui confluiscono tutti i dati sui tumori raccolti dai singoli registri accredi-tati. Attualmente vi sono depositate informazioni su: - oltre un milione di malati di tumo-re (1.125.238 tumori maligni dia-gnosticati nel periodo 1978-2003);- oltre mezzo milione di deceduti per tumore (520.440 decessi avvenuti nello stesso periodo).Qui non si trovano le stime riguar-

danti tutto il territorio nazionale, ma i dati reali registrati in alcune aree del Paese.La registrazione dei tumori non vie-ne effettuata in modo sistematico in tutta Italia; solo il 32% della popola-zione è coperto da un registro. Solo dove c’è un registro i tumori vengo-no contati uno a uno (dati osservati).Per il resto del territorio si procede in modo diverso: si producono stime statistiche a partire dai dati di inci-denza delle aree coperte e dai dati di mortalità forniti dall’Istat.

di Renato Rubino

Polo primario per l'oncologia. Era ora!

ASL/BRINDISI

Nel corso del 2009, i trattamenti settimanali sono stati 400, quelli annuali circa 20mila. Nel 2006, le prestazioni erano unicamente dirette ai pazienti del territorio. Oggi, invece, il 40% dei pazienti in cura proviene da altre provin-ce pugliesi e da altre regioni, con ovvi benefici per le casse sanitarie regionali. E’ questo il vero succes-so. Sorprende anche l’entità delle liste d’attesa. Per la prima visita solo 5 giorni, per la visita follow up o di controllo 20. Nessun gior-no di attesa per il trattamento at-tivo di degenza. Se non è perfezio-ne, rasenta la perfezione.

Il “registro” dei tumori in Italia

· IL PRESIDENTE DELLA REGIONE VENDOLA ALL’INAUGURAZIONE DEL REPARTO · DOTT. SAVERIO CINIERI

· LE AUTORITÁ IN VISITA ALL’ONCOLOGICO

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IIIinfo@ .it

A marzo,con Piero Iurlaro

CAMBIARE

TU PUOI!

Insieme, per la nostra Puglia,con il cuore e con la ragione.

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Il messaggio, cinque anni or sono - alla data del suo insediamento - era stato fin troppo chiaro: il turismo in provincia di Brindisi deve cambiare

ritmo, dare il massimo e soprattutto deve portare a risultati concreti e di lungo percorso. Tant’è (e chi lo conosce bene lo sa) sovente era solito ram-mentare a sè stesso anzitutto e farsi “scappare” quello che da sempre rappresenta il suo obiettivo principe: «I turisti devono poter venire ed affol-lare le tante stupende realtà della nostra terra in provincia di Brindisi!». I turisti, alla fine sono ar-rivati. Ed in massa pure: almeno a giudicare dagli ultimi dati ufficiali snocciolati lo scorso mese di dicembre dall’Apt di Brindisi (così come emersi nell’ultimo Forum del Turismo regionale, svoltosi a Bari a novembre 2009 ed elaborati dall’osserva-torio turistico regionale, ndr).I lanci stampa hanno subito parlato di vero e pro-prio miracolo, nonché dei migliori dati dell’intera regione. Brindisi meglio addirittura di Lecce, Fog-gia, Bari e Taranto. Un primato insomma!Ma non è stato certamente il miracolo di chissà quale profeta, e lui non è un “deus-ex-machina”. Ma di quella “profezia” posta alla fine di quello che in apparenza era sembrato solo un sogno e che invece è divenuto realtà e si è concretizzato, lui è certamente il protagonista. Parliamo di Nacci, Francesco Nacci nella sua veste di Commissario Provinciale dell’Azienda di Promozione Turistica di Brindisi. Che come detto, creando - di fatto - le giuste premesse e con il coordinamento alla guida di un lavoro certosino e di equipe iniziato 5 anni or sono con il suo insediamento, ha saputo approntare il tutto con ambizione e professionalità, dando vita ad una squadra poliedrica e dalle tante idee. Che alla fine ha premiato. Incontestabile.Commissario Nacci, non è che per caso si trat-

ta di una classica “botta di... fortuna” e basta, quella capitata alla terra della provincia di Brindisi nell’estate 2009?«Vorrà scherzare, spero (sorride!, ndr) - evidenzia sornione - piuttosto è un risultato anzitutto che - come dice con tutta onestà lo stesso Commissario Francesco Nacci al cronista - è il frutto di un lavo-ro di equipe e sinergico che ha visto la collabora-zione della Provincia, della Camera di Commercio e dei molti comuni della provincia tra i quali le due perle Ostuni e Fasano; solo per citarne alcuni tra i tanti, oltre anche a Carovigno, Ceglie Messapica, Erchie, Francavilla Fontana, Latiano, Mesagne, Oria, San Pancrazio, San Pietro Vernotico, San Vito dei Normanni e Torre Santa Susanna, e tutti gli altri Comuni. Non è un caso episodico. Basti pensare che in questi anni ho potuto monitorare e constatare una crescita costante, esponenziale direi, dei tassi di “occupazione” delle nostre strut-ture turistiche in provincia di Brindisi. Come APT siamo coloro che effettuano il monitoraggio del-le occupazioni e dei flussi turistici presenti nelle nostre strutture turistiche ma siamo anche coloro che insieme ad altri enti ed agli operatori privati hanno attuato una serie di politiche di promozione e sviluppo del territorio. Questo probabilmente as-sieme alla capacità dei nostri imprenditori di fare turismo in maniera seria ha contribuito a creare un mix vincente tra una buona promozione ed un buonissimo prodotto turistico anche probabilmen-te con un ottimo rapporto qualità/prezzo».A ciò poi si aggiunga anche che la provincia “ospita” la maggiore concentrazione e la più an-tica presenza di “5 stelle”; oltre ad una disponi-bilità dei tanti “3 stelle” “bed and breakfast” “agriturismi”molto diffusa. Il tutto con un punto a favore in più: «quello cioè - spiega Nacci - di esse-re per la gran parte, aperti tutto l’anno». Ed in ciò i benefici “a cascata” derivanti all’intero territorio sono pertanto anche innumerevoli. A differenza di altre realtà dove magari si punta piuttosto su un turismo balneare, stagionale pertanto. Ma non corriamo il rischio di innescare una sor-ta di “guerra fratricida” delle altre province?«Vede, essere in competizione tra noi come territo-ri da questo punto di vista, lo ritengo solo uno sti-molo per portare più in alto il “prodotto Puglia”. La sfida interna non è altro che una sfida un pò più grande che la Puglia come regione dal punto di

vista turistico gioca con altre regioni ed altri pezzi del mondo del turismo in tutto il mediterraneo».Ed il futuro cosa ci riserva?«In parallelo abbiamo cominciato anche a discu-tere con le imprese del settore e contiamo che nel 2010 - ha poi, anche, spiegato Francesco Nacci - saranno un asso portante nella programmazione e nella realizzazione del nostro progetto. Credo fer-mamente che il futuro della promozione passi da comunione di vedute ed intenti tra privati e pubbli-ca amministrazione, a patto che il pubblico impari a rispettare i tempi evidentemente più celeri delle imprese, senza perdersi in mille rivoli dettati da burocrazia e a volte da personalismi che non aiu-tano progetti come questi che vedono invece nella capacità comune di fare realmente “sistema” la loro forza propulsiva. Inutile dire che il merito è di tutti gli attori di questa importante operazione di marketing e comunicazione integrata che passa dalle fiere italiane ed estere, ma anche dal materia-le promo-pubblicitario di grande qualità grafica e di contenuti editoriali, fino al nuovo sito internet del turismo provinciale www.interradibrindisi.it e strumenti ad alta tecnologia quali le chiavette usb con all’interno pre-caricati tutto il materiale pro-mozionale disponibile sulla provincia di Brindisi, inclusi gli elenchi di tutte le strutture turistiche, dagli hotel ai campeggi ai B&B, dagli agriturismi agli affittacamere».Da non dimenticare infine poi, l’enogastronomia, che rappresenta la punta di diamante della promo-zione della “Terra di Brindisi”. L’auspicio adesso è che sempre più “energie” valide possano andare ad inserirsi in quel lavoro per stabilizzare e dina-mizzare ancor di più gli ottimi risultati fin qui rag-giunti.

a Francavilla Fontana in via Quinto Ennio 46/48ABBIGLIAMENTO E CALZATURE UOMO/DONNA

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I turisti? Boom di presenzein "Terra di Brindisi"

dal nostro inviato a Brindisi Giovanni di NoiINCHIESTA TURISMO

La provincia di Brindisi infatti è di-venuta la vera perla del turismo Pu-

gliese dell’estate 2009. Come del resto darle torto con il mese di luglio 2009

al 70,9%; agosto all’89%; mentre settembre si è dovuto “accontentare”

(si fa per dire) solo del 49,4%.

· FOTOTECA APT BRINDISI - SANTA MARIA DEL CASALE

· FOTOTECA APT BRINDISI - PALAZZO VESCOVILE

· FOTO G. DI NOI: FRANCESCO NACCI COMMISSARIO APT BRINDISI

Page 5: il brindisino 26

Migliorare di gran lunga i collegamenti che ci sono invece e che funzionano bene come in altre parti d’Italia. É questa la parola chiave, quasi “magica”,

pronunciata e scandita da Massimo Ferrarese, il presidente della Provincia di Brindisi, ai microfoni del cronista. Gon-gola, intanto, mentre parla. Massimo Ferrarese “gongola”. Ora più che mai. Visto che, peraltro, sono ufficiali anche gli ultimi dati diffusi nei giorni scorsi e che parlano di lui come del Presidente di Provincia più amato della Puglia. Infatti secondo proprio il sondaggio realizzato da Ipr-Marketing per il Sole 24 Ore, tra i Presidenti di Provincia pugliesi, il più amato è proprio lui, Massimo Ferrarese, con il 56%, più o meno stabile rispetto al giorno della sua elezione, nel giu-gno dello scorso anno.Intanto tra una riunione in Giunta provinciale ed un vertice in Prefettura col Prefetto che lo vedono “super impegnato” riusciamo ad “agganciarlo” per alcuni minuti ed a parlare con lui per intervistarlo. Ferrarese si scusa per l’attesa e si dimostra disponibile, come sempre, con la stampa. Lui che di fatto è uno dei protagonisti assieme agli altri “partner” di questo successo turistico che ha investito l’intero territorio della provincia accetta di parlare: dei dati superbi che vedo-no la terra di Brindisi protagonista e di fatto quasi ancora “incredula” per quanto di positivo avvenuto. «É vero che sta migliorando il turismo nella nostra provincia, ne ero più che convinto, ma è nulla in confronto a quello che possia-mo fare: per farlo, però, dobbiamo stare uniti e dobbiamo farlo insieme. E soprattutto dobbiamo puntare a migliorare i collegamenti». Parola di Massimo Ferrarese, imprenditore e soprattutto presidente della provincia di Brindisi che in sif-

