II Papa Francesco Estate Falisca lascia il Brasile con un...

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Anno XXVII (XLIIII) - N° 9 - SETTEMBRE 2013 - Via S. Lucia Filippini n° 25 • Tel. 0761.826050 • Montefiascone (VT) • "Poste Italiane SpA • Sped. in A.P. - Art. 1 Comma 2 O.L. 353 del 24/12/2003 • DCB Centro Viterbo" «La Voce» - Mensile di Montefiascone - Direttore Agostino Ballarotto e-mail: [email protected] - Responsabile Angelo Gargiuli Direzione, redazione: 01027 Montefiascone, Via S.L. Filippini, 25 - Tel. 0761.826050 - Autorizz. Tribunale di Viterbo n° 272 del 4-12-1982 Tipo-Lito «Silvio Pellico» di Marroni e C. s.n.c. - Via Paternocchio, 35 • Montefiascone - Tel. e Fax: 0761.826297 - e-mail: [email protected] 26/7/2013 - II Papa Francesco lascia il Brasile con un a presto" pieno di nostalgia a Cari amici! Tra pochi istanti lascerò la vostra Patria per ritornare a Roma. Parto con l'animo pieno di ricor- di felici; e questi - sono certo - diventeranno preghiera. In questo momento comincio a sentire un inizio di nostalgia. Nostalgia del Brasile, questo popolo così grande e dal cuore grande; questo popolo così amichevole. Nostalgia del sorriso aperto e sincero che ho visto in tante persone, del- l'entusiasmo dei volontari. Nostalgia della speranza negli occhi dei giovani dell'Ospedale San Francesco. Nostalgia della fede e la gioia in mezzo alle avversità dei residenti di Varginha. Ho la certezza che Cristo vive ed è effettivamente presente nell'agire di tanti e tante giovani e di tante per- sone che ho incontrato in questa settimana indimenticabile. Grazie per l'accoglienza e il calore del- l'amicizia che mi sono stati dimostrati! Anche di questo comincio a sentire nostalgia. Dopo aver ringraziato le Autorità civili e religiose del Brasile e tutti coloro che hanno preso parte alle varie celebrazioni, il Papa ha continuato: Estate Falisca 2013 Con la festa di San Bartolomeo e della Madonna della Valle si è conclusa al meglio l'Estate Falisca che ha ralle- grato gli animi e, per un po', ci ha fatto quasi dimenticare le complesse proble- matiche del difficile e pesante periodo di crisi economica che noi Italiani stiamo attraversando. Anche quest'anno, nonostante le non poche difficoltà, i vari organizzatori e sponsor, dal Comune ai privati, hanno saputo offrirci di tutto e di più. Dal "Film Festival" agli spettacoli di intrattenimen- to, dai mercatini al classico Corteo Storico, alle rivendite di vino e prodotti locali, alle piacevolissime serate musi- cali, alle cene squisite del "Cantinone", non è proprio mancato nulla. Anzi, è stata offerta un'ampia scelta per tutti i gusti, da quelli seri e culturali a quelli gastronomici e spassosi. Un'idea nuova e veramente origina- le è stata quella di ornare il "soffitto" del Corso Cavour con tanti, tanti ombrellini colorati aperti che hanno offerto un colpo d'occhio veramente artistico e particolare, invitando all'allegria ed alla gente. Ogni manifestazione ed ogni appun- tamento sono stati predisposti al meglio, per offrire ai cittadini falisci ed ai visita- tori momenti spensierati di divertimento e di piacevole relax. In breve tutto è stato predisposto ed organizzato con cura, con competenza, impegno serio e sacrificio. Ai tanti che hanno lavorato e colla- borato con disponibilità, fatica ed entu- siasmo perchè l'Estate Falisca acqui- stasse sempre più importanza e presti- gio, vanno certamente i nostri sinceri e calorosi ringraziamenti. Siete stati vera- mente eccezionali nel farci vivere, pur in questo difficile momento, un'estate ricca e gioiosa. Grazie, grazie di cuore. Ancora una volta ci avete dimostrato come con l'en- tusiasmo, con le convinzioni profonde, con il voler comunque realizzare qualco- sa di bello si possano superare contra- rietà, problemi, ostacoli ed ottenere ciò In cui si crede anche con risultati eccel- lenti. Grazie ancora e... di nuovo al lavoro, diamoci da fare perchè la prossima Estate Falisca è già dietro l'angolo! Che Dio ricompensi tutti, come solo Lui sa fare! In questo clima di gratitudine e di nostalgia, penso ai giovani protagonisti di questo grande incontro: Dio vi benedica per una così bella testimonianza di viva, profonda e lieta partecipazione in questi giorni! Molti di voi sono venuti in questo pellegrinaggio da discepoli; non ho alcun dubbio che tutti ora partono da missionari. Con la vostra testimonianza di gioia e di servizio fate fiorire la civiltà dell'amore. Dimostrate con la vita che vale la pena di spendersi per grandi ideali, di valoriz- zare la dignità di ogni essere umano, e di scommettere su Cristo e sul suo Vangelo. È stato Lui che siamo venuti a cercare in questi giorni, perchè è Lui che ci ha cercati per primo, è Lui che ci fa infiammare il cuore per proclamare la Buona Novella, nelle grandi città e nei piccoli centri, nelle campagne e in tutti i luoghi di questo nostro vasto mondo, lo continuerò a nutrire una speranza immensa nei giovani del Brasile e del mondo intero: per mezzo di loro, Cristo sta preparando una nuova primavera in tutto il mondo, lo ho visto i primi risultati di questa semina, altri gioiranno con il ricco raccolto! Il mio pensiero finale, la mia ultima espressione di nostalgia, si rivolge a Nostra Signora di Aparecida. In quell'amato Santuario mi sono inginocchiato in preghiera per l'umanità intera e in particolare per tutti i brasiliani. Ho chiesto a Maria che rafforzi in voi la fede cristiana, che fa parte della nobile anima del Brasile, come pure di tanti altri Paesi, tesoro della vostra cultura, inco- raggiamento e forza per costruire una umanità nuova nella concor- dia e nella solidarietà. Questo Papa se ne va e vi dice: "a presto", un "a presto" pieno di nostalgia, e vi chiede, per favore, di non dimenticarvi di pregare per Lui. Questo Papa ha bisogno della preghiera di tutti voi. Un abbraccio a tutti. Che Dio vi benedica!

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Anno XXVII (XLIIII) - N ° 9 - SETTEMBRE 2 0 1 3 - Via S. Lucia Filippini n° 25 • Tel. 0 7 6 1 . 8 2 6 0 5 0 • Montefiascone ( V T ) • "Poste Italiane SpA • Sped. in A.P. - Art. 1 Comma 2 O.L. 3 5 3 del 2 4 / 1 2 / 2 0 0 3 • DCB Centro Viterbo"

«La Voce» - Mensile di Montefiascone - Direttore Agostino Ballarotto e-mail: [email protected] - Responsabile Angelo Gargiuli Direzione, redazione: 01027 Montefiascone, Via S.L. Filippini, 25 - Tel. 0761.826050 - Autorizz. Tribunale di Viterbo n° 272 del 4-12-1982

Tipo-Lito «Silvio Pellico» di Marroni e C. s.n.c. - Via Paternocchio, 35 • Montefiascone - Tel. e Fax: 0761.826297 - e-mail: [email protected]

2 6 / 7 / 2 0 1 3 - II Papa Francesco lascia il Brasile con un

a presto" pieno di nostalgia a

Cari amici! Tra pochi istanti lascerò la vostra Patria per ritornare a Roma. Parto con l'animo pieno di ricor-

di felici; e questi - sono certo - diventeranno preghiera. In questo momento comincio a sentire un inizio di nostalgia. Nostalgia del Brasile, questo popolo così grande e dal cuore grande; questo popolo così amichevole. Nostalgia del sorriso aperto e sincero che ho visto in tante persone, del-l'entusiasmo dei volontari. Nostalgia della speranza negli occhi dei giovani dell'Ospedale San Francesco. Nostalgia della fede e la gioia in mezzo alle avversità dei residenti di Varginha. Ho la certezza che Cristo vive ed è effettivamente presente nell'agire di tanti e tante giovani e di tante per-sone che ho incontrato in questa settimana indimenticabile. Grazie per l'accoglienza e il calore del-l'amicizia che mi sono stati dimostrati! Anche di questo comincio a sentire nostalgia.

Dopo aver ringraziato le Autorità civili e religiose del Brasile e tutti coloro che hanno preso parte alle varie celebrazioni, il Papa ha continuato:

Estate Falisca 2013

Con la festa di San Bartolomeo e della Madonna della Valle si è conclusa al meglio l'Estate Falisca che ha ralle-grato gli animi e, per un po', ci ha fatto quasi dimenticare le complesse proble-matiche del difficile e pesante periodo di crisi economica che noi Italiani stiamo attraversando.

Anche quest'anno, nonostante le non poche difficoltà, i vari organizzatori e sponsor, dal Comune ai privati, hanno saputo offrirci di tutto e di più. Dal "Film Festival" agli spettacoli di intrattenimen-to, dai mercatini al classico Corteo Storico, alle rivendite di vino e prodotti locali, alle piacevolissime serate musi-cali, alle cene squisite del "Cantinone", non è proprio mancato nulla. Anzi, è stata offerta un'ampia scelta per tutti i gusti, da quelli seri e culturali a quelli gastronomici e spassosi.

Un'idea nuova e veramente origina-le è stata quella di ornare il "soffitto" del Corso Cavour con tanti, tanti ombrellini colorati aperti che hanno offerto un colpo d'occhio veramente artistico e particolare, invitando all'allegria ed alla gente.

Ogni manifestazione ed ogni appun-tamento sono stati predisposti al meglio, per offrire ai cittadini falisci ed ai visita-tori momenti spensierati di divertimento e di piacevole relax. In breve tutto è stato predisposto ed organizzato con cura, con competenza, impegno serio e sacrificio.

Ai tanti che hanno lavorato e colla-borato con disponibilità, fatica ed entu-siasmo perchè l'Estate Falisca acqui-stasse sempre più importanza e presti-gio, vanno certamente i nostri sinceri e calorosi ringraziamenti. Siete stati vera-mente eccezionali nel farci vivere, pur in questo difficile momento, un'estate ricca e gioiosa.

Grazie, grazie di cuore. Ancora una volta ci avete dimostrato come con l'en-tusiasmo, con le convinzioni profonde, con il voler comunque realizzare qualco-sa di bello si possano superare contra-rietà, problemi, ostacoli ed ottenere ciò In cui si crede anche con risultati eccel-lenti.

Grazie ancora e... di nuovo al lavoro, diamoci da fare perchè la prossima Estate Falisca è già dietro l'angolo!

Che Dio ricompensi tutti, come solo Lui sa fare! In questo clima di gratitudine e di nostalgia, penso ai giovani protagonisti di questo grande

incontro: Dio vi benedica per una così bella testimonianza di viva, profonda e lieta partecipazione in questi giorni! Molti di voi sono venuti in questo pellegrinaggio da discepoli; non ho alcun dubbio che tutti ora partono da missionari. Con la vostra testimonianza di gioia e di servizio fate fiorire la civiltà dell'amore. Dimostrate con la vita che vale la pena di spendersi per grandi ideali, di valoriz-zare la dignità di ogni essere umano, e di scommettere su Cristo e sul suo Vangelo. È stato Lui che siamo venuti a cercare in questi giorni, perchè è Lui che ci ha cercati per primo, è Lui che ci fa infiammare il cuore per proclamare la Buona Novella, nelle grandi città e nei piccoli centri, nelle campagne e in tutti i luoghi di questo nostro vasto mondo, lo continuerò a nutrire una speranza immensa nei giovani del Brasile e del mondo intero: per mezzo di loro, Cristo sta preparando una nuova primavera in tutto il mondo, lo ho visto i primi risultati di questa semina, altri gioiranno con il ricco raccolto!

Il mio pensiero finale, la mia ultima espressione di nostalgia, si rivolge a Nostra Signora di Aparecida. In quell'amato Santuario mi sono inginocchiato in preghiera per l'umanità intera e in particolare per tutti i brasiliani. Ho chiesto a Maria che rafforzi in voi la fede cristiana, che fa parte della nobile anima del Brasile, come pure di tanti altri Paesi, tesoro della vostra cultura, inco-raggiamento e forza per costruire una umanità nuova nella concor-dia e nella solidarietà.

Questo Papa se ne va e vi dice: "a presto", un "a presto" pieno di nostalgia, e vi chiede, per favore, di non dimenticarvi di pregare per Lui. Questo Papa ha bisogno della preghiera di tutti voi. Un abbraccio a tutti. Che Dio vi benedica!

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pag. 10 LA VOCE - n° 9 - Settembre 2013

A Castel Gandolfo il Papa parlo del mistero di Maria assunta in cielo

La nastra prima sorella Il 15 agosto festa di Maria assunta in cielo il Papa Francesco ha celebrato la messa nella piazza della Libertà a Castel Gandolfo.

Cari fratelli e sorelle! Al termine della Costituzione sulla Chiesa, il

Concilio Vaticano II ci ha lasciato una medita-zione bellissima su Maria Santissima. Ricordo soltanto le espressioni che si riferiscono al mistero che celebriamo oggi: La prima è que-sta: "L'immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste col suo corpo e la sua anima, e dal Signore esaltata come la regina dell'universo" (n. 59). E poi, verso la fine, vi è quest'altra: "La Madre di Gesù, come in cielo, glorificata ormai nel corpo e nell'anima, è l'immagine e la primi-zia della Chiesa che dovrà avere il suo compi-mento nell'età futura, così sulla terra brilla come segno di sicura speranza e di consolazione per il Popolo di Dio in cammino, fino a quando non verrà il giorno del Signore" (n. 68). Alla luce di questa bellissima icona di nostra Madre, pos-siamo considerare il messaggio contenuto nelle Letture bibliche che abbiamo appena ascoltato. Possiamo concentrarci su tre parole-chiave: lotta, risurrezione, speranza.

Il brano dell'Apocalisse presenta la visione della lotta tra la donna e il drago. La figura della donna, che rappresenta la Chiesa, è da una parte gloriosa, trionfante, e dall'altra anco-ra in travaglio. Così in effetti è la Chiesa: se in Cielo è già associata alla gloria del suo Signore, nella storia vive continuamente le prove e le sfide che comporta il conflitto tra Dio e il mali-gno, il nemico di sempre. E in questa lotta che i discepoli di Gesù devono affrontare - noi tutti, noi, tutti i discepoli di Gesù dobbiamo affrontare questa lotta - Maria non li lascia soli; la Madre di Cristo e della Chiesa è sempre con noi. Sempre, cammina con noi, è con noi. Anche Maria, in un certo senso, condivide questa duplice condizione.

Lei, naturalmente, è ormai una volta per sempre entrata nella gloria del Cielo. Ma questo non significa che sia lontana, che sia staccata da noi; anzi, Maria ci accompagna, lotta con noi, sostiene i cristiani nel combattimento contro le forze del male. La preghiera con Maria, in particolare il Rosario - ma sentite bene: il Rosario. Voi pregate il Rosario tutti i giorni? Ma, non so... [la gente grida: Sì] Sicuro? Ecco, la preghiera con Maria, in particolare il Rosario ha anche questa dimensione "agonistica", cioè di lotta, una preghiera che sostiene nella batta-glia contro il maligno e i suoi complici. Anche il Rosario ci sostiene nella battaglia.

La seconda Lettura ci parla della risurre-

zione. L'apostolo Paolo, scrivendo ai Corinzi, insiste sul fatto che essere cristiani significa credere che Cristo è veramente risorto dai morti. Tutta la nostra fede si basa su questa verità fondamentale che non è un'idea ma un evento. E anche il mistero dell'Assunzione di Maria in corpo e anima è tutto inscritto nella Risurrezione di Cristo. L'umanità della Madre è stata "attratta" dal Figlio nel suo passaggio attraverso la morte. Gesù è entrato una volta per sempre nella vita eterna con tutta la sua umanità, quella che aveva preso da Maria; così lei, la Madre, che Lo ha seguito fedelmente per tutta la vita, Lo ha seguito con il cuore, è entra-ta con Lui nella vita eterna, che chiamiamo anche Cielo, Paradiso, Casa del Padre.

Anche Maria ha conosciuto il martirio della croce: il martirio del suo cuore, il martirio del-l'anima. Lei ha sofferto tanto, nel suo cuore, mentre Gesù soffriva sulla croce. La Passione del Figlio l'ha vissuta fino in fondo nell'anima. È stata pienamente unita a Lui nella morte, e per questo le è stato dato il dono della risurrezione. Cristo è la primizia dei risorti, e Maria è la primi-zia dei redenti, la prima di "quelli che sono di Cristo".

È nostra Madre, ma anche possiamo dire è la nostra rappresentante, è la nostra sorella, la nostra prima sorella, è la prima dei redenti che è arrivata in Cielo.

Il Vangelo ci suggerisce la terza parola: speranza. Speranza è la virtù di chi, sperimen-tando il conflitto, la lotta quotidiana tra la vita e la morte, tra il bene e il male, crede nella

Risurrezione di Cristo, nella vittoria dell'Amore. Abbiamo sentito il Canto di Maria, il Magnificat. è il cantico della speranza, è il cantico del Popolo di Dio in cammino nella storia. È il can-tico di tanti santi e sante, alcuni noti, altri, mol-tissimi, ignoti, ma ben conosciuti a Dio: mamme, papà, catechisti, missionari, preti, suore, giovani, anche bambini, nonni, nonne: questi hanno affrontato la lotta della vita portan-do nel cuore la speranza dei piccoli e degli umili.

Maria dice: "L'anima mia magnifica il Signore" - anche oggi canta questo la Chiesa e lo canta in ogni parte del mondo. Questo canti-co è particolarmente intenso là dove il Corpo di Cristo patisce oggi la Passione. Dove c'è la Croce, per noi cristiani c'è la speranza, sempre.

Se non c'è la speranza, noi non siamo cristiani. Per questo a me piace dire: non lasciatevi rubare la speranza. Che non ci rubino la speranza, perchè questa forza è una grazia, un dono di Dio che ci porta avanti guardando il Cielo. E Maria è sempre lì, vicina a queste comunità, a questi nostri fratelli, cammina con loro, soffre con loro, e canta con loro il Magnificat della speranza.

Cari fratelli e sorelle, uniamoci anche noi, con tutto il cuore, a questo cantico di pazienza e di vittoria, di lotta e di gioia, che unisce la Chiesa trionfante con quella pellegrinante, noi; che unisce la terra con il Cielo, che unisce la nostra storia con l'eternità, verso la quale cam-miniamo.

