Il Bollettino del Rosario Perpetuo Secondo 2009

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 1 IL BOLLETTINO DEL ROSARIO PERPETUO IL BOLLETTINO DEL ROSARIO PERPETUO nuova serie - anno XXV - n. 2 - maggio - agosto 2009 - piazza san domenico, n. 5 - 09127 cagliari nuova serie - anno XXV - n. 2 - maggio - agosto 2009 - piazza san domenico, n. 5 - 09127 cagliari nuova serie - anno XXV - n. 2 - maggio - agosto 2009 - piazza san domenico, n. 5 - 09127 cagliari

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IL BOLLETTINO DELROSARIO PERPETUO

IN SARDEGNA

Supplemento a

“DOMENICANI”autoriz. Tribunale di Firenze

del 4 Gennaio 1967 - n. 1800

Nuova serie - Anno XXVgennaio - aprile 2009

c /c postale n. 15 38 10 98intestato a: Bollettino del Rosario Perpetuo - Convento

S. Domenico - 09127 Cagliari

Direzione & Redazione:P. Eugenio Zabatta o.p.

Collaborano: P. Christian Steiner o.p.

Paolo Macis.

piazza San Domenico, n. 509127 CAGLIARITel. 070 65 42 98Cell. 339 18 22 685

e.mail: [email protected]

Con approvazione Ecclesiasticae dell’Ordine Domenicano.

Anno XXVmaggio - agosto 2009

quadrimestraledi collegamento dei gruppidell’Ass. Rosario Perpetuo

Regina del Santo Rosariovenerata in s. Domenico

di Cagliari(statua in legno - sec. xv)

copertina: FIRENZE, Galleria degli Uffizi ”Madonna di Pontassieve”, Beato Angelico (1435-1440 c).

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Lettera del direttore alle Zelatrici.p. eugenio zabatta o.p.

Il Rosario è contemplazione salutare.la redazione.

Contemplare con il Rosario.promotore del rosario.

Il pressante invito alla preghiera.p. eugenio z.

Nel mese di maggio.Chi è la Madonna per me personalmen-te? Messaggi ai giovani.

(da intervista a Benedetto XVI).

L’Angelus dei poeti.G. Deledda.

Nella casa del Padre.Le nuove iscritte all’Associazione.

Auguri. Pellegrinaggio a Lourdes.Rosario Vivente.

I misteri della gloria.a cura della redazione.

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Gentili Zelatrici,questa volta vi scrivo utilizzando dei

brani delle vostre stesse lettere che pu-re, via via, con tanta cortesia e… preci-sione, mi avete inviato. Ometto comun-que i vostri nomi.

Mettendole una accanto all’altra, le vostre lettere, si forma come un mo-saico in cui si può trovare già scritto quanto penso di comunicarvi e racco-mandarvi. Sono contento che siete voi stesse zelatrici a dire quanto è utile per mantenere vivo lo slancio verso la no-stra Associazione che la Madonna vo-glia sempre gradire.

“Oggi, mentre scrivo, è la festa del-l’Annunciazione. Affidiamoci alla Ma-donna, perché sia Lei a guidare le socie perché perseverino nel suo amore attra-verso la contemplazione dei misteri del santo Rosario”.

Sono queste le espressioni più usua-li che dicono la fiduciosa adesione d’amore verso la Madonna: sono le più manifeste nella vostra corrispondenza, care zelatrici!

A questo sereno abbandono filiale nella più sicura delle madri, si unisce anche l’augurio di fedeltà e di perseve-ranza al nostro impegno di preghiera mensile: questo dà sicurezza di esse-re graditi alla Regina del Rosario e di essere più facilmente esauditi dal Suo cuore di madre. Sono proprio contento, perché se riusciamo a questo, abbiamo perseguito la finalità dell’Associazione.

“Preghiamo la nostra Mamma cele-ste di intercedere presso il Suo Figlio divino per concederle le grazie che de-sidera” mi scrive cortesemente un’altra zelatrice, testimoniando con sicurezza la propria fede nella “onnipotenza di grazia” che, quale Madre di Dio, Maria esercita a nostro soccorso. >

Lettera alle gentili zelatrici e iscritte nel Rosario Perpetuo

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“Gesù sia sempre la sua guida, la sua forza – augura un’altra -; la Sua Mam-ma, che invochiamo sempre, le ottenga tante benedizioni”.

Ringraziando di questi auguri e voti, li ricambio di cuore e vorrei, a mia vol-ta, ripeterli ed estenderli ad ogni iscritta e ad ogni iscritto della nostra Associa-zione del Rosario.

Tanto più perché, quasi immanca-bilmente, ogni lettera termina con la promessa e più ancora con la richiesta di preghiere: “La prego con tutto il cuo-re di ricordarci nelle sue preghiere”. Un’altra zelatrice, in tono familiare e sottolineando la necessità continua e la bellezza della preghiera, a favore degli uni per gli altri, scrive: “La prego di fare una preghiera, meglio una preghierona per me e per tutte le socie”.

C’è giustamente chi, per motivare la propria richiesta di preghiere, confida nello stesso tempo le proprie sofferen-ze e disagi, sia per la propria persona e famiglia, sia per il gruppo dell’Associa-zione di cui si sa responsabile.

In verità le difficoltà esterne e le cro-ci interiori non mancano a nessuna e sembrano impedire di fare tutto il be-ne che si vorrebbe. Sarà l’età avanzata, propria o delle socie; sarà un po’ di tra-scuratezza di alcune del gruppo oppure il diffuso pregiudizio verso il Rosario da parte delle più “giovani che non si vo-gliono iscrivere”.

A questo punto, direi che le zelatrici si dividono in tre settori: c’è qualcuna che è preoccupata per la diminuzione delle socie all’Ora di Guardia, sia per-ché, andando avanti negli anni, “il Si-gnore le chiama a Sé”, sia perché altre non possono più muoversi da casa.

Di altre zelatrici esprime bene il loro

“sentire ricco di speranza” per il futuro, questa frase di una di voi: “Spero tanto di riuscire, in quest’anno, ad allargare il numero delle iscritte che, per ora, sono poche anche se buone”.

Infine, la maggioranza, sono le zela-trici liete di potere comunicarci anche elenchi abbastanza lunghi di nuove so-cie entrate nell’Associazione. “Altri si sono aggiunti al nostro gruppo” intro-duce semplicemente un buon elenco di nuove socie. E ancora un’altra: “Per una sorella che ci lascia (morendo), un’altra si è iscritta all’Associazione”.

Quest’ultime ci dicono, contente, che le socie frequentano con assiduità l’Ora di Guardia. E certamente questa assiduità si deve proprio al loro zelo e al loro interessamento, ma quasi sem-pre, con umiltà, le stesse zelatrici “af-fermano” la loro “incapacità ad adem-piere un impegno così importante che è quello di mantenere viva la devozione al Rosario”.

Leggo: “Colgo l’occasione di infor-marla sul nostro operato. Ogni terzo mercoledì del mese si fa l’Ora di Guar-dia con l’esposizione del Santissimo Sacramento, utilizzando il libretto per il brano del Vangelo e il canto ad ogni mistero”.

Un’altra scrive: “Abbiamo deciso di incontrarci ogni secondo giovedì del mese per la recita comunitaria del Ro-sario. Questo incontro ci fa sentire più unite e ci carica di maggiore entusia-smo”.

Tutto questo è molto bello e nel calore della fraternità si può sentire maggiormente la presenza del Signo-re e della Madonna. Anche da parte di gruppi meno numerosi e ancora in fase di formazione si sente la neces-

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sità di essere unanimi e preparati: “Vi invitiamo, qualora possiate, scrive una zelatrice, di venire a farci visita per un po’ di spiritualità sulla Madonna e sul Rosario”.

Molte zelatrici si sono interessate, ultimamente, alle Messe Perpetue per scrivere anche i loro cari. Un ricordo simile per i nostri defunti non può che essere lodevole.

Tutte, infine, si mostrano premurose di far pervenire il loro contributo per la stampa del Bollettino che va avanti be-ne: sono circa sedicimila gli esemplari inviati.

Ma per questo sono io a ringraziar-vi molto perché conosco la difficoltà, specialmente in questi tempi di crisi, a mettere insieme quanto serve per “ali-mentare” la nostra fede e devozione alla Madre di Dio. Ringrazio per il sa-crificio che fate per consegnare alle so-cie il bollettino. È un sacrificio, da parte vostra, utilissimo a mantenere unito e animato il gruppo di cui avete cura.

E termino chiedendo scusa, a tutte voi zelatrici, se da parte della redazione dello stesso Bollettino, a volte, ci sono stati degli errori e delle dimenticanze.

Grazie della vostra generosa colla-borazione. Sono più che convinto e vo-lentieri riconosco che siete voi zelatrici a portare avanti l’Associazione. Questa è nata per la lode continua alla Madon-na con il Suo rosario e quindi vale la pena anche sacrificarsi un po’.

A voi, alle vostre famiglie e alle as-sociate un cordiale augurio per le pros-sime festività pasquali e per il mese di maggio ormai vicino.

La Redazione del Bollettinopiazza san Domenico, n. 509127 CAGLIARI

All’Associazione del Rosario Perpe-tuo di Cagliari.

Una lettera speciale

“Voglio inviarle il mio saluto e quello delle socie, ma faccio fatica a scrivere per dolori al braccio destro che non mi lascia maneggiare la ma-no destra.