fatta maniera commenta appunto i dati snocciolati dall’APT e sottoposti alla sua attenzione dal cronista nel corso della sua intervista al proposito. «Il nostro - aggiunge Ferrarese - è un territorio che può avere grandi risorse attraverso il turismo. Ma per fare turismo bisogna fare promozione; e per fare promozione bisogna essere collegati. É inutile farla se non sei collegato direttamente con i centri. E con le “capitali” europee soprattutto, affinché la gente possa venire a fare le vacanze qui. Per la verità stiamo facendo in buona sostanza un lavoro che andava fatto in siffatta maniera e che sostanzialmente mancava. Come per i voli aerei. Abbiamo fatto delle battaglie in questo senso. Perché parliamoci chiaro: il turismo lo fai se ci sono i voli! Se sei appendice d’Italia, muori se sei scollegato. Infatti già quando non rivestivo il ruolo di Presidente della Provincia ho già fatto di queste battaglie. Oggi abbiamo compagnie aeree che hanno investito su Brindisi e già dal 2010 noi avremo 800.000 passeggeri in più che arriveranno nella

città di Brindisi e dunque nel territorio tutto della provin-cia di Brindisi».Presidente, non è che per caso ha anche un “sogno nel cas-setto” già pronto da sfoderare e sul quale poterci lavorare su?«Pronto: il mio sogno nel cassetto sotto l’aspetto turistico si chiama “Consorzio Grande Salento”. Proprio in que-sti giorni (quelli antecedenti l’intervista, ndr) ne ho parlato con i colleghi presidenti delle province di Lecce (Gabello-ne) e di Taranto (Florido) i quali si sono mostrati convin-tissimi di questa idea: è infatti necessario stare insieme e rilanciare questa parte della Puglia che è la migliore d’Ita-lia. Sia sotto l’aspetto paesaggistico che ambientale. Visto che abbiamo il mare, le coste, il clima, i nostri prodotti, la nostra enogastronomia: cose che non sono seconde a nes-suno. Abbiamo dunque la possibilità di recuperare il tempo perso, con i collegamenti. E poi dobbiamo parlare di quelli ferroviari che ci sono in tutta Italia, i quali dobbiamo pun-tare ad ottenere. E così possiamo migliorare di gran lunga quella che è l’attività turistica nel nostro territorio per par-lare di destagionalizzazione. Ma ribadisco: per farlo, però, dobbiamo stare uniti e lavorare insieme. Tutti insieme. E soprattutto per fare arrivare qui la gente abbiamo bisogno di fare in modo che oltre ai collegamenti (che stanno arri-vando) siano potenziati anche quelli sotto l’aspetto croce-ristico che sono importantissimi e che ci hanno “scippato” e sono andati altrove. Io li rivoglio qui a Brindisi. Perché ritengo che il porto di Brindisi sotto l’aspetto turistico è il migliore che c’è nel sud d’Italia ed abbiamo bisogno di promuovere il territorio. Se saremo capaci di fare questo, a brevissimo noi tranquillamente riusciremo ad ottenere un grande risultato sotto l’aspetto turistico».

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"Più collegamenti aerei e marittimi"INCHIESTA TURISMO

Intervista a Ferrarese,Presidente della Provincia

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· FOTO GIOVANNI DI NOI: MASSIMO FERRARESE

dal nostro inviato a Brindisi Giovanni di Noi

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Enogastronomia, sapori, accoglienza, arte e cultura. Tutto ok anche nella “Città degli Imperiali”, tra le mète preferite dai turisti e che ha saputo concor-

rere agli ottimi dati di tutta la provincia, oggi agli onori della cronaca. A parlarcene è Alessandro Rodia, Re-sponsabile dell’Ufficio Informazioni Assistenza Turi-stica (IAT) di Francavilla Fontana, dell’APT di Brindisi.«Oggi l’accoglienza turistica di Francavilla Fonta-na - dichiara Rodia - è cresciuta di molto. É sotto gli occhi di tutti un dato certo: che è quello cioè della presenza di numerosi visitatori che vengono a Fran-cavilla e che hanno scelto di visitare questa città grazie anche ad un’azione promozionale realizzata dall’amministrazione comunale in forte collaborazio-ne con l’APT di Brindisi. Anche Francavilla infatti ha partecipato alle numerose fiere nazionali ed inter-nazionali: in siffatta maniera ogni giorno ha potuto farsi conoscere e promuovere le sue peculiarità e la sua splendida accoglienza sempre più. Non solo nelle regioni limitrofe ma anche addirittura in tutta Italia ed in tutta Europa. Ed a conferma e testimonianza di ciò, sono le tantissime presenze nella “Città de-gli Imperiali” dei tanti visitatori italiani e stranieri.

Basta pensare oltretutto che allo IAT di Francavil-la pervengono continuamente richieste di materia-le e di informazioni da varie parti in tutta Europa». Insomma anche la testimonianza del responsabile del-lo IAT di Francavilla Fontana non fa altro che confer-mare e semmai rafforzare quello che è il trend positivo globale in altra parte del giornale, dall’APT di Brindi-si descritto. Inoltre consterebbe di migliaia di carte la mole con i dati delle richieste a supporto di un trend che – ribadiamo – non potrà che essere sempre più posi-tivo. A Francavilla come nel resto del territorio. A patto, però, che si continui a lavorare sodo lungo la linea di quella politica di rilancio turistico tracciata dall’APT di Brindisi e dal suo commissario Francesco Nacci in collaborazione con enti, istituzioni, e privati e che ha di fatto premiato l’intera “Terra di Brindisi”. «Ma ciò non ci può soddisfare - sottolinea il responsabile dello IAT di Francavilla - anzi ci deve incoraggiare nel portare avanti sempre più quel lavoro di costruzione e perfe-zionamento di quella necessaria mentalità turistica la cui azione è fin qui risultata perfettamente vincente». Intanto la parola d’ordine anche nella “Città degli Impe-riali” sarebbe quella della “destagionalizzazione”.Rendere appetibile, dunque, un territorio provocando cioè un’offerta turistica sempre più diversificata ed al-lettante per i turisti, indipendentemente da ogni stagione di tutto l’anno. Qui nella città che fu degli Imperiali si lavora alacremente anche per promuovere un turismo scolastico non indifferente in quanto a pianificazione sia dell’offerta del patrimonio culturale, artistico ed archi-tettonico, che sotto il profilo di una altrettanto variegata ed adeguata accoglienza e ricezione turistica.«Stiamo lavorando in tal senso ma i risultati dobbia-mo conquistarli lavorando giorno dopo giorno. Negli ultimi anni - prosegue poi Alessandro Rodia - c’è molta attenzione nei confronti di Francavilla. Sia da parte delle scuole della nostra regione che di quelle delle regioni limitrofe. Non dimentichiamo che il nostro pa-trimonio di territorio consta anche - e lo sottolineo - di circa 70 masserie. Cosa questa che è risultata parti-colarmente vincente e che ha sollecitato gli interessi

degli “addetti ai lavori”».Insomma il turismo scolastico potrebbe rappresentare la punta di un iceberg sul quale poter far confluire ed unire “l’utile” al “dilettevole”. E lo IAT di Francavilla Fon-tana questo lo ha ben compreso, tanto da averne fatto un “cavallo di battaglia” sul piano dell’offerta turistica destagionalizzata. A beneficio, ancora una volta, non so-lamente del singolo territorio del comune di Francavilla, ma ovviamente di quello dell’intera terra di Brindisi. Poiché – come evidenziato con la nuova politica di pro-mozione turistica dell’APT di Brindisi – è inserito in un discorso di promozione “bifronte”. Ovvero il turista che si trova a visitare un qualunque luogo in terra di Brindisi viene invogliato poi a proseguire il percorso “facendolo dirigere” verso le altre mète della terra di Brindisi che pure offrono tanto ed in maniera così amabilmente di-versificata. Che bello!

VIinfo@ .it

«Nel 2009 la Puglia si è classificata al se-condo posto dopo la Toscana, nella gra-duatoria nazionale, da gennaio e mag-

gio, mesi in cui il balneare non è l’elemento trainante, ma lo sono i borghi autentici, i siti archeologici, culturali, le bellezze paesaggisti-che, l’enogastronomia». É quanto - tra le altre - rende noto e fa sapere al cronista l’Assessore re-gionale al Turismo e Industria Alberghiera della Regione Puglia, Magda Terrevoli. «Brindisi - dichiara poi la Terrevoli al cronista - ha avuto un buonissimo successo: però, anche le altre

province onestamente. Certamente Brindisi ha una sua specificità che è dovuta anche alle grandi masserie, ecc...: posti di eccellenza che richiamano molto anche in destagionalizzato. Per cui può avere in questo momento questo exploit. Ma come dicevo prima è proprio la Puglia in generale che ha avuto un “appeal” incredibile in questo momento di “incoming”.Anche se uno dei problemi più grossi per la Puglia continua ad essere il trasporto aereo e quindi il collegamento con il resto d’Europa e con il mondo». (G.d.N.)