Così sia

ORARIO FESTIVO 7 , 3 0 Div ino A m o r e

S. Mar ia delle Graz ie g C o r p u s Domin i (Le Coste )

S. Pietro - Benedett ine Villa S . Margher i ta

9 S . Mar ia del R iposo (Fiordini)

q S . F r a n c e s c o ** Villa S . Margher i ta

9 30 C o r p u s Domin i (Le Coste ) S . Mar ia del Gigl io ( Z e p p o n a m i )

S . F lav iano 1 0 S . G i u s e p p e - Le M o s s e

S. Mar ia della Vittoria (Cappuccin i ) Villa S . Margher i ta

I S T r W c o )

MONTEFIASCONE 1 0 , 3 0 S . M A R G H E R I T A

S . F lav iano C o r p u s Domin i (Le Coste )

' 1 ««so S . G i u s e p p e - Le M o s s e S . Mar ia del Gigl io ( Z e p p o n a m i )

1 2 S a n t u a r i o S . L u c i a F i l i p p i n i

1 8 S . F lav iano

1 9 S . F r a n c e s c o

S. MESSA VESPERTINA FESTIVA del sabato

1 6 , 3 0 s. Maria del Giglio - Zepponami

1 9 , 0 0 S. Margherita

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2013 pag. 13

VECCHIE FOTO Squadra calcio

S. Margherita 1958 La squadra di calcio degli Aspiranti del S.Margherita del 1958. La maglia è a strisce verticali rosso-nere; vincerà il campionato dioce-sano "Aspiranti" composto da ben otto squadre battendo nella finale la Villa Salotti per 1-0 il 25 settembre dello stesso anno. Da sinistra in piedi: Franco Quitarrini, il capitano Valerio Ricca, Luigi Muzzetto, Leone Mezzetti, Nando Cocciola. Accosciati da sinistra: Rubben Rubbi, Bruno Bracoloni, Giorgio Mezzetti, Nando Onofri, Umberto Della Casa, Domenico Mezzetti e l'allenatore Natale Carelli. Completavano la rosa dei titolari ma assenti nella foto: Antonio (Tonino) Altorio, Marcello Mari ed infine Cesare Mezzetti il più gio-vane ma che sarà determinante per la vittoria finale con prestazioni notevoli. In organico anche l'altro allenatore e dirigente Massimo lacoponi. (MaMa)

I Vespri siciliani e la tuscia di GIANCARLO BRECCOLA

3)nsfpmò emonie» CMiwimfcmìc.m^nia.'fyt?.

Martino IV trafigge l'aquila imperiale con una lancia che, decorata con due opposti racemi verdi, potrebbe raffigu-rare una croce che allude al giglio, emblema angioino (da i Vaticinia Pontificum attribuiti a GIOACCHINO DA FIORE,

Archigginasio di Bologna)

Presso la Stanford University Libraries, in California, si conserva un manoscritto intitolato Processus Martini P. IV (aliis II) contra Petrum Arragonoe et Paloeiogum.' Si tratta del documento con cui papa Martino IV, in seguito ai memorabili Vespri Siciliani, scomuni-cava Pietro III d'Aragona e Michele Vili Paleologo di Costantinopoli.

Un sintetico quadro degli antefatti ci permette di sapere come, dopo la morte di Corrado, il Regno di Sicilia fosse stato definitivamente assoggettato a Carlo I d'Angiò. Papa Clemente IV, che aveva incoronato Carlo re di Sicilia, sperava in questo modo di poter aumentare la propria influenza sul Regno dell'Italia meridionale. La situazione nell'isola, tuttavia, era critica in quanto gli angioini applicavano un esoso fiscalismo, non disgiun-to da usurpazioni, soprusi e violenze. La ribellione scattò all'ora del vespro del 31 marzo 1282, lunedì dopo Pasqua, sul sagrato della Chiesa del Santo Spirito, a Palermo. A generare l'episodio si vuole sia stato un gesto di un sol-dato dell'esercito francese, tale Drouet, che si era rivolto in maniera irriguar-dosa ad una giovane nobildonna accompagnata dal consorte con la scusa di ricercarle armi nascoste sotto le vesti. La reazione dello sposo fu la scintilla che dette inizio alla rivolta. Nel corso della serata e della notte che ne segui i palermitani si abbandonarono ad una vera e propria "caccia ai francesi", pre-sto trasformatasi in carneficina. All'alba, la città di Palermo si proclamò indi-pendente.

Dopo Palermo fu la volta di Corleone, Taormina, Messina, Siracusa, Augusta, Catania e, via via, tutte le altre città. Re Carlo tentò invano di sedare la rivol-ta con la promessa di numerose riforme, ma alla fine decise di intervenire militarmente. Con 75.000 uomini e duecento navi, sbarcò tra Cafona e Gallico e il 2 giugno diede inizio all'assedio di Messina. L'assedio durò fino a tutto il mese di settembre, ma la città non fu espugnata. All'insaputa di re Carlo I e di papa Martino IV, gli insorti siciliani erano stati finanziati e armati da una segreta coalizione della casa di Aragona e la dinastia dei Paleologi, con l'aiuto di Genova, e pertanto i nobili siciliani offrirono la corona di Sicilia a Pietro III d'Aragona. L'insurrezione divenne così un vero conflitto politico fra siciliani ed aragonesi da un lato e gli angioini, il papato, il regno di Francia e le varie fazioni guelfe dall'altra. Il 26 settembre 1282, re Carlo, sconfitto, fece ritorno a Napoli, lasciando la Sicilia nelle mani di Pietro III. Papa Martino considerò l'insurrezione siciliana un'offesa personale. Un papa più attento ne avrebbe compreso i moventi ed avrebbe colto il sincero desi-derio dei siciliani di porsi sotto la sua protezione. Lui ricordò soltanto che era stato il papato a porre il principe francese Carlo sul trono siciliano e sarebbe stato tradimento nei confronti della Chiesa e della Francia riconoscere la

rivolta. La sua reazione fu energica e perentoria: scomunicò Pietro III e Michele Vili Paleologo.

li Papa, in quel periodo, risiedeva a Montefiascone e quindi il documento originale - composto da cinque fogli di pergamena successivamente cuciti insieme in un unico documento largo 18 cm. per 244 cm. circa di altezza -venne ufficialmente bandito e affisso all'esterno della chiesa di San Flaviano. Una postilla finale puntualizzava infatti che "il processo doveva essere reso pubblico, su un documento di carta o di pergamena, affisso al fron-te della chiesa di San Flaviano Martire o persino attaccato all'ingres-so sopra la porta, e l'annuncio di que-sto processo proclamato a voce alta e la punizione resa ampiamente pubbli-ca". Naturalmente una copia della bolla -come risulta dai Regesta pontificum romanorum al n. 21947,2 in data 18 nov. 1282, ap. Montem Fiasconem ante ecclesiam s. Flaviani - è conser-vata nell'Archivio Segreto Vaticano. Una sua trascrizione, che compare nella Summa Conciliorum Hispaniae,3

termina con queste parole: ut autem hujusmodi noster processus ad com-munem omnium notitiam deducatur, chartas processum continentes, in praesentis Ecclesiae S. Flaviani Martyris appendi ostiis, seu superlimi-naribus faciemus, quae processum, suo quasi sonoro praeconio, & patulo inditio publicabunt, ut Rex Aragonum & caeteri excusationem ignorantiae non possint praetendere, &c. Datum apud Montem Fiasconem ante Ecclesiam S. Flaviani. Pontificatus nostri anno 2, sub anno D. ut supra.

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La prima delle cinque pergamene affisse all'esterno dell'ingresso di San Flaviano Quale straordinario percorso abbia

compiuto il documento, dopo l'affis-sione all'esterno della chiesa di Montefiascone, non ci è dato sapere. Possiamo soltanto prendere atto che le sorprese che ci riserva la ricerca sto-rica, specialistica o amatoriale che sia, sono spesso, per nostra fortuna, sti-molanti e imprevedibili.

' MAGUIRE, KATHRYN TARTT, A Silent Scroll, a Loud Proclamation, in "Imprint" The Associates of the Stanford University Libraries, USA 2005, pp. 18-31 2 POTTHAST, AUGUST, Regesta pontificum romanorum 1198-1304,2 voll., 1874-75, p. 1773 3 VILLANUNO, MATHIAS DE, Summa Conciliorum Hispaniae, Matriti 1785, p. 86

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pag. 4 LA VOCE - n° 9 - Settembre 2013

Un dialogo improvvisato tra il Santo Padre e i giovani allievi della scuola dei gesuiti

Venerdì 7 giugno, nell'aula Paolo VI Papa Francesco, mettendo da parte il discorso preparato, ha dato vita a un dialogo spontaneo con i giovani. Riportiamo solo alcune domande alle quali il Papa ha risposto:

UN RAGAZZO: Sono Francesco Bassani, dell'Istituto Leone XIII. lo sono un ragazzo che, come ho scritto nella mia lettera a te, Papa, cerca di credere, lo cerco... cerco, sì, di essere fedele. Però, ho delle dif-ficoltà. A volte mi vengono dei dubbi. E credo che questo sia assolutamente normale alla mia età. Dato che tu sei il Papa che credo avrò più a lungo nel cuore, nella mia vita, perchè ti incontro nella mia fase dell'adolescenza, della crescita, ti volevo chie-dere qualche parola per sostenermi in questa cresci-ta e sostenere tutti i ragazzi come me.

PAPA FRANCESCO: Camminare è un'arte, perchè, se camminiamo sempre in fretta, ci stanchiamo e non possiamo arrivare alla fine, alla fine del cammino. Invece, se ci fermiamo e non camminiamo, neppure arriviamo alla fine. Camminare è proprio l'arte di guardare l'orizzonte, pensare dove io voglio andare, ma anche sopportare la stanchezza del cammino. E tante volte, il cammino è difficile, non è facile, "lo voglio restare fedele a questo cammino, ma non è facile, senti: c'è il buio, ci sono giornate di buio, anche giornate di fallimento, anche qualche giornata di caduta... uno cade, cade...". Ma pensate sempre a questo: non avere paura delle cadute. Nell'arte di camminare, quello che importa non è di non cadere, ma di non "rimanere caduti". Alzarsi presto, subito, e continuare ad andare. E questo è bello: questo è lavorare tutti i giorni, questo è camminare umana-mente. Ma anche: è brutto camminare da soli, brut-to e noioso. Camminare in comunità, con gli amici, con quelli che ci vogliono bene: questo ci aiuta, ci aiuta ad arrivare proprio alla meta a cui noi dobbia-mo arrivare, lo non so se ho risposto alla tua doman-da. Ci sei? Non avrai paura del cammino? Grazie.

UN PROFESSORE: Sono insegnate di spagnolo perchè sono spagnolo: sono di San Sebastian. Insegnante anche di religione, e posso dire che gli insegnanti, i professori, le vogliamo tanto bene: questo è sicuro. Non parlo a nome di nessuno, ma vedendo tanti ex-allievi, anche tante personalità, e anche noi adulti, insegnanti, educati dai Gesuiti, mi interrogo sul nostro impegno politico, sociale, nella società, come adulti nelle scuole gesuitiche. Ci dica qualche paro-la: come il nostro impegno, il nostro lavoro oggi, in Italia, nel mondo, può essere gesuitico, può essere evangelico.

PAPA FRANCESCO: Benissimo. Coinvolgersi nella poli-tica è un obbligo per un cristiano. Noi cristiani non

possiamo "giocare a Pilato", lavarci le mani: non possiamo. Dobbiamo coinvolgerci nella politica, per-chè la politica è una delle forme più alte della carità, perchè cerca il bene comune. E i laici cristiani devo-no lavorare in politica. Lei mi dirà: "Ma non è facile!". Ma neppure è facile diventare prete. Non ci sono cose facili nella vita. Non è facile, la politica si è trop-po sporcata; ma io mi domando: si è sporcata, per-chè? Perchè i cristiani non si sono coinvolti in politi-ca con lo spirito evangelico? Con una domanda che ti lascio: è facile dire "la colpa è di quello". Ma io, cosa faccio? È un dovere! Lavorare per il bene comune, è un dovere di un cristiano! E tante volte la strada per lavorare è la politica. Ci sono altre strade: professore, per esempio, è un'altra strada. Ma l'atti-vità politica per il bene comune è una delle strade. Questo è chiaro.

UNA SIGNORA: Sono Caterina De Marchis dell'Istituto Leone XIII e mi domandavo: perchè lei - cioè tu - hai rinunciato a tutte le ricchezze di un Papa, come un appartamento lussuoso, oppure una macchina enor-me, e invece sei andato in un piccolo appartamento nelle vicinanze, oppure hai preso l'autobus dei Vescovi? Come mai hai rinunciato alla ricchezza?

PAPA FRANCESCO: Ma, credo che non sia soltanto una cosa di ricchezza. Per me è un problema di persona-lità: è questo, lo ho necessità di vivere fra la gente, e se io vivessi solo, forse un po' isolato, non mi farebbe bene. Questa domanda me l'ha fatta un pro-fessore: "Ma perchè Lei non va ad abitare là?", lo ho risposto: "Ma, mi senta, professore: per motivi psi-chiatrici". È la mia personalità. Anche l'appartamen-to, quello [del Palazzo Pontificio] non è tanto lussuo-so, tranquilla... Ma non posso vivere da solo, capi-sce? E poi, credo, che sì: i tempi ci parlano di tanta povertà nel mondo, e questo è uno scandalo. La povertà del mondo è uno scandalo. In un mondo dove ci sono tante, tante ricchezze, tante risorse per dare da mangiare a tutti, non si può capire come ci siano tanti bambini affamati, ci siano tanti bambini senza educazione, tanti poveri! La povertà, oggi, è un grido. Tutti noi dobbiamo pensare se possiamo diventare un po' più poveri: anche questo, tutti lo dobbiamo fare. Come io posso diventare un po'più povero per assomigliare meglio a Gesù, che era il Maestro povero. Questa è la cosa. Ma non è un problema di virtù mia personale, è soltanto che io non posso vivere da solo, e anche quello della macchina, quel-

lo che tu dici: non avere tante cose e diventare un po' più povero. È questo.

UNA GIOVANE: Salve, mi chiamo Federica laccarino e vengo dall'Istituto Pontano di Napoli. Volevo chiede-re una parola per i giovani di oggi, per il futuro dei giovani di oggi, dato che l'Italia si trova in una posi-zione di grande difficoltà. E vorrei chiedere un aiuto per poter portarla a migliorare, un aiuto per noi, per poter portare avanti questi ragazzi, noi ragazzi.

PAPA FRANCESCO: TU dici che l'Italia è in un momen-to difficile. Sì, c'è una crisi. Ma io ti dirò: non solo l'Italia. Tutto il mondo, in questo momento, è in un momento di crisi. E la crisi, la crisi non è una cosa brutta. È vero che la crisi ci fa soffrire, ma dobbiamo - e voi giovani, principalmente - dobbiamo saper leg-gere la crisi. Questa crisi, cosa significa? Che cosa devo fare io per aiutare a uscire dalla crisi? La crisi che noi in questo momento stiamo vivendo è una crisi economica, è una crisi del lavoro. Sì, è vero. Ma perchè? Perchè questo problema del lavoro, questo problema nell'economia, sono conseguenze del grande problema umano. Quello che è in crisi è il valore della persona umana, e noi dobbiamo difen-dere la persona umana. In questo momento... ma, io ho raccontato questo già tre volte, ma lo farò una quarta. Ho letto, una volta, un racconto di un rabbi-no medievale, dell'anno 1200. Questo rabbino spie-gava agli Ebrei di quel tempo la storia della Torre di Babele. Costruire la Torre di Babele non era facile: dovevano farsi i mattoni; e il mattone come si fa? Cercare il fango, la paglia, mescolarli, portarli al forno: era un grande lavoro. E dopo questo lavoro, un mattone diventava un vero tesoro! Poi portavano i mattoni in alto, per la costruzione della Torre di Babele. Se un mattone cadeva, era una tragedia; punivano l'operaio che l'aveva fatto cadere, era una tragedia! Ma se cadeva un uomo, non succedeva niente! Questa è la crisi che oggi stiamo vivendo, questa: è la crisi della persona. Oggi non conta la persona, contano i soldi, conta il denaro. E Gesù, Dio ha dato il mondo, tutto il creato, l'ha dato alla persona, all'uomo e alla donna, perchè lo portasse-ro avanti, non al denaro. È una crisi, la persona è in crisi perchè la persona oggi - ascoltate bene, questo è vero - è schiava! E noi dobbiamo liberarci di queste strutture economi-che e sociali che ci schiavizzano. E questo è il vostro compito.

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2013 pag. 13

NOTA DI AGRICOLTURA a cura di GIMBERTO

Passioni e virtù delle piante Anche le piante sono

esseri viventi; però, invece delle gambe hanno le radici, che le tengono immobili per tutta la vita, nello stesso punto del terreno in cui nascono. Esse sono mancanti anche del sistema nervoso, per cui non percepiscono sollecitazio-ni dall'esterno e non sono soggette ad emotività. È anche arcinoto che le piante non hanno la facoltà di ragio-nare e di conseguenza qual-siasi azione o movimento o reazione di esse è provocato solamente dalla loro attività naturale di crescita e senza nessuna decisione volontaria. Tuttavia osservando con attenzione ciò che avviene nel mondo vegetale si può ricavare addirittura qualche buona lezione di morale.

La natura, nel suo complesso sistema di sopravvivenza, è spesso crude-le e spietata nella lotta quotidiana per l'esistenza, che non chiede e né conce-de tregua. Questa competizione del più forte, apparentemente feroce, è il risultato della lotta per l'istintiva reciproca soppressione del più debole, al fine di mantenere un equilibrio di eccellenza sia nel regno vegetale che indiretta-mente anche in quello animale. Può sembrare inverosimile, ma le piante hanno armi e strategie per attaccare ed altrettante di protezione per difender-si dal mondo esterno. Esse si difendono da qualsiasi attacco di parassiti con strutture o reazioni più o meno potenti o efficaci. Ma, purtroppo, alcune di esse soccombono, trovandosi a lottare in condizioni difficili causate da zone non favorevoli al loro sviluppo o addirittura indebolite da forzature o traumi causa-ti dagli agricoltori con coltivazioni irrazionali.