Legga come può. Come ogni an-no ho spedito, con il vostro C/c le offerte delle socie e la mia. Un po’ in ritardo l’ultima volta perché sono stata molto male e ancora non sto bene. La vecchiaia e tanti miei fami-liari sono morti. Ho 93 anni. Da 10 anni, da quando ho avuto la frattura al femore, mi muovo lentamente, so-lo a casa con la stampella e appog-giandomi come posso per cercare di badare a me stessa e a quel po’ di indispensabile che mi circonda.

Recito il Rosario tutti i giorni e chiedo alla Madonna che mi bene-dica la giornata, mi dia coraggio, mi stia vicina sempre e nell’ora della mia morte.

A lei e alla Comunità tanti auguri di bene e il mio cordiale saluto.

Dev.ma Sannia Valeria.

Ringraziamo vivamente la signo-ra che dall’alto della sua età ci invia questa stupenda lettera che abbia-mo molto gradito. La testimonianza di fede e l’esempio straordinario di abbandono vero alla Provvidenza di Dio nella serenità di coscienza e di vita ci siano di esempio e di stimo-lo alla imitazione. Grazie della pre-ghiera che ricambiamo volentieri.

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“Gesù andò di nuovo a pregare per la terza volta, ripetendo le medesime parole” (Mt. 26,44).

Nell’Orto degli Ulivi a GerusalemmeGesù prega e suda sangueprima deltradimento.

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La risposta che si sente più spesso, quando si chiede a qualcuno di unirsi a recitare il Rosario con noi, è questa: “è una preghiera che stanca perché è mo-notona. Si ripete la solita Ave Maria”.

Il rilievo è valido se pensiamo esclu-sivamente alle formule da recitare, ma l’elemento essenziale del Rosario è un altro. Le preghiere vocali sono impor-tanti, ma l’anima del Rosario è la con-templazione (MC, 47).

Mentre indichiamo i misteri, infatti, si dice: “Nel primo mistero gaudioso si contempla l’annuncio dell’Angelo Ga-briele a Maria”. E così in tutti gli altri misteri, che ci presentano un evento della Vita di Cristo, diciamo sempre: “si contempla…”.

La contemplazione, dunque, è l’ele-mento più essenziale del Rosario; con-templazione che facciamo su ciò che Gesù ha detto ed ha fatto, mentre reci-tiamo le Ave Maria.

Contemplazione, possiamo aggiun-gere, che facciamo con Maria, sostenu-ti dalla sua ispirazione materna, come

tenendola per mano e … con gli occhi del suo stesso cuore, “messi alla sua scuola” (RVM, 1, 3, 14).

Avvalendoci delle “notizie” che il Vangelo ci offre e che il mistero, che stiamo recitando, ci ripropone, dobbia-mo come ricostruire interiormente la scena in cui il Cristo e la Madonna sono al centro e anche noi ci dobbiamo sa-pere presenti come attori. Ci possiamo domandare: cosa avrei fatto se fossi sta-to presente quando Gesù fu flagellato o quando ascese al Cielo…? Cosa impa-ro da quanto Gesù dice o sta facendo? Quali virtù posso imitare? Mentre con la mente seguo la scena, che io stesso forse sto ricostruendo con una certa emozione, sono sostenuto dalla ripetu-ta recita del Padre Nostro, delle dieci Ave Maria e dal Gloria al Padre. Questa recita diventa come il sottofondo musi-cale – la colonna sonora - che accom-pagna la contemplazione interiore della mente e del cuore, che si “volgono” al Volto del Signore crocifisso o glorioso (RVM, 23). >

“La ripetizione si alimenta del desiderio di una conformazione sempre più piena a Cristo, vero ‘programma’ della vita cristiana. (…) Il Rosario ci aiuta a crescere in questa conformazione fino al traguardo della santità” (RVM 26).

“IL ROSARIO … È CONTEMPLAZIONE SALUTARE”

(RVM, 13).

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Questa è la sostanza profonda del Rosario: preghiera vocale e mentale insieme. Dovendo sostenere la “con-templazione” dei misteri, la recita non dev’essere precipitosa, affrettata, fatta di corsa come se avessimo paura di per-dere il treno: deve essere una “musica” dal ritmo tranquillo, quasi un indugio pensoso, come scriveva Paolo VI (MC, 47).

Numerosi Pontefici “hanno attribui-to grande importanza a questa preghie-ra” e uno “stuolo innumerevole di Santi hanno trovato nel Rosario un’autentica via di santificazione” (RVM, 2,8).

Papi e Santi hanno sempre fortemen-te raccomandato la recita calma e de-vota del Rosario perché se ne favorisca la contemplazione e più abbondanti e sicuri siano i suoi frutti che potremo ri-cevere “dalle mani stesse della Madre del Redentore” (RVM, 1).

Anche quando facciamo l’Ora di Guardia, la nostra ora mensile di pre-

ghiera con il Rosario, come impegno di Associazione, dobbiamo preoccuparci di dire bene i misteri, più che essere premurosi di recitarne un maggior nu-mero possibile.

Come già Paolo VI aveva riconosciu-to al Rosario “l’attitudine a sviluppare una preghiera contemplativa” (MC, 42) così Giovanni Paolo II dedicò il capitolo più bello e profondo, della sua Lettera sul Rosario, proprio a illustrare come il Rosario è via, mezzo e scuola di con-templazione: “Il motivo più importante per riproporre con forza la pratica del Rosario è il fatto che esso costituisce un mezzo validissimo per favorire tra i fe-deli quell’impegno di contemplazione del Mistero cristiano che ho proposto nella Lettera apostolica “Novo Millen-nio Ineunte”, come vera e propria ‘pe-dagogia della santità’: c’è bisogno di un cristianesimo che si distingua innanzi-tutto nell’arte della preghiera… il Rosa-rio si pone nella migliore e più collau-

ROMA. Basilica S. M. sopra Minerva.Annunciazione di Antoniazzo Romano (1508).

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data tradizione della contemplazione cristiana” (RVM, 5).

Come rendere la recita del Rosario scuola di preghiera contemplativa? La risposta è: Imparando dalla Vergine Ma-ria della quale più volte il Vangelo dice: “Conservava tutte queste cose, medi-tandole nel suo cuore” (Lc, 2,51).

Oppure, possiamo rispondere: fa-cendo nostra la più perfetta delle devo-zioni a Maria, cioè il Rosario, poiché è “la devozione che ci conforma, unisce e consacra più perfettamente a Gesù Cristo” (RVM 15).

Come “i ricordi di Gesù, impressi nel suo animo (di Maria), l’hanno ac-compagnata in ogni circostanza, por-tandola a ripercorrere con il pensiero i vari momenti della sua vita accanto al Figlio” (RVM, 11), così il ricordo di Gesù, che facciamo nel Rosario, deve accompagnare anche noi.

La lettera apostolica, “Il Rosario del-la Vergine Maria”, ci prende come per mano e guida i nostri passi in questa contemplazione rosariana, quasi se-gnandone lo sviluppo in varie tappe.

Sintetizziamo allora questa preghie-ra contemplativa, che è il Rosario, con le parole stesse della lettera:

Ricordare Cristo con Maria. “Il contemplare di Maria è innan-

zitutto un ricordare” in senso biblico: attualizzare cioè gli avvenimenti che ci hanno salvato e che non sono fatti pas-sati, ma sono “l’oggi” della salvezza. Ciò avviene nella Liturgia, ma anche nel Rosario, contemplazione salutare su Cristo con Maria, viene favorita la nostra assimilazione a Cristo (n. 13).

Imparare Cristo da Maria.Gesù è il Maestro per eccellenza, il

rivelatore e la stessa rivelazione. Non si tratta solo di imparare le verità che Cri-sto ha insegnato, ma di “imparare Lui”. Ma quale maestra, per “insegnarci” Ge-sù, è più esperta di Maria? Dopo lo Spi-rito Santo, Maestro interiore, “nessuno meglio di Maria conosce Gesù, nessu-no come la Madre può introdurci a una conoscenza profonda del Suo mistero. La scuola di Maria è la più efficace per-ché Lei ci “ottiene in abbondanza i do-ni dello Spirito Santo” e ci indica, in se stessa, “l’esempio di quella peregrina-zione della fede nella quale è maestra incomparabile” (n.14).

Conformarsi a Cristo con Maria.Il nostro impegno è quello di cresce-

re sempre più nella nostra conformazio-ne, somiglianza o assimilazione a Gesù, ricevuta nel battesimo, per essere “una cosa sola con Lui”. Con il Rosario, nel quale con Maria contempliamo il volto di Cristo, viene perseguito questo idea-le di conformazione perché “ci immette in modo naturale nella vita di Cristo e ci fa come ‘respirare’ i suoi sentimenti.

Nel Rosario “l’azione materna della Vergine Santa” ci educa e ci plasma con la stessa sollecitudine che ebbe accanto a Gesù nella Casa di Nazaret, fino a che Cristo non “sia formato” in noi piena-mente (n. 15).

Supplicare Cristo con Maria.Il Rosario oltre che preghiera di lode

è anche supplica, domanda di grazia. A sostegno della nostra preghiera in-terviene Maria con la sua intercessione materna. “La preghiera della Chiesa è come sostenuta dalla preghiera di Ma-ria”. E alle nozze di Cana il Vangelo

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mostra tutta l’efficacia dell’intercessio-ne di Maria.

L’insistente implorazione che noi ri-volgiamo alla Madre di Dio poggia sul-la fiducia che la sua materna interces-sione può tutto sul cuore del Figlio. Ella “prega con noi e per noi”. (n. 16).