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Turismo, carta vincente anche per Francavilla

Magda Terrevoli:«Ma è un successo di tutta la Puglia»

di Giovanni di Noi

INCHIESTA TURISMO

Assessore Regionale

· FOTO DI NOI: SANDRO RODIA, RESP. IAT FRANCAVILLA

· FOTO DI CAVALLO D.: PIAZZA UMBERTO I

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VIIinfo@ .it

Anche da parte degli albergatori c’è conferma al trend positivo e soddisfazione per l’otti-mo lavoro svolto anche dall’APT di Brindisi

in questi anni. Risultati ottimi nonostante il periodo di crisi. In tal senso le parole di Bartolo D'Amico, presidente regionale dell’Associazione Direttori d’Albergo (A.D.A.) e direttore del Grand Hotel Masseria Santa Lucia, in località Costa Merlata ad Ostuni. «Il 2009 è stato un anno difficile. Pur tuttavia - spiega Bartolo D'Amico - siamo riusci-ti a tenere le posizioni ed in alcuni casi abbiamo addirittura avuto delle crescite. Un pò di fortuna,

certo, ma anche l’esser riusciti ad avere avuto una giusta dose di buon senso, a suo tempo. Quando cioè, di fronte al “periodo buio” al quale andava-mo incontro, siamo riusciti a saper prendere per tempo le giuste contromisure. Merito della idonea politica di rilancio turistico e di quella linea vin-cente dell’APT di Brindisi e del suo Commissario Francesco Nacci. Insieme ovviamente agli altri “protagonisti” del successo, sia quelli istituzionali che quelli privati». Presidente, quali le previsioni per il futuro nella nostra “Terra di Brindisi”?«Rispetto al dicembre scorso, il dicembre 2009 è

stato un periodo in crescita. Le previsioni per-tanto per il 2010 ritengo siano ottimali. Abbiamo avuto un aumento di presenze ed un capodanno “più forte”». Un segnale di partenza con il piede giusto, dunque: infatti sembra che siano già lette-ralmente fioccate tutta una serie di prenotazioni per il 2010 prima impensabili che invece adesso fanno ben sperare. Ma è necessario non farsi prendere dal “panico”. Come suggerisce lo stesso D’Amico. «Conosco colleghi - ci dice - che facendosi pren-dere dal panico hanno “svenduto”. Questo non è corretto nè per i clienti che hanno pagato a prezzo pieno nè per la categoria. Gli altri colleghi infatti vengono così a trovarsi spiazzati e loro malgra-do in “svantaggio”». E allora, quali i rimedi ed i suggerimenti? «Trovare soluzioni nuove - con-clude Bartolo D’Amico -, magari curando di più l’informazione, e la comunicazione anche inter-na dell’albergo». Da qui la proposta di fare corsi “professionalizzanti”. Come nel caso della lingua. Basti pensare che presto bisognerà “rispolverare a dovere” la lingua francese, in particolare. Visto che da qualche tempo - e questa è l’altra notizia - si sono riaffacciati in “Terra di Brindisi” anche i turisti francesi e belgi. Ed ovviamente anche qui la musica è sempre la stessa. Senza collegamenti tanto aerei quanto portuali non si va da nessuna parte. Anche perché come già detto, il turismo è un vero e proprio giacimento di petrolio per la “Terra di Brindisi”. E perché no? In fin dei conti, indiret-tamente a beneficio anche di quella di Puglia. Che per questo, “ringrazia”.

Il turismo come la risorsa vera del territorio in provincia di Brindisi. Parola di Teodosio Buon-giorno, ristoratore e titolare del rinomato risto-

rante “Gia' sotto l'Arco” a Carovigno.«Confermo il miglioramento ed il trend positivo. Anche se non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando di un periodo tutto sommato di crisi. La gente è “incuriosita” e c’è sempre maggiore inte-

resse al nostro territorio. Ma è opportuno fare in modo che la gente non venga solo per 20 giorni ad agosto». E per Bongiorno è necessario “migliorare” in ogni senso, puntando anche ad una migliore qua-lificazione della destagionalizzazione dell’offerta turistica. E qui lo stesso “solleva” il problema della professionalità. «É importante - spiega Buongior-no - la gestione professionale, secondo canoni co-dificati sia nella “ristorazione” che nella “hotel-lerie”, che va dall’accoglienza alla funzionalità. Così pure per la ristorazione che abbisogna di chi ne sappia veramente bene del vino, del territorio, i suoi prodotti, ecc. Insomma canoni standard in tutto il mondo civile che devono essere applicati.Dobbiamo fare in modo - egli precisa - che un tu-

rista che viene qui da noi dall’Inghilterra o dalla Scozia deve poter avere nei nostri ristoranti ed ho-tel la stessa tipologia di servizio e qualità che può trovare in Scozia, Svezia, Inghilterra o in Francia. Logicamente in un contesto pugliese. La ricchezza di un territorio - egli prosegue - non l’hanno fatta i politici ma l’hanno sempre fatta gli imprenditori coraggiosi, illuminati, quelli che hanno rischiato. I politici se sono stati tali, se sono stati dei bravi politici, hanno colto le potenzialità di quello che stava succedendo e l’hanno ampli-ficato. É solo attraverso l’emozione di saper ospitare con professionalità - conclude Buongiorno - che riu-sciremo a catturare i turisti. Altrimenti è finita».

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Come è noto il corpo umano è costituito da differenti tessuti, tra cui muscoli, organi quali fegato, rene, cuore ed altri, acqua, osso e diversi tipi di tessuto adiposo. La riduzione di questi tessuti, che spesso viene confusa con il dimagrimento, porta a conseguenze diverse.La perdita di muscolo ed organi interni por-ta a deperimento; se si riduce l'ossatura si ha demineralizzazione, se si perde acqua si ha disidratazione.Se si consuma il grasso di struttura si ha emaciazione; solo riducendo il grasso di deposito si ha il vero dimagrimento.Queste considerazioni sono estremamen-te importanti nel momento in cui l'individuo decide di iniziare una dieta, perché sarà proprio il tipo di dieta che ci daràla qualità del dimagrimento, che sottolineo, deve essere a scapito della massa grassa e non della massa magra cioè il muscolo.Come si può raggiungere questo risultato? Solo con una dieta bilanciata, con la giusta quantità di carboidrati, proteine, grassi, vi-tamine ed oligoelementi.Una dieta non dovrà mai valere per ogni individuo; solo se viene personalizzata, tenendo in giusta considerazione le prefe-renze alimentari, avrà successo!L'attività fisica gioca anch'essa un ruolo importante, perché protegge la massa muscolare dal deperimento, concentra la riduzione del peso corporeosui grassi di deposito e da un senso di be-nessere fisico e psichico.Ci si sentirà meglio, il dimagrimento sarà corretto e oltre al risultato estetico anche la salute ne trarrà giovamento.

Nutrizionista a Brindisi

Il “petrolio” è quiservizi di Giovanni di NoiIl parere del capo degli albergatori

La ristorazione, altro punto di forza

· IN PRIMO PIANO BARTOLO D’AMICO, PRESIDENTE REG. ASSOC. DIRETTORI D’ALBERGO CON ALCUNI COLLABORATORI

· TEODOSIO BUONGIORNO CON LA MOGLIE, LO CHEF

Parla Teodosio Buongiorno noto ristoratore a Carovigno

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VIIIinfo@ .it

Mentre dal prossimo 25 gennaio ini-zieranno ad intensificarsi le udien-ze per i vari processi nell’ambito

dei diversi filoni d’inchiesta che pendo-no sul villaggio turistico-residenziale di Acque Chiare, sul litorale nord di Brin-disi, sequestrato da poco più due anni, il comitato dei proprietari delle villette a cui sono stati posti i sigilli ricevono in queste settimane l’appoggio morale anche degli ambientalisti, notoriamente contrari a quel tipo di destinazione d’uso del complesso residenziale e in quel lem-bo di litorale.In sostanza, anche chi tutela l’ambien-te e la nostra costa da scempi vari, chi combatte associativamente e civilmente contro gli abusi in campo ambientale, come appunto il comitato Forum Am-biente, considera assurdo che a pagare e ad essere indicati come colpevoli siano gli ignari acquirenti delle varie villette, siano esse persone facoltose o famiglie che hanno acceso mutui importanti per la loro unica casa.

Infatti, l’idea comune, sposata anche da alcuni ambientalisti, è che chi ha firmato l’acquisto di quegli immobili, che, ricor-diamo, potevano essere utilizzati solo per scopi turistici e solo dopo la realiz-zazione dell’annesso albergo, così come da accordo di programma tra Regione Puglia e Comune di Brindisi, lo ha fatto in buona fede, senza fini lucrosi o illega-li. E’ il pensiero dell’ex giudice Miche-

le Di Schena, ora attivista in campo di tutela ambientale di vario tipo, il quale, semmai, punterebbe il dito indice contro amministratori di quel periodo e attuali, costruttori e proprietari del complesso residenziale.Insomma, un “soccorso” importante per parecchie famiglie, indicate dalla comu-nità come fautori di abusivismo edilizio, come truffatori o quant’altro. Ed inve-ce, le cose non stanno così. Si tratta di gente normale, tutta brava gente, che è stata attratta da vari specchietti delle al-lodole che circondavano quello stupen-do e avveniristico villaggio turistico, con l’obiettivo di facilitare loro quegli acquisti e quel cambio di vita, almeno in estate. C’è chi, un po’ incautamente, questo sì, ha acceso dei mutui pur aven-do un solo esiguo stipendio. Ma questa è un’altra storia che riguarda la privacy e la sfera personale di ognuno di loro.Dicevamo un soccorso importante quel-lo degli ambientalisti in un periodo in cui questi proprietari (quasi un centinaio) sono costretti a rispondere anche in Tri-bunale di abusivismo edilizio. E il 25 di questo mese c’è proprio la prosecuzione

di questa causa.Il clou della vicenda, comunque, sarà il prossimo mese di maggio quando sul tutto si esprimerà la Corte di Cassazione. Corte di Cassazione che ha già accettato il ricorso di alcuni proprietari di abita-

zioni in un analogo complesso residen-ziale in Toscana.Due situazioni simili, parallele. In questo caso, è stato consentito ai legit-timi assegnatari di poter utilizzare le loro case solo nei mesi estivi; in sostanza, si conferma l’uso per il quale quelle abita-zioni turistiche erano state acquistate.Potrà questa sentenza accontentare an-che i proprietari del Villaggio brindisino di “Acque Chiare”? Al momento, la ri-sposta parrebbe negativa, nel senso che chi ha acquistato quegli appartamenti li vuole utilizzare non a tempo determina-to ma per sempre. Staremo a vedere. In-tanto, le case sono off-limits, tranne che per il proprietario-custode, che spesso coincide col capofamiglia. E il resto del nucleo familiare resta fuori. A dare, poi, qualche spiraglio di luce in più, ci ha pensato l’assessore regionale all’Urbanistica, Angela Barbanente, che, proprio qualche giorno fa, ha azzerato la sua posizione intransigente, che pre-vedeva l’abbattimento di quel villaggio, auspicandone ora un utilizzo più razio-nale. Per il comune di Brindisi, invece, permane un silenzio imbarazzante.

di Renato Rubino

Acque Chiare:gli ambientalisti appoggiano i proprietari

BRINDISI

Il comitato Forum Ambiente consi-dera assurdo che a pagare siano gli ignari acquirenti delle varie villette che hanno acceso mutui per la loro

unica casa

· IL VILLAGGIO DI ACQUE CHIARE, FOTO AEREA

C’è attesa per il pros-simo mese di maggio

quando si esprimerà la Corte di Cassazione

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Quali sono le attività principali della Pro Loco?La maggior parte del nostro la-

voro ruota intorno alla manifesta-zione più importante della città, che è anche il motivo per cui Oria è co-nosciuta, ossia il Corteo e Torneo dei Rioni. Negli anni, abbiamo creato intorno a questa, altre manifestazioni belle ed importanti come l’accampa-mento medievale ed il concerto del palio, tutti eventi che si svolgono nei giorni a ridosso del Torneo. Da quat-tro anni a questa parte abbiamo redat-to un calendario del Torneo”.Dal punto di vista turistico cosa ha da dire la città?“L’immagine di Oria è indissolubil-mente legata al Torneo, che è di gran lunga la manifestazione più impor-tante. Al secondo posto direi poi la Passione, che stiamo portando anche all’estero con dei gemellaggi. Tanti ristoranti e case vacanze, ma anche le compagnie d’arme e i gruppi sban-dieratori sono nate grazie al Torneo. Poi abbiamo i monumenti: la Catte-drale, il castello ed i musei”.

