Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

44
A. XLV - n. 3 - maggio - giugno 2011 - Sped. A.P. - D.L. 24/12/2003, n.353, conv. in L. 27/02/2004 n.46 - Firenze Aut. n.1800/1967 PREDICAZIONE un dialogo sempre più necessario (p. 95). EVENTI provinciali europei in convegno a La Sainte Baume (p. 110). DOMENICANI DOMENICANI

Transcript of Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

Page 1: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

A. X

LV -

n. 3

- m

aggi

o -

giug

no 2

011

- Sp

ed. A

.P. -

D.L

. 24/

12/2

003,

n.3

53, c

onv.

in L

. 27/

02/2

004

n.46

- F

iren

ze A

ut. n

.180

0/19

67

PREDICAZIONEun dialogo sempre più necessario (p. 95).

EVENTIprovinciali europei in convegno a La Sainte Baume (p. 110).

DOMENICANIDOMENICANI

Page 2: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

90

DOMENICANIbimestrale d’informazionedella Provincia Romana di S.Caterina da Siena

Anno XLV – n. 3maggio - giugno 2011

c/c postale n. 41482894int. Convento S. Domenico

Padri Domenicani 09127 Cagliari – Italia

Autorizzazione delTribunale di Firenze del4 gennaio 1967 - n. 1800

DirettoreP. Eugenio Zabatta o.p.

Responsabile P. Fausto Sbaffoni o.p.

Direzione e Redazione: piazza S. Domenico, n. 5

09127 CAGLIARI

Tel. 070 65 42 98 cell. 339 18 22 685

e.mail [email protected]

CON APPROVAZIONE ECCLES. E DELL’ORDINE

Sped. Abb. Postale D.L. 24/12/2003, n.353,

conv. in L. 27/02/2004 n.46

copertina: BOLOGNA, l’abside della

Basilica S. Domenico (sec. XVIII).

A. XLV - maggio - giugno 2011 - n. 3

La basilica San Domenico di Bologna è il centro affetti-vo di tutto l’Ordine dei Pre-dicatori. Qui, nell’interno di una bellissima arca marmo-rea è venerato il corpo di San Domenico, il Fondatore.

Niccolò dell’Arca, Miche-langelo, A. Lombardi e J. B. Boulard vi hanno lavorato.

L’architetto Carlo F. Dotti ha conferito alla chiesa l’aspetto attuale (1728-1732). •••

91

92

95

102

108

110

115

117

119

121

124

125

129

131

Editoriale. P. E. Zabatta op.

Verso il giubileo dell’Ordine.La Redazione.

Un dialogo sempre più necessario.P. Eugenio Zabatta op.

Il vero Monoteismo.P. Tito Centi op.

Mons. Vittorio F. Melano (restauro).P. E. Z.

Convegno dei Provinciali Europei.P. Daniele Cara op.

Giornata Domenicana.A. Maria Cavigli.

Feste nazionali per S. Caterina.P. Michele Corvelli op.

Giornata di Fraternità…Sr Elisa op.

Fraternite domenicane a Convegno.Alessandra Talmone.

La FLD di Cagliari. Notizie.

Dalla Missione in Guatemala.Fr M. Puppini op. e Francisco y Rita.

In Memoria: P. Tito Centi op e Sr Rosaria Muzioli op.

P. Angelo Urru op.Pubblicazioni domenicane. •••

som

mar

io

Page 3: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

91

editoriale

A Lahore (Pakistan), il 28 novembre u.s., è stato inaugurato il Peace Center (Centro della Pace) dei Domenicani.

Era presente, insieme a numerosi cristiani, islamici, indù e fedeli Baha’i, tra i frati domenicani, anche il cardi-nale Jean-Louis Tauran, presidente del Pont. Consiglio per il Dialogo Interre-ligioso, e Maulana Abdul Khabir Azad, Imam della moschea Badshahi.

Il cardinale ha ricordato che i fedeli affrontano tre sfide. “Il loro primo do-vere è l’autoconsapevolezza. Noi dob-biamo accettare noi stessi, chi siamo e quello in cui crediamo”.

“La seconda [sfida] è che la nostra identità personale esiste solo nelle rela-zioni personali con gli altri. Dobbiamo comprendere le differenze specifiche, per avere un arricchimento. L’altra per-sona è mio fratello o sorella”.

“La terza sfida è la nostra intenzio-ne. I credenti non rinunciano alla fede, ma noi dobbiamo poter proclamare la nostra fede con libertà. Noi non dob-biamo imporre la nostra fede agli altri, ma proporla agli altri”.

Per questo evento, definito “stori-co” non solo per la “nobile causa” che promuove, ma anche per il luogo do-ve viene aperto il Centro, si aggiunga il messaggio di felicitazioni che ha invia-to il Padre Bruno Cadorè, Generale dei Domenicani, esprimendo la sua gioia per il nuovo Peace Center e sottoline-ando come “l’importanza del dialogo interreligioso sia stata affermata in tut-ti i nostri recenti Capitoli Generali (nel 1986 ad Avila e nel 2007 a Bogotà)”

e ripetendo come “sia prioritario per il nostro Ordine questo dialogo, specie con l’Islam”.

La nostra attenzione è particolar-mente attratta a tutto questo, sia perché “il dialogo interreligioso è un lavoro voluto da Dio e un elemento integran-te la missione evangelizzatrice della Chiesa” (e con esso si lavora per la giu-sta causa della libertà religiosa), ma an-che per i profondi motivi affettivi, legati alla storia dei primi confratelli dome-nicani arrivati in Pakistan dall’Italia nel 1931. Ancora oggi, insieme ai confra-telli pakistani, vi lavorano alcuni tra i primi pionieri. Per noi Domenicani, il dialogo è come eredità ricevuta fin dal-le origini dell’Ordine.

Dedichiamo il presente numero di Domenicani, a questi confratelli, an-che laici, che lavorano in un Paese che ha il 96% di musulmani e solo il 2% di cristiani e per così nobili valori reli-giosi e umanitari anche a rischio della vita, come sappiamo dai fatti recenti: a Kushpur, villaggio cristiano fondato dai Domenicani, nacque Shahbaz Bhatti, vero martire.

Ricordiamo pure i confratelli che operano in Peten-Guatemala. Al tempo stesso, presentando ai nostri gentili let-tori queste “notizie”, anche in risposta ad alcuni che ce le hanno chieste, pen-siamo di far cosa gradita.

Auguriamo altresì, ormai prossimi all’estate, un periodo di meritato ripo-so, per il recupero di nuovo vigore.

P. Eugenio Zabatta op. •••

edit

oria

le

Page 4: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

92 Proseguiamo il nostro cammino ver-so la celebrazione dell’ottavo cente-nario della conferma dell’Ordine dei Predicatori, che sarà nel 2016 p.v.

Cammino che diventa pellegrinag-gio per lo spirito che lo accompagna: ringraziare il Signore per gli abbon-danti doni di grazia che ci ha conces-so in questi otto secoli e per invocare una nuova effusione del suo Spirito su di noi per renderci sempre più risoluti a seguire l’esempio di San Domenico e a vivere in conformità con il suo spirito apostolico.

Cammino-pellegrinaggio che quest’anno, 2011, è illuminato da questo tema: «Tutti li sentiamo an-nunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio» (At. 2,11): Predicazione e Cultura/ Predicazione comunitaria.

La memoria del passatoanima il nostro oggie ci orienta a discernere il futuro

In comunionecon lo spirito

e leintenzioni

diSan Domenico

(CGMA, n. 224)

ROMA. S. Giovanni Laterano.

Tomba di Innocenzo III.Si deve a Leone XIII

l’erezione di questo mo-numento, in cui sono rac-colte le ceneri del grande

Papa che oralmente aveva già approvato l’Ordine.

Nella lunetta: Cristo Redentore tra i

santi Domenico e Francesco.

Il monumento è stato scolpito dal cav. Luchetti.

Page 5: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

93

Entrando in San Giovanni Laterano, a Roma, a destra di chi guarda l’absi-de, si erge il bel monumento sepolcrale del papa Innocenzo III, voluto da Leo-ne XIII e scolpito dal Cav. Luchetti.

Al di sopra dell’urna, nel bassorilie-vo del sott’arco c’è il Redentore tra San Domenico e San Francesco. Innocen-zo III, infatti, fu il primo ad approvare, oralmente, gli Ordini nascenti dei due Santi, ma Egli morì il 16 luglio 1216, mentre San Domenico si accingeva al suo secondo viaggio a Roma, per otte-nere la conferma dell’Ordine che poté avere dal suo successore.

Successore di Innocenzo III fu il car-dinale Conti dell’antica stirpe dei Sa-velli, che eletto il 18 luglio del 1216 prese il nome di Onorio III.

Il nuovo Papa ebbe il merito di co-noscere subito ed apprezzare il grande proposito di San Domenico, di intuire la portata della grandiosa opera da lui iniziata: ebbe da Dio lume per presa-girne le future grandezze e per questo ne sostenne gli inizi.

Onorio III emanò il 22 dicembre 1216 due bolle: una è la conferma ca-nonica della nuova istituzione, la se-conda ne è il presagio (segue testo). Una terza bolla, quella del 25 gennaio 1217, porta il nome che egli impose al-

la nuova famiglia religiosa: quello cioè di Frati Predicatori (pg. 94).

In questa bolla, veramente bella, che riportiamo per intero, il Papa Onorio III mette davanti ai nuovi Predicatori del Vangelo, senza illusioni, le tribolazio-ni della vita presente e il martirio per la fede che incontreranno, ma insieme, anche la grandezza del premio celeste che li attende.

Il presagioOnorio vescovo, servo dei servi di

Dio, al diletto figlio frate Domenico, priore di San Romano di Tolosa, e ai suoi frati che professano o professeran-no la vita regolare, salute e Apostolica Benedizione.

Noi, considerando che i frati del tuo Ordine saranno i difensori della Fede e vera luce del mondo, confermiamo il tuo Ordine con tutti gli edifizi e le pos-sessioni presenti e future, e prendiamo sotto la nostra protezione l’Ordine stes-so, i suoi beni e i suoi diritti.

Dato in Roma presso Santa Sabina, il giorno XI delle calende di Gennaio (22 dicembre), l’anno primo del nostro pontificato. >>>

Verso il giubileo dell’Ordine (1216-2016)

Con lo sguardo volto al passato riportiamo due pagine già pubblicate nel settimo centenario dell’Ordine che ci sembrano sempre attuali e tanto più preziose (cf. Il settimo Centenario dall’Approvazione Apostolica dell’Ordine, Firenze 1916).

giub

ileo

op

Page 6: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

94

L’imposizione del NomeOnorio vescovo, servo dei servi di

Dio, ai diletti figli il priore e i Frati Pre-dicatori di San Romano (la chiesa) nel-le parti di Tolosa, salute e Apostolica Benedizione.

Rendiamo grazie al supremo legi-slatore d’ogni bene per la divina gra-zia che vi ha concessa, nella quale voi state fermi e resterete, come speriamo, fino alla fine; poiché accesi interna-mente dalla fiamma della carità, man-date esternamente il buon odore della vostra fama, a diletto delle menti sane e ristoro delle inferme; alle quali voi, come medici desiderosi della loro salu-te, porgendo frutti di spirito perché non restino sterili, date fecondità con la vo-stra eloquenza gettando in esse il seme della parola di Dio.

Erogando così come servi fedeli i talenti a voi affidati, per riportarli rad-doppiati al Signore, armati dello scudo della fede e dell’elmo della salute, sen-za timore di coloro che possono ucci-dere il corpo adoperate con magnani-mo coraggio contro i nemici della fede la divina parola, penetrante più d’una spada a doppio taglio, avendo in odio in questo mondo le anime vostre per poterle custodire nella vita eterna.

Ma siccome non è la pugna, ma il fine che corona, e di tutte le virtù che corrono nello stadio la sola perseveran-za è quella che conquista il palio desti-nato, noi preghiamo la carità vostra, e attentamente vi esortiamo, comandan-dovi con questi scritti Apostolici e ordi-nandovi, in remissione dei vostri pecca-ti, di impegnarvi a predicare la parola di Dio, sempre più confortati dalla divi-

na grazia, insistendo opportunamente e inopportunamente, e lodevolmente adempiendo l’ufficio dell’Evangelista. E se per questo voi avrete a patire tribola-zioni, non solo le sopportiate con equo animo, ma ve ne gloriate con l’Aposto-lo, godendo in mezzo di esse per esse-re stati fatti degni di patire per il nome di Gesù Cristo, perché questa leggera e momentanea tribolazione procura a noi un immenso peso di gloria, a cui non sono proporzionati i patimenti del tempo presente. E anche noi, intenden-do di aiutarvi coi nostri favori, come figli prediletti, vi preghiamo di offrire per noi al Signore il tributo delle vostre labbra per poter ottenere coi vostri suf-fragi, ciò che forse non possiamo coi nostri meriti.