Annunciare Cristo con Maria.Se nella recita del Rosario si insiste-

rà sulla contemplazione dei misteri si avrà anche un annuncio di questi. Alla contemplazione che ce ne fa approfon-dire il significato, seguirà naturalmente anche l’annuncio. Chi medita la parola di Dio diventa come Isaia che si sente bruciare interiormente spinto alla pre-dicazione. Noi stessi siamo invitati ad essere propagatori di questa preghiera. In questo numero della lettera (n. 17), viene ricordato che questa preghie-ra è stata utilizzata specialmente dai Domenicani, in un momento difficile della Chiesa, per superare il diffondersi dell’eresia”. Per i domenicani, infatti,

“custodi e propagatori di così salutare devozione (MC, n. 43) è “una forma di predicazione” o di annuncio della sal-vezza che Cristo ci ha ottenuto (n. 17).

Capire la ricchezza del Rosario, e sapersene avvalere come merita, sareb-be una vera ricchezza e ci otterrebbe tanti doni di grazia. Quanto è efficace il Rosario! Ma attenzione! L’ideale di per-fezione che ci viene messo avanti con il Rosario non ci deve scoraggiare co-me se fosse irraggiungibile, ma ci deve spronare a recitarlo meglio.

Il Rosario è “scuola di preghiera e di contemplazione”. A scuola non si va se non per imparare. Tutti abbiamo biso-gno di fare più e meglio.

Per riuscirci dobbiamo sforzarci di recitare un po’ di Rosario ogni giorno. Anche se notiamo di distrarci facilmen-te, continuiamo comunque. Con nostra meraviglia ci accorgeremo che, anche se lentamente, prima o poi, abbiamo imparato a pregare. • • •

AREZZO. S. Domenico. Crocifissione di Parri di Spinello (1378-1453).

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Ci sono alcune persone che, pen-sando di farsi capire meglio, durante la recita del Rosario, invece di dire, ad esempio: “nel primo mistero si contem-pla…”, dicono: “nel primo mistero si medita…, si pensa…”. Non sembra che facciano così un buon servizio, perché in quel modo riducono il contenuto del Rosario. L’anima del Rosario è la con-templazione (cf. Marialis Cultus, 47) e non la semplice meditazione. E la diffe-renza mi pare tanta e significativa!

Meditazione e contemplazione pos-sono avere in comune che, tutte e due, richiedono una lunga e intensa consi-derazione di un fatto o di un proble-ma1, con il pieno impegno delle facoltà spirituali della persona; ma mentre la prima si ferma ad un esame distaccato, la contemplazione comporta meravi-glia, ammirazione, partecipazione. La contemplazione astrae dal mondo cir-costante per portare il pensiero come

ad una visione interiore di ciò che è considerato.

E allora? Qualcuno potrebbe dire: “È già difficile meditare su un fatto, mentre si recitano delle preghiere che, per quanto note, richiedono un certo sforzo; tanto più sembra impossibile recitare le Ave e contemplare contem-poraneamente.

È vero! Questo ci viene richiesto durante la recita del Rosario: mentre diciamo le Ave Maria dobbiamo con-templare il mistero! Tuttavia, ci si ac-corgerà che quando si è acquistata una certa familiarità con il Rosario, la recita delle parole passa, a poco a poco, in secondo piano, formando una specie di “sfondo sonoro” e il mistero enun-ciato campeggia di fronte allo spirito come se si stesse a guardare un quadro religioso o un’icona.

Nella Marialis Cultus, Paolo VI sug-geriva un’altra immagine molto bella:

CONTEMPLARE CON

ILROSARIO

la preghiera mariana per eccellenza

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“La ripetizione delle Ave Maria costi-tuisce l’ordito, sul quale si sviluppa la contemplazione dei misteri”2. L’ordito è il piano necessario sul quale viene ese-guito un ricamo, come voi sapete bene, e nel caso nostro, fuori metafora, è il mistero sul quale noi fissiamo la nostra contemplazione.

Spesso l’equilibrio si inverte e le pre-ghiere recitate occupano per un certo tempo il primo piano e ciò può portare ad una semplice forma di attenzione a Dio. Allora le formule delle preghiere sono come uno strumento per avvici-narci a Dio più che procurarci un’inti-ma unione con Lui, propria della con-templazione.

Anche questo stadio della preghie-ra, comunque, è molto valido, porta ad una certa quiete e concentrazione ed è bene continuare così, senza preoccu-parsi di altro.

Tuttavia, è un dato della storia del Cristianesimo che i santi hanno conta-

to più sulla contemplazione che sulla meditazione per suscitare in sé stessi il desiderio di Dio. E il desiderio di Dio, se non è già il tesoro, è sicuramente il campo in cui esso è nascosto.

Il movimento della mente tra la me-ditazione e la contemplazione, la do-manda e la lode, è una caratteristica di questo metodo di preghiera, il Rosario, che permette una grande elasticità e può in parte spiegare perché esso attira tanta gente così diversa per tempera-mento religioso e per età.

A chi recita ogni giorno un po’ di Rosario capita che l’immagine offerta dalla contemplazione dei misteri ritor-ni ad occupare la propria mente anche fuori della preghiera. Librandosi in ogni luogo ed in ogni tempo dentro e fuori la nostra coscienza comunque occupata, a volte in forma subitanea, a volte più chiara, quell’immagine schiude nuovi significati e rapporti con la nostra vita

“A sostegno della preghiera, che Cristo e lo Spirito fanno sgorga-re nel nostro cuore, interviene Maria con la sua intercessione materna. La preghiera della Chie-sa è come sostenuta dalla pre-ghiera di Maria … Alle nozze di Cana il Vangelo mostra l’efficacia dell’intercessione di Maria che si fa portavoce presso Gesù delle umane necessità: Non hanno più vino” (cf. RVM, 16).

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1. “Senza la contemplazione il Rosario è corpo senza anima…”. “Per sua natura la recita del Rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso” (MC,47).2. Con questa immagine Paolo VI, per fa-vorire la contemplazione dei misteri e “far corrispondere la mente alla voce”, invita ad aggiungere al Nome di Gesù, in ogni Ave Maria, una clausola che richiami il mistero enunciato” MC, 46).

personale. Altre volte porta semplice-mente un soffio del mondo dell’azione di Dio in noi nonostante la fretta e la tensione degli impegni quotidiani.

Il ritorno della mente ai misteri, fuori della recita, arricchisce maggiormente la preghiera stessa, e abbondanti frutti l’accompagnano. In verità, durante la recita del Rosario, la contemplazione o anche la semplice meditazione incon-trano una certa difficoltà, ma, per la va-lidità del Rosario basta avere un singolo pensiero in relazione con ogni mistero che si recita. Basta premurarsi solo di seguire il mistero con fede e amore.

Tuttavia il valore di quella preghie-ra, anche se rimanesse solo orale, è immensamente accresciuto, se in altri momenti ci viene concesso, magari inaspettatamente, di penetrare il signifi-cato dei misteri. Anche se, in quel mo-mento, venisse messo in risalto nella nostra anima un solo aspetto della infi-nita verità di un “mistero” ne varrebbe

la pena perché i frutti interiori che l’ac-compagnano sono incalcolabili.

Nutro sempre la speranza – non sia vana – che, parlando del metodo di pre-ghiera offertoci dal Rosario, coloro che non l’hanno mai recitato siano incorag-giati a cominciare. A quelli, invece, che hanno sempre “fatto uso” del Rosario, auguro che si accorgano, ogni volta, quali immensi tesori nasconde, perché lo recitino sempre meglio.

IL ROSARIO SCUOLA DI CONTEMPLAZIONE

Il Rosario può ben dirsi un’eccellente scuola di contemplazione per chi lo prega con fede e attenzione. I vari misteri che si snodano non sono altro che la ripresentazione affettuosa degli eventi principali della vita del Salvatore.

Dal mistero fondamentale del Figlio di Dio che si fa Uomo, prendono si-gnificato tutti gli altri misteri della nostra salvezza. Infatti, questa devozione a Maria, intreccia, tutto ciò che è storia di salvezza: la nascita e la giovinezza di Gesù, come la sua vita pubblica, la passione, morte e resurrezione non esclusa la sua glorificazione. Maria vi è coinvolta e si presenta come prototipo della Chiesa: la realizzazione già avvenuta di ciò che anche noi saremo.

Attraverso la contemplazione vengono, per così dire, riattualizzati nella fe-de sia i misteri della vita di Gesù, sia quelli della Vergine, accondiscendente alla Volontà di Dio, sia i nostri misteri operanti la redenzione.

Contemplazione dei misteri della vita di Gesù in comunione con Maria: qui è rinchiuso il significato del Rosario. Questo è autentica scuola di preghiera che comporta contemplazione, implorazione e lode a Dio.

Note

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IL PRESSANTE INVITO ALLA

PREGHIERA

L’ESEMPIO DI GESÙ

È proprio vero che oggi come non mai abbiamo tanto bisogno di cristia-ni illuminati e competenti, che operi-no con coraggio ed entusiasmo in tutti i settori del vivere sociale, politico ed ecclesiale. Guai se non ci fossero! Ep-pure, in questo cantiere universale che impegna l’intera umanità, io sono con-vinto – e con me penso anche voi – che anche la preghiera ha la sua funzione attiva e necessaria per il bene non solo personale, ma anche sociale.