Cosa manca per vivere di turismo?Bisogna investire di più in cultura e turismo: questa è la vocazione della città e va fatta conoscere. Investire, investire, investire! Non abbiamo altro: il commercio è quello che è,

infatti per comprare ciò che ci serve andiamo a Francavilla. Industrie non ne abbiamo, l’agricoltura è povera”. Cosa chiede alla politica la Pro Loco? Prima di tutto investire in cultura e

poi rendere più accogliente e più frui-bile quello che abbiamo a partire dal-le cose semplici come la segnaletica.L’identikit del turista che visita Oriaè ancora un turista “mordi e fuggi”, va via dopo una mezza giornata. O peg-gio qualche ora, una volta visitato i monumenti. Si sta lavorando per pro-porre un pacchetto di due o tre giorni da passare città. Certo bisogna offrire tanti servizi, oltre al semplice restau-ro del castello! Come presidente del-la Pro Loco direi che bisogna puntare ancora con più decisione sul Torneo, guardate cosa ha fatto Melendugno con la Notte della Taranta… Non perdiamo tempo dietro alle ideologie politiche o alle beghe, lavoriamo tutti insieme. Il turista che viene a vede-re il Corteo e Torneo in genere è uno che alloggia sulla costa. Molti sono i forestieri che tornano per l’estate. Si spostano per la manifestazione, ma al massimo rimangono a cena nei ri-storanti, poi vanno a dormire altrove. Qui dobbiamo lavorare!”.

Francesca D’Abramo

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Qui non c’è solo Passione e TorneoIntervista al dott. Emilio Pinto, presidente della Pro Loco

· FOTO DEL TORNEO (FONTE: FACEBOOK)

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A circa un anno dalla fine del suo mandato, quali sono le realizza-zioni più importanti che crede,

con la sua giunta, di aver fatto? Per ciò che riguarda il settore economi-co di certo la zona industriale: i lavori saranno consegnati per settembre. Ver-ranno realizzate tutte le opere necessarie a rendere fruibile quell’area agli impren-ditori che stanno investendo lì: le strade innanzi tutto, poi la fogna, l’acqua, l’il-luminazione, l’adsl. Abbiamo realizzato il nuovo mercato ortofrutticolo, in una struttura nuova, molto più funzionale di quella di prima e dobbiamo continuare a migliorarla. C’è poi il mattatoio che è in fase di ultimazione, qui l’intervento conclusivo è della giunta Ferretti. Non possiamo dimenticare la raccolta diffe-renziata dei rifiuti: la strada che abbia-mo intrapreso, pur fra tante difficoltà, sta dando ottimi risultati. E posso anticipare che fra circa due mesi a Oria avremo il primo centro stabile raccolta rifiuti della provincia Brindisi. È in costruzione nella zona industriale, visibile perché si sta eri-gendo il muro di cinta. In questa struttura modernissima, tutti i cittadini potranno conferire il proprio rifiuto differenziato, senza aspettare i giorni della settimana previsti. Dobbiamo poi aggiungere le isole ecologiche, che saranno pronte per febbraio- marzo. C’è poi il grande obiet-tivo del rinnovo per così dire dell’ “appa-rato umano” del Comune, con gli innesti che abbiamo fatto di nuovo personale qualificato, come i due nuovi vigili urba-ni. Abbiamo intenzione di reperire anche altre figure e se non ci riusciremo con la mobilità faremo i concorsi. Entro un

mese saranno banditi quello per respon-sabile degli affari generali, responsabile dei servizi sociali e ragioneria. Una chic-ca poi: stiamo sostituendo tutti i vecchi lampioni con lampade a risparmio ener-getico e stiamo portando l’illuminazione anche in zone non servite fino ad oggi. Fra queste c’è il campo sportivo che ora sarà fruibile anche in notturna.Quali sono i prossimi progetti da rea-lizzare?A giugno inizieranno i lavori finanziati con l’accordo di programma dell’Area Vasta: per Parco Montalbano è stato stanziato ben un milione di euro, ai turi-sti verrà offerto un percorso panoramico che va da Montalbano a Parco Sabba: qualcosa di spettacolare ritengo. Entro un anno poi completeremo i lavori pres-so l’ex Ospedale Martini: lì avremo un doppio centro per ragazzi disabili, uno diurno e uno residenziale e servirà tutta la provincia. Vogliamo ottimizzare l’uti-lizzo del mercato ortofrutticolo. È chiaro che per fare tutto servono i soldi e noi stiamo facendo il possibile per reperire le risorse.Quali sono secondo lei i problemi più urgenti della città?Il problema è unico e grosso: il lavoro! Ogni giorno mi arrivano richieste di persone che hanno bisogno di lavorare, perché hanno famiglie e hanno figli da mantenere. Non parliamo poi dei giova-ni…E’ una situazione che secondo me è insostenibile alla lunga, non so cosa suc-cederà perché si tratta di problemi vera-mente molto seri. Il sindaco non può fare molto, ma tutto quello che noi mettiamo in cantiere o realizziamo come ammini-strazione, lo facciamo per creare un’in-versione di tendenza, pensiamo sempre a interventi che diano impulso nuovo all’economia e creino occupazione.Quali punti di forza ha Oria?Il più importante è il turismo! Il Torneo, i monumenti, ma anche la Notte Bianca e altri eventi di quel calibro. Sul turismo dobbiamo investire risorse economiche e lo facciamo e anche in risorse umane, perchè ne abbiamo di talenti anche nella nostra città. Certo, bisogna anche cam-biare mentalità, parlo degli imprendito-ri, se vogliamo avere un ritorno turisti-co. Posso annunciare che quest’anno ci impegneremo in maniera importante dal punto di vista economico, coinvolgendo anche le scuole, per creare dei pacchetti turistici completi e innovativi con Oria al centro.Come mai Oria non è riuscita ad ave-re lo sviluppo turistico di città vicine

come Ceglie o Ostuni?Parlo con tanta gente, anche forestieri e posso dire che da qualche tempo a questa parte si guarda a Oria con occhi diver-si perché stiamo riacquistando un certo ruolo a livello provinciale.Inutile negare che in questa città esiste il problema droga, come dimostrano le diverse operazioni delle forze dell’or-dine.Non penso sia un problema solo di Oria. Tutti noi sindaci del circondario lo sen-tiamo un problema, forse qui guardia-mo di più alla droga e forse ci sembra un problema più grosso, ma non è che in altri paesi non ce ne sia. Nella nostra

città dovrebbero farsi vedere di più sia la Polizia che la Finanza.La sua maggioranza ha perso “pezzi” nel corso legislatura, ma non è un fat-to nuovo è accaduto anche con altre giunte: perché la politica oritana è così litigiosa?Non succede solo da noi, e comunque l’impegno in politica non deve essere condizionato da interessi particolari. Se è così non ci si trova d’accordo, quello che conta è la responsabilità.Lei si ricandiderà alle prossime ammi-nistrative? Risponderò fra un anno!

XIinfo@ .it

focus su oria

di Francesca D’Abramo

Ecco le “chicche” di FerrettiIntervista al sindaco: tanti cantieri in programma

· IL SINDACO DI ORIA, FERRETTI

· IL COMUNE DI ORIA

· UN PARTICOLARE DELLA CATTEDRALE DI ORIA

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XIIinfo@ .it

“Cari turisti, benvenuti nella nostra città d’arte”, così NUOVO QUO-TIDIANO il 20/02/09 titolava un

articolo a firma di Angelotti. Lo stes-so articolo annunciava la conferenza stampa di quella mattina presso il pa-lazzo di città per ufficializzare l’otte-nuto ambito riconoscimento. Le sorti del Comune erano allora nelle mani del commissario prefettizio Olivieri. Durante la successiva campagna elet-torale amministrativa del 6/7 giugno tale riconoscimento veniva ripreso dal candidato consigliere “architetto e professore” Giuseppe Capobianco il quale, occupato un posto in Consi-glio comunale per il meccanismo del-le surroghe di consiglieri divenuti as-sessori, sarebbe stato poi individuato dal sindaco della Corte quale destina-tario della delega finalizzata a rende-re Francavilla “città d’arte” non solo a parole ma nei fatti. Testualmente aveva scritto l’architetto Capobianco nel suo fac-simile di propaganda elet-torale: “Francavilla è stata nominata città d’arte e quindi beneficia di tutte le opportunità che a questa onorifi-cenza spettano”. Sarà senz’altro ar-duo, a nostro avviso, il compito a cui Capobianco è stato chiamato.Le attuali condizioni generali per un incremento del flusso turistico ver-so la nostra città, stante la situazio-ne economica che permane grave, non aiutano nonostante il successo di manifestazioni quali ad esempio la “Notte bianca”, riuscita senz’altro sotto molti aspetti ma di per sé epi-sodica.

Gli erroriInoltre errori, non si sa quanto in buona fede, sono stati commessi ne-gli anni precedenti le cui conseguen-ze oggi, ai fini di un vero e proprio decollo di Francavilla in campo tu-ristico, si fanno sentire e pesano non poco. Intendiamo fare cenno a due soli: 1) la perdita irrimediabile al-meno per qualche decennio del Mu-seo Etnografico Salentino dal geom.

Gerardo Andriulo affidato in conces-sione al Santuario di S. Cosimo alla Macchia; 2) la destinazione a Galle-ria Commerciale di quella che una volta era la piazza coperta nella cen-tralissima via Regina Elena, a pochi passi da quello che sarebbe diventato il cuore della “movida” con le sue ombre ma anche le sue luci, consi-derato il consistente giro di affari innescato; la sua destinazione rite-niamo che sia stata una scelta miope considerato l’affollamento da tempo esistente di piccole (per la superficie di vendita) attività commerciali espo-ste alla impari concorrenza delle me-die e grandi. Altra cosa sarebbe stata invece una “Galleria dei sapori e dei saperi” volendo usare un’espressione abusata, con l’esposizione permanen-te e non saltuaria dei prodotti tipici nostrani, quali la “cupeta”, i confetti ricci, i fichi secchi mandorlati, ecc. magari supportata dall’allestimento di mostre/mercato e di mostre di al-tro genere con relative inaugurazioni e convegni con preferenza per quelli dedicati ad artisti e studiosi locali ma anche a realtà associative aventi come scopo sociale quello di far conoscere e valorizzare le nostre tradizioni con-tadine e popolari. Gli errori non sono stati compiuti soltanto in settori atti-nenti all’economia e alla tradizione, e quindi suscettibili di ricadute posi-tive in ambito turistico.