Dato in Laterano il giorno settimo innanzi le calende di febbraio (26 gen-naio 1217), nell’anno primo del nostro Pontificato.

(a cura della redazione)

S. D

OM

ENIC

O. S

tatu

a in

S. P

ietr

o (1

706)

, sco

l. P.

Le-

Gro

s.

giub

ileo

op

Page 7: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

95

Un sottotitolo del V capitolo degli Atti del CG di Roma (2010) è, tra gli altri sottotitoli, quello che noi poniamo a titolo principale di questa riflessione che uniamo a commento del testo degli Atti, riportato qui per intero.

Il quinto capitolo di questi Atti è in-titolato “Il ministero della Parola” e il tema trattato dal dialogo interreligioso è solo un’aspetto, anche se ci pare inte-ressi ogni forma di predicazione, tutta-via, ponendoci in sintonia con il sentire dei Padri del Capitolo, anche noi diamo un‘importanza particolare al dialogo perché ci sembra rientri nella stessa spi-ritualità domenicana.

Il testo, anche se breve, è sufficiente per capire qual’è il sentire dell’Ordine o l’orientamento che segue e l’indirizzo che dà ai suoi giovani in formazione

Alle trepide raccomandazioni se-guono anche le “gratulationes”, i com-plimenti per il cammino già fatto, per le istituzioni o per i frati che non hanno risparmiato fatiche per portare avanti e per sostenere questo dialogo.

Dagli Atti del Capitolo Generale di Roma (2010)

161. L’importanza del dialogo inter-religioso è stata affermata da tutti gli ul-timi Capitoli generali (ACG 1986 Avila, n. 22 e ACG 2007 Bogotà, n. 82).

Nuovi elementi nel contesto odier-no rendono il nostro impegno nel dia-logo interreligioso ancor più importan-te di prima: essi sono la crescita della violenza commessa in nome della reli-gione che tocca i cristiani in molti Paesi e l’attivismo indebito di alcuni gruppi evangelicali.

162. Raccomandiamo che i forma-tori educhino i frati nella formazione iniziale e successiva per dare loro al-meno una conoscenza di base delle altre religioni e per promuovere rifles-sioni sulla teologia delle religioni nelle nostre facoltà domenicane e centri di studio. Le risorse dei nostri centri spe-cializzati dovrebbero essere usate per questo scopo. >>>

UN DIALOGO divenuto sempre più necessario

in questi ultimi anni.

Alla luce degli Atti del CG (Roma 2010): una riflessione sull’impegno del dialogo interreligioso.

dial

ogo

i.

Page 8: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

96

163. Ci congratuliamo per il conside-revole lavoro che molti frati individual-mente e istituti specializzati dell’Ordi-ne stanno conducendo nell’ambito del dialogo con le culture e con le religio-ni, specialmente con l’Islam, divenuto (il dialogo) sempre più necessario negli ultimi anni.

164. Raccomandiamo alle Provin-cie di sostenere i seguenti Istituti dal punto di vista finanziario e con risorse umane: IDEO (Istituto domenicano per gli studi orientali, Cairo), Comunità di Istanbul (Turchia), Centro per la Pace (Lahore, Pakistan), CRID (Centro di Ri-cerche e dialogo interreligioso, Pontia-nak, Indonesia), Cattedra delle tre Re-

un nostro commentoagli Atti del Capitolo Generale di Roma (2010)

nn. 161-165

DOMENICANI PER IL DIALOGO

ligioni (Valencia, Spagna), Istituto San Tommaso (Avila, Spagna).

165. Esortiamo i Soci per la vita apostolica e per la vita intellettuale a continuare ad organizzare le «Journées Romaines Dominicaines» dove frati e suore impegnati nel dialogo interreli-gioso con l’Islam e altre grandi religio-ni hanno l’occasione d’incontrarsi ogni quattro anni.

Chiediamo loro anche in questi in-contri di informare i partecipanti sulla situazione dei luoghi dove sono richie-ste risorse umane e materiali come la Islamic Studies Lybrary presso l’Istituto Domenicano di Ibadan (Nigeria). •••

In Turchia la Comunità cristiana – cattolici, ortodossi, protestanti – es-sendo un’assoluta minoranza riceve attacchi sempre più frequenti. L’ostilità verso il Cristianesimo è via via cresciu-ta e alimentata dalla stampa di frange estremiste.

Dai quattro milioni di fine Ottocen-to – che rappresentava il 20% della popolazione – i cristiani si sono ridotti a solo circa centomila. In Istanbul, ad esempio, dove, prima della seconda guerra mondiale, erano cinquantamila, oggi i cristiani sono meno di tremila.

Non migliore situazione, per i cri-stiani, è in Pakistan, dove operano i

Domenicani della Vice-provincia Ibn-Maryam fondata dai nostri missionari italiani ivi presenti dal 1931 e dove, da una cinquantina d’anni lavora meravi-gliosamente il P. Aldino Amato op.

La recente uccisione del ministro (cattolico) Shahbaz Bhatti, sembra sot-tolineare l’impossibilità di contrastare il fondamentalismo religioso collegato ad interessi diffusi e potenti.

Il Pakistan, paese nato nel 1947 per dare una patria ai musulmani che te-mevano di diventare cittadini di secon-da classe, dopo il dominio britannico, mostra oggi un volto ostile, persecuto-rio verso le fedi minoritarie.

«I cristiani si sentono assediati e an-

dial

ogo

i.

Page 9: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

97

che chi crede nel dialogo interreligioso ora teme». L’afferma il P. James Chan-nan, pakistano, superiore della Vice-provincia dei Domenicani e membro della Commissione per il dialogo reli-gioso con i musulmani (IDI, III, 2011).

I Paesi nei quali si registrano abusi e violenze contro chi professa la fede sono almeno una sessantina.

Rimane vero, purtroppo, quan-to indica il grande titolo in Avvenire (25.11.2010): «Nel mondo cinquanta milioni di cristiani vittime di persecu-zioni». Il rapporto pubblicato è della ACS (aiuto chiesa che soffre) e vi si af-ferma pure che «le discriminazioni per motivi religiosi colpiscono il 70% della popolazione mondiale».

Ciò nonostante c’è chi crede nel-la possibilità di collaborazione con

l’Islam, soprattutto a Istanbul, dove le chiese cristiane sono più numerose. Qui vi operano, con altri, i religiosi Conventuali di “Saint Antoine” e i no-stri confratelli domenicani della Pro-vincia San Domenico in Italia, presso il convento di Galata.

E molto significativo e incoraggian-te per noi è l’apertura del “Centro per la pace” dei Domenicani, a Lahore in Pakistan, il 28 novembre 2011. Questo “Peace Center” – spiega ad Asia-News il P. Channan che ha studiato a Roma (1982-85) presso il Pontificio Istituto per studi islamici e lingua araba – era un sogno per i Frati domenicani in Pa-kistan, arrivati nella zona dall’Italia nel 1931. In occasione dell’apertura del centro, il Maestro dell’Ordine, Bruno Cadoré, ha inviato un messaggio di fe-licitazioni, esprimendo la sua gioia per il nuovo “Peace Center” e sottolinean-

Confratelli domenicani pakistani di Kushpur, impegnati nel portare aiuti durante le disastrose alluvioni dell’anno scorso.

dial

ogo

i.

Page 10: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

98

«LAHORE (Pakistan).Le persecuzioni dei cri-

stiani in Pakistan ha rag-giunto livelli allarmanti, con nuovi tentativi da parte di un gruppo di religiosi mu-sulmani radicali che voglio-no che “La Bibbia venga bandita”» (L’Oss. Romano, 6-7 giugno, 2011 p. 6).

«VENEZIA, (…). In que-sta rivoluzione in atto quale sarà il futuro delle minoran-ze cristiane?» (Ivi, p. 6).

Lahore, è la capitale del Punjab che è stato a lungo un focolaio dell’Islam radi-cale ed è proprio la zona dove hanno lavorato e la-vorano i nostri confratelli.

Di Kushpur del Punjab era Shahbaz Bhatti, il mi-nistro cattolico assassinato nel marzo scorso.

Tuttavia la Chiesa Catto-lica, confidando in Cristo, promuove con interesse le iniziative culturali e teolo-giche (= Teologia dell’in-culturazione) perché con-solidano la positiva parte-cipazione alla vita sociale europea, caratterizzata da un contesto pluralista aper-to al dialogo interreligioso e interculturale. È quanto si afferma nel secondo in-contro dei delegati delle Conferenze episcopali per i rapporti con i musulmani in Europa, svoltosi a Torino dal 31 maggio al 2 giugno 2011. (Cf L’Oss. Rom. 6-7 giugno, 2011 p. 6).

Anche il Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa, in un recente documento (frutto di un convegno a Pietroburgo) ribadisce che «la discriminazione religio-sa potrà essere sconfitta so-lo attraverso l’allargamento di un dialogo che coinvolge gli Stati, le Organizzazioni internazionali, le varie con-fessioni e i rappresentanti della società civile» (Ivi).

PAKISTAN.Il mausoleo

di Alì Jinnah a Lahore

dial

ogo

i.

Page 11: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

99

do come «l’importanza del dialogo in-terreligioso sia stata affermata per tutti i nostri recenti Capitoli Generali (Avila 1886, Bogotà 2001) e ripetendo come «sia prioritario per il nostro Ordine questo dialogo, specie con l’Islam».

L’evento, definito “storico” proprio dall’imam islamico, Maulana Abdul, presente alla cerimonia di apertura del centro, dà nuova speranza per far pensare possibili le prospettive a cui ci aprono i nostri Capitoli e lo stesso Con-cilio Ecumenico. I numerosi documenti del Concilio, soprattutto, incoraggiano il dialogo, ma non minore è l’insisten-za, a favorire il dialogo con i lontani, da parte dei nostri Capitoli generali e provinciali.

Evidenziando il comando del Si-gnore: «Predicate il Vangelo ad ogni creatura», sia la Costituzione dogmati-ca Lumen Gentium, sia il decreto Ad Gentes, del Concilio Vaticano II, ripre-sentano il carattere, la natura essen-zialmente missionaria della Chiesa di Cristo. Ma soprattutto la dichiarazione Nostra Aetate era destinata a favorire l’incremento dei rapporti tra cristiani e non-cristiani e a migliorare i metodi di diffusione del Vangelo: «La Chiesa esa-mina con maggiore attenzione la natu-ra dei suoi rapporti con le religioni non cristiane» (n. 1).

Paolo VI, che per primo introdusse la parola “Dialogo”, nell’enciclica Ec-clesiam Suam (1965), scriveva: «Noi non ci rifiutiamo di riconoscere con ri-spetto i valori spirituali e morali di tan-te confessioni religiose non cristiane… su comuni ideali, un dialogo da parte nostra è possibile» (n. 60).

La Chiesa accoglie la cultura e rico-nosce gli elementi di salvezza presenti nelle altre religioni. «Essa, la Chiesa, non ha guardato mai le altre religio-

ni come una minaccia per la propria esistenza, ma sono per lei una sfida positiva» (Redemptoris Missio, n. 51). Affermazione che non abolisce il prin-cipio fermo che solo Cristo è Salvatore e la Chiesa suo strumento di salvezza, perché ciò che di buono c’è nelle al-tre religioni è “donato” da Cristo-Verbo per mezzo dello Spirito, quale prepara-zione e avvio alla verità intera.

Il Cristianesimo sa di essere «la for-ma scevra di ogni errore, perfetta e de-finitiva con cui Egli, Dio, vuole essere conosciuto, amato e servito… l’unica vera religione»1 perché rivelata da Dio. Per la validità di una religione, infatti, non basta essere sinceri con se stes-si perché questa sincerità è possibile anche a chi vive nell’errore; né è suf-ficiente collegarsi con un qualunque concetto di divinità: quante nozioni erronee e opposte su Dio!

Unico criterio di validità di una Re-ligione è la rivelazione di Dio! Solo questa rivelazione fa di una Religione la forma perfetta e piena della vita re-ligiosa, che trascende tutte le culture e include gli elementi validi delle varie religioni; elementi non distrutti ma pu-rificati dai vari errori che sono la causa dell’opposizione tra di loro.