Anche le piante come gli animali, hanno predilezione a vivere in un luogo piuttosto che in un altro e preferiscono vivere in società con piante per loro più congeniali. Purtroppo nessuna pianta può scegliere dove nascere e vegetare. I suoi semi spesso sono distribuiti sul terreno in modo casuale, trasportati dal vento o da animali o dall'acqua, eppure non c'è dubbio che alcune piante cre-scano solamente in luoghi ben precisi, insieme ad altre piante specifiche ed in confini ben definiti. Ciò si spiega considerando le esigenze di ogni pianta, alla luce, al clima e all'umidità del terreno. Se si osserva con attenzione si sco-pre che il sottobosco di una pineta è diverso dal sottobosco di querce e cerri, entrambi sono caratterizzati da un tipico raggruppamento di specie che cre-scono sempre insieme ed associate. Esistono anche piante decisamente anti-sociali, nel senso che inibiscono la crescita di altre piante per essere estranee ed avere uno spazio tutto proprio. Alcune sopraffanno le piante vicine nella lotta per l'acqua e per le sostanze nutritive presenti nel terreno; altre usano impregnare di sostanze chimiche nocive il terreno circostante, per assassina-re letteralmente le altre piante che vegetano nelle vicinanze. Nel deserto mes-sicano, dove scarseggia l'acqua, alcune piante per sopravvivere secernono delle sostanze velenose dalle radici, uccidendo tutte le piante vicine per poter sfruttare da sole, la poca acqua a disposizione. Ma esistono anche delle pian-te altruiste, nel senso che aiutano le altre piante che sono più deboli a cresce-re meglio. L'esempio più noto sono il trifoglio e l'erba medica, che hanno il potere miracoloso di catturare l'azoto dell'aria e trasferirlo nel terreno. Le pian-te non possono assorbire l'azoto dall'aria ma soltanto dal terreno dove è con-tenuto in quantità modesta, anche perchè incrementare tale elemento nel ter-reno è molto costoso per l'agricoltura. Alcuni batteri specifici, ospitati nei tubercoli delle radici dell'erba medica e del trifoglio, trattengono l'azoto atmo-sferico producendo composti azotati utili alle piante stesse ed a quelle che gli succederanno. Nei prati ornamentali e nei giardini, queste ed altre legumino-se, vengono seminate per l'aiuto nutrizionale che apportano alle piante vicine.

Le piante di fagiolo, cetriolo, pisello, glicine ed altre, essendo avide di luce solare, per assorbire la maggiore quantità possibile di energia solare si arram-picano su qualsiasi appoggio o sostegno che permette loro di salire sempre più in alto verso la luce. Alcune piante molto esigenti, per sopravvivere vanno ad abitare addirittura in comodi superataci. Piccole piante, come le incantevo-li e misteriose orchidee, non avrebbero nessuna possibilità di vivere nelle lus-sureggianti foreste tropicali, gremite di enormi alberi che, ostacolando la penetrazione dei raggi solari, creano verso il basso quasi un'oscurità totale. I leggerissimi semi delle felci e delle orchidee, accompagnati dalle spore dei muschi, vengono portati dal vento sulle cime degli alberi, e qui si adagiano in piccole cavità naturali dei rami per germogliare, inondati dai raggi del sole. Assorbono le sostanze nutritive dispiegando al vento l'apparato radicale e tra-sformando alcuni organi e tessuti in serbatoio d'acqua, caratteristici nelle orchidee, rigonfi e stracolmi dopo un acquazzone tropicale.

L'ANGOLO DELLA RIFLESSIONE A proposito di... Considerazioni sul

primo giorno di scuola Nonostante le polemiche che continuano a tormentarla, la scuola

sta per riprendere aprendo i battenti anche quest'anno. Gli studenti che devono ancora intraprendere il nuovo percorso scolastico spesso canzonano chi, invece, si è già trovato dietro i banchi, forse troppo pre-sto per ricordarsi di mettere nello zaino, al posto dell'asciugamano e crema solare, i libri che gli faranno compagnia fino alla prossima sta-gione estiva.

Il "day one" ha di traumatico il risveglio, per uno studente troppo anticipato rispetto alla consuetudine estiva; si ritrovano compagni di scuola e amici che si erano smaterializzati da circa tre mesi e la curio-sità di conoscere i nuovi cambiamenti conquista e interesse dei primi giorni. Chi è alla prima esperienza in una nuova scuola rimane spes-so affascinato da quell'ambiente pieno di ragazzi più grandi; i vetera-ni, invece, guardano le matricole con indifferenza, dimenticandosi che anche loro, pochi anni prima, certamente erano visti allo stesso modo dagli alunni più grandi.

La novità diventerà routine, visto che non si potrà vivere il resto del periodo scolastico come il principio, cioè con quell'entusiasmo che caratterizza la partenza di una nuova esperienza. La scuola rimane comunque una delle esperienze più intense che un giovane vive e l'au-spicio è quello che, per ciascun studente, lo studio diventi una "cono-scenza" che vada ben oltre quell'insieme di numeri scritti su un regi-stro.

Molti del ragazzi che leggeranno questo articolo, avranno il deside-rio di leggerne un altro che tratti della fine della scuola. Chi scrive, sug-gerisce loro di pensare al fatto che, in fondo, il bello del primo giorno di scuola è che ne manca uno in meno alla fine!

Buon anno scolastico a tutti gli studenti e a tutto il personae della scuola!

Prof. Silvia Somigli

PREGHIERA per ogni dito della mano 1. Il pollice è il dito a te più vicino. Comincia quindi col pregare per

coloro che ti sono più vicini. Sono le persone di cui ci ricordiamo più facilmente. Pregare per i nostri cari è un dolce obbligo.

2. Il dito successivo è l'indice. Prega per coloro che insegnano, educano e curano. Questa categoria comprende maestri, profes-sori, medici e sacerdoti. Hanno bisogno di sostegno e saggezza per indicare agli altri la giusta direzione. Ricordali sempre nelle tue preghiere.

3. Il dito successivo è il medio, il più alto. Ci ricorda i nostri gover-nanti. Prega per il presidente, i parlamentari, gli imprenditori e i dirigenti. Sono le persone che gestiscono il destino della nostra patria e guidano l'opinione pubblica... Hanno bisogno della guida di Dio.

4. Il quarto dito è l'anulare. Lascerà molti sorpresi, ma è questo il nostro dito più debole, come può confermare qualsiasi insegnan-te di pianoforte. È lì per ricordarci di pregare per i più deboli, per chi ha sfide da affrontare, per i malati. Hanno bisogno delle tue preghiere di giorno e di notte. Le preghiere per loro non saranno mai troppe. Ed è lì per invitarci a pregare anche per le coppie sposate.

5. E per ultimo arriva il nostro dito mignolo, il più piccolo di tutti, come piccoli dobbiamo sentirci noi di fronte a Dio e al prossimo. Come dice la Bibbia, gli ultimi saranno i primi. Il dito mignolo ti ricorda di pregare per te stesso... Dopo che avrai pregato per tutti gli altri, sarà allora che potrai capire meglio quali sono le tue necessità guardandole dalla giusta prospettiva.

Preghiera di Papa Francesco Composta quando era Arcivescovo di Buenos Aires

A V V I S O Raduna classe 1953

Il giorno 21 settembre p.v. è stato organizzato un incontro della classe 1953. Per adesioni rivolgersi a: Rubeca Gianfranco (Enoteca - Via Cannelle) tel. 3291253883, Napoli Graziano - tel. 3346964077.

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pag. 10 LA VOCE - n° 9 - Settembre 2013

Lo Psicologo risponde... Taccuino economico e tributario

a cura del Dott. Luca Radicati e della Dott.ssa Paola Ciripicchio

Il Fisco scopre le carte sul Nuovo Redditometro. Verranno presi in con-siderazione gli scostamenti significativi tra reddito dichiarato capacità di spesa manifestata, solo se la differenza è di almeno il 20 per cento. L'Agenzia delle Entrate informa che nella selezione dei contribuenti a maggior rischio di evasione saranno prese in considerazione nel calco-lo dello scostamento tra reddito dichiarato e reddito ricostruito. Il control-lo verrà effettuato a partire dalle dichiarazioni UNICO 2010 e 730/2010 (che si riferiscono all'anno solare 2009) di quei contribuenti il cui scarto è decisamente superiore al 20 per cento; poi man mano, sotto la lente di ingrandimento del Fisco finiranno gli ultimi tre anni di vita. I contribuenti, fin dal pirmo incontro, potranno dimostrare che le spese sostenute sono state finanziate con redditi che l'Agenzia non conosce perchè tassati alla fonte o esclusi dalla base imponibile; se le indicazioni che vengono date sono esaustive, il contradditorio si chiude in questa prima fase, in caso contrario, proseguirà e verranno valutate anche le spese per beni di uso corrente, calcolate sulla base delle medie ISTAT. Nella fase istruttoria il nuovo redditometro mette a confronto la spesa complessiva ed effettiva del contribuente con il reddito dichiarato. Per fare ciò prenderà in considerazione: le spese certe sostenute diretta-mente dal contribuente o dai familiari fiscalmente a carico risultanti dal-l'anagrafe tributaria o indicate dal contribuente stesso in dichiarazione dei redditi; le spese per elementi certi, ottenute applicando la valoriz-zazione ai dati certi (le spese per mantenere i beni presenti in anagrafe tributaria come abitazioni, mezzi di trasporto, ecc.); la quota relativa agli incrementi patrimoniali e la quota del risparmio formatasi nel-l'anno. Solo nel caso in cui il contribuente non fornisca le necessarie indicazioni in relazione alle spese sopra elencate, l'Ufficio prenderà in considerazione anche le spese correnti, quantificabili in base alla media ISTAT, che concorreranno alla determinazione sintetica del reddito. L'occhio del Fisco Italiano sarà, pertanto, attentissimo ad alcune spese individuate qui nel dettaglio: - Consumi di generi alimentari, bevande, abbigliamento e calzature; - Abitazione (spese sostenute per mutuo, canone di locazione per l'im-mobile, canoni di leasing immobiliare, acqua e condominio, manutenzio-ne ordinaria, agenti immobiliari); - Combustibili ed energia (spese sostenute per energia elettrica, gas e riscaldamento centralizzato); - Mobili, elettrodomestici e servizi per la casa (spese sostenute per elettrodomestici e arredi, biancheria, detersivi, pentole, lavanderia e riparazioni, collaboratori domestici); - Sanità (spese sostenute per medicinali e visite mediche); - Trasporti (spese sostenute per bolli e assicurazioni di responsabilità civile, incendio e furto per auto, moto, caravan, camper, minicar, natan-ti, imbarcazioni e aeromobili; pezzi di ricambio, olio e lubrificanti, carbu-ranti, manutenzione, riparazione da tali mezzi e ormeggio e rimessaggio di natanti e imbarcazioni; spese per tram, autobus, taxi e altri trasporti; spese per canone di leasing o noleggio di mezzi di trasporto); - Comunicazioni (spese per acquisto di apparecchi di telefonia e per chiamate); - Istruzione (spese sostenute per libri scolastici, tasse scolastiche, rette e simili per asilo nido, scuola infanzia, scuola primaria, scuola seconda-ria, corsi di lingue straniere, corsi universitari, tutoraggio, corsi di prepa-razione agli esami, scuole di specializzazione e master, soggiorni di stu-dio all'estero, canoni di locazione per studenti universitari); - Tempo libero, cultura e giochi (spese sostenute per abbonamenti pay-tv, attività sportive, circoli ricreativi, abbonamenti a eventi sportivi o culturali, giochi on-line, cavalli e aninali domestici comprensivi di spese veterinarie); - Altri beni e servizi (spese per assicurazioni danni, infortuni e malattia; contributi previdenziali obbligatori; barbiere parrucchiere ed istituti di bel-lezza, prodotti per la cura della persona; centri benessere, argenteria, gioielleria, bigiotteria e orogoli; borse, valige ed altri effetti personali; onorari a liberi professionisti; alberghi, pensioni e viaggi organizzati; pasti e consumazioni fuori casa; assegni periodici corrisposti al coniu-ge). Saranno inoltre presi in considerazione gli incrementi patrimoniali che riguardano immobili (terreni e fabbricati); beni mobili registrati (autovei-coli, caravan, motoveicoli, minicar, natanti e imbarcazioni, aeromobili); polizza assicurativa (investimento, previdenza e vita); contributi previ-denziali volontari; azioni, obbligazioni, finanziamenti, capitalizzazioni, quote di partecipazioni, fondi d'investimento, derivati, certificati di depo-sito, buoni postali; oggetti d'arte o antiquariato; manutenzione straordi-naria delle unità abitative; donazioni ed erogazioni liberali.

Si tratta di "dipendenza affettiva"? Cara dott.ssa Cosimi, salve, sono una ragazza di 20 anni e sto col mio ragazzo da 8 mesi... all'inizio non si litigava mai, poi sono cominciate le prime gelosie. Lui è un ragazzo molto insicuro a causa del suo brutto passato, soprattutto a causa della sua ex con cui ha una figlia. È un ragazzo molto tenero e dolce, ma quando si arrabbia diventa un diavolo. La gente ha paura di lui, è molto irascibile e manesco. Per me darebbe la vita lo so, ma ultimamente è peggiorato: dalle semplici urla ha cominciato a stringermi i polsi, fino alle spinte. Il suo problema è l'alcool, quando beve cambia personalità e diventa molto cattivo e manesco. È arrivato al punto di tirarmi uno schiaffo in faccia, era ubriaco perso. Il giorno dopo si è reso conto di quello che aveva fatto e mi avrà chiesto scusa 1000 volte, dicendomi che non si ricordava niente, che lui non mi farebbe mai del male e giurandomi che non berrà mai più. Mia madre dice che è pericoloso, che un giorno potrei finire sui tg come quelle povere ragazze; io penso invece che con un po' di aiuto lui può migliorare, dopo tanti momenti infelici ha diritto ad un po' di pace, solo che allo stesso tempo una parte di me lo teme, ho paura che un giorno in preda ad un attacco di ira possa succedere il peggio. Non mi ha mai alzato le mani al di là di quell'episodio e sembra molto molto pentito, lo lo amo alla follia, non so più cosa fare.

M.C.

Cara Lettrice, quando si è giovani e innamorati è normale avere la tendenza, la voglia e il deside-rio di vedere l'altro in una visione molto romantica. Leggendo infatti la sua lettera è chiaro l'amore e il forte sentimento che la lega a questo ragazzo. Altrettanto eviden-te è anche la DIPENDENZA AFFETTIVA presente in questa coppia. L'amore, rappre-senta il bisogno e la capacità di trascendere noi stessi e, insieme ad un altro, creare una realtà nuova. Talvolta, quando si altera l'equilibrio tra il dare e il ricevere, tra il proprio confine e lo spazio condiviso, l'amore può trasformarsi, invece che in un'oc-casione di crescita e arricchimento, in una gabbia senza prospettive di fuga, con pareti fatte di dolore. Questo è quello che succede quando si scivola nella dipendenza affettiva. La dipen-denza affettiva è una forma patologica di amore caratterizzata da assenza cronica di reciprocità nella vita affettiva, in cui l'individuo, "donatore d'amore" a senso unico, vede nel legame con un'altra persona, spesso problematica o sfuggente, l'unico scopo della propria esistenza e il riempimento dei propri vuoti affettivi. Non sempre la differenza tra amore e dipendenza affettiva è netta. Può addirittura accadere che i due fenomeni si confondano. La chiave di distinzione sta nel grado di autonomia dell'individuo e nella sua capacità di trovare un senso in se stesso. Diversamente da quanto comunemente si crede, l'amore nasce dall'incontro di due unità, non di due metà. Solo chi si percepisce nella sua completezza può donarsi senza annullarsi, senza perdersi nell'altro. Chi è affetto da dipendenza affettiva, non essendo autonomo, non riesce a vivere l'amore nella sua profondità e intimità. La paura dell'abbandono, della separazione, della solitudine, generano un costante stato di tensione. La presenza dell'altro non è più una libera scelta ma è vissuta come una questione di vita o di morte: senza l'altro non si ha la percezione di esistere. I propri bisogni e desideri indi-viduali vengono negati e annullati in una relazione simbiotica. La dipendenza affetti-va, diversamente da quanto a volte si manifesta all'evidenza, non è un fenomeno che riguarda una sola persona, ma è una dinamica a due. A volte il partner del "dipen-dente affettivo" è un soggetto problematico, che maschera la propria dipendenza affettiva con una dipendenza da droga, alcool o gioco d'azzardo. In questo caso i problemi del compagno diventano la giustificazione per dedicarsi interamente all'al-tro bisogno, non prendendosi il rischio di condurre un'esistenza per sé. La persona che ha una dipendenza affettiva di solito soffoca ogni desiderio e interes-se individuale per occuparsi dell'altro ma inevitabilmente viene delusa e il suo amore prende la forma del risentimento. Allo stesso tempo non riesce ad interrompere la relazione, in virtù di ciò che definisce "amare troppo", non rendendosi conto che que-sto comportamento distrugge l'amore che richiede invece autonomia e reciprocità. Vorrei quindi porre la sua attenzione verso questo bisogno che sente nel "protegge-re" questo ragazzo, giustificandoselo con un "se lo merita" ed invece quanto lei meri-ta veramente di essere maltrattata e non rispettata. Lei, da quanto posso sapere, non è una specialista che ha strumenti idonei e efficaci per aiutare veramente questa per-sona. Ha solo il suo amore, ma non dimentichi mai che se non ama prima se stessa non potrà mai amare veramente l'altro. Un abbraccio.

Dott.ssa Monia Cosimi (Psicologo, Consulente Familiare, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale)

Potete scrivere a: Dott.ssa Monia Cosimi - Via Zepponami n. 6/F - 01027 Montefiascone Email: [email protected] -Tel. 3394151301 - 0761831212

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2013 pag. 13

Una luce sul cammino dei popoli "Lumen fidei" è un'enciclica storica già per il fatto di essere stata scritta da due Papi:

Benedetto XVI e Francesco. Vuole essere una guida per la nuova evangelizzazione

Firmata, in data 29 giugno, solennità dei santi Pietro e Paolo, con un sempl ice Franciscus, e divulgata il 5 luglio 2013, la pr ima encicl ica del pontif icato di Jorge Mario Bergoglio, Lumen fidei, è indirizzata "ai vescovi, ai presbiteri e ai diaconi, alle persone consacrate e a tutti i fedeli laici". Costituita da una novantina di pagine, dopo una premes-sa, si articola in 4 capitoli: "Abbiamo creduto al l 'amore"; "Se non crederete, non comprenderete"; "Vi t rasmett iamo quello che ho r icevuto"; "Dio preparerà per loro una città".