Diverse mostruositàAnche l’aspetto urbanistico di Fran-cavilla ha dovuto registrare incon-gruenze se non proprio mostruosità: si pensi ad es. alla localizzazione del-la cosiddetta “zona 167”, vera e pro-pria appendice abnorme e staccata ri-spetto alla conformazione del restante tessuto urbano. Inoltre, le architetture presenti anziché essere state valoriz-zate sono state in qualche caso visi-vamente e prospetticamente detur-pate: si pensi all’arco monumentale più importante di Francavilla, quello del Carmine, che osservato prospet-

ticamente a distanza, da via Roma, appare sormontato da una specie di escrescenza o fungo in muratura, rap-presentato dalla sommità del palazzo a più piani di recente costruito all’ini-zio del viale Lilla. Ed anche l’aspetto visivo a cui fa riferimento l’architetto, dalla pulizia all’agibilità delle strade urbane ed extraurbane, alla presenza e alla cura del verde. Si osservino ad esempio i sacchetti di immondizia abbandonati e giacenti lungo diverse vie di accesso all’abitato, fra tutte il prolungamento, verso la campagna, in via Dalla Chiesa. Ed ancora: quale la consistenza e il livello qualitativo attuale e futuro della ricettività alber-ghiera? Quale l’offerta per così dire istituzionalizzata di servizi culturali: rappresentazioni teatrali, mostre sa-cre e profane effettivamente fruibili nei giorni e negli orari pubblicizzati? Si considera adeguato lo spazio dove ha sede l’unico museo della civiltà contadina fruibile solo grazie all’im-pegno e alla disponibilità della fami-glia Argentina che ne è proprietaria? E’ stata superata la difficoltà degli spazi e degli orari asfittici di apertu-ra al pubblico della locale biblioteca comunale? Come e con quali soldi si intende porre rimedio alla inaccetta-bile, cronica mancanza di contenito-ri che possano essere sede adeguata di incontri, conferenze, convegni, ecc.? Si pensi a ciò che è capitato al convegno sul “Piano casa” del 17/12 u.s., relatrice l’assessore regionale Barbanente, trasferito in fretta e furia

dall’aula magna della Bilotta-Virgilio inagibile alla sede scomoda e angu-sta del teatro “Imperiali”! E si potreb-be continuare di questo passo.

Buona fortunaPer il momento non ci resta, a chiusu-ra di queste poche e parziali conside-razioni, che formulare al delegato del sindaco arch. Capobianco, l’augurio di buon lavoro oltre a quello di buona fortuna di cui ci sembra che egli ab-bia estremo bisogno.

Prof. Raffaele Attanasi

Tra la città delle Ceramiche e la città degli Imperiali è stata avviata un’intesa per fa-

vorire dei progetti specifici nell’istituendo polo di attrazione della “Valle d’Itria”. Un primo patto è stato già siglato tra l’assessore al Turi-smo della città delle ceramiche l’architetto Vito Nicola Cavallo ed il consigliere francavillese del Pdl con delega “Città d’Arte” Giuseppe Ca-pobianco, anch’egli architetto. “Insieme a Grot-taglie e Martina Franca - dichiara il consigliere Capobianco - possiamo cogliere appieno tutte le risorse finanziarie che il Polo di attrazione

della Valle d’Itria mette a disposizione attraver-so questi programmi operativi interregionali”.Secondo l’assessore grottagliese “occor-re pensare all’istituzione di un organismo intercomunale con le città che si fregiano del titolo di Città d’Arte. Ciò al fine di po-ter interagire in maniera comune all’inter-no dei programmi operativi interregionali”.Non rimane che portare a compimento que-sta sorta di patto in nome dell’arte, della cul-tura e del turismo attraverso la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra i due Comuni.

Città d'arte anche di fatto?

Matrimonio in vista per due città?

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Il sindaco ha affidato all’architetto Giuseppe Capobianco,consigliere comunale, la delega per “città d’arte”

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Francavilla, Stazione di Francavilla. E, aggiungasi, della vergogna.Se infatti la stazione ferroviaria rappre-

senta una sorta di biglietto da visita per chi, turista e forestiero, giunga nella città degli Imperiali, qui allora c’è poco da stare allegri. Aldilà dei bei colori che ne dipingono la fac-ciata, varcata la soglia, parafrasando l’Ali-ghieri, “perdete ogni speranza voi ch’en-trate”. All’occhio umano non resterà che contemplare i segni dell’inciviltà che qui pare regnare sovrana.Non c’è un solo metro quadrato di parete la-sciato pulito ed immacolato. Scritte d’ogni tipo e frasi imbrattano ogni muro.Graffiti? Murales? Magari… più sempli-cemente, e più tristemente, un’antologia del turpiloquio, una summa della volga-rità, un’enciclopedia della demenzialità e dell’oscenità. Questo quanto s’impone agli occhi di tutti.

“La stazione, soprattutto dopo un certo ora-rio, diventa purtroppo terra di nessuno – si lamenta il personale che qui opera - I ragaz-zini, molti dei quali anche minorenni, ven-gono qui e fanno le loro bravate del tutto indisturbati”.Alle 20, infatti, finisce il suo turno l’unico dipendente che presta servizio nella fascia pomeridiana. La zona, quando questi termina di lavorare, resta pertanto priva di personale e, quindi, di alcuna forma di controllo. Con la complicità del buio e certi del fatto che non saranno “disturbarti” da alcuno i malintenzionati fanno ciò che vogliono. Be-vono, magari si drogano. Si dedicano ad atti di vandalismo. Danno insomma sfogo alla demenza che li abita. Fra i residenti della zona c’è chi parla addi-rittura di manovre che farebbero pensare ad un piccolo traffico di sostanze stupefacenti che si consumerebbe proprio in zona stazio-

ne. Un territorio senza controllo, si diceva, quindi l’ideale anche per chi svolga quest’at-tività.E proprio alla stazione, dove avevano cerca-to rifugio, sono stati arrestati il mese scorso sia Antonio Padula sia Piero Lonoce, i due assassini (del pensionato Donato Andrisani il primo e di Antonia Musci, sua madre, il secondo) che hanno insanguinato le festività natalizie dei francavillesi. Invivibilità è la parola che usano i residenti della zona e lo stesso personale che da tempo denuncia lo squallore, ma soprattutto e la pe-

ricolosità della situazione. Sperando che chi di dovere intervenga.In una vecchia guida della città di Francavil-la - edita da Congedo e curata da Fulgenzio Clavica e da Vittoria Ribezzi Petrosillo - si proponeva al lettore-turista un itinerario ide-ale per visitare la città. Si suggeriva di co-minciare proprio dalla stazione, in cui tra l’altro sfocia il centralismo viale Lilla.A corredo del consiglio, due belle foto d’epoca della stazione. Epoca in cui la sta-zione versava certo in uno stato migliore di quello attuale. Maria Angelotti

La stazionedella... vergogna!

francavilla

L’associazione culturale “Le Muse”, per tramite del suo rappresentante legale, il professore Franco Zec-chino, ha chiesto a Trenita-lia di poter usufruire del lo-cale che una volta ospitava il “Bar della Stazione”.Il locale in questione fa parte dell’intero immobile “Stazione Ferroviaria”.L’associazione “Le Muse”

ha inoltrato la sua richiesta. Richiesta motivata da un fine assai nobile e merito-rio.Quello cioè di svolgere qui attività di volontariato. At-tività assolutamente gratu-ite, a favore sia di soggetti portatori di handicap, sia normodotati i quali, come spiega lo stesso Zecchino, “lungo l’avventura della

crescita formativa possono avvertire il bisogno, ma-nifesto e no, di sostegno psicopedagogico. La scelta di quella struttura – sempre Zecchino – è perché essa è una delle più praticabili per i soggetti carrozzati che così potrebbero avvantag-giarsene vista la limitata barriera architettonica esi-stente”.

Nei locali dell’ex bar della stazione, attività di volontariato?

· FOTO DI MARIA ANGELOTTI: UNA PARTE DELLA STAZIONE DI FRANCAVILLA F.NA

Page 14: il brindisino 26

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Page 15: il brindisino 26

E se le Ronde tanto richieste si utilizzassero non per la security collettiva, a cui provvedono le

normali forze di polizia, ma per mo-nitorare la pulizia e l’igiene delle cit-tà, a partire da Brindisi? E’ questa la proposta molto singolare ma efficace allo stesso tempo dell’associazione Brindisi Prodest, a cui la città così come è, dal punto di vista ambientale e igienico, non va proprio giù.Ed in effetti, passeggiando per le va-rie arterie primarie e secondarie del capoluogo o chiacchierando con la gente, il primo pensiero che viene esternato è: “ma come è ancora spor-ca nel 2010 la nostra Brindisi”. E, diciamo noi, non tutte le colpe sono di Innovambiente, l’azienda che ha in appalto il servizio di igiene pubblica. Il discorso è molto più complesso e riguarda sia il singolo cittadino, che non si cura della propria città, anzi contribuisce a sporcarla, per poi com-portarsi civilmente al nord, sia i vari amministratori municipali e chi è de-putato al controllo.L’unico tratto che resta e permane pu-lito e lindo, almeno un po’ di più ri-spetto al resto della città, è Corso Ga-ribaldi. “E ciò – dice Brindisi Prodest per bocca del suo presidente, Franco Palma – può anche essere accettato, in quanto si tratta del Salotto della cit-tà: ma per il resto è meglio stendere un velo pietoso, a partire dalla fine di Corso Garibaldi, all’altezza dell’in-crocio con Corso Roma, proprio sot-to la statua di Cesare Augusto, ai cui piedi sono ben visibili bottigliette di birra, sporcizia varia, lattine e moz-ziconi di sigarette. E così, di questo passo, fino in periferia e fino ai clas-sici quartieri-dormitorio, simili, per questo aspetto, al centro cittadino, tipo la famosa “A Livella” di Toto, il