Evidentemente per la propria con-fessione di fede nella divinità del Cri-sto, suo fondatore, il Cristianesimo si presenta come l’unica e vera Religione e Cristo è il solo nome in cui sperare salvezza (At. 4,12). Confessione che esclude, naturalmente, qualunque altro Mediatore: il Signore Gesù è unico e universale Salvatore2.

Ciò affermando, in pratica, il Cristia-nesimo non ha abrogato la legittimità di ogni altra religione? Si può parlare ancora di Dialogo tra le religioni?

dial

ogo

i.

Page 12: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

100

Scriveva Ed. Schillebeeckx: «Non si può negare che dalla comparsa di Cristo, il Cristianesimo è la Religione assoluta, la quale, in quanto tale, ha abrogato la legittimità di ogni altra re-ligione. Dal punto di vista teologico, la via ordinaria per accedere alla salvez-za è il Cristianesimo nella Chiesa. (…). La Chiesa non può agire come se fosse una religione tra le altre (…). D’altra parte il Cristianesimo è una Religione storica: la Religione assoluta, ma ap-parsa nel mondo in un momento deter-minato della storia. Ciò significa che la legittimità concreta delle religioni non-cristiane non cessa che al momento di un confronto storico e un confronto ve-ro con la Religione Cristiana (…)3.

Un confronto storico, vero e dun-que necessario, che non può avvenire se non in atmosfera di dialogo. Dialogo che non nasconde divergenze di pen-siero, che mai costituisce uno scontro, ma è sincerità e fiducia reciproca. Dia-logo che non è rinuncia sconsiderata della propria “posizione” di fede, ma che richiede conoscenza reciproca e verace che solo il dialogo può assicu-rare.

Solitamente si dice che chi non co-nosce le altre religioni non può cono-scere adeguatamente neppure la pro-pria. Di fatto è avvenuto che gli Ebrei hanno compreso a pieno la trascen-denza del loro Dio, Jahwé, solo con-frontandosi con le religioni degli altri

Donne presso il celebre «Taj Mahal di Agra (India).

dial

ogo

i.

Page 13: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

101

(Cananei, Egiziani, Assiro-Babilonesi, Persiani); il Cristianesimo ha acquistato consapevolezza dell’Opera di Gesù so-lo confrontandosi con l’ebraismo, con il paganesimo, con il manicheismo (…) e con le grandi religioni quali l’Islam, il Buddismo, lo Shintoismo (…).

La conoscenza delle religioni è una via buona per capire meglio chi siamo noi e … gli altri: e avere un punto co-mune di dialogo4.

È in questo senso, penso che, negli Atti dell’ultimo Capitolo Generale (Ro-ma, 2010, n. 162), è fatta la raccoman-dazione per gli studenti in formazione: dar loro una conoscenza di base delle altre religioni e della teologia che le ri-guarda.

Negli Atti del nostro Capitolo Pro-vinciale, celebrato a Montecompatri nel luglio 2009, non ci risulta un richia-mo specifico al tema, ma ci sembra di poter allargare al dialogo interreligioso quanto, in essi, viene augurato per la collaborazione interprovinciale.

Affermano: «Le nostre Provincie e le nostre Comunità sono tutte chiamate ad essere dei nodi di una vasta rete, da cui possono dipanarsi tenui fili, ma non per questo di debole efficacia» (p. 8): fili di conoscenza reciproca, premessa al dialogo, in ogni settore.

P. Eugenio Zabatta op.

Centri Domenicanidi studi e di assistenzaper il dialogo con l’Islam

I primi domenicani, nella zona del Punjab (Pakistan), sono arrivati dall’Italia nel 1931”.

“I Domenicani promuovono in tutto il mondo il dialogo tra religio-ni e culture, specie tra islamici e cristiani. I centri missionari di Bib-biena (AR), di Palermo, del Cairo, di Istambul sono indicativi.

Inoltre tutti gli ultimi Capitoli Generali dell’Ordine, tenuti a Città del Messico, Providence, Bogotà e Roma, e i Capitoli Provinciali han-no sottolineato l’importanza e l’ur-genza del dialogo interreligioso”.

“I Domenicani in Pakistan - per i passati 50 anni - si sono dedica-ti all’apostolato e questo ha por-tato molti frutti”. “Il Peace Center – prosegue P. James Channan, au-tore del libro “Il dialogo cristiano-islamico in Pakistan”, che per circa 20 anni è stato Segretario esecutivo della Commissione Nazionale Cri-stiano-Islamica – permetterà loro un maggior impegno, per promuo-vere questa opera fondamentale, a ogni livello”.

“In un Paese che ha il 96% di musulmani e solo il 2% di cristiani, il dialogo interreligioso è un fattore-chiave per i missionari domenica-ni. Oggi, quando il futuro sembra davvero oscuro, e la gente si sente priva di aiuto, noi come cristiani pakistani e domenicani svolgiamo un ruolo importante, il compito di portare speranza alla nostra gente”.

(03 dicembre 2010). /IDI, mar-zo 2011)

1. PAOLO VI, Enc. Ecclesiam Suam (1964), n. 60.

2. Cf particolarmente la dichiarazione “Dominus Jesus” della Congr. della Dottri-na della Fede (6.8.2000) Roma.

3. SCHILLEBEECKX, Chiesa Missionaria e Religioni, in La Chiesa e le Religioni non-cristiane, EDI (1966), p. 82.

4. S. TOMMASO, Quodl., IV, q. 9, a. 3; CG, L 1, c. 2.

dial

ogo

i.

Page 14: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

102

Ora questa Chiesa Cattolica che è sopravvissuta vittoriosamente in mezzo a tante difficoltà e persecuzioni, persiste nel dichiarare con fer-

mezza che essa crede in un unico Dio che nella sua trascendente unità abbraccia Tre Persone uguali e distinte: Padre, Figlio e Spirito Santo.

Infatti il suo (della Chiesa) Maestro e Fondatore, Gesù Cristo, ha af-fermato: «Io e il Padre siamo una cosa sola» (Gv. 10,30);

ed ha comandato in modo perentorio: «Andate in tutto il mondo, ammaestrate ogni creatura, battezzandola

nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (…). Io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo» (Mt. 28.18s).

La T

RIN

ITA’

, min

iatu

ra d

el X

V s

ecol

o da

il L

ivre

des

laud

es e

t de

voti

ons,

Arc

hivi

o di

Sta

to (

Tori

no).

Page 15: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

103

Da qualche decennio, nella prete-sa fiduciosa di evitare ogni tipo di sin-cretismo religioso, si è propagato nella cultura occidentale, non esclusa quella cattolica, l’uso di parlare a ruota libera di tre tipi di religioni monoteiste ema-nate dalla stirpe di Abramo: monotei-smo cristiano, monoteismo ebraico e monoteismo islamico.

Ma a pensarci bene dobbiamo rico-noscere che, pur escludendo qualsiasi forma di sincretismo, è inevitabile che l’unicità del termine provochi in mol-ti disagio e confusione. Ora in materia tanto delicata, la confusione può gio-vare soltanto ad alimentare l’indiffe-renza religiosa e a manomettere la vera teologia. Perciò crediamo opportuno ricordar quanto insegna in proposito il più grande dei teologi, cioè S. Tomma-so d’Aquino: «Come si è soggetti a Dio quanto alla volontà mediante l’amore, così siamo a Lui soggetti quanto all’in-telletto mediante la fede. Ciò però non avviene con il credere a qualsiasi cosa falsa; poiché Dio, che è somma veri-tà, non può proporre all’uomo niente di falso; quindi chi crede qualcosa di falso in materia di religione non cre-de in Dio… Infatti chi sbaglia circa un

elemento essenziale di una data real-tà, realmente non ha la conoscenza di quella realtà, ma nelle realtà semplici qualunque errore esclude la conoscen-za di esse. Ora Dio è semplice al mas-simo. Dunque chi ammette un errore sulla divinità non conosce Dio»1. È un infedele.

Ebbene, la religione cristiana, in cui si è pienamente attuata la rivelazione di Dio, non può ammettere come autenti-co monoteismo quelle dottrine religio-se che respingono qualsiasi elemento importante di tale rivelazione.

Ma l’unità di Dio, che è fondamen-tale nella fede, è espressa nella rivela-zione come trinità delle Persone Divi-ne, secondo i testi inoppugnabili della Sacra Scrittura.

Dio infatti si è rivelato come realtà che trascende all’infinito la nostra ra-gione umana.

Perciò soltanto una concezione astratta della divinità, ripudiando la ri-velazione soprannaturale, può parlare coerentemente di più religioni mono-teistiche. Ma quando dalla elabora-zione razionale e filosofica si passa a parlare di religione e di fede, le cose cambiano. Poiché le religioni stori-

UNA PRECISAZIONE DOVEROSA

IL VERO MONOTEISMO“Non si può ammettere come autentico monoteismo quella dottrina religiosa

che respinge qualsiasi elemento importante della Rivelazione di Dio”. A spiega-zione, proponiamo il seguente articolo che il P. Tito Centi, che recentemente ci ha lasciati (vedi p. 129), scrisse alcuni anni fa per la nostra rivista “Domenicani”.

mon

otei

smo

Page 16: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

104

che e positive non si limitano ad offri-re all’adorazione dei fedeli la divinità in astratto, ma intendono affondare le proprie radici ben oltre la razionalità dell’uomo, ossia nel mistero della tra-scendenza divina, presupponendo una rivelazione.

I teologi hanno ragioni da vendere nel sostenere la possibilità della rivela-zione soprannaturale; poiché l’essere trascendente, causa prima e universale dell’universo non è oggetto adeguato dell’intelligenza umana: oltre i nostri limiti, tutto in Dio è profondo mistero per noi. Ecco perché la sua rivelazione storica non si può escludere come vor-rebbe il deismo.

Ora la religione cristiana, che è sor-ta in un’epoca storica, non solo procla-ma di essere fondata sulla rivelazione divina, ma anche di avere Dio stes-so come suo fondatore, nella Persona di Gesù di Nazareth, vero Dio e vero Uomo. Il quale ha dato prove inoppu-gnabili della propria divinità, durante

la sua esistenza terrena, con il compi-mento di opere del tutto superiori alla nostra natura umana fino al punto di ri-suscitare i morti. E ciò avvenne non tra gente incolta, bensì tra contemporanei civilizzati ai quali offrì persino le pro-ve della sua risurrezione personale, nei giorni successivi alla sua sepoltura.

Ora questa Chiesa cattolica che è sopravvissuta vittoriosamente in mezzo a tante difficoltà e persecuzioni, persi-ste nel dichiarare con fermezza che es-sa crede in un unico Dio che nella sua trascendente unità abbraccia Tre Perso-ne uguali e distinte: Padre, Figlio e Spi-rito Santo.

Infatti il suo (della Chiesa) Maestro e Fondatore ha affermato: «Io e il Pa-dre siamo una cosa sola» (Gv. 10,30); è ha comandato in modo perentorio: «Andate in tutto il mondo, ammaestra-te ogni creatura, battezzandola nel No-me del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt. 28,18s).

Perciò il solo, l’unico Dio che si ri-

GUATEMALA FOTO 104

GUATEMALA- Peten. Alcuni confratelli e consorelle a servizio dell’evangelizzazione.Il missionario è colui che annuncia la rivelazione del piano di Dio che “vuole tutti salvi”

mon

otei

smo

Page 17: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

105

vela nella religione cristiana è il Dio che si propone in questo mistero arca-no della Trinità delle Persone (uguali e distinte); ed è il medesimo Dio che nel-la religione ebraica si era rivelato come Creatore e Provvidenza della storia del popolo eletto.

Quando nel secolo VII dell’era cri-stiana si vide sorgere in Arabia la nuo-va religione di Maometto, molti popoli avevano abbracciato il cristianesimo nonostante le continue persecuzioni.

Anzi, data la fragilità umana, anche nell’interno della cristianità non erano mancati scismi e lacerazioni.

Con i mezzi pacifici, ossia senza mai adottare metodi violenti, i cristia-ni dopo tre secoli di persecuzione ave-vano conquistato le leve di comando nell’Impero romano, che allora lenta-mente volgeva al tramonto.

Superando tante ostilità nel secolo VII la religione cristiana costituiva un centro di aggregazione persino oltre le frontiere che un tempo erano state rag-giunte dalle legioni di Roma. Ma nel secolo settimo la pace era minacciata ormai più dalle lacerazioni interne del-la cristianità che dalle continue orde barbariche.