Quanto a tempi di approntamento, il documento ha battuto tutti i record dell'epo-ca recente: ha visto la via della diffusione a meno di 4 mesi dall'elezione (avvenuta il 13 marzo scorso) del suo autore al soglio di Pietro. Joseph Ratzinger presentò la sua Deus caritas est nove mesi dopo la sua ele-zione (compreso il mese necessario per i problemi di traduzione); Giovanni Paolo II impiegò 5 mesi a varare la sua Redemptor hominis; Paolo VI rese nota la sua Ecclesiam suam dopo 14 mesi; Giovanni XXIII mise a disposizione dopo 8 mesi la sua Ad Petri cathedram (tutte encicliche - quelle qui citate - inaugurali di pontificati).

Lo stesso Papa Francesco dà una spie-gazione del suo record, quando, al paragra-fo 7 della Lumen fidei scrive: "Queste con-siderazioni sulla fede, in continuità con tutto quello che il magistero della Chiesa ha pro-nunciato circa questa virtù teologale, inten-

Introduzione, tre capitoli e una conclu-sione. Neil'introduzione (nn. 1-7) il tema della fede è probematizzato a partire dal-l'immagine della "luce": la fede è una luce illusoria o da riscoprire?

da Frate Indovino - settembre 2013

dono aggiungervi a quanto Benedetto XVI ha scritto nelle lettere encicliche sulla carità e sulla speranza. Egli aveva già quasi com-pletato (al momento della rinuncia al soglio pontificio, Ndr) una prima stesura di Lettera enciclica sulla fede. Gliene sono profonda-mente grato e, nella fraternità di Cristo, assumo il suo prezioso lavoro aggiungendo al testo alcuni ulteriori contributi". Ecco per-chè, di fronte alla Lumen fidei si è parlato subito di "enciclica a quattro mani". In un commento, Vittorio Messori ha osservato che "si tratta della conclusione omogenea del trittico - aperto dalla "Spe salvi" del 2007 e dalla "Caritas in ventate" del 2009 - che Benedetto XVI aveva deciso di dedicare alle tre virtù teologali, per cominciare dalle radici il progetto di nuova evangelizzazione che già era stato di Giovanni Paolo II".

Quasi a motivazione della sua scelta, anche Papa Francesco, sempre nel para-grafo 7 della Lumen fidei, fa presente che "il Successore di Pietro, ieri, oggi, domani, è sempre chiamato a "confermare i fratelli" in quell'incommensurabile tesoro della fede che Dio dona come luce sulla strada di ogni uomo".

Sulla "luce" si sofferma monsignor Rino Fisichella nell'introduzione che ha dettato per la prima enciclica di Jorge Mario Bergoglio: "La luce - egli annota - è una categoria determinante per la fede, perchè riporta a testi chiave del Nuovo Testamento". Abbinandosi al termine amore, pure molto citato nella Lumen fidei, essa, la luce, fa dell'enciclica di Papa Francesco, la guida

Il Primo Capitolo si sofferma sul lega-me tra fede e amore, mostrando come l'esperienza della fede sia sostanzialmente un'esperienza di amore.

Così è accaduto ad Israele, dal padre Abramo (nn. 8-11) a Mosè e al popolo (nn. 12-24) fino ad arrivare all'esperienza cri-stiana (nn. 15-18), la salvezza mediante la fede (nn. 19-21) e la professione di fede della Chiesa (n.22).

Il Secondo Capitolo approfondisce il forte legame tra fede e verità (nn. 23-25).

L'esperienza del credere cioè non esclude il comprendere. Aver fede significa cercare la verità e saperne rendere ragio-ne (nn. 32-34).

Anche qui entra in gioco l'amore (nn. 26-28) nel quale si coniugano ascolto e visione (nn. 29-31) e anche il compito stes-so della teologia (nn. 35-36).

Il Terzo Capitolo valorizza la fede entro la prospettiva ecclesiale, a partire

per un "percorso efficace, ricco di suggestio-ni, posto dinanzi ai credenti per farli cammi-nare nella intelligenza della fede e per dare sostegno alla loro testimonianza nel mondo".

Partendo dal titolo della prima enciclica di Papa Francesco, ancora Vittorio Messori ha invece svolto altre considerazioni: "li movimento di pensiero che iniziò con la modernità volle chiamarsi "illuminismo" in contrasto alle "tenebre" cristiane (...). I tempi del predominio religioso furono definiti "secoli bui". È successo però che le fiaccole accese per guidare l'umanità verso i nuovi destini, portarono presto al terrore rivoluzio-nario (...), all'esito disastroso di tutti gli "ismi" creati per fugare le ombre cristiane (...). È, dunque, anche alla luce della Storia che l'enciclica è stata volutamente chiamata, dalle sue prime due parole, "la luce della fede". Fede che non solo non è tenebra, ma è anche in grado di rischiare l'umanità e le vie dei singoli uomini".

Gli esegeti sono andati alla ricerca, nella Lumen fidei, delle parti riconducibili princi-palmente a Joseph Ratzinger e di quelle redatte da Jorge Mario Bergoglio. Hanno concluso che, probabilmente, i primi tre capitoli sono soprattutto dovuti a Benedetto XVI, mentre il quarto, con i sottotitoli "La fede e il bene comune", "La fede e la fami-glia", "Una luce per la vita in società", "Una forza consolante nella sofferenza", richiame-rebbe di più lo stile pastorale di Papa Francesco.

Gino Carrara

dal compito di custodirla e trasmetterla (nn. 37-39). I sacramenti in tal senso sono degli strumenti imprescindibili perchè non sono altro che un prolungamento dell'umanità di Cristo nella storia. Il testo vi dedica ampio spazio (nn. 40-45).

La fede approda alla preghiera (n. 46) che in un certo modo custodisce l'unità e l'integrità della fede (nn. 47-49).

Il Quarto Capitolo recupera il contesto della problematizzazione iniziale amplian-dolo alla luce di una prospettiva più ampia e globale: l 'apporto della fede al bene comune (nn. 50-51).

Esperienza del singolo, del gruppo, della comunità bene sintetizzata dalla fami-glia, cellula che coltiva la società, che pre-para la città (nn. 52-53).

In società la fede potrà incidere (nn. 54-55), seminando speranza in quei luoghi che appartengono a quello spazio comune ad ogni uomo: vita e sofferenza (nn. 56-57). Intenzioni aff idate al l 'azione dello Spirito e al l ' intercessione della Beata Vergine Maria, icona di ogni credente (cf. Le 1,45).

Struttura e suddivisione

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pag. 10 LA VOCE - n° 9 - Settembre 2013

Möns. Amedeo Tombari

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Esercizi Spirituali e... ricordi!

D. Carmine e D. Agostino di fronte alla tomba di Madre Speranza

Dal 19 al 23 agosto circa 35 sacerdoti hanno partecipato ad un corso di esercizi spirituali tenuti a Collevalenza dal Vescovo di Città di Castello Sua Ecc.za Mons. Domenico Cancian F.A.M. (Figlio dell'Amore Misericordioso), ancora giovane e concreto.

A tale corso, invitato dall'amico sacerdote Don Carmine Coppola, quasi della mia stessa età e ancora parroco a Pomigliano D'Arco (Napoli), ho partecipato anch'io. E sono stato veramente contento e soddisfatto, anche perchè ho potuto incontrare il mio vecchio Rettore del Seminario Regionale de La Quercia Mons. Amedeo Tombari, entrato nei 97 anni di età, ma ancora giova-nile e sempre accogliente.

Approfitto per ringraziare di cuore Sua Ecc.za Mons. Domenico, l'amico Carmine e soprattutto Mons. Tombari, con il quale abbia-mo ricordato episodi della vita di seminario. Sua Ecc.za Mons. Domenico Cancian

di un vivace scambio culturale, ma anche di un sontuoso banchetto conclusosi con lo scambio del saluti e dei due maestri, Roberto Aronne e Stefano Monreali e la visita guidata della città di Modena e della Abbazia di Nonantola.

Lo scorso 28 giugno è stata invece la Corale di Santa Margherita a fare gli onori di casa al coro romano Altrenote diretto dalla maestra Francesca Palombi. Si è trattato di un incontro culturale davvero significativo, marcato soprattutto dalla presenza nella corale romana di strumen-ti del tutto estranei alla tradizione musica-le europea: bodran, darbuka, drum, mara-cas, il bastone della piogga. Il repertorio partendo dai canti della tradizione cristia-na ed ebraica, è riuscito a diffondere la spiritualità di altre realtà religiose e laiche, comunque legate ai temi della spiritualità, della pace universale, della speranza, della celebrazione ed Invocazione di Dio.

Prossimo appuntamento per la corale di S. Margherita sarà ora nel mese di settembre e, precisamente, dal

6 all'8, quando si svolgerà a Montefiascone, il Festival di Musica Tradizionale Sacra e Profana. Al Festival parteciperanno cori non professio-nisti ed Associazioni corali italiane e straniere. Il Festival avrà una duplice valenza: da un lato l'incontro favorirà l'amicizia tra popoli di tradizioni e cul-ture diverse, dall'altro lato costituirà l'occasione per far conoscere le bellez-ze storiche ed artistiche di Montefiascone, a cominciare dalla via Francigena.

CORALE S. MARGHERITA Numerosi gli appuntamenti musicali

della Corale di S. Margherita, che da anni è diventata una Istituzione, le cui esibizio-ni fanno ormai parte dell'offerta culturale della nostra città, grazie anche al suoi sponsor sostenitori: la Banca Cooperativa Cattolica e la Banca di Credito Cooperativo di Roma, sede di Montefiascone.

Particolarmente significativo è stato questa estate il concerto che la corale ha eseguito insieme al coro di Redù, in pro-vincia di Modena. L'occasione che ha consentito questo incontro è stata dupli-ce: da una parte si trattava di accogliere l'invito a partecipare alla V Edizione della manifestazione "I Vespri in Abbazia", una proposta di serate di meditazione su testi di argomento religioso aiutato dal com-mento di musiche sacre, che fino allo scorso anno si era tenuta presso la Chiesa dell'Abbazia di Nonantola, ma che quest'anno a causa del recente terremoto che ha investito la provincia di Modena, si è tenuto a Redù.

L'altra occasione è stato l'invito della nostra cara concittadina, Cecilia Gargiulo, che risiede a Modena e la cui persona è legata alla memoria dello zio, il compianto Bernardino Rocchi, che per tutta la vita è stata una delle colonne por-tanti della Corale di S. Margherita. L'incontro canoro, non solo è stato occasione

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2013 pag. 13

Z I E C O M U N A L I

Villa Serena si arrie chis c e

RIFACIMENTO DELLA PIAZZETTA NUOVO MANTO STRADALE IN SAN FRANCESCO VIA VERENTANA "A breve inizieranno i lavori per il rifacimento della pavimentazio-ne delia piazzetta di fronte alla trecentesca chiesa di San Francesco". A comunicarlo è direttamente il sindaco Luciano Cimarello che si è impegnato in prima persona per l'avvio del progetto di riqualifi-cazione dell'area. "Essendo lo stato della piazza antistante la chiesa - spiega il primo cittadino - ormai da tempo deteriorato con possibilità di rischi per i passanti, l'amministrazione ha deci-so di rifare la pavimentazione della suddetta piazzetta riqualifi-candola il più possibile. Dopo un attento studio è stato deciso di non inserire più l'asfalto ma creare una vera e propria pavimen-tazione in peperino per valorizzare la chiesa di San Francesco e soprattutto sistemare l'area per i numerosi anziani che giornal-mente vi si recano".

RIFACIMENTO DEI MARCIAPIEDI IN VIA DANTE ALIGHIERI E ORESTE BORGHESI Tra qualche giorno inizieranno anche i lavori per il rifacimento dei marciapiedi di via Dante Alighieri e di via Oreste Borghesi. L'amministrazione in tal senso, per valorizzare entrambe le vie, dive-nute il perno del commercio di Montefiascone, ha appaltato i lavori per migliorare la sicurezza dei pedoni.

Sono stati appalta-ti i lavori di rifaci-mento del manto stradale nel tratto di via Verentana che interesserà la strada dal Bar Roma, quindi dalla sua origine, fino alla chiesa del Riposo. Entro qualche gior-no inizieranno i lavori che faranno sì che via Verentana abbia un nuovo manto stradale, infatti qualche settimana fa è stato asfaltato il tratto della stes-sa via che si estende dalla chie-sa di Montedoro fino alla frazione delle Mosse.

Nel corso della mattinata di mercoledì 7 agosto, è stato ufficialmen-te inaugurato il giardino sensoriale rendendo così la struttura al passo con i tempi.

L'ampio spazio antistante l'entrata principale è stato completamente ristrutturato e vi è stato ricavato un grande giardino ed un percorso sen-soriale usufruibile dai tanti ospiti del complesso.

L'inaugurazione ha visto la presenza degli amministratori sia del Comune e sia della società privata Geress; in testa il sindaco di M o n t e f i a s c o n e Luciano Cimarello insieme ai membri della giunta ed alcu-ni consiglieri, i com-ponenti amministra-tivi di Villa Serena ed il consigliere regionale Enrico Panunzi.

La cerimonia è iniziata con il dottor Simone Rozzi, in rappresentanza della parte medica della struttura, che ha spiegato la notevole importanza di questo percorso sensoriale per gli anziani. Poi l'intervento dell'assistente sociale Emanuela Bernardo che ha illustrato il progetto "Il libro dei ricordi" che è stato elaborato da alcu-ni anziani inerenti le loro memorie. Le copie sono state poi regalate al consigliere regionale, al sindaco e al presidente della struttura Luciano Ventanni. A seguire la benedizione di don Giuseppe Trapè.

Poi la cerimonia ha visto il taglio del nastro dell'inaugurazione uffi-ciale con l'alzabandiera e l'inno d'Italia cantato dal coro di Villa Serena accompagnato dal maestro Tommaso Mariottini.

Poi l'intervento del primo cittadino di Montefiascone Luciano Cimarello: "Questo giardino sensoriale - ha spiegato il sindaco - è una miglioria non solo per Villa Serena ma anche per l'intera città di Montefiascone. Infatti nel Lazio sono poche, pochissime le strutture sanitarie che possono offrire questa possibilità agii ospiti. Oltre ad esse-re una splendida realtà, con un nuovo effetto visivo, è una miglioria che rivaluta tutta la struttura e costituisce un valore aggiunto, non indifferen-te, a Villa Serena. Inoltre è da evidenziare che è stata realizzata con il

A conclusione della cerimonia il coro, composto dagli ospiti della struttura, si è ancora esibito tra gli applausi, cantando alcuni brani di qualche decennio fa, del periodo della loro giovinezza.

lavoro di tutto il personale. Questo progetto è stato possibile anche grazie ai fondi ricavati dai taglio degli sti-pendi, del 50% di tutto il consiglio di amministrazione, effettuato nella mia seduta del eda da sindaco. Un caloroso gra-zie - ha concluso Cimarello - va a tutti coloro che hanno reso possi-bile questo pro-getto ed un parti-colare ringrazia-mento è dovuto agli anziani ed al coro di Villa Serena che è sempre presente con le sue pregevoli esibi-zioni ad ogni manifestazione".

Poi ha preso la parola Manfredi Genova amministratore delegato della società Geress: "Villa Serena è una delle poche realtà di società mista pubblico-privata che produce dei risultati eccellenti. Questa nostra esperienza deve essere da spunto e da esempio per la gestione della sanità regionale e nazionale. Posso affermare che Villa serena è un modello vero di eccellenza nella sanità laziale".

Infine è intervenuto il consigliere regionale Enrico Panunzi sempre molto attento e sensibile alle problematiche locali: "È un dovere essere qui oggi per l'inaugurazione di questo giardino sensoriale. Questo è un tipico esempio di come la sanità possa rispondere a pieno alle esigen-ze dei pazienti e degli anziani e per questo ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo progetto, nato dall'amore per gli altri. Rimango a completa disposizione per migliorare e programmare inter-venti nella struttura, perchè è un dovere e un obbligo mio nei confronti della cittadinanza".

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pag. 10 LA VOCE - n° 9 - Settembre 2013

Q u e l l a c r o c e c h e u n i s c e Con la croce sulle spalle Gesù ancora oggi

percorre le nostre strade e unisce quanti sof-frono. Lo ha detto Papa Francesco, venerdì sera, 26 luglio, al termine della Via Crucis svol-tasi sulla spiaggia di Copacabana.

Carissimi giovani! Siamo venuti oggi qui per accompagnare

Gesù lungo il suo cammino di dolore e di amore, il cammino della Croce, che è uno dei momenti forti della Giornata Mondiale della Gioventù. Al termine dell'Anno Santo della Redenzione, il Beato Giovanni Paolo II ha voluto affidare la Croce a voi, giovani, dicen-dovi: "Portatela nel mondo come segno del-l'amore di Gesù per l'umanità e annunciate a tutti che solo in Cristo morto e risorto c'è sal-vezza e rendenzione". (Parole ai giovani [22 aprile 1984]: Insegnamenti VII, I [1984] 1105). Da allora la Croce ha percorso tutti i Continenti e ha attraversato i più svariati mondi dell'esi-stenza umana, restando quasi impregnata dalle situazioni di vita dei tanti giovani che l'hanno vista e l'hanno portata.

Cari fratelli, nessuno può toccare la Croce di Gesù nella propria vita. Tre domande vorrei che risuonassero nei vostri cuori questa sera accompagnando il Signore: Che cosa avete lasciato nella Croce voi, cari giovani del Brasile, in questi due anni in cui ha attraversa-to il vostro immenso Paese? E che cosa ha lasciato la Croce di Gesù in ciascuno di voi? E, infine, che cosa insegna alla nostra vita questa Croce?

Un'antica tradizione della Chiesa di Roma racconta che l'Apostolo Pietro, uscendo dalla città per scappare dalla persecuzione di Nerone, vide Gesù che camminava nella dire-zione opposta e stupito gli domandò: "Signore, dove vai?". La risposta di Gesù fu: "Vado a Roma per essere crocifisso di nuovo". In quel momento, Pietro capì che doveva seguire il Signore con coraggio, fino in fondo, ma capì soprattutto che non era mai solo nel cammino; con lui c'era sempre quel Gesù che lo aveva amato fino a morire.