Forse una certa diffidenza per la utili-tà della preghiera dipende dal non ave-re le idee chiare proprio sulla preghie-ra. Oppure è il vero “modo” cristiano di pregare che non ci è abbastanza noto e familiare. A me ha sempre dissolto ogni dubbio, sulla necessità della preghiera, il fatto che Gesù non ha soltanto pre-dicato e agito. Egli ha pure – e soprat-tutto – pregato, lasciandoci l’esempio e il comando della preghiera continua e insegnandoci a pregare (cf. 1 Ts 5,17). Anche gli apostoli, avendo fatto espe-rienza della preziosità della preghiera – come quando stavano perendo nel la-go di Genezareth – chiesero a Gesù che insegnasse loro a pregare.

Del resto se si prega veramente, si arriva ad una tale comunione con il Si-gnore – che tutto conserva e guida pur lasciando l’uomo libero – che non si ve-drebbe l’ora di ritrovarci in preghiera.

CHIESA

COMPUTER

PG 14

È utile notare come nella Chiesa ci siano delle persone che sentono

particolarmente forte il richiamo alla preghiera.

Un esempio chiaro di questa scelta l’offrono coloro che si ritirano

nella clausura, ma anche noi del Rosario Perpetuo

siamo uniti con la preghiera del Rosario per sostenere le opere

dei vari settori sociali che operano per il bene di tutti.

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 15

NOI DEL ROSARIO PERPETUO

Noi del Rosario Perpetuo che abbia-mo fatto della preghiera la finalità stes-sa della nostra Associazione, sappiamo bene che è inutile che l’uomo si affanni anche nelle imprese più importanti per la società: se non c’è il Signore che aiu-ta diventa vano e inconcludente ogni sforzo e fatica.

È necessario fare, agire, lavorare, ma più necessario è pregare perché le nostre azioni abbiano incremento e rie-scano con buoni risultati. Senza di Lui ogni fatica è vana!

Non “sola” preghiera e nemmeno “sola” azione. Anche di Gesù si dice che “cominciò a fare e ad insegnare”, ma il suo atteggiamento era di continua preghiera al Padre.

È utile notare come nella Chiesa ci siano delle persone che sentono parti-colarmente forte il richiamo alla pre-ghiera al punto da farsi interpreti del-l’intera umanità che esprime a Dio lode ringraziamento, supplica, adorazione. Un esempio chiaro di questa scelta l’of-frono coloro che si ritirano nella clau-sura – e sono la parte eletta del gregge di Cristo – ma anche noi del Rosario Perpetuo siamo uniti con la preghiera del Rosario per pregare gli uni per gli altri e sostenere le opere dei vari settori sociali che operano per il bene di tutti.

IL RESPIRO DELL’ANIMA

Che cos’è allora la preghiera? Non è sicuramente un moltiplicare le paro-le, anche se spesso le nostre labbra e la nostra voce debbono accordarsi con la mente e il cuore per esprimere sen-timenti e pensieri. La preghiera è atteg-giamento dell’uomo integrale, è come

il suo respiro. Come nel respiro si com-piono i due movimenti di inspirazione e di espirazione, così nella preghiera. Si inspira la verità, il bene, l’amore; e si espira la lode, l’adorazione, il rendi-mento di grazie, l’intercessione per sé e per tutta l’umanità. Il respiro sappiamo che è segno di vita. Se cessa, si muore.

Occorre, però, respirare consapevol-mente, sapendo che è l’aria di Dio che entra in noi, la sua dinamica di verità e di amore che investono l’universo, l’umanità, la storia, le cose…

La persona che prega veramente non si isola dal mondo, dalle sue necessità e realtà concrete, ma le vive e le soffre partecipando così alla dinamica stes-sa dell’Incarnazione, cioè di Dio che viene con noi. Dio è nell’anima che si nutre di lui; Egli continua a donarsi al-l’umanità che prega, dà luce, senso ed efficacia all’agire umano.

“Siamo un unico corpo” ci ricorda San Paolo. Ebbene, di quest’unico cor-po la preghiera è il respiro e l’umanità orante è il “polmone” che , unito al ca-po – che è Cristo – trasmette alle mem-bra la vita.

Solo se il “polmone” è attivo e sano, tutto il corpo respira. Se non si prega è come togliere all’umanità il suo respiro. Esso sembra poca cosa, ma la sua fun-zione è vitale. Solo il silenzio e l’attento ascolto ci consentono di percepire il se-gno della sua operazione vitale.

Apprezziamo, allora, sempre più l’attività di questo insostituibile organo che è la preghiera, ma facciamo in mo-do che, con il nostro contributo, respiri pienamente. La preghiera cristiana, au-tentica, non porta all’inattività, ma assi-cura all’azione il suo frutto.

P. Eugenio Zabatta o.p. •••

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 16

Il Papa, nel maggio dell’anno scorso così stimolava, particolarmente i giova-ni, alla preghiera del Rosario:

“… Come dimenticare la preghiera del rosario in parrocchia oppure nei cortili delle case e nelle contrade dei paesi?

Oggi confermiamo che il santo ro-sario sta invece conoscendo quasi una nuova primavera. Questo è senz’altro uno dei segni più eloquenti dell’amo-re che le giovani generazioni nutrono per Gesù e per la Madre sua Maria. Nel mondo attuale così dispersivo, questa preghiera aiuta a porre Cristo al centro come faceva la Vergine, che meditava interiormente tutto ciò che si diceva del

suo Figlio, e poi quello che Egli faceva e diceva.

Quando si recita il rosario si rivivono i momenti importanti e significativi del-la storia della salvezza; si ripercorrono le varie tappe della missione di Cristo. Con Maria, si orienta il cuore al mistero di Gesù. Si mette Cristo al centro della nostra vita, del nostro tempo, delle no-stre città, mediante la contemplazione e la meditazione dei suoi santi misteri di gioia, di luce, di dolore e di gloria.

Ci aiuti ad accogliere in noi la grazia che promana da questi misteri, affinché attraverso di noi possa “irrigare” la so-cietà, a partire dalle relazioni quotidia-ne, e purificarla da tante forze negative aprendola alla novità di Dio. Il rosario,

NEL MESE DI MAGGIOPREGHIAMO CON IL ROSARIO

Nel giorno della visita del Papa a Cagliari presso il Santuario della Madonna di Bonaria

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 17

Citiamo ancora alcune esortazioni di Papa Benedetto XVI a far propria la pia pratica del Rosario.

Notiamo ancora quanto sta a cuore anche al Papa attuale la devozione del Rosario e notiamo, stimandola, quanto egli stesso la pratica.

Da parte nostra cerchiamo di dare il nostro contributo, dicendo bene il Rosario, per il bene della Chiesa e del mondo. Tutto a gloria di Dio e a salvez-za delle nostre anime.

Nel messaggio ai giovani di Olanda, in occasione della prima giornata na-zionale dei giovani cattolici, scriveva (21 nov. 2005): “Vi invito a cercare ogni giorno il Signore, che non desidera al-tro se non che siate realmente felici. In-trattenete con Lui una relazione intensa e costante nella preghiera (…). Se non

sapete come pregare, chiedete che sia Lui stesso ad insegnarvelo e domandate alla sua celeste Madre di pregare con voi e per voi. La recita del rosario può aiutarvi ad imparare l’arte della pre-ghiera con la semplicità e la profondità di Maria”.

In visita al Santuario del Divino Amore a Roma, il Papa ha aperto nel 2006 il mese di maggio con la recita dei misteri gaudiosi del rosario, che poi ha sapientemente illustrato: “È per me motivo di conforto – diceva - essere og-gi con voi per recitare il santo rosario in questo santuario della Madonna”.

Nell’omelia, dopo la recita del ro-sario, nel Santuario dell’Aparecida (12 maggio 2007) in Brasile: “Come gli Apostoli insieme a Maria salirono alla stanza superiore e lì uniti dallo stesso sentimento, si dedicavano assiduamen-te alla preghiera (At 1,13), così anche noi oggi.

Oggi è Lei che guida la nostra medi-tazione; e Lei che ci insegna a pregare”. “È con grande speranza che mi rivolgo a voi tutti che avete partecipato al santo rosario…”.

• • •

quando è pregato in modo autentico, non meccanico e superficiale ma pro-fondo, reca infatti pace e riconciliazio-ne. Contiene in sé la potenza risanatrice del Nome santissimo di Gesù, invocato con fede e con amore al centro di ogni Ave Maria…”. (3 maggio 08).

PELLEGRINAGGI MARIANI DEL PAPA

Prima a Cagliari, il 7 settembre, e poi a Lourdes (e Parigi) in Francia il 12-15 settembre. Un mese con due grandi pellegrinaggi mariani che hanno visto Benedetto XVI ricordare i 100 anni della proclamazione della Madonna di Bo-naria quale patrona della Sardegna e i 150 anni delle apparizioni della Vergine a Lourdes. Ma il 19 ottobre il Papa è stato a Pompei. Dopo Savona, la Guardia (Genova), Santa Maria di Leuca (Brindisi) e Bonaria e Pompei è il quinto pelle-grinaggio mariano del papa in Italia nel 2008. Nell’anno precedente (2007) il Papa si era recato ad Aparecida in Brasile (9-14 maggio), a Mariazell (Austria) e a Loreto (Italia).

Vedi a pagina 29 l’invito al Pellegrinaggio del Rosario a Lourdes. •••

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 18

Maria ci dice che Dio è con noi. È estremamente commovente il fatto che il Figlio di Dio abbia una madre umana e che noi tutti siamo affidati a questa stessa madre.

Le parole con cui Gesù dalla Croce ha dato a Giovanni Maria come madre vanno oltre quell’istante e pongono il loro suggello sull’interezza della storia.