Maometto (570-632) mostra di co-noscere le suddette lacerazioni; ne prende atto con rammarico quasi scan-dalizzato (vedi Corano, sura II, vv. 67ss; X, 159 ss; VI, 159). Lascia capire però la sua ammirazione per la forza espan-siva della giovane religione cosmopoli-ta, che avanzava allora dovunque, di-struggendo il paganesimo e l’idolatria.

Il monoteismo appariva allora la carta vincente nel grave fermento che agitava l’umanità, per la coerenza e il prestigio dottrinale delle chiese cristia-ne. Sembra però che Maometto faces-se le più ampie riserve circa l’effettiva

possibilità di attuare le regole morali, e di piegare ai suoi dogmi impenetrabili e sublimi le tribù arabe che egli voleva unificare e sottomettere.

Troppe erano allora, come abbia-mo già detto, le dispute tra le chiese, soprattutto tra le chiese dei monofisiti e quelle dei cattolici ortodossi, che si agitavano tra l’Egitto, il Corno d’Africa e la penisola arabica. Perciò sembra lo-gico pensare che ciò abbia influito sulla scelta maomettana di un più facile e ra-zionalizzato “monoteismo”, cioè verso il deismo. Tale atteggiamento era con-nesso con il ten-tativo di ridurre il Cristo ad un sem-plice personaggio umano, dotato di affascinanti cari-smi, a cominciare dal suo miracolo-so concepimen-to nel seno del-la Vergine Maria (vedi Corano, sura XIX, vv. 16s).

Dalle medesime circostanze sto-riche nasce il sospetto che il profeta dell’Islam abbia avvertito – sul terre-no pratico – la fragilità di una religio-ne troppo spirituale e misterica priva di poteri civili e giuridici.

Infatti nell’impero bizantino il cri-stianesimo era soggetto a continue ten-sioni tra gli esponenti del dominio poli-tico e la gerarchia ecclesiastica.

Tali tensioni però assicurano cer-tamente al meglio (nelle alte sfere del clero ecclesiastico) indipendenza di giudizio e coerenza dottrinale.

Proprio per questo il Signore Gesù era stato esplicito e perentorio: «Date a Cesare quel che è di Cesare; e a Dio quel che è di Dio» (Lc 20,25).

Ma a Costantinopoli in quei primi

“Istruire qualcunoper condurlo

alla fede è il compito di

ogni predicatore e anche di

ogni credente”.

(S.Th. III, 71, 4 ad 3).

mon

otei

smo

Page 18: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

106

secoli cristiani (IV-VI) il potere civile troppe volte aveva tentato d’imporsi con la forza in campo religioso. Perciò nel suo programma il “profeta-conqui-statore” escluse la figura del sacerdote.

L’Islam quindi nacque come religio-ne “laicale”; ma forse è più esatto di-re che prosperò come cesaropapismo istituzionale; poiché tutto diventa sacro quando tutto è profano2.

A parte questo retroterra psicologi-co che certamente l’islamismo non è disposto a riconoscere, rimane il fatto che oggettivamente il Dio del Corano non è quello adorato dai cristiani; ossia non è quel Dio che si è rivelato nella sua impenetrabile trascendenza, avvol-to nel mistero della sua Vita trinitaria, e manifestatosi personalissimo nella sto-ria della salvezza e nella predicazione e nella passione di Cristo.

Il biblico Dio nascosto, “le cui vie non sono le nostre vie”, aveva prepa-rato da molti secoli la Sua rivelazione, a cominciare dall’epoca dei Patriarchi, cercando nella stirpe di Abramo un suo

1. S. TOMMASO d’AQUINO, Contra Gentiles, L. III, c. 118.

2. Parlare come molti fanno – sul modello cristiano – di clero islamico è una maniera sbrigativa per indicare nella cultura occi-dentale i responsabili del culto, ossia della preghiera pubblica. Non ci sono “sacerdo-ti”. Esattamente come adesso avviene nelle sinagoghe ebraiche, dopo la distruzione del Tempio. I rabbini infatti sono dottori della Legge, ma non sono sacerdoti).

popolo particolare, e parlando attraver-so i profeti del popolo eletto.

Maometto cerca di legittimare il suo profetismo presentandosi come di-scendente di Abramo e persino come vate predetto da Cristo medesimo (cf Corano, sure II e LXI); mettendo così, nell’imbarazzo quegli incauti discepoli che osassero cercare una verifica nel-le antiche Scritture. Non si capisce, in-fatti, come i cristiani avrebbero potuto manipolare i Vangeli dopo sette secoli; quando l’archeologia più spregiudicata fornisce testi autentici dei secoli IV e V, in perfetta consonanza con il testo cri-tico degli studiosi moderni.

Rimane comunque che la teologia islamica non può presentarsi neppure come un’eresia di quella cristiana, o di quella ebraica. Soprattutto perché il suo “monoteismo”, come abbiamo di-mostrato, è un deismo razionalistico, che esclude i dogmi della rivelazione divina. L’unica teologia positiva che l’islamismo ammette è quella materia-lizzata nel Corano; il quale con oppor-tuni ritocchi accoglie ben volentieri un culto arcaico (con localizzazione, riti e pellegrinaggi), in cui è facile riscontra-re pratiche religiose che sanno di sin-cretismo rispetto al paganesimo arabo del secolo VI (cf. sura II, vv. 124-152).

P. Tito S. Centi op.

Samarcanda. Piazza registan.

mon

otei

smo

Page 19: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

107

In campo internazionale le prin-cipali istituzioni culturali dome-nicane sono:

la Pontificia Università Angelicum con l’Istituto Storico di Roma (Italia);

l’Albertinum, accoglie i docenti do-menicani dell’Université Catholique di Fribourg (Svizzera);

l’École biblique et archéologique di Gerusalemme (Israele);

la Universidad Santo Tomás di Bo-gotá (Colombia);

la University of Santo Thomas di Manila (Filippine);

la Catholic University di Adiss-Abe-ba (Etiopia);

la Dominican University of Califor-nia di San Rafael (California, Usa);

la Dominican University di River Forest (Illinois, Usa);

l’Institut d’Etudes Orientales del Cairo (Egitto);

la Commissio Leonina (Collège des Editeurs des œuvres de Saint Thomas d’Aquin) di Parigi (Francia);

l’Associazione Espaces (Spiritua-lités, cultures et société en Europe) di Bruxelles (Belgio).

In Italia, i Domenicani assicurano l’insegnamento presso lo Studium filo-

sofico-teologico domenicano di Bolo-gna e l’Istituto di Teologia Ecumenica “San Nicola” di Bari, come pure in al-cune facoltà teologiche (Bologna, Bari, Napoli, Palermo) e università statali.

Inoltre, svolgono attività teologico-pastorali e socio-culturali presso il Cen-tro Ecumenico “P. Salvatore Manna” di Bari-Atene; il Centro Studi Nicolaiani di Bari; il Centro Studi per il Dialogo con l’Islam di Palermo; il Centro Stu-di di Religiosità Popolare di Madonna dell’Arco (Napoli); il Centro di Spiri-tualità “San Domenico” di Bologna; il Centro Espaces di Pistoia.

Diverse le riviste redatte da questi

centri: «Nicolaus - Studi Storici» e «Ni-colaus - Rivista di Teologia Ecumen-cia» (Bari); «Sacra Doctrina» (Bologna); «Ascetica e Mistica» e «Memorie Do-menicane» (Firenze-Pistoia); «Temi di Predicazione» e «Sapienza» (Napoli).

Da alcuni anni, i Domenicani d’Eu-ropa hanno costituito la Societas Edi-torum Domenicanorum, di cui sono membri due società domenicane italia-ne: l’Editrice Studio Domenicano (Esd - Bologna) e l’Editrice Domenicana Ita-liana (Edi - Napoli). • • •

ISTITUZIONI CULTURALI DOMENICANE

isti

tuzi

oni o

p

Page 20: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

108

Nacque a Cuneo, il 28 settembre 1733, dalla famiglia dei conti Melano di Portula, tra la Valsessera ed il Trivere-se, nei pressi di Biella, un piccolo feu-do acquistato il 7 marzo 1722 dallo zio Antonio Melano, figlio di Apollonio, archiatra di Cristina di Savoia.

Ancora giovanetto entrò tra i Dome-nicani, nel Convento di Chieri (TO).

Divenuto sacerdote fu priore lì a Chieri e poi ad Alessandria. Richiesto intanto a Cagliari come professore di teologia, nella regia università, vi inse-gnò per sette anni.

Fatto priore a Torino, fu presto elet-to vescovo, il 1 giugno 1778, da Pio VI che lo stimava molto e per richiesta del Re Vittorio Amedeo III.

Importante fu il ruolo svolto dal Me-lano in quel periodo storico così de-licato, tra tensioni interne ed esterne. Prudente e accorto nel governare fu stimato capo morale del Popolo sardo che seppe unire come un sol uomo per respingere gli invasori francesi: vittoria che ebbe vasta risonanza in tutta Eu-ropa. Promosse l’istruzione religiosa e la cultura della popolazione e distribuì molto dei suoi beni ai poveri. Si pre-murò, infatti, di restaurare i luoghi di culto, S. Giacomo e S. Anna; ma s’in-teressò pure per l’istituzione, presso l’Università di Cagliari, di una cattedra di Agricoltura e per la costruzione di un ospedale, delle scuole, ponti e altro, sempre a favore della popolazione.

Particolare successo ebbe pure la

sua opera durante i moti antipiemonte-si (1794-1795), e la missione di paciere presso il Re, a Torino, che egli svolse con la mediazione di Pio VI.

In riconoscimento dei suoi meriti, il Melano venne decorato, da Casa Sa-voia, del gran cordone dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.

Svolta la sua opera a Torino, il ve-scovo Melano tentò di ritornare nella sua diocesi calaritana, ma la sua preca-ria salute e altri motivi lo convinsero a chiedere ed ottenne di essere trasferito alla diocesi di Novara, dove conservò il titolo di arcivescovo e visse fino al 1813. Erano gli anni delle invasioni na-poleoniche, durante le quali lo stesso Pio VI subì la deportazione.

Nota lo storico G. Ravizza: «Melano fu riconosciuto da tutti uomo dottissi-mo e di consumata prudenza, di spec-chiata umiltà, di modi affabili, d’una soavità speciale nel tratto, per cui era da tutti riverito ed amato» (in “La No-vara sacra del Vescovo Carlo Bescapè”, Novara 1878, p. 439).

Uguale stima aveva già espresso di lui lo storico L. Cherchi: «La sua vita fu segnata dallo zelo e dal servizio di fedeltà alla Chiesa e alla legittima au-torità. Il suo stile di vita: signorilità, affabilità e un modo distinto di saper comporre le cose. A questo lo aiutava anche la sua valida dottrina» (I vescovi di Cagliari (314-1983). Note storiche e pastorali, Cagliari, 1983, p. 187ss).

(p. eugenio zabatta op).

EVENTI E PERSONAGGI DOMENICANI

Mons. VITTORIO F. MELANO1783-1813

Page 21: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

109

Nel programma di recupero del pa-trimonio artistico di Villanova-Cagliari, dopo la tela di “S. Tommaso” è stata restaurata quella del “Ritratto dell’Arci-vescovo Vittorio Filippo Maria Melano, di cui nella pagina accanto diamo un breve profilo della sua vita.

Siamo grati al “Lions Club Cagliari Villanova” che ha finanziato l’opera e alla Sopraintendenza ai Beni A.P.S.A.E. di Cagliari e Oristano che l’ha curata.

La preziosa tela è stata dipinta da Francesco Massa e rappresenta Vitto-rio Filippo Maria Melano, domenicano, Arcivescovo di Cagliari (1779-1796) e Primate di Sardegna e Corsica e poi Arc. di Novara (1797-1813).

A restauro avvenuto, la tela è stata presentata al pubblico nella biblioteca dei Domenicani di Cagliari.

Alla presentazione sono intervenuti: la dott. Giosi Moccia Soudant, presi-dente della Lions Club; il dott. Giorgio Del Rio, presidente della VI Circoscri-zione Lions; il priore P. Maurizio Caro-si, che ha accolto e salutato i numerosi convenuti; P. Eugenio Zabatta, che ha informato su “L’Arcivescovo Melano e il suo tempo”; la dott. Patricia Olivo, della Sopraintendenza, su “Melano e l’Arte nell’Isola, tra i sec. XVIII e XIX”; infine, le restauratrici, Annarita Pisu e Simonetta Bilardi, su “le fasi del recu-pero della tela”. •••

CAGLIARI. Chiesa S. Domenico.L’arcivescovo Vittorio Filippo MariaMelano, domenicano.(1733. 1813).