Ecco, Gesù con la sua Croce percorre le nostre strade e prende su di sé le nostre paure, i nostri problemi, le nostre sofferenze, anche le più profonde. Con la Croce Gesù si unisce al silenzio delle vittime della violenza, che ormai non possono più gridare, soprattut-

to gli innocenti e gli indifesi; con la Croce, Gesù si unisce alle famiglie che sono in diffi-coltà, e che piangono la tragica perdita dei loro figli, come nel caso dei 242 giovani vittime del-l'incendio nella città di Santa Maria all'inizio di quest'anno. Preghiamo per loro. Con la Croce Gesù si unisce a tutte le persone che soffrono la fame in un mondo che, dall'altro lato, si per-mette il lusso di gettare via ogni giorno tonnel-late di cibo; con la Croce, Gesù è unito a tante madri e a tanti padri che soffrono vedendo i propri figli vittime di paradisi artificiali come la droga; con la Croce, Gesù si unisce a chi è perseguitato per la religione, per le idee, o semplicemente per il colore della pelle; con la Croce, Gesù è unito a tanti giovani che hanno perso la fiducia nelle istituzioni politiche perchè vedono l'egoismo e la corruzione o che hanno perso la fede nella Chiesa, e persino in Dio, per l'incoerenza di cristiani e di ministri del Vangelo. Quanto fanno soffrire Gesù le nostre incoerenze! Nella Croce di Cristo c'è la soffe-renza, il peccato dell'uomo, anche il nostro, e Lui accoglie tutto con le braccia aperte, carica sulle sue spalle le nostre croci e ci dice: Coraggio! Non sei solo a portarle! lo le porto con te e io hovinto la morte e sono venuto a darti speranza, a darti vita (cfr. Gv3,16).

Adesso possiamo rispondere alla seconda domanda: che cosa ha lasciato la Croce in coloro che l'hanno vista e in coloro che l'hanno toccata? Che cosa lascia la Croce in ciascuno di noi?

Vedete: lascia un bene che nessuno può darci: la certezza dell'amore fedele di Dio per noi. Un amore così grande che entra nel nostro peccato e lo perdona, entra nella nostra soffe-renza e ci dona la forza per portarla, entra anche nella morte per vincerla e salvarci. Nella Croce di Cristo c'è tutto l'amore di Dio, c'è la sua immensa misericordia. E questo è un amore di cui possiamo fidarci, nel quale pos-siamo credere. Cari giovani, fidiamoci di Gesù, affidiamoci a Lui (cfr. Lettera enc. Lumen fidei, 16), perchè Lui non delude mai nessuno! Solo in Cristo morto e risorto troviamo la salvezza e la redenzione. Con lui, il male, la sofferenza e la morte non hanno l'ultima parola, perchè Lui ci dona speranza e vita: ha trasformato la Croce dall'essere uno strumento di odio, di sconfitta e di morte ad essere un segno di amore, di vittoria, di trionfo e di vita.

Il primo nome dato al Brasile è stato proprio

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quello di 'Terra de Santa Cruz". La Croce di Cristo è stata piantata non solo sulla spiaggia più di cinque secoli fa, ma anche nella storia, nel cuore e nella vita del popolo brasiliano e in molti altri popoli. Il Cristo sofferente lo sentia-mo vicino, uno di noi che condivide il nostro cammino fino in fondo. Non c'è croce, piccola o grande che sia, della nostra vita che il Signore non condivida con noi.

Ma la Croce di Cristo invita anche a lasciarci contagiare da questo amore, ci insegna allora a guardare sempre l'altro con misericordia e amore, soprattutto chi soffre, chi ha bisogno di aiuto, chi aspetta una parola, un gesto, la Croce ci invita ad uscire da noi stessi per andare loro incontro e tendere loro la mano. Tanti volti li abbiamo visti nella Via Crucis, tanti volti hanno accompagnato Gesù nel cammino verso il Calvario: Pilato, il Cireneo, Maria, le donne... lo oggi ti chiedo: Tu come chi di loro vuoi essere? Vuoi essere come Pilato che non ha il coraggio di andare controcorrente per salvare la vita di Gesù e se ne lava le mani. Dimmi: sei uno di quelli che che si lavano le mani, che fa il finto tonto e guarda dall'altra parte? O sei come il Cireneo, che aiuta Gesù a portare quel legno pesante, come Maria e le altre donne, che non hanno paura di accompagnare Gesù fino alla fine, con amore, con tenerezza. E tu, come chi di questi vuoi essere? Come Pilato, come il Cireneo, come Maria? Gesù ti sta guardando adesso e ti dice: mi vuoi aiutare a portare la Croce? Fratelli e sorelle: con tutta la tua forza di giovane cosa Gli rispondi?

Cari giovani, alla Croce di Cristo portiamo le nostre gioie, le nostre sofferenze, i nostri insuccessi; troveremo un Cuore aperto che ci comprende, ci perdona, ci ama e ci chiede di portare questo stesso amore nella nostra vita, di amare ogni nostro fratello e sorella con que-sto stesso amore.

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2013 pag. 13

Le nostre fata ex-alunni!!!

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SCIPIONI

arruolati, congedati disertori e dispersi

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siBria per insigni, MIE, iRediatf tfe! Pflatifìsis SiBiisris S. Maria de La Quercia,

Carissimi amici, vi portiamo a conoscenza che il volume di fotografie relativo al periodo vissuto in seminario è stato finalmente stampato. Non è un volume in cui scorro-

no davanti ai nostri occhi anonime foto, perchè ciascuna di esse è ben circostanziata da una ricca didascalia; anzi la serie delle foto, di tanto in tanto, è scan-dita dai contributi che alcuni ex-alunni hanno voluto offrire, per cui attraverso lo scorrere di immagini del periodo trascorso in seminario, emergono, prendo-no vita e si sviluppano rievocazioni particolari che ognuno di noi è in grado di rivivere, forse inaspettatamente, attraverso il fluire di ricordi ormai lontani, che erano quasi dimenticati...

Tutti coloro che il 15 giugno sono intervenuti al convegno annuale, hanno acquistato il pregevole volume (16 euro), subito sfogliandolo con immenso pia-cere. Questo invito è rivolto soprattutto a quelli che hanno lasciato la propria e-mail (ma non hanno potuto prendere parte al convegno), con preghiera non solo di rivolgersi all'editore per ottenere il volume: Felice Scipioni - tel. 0761.453686, e-mail: [email protected], ma anche di informarne gli ex-alun-ni del proprio territorio in modo che possano mettersi in contatto con Scipioni per l'acquisto.

Ringraziamo anticipatamente tutti quelli che si preoccuperanno di diffondere quest'annuncio, anche perchè l'impegno economico per realizzare il volume è stato abbastanza oneroso. Un abbraccio a tutti

Don Domenico Pieracci, Giuseppe Baldi, Giuseppe Giontella

AVERE GESÙ NEL CUORE È ESSERE SACERDOTI, NON SEMPLICI FUNZIONARI

Il prefe, un "altro Cristo / /

PIERO GHEDDO

Il 15 giugno sono andato a Vercelli per celebrare, in una giornata di frater-nità sacerdotale, le ricorrenze dei confratelli diocesani con 60-50-40-25 anni di sacerdozio. Avevo il cuore pieno di gioia e ho espresso due pensie-ri. 1) Ringraziamo il Signore che ci ha scelti, ci ha guidati, consolati, illumi-nati, perdonati (più e più volte) e ha portato ciascuno di noi a essere "un altro Cristo", lo prete sono, come Gesù, mediatore fra Dio e gli uomini. L'errore più funesto per un prete è di avere un mediocre concetto della sua dignità e missione, di considerarsi un funzionario, un impiegato a servizio della Chiesa, della parrocchia. Non è così. Non esiste al mondo altro per-sonaggio più importante e indispensabile del sacerdote di Cristo. Il mondo non ci crede, ma la fede ci dice che è così. Nonna Anna era una santa donna che aveva allevato ed educato dieci figli e, poi, noi: tre nipoti. Era semi-analfabeta (solo la prima elementare), ma con una saggezza evan-gelica che la rendeva gradita a tutti. La chiamavano quando c'era un ammalato o un morto per andare a pregare, a consolare, a dire una buona parola a tutti. Nell'estate 1949 - morì poco dopo, a 84 anni - ero seduto vici-no a lei e pregavamo assieme. Mi chiese quanti anni mi mancassero per diventare sacerdote. Quattro, le risposi. Lei disse: "lo non ci sarò più, ma ricordati, Piero, che quel giorno tu sarai diventato più grande e più impor-tante di De Gasperi e di Togliatti, di Truman e di Stalin, perchè dirai le paro-le della consacrazione, chiamerai il Signore sull'altare e Lui verrà. Avrai Gesù nelle tue mani e potrai darlo a tutti. Non c'è nulla di più importante in questo mondo".

Quando celebro la Santa Messa, chiedo sempre al Signore la grazia di avere la fede della nonna Anna e di commuovermi quando consacro l'ostia e il vino e mi nutro del Corpo e Sangue di Cristo. 2) Il prete dev'essere un uomo innamorato di Gesù Cristo, per dare al mondo l'immagine dell'unico Salvatore dell'uomo. Solo quando Gesù è l'unico amore della nostra vita, riusciamo ad amare tutto il prossimo, anche quelli che non ci vogliono bene; a comunicare in modo efficace la Parola di Dio e portare frutti di vita eterna. Come diceva San Paolo: "IO ho pianto, Apollo ha irrigato, ma è Dio che fa crescere" (1 Cor. 3,6). Perchè solo Dio conosce a fondo le anime e le attira a sé, le converte. Non basta che pre-dichiamo Gesù Cristo, non basta che lo studiamo e preghiamo, dobbiamo amarlo con passione, metterlo sempre al primo posto nelle nostre scelte esistenziali. Innamorarsi di Cristo è un dono di Dio che dobbiamo chiede-re, ma anche prepararci a riceverlo con una vita trasparente totalmente orientata a Dio, alle realtà spirituali e soprannaturali, distaccandoci a poco a poco da tutti gli affetti e gli ostacoli terreni che impediscono la totale con-sacrazione a Cristo. Non ci riusciremo mai del tutto, è una via di purifica-zione che dura tutta la vita e che ci ringiovanisce ogni giorno. Il prete è effi-cace nel suo ministero solo se segue il consiglio di Gesù: "Rimanete uniti a me e io rimarrò uniti a voi" (Giov. 15,4). Questo vale per tutti, ma soprat-tutto, cari sacerdoti, per noi che siamo chiamati a essere per la gente "un altro Cristo". Del grande missionario monsignor Aristide Pirovano, fondato-re e vescovo di Macapà in Amazzonia, un suo confratello di missione mi ha detto: "Era tutto di Dio e tutto degli uomini". Don Primo Mazzolari, la "trom-ba d'argento dello Spirito Santo nella pianura padana" come diceva Giovanni XXIII, ha scritto: "Se io non porto Cristo agli uomini, sono un prete fallito.

Posso fare molte cose buone nella vita, ma l'unica veramente indi-spensabile nella mia missione di prete è questa, comunicare il Salvatore agli uomini, che hanno fame e sete di Lui". Per comunicare Cristo bisogna averlo semplicemente nel cuore.

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pag. 10 LA VOCE - n° 9 - Settembre 2013

"LA VOCE" E' GRATA Al SUOI CAVALIERI: Onofri Antonio, Azzolini Lucia, Famiglia dei Fiordini, Ranaldi Maria Gigliola, i famigliari in suffragio di Cavallucci Francesco, Ruggeri Caporusso Mirella, lo sposo in omaggio di Romano Maria Cristina, Torri Nunziati Bianca, M.R, Moisè Francesca - Canulli Ezio, Cevolo Felice, Trapè Anna, Perazzi Santina.

BENEMERITI: Maurizi Maurizio, Saraca Anna, Sensi Dance School, Ballarotto Carlo e Salvatore, Esposito Laura Benedetti, Volpini Benedetti Marisa, Centro Polisportivo Libertas, Ugolini Arcangelo - Centro Anziani, Maurizi Lina, Ranucci Ferdinando, Piacentini Assunta, Tortorella Giorgio, Lombardelli Stefano.

AMICI: Bartoleschi Pietro, Bartoleschi Carlo, Cesarini Cesare, Taratufolo Pietro, Famiglia Andreani, i due angeli gemelli Alessio e Desirè, Silvestri Emanuela, Gelsomini, Sassara Vera, Carini Pietro.

Anagrafe cittadina NATI (luglio-agosto): Corsi Emanuele di Marco e Trapè Paola (25/6), Kruszynski Nicolò di Arkadiusz Jozef e Bartoleschi Enrica (1/7), Tigaeru Denisa Alina di Vasile e Tigaeru Gina Valentina (5/7), Migliorni Gaia di Vittorio e Zampetta Emanuela (9/7), Brunelli Marta di Andrea e Bacchiarri Nicoletta (16/7), Zampetta Samuele di Enrico e Barzi Monia (16/7), Scarino Matilde di Mirto e Camacci Francesca (27/7), Postolache Denis Adrian di Adrian Claudiu e Postolache Claudia Alina (1/8), Crocetti Ginevra di Cristiano e Nami Maria Elisa (8/8), Gentili Vittoria di Andrea e Castellani Roberta (15/8), Pecoroni Samuele di Francesco e Silvestri Manuela (10/8), Mali Fabio di Albert e Mali Irma (21/6), lonicel Miruna Cristina di Cristian e lonicel Diana (16/6), Cianchi Diego di Emanuele e Ovidi Monia (31/7), Yu Marco di Bangguo e Yang Quinwei (11/6).

MATRIMONI: Chiodo Fabrizio e Ferreira Sena Livia (29/6), Paoletti Emanuele e Fanali Elena (22/6), Cevolo Danilo e Manzi Valentina (13/7), Marianello Stefano e Rastrello Elisa (20/7), Rossetti Fabrizio e Brigliozzi Sara (27/7), Scarino Andrea e Egidi Alice (1/7), Benedetti Fabrizio e Meacci Eleonora (21/7).

MORTI: Pietretti Pompea (n.7/6/27 m.28/6), Boccalini Goffredo (n.8/9/33 m.5/7), Pagliaccia Gino (n.1/1/25 m.8/7), Romoli Liana (n.13/9/16 m.9/7), Trapè Ida (n.21/5/29 m.10/7), Chiricotto Amedeo (n.18/7/37 m.1/8), Costanzo Maria (n.1/3/18 m.1/8), Castellani Emilia (n.3/2/29 m.3/8), Morleschi Giovanni (n.6/2/35 m.3/8), Marianello Giuseppina (n.21/6/20 m.8/8), Paoletti Amerigo (n. 19/9/22 m.18/8), Ambrogi Vittoria (n.7/9/29 m.2/7), Mecali Maria Annita (n.18/1/24 m.5/7), Alberti Luciano (n.13/6/46 m.7/7), Perini Angela (n.30/10/34 m.6/8), Franchi Francesca (n.16/2/25 m.10/8), Meaccini Giovanni (n.13/2/31 m.23/6), Pagliaccia Urbano (n.3/9/42 m.24/6), Maiucci Settimio (n.16/4/26 m.9/7), Porroni Guido (n.9/2/51 m.12/7), Ambrogini Irene (n.23/2/34 m.15/7), Rosati Enrico (n.19/3/30 m.22/7), Moretti Antonia (n.13/9/50 m.25/7), Ardesi Teresa (n.18/8/22 m.19/7), Pagliarella Angela (n.14/10/38 m.27/7), Ercoli Irma (n.29/11/25 m.30/7), Berna Settimia (n.27/2/29 m.5/8), Picchi Alessandro (n.3/4/40 m.11/8), Cavallucci Francesco (n.15/11/31 m.13/8).

Aiutateci IM se potete! Questo è ¡145° anno de "La Voce", uscita tutti i mesi, compreso agosto. Ringraziamo di cuore tutti coloro che la ricevono e che pensano ad un contributo. Finora non abbiamo messo prezzo al mensile, perchè ci è bastata la generosità di tanti e la disponibilità di chi con sacrifi-cio lo porta avanti (senza alcun compenso!). È vero, stiamo attraversando un periodo di crisi, ma non è il contributo per "La Voce" che incide tanto! Se volete che continui ad uscire regolarmente basta mandare o consegnare un contributo anche mode-sto. Non gettatela nel "cassonetto" se non vi interes-sa, rimandatela indietro e verrà tolto il vostro indi-rizzo. Per versare ci sono diversi modi che si possono vedere a pag. 20. Basta un pizzico di buona volontà!

"L'Eco" di Zepponami a cura di A. Cempanari

GIORNATA DEDICATA AL PAZIENTE CARDIOPATICO

Continuano le giornate informative rivolte alla popolazione organizzate dall'AMBULATORIO INFERMIERISTICO AEFFE. Il prossimo incontro è previsto per il 05 ottobre 2013 dalle ore 08.30 alle ore 12.00 dove verrà affrontato il tema del "paziente cardiopatico".

Vi aspettiamo al Centro Polispecialistico di Zepponami in via del Giglio Vecchio 1/F dove saranno a disposizione della cittadinanza oltre che gli Infermieri dell'Ambulatorio AEFFE per un consiglio comportamentale e assistenza, con monitoraggio dei parametri vitali, il dott. Angelo Cempanari, la Dietista dott.ssa Tiziana Purgatori per consulenze nutri-zionali e Daniela Ranucci Body Trainer della Palestra Atlhon Power su come impostare un'ottima attività fisica in funzione al problema riscontrato. Saranno inoltre presenti anche il personale della Farmacia di Zepponami e il dott. Mario Malavasi, cardiologo, che dopo esecuzione di un elettrocardiogramma sarà a disposizione della popolazione per un even-tuale consulto. Per informazioni chiamare 333.4711760.

Grazie, Eccellenza! Questa è una considerazione personale sulla ricorrenza di Sabato 24 agosto presso la

frazione Poggeri in occasione dei festeggiamenti religiosi di S. Giovanni Battista. Abbiamo goduto della presenza di S.E. Fumagalli Lino, Vescovo di Viterbo, il quale ha celebrato la S. Messa e partecipato alla processione nella frazione. Sono orgoglioso di esprimere il mio riconoscimento per l'importante avvenimento e S.E. ci ha colpiti con le sue parole semplici ed umane predicate durante la funzione. Ma la vera grandezza è stato il comportamento e la dolcezza con gli abitanti che lo hanno accolto all'arrivo ed alla fine della manifestazione: lo scambio di parole, di frasi, di battute sono state veramente importanti perchè S.E. ha per-messo molta libertà.

La grandezza vera, fuori dalla chiesa, qui sembrava la figura di Papa Francesco, è quando si è avvicinato ai bambini presenti grandi e piccoli, ed erano tanti, con la benedizio-ne, una carezza e lo scambio di piccole battute. Tutto con grande allegria.