principe De Curtis. Il quale sosteneva che la morte livellava tutti, il nobile, il ricco e il poveraccio. Tranne, appun-to, Corso Garibaldi, vera isola felice o oasi particolare”.A complicare ancor di più la situazio-ne, la scelta di Innovambiente di non poter più pulire i cassonetti dei rifiuti multimateriale, costringendo a vede-re sparsi qua e là, sempre più, rifiuti di ogni genere sotto i portoni delle proprie abitazioni, con evidenti disa-gi per tutti. E su questo aspetto c’è stata una vera sollevazione popolare: la gente, in effetti, è esasperata ed in-dignata. Ma nessuno ha intenzione di correre ai ripari. Né possiamo pensare che la raccolta differenziata porta a porta risolva definitivamente e bene il problema.E la pioggia di questi primi giorni di gennaio ha davvero martoriato ancor di più le nostre strade, in tutti i sensi. Come è accaduto in via della Madda-lena (che costeggia la Banca Nazio-nale del Lavoro e sfocia in via Santi, vicino al Nuovo Teatro Verdi, in pie-

no centro storico), distrutta dall’ac-qua piovana, e il cui deterioramento era iniziato per lo stesso motivo due anni fa.Le infiltrazioni d’acqua sono decisa-mente pericolose e potrebbero addi-

rittura danneggiare le fondamenta del palazzo contiguo. Nessuno, a tal pro-posito, si è mosso – e il riferimento è ai tecnici comunali - per sanare la situazione e per rendere efficiente il tombino dal quale fuoriesce una spe-cie di magma nero. Mancano i soldi in bilancio? Non lo sappiamo, ma intan-to i residenti sono davvero delusi e ar-rabbiati. Ma il decoro cittadino dipen-de davvero dai fondi pubblici o dalla morale e dal buon senso? Domanda che giriamo a chi di competenza.Ed allora, le “ronde” servirebbero proprio a questo: a monitorare, a con-trollare e a riferire. Ammesso che chi deve decidere non abbia già i propri informatori. Ed allora, il mancato in-tervento è cosa ancora più grave.

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IL QUESITOMa il decoro

cittadino dipende davvero dai fondi pubblici o dalla

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Domanda che giriamo a chi di

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di Renato Rubino

Città sporca.Ed allora, via alle ronde

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L’ISOLAFELICE

L’unico tratto che permane lindo è Corso Garibaldi.Alla faccia della

famosa“A livella” di Totò· UN’IMMAGINE EMBLEMATICA CHE DOCUMENTA LA “SPORCIZIA”

· IL SINDACO DOMENICO MENNITTI

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Il vero avversario degli amministratori franca-villesi non è né Euprepio Curto, né Tommaso Resta, né Mario Filomeno, che impersonano ri-

spettivamente le tre opposizioni: Udc, Pd e sinistra radicale. Il vero avversario del sindaco della Corte, e relativa giunta, non proviene neanche dal mon-do politico, ma dalla natura: è la pioggia. Lenta o furiosa che sia, è lei. E vince sempre. Ha sempre messo in ginocchio gli amministratori locali, in-capaci di salvaguardare la città dai danni che essa provoca. Eppure, nonostante si tratti di una cosa così palese, sono in pochi ad accorgersene.Capiamoci: non stiamo parlando di emergenza, che si può presentare in casi particolari. Ci riferiamo a tutto ciò che è ritenuto normale: gli acquazzoni primaverili o d’autunno e le consuete precipitazio-ni invernali. Bastano pochi minuti di pioggia e la città, ma anche le campagne intorno, è in panne. Anzi, nel pantano.Il carente sistema di smaltimento delle acque pio-vane va subito in tilt. Strade e quartieri interi si allagano, per le pendenze sbagliate (succede persi-no in Largo San Marco, la cui ripavimentazione è recentissima) e per l’insufficiente rete di drenaggio delle acque meteoriche.E anche per errori ancora più gravi, come succede nella zona di via Refice: qui spesso l’acqua arriva a danneggiare garage e abitazioni dei residenti, spes-so legalmente in lite con il Comune. Molti cittadini difendono l’ingresso delle proprie case con antiestetici pannelli di formica. Nel cen-tro storico antico, dove manca del tutto la fogna bianca, quando piove gli abitanti possono uscire di casa solo con i gambali di gomma. E non parliamo delle scuole, i cui infissi e tetti sono dei veri e pro-pri colabrodo.Attualmente, per esempio, l’Aula magna della “Bi-lotta” è inagibile per le infiltrazioni provenienti dal solaio. Caso a parte è invece lo squilibrio idroge-ologico che le piogge provocano per lo stato d’in-curia del canale Reale: qui la soluzione esula dalle competenze esclusive del Comune. Ma non risulta

che quest’ultimo solleciti a sufficienza le autorità preposte. In un comunicato stampa di questi giorni il sinda-co vanta di aver “ottenuto un finanziamento di due milioni e quattrocento mila euro per adeguare gli scarichi e le immissioni delle acque piovane nella rete idrica della parte ovest della città, lungo l’asse di via Refice”. Solo per via Refice, che è il più gra-ve punto critico della città. E il resto di cui abbia-mo parlato sopra? Le risorse provengono dal Fon-do europeo di sviluppo regionale (Fesr 2007-13). La Puglia è riuscita a ritagliarsi una fetta di 340 milioni, da spalmare sulle dieci Aree vaste in cui è

diviso il territorio regionale. L’Area vasta brindi-sina ne ha ottenuti 29,7. A Francavilla Fontana ne sono arrivati 2 milioni e 400 mila. La cantierizza-zione deve avvenire entro il 15 giugno prossimo. I residenti della zona di via Refice non si illudano. Il problema non è reperire i soldi, che in un modo o nell’altro si riescono comunque a trovare, ma il modo in cui si gestiscono i progetti. Anche per gli altri cinquanta cantieri si erano riusciti a trovare i fondi.Dopo la loro apertura, tutti sanno come è andata a finire: chiusi o smantellati.

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Nè Curto, nè Resta, nè Filomenoil vero avversario degli amministratori è la pioggia

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· L’INCROCIO DI BORGO CROCE IN UNA GIORNATA DI PIOGGIA

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Le piogge sono argomento di fa-stidi anche per alcuni abitanti di viale Francia, prima zona perife-

rica della città degli Imperiali e che si sono rivolti alle alte sfere del “brin-disino” per avere udienza affinché si facesse carico delle loro ragioni.Parla Gianni Galiano che spiega la situazione in tutta la sua drammati-cità.“Sono circa due mesi che abito qua e vedo che solo qui ci sono allagamenti su questa viale Francia di Francavil-la, e come vedete nelle foto l’acqua delle piogge si concentra e stagna veramente tutta davanti alle nostre abitazioni ed ai portoni di casa e non c’è possibilità di uscire a piedi senza bagnarsi tutte le scarpe ed i pantalo-ni. La cosa assurda è che certe volte quando piove non possiamo uscire di casa senza bagnarci tutti i panta-loni e le scarpe ovviamente”.

In questa zona periferica di Franca-villa sono ubicate diverse villette. “Siamo alcune famiglie di circa 12 villette suddivise in due lotti da 6 appartamenti, uno dei quali ha que-sto stesso grave problema”, precisa Galiano.I disagi per i cittadini sono tanti. “Il problema resta tale - aggiunge Galia-no - anche perché oltre a noi ci sono i nostri figli anche piccoli e ci dispia-ce veramente che spesso dobbiamo prenderceli in braccio per arrivare alla macchina senza far bagnare loro le scarpe”.Intanto alcune famiglie, anche in cit-tà, sono solite “indossare” a mò di copertura, semplici buste di plastica annodate alle scarpe per evitare di bagnarsi le scarpe in genere quando piove. Quando si dice... “fare di ne-cessità virtù”.

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“Mai più allagamenti in via Refice”. E’ quan-to rassicurano il sindaco Vincenzo della Corte e l’assessore all’Urbanistica l’architetto Ro-

berta Lopalco i quali annunciano l’arrivo, grazie allo strumento dell’Area Vasta, di 2 milioni e 400 mila euro. In pratica è stato finanziato il proget-to redatto dal Comune per contrastare il fenome-no degli allagamenti nella zona Ovest della città. “Questo intervento – spiega l’assessore comunale all’Urbanistica e all’Assetto del territorio – con-sentirà un migliore smaltimento delle acque pio-vane nell’esistente fogna bianca di via Refice, assicurandone la necessaria manutenzione ed il sostanziale adeguamento agli accresciuti bisogni di una zona sempre più popolosa della città e che da tempo è stata individuata ad alto rischio idro-geologico e ad alta pericolosità di inondazione”.L’Area Vasta Brindisina punta ad assicurare, tra gli altri obiettivi, la tutela ambientale. Dichiara il sindaco della Corte: “Si tratta di un intervento concreto su un’area strategica del nostro territo-rio, a ridosso della linea ferroviaria. Intendiamo dare una risposta definitiva all’annoso problema che interessa centinaia di cittadini e decine di fa-miglie residenti nella zona di via Refice e che vi-vono periodicamente il disagio degli allagamenti a causa delle piogge”. Questa è infatti una zona della città in cui la rete fognaria viene spesso man-

data in tilt dalle ingenti piogge con la conseguen-za che spesso l’acqua invade strade, allaga piazze, sommerge marciapiedi ed aiuole sino a lambire e a volte anche superare degli accessi a garage ed abitazioni. Un problema che ha gravi ripercussioni sulla vivibilità del quartiere, sul traffico e sull’ac-cessibilità alla vicina zona industriale di via Grot-taglie.Degli interventi previsti in questa parte di Franca-villa ne beneficerà anche il Canale Reale che at-traversa la città dalle parti di via Ceglie-Villa Ca-stelli-San Vito. “E’ risaputo – precisa l’architetto Roberta Lopalco – che, per prevenire ed evitare l’inquinamento delle falde acquifere, le acque piovane raccolte dalla rete urbana non possono essere immediatamente immesse nella rete idrica. Questo intervento porterà, quindi, a diminuire il carico di acque inquinate che puntualmente si ri-versano nel nostro canale Reale, un elemento di straordinario valore ambientale per il territorio e che è sottovalutato e che invece potrebbe essere una importante risorsa. Perché lo sviluppo della città passa prima tutto dalla difesa del territorio e dal rispetto ambientale. Ed è questa la strategia che ha trovato un ampio consenso nell’Area Va-sta Brindisina che ha portato ad un sostanziale e determinante investimento per tutti”. G.C.