La preziosa tela dipin-ta da Francesco Massa nel 1782 e recentemen-te restaurata e presentata al pubblico il 25 maggio 2011 in S. Domenico.

stor

ia d

omen

ican

a

Page 22: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

110

Del Convegno riportiamo volentieri la cronaca che ci ha offerto, insieme ad altre utili notizie che interessano tutte le nostre Comunità, il Priore Provinciale, P. Daniele Cara.

CONVEGNO IEOP 2011

L’annuale convegno dei Provinciali europei si è tenuto a La Sainte Baume, località in Provenza ad una cinquanti-na di Km da Marsiglia. È un Convento formale, solo da pochissimo tempo ed appartiene alla Provincia di Tolosa. Ad una quindicina di Km, verso Marsiglia, si trovano il grandioso Convento di San Maximin (oggi albergo) e la Basilica dedicata a S. Maria Maddalena.

Nell’attuale Convento, sede dell’in-contro, dove nel passato ci ha vissuto ed è stato sepolto il P. D. Lacordaire, c’è un complesso di accoglienza per i pellegrini che, a circa 40-45 minuti di cammino, possono raggiungere la grot-ta dove avrebbe vissuto in penitenza la Maddalena. Il luogo è meta secolare di pellegrinaggi che oggi raccoglie cre-denti e devoti, ecologisti, ricercatori di silenzio e di pace e fedeli di altre reli-gioni: la presenza dei frati domenicani si giustifica con l’intenzione di creare un dialogo con questa varia umanità.

CONVEGNO DEI PROVINCIALI EUROPEI

a La Sainte Baume, in Provenza26-30 aprile 2011

Portale della Basilica dedicata a Santa Maria Maddalena.

I Padri Provinciali Europeiin visita al grande convento

di St. Maximin.

Page 23: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

111

Martedì 26 aprile: è stato il giorno degli arrivi dalle di-

verse parti d’Europa. I più hanno viag-giato in aereo, altri pochi sono potuti arrivare in treno: tutti hanno trovato l’auto, con frati o laici alla guida, che li hanno accompagnati al luogo del con-vegno.

Mercoledì 27 aprile: il tema della giornata è stato incen-

trato sulla preparazione al giubileo dell’Ordine (a 800 anni dall’approva-zione) che sarà celebrato nel 2016.

Ha tenuto una relazione fr Agostino LAFFAY, priore del Convento di Tolosa e storico dell’Ordine. Egli ha annun-ciato le iniziative delle Province della Francia: tra cui preparare, per il giubi-leo, un volume con le fonti degli inizi dell’Ordine (gli scritti di S. Domenico, la fondazione, la canonizzazione, le le-gendae, alcuni sermoni ed altro).

È seguita la conferenza di fr Gilbert JEANNIN, direttore dello studio televi-sivo cattolico LJDS (Le jour du Seigneur) che partendo dalle sue esperienze per-sonali ha trattato dell’evangelizzazione e della qualità della nostra presenza in essa, nella società attuale.

Nel pomeriggio si sono tenuti riu-nioni sul tema, per gruppi linguistici. In preparazione al giubileo 2016 sono stati suggerite iniziative per tutto l’Or-dine e per le singole Province.

Giovedì 28 aprile:tenendo conto degli Atti dell’ulti-

mo Capitolo Generale (Roma 2010) è stato trattato il tema delle vocazioni e della promozione vocazionale rispetti-vamente da fr Anto Gavric (provinciale della Croazia), fr Pat Lucey (Irlanda) e fr Krzysztof Poplwaski (Polonia). Sono membri di tre Province che pur essen-

do socialmente e culturalmente diffe-renti hanno investito molto: in termini di personale umano, di mezzi di co-municazione, sulla pastorale giovanile. Stanno avendo dei buoni risultati.

Ho colto la possibilità di trarre frut-to dalla conoscenza di queste espe-rienze anche per la nostra Provincia e sarà mio dovere relazionare su questo punto nella prossima assemblea di Pro-vincia e alla Dieta che avremo durante questa estate.

Nel pomeriggio di questo giorno ab-biamo fatto visita ad un monastero do-menicano, situato in una zona di cam-pagna, non molto lontano dalla nostra sede. Là ci siamo trattenuti fraterna-mente con le monache ed abbiamo ce-lebrato insieme il Vespro.

Dopo siamo stati a visitare la Basili-ca di S. Maria Maddalena, in stile goti-co del XIII secolo e il grande Convento annesso di San Maximin, ora trasforma-to in albergo. Nel ristorante dell’alber-go ci è stata offerta una sontuosa cena.

Venerdì 29 aprile:ha parlato il Maestro dell’Ordine, fr

Bruno Cadorè, che era arrivato nel po-meriggio precedente. In breve ci ha co-municato queste notizie-riflessioni:

A – Il Maestro ha dedicato due me-si, dopo l’elezione, nel Convento di S. Sabina, all’Assemblea Generale con i diversi Soci, per una conoscenza più approfondita dell’Ordine. In quel pe-riodo non ha mancato di visitare tutte le entità dell’Ordine presenti a Roma.

B – Intende portare avanti entro il 1216 la priorità dell’Ordine voluta dal Capitolo Generale di Roma quanto alla ristrutturazione giuridica in Province e Vicariati provinciali.

Questo progetto sarà realizzato con la collaborazione di tutti gli interessati

attiv

ità

Page 24: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

112

e tenendo conto delle specificità e del-le difficoltà in cui attualmente versano alcuni vicariati generali.

C – Riguardo allo studio si è doman-dato quali modalità possiamo trovare perché la ricerca teologica abbia la sua sorgente dagli stimoli che vengono dai frati che vivono situazioni apostoliche socio-culturali significative, come av-venne tra i domenicani che andarono nella nuova America e i loro confratelli dello Studio di Salamanca.

Quanto ad alcune istituzioni di stu-dio che dipendono dal Maestro dell’Or-dine è importante che ci sia un’auto-valutazione per conoscerne gli aspetti positivi e le debolezze. Già nel mese di maggio ci sarà una riunione dei re-sponsabili di queste istituzioni con il Maestro e i suoi collaboratori.

D – Quanto alla missione si è detto positivamente impressionato dalla va-rietà dell’impegno di molti frati nella vita della Chiesa e della società. Alcuni di loro vivono però situazioni difficili e sono esposti ad un certo isolamento

per la loro opera. Dobbiamo creare dei ponti di aiuto tra noi e loro.

Ha potuto notare un atteggiamento un po’ rassegnato in alcuni ambien-ti curiali romani quanto alla presenza della Chiesa in Europa. L’Ordine per il suo DNA si deve inserire nella Nuova Evangelizzazione e portare un messag-gio di speranza attraverso il servizio della predicazione.

Alcune altre indicazioni sono venu-te dalle risposte alle domande che sono state poste al P. Maestro:

- Le nostre Comunità non possono servire a produrre sacramenti attraverso singoli sacerdoti, ma è la vita comuni-taria in se stessa che deve essere una predicazione.

- Occorre favorire una maggiore co-municazione e comunione non solo tra le persone, ma anche tra le diverse en-tità dell’Ordine.

- È necessario essere disponibili a capire e a ricevere ciò che i giovani portano a noi della nuova cultura.

In PROVENZA:La Sainte Baume,I Padri Provincialia Convegno.

attiv

ità

Page 25: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

113

- Durante la formazione teniamo abitualmente i giovani troppo legati ai nostri ambienti. Sarebbe meglio essere più fluidi e inviarli in luoghi differenti per la loro formazione religiosa e in-tellettuale

- Bisogna tenere aperto un dialogo con i cattolici non praticanti e con le persone che vivono fuori dalla fede.

- Il Maestro, inoltre, ha comunica-to di aver istituito un Comitato della Solidarietà, presieduto da fr. Dominic Izzo ex-provinciale della Provincia di S. Giuseppe negli Stati Uniti; che sa-rà istituito un Comitato per la Famiglia Domenicana e che sta per nominare un Promotore per la Comunicazione So-ciale. (Penso che queste notizie le po-tremo attingere da IDI che si può leg-gere nel sito ufficiale dell’Ordine, dato che il cartaceo non viene più spedito).

Sabato 30 aprile:in mattinata si è lavorato affron-

tando tematiche questioni di carattere

eminentemente pratico tra cui:° Il prossimo Convegno IEOP del

2012 sarà tenuto a Lisbona da martedì 10 aprile a domenica 14.

Sarà organizzato dalla Provincia del Portogallo che celebrerà anche in que-sto modo il 50° anniversario della sua rinascita.

° Il Capitolo Generale dei Definitori del 2013 si terrà a Dubrovnik dal 22 luglio all’8 agosto.

° È stato eletto il Nuovo Ufficio di-rettivo di IEOP nelle persone di fr Paul VESCO, provinciale di Francia, di fr Ja-vier CARBALLO, provinciale di Spagna e di fr Cristopher HOLZER, Germania del Sud e Austria. Due membri della Curia saranno nominati dal Maestro dell’Ordine e tra loro cinque sarà scel-to il presidente.

Con la Santa Messa ed il pranzo si è chiuso l’incontro IEOP 2011.

Quanto alle notizie legate più diret-tamente alla nostra Provincia comuni-

attiv

ità

a La Sainte Baume, sede dell’incontrodei Provincialidomenicani europei.

Page 26: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

114 ORDINAZIONE PRESBITERALE

Il Priore Provinciale della Provincia Romana di SCinsieme ai genitori e familiari di

fra Manolo Maria Puppini o.p.ne annunciano con gioia la

ORDINAZIONE PRESBITERALE per l’imposizione delle mani

e la preghiera consacratoria di S. Ecc. Rev.ma Mons. Gualtiero Bassetti

Arcivescovo Metropolita di Perugia - Città della Pieve Sabato 10 settembre 2011 alle ore 18.00

nella Basilica di San Domenico

P.za Giordano Bruno (Corso Cavour) 06121 PERUGIA

co che nel Consiglio di Provincia del 28 marzo u.s. è stato deciso che giove-dì 30 giugno si terrà una assemblea di Provincia in preparazione al Consiglio Straordinario (Dieta) che avrà luogo ve-nerdì 1° luglio. Alcune modalità riguar-danti la giornata dell’assemblea saran-no discusse in Consiglio di Provincia e comunicate a tutte le Comunità.

Questa notizia la comunico solo ora perché ho dovuto chiedere una dispen-sa al Maestro dell’Ordine in quanto la data della Dieta cade prima che siano passati due anni completi dalla confer-ma del provinciale nel 2009

Personalmente sto continuando la Visita Canonica alle Comunità secon-do il calendario che vi ho inviato a suo tempo. Ciò mi dà la possibilità di co-noscere meglio le nostre realtà con il bene che si fa, le potenzialità che ci so-no e le fragilità. Qualche iniziativa sto

maturando in vista dell’assemblea di Provincia e sarete informati.

Sul fronte dei malati la situazione è stabile nell’infermeria di S. Domenico di Fiesole mentre circa dieci giorni fa è stato ricoverato fr Marco Giammarino, della Comunità di Pistoia. Dopo una settimana di degenza con le specifiche analisi di laboratorio nell’ospedale di S. Marcello Pistoiese è stato dimesso, ma già in questa settimana sarà sottoposto ad un intervento chirurgico a Careggi (Firenze). Lo vogliamo ricordare nella nostra preghiera perché ricuperi presto la piena salute.

A ciascuno invio un fraterno saluto invocando la protezione della Vergine Maria su di voi e le vostre Comunità in questo mese a Lei dedicato.

fr. Daniele Cara op priore provinciale.

attiv

ità

Fra Manolo presiederà per la prima volta la santa Messa il giorno seguente, XXIV domenica del Tempo ordinario,

alle ore 11.30 nella stessa basilica

Page 27: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

115

All’incontro sono intervenute le Fraternite di Bibbiena, Pratovecchio, Arezzo, Montepulciano e alcuni laici di Firenze. Alle ore 10 arriviamo nel piazzale antistante il Santuario e ci ac-colgono le campane che suonano a fe-sta, annunciando a tutti che è il giorno del Signore e che Lui ci aspetta alla sua Mensa. Veniamo accolti da P. Giusep-pe Serrotti, dalle consorelle di Bibbie-na, da P. Daniele Cara, Priore Provin-ciale e dal nostro Assistente P. Alberto Viganò.