La cordialità, la semplicità ed il sorriso sono il regalo più bello che ci hanno fatto cono-scere ed apprezzare una grande persona che con l'aiuto del Signore e l'interessamento di Don Giuseppe vorremmo nuovamente fra noi.

Grazie Eccellenza, anche da parte del Comitato a cui naturalmente fanno capo tutti gli abitanti delle frazioni Poggeri - Commenda.

Vittorio Paoletti

Gentile Direttore, premetto che non avrei voluto controbattere le osservazioni di Quinto Ficari pubblicate

nell'ultimo numero de "La Voce" - in quanto non è produttivo applicare metodi scientifici di analisi storica a un lavoro che si muove con altri criteri - ma in un punto della sua replica Ficari mi attribuisce un'affermazione che non ho mai fatto e che pertanto vorrei chiarire.

Brevemente le ricordo che Ficari, partendo da un'ipotesi personale che subito lo costringe a "forzare" l'età della cosiddetta lapide di Defuk - anticipandone la data di circa un secolo - identificata in Friedrich von Tanne il personaggio sepolto sotto la suddetta lapi-de; poi, per spiegare l'incongruenza tra gli stemmi dei due personaggi, ipotizza il posterio-re intervento di un parente di Friedrich von Tanne nella commissione della sepoltura; quin-di suppone che il committente in questione, Truchsessen Eberhard von Tanne-Waldburg arcivescovo di Salisburgo, abbia preferito far porre sulla tomba lo stemma della città di Salisburgo invece che quello della famiglia Waldburg o, più opportunamente, della famiglia von Tanne; infine conclude immaginando che uno degli stemmi - o quello presente nella lapide di San Flaviano o quello di Salisburgo - abbia subito un'alterazione grafica e che quindi, anche se la blasonatura lo smentisce, i due stemmi siano analoghi. In pratica lo svi-luppo del lavoro poggia su una ipotesi che fa riferimento a un'altra ipotesi derivata da una ipotesi a sostegno della ipotesi iniziale.

"La storia si fa con i documenti" precisavano, già nel 1898; Charles-Victor Langlois e Charles Seignobos nella loro Introduction aux études historiques; con i metodi di Ficari, invece, nella migliore delle ipotesi si costruiscono "fantastorie" alla Dan Brown.

Ma andiamo al motivo del mio intervento. Fraintendendo il testo di un mio articolo - pubblicato da "Biblioteca e Società" nel 2000

- in cui contestavo l'ipotesi che considerava la chiesa di San Flaviano una cappella palati-na sveva, a un certo punto dell'argomentazione, ma sempre riferendomi all'ipotetica esi-stenza di un castello o castrum nel borgo di San Flaviano, dichiaravo che questa eventua-lità era da ritenere "un'inattendibile congettura". Ficari ha impropriamente rapportato que-ste parole alla morte di Friedrich von Tanne a Montefiascone; episodio che invece, essen-do supportato da documenti, non ho mai pensato di mettere in discussione.

Ringraziandola per l'attenzione, le prometto che non interverrò più su questo argomen-to.

Giancarlo Breccola

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2013 pag. 13

LA PORTA DEL CAS ALINO - parte fi naie di Normando Onofri

L'idea di costruire una strada per collegare la zona del Casalino a Via Verentana fu elaborata dall'lng. Enrico Mezzetti nel gennaio 1938 e subito approvata dal Comune per una spesa di £ 35.000 più £ 10.00 per costi d'espro-prio1. Di fatto, il nuovo tratto viario avrebbe costituito una nuova porta d'accesso al centro città ed il nuovo cam-minamento, largo cinque metri e lungo quaranta, avrebbe avuto un dislivello di otto metri e mezzo.

Al progetto s'uniformaro-no più o meno volentieri tutti i proprietari delle casette site nel vicolo cieco di Largo Garibaldi che cercarono, ognuno, di trarne anche qual-che vantaggio. Ad esempio, la signora Porroni Angela vedova Radicati, sottoscrisse una convenzione per effet-tuare la permuta della sua casetta con l'impresa Saraca Vincenzo il quale, in contropartita, le avrebbe trasferito una propria abitazione in Via del Fosso del pari valore di £ 10.000 che, come riportato, corrisponde-va all'importo dell'indennità d'esproprio valutata dal comune.

Gli eredi di Lampani Giulio, invece, pur cercando anch'essi di rice-vere i giusti riconoscimenti e, perché no, anche qualche vantaggio, s'op-posero all'esproprio. Infatti, nel giugno dello stesso anno presentarono una memoria scritta al fine di conoscere nel dettaglio i termini del pro-getto, le proprietà di pertinenza che il Comune intendeva espropriare loro (giardino, stalletta, serra) e le conseguenti valutazioni economiche2.

L'esproprio parziale al giardino della famiglia Lampani, se da un lato avrebbe ridotto la fruibilità dell'area verde di loro pertinenza dall'altro

favoriva l'intero immobile con un nuovo muro di recinzione ed un priva-to cancello d'ingresso. In questo modo, considerava ring. Mezzetti, i lavori di cui beneficiavano i Lampani sarebbero stati di maggior gradi-mento in quanto l'intero immobile avrebbe avuto una consistente valo-rizzazione.

Per la materiale realizzazione del progetto, però, ci fu una brusca frenata. Il verbale della delibera podestarile d'avvio lavori terminava, purtroppo, con un laconico: "Al finanziamento del progetto si prowede-rà in un secondo tempd'. Molto palesemente ciò significava che il Comune, in quel momento, non aveva i mezzi necessari per appaltare i lavori per cui il Prefetto, seppur animato dalla massima benevolenza, fu costretto a dare un forte segnale amministrativo consistente nell'appro-vazione del progetto e dell'opera ma "solo sotto il profilo tecnico avver-tendo che non potrà essere data esecuzione ai lavori fino a quando non saranno determinati i mezzi finanziari e fissate le modalità di appaltd'.

La delibera restò così sospesa nell'at-tesa di reperire i relativi fondi che, purtroppo, non furono tro-vati.

Tuttavia, per la materiale rea-lizzazione del progetto s'aprì un inatteso fron-te positivo. L' impresario locale Guido Bronzetti, infatti, in considerazio-ne degli scarsi lavori edili pub-blici e privati che in quel tempo offriva la città, propose3 al podestà di eseguire a sue spese l'intera opera alle seguenti condizioni: 1) realizzazione del lavoro conformemente al pro-getto entro l'anno 1939; 2) pagamento del compenso, già deliberato dal Comune in £ 35.000, entro l'anno 1941.

Lo sforzo economico che Guido Bronzetti s'apprestava a compiere per il bene della comunità, nonché suo, sembrava una manna dal cielo ma, per motivi che non hanno riscontro documentale, non si concretiz-zò. E fu la sua fortuna. Infatti, in considerazione dei bagliori di guerra già annunciati e del conseguente successivo disastro cui il Paese andava incontro, l'anticipazione che il titolare dell'impresa s'apprestava a com-piere avrebbe sicuramente comportato notevoli disagi economici anzi-ché uno sperato guadagno.

Finita la guerra, mutarono drasticamente le esigenze nonché le prio-rità pubbliche e private per cui il progetto cadde nel dimenticatoio.

Situazione attuale dello "sbocco" su Via Verentana

Qualche tempo dopo, siamo negli anni Settanta, il consigliere socia-lista Ennio Sensi ripropose nella sede politica del pre - consiglio l'idea d'aprire una porta/strada tra il Casalino e Via Verentana. Le finalità che egli si proponeva erano simili alle precedenti anche se, ovviamente, con progetto da rielaborare adattandolo ai tempi moderni. Ma nonostante gli sforzi personali profusi dal Sensi, l'idea non riuscì neanche ad approda-re all'esame del Consiglio Comunale.

Di aprire quella "porta" nessuno ormai parla più anche se, forse, si potrebbe riaccendere qualche speranza.

[email protected]

1 Delibera podestà Cav. Filippo Sciuga del 5-3-1938. 2 Foglio datato 9-6-1938/XVI a firma Torquato Lampani. 3 Offerta datata 27 dicembre 1938/XVII

Disegno d'insieme dei lavori ultimati

Progetto di recinzione del giardino Lampani

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pag. 10 LA VOCE - n° 9 - Settembre 2013

E' giunto il momento di sciogliere le vele c2 Tm. 4,6)

Marianello Giuseppa in Coralloni

20.6 .1920 - 8.8.13

La forza della semplicità... questo sei stata tu nonna In 93 anni di vita. Forte e semplice, dolce e coraggiosa, buona e combattiva, tante qualità per descrivere la donna che sei stata e la donna che rimarrà comunque sempre con noi.

Quando la malattia ti ha colpito, plano piano ti sei allontanata dal tuo corpo, c'eri ma purtroppo le tue paro-le e le tue carezze si erano affievolite. I tuoi occhi però non hanno mai abbandonato chi si prendeva cura di te. I tuoi occhi hanno sempre accarezzato tua figlia Bruna che non ti ha mai lasciato nemmeno per un momento, rinunciando un po' a se stessa; hanno continuato a seguire tuo figlio Pietro che veniva a trovarti per farti sentire la sua presenza e hanno unito il tuo cuore a tua figlia Suor Agnese che per le sue difficoltà non poteva starti vicino come avrebbe voluto e ti ha tenuta vicina a Dio con le sue preghiere. I tuoi occhi sono stati I fari della tua anima e hanno dimostrato anche a tuo genero Corrado e a Maria tua nuora quanto bene volevi a chi aveva deciso di far parte della vita dei suoi figli.

Ricordo benissimo le lacrime di noi tutti il giorno del tuo funerale, il dolore di chi compostamente veniva a darti un saluto, lo sono sicura che se tu avessi potuto parlare avresti ringraziato tutti allargando le braccia, con

lacrime di gioia, commossa e felice. E tutti noi vogliamo unirci a te nel dire grazie a

parenti e amici e a quanti ci sono stati di conforto con una parola e un abbraccio. Un grazie ai tre sacerdoti che hanno celebrato il rito funebre e un grazie alla serie-tà e sensibilità dell'impresa funebre che ha seguito i funerali.

Ora chiudo gli occhi e ti vedo: in Paradiso vicino a Dio e a nonno Enrico. Ti ha aspettato tanto, ora final-mente insieme per sempre, lui con le sue capacità ora-torie argute e scherzose e tu con la tua bontà infinita, incastonate insieme formano il quadro che resterà sem-pre vivo nei nostri cuori.

I tuoi nipoti

Cavallucci Francesco

15.11.1931 - 13.8.13

Ci chiediamo cosa potremo provare men-tre guarderemo le prossime partite della Lazio e non sarai lì sul divano, vicino a noi. Ti sentia-mo più vicino che mai, noi, Edoardo e Tommaso, e Veronica, che seppur lontana ti ha sempre considerato un punto di riferimento; guidaci in ogni istante della nostra giovinezza, con affetto, i tuoi nipoti.

Un'opera da completare nell'ambiente di fondo Sentendo voci discordi sulla realizzazione della Tomba di Deuc, siamo andati a

vedere e a fotografare. Era una bella giornata estiva, per cui le foto (diverse) sono venute abbastanza chiare. Propongo su "La Voce" solo alcune foto del monumento

centrale. La realizzazione non è

dispiaciuta, e faccio un vero elogio al sig. Manzi Gabriele, presidente attuale del Corteo Storico Montefiascone, per avere avuto questa idea.

Penso che ci sia da completare e da circondare il tutto con fiori e verdura che rimangano non solo durante il periodo estivo ma anche invernale.

I falisci spesso sono capaci di criticare ma... è bene non tenerne conto!

a destra di chi guarda COMPLIMENTI Al FRATELLI MARMO

a sinistra di chi guarda

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2013 pag. 13

GRANDE SUCCESSO DEL IX MINI CORTEO Concluso in maniera ottimale l'anno scolastico dell'Istituto Comprensivo "Anna Molinaro" con la tradi-

zionale sfilata del Mini Corteo di Arti e Mestieri medievali, ha riscosso ancora una volta un successo stre-pitoso sia di critica che di pubblico. L'insegnante Maura Orzi, ideatrice e referente del Mini Corteo, intende ringraziare pubblicamente e sentitamente tutti coloro che hanno partecipato alla riuscita della IX edizione.

"Ringraziamenti in primis alla Dirigente Scolastica Paola Bugiotti per aver voluto dare continuità al pro-getto - così esordisce - quindi a tutta l'Amministrazione Comunale con in testa il sindaco Luciano Cimarello, il vice sindaco Fernando Fumagalli, gli assessori Giorgio Cacalloro e Renato Trapè per aver concesso un contributo, il patrocinio e per aver messo a disposizione i giardini della Rocca dei Papi e la location per "Lo Mercato de lo Medioevo" ai piedi del palazzo comunale".

Gli amministratori hanno seguito con curiosità ed attenzione ogni parte della manifestazione. Continua la docente "Riconoscenze particolari: al Comitato Genitori nelle persone della Presidente Margherita Camicia, del tesoriere Luigi Marziali, e a tutti i rappresentanti di classe e sezione che hanno coadiuvato con passione nelle varie fasi dell'attività progettuale; ai genitori: Massimo Cesarini per aver costruito magi-stralmente venti nuovi tamburi, Giuseppe Cocciola e Kimo Galgani per aver collaborato con l'esperto Federico Massimi nel far apprendere ai bambini l'arte di suonare il timpano; al maestro di musica Alessandro Leggeri per aver coordinato le musiche dello spettacolo effettuato nel giardino della Rocca; ai numerosi sponsor che sono stati determinanti per la prosecuzione del progetto. Alle associazioni: Opificium di Viterbo, specializzata in ricostruzioni storiche, per aver animato didatticamente il mercatino medievale, Solidarietà Falisca e As.Vo.M. per aver reso sicura tutta la manifestazione. All'Asineria Lory nella persona di Marco Olimpieri per aver messo a disposizione gli animali, molto ammirati, che hanno partecipato alla sfilata. Ai Vigili Urbani e ai Carabinieri per la loro professionalità. Ai titolari della Tipografia Graffietti, Vittorio, Maurizio e Fabrizio, per aver offerto il depliant illustrativo ed esplicativo, in migliaia di copie, che ha contri-buito a rendere visibile, in tutto il territorio, l'evento".

Conclude: "un ringraziamento speciale a tutti gli alunni per il loro interesse verso la storia e le tradizio-ni locali, ai loro genitori, agli insegnanti e ai collaboratori scolastici sempre disponibili e partecipativi. Un plauso ai tantissimi spettatori che hanno seguito la sfilata lungo l'intero percorso creando una degna cor-nice. Grazie". Uno spettacolo che ha stupito tutti con storia, sapori, colori e tante sorprese.

Ma.Ma.

A.S.F. e A S . V O . M . Il giorno 21.08.2013 su un quotidiano locale è stato scritto un articolo che, oltre a lodare la Falisca e la

Protezione Civile, insinuava che c'è in essere una sorta di guerra tra le due Associazioni, e che una è "affi-liata" politicamente ad una parte e l'altra le fa da contraltare, in una sorta di bilanciamento, essendo "affi-liata" da un'altra parte.

Ringraziamo per le lodi, che in tutta onestà, crediamo fortemente di meritare, così come li merita l'Asvom; rigettiamo con forza l'illazione che tra le due associazioni ci sia in atto una sorta di "guerra". Le due Associazioni sono da anni al "servizio" di Montefiascone e dei Montefiasconesi, la Falisca da 22 anni, l'asvom da un po' di meno, l'Asvom addirittura al "servizio" non solo dei montefiasconesi ma anche dove si necessita della loro presenza, in Italia e anche all'estero. Accostarci ad una forza politica ci rattrista, pen-sare che siamo "legati" a forze politiche vuol dire che non si conosce la Falisca, nemmeno superficialmen-te, i volontari che ne fanno parte hanno certamente una propria idea politica, che esprimono, come è dove-roso, fuori dall'Associazione. L'articolo in questione fa notare anche che l'Asvom, durante lo svolgimento della Fiera del Vino, ha attivato un punto di primo soccorso e che, forse, si poteva trovare un punto d'in-contro con la Falisca. Ribadiamo che non abbiamo eluso nessun incontro, le scelte operative di altre Associazioni, finalizzate ad ampliare i servizi resi alla popolazione, trovano il nostro plauso. Ribadiamo che la Falisca, si attiva per i servizi di trasporto infermi o di presenza a manifestazioni ed eventi, su chiamata e/o richiesta.

L'articolo riporta anche altre personali considerazioni dell'ideatore dell'articolo stesso che investono l'Amministrazione cittadina; considerazioni che, come Associazione, non ci riguardano e che chiaramente non commentiamo.

Per l'Associazione di Solidarietà Falisca la Presidente Algerina MONACHINI

Il mese di agosto, appena trascorso, è stato per l'avis locale un mese molto impegnativo e ricco. Ma veniamo ai racconti. Giovedì 8 si è svolta la 5a edizione di UNA CORSA PER LA VITA, corsa podistica in notturna che ha visto la partecipazione di circa 150 atleti provenienti da svariate province, vi hanno partecipato anche atleti loca-li.

Domenica 18 c'è stata la 32a FESTA DEL DONATO-RE, siamo stati onorati della presenza di 56 Consorelle, dalla presenza del Presidente dell'avis Regionale Lazio e dal rappresentante dell'Avis Regionale Campania, vi erano i rappresentanti delle Avis Provinciali di Viterbo, La

Spezia, Caserta e Padova, inoltre c'erano anche i Cavalieri di San Marco di Venezia; le Consorelle prove-nivano da Lazio, Campania, Umbria, Puglia, Liguria, Molise, Emilia Romagna, Veneto e Toscana. Siamo stati onorati dalla presenza di 13 Associazioni di vario genere: 11 di Montefiascone, una del Molise e l'al-tra della Toscana.

La Santa Messa, celebrata a Villa Santa Margherita, è stata officiata da S.E. il Vescovo di Viterbo Lino FUMAGALLI. Sempre il 18, in serata, si è esibita la Banda dell'Ispettorato Regione Lazio dell'Associazione Nazionale Carabinieri; questa esibizione la si deve alla collaborazione tra avis locale e sezione di Montefiascone dell'Associazione Nazionale Carabinieri, sezione che ha seguito la "pratica" per mesi.