Mai più allagamenti in via Refice,...parola di sindaco

Viale Francia, un “mare” di guaiI residenti bloccati in casa quando piove

· VIALE FRANCIA: BUONA NAVIGAZIONE

· VIA REFICE, FRANCAVILLA FONTANA

FRANCAVILLA

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Caro ministro Brunetta,

C’è un gran parlare in questi giorni del decreto 150/2009 meglio noto come decreto Brunetta.Un gran parlare non tanto degli effetti positi-vi che pure si proponeva ma di quelli negati-vi per la distorta interpretazione e per essere calato a pioggia divenendo un’arma in mano a chi, probabilmente, non è stato prima se-lezionato.E’ come se, per esempio, all’improvviso si dotassero i militari non più della pistola di ordinanza ma di un mitra a largo raggio. Sarebbero tutti pronti e preparati all’uso im-provviso della nuova arma?Così, all’improvviso, dal 15 novembre è en-trato in vigore il decreto Brunetta teso a mi-gliorare il funzionamento della P.A.Anche senza condividere l’aspetto politico dell’iniziativa si può certamente condivider-ne lo spirito. Da tempo si invoca un maggio-re controllo, maggiore efficienza, meno as-senteisti e meno fannulloni. Quello che non è condivisibile è il modo generalizzato ed improvviso dell’applicazione.

Tra le conseguenze più immediate vi è l’in-cremento del contenzioso a causa della fa-coltà concessa ai dirigenti di attivare pro-cedimenti disciplinari, sia pure lievi, senza alcuna verifica delle condizioni operative.Meglio e più chiaramente si può dire che prima di conferire maggiori discrezionalità ai dirigenti si sarebbe dovuto procedere alla valutazione degli stessi ed alla riqualificazio-ne ove necessaria.Il Ministro Brunetta e il ministro Gelmini sono proprio sicuri che tutti i dirigenti, per esempio del mondo scolastico, siano davve-ro i manager voluti dalla riforma Moratti?Tutti i dirigenti sono davvero capaci di gesti-re l’azienda scuola così come era nello spiri-to della riforma del 2000?Si sono mai chiesto quanto contenzioso esi-ste in Italia tra i Dirigenti (presidi) ed i Di-rettori (segretari) a causa di una legislazione conflittuale e contraddittoria? Si sono chie-sto ed hanno mai verificato se davvero tutti i dirigenti e tutti i direttori sono in grado di assolvere al loro compito? Si sono chiesto se la maggiore responsabilità assegnata non sia confusa con maggiore potere nelle mani di chi spesso usa dire “qui il capo sono io”?E cari ministri, non vi pare che prima di con-ferire maggiori competenze avreste dovuto almeno fare un accertamento delle capacità dei dirigenti, forse una selezione e riqualifi-cazione per poi conferire le maggiori compe-tenze. Il decreto 150 può diventare strumen-to di rappresaglia, un’arma in mano a chi non

aspettava altro che vendicarsi, che punire ed affermare la propria autorità spesso senza autorevolezza.Tutto questo intensificherà contenziosi ed in-golferà ancor di più il gravame della Giusti-zia ordinaria chiamata a dirimere i conflitti.Il decreto 150 è un provvedimento centrali-stico ed imperativo che non agevola lo snel-limento ed il miglior funzionamento della P.A. ma ne complica la vita e ne avvelena l’aria.

di Gaetano Roma

Caro Brunetta...scuola

5… 4… 3… 2… 1… 0!!!Benvenuto 2010!!Abbiamo da poco terminato il conto alla rovescia e già corre il mese di gennaio!Chiudi gli occhi ed improvvi-samente ti ritrovi a fare i conti con nuovi 365 giorni da rende-re speciali!Chissà quante aspettative nel cuore di ogni uomo. Quante paure al sorgere di un nuovo intenso anno. Quanti interroga-tivi circa il futuro…Si affidano al sopraggiungere del 2010 tutti i sogni chiusi nel cassetto, le speranze per il do-mani, l’energia e la tenacia per affrontare il lento scorrere del tempo.Si è ben consapevoli che ogni

giorno porti con sé qualcosa di nuovo ed irripetibile, inevita-bilmente, però, qualche diffi-coltà sarà “concessa” a ciascu-no, ma un sorriso smagliante e convinto, darà modo di sbara-gliare il presunto avversario!La paura della fine del mondo, incombe su un gran numero di persone. Non si fa altro che pensare al 2012 e alla sua ca-tastrofe!E’ come se il pessimismo aves-se soppiantato definitivamen-te l’ottimismo, mirando ogni azione ed ogni pensiero verso il futuro impellente più che al reale presente!Anziché rendere unico l’anno appena “nato”, si spendono parole e paure circa l’anno che verrà, con la presunzione di

stabilire giorno, mese ed anno in cui Dio metterà fine all’esi-stenza umana.Come si può definire l’epilogo del mondo in modo così certo, chiaro e deciso?!?Sicuramente è più facile guar-dare al domani, anziché costru-ire mattone su mattone l’og-gi…Se solo ci stupissimo un po’ di più dinanzi al dono della vita, non sprecheremmo nemmeno un attimo di questo meraviglio-so tempo!Riprendiamo, prepotentemen-te, tra le mani la nostra vita e facciamone un capolavoro d’arte, perché in ciascuno re-gna questa indelebile opera, basta soltanto tirarla fuori!E allora… Carpe diem!

di Elisabetta SantoroCarpe diem!

Il MinistroBrunetta e il Mini-stro Gelmini sono proprio sicuri che

tutti i dirigenti, per esempio del mon-

do scolastico, siano davvero i manager voluti dalla rifor-

ma Moratti?Tutti i dirigenti

sono davvero capa-ci di gestire l’azien-da scuola così come

era nello spirito della riforma del

2000?

opinioni

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L’inghippo dell’index linked Le polizze vita sono spesso fonte di lamentele da par-te degli assicurati per vari motivi. I problemi, legati a queste polizze, nascono quasi sempre all’inizio, ovvero quando al consumatore vengono illustrate le condizioni contrattuali.Non sempre, infatti, l'utente è in grado di comprende-re esattamente quanto gli viene proposto: questo po-trebbe accadere anche per mancanza di sua volontà di approfondimento ma, nella maggior parte dei casi, ac-cade per la effettiva complessità di certe offerte e per la scarsa professionalità dei collocatori di polizze che, invece di specificare le caratteristiche dei prodotti fi-nanziari che propongono, si limitano ad esaltarne solo gli aspetti positivi e forniscono preventivi con ipotesi di alti rendimenti.Molti investitori pensano, quindi, di aver comprato pro-dotti “a capitale sicuro”, senza realmente sapere cosa hanno rischiato o cosa stanno rischiando! Mi riferisco, in primis, alle polizze vita cd. “index linked”, che si spacciano per prodotti tranquilli o venduti come tali.La denominazione di “polizza vita” induce, in effetti,

il risparmiatore a credere che si tratti di un prodotto a contenuto assicurativo, cioè una forma di risparmio che garantisce per il futuro una rendita o la restituzio-ne di un capitale maggiore di quello che viene versato con il premio al gestore, (sia esso banca, posta, società di intermediazione finanziaria o compagnia d'assicura-zione). In realtà, tale prodotto presenta un contenuto altamente speculativo, in quanto il premio viene inve-stito in quote di fondi di investimento il cui rendimento - fortemente aleatorio - vincola il rendimento della po-lizza vita, con il rischio molto probabile di non riavere indietro il capitale versato! Però c’è una grande differenza: la vendita di quote di fondi di investimento vincola le imprese a consegnare ai risparmiatori il cd. documento sui rischi negli inve-stimenti finanziari e a richiedere ai risparmiatori infor-mazioni dettagliate sulle loro conoscenze in strumenti finanziari, sulla loro situazione finanziaria e sulla loro propensione al rischio (delibera CONSOB n.11522 del 1998); mentre per le polizze vita le imprese sono tenute a consegnare (e non sempre lo fanno) solo la cd. nota informativa (circolare ISVAP n.71 dd.26.03.87)!

Attenti alle polizze dormienti!

Riscattare anticipata-mente una polizza vita, specie nei primi anni dalla stipulazione, è un’operazione molto penalizzante e le compagnie fan-no enormi guadagni; se, invece, i pagamenti dei premi sono interrotti dopo la metà degli anni di durata della polizza, l’utente che l’ha riscattata riceve quanto versa-to ma senza interessi (lucrati dalla compagnia!). Rischi particolari si annidano, poi, nel mancato riscatto da parte del terzo beneficiario di una polizza vita, in caso di decesso dell’assicurato.Ai sensi dell’art. 1920 c.c. il terzo beneficiario acqui-sta il diritto all’indennità e può rivolgersi direttamente all’assicuratore per ottenere la prestazione, purché si attivi nel termine breve prescrizionale di un anno, se-condo quanto dispone l’art. 2952, co. 2, c.c., dal giorno in cui si è verificato il fatto (i.e. l’evento morte)! La legge 166/2008 (c.d. legge Alitalia) ha innalzato il ter-mine per riscattare la polizza a due anni per i decessi avvenuti a partire dal 27 ottobre 2007.In entrambi i casi, se le richieste di riscatto sono intem-pestive, il capitale viene incamerato nel fondo vittime crack finanziari, istituito presso il Ministero dell’Eco-nomia, il c.d. Fondo dormiente, senza possibilità di re-cuperare - a differenza di quanto previsto per altri rap-porti (conti corrente, libretti, ecc.) - le somme versate in vita dall’assicurato nel decennio di prescrizione!

Le lamenteleL’assurdità di una simile discrasia e le lamentele prove-nienti a gran voce dalle associazioni dei consumatori, sono sfociate nella proposta di legge di innalzare quan-to meno a 5 anni il termine di prescrizione per l’eserci-zio del riscatto: un’occasione importante di intervenire in tal senso sarebbe potuta essere la recentissima appro-vazione del decreto mille proroghe ma è, come spesso accade in Italia, miseramente sfumata!Attendiamo…

Chiarezza sulle polizze vita

Avv. Marina della CorteResponsabile Unione Nazionale

Consumatori

diritti dei cittadini

Quarto Canale Radio ha reso omaggio lo scor-so 8 gennaio alla figura di Peppino Impastato, un giovane siciliano politicamente impegna-

to, fondatore a Cinisi (Palermo) di “Radio Aut”, assassinato il 9 maggio 1978 per mano mafiosa, alla cui storia Marco Tullia Giordana ha dedicato il film “I Cento passi”. Nel corso della puntata di “Franca…Mente”, pro-gramma condotto da Gianni Cannalire, è stata realizzata un’intervista a Danilo Sulis, musicista siciliano che ha riaperto la radio, insieme a Gio-vanni Impastato, il 5 gennaio scorso, giorno del compleanno di Peppino ucciso per ordine del boss Tano Badalamenti con il nuovo nome di “Radio 100 Passi”, al momento ascoltabile solo in strea-

ming sul sito www.radio100passi.net.Quarto Canale Radio ha voluto, con questo colle-gamento telefonico da Cinisi, diffondere l’impe-gno civile di quanti intendono coltivare la cultura della legalità.In Italia nascerà, come ha ricordato il direttore di “Radio 100 Passi”, presto un circuito che coinvol-gerà emittenti ed associazioni per diffondere in tutta Europa proprio il rispetto dei valori e della legalità.L’editore Antonio Magrì aderisce alla significativa iniziativa, convinto più che mai dell’importanza di trasmettere alle nuove generazioni i valori fon-danti di una società civile: senso civico, giustizia, equità sociale, trasparenza, democrazia, legalità.