Si crea subito un bel clima di fami-glia, che vede incarnato “come è bello che i fratelli stiano insieme”. Dopo i sa-

luti, tutti in chiesa per partecipare alla S. Messa che è presediuta dal Provin-ciale e concelebrata da P. Alberto e da P. Giuseppe. Il coro del Santuario ani-ma la liturgia con il canto.

Nell’omelia P. Daniele commenta le letture del giorno e ricorda ai laici do-menicani quale è l’impegno che abbia-mo nella Chiesa. Va sempre bene che qualcuno ci ricordi quale è la nostra vocazione domenicana.

Dopo la celebrazione, ci ritroviamo nella sala delle riunioni. P. Alberto, no-stro Assistente tiene una conferenza su “Maria e il Rosario”......un veloce ex-cursus sulla storia e sulle tradizioni, ma

Santuario di S. Maria del Sasso di Bibbiena

“Giornata Domenicana”Domenica, 8 maggio 2011

attiv

ità

Page 28: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

116

infine ci richiama alla recita del Santo Rosario e alla meditazione dei misteri, attraverso la Parola di Dio, che deve es-sere “cibo” della nostra vita spirituale.

Alle ore 13 partecipiamo all’agape fraterna, preparata dalle sorelle di Bib-biena e da alcuni amici e collaboratori del Santuario; è un vero e proprio pran-zo, per un giorno di festa e anche da questo traspare la meravigliosa e gio-iosa accoglienza che ci è stata riserva-ta; essere seduti alla stessa mensa offre sempre la possibilità di parlare tra noi, di aprire il proprio animo e di raccon-tare le varie esperienze che vivono le fraternite nelle proprie realtà e cresce anche la conoscenza tra noi.

Il pranzo è terminato, e… come tan-te lucertole in cerca di sole che le ri-scaldi, usciamo in cortile per la foto di gruppo: quanta pazienza, perché tutti siano a posto!

Per concludere questa breve, ma in-tensa giornata, recita del Santo Rosario in chiesa e nel coro cantiamo, con le monache, i Vespri del giorno.

Momento intenso di preghiera! A Maria, Madonna del Buio, abbiamo af-fidato le nostre fraternite, le nostre co-munità e le nostre famiglie!

È tempo di salutarci ormai e di tor-nare alle nostre case!

Grazie P. Giuseppe e P. Giovanni per averci regalato anche quest’anno la possibilità di ritrovarci insieme, per vivere, anche se pur brevemente, la fra-ternità che ci unisce e ci fa sentire Fa-miglia!

Grazie alla Fraternita di Bibbiena per l’accoglienza gioiosa che ci ha ri-servato e grazie ad ognuno perché con la sua presenza ha reso possibile que-sto incontro. Grazie, infine, a P. Danie-le e a P. Alberto perché con le loro me-ditazioni ci hanno fatto crescere nella conoscenza del nostro Ordine e hanno rinfrescato “i fondamenti” del nostro essere Domenicani.

Annamaria CavigliPresidente della Fraternita

di Pratovecchio.

BIBBIENA (AR). Il P. Provinciale con alcuni Laici domenicani.

attiv

ità

Page 29: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

117Domenica 8 maggio, con le feste nazionali presiedute dal Card. Paolo Sardi, protettore del Sovrano Ordine di Malta, sono terminati i solenni festeg-giamenti per il 550° anniversario della canonizzazione da parte di Pio II, il 29 giugno 1461, della nostra santa Cate-rina.

Per tali motivi le feste hanno avuto un aspetto particolare: sabato 30 apri-le, con una solenne processione, la re-liquia della sacra testa è stata traslata in Cattedrale per il solenne ottavario an-nuale della domenica in Albis. Sorretto dai paggi dell’Oca e del Drago, contra-de legate a Caterina, il pesante e artisti-co reliquiario contenente la sacra testa, tra le bandiere delle stesse contrade, i Padri domenicani, le Suore, i Laici do-menicani, i Caterinati, le Confraternite

FESTE NAZIONALI A SIENA

IN ONORE DI SANTA CATERINA

SIEN

A. C

hies

a di

S. D

omen

ico

(122

6-12

65)

attiv

ità

SIENA: il Card. Paolo Sardi presiede alle celebrazioni.

Page 30: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

118

laicali, qualche prete e una folla tripu-diante, ha attraversato le vie della città sino al Duomo.

Intronizzata la sacra testa sull’alta-re maggiore addobbato a festa, per una settimana i Padri domenicani si sono alternati a celebrare quotidianamente la santa messa con omelia sulla santa senese. L’otto maggio solenne pontifi-cale presieduto dal succitato Cardina-le che, nel pomeriggio, dalla famosa Piazza del Campo, ha benedetto con la reliquia del dito l’Italia e l’ Europa.

Santa Caterina è stata proclama-ta da Pio XII Patrona d’Italia, da Pao-lo VI Dottore della chiesa e dal Beato Giovanni Paolo II compatrona d’Euro-pa. Una certa risonanza hanno avuto

questi avvenimenti sulla stampa e sulle televisioni locali. Lunedì 9 nel pome-riggio la sacra testa è stata riportata nel-la nostra basilica di San Domenico e ricollocata al suo posto abituale e cioè nella magnifica cappella affrescata da Antonio Bazzi con scene della intensa vita della fanciulla di Fontebranda.

E di nuovo è ricominciato il pellegri-naggio di devoti e turisti per venerare l’insigne reliquia della santa.

Caterina che si è sentita dire: “... tu pensa a Me ed Io penserò a te...” ci aiu-ti a privilegiare sempre il rapporto con Dio e ad essere fedeli servitori della Chiesa e del Papa.

P. Michele Agostino Corvelli o.p.

SIENA.Festa nazionaledi S. Caterina.

SIENA. San Domenico.Celebrazione e processione

in onore di S. Caterina, patrona d’Europa e

dottore della Chiesa.

attiv

ità

Page 31: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

119

È giunto il giorno fissato per l’incon-tro delle Suore Domenicane presenti in Toscana che, quest’anno, si tiene nel Convento di S. Domenico di Fiesole (FI). È il lunedì dopo Pasqua e noi della comunità di Livorno siamo numerose: un bel gruppo.

Ben sistemato nel verde della col-lina fiesolana, il Convento ci accoglie aprendo le sue stanze dalle larghe mu-ra e dai soffitti alti a crociera.

Troviamo nel chiostro il p. Provin-ciale, fr. Daniele Cara, le suore di Iolo e dell’Unione San Tommaso, qualche terziario e terziaria.

È subito famiglia, si sente e si vede il godimento dell’incontro.

In una sala, dove campeggia un af-fresco del Beato Angelico, una giorna-lista dell’Associazione dei Caterinati ci aspetta per illustrare il lavoro svolto

da S. Caterina e dalla Chiesa a favore dell’Unità d’Italia. Nel quattordicesimo secolo, quando l’Italia era ancora di-visa in piccoli stati, Caterina nelle sue lettere indirizzate ai governanti di allo-ra parla di Italia, di cittadini italiani, co-me se l’Italia fosse già una realtà unita. Così sentiva, profetizzando, il proprio Paese.

Ricorre quest’anno il 150° anniver-sario dell’Unità d’Italia; sono stati cele-brati gli ultimi fautori di questo evento, invece quelli lontani nel tempo sono stati dimenticati. Il papa Pio IX, in visi-ta alla città di Siena e ai luoghi di Ca-terina, esordì dicendo: “Ha fatto tanto bene all’Italia e alla Chiesa”… da meri-tare il titolo di Patrona d’Italia, aggiun-giamo noi.

Forse molti non sanno quanto la santa senese abbia lavorato in diversi campi e strati della società del suo tem-

TradizionaleGiornata

di Pasquetta

GIORNATA DI FRATERNITÀ delle suore domenicane in toscana

FIESOLE.Convento di San Domenico. at

tività

Page 32: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

120

po per favorire l’unione non solo del-la Chiesa ma anche dell’Italia. Come sempre costatiamo che il presente che noi celebriamo affonda le sue radici nel passato, nell’impegno e nella santità di persone lungimiranti e illuminate.

È mezzogiorno e tutti ci troviamo nella chiesa parrocchiale a celebrare l’Eucaristia. Centralità e importanza del Mistero Pasquale. Ognuno pren-de posto nei banchi per partecipare al banchetto dello Spirito. Si mangia e si beve l’Agnello Pasquale, che si offre da sè per nutrire la fame e la sete di vita di ognuno di noi.

A Messa finita, entriamo in refetto-rio per l’agape fraterna frugale e sem-plice, accompagnata da canti e musica improvvisati da un bel gruppo di giova-ni consorelle vispe e allegre.

Nel pomeriggio p. Luciano Cinelli racconta la storia del convento di Fie-sole, riportandoci indietro nel tempo, descrivendo personaggi e situazioni. Illumina, da storico, anni sepolti nella “non conoscenza”, di cui sono note so-lo le vestigia. Molto interessante la de-scrizione del contesto storico per com-prendere l’evoluzione della vita e della presenza dell’Ordine in questo luogo.

Ormai la giornata volge al termine. Dopo il canto del Vespro, ognuna tor-na nel proprio gruppo per il rientro in Comunità, contenta e soddisfatta per la bella giornata vissuta in compagnia e per aver approfondito la conoscenza dell’antica famiglia religiosa a cui ap-partiene. Sr Elisa da Livorno Suore Domenicane

di S. Caterina da Siena

FIESOLE (FI). San Domenico.Chiesa e panorama.

attiv

ità

Page 33: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

121

Più di settanta partecipanti all’incon-tro provinciale dei Laici Domenicani a Chianciano e Montepulciano! Per tutti un’esperienza positiva. Riportiamo la cronaca della consorella di Roma Ales-sandra Talmone.

Nei giorni 1-3 aprile si è svolto pres-so l’Hotel Posta di Chianciano “Un In-contro di formazione dei Laici di San Domenico della Provincia Romana di Santa Caterina da Siena”.

I partecipanti, di ben quindici Fra-ternite della Provincia, sono arrivati per tempo al luogo d’incontro. La serata, in albergo, è trascorsa piacevolmente fra i saluti delle consorelle e dei confratel-li, lieti di incontrarsi e poter scambiare ricordi, impressioni e “raccontarsi” le difficoltà dei problemi comuni a tutti. Presenti anche alcuni Padri assistenti.

L’indomani il programma è iniziato con la recita delle lodi, guidate dal P. Promotore Alberto Viganò, cui sono se-guiti i saluti del Presidente Provinciale, Pier Giorgio Imbrighi, che tra l’altro ha ricordato il prossimo Convegno Nazio-nale delle Fraternite di tutta Italia (17 – 19 giugno), a Bologna, che dovrà ve-derci numerosi e attenti. Inoltre, dopo

aver sollecitato i responsabili delle FLD ad attenersi alle nostre Regole e agli Statuti, si è vivamente complimentato per l’affluenza numerosa al Convegno, dato che si temeva che lo sciopero del-le ferrovie statali avesse potuto nuocere all’Incontro in corso.

È intervenuto, subito dopo, il P. Pro-vinciale Daniele G. Cara che, salutati con affetto i presenti, ha ricordato che tutti hanno bisogno di una formazione continua, inclusi i Padri, i quali devono sapersi tenere costantemente aggiorna-ti. Le famiglie – ha continuato - spesso non hanno una formazione adeguata, ma anche la stessa formazione, lascia-ta da sola, senza l’annuncio e la predi-cazione, rimane incompleta. L’annun-cio è importante sia per i laici, sia per i Padri stessi. Gli incontri sono perciò caratterizzati da momenti formativi e dalla preghiera: i due aspetti devono coesistere. La nostra fede s’illumina nei rapporti con il mondo nel quale vivia-mo. Tale concetto, ha pure sottolinea-to, è stato espresso chiaramente nel Ca-pitolo Generale di Bogotà, in cui siamo stati esortati ad amare il mondo secon-do l’esempio di San Domenico.

FRATERNITE LAICHE A CONVEGNO

NON SI PUÒ AMARE SE NON SI CONOSCE

è stato il tema del convegno annualedei laici domenicani

a Chianciano e a Montepulciano

FLD

laic

ato

d.

Page 34: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

122

La prima relazione, che è seguita, è stata del Delegato regionale della Sardegna, Dott. Gianni Pinna, che ha parlato della “Visione beatifica come apoteosi della conoscenza”. L’apoteosi da intendersi come deificazione della coscienza/intelligenza, ed è possibile. La sua tesi è partita dalle premesse filo-sofiche della fede. Un ampio dibattito ha fatto seguito alla relazione.