Adesso veniamo alle cose molto più importanti: LE DONAZIONI DI SANGUE. Nei quattro giorni previ-sti per le donazioni, abbiamo avuto ben 87 donazioni di sangue intero, in più alcuni sono andati a donare presso il Centro Trasfusionale di Belcolle, perchè erano impossibilitati a donare nei giorni previsti a Montefiascone. La cosa bella, anzi di più, è che molti giovani hanno donato, e alcuni di loro donavano per la prima volta. Speriamo che tantissimi seguano il loro bell'esempio di CIVILE PARTECIPAZIONE E SOLI-DARIETÀ. Di sangue, purtroppo, c'è sempre necessità; chi può non aspetti tempo e si rechi a donare il FLUIDO DELLA VITA.

Per l'avis comunale Montefiascone Carlo GIANVINCENZI

Inform k avis

Ottavo dialogo tra la Peppa e l'Antogna

"Avà, chi nun more s'arivede. Ndadère, Pè, Tò cerca ste giurne e non c'adère, e manco la Cenca ciadèra. Anto, mè tocco laà da sola ssenza parla cò niuno. Ma chae fatto, pare che sèe mezza sderena". "Zettete, Anto, che nà fatecata tosine mesà ch'edera tempo che l'io da fané. Mè tocco annà cor mi Pietro a meta e farcetta che rgrano se corcàa e mettese a fa le cordelle, che la trebbia der Perata s'adèra rotta. Me pare che ciò ncane che me magna la schiena e l'ossa der prosciutto, e ma le cianche nun ciadò manco un pelo de forza, me sento che me làssono...". "Ciadae ragione Pè a esse sderena, certo che de ste tempe nun se po' mannà a male gnente". "Sine, ma a caro prezzo, Anto". "A proposoto, Pè, ma la Cencia anche lèe che fina a fatto, adè na settemana cà dà veni a làa. Co sto callo la cozzetta cadè appiccicata ma le panne je sancotichi-sce e nu je se spiccia piùne". "Me pare, nun m'aricordo piune chi me la ditto Anto, chie volia annà a viaggià, o da qualche artra parte de monno". "Mesà che sto callo jà cotto rciarvello, Pè, co sto lume de luna n'da dannà. Le sorde n'do le pija pe pagà, che tocca fa lemortiplicazione de le pane e de le pesce pè arrivà a la fine der mese". "Avrà fatto come Pinocchio Anto, che volia fa nascia l'arrbro de le zecchine d'oro". "E quarcuno dietro, dietro, Pè, jià frego rseme. Ma lèete, nun ce credo, adè troppo tirchia per fa na cosa semele". "Guarda, guarda, Anto, che tiio ditto, ejiala co Caurrino, da quanto so lustre pare che se sò strofenate ne la ver-necetta". "0 Pè, esso le chiamo. Cencia, Cencia, che semo de sposalizio o de battesemo der rospetto chi adera su la trippa de quanno edere casca ijò pe rasolone? Da quanto luccicàce abbaiate". "Semo de viaggio, Anto". "E dannate a viaggià?". "Ce portono a Cianciano a passà l'acqua". "Pè sentito dine l'acqua de Chianciano fa bene al feto-co. E pè non famme le cavole tue, chi ve ce porta?". "Ce porta rcomune, e paga tutto lue. Cià penso rmi Caurrino che conosce le gente su per comune, vero Caurrì. Ijanno fatto fa na dommanna, e oie partimo, ce stanno quindece giorne, e rivenimo sane come mpe-sce. So brae nun te pare, Anto?". "So brae sine, Cè, ma anche paracùle. Prima te fanno magnà rfitto pè pagà le tasse e te l'avvelenono pé troà le sorde, poe co qualche mugnichella de traforo te con-tentano e te coijonono e te pijono ngiro pe curattolo, anche perchè se morimo le tasse chi ijé le paga?". "Ciadae raijone Anto, mica ciò penso, ma che voe fané?". "Mica vorrae morì prima de muorine". "0 Cè, anche que adè vero, ma mo ar monno ijanno fatto pijà sta vorta, perchè a loro ijè convene, e anche ma noe ce tocca annà ijò per la ripa, anche se nun volemo". "0 Cè, piantala de spettegolane, e fa chiacchiere che movono le cianche, che passa rpumanne e ce lassa. Doppo avoija a chiamallo co le chiacchiere, quello nun c'aspetta". "Adae raijone Caurrì, annamo và, Regà arivedecce e bona laata". "Arrivedecce Cè, arrivedecce Caurrì, pensate a sta bene e a currà rfretoco, che quanno rivenite a da esse nforma pè rincaolasse co la soleta menestra del laoro, de le sorde e de le tasse.

Mezzetti Rolando

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pag. 10 LA VOCE - n° 9 - Settembre 2013

Del più e del meno Nuovo campo da tennis

in terra rossa a MONTEFIASCONE

Sara Brigliozzi e Fabrizio Rossetti: giovani sposi

L'Associazione A.S.D. Oratorio S. Maria delle Grazie è lieta di annunciare l'apertura del nuovo campo da tennis in terra rossa in via della Bastiglia s.n.c. presso l'Oratorio s t e s s o . L'inaugurazione, avvenuta in data 7.8.2013 ha visto partecipare nume-rosi cittadini ed autorità insieme a bambini e giovani tennisti che, grazie all'attività dell'Associazione, hanno potuto iniziare di nuovo a praticare questo sport proprio a Montefiascone, città che nel passato vantava una grande tradizione tennistica ma che recentemente aveva colpevolmente trascurato questo sport.

L'Associazione, nata dalla passione del suo Presidente, Saverio Raggi, del suo vice-presidente Luigi Marziali e dalla grande disponibilità del sacerdote Don Luciano, offre corsi guidati dal maestro iscritto FIT Cristiano Celestini, sia individuali che di gruppo. È possibile inoltre utilizzare il campo previa prenotazione per ore individuali e partecipare a tornei organizzati dall'Associazione.

L'Associazione invita coloro i quali fossero interessati ad avere maggiori informazioni a contattare il Sig. Luigi Marziali ai numeri di telefono 0761.824783 - 3200836213.

Un matrimo-nio tra giovani dalle buone inten-zioni e dal com-portamento cri-stianamente cor-retto e dignitoso. Il giorno 27 luglio, alle ore 17,30, Fabrizio e Sara hanno coronato il loro sogno d'amore cele-brando il loro matrimonio con rito Cristiano, secondo la loro profonda fede che hanno sem-pre dimostrato di avere, nella stori-ca Chiesa di S.anta Maria in Montedoro nella bella cornice di tutti i loro parenti, degli amici e dei genitori Miriam ed Enzo, Roberta e Giancarlo senza dimenticare la nonna Margherita e la cugina Rossella.

Una cerimonia solenne corroborata dai vari saluti dei loro invitati, al termine della celebrazione, dalle varie amiche d'infanzia non poten-do dimenticare quelli della sorella Laura che ha commosso, oltre se stessa, anche tutti i presenti. Fabrizio e Sara, sappiate sempre sorride-re nella vita che vi attende, che si possa verificare tutto quello che voi desiderate. Auguri e tanta felicità.

P.B.

Progredisce la cultura falisca Nuovo libro di poesie

Se da una parte è il problema dei rifiuti solidi urbani a turbare il grado di civiltà dei montefiasconesi, dall'altra parte, quella culturale, la cittadinanza falisca si arricchisce ancora di buoni testi letterari con l'ultimo volume pubbli-cato dall'editrice viterbese Serena, stampato nelle officine grafiche "Silvio Pellico", dal titolo: Trame vellutate di poesie che, in questi giorni di fiera, si può acquistare presso lo stand AVIS di piazzale Roma.

Il volume è stato ufficialmente pre-sentato qualche tempo fa presso i salo-ni della Rocca dei papi alla presenza di un folto pubblico ed esperti poeti che ne hanno ampiamente apprezzato i conte-nuti e soltanto in questi giorni, per il pub-blico, è presente sul campo commercia-le.

Un volume che raccoglie numerose poesie di prestigiosi autori viventi mon-tefiasconesi come Patrizia Torri, Monica Sacra, Marco Marianello, Mario Maranci, Nario Persi, senza dimenticare altri dell'Alto Lazio come Maria Grazia Landi residente in Viterbo, Anna Mancini che vive a Civita Castellana, Raffaele D'Orazi di Vitorchiano, Mario lacomini vivente in Vetralla, Priscilla Murli di Roma, che hanno toccato i temi più disparati.

Un volume si autodescrive e definisce da solo nella sua introduzione, quando, Maria Grazie Landi scrive: credere nella poesia come linguaggio magico che apre possibilità diverse di conoscenza, di significati profondi sulla realtà di esperienze fantastiche che l'uo-mo non può sopprimere, pena il venir meno della sua umanità.

Una raccolta poetica che sicuramente aiuta a crescere e spinge la persona verso que-gli orizzonti e spazi di cui l'uomo di oggi sente la necessità ma che difficilmente raggiunge, oppresso dal vortice delle teorie e delle dispute umane che attanagliano la nostra società e rinchiudono la persona umana in quel tunnel tecnologico che sta privando le persone della loro parte migliore: il complesso dei valori spirituali e razionali che caratterizzano l'uo-mo come un essere pensante e non un semplice automa inserito in una fredda filiera di pro-duzione industriale.

Pietro Brigliozzi

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rame VeClutate di Poesia...

< £ B C C

Dalla stanchezza il risveglio Quando dell'undici febbraio scende la sera, con fioca voce Benedetto annuncia, la Croce che abbracciai or mi stanca, lascio il Vescovato di Roma da veste bianca.

Del tredici di marzo si fà sera, una colomba su comignolo riposa, ove occhi sono intenti a rimirare, se di bianco fumo si vela il cielo.

Quella colomba simbolo divino, ha illuminato le menti nel Conclave, chiamando Bergoglio traghettator per terzo millennio, lui di Francesco prende, nome e mantello.

Arduo compito è, ripopolar la chiesa, da padre abbraccia e gioca con i fanciulli, alle monachelle dice, siate madri non zitelle, maestre educatrici nelle famiglie.

Con volto mite e sorridente, con quel buona sera fratelli e sorelle, ha sconvolto i pensier dei miscredenti, chiedendo l'esser benedetto dai presenti.

Francesco! Irta è la strada della fede, da buon Pastore il gregge guiderai, insegnando a pecore e agnelli pascoli erbosi.

Sulla tua strada lupi troverai, ammaestra tutte le bestie feroci, che per anni hanno diffamato la Chiesa.

Lorenzo Presciuttini

Il Cero AGENZIA FUNEBRE

di D e Alessandr i Alfonso Celi: 333.9424070

MONTEFIASCONE Tel: 0761 .824276

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Grotte S. Stefano - Orte - Vallerano Vasanello - Vignanello - Vitorchiano

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2013 pag. 13

IL SOGNO DELL'ANZIANO

Nei miei sogni con la mente ho vagato ed il ricordo del passato è ritornato.

Difficile è la scelta del racconto di quello che oggi pare un altro mondo

le tradizioni, le preghiere, i giochi, l'allegria le feste, i momenti passati in bella compagnia.

È un ricamo fitto quello della storia che nel tempo ha tessuto la memoria

la strada è su una mappa che con precisione riemerge ad indicare la giusta direzione.

A volte però un dubbio s'è affacciato: sarà il percorso giusto o lo sbagliato?

È qui che un pensiero mi rincuora: che il sole splende oggi come allora!

Arcangelo Ugolini

Un lavoro molto delicato Tra le molteplici atti-

vità estive che vengono svolte dall'As.Vo.M. (Associazione Volontari Montefiascone) figura anche la rimozione di nidi di vespe, calabroni ed api. Questo tipo di inter-vento, nelle ultime setti-mane, è divenuto ormai una routine, molto impe-gnativa, per i volontari di Montefiascone. Infatti la squadra preposta, negli ultimi venti giorni, è inter-venuta oltre trenta volte, quindi anche due risolu-zioni al giorno, per la rimozione di nidi di vespe, calabroni ed api che infestavano abitazio-ni, garage, tetti.

L'intervento più diffi-coltoso si è svolto sabato 17 agosto presso un casolare sul lungolago di Montefiascone dove sciami di calabroni infestavano la soffitta dell'abitazione. La squadra As.Vo.M. per intervenire ha dovuto scoperchiare addirittura una parte del tetto e conseguente-mente il lavoro è durato molte ore. Gli interventi vengono effettuati con un Aps (Auto Pompa Soccorso) che è attrezzato con tutti i mezzi necessari per lo specifi-co lavoro: dalla tuta per gli operatori, agli stivali, guanti, casco, ecc. Ogni operato-re ha in dotazione gli strumenti di sicurezza come funi di ancoraggio e cinturoni. I volontari hanno effettuato numerosi corsi specifici e pertanto hanno un alto grado di preparazione per effettuare questo particolare tipo di interventi.

Il presidente dell'As.Vo.M. Tonino Fiani: "In questa estate una delle nostre atti-vità che ci hanno impegnati a lungo è stata proprio la rimozione dei nidi di vespe e calabroni ed api. Ogni giorno riceviamo chiamate di intervento da parte dei cittadi-ni. Alcuni di questi sono stati particolarmente gravosi ed anche pericolosi a causa della presenza massiccia, in alcune abitazioni, di svariati nidi di vespe che Infesta-vano la casa. Per questo l'associazione, oltre alle normali attività di protezione civi-le, fornisce anche questo tipo di servizio che abbiamo svolto soprattutto a Montefiascone ma anche nei paesi limitrofi come Bagnoregio e Fastello. "Ai priva-ti che ci chiamano - spiega Fiani - chiediamo le spese per l'acquisto dei prodotti necessari e un piccolo contributo all'associazione come rimborso spese per poter rimanere in vita in questo momento di crisi che si riflette anche nel volontariato. In merito alla rimozione dei nidi di api abbiamo a disposizione due apicoltori che in qualsivoglia e particolare situazione con la loro spiccata professionalità risolvono il tutto brillantemente. Per questo li voglio ringraziare e con loro la squadra dell'As.Vo.M. adibita a questo tipo di servizio. Stanno facendo un grande ed otti-male lavoro".

"Questo - conclude Fiani - è un servizio estremamente Importante ed utilissi-mo alla popolazione di Montefiascone e dei paesi limitrofi. Per qualsiasi tipo di emergenze, dai nidi di vespe e calabroni ad incendi e ad altre emergenze, ricordo di chiamare il numero telefonico 0761.826994 della nostra sala operativa".

L'A.S.D. CENTRO POLISPORTIVO LIBERTAS MONTEFIASCONE

con sede in Via Bixio, n.41

organizza in collaborazione con il CONI per l'anno sportivo 2013/2014 attività di:

GINNASTICA ARTISTICA. PALLAVOLO. TENNIS TAVOLO Per informazioni: tel. 07618269881 (ore pasti) - cell. 3471755383

Prima giornata dell'anziano

Il giorno 8 agosto 2013, il Centro diurno anziani di Montefiascone ha organizzato la "Prima giornata dell'anziano" presso la Rocca dei Papi di Montefiascone in collaborazione con il Comune di Montefiascone, il Credito Valtellinese e Villa Serena.

La festa si è articolata in tre momenti. Durante la mattinata sono stati rievocati i

giochi del passato: gioco delle pignatte, piastrel-le, battimuro, dadi, mora, gara di briscola, tiro alla fune. Gli anziani di Villa Serena hanno rallegrato i partecipanti con canti popolari e hanno offerto dolci. La Banca Credito Valtellinese ha anch'essa contribuito al rinfresco con panini e acqua imbottigliata.

Nel pomeriggio si è tenuto un convegno sulla vita dell'anziano in cui sono intervenuti l'assessore Giulia Moscetti, le dott.sse Ilaria Alesse e Emanuela Bernardo, il direttore della filiale di Montefiascone del Credito Valtellinese e il presidente del Centro Anziani Arcangelo Ugolini. Durante il convegno sono stati donati al reparto di ematologia dell'ospedale di Montefiascone euro 800, come deliberato dal direttivo del Centro Anziani, su pro-posta delle sei donne che svolgono volontariato presso il bar dello stesso. Tale cifra corrisponde alla metà del rica-vato. Al termine sono stati premiati i vincitori dei giochi con coppe, medaglie e libri donati dal Credito Valtellinese. Durante la serata un gruppo musicale ha intrattenuto i partecipanti con canzoni romanesche. Un ringraziamen-to a tutti coloro che hanno partecipato alla festa e a chi ha collaborato fattivamente per la realizzazione di essa. Appuntamento al prossimo anno.

Il Presidente del Centro Anziani Ugolini Arcangelo

Pallavolo Femminile dell'A.S.D. Libertas

Grande successo della prima squadra della Pallavolo Femminile dell'A.S.D. Libertas Montefiascone che al termine di un Campionato molto impegnativo si è piazzata al primo posto conquistando la promozione alla PRIMA DIVISIONE.

Il successo è stato molto importante anche perchè ottenuto con squadre che avevano i favori del pronostico, le atlete falische, hanno dimostrato grandi doti, entusiasmo, determinazione ed ottimamente guidate dall'allenatrice ALES-SANDRA DI TOMMASO, sono riuscite ad ottenere l'ambito traguardo.

Grande la soddisfazione del Presidente LODOVICO MOCINI e di tutta la Polisportiva, le brave atlete e l'allenatrice hanno ricevuto i complimenti e sono state premiate dall'Assessore allo Sport e Vice Sindaco FERNANDO FUMA-GALLI e dal Sindaco LUCIANO CIMARELLO.

Siamo certi che anche nel Campionato superiore le brave ragazze sapran-no comportarsi in modo egregio tenendo alto il nome della Polisportiva e dello sport cittadino.

La formazione: ALESSANDRA BALDO, ELEONORA BENDIA, ALESSIA CIMA, FRANCESCA GIULIOBELLO, VIOLETTA LAMPANI, MANUELA MAR-ZIALI, FRANCESCA MENGHINI, ALESSANDRA RICCI, CHIARA RODOLI-CO, NATASCIA STEFANONI, LETIZIA ZUCCHETTA. Allenatrice: ALESSAN-DRA DI TOMMASO.

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pag. 10 LA VOCE - n° 9 - Settembre 2013

SALVO D'ACQUISTO: EROE E BEATO CON SANGUE MONTEFIASCONESE

di Nomando Onofri

Il prossimo 23 settembre ricorrerà il settantesimo anniversario della fucilazione del Vice Brigadiere dei Carabinieri Salvo D'Acquisto che a Torre di Palidoro s'immolò da innocente per salvare oltre venti ostaggi civili rastrellati dalle forze naziste. Il massimo altruismo espresso da quel giovane milite, che consciamente sacrificò la propria vita pur di salvare quella degli altri inermi prigionieri civili, lo fece subito elevare al ruolo d'eroe (medaglia d'oro) ed è iniziato il processo canonico di bea-tificazione religiosa.