Con questo gesto, la preghiera a Maria dischiude ad ogni uomo un par-ticolare aspetto di fiducia e prossimità e perfino di intimità con Dio.

Personalmente sono stato dapprin-cipio fortemente influenzato dal rigido cristocentrismo del movimento liturgi-co, ultimamente accentuato dal dialo-go con i fratelli Protestanti.

Ma hanno sempre significato molto per me le funzioni mariane del mese di maggio, al di là delle feste mariane liturgiche, le celebrazioni in ottobre del Rosario, i Pellegrinaggi nei santuari mariani, quindi le varie manifestazioni della devozione mariana popolare.

E, più invecchio, più mi diventa cara e importante la Madre di Dio”.

“La figura di Maria ha toccato in ma-niera particolare il cuore degli uomini.

“… Hanno sempre significato molto per me

le funzioni mariane del mese di maggio,

al di là delle feste mariane liturgiche.

Le celebrazioni del Rosario, in ottobre,

i Pellegrinaggi nei Santuari mariani, quindi le varie

manifestazioni della devozione mariana popolare.

E, più invecchio, più mi diventa cara e importante

la Madre di Dio” (Benedetto XVI).

(cf. Dio e il Mondo, ed S. Paolo, 2001, pp. 266ss).

Riportiamo alcuni brani essenziali della risposta, alla domanda posta nel titolo di questa pa-gina, di Joseph Ratzinger, prima dell’elezione papale, pubblicata in “Dio e il mondo” di Peter Seewald (pp. 266ss., ed. S. Paolo, 2001).

CHI È LA MADONNA per me personalmente?

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 19

Riportiamo alcuni brani essenziali della risposta, alla domanda posta nel titolo di questa pa-gina, di Joseph Ratzinger, prima dell’elezione papale, pubblicata in “Dio e il mondo” di Peter Seewald (pp. 266ss., ed. S. Paolo, 2001).

Da un lato il cuore delle donne, che con lei si sono identificate e che l’han-no sentita vicina; ma anche il cuore de-gli uomini che non hanno perso il senso della maternità e della verginità.

La mariologia ha conferito alla Cri-stianità accenti di grande tenerezza. Grazie a Maria il Cristianesimo può essere vissuto come religione della fi-ducia. E le preghiere tanto antiche e

CHI È LA MADONNA per me personalmente?

semplici, cresciute all’ombra della re-ligiosità popolare e che non hanno mai perso di freschezza e di efficacia, con-fermano i Cristiani nella loro fede, per-ché la Madre di Cristo li fa sentire più vicini a Dio, così da non avvertire più la religione come un peso, ma come fi-ducia e sostegno per meglio affrontare la vita. (…).

Non dobbiamo dimenticare una co-sa: ciò che in terra di missione ha sem-pre colpito il cuore degli uomini, avvi-cinandoli a Cristo, è stata proprio sua madre. Questo vale particolarmente per l’America Latina. Qui il Cristianesimo è giunto in parte sotto i fatali auspici delle spade spagnole. In Messico inizialmen-te i tentativi missionari naufragavano inesorabilmente fino all’evento di Gua-dalupe, grazie al quale la Madre riesce improvvisamente a riconciliare quella gente con il Figlio. Senza quell’evento sarebbe stato inimmaginabile la grande svolta al processo di cristianizzazione.

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Sì, e improvvisamente la religione cri-stiana ha dimesso il volto crudele dei “Conquistatori” per assumere quello buono della Madre.

Nell’America del Sud, ancora oggi sono vivi due punti focali della religio-sità popolare: da un lato, l’amore per la Madre di Dio; dall’altro, l’identifica-zione con il Cristo sofferente. Grazie a queste due figure in cui si esprime la fe-de, gli uomini hanno potuto compren-dere che quello cristiano non è il Dio dei Conquistatori, ma il vero Dio, che è anche il loro Redentore”.

… Un’osservazione a proposito dei Protestanti. Da parte loro si temeva dapprima che Maria potesse sottrar-re qualcosa a Cristo … si credeva che tra le due figure ci fosse un rapporto di concorrenzialità, senza capire, come abbiamo visto nell’esempio relativo al-l’America latina, come nel volto della madre fosse riconoscibile anche quel-lo dello stesso Cristo, che ci si offre per

quel tramite con le fattezze più auten-tiche.

… Pensare Cristo e Maria in un rapporto concorrenziale significa tra-scurare la differenza essenziale tra le due figure. Cristo dona a Giovanni, e conseguentemente a tutti noi, sua ma-dre. Questa non è concorrenzialità, ma una forma più profonda di prossimità. La Madre e la Vergine sono una com-ponente fondamentale dell’immagine cristiana dell’uomo”.

Ricordo che in quest’anno, dal 16 al 19 gennaio, al Santuario di Guada-lupe (Messico), visitato ogni anno da non meno di venti milioni di persone, si è tenuto l’incontro mondiale delle famiglie. Presieduto da Benedetto XVI, questo incontro mondiale segue quello di Roma (1944), Rio de Janeiro-Brasile (1977), Roma (2000), Manila-Filippine (2003), Valencia-Spagna (2006).

Sotto l’immagine del Santuario.

Il nuovo Santuario di Nostra Signora di Guadalupe, cuore mariano del Messico.

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 21

Tra le belle composizioni sull’Angelus di poeti dell’epoca moderna, riportiamo quella di Grazia Deledda (Nuoro 1871-1936) della nostra terra sarda. Premio No-bel della Letteratura (1926), verista sulla pagina e credente nell’anima, nel sonetto che riportiamo, Deledda scioglie “L’Ave in montagna” per coinvolgere la natura nel ringraziare e pregare per i presenti e i lontani:

L’ANGELUS DEI

POETI

“Ave, o Santa Maria de la montagna,che sogni ne la povera chiesetta,mentre di fuori il bosco, dove stagnail vespro, l’alba de la luna aspetta.

Ave, o Maria: di chi si muore e si lagnagiunga il singulto sino alla tua vetta, sino al tuo sogno, sino a la tua magnamisericordia, e in essa si rimetta.

E tu provvedi: l’alta pace arcanach’ora inspira la triste mia preghierapiove su tutti eguale, su la stanca

testa dei vegli come su la biancafronte de le fanciulle; e piova intera,con piena grazia, a un’ Anima lontana!”. Grazia Deledda

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 22

NELLA CASA DEL PADRE

Abbasanta: Sanna Vincenza, Arca An-na; Badessa: Marroccu Licia;Bessude: Fadda M. Domenica, Pintus Pasquangela; Bottidda: Caulia Mario;Buddusò: Meloni Antonietta, Beccu Fi-lomena, Sanciu Giacobba;Busachi: Basciu Mariantonia, Cocco Anna Maria, Colleo Mariantonia, Fad-da Leopolda, Flore Mariangela, Masala Mariantonia, Muscas Laurina, Palmas Mariangela; Furtei: Zaccheddu Rosina;Gavoi: Urru Anna, Guiso Rosa; Iglesias: Laconi Maria, Dessì Maria;Lunamatrona: Meloni Adalgisa, Serra Bellarosa; Mamoiada: Tilocca Antonio, Muntone Anna, Gungui Pasquale;Nurallao: Orru Salvatore, Pintus Gio-vanna; Nuxis: Trolu Maria, Pisanu Peppina, Trolu Efisia; Orani: Deriu Fi-lomena; Ossi: Fredda Caterina, Manos Maria, Idili M. Agostina, Serra Cateri-na, Spanedda Luisa; Ottana: Lai Maria Giuseppa, Frassu Giuseppina;S. Niccolò Gerrei: Cardu Bonaria, Ca-bua Massimo Antonio;Samugheo: Barra Luigia, Mastis Adeli-na, Sanna Francesca, Frongia Luigia;Sardara: Congiu Mariuccia;Settimo S. Pietro: Dessì Maria, Porru Angela, Ligas Luigina;Siurgus Donigala: Dessì Maria, Pingio-ri Maria; Tertenia: Podda Aurelia;Tonara: Tore Costantina. • • •

“Fino a che il Signore non verrà nella sua gloria e tutti gli Angeli con Lui e, distrutta la morte, non Gli sa-

ranno sottomesse tutte le cose, alcuni dei Suoi discepoli sono pellegrini

sulla terra, altri, passati di questa vita, stanno purificandosi, e altri godono della gloria contemplando “chiara-

mente Dio uno e trino, qual è”; tutti però, sebbene in grado e modo di-

verso, comunichiamo nella stessa ca-rità di Dio e del prossimo e cantiamo al nostro Dio lo stesso inno di gloria”

(LG, n. 49).

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 23

È mancata all’affetto dei suoi cari e a quello, non meno sincero e profondo, del Paese. È la sorella gemella della ze-latrice di Siurgus Donigala, Maria.

Tutti hanno apprezzato il suo mater-no amore per i bimbi dell’asilo, l’impe-gno di catechista e l’instancabile opera nella cura della chiesa parrocchiale.

Sempre pronta a dare una mano e un buon consiglio. Con dolore, ma con la consolazione che ci proviene dall’ab-bandono nel Signore, la salutiamo con affetto. Prega per noi Giovanna!

(la zel. Maria Dessì).

GIOVANNA DESSÌ

Siurgus DonigalaN. 07.02.1938 M. 06.04.2008

Il 16 giugno 2008 ci ha lasciato la nostra carissima Emma. È passato circa un anno ma è sempre nei nostri cuori e nelle nostre preghiere. Emma è sta-ta zelatrice per molti anni e ha saputo incoraggiarci a frequentare con amore l’Associazione del RP. Sebbene negli ultimi anni fosse molto ammalata, ave-va sempre una parola buona per tutte e sapeva offrire al Signore e alla Mamma Celeste le sue sofferenze. Come testa-mento spirituale ci lascia l’esortazione a pregare senza stancarci mai.