Il secondo intervento “Non si può amare se non si conosce” è stato gui-dato dal Prof. Giulio Alfano, docente della Pontificia Università Lateranense in Etica e Filosofia, già Presidente Na-zionale delle FLD d’Italia e Malta. La citazione agostiniana, nel tema, inten-de l’amore non come virtù ma come libertà; ma senza le virtù non si vive nella libertà né nell’amore.

Al termine della mattinata è seguita la Santa Messa concelebrata dai nostri Padri. Nel pomeriggio l’incontro è ri-preso con la relazione del Prof. Horst

Seidl, professore di Etica e Filosofia al-la Pontificia Università Lateranense e componente del Consiglio Provinciale dei Laici di San Domenico.

Il tema è stato: “Esame etico sui comportamenti problematici attuali”: una interessante relazione sui temi at-tuali particolarmente dibattuti, come evoluzionismo, creazione, aborto, eu-tanasia e altri, contro le tesi dei cosid-detti “Laicisti”.

Compito dei laici domenicani – ha detto il relatore - è quello di attingere dalla nostra tradizione tomistico-aristo-telica (la grande filosofia del passato è realista: parte dalla “res”, dalla con-statazione della realtà) per saper inter-venire e mediare alle critiche laiciste. Non dobbiamo lasciare che interven-gano solo il Papa e i Vescovi.

In serata, poi, la Dott. Luciana Tre-miti, della Fraternita di Montepulciano, ha presentato una interessante serie di santini e immagini multimediali sulle

Alcuni flash del Convegno di Chian-ciano Terme scattate all’interno del Tempio di San Biagio durante le Lodi domenicali il 3 aprile 2011.

laic

ato

d.

Page 35: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

123

illustri Sante regionali toscane Caterina da Siena e Agnese da Montepulciano: una preziosa collezione frutto di una appassionata ricerca e studio.

Durante la domenica, 3 aprile, i partecipanti al convegno si sono recati a Montepulciano: nella monumentale Chiesa di San Biagio, splendido esem-pio di architettura rinascimentale opera di Antonio da Sangallo il vecchio, il Ve-scovo Diocesano, Mons. Rodolfo Ceto-loni, ci ha accolti con piacere per la re-cita delle lodi mattutine, da lui guidate con alcune riflessioni.

Quindi il gruppo dei convenuti ha raggiunto la Basilica di S. Agnese. Du-rante la visita sono stati ricordati S. Agnese e il Papa Benedetto XIII, dome-nicano, che la canonizzò nel 1700, e abbiamo partecipato con devozione alla Santa Messa, celebrata dal Padre Provinciale, Daniele Cara.

Dopo pranzo a Chianciano, che ha chiuso “i lavori” dell’incontro, sono stati ringraziati, per l’organizzazione e la cura dimostrata nello svolgersi delle

manifestazioni, il Presidente Pier Gior-gio Imbrighi ed il Padre Alberto Viga-nò, promotore dei laici della Provincia, nonché il Segretario del Consiglio Pro-vinciale delle FLD, Francesco Spada e il tesoriere Guido Costa, da anni attivis-simi nel Consiglio.

Devo ritenere che l’esperienza è sta-ta assolutamente positiva e in particolar modo per Padre Graziano Lezziero che ha ritrovato i suoi “antichi” parrocchia-ni, ai quali si sente sempre legato.

Il tempo, poi, ci ha donato tre splen-dide giornate: i luoghi visitati sono un autentico paradiso terrestre che, nel ri-cordo dei grandi Santi che ivi hanno vissuto e sostato compreso San France-sco, hanno creato la cornice ideale e la predisposizione interiore per affrontare le tematiche di approfondimento care al nostro Ordine Domenicano.

Alessandra Talmonedella Fraternita di Santa Maria del

Rosario in Roma.

Mons. Rodolfo Cetoloni, Vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza,

il Provinciale P. Daniele, e i PP. Alberto, Graziano e

il Presidente dei laici Piergiorgio.

Le Fraternite Domenicaneal Convegno di

Chianciano e Montepulciano

laic

ato

d.

Page 36: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

124

Il 6 maggio nella Cripta della Chie-sa di San Domenico di Cagliari la pre-sidente della Fraternita domenicana, Marisa Vassena, ha accolto le profes-sioni di alcune consorelle e confratelli alla presenza della Famiglia Domeni-cana - frati, suore, laici – ed alcune associazioni. In assenza del padre Assi-stente, P. A. Fazzini, nella missione del Guatemala, il P. Priore Provinciale ha delegato, quale Assistente per la ceri-monia, il P. Maurizio Carosi, priore del-la Comunita calaritana.

Hanno fatto la professione tempo-ranea i signori: Stefano Galletta, Sonia Cannas, Pier Luigi Amat ed Elena Flo-ris. Hanno emesso la professione per-petua, nella stessa Fraternita i signori:

CAGLIARI. Chiesa di San Domenico.Nuove professioni in fraternita.

Enrico Piras e Mariangela Ambu. A tutti i professi un cordiale augurio di per-severanza nella propria vocazione e di apostolato secondo lo spirito di San Domenico.

La Santa Messa, concelebrata dai padri della Comunità, era animata dal coro “San Domenico” in onore di S. Caterina, la cui festa era stata trasferi-ta a motivo dell’ottava di Pasqua. Era-no presenti le Associazioni delle Cro-cerossine, dell’Oftal e della Pasfa, che vedono in S. Caterina la loro Patrona.

Al termine, tutti sono intervenuti al fraterno rinfresco, assieme ai parenti e amici dei festeggiati, nel bel salone adiacente all’artistico chiostro di stile catalano. (il Cronista).

CAGLIARI. S. Domenico. I laici domenicani che hanno emesso la professione.

laic

ato

d.

Page 37: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

125

La prima volta che sono andato in Guatemala è stato per caso. Il desiderio di vedere con i miei occhi come sareb-bero stati utilizzati i contributi raccolti nel corso di una marcia di solidarietà mi ha portato così lontano. Ringrazio Dio per avermi dato questa opportuni-tà. Questo accadeva nel febbraio 2007. Da allora e fino al 2011, per cinque an-ni, anno dopo anno, ho continuato ad andare in Guatemala, consapevole di quanto avrei trovato e di quanto ancora troverò nei prossimi anni.

A partire dal 2008 anche mia mo-glie Rita ha voluto condividere con me questa esperienza di vita, che annual-mente riportiamo in un diario a pun-tate che, grazie al nostro “manager” P. Alberto, un frate domenicano, è su internet a disposizione delle tantissime persone che per il momento si accon-tentano di leggerci, ma che, noi speria-mo, possano presto condividere questa esperienza.

Ogni anno, con Rita, quando inizia-mo i preparativi per andare a Dolores, nel Petén, una regione del nord Guate-mala grande una volta e mezza la Sar-degna, veniamo assaliti dalla curiosità di sapere quali novità troveremo rispet-to all’anno precedente.

Purtroppo per il Guatemala non ci sono fatti nuovi che portino a pensare che il Governo, rinsavendo, possa dare una sterzata decisiva al proprio operato creando nella popolazione aspettative di vita migliori. In quella nazione la po-vertà è una caratteristica ricorrente.

Secondo alcune stime, il 20% del-la popolazione è proprietaria della ric-chezza di tutto il paese. Oltre 7 milioni di persone vivono con uno stipendio mensile inferiore ai nostri 40 euro. La disponibilità è meno di 2 euro al gior-no. Mi è capitato di vedere con i miei occhi, mentre in una tienda (negozio) facevo la spesa per la nostra comunità, delle donne guatemalteche che com-pravano un pomodoro e due patate. Successivamente ho saputo che quello, insieme a brodo di fagioli e tortillas, era il pranzo per più di 2 persone. Nessun commento in proposito.

Ancora, nelle campagne l’indigenza è superiore di 3 volte a quella delle cit-tà. Insieme alla povertà è conseguen-za logica la denutrizione che colpisce i bambini. In Guatemala il Servizio Sa-nitario non garantisce una copertura adeguata alla popolazione. Alcune ma-lattie, che in altri paesi “normali” sono state debellate, in Guatemala continua-

DALLA MISSIONE IN GUATEMALA

ce ne parlano il nostro studente domenicano, Manolo Puppini, e due collaboratori laici che ogni anno trascorrono alcuni mesi nella missione di Dolores-Peten con i nostri padri domenicani.

Un’esperienza missionariapossibile a tutti

mis

sion

i d.

Page 38: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

126

no a mietere vittime. I bambini, a cau-sa della carenza nutrizionale, muoiono per colpa di malattie facilmente pre-vedibili come disidratazione, diarrea e bronchiti. Migliaia di bambini in Gua-temala muoiono prima di aver compiu-to il primo anno di vita. Gli adulti non vivono condizioni migliori: molti sono diabetici e non sanno di esserlo perché non hanno gli strumenti per controlla-re la glicemia del sangue, ma non han-no neanche la possibilità di controlla-re l’alimentazione visto che i loro pasti sono quasi esclusivamente a base di fa-gioli e mais. Abbiamo visto delle perso-ne con la cancrena alle gambe in uno stadio molto avanzato che davano la colpa, della loro situazione, alle pun-ture degli insetti.

Un’altra delle maggiori cause che contribuiscono ad incrementare lo sta-to di povertà è l’analfabetismo. In Gua-temala oltre il 40% della popolazione è analfabeta. Il lavoro minorile, lo sfrut-tamento di bambini e bambine fra i 7

e i 14 anni, che lavorano in certi casi anche oltre 40 ore settimanali, è luogo comune. I bambini, lavorano per con-tribuire all’incremento dell’economia familiare e per questo non vengono mandati a scuola o vi vengono manda-ti in modo irregolare.

Potrei continuare a parlare a lungo, potrei dire della violenza che, a causa dell’estrema povertà e dell’incremen-to del narcotraffico, continua a creare drammi umani, quasi con il beneplaci-to di chi amministra la Nazione.

Le nostre motivazioni per il viaggio in Guatemala? Nulla di speciale: siamo solo convinti che la nostra presenza possa fare del bene a qualcuno. Prima di tutto a noi, poi ai nostri frati dome-nicani, P. Giorgio e P. Ottavio, ai quali portiamo una ventata di “sardità”, visto che provengono entrambi dalla Sarde-gna, e lavorano laggiù da oltre 12 anni. Poi al Vescovo del Petén, Mons. Mario Fiandri, nativo di Arborea (Or), a Gigi,

GUATEMALA. Peten-Dolores. Il vescovo, Mons. Mario Fiandri, e P. Ottavio.

mis

sion

i d.

Page 39: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

127

il fratello di P. Ottavio, che ha scelto di vivere laggiù, lasciandosi alle spal-le il consumismo occidentale. Queste persone ci hanno aiutato ad integrarci in questo paese, a voler bene a questa gente, a conoscerne le necessità, a va-lutare le priorità, a farci desiderare ogni anno di essere più vicini con la nostra presenza alla loro vita. E… a dimenti-carci, qualche volta, di avere in patria i nostri parenti che ci aspettano.

La collaborazione con le Suore, sia Domenicane che Vincenziane, ci fa co-statare la cruda realtà di ogni giorno e l’impegno quotidiano per valorizzare le donne ed i bambini, per dare loro un barlume di fiducia in se stessi affin-ché possano cominciare un cammino di autostima e cambiare la qualità della loro vita.

Noi non andiamo per portare inno-vazioni sostanziali alla loro vita, cer-chiamo solo con la nostra presenza di dare fiducia alle persone, di essere di conforto nei momenti difficili, di dare un sorriso, che per loro è tanto, perché

in questo modo si sentano considerati e partecipi dei cambiamenti in positivo della loro esistenza.

Quest’anno poi abbiamo fatto una esperienza nuova e bellissima: al no-stro arrivo a Dolores la gente timida-mente ha bussato alla nostra porta per darci il benvenuto; quasi ogni sera, do-po la S. Messa, è venuta a tenerci com-pagnia; nei villaggi siamo stati accolti come vecchi amici “compartendo” il loro cibo; alla nostra partenza in parec-chi sono venuti a salutarci con le lacri-me agli occhi augurandosi di rivederci l’anno prossimo in Guatemala “Prime-ro Dios”/ a Dio piacendo.

Non sappiamo se abbiamo semina-to qualcosa in queste persone; certo è che abbiamo seminato nei nostri cuori e vorremmo aver seminato anche nelle persone che avranno l’opportunità di leggere queste poche righe.

Comunque se avessimo toccato an-che il più piccolo angolo della vostra disponibilità a conoscere, potrete tro-vare nel sito internet www.predica-

GUATEMALA. Peten-Dolores. La chiesa parrocchiale.

mis

sion

i d.