Nel ricordo di Peppino Impastatoal via la “rete” della legalità

Quarto Canale Radio aderisce all’iniziativa di “Radio 100 Passi”

Come orientarsi nei meandri delle condizioni contrattuali

· PEPPINO IMPASTATO

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I n occasione delle feste natalizie io e mia moglie ci siamo concessi la briga di fare una passeggiata lungo il corso a Brindisi, ma mio malgrado me

ne sono dovuto andare, perché non resistevo a vedere quel viale di palme (cocos plumosa) con tutte le foglie amputate, nessuna esclusa, mi doleva il cuore a veder-le sfregiate in quel modo. Io mi domando e dico “che fastidio potevano dare quelle belle piante da potarle in quel modo orrendo?”. Posso capire che alcune foglie potevano creare intralcio agli abitanti o negozianti, ma farle tutte così, ci vuole coscienza!E come quando tagli le ali ad una farfalla, essa non muore, ma soffre molto. Stessa cosa è valsa per quelle palme, alle quali gli è stata tolta tutta la loro bellezza. Io sono un vivaista di discendenza, creatore di giardi-ni e paesaggista, già la natura nei confronti di queste specie è stata avversa, a causa come ben sappiamo,

dell’epidemia in corso del tarlo che a tutt’oggi non si riesce a trovare un serio rimedio, se a questo ci met-tiamo del nostro, non vedo buone prospettive per loro in futuro. Purtroppo alcune persone a mio avviso in-competenti ci condannano a vedere tali sfregi pur di portare una giornata di lavoro a casa, senza rendersi conto del danno che arrecano alla natura. Al contra-rio invece, tutte le magnolie situate nel piazzale an-tistante al municipio avrebbero bisogno di potature e cure colturali, tali interventi non vengono visti? Con questa lettera ho voluto esprimere una mia opinione e desidero che la popolazione ne sia a conoscenza, per-ché il verde pubblico è un bene di tutti, va rispettato e salvaguardato.Distinti saluti.

Cosimo RicchiutiVivaista, Francavilla Fontana

Amputate le palme a Brindisi

Dalle parole ai fatti in poco tempo e con un gra-do di efficienza che, purtroppo, quando si parla di opere pubbliche, rappresenta spesso un dato

impalpabile come la nebbia di certe giornate novem-brine. Con la realizzazione di alcuni lavori necessari e visibilissimi, ha cominciato ad assumere una forma concreta il progetto che prevede la riqualificazione e l’urbanizzazione della zona artigianale e di tutte le aree e le strutture adiacenti.Il progetto, interamente finanziato con un importo di 1.420.000,00 euro, è stato studiato e redatto dall’asses-sorato alle opere pubbliche del comune di San Pancra-zio, e dalla struttura operativa dell’ufficio tecnico co-munale coordinata dall’architetto Cosimo Stridi e dal geometra Massimo Ingrosso.

Il piano dei lavori previsti dal progetto (alcuni dei quali sono già in fase di ultimazione e sono quindi ben vi-sibili), prevede il completamento di opere importanti ed utilissime come il rifacimento della pavimentazione stradale tramite fresatura e successiva posa di tappeti-no di usura; la realizzazione di chiusure ad anello della rete idrica; l’interramento dei cavi enel e telecom con conseguente eliminazione dei pali esistenti; la realiz-zazione di aree da destinare a parcheggio pubblico; la sistemazione delle piazzette esistenti in zona. Inoltre, con l’obiettivo di rendere più sicuro per i pedo-ni il percorso che collega il centro abitato al cimitero (la cui entrata principale è posta sulla trafficatissima via Taranto), sono in fase di ultimazione un camminamento pedonale munito di nuova illuminazione; la sostituzio-

ne di protezioni stradali vetuste e non più in grado di assicurare la sicurezza; la fornitura e posa in opera di illuminazione stradale da realizzarsi con sistemi foto-voltaici ed infine, il completamento di altri tronchi idri-ci sempre con chiusure ad anello.“Con questo progetto – ha detto l’assessore alle opere pubbliche ed alle attività produttive, Salvatore Scazzi - abbiamo voluto migliorare le infrastrutture nelle zone produttive. Lavori come l'interramento dei cavi elettrici e telefonici (uno dei pochi previsti su quasi tutto il territorio nazionale), la realizzazione di mar-ciapiedi e aiuole all'interno della zona artigianale, la sistemazione di una nuova rete di illuminazione pub-blica con pannelli fotovoltaici, per garantire un mag-giore risparmio energetico e un minore inquinamento atmosferico attraverso l'installazione delle lampade a led, la sistemazione dei canali pluviali (che garantisce un maggiore deflusso delle acque bianche, inibendo eventuali fenomeni di allagamento), erano da tem-po auspicati allo stesso modo dell’altro intervento di notevole importanza che abbiamo realizzato e che è costituito dalla realizzazione di una passerella sul lato sud della zona artigianale, fondamentale sia sotto il profilo della funzionalità (infatti permetterà ai citta-dini di non attraversare più una strada a scorrimento veloce), sia sotto l’aspetto estetico, in quanto, fornisce un'immagine di maggiore accoglienza delle aree pro-duttive”.“E' chiaro - ha concluso l’assessore - che l'impegno assunto in questi mesi non si esaurisce solo con in-terventi di questo genere. Attraverso un confronto con la consulta comunale per le attività produttive stiamo cercando di affrontare ed eventualmente ri-solvere altri problemi che non siano solo quelli in-frastrutturali”.

di Piero Tafuro

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Nuovo lookper viali e marciapiedi

lettera al direttore

· LA PASSERELLA PEDONALE CHE COLLEGA IL CENTRO ABITATO AL IL CIMITERO

L’assessore Scazzi: “Migliorate le infrastrutture nelle zone produttive”

· PALME A BRINDISI LUNGO UNO DEI CORSI PRINCIPALI

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Questo peridioco è associatoall'Unione Stampa Periodica Italiana

Direttore responsabile Gianni CannalireRedazione: Giovanni di Noi, Maria Angelotti

Grafica ed Impaginazione Domenico Cavallo Commerciale Emanuele AndriuloPeriodico mensile della provincia di Brindisi distribuito gratuitamente Reg. Trib. di Brindisi n° 06/08 del 21/11/2008

Edito da Quarto Canale Radio s.r.l. Stampa: Galeati Industrie Grafiche s.r.l.Pubblicità 328.6851181 fax 0831 843550 · [email protected] www.ilbrindisino.it · Chiuso il 19/01/2010 ·

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“ Ti canto una poesia, ti leggo una can-zone” è il titolo del progetto promosso dall’ensamble musicale Triade Maggiore

con la “Società Dante Alighieri”. Si tratta di una proposta culturale, presentata presso il Teatro “Verdi” di Brindisi, davvero innovati-va: cercare la poesia nella musica e la musi-ca nella poesia. Questo incontro avviene fra artisti italiani del Novecento: poeti come Eu-genio Montale, Cesare Pavese, Alda Merini e cantautori come Fabrizio De Andrè, Fran-cesco De Gregori, Vinicio Capossela, fino a Lorenzo Jovanotti.Il punto di partenza è prendere atto che nell’opera di questi cantautori c’è dell’auten-tica poesia e, provando a conoscerla sotto una luce diversa, è possibile anche avvicinarsi con più facilità ai poeti tradizionali. La proposta è indirizzata soprattutto agli istituti superiori della provincia di Brindisi, ma non solo.Una prima conferenza- concerto è già in tour nei teatri ed anche, caso unico per i testi poe-tici, nei locali e nei pub, luoghi davvero fre-quentati dai ragazzi. Si tratta di un omaggio ad Alda Merini, di cui il prof. Mimmo Tar-dio legge poesie, ma anche lettere e pagine

di diario. Attraverso la vita e le emozioni di questa donna la Triade (Vincenzo Maggiore voce e chitarra, Giancarlo Pagliara fisarmoni-ca, Francesco Salonna contrabbasso, Vincen-zo Pede percussioni), “in acustica”, rielabora i grandi classici del cantautorato.«Non è esagerato l’accostamento fra De An-drè e la Merini - dice il docente che è egli stesso scrittore e poeta - basta ricordare che molti cantautori attingono a piene mani dalla letteratura.D’altro canto, i testi di alcuni cantautori sono già nelle antologie scolastiche! Alda Merini poi è stata una donna straordinaria che ha sa-puto trasformare le tragedie che ha vissuto in esperienza poetica, regalata a tutti noi».«Ci rendiamo conto della non ortodossia del-la nostra proposta - aggiunge Vincenzo Mag-giore, voce del gruppo - ma crediamo in que-sto progetto che abbiamo ideato e realizzato perché noi stessi siamo giovani e sappiamo quanto poche siano le possibilità di libera espressione che realmente abbiamo.Non è facile trovare spazi per l’arte: noi pro-viamo ad inventarli!»

di Francesca d’Abramo

cultura

«Giunti al 2010 la nostra biblioteca comu-nale G. Calò è ancora sprovvista di cata-loghi multimediali, che determinano una maggiore facilità nella ricerca di un libro. Vi è l’assenza di postazioni di computer, e se ci sono, questi sono lasciati lì spenti e abbandonati sui tavoli, anziché essere usati da giovani studenti che ne avrebbero biso-gno.Quindi è ancora in uso la sistemazione dei cataloghi dei libri su materiale cartaceo, nei cassettini di ferro, che devono essere guar-

dati uno per uno finché non si trova quello che si cerca.Per non parlare poi degli orari che ci offre la biblioteca, la mattina dalle 7 fino alle 14 e apertura pomeridiana solo del giovedì. Un po’ un controsenso, dal momento che l’uso della biblioteca dovrebbe essere de-stinata, in parte, agli studenti, che la mat-tina sono impegnati con la scuola e che il pomeriggio dovrebbero rendersi attivi con le loro ricerche».

Liviana Tomaselli

Musica nella poesialettera al direttore

· I COMPONENTI DELL’ENSAMBLE MUSICALE CON I RESPONSABILI DELLA “DANTE ALIGHIERI”

· UN PARTICOLARE DELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI FRANCAVILLA

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