(la zel. Maria Botti).

EMMA PIRAS

Terralba (OR)

M. 16.06.2008

Dopo parecchi anni di sofferenza è mancata all’affetto dei suoi cari, all’età di 86 anni.

Si è dedicata con fede e amore ai suoi familiari e ha aiutato tutti coloro che conosceva. Come associata al Ro-sario Perpetuo fu sempre fedele all’Ora di Guardia. Voglia continuare ad essere unita a noi, anche ora dal Cielo.

(la zel. Grazia Attoli).

Dopo quattro mesi di malattia che ha accettato, con fede, senza mai la-mentarsi, amorevolmente assistita dalla sua famiglia, ha lasciato questa terra per raggiungere la Casa del Signore.

La sua dolcezza, il suo bel carattere e l’amore rimarranno sempre nel cuore del marito e dei figli. Tutta l’Associazio-ne la ricorda nella preghiera.

(la zel. Maria Dessì).

EMANUELA PINTUS

S. Giovanni Suergius

m.12.12. 1920n. 04.11.2007.

MARIA PINGIORI

Siurgus Donigalan. 1945

10.01.2009

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 24

Socia fedele dell’Associazione del Rosario Perpetuo. Riposa nella pace del Signore e prega per tutte noi.

(la zel. Savina Soi e Socie del Rosario Perpetuo).

MARIA MASCIA IBBA

Elmasn. 20.10.1928 m. 05.09.2008

Nel nostro cuore è rimasto un gran-de vuoto nel quale risplende l’esempio della tua vita onesta e laboriosa.

La figlia Rita con il genero e il nipote Cristian.

FILOMENA DERIU

Orani 01.06.192630.08.2008

Lei che amava tanto la Madonna, è tornata al Padre proprio il giorno del-l’Assunta in cielo. Ha vissuto con se-reno abbandono una lunga malattia e si è nutrita del Corpo del Signore con grande devozione. La ricordiamo nelle preghiere. (La zel. Lilliana Angiolini).

GIOVANNINA PINNA

Sassari n. 03.10.1919m. 15.08.2008

Socia da molti anni del Rosario Per-petuo nella Chiesa di S. Pietro.

LUIGIA CASOLA

Assemini 17.03.192909.10.2008

MARIA DESSÌ

Settimo S. Pietro m. 17.12.2008).

LUIGINA LIGAS

Settimo S. Pietro

ATTILIA ANDREOTTI

S. GiovanniSuergiu

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 25

FELICINA CARBONI

San Giovanni Suergiu

La nostra socia Felicina, ci ha lascia-to una grande ricchezza di fede.

Ha dedicato la sua vita alla famiglia (ha avuto sei figli) con grande sofferen-ze fisiche e morali, ma con tanta pa-zienza. Con la corona del Rosario in mano è riuscita a portare a termine la sua missione di moglie e di madre.

Partecipava tutti i giorni alla S. Mes-sa. Adesso con Gesù prega per la sua famiglia e per tutti noi. Riposi in pace.

(Le socie del R.P. ).

Quando la nostra sorella nella fede ci ha lasciato aveva 91 anni.

Era una donna di grande umanità e fede. Ha avuto 8 figli, dei quali il pri-mo è Sacerdote. Si è dedicata alle ope-re di carità, alla visita agli ammalati e alla preghiera. Devotissima al Rosario partecipava all’Ora di Guardia e con-tribuiva ai festeggiamenti in onore della Madonna. Di esempio per tutti la ricor-diamo con grande affetto.

(La zel. Anna Mocci).

MARIA CASULA

Decimomannu n. 17.09.191730.11.2008).

Donna di fede, e molto devota della Madonna ha fatto parte dell’Associazio-ne ed era assidua all’Ora di Guardia; collaboratrice della zelatrice per la con-segna dei bollettini. Apparteneva anche all’Apostolato della Preghiera e non mancava mai all’adorazione del Primo Venerdì, in onore del S. Cuore. La ricor-diamo con rimpianto, certe che prega per noi e i suoi cari. (zel. A. Orrù).

La caratterizzava una grande de-vozione al Sacro Cuore e lo mostrava quando le portavo la Santa Comunione e offriva tutte le sofferenze a Gesù. Pre-gava incessantemente con il S. Rosario invocando dalla Santa Vergine il dono della pace. Era molto disponibile ad aiutare il prossimo. La ricordiamo nelle preghiere con affetto

(La zel. Lilliana Angelini).

GRAZIA CHESSA

Sassari

27.27.2723.07.2008

ELENABOI

Orroli14.12.1923 03.11.2008

CI HANNO PRECEDUTO NELLA VITA

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 26

MARIA DESSÌIglesias

Dopo lunghe sofferenze è tornata alla casa del Padre la nostra amata con-sorella Maria Dessì.

Fulgido esempio di dedizione alla famiglia, ha trasmesso i valori cristiani ai suoi figli che hanno ricambiato le sue amorevoli cure con altrettanto affetto.

Anche la figlia, Sr Claretta, missiona-ria in Bolivia, si divideva fra la missio-ne e l’assistenza alla mamma. Per una consorella che ci lascia, altre si sono iscritte alla nostra Associazione.

La Madonna avrà sicuramente ri-servato un posto speciale per la nostra buona consorella.

(la zel. Mariolina Pili).

MARIA LACONIIglesias

A 97 anni è tornata alla casa del Padre la nostra consorella sig.na Maria Laconi, lasciando nei nostri cuori e in quanti l’hanno conosciuta una grande tristezza.

Era una donna stimata da tutti per la sua bontà, aveva per tutti una parola buona, un sorriso. Ha dedicato la sua vita ai genitori e alla Chiesa di Dio. Da sempre iscritta al gruppo del Rosario Perpetuo: la ricordiamo con tanto affetto.

Per una sorella che ci lascia, un’altra si è iscritta alla nostra Associazione: di questa le invio la cartolina d’iscrizione.

(La zel. Mariolina Pili).

Un mondo da costruire e da condurre al suo fine

“I cristiani, ricordando le parole del Signore, “in questo riconosceranno tutti che siete miei discepoli, se vi amerete gli uni gli altri” (Gv 13,35), niente possono desiderare più ardentemente che servire con maggiore generosità ed efficacia gli uomini del mondo contemporaneo.

Perciò, aderendo fedelmente al Vangelo e usufruendo della sua forza, uniti con tutti coloro che amano e cercano la giustizia, hanno assunto un compito immenso da adempiere su questa terra: di esso dovranno rendere conto a Colui che tutti giudicherà nell’ultimo giorno.

Non tutti infatti quelli che dicono “Signore, Signore”, entreranno nel Regno dei Cieli, ma quelli che fanno la volontà del Padre e, validamente danno mano all’opera. Perché il Padre vuole che noi riconosciamo ed efficacemente amiamo Cristo in ciascuno dei nostri fratelli, con la parola e con l’azione, rendendo così testimonianza alla Verità, e comunichiamo agli altri il mistero dell’amore del Padre celeste.

Così facendo, risveglieremo in tutti gli uomini della terra una viva speranza, dono dello Spirito Santo, affinché finalmente essi vengano assunti nella pace e felicità somma, nella patria che risplende della gloria del Signore”.

(Gaudium et Spes, n.93).

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 27

Armungia: Piga Luisa, Piga Rosina, Quartu Isabella;

Assemini: (S. Pietro): Mudu Regina, Sebisi Marina, Corrias Ignazia, Mostali-no Efisia, Girau Amelia.

Badessa: Ortu Carmen, Putzolu Osvalda;

Bono: Tiana Marianna, Satta Piera;Cagliari: (S. Antonio): Fadda Giusep-

pina, Frongia Giuseppina, Giovanna Artitzu;

Cuglieri: Braccini Francesco, Ponte Antonietta, Cateddu Marisa, Idda Se-bastiana; Donori: Mascia Giorgina, Ba-sciu Maria Giovanna;

Dualchi: Piras Maria Simona;Furtei: Lixi Agnese, Sr M. Rita, Sr A.