Page 40: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

128

zione.it i diari che dal 2004 al 2011 i missionari laici – tra i quali anche noi – abbiamo scritto a testimonianza delle esperienze fatte.

Grazie, poi, alla creazione della on-lus “P.A.S.S.I. per il mondo”! Notizie di questa si possono trovare nel mede-simo sito internet. Alla onlus ci si può iscrivere: stiamo cercando di coinvol-gere tanti amici affinché si possano re-alizzare dei sogni e concretizzare degli obiettivi che sicuramente saranno di vantaggio per la gioventù di quel pae-se: una scuola professionale.

Noi, Francisco e Rita, fino ad ora ci siamo ritenuti fortunati dell’esperienza fatta e ci auguriamo di tutto cuore, se la salute e la situazione economica ci assiste, di poter continuare nel nostro percorso che fino ad ora ci ha regalato tantissimo bene, serenità e soddisfazio-ni. Francisco y Rita

La mia esperienza in Guatemala

Sono un domenicano, ancora dia-cono, e lo scorso aprile sono stato a Dolores, nel Petén, distante circa 400 Km da Città del Guatemala.

I primi giorni in Guatemala sono stati piuttosto duri ma piacevoli. Ciò che mi impressionava di più era la numerosità dei bambini che, ogni volta che arriva-vamo in una aldea, ci veniva incontro.

Ho potuto aiutare i padri nel mi-nistero: ho avuto la gioia di poter bat-tezzare. Ricorderò particolarmente i riti della Settimana Santa, il triduo e la veglia di Pasqua nella chiesa di Nue-stra Señora de los Dolores.

Consideravo come le chiese sono in genere piccole, con il pavimento in terra battuta, dotate di semplici pan-che di legno e tetti ricoperti da lamie-re; anche l’altare un semplice tavolo di legno. Ma anche le loro abitazioni sono poverissime: un’unico spazio con tetto di foglie di palma di guano. Ugualmente, per dormire, si servono di “letti” senza materasso o di amàche.

Ringrazio per l’opportunità che, nonostante il da fare, mi è stata data di fare alcune escursioni nei siti archeolo-gici di Ixcún e Tikal, ricchi di steli, acro-poli, templi, piazze e strade dell’antica civiltà maya, e una visita alla cittadina di Flores, sul lago Petén Itzá.

Ringrazio di cuore il priore provin-ciale, padre Daniele, e tutti i padri della missione per l’accoglienza e disponibi-lità. Sento che questa visita in missione, a pochi mesi di distanza dalla mia Or-dinazione presbiterale, è stata un vero dono del Signore. Sì! Un’esperienza missionaria che mi porta fortemente ad una maggiore collaborazione e soli-darietà con i poveri.

Fra Manolo M. Puppini op •••GUATEMALA. Peten-Dolores.

Fr Manolo amministra un battesimo.

mis

sion

i d.

Page 41: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

129

Il giorno 18 maggio, alle ore 21.07, si è spento il P. Tito (Sante) Centi nel Convento di San Domenico di Fiesole, culla di tanti uomini santi, tra i quali S. Antonino e il B. Angelico.

Era nato il 30 ottobre 1915 a Segni. Entrato nell’Ordine un anno dopo il fratello Timoteo, aveva emesso la pro-fessione religiosa il 6 ottobre 1933 e il 16 giugno 1940 era stato ordinato sa-cerdote.

Nello stesso convento fiesolano ave-va trascorso quasi tutto il tempo della sua formazione religiosa, ad eccezione degli studi complementari per la lau-rea in teologia, conseguita nell’Ateneo internazionale Angelicum di Roma, e vivrà quasi tutta la sua lunga vita. A Fiesole attese allo studio, all’insegna-mento, all’apostolato, incluso quello parrocchiale; da qui partiva per atten-dere alla predicazione itinerante, e qui rientrava per ritemprarsi spiritualmente in una fedele osservanza della vita re-golare e puntuale partecipazione alla preghiera comunitaria e personale.

Il nome del P. Tito è legato soprattut-to al nome di San Tommaso, del quale

fu assiduo studioso e ardente cultore. Gran parte della sua vita la trascorse impegnato nella traduzione delle opere del dottore angelico. Ha tradotto in lin-gua italiana la Summa Contra Gentes, alcuni opuscoli e alcune Questiones Disputatae. Ma il suo lavoro più impor-tante fu la traduzione della Summa The-ologiae, di cui egli fu direttore, tradut-tore e commentatore principale. All’ini-zio di questo lavoro, nel 1948, egli fu segretario, ma, dopo qualche volume, la collaborazione di vari autori venne meno ed il lavoro fu sospeso per vari anni. Nel 1963 fu costituita una com-missione di tre religiosi dell’Ordine, di cui il P. Tito fu presidente e fu stipulato un accordo tra la Provincia di San Mar-co e l’editore Salani, con l’impegno di consegnare 4 volumi annui. Dopo soli tre anni uno dei tre della Commissione fu trasferito in altro convento, ma il la-voro andò avanti stando alle scadenze fissate. Nonostante che i collaboratori esterni non stessero sempre agli im-pegni presi, il P. Tito supplì più di una volta nel fare le traduzioni e redigere i commenti della Somma. È merito suo se nei primi anni 70 si poteva avere

IN MEMORIA

Padre

TITO SANTE CENTI

domenicanoSegni 1915 - Fiesole 2011

in m

emor

ia

Page 42: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

130

l’opera completa che risulta composta, con l’introduzione, di 35 volumi.

Particolarmente in riferimento a que-sto lavoro, il 31 ottobre 2003, P. Cen-ti riceveva meritatamente dal Maestro dell’Ordine, fr Carlos Azpiroz Costa, la nomina di Maestro in Sacra Teolo-gia. La pergamena di nomina, ricordo, fu letta dall’allora Priore Provinciale, P. Giovanni Monti, nel Convento di S. Marco a Firenze e coram il Consiglio Allargato di Provincia, riunito per la Dieta, tenne, con vivacità di esposizio-ne, la sua lectio, proprio sulla Somma di S. Tommaso.

Anche dopo gli anni settanta, il Pa-dre ha continuato a scrivere e a pub-blicare, si può dire, fino alla bella età di novant’anni. Ricordo, in particolare, una graziosa biografia di San Tomma-so, intitolata “Nel segno del Sole” (Ro-ma, 1982), che è espressione della sua devozione al santo e in cui si rivela un religioso innamorato del suo grande Confratello, che ha cercato di imitare nel più autentico spirito di San Dome-nico: amore allo studio assiduo, fedeltà alla preghiera comunitaria, zelo per la salvezza delle anime e grande amore all’Ordine.

P. Tito, infatti, è stato sempre mosso da zelo apostolico. Anche se qualche volta può essere apparso un po’ ango-loso nei suoi atteggiamenti, aveva un cuore tenero e sensibile, come potreb-bero testimoniare le tante persone da lui spiritualmente dirette e, per primi, i numerosi giovani domenicani che si sono avvicendati per tanti anni nel no-viziato provinciale e inter-provinciale di Fiesole. Con lui si spegne, ma non del tutto, una luminosa luce della glo-riosa, ma ormai estinta, Provincia di San Marco e, in particolare del conven-to fiesolano. >>>

Nella mattina di venerdì 20 maggio si è tenuta la Santa Messa esequiale, presieduta dal priore provinciale, fr. Daniele Cara, e ha visto la presenza di confratelli di diverse comunità, dei ni-poti venuti da Segni e di persone ami-che che l’avevano conosciuto nel suo ministero sacerdotale. La sua salma è stata tumulata nell’attiguo cimitero di S. Domenico, nella zona riservata ai confratelli che l’avevano preceduto nell’incontro col Padre celeste.

(P. Angelo Urru, op).

Dal Monastero di PRATOVECCHIO (AR).

“S. Maria della Neve e San Domenico”

Ci uniamo al cordoglio e alla pre-ghiera delle Monache domenicane, a suffragio della consorella che è an-data alla Casa del Padre. La comunità claustrale annuncia l’accoglienza nelle braccia della Divina Misericordia di:

Sr Maria Rosaria Muzioli opsabato 30 Aprile 2011 alle h.19,40

Le sue ultime parole: “Mi devo alza-re, devo andare alla Messa di Beatifica-zione di Giovanni Paolo II”.

Nata a Chiavazza (BI) il 20/10/1924 ha vestito l’abito dell’Ordine Domeni-cano il 7/10/1946 ha emesso la Prima Professione il 2/2/1948 e la Professione solenne 2/2/1951

Le Esequie, sono state celebrate lu-nedì 2 maggio. Chiediamo per la sua anima una preghiera di suffragio.

GRAZIE !

sr M. Pia, priora e Consorelle •••

* * *

in m

emor

ia

Page 43: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

dom

enic

ani -

mag

gio

- giu

gno

2011

- n

. 3

131

PUBBLICAZIONIdomenicane

•••

Migrazioni, incontro con l’altro, Identi-tà, alterità, accoglienza, a cura di Alessan-dro Cortesi e Sebastiano Nerozzi, pp. 328. Firenze, ed. Nerbini 2011 (€ 20).

Dopo la pubblicazione del volume Mi-grazioni, segno dei tempi in cui il tema del-le migrazioni era studiato attraverso la lente dell’economia, dei diritti umani e delle po-litiche sociali, il centro Espaces ‘Giorgio La Pira’ di Pistoia propone in questo volume una serie di contributi che guardano alle migrazioni come provocazione a ripensare il rapporto con l’altro nelle nostre società.

La domanda si sposta dal piano delle analisi sociologiche ed economiche al li-vello della cultura che innerva atteggia-menti di sospetto, di rifiuto o, per contro, di accoglienza e di ospitalità nei confronti dell’altro (…).

Il volume raccoglie contributi che in-tersecano diverse competenze ed ambiti di riflessione: da quello filosofico a quello biblico e teologico, a quello interreligioso, a quello filosofico-politico. I percorsi pro-posti intendono essere un contributo per interpretare le migrazioni oggi quale op-portunità per la costruzione di una società aperta, capace di accogliere lo straniero e di valorizzare le diversità come arricchi-mento dell’identità di ciascuno.

Per richieste rivolgersi a: Centro Espaces, piazza san Domenico 1 - 51100 Pistoia

tel 0573. 509382 / oppure

e-mail: [email protected]

Particolarmente per coloro che vengo-no a far parte delle nostre Fraternite Laicali indichiamo la pubblicazione, con i relativi dati, di due Riviste curate dalla Provincia Romana di S. Caterina da Siena, offrendo l’occasione a chi volesse abbonarsi:

MEMORIE DOMENICANE.È una rivista a carattere storico e d’inte-

resse all’elaborazione critica della fede in relazione a culture e società.

Ccp. 52504545 intestato a: Prohemio editoriale srl - Via G.B. Vico, 11 - 50136 Firenze.

RIVISTA DI ASCETICA E MISTICA.È la più antica rivista italiana dedicata

ai problemi e alla storia della spiritualità. Esce in fasc. trimestrali di oltre 100 pp.

Ccp. 26167502 intestato a: Rivista di Ascetic a e Mistica - Via Cavour, 56 - 50129 Firenze.

pubb

licaz

ioni

Page 44: Il Bollettino Domenicani n.3 - Maggio-Giugno 2011

Al Santo SpiritoIn un vaso di fragile argilla

noi uomini portiamo il Santissimo,ma Tu, Spirito Santo,

quando abiti in un uomoabiti in qualcosa

d’infinitamente inferiore:

Tu, Spirito di Santità,abiti fra l’impurità;

Tu Spirito di Sapienza,abiti fra la stoltezza;Tu, Spirito di Verità,

abiti fra l’inganno!Oh, abita in me sempre!

E Tu che non cerchi gli agidi un’abitazione confortevole

perché certo la cercheresti invano;Tu che crei e rigeneri

e Ti fai Tu stesso la tua dimora,oh, abita in me per sempre!Perché un giorno Tu finisca

col compiacerti di questa dimorache ti sei preparato Tu stesso

in mezzo alle nefandezze,alle cattiverie

e agli inganni del mio cuore.Sòren Kierkegaard

“DOMENICANI” n. 3 / 2011maggio - giugno 2011

PROVINCIA ROMANA DI S. CATERINA DA SIENApiazza S. Domenico, n. 5 - 09127 CagliariTel. 070-65 42 98 - cell. 339 18 22 685

fax 070-662837 - ccp. 41 48 28 94e.mail: [email protected]