Ebbene, devo confessare che ho provato un pizzico di campanilisti-co compiacimento nell'apprendere1 che nelle vene del patriota Salvo D'Acquisto scorrevano gocce di sangue montefiasconese. Infatti, la sua bisnonna materna, si chiamava MARIA LAMPANI, sicuramente nostra concittadina, coniugata con ALESSANDRO ARGENTINI2.

Quella coppia di sposi, montefiasconese almeno al cinquanta per-cento, era residente nella vicina Magugnano e costituiva una famiglia molto agiata dai solidi valori cristiani con documentata attestazione sulla religiosità del marito. Da quell'unione nacquero quattro femmine: Ada, Annetta, Rita ed ERMINIA. E' su quest'ultima figlia che si deve concentrare la sequenza genealogica poiché la giovane divenuta signorina s'innamorò e sposò BIAGIO MARIGNETTI, Comandante della Stazione dei carabinieri di Grotte S. Stefano.

Costui dopo qualche anno si dimise dall'arma dei carabinieri per svolgere la professione d'insegnante nelle scuole elementari. I coniugi MARIGNETTI ebbero quattro figli: Enelio, Oscar, Agenore, e INES,

Violenza in famiglia La parola "femminicidio" è diventata, forzatamente, parte del lessico

italiano. Non c'è, si può dire, un giorno che massmedia, i social network, non mostrino, anche in modo spesso sadico, tutti i particolari dei delitti più atroci che si perpetrano in varie, troppe, famiglie, in cui sono vittime donne.

È diventata una triste abitudine sentire certe notizie e, mi fa ricollega-re la mente con certa gente che ha creato il "turismo del macabro", recan-dosi dove sono avvenuti omicidi etc. Torniamo, però al tema di questo scritto.

Perchè avviene questo? Perchè tante giovani vite spezzate in modo tragico?

La risposta si può dare riferendosi alle famiglie, basi di una società che sembra andare verso il declino, proprio perchè non esiste quasi più la sacralità di tale contesto. Spesso, tra i coniugi, o gli amanti che dir si voglia, si creano dissapori che, man mano, scavano un vero abisso tra i partners, spesso incolmabile fino a sfociare in ciò a cui, magari, non avrebbero minimamente pensato all'inizio della relazione. È questo che va curato prima. Prevenire è meglio che curare e questo detto vale soprattutto nelle relazioni di coppia, prima di arrivare dove non si può più tornare indietro per impedire che possano affiorare gli istinti bestiali del maschio respinto, disonorato.

l'unica femmina della coppia che, nata a Napoli, si sposò con SALVA-TORE D'ACQUISTO, d'origine palermitana.

La nuova coppia prese residenza in quel di Napoli in Via S. Gennaro Antignano, nella zona del Vomero, e nella città partenopea nacquero ben cinque figli: SALVO, Franca, Erminia, Rosario e Alessandro.

Dell'eroismo di SALVO D'ACQUISTO ricorderò solo l'essenziale. Entrato giovanissimo nell'arma dei Carabinieri, era in servizio a Palidoro di Roma nel settembre 1943 quando, ad alcuni soldati delle SS che stavano facendo un'ispezione, scoppiò una cassa con cartuc-ce e bomba a mano causando un morto e due feriti. L'incidente fu rite-nuto un attentato premeditato contro le forze tedesche che, per rappre-saglia, disposero l'immediato sequestro di ventidue ostaggi civili non-ché del responsabile della Caserma dei Carabinieri in quel momento retta dal Vicebrigadiere D'ACQUISTO per momentanea assenza del Maresciallo responsabile.

Agli ostaggi fu fatta scavare una fossa nonostante il continuo protestarsi innocenti. D'Acquisto, intuì la fine che tutti avrebbero fatto e si auto accusò del fatto affrontando, lui solo, la vendicati-va fucilazione. Il suo altruismo salvò la vita degli altri civili conse-gnando il giovane milite alla gloria degli eroi e ora dei Servi di Dio.

GENEALOGIA di Salvo D'Acquisto:

Da ALESSANDRO ARGENTINI sposo di MARIA LAMPANI di Montefiascone nascono: Ada, Annetta, Rita e Argentini Erminia

Da ARGENTINI ERMINIA (1857-1954) sposa di Biagio MARI-GNETTI (Maresciallo dei CC. di Grotte S. Stefano) nascono: Anelio (divenuto Ufficiale dell'Esercito); Oscar (divenuto Maresciallo dei Carabinieri) e Agenore (divenuto Impiegato civile) e Ines

Da MARIGNETTI INES (1893/1981) sposa di Salvatore D'ACQUI-STO (1899/1969) nascono: SALVO (Napoli 15-10-1920 / Torre di Palidoro 23-09-1943), Franca, Erminia, Rosario e Alessandro

1 Padre Felice ROSSETTI - Grotte Santo Stefano dalle origini ad oggi. 2 Le ricerche fatte non hanno portato, finora, ad alcun risultato ma anch'egli, teoricamente, potrebbe essere stato un nostro concitta-dino in quanto all'epoca, prima metà dell'Ottocento, il cognome Argentini era abbastanza diffuso in città e inserito tra gli elettori di maggior censo.

L'uomo spesso si sente snobbato dalla partner; non può sopportare il fatto che quello che una volta era "il sesso debole", ora sta avanzando e sta passando al contrattacco. Grazie all'emancipazione femminile, al fatto che molte donne lavorano per conto loro e sono indipendenti e libe-re dal compagno che si sente inferiore. E' questo che molti non soppor-tano e si rodono interiormente, come un tarlo con il legno, fino a macchi-nare ed a effettuare i delitti di cui le cronache sono piene. Credo pure che a nulla valgano leggi apposite che non fanno se non incrementare, in certi individui già tarati psicologicamente un senso di odio verso la propria compagna, che si spinge poi a ciò che la persona normale, giudica, assurdo e barbarico.

Tutto dovrebbe, nelle coppie, ripartire dalle basi su cui deve esser fon-data una famiglia che si riassumono nell'amore reciproco, comprendente l'accettazione dei vari difetti dell'uno o dell'altro. Quando c'è l'intesa reci-proca, c'è tutto e diminuiranno sempre più le "cronache nere familiari", nella rivalutazione del ruolo femminile nell'intera società.

Questo, ed ora mi avvio alla conclusione, è compito di ogni famiglia che deve essere, oggi più che mai esempio e sorgente d'amore, di un affetto che supera tutte le immancabili difficoltà che quotidianamente s'in-contrano. Insieme, si vince ciò che all'apparenza sembrerebbe impossi-bile.

Riscoprire dunque i veri, altissimi valori della famiglia è compito di tutti. Facciamone tesoro!

Paparello Gianluigi

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LA VOCE - n° 9 - Settembre 2013 pag. 13

"TU SEI DIO" 10 non me la prendo con te, che sei un essere irreale. Tu sei sempre vicino a me che soffro. Tu asciughi sempre le mie lacrime quando sono disperata, umiliata, offesa e derisa. Guardando la tua immagine vedo il tuo sorriso, guardando i tuoi occhi mi sento accarezzare l'anima. Vedendo il tuo dolce viso così sereno nell'immagine sacra è come sentirti parlare al mio cuore dandomi sollievo e conforto e con quella tua mano mi carezzi il viso, le tue sorridenti labbra mi dicono: "Coraggio, tu non sei sola ci sono io vicino a te, sono tuo Padre". 11 Padre di tutti e anche mio: 'Tu sei Dio!"

Virginia Solimeno

Il Mare In Balia della notte... Il mare in burrasca schiaffeggia le onde stasera... Fiero ne intrappola i lamenti dentro squarci taglienti di luce Poi stanco e impietoso le adagia sul muro sordo dell'indifferenza Accanto al dolore... In attesa del Sole.

Patrizia Torri

Il Corteo Storico Questo corteo ben preparato da tutto il paese è rinomato. Ad aprire la fila è il gonfalone tra lo stupore e un po' di emozione. Il tamburo rullante con tanto vigore rallegra il passaggio e addolcisce l'umore. Chiarine, bandiere, in un clima festoso scandiscono il passo in un giorno più afoso. Il libro e le chiavi a portata di mano per un futuro migliore e più umano. Tedeschi e volatili in bella presenza fanno notare la loro presenza. Due asinelli portati per mano cavalcati dai bimbi camminano piano. Lungo il percorso la folla assiepata ammira entusiasta la bella sfilata. I suoi personaggi con tanta armonia al loro passaggio riempie la via. I vestiti indossati dai figuranti di vari colori sono sgargianti. Le damigelle con tanta eleganza gli armigeri al fianco fingendo una danza. Ballerine e tamburi sempre presenti un po' rumorosi ma tanto contenti. Cavalieri, principi ed alabardieri consoli, nobili ed anche gli arcieri. Osti, contrade, scudieri ed ancelle la loro presenza li rende più belle. È un bell'esempio di tante persone per quanti aderiscono a questa manzione. Da quelli più grandi ai piccolini è una sorpresa senza confini. In questo giorno di festa per tutto il paese rivolgiamo un saluto cordiale e cortese.

Vincenzo Severini

'L PIZZICAROLO (In dialetto montefiasconese paesano)

La penna sull'orecchio è sempre pronta a segnà quel che 'I cliente je ricconta e pe fà la somma anco più presto de la spesa fatta e del resto.

'L pizzicarolo cammina e corre sempre, dietro 'I bancone pe servì le gente e taja e pesa e 'ncarta 'I da magna per quelle che le vanno lì a comprà.

Cià 'n grosso assortimento de le cacie che tu poe sceje quello che te piace, de mazzafechete e salamine, rocchie e presciutte sopraffine.

Co 'I camiciotto come 'n gran dottore, sempre pronto a sfamatte a tutte l'ore. Prima nel Corso c'erano parecchie pizzicarole, del mestiere vecchie:

c'era Marzette, Nando e Zicchitella, co la porchetta esposta bona e bella, Odoardo e 'I Salvatoretto, che staa a destra, do' èsso c'è 'I barretta.

Hanno laorato tanto fin'a iere, mo so' morte o 'n fanno 'sto mestiere. Ma uno c'è rimasto: adè Marenghe, e cià la robba bona, mica fregne.

Vincenzo Marenghi

VITERBO MONIt-HASCONt

VFTRALI A

CENTRO UFFICIALE

Open Days Centro Danza "New Angel" Anche quest'anno il Centro Danza New Angel

diretto da Manuela Silvestri si appresta a iniziare una nuova stagione, sempre ricca di novità ed eventi.

Domenica 8 e 15 settembre dalle ore 16 alle ore 20, vi aspettiamo a Montefiascone presso il Centro Danza in Strada Statale Cassia km 94,250 per venire a conoscere la nostra scuola, che si distin-gue per la sua unicità, eleganza e professionalità degli insegnanti. Il primo centro dove oltre 400 mq di sala vi offrono un'ampia scelta di discipline; è possibile scegliere lo stile che più vi appartiene.

Da lunedì 16 settembre inizieranno le lezioni prova e in occasione dell'Open Days, domenica 15 settembre ore 17, si terrà una lezione dimostrativa di zumba fitness con i professionisti Z.I.N. Anna Maria Agosti e Rudy.

Un cast di validissimi insegnanti vi aspetta pres-so il Centro Danza New Angel, con corsi amatoriali e agonistici per bambini, ragazzi e adulti a partire dai 3 anni di età. Vi aspettiamo anche quest'anno numerosi per iniziare la nuova stagione!!

Centro Danza New Angel

n o n s o l o D a n z a / , 0PEQ Y BAY

G s e t t e m b r e dalle

Hip Hop & Break Dance Danza Moderna

Aikido Ginnastica Ritmica M.M.A. Pilates Liscio e Standard

Thai Chi Chuan & Kung Fu

I M I f Z M i M M S T U m M H I ni HI Imputi AUA MUA AGISTI e UK im niTiKinl

SS Cassia KM 94.200 Montefiascone iVTi info ime 328.271 7729

S E N S I DANCE SCHOOL

MONTEFIASCONE (VT)

Giusy Danilo Tel. 320 0221740 / 346 7913124

È quasi un anno che a Montefiascone ha preso vita una nuova scuola di ballo, diretta dai fratelli Danilo e Giusy Sensi, competitori agonisti di danze latino americane, nonché istruttori della stessa scuola. In questo lasso di tempo hanno dato dimostrazione della loro professionalità, portando avanti i loro allievi in modo eccezionale, dando vita ad un vero e proprio spettacolo di fine anno, presso il Palazzetto dello Sport di Montefiascone il 15 giugno scorso.

Corsi per tutte le età a partire dai 3 anni in sù! Per il solo piacere di ballare e divertirsi, o per agoni-smo. Vi aspettiamo a partire da settembre, presso le nostre sedi in Via G. Contadini 49-53, due sale, parcheggio privato. Lezioni di prova gratuite per tutte le discipline. Per info: Giusy 320.0221740 - Danilo 346.7913124. Saluti.

Il Presidente Giorgio Sensi

In occasione del PROGETTO SALUTE BENESSERE E ATTIVITÀ FISICA la Palestra Athlon Power Montefiascone ti invita a provare 2 lezioni spinning durante la settimana del nostro Open Day che si terrà a partire dal 20 settembre 2013... per i ciclisti più esigenti ci sarà la collabo-razione di Stefano Colagè (campionato europeo) che oltre alle lezioni in orario potrà fornirvi la sua consulenza...

Passa a trovarci per avere tutte le info su tutti i corsi del Centro, tutti i pomeriggi dalle 16,00 alle 20,00 o chiama ai numeri 0761352743/3 oppure 3286710914.

Grazie! ti aspettiamo... ciao!

ATHLON POWER PALESTRE s.r.I.s.d. Via O. Vergani, 8 - Viterbo - tel. 0761.352742

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pag. 10 LA VOCE - n° 9 - Settembre 2013

Luciano presso il san-tuario della Madonna delle Grazie, AURORA BERTOCCINI. Eccola qui con i genitori Paolo e Valentina Riccitelli, la madrina Valeria Riccitelli e il padrino Emanuele Giraldo.

Circondata dal-l'amore dei nonni Giancarlo, Nella, Paolo e Anna e di tutti i suoi familiari.

Finalmente!!! è tornata la cicogna Al Poderetto, alla periferia nord di Montefiascone

per esattezza alle Ciae, da tanti anni non arrivava la cicogna, soprattutto non portava un bambino che por-tasse il cognome Dominici dal 1976! Quest'anno, il 27 marzo, è arrivata con un fagottino tutto rosa che papà Giuliano e mamma Vittoria Severini hanno chiama-to ELEONORA. Non potete immaginare la felicità di tutti noi, dei nonni romani Franco e Anna Maria che si sono quasi trasferiti, la nonna Rosanna che dalla feli-cità le è passato anche il mal di piedi, tante sono le volte al giorno che va a trovarla per non perdersi neanche un sorriso. Il nonno Dario dal paradiso la guarderà e sicuramente avrà riunito tutti i suoi amici dicendo: quella meravigliosa bambina laggiù è la mia prima nipotina, facciamo un brindisi perchè cresca sana e forte come una vera Dominici.

La nostra principessa diventerà cristiana il 21 set-tembre e per le Ciae in gemellaggio con la capitale sarà festa grande. „ - . . , - ,

Dominici R.

CHE BELLA SCHIERA DI BIMBI! Ciao a tutti... Alessio e Desire

Che nonna e bisnonna speciale

Tanti auguri alla nonna Sforza Angela che il 25 giugno ha varcato la soglia dei "suoi primi 90 anni".

Auguri dalla figlia Lucia Concetta, dal genero Antonio e dai nipoti Angelo, Stefano e Giuseppe, dalle nuore Stefania e Sara e da tutti i pronipoti: Lucia, Chiara, Martina, Alessio e Desirè.

Come sacerdote la vado a trovare molto spesso, anche per-chè è un piacere sentirla parlare con accento onanese e ricorda-re il suo parroco D. Giacinto Pascarella. Non può star ferma!

Scusate se son pochi <

Massimino Ricci ha festeggiato i suoi cento anni. Un seco-lo di vita vissuta splendidamente con pace ed amore. Massimino è nato a Montefiascone l'11 giugno 1913.

I suoi cari, con in testa i figli Vera e Primio, lo hanno voluto festeggiare in maniera straordinaria circondandolo con l'affetto dove si distinguevano per il loro impegno i nipoti Lorenzo e Iacopo esprimendo così la loro immensa gioia.

Tanti, tantissimi i presenti che hanno riempito via Bastiglia con in testa il Sindaco Luciano Cimarello sempre molto sensibi-le e attento a questi particolari avvenimenti tanto che ha donato al nuovo centenario un attestato: "A Massimino Ricci -11 giugno 2013. Mercoledì 11 giugno 1913 hai sorriso al mondo per la prima volta. Ancora oggi, dopo 100 anni, la tua serenità è di con-forto per coloro che ti vogliono bene.

II sindaco Luciano Cimarello". Una testimonianza che rac-chiude come in un prezioso scrigno l'amore per Massimino del-l'intera città.

Sono PIETRO TARATUFOLO, figlio di Mauro e Cinzia Cimarello e vi presento il mio fratellino Federico, che è arrivato l'8 marzo per riempire di gioia tutti i nostri cuori e per dare un altro po' da fare al nonno Sabatino che ci segue e ci protegge dal cielo.

Sono arrivati il 4 dicembre 2012 questi due angeli: ALESSIO e DESIRÈ a portare felicità e gioia a mamma Stefania, babbo Carloni Angelo, i nonni Antonio, Lucia Concetta, Giuseppe e Fiorella, gli zii Valentina, Stefano, Giuseppe e Sara.

Tanti auguri nel giorno del loro battesimo il 7 luglio 2013.

PER COMODITÀ' DEI LETTORI DE "LA VOCE" Potete versare: - sul c.c. n° 1853/76 Banca Cattolica - Gruppo bancario Credito Valtellinese - sul c.c. n° 10/61268 Cassa di Risparmio di Montefiascone - sul c.c. n° 537 Banca di Credito Cooperativo di Roma - Agenzia 176 - Via Card. Salotti, 21 - Montefiascone (IBAN: IT30 L083 2773

1600000 00000537) o inviare tramite conto corrente postale n. 12158010 intestato Parrocchia S. Margherita - 01027 Montefiascone o consegnare ad Angelo Menghini presso il negozio in Via S. Lucia Filippini preoccupandovi di mettere il vostro nome per essere inse-

riti nella rubrica "La Voce è grata ai suoi".

Che occhietti vispi... Il giorno 9.6.2013 è

stata battezzata da D.