Maria, Etzi Delia, Puxeddu M. Chiara, Caddeo Michela, Gaeta Vincenza;

Golfo Aranci: Varchetta Cinzia (Zela-trice), Franchi Sonia, Del Giudice Rita, Orecchioni Adriana, Forroia Valentina, Varchetta Gabriella, Del Giudice Anna, Moretti Simona, Masala Assunta, Spa-no Giovanna, Del Giudice Marcello, Del Giudice Ilaria, Frau Cecilia, Maria Bernadetta Marongiu Maria Benedetta, Patrizia Derosas, Cadoni Massimo, Var-rucciu Anna Rita, Serra Teresa;

Iglesias: Sanna Alice, Onali Paola, Pinna Giuliana, Sanna Carletta, Cap-pello Cinzia, Vacca Ivelise, Matta Mile-na, Pilutzu Rosetta, Pinna Maria Grazia, Murgia M. Lucia;

Lunamatrona: Garau M. Giovanna;Onifai: Puggioni Eva, Attori Giusep-

pina, Are Teresa, Sedda FrancaOrroli: Aresu Antonietta, Agus San-

dra, Anedda Patrizia, Gessa Anna, Nurcis Maria Francesca, Mereu Eliiana, Sirigu Gianna, Spano Gabriella, Zedda Marisa;

Ozieri: Bertulu Maria Grazia, Mele-dina Tonina, Demelas Francesca, Cam-boni Giuseppina;

Pirri: (S. Tarcisio): Zara Francesca;Pula: Pala Adriana, Barella Melis An-

gela;Samugheo: Flore Maria Rita;San Giovanni Suergiu: Loddo Pinuc-

cia, Reguto Adele;Sassari: Pintus Graziella, Zedda Raf-

faella, Foddai Antonia;Siliqua: Alba Teresina, Alba Gesuina,

Bachis Giulia, Farris Elsa, Collu Vincen-zina, Lai Giovanna, Melis Assunta, Melis Anna, Murgia Maria, Orsini M. Dolores, Pittau Maria, Pinna Anna, Serra M. Gra-zia, Uccheddu Anna, Zucca Anna;

Silius: Murtas Antonietta, Congiu Gina;

Sorso: Canu Natalia, Cossu Annita, Cuccaru Caterina, Del Rio Annna, Di Orlando Caterina, Foddai Francesca, Idda Annita, Mannu Nardina, Maron-giu Leonarda, Mulas Vittorina, Obino Annita, Peru Peppina, Pilo Franceschi-no, Pinna Lucia, Piredda Anna Maria, Pulixi Teresina, Razzu Giovanna Maria,

ASSOCIAZIONE DEL ROSARIO PERPETUO

LE NUOVE ISCRITTE

un cordiale saluto di benvenuto alle nuove iscritte alla Associazione del Rosario Perpetuo. L’impegno di un’ora in più di preghiera, una volta al mese, con la recita

del Rosario, contribuisce a far sì che la nostra lode a Maria sia continua.

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 28

RITA CUGUSI è nata il 9 gennaio 1909 a Fonni, nella Parrocchia di Santa Maria dei Martiri. Iscritta al Rosario Perpetuo dal 1927, all’età di diciotto anni, è stata sempre fedele all’Ora di Guardia che ha fatto nella seconda domenica di ogni mese. È madre di 10 figli dei quali otto sempre viventi e tutti con le loro famiglie. Benvoluti e stimati da tutti, figli e nipoti, con generi e nuore le hanno fatto festosa corona per aver raggiunto bene i cento anni.

Auguri per la nostra socia anche da parte di tutta l’Associazione locale con la zelatrice Isabella a cui si uniscono volentieri i numerosi gruppi della Sarde-gna e il P. Eugenio e P. Christian, assistenti regionali dell’Associazione.

Auguri con la Benedizione della Regina del Rosario che ringraziamo per la sua intercessione presso il Signore.

Roggio Maria, Ruzzettu Giuseppina, Ruzzu Tinuccia, Santoni Annita, San-toni Lidia, Satta Maria, Serra Monica, Sias Anna Vittoria, Sias Antonietta, Sini Annita, Sircana Donatella, Spanu Maria Rosa, Spanu Rosalba, Spissu Rosalba;

Terralba: Zedda Arcea, Deriu Bona-ria, Pau Ausilia, Muntoni Mimma, Sar-du Merij, Serra Irene;

Thiesi: Deriu Rosa;Tonara: Campus Valeria, Deligia

Peppina, Demelas Rosaria, Lisci San-dra, Tore Michela, Testasecca Caterina.

Vallermosa: Aru Carlo, Enas Luigia;Villasor: Piroddi Antonio, Caboni

Maria, Desogus Rosaria, Matta Giulio, Arisci Michela, Arisci Lalia.

•••

Festeggiamenti per la socia più anziana dell’ Associazione del Rosario Perpetuo

RITA CUGUSI

centenaria di

fonni

auguri

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 29

Cari Associati del Rosario Perpetuosiamo lieti di augurare a voi e alle vostre famiglie

BUONA PASQUAe un sereno e fruttuoso Mese di Maggio

DA MARIA A GESÙ - DA MARIA A GESÙ - DA MARIA A GESÙ

Il PELLEGRINAGGIO DEL ROSARIO A

LOURDESguidato dai Frati Domenicani Italiani

dal 5 all’ 11 di luglioha come tema

“ IL CAMMINO DI BERNARDETTA”

Coloro che desiderano partecipare si rivolgano al più presto al nostro indirizzo.La quota: € 610 più viaggio aereo fino a Roma. Da Roma si prosegue poi in treno con cuccette.

Per informazioni dettagliate e iscrizioni:E.mail: [email protected] Centro del Rosario - Domenicanipiazza S. Domenico, 5 - 09127 Cagliari.

PAX

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 30

ROSARIO VIVENTE

Il Rosario: il televisore che piacealla MadonnaA Fatima, il 13 ottobre 1917, nella

sua ultima apparizione ai tre pastorel-li, rispondendo all’insistente domanda di Lucia: “Signora, ditemi il Vostro no-me!”, disse: “Io sono la Madonna del Rosario”.

Oggi, a tutti noi, ad ogni famiglia di cui conosce le ansie e le pene, i peri-coli e gli affanni, Maria ancora ripete: “Recitate il Rosario, avrete la pace”.

“Il Rosario è una forma popolare di preghiera – insegnava Paolo VI – che rivolgiamo familiarmente alla Madon-na, come ‘porta del Cielo’. Rivolgendo a Lei, quasi in familiare conversazio-ne, la nostra invocazione ci lasciamo introdurre nella contemplazione dei ‘misteri’, cioè dei quadri della nostra salvezza, meditati alla luce della Sua presenza; è Lei che ci fa passare da-vanti le grandi scene della vita di Gesù, come se fossero sovrapposte alle umili vicende della nostra esistenza”.

Il Rosario è una specie di “televiso-re spirituale” in cui vengono trasmesse quelle scene della Vita di Gesù”.

Il Rosario è la nostra preghiera con Maria perché ci fa meditare insieme a Lei i ‘misteri’ che Ella, come Madre, meditava nel Suo cuore.

I misteri del Rosario, in verità, ci

Un sole di fuoco ferisce la sua Faccia,

scoprendovi i solchi dell’agonia:la morte è vicina.

Si lamentano, con tuoni, i cieli,attraversati da lampi funesti:Egli s’innalza contro la loro tinta

di porpora,

I soldati lo dileggiano sprezzanti,una lancia è stata immersa nel

Suo fianco:sulla Croce sospeso rimane senza

movimento.

Il sangue scende copioso,lungo il canale del corpo,purificando la terra.

CROCIFISSIONE

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 31

ROSARIO VIVENTE

presentano tutta la storia della salvez-za: nascita, vita, morte-resurrezione di Gesù. “Recitando” quei misteri noi ri-flettiamo, quasi riviviamo ciò che Gesù ha detto e ciò che ha fatto per noi.

Il Rosario si serve delle immagini, quasi ricostruzione visiva degli episo-di della vita del Signore… per questo possiamo dire che il Rosario è attuale e di moda. Non siamo, infatti, nell’epoca delle immagini? Del linguaggio attraver-so le immagini? Riviste e libri corredati da splendide fotografie sono alla nostra portata; grandi fotografie e tanti mezzi visivi tra cui la televisione e il computer ai primi posti.

L’immagine è stata sempre un mez-zo espressivo eccezionale di interesse e di attrazione. Un mezzo d’insegnamen-to che incide profondamente nell’ani-mo di tutti; è l’arte dell’immagine che conquista l’attenzione di tutti: piccoli e grandi. Ma quelle che dobbiamo tenere davanti e che ci salvano sono: l’imma-gine del Redentore e l’immagine di Sua Madre Santissima come ci ricorda l’ en-ciclica sul Rosario (RVM, 41).

Ancora oggi si possono vedere tante nostre chiese, particolarmente antiche, le cui mura sono ricoperte di splendide immagini sacre. Lo scopo di esse era di far conoscere l’insegnamento del Van-gelo. Durante la Recita del Rosario sia-mo invitati noi stessi a “raffigurarci” in-teriormente le scene della vita di Gesù, suggerite dal mistero, mentre recitiamo le Ave Maria. •••

GESÙ MUORE IN CROCEquinto mistero del dolore

Quanta sofferenza per Gesù, nel-le tre ore di atroce agonia! Dopo i flagelli, la corona di spine, le frustate, ora anche i chiodi nelle mani e nei piedi: quei piedi che avevano tanto camminato per recarsi a portare la Parola di Dio; quelle mani che tante volte si erano alzate a benedire, ac-carezzare i bambini, a guarire malati e lebbrosi… a spezzare il pane.

Prima di morire Gesù ha ancora un grande dono per tutti noi: ci dona Sua Madre! “Figlio ecco tua Madre” dopo averci donati a Lei come suoi figli: “Donna ecco tuo figlio”.

Dall’alto di quella Croce, Gesù, ci vuole sempre tutti uniti e non ci vuo-le lasciare orfani. Stando uniti alla Sua e nostra Madre persevereremo con fedeltà sia nella preghiera che nelle opere buone.

Gesù lo aveva già predetto: “Io quando sarò elevato da terra, cioè in Croce, attirerò tutti a Me”. Lascia-moci attirare da Gesù che è l’unico nostro Dio e Salvatore.

Intanto la Madonna può acco-gliere tra le braccia, finalmente de-posto dalla Croce, il corpo morto di Gesù con lo stesso amore di quando era bambino. Ma quanta differenza! Allora con gioia, ora con immenso dolore!

Fammi capire, Gesù, che per vi-vere devo “morire” anch’io: cioè ogni giorno devo rinunciare ai miei capricci e fare la Tua volontà che si manifesta attraverso i consigli dei ge-nitori e dei Sacerdoti. •••

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 32

Era necessario che Cristo patisse per entrare nella sua gloria (Lc, 24).

Questa frase del Vangelo di S. Luca l’ha detta Gesù, sotto le vesti di pelle-grino, ai due discepoli in cammino ver-so Emmaus. Gesù spiegava loro il senso delle Scritture: perché Egli doveva sof-frire, morire e poi risorgere.

Assicurava così i suoi discepoli, e noi, che non era venuto per morire e basta, ma per rendere anche noi parte-cipi della Sua vita di gloria.

“Gesù fu messo a morte per i nostri peccati, ci assicura San Paolo, ma poi “risuscitò per la nostra salvezza”. Ve-diamo di capire tutto questo:

Perché Gesù ha sofferto?Poteva salvarci senza soffrire?

Certamente ! Essendo Egli Dio pote-va perdonarci i peccati senza farsi Uo-mo e senza soffrire.

Ma allora perché Gesù ha scelto di soffrire e di morire? Ecco alcuni motivi:

1. Per dimostrarci il Suo immenso amore nonostante i nostri peccati.

Cosa diresti di chi, per darti ad esem-pio un milione, non ha paura di fare per te grandissimi sacrifici? Certamente egli dimostra di volerti bene molto di più di chi ti aiutasse senza rimetterci nulla di suo e senza sacrificio.

2. Per riparare e “soddisfare” al no-stro posto l’offesa recata a Dio.

Siccome è l’uomo che ha peccato,

per “giustizia” doveva essere lo stesso uomo a riparare. Il peccato è stato co-me un debito che avevamo con Dio che avevamo offeso. Gesù, a nostro posto, come Uomo, soddisfa pienamente il nostro debito. “Prezzo del nostro riscat-to è il Sangue di Cristo” che ha versato per tutti noi.

3. Per mostrarci come è grave il no-stro peccato e quale grave danno ci ha recato.

Se il peccato non fosse stato grave e dannoso, sarebbe stato sciocco soffri-re tanto. Se il rimedio portato da Gesù è stato così grande da dare la sua vita, capisci che anche il male fatto, la colpa doveva essere enorme.

4. Per dirci che anche noi dobbiamo soffrire come Lui.

Gesù soffrendo ha dato motivo e va-lore anche al nostro dolore, perché gli ha dato uno scopo buono. Soffrendo con Lui, infatti, noi possiamo meritare il premio, la salvezza. Se ci pensi bene ti accorgi che sempre la giustizia come l’amore si servono del dolore per mani-festarsi. Chi vuol bene non teme

5. Per il grande “rispetto e stima” da-ti alla nostra natura umana.

Pensando che Dio stesso si è chinato verso di noi, comprendiamo quanto va-lore abbiamo come persone che hanno l’anima immortale.

Per Dio siamo un bene così grande che Egli “non dubitò di darsi nelle mani dei malvagi” pur di salvarci. •••

PASQUA DI RESURREZIONE

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 33

Che cosa significa Pasqua?

Per gli Ebrei significò la liberazione dalla schiavitù in Egitto; significò mangiare l’Agnello e la Manna nel deserto che assicuravano la vita; significò passare il Mare Rosso che annegò i nemici; significò avere una terra e la libertà.

Tutto avveniva in “figura”, cioè come immagine della realtà che sarebbe venuta dopo. Infatti sarà Gesù il vero agnello che ci libera dal peccato che ci rende schiavi del male.

È Gesù la Manna, cioè il “vero Pane disceso dal cielo che il Padre ci dà”; Gesù vince la morte e passa da questo mondo al Padre.

Per noi Cristiani la Pasqua significa liberarsi dal male per vivere uniti a Gesù; nutrirci di Lui, vero Pane che ci dà la Vita eterna; Pasqua è per noi camminare con Cristo verso la salvezza, verso il Paradiso. Pasqua è l’anticipo della promessa di Gesù di stare sempre con Lui: “Oggi sarai con Me, in Paradiso”.

Quanto è successo a Gesù avverrà anche a noi, che siamo uniti a Lui.

“Il Figlio di Dio facendosi Uomo si è unito in qualche modo a tutti gli uomini. Ha lavorato con mani di uomo, ha pensato con mente di uomo, ha agito con volontà di uomo, ha amato con cuore di uomo” (GS, 22).

Con il Battesimo noi siamo diventati “uno” in Cristo Gesù, innestati in Lui come il tralcio alla vite. Siamo diventati una cosa sola con Lui, come Lui lo è con il Padre.

La nostra unione è così intima e

profonda tra noi e Gesù che possiamo dire: è nostra la sua espiazione, nostri i suoi meriti (S. Paolo).

Il Padre volendo la nostra unione con Gesù, ha voluto, nello stesso tempo, pure la nostra salvezza in Lui.

Il Padre ci promette di continuare in noi ciò che ha cominciato nel Suo Figlio. Gesù come nostro Capo è già risorto! Non risorgeremo anche noi tutti che siamo sue membra? Morti con Lui, risorgeremo con Lui: Gesù è causa e modello della nostra futura resurrezione. Saremo come Egli è. Noi come Lui per l’eternità di gioia.

Per noi Cristiani la Pasqua significa liberarsi dal male per vivere uniti a Gesù; nutrirci di Lui, vero Pane che ci dà la Vita eterna; Pasqua è per noi camminare con Cristo verso il Paradiso.

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 34

Il SantoRosario:

“La contemplazione del volto di Cristo non può

fermarsi all’immagine di Lui crocifisso. Egli è

il Risorto!” (RVM, 23).

I MISTERIDELLA GLORIA

M

I

S

T

E

R

I

Le brevi riflessioni sono tratte liberamente da “Il culto della Vergine

Maria”, esortazione apostolica di Paolo VI

(nn. 5-7).

Mentre con i misteri gaudiosi impariamo a saper guardare la Croce e con i misteri dolorosi a saper accettare la Croce; con i misteri gloriosi dobbiamo saper riscoprire il “valore” della Croce.

Con la parola “valore” intendiamo il frutto pre-zioso che ci viene dalle nostre croci.

Gesù risuscita dai morti.Non può avere fede viva se non chi ha veramente

sofferto in qualche modo, perché solo la prova eser-cita, aumenta la nostra fede in Dio e ci getta, con tutto il cuore, nelle braccia della sua Provvidenza.

Gesù sale al Cielo.Bisogna aver perduto qualche volta ogni speran-

za nei soccorsi umani, per conoscere il valore della santa speranza. Le croci della vita ci costringono a vedere che Dio solo non ci manca mai.

Lo Spirito Santo scende sugli Apostoli.I veri affetti sono rari sulla terra, e per quanto

profondi siano, hanno sempre dei limiti. Questa esperienza, talvolta dolorosa, conduce i cuori che la subiscono ad aprirsi al solo amore che sia senza limiti: l’amore di Dio.

Maria è assunta in Cielo.La croce con le sue molteplici prove faceva già

vivere Maria nel Cielo. Così le nostre croci sono come delle successive assunzioni che preparano la nostra definitiva assunzione alla patria dei santi.

Maria è incoronata.“Noi non saremo glorificati un giorno con Cristo,

dice S. Paolo, se non accettiamo di soffrire con lui”. Benedette le croci della nostra misera vita che ci meriteranno di essere per sempre esaltati nella luce di Dio, come e con Maria.

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 35

PREGHIAMO

con la coronadel Rosario

Dio, vieni a salvarmi!Signore, vieni presto in mio aiuto!Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.Dopo l’indicazione del mistero:1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria.Nel I mistero glorioso si contempla

Gesù che risorge nel terzo giorno.

Nel II mistero glorioso si contempla Gesù che sale in Cielo presso il Padre.

Nel III mistero glorioso si contemplail dono dello Spirito alla Chiesa.

Nel IV mistero glorioso si contempla la Madonna assunta in Cielo.

Nel V mistero glorioso si contempla la glorificazione di Maria e dei Santi.

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Il Bollettino del R.P. - A. XXV - maggio - agosto 2009 36

Cultori e solerti promotori del santo Rosario.

“Conto su di voi – iscritti al Rosario Perpetuo – chiamati a titolo particolare

a contemplare il volto di Cristo alla scuola di Maria. Guardo a tutti voi,

fratelli e sorelle di ogni condizione, a voi, famiglie cristiane, a voi, ammalati e anziani, a voi giovani: riprendete con

fiducia tra le mani la corona del Rosario, riscoprendola alla luce della Scrittura, in armonia con la Liturgia, nel contesto della vita quotidiana. Che questo mio

appello non cada inascoltato! (…). Faccio volentieri mie le parole

toccanti con le quali il beato Bartolo Longo chiude la celebre Supplica alla Regina del Santo Rosario: “O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci riannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza negli assalti dell’inferno, porto sicuro

nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora dell’agonia. A te l’ultimo bacio

della vita che si spegne. E l’ultimo accento delle nostre labbra sarà il

nome tuo soave, o Regina del Rosario, o Madre nostra cara, o rifugio dei

peccatori, o sovrana consolatrice dei mesti. Sii ovunque benedetta, oggi e

sempre, in terra e in cielo” (cf, RVM, 43).

BOLLETTINO DEL ROSARIO PERPETUO (I)maggio - agosto 2009 - n. 2

p.za S. Domenico, n. 5 - 09127 CAGLIARI - IT Conto corrente postale n. 15 38 10 98

tel. 070 654 298 - cell. 339 18 22 685E.mail: [email